111 /Sordo Antonio / 1925-12-À¦ /


111 /Sordo Antonio / 1925-12-À¦ /



228 /Sordo Antonio / 1927-1-5 /



1 Miyazaki, 5 gennaio 1927

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Mio Antonio,


Da poco ti ho scritto, ma rispondo subito all’ultima cartolina.

Grazie degli auguri giunti a Capodanno, sempre graditi. Grazie a tutti, in primis al Sig. Direttore (è più missionario a Penango che altrove) e al corpo dirigente, e anche ai cari giovani coll’augurio che molti a tempo opportuno (cioè ben formati di età, di forze e di santità e di scienza) vengano in Giappone.

Rossi, Ivaldi e… Sordo. Lascia star la nostalgia: lavora e prega.

Ti sono sempre vicino con l’affetto e con la preghiera.

2 Eccoti un tempio shinto dal vero (sono coloriti così).

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3 Ti benedice il

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4 tuo affezionatissimo

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4.1 don Vincenzo Cimatti

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229 /Rinaldi Filippo / 1927-1-6 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



4.2 Miyazaki, 6 gennaio 1927

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Mio amatissimo papà,


È la festa della manifestazione di Gesù. I suoi figli del lontano Giappone intendono per mezzo suo riconsacrare a Gesù tutto loro stessi nella cara Congregazione, rinnovando sentimenti, propositi di esatta osservanza e di dimostrarsi veri figli di D. Bosco. Ed ora un po’ di rendiconto mensile.


  1. Sanità. Optime in tutto. Da un po’ di tempo ho sospeso il vino e bevo il tè che fa assai meglio (sentivo anche per piccole quantità giramenti di testa e reumi ai polsi).

  2. Studio e lavoro. Solito. Colla calma e coll’esempio si riesce: non bisogna aver furia, è nell’ordine delle cose del resto. L’orizzonte linguistico si allarga. Deo gratias!

  3. Possibilità per i doveri tutta e mi pare di aver la volontà di fare tutto il possibile. È certo un lavoro diverso da prima in molti punti. Da insegnante, scolaretto in giapponese. Evviva l’allegria.

  4. Pratiche di pietà. Tutta la comodità. Mi sforzo. I propositi degli ultimi esercizi sono (mi pare) eseguiti, cioè: controllo su me con 4 esamucci di coscienza – unione con Dio (con atti di umiltà, giaculatorie e migliorare per parti le pratiche di pietà).

  5. Frequenza regolare ai Sacramenti che mi sostengono davvero.

  6. Osservanza delle Costituzioni regolare – nessuna difficoltà per ora: in Giappone si possono osservare benissimo (basta volere).

  7. Carità piena con tutti.

  8. Disordini mi pare non ce ne siano per ora.


Per i confratelli. D. Tanguy. Bene. Sono passate per ora le nostalgie. Optime in omnibus. Riesce bene nella lingua, pian piano.

D. Piacenza. Bene ed optime in omnibus. Riesce bene nella lingua.

D. Cavoli. Bene per la salute. Spaventato dai caratteri, mi ha domandato una sosta nello studio: per non forzare la mente (è un po’ esaurito dalla guerra), concedo. In ritardo, ma riuscirà: ne è persuaso. Per il resto molto bene.

D. Liviabella: ora benino di salute. Riesce, ma si preoccupa troppo e debbo frenarlo. È giovane di idee; si preoccupa (se non riuscisse) di ciò che direbbero i parenti cui è attaccatissimo e di cui parla con frequenza). Per il resto molto bene.

D. Margiaria; di salute: difficoltà di digestione. Riesce assai bene (è senza dubbi il migliore): debbo frenarlo, se no temo per la salute. Per il resto molto bene.

Coad. Merlino. Male ai denti. Studia e lavora. Bene in omnibus. Si è calmato totaliter delle nostalgie.

Coad. De Mattia. Bene in salute, lavora, fantastica troppo colla testa, ma ha confidenza. Bene in omnibus.

Coad. Guaschino. Bene in salute, di tanto in tanto mal di testa. Lavora. Bisogna vigilare per le uscite per le compere: d’altra parte come fare? Venendo il Sig. D. Ricaldone vedremo anche questo punto. Per il resto bene in omnibus.

Eccole buon Padre le nostre miseriuole, e i nostri trionfi e le nostre sconfitte. Come vede abbiamo bisogno di aiuto di preghiere in ogni senso e più di tutti chi le domanda una speciale benedizione per sé e per i suoi.

Dev.mo figliuolo

4.2.1 don Vincenzo Cimatti, salesiano

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230 / Rinaldi Filippo / 1927-1-6 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


4.3 Miyazaki, 6 gennaio 1927

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Rev.mo Sig. D. Rinaldi, sempre nostro Padre amat.mo,


Il Signore le conceda i più bei doni. Con questa lettera i suoi figli de longe venientes presentano i loro doni, oro di carità ardente per le anime, incenso di preghiere, mirra di mortificazione non potendo ancora pienamente esplicare le loro attività. Deus scit et fiat voluntas Dei. Tutti bene in forze (salvi i piccoli disturbi), tutti studiosi della difficile lingua che va snodandosi e chiarendosi (ma ci vuole almeno un paio d’anni ancora per possederla con una certa qual padronanza) – tutti ancora uniti a Miyazaki ma spero che in questo mese qualche evento maturerà. Osservanza regolare passata nello studio e nella pietà. Deo gratias! Ne avevamo tutti bisogno.


NOTIZIE PARTICOLARI. Ho ottenuto si facesse la funzione di mezzanotte. Chiesa piena – vari pagani attirati dalla novità (era da tanti anni che non si faceva) e dalla musica. Speriamo buoni frutti per le anime. I cristiani anche studenti potevano attendere con calma alle feste perché proprio al 24 cominciano le ferie di inverno (fino al 10 gennaio. Qui le vacanze sono divise per stagione della lunghezza massima di un mese – quelle d’estate – l’anno finisce in febbraio – marzo vacanza primaverile). Deo gratias!

L’avvenimento massimo è la malattia e la morte dell’Imperatore. Da molti anni ammalato (pazzo e credo tubercolotico) già aveva da tempo lasciato il governo al figlio.

Morì l’una del 25 dicembre. La sirena della città ne diede l’annuncio, e come il popolo giapponese aveva seguito le fasi della malattia, così ne pianse col lutto fino al 1° gennaio la morte. Sospesi, si capisce, tutti i pubblici e privati divertimenti (nelle grandi città anche durante la malattia) – preghiere – fanatismo in vari, che si mutilarono o si fecero harakiri (= taglio del ventre) – ed ora stanziato il fondo di 30 milioni (delle nostre lire) per ricordare non si sa in che modo (forse con un tempio) il defunto. Due ore dopo la morte era già compiuto il rito di successione, perché il Giappone non può vivere senza il suo imperatore. 1

Il successore è di grandi speranze per la religione. Popolare, è già uscito in carrozza aperta e a piedi a Tokyo – cose incredibili per gli imperatori del Giappone. È notorio che il suo precettore cattolicone, comandante di nave Yamamoto gli è a fianco – e vede bene la religione cattolica. Di questi giorni fa furore la conversione del Prof. Tanaka insegnante di diritto alla Prima Università di Tokyo. Insomma dai tetti in giù è un momento buono che bisogna colla preghiera e col lavoro santamente sfruttare e in cui, amato Padre, non bisogna assolutamente, con sacrificio di denaro e di personale, rimanere indietro. Le feste di capodanno caratteristiche in Giappone nella parte esteriore furono soppresse per la morte dell’Imperatore. Non fu impedita la fabbrica e i regali dei mochi (è l’equivalente del panettone… non nel gusto… per carità!!!). È riso speciale cotto e pestato in un mortaio: diventa una colla filamentosa che fa andare in visibilio (non so perché) i giapponesi. Alla missione ne furono regalati un visibilio e giorno per giorno (bisogna pur smaltirli) se ne ingoia un pezzo, abbrustolendolo sulla graticola. Avevamo preparato un modesto albero di Natale che tramandiamo per l’Epifania (qui non è di precetto).

Per ora altre novità non vi sono. Saluti, ossequi e auguri cari a tutti i Superiori e a quanti domandano di noi. Maria A. e D. Bosco e S. Francesco ci aiutino.

Con vero affetto benedica il suo birichino

devotissimo figlio

don Vincenzo Cimatti, sales.

231 / Giordano Antonio / 1927-1-6 /


al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice


4.4 Miyazaki, 6 gennaio 1927

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Ch. Giordano. Mio sempre caro figliuolo,


Dirti che aspettavo, che desideravo dalla tua nuova residenza la tua è un po’ poco… tu mi comprendi. Torno ora dalla chiesa: è l’Epifania. Oh, Gesù si manifesti alle nostre anime. Sei nel mio pensiero, nel cuore, nella preghiera, ogni giorno e più volte al giorno.

Non ti nascondo che in certi momenti provo in me certe cose incomprensibili che mi fanno pensare di te, così improvvisamente…

Come vedi siamo per la bontà di Dio più vicini di quello che pensiamo. Grazie delle notizie. Se vuoi, credo che a Borgomanero coll’ottimo Direttore e con il bravo Taricco (gli ho detto che dovete amarvi fraternamente e che ti aiuti colla parola e cogli esempi e tu fa’ altrettanto per lui) e cogli altri superiori che conosco tutti, potrai davvero passar bene quest’anno. Quanto all’anima tua:

  1. Il passato è passato… se senti ancora le stoccate è per la nostra superbia… è tutto lì, sai, la morale della favola.

  2. Certo, devi venire in Giappone, ma ti dico subito che bisogna essere corazzato in quello che è il tuo debole, il cuore, se no, qua in questo pattume pagano uno finisce col perdersi. Quindi animo, fede in Maria… e niente paura.

  3. Che cosa faccio? Studio, faccio musica, predico col foglio in mano, se no… mangio, rido (in Giappone bisogna anche coll’anima in tempesta ridere sempre), faccio la lotta coi marmocchietti (ci vorresti tu e Bovio), prego… (siete in tanti che mi tenete legato il cuore), dormo. Non è una bella vita? Spero presto iniziarne un’altra. Le escursioni… voglio girar tutto… un bel giorno se senti che sono rotolato in un burrone o in un vulcano, non meravigliarti.

Poi? Poi vedremo. Godo che tu pure abbia da lavorare: tu sai che questo e la pietà saranno la salute.

Optime per la festa dell’Immacolata. Qui l’abbiamo passata nell’intimità (perché non è festa di precetto) ed è per quello che il Giappone non si converte (ne hanno solo 4 obbligatorie di quelle che non cadono in domenica). Puoi pensare se in quel giorno D. Cimatti non era a Valsalice e coi suoi antichi amici e figliuoli!

Quanto al resto optime la preghiera durante la pulizia dei ragazzi. Quanto alla presenza di Dio non è difficile se fai così: prefiggiti un’azione e fissati un numero X di giaculatorie da dirsi in quella azione e insisti una settimana, un mese, un anno in questo esercizio finché non sia reso abituale. Così per l’esame:

  1. fallo dopo ogni azione,

  2. o in varie riprese durante la giornata.

Vedi dunque che non c’è nulla di insuperabile: accontentati del poco, e riuscirai nel molto.

Mi dici: “Sono sempre quello di prima”. Domando: “C’è la buona volontà? il desiderio del miglioramento? Sì?”. Va’ avanti tranquillo.

Tu, Antonio mio, devi cominciare ad accontentarti ad esempio di dire in una azione X una giaculatoria e ciò per un mese, per un anno, se è necessario… Questa è la tua santità, per la presenza di Dio, oltre, si comprende, all’esatta osservanza delle regole e dei santi voti.

Abbi confidenza col tuo Direttore: fa’ regolarmente il tuo rendiconto, fa’ regolarmente la tua confessione, e avanti senza paura.

I tuoi auguri natalizi a tempo, quindi intendo che a tempo opportuno invii quelli di Pasqua. Spero avrai ricevuto i miei poveri auguri per S. Antonio, puoi pensare se ti ho ricordato.

Quanto alla tua proroga, la via da fare: quanto ti dirà il tuo Ispettore è la migliore.

Antonio mio, buon anno nella grazia del Signore, che non ti manca e nella corrispondenza alla sua grazia. Oggi ricordiamo i Ss. Magi: certo essi hanno corrisposto alla grazia di Dio, ed Egli li ha benedetti in omnibus. Così sarà di noi.

Dunque ripeto: animo, allegro, laborioso, confidente nei tuoi superiori, diffidente di te. Ti benedico con tutto il cuore e abbracciandoti nel Signore mi dico tuo aff.mo:

don Vincenzo Cimatti

232 / Ghetti Giorgio / 1927-1-… /


a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore



Inizio Gennaio 1927


All’ottimo Dr. Ghetti e famiglia con animo sempre riconoscente pel bene ricevuto, auguri di buon anno materialmente e spiritualmente pieno delle benedizioni di Dio. La ricordo quotidianamente nelle povere preghiere. Faccia pregare per me i suoi angioletti.

Devotissimo

don Vincenzo Cimatti

233 / Ghetti Giorgio / 1927-1-13 /


a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore



Miyazaki, 13 gennaio 1927

Ill.mo Sig. Dottore,


Rispondo subito alla sua del 19 dicembre, ringraziando dei graditissimi auguri di Natale e Capodanno giunti ancora nell’Ottava dell’Epifania: grazie di cuore e non potendo far altro, memore dei benefici ricevuti, ogni giorno prego per Lei e per la prosperità materiale e spirituale della sua famiglia.

Quanto a me ottimamente in tutto: davvero (per le preghiere di tanti buoni amici) non ho sofferto proprio nulla nell’acclimatazione. Il clima l’ho trovato più mite in ogni senso che in Italia, anche perché più variabile e le alternanze favoriscono, anche perché uno non pensa troppo al caldo e al freddo. D’altra parte la mamma avendomi sempre abituato a poche delicatezze, così…

Quanto al regime dietetico, dovendo custodire la salute degli altri, ed avendo la possibilità (ho messo in piena efficienza l’orto, pollaio e conigliera – ho trovato vino e latte – e ho messo pure in efficienza un piccolo forno – quindi il pane c’è in casa) si mangia all’europea. Fossi stato solo volentieri mi sarei messo (come farò nei viaggi di esplorazione missionaria che spero inizierò presto) al regime dietetico giapponese che mi piace assai: riso, pesce e verdura e frutta varia, e tè come bevanda: naturalmente quando si sta con loro bisogna adattarsi. Le dirò anzi che ho lasciato il vino per il tè: forse per la qualità (vino africano e di Francia) bevuto anche in piccola quantità (un bicchiere, perché dato il costo bisogna razionarlo) mi dava alla testa e sentivo inizio di reumi alle giunture. Col tè sto benone: d’altra parte dunque Lei vede, bisogna bere il tè e quindi….

Quanto al suo bel pensiero di fare una serata pro-missioni estere non so ancora come ringraziarla, ma nello stesso tempo non so davvero come accontentarla. In pratica conosco poco il popolo giapponese, perché finora necessariamente sono stato ritirato per studiare questa terribile lingua ed ho girato poco.

Può darsi che ci siano libri che parlino di quanto Lei desidera, ma sono scritti in una lingua – il giapponese – che per ora è assai dura per me: ripeto in pratica, tranne le notizie scientifiche, che Lei conosce meglio di me – e che si trovano anche sui nostri libri, fino al prossimo anno non so davvero come raccogliere il materiale che sarebbe a Lei utilissimo. Le unisco alcune pagine che se non serviranno per la conferenza, serviranno come primo contributo. Ecco quello che secondo verità – perché visto da me – e perché saputo da fonti veritiere – posso dire.

Noti prima di tutto (ed è sempre importante) che i giapponesi hanno le orecchie lunghe e conoscono quanto si dice di loro, specialmente se pubblicato. La loro polizia all’interno e all’esterno è la meglio organizzata – è potenza di primordine. Occorre specialmente nei riflessi delle Missioni religiose la massima prudenza – e quanto si dice così tra amici non si può dire in pubblico. Ad es. non si sapeva in Giappone che il loro defunto imperatore era come quelli che sono ad Imola… (Capisce). Ecco dunque:

  1. Il Giappone è paese pagano e quanto può dare il paganesimo (nei grandi specialmente, pensi pure a Roma pagana), nel campo della dissoluzione sessuale lo dà. In ogni città (anche a Miyazaki) vi sono case pubbliche di prostituzione in vasto stile e quale da noi non si ha idea, in cui le “geishe” si prestano. Lei comprende le conseguenze. La donna è ancora – si può dire – schiava; i matrimoni combinati per terza persona, fanno alle volte piombare la povera donna in veri abissi.

  2. Malattie caratteristiche di questa nazione sono: beri-beri; lebbra, alcolismo, malaria e malattie intestinali (tifo specialmente). Lei conosce meglio di me le cause: insufficienza di alimentazione da un lato, dissoluzione sessuale, liquori, regime acqueo poco regolare dall’altro producono quanto sopra.

L’alcol specialmente al nord fa stragi ed ormai ha fatto scomparire la razza originaria giapponese: gli Ainu. L’alcol è bevuto, più che altro, sotto forma di “saké” (spirito di riso) che produce a lungo andare tutte le forme dell’alcolismo nostro.

Nelle città, per salvaguardare gli incendi, si tengono serbatoi d’acqua ferma; facilmente lungo le case fossi di scolo degli spurghi casalinghi producono quanto può comprendere. Pur essendo la legislazione giapponese precisa sulla ricerca della paternità, l’infanzia abbandonata è numerosa, il divorzio, il maltusianesimo e sue conseguenze (solo l’altro giorno sull’articolo del giornale si insegnava praticamente che i bimbi deformati devono essere soppressi), la lettura di romanzacci (purtroppo è tradotto in giapponese quanto il mondo forcaiolo tedesco e francese ha dato) producono il resto.

La lebbra, oltre che in ospedali civili (perché il giapponese non vuole sia detto che non cura i suoi, e così si dica delle altre malattie) è curata in ospedali tenuti da suore (purtroppo pochi e piccoli), idem per l’infanzia abbandonata, ma come le dico, conosco poco.

Le posso dire (visto a Miyazaki) che ammalati sono abbandonati nei boschi in luride capanne, dove da noi non si terrebbe neppure il più lurido animale.

Che in Giappone vi è ancora fortissima la divisione in caste, che in una città vicina a Tokyo si fa in gabbia mercato di fanciulle destinate alle casacce, alle quali fanciulle si fa credere essere doveroso che esse si vendano per sostenere la loro famiglia.

Superstizioni? Ce n’è un finimondo! (non saprei in fatto di malattie), specialmente a base di giorni e numeri nefasti.

L’igiene familiare è una necessità per la casa quasi tutta e sempre in legno (nido quindi di topi e insetti); per le persone dato l’abito (non fanno quasi uso alcuno di biancheria sulla persona). Usano pulizia scrupolosa alla casa e bagno quasi quotidiano (uso giapponese – insaponatura), pulizia pubblica, così, così. Naturalmente i poveri sono nel luridume.

Comprendo che queste notizie non tutte interessano il punto di vista igienico, medico: è per indicarle la reale difficoltà in cui mi trovo. Per le proiezioni quindi capisce, come posso fare. Quindi veda Lei il da farsi: più tardi potrò certo con maggior cognizione fornirle materiale abbondante, e a Torino hanno proiezioni anche abbondanti.

Grazie di tutto e quanto non sa fare Don Cimatti, lo fa Gesù e l’Ausiliatrice nostra e Don Bosco. Ossequi cordiali al cognato, alla sua gentile signora. Un bacio per me ai suoi angioletti. Buon Anno.

Preghino per chi sempre li ricorda.

Dev.mo

don Vincenzo Cimatti, sales.




234 / Mathias Luigi / 1927-1-20 /


a S.E. Mons. Luigi Mathias, vescovo salesiano in India



Miyazaki, 20 gennaio 1927

Monsignore Veneratissimo ed amatissimo,


Deo gratias! A nome di tutti vivi ringraziamenti per la bontà e per i consigli preziosi e per le preghiere. Auguri sinceri e preghiere ad invicem le assicuriamo tutti. Nei prossimi mesi piglieremo allegramente la missione sulle nostre spalle. Non abbiamo certo ancor superato la difficoltà della lingua (occorrono anni), ma ad ogni modo bisogna pur cominciare.

La bella immagine di Don Bosco inviataci ci ricorda che nel nome di Maria A. egli operò quel che operò – e che noi poveri figli suoi bisogna che seguiamo le sue orme. Continui a pregare per noi e a benedirci. Lei assicuri pure tutti di vivo contraccambio di preghiere.

Quanto mi dice del povero Divina, pur addolorandomi profondamente, non mi meraviglia.

Lui potrebbe dire l’accoglienza che gli feci quando venne ad annunciarmi che i Superiori lo mandavano missionario.

Certo non era formato e fu una grazia strappata: non saprei i moventi. Uno certo il trovare pesante la vita regolare di Valsalice e vieppiù lo studio: più che in questo riusciva in lavori materiali. Altri episodi della sua vita mi hanno sempre fatto vedere con timore questa povera anima. Nel poco tempo che lo ebbi sotto di me, tentai di dissuaderlo ed a fermare la sua andata in missione – finisse prima tutti i suoi studi – non so (nonostante le mie relazioni ai superiori) come sia riuscito ad ottenere di partire.

Pago profondamente, anche come obbligo di riparazione qualora non ci fosse stato per parte mia tutta la forza e l’oculatezza di dirigerlo. Ed ora Monsignore, amatissimo, siamo, sì fraternamente uniti sotto il manto di Maria, allegramente lavorando. Ci benedica di gran cuore.

Tutto suo dev.mo:

don Vincenzo Cimatti


Viva Don Bosco ed i suoi fratelli Assamesi.

235 /Rinaldi Filippo / 1927-1-29 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 29 gennaio 1927

Mio amatissimo Padre Don Rinaldi,


Dalla data vede che scrivo questa nel giorno del nostro S. Patrono ed ho voluto scegliere questa data per unirmi spiritualmente a Lei e alla nostra amata Congregazione in questo giorno; e in queste dolci feste di S. Francesco e di Don Bosco rinnovare a nome di tutti il proposito di costante attaccamento alla S. Regola e allo spirito informatore della medesima.

Non spedirò oggi la lettera, perché voglio unire relazioni di cui dirò, ma voglio incominciarla oggi nella benedizione del S. Patrono e di Don Bosco.

E prima di tutto un po’ di rendiconto personale.

  1. Salute. Ottima in tutti i sensi. Sentendo che il vino non mi conferiva mi sono dato da buon giapponese al tè: la va d’incanto. Per il freddo è più che sopportabile (finora la minima -7°). Per sollievo dei piedi (non essendo prudente portar fuoco in giro, alcuni confratelli ne avevano bisogno) ho provveduto piccoli scalda piedi ad acqua (in uso qui), vanno benone.

  2. Studio e lavoro al solito, col prossimo febbraio e marzo aumenterà o meglio, varierà per l’assestamento di cui le dirò.

  3. Osservanza regole e disimpegno degli uffici – fo quel che posso. Nonostante che la superbia mi voglia far credere il contrario, creda pure che mi vado convincendo che sono lontano dall’essere capace di fare il superiore. Mah! Ci pensi il Signore! Mio unico desiderio è riprodurre lo spirito di Don Bosco, ma come ne sono ancora lontano! Mi aiuti colla sua preghiera.

  4. Pratiche di pietà. Lavoro al solito e insisto.

  5. Osservanza dei voti. Ho bisogno di frenare il cuore. Ma caro Signore, mi avete dato proprio un cuore di pasta frolla!

  6. Carità. Mi pare di andare d’accordo e di amar tutti intensamente.

  7. Disordini. Per ora nulla. Col Sig. Don Ricaldone, come Lei mi consiglia, combineremo molte cose anche in piccoli dettagli.


Per i confratelli.

  1. Don Tanguy. Di tanto in tanto disturbi di mal di testa (giramenti), deve essere in parte lo studio, la preoccupazione. Optime.

  2. Don Piacenza. Di tanto in tanto insonnia. Periodo per la salute buono. Soffre assai i viaggi. Optime.

  3. Don Cavoli. Alti e bassi di salute. Dice in una pubblica conversazione che di notte pel pavor nocturnus non può dormire da solo. È un bene e un male! Vedremo. Certo ha dei buoni numeri ed è buono. Nervosetto, quando poi non dorme… L’ho dispensato dalla scuola del mattino. Optime.

  4. Don Margiaria. Alti e bassi di salute. Forse mangia in fretta e lo stomaco alle volte non funziona. Riesce bene in lingua. Un po’ di geloni. Optime. Tenace nelle discussioni.

  5. Don Liviabella. Altro attacco fortunatamente in letto, di notte. Si preoccupa troppo. Un po’ di geloni. Optime.

Oh, mio buon Papà come è difficile far capire a tutti l’abbandono in Dio pur dimenticandosi in tutti i modi. Sarà che non lo possiedo ancor tanto da saperne investire gli altri.

  1. Merlino. Male ai denti (è in cura). Bene per tutto il resto.

  2. De Mattia. Tende alla solitudine. Bene in tutto.

  3. Guaschino. Lavora ed è intraprendente, fin troppo. Lo avviserò che non esca senza permesso (è sempre per la compra), sia più pronto all’orario, non troppi legami di relazioni. Fa tutto proprio con buon fine e forse con troppa semplicità. Credo le malattie passate siano più frutto di questa che di malizia, pur volendo essere assai furbo. Certo ha buoni numeri, è fedele e di pietà. Ma che vuole?

Con quella pulce messami da Don Ricaldone nell’orecchio non sto davvero tranquillo. Per ora tutto come al solito per orario, per studio, per tutto il resto, in seguito vedremo.

Unisco relazione speciale di Don Tanguy e Don Piacenza dopo il sopralluogo.

Non mi resta che assicurarle che il Signore continua a benedirci e a guidarci passo dopo passo là dove piace alla sua bontà.

Quanto a Don Cimatti poi usa tratti di finezza tali che non so davvero come dire e come fare per… Mi aiuti Lei colle sue preghiere affinché non mi renda indegno di tanta grazia e mi benedica con tutta l’anima.

Tutto suo figlio

don Vincenzo Cimatti

236 /Rinaldi Filippo / 1927-1-30 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



30 gennaio 1927

M.R. Sig. Don Rinaldi, Padre nostro amat.mo,


Posso ora darle notizie un po’ più chiare della nostra posizione. Ecco quanto è combinato col Vicario della diocesi. Col primo di Febbraio entriamo ufficialmente a Miyazaki, col 20 Febbraio a Nakatsu, col 10 Marzo ad Oita. Deo gratias! 2

Alla benedizione del Delegato Apostolico, unisca abbondante la sua, che davvero ne abbiamo bisogno. Sentiamo la nostra insufficienza, ma d’altra parte se non ci buttiamo un po’ in acqua con questa benedetta lingua non si nuota.

Faremo del nostro meglio e dove non arriviamo noi faranno Maria Ausiliatrice e Don Bosco: anzi è meglio facciano e faranno tutto loro, così certo tutto andrà bene.

Unisco relazione di Don Tanguy e Don Piacenza che partiti il 29 c.m. sono andati a Nakatsu e Oita per un primo sopralluogo e contatto, mentre il sottoscritto ha parlato di S. Francesco e di Don Bosco a Miyazaki, facendo così la prima conferenza salesiana in Giappone.

Come vede il buon Dio ha voluto che proprio in questi giorni delle memorie nostre, in qualche modo iniziassimo salesianamente le cose nostre. Quanto alla nostra vita salesiana:


  1. Orari regolari secondo le nostre case in cui hanno il primo posto le pratiche di pietà.

  2. Due ore di scuola. Spero che il 20 c.m. finiremo il 12.mo libro e così le elementari sono finite. Quando avremo alla mano questi 12 libri (di cui due furono studiati a memoria) avremo già un materiale per la lingua parlata e scritta, quale non ha la massima parte dei giapponesi. Già quasi tutti hanno letto il catechismo ed altri libri; la preparazione delle prediche domenicali è già alla mano; quello che ci manca è la pratica della lingua che certo si faciliterà in questi mesi; i preti si preparano già a gran forza sugli esami di coscienza per avere il materiale per le confessioni. Fortunatamente i cristiani si preparano per questi esami. Diremo loro: “Per ora capiamo tutto!”. C’è dentro tutta la teologia e ancora un po’… E avanti nel Signore.

Creda che è stato un bene per noi aver impiegato questo tempo insieme nella lettura di questi libri. Forse parleremmo un po’ di più, ma non leggeremmo, e col leggere si fa molta strada e si ha in mano la chiave per fare da sé: ed è così appianata la strada per il futuro.

Non bisogna illudersi: per essere bene a posto, occorrono due anni di studio intenso, se non si va sui trampoli e non si è mai a posto. Il giapponese è difficile a parlare e a scrivere, non ha contatto alcuno con la nostra lingua (finora due sole parole su migliaia ho trovato simili all’italiano = Pan (pane, e non è giapponese perché non l’hanno e tanto che ha lo stesso nostro significato di quantità), e si tratta di affidare alla memoria migliaia di vocaboli, uniti in costruzioni stranissime, che hanno un po’ del latino, e con lungaggini indefinite di espressioni, che essi chiamano enfatiche.

  1. Per la salute salvo le indisposizioni inevitabili, tutto bene. Già fioriscono i prugni, pur con -7° di temperatura al mattino! Non è il caso di parlarle di stufe. Ah, terribili gli incendi giapponesi. Se incomincia una casa e c’è vento non c’è che far fagotto. L’altro ieri nella nostra prefettura un incendio ha messo 5000 persone al fresco. In un altro posto vicino a Miyazaki quasi un migliaio idem. Di notte gira il tamburo segnalatore (o meglio avvisatore, che si stia in guardia), ma pensi a case in legno, e… legno resinoso. Sono orribili falò di cui è vana la descrizione.

  2. Il nuovo periodo di assestamento porterà certo un po’ di sconquasso, ma insisterò, a) con visite, b) con stretto orario (pietà, studio) con affidare incarichi per rendersi esatto conto della situazione, di allontanare la malattia della solitudine, diversificando la vita necessariamente monotona in principio.


Notizie che possono interessare:

  1. Ho visitato una piccola esposizione di “Kakemono”. Corrispondono ai nostri quadri che adornano le stanze. Sono dipinti su carta o tela o ricami, come lesene di colonne. Ho avuto un’idea dell’arte giapponese pittorica. Delicatissima, ispirata a uno splendido concetto della natura, pudicissima.

  2. Avendo un cristiano ammalato all’ospedale ho voluto andarlo a visitare (quasi, quasi il Padre mi dissuadeva, non capisco perché, ed è così gradito ai cristiani, e dovere – dico io).

  3. Ho avuto occasione di parlare col P. Callisto, francescano, che è direttore di una scuola di figlie di Oshima: vorrebbe che andassi là a fare un concerto.

Per la fondazione di scuole vi sono regole fisse legali – insiste che alla testa vi sia un direttore straniero, se no, messo un giapponese, è una faccenda toglierlo; non è come da noi, tanta difficoltà per titoli, non essendo necessaria la laurea. Essi hanno incontrato gravi difficoltà da parte dei bonzi e da parte di qualche impiegato subalterno. Mi davano pure le notizie interessanti:

    1. Il nuovo Imperatore vede di buon occhio il cattolicesimo.

    2. Ha rifiutato di andare a prestare adorazione al tempio di Ise, a cui si facevano dovere di andare tutti gli imperatori, perché là, dice l’imperatore, non c’è nessuna divinità.

    3. I bonzi e protestanti fanno guerra accanita al progetto delle religioni.

    4. L’attuale governo vede di malocchio i protestanti per vari motivi: in una questione importante per la Corea per pubblico referendum tutti i protestanti si erano messi in lista contro il governo, nessuno dei cattolici, per cui…

Un ministro protestante tentò di ingannare con false delazioni contro i cattolici – il governo appurò la verità perdendo fiducia ai protestanti, tanto che le loro adunanze domenicali furono sempre sorvegliate da agenti segreti (la polizia in Giappone è più del governo). Il governo ragiona così: “I cattolici hanno insegnamento fisso e non possono sgarrare di lì, senza cessare di essere cattolici. I protestanti leggono la Bibbia e col colorito della ispirazione dicono quel che vogliono contro il governo”.

Il resto delle notizie al ritorno di Don Tanguy e Don Piacenza.

    1. Non fu apprezzata e perciò l’ho tolta dalla circolazione pubblica, la vignetta di un almanacco missionario. Per carità non mi mettano i Giapponesi tra i selvaggi (non discuto… Sa il Signore che cosa direi se fossi vicino a Lei), è grave per loro perché davvero sono avanti in tutto ciò che è esteriorità. Possono comparire belle fotografie prese quando essi si fanno fotografare bene. A me francamente non è piaciuta la dicitura “primi frutti…” ma se non abbiamo fatto nulla! Pensi che siamo ancora in casa dei Padri [delle Missioni Estere di Parigi] ed i frutti attuali sono loro.


Spero presto iniziare con un po’ di regolarità pubblicazioni innocue sul Bollettino. Siate sicuri che i giapponesi leggono e sono informati di tutto. Ma non fa un passo un europeo che la polizia non sappia, e il tutto con un’arte così fine che incanta. Noi usciamo poco o nulla, ma sanno perfino quel che mangiamo e sapessero l’italiano, saprebbero perfino quello che diciamo.

Quindi di questa nobile terra o dir nulla o dir bene; se si tratta di illustrazioni: che siano tali in cui essi facciano la più bella figura. Vede che mi vo giapponesizzando! Oh, sentisse nelle prediche! Ma non sa che non c’è una composizione giapponese in cui non si sdilinquiscono nella signora luna, coll’uccellino, col ciliegio fiorito! Nella predica di S. Francesco e Don Bosco, da buon giapponese, ho detto che S. Francesco era un piccolo “samurai”. Ho detto: “Si avvicina la primavera – il prugno fiorisce – i vostri figli sono belli come fiori”. Non rida ve’! Mi giapponesizzo…

Dalle relazioni orali avute dagli amatissimi Don Tanguy e Don Piacenza (di cui unisco lettere particolari) mi pare risulti:

  1. Le condizioni dei locali sono abbandonate – né si riesce dalle relazioni del Missionario a vederci chiaro – come francamente non vedo chiaro a Miyazaki. Dunque ricominciare, avvicinando i cristiani – dando comodità per la loro fede – istruendoli, ecc.

  2. Le condizioni dei locali sono un po’ deplorevoli perché da anni non si fece nulla (ho già fatto ripassare tutte le finestre della chiesa – ma con queste costruzioni in legno ci vuole oculatezza giornaliera). Ora a Nakatsu la famiglia che affittava ha naturalmente portato via luce, pavimento, pollaio, ecc. Quello di Oita fa già capire che porterà via una casa di sua proprietà… In Giappone non c’è da meravigliarsi. Specialmente i poveri hanno la casa su terreni d’affitto: se trovano a star meglio altrove e se sono sfrattati smontano la casa… e via. Il Padre di Oita (e sarà lo stesso per quel di Miyazaki) porterà via ciò che è sua proprietà, oppure offrirà (dietro compenso) alla missione mobilio, ecc.

Morale. Ormai ho finito il peculio portato l’anno scorso, queste spese impreviste, urgenti esigono un pronto soccorso proporzionato. Finora entrate su cui valga la spesa basarsi, non ci sono. Dunque, nelle forme in cui si crede mi venga in pronto aiuto perché prima che Lei riceva questo sarò al verde. Per la facilitazione degli scambi alle banche è migliore la moneta americana.

Verso il 17-18 condurrò a Nakatsu i confratelli e poi quelli di Oita e poi, da soli… no, no, con Gesù, con Maria A. e Don Bosco e con le preghiere dei buoni lavoreremo.

Come vede Nakatsu (dedicato a S. Giuseppe) si apre all’inizio del mese consacrato a Lui – Oita si aprirà nella novena della canonizzazione di S. Francesco Saverio, ed è proprio a Oita dove San Francesco Saverio predicò.

Miyazaki da tempo aperta, iniziò nella festa di S. Francesco e Don Bosco. Gli auspici iniziali sono (per me, che so quanto è costato arrivare a queste conclusioni insperate) davvero provvidenziali ed una volta di più è evidente la guida amorevole di Gesù in cui ci siamo abbandonati. E ne sono certo, se noi non saremo stupidamente superbi, continuerà a guidare come tenera Madre.

Preghi – ripeto – per noi. Abbiamo bisogno di aiuti speciali anche perché vi è impegnato l’onore della Congregazione.

Oh, sapesse quanti sguardi (e in questi sensi!) sono rivolti all’opera salesiana in Giappone…

Dunque ci aiuti con preghiere, con mezzi, con consigli e specialmente (Lei che conosce i miei bisogni) aiuti chi per tutti domanda la santa benedizione, e abbracciandola in osculo sancto Dei si professa suo figlio

don Vincenzo Cimatti, sales.



P.S. All’arrivo del Gen. Nobile (tutti i giornali avendone parlato) inviai un telegramma seguendo le nostre tradizioni. Rispose cortesemente promettendo visita.3 Buona festa di S. Giuseppe.



237 /Valentini Eugenio / 1927-2-… /


al chierico Eugenio Valentini, suo ex-allievo



[Inizio di Febbraio 1927]

Mio carissimo Eugenio,


Rispondo alla tua di Capodanno. Grazie della consolazione procurata e del bene che mi hai fatto.

  1. Bravo per le giaculatorie: contarle o no, l’importante è dirle: è il miglior esercizio di unione con Dio. Più adulto ne apprezzerai l’utilità e la necessità.

  2. Idem per le preghiere, specie in questo mese di S. Giuseppe in cui vado a mettere a posto i confratelli nelle residenze e… cominciamo salesianamente.

  3. Grazie delle commissioni fatte.

  4. Per i musici credo ti sarà utile: a) la preghiera per loro, b) una parolina in particolare ai più [ferventi] “davanti alla Mamma, a Gesù…. ti pare bello far così?”. “Ad onore di Maria, di Savio Domenico, vuoi provare a…”. “Savio farebbe come te?” et similia.

  5. Giustissimo per i legami. Se volevamo fare delle storie non ci consacravamo a Dio, vero? Pensa a S. Francesco di Sales: “sapessi che una fibra sola…”.

  6. Ottimi i propositi. Direi: “Non guardare troppo ai progressi”. Ti sembrerà strano, eppure… Ti esorto più che ai risultati, sforzarsi di mantenere costante la buona volontà di azione e in quantum potes fare. Riesci? Basta che io veda Lui. Non riesci? Se agisci come ti dico non avrà luogo questa alternativa. Avanti dunque.

Optime pure pel piccolo diario. Non facciamo mai abbastanza per l’anima. Il sentirti infervorato e quando scrivi e quando ti confessi, ecc. è dovuto alla grazia di Dio che con questi mezzi agisce in te. Non esagerare nel senso di pensare di non andare bene se non ricordi sempre… L’importante è offrire le azioni a Gesù con questo scopo e poi… avanti. Ubi spiritus Dei ibi libertas! Per il resto calma. Ad avere meno timori e più sicurezza di direttiva come ti sarebbe utile la lettura delle Opere di San Francesco di Sales! Lascia la Filotea e il trattato dell’amor di Dio per ultimi.

Calendari non ne ho: eccoti la strenna: “Voglio che il mio cuore sia un altare su cui Gesù regni senza rivali”. Mezzi: unione con Dio con le giaculatorie – osservanza dei propositi fatti.

Ti benedico ed abbraccio di cuore. Da’ i miei saluti ai chierichetti che conosco (non ho ancora il nuovo catalogo) cui scriverò quando saprò chi sono.

Tuo Sempre

don Vincenzo Cimatti

238 /Gervasio Riccardo / 1927-2-2 /


a Riccardo Gervasio, ex-allievo di Valsalice, Maestro di musica




Miyazaki, 2 febbraio 1927

Mio amatissimo Gervasio,


Ho la consolazione di dirti che oggi, giorno della Purificazione di Maria, ho battezzato secondo la tua intenzione un bimbo nato il 31 Gennaio (anniversario della morte di Don Bosco) dandogli il nome di Pietro Gervasio (il suo nome di famiglia è Yamano = della montagna). Ricordo la generosa offerta che facesti allora, ma più il senso di vero amore per le anime che ti indusse a farla.

Possa Pierino crescere forte davvero Pietra base di una buona famiglia. Penso te, babbo, il fratello (personalmente conosco solo voi) in buona salute e ti penso buono sempre.

E la musica va avanti? Salutami di cuore babbo e i tuoi e assicurali delle mie preghiere e tu fa’ altrettanto per me che tanto ne abbisogno.

Prega prega prega pel

tuo aff.mo

don Vincenzo Cimatti, salesiano



239 /Grigoletto Giuseppe / 1927-2-10 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 10 febbraio 1927

Mio Grigoletto,


In primis buon onomastico! Tu sai che ti ricordo ogni giorno, in quel giorno poi… e non dico altro. So che i tuoi superiori sono contenti: avanti senza paura. Così è anche contento il Signore.

A noi! Grazie di tutto:

  1. Bella fotografia. Tuo fratello si vede mille miglia che è tuo fratello. Lascia fare al Signore e tutto andrà bene.

Don Rinaldi ha nominato il Giappone per primo. Certo. Non siamo i beniamini? E non è la terza potenza del mondo? Dunque?

  1. Optime per la circolare del 1876 che conoscevo e per le applicazioni. Ma certo Giuseppe mio, che Maria A. e Don Bosco faranno la parte loro…

    1. se dal mondo si pregherà,

    2. se i figli non saranno degeneri del Padre.

  2. Rispondo al tuo scolaro del SS. Sacramento e ben volentieri mi metto in relazione. Provocate risposte con lo scrivere, facendo quesiti, ecc. se vi sembra utile.

  3. Per le tue occupazioni fa’ come ti dicono e avanti. Prima il dovere, e poi il resto delle lingue straniere o altro: alla Crocetta avrai tempo…

  4. Sono in relazione coll’edit. Balbi, ma proprio quello che più ci interesserebbe è esaurito.

  5. Per la famiglia prega e consacrala a Dio e niente paura.

  6. Idem per la Storia Naturale: prima il dovere, poi…

Se il Bresadola fra i suoi libri ne avesse di storia naturale sul Giappone e non li adoperasse sarebbe una vera carità per me che ho nulla (in qualunque lingua).

  1. Ti assicuro che le zucche giapponesi sono squisite, zucca che sei!

Ed ora Giuseppe, grazie di tutto: dell’affetto, delle preghiere.

Gesù non lascia senza premio nulla nulla nulla. Animo e ti benedica Gesù come ti benedice il

tuo

don Vincenzo Cimatti


240 /Ricaldone Pietro / 1927-2-16 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 16 febbraio 1927

Mio amatissimo Don Ricaldone,


Oggi è un anno dacché siamo entrati a Miyazaki… Voglio che riceva (quando?) questo primo saluto giapponese.

La fiera e nobile terra del Sol di levante, specialmente le due province di Oita e di Miyazaki a mezzo del nullissimo scrivente dà il suo saluto all’incomparabile Don Calderon de La Barca Pedro Ricaldone che viene ad allietare col suo sorriso i ciliegi in fiore e i boschi del Giappone.4

Preghi per noi e ci benedica… Osa ad os, cor ad cor alloquimur… Si figuri che perfino il sottoscritto l’ha sognato… E pensare che sogno poche volte all’anno… Ma il Giappone è anche Paese dei sogni.

Preghi e ci benedica con tutta l’anima sua e… specialmente benedica questo Barabba:


Tutto suo

don Vincenzo Cimatti

241 /Rinaldi Filippo / 1927-2-22 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 22 febbraio 1927

Rev.mo ed amatis.mo Babbo,


Anticipo la posta per darle relazione della nostra entrata a Nakatsu.5 Ho fatto un po’ di relazione pel Bollettino.

Stato delle cose: materialmente ha bisogno di molte riparazioni (Don Ricaldone vedrà), ho fatto fare le più urgenti.

Ora vi regna Gesù. Ho fatto benedire la casa da Don Piacenza, ed ora al lavoro. Qua e là nei dintorni vi sono dei cristiani. In Nakatsu due famiglie fervorose ed altre che da molto non frequentano o sono in forti irregolarità di matrimonio. In campagna vari bambini da battezzare. Don Piacenza le invierà dettagli più tardi. Per ora gli ho detto che assestate le cose, prendesse contatto e battezzasse e visitasse, ecc.

Vicino a noi vi sono i trappisti – poco più in là P. Bertrand, delle missioni che visiterà i nostri confratelli e si mette per aiuto come fratello a nostra disposizione.

Per la parte materiale si trova tutto, il pane per ora lo inviamo da Miyazaki, poi si vedrà.

Mi dicono che a Nakatsu vi è la malaria. Farò fare cure preventive (non andrebbe male vedere se ve ne sono delle efficaci in Italia, per adottarle anche qui).

Tutti gli altri confratelli bene: le scriverò singulatim per gli esercizi di b. m. e dopo l’assestamento di Oita.

A Nakatsu la famiglia che affittava pretende compensi per migliorie, ecc. Il Padre cui succediamo dice che non avendo per 8 anni pagati i fitti non può certo reclamare nulla. Ebbi lunghe conversazioni pure per Oita, di cui in prossima.

Per me vado avanti allegro nel Signore, pieno di buona volontà, con buone frustate alla signora superbia e al cuore.

Preghi, preghi, preghi per me perché deve persuadersi che ne ho più bisogno di tutti.

Guardi che sono agli sgoccioli…

Suo in tutto figlio:

don Vincenzo Cimatti, sales.

242 /Rinaldi Filippo BS / 1927-22-2 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani6



Miyazaki, 22 febbraio 1927

Veneratissimo nostro buon Padre Don Rinaldi,


Torno ora da Nakatsu dove ho insediato l’ottimo Don Piacenza, Don Leone e Merlino. Deo gratias! La famigliuola di Miyazaki va scindendosi ed iniziando il lavoro prefisso. Un anno fa incominciavamo il lavoro di preparazione, cimentandoci colle difficoltà della lingua, ed in mezzo alle meraviglie di natura che si delineavano sotto ai nostri occhi estasiati, sognavamo il momento in cui avremo potuto fare qualche cosa per le anime a noi affidate.

Ed ora al ricomparire della fiorita primavera giapponese, tra le stesse affascinanti bellezze, pur appena balbettanti la difficile lingua, iniziamo nel nome del Signore, di Maria Aus. e di Don Bosco l’umile opera nostra.

Le gemme turgide, i fiori sboccianti, le verdeggianti coltivazioni; fondentisi in un tutto armonico col verde cupo delle pinete fiancheggianti i ripidi dossi delle montagne colle rocce variegate, col seccume dei canneti di bambù e col ceruleo mare disseminato di neri scogli e promontori, ci richiamano le speranze dei frutti futuri, l’armonia dei cuori di tanti fratelli ed amici lontani che con nostalgico affetto pensano a noi, l’unione intima di preghiere e di aiuti di tanti generosi che non mancheranno di soccorrerci.

E mentre il treno ci trasportava veloce sognavo, sognavo… Guardavo attorno a me e vedevo i buoni giapponesi o taciturni e riflessivi, o parlando dei loro affari, udivo le allegre chiassate degli studenti che affollano i treni per recarsi ai centri di studio; a destra il mare che viene apparendo o scomparendo in forme sempre nuove; a sinistra belle coltivazioni in piano o alternantisi in magnifici ripieni delle scarpate dei luoghi scoscesi e più lontano le montagne ed un susseguirsi continuo di villaggi, di piccole città, di centri popolosi dediti all’agricoltura o al commercio… Invano il mio occhio cercava tra questi paesi, in mezzo a queste case la bella chiesa cattolica, la croce elevantesi in alto… Sì! Qua e là nel verde del bosco, su un rialzo il tempio pagano… Qua e là disseminati per le campagne piccoli cimiteri… Dappertutto un pulsare di attività economica consolante, ma come più fruttuosa se fosse attivata dalla nostra fede! Dappertutto un rigoglio di vita fanciullesca e giovanile, che si diverte spensieratamente nella incoscienza dell’età o che si raccoglie numerosa nelle scuole… E guardavo i campi verdeggianti di grano e di orzo… “O Gesù, quando mireremo i campi biondeggianti per la messe quando mieteremo?”… Le nove lunghe ore di treno sono passate ed eccoci a Nakatsu, il punto più a Nord della Missione, una bella cittadina di oltre 20.000 abitanti, su linea ferroviaria importante, a poca distanza dal mare interno del Giappone. Pianura ben coltivata a cereali, a frutta, a verdure e limitata dalla parte interna da una bella catena montagnosa dove qua e là si vedono ancora lembi di neve.

Alla stazione si trovano a riceverci alcuni dei cristiani residenti in Nakatsu. La famiglia del fotografo ci volle a casa sua a riposarci e ristorarci. Verso le sette di sera facemmo la nostra entrata solenne. Nella modesta cappelletta intonammo il Te Deum ed affidatici alla protezione di Maria Ausiliatrice e di S. Giuseppe cui è dedicata la residenza e rinnovati i nostri voti a Don Bosco, non ci rimaneva che andare a preparare i nostri letti. Il letto giapponese è presto allestito: sulla stuoia un piccolo materasso, e poi le coperte e… Buona notte! Il mattino seguente intronizzai stabilmente Gesù in casa e venga presto il suo regno in queste anime. La giornata fu occupata a mettere in ordine le cose nostre. L’indomani Domenica funzione solenne: discorso del caro Don Piacenza, musica e canti coronati dalla benedizione di Gesù. I sei cristiani presenti erano giubilanti, e pensavano con gioia all’avvenire della loro comunità. Al suono dell’armonium, ai canti qualche curioso occhieggiava dall’esterno: è un primo richiamo. A tarda sera tre ragazze vengono ed esprimono il desiderio di istruirsi. Diamo qualche libro, l’immagine e la medaglia di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco. Cosa volere di più per quel giorno? Ed ora? Cara Madonna mia pensateci voi! Assestate alla meglio le cose in vera povertà salesiana, non mi rimaneva che tornarmene. E mentre il treno mi riconduceva verso Oita e Miyazaki, ora inerpicandosi sulle ripide coste, ora attraversando i numerosi tunnel, e spaziando nelle verdi campagne, continuavo a pregare e a meditare.

E rivedevo questa terra di Oita già campo principale dell’apostolato di S. Francesco Saverio e forte baluardo del Cristianesimo in Giappone! Rivedevo i missionari gesuiti allora numerosi, le numerose chiese, le scuole, gli ospedali, i 70.000 cristiani! E come in una fantasmagoria passavano in ridda verticose i tre secoli di persecuzioni, le dolorose apostasie che cambiarono aspetto a questi campi ubertosi di fede! Al lavoro iniziato con tanto zelo dai missionari delle Missioni Estere di Parigi aggiungono ora le loro minuscole forze i poveri figli di Don Bosco. Certo questa grande nazione giapponese nei disegni della Provvidenza deve avere avuta la missione di rigenerare i popoli dell’Estremo oriente conducendoli a Gesù Cristo. Questo, mi pare, è il significato del meraviglioso suo progresso; questo pure la vera spiegazione delle difficoltà di ogni genere che si oppongono all’apostolato cattolico dalle forze coalizzate del nemico delle anime. Come è pensiero di missionari che ci hanno preceduto, cooperare all’evangelizzazione del Giappone è compiere un’opera di immenso valore per la Chiesa intera.

O fratelli, o cooperatori nostri, colla preghiera, col sacrificio, lottate a fianco nostro per Gesù e per le anime.

Benedica amato padre, i nostri primi lavori. Abbiamo iniziato a Nakatsu all’inizio del mese di San Giuseppe, predicando sulla parabola del seminatore. Buoni auspici! Oh, che il seme caduto in terreno buono e, cresciuto, frutti davvero e trenta e sessanta e cento.

Per tutta la colonia salesiana giapponese,

Suo figlio don Vincenzo Cimatti



243 /Morelli Giuseppe / 1927-2-24 /


a Giuseppe Morelli, suo parente



Miyazaki, 24 febbraio 1927

Mio carissimo Sig. Morelli,


Non so se questa arriverà in tempo, ad ogni modo buon Onomastico, con l’assicurazione che di gran cuore la ricorderò in quel giorno in modo speciale insieme alla buona Teresina.

E voi, Teresina, procurate in quel giorno di trattare bene il vostro Giuseppe. Gli regalerete un fiore per me e un bel bacio.

Bravi, avanti e facendo del bene. Tutto ci sarà ricompensato in Paradiso. Desidero proprio fare la sua personale conoscenza. Ho letto l’annuncio del matrimonio sul “Piccolo”.

Qui tutti bene: c’è immenso lavoro perché sono milioni di anime che non conoscono Dio. Pregate.

Quanto ai dolci, Teresina, al ritorno li voglio. Che bella festa faremo e spero di vedervi già con dei bei figliuoli e delle belle figliuole e faremo un festone con babbo e mamma (Non conosco ancora i suoi parenti, caro Sig. Morelli… ma li conosceremo).

Allegri dunque nel Signore e avanti senza paura.

Saluti, auguri e preghiere dal

vostro aff.mo cugino:

don Vincenzo Cimatti

244 /Merlino Alfonso / 1927-2-24 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, di sede a Nakatsu




Miyazaki, 24 febbraio 1927

Mio Alfonso,


A nome di tutti grazie delle tue notizie svariate.

Ti raccomando calma calma calma e allegria in tutto.

Sta’ unito a Dio e fraternamente a Don Piacenza e Don Leone e niente paura. Prega per me che ti abbraccio e benedico.

Tuo

don Vincenzo Cimatti


245 /Rinaldi Filippo / 1927-3-10 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Oita,7 10 marzo 1927

Mio buon Papà,


Approfitto di un po’ di tempo che ho ad Oita per iniziare questa che, a Dio piacendo, finirò a Miyazaki. Ho ritardato per darle qualche notizia più concreta di Oita.

Comincio con un po’ di rendiconto personale.

Salute. Ottima sotto ogni aspetto. Ho bisogno di star regolato col cibo. Pel vino è meglio che lo abolisca perché mi dà anche in piccole dosi alla testa: sto benone col tè. Seguirò il detto di S. Paolo “modico vino utere”.

Studio e lavoro. In questo periodo di traslochi non ho potuto far con regolarità dovendo andar qua e là. Non mancò l’esercizio quotidiano. Nella prossima settimana ripiglio.

Doveri e diligenza. Cerco di ispirarmi a Don Bosco, a Gesù. La voglia c’è, ma non so il risultato. Dico sempre a Gesù, pensi Lui perché davvero in questione specialmente di dirigere gli altri ci capisco poco e non so se vada bene così. Ad ogni modo Gesù ci pensa. Ho certo bisogno di maggior energia ed accuratezza in tutto. Do tanti consigli agli altri…

Pratiche religiose e sollecitudine in esse. Le faccio con la comunità e sono davvero la forza nostra. È sempre stato il proposito di tanti anni e sono ancora lontano dalla perfezione. Il Signore vede e sa il povero desiderio di Don Cimatti… Lo voglio amare, lo amo e voglio farlo amare, ecco tutto. Ho da insistere anche sull’esame di coscienza.

Sacramenti: regolarità settimanale.

Costituzioni. Mi pare di vivere di esse e per esse – ed è il continuo ritornello nelle conferenze e consigli.

Carità. Cuor largo con tutti.

Disordini. Mi pare finora non ce ne siano.

Come vede, mio buon papà, ho bisogno assai assai dell’aiuto delle sue preghiere e di quelle di tutti, delle sue specialmente. Che vuole? Sarebbe bello davvero che venuto in Giappone per salvarmi, ad un certo punto dovessi constatare che poco o nulla ho concluso per l’anima mia, et dum aliis praedicavi, ipse reprobus effectus sum. Dunque pensi a questa povera anima mia.

Quanto agli altri miei buoni confratelli.

MIYAZAKI. Don Cavoli. Benino in salute, ma nervosetto. Buona volontà in tutto, ma deboluccio in salute. Mi sbaglierò ma penso un po’ se è utile per lo spirito salesiano mandare troppo presto fuori d’Italia questi preti che venuti da noi già sacerdoti, han provato poco la nostra vita pratica: buoni vice-parroci o parroci, certo e quindi sotto questo aspetto preziosi. Salesianamente?!… Ci pensi. Per tutto optime – quando è in stato nervoso… aspretto anzi che no (lui stesso lo riconosce).

Guaschino. Benino in salute (ma non è così forte come credeva – laborat stomaco et capite di tanto in tanto). Mi pare di pietà, laborioso – certo un po’ trafficante (tutto a fin di bene certo) ed economico, e si mette presto in relazione con molti. Mi pare fedele. Certo che anche per i precedenti necessita sorveglianza.

OITA. Don Tanguy. Da qualche tempo (essendosi messo con troppo ardore) è stanco di testa e non può applicarsi. Proprio solo adesso mi dice che anche in Spagna ebbe attacchi di esaurimento et similia. O buon papà, ma quando i Superiori conosceranno così bene i confratelli da… Lo obbligo al riposo – lo farò visitare dal dottore… ma dopo tutto aetatem et conscientiam habet. Certo influisce assai su di lui la preoccupazione per la condizione della cristianità di Oita et similia. Pel resto in tutto optime ed è certo elemento prezioso.

Don Margiaria. Benino in salute. Non regolare funzionamento di stomaco e ventre. Bene per lo studio in cui riesce e potrà rendere servizi utili a Don Tanguy. È giovane, pieno di buona volontà di far il bene. Sente un po’ di sé – ma credo, se sarà umile, farà assai del bene. Optime nel resto.

De Mattia. Ottimo elemento di lavoro e di regolare osservanza. Di tanto in tanto assalito dai suoi dubbi e fantasticherie.

NAKATSU. Don Piacenza optime in omnibus. Sta bene ed ora va aggiustando bene la casa. Mi pare che i confratelli siano contenti.

Don Livio.8 Benino in salute. Ha bisogno di calma e di non preoccupazioni. Optime pel resto.

Merlino. Buon salesiano che viene preparandosi ai voti perpetui. Mette un po’ d’affanno nelle sue cose – mangia in fretta. È giovane e sente il bollore della vita: ma ha pietà e confidenza. Optime.

Come vede il Signore anche in questo (ed è la base – che possiamo cioè mantenerci buoni) ci benedice: preghi, babbo mio, perché Lei sa che con questo scavezzacollo alla testa c’è poco da mordere… ma veramente alla testa c’è Gesù, Maria A., Don Bosco quindi…

Che dirle di Oita? Dal Padre, cui si succede, si è potuto come per Nakatsu sapere poco o nulla – quindi coi pochi dati che si hanno si ricostruirà e poi si vedrà il da farsi. Col Parroco di Miyazaki si è fatto qualche giretto per conoscere la cristianità.

Molti buoni, molti purtroppo abbandonati, molti in veri imbrogli (famiglie in cui la madre o il padre è cristiano e gli altri pagani – oppure l’uno o l’altro cristiani e i figli non battezzati – oppure divorzio … oppure individui che avevano incominciato e poi…). Il Signore ci aiuti! Qua e là pecorelle in molti punti, pecorelle isolate in mezzo ai lupi, pecorelle abbandonate – molte pecorelle passate ad altri pascoli.

Perché tutto questo? Molte certo le cause, né Don Cimatti le conosce tutte. Certo i Padri si trovarono e trovano in gran difficoltà finanziaria e… di sistema: mi sembra non si muovano troppo. Certo anche non si trovano catechisti – e quando si trovano bisogna pagarli profumatamente e poi… servono fino ad un certo punto. Bisogna quindi formarseli: è il primo lavoro.

Prima che noi possiamo possedere come loro la lingua… poi lo straniero è sempre straniero… poi (mi pare) furono lasciati i fanciulli in disparte… Insomma piange il cuore il vedere questo stato di cose… ma è così, ed il buon Dio perdoni se ho detto tutto questo. In paragone nostro, questi padri sono colossi di virtù, di operosità – hanno fondato cristianità, ma le cose sono come ho detto. Hanno lasciato alcune case, ma quasi tutte esigono forti riparazioni, perché da anni furono abbandonate a sé, sapendo di dover andar via (e lo stesso fecero per le anime); portarono via gli oggetti di proprietà personale (così dicono); altro lasciarono, ma domandarono graziosi compensi, che ho dato (domando perdono se ho sbagliato) ispirandomi al cuor largo di Don Bosco et pro bono pacis… D’altra parte non potevo domandare ai Superiori di Torino – l’Ispettore è lontano (per le risposte) quasi come Torino.

Ecco, caro babbo, il vero stato delle cose: abbandono, povertà di mezzi (intendo catechistico), nessuna istituzione che raggruppi le varie categorie, difficoltà per l’evangelizzazione di cui non sappiamo renderci ragione, difficoltà di un intimo contatto nostro per l’ancor nostra povertà di lingua.

Programma: ricerca dei cristiani – conoscenza dello stato reale della missione nei vari suoi aspetti (cristiano e pagano) – metterci salesianamente a loro disposizione – cura dei fanciulli (finalmente si è fatto a Miyazaki un cortile in cui scorrazzano i nostri birichini cristiani (sono come i nostri italiani quando giocano); fondati bene questi, tenteremo i pagani. È un punto delicato e difficile.

La generalità dei cristiani sono poverissimi, sporchi, maleducati… I pagani più ricchi e benestanti, puliti, esternamente educati.

I cristiani in generale vessati dai pagani, risentono ancora (specie i vecchi cristiani) di quel senso di apprensione in cui sono vissuti da secoli, e non vogliono saperne dei pagani e proibiscono ai figli di andare con loro, che chiamano “gentes!” (sono rimaste presso i vecchi cristiani molte parole latine “confesio”, “contritio”, ecc.). D’altra parte dai pagani imparerebbero modi e parole plateali, libere, sporche…

Vedremo; per ora lentamente bisogna formare le coscienze. Dico lentamente, non solo perché in questo genere di cose non si può andare in fretta, ma perché è nell’indole di questo popolo. Ne vuol un esempio? Dissi a Don Piacenza: “Per Savio Domenico non potendo fare altro, fa’ inquadrare il nostro santino, esponilo, ecc.”. Si dà attorno – chiama il falegname per la cornice – si parla (a Nakatsu ho trovato in prova un catechista) – la conversazione versa su di tutto, sul tempo, sulla pioggia… Don Piacenza frigge: “Ma insomma, mi fa questa cornice?”. La conversazione è finita… Un giorno viene a mostrare il legno, un altro fa la prova, un altro la controprova e dopo quindici giorni la cornice non c’è… Don Piacenza frigge e grida (è il suo colmo) “sacocia!” ma bisogna che Savio Domenico si rassegni e solo venga srotolato… Non aveva torto poverino, non c’erano fanciulli che lo vedessero.

Ho la ferma convinzione che il Signore voglia così per educare noi e per farci, con paziente tirocinio e con disillusioni, conoscere lo stato delle cose. Avanti senza paura.

Venendo il Sig. Don Ricaldone vedrà e consiglierà: ho affrettato a tutto potere il passaggio, perché si realizzasse in parte almeno il suo desiderio “che ci vedesse all’opera”.

Ed ora che aggiungerle?

In lettera generale pei Superiori riassumo notizie; in lettera pel Bollettino riassumo la nostra entrata ad Oita.

Non mi rimane, buon Papà mio, che augurarle ottime e sante feste pasquali… Non so dirle altro, non posso per ora presentarle doni materiali o di anime. L’avvenire è nelle mani di Dio. Lei sa quanto i suoi figli lontani le vogliono dire in questa occasione. Don Tanguy e Don Piacenza potranno indirizzarle interessanti particolari della zona loro affidata. Mensilmente le dirò quanto so di loro e di noi. E Lei non ci dimentichi.

Le ripeto: pensi anche che le risorse finanziarie sono agli sgoccioli, né so, se ne porti il Sig. Don Ricaldone, e quando arriverà. Il Signore non lascia mancar nulla certo.

Insisto su questo concetto: “A Nakatsu mi dicono che c’è malaria. Veda un po’; se c’è cura antimalarica o rimedi faccia spedire d’urgenza a Nakatsu”.

Ed ora eccomi qui ai suoi piedi; su tutti i suoi figli e specialmente su Don Cimatti faccia scendere copiosa la sua paterna benedizione.

Tutto suo

don Vincenzo Cimatti, salesiano

246 /Rinaldi Filippo / 1927-3-12 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 12 marzo 1927

M. R. Sig. Don Rinaldi,


Di ritorno da Oita dove ho lasciato i cari nostri confratelli mi affretto a darle, sia pure schematicamente, notizie, sicuro di fare cosa gradita a Lei ed ai Superiori tutti.

E prima di questo a Lei, ai singoli superiori maggiori e al Venerando Don Francesia, nonché al Segretario Don Gusmano, auguri e assicurazioni di preghiere per le prossime feste pasquali. Non sappiamo dire altro che questo: il buon Dio li conservi tutti in salute e in grazia pel bene della nostra amata Congregazione. Essi si ricordino e ci siano larghi di aiuto, di preghiere e di consiglio.

La sanità di tutti è discreta. Il più stanco è Don Tanguy (già in Spagna provò simile inconveniente).

Tutto regolare per le pratiche di pietà e per l’osservanza delle regole e regolamento (conferenze, esercizio della b. m., devozioni nostre, ecc.). Tre dei sacerdoti del quinquennio teologico diedero le convenienti prove con questo risultato, comunicato all’Ispettore: Don Piacenza, Don Margiaria: optime; Don Liviabella: bene. Deo gratias.

Notizie varie.

Febbraio 1. – Col primo di Febbraio entriamo giuridicamente a Miyazaki. Dovendo andare su e giù ad Oita e Miyazaki, pregai il Padre che si fermasse fino al completo assestamento nostro.

2. – Primo giorno dell’anno lunare giapponese. I vecchi si attengono a questo. Battezzo un bimbo di una famiglia cristiana.

3. – Si presentano due sorelle per studiare la religione: finora sono costanti. Certo che per le donne specialmente vi sono terribili difficoltà, se non si ottiene il consenso del padre. La donna è schiava in Giappone nel senso più completo della parola e c’è su vasta scala il commercio di vendita alle case pubbliche.

5. – Comincio a confessare. È la festa dei martiri giapponesi. Ci aiutano.

7. – Funzione per l’imperatore defunto, in chiesa. Obbligo di mettere davanti alla porta della residenza due lampioni funebri e bandiera abbrunata. Proibiti i divertimenti. Alle 10.30 di notte funzione per tutti i cittadini nel momento in cui avviene l’interramento a Tokyo (è il primo imperatore del Giappone seppellito a Tokyo).

9. – Alle 17.30 terremoto.

13. – I cristiani fanno la festa d’addio al missionario (discorsi, canti e suoni – tè e dolci a tutti).

15. – Al salone della città proiettano la pellicola dei funerali dell’Imperatore: tutti sono invitati. Per me è una vera delusione. Prima parte: vita del fratello dell’attuale imperatore che ritorna dall’Inghilterra per i funerali del Padre. Un vero giovane di mondo, ma nell’aspetto e nei modi un nostro operaio di strada. Seconda parte: funerali: un defilé ufficiale. A Tokyo vi furono 800 morti dal freddo… e non dico altre stranezze… Ciò che forse i giornali d’Europa avranno commentato. Caldo da gradi 0 a +20 centig.

17. – Ritorno della temperatura a sotto zero.

18. – Partenza per Nakatsu (feci già relazione).

19. – Terremoto.

Al prossimo mese le altre notizie. Conclusione: preghi e faccia pregare per noi affinché possiamo, coll’aiuto di Dio, compiere quanto la nostra vocazione esige da ognuno di noi.

Dimenticavo una cosa importante ed utile per l’avvenire di Miyazaki. È in vendita fra qualche mese, a tenue prezzo, un terreno dell’estensione circa 3 volte l’attuale sede (l’attuale è m. 50x50) per 5000 Yen. Ma Don Cimatti non ha soldi.

Accolga, Rev.mo Sig. Don Rinaldi, i nostri auguri, saluti e preghiere.

Tutto suo

don Vincenzo Cimatti









247 /Rinaldi Filippo BS/ 1927-3-12 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 12 marzo 1927


La nuova residenza di Oita


Amatissimo Padre,


Sono ritornato da Oita dopo di aver insediato i nostri cari confratelli Don Tanguy, Don Margiaria e De Mattia nella nuova loro dimora.

Era l’anniversario della morte del nostro Savio Domenico. Dopo di essere stati salutati da alcuni cristiani fuori della stazione, ci dirigemmo alla casa della Missione. Qui giunti, dopo aver pregato e consacrato noi stessi e le anime a noi affidate al Signore, Don Margiaria, sempre zelatore di Savio Domenico, fece a tutti la gradita sorpresa di trarre fuori dalla cassa la statuetta del nostro santino, e, messala in luogo eminente della casa, gli affidammo la gioventù della nostra missione.

Intanto in santa povertà e semplicità salesiana iniziammo l’opera nostra mettendo a posto le nostre povere masserizie.


Contrasti


Il giorno dopo ricorreva l’anniversario della vittoria giapponese sui Russi, che ad Oita festeggiavano con una dimostrazione militare in grande stile, alla quale partecipavano l’esercito, le scuole e numerosi spettatori. E si udivano dappertutto spari a salve di fucileria e di cannoni, il crepitìo delle mitragliatrici e lo scoppio dei petardi. Era un accorrere continuo di pattuglie e uno sventolare fitto fitto di bandierine, che davano l’idea di una vera battaglia. I fanciulli, a frotte, guidati dai loro maestri, accorrevano a veder lo spettacolo, e la folla dai punti più eminenti osservava estatica. Così il popolo giapponese viene mantenendo quello spirito di fierezza combattiva che ha nel sangue, e che è anche una delle sue caratteristiche. In mezzo a tanto frastuono, e gioia di cuori e gaiezza di vita, resa più brillante dal bel sole primaverile, dal bel mare, dai variopinti abiti e dal sorriso che fioriva su tutti i volti giapponesi, i poveri figli del Ven. Don Bosco, oggetto di curiosa ammirazione, passavano per le vie pensierosi, dominati da strani contrasti di idee, che si affollavano nell’anima loro. Da un lato apparecchi di guerra, che vinsero un popolo e manifestarono la potenza di un altro: un fremito di vita che viene rinnovandosi in questo gran popolo, conscio della sua gloria anche nel campo delle armi; dall’altro i piccoli figli del Ven. Don Bosco che con ben altre armi si apprestano alla pacifica conquista delle anime.


Ricordi lontani


Dando uno sguardo attorno su questa città, che dai colli si stende giù al mare, in una splendida riviera, pensavo all’apostolo del Giappone, a S. Francesco Saverio.

Verso la metà di settembre del 1551, S. Francesco Saverio sbarcava a Funai, l’antica Oita, aderendo ai reiterati inviti di Otomo Yoshishige, il daimyo più potente del Kiùshù e uno dei più grandi del Giappone. Otomo, giovane allora di vent’anni, sentì subito una viva affezione pel Santo; l’accolse con tutta l’affabilità di cui i Giapponesi sono maestri insuperabili.

Affetto simile sentì pure per questa giovane anima S. Francesco, e da quel giorno Otomo, che significa grande amico, fu davvero il più grande amico che il Santo abbia avuto fra i Giapponesi. I vecchi autori raccontano l’entrata trionfale di S. Francesco Saverio a Funai e come fu ricevuto da Otomo. I Portoghesi dal porto lo salutarono con quattro salve di artiglieria. Il daimyo lo ammise alla sua tavola, ed ascoltava con piacere l’esposizione della dottrina di Gesù Cristo; permise al Santo di predicare per i suoi Stati ed emanò perfino degli editti per la riforma dei costumi dei suoi popoli. In quarantasei giorni di permanenza, predicando incessantemente alle folle, S. Francesco vien facendo numerosi proseliti, converte un bonzo famoso che lo aveva sfidato ad un pubblico contraddittorio. A questa conversione ne seguono altre 500. Ma per affrettare la sua andata in Cina, S. Francesco deve prendere congedo. Già sta per imbarcarsi, quando i bonzi, temendo di perdere terreno, sfidano il Santo ad un nuovo solenne e pubblico contraddittorio. Egli accetta. L’avversario a corto di ragioni, si lascia andare a tali invettive, che solleva contro di lui l’indignazione generale. Si chiudono i templi in segno di protesta, ma tre mila persone sobillate dai bonzi, si presentano al palazzo del daimyo, che sceglie cinque di loro per discutere di nuovo collo straniero. Tre giorni durano le discussioni: la vittoria è decretata al Cristianesimo. Con questa vittoria l’Apostolo del Giappone, dopo 26 mesi passati fra queste nascenti cristianità delizie dell’anima sua, dopo avere rigenerato nel battesimo migliaia d’infedeli, guadagnato a Gesù il cuore di molti principi e confusa l’idolatria nell’orgoglio dei suoi capi, inalberava in mezzo ad un nuovo popolo lo stendardo di Gesù Cristo.


La stessa sera andai a salutare i confratelli di Nakatsu, e all’indomani rifeci il lungo tragitto per ritornare a Miyazaki. La Missione affidata ai Salesiani ricorda, colla provincia di Miyazaki, ai Giapponesi tutti le antiche tradizioni delle loro origini e le glorie del primo imperatore del Giappone Gimmu-Tenno, fondatore della dinastia ancora attualmente regnante, e richiama specialmente nei Giapponesi cristiani l’apostolato di S. Francesco Saverio nella fiorente cristianità di Oita. Questi ricordi, innestandosi bellamente nelle anime di tutti i Giapponesi a noi affidati, valgano colla grazia di Dio, che non mancherà, e colla pratica di una vita veramente cristiana a trasformarli e a formare di loro le delizie del cuore di Dio.

Tutta la famiglia salesiana questo e solamente questo desidera. Concorra adunque con un sol cuore, con una sola potente forza a trasformare nella realtà questo santo desiderio colla preghiera e cogli aiuti di ogni genere.

Padre, come è bello, come è consolante in questa ardua impresa sentirsi fiancheggiati da una falange di anime ardenti e generose! Fratelli, allievi, cooperatori nostri, vi benedica e vi ricompensi il buon Gesù, come vi prega dal più profondo dell’anima il vostro beneficato

Don Vincenzo Cimatti

Missionario Salesiano

248 /Marchisio Domenica / 1927-3-18 /


a Domenica Marchisio, madre di Marchisio Carlo, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 18 marzo 1927


Illustrissima Signora,


A Lei e a tutta la famiglia, al sempre mio ottimo Carlo, auguri di buona e santa Pasqua. Ogni giorno ricordo le sue preghiere e la sua carità, mercé cui si può fare un po’ di bene.

Continui ed il Signore la ricompenserà.

Con affetto riconoscente:

devotissimo

don Vincenzo Cimatti, miss. Sales.

249 /Rinaldi Filippo / 1927-4-5 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 5 aprile 1927

Mio buon Papà,


Ho saputo dai giornali della sua indisposizione che le impedì di essere presente alla glorificazione del nostro Don Bosco. Qual dolore e qual merito per Lei! Noi preghiamo.

Nell’ultimo esercizio della b. m. ho creduto lasciare ai confratelli tutti, che visitai sul lavoro, come ricordo: “L’imitazione di Don Bosco nell’unione con Dio, nell’umile mortificazione, nello spirito di apostolato”. Mi sembra che questo sia quanto più è necessario per ora per noi, suoi figli giapponesi. Ho pregato Don Piacenza e Don Tanguy che le facciano resoconto dettagliato delle loro impressioni: sul posto, essi sono in grado di valutare meglio. A Nakatsu sono assestati benino. Pulizia generale alla casa, messi a giorno i nostri quadri, inizio del lavoro. Ormai tutti i cristiani noti della città e dintorni furono avvicinati, salvo una famiglia tra le montagne, ma presto si andrà.

In nota trovata in un cassetto a Oita apprendiamo che il numero dei cristiani è 45 di cui circa 20 frequentanti, ma ce ne sono certo di più. Molto abbandono, vari hanno fatto passi indietro, molti colpiti da rispetto umano, molti implicati in imbrogli familiari, ecc.

Tutti però i cristiani freddi, ricevuta lettera d’invito accompagnata sempre da Maria A., anche se al primo invito resistono, e magari dicono di “pentirsi di essere cristiani” la Madonna li fa rinsavire e lentamente ritornano… Potrei già scrivere volumi intimi di anime. Ma quali battaglie interne! Tutti confessano di aver sentito rimorso, di non essere tranquilli… Ma spero che Don Piacenza spiegherà meglio. Insomma gran lavoro. Ho per ora affidato due “gun” (tutto l’antico Buzen) a Nakatsu, e Don Piacenza e Don Tanguy studieranno quale altro tratto sarà utile mettere alle dipendenze di Nakatsu…

Per Nakatsu ho in prova (finora soddisfacente) un bravo uomo sposato come catechista, con un po’ di ripetizione ai nostri, catechismo, corrispondenza e pulizia di casa.

Mi pare di poter dire che la casa è ben avviata per tutto (orario, pietà, occupazioni, ecc.). Ho detto stessero in guardia dalle zanzare (è paese malarico, dicono) colle zanzariere, riposo, nutrimento, un po’ di moto e rimedio antimalarico.

A Oita pure si sono messi a posto benino per la casa e per l’inizio della missione. In nota sono un centinaio di cristiani, di cui una 40.na o 50 ad Oita, gli altri dispersi; i più lontani a 3 o 4 ore di treno. Credo che accudendo, avvicinando, facendo rivivere, sempre preceduti da Maria, da Don Bosco e dai fanciulli, il lievito messo da S. Francesco dovrebbe fermentare assai. Non è improbabile che nella zona montagnosa vi siano resti di antiche cristianità. Già un piccolo numero di catecumeni e ragazzetti pagani si avvicinano a giocare nel minuscolo cortile. Vi è anche un gruppo di famiglie coreane da accudire.

La confessione si fa per segni su catalogo coreano-latino dei peccati. Don Tanguy è davvero provato dal Signore in multis modis: stanchezza di testa, ora reumi e spiritualmente continuano i suoi disturbi che Lei conosce. Mi sforzai di incoraggiarlo quanto sapevo e potevo. Preghiamo, optime pel resto…

Anche in questa casa ho trovato ottime condizioni di spirito. Mi avevano messo il Rosario prima delle orazioni della sera e Don Margiaria proponeva di dirlo ognuno in privato. Insistei a voce e per scritto che fosse detto in comune e in un’ora comoda. Guai se non preghiamo e per quanto si può in comune!

Anche qui ho potuto trovare un buon giovanotto futuro catechista, chissà! Prete?! Che finora dà buone prove. Con questo e con un ottimo professore di francese delle scuole commerciali (che gratuitamente si presta per le lezioni – è ardente cristiano giapponese) anche ad Oita sono a posto. Mi auguro poterle presto scrivere: “A Oita il locale è insufficiente, bisogna cercare altrove”.

Credo che a Nakatsu e a Oita (non discuto menomamente a Miyazaki) sono necessarie le suore. A Nakatsu una cristiana purtroppo di quelle… ha una scuola di cucito. A Oita il sindaco non vedrebbe male che suore religiose erigessero un asilo. Insomma: lavoro utile non manca. E le anime? Oltre due milioni. E a Miyazaki? Eccole lo stato del suo povero figliuolo.

Salute: ottima in ogni senso. Lavoro: tra lo studio e la ricerca e conoscenza dei cristiani – mi sono prefisso come lavoro minimo anche una conoscenza topografica della missione – e un po’ del resto c’è da occupare bene la giornata. La provincia di Miyazaki (la misuri nella sua estensione) ha un’unica ferrovia lungo il mare… Ci sarà pure da esercitare le gambe. Evviva!

Pietà: in comune – lotte solite – non viene meno la volontà. Osservanza regolare… Per ora nessuna difficoltà per i voti – freno alla fantasia e ai sensi. Carità: cum omnibus.

Il buon Gesù e la Mamma continuano a sostenermi e a darmi inaspettate consolazioni nell’intimo dell’anima e nelle relazioni con Loro, nell’esercizio del ministero, nei sacramenti (oggi, S. Vincenzo, ho amministrato la cresima ad un povero pagano, battezzato in punto di morte), nella carità con cui mi sopportano i confratelli ecc. Mah! Così vuole il Signore e così sia. Domani mi vorrà in altra forma? Così sia.

Inconvenienti visti o segnalati per ora nessuno. Don Cavoli e Coad. Guaschino…

Di tutti i singoli riceverà dall’Ispettore i moduli debitamente riempiti e potrà capire meglio. Per orario, pietà, ecc. mi pare (se l’affetto a Don Bosco non fa velo) che Miyazaki sia una casa salesiana. Continua il lavoro tra i giovani e tra i cristiani l’apostolato.

Che vuole? I vecchi cristiani devono avere da Dio forse questo compito “di essere il seme che nel silenzio radica e si moltiplica”, ma non si muovono. Qui in maggioranza sono tali. Tenterò questo movimento e spero col patrocinio di S. Giuseppe di riuscirvi. In Giappone è proverbio “tra le cose terribili al mondo sono il terremoto, l’incendio, il padre di famiglia”. Per i due primi possiamo fare poco, siamo nelle mani di Dio. Ma quando sente dai giornali notizie di terremoti, non si allarmi per noi – siamo lontani dalla zona, pur ballando sovente (ormai ci provo gusto!). Per gli incendi certo bisogna usare grande prudenza: siamo circondati di legni e di quello resinoso che brucia splendidamente. Il padre di famiglia è davvero sovrano. Buono per la famiglia se il padre è buono; se no, è peggio di un tiranno. Tutti dicono ai suoi ordini “et cum spiritu tuo”. Ecco il tentativo: organizzarli, spiegare, ottenere che cooperino nell’apostolato et similia. Spero di riuscire perché ci sono alcuni elementi buoni (qualcuno fu in America). Per S. Giuseppe si fece un piccolo ritiro (esercizi spirituali) di 5 giorni. Avevo bisogno che Gesù si impadronisse delle anime. Spero riuscito. Qua e là sparsi vi sono cristiani e spero presto provvedere per la Messa di tanto in tanto, specialmente in due paesi abbastanza vicini a Miyazaki: Tano e Takanabe, che forse può vedere sulla carta, e crescendo il numero dei cristiani (finora immigrati) erigere due cappellette. Dopo Pasqua visiterò le famiglie disperse di cui ho nozione e poi si vedrà. Come vede: lavoro iniziale c’è. Pensi al personale per tempo. Non si può contare su un servizio effettivo iniziale, se non dopo due anni, in cui non ci sia che da pensare alla lingua (non dico la scrittura). Altre notizie speciali per stavolta non ci sono. Debbo ringraziarla della paterna bontà con cui venne in pronto aiuto coi soldi. Ora per vari mesi siamo a posto… E poi la Provvidenza quando vede che sono in turbamento, o meglio, in semplice pensiero per le cose necessarie arriva impensatamente a tutto.

Ed ora, buon babbo nostro, si abbia cura della salute – buon mese di Maria Ausil. (quest’anno finalmente faremo qualche cosa!), ma guardi di trovarmi una bella statua – chissà se arriverebbe ancora in tempo! Che gioia! Ne ho una invisibile per la nostra cattedrale. Andrebbe bene una di m. 1,50 o quasi. Pensi che [la casa di] Miyazaki è intitolata a Maria Ausiliatrice.

L’abbraccio nel Signore. Mi benedica con l’anima.

Tutto suo

don Vincenzo Cimatti

250 /Tozzi Enea / 1927-4-5 /


a Don Enea Tozzi, salesiano faentino, suo compagno di scuola


5 Miyazaki, 5 aprile 1927

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Mio buon Enea,


Stavo proprio pensando di scriverti al Capo [Città del Capo] quando mi giunge la tua. Come è buono il Signore!

Nel dubbio che sia in giro affido questa mia al Sig. Don Rinaldi. Grazie della bontà: certo ti scrivevo anche per domandarti qualche aiuto o di Messe o di altro.

Auguri e preghiere per la tua malattia e più per la tua nuova posizione, di cui in parte conosco le difficoltà per relazioni avute con i Superiori. In Domino! La croce è pesante, ma Gesù la porta con noi e per noi, quindi niente paura. Accetto la proposta ed anch’io tutti i lavori, preghiere, sacrifici, ecc. della giornata del lunedì saranno per te.

Tu sai che cosa sia la vita in mezzo ai pagani in una missione nuova per noi: difficile, che non dubito chiamare terribile, specialmente sotto certi aspetti.

A tutti scrivo “Pregate” perché ho la ferma convinzione che il Giappone non si muoverà che a questa condizione.

Puoi figurarti se Don Bianchi non m’informò della malattia (ad mortem) e della Messa d’oro. Gli ho risposto, si capisce. Deo gratias!

Consegnerò la tua al Sig. Don Ricaldone. Per il resto nel Signore, lavoriamo alla salesiana: musica, giuoco, tutto serve… nel Giappone – però niente di tutto questo è novità.

Legati alle loro tradizioni che tenacemente osservano, hanno tutto quello che di più moderno l’Europa e l’America hanno loro dato (tutto il male e poco o niente di bene). Strano e caratteristico misto e che è non una delle ultime cause di ritardo nell’evangelizzazione.

Grazie pure dei ricordi di Alassio e Faenza. Prega prega prega per chi sempre ti ricorda.

Tuo in tutto

don Vincenzo Cimatti

251 /Giordano Antonio / 1927-4-5 /


al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 5 aprile 1927

Mio sempre buon Antonio,


Come vedi la tua è proprio arrivata per l’onomastico. Grazie di tutto: auguri e preghiere. Tu sai che in queste manifestazioni desidero essere calmo, non commuovermi; anzi faccio il matto, se no il cuore fa cilecca e allora sono dolori...

Tu non mi devi nessun ringraziamento. Da quando in qua il babbo non può scrivere al figliuolo? E perché non dovresti tu occupare un posto nel mio cuore? Il Signore non mi ti ha affidato? Non hai accettato la proposta fatta a Valsalice? Sì! Dunque?

Quando verrai quassù avrai ben altro da mangiare, altro che me. Godo della fortuna che hai avuto (reliquia di S. Luigi) e puoi comprendere se Don Cimatti non gode di quanto gli scrivi, ma insieme esecuzione dei mezzi che conosci, senza di cui anche i miracoli non servono. Pensa a S. Pietro! Pensa al tuo Patrono che era proprio nelle tue identiche condizioni (se non peggiori, perché aveva esperimentato il mondo di Roma, proprio come il mondo giapponese d’ora)! L’uno, non avendo preso i mezzi è vergognosamente caduto. L’altro nonostante i mezzi presi, era tentato, e come! Ma vinceva perché appunto aveva preso i mezzi. Mi accorgo che ho incominciato la predica. Pazienza!

Tu ad ogni modo fa’ quel che puoi. Dio farà il resto. Vivere o morire, Messico o Giappone, dovunque ti vorrà l’obbedienza, ovunque potrai stare e fare del bene.

Quanto alla presenza di Dio, continua con esercizi continui. Sono trentanni che vi insiste anche Don Cimatti e c’è ancor molto da fare.

Per l’osservanza della regola, fa’ come dicono i superiori, non ragionare con la tua testa.

Ed ora che dirti d’altro? Sto bene. Dio benedice evidentemente la nostra missione. Sono certo le preghiere della falange di amici che ci ricordano. Ad altra volta più a lungo. Grazie di quanto fai non per Don Cimatti, ma per il Signore. Niente paura, sempre allegro e che Gesù nel prossimo mese di Maria A. compia l’opera iniziata da S. Luigi. Ama Maria e non sarai confuso.

Ti benedico ex imo corde e ti abbraccio come farebbe il tuo buon babbo e la tua santa mamma (oh, come la rivedo chiaramente là nella sala di Valsalice!) il

tuo

don Vincenzo Cimatti

252 / Lorenzoni Livio / 1927-4-10 /



A Don Livio Lorenzoni



+ 10 aprile 1927

Carissimo,


So che con D Grigoletto e Galbusera e altri, non dimentichi il vecchio amico. Grazie. Ti assicuro contraccambio di preghiere – per te e per i tuoi artigiani.

Dì loro che come S. Giuseppe lavorino con Gesù e per Gesù. Siano uomini di fatti e non di parole ( non ne è registrata alcuna nel Vangelo). Prega e fa pregare per me sempre.

Tuo

Don Vincenzo Cimatti Salesiano



253 / Craviotto Vincenzo / 1927-4-10 /


al chierico Vincenzo Craviotto, exallievo



[Circa 10 Aprile 1927]

Vincenzo mio buono,


Gesù mi dice che sei sempre tu, meno male! Perché ti saresti sentito una tal pioggia di … botte da non dirsi.

Grazie delle preghiere onomastiche che di cuore ricambio: ti ricordo perché... Perché ho voluto sempre bene all’anima tua.

Bravo, bravo, continua a pregare. Accetto l’augurio di poter convertire tutti i Giapponesi, perché siccome questo lo fa il Signore ne viene la sua maggior gloria.

Se hai voglia, se sei di pietà, sacrificio e puro, vieni, vieni, vieni...

Allegro, allegro, allegro.

Va per me a baciare la tomba [di Don Bosco].

Tuo

don Vincenzo Cimatti

254 / Merlino Alfonso / 1926-5-1 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, residente a Nakatsu



1 maggio 1927

Mio Alfonso,


La tua lettera, la tua bell’anima che vi è ritratta, la tua buona volontà tutto mi ha consolato.

Non hai che da continuare sulla via tracciata. Maria e Gesù e Don Bosco sono contenti di te.

Ora specialmente sta calmo – non far imprudenze – sta allegro nel Signore e sta sicuro che tutto andrà per il tuo meglio.

Ti benedico con tutta l’anima. Grazie di quanto hai fatto per i confratelli di Miyazaki.

6 Tuo

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don Vincenzo Cimatti

255 / Rinaldi Filippo / 1927-5-1 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


7 Miyazaki, 1 maggio 1927

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Mio amatissimo babbo,


È colla gioia e commozione più profonda che ho benedetto oggi per la prima volta in Giappone l’immagine della Madonna di Don Bosco, della nostra Madonna. Non avendo la statua ho fatto collocare un bel kakemono (proprio come piace ai giapponesi – una specie di stendardo) in mezzo a cui campeggia la nostra Mamma. L’ho benedetto; come meglio sapevo (raccontando anche un sogno di Don Bosco – le due colonne) ho detto perché Don Bosco ha scelto questo titolo.

Che cosa sarà passato nelle anime di questi cristiani, non lo so, è così difficile capire dalla faccia cosa passi nell’anima loro. Certo che se essi provavano ciò che provava Don Cimatti, dovevano liquefarsi d’amore col cuore di Maria.

Basta, ora Maria A., salesianamente è nota anche in Giappone. Ed ora la Mamma si metta all’opera... e lavori, ché ce n’è davvero bisogno. A parte più notizie per il Bollettino.

Ed ora a fine di mese un po’ di rendiconto.

Don Cimatti. Salute buona – un po’ (non so come dire) di difficoltà di digestione da due o tre giorni. Prenderò una buona purga. Studio e lavoro: solito, più aumentato per la cura delle anime; ricerca dei cristiani; preparazione delle predichette (ne faccio più che posso – brevi e frequenti), ecc. Pratiche di pietà regolari, in comune. Ma veda, con tutta la boria che c’è in me, come la bestia vecchia venga sempre fuori.

Mandai a titolo di riposo Guaschino e Don Cavoli a visitare i fratelli per l’esercizio di buona morte. Da solo, non avendo l’orario fisso ecco che mi ci volle pena per fare le cose bene e alle volte tramandate le cose alla sera al solito mi addormentavo. Regole: nulla di speciale. Ho bisogno di frenare i sensi. Eh! In Giappone si è proprio in continuo pericolo e per il vestito loro e i loro modi... Carità: gran cuore con tutti. Nulla per ora di inconvenienti speciali che vegga o che mi siano segnalati.

Don Cavoli. Salute così così. Per il resto bene – desideroso di lavorare, di fare. Certo la difficoltà della lingua, ritarda i suoi desideri – ma lavora e alle deficienze linguistiche pensa il Signore. Certo che la salute a sbalzi non gli permette un lavoro regolare. Disordinatino nelle cose sue personali (libri, vestiti, ecc.). Per il resto optime.

Coad. Guaschino. Salute discreta, esso pure a sbalzi. Lavoro, di sufficiente pietà, facendone (in buon senso) e molto disordinato nelle sue cose (vestito, ecc.). Nulla di notevole pel resto. Bene.


OITA. Don Tanguy. Ha finalmente superato le indisposizioni materiali e spirituali: fa bene in tutto. Trova di essere un po’ rigidetto. Optime in tutto.

Don Margiaria. Salute buona. Pieno di fede, di energia (forse un po’ affrettata) di slancio fa bene. Sente molto di sé, ma è persuaso (e viene lavorandosi) che la superbia rovina tutto e fa ridurre tutto a un fuoco di paglia. Bene per tutto il resto.

Coad. De Mattia. Bene in tutto. Calmo, di pietà e lavoro.


NAKATSU. Don Piacenza, da una settimana è affetto da tiflite, pur ora non in forma (pare) che richieda atto operatorio. È curato amorosamente dai confratelli – anche dai vicini di Oita (in caso urgente volerà pure Don Cimatti – che giornalmente riceve notizie) e dal medico cristiano di Nakatsu (che da anni non frequentava… è anche questo provvidenza certo). Pel resto optime in tutto.

Don Liviabella. Benino di salute. Sempre un po’ preoccupato pel resto (vita spirituale, lingua ecc.) ma bene.

Coad. Merlino. Bene in tutto: è contento e calmo, laborioso e di pietà.


Per tutto il resto della vita nostra salesiana tutto regolare in tutto (pietà, lavoro). Nulla per ora di notevole.

Lei nella sua paterna bontà ci benedica tutti dal più profondo dell’anima e in questo caro mese ci ottenga dalla Mamma tutte le grazie per farci santi ché senza della santità qui si fa nulla.

Mi benedica in modo speciale, papà mio buono.

Suo

don Vincenzo Cimatti, salesiano di Don Bosco

256 /Vedani Angelo / 1927-5-2 /


al chierico Angelo Vedani, ex-allievo di Valsalice



2 maggio 1927

Mio Angelo,


Come ringraziarti della tua bontà che mi usi nello scrivermi? È vera carità.

Pel confessionale è da un pezzo che lavoro… La più difficile è la conversazione familiare. Bravo, fa’ pregare gli angioletti tuoi e sono sicuro che presto e tutto andrà bene anche per questa parte.

Riguardo a te:

  1. Non confondere le cose. Non è che tu devi essere contento del tuo tirocinio, ma il Signore.

  1. Impara a star unito con Dio con piccole giaculatorie e occuperai bene i ritagli. Fissati così: “in questa azione voglio dire numero tante giaculatorie”.

  2. Esaminati seriamente sulle pratiche di pietà e settimana per settimana pigliane d’occhio una.

  3. Mi dici: “Sono stato poco mortificato” in che? Nella gola, nei tuoi sensi, nel cuore?... Sii limpido col confessore e col Direttore. Ti aiuto di cuore (non sapendo far altro) colla preghiera quotidiana, ardente.

  1. Per il tuo esame va bene. Sta’ tranquillo che sarai in ottima compagnia. Quanto al povero Torello, il Signore sa che cosa si è fatto da Don Cimatti e da altri per salvarlo, non ha voluto. Il Signore lo salvi, perché certo nelle condizioni sue sarà la sua anima assai in pericolo. Ad ogni modo niente paura: per uno che se ne va, Dio ne suscita dieci, cinquanta, cento. Questi esempi ti facciano dire:

  1. Preghiamo ogni giorno, perché noi pure possiamo sbagliare strada;

  2. Appunto perché alcuni ti abbandonano, Signore, io voglio unirmi a te ancor più fortemente;

  3. Pregherò per questi poveri rinnegati (No! No! Cooperatori!) e se domani l’incessante assillo della coscienza li riconducesse all’ovile allargherò le braccia, il cuore, per riceverli.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

don Vincenzo Cimatti


257 /Classe di studenti / 1927-5-2 /


ad una classe di studenti, allievi del chierico Vedani



8 Miyazaki, 2 maggio 1927

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Miei buoni amici di Prima,


Il vostro ottimo Don Vedani mi fa sapere che volete bene alla nuova e difficile missione giapponese e che pregate. Oh! Il Signore vi benedica e vi ricompensi!

Solo in Paradiso comprenderete il bene che vi guadagnate facendo così. Continuate. Non basta essere buoni, studiosi, devoti all’Oratorio: qui tutti sono capaci.

È fuori dell’Oratorio che dovete essere buoni, più studiosi, più devoti. Sarete capaci a fare per la missione del Giappone quando sarete in vacanza quanto avete fatto quest’anno all’Oratorio?

Sì? Vi prometto due cose:

1. di pregare per voi,

2. ai tre migliori che mi saranno indicati dal caro Don Vedani, un regaluccio giapponese.

Dunque vi considero già (pur non conoscendovi) come miei benefattori e buoni amici. All’opera, che il Signore vi vuole bene.

Direte per me un’Ave a Maria A. e tutti darete un bel bacino a Savio Domenico. Avete capito bene?

Allegri, sani e santi.

8.1 Vostro

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don Vincenzo Cimatti, salesiano





258 /Valentini Eugenio / 1927-5-2 /


al chierico Eugenio Valentini, suo ex-allievo



Miyazaki, 2 maggio 1927

Mio Eugenio,


Il tuo delicato pensiero di scrivermi per l’onomastico mi ha commosso. Ti ringrazio. Stiamo al solito in continua unione di preghiere. Quanto a te:

  1. Trovo troppa preoccupazione nella tua vita spirituale. Credo conosca poco lo spirito di San Francesco di Sales (almeno in pratica): se non puoi leggere le lettere, leggi di tanto in tanto e medita quanto ha pubblicato il nostro Don Ceria.

Legge. Quando sei presente a te, fa’ quel che puoi. Sbagli? Umiliati. Va bene? “Signore, che non debbo fare per voi?”. Non è difficile. Non ci vogliono oppressioni. Ubi spiritus, ibi libertas.

  1. Pel cuore. È naturale. Più tardi non ci sarà distinzione di stagione.

Legge. Esatta e pratica applicazione dell’articolo 39 delle Costituzioni. “Verbum Dei non est alligatum”. Cioè quando ti senti la buona ispirazione di dire qualche cosa ad alcuno, dilla. Detta, non pensarci più. Rivenendo l’ispirazione si ridice, non curandosi del bene fatto e sempre da capo. Anche in questo calma, come nel primo punto.

Spandi a piene mani il bene intorno a te, proprio come la provvidenza che in ogni senso, in ogni direzione propaga la specie. Hai fatto del bene? Non pensarci più… Quanto ce n’è ancora da fare… Sbagli? Perdono e umiltà; sempre con calma, sempre con umiltà, sempre con allegria. Chi non sa che al mondo tutti si sbaglia?

Quanto a Bava bene. È un buon Salesianetto: da lui dovresti apprendere un po’ di santa libertà di azione; come quello scavezzacollo dovrebbe apprendere da te un po’ di raccoglimento; ma né tu, né lui, né Don Cimatti siamo farina per fare ostie.

Quanto a Torello e Don Thomatis ed altri che già andarono o che andranno piange il cuore per loro. Il Signore sa quanto Don Cimatti e altri hanno fatto per loro: non hanno voluto o non vogliono? Peggio per loro. In queste circostanze:

  1. non scandalizzarsi (i Giuda vi furono anche con Gesù): ma è meglio, meglio se ne vadano… e subito: sono tarli e peggio.

  2. Pregare per noi perché se il Signore non ci tiene la mano sul capo!…

  3. Pregare, sì, e molto per loro, perché se si poteva dirsi assicurata la salvezza loro in Congregazione, non è certo assicurata, anzi… nella nuova condizione. So quel che mi dico. Povere anime!…

Mi dici di pregare almeno una volta in particolare per te…, Ma sempre! Allegro, più allegro e meno preoccupazioni nella santità. Vedi! Don Bosco non era mai mesto… La calma di spirito è il gran segreto: tutto il resto è zavorra di santità.

Ti abbraccio e benedico.

9 Tutto

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don Vincenzo Cimatti

259 /Fracchia Italo / 1927-5-5 /


ad Italo Fracchia ex-allievo di Valsalice, Ufficiale dell’esercito



Miyazaki, 5 maggio 1927

Mio buon Italo,


Ti ho scritto varie volte, ma forse non ti sono arrivate le mie.

Ho chiesto l’indirizzo all’ottimo Don Rossi e riscrivo. Per dirti: “Italo mio buono, ricordo te, la tua famiglia, la tua bontà verso Don Cimatti: aiutalo colle tue preghiere a salvarsi l’anima. Ti ricordo sempre e tu non dimenticarlo. Nel bel mese di Maria, la mamma nostra ti conceda ogni bene”.

Ti abbraccio e benedico di cuore.

Tuo sempre in tutto

don Vincenzo Cimatti

260 /Merlino Alfonso / 1927-5-12 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, residente a Nakatsu



12 maggio 1927

Mio Merlino,


Un grazie cordiale per le assidue cure con cui hai assistito l’ottimo Don Piacenza nella sua malattia. Bisogna continuare e per Lui e per voi, che tutti e tre (te pure compreso) ne avete bisogno.

Quello che in altre occasioni ho detto a te in particolare, voglio oggi ripetere più chiaramente a tranquillità di tua coscienza.

Dunque (e ricordati che è un ordine formale e mi faresti proprio un dispiacere se non lo facessi), desidero e voglio per te;

  1. che a colazione pigli uova e latte,

  2. che a merenda pigli uova e latte,

  3. dopo pranzo mezz’ora almeno di riposo sul letto. Più altre piccole cure che ho suggerito a Don Piacenza.

Don Piacenza ha bisogno di vitto sostanzioso ora dopo la malattia, a piccole riprese. Perciò carne (fa un po’ di brodo buono), latte, uova, verdura (cotta – per ora è meglio così), frutta. Non spaventarti della spesa; ne spendiamo il decuplo se dobbiamo ricorrere al medico e medicine. Per le spese ci pensa la Provvidenza. Per non aumentare a te il lavoro e tutti essendo malandati un po’, prepara per tutti (te compreso) con cucina unica secondo gli ordini che riceverai dal tuo direttore. È il più bel fioretto che puoi fare per onorare la Madonna. Credilo, Alfonso mio, fa’ quanto ti dice a nome di Dio, Don Cimatti e ne avrai le benedizioni sue, di Maria e di Don Bosco.

Venendo presto ci intenderemo meglio: ma per ora fa’ così per te e per gli altri. È stretto dovere. Figliolo mio ti abbraccio e benedico con tutta l’anima.

Tuo

don Vincenzo Cimatti


261 /Giordano Antonio / 1927-5-15 /


al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice



15 maggio 1927

Carissimo Antonio,


Fatto veramente strano! La tua datata 29/12/26 mi giunge oggi (vedi la data) insieme a quella di Missaua ed è partita da Borgomanero il 20/04/1927. Grazie degli auguri natalizi e di capodanno che arrivano freschi.

Se la mia risposta impiega medesimo tempo ti anticipo fin d’ora gli auguri pel nuovo Natale e per il Capodanno. Ti auguro dunque (in relazione al contenuto della lettera) di risolvere presto e bene la questione militare e più quella dei voti.

  1. Consigliati con chi dirige l’anima tua, e

  2. Sii molto generoso col Signore. Per l’esame particolare fissati un punto facile, magari scrivilo, e nel momento dell’esame tira fuori il tuo scritto.

Ti auguro di venire in Giappone. Ti ho detto ripetutamente le condizioni, preparati.

Quanto ai compagni che non scrivono o scrivono poco, penso che han da lavorare, ma specialmente a questo: è un distacco che presto o tardi devi prepararti di dover fare. L’unico amico indefettibile è Gesù e chi ama l’anima tua. I compagni per quanto santi quali Don Cimatti li ritiene, nel bene che ti vogliono c’entra anche molto di materiale e forse più di questo che di quello spirito informatore dell’amore delle anime. È un amore un po’ animale (non scandalizzarti), ma è così, perciò, credi a me, non può durare a lungo. Penserai! Don Cimatti diventa matto: lo sono da tempo, ma tra qualche anno mi darai ragione.

Anche per questo ti posso parlare con l’esperienza di 30 anni in cui Gesù mi ha fatto incontrare con anime di ogni genere, e ti posso dire di aver provato quanto ti dico. Persuaditi, Antonio, che qui tutto passa e non dura, e saresti ben oca se non ti elevassi in alto e non comprendessi che Gesù solo è indefettibile. Mi dirai: “Oggi Don Cimatti è in vena di far prediche!”. Sia, ma comprendi figliolo.

Scrivo a Missaua. So di Monti che mi ha scritto. Ossequi cari all’amat.mo Direttore e confratelli.

A te un abbraccio alla tua bell’anima.


Tuo

don Vincenzo Cimatti


262 /Rinaldi Filippo / 1927-5-30 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



10 Miyazaki, 30 maggio 1927

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Amatissimo Sig. Don Rinaldi,


Affido la presente al. Gen. Nobile che di persona o per lettera gliela farà pervenire.9

Nella sua bontà, accettato l’invito, con grande sua fatica l’illustrissimo Signor Generale venne a Miyazaki proprio nella festa di Maria Ausiliatrice di cui è ardente devoto.

La Madonna si servì di Lui per la presentazione ufficiale in Miyazaki. Sia ringraziato il Signore e con il Signore Sua Eccellenza che volle così onorare e beneficare i figli di Don Bosco.

Suo

don Vincenzo Cimatti








263 /Rinaldi Filippo BS/ 1927-5- … /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



[fine maggio 1927]


Il culto di Maria Ausiliatrice10


Desidererà certo conoscere quanto i suoi figli hanno fatto per onorare la nostra Ausiliatrice. Dirò meglio, quanto Maria ha voluto fare per essere onorata anche da questo popolo. Non c’è che dire: Maria Ausiliatrice ha buon gusto.

A NAKATSU ha chiamato intorno a sé molti ragazzi pagani che sono le prime basi dell’Oratorio festivo: ha voluto intorno a sé anime desiderose di studiare la religione cattolica.

A OITA le famiglie pagane hanno assistito non solo ai divertimenti dei loro figliuoli, ma ad una ben riuscita accademia in suo onore con suoni, con canti, con proiezioni luminose, ed hanno voluto con doni esprimere ai figli di Don Bosco la riconoscenza loro per la cura che si prendono dei loro figliuoli.

A Miyazaki ha permesso la venuta del Generale Nobile, ardente devoto di Maria, e con questo ha chiamato intorno a sé le autorità cittadine e la cittadinanza. Non avevo ragione di dire che la nostra Ausiliatrice ha buon gusto?

La sua immagine, la sua statua, il suo nome sono entrati nelle famiglie, nelle città e nei villaggi ove sono cristiani.

Attorno alla sua effigie circondata di fiori e di luci, non solo hanno pregato i cristiani, ma in Maria hanno affissato il loro volto i pagani e qualcuno di essi ingenuamente scambiandola per una deità giapponese si poneva in postura di preghiera come davanti agli idoli. Dappertutto nella nostra missione dove era possibile far arrivare la nostra voce si è cantato, si è parlato di Lei.

Ho detto che a Miyazaki la festa assunse anche la forma di avvenimento cittadino per la venuta del gen. Nobile. All’invito dei poveri figli di Don Bosco, con sacrificio di tempo, di incomodi pel viaggio, rispose: “Presente!”.

Ricevuto coi debiti onori alla stazione, fu in mezzo ai cristiani la mattinata, dando l’esempio di esecuzione esatta dei doveri cristiani, assistendo nella sua brillante divisa alle sacre funzioni, poi trattenendosi familiarmente in mezzo alle famiglie cristiane, prendendo fotografie e presiedendo ad una modesta agape offerta dalla Missione cui intervennero le primarie autorità cittadine.

A sera sul tardi una devota illuminazione preparata dai cristiani sotto la guida dell’infaticabile Don Cavoli, richiamava cristiani e pagani alla Missione a cantar le lodi dell’Ausiliatrice nostra, mentre in un gran teatro a oltre 2000 persone il gen. Nobile teneva una ben riuscita conferenza.

Il riconoscente “grazie” cordiale, schiettamente italiano, vada all’illustre personaggio, che, mentre all’estero tanto onora la Patria nostra, non dimentica di rendere anche in questo modo un grande servizio all’Opera Salesiana.

Così Maria Ausiliatrice nella povertà dei mezzi di cui disponiamo, si è fatta essa stessa la festa, inghirlandandosi di anime a Lei care.

Preghi, Padre amatissimo per noi e l’Ausiliatrice che in forme mirabili si svela all’anima del buon popolo giapponese, ci protegga col suo aiuto e sia Madre a noi tutti.


Don Vincenzo Cimatti, miss. Sales.


11 264 /Rinaldi Filippo / 1927-6-5 /

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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


12 Miyazaki, 5 giugno 1927

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Mio amatissimo Padre,


Fra poche ore parto per Kobe per incontrarmi col Sig. Don Ricaldone.11 E non dico altro…

Nella sua ultima mi dice che Lei tacerà. Padronissimo ma non può tacere il cuore del figlio.

Esercizio di buona morte e perciò…

Salute ottima – lavoro non manca in ogni senso – pratiche di pietà regolari – in comune. Trovo che quando debbo viaggiare o essere fuori dell’orario, non sempre mi riescono bene. Altro che essere santo! Quanta via ancora... ad ogni modo affido a Lei la mia anima affinché me l’aiuti.

Per i santi voti mi pare nulla di speciale: devo frenare gola e il cuore; anche per questo mi aiuti. Che vuole? La superbia e il cuore sono i miei più forti nemici. Preghi, preghi, preghi.

Carità in omnibus: ho bisogno di addolcire i miei modi di dire e fare.

Don Cavoli. Salute un po’ precaria. Pel resto bene – quando però i nervi ballano…

Coad. Guaschino: sofferente per lombaggine e di tanto in tanto mal di testa. Pel resto, duretto nel fare quanto la testa gli dice…

A tutt’oggi non ho notizie particolareggiate sul rendiconto di Oita e Nakatsu. Ora sono tutti in buona salute e perché santi salesiani, il Signore benedice mirabilmente il loro lavoro.

D’altro nulla. La vita giapponese ha essa pure il suo ritmo ripetitorio, quindi… La relazione per il Bollettino le dirà quanto i suoi figli hanno tentato di fare nel Giappone per onorare Maria nostra Mamma.

Ed ora colla venuta del suo rappresentante speriamo rassodare le cose, darle miglior piega e specialmente guadagnare assai per la salute dell’anima. Preghi affinché mi faccia santo. Mai come ora comprendo che se non si è tali, si fan buchi nell’acqua e non si conclude davvero nulla nulla nulla.

L’abbraccio per tutti e Lei ci benedica.


Suo in tutto aff.mo

don Vincenzo Cimatti, salesiano

265 /Giordano Antonio / 1927-7-6 /


al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice




12.1 Miyazaki, 6 luglio 1927

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Mio buon Antonio,


Con un mese di ritardo per il superlavoro della venuta del Sig. Don Ricaldone rispondo alla tua carissima. Deo gratias!

Ti confesso avevo pregato il Signore perché ti capitasse un po’ di servizio militare, convinto che non ti farebbe del male: anche in questo mi ha esaudito. A te il compito di corrispondere salesianamente e cristianamente a questa prova e a questa grazia.

Prova, perché per un religioso non è una prova indifferente e tanti vi sono caduti; perciò in guardia e con fede allegra e continua.

Grazia, perché se saprai fare il tuo dovere salesiano e cristiano ti rinforzerai in ogni senso.

Ho provato per poche ore la vita militare – la conosco attraverso ai miei numerosi allievi che ho cercato di accompagnare colla preghiera e cogli scritti attraverso questa prova – l’ho conosciuta più da vicino durante la guerra negli ospedali e nei quartieri di Torino, perciò ritengo che conoscendo a fondo il mio Antonio, se fai in modo di essere salesiano e cristiano non ne avrai danno.

Continua il programma di vita: attieniti alle pratiche di pietà – frequenta i Sacramenti – frequenta la casa nostra e andrai benone.

Se puoi fa’ un po’ di bene a questi poveri giovani che tante cose dicono e fanno più per ignoranza, per rispetto umano che per malizia: il giuoco, il divertimento ecc. potranno assai su loro.

Grazie delle notizie. Strano che Sordo ti esorti a scrivere. È Lui che avrà bisogno di questa raccomandazione. Eh! Tanto da fare!

Acquistapace ha fatto una malattia gravissima che si temeva di perderlo – ma scrive poco e anche qui (forse un paio di volte due brevi biglietti). So però che fa assai bene. Galbusera mi ha scritto. Non mi meraviglio: quando mi manifestò i suoi malesseri a Valsalice era già tardi.

Ah, se quei santi chierichetti avessero un po’ di…

Di Torello pure. Quando era in crisi, gli scrissi ripetutamente: mai risposta, si capisce. Ma anche lui si aprì quando andò via da Valsalice. Povero disgraziato. Seguilo nella vita e vedrai che cosa diverrà. Poteva essere dei primi nel regno di Dio: sarà grazia e somma di Dio se sarà vicino all’uscio in Paradiso. Poteva incoronarsi di anime e sarà molto se coopererà alla formazione materiale di qualche corpo. Che costrutto senza senso per chi ha la vocazione e la perde. Preghiamo, mio buon Antonio, certo sono i massimi problemi – sono i massimi dolori per Gesù – sono le massime disgrazie… e così di’ e pensa di altri che spudoratamente hanno malmenato la Mamma nostra la Congregazione. Non ti sembri duro il linguaggio: non temessi di scandalizzarti, parlerei come mi detta il cuore. E basta, Antonio. Preghiamo e Gesù ci assista perché non capiti a noi tale miseria.

Quanto a quello che di te possono dire gli uomini, niente paura. L’importante è sia contento il Signore. In altri tempi fu detto anche di Don Cimatti e molto peggio.

Tu sai il tuo dovere in relazione al tuo Ispettore. Segui il regolamento che parla chiaro. Bravo! Meno spese fai e meglio per te! Don Minguzzi ti ha detto: cinema, teatri e donne non sono per te! Don Cimatti ti dice: “Coll’esempio, colla parola, colla preghiera, coll’adempimento esatto della regola fa’ del bene!”.

Bovio, Minghelli, Giordano, lasciate i richiami nostalgici: il passato è passato e non tornerà che a nostra infamia o a nostra corona. Se desideri essere vicino a Don Cimatti non per mangiarmi… ma per lavorare a salvarmi l’anima… accetto con cuore, come sempre.

Se continui così vieni senza paura in Giappone. Dunque avanti sempre. Tu sai che Don Cimatti non sa fare fronzoli – vuol bene all’anima tua, ti è padre (tu l’hai voluto) – me ne sono assunto la responsabilità.

Prega figliuolo mio, per me. Ti abbraccio e benedico.

Tuo

don Vincenzo Cimatti

266 /Rinaldi Filippo BS/ 1927-7-9 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani12




13 Miyazaki, 9 luglio 1927

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Amatissimo Padre,


E prima di tutto il “grazie” riconoscente dei suoi figli lontani, che Lei nella sua paterna bontà ha voluto consolare colla visita del Suo rappresentante (e quale migliore poteva essere?) nella persona del Rev.mo Don Ricaldone.

È proprio vero che Don Bosco continua ad essere lo spirito animatore di tutta la nostra famiglia; egli continua ad essere il Direttore di tutto, non solo il Padre lontano, ma l’autore di tutto, sempre presente, sempre operante nell’immutata efficacia dei suoi indirizzi, nella meditazione dei suoi esempi”. E queste solenni parole del grande Pontefice delle Missioni, le sentivo risuonarmi all’orecchio quando accompagnavo il suo inviato, e ne toccavo con mano la verità, e nelle lunghe ore di viaggio sognando, mi pareva di vedere elevarsi più maestosa anche dal remoto Oriente l’amabile figura del nostro Padre Don Bosco, abbracciante nel suo gran cuore tutta questa fiorente gioventù, che incomincia a cantare anch’essa: “Don Bosco, Don Bosco! È un canto infinito che udranno del mondo le mille città!”. Non le sembri esagerazione o fantasticheria! Tutti, per questa visita da Lei voluta abbiamo rivissuto Don Bosco, che era presente, operante nell’immutata efficacia dei suoi indirizzi, nelle molteplici riunioni tenute; era presente nella meditazione di suoi esempi con la muta dei nostri annuali esercizi; era presente nel rinnovato proposito di lavorare secondo lo spirito della nostra famiglia coll’osservanza esatta delle nostre regole; era presente nello spirito di allegra familiarità nel rivedere il Sig. Don Ricaldone, il nostro caro Ispettore, nel trovarci per un po’ di tempo tutti riuniti di nuovo a Miyazaki; nel rivivere per mezzo delle notizie d’Italia coi Superiori, cogli allievi, cogli amici lontani. Gioie purissime, inondanti le anime nostre ed eccitanti ad un migliore lavoro, ad un più coordinato sistema di sforzi, che fanno preludere all’impostazione granitica dell’Opera nostra in questa grande e davvero caratteristica nazione.

E sentivamo Don Bosco finalmente nei suoi ricordi, amatissimo Padre, nei suoi eccitamenti, nella preghiera del Pater che più devotamente reciteremo. “Oh, sia santificato il suo nome, o Signore, anche nel Giappone. Venga il tuo regno, o Signore, in queste care anime!”.

Ed in secondo luogo che dirle? Brevi notizie di cronaca, che vorrei sapere vivificare, come le opere di ciascuno dei nostri cari confratelli; come erano sentite le espressioni di quanti, cristiani o pagani, parteciparono alla nostra gioia.

Don Ricaldone era atteso. Grandi e piccoli al suo arrivo parlarono della nostra religione, di Don Bosco e delle sue opere. Sbarcato a Kobe, e ospitato cordialmente dai Padri delle Missioni Estere di Parigi, che gli procurarono la gradita conoscenza di Mons. Castenier, Vescovo di Osaka, proseguì il viaggio direttamente a Tokyo, accolto dalla paterna bontà di S.E. Mons. Giardini, Delegato Apost., che volle ospitare il nostro superiore nella sua sede.

La breve permanenza alla Capitale, servì al nostro Don Ricaldone a contrarre preziose conoscenze, a far visita ai più importanti istituti, o scuole dello Stato o tenute da Congregazioni religiose, fra cui l’importante Istituto “Stella del mattino” dei frati Marianisti.

E nel ricevimento alla nostra R. Ambasciata, e nella visita al Ven. Arcivescovo di Tokyo e dovunque il nostro Superiore, nel nome di Don Bosco, trova porte spalancate, facce sorridenti e desiderose di conoscere Don Bosco, e che formulavano i più fervidi auguri di prosperità dell’opera sua in Giappone.

Oh, davvero che noi viviamo della rendita del nostro gran Padre! Oh, davvero che anche in queste lontane regioni Don Bosco è sempre presente, sempre operante, sempre elevando colla gloria del suo nome i poveri suoi figli.

Don Ricaldone nel vedere tutto questo e nel contemplare coi propri occhi le bellezze naturali, la prosperità, il febbrile lavoro, l’organizzazione mirabile di questa nazione in ogni ramo di moderna attività sociale, e il movimento consolante verso il Cattolicismo che nettamente viene svolgendosi, era entusiasta e veniva sempre più chiara delineandosi alla mente di tutti la possibilità dell’esplicazione del programma integrale di Don Bosco nel Giappone.

Ma il cuore del suo rappresentante era rivolto ai suoi fratelli del Kyushu, che con non minore ansia d’affetto l’attendevano. La sua parola d’ordine, o amato padre, era stata: “il mio rappresentante vi veda al lavoro”, e tutti, obbedendo a questo suo desiderio, si misero all’opera.

Era il lavoro di pochi mesi; era un complesso di assaggi in ogni senso per fondare ambiente, costumi, persone; erano tentativi in piccolo, mi lasci dire così “analisi di laboratorio”, sorgenti da circostanze, da idee e più che altro dall’abbandono filiale in quella Provvidenza che in forme diversissime ci ha condotti fino al momento attuale. E questo lavoro per le mani del suo rappresentante, noi presentiamo a Lei, affinché alla sua volta Lei presentandolo all’Ausiliatrice nostra Madre, ci ottenga quegli aiuti materiali e spirituali di cui abbiamo urgente bisogno.

Qui la penna vorrebbe dirle tutta l’attività di lavoro dei singoli confratelli, dei cristiani, dei pagani stessi con cui si è in relazione, che moltiplicarono la loro buona volontà e la concretarono in opere, che potessero dare al Superiore un’idea meno inadeguata della possibilità delle nostre istituzioni.

Il cuore specialmente vorrebbe dirle la consolazione da cui fu inondato nel rivedere il rappresentante del Rettor Maggiore.

Fra i molti momenti inesprimibili della vita, metta pure anche questo. Don Tanguy e Don Piacenza vennero a incontrarci a Moji. Saliti in treno, dimenticando la stanchezza del viaggio, era un vero fuoco di fila di domande, di notizie attese ansiosamente. A mezzanotte eravamo a Nakatsu. O Gesù, tu sai le soavi dolcezze della buona notte udita nella piccola cappella. Tu conosci la preghiera ardente di noi tutti, in quella notte in cui uniti a te offrivamo noi stessi e le anime a noi affidate.

All’indomani, domenica, i pochi cristiani si riunirono nella cappella; con loro buon numero di pagani, specialmente fanciulli (oltre una quarantina), piccola schiera dell’incipiente oratorio, che qui come a Oita, come a Miyazaki, viene formandosi. Giuochi, canti, gruppi fotografici ci fanno vivere nel mondo proprio dei Salesiani. La visita alla scuola elementare e quella alla trappa, gentilmente accoltivi dal Superiore P. Gerard; una riunione dei Padri Missionari delle Missioni di Parigi più vicini alla nostra missione per dire loro ancora il grazie riconoscente dei poveri figli di Don Bosco, pone fine alle indimenticabili giornate.

Viene la volta di Oita. I pochi cristiani e i molti pagani amici dell’opera nostra ricevettero Don Ricaldone con canti, suoni, luminarie, e in una ben riuscita accademia in uno di quei giorni vollero dirgli in prosa, in versi, in canti, in danze, tutta la riconoscenza che sentivano per il lavoro già compiuto dai figli di Don Bosco. I già numerosi giovani (in massima parte pagani) vollero preparargli una piccola esposizione dei loro lavori di scuola e di casa, e perfino gli fecero gustare una riuscita gara catechistica. Ma ciò che colmò di gioia il cuore del suo rappresentante fu il battesimo dato ad otto pagani. Oh! Come avrà gioito dal cielo il grande Apostolo del Giappone, S. Francesco Saverio, nel vedere proprio in quella città così cara al suo cuore, perpetuarsi pel lavoro dei figli di Don Bosco l’opera di redenzione delle anime! La visita alle autorità civili, alle principali istituzioni scolastiche-educative posero fine ai giorni così ricchi di benedizione passati ad Oita.

La carovana al completo si dirige a Miyazaki. È la venuta del rappresentante di Don Bosco all’attuale centro della missione; è il ritorno dei confratelli alla casa dove hanno passato i primi tempi di vita missionaria, dove vengono a ritemprarsi l’anima con un corso di spirituali esercizi, dove vengono ad affilare le armi per le battaglie del Signore.

È la giocondità della famiglia cristiana di Miyazaki, che all’arrivo del treno, esplode nei caratteristici “banzai” di saluto, e che alla Missione parata a festa, per bocca dei fanciulli, dei padri di famiglia, dei confratelli saluta il rappresentante di Don Bosco e che ai piedi di Gesù Sacramentato, ringrazia, prega pei fratelli di fede e per la conversione delle pecorelle smarrite.

Anche a Miyazaki si visitano le autorità, si ammirano le istituzioni educative, ma più si ritemprano le anime nella meditazione, nell’esame di sé, nello studio dei mezzi di coordinare il lavoro presente e futuro.

Alla domenica colla solenne festa del S. Cuore, i cristiani vollero anche esternamente dare bella prova della loro fede con numerose comunioni, colla consacrazione delle loro famiglie al Sacro Cuore ed un primo gruppo di fanciulli ricevette dal Sig. Don Ricaldone col formulario di Don Bosco la medaglia che li riconosceva come facenti parte della compagnia di S. Luigi.

Pensavo a Don Bosco, che anche in questo modo, presente in mezzo di noi, perpetuava nell’immutata efficacia dei suoi indirizzi il bene della gioventù. A sera i fanciulli e le ragazze con rappresentazioni sceniche, con canti, con danze, con discorsetti vollero dire a Don Ricaldone la loro gioia, la loro riconoscenza.

Le nenie giapponesi cantate e accompagnate dai caratteristici strumenti nazionali s’intrecciavano alle briose e vigorose nostre canzoni italiane e dialettali. Festa di cuori, festa della gioia che venne ripetuta da noi soli nell’intimità familiare in una riunione alla vigilia della festa di San Pietro, onomastico del nostro visitatore, e prima di separarci per ritornare all’usato lavoro. Mentre il treno porta lontano i fratelli di Nakatsu e Oita, ci dirigiamo a Kagoshima alla terra ove approdò San Francesco Saverio, per fare omaggio agli ottimi PP. Francescani e per dir loro il grazie riconoscente per l’aiuto fraterno che prestano ai figli di Don Bosco. E finalmente alla volta di Nagasaki, la terra dei martiri, la sede della Diocesi. Accolti ed ospitati dal cuore paterno di P. Thiry, Vicario generale, visitate le principali istituzioni cattoliche, fatti segno ovunque alle cortesi gentilezze di tante anime buone, venne l’ora della partenza.

Mentre a bordo della nave davo col cuore gonfio di commozione un grande abbraccio al suo rappresentante che dicesse a Lei, amato Padre, il grazie di tutti, abbraccio in cui si concretavano aspirazioni, auguri, preghiere, in cui si fondevano coi nostri cuori quelli di tutti gli amici lontani, pensavo a Don Bosco che con la finezza inarrivabile del suo gran cuore dava l’addio ai suoi figli della prima spedizione. Qui certo melodia, circostanze, condizioni diverse, ma negli effetti pratici, sempre Don Bosco presente ed operante.

La nave veloce trasportava il nostro padre a Shanghai per portare conforto, consiglio ai nostri travagliati confratelli. Il treno correva veloce attraverso alle fertili campagne giapponesi, ormai verdeggianti di riso, trasportando gli ultimi saluti, gli auguri, le preghiere del padre ai confratelli giapponesi. Per tutti:


Suo dev.mo figlio

Don Vincenzo Cimatti



267 /Rinaldi Filippo / 1927-7-10 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 10 luglio 1927

Mio amatissimo babbo,


Lei mi scrive: “È meglio ora che io taccia”. Non può però tacere Don Cimatti, per dirle nell’intimità dell’anima il “grazie” sentito a nome di tutti.

Gran bene alle anime è venuto per questa visita – prima alle anime tutte dei confratelli – poi degli altri. Deo gratias!

È povera cosa dirle i sentimenti nostri – ma non saprei dirle altro – e Lei sa se Don Cimatti sente molto – sa esternamente esprimere poco. Grazie, grazie, grazie e Dio la benedica di tutto.

Don Ricaldone dalle autorità giapponesi e in genere dai giapponesi fu accolto come un grande personaggio – dai salesiani come un padre. Parlarono i giornali e fu propaganda. Procurai di fargli vedere quanto era necessario a dargli un’idea meno inadeguata dello stato delle cose specie della missione. Lo avvicinai anche ai missionari che più sono in relazione con noi. Conclusione: è entusiasta del Giappone. Lo rileverà dalle sue lettere particolari. Deo gratias!

Potrà ugualmente essere entusiasmato dello spirito che regna nei salesiani? Lo spero; certo la buona volontà c’è in tutti. Che dirle d’altro? Per questo mese tutto abbiamo detto a Lui, tutti abbiamo (come fosse Lei) versato il nostro cuore in Lui, quindi avendo impiegato un mese nelle giravolte con Lui, permetta che stavolta sia breve.

Non le auguro ottimo riposo d’anno, perché è questo il massimo periodo del suo lavoro.

Vogliano l’Ausiliatrice nostra e Don Bosco benedirla e le preghiere più ardenti dei confratelli vivificate dagli esercizi, ce lo ottengano più facilmente.

L’abbraccio come ho abbracciato il Sig. Don Ricaldone (ho sentito più questo strappo che la partenza da Torino) e Lei ci benedica tutti col cuore di Don Bosco.

Suo per tutti:

don Vincenzo Cimatti

268 /Grigoletto Giuseppe / 1927-7-11 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 11 luglio 1927

Mio Grigoletto,


Arrossisco come un gambero cotto!

La venuta graditissima del Sig. Don Ricaldone mi ha accumulato la posta di un mese e non è poca. Riparo, ma brevemente per smaltire:

  1. Optime per M. Bresadola, raccoglierò. Solo funghi o anche muschi e licheni (ce n’è un mondo):

  2. Prosit (o-medeto, come direbbero i giapponesi) per la cacciata lepre (detta qui coniglio di montagna) e per le raccolte.

  3. Benedizioni per te un sacco e mezzo.

  4. Confido vi troviate tutti riuniti per gli esami.

  5. La mia venuta in Italia? Capisci! Non dipende da me.

  6. In Giappone le stagioni sono come in Italia.


Basta aver soldi, si trovano ottimi libri di scienze. Spero a giorni di avere un’enciclopedia Botanica sistematica illustrata…

Niente paura. Sii sempre allegro e Salesiano.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

don Vincenzo Cimatti



P.S. Zappa mio, calmo e sereno sempre.

Giovanni mio (ti fui vicino per l’onomastico).

Capuzzo: buoni esami. Di cuore ti benedico.

Unisco serie di cartoline. Vedi le annotazioni e scegliete voi a sorte. Ossequi all’amat.mo Signor Direttore.

269 /Giordano Antonio / 1927-7-29 /


al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 29 luglio 1927

Mio Antonio,


Ti imito e scrivo su carta fine giapponese. Grazie della tua.

  1. Ti invio fotografia. Possibilmente falla vedere solo a Bovio, dico possibilmente, perché siete scavezzacolli. A Bovio invierò poi più tardi. Sono convinto che il soldato sia stato per te una prova utile, sto per dire necessaria. Me l’augurai sempre e pregai.

  2. Godi dei risultati finora avuti, ma non riposare sugli allori… Lavora positivamente. La vita che mi descrivi spiritualmente va bene. Segui, intensifica e niente paura.

  3. Non leggere troppi libri di morale sessuale… né del genere di “Coloro che hanno 20 anni”. Sai già tutto e peggio e se non ti fanno del male, non ti fanno del bene. Idem quelli di Bettazzi. Mi dirai: “che devo leggere?”. Consigliati col confessore. Se ti ordina quelli, così sia. Leggi le lettere di S. Francesco di Sales – libri di religione (ad es, il catechismo di Bonomelli). Tutto il resto per noi, credilo, sono inutilità. Sono matto, dirai, ma lasciami pensare così – conosco te e l’anima tua in certe pieghe, come conosco la mia. Tu leggendo quei libri o del genere ti lasci prendere da un senso di curiosità sulla possibilità di ciò che deve essere scritto. Invece tu hai bisogno di calma assoluta. Come sono le cose, le sai, a che pro aizzare! Matto sono, ma sono convinto che è così e perciò te lo dico senza peli sulla lingua, figliuolo mio.

  4. Segui l’orario e la vita salesiana coi compagni d’armi e vogliatevi bene.

  5. Optime pure il distacco. Pur amando intensamente tutti occorre rendersi santamente indifferenti per tutti, anche per Don Cimatti. Unica eccezione: LUI e la MAMMA.

  6. Non essere, ripeto, tu contento di te, lo sia LUI.

  7. Inoltre – ribatto il chiodo – non pensare troppo agli uomini. Verso il tuo Ispettore fa’ il tuo dovere (leggi il regolamento). Secondo te, Lui manca al suo, non sei tu, oca, che devi pensarci. His qui praesunt, judicium durissimum. Per ipotesi Lui fa male ? Ma tu fa’ bene secondo il tuo dovere e basta. Idem della preoccupazione del passaggio di Ispettoria. Vedi come sei legato alle cose e alle persone! Ma quando ti butterai nelle mani di Dio come un bimbo?


Ed ora finis. Il resto (anche le legnate) alla prossima tua. Ti benedico e abbraccio ed ora faccio anch’io un po’ di esercizio di buona morte.

Tuo

don Cimatti


270 /Rinaldi Filippo / 1927-8-2 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 2 agosto 1927

Mio amatissimo babbo,


Ritorno da Oita e Nakatsu per l’esercizio della buona morte. A Nakatsu Merlino ha sfoghi di calore nelle mani che lo obbligano a star fasciato. Don Liviabella l’aiuta in cucina. Don Piacenza mi dice che l’ernia diventa insopportabile (ora per il caldo non potendo portare il cinto). Il dottore consiglia l’operazione e tutto sommato sarà meglio. Gli ho detto dopo l’Assunta si faccia operare: combineremo dove.

Don Leone bene. I corpi un po’ provati racchiudono anime salesiane. A Oita Don Tanguy ripiglia il lavoro dopo una settimana di riposo mentale per la sua solita nevrastenia…

A Miyazaki Guaschino è pieno di foruncoli, gli altri due hanno la loro parte. Don Cavoli un po’ nevrastenico, ha i suoi momenti in cui sta male lui e non fa stare bene gli altri. Spiritualmente tutti bene coll’unico intento di lavorare salesianamente per fare un po’ di bene.

Quanto a Don Cimatti:

  1. Salute salda e ottima

  2. Lavoro non manca. Fossimo abili nella lingua si farebbe di più. Ma parlo anche se non classicamente. Confesso (certe parole sfuggono), e predico (col foglio ancora, ma… è più autoritativo e lo fanno molti padri giapponesi).

  3. Pratiche di pietà: è continuo il lavoro per farle bene.

  4. Osservanza voti e regole: nulla di speciale. In questa stagione specialmente si sente la “tentatio oculorum”.

  5. Carità “cum omnibus” piena e perfetta.

  6. Per ora disordini in casa mi pare: nulla.


Quanto allo sviluppo dell’opera nostra, secondo le intese del Sig. Don Ricaldone, cerchiamo di eseguire le direttive combinate.

Pensi per tempo, già quest’anno a mandare qualcuno (se no perdiamo un tempo immenso, per due anni almeno il personale non può essere utilizzato), pensi pure alle suore.

Per ora le novità che certo saprà.

P. Hayasaka Gennaro eletto Vescovo di Nagasaki.13 È un ottimo giapponese che ha fatto gli studi a Roma – ama i Salesiani. Verrà in Italia per la consacrazione – l’ho pregato di passare all’Oratorio e a Valsalice. P. Thiry F. eletto Vescovo di Fukuoka. Non saprei dire quale cuore abbia verso di noi. In quali relazioni saremo noi se aggregati cioè a Nagasaki (come ora) o a Fukuoka (nuova diocesi, data ai Padri delle Missioni Estere) o indipendenti, non saprei. Faccia il Signore. Preghiamo e avanti nel Signore. Cominciamo a vedere qualche spiraglio di luce per la lingua, vanno moltiplicandosi le altre attività. Già cominciano ad accorgersi che ci siamo e quindi… A Oita e Nakatsu si nota diminuzione forte di giovani (certo è il periodo di vacanze, è caldo, ma è anche certo vi è un lavorìo esterno…).

Essere cristiano costa per il lavoro di volontà e di costrizione nel far il bene – significa esporsi al sorriso, alla critica, forse alle minacce di tanti; nelle scuole i cristiani non sono ben veduti, non sono di elevata condizione, perciò… non v’è da meravigliarsi. Deus nos benedicat.

Per me spiritualmente sempre nelle mani di Dio e nella piena coscienza della mia inettitudine mi lascio guidare come bambino da Lui. È il più bel sistema. Ho bisogno di forti aiuti di preghiere. Me li impetri dalla Mamma e mi invii una benedizione speciale.

L’abbraccio nel Signore.

Tutto suo

don Vincenzo Cimatti, sales.




271 / Marchisio Carlo / 1927-8-9 /


a Carlo Marchisio



Miyazaki, 9 agosto 1927

Mio buon Carlo,


L’Ispettore mi parla delle tue condizioni di salute.

Ti sono più che mai vicino col pensiero, coll’affetto e colla preghiera. È tuo obbligo e obbligo grave di prenderti tutte le cure che i superiori ti indicheranno.

Calma, pazienza, rassegnazione. Il Signore ora vuol santificarti in questa forma. Ti benedico di cuore e ti abbraccio.


Ossequi a mamma e alle sorelle.


Tuo

don Vincenzo Cimatti

272 /Giardini Mario / 1927-8-18 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 18 agosto 1927

Eccellenza Reverendissima,


Veda se non ho ragione di dire che davvero l’Ec.V. è il nostro buon Papà.

Stanco dal suo lungo viaggio, in cui l’abbiamo accompagnato colle nostre preghiere, povere, ma cordiali, ha voluto subito pensare ai poveri figli di Don Bosco. Grazie della sua squisita delicatezza e carità. Ecco le nostre ultime notizie.

Il bene spirituale recatoci dalla visita del nostro Superiore è certo incalcolabile. Abbiamo fatto il nostro ritiro annuale; tutti hanno potuto parlare a lungo col Superiore, che avendo così de visu constatato le cose è certo in grado di poter provvedere opportunamente.

Spero se non quest’anno, nel prossimo anno di avere qualche rinforzo (che non sarà disponibile se non dopo almeno due anni) e di avere le Figlie di Maria Aus. e forse di iniziare il nostro noviziato.

Ho già adocchiato alcuni giapponesi e (appena sarà possibile) o nel seminario diocesano o in quello della Missione, iniziare questa opera indispensabile. Sono i giapponesi che devono convertire i loro fratelli: è così evidente!

Per ora stiamo adocchiando i terreni opportuni per lo scopo e per allargare la sfera della nostra azione.

Queste le linee generali concretate col Superiore; il tempo, le circostanze… saranno determinate dalla Provvidenza. Per ora il programma minimo che ho proposto ai confratelli per quest’anno quando entrarono in carica fu:


  1. Farsi un conto esatto al possibile della situazione reale e sui luoghi e sulle persone.

  2. Accostare di persona tutte le famiglie cristiane per stringere relazioni, infervorare, radunare i dispersi e quelli che hanno abbandonato da tempo la vita cristiana (purtroppo quanti!).

  3. Iniziare l’Oratorio (tipo salesiano) per tutti.

Il Signore ci ha benedetti e l’Ausiliatrice e Don Bosco ci aiutano. A Nakatsu e Oita essendo pochi i cristiani si lavora per i fanciulli dei pagani e con frutto.

Don Ricaldone fece a Oita 9 Battesimi (fra cui un’intera famiglia pagana).

A Miyazaki essendoci buon nucleo di cristiani che viene aumentando si può fare di più. Funzionano già le due Unioni dei padri e delle madri cristiane, la compagnia di S. Luigi per i fanciulli. Ora sarà la volta dei giovani e delle giovani.

Per la festa dell’Assunta ci furono le prime Comunioni; si organizzò una gara catechistica in cui dopo due ore di combattimento non fu possibile determinare il primo, secondo e terzo, e con mia consolazione fui obbligato a dare 4 primi premi. Come pure fu battezzata una catecumena.

Si dà il servizio religioso mensile alla cristianità di Tano e Takanabe. E ho già organizzato un gruppo volontario di padri di famiglia che accompagnano il missionario o vadano qua o là per far visita ai cristiani.

Il Signore nella sua bontà, pur nelle difficoltà della lingua, dell’ambientamento (siamo tutti un po’ pieni di foruncoli per il calore, forse dovrò far fare l’operazione dell’ernia a Don Piacenza) ci tratta proprio coi zuccherini e col lavoro che viene crescendo tra mano momento per momento e colle consolazioni spirituali e cogli aiuti materiali che non ci lascia mai mancare, sostiene la nostra reale meschinità. Deo gratias!

Mi si annuncia ufficiosamente (quindi a tempo Le darò l’annuncio ufficiale, se forse non lo saprà prima) che al primo di Agosto, l’Opera nostra in Giappone è separata dalla Cina. Non è chiaro in che condizioni saremo salesianamente, se ispettoria, visitatoria o altro.

Come pure non sappiamo nulla della nostra nuova situazione coll’elezione dei due Vescovi. Comunque sarà, per noi si continua col nostro immutato programma: tutto quello che può avvenire non cambia di un’etto il nostro dovere: santificazione nostra e salvezza delle anime, ne aggiungerà degli altri, e, dal punto di vista umano, infelici quelli su cui pioveranno.

Eccellenza, ecco lo scheletrico resoconto del nostro lavoro, che è frenato solo da due ostacoli:

  1. La difficoltà linguistica (si studia regolarmente);

  2. La prudenza: per non abbracciare troppe cose…

Lei, nella sua bontà ci ottenga colle preghiere, col consiglio, cogli aiuti, il modo di poter lavorare salesianamente. Ed in modo speciale non voglia dimenticare chi si professa a nome di tutti:

Devotissimo

don Vincenzo Cimatti

salesiano di Don Bosco




273 / Gobbato Giuseppe / 1927-9-… /


al chierico Giuseppe Gobbato, ex-allievo di Valsalice




[Inizio Settembre 1927]

Mio buon Gobbato,


Grazie della tua (se non erro) prima lettera che ricevo: grazie perché tu sai che ho la convinzione che hai fatto un gran bene a scrivermi, materialmente e spiritualmente.

Oh, capissero tutti quanto credo aver raccomandato a sufficienza a Valsalice! Conosco da tempo la caratteristica di Mogliano, impressavi dal lavoro di tanti Salesiani (alcuni dei quali ancor viventi: D. Mosè, D. Dalfavero, D. Ciprandi, ecc.).

Ambientati e vivi dello spirito di famiglia che è parte integrante della vita di Don Bosco. Auguri cordiali della riuscita…14 Non sai che S. Giuseppe fa sempre le cose bene e mai solo per metà?

Per gli amici: amatevi da fratelli e pregate – ricevuto nulla da Gorizia, quindi questa cui rispondo è la prima.

Leggi la produzione giapponese, di cui però non capirai mai il profondo senso se non capisci la psicologia di queste anime… difficilissime. Quel coso di Grigoletto, invece di spargere per l’Italia i libri di giapponese, farebbe ben meglio a mandarli a noi, suca baruca!15

Mi dici dei fiori poetici “quante belle cose (tranne gli abitanti)”. Ebbene sono convinto che proprio tu, Giuseppe vagheggereste specialmente i fanciulli… tanto sono belle creature di Dio…

Meglio per te che non sia in Giappone.

Di Minghelli ho saputo nulla: ha scritto una volta e poi… nulla.

Dunque auguri, ricordi, preghiere continue e tu fa’ altrettanto per chi ti abbraccia e benedice:

tuo aff.mo

don Vincenzo Cimatti

274 /Giardini Mario / 1927-9-4 /


a S.E. Mons. Mario Giardini, Delegato Apostolico



Miyazaki, 4 settembre 1927

Eccellenza Reverendissima,


Approfitto della venuta a Tokyo di un fervente cristiano, col mio deferente saluto, mi permetto:

  1. Di domandare preghiere speciali per il nostro Don Piacenza, che domani sarà operato di ernia. Da tempo disturbato da questo malore, l'ho obbligato all'atto operatorio, che coll'aiuto del Signore speriamo riuscirà bene.

  2. Di ricordarLe quanto nell'ultimo colloquio, avendo suggerito l'Ec. V. acconsentendo di prenderne nota per parlarne all'Ammiraglio Yamamoto, sulla formazione cioè di una Associazione di ricchi, per l'acquisto specialmente nello Hyuga di appezzamenti di terreno (che ora costa pochissimo), da rivendere a famiglie cristiane. Colonizzando cristianamente queste zone davvero inesplorate, quanto bene si realizzerebbe per la divulgazione del Regno di Dio…

  3. E in fine di sottoporLe un quesito scolastico. Pregando di voler interessare qualcuno competente in materia per una risposta, per me del massimo valore.

  4. - Il Governo giapponese riconosce come validi agli effetti legali dell'insegnamento i titoli stranieri e fino a qual punto?

  1. - Tutti i titoli di studio stranieri inferiori (licenza liceale o normale o tecnica o affini) o solo superiori (laurea, diplomi superiori) hanno valore? Intendo per effetto legali quelli di poter insegnare nelle scuole del governo per corrispondenti materie o se si tratta di studi inferiori, se si può essere ammessi alle Università? Ad esempio in India, in Assam, negli U.S.A. il governo riconosce validi i titoli inferiori (anche il corso filosofico dei seminari) validi per l'ammissione all'Università.

  2. - Può lo straniero frequentare e con quali effetti, le scuole dello Stato?

Come può comprendere, questi dati sono della massima importanza pel futuro non lontano delle nostre scuole e per la rapida preparazione del personale. Coi più vivi ossequi domando scusa dei continui disturbi …ma l'Ec. V. conosce lo spirito salesiano anche in questo punto. Hanno bisogno di tutto e di tutti. La riconoscente preghiera quotidiana valga in parte a sdebitarmi.

Ossequi all'amatissimo Don Leonardo.


Devotissimo come figlio:

don Vincenzo Cimatti, salesiano







275 / Merlino Alafonso / 1927-9-4


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, residente a Nakatsu



Miyazaki 4 settembre 1927

Mio Alfonso,


Don Livio ti comunicherà le cose su Don Piacenza. Grazie alla tua.


  1. Animati sempre al desiderio missionario e specialmente prega.

  2. Bene per la salute e auguri di migliorie.

  3. Il progresso nella vita spirituale è cosa che deve durare tutta la vita. Calma dunque: nulla dies sine linea. Quando sei arido, freddo, insensibile avvicinati alla fonte.

  4. Fomenta nel lavoro e nelle preghiere la carità.

  5. Optime per lo studio.

  6. Allegro e metti ogni giorno mamma e fratello (di cui ho buone notizie) nelle mani di Dio.


Ti benedico e abbraccio di cuore.


Tuo

don Vincenzo Cimatti

276 /Rinaldi Filippo / 1927-9-6 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 6 settembre 1927

Mio buon Papà,


Sono in ritardo di qualche giorno ché volevo dare qualche notizia del nostro Don Piacenza. Lunedì passato fu operato d’ernia e finora tutto procede bene. È nelle mani di Dio. Spero presto poterle dire “è ritornato pienamente ristabilito al lavoro”.

Notizie nostre, grazie a Dio buone, spiritualmente e materialmente.

Ed ora un po’ di rendiconto personale e dei confratelli.

Lei non si affanni a rispondere: questo è mio dovere (sono fatto così), e fossimo anche in 100 e più vedrebbe le notizie mensili di ognuno. Per me voglio liberarmi di ogni responsabilità e quando il Superiore lo sa, sono tranquillo. Non creda sia un superlavoro, è un piacere anzi.

Salute. Buona. Scomparsi ormai gli effetti del caldo.

Studio e lavoro. Ce n’è da essere bene occupati e più si lavora, più cresce tra mano.

Pietà. Tutte le comodità. Ho notato però che quando non posso farle nell’orario stabilito o colla comunità, purtroppo dimentico o sono fatte come si può! La lotta continua è sul migliorarle. Sono la mia forza e sostegno. Noti però che non sono capace a fare cose lunghe – per es. invece cose brevi, cordiali, sentite (quando non mi distraggo) e frequenti.

Voti e regole. Nulla di speciale. Ho bisogno di frenare sempre più i sensi. Ah, quis liberabit me de corpore mortis huius?

Carità. Pieno accordo (mi pare con tutti).

Inconvenienti. Non so comandare. Mi piace più ubbidire.

Come vede, sempre la stessa bestia… piena di buona volontà e di desiderio di bene, ma sempre la stessa. Mi aiuti colle sue preghiere.


NAKATSU. Don Piacenza. Optime. Deo adjuvante, ristabilitosi, ne guadagnerà nel lavoro e sono sicuro anche nella miglior affabilità coi confratelli. Il male lo rendeva alle volte duretto.

Don Liviabella. Bene. Pieno di buona volontà, ancor bimbo nelle vedute, ma attivo e di pietà.

Merlino. Bene in tutto. Gli serve assai pensare che è nel triennio di prova per prepararsi ai santi voti. Come tutti i coadiutori un po’ tenace in alcune idee economiche o in cucina.

OITA. Don Tanguy. Optime – di tanto in tanto assalito dalle sue preoccupazioni e nostalgie e timore di non riuscire a fare bene coi confratelli.

Don Margiaria. Bene. Viene calmandosi dalle preoccupazioni e lavorando più positivamente sé, il suo carattere e l’anima.

De Mattia. Bene in tutto. Solite preoccupazioni e spirito di solitudine.

MIYAZAKI. Don Cavoli bene. Scatti nervosi accompagnati da qualche scoppola e parole violente coi giovani e confratelli. Davvero dolendum. Buoni numeri, ma i nervi… sono davvero ore per me terribili. Oh, se non ci fosse Gesù!… Ma come può benedire Gesù se qualche volta la carità s’infrange? Pieno di buona volontà e di zelo e di fede, ma quando è nervoso…

Guaschino. Ormai a posto per i suoi sfoghi di calore. Mi pare approfitti per l’anima. Certo ha i suoi chiodi… e a toglierli! Pieno di buona volontà di lavoro, ma a modo suo. Bene. Urti con Don Cavoli.

Quanto all’Opera nostra si segue lo svolgimento del programma:

  1. avvicinare i cristiani per conoscerli e farci conoscere;

  2. oratorio per avvicinare i fanciulli;

  3. studio della lingua.

Sto cercando (secondo le intese col Sig. Don Ricaldone) il luogo per il noviziato nostro. Occorrono i soldi pel terreno (avrei trovato luoghi a Yen 5-6 per 30 tsubo – 3000 tsubo fanno circa un ettaro – oppure a Yen 8-9-10 per tsubo). Non bisogna perdere l’occasione. Se crede per questo scopo e per un po’ di provvista per il nuovo anno finanziario inviare qualche cosa, abbia la bontà di fare il versamento su banche di Tokyo o Yokohama o Kobe (insomma grandi centri): così posso farli ritirare dalle banche di Miyazaki. Insomma veda Lei in Domino. In casi urgenti telegraferò.

Per ora null’altro di notevole. Preghi per noi, ci benedica e che la Mamma nostra nel prossimo mese di Ottobre ci ottenga la grazia di vincere noi e i nostri nemici spirituali.

Non dimentichi, per non perdere tempo, di inviarci personale già quest’anno – prima di due anni non è adibibile… e ricordi che siamo molto molto molto in ritardo in Giappone.

Benedica in modo speciale questo fabiocco, ché riesca a salvarmi l’anima.

Suo figlio

don Vincenzo Cimatti, sales.



P.S. - Sa certo che Mons. Hayasaka, il nuovo Vescovo di Nagasaki è in viaggio per l’Italia per venire a ricevere la Consacrazione a Roma. Facciano il possibile di averlo a Torino, all’Oratorio, alla Crocetta, a Valsalice. Ci sarà di grande aiuto, pur non essendo suoi diocesani, specialmente per la ricerca delle Vocazioni giapponesi nelle isole di Nagasaki – sa bene l’italiano e sarà più facile intendersi in tante cose.

Con vivo affetto

don Vincenzo Cimatti


Non sappiamo nulla di noi e della nostra sorte – da chi dipendiamo – o se saremo già indipendenti… Fiat voluntas Dei!

277 /Ruffini Costantino / 1927-9-7 /


a Costantino Ruffini1, ex-allievo di Valsalice, fratello di due salesiani



Miyazaki, 7 settembre 1927

Mio Costantino,


Finalmente! Sei proprio fratello di tuo fratello… Domanda un po’ a Don Rinaldo quante volte ha scritto quest’anno?… Come te.

Ma vedi, per me il sistema è semplice: rispondo a chi scrive, quindi… eccomi a te.

  1. Ma sono più che convinto che mi ricordi. Che poi Costantino, le anime nostre, tu lo sai, si compresero, si aiutarono, si unirono… Ecco tutto. Finché tu non dirai di no, continuerà questa unione di anime… E anche quando dicessi di no, Don Cimatti sempre pregherà per te.

  2. Non figurarti la vita missionaria giapponese a base di vita randagia nelle selve, tra selvaggi, cose romanzesche insomma, Qui coi mezzi, hai tutte le comodità. Per ora il massimo sacrificio è la difficoltà della lingua…

  3. Mi parli della decisione presa di venire in Giappone… Era quasi 30 anni che domandavo! Perché? Dici tu!… “Perché – domando a te, vuoi prendere moglie?”… Eccoti la ragione semplice.

  4. Tu hai fatto il tuo dovere verso Mamma ed il Signore ti ha benedetto e più Le sarai affezionato più ti benedirà.

  5. Quanto a Flora, sicuro, lentezza e pazienza. Quanti facendo le cose colla testa nel sacco pigliano delle cantonate ed è miracolo se non fanno delle stupidate che scontano poi per tutta la vita. Tu sai (perché ho insistito anche su questo punto essenziale per te) che Don Cimatti ogni giorno ti accompagna colle sue povere preghiere anche per questo scopo.

  6. Ben volentieri faccio la mia presentazione alla tua Flora, ora sulla carta, al ritorno in Italia certo anche di faccia. Mi dici che è più buona di te: tu procurerai di superarla.

Altro per ora nulla. Sto bene, lavoro c’è – che vuoi di più? Tu, Costantino mio, continua ad essere un buon cristiano, un buon allievo di Don Bosco e un buon Italiano. Un bacione per me a Mamma Rosetta, un saluto alle sorelle (ma sì… baciale anche per me) a te un abbraccio immenso e un affettuoso bacio congiunto alla preghiera quotidiana del

tuo

don Vincenzo Cimatti




278 /Ruffini Flora / 1927-9-7 /


a Flora Ruffini1, fidanzata di Ruffini Costantino



Miyazaki, 7 settembre 1927

Sempre buona Flora,


Le parole del mio caro Costantino, le sue con cui ha voluto postillare la lettera, mi hanno riempito di consolazione. Grazie.

Non ci conosciamo di persona, ma al ritorno in Italia spero di salutarvi sposi. Certo, certissimo che pregherò per Lei e perché presto le vicendevoli aspirazioni si realizzino.

Costantino è ottimo e vorrei trovare un superlativo più forte per appiopparglielo. Lei sarà certo più di lui. Continui, e nel lavoro, nella preghiera, nel sacrificio si prepari al gran passo.

Ossequi ai suoi ottimi genitori. E Lei nella sua bontà voglia unirsi a Costantino per pregare per me e per questa missione.

Il Signore e Maria A. e Don Bosco la proteggano.

Tutto nel Signore

Don Vincenzo Cimatti, sales.



279 /Sordo Antonio / 1927-9-7 /


al chierico Antonio Sordo, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 7 settembre 1927

Mio buon Toni,


  1. Ho ricevuto la tua nostalgica da Valsalice. Ricordi passati. Non c’è male a ricordarsi, ma è più positivo ricordare il presente, da farsi e da farsi bene.

  1. La miglior maniera di aiutare il Giappone è pregare… perciò prega e fa’ pregare.

  2. Godo delle notizie giardinesche. Così abbiamo abbellito la Madonna e abbiamo lavorato per i posteri… Capisci?

  3. In Giappone c’è posto se: a) sei forte e sano, b) se sei saldo nel cuore, non facendo stupidate con te o con altri, c) se sai stare unito a Dio, d) se hai voglia di studiare la lingua.

  4. Figurati se non avevo notizie di Bovio e Giordano… I chierici e i salesiani anche soldati non devono avere i soldi. Tu sai le mie idee (mie?!!, di Don Bosco) al riguardo: neppure uno.

  5. Per il soldato lasciati guidare dai superiori.

  6. Non so di che musica parli, se delle mie porcherie musicali… Ho lasciato tutto a Valsalice, salvo i manoscritti. D’altra parte ho scritto a te positivamente: “Sappimi dire che musica desideri (tante operette sono all’Oratorio) e per quali voci”. Attendo.

  7. Prego di cuore per Ivaldi, per Don Ignazio e per tutti. Di’ a Ivaldi che mi scriva ché gli parlerò di tante cose.

  8. Il muscolo è l’epiglosso. Regola: “Parlare a tempo (rendiconto), tacere a tempo (sai dove e come). Leggi le lettere di S. Giacomo.

  9. La preghiera quotidiana ci trovi uniti nel Signore.

Ti abbraccia e benedice

don Vincenzo Cimatti



280 / Merlino Alfonso / 1927-9-8 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, redidente a Nakatsu



[Miyazaki 8 settembre 1927]

Mio Merlino,


Un cordiale saluto e assicurazione che mi sei sempre presente vicino a Gesù.

Hai dovuto lavorare, povero Alfonso, assai in questo tempo. Bravo! Ma sono immensi i meriti che ti sei fatto, perciò Deo gratias.

Lavora per Lui, prega e offri a Lui per l’anima tua, per la mamma tua, per la cristianità e pagani di Nakatsu i tuoi sacrifici.

Tuo

don Vincenzo Cimatti

281 /Vallunga Maria / 1927-9-9 /


a Maria Vallunga, sua seconda cugina



Miyazaki, 9 settembre 1927

Marietta carissima,


Grazie della vostra. Non affannatevi a scrivere che capisco benissimo che cosa vuol dire il lavoro di casa, specialmente quando si è nonna e… (lo dico piano, perché voi donne vi offendete) quando si invecchia.

Godo che stiate bene e ne ringrazio il Signore ogni giorno. A Ginetta auguri.

Riol da fighi! Quanti ricordi della mamma! Della mia gioventù! S. Mamante, Montefortino, la grotta di S. Antonio, Monte della Pietra Mora, Marzeno… La buona cugina Marietta… Prego di cuore per Lei e avvisatemi in tempo… (capite bene perché!).

A Teresina pure auguri e che quello di Ottobre sia il primo di una serie di tanti altri buoni come suo marito e come Lei.

Luigi di tanto in tanto scrive anche a me. Certo il Salesiano deve essere sempre allegro.

Salutatemi la zia Angiola, quando potete aiutatela: è carità fiorita.

Sapevo della povera Luigia. Potendo fatele una visita per me all’Ospedale.

Ed ora saluti ed un bel bacio per me a vostro marito, a Giovanni, ad Angiolino che ormai sarà Angiolone. E tu Giovanni quando ti sposi? Saluti a Tognotti e tutti quelli di Marzeno. Quando torno con Tognotti parleremo per dei mesi. Saluti a Mariangela e alle figlie sposate. Grazie dei saluti di Nina. Avendo occasione non dimenticatemi ad Enrichetta. Quando bambini andavamo a Marzeno, Enrichetta che era la più vivace di tutte era quella con cui giocavo di più. Vi abbraccio di cuore.

Tutto vostro

don Vincenzo Cimatti


P.S. - Pregate per me e sempre buoni cristiani.


282 / Pastol Renato / 1927-9-18 /


a Don Renato (René) Pastol, Ispettore salesiano in Belgio



Miyazaki, 18 settembre 1927

Rev. Sig. Ispettore,


La fuggevole conoscenza fatta della Sua cara persona proprio prima di partire, mi muove a raccomandare alla Sua carità questa incipiente missione. Raccomandi ai cari novizi di Grood Bijgard di pregare, pregare, pregare ogni giorno per questa missione.

Pur sapendo le condizioni della Sua ispettoria oso raccomandarle questa povera missione. Sto lavorando per la casa di formazione e se con Ss. Messe o con qualche offerta o con altro può venirmi in aiuto farà certo un gran bene. Il Signore la benedica e benedica la sua ispettoria.

Con affetto fraterno

don Vincenzo Cimatti


283 / Fracchia Italo / 1927-9-27 /


ad Italo Fracchia, ex-allievo di Valsalice, Ufficiale dell’esercito



Miyazaki, 27­ settembre 1927

Mio buon Italo,


La tua bontà davvero mi ha commosso e richiamato persone, cose… Grazie. Solo il Signore sa il bene che mi hai fatto colla tua carissima, cui rispondo solo per cartolina. Sono in treno e non ho comodità di altro.

Tu mi fai troppo onore volendo mettere la mia persona troppo in alto nelle relazioni con te. Ben altri santi ci furono per il mio buon Italo: Don Piscetta, Don Varvello. Don Cimatti sì, ti ha voluto un bene immenso, pregava, ti consigliava – sentimentale come te e più di te, può essere che in qualche momento non ti abbia edificato. Perdonami e prega per me.

In un non lontano ritorno certo ci rivedremo e… canteremo e suoneremo. Là, là, non mettermi troppo in su nella musica… So di essere un poverissimo dilettante sentimentale. Tu sì, che sai scrivere così bene, così delicatamente.

Alla tua ottima Luisa l’assicurazione di abbondanti suffragi e di preghiere per l’anima benedetta del babbo. Ai tuoi ragazzetti un bacio. Se mi manderai una tua foto contraccambierò di cuore. Allegro, buono e fin d’ora buon Natale.

Ti benedico, abbraccio e bacio di cuore. Continua sulla buona via pregando per chi ogni giorno ti ricorda.

Tuo

don Vincenzo Cimatti

284 /Rinaldi Filippo BS/ 1927-10-1 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 1 ottobre 1927

Reverendissimo ed amatissimo Sig. Don Rinaldi,


Ho pensato che non riusciranno spiacevoli ai lettori del Bollettino nostri amati benefattori alcune notizie storiche sul Giappone e sulla nostra Missione in relazione agli argomenti più vitali della più grande nazione dell’Estremo Oriente.

Non cito dati geografici o demografici: qualsiasi modesto libro di geografia delle scuole italiane li ha in abbondanza. Può interessare forse questa domanda: “Come si è venuto formando l’impero giapponese?”.

Il popolo giapponese basandosi sulle antiche sue tradizioni e sui codici sacri della sua antica letteratura, dichiara di essere il popolo uscito immediatamente dalle mani della Dea Amaterasu. Prima della creazione delle cose il Dio Ame-no-minaka-nushi era immobile nel centro cosmico. Alla sedicesima generazione ordinò ad Izanagi di dare forma al cielo e alla terra colla materia creata dalle precedenti Divinità. Avvenne il suo sposalizio con la dea Izanami e dal loro matrimonio ebbero origine le isole più importanti del Giappone. Sono pure loro produzione i 60 Dei delle montagne, delle riviere, degli alberi, dell’acqua, del tuono, della pioggia, ecc. e finalmente il Dio del fuoco, la cui nascita però causò la morte della madre. Izanagi nel suo dolore tagliò la testa al fanciullo e discese all’inferno per visitare la sposa.

Al suo ritorno, mentre si purificava ad un fiumicello, dai suoi vestiti e dalle parti purificate del suo corpo ebbero origine altre 26 divinità. Le tre ultime furono Amaterasu-omikami, nata dal suo occhio sinistro, cui donò l’impero del cielo; Tsukiyomi-no-kami, nato dal suo occhio destro cui donò l’impero della notte; e Take-haya-susano-no-mikoto, che nacque dal suo naso e a cui diede l’impero del mare.

La dea Amaterasu rivolgendosi al suo figlio Oshiho-mimi-no-mikoto disse: “Figlio mio, il paese lussureggiante della pianura coltivata è il paese che tu devi governare; va, discendivi e governalo bene”.

Oshiho-mimi preferì vi andasse suo figlio Ninigi, che accompagnato da numerose divinità discese al picco Kushifuru della montagna Takachiho nello Hyuga (Miyazaki). Le Divinità che lo accompagnavano erano tutto il personale necessario per la celebrazione delle feste religiose (che nei tempi antichi ogni atto di qualche importanza del governo era sempre preceduto da un sacrificio). In seguito Amaterasu prendendo una celeste gemma, una spada ed uno specchio, ne fece dono al suo figliuolo, dicendo: “Questo specchio consideralo come la mia anima, e rendi a questo culto come se fosse a me”. Sono appunto questi tre oggetti (lo specchio, la spada e la gemma) considerati come emblemi della dignità imperiale, e la cerimonia d’accessione al trono, consiste sostanzialmente nella presa di possesso di questi divini tesori. Ninigi sposatosi colla figlia del Dio della montagna, ebbe tre figli, uno dei quali Howori, costretto a fare un viaggio al palazzo del re dell’Oceano, ne sposò la figlia. Frutto del loro matrimonio fu Ugaya-fukiaezu-no-mikoto. A Sud del dipartimento di Miyazaki, nella zona di Udo, sulla riva del mare si ammira una caverna di 37 metri di lunghezza, larga 19 ed alta 5, dove sarebbe nato Fukiaezu. L’ultimo dei suoi quattro figli è conosciuto col nome Jimmu-tenno che conquistò il Giappone e fondò la dinastia attualmente regnante.


Per questa volta mi pare possa bastare. Ed ora alcune conclusioni:

  1. Nei libri delle Scuole elementari superiori giapponesi dopo aver narrato il dialogo della Dea col figlio, si legge: “La parola Divina (detta dalla Dea Amaterasu a Ninigi) insegna il fondamento sul quale il nostro paese fu costruito; stabilisce la distinzione fra il Sovrano e il suddito; essa ci garantisce la perpetuità della dignità imperiale, che durerà quanto il cielo e la terra”. Nei libri delle scuole superiori e nelle opere tecniche si racconta il fatto senza commenti: è un postulato a cui ogni buon giapponese deve credere.

  2. Le idee e gli usi religiosi così trasmessi riassumono le tradizioni religiose dell’Antico Giappone (prima dell’introduzione del Buddismo), tutte incluse nella parola SHINTO, via degli Dei. È questa credenza negli Dei indigeni (Kami) la religione primitiva, vera creazione originale dello spirito popolare giapponese. Gli Dei della natura personificano forze e oggetti materiali (luce, fuoco, vento, montagne, fiumi, mari); sopra tutti domina la Dea del Sole, AMATERASU. Gli Dei degli uomini sono la deificazione di uomini celebri, capostipiti delle grandi famiglie ed eroi delle varie epoche. È certo il più importante JIMMU TENNO, fondatore della dinastia imperiale attualmente regnante. Tali Dei hanno sentimenti umani: vi sono dei buoni e cattivi, come vi sono uomini buoni e cattivi; viventi in cielo, in terra o negli abissi. Il culto a questi Dei consiste in preghiere, in purificazioni con acqua fatte in templi modestissimi, che custodiscono i tre oggetti sacri: la spada, la celebre gemma, lo specchio. È un complesso quindi di divinità grossolanamente materializzate; è un culto semplicissimo verso gli Dei della natura; culto verso gli spiriti degli eroi, dei Sapienti.

  3. Non entro nelle discussioni degli studiosi desunte dall’antropologia e dalla linguistica per determinare l’origine di questo popolo. Da quanto ho detto, il fatto certo è che antichi giapponesi (difficile assai determinare le date), cominciarono una regolare invasione di conquista dall’Isola del Kyushu. Il centro iniziale di questo movimento di conquista, come pure di tutto il complesso sistema delle idee religiose primitive del popolo giapponese, è proprio la provincia di Miyazaki, centro attuale della nostra missione. Di qui a poco a poco, con battaglie ininterrotte, JIMMU TENNO spinse a Nord la razza aborigena (Ainu) e fondò nel centro dell’Isola grande il regno di Yamato. Questo è il punto di partenza della storia giapponese, di cui nella prossima puntata.


Mentre leggevo qua e là queste belle notizie che ho poveramente riassunto, mi sembrava di vedere l’Apostolo Paolo ad Atene in mezzo all’Areopago quando istruiva quei pagani richiamandoli francamente dalla superstizione e dall’ignoranza sul culto della Divinità, al culto del vero Dio creatore. Certo che se fosse ora missionario in Giappone potrebbe con la foga ardente del suo dire rettificare le credenze dei giapponesi al riguardo e gridare loro come agli ateniesi: “Anime buone, in Dio viviamo, ci muoviamo e siamo, come appunto disse qualcuno dei nostri poeti: Poiché siamo sua generazione, sua stirpe. Essendo dunque stirpe di Dio, non dobbiamo stimare che il Divino sia simile all’oro, all’argento o della pietra scolpita dall’arte e dal pensiero dell’uomo”.

E Dio disprezzando i tempi di questa ignoranza ora l’annunzia agli uomini, affinché tutti, dovunque facciano penitenza. Questo noi pure ci sforziamo di predicare a queste care anime, che se comprenderanno la verità della loro origine e ad essa conformeranno le loro azioni certo avranno fatto un buon passo nell’apprendimento della nostra Santa religione.

Sempre ai posti avanzati, nella giocondità del lavoro salesiano per la salvezza della anime, per la dilatazione del regno di Gesù.

Ci benedica con effusione paterna. Per tutti

Suo devotissimo

don Vincenzo Cimatti


285 /Rinaldi Filippo / 1927-10-3 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani




Miyazaki, 3 ottobre 1927

Mio buon Padre,


Fine mese. Resoconto particolare e generale.

Secondo lo stabilito nelle adunanze col Sig. Don Ricaldone ho radunato a Oita tutti i confratelli per scambio di idee e specialmente per l’esercizio di buona morte. Deo gratias! Sono tutti animati di buona volontà per essere davvero buoni religiosi salesiani – per lavorare – se ho da dire il vero, più che spingere devo moderare il desiderio e la realtà di lavoro.


NAKATSU: ho ricondotto da Miyazaki il bravo Don Piacenza felicemente operato di ernia. La sua permanenza all’ospedale ci fece conoscere anche in quell’ambiente, invitai ad una modesta cenetta i dottori – scopersi una nuova famiglia cristiana (un dottore e la sua signora cristiani entrambi) che era pure operato all’ospedale. Deo gratias.

Don Piacenza è un santo religioso e, dirò, l’attuale malattia l’ha migliorato. In altre occasioni era piuttosto nervoso, difficiletto. Qui, edificante. Si era preparato assai bene: fu davvero per lui un vero esercizio di buona morte.

Impressioni generali dell’ambiente: medici valenti – cura del minimo mezzo (da noi cumuli di fasciature, di medicine: qui bendaggio semplicissimo – medicazione quotidiana – tenere libero il corpo – nutrimento a volontà), locale sporco.

Quando uno si ammala tutta la famiglia può seguirlo per assisterlo – e si porta dietro naturalmente tutto l’occorrente per mangiare. Può immaginare la tranquillità dell’infermo. Personale di servizio: tutte ragazze che cantano e ridono dal mattino alle 11 di sera. Ci davamo il turno noi tre e un giovanotto cristiano per l’assistenza. Deo gratias!

Don Liviabella: sempre bene di salute. Un po’ semplice nelle vedute e preoccupatino di fare molte cose. Bene per il resto.

Merlino: si è rimesso dai foruncoli e fa bene sotto ogni rispetto: viene preparandosi per la prossima sua professione perpetua. Nei riflessi della nostalgia per la famiglia è calmo.


CASA DI OITA. Don Tanguy: bene in omnibus. Di tanto in tanto le sue nostalgie francesi e spagnole, ecc., timore di essere di peso ai confratelli.

Margiaria: mi pare venga lavorandosi nel senso di comprendere bene che l’opera missionaria esige santità, tempo e calma. È pieno di buona volontà e riesce bene nella lingua. Sto pigliando gli opportuni accordi per vedere di farlo entrare in qualche scuola e iniziare così in pratica la formazione di personale insegnante (esporrò dopo alcune idee).

De Mattia: è in periodo di calma – ma è ammalato di testa – materialmente e anche spiritualmente colle solite sue preoccupazioni.


CASA DI MIYAZAKI. Don Cavoli, benino di salute ora. Pieno di zelo di lavoro. Gli ho affidato i giovanetti del piccolo clero, la compagnia di S. Luigi: mi pare si impegni bene. È un po’ duretto nella lingua, ma tanto deve fare il Signore… Qualche urto con Guaschino.

Guaschino: viene lavorandosi benino per correggersi della vita disordinata anche spiritualmente in cui si trovava in Italia: irregolarità passate nelle pratiche di pietà, nel lavoro, nell’agire ad arbitrio. Ci vuol calma, tempo, insistenza e per parte sua che non si scoraggi. Guarito dai bagni. Diversità di vedute (un po’ di chiodo e bastian cuntrari).

Don Cimatti: salute ottima – lavoro, c’è da essere occupato bene, mi pare per ora di poter fare tutto. Pratiche di pietà in comune – quando devo farle in altro orario sono dolori e purtroppo non mi riescono bene e due volte in questo mese avendo detto il s. Rosario nell’addormentarmi, il 5° mistero me l’avrà detto l’angelo custode. Ad ogni modo non cedo nella volontà di migliorarle. Ss. Regole e Ss. Voti mi pare nulla di notevole. Ho bisogno di essere più esatto raccoglitore dei dati giornalieri dei conti. Come già le dissi l’amministrazione non è pane pei miei denti. Mandi uno che valga qualche cosa, se no… Per ora faccio come posso. Carità fraterna e frequenza ai Sacramenti regolarissima. Disordini per ora nulla. Ho rinnovato i miei propositi mensili – la Mamma del S. Rosario mi aiuti a metterli in pratica.

Le unisco la relazione per la S. Sede. Essendo la prima che faccio e mancandomi dei dati e avendo dei dubbi scrivo per stavolta alcuni dati in matita con preghiera di… Unisco come da suo espresso desiderio in circolare relative fotografie.

L’Opera nostra viene conoscendosi lentamente, ma sicuramente. A Gennaio spero far pubblicare un opuscoletto su Don Bosco (di propaganda) in giapponese e forse iniziare un giornaletto. Oh, quanto si farà del bene colla stampa… E quanto ce n’è bisogno! Amat.mo Sig. Don Rinaldi ci aiuti. Lei aspetta il Sig. Don Ricaldone che farà proposte concrete pel noviziato, ecc. ma ricordi che se di quest’anno o in gennaio non manda due o tre, ricordi che perdiamo un anno, sempre per la difficoltà della lingua. Non domando che due o tre per anno, come S. Francesco Saverio. Pensi davvero alla cosa. So con certezza di due o tre che già i Superiori hanno destinato pel Giappone – è un anno guadagnato e creda che per il Giappone guadagnare un anno è gran cosa – perderlo è un male immenso.

Il Sig. Don Ricaldone lo illuminerà, ma non dimentichi quanto sopra.

L’Opera nostra fra gli oratoriani continua. Si può contare ad una media di 30-40 pagani a Nakatsu (pare pigli buon sviluppo) – di una trentina a Oita dove a titolo di prova si è istituito un circoletto Savio Domenico fra pagani (non ci sono cristiani – e come fanno i salesiani a star senza giovani?) da 40-50 a Miyazaki, ove c’è tutto il lavoro non piccolo per i cristiani.

Funziona bene l’Unione padri (ho trovato dei veri aiuti e dei veri apostoli – ieri dicevo ad alcuni di loro: “Vi metto la veste e siete missionari bell’e fatti”. Ridevano queste anime belle… Come si fa?

Se Lei non mi manda dei salesiani, bisogna ben salesianizzare uomini, donne (adesso ho anche le madame fra le costole con l’unione delle madri), ragazze e fanciulli (compagnia di S. Luigi e i più grandetti dicono già un buon pensiero ai più piccoli in conferenza) e giovinotti (per Don Bosco – gennaio, ci sarà circolo giovanile).

Se non mi aiuta ad aprire il Seminario ecc. fra due anni ne manderemo certo una dozzina in Seminario – si adocchiano già). Non sono pratico di altre parti del mondo… ma per i giapponesi… è così chiaro, ci vogliono i giapponesi… Stia pure tranquillo che non vanno in oca per gli europei, né per le cose europee, salvo a servirsene e magari dire che le hanno fatte loro.

Lei, ad es. l’ha veduto il dirigibile costruito dal Gen. Nobile? Finito il lavoro gli hanno fatto le feste, l’han decorato e poi bellamente gli hanno detto: “Lei Eccellenza, vada pure al Polo – adesso facciamo da noi”. È certo che adesso l’apparecchio montato da Nobile, lo smontano, lo copiano, lo studiano, lo ricostruiscono, ecc… Nessuno ha più visto l’apparecchio. Queste facce gialle sorridenti sono fatte così… Fra di loro se le dicono di tutti i colori e non fiatano. Guai se uno di noi dicesse l’n-ma [ennesima] parte di quello che un padre giapponese può dire ai fedeli. Dunque insisto per avere qualcuno per lo studio. A Miyazaki c’è posto comodamente. Guadagniamo un anno in questo Giappone che creda pure, corre corre corre e si risica di rimanere con un palmo di naso e di non raggiungerlo.

Il povero mio pensiero è:

        1. Riprodurre pel bene dell’anima l’attività di Don Bosco specie colla stampa e scuola.

        2. Ma per le scuole occorrono insegnanti ed urgono insegnanti giapponesi (ne vo adocchiando) cattolici: in mano di pagani non concluderemo (pur dovendo passare per quella trafila); come pure urgono preti giapponesi.

        3. I Salesiani (nostri o giapponesi) bisogna che si impongano con la santità e umanamente con titoli. Gli stranieri non sono esclusi dalle scuole di stato. Mi sovviene già l’idea, che sarà realtà, della formazione di questo personale: bisognerà frequentare le scuole del governo come fece fare Don Bosco ai suoi.

Oh, mio buon Papà, se avremo un briciolo di fede e di amore, oh che belle cose prepara Don Bosco e Maria! Abbia fede e mandi senza paura: il Giappone è il paese che ha meno missionari e più esigenze. Maria del S. Rosario l’ispiri e Lei veda di non resistere alle ispirazioni della Mamma. A me ha detto che ho ragione e che certo…

Tutti imploriamo le sue preghiere e la sua benedizione mentre a nome di tutti l’abbraccia il suo aff.mo


don Vincenzo Cimatti


P.S.

  1. Stiamo cercando terreni per le future opere.

  2. Ho domandato se l’opera dei figli di Maria attecchirebbe. Pare di sì.

  3. Molte cose non si possono certo concretamente realizzare finché non sappiamo con precisione in che relazione saremo coi nuovi Vescovi. Pare che pel prossimo anno staranno tutti e due a Nagasaki. E per ora non sappiamo nulla di positivo. A giorni spero abboccarmi con S.E. il Delegato e tasterò il terreno.

  4. La relazione e fotografie di cui le parlo sopra essendo voluminose invio a parte al Sig. Don Tirone, perché chissà quando arriverà il Sig. Don Ricaldone!

  5. Mi permetta una dilucidazione a pensieri precedenti. Sono convinto che noi in Giappone dobbiamo imporci colle scuole. La scuola per il Giappone è tutto e in essa il ragazzo, il giovane, gli adulti (vi sono specie di associazioni ex-allievi) trovano tutto ciò che il mondo moderno può dare. Nei nostri oratori l’unica novità potrà essere la chiesa (e annessi) e la grazia di Dio. D’altro hanno tutto e abbondantemente e in forme difficilmente superabili. Quindi, come verifichiamo in piccolo ora, un accorrere iniziale per la novità, e poi?…

286 /Merlino Alfonso / 1927-10-7 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, missionario in Giappone



Miyazaki, 7 ottobre 1927

Mio Merlino,


Allegro e buono sempre. Nel bel mese del Rosario pensa frequentemente a Maria nei lavori di casa che anche essa faceva con semplicità, con umiltà, con unione con Dio, e anche i più volgari (scopare, pulire, preparare i cibi a Gesù e a Giuseppe).

Ti abbraccio e benedico

Tuo

don Vincenzo Cimatti

287 /Craviotto Vincenzo / 1927-10-8 /


al chierico Vincenzo Craviotto, salesiano



8 ottobre 1927

Mio Vincenzo,


Mi dice l’amatissimo Ispettore che sei in non floride condizioni di salute. Se sempre ti ho ricordato, pensa ora!

Vorrei prestare come un tempo per te le mie povere cure di parola, di opera, di affetto. Raddoppierò le preghiere; ma intanto tu procura di averti tutti i riguardi che i Superiori ti indicano: è dovere.

Saluta tutti i cari superiori specialmente (l’ho ricordato a S. Domenico)… e il buon Benedetto.

Ti benedico e abbraccio

Tuo

don Vincenzo Cimatti

288 /Circolare salesiani / 1927-10-17 /


ai confratelli Missionari salesiani in Giappone16



Miyazaki, 17 ottobre 1927

Carissimi,


Di ritorno da Kagoshima, dove ho potuto parlare a lungo con Sua Ecc. il Delegato, mi fo premura di comunicarvi il risultato della conversazione.

    1. Relazione sul lavoro compiuto finora nelle singole residenze. Approva tutto, ne gode; esorta a continuare senza scoraggiarsi: prega cotidie per noi. Insiste affinché non perdiamo di vista le vocazioni indigene.

    2. Relazione giuridica nostra colla Diocesi. Non sono ancora giunte le bolle di erezione delle due nuove Diocesi (Nagasaki e Fukuoka) nelle quali determinandosi i confini, sarà pure determinato in che posizione ci troveremo nei riguardi della diocesi. Pare che Roma (a Lui che faceva la quasi proposta di farci indipendenti) abbia risposto: “Sono ancora pochi… Si vedrà più tardi”.

La consacrazione di Mons. Thiry non è fissata perché non sono ancora giunte le bolle. Se Mons. Thiry si fermerà a Nagasaki, forse risiederà in Seminario, che pare rimarrà affidato per qualche anno ancora ai PP. delle Missioni Estere.

Corollario: suggerisco quindi di non fare innovazioni senza prima aver udito il Vescovo. Perciò ad es. è di parere di attendere per la pubblicazione del giornaletto ideato (che ritiene utile sotto tutti gli aspetti).

3) L’idea del noviziato a Tano sembra gli arrida date le condizioni speciali del momento. Pregò però non desistere della ricerca di altri luoghi che fossero opportuni per lo scopo. Così per quanto si era parlato sulla questione degli studi ho incontrato la sua approvazione. Informazioni prese da Lui a Tokyo danno la possibilità della frequenza alle scuole dello Stato anche come semplici uditori, pare con qualche buon risultato.

  1. Quanto all’acquisto di terreni in grande per mezzo di ricchi signori cristiani, purtroppo tali ricchi signori sono scarsi in Giappone e al momento attuale coi fallimenti delle banche, tutti cercano di vendere. Approva la stampa della piccola vita di Don Bosco (che invierò subito al Revisore) ed anche articoli sui giornali per il 31 gennaio. Come pure ottima l’idea di ricordare in forma speciale San Francesco Saverio a Oita.

  2. Non esistono ancora disposizioni sinodali coordinate e pubbliche.

  3. È allo studio la divisione fra Congregazioni dell’Hokkaido; sarebbero desiderati i Salesiani; come pure per una colonia agricola fra i numerosi giapponesi in Brasile (pare certa l’andata di Padre Wakida).


14 Mia conclusione:

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  1. Lavoriamo per il giornaletto raccogliendo materiale in modo che appena sia liquidata la questione della dipendenza o no, si possa iniziare.

  2. Lavoriamo per le vocazioni indigene (studiate anche la questione dei figli di Maria).

  3. Preghiamo, lavoriamo assai e siamo umili.

Vostro

don Vincenzo Cimatti

289 /Giordano Antonio / 1927-10-19 /


al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 19 ottobre 1927

Mio buon Antonio,


Grazie della tua e delle belle notizie: coll’augurio che iniziando presto e bene la teologia, messo un po’ la testa a posto, possa conseguire la tua vocazione sacerdotale e se piacerà al Signore, anche quella missionaria. Se comincerai la S. Teologia, testa a posto veh! E studiala bene: non ne saprai mai troppo. Ti deve servire per avvicinarti a Dio di più – per dirigere le anime – è grave responsabilità: quindi non slondronare.

Dopo tutto non sei più un bambino. Certo che sarà per me la più bella notizia che potrò avere da te: “Ho fatto i voti perpetui!”. Mamma e babbo dal Paradiso certo esulteranno, e chi dopo Dio e Don Bosco vuol esserti padre, giubilerà.

Oh, per quali vie la bontà di Dio ti ha guidato, Antonio mio! È una bella meditazione per te. Coraggio dunque e avanti senza paura. Per le tue cose intime:

  1. Per l’esame di coscienza abituati a farlo visita per visita.

  2. Per la presenza di Dio, piccole giaculatorie nel lavoro.

  3. Osservanza esatta delle regole, specie pratiche di pietà (confessione e rendiconto).

Quanto all’essere matto non lo sarai mai come me, che fin da giovane mi chiamavano “la cima dei matti”… e d’altra parte il mio nome lo dice.

Siamo dunque intesi: lavoro, allegria, preghiera. Non dimenticare chi ti abbraccia e benedice.

Tuo

don Vincenzo Cimatti

290 /Craviotto Vincenzo / 1927-10-25 /


al chierico Vincenzo Craviotto, salesiano



Miyazaki, 25 ottobre 1927

Mio buon Vincenzo,


Non puoi credere quale godimento spirituale provai nel leggere le tue care notizie. Deo gratias di tutto.

Il Signore ti benedica anche di questa carità.

Fa’ pregare i tuoi piccoli per questa missione ed il Signore benedirà anche te di questa carità.

Al mio buon Vincenzo ricordo: “Vincenti dabo manna absconditam et nome novum…”.

Ama Gesù e Maria e fa’ amare Don Bosco.

Ossequia tutti tutti i confratelli.

Tuo

don Vincenzo Cimatti

291 /Merlino Alfonso / 1927-10-26 /


ad Alfonso Merlino, salesiano laico, residente a Nakatsu



[26 ottobre 1927]

Mio Merlino,


Grazie del tuo bigliettino che mi assicurò della tua salute e della tua buona volontà di essere usque in finem un buon salesianetto.

Fa’ lavorare Misao quando verrà e trattalo da fratello, insegnandogli, invogliandolo al lavoro e alla pietà (ad es. prima di lavorare dite la preghiera – se ti aiuta in cucina, durante il lavoro qualche decina di rosario et similia) colla parola e più coll’esempio.

Naturalmente in tutto sempre secondo le direttive del tuo direttore.

Contraccambio di saluti da tutti

Tuo sempre

don Vincenzo Cimatti

292 /Circolare salesiani / 1927-10-26 /


ai Confratelli salesiani Missionari in Giappone



Miyazaki, 26 ottobre 1927

Carissimi,


  1. Nell’ipotesi che ne foste sforniti (come noi a Miyazaki) riceverete da Nagasaki la S. Messa di Gesù Cristo Re.

  2. Vi prego in seguito di aver questa avvertenza per le Ss. Messe (finché non ne avremo un numero sufficiente ad intenzione libera): applicate secondo l’intenzione del sottoscritto, ma se capita di dover celebrare qualche Messa secondo la vostra intenzione, pregate l’altro prete a celebrare secondo la vostra intenzione e viceversa, in modo insomma che non sia interrotta la serie (avendo molte serie di Messe quasi gregoriane) dal Novembre 15 in poi.

  3. Come certo sapete la Consacrazione del genere umano da farsi al S. Cuore di Gesù nella domenica prossima si fa con la formula del Giovane Provveduto (in italiano, latino o giapponese) premesse le litanie.

  4. Partenza per Oshima giovedì alle 5 pomeridiane. Pregate.

  5. Confratelli giunti sani e salvi. Deo gratias delle belle notizie.

  6. Spero che il Signor Don Ricaldone avrà scritto anche a voi (non mette saluti per voi, quindi…), arrivò ieri la lettera.

  7. Per l’esercizio della buona morte di questo mese, due soluzioni (o riunitevi in un luogo a scelta, oppure fate a due nelle singole case). Io lo farò ad Oshima con Don Liviabella e Don Margiaria.

Saluti e benedizioni

don Vincenzo Cimatti

293 /Ricaldone Pietro / 1927-10-28 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Kagoshima, 28 ottobre 1927

Mio amatissimo Don Ricaldone,


Finalmente si è fatto vivo con la sua del 4/10/27. Si temeva da tutti, nonostante le assicurazioni dell’Ispettore, che Le fosse capitato qualche cosa di grosso. Meno male… Anche Lei ha pagato il tributo al calore e ai pirati cinesi… e Deo gratias!

  1. Non so se abbia ricevuto o a Shou-Chow o a Macao lettera in cui le parlavo della ricerca dei terreni e loro prezzi.

Miyazaki. Tano 5-6 (al massimo) per 30 tsubo.17 Urge combinare per una chiesetta e se si crede pel noviziato. Come si fa in queste circostanze? Devo mandare progetto? È occasione splendida.

A Miyazaki per (¥) 10.000 si può acquistare oltre un tan (circa 992 metri quadrati) di terreno accanto alla missione. Ricorda?…

A Tano pare la scuola superiore di agricoltura porti il terzo anno di pratica, quindi la cittadina viene a prendere sviluppo.

Comprando (data la tenuità del prezzo) un po’ più di terreno, in breve giro di anni si può ricavare il fabbisogno per la famigliuola. Clima e acqua paiono buoni. Paesaggio e luoghi per passeggiate splendidi. Tranquillità assoluta. Località a un 25 minuti dalla cittadina.

  1. Le opere nostre in piccolo continuano. A Nakatsu l’oratorietto pare attecchisca bene. Si inizia una bandetta per armonica di cui i giapponesi vanno in giubilo. Don Piacenza operato bene e guarito ottimamente.

A Oita funziona benino per propaganda tra compagni un circoletto “Savio Domenico”. A fine di Novembre si ha intenzione di fare concerto e conferenza per ricordare S. Francesco Saverio, nel salone massimo della città.

A Miyazaki al solito. Comincia a funzionare anche l’associazione madri cristiane che cominceranno anche a lavorare tra i pagani. Uno dei padri di famiglia mi diceva: “Voi salesiani siete diversi dagli altri padri, che ci dicono: “state lontani dai pagani!”. Voi dite: avvicinateli e attraeteli…”. Cominciano a capire… Longa et arcta est via.

Per la lingua, si capisce, pane quotidiano per tutto il tempo che staremo in Giappone e anche dopo.

  1. Grazie per tutte le altre indicazioni.

  2. Stasera con Margiaria e Liviabella mi imbarco per Oshima18 per le feste francescane; vi è anche il Delegato con cui giorni fa ebbi colloquio per più ore a Kagoshima.

  3. Non sono ancora erette le due nuove diocesi.

  4. Quindi non si sa a chi saranno affidati i salesiani (a quesito fatto da lungo tempo a Roma, pare che abbia detto: “Ora i Salesiani sono ancora troppo pochi per essere indipendenti… è troppo presto!”. Quindi in molte iniziative propostegli disse: “Aspettiamo il Vescovo”. Approvò incondizionatamente il già fatto.

  5. Mi permetta che insista sulla questione del personale. Lei sa in che condizioni ci troviamo per la lingua. Ho già due cristianità in via di formazione e promettenti assai (50 l’una e 30 l’altra) e già bisogna sdoppiarsi pel servizio religioso, almeno mensile. Non mandando anche solo due o tre significa un anno perduto, perché per essere nelle condizioni di lavoro anche minimo fruttuoso occorrono non meno di due anni. Lei ha constatato che in Giappone arriviamo un 40 anni dopo e come lunga e scabrosa sia la via; perciò veda un po’ almeno in gennaio di far imbarcare qualcuno di quelli che sono già designati pel Giappone. Non domando se non quanto domandava S. Francesco Saverio (e vorrei avere la sua santità e forza per riuscirci come riuscì Lui ad ottenerlo) “me ne mandi tre per anno”.

Rifletta, amatissimo Sig. Don Ricaldone, e per il bene che ha dimostrato di voler al Giappone, venga nella decisione di accontentarmi almeno in parte. Lei può farlo: lo voglia!

  1. Quanto al Cimatti futuro… Oh, amatissimo Don Pietro, non è per me, è per la mia anima e per l’amata Congregazione che parlo, e per le anime. Mi lascino tranquillo a lavorare colla scopa in mano, e nella libertà di muovermi, non a servizio d’etichetta complimentosa, ma colle povere gambe e braccia che Dio mi ha dato. Ma che cosa vuole bardare di fiori e di bleu un asino? (Lo leggevo proprio stamane su S. Francesco di Sales), è sempre un asino, nei riflessi miei con questo di peggio, che non mi ci trovo e dopo tutto, se sono così… ipse fecit nos et non ipsi nos. Ho la ferma convinzione che Don Bosco e Don Rua avrebbero fatto così, come Don Cimatti fa. Lascino questo romagnolo nella libertà dei figli di Dio.

  2. Per ora basta. I confratelli tutti bene materialiter e moraliter. Cerchiamo per il 31 Gennaio di attuare il programma minimo propostoci in questo primo anno: “Conoscenza ed avvicinamento dei cristiani a noi affidati – relazione esatta dello “status animarum” (che non c’è o è incompletissimo). Col 31 Gennaio spero uscirà l’opuscoletto su Don Bosco e l’opera sua. Sono in costruzione il Vangelo unificato e Savio Domenico – e subito il regolamento per i cooperatori. Al prossimo anno vedremo. Già presi gli accordi col Delegato per la vita di Don Bosco e (quando sapremo di chi siamo) scorrerie nelle isole per le vocazioni. Pel secondo se non ci sarà già il seminarietto per noi almeno 6 bisogna che entrino in Seminario per conto nostro (Yen 20 al mese… Deus provvidebit!).


Ho interpretato il suo permesso e dietro richiesta insistente di P. Bulteau ho elevato il vitalizio a 1000 Yen, ma credo che colle disposizioni d’animo suo avremo molti condoni.

Ed ora un abbraccio nel cuore di Dio e avanti sempre: “un po’ di umiltà…”. Lo dica poi al bravo Garbellone.


Preghi per noi e pensi al Giappone, non in teoria, ma in pratica.


Tutto suo

don Vincenzo Cimatti

294 /Rinaldi Filippo / 1927-10-28 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Miyazaki, 28 ottobre 1927

Amatissimo e Reverendissimo Sig. Don Rinaldi,


Si avvicina la fine del mese che con Don Margiaria e Don Liviabella passerò a Oshima per le feste francescane, con la presenza del Delegato e per grandi concerti.

Notizie generali sulla nostra situazione di lavoro invariate dall’ultima mia. Attendo consigli ed ordini per l’acquisto dei terreni. Al ritorno invierò altro con un po’ di relazione pel Bollettino.

Mi preme ora dare qualche notizia del sottoscritto e dei confratelli.


A OITA tutti bene in salute materiale e morale. Il lavoro non manca e vi è bene a sperare. I piccoli pagani lavorano tra compagni e nelle famiglie. In progetto una conferenza su S. Francesco Saverio con musica nella gran sala di Oita.


NAKATSU: Piacenza guarito assai bene. L’oratorietto è ben avviato. Si proverà a mettere su una bandetta per armoniche a bocca, tanto apprezzate dai giapponesi. Tutti bene materialmente e spiritualmente. Avevano bisogno di un giovane per servizi di casa. Ho trovato un ragazzo di Miyazaki che lavorerà volentieri coi salesiani. Chissà!


MIYAZAKI: tutti bene. Qualche scatto tra Don Cavoli e Guaschino, ma ora va bene. Continua e si moltiplica il lavoro: scrivo anche al Sig. Don Ricaldone (abbia la bontà di leggere l’acclusa): occorre pensare e realizzare l’aiuto, dato le difficoltà di lingua e l’ambiente. Insisto dunque e anche Lei dica una buona parola pel Giappone.

Vengono formandosi due nuove cristianità con buone speranze di conversioni. Su, su… un po’ di fede, amatissimo Sig. Don Rinaldi! Anche a Miyazaki va accentuandosi (qui è più difficile per la presenza dei cristiani) il contatto coi pagani fanciulli e giovanotti. Deo gratias!


Il sottoscritto al solito:

  1. Salute buona per tutti gli aspetti.

  2. Lavoro e studio finché si vuole, qualche momento di incertezza nell’occupazione del tempo;

  3. Pratiche di pietà in comune, regolari, quando devo farle da solo in qualche occasione mi riescono maluccio.

  4. Regole e Ss. Voti: nulla di speciale.

  5. Carità, mi pare, con tutti. Certo non so comandare. Qualche confratello me l’ha già detto; è da 30 anni, che nonostante la superbia, ne sono intimamente convinto.

  6. Inconvenienti, per ora, non ne vedo.


Eccole, mio buon papà le notizie sommarie. Voglia benedirmi e, l’avvicinarsi della festa dell’Immacolata porti a noi la forza di essere tutti degni figli di Don Bosco e specialmente chi lo desidera più di tutti.


don Vincenzo Cimatti, salesiano

295 /Amerio Franco / 1927-10-31 /


al chierico Franco Amerio, ex-allievo di Valsalice, musico




[31 ottobre 1927]

Mio buon Amerio,


Spero ti arriverà questa mia per augurare ai musici:

  1. Buona S. Cecilia. Dirai loro che in quel giorno specialmente li ricorderò. Non lasciar perdere la tradizione di Don Bosco: festicciola piccola, sia pure, ma ci sia… Accordati col Sig. Direttore.

  2. Fiat, Domine, cor meum et corpus meum immaculatum” così preghino cotidie.

  3. Cecilia quasi apis argumentosa” così imitino la santa.

  4. Minaccio di andare a Tokyo per un concerto. Al ricevere questa mia: (d’accordo col Signor Prefetto e in caso mandate nota a Don Anziani) spediscimi:

  1. Antologia (copie una) di quella che conteneva Palestrina…

  2. In archivio c’è “Lauda Sion” ed una raccolta di canti (non so più che autore). Guarda se vi trovi dei mottetti a S. Francesco d’Assisi, copia e manda. Fa’ presto perché quasi certo il concerto è al 4 di Dicembre. Mi preme musica vecchia, classica e possibilmente su S. Francesco d’Assisi.

Anno buono, fecondo di lavori e di frutti. Saluta omnes… di quelli che conosco.

Ti benedico e abbraccio.

Tuo affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti


P.S. - Unisco per l’Immacolata.

296 /Circolare salesiani / 1927-11-9 /


ai Confratelli salesiani Missionari in Giappone



Miyazaki, 9 novembre 1927

Carissimi,


  1. I confratelli ritornano un po’ stanchi ma pieni di meriti pel bene fatto che vogliamo sperare si riverseranno anche sulle anime della nostra missione. I confratelli racconteranno i particolari.

Mie impressioni:

    1. continuano anche per i francescani (della Pref. Apost. di Kagoshima) le difficoltà di lingua: hanno però molto zelo, semplicità, carità e santità,

    2. molta libertà nel tratto, da non imitarsi da noi.

    3. Gli isolani sono di carattere molto semplice,

    4. anche gli apprestamenti di tavola (molto uniformi) abbondanti (credo però solo dovuto alla presenza di ospiti),

    5. trascurato il confort per dormire.

    6. Non molta preparazione nelle cerimonie tanto in chiesa che fuori e nel pranzo solenne cogli ospiti.


Ho accennato a nostro ammaestramento qualora dovessimo trovarci in analoghe circostanze. Ma è davvero da lodare Dio del gran bene che si fa.

  1. Bisognerà assolutamente concretare la questione dei terreni (località, prezzi, possibilmente su una carta topografica, indicare, è il momento per inviare a Torino).

  2. Non dimentichiamoci di tener d’occhio le vocazioni – o gioventù per i lavori di casa e per arti e mestieri – o buoni cristiani con titoli (per certe materie basta la licenza di scuola superiore).

  3. Specialmente attenti al freddo – prendere tutti i riguardi affinché la sanità non sia lesa.


Preghiamo le anime del Purgatorio che ci ottengano la santità della vita.

Vostro

don Vincenzo Cimatti


P.S.

  1. I confratelli hanno fatto a me il rendiconto mensile. Tutto bene ringraziando il Signore e bene animati al lavoro.

  2. Spero oggi concludere il contratto definitivo pel cimitero cristiano (di Miyazaki). Deo gratias anche per questo.

  3. S.E. il Delegato desidera visitare Nakatsu e Oita (non intende far visita ufficiale, ma vedere le case), ad ogni modo se ci sembra non difficile il contatto con le autorità invitandole ad una modestissima colazione o simile o andando a far visita – non conosco l’etichetta – sfruttate l’occasione. Specialmente a Oita pei festeggiamenti di S. Francesco e pel concerto può essere utile. Non sarà male che Don Piacenza si informi del tempo preciso in cui S.E. è dai Trappisti e combini. Intanto Oita concretizzi definitive il programma e quando S.E. è a Nakatsu vada qualcuno per determinare con precisione le cose.

Così pure sull’opportunità di invitare qualcuno dei Padri viciniori a queste manifestazioni e per tutte le altre cose, fate con tutta libertà, sempre nei limiti della nostra povertà. Oita pensi per tempo alla questione alloggio.

297 /Rinaldi Filippo BS / 1927-11-10 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



[circa 10 Novembre 1927]19

Reverendissimo Signor Don Rinaldi,


Completo i preliminari iniziati altra volta sulla storia del Giappone.

Basta visitare qualsiasi museo d’antichità giapponesi per convincersi che anche per la storia del Giappone si verifica quanto è noto per tutte le antiche civiltà. Studiando l’archeologia preistorica del Giappone non è il caso di pensare a caverne come in Europa. Le formazioni geologiche del Giappone sono alluvioni, rocce eruttive, formazioni vulcaniche, tufi, derivati. I depositi preistorici disseminati in tutto il Giappone (costituiti da ammassi di conchiglie, ossa di cervi e cinghiali, asce di pietra liscia e tagliata, punte di frecce o di giavellotti, e soprattutto vasi di forme caratteristiche e ben decorati) denotano la presenza di una razza antichissima (gli Ainu), disseminata in tutto l’Arcipelago, che viveva in buche scavate nel suolo, ricoperte di un tetto fatto con rami intrecciati a canne e ricoperte di motte d’erba.

I prodotti della pesca, della caccia, della frutta spontanea erano il nutrimento di questi primi abitatori del Giappone. Ben formati di persona e specialmente del sistema peloso ben sviluppato con folta capigliatura e barba. Non vi è dato di sorta per determinare le loro credenze ed abitudini religiose. Attualmente i rappresentanti degli Ainu, ridotti a poche migliaia, sono nella parte Nord dell’Hokkaido (Yeso) ed anche fra di essi è penetrata la luce della fede.

Accanto a questa razza, se ne venne formando un’altra detta YAMATO che sarà il fondo della popolazione dell’isola centrale del Giappone. A differenza della prima, questa popolazione sa forgiare il ferro, sa fabbricare i vasellami, è abile nella tessitura e oltre che della caccia e pesca, trova il suo nutrimento anche nei prodotti dell’agricoltura.

I resti di questa nuova civiltà (vasi, statuette, ornamenti, armi, frecce, ecc.) sono conservati in camere sepolcrali solidamente costruite con pietre e ricoperte di terra, formanti una collinetta (abbondanti specialmente nel Kyushu). Da qual luogo siano emigrate queste due razze, che risultano chiaramente aver avuto la loro primitiva dimora nel Giappone, non è assodato: sono però certo di origine asiatica e più propriamente dell’Asia del Nord (razza uralo-altaica o razza nuova della Siberia).

I raffronti tra i costumi, lingua, industria e credenze religiose (culto degli spiriti) di questi popoli asiatici del Nord coi costumi, industria, lingua e credenze religiose antiche dei giapponesi ne fanno più che sufficiente assicurazione.

Finalmente, provenienti dal Sud, si aggiunsero a queste due, anche razze protomalesi e malesiche mescolatesi, incrociatesi in ogni senso, avrebbero formato il tipo definitivo del Giapponese. Specialmente le razze abitanti il Kyushu per ragioni di commercio e pesca entrano ben presto in relazione colla vicina Corea e quindi con l’ambiente cinese, del quale poco a poco subiscono l’influsso. È in questo stato di cose che JIMMU TENNO partendo dal Hyuga conquista il Giappone; conquista che viene ultimata secondo la cronaca ufficiale l’11 Febbraio dell’anno 660 A.C., data della fondazione dell’Impero e solennizzata annualmente col nome di “Kigen-setsu”.

Il Giappone sotto il governo del conquistatore e dei suoi successori viene organizzandosi solidamente nel campo amministrativo (divisione in distretti), e sociale (le caste dei nobili, del popolo, dei servi), e per mantenere le posizioni conquistate non sdegna di ricorrere anche alla grande arma (?) della religione. Ed è specialmente su questo fondamento su cui è imperniato tutto il complesso di idee che fu tramandato dapprima oralmente da una gran corporazione di narratori (kataribe). La narrazione orale, trasmessa da padre in figlio, declamata nelle grandi assemblee di feste, pur venendosi ad arricchire di particolari episodi fantastici, rimane fondamentalmente la stessa.

Più tardi tali idee vengono raccolte in due libri, il KOJIKI (712 d.C.) e il NIHON SHOKI (720 d.C.). Sono le sole fonti giapponesi che restino dei tempi primitivi.

E finalmente allo scopo di perpetuare e salvaguardare la tradizione, JIMMU TENNO e i suoi successori organizzarono pure le istituzioni religiose. La religione ufficiale mise alle dipendenze della Dea del Sole tutte le diverse Divinità delle zone mano mano conquistate; furono conservati i luoghi di culto; coloro che esercitavano una funzione sacerdotale furono associati in una unica corporazione gerarchica che eseguiva funzioni, cerimonie religiose ben determinate sempre in nome dell’Imperatore.

Mi pare che la conoscenza di questi cenni preliminari, indispensabili per poter comprendere un poco la mentalità giapponese dal punto di vista sociale e religioso, fosse necessaria. Le discussioni sulla cronologia di tutti questi avvenimenti (v’è chi fa risalire a migliaia di anni o a centinaia avanti Cristo. V’è chi fa discendere di centinaia di anni dopo la venuta di Gesù C.) lasciano immutate le direttive mentali nel campo sociale e religioso di questo popolo caratteristico, e proprio in queste direttive trova il fulcro della sua compattezza e della sua grandezza, quale appare di fronte alle altre nazioni.


Amato Padre, torno ora dall’isola di Oshima, la cui evangelizzazione è affidata ai Padri Francescani del Canada. Insieme ai cari confratelli Don Margiaria e Don Liviabella abbiamo portato il nostro modesto contributo musicale per onorare Gesù Cristo Re, che per la prima volta era portato processionalmente in trionfo per le principali città dell’isola. E Gesù fu onorato dai cristiani, e anche dai pagani che dimostrarono un contegno correttissimo in queste solenni manifestazioni, e pur non conoscendo Gesù, molti di essi lo onorarono anche prestandosi all’ornamentazione delle vie e a mantenere l’ordine pubblico.

Fatti dimostrativi che dimostrano come – sia pur lentamente – ma nettamente, gran parte di questa cara nazione va polarizzandosi verso Gesù, re e centro dei cuori. E all’ultima processione a Nase, centro più importante dell’Isola, proprio per quelle stesse vie che avevano risuonato agli evviva di gioia per la visita dell’Imperatore, stipate di gente poco tempo prima una folla devota di cristiani tra l’ammirazione di migliaia di pagani, cantava le lodi al re dei secoli, a Gesù portato in trionfo dal rappresentante del Papa S.E. Mons. Giardini, che passava benedicendo, mentre noi sacerdoti con voce commossa cantavamo “Illuminare qui in tenebris et in umbra mortis sedent”.

Affrettino questo avvento le preghiere e gli aiuti di tutti i nostri buoni confratelli, allievi e cooperatori e la sua speciale benedizione, amato Padre, per i suoi figli del Giappone.

Devotissimo

don Vincenzo Cimatti




298 /Marchisio Carlo / 1927-11-13 /


a Carlo Marchisio, ex-allievo di Valsalice




Miyazaki, 13 novembre 1927

Mio Carlo,


Ti ho ricordato il 4 p.p. e non puoi credere la gioia provata nel sapere della tua professione, delle buone notizie della salute e del trovarti alla Moglia.

Non pensare alla responsabilità: pensa a fare quanto sai per il tuo dovere secondo le direttive dei superiori; sono essi che hanno la responsabilità, non tu. Tu l’hai quando fai di tua testa.

Allegro! S’avvicina la festa dell’Immacolata… Tu ricordi Valsalice e la Compagnia, certo. Per noi Salesiani è la festa della nascita. Passala bene e impegnati per farla passare bene ai novizi.

Non ti raccomando che questo:

  1. Calma e allegria di spirito

  2. Obbedienza

  3. Preghiere per Giappone.

Godo pure delle buone notizie di casa. Saluta tutti.

Ti abbraccio e benedico nel Signore.

Tuo

don Vincenzo Cimatti


Ti prego citius di far pervenire l’acclusa a Bava.

299 /Grigoletto Giuseppe / 1927-11-16 /


al chierico Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice




Miyazaki, 16 novembre 1927

Mio Grigolo,


Grazie della tua che mi reca consolazione somma, essendo il pensiero tuo di grande conforto per l’assicurazione delle preghiere che fai. Ti raccomando solo non perdere tempo a rifare lettere per me, che non vale la spesa. Sta’ certo che leggo anche tra le righe.

Godo dei progressi che fai in “kana”. Permetti però… Il mio riverito nome si scrive così…

Ho scritto a Don Tonelli perché mi mandi il vocabolarietto (perché non mandi qui, che ne abbisogniamo come il pane?). Mandami pure l’indirizzo del Prof. Balbi che ho alcune proposte da fargli.

La lingua giapponese non deve spaventare: è difficile, molto difficile, né tutti potranno possederla a perfezione, ma non è impossibile. Quello che occorre è:

preghiera

tenacia di lavoro

pazienza longanime

santità di vita.

Grazie per la preghiera speciale a S. Francesco… Oh, possiamo averne nella pratica della vita, il cuore. Continua a pregare e a far pregare per noi: è conditio sine qua non e tu puoi essere vero missionario in questo modo.

Le interdizioni mediche il buon Dio le permette, quando non lavoriamo con ordine; lavora sempre:

  1. secondo l’obbedienza

  2. secondo l’orario

  3. mai di notte

  4. sempre prendendo il debito riposo e diversificando le varie occupazioni.

Animo dunque Giuseppe mio, e allegro. Ti autorizzo e ti prego di fare a tutti, tutti, tutti (e specialmente agli amati Don Delfavero, Don Ciprandi, Don Colombo) i miei saluti, auguri e preghiere per le sante feste natalizie.

A te, zuca baruca, fila dritto secondo la regola e niente paura.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

don Vincenzo Cimatti


300 /Valentini Eugenio / 1927-11-21 /


al chierico Eugenio Valentini, suo ex-allievo



Miyazaki, 21 novembre 1927

Presentazione di Maria

Mio buon Eugenio,


Non so quale sia il tuo santo. Buon Onomastico per te quando viene. Ce ne sono vari in questo tempo. Ho letto e postillato la tua del 9/9/27, ed ora aggiungo qualche impressione, al solito franca e leale.

  1. Mi pare di leggere fra le righe: a) troppa preoccupazione di santità, b) che pensi che la perfezione sia per te un qualche cosa sopra alle regole pratiche di vita salesiana (sarebbe un errore grave).

  2. Se non stai attento e se non ti imbevi di S. Francesco di Sales (mi permetto di insistere) temo che la tua santità diventi di peso o uggiosa per chi la vede e che quindi per buona in sé e per te, non vada bene per gli altri: e noi dobbiamo essere soprattutto apostoli. Ottima scelta nel santo Don Faccaro come confessore e direttore spirituale.

  3. Per le vocazioni: a) preghiera, b) sii modello di vita salesiana, c) indica nei rendiconti i giovani che ti sembra… La sterilità di tanti terreni deriva da tante cose imponderabili e difficili, ma non credo sia sterilità di fatto, ma solo relativa. È come da noi in Giappone. Una grande parte della nostra missione, a detta dei missionari, è terra di maledizione. Grazie a Dio si sono già avuti battesimi di pagani. Oh, preghiamo, lavoriamo salesianamente; come per i terreni non può parlarsi di sterilità assoluta, così per le vocazioni.

  4. Le opere del Faber! Per quelle che conosco (non molto) belle, ottime ma non salesiane. A Piova un anno ad alcuni confratelli cui il santo Don Piscetta dettava gli esercizi, e Lui pure li faceva, si era scelto il Faber come lettura. Un giorno Don Piscetta mi chiama a bruciapelo e mi domanda: “Che ne dici del Faber?”. Non so cosa gli abbia risposto, ma mi rimase però incancellabile il suo apprezzamento: “Francamente è un’ascetica difficile ed io non la capisco. Oh, noi Salesiani abbiamo l’ascetica di Don Bosco, molto più accessibile, facile e pratica per noi!”. Per me preferisco San Francesco: capisce di più il cuore; forse l’altro più la testa.Ti formerai una perfezione più alla portata di tutti, dei giovani e più adatta al tuo cuore e alla tua anima, insomma più salesiana.

  5. Strenna per quest’anno: “Gesù lavora per te, con te, in te”. Renditi familiare questo pensiero aggiungendovi la recita posata del Pater. Eccoti i miei auguri natalizi e di Capodanno.

  6. Direi non solo il giornale dello sport, ma anche altri giornali (pensa alle regole). Per te è perdita di tempo, del resto.

  7. Certo che per ricordarti non ho bisogno di foto: mandamela. Ci farò sopra un po’ di studio alla Lombroso o alla Ferri e ti dirò i risultati.

  8. E infine prega prega prega per me perché il buon Dio mi aiuti a salvarmi l’anima e a salvargli anime: non desidero altro. Ti abbraccio nel Signore e ti benedico con tutta l’anima. Presso Gesù.

Tuo e sempre in tutto affezionatissimo

don Vincenzo Cimatti20


  1. A risparmio e perché non perda queste direttive di vita che potrebbero interessarti, postillo e a parte scrivo.

  2. (Propositi generali: vincere la sensualità, ecc…). Rileggi con frequenza il nostro “regolamento”.

  3. (Pratica dell’umiltà… penserò che in casa sono l’ultimo). Più semplicemente: “contraria contrariis curantur”. Ad ogni atto di superbia uno di umiltà… Motivi ce ne sono un mondo.

  4. (Per cacciare il troppo zelo… fare il bene dove, come, quando a Dio piacerà…). Optime. La forma pratica: fare bene il proprio dovere e pregare.

  5. (In relazione ai pensieri e movimenti verso le creature…). Quando si suscitano pensieri al riguardo: “Ipse fecit nos, et non ipsi nos”! Bene omnia fecit. Via! Se uno è bello non puoi dire sia brutto. Riferisci a Dio e il fuoco si spegnerà.

  6. (La difficoltà che più di ogni altra temo è il far brutta figura). Il Signore ti verrà preparando buone prove all’Università. Accetta con amore.

  7. (Propositi per vincere la sensualità e l’orgoglio…). Calma e dolcezza, preferirebbe San Francesco “cacciare prontamente i pensieri… imponendosi una forte penitenza”.

  8. (Non parlare di me in nessuna occasione…). Fare con naturalezza.

  9. (Tenere gli sguardi dimessi nel passare…). Abbiamo gli occhi per vedere, non per guardare… (Non prendere mai nulla fuori pasto). È regolamento.

  10. (Non toccarmi, né lasciarmi toccare… e se mi avviene, castigarmi assai severamente, secondo il parere del mio confessore…) [la sottolineatura è di Don Cimatti]. Bene.

  11. (Ogni mese domanderò al mio direttore che mi permetta di fare qualche penitenza esterna). Non è però necessaria.

  12. (Parlerò subito al mio direttore quando sentirò il minimo moto di simpatia verso qualcuno, e poi agirò contro, secondo il suo consiglio). Optime.

  13. (Pensiero che d’ora innanzi dovrà occupare la mia mente al mattino…). Se non la sai, impara la preghiera iniziale dei nove uffici. Eseguisci il regolamento.

  14. (Ogni giorno farò almeno un atto di umiliazione, che prenderò dalle circostanze… se no bacerò la terra prima di coricarmi…). No! Uno ad ogni atto di vanagloria. Occasioni? Dei milioni ce ne sono!

  15. (Mezzi per salire al più alto grado di perfezione…). Osservare la regola.

  16. (Mortificazioni… non appoggiarmi…). Sempre senza dare nell’occhio però. Meglio sedere comodi se in altra forma distraesse altri.

(Sto facendo le pratiche per l’iscrizione all’Università… I sogni e desideri superbi di un tempo si attuano: ma prego ogni giorno il Signore affinché non abbia da fare altro che la sua divina volontà…). Il desiderio è buono, che ti dà modo di trafficare i talenti avuti. Usane bene.


301 /Ghetti Giorgio / 1927-11-29 /


a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore



15 Miyazaki, 29 novembre 1927

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Illustrissimo Signor Dottore,


Le prossime feste di Natale e Capodanno le portino il mio riconoscente saluto, l’immutato ricordo e la continua preghiera; per Lei, per la sua Signora, per i suoi figli.

Sto sempre bene come spero di loro tutti. Il lavoro va crescendo e moltiplicandosi. Confido quindi nell’aiuto e nelle preghiere dei buoni e soprattutto sue e degli angioletti suoi.

Ossequi al cognato e famiglia, mentre l’assicuro del continuo quotidiano ricordo.

Tutto suo:

don Vincenzo Cimatti








302 /Rinaldi Filippo / 1927-12-1 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani


16 Miyazaki, 1 dicembre 1927

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Venerabilissimo ed amatissimo Padre,


Sono ad Oita per le feste di S. Francesco Saverio, presenziate da S. Ecc. il Delegato Apostolico che accompagnerò a Nakatsu (non conosceva ancora queste due residenze) e poi andrò a Nagasaki (così mi consiglia il Delegato stesso) per la consacrazione di Mons. Thiry, nostro nuovo Vescovo.

Dagli “Acta” avrà veduto come Miyazaki-Oita sono affidati alle Missioni Estere di Parigi e quindi noi siamo ancora “ben lontani dalla meta… Meglio così… C’impraticheremo; metteremo molta acqua sul fuoco; ritarderemo molte cose… Se così avviene è certo per volere di Dio e così sia. Ho parlato col Delegato per avere direttive, perché mi preme che lo spirito di Don Bosco sulle relazioni colle autorità ecclesiastiche sia perfetto. Ed il sottoscritto non avendo mai fatto questo mestiere, mastica assai poco.

Quali obblighi abbiamo noi? C’è un libro al riguardo? Certo per l’andamento morale della cristianità, per le relazioni morali da compilarsi, ecc., per le facoltà che Monsignore vorrà concedere (dice il Delegato) bisogna dipendere.

Domandavo: “Vorrà entrare nella questione amministrativa? Per riparazioni, ecc. riadattamento di locali utili al nostro lavoro, ecc. ecc.? Queste benedette case, questa proprietà di chi è?” Mons. Delegato pensa che Mons. Thiry non vorrà certo immischiarsi in questo genere di cose… ma ripeto: “Don Cimatti che non capisce niente di queste cose, desidera direttive per non intralciare nulla”… Il Delegato conclude: “I francescani hanno aspettato cinque anni ed avevano dal Vescovo carta bianca”. Lo pregai a tastare il terreno, ed intanto anche Lei mi dica quid facere.

Prefetto Apostolico di Kagoshima è P. Egidio Roy, superiore attuale dei francescani.

Le rinnovo finalmente qualche raccomandazione:

  1. Il Delegato – sia pur ridendo – batte sul solito chiodo di cui vociferano l’Ispettore e confratelli cinesi e forse più lontano. “Don Cimatti, eh! eh!…” Lei conosce questo povero uomo e questa povera testa. Perché avvelenargli inutilmente il sangue? Mi lascino lavorare tranquillo, senza ciondoli e senza abiti da commenda (ma mi lasci dire così)… Guardi! Credo allora sia meglio tornare in Italia.

  2. Dal momento che è desiderio della Chiesa siano separate le autorità, secondo me è meglio che i Superiori pensino a separare subito. Così si lavora sul sodo. Tanto dovremo aspettare ancora qualche anno.

II Decreto è del Luglio 1927. Vuole che nel 1928 la S. Sede, che sentirà il parere del Vescovo (che dirà: “non ho ancora il possesso della Diocesi che già debbo dire: ho tanto lavoro che da solo non posso dirigere? Date pure un pezzo della mia torta ai salesiani!”), poi del Delegato, ecc. “pensi ai poveri figli di Don Bosco!” Se faranno in fretta sarà nel 1929-30 e forse 1931. Deo gratias! Meno responsabilità, ma meno lavoro salesiano, certo. Tutto questo umanamente parlando, perché dopo una risatina cordiale fatta con Lui, le cervellotiche impressioni (che però ritengo fortemente vere) mi lasciarono in pace. Pensando ai cavoli trapiantati: Nagasaki, Fukuoka, forse Kagoshima… Dicono che ci vorrebbero mandare nel Nord… Pensavo alle difficoltà provate da Don Bosco nel fondare la nostra Società, a petto delle quali questi sono ninnoli… E buttandomi in Dio concludo: “Pensateci Voi!”. Dopo tutto se vi sono tutte queste difficoltà, è segno che il Signore le vuole e l’opera nostra ne guadagnerà.

Riassumendo:

  1. Don Cimatti scongiura che non gli si diano cariche onorifiche, ciondoli o abiti speciali: non accetta. Credo che qui il voto di obbedienza non c’entra per nulla. 21

  2. Don Cimatti, fino ad ordini contrari (nonostante le lettere dell’Ispettore Don Canazei) dipende dall’Ispettore.

  3. Don Cimatti prega i Superiori di pensare subito, se si costituirà la Prefettura Apostolica, alle due branche: diocesi e opera salesiana. Don Tanguy, Don Piacenza sono santi, abili, ecc. ecc. Don Cimatti non sa comandare: è tanto evidente la cosa che i confratelli me lo dicono. Che farci? Ipse fecit nos! Sarà (dirà Lei) perché “non sai ubbidire e perché sei superbo”. Sarà anche per questo. Ma penso che per queste cose ci voglia una disposizione naturale che Don Cimatti non ha. Mi lascino dunque soldato sgobbone, che fa il matto sul palco, che suona e canta e balla. Basta di queste incresciose questioni, che tolgono l’appetito, la pace… e mettono in pericolo la salute dell’anima.


Per me personalmente:

    1. Salute ottima.

    2. Studio e lavoro ce n’è fin sopra i capelli, basta volere. Religiosamente mi pare di essere a posto per le pratiche di pietà. Il Signore mi viene talmente facendo toccare con mano la mia miseria spirituale e morale (superbia, cuore, ecc.) che se non sapessi esser cosa buona, ci sarebbe da disperarsi. È anche in vista di questa convinzione evidente che insisto su quanto sopra.

Comodità (di fare le pratiche di pietà c’è: sono allo stesso punto. Vivo desiderio di migliorare. Se devo farle da solo difficilmente… Le faccio meno male. Dall’altro lato il cuore, i sensi reclamano la loro parte e nella zona pagana c’è da stare sempre in guardia. I confratelli, grazie a Dio, tutti bene di salute materiale e morale personalmente – nelle relazioni fra di loro non vedo chiaro, ma si capisce “tot capita tot sententiae…” e nel lavoro apostolico qualcuno vorrebbe fare fuoco e fiamme – i direttori debbono naturalmente moderare, perciò piccoli (come si capisce) urti, contrasti, ecc. Ma se non siam neppure in casa nostra! Sono tutti buoni salesiani però e perciò… Non faccio relazione particolare sui singoli non essendoci particolarità di rilievo e non potendo in questa occasione dilungarmi nei rendiconti (conviene pure si abituino a fare il rendiconto anche ai loro direttori).

Notizie particolari che non ricordo se già le ho dato:

  1. Con Margiaria fui ad Oshima per l’inaugurazione della scuola femminile dei francescani e feste eucaristiche (processione). Tutto riuscì bene, concerti, feste, con gran vantaggio delle anime.

  2. A parte e in lungo più tardi delle nostre feste di Oita e Nakatsu.

Non posso certo concludere senza presentarle a nome dei singoli confratelli e mio auguri cordiali per le buone e sante feste. Voglia Lei avere la bontà di farsi interprete dei nostri sentimenti presso i singoli amati superiori, specialmente il Sig. Don Giulio (se è ancora vivo) e il Sig. Don Giraudi. Certo ogni giorno li ricordiamo.

Voglia benedirci con tutta l’anima e soprattutto benedica chi l’abbraccia nel Signore.

Tutto suo aff.mo


don Vincenzo Cimatti


P.S. - Parlando col Delegato questi insisteva a che insistessi per l’invio di qualcuno per iniziare lo studio della lingua. Lo assicurai delle mie insistenze e rinnovo e ripeto: “Dopo due anni di studio chi ha attitudine allo studio balbettando si fa capire e capisce… prima non è possibile senza danno”. Chiaro? Perciò insisto, insisto, insisto. Devo mandare progetti per il noviziato? E per le Suore? Dunque anime belle dei Superiori, aiutate questo buono a niente, se no…

303 /Ricaldone Pietro / 1927-12-2 /


a Don Pietro Ricaldone, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani



Oita, 2 Dicembre 1927

Mio amatissimo Signor Don Ricaldone,


Alcune notizie fotografiche:

  1. Siamo diocesani di Fukuoka. La provincia di Oita e Miyazaki sono affidate col Luglio 1927 alle Missioni Estere di Parigi (legga sugli Acta…), Lei capisce tutti i corollari. Sarò grato se i Superiori mi daranno suggerimenti, norme, ecc.

  2. I confratelli tutti bene in ogni senso.

  3. Insisto a che mandino qualcuno per lo studio della lingua, subito (con due anni si balbetta, ma si può lavorare). È anche il pensiero di S.E. il Delegato Apostolico. Se no andiamo per le calende greche. Ad ogni modo, se così vuole il Signore, così sia. Che farci? La colpa non è nostra, ma dei Superiori e del buon Dio… E s’aggiustino!

  4. Ossequi da S.E. il Delegato A. che desiderando vedere Oita e Nakatsu si è combinato venisse per S. Francesco Saverio. Domenica 11 a Nagasaki per la Consacrazione di Mons. Thiry.

Mi benedica di cuore con tutta la comitiva che si associa al sottoscritto per ringraziarla ancora una volta del bene fattoci e per augurarle buone feste.

Con affetto

Devotissimo

don Vincenzo Cimatti

304 /Rinaldi Filippo BS / 1927-12-5 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Oita, 5 dicembre 1927


La festa di S. Francesco Saverio e dell’Immacolata


Veneratissimo ed amatissimo Padre,


Abbiamo congedato proprio ora una quindicina di giovanotti della scuola superiore di Commercio di Oita: con una recita hanno chiuso degnamente le feste di S. Francesco Saverio, che i suoi figli hanno celebrato per la prima volta a Oita.

Antefatti. Ad Oita la piccola chiesa è dedicata a S. Francesco Saverio. La città di Oita richiama il periodo forse più saliente dell’apostolato del grande missionario in Giappone. Era naturale quindi che i confratelli, guidati dall’ottimo Don Tanguy, dicessero: “Non lasciamoci sfuggire l’occasione”. Detto, fatto. Si pensa, si concreta, si svolge un programma magnifico, reso più brillante per la presenza di S.E. Mons. Giardini, Delegato Apostolico del Giappone.

Programma d’azione.

        1. Articoli sul quotidiano locale che parlino del Santo, specialmente nei riflessi dell’opera sua a Oita, e preparino la necessaria réclame. Non si poteva essere meglio serviti.

        2. Grande adunata con concerto e conferenza nella massima sala della città. Un valente giapponese P. Makida, grande amico nostro, agli allievi delle scuole nel pomeriggio e a oltre un migliaio di persone alla sera, parlò dell’apostolato di S. Francesco Saverio e di Don Bosco nel propagare Gesù Cristo. Il terzetto salesiano Margiaria‑Liviabella‑Cimatti svolse tra la comune ammirazione uno scelto programma musicate di canto, armonium e piano.

        3. Triduo di predicazione per i pochi cristiani e funzioni solenni nella chiesetta, parata a festa, con intervento anche di molti pagani che seguivano con ammirazione le cerimonie cattoliche.

Nel vedere le precauzioni che doveva usare S.E. il Delegato nell’incedere in mitra e pastorale per non urtare negli architravi, pensavo al nostro Don Bosco, alla prima cappella dell’Oratorio ben più povera di quella di Oita, a Mons. Fransoni che dovette togliere la mitra nell’assidersi sul trono pontificale. Ma assai più consolante per tutti noi era vedere attorno a Gesù un buon numero di fanciulli e fanciulle pagani che cantano le lodi di Dio e di Maria, e pregano, e già studiano il catechismo e domandano con insistenza: “Oh, quando daranno il battesimo anche a noi?”. Mentre quattro fanciulli ricevevano la prima Comunione ed il coro cantava le glorie dell’Apostolo di Oita, le anime dei missionari pregavano con tutto l’ardore possibile, che si rinnovassero a vantaggio di questo popolo la predicazione e i miracoli del Saverio. Non posso però passare sotto silenzio quella che mi parve la caratteristica di questa festa, la collaborazione cioè dei numerosi pagani amici della missione alla buona riuscita della medesima.

Un gruppo di giovanetti pagani è riunito in associazione Circolo Domenico Savio (forse è l’unica nel suo genere in tutta la Congregazione) e lavora assiduamente colla parola, col buon esempio e in mille altre forme per circondare di amici, di conoscenze, di simpatie la Missione. Essi, uniti ai compagni dell’Oratorio incipiente, diedero il benvenuto al Delegato, esprimendogli il desiderio di essere piccoli missionari; cantarono, danzarono, diedero saggio dei loro progressi nel catechismo, prepararono la caratteristica illuminazione.

Le famiglie di questi ragazzi e quelle vicine della Missione andarono a gara per imprestare ai poveri missionari le sedie, l’occorrente per dormire e per i servizi di casa per accogliere il meno indegnamente possibile gli ospiti illustri.

Un gruppo di giovanotti pagani della Scuola Superiore di Commercio, che per prepararsi ad una recita scolastica in lingua francese, col loro professore (un fervente cattolico) usufruirono per le prove dell’ospitalità della Missione, come segno di riconoscenza vollero dare una serata d’onore a S.E. il Delegato Apostolico, riuscita veramente bene.

Come vede, amato padre, sono i pagani che lavorano, che aiutano i suoi figli: per mezzo loro si propaga con la conoscenza della missione, la conoscenza di Gesù, della sua dottrina. Lavoro lento, lavoro continuo di penetrazione, che pervade in ogni più piccolo meato questa povera società che non conosce ancora Dio e i suoi insegnamenti.

Mi permetta un richiamo locale. Uno dei nemici più terribili delle case giapponesi sono le formiche bianche. Questi minuscoli esseri se riescono a stabilirsi in un locale, nel silenzio, nel lavoro diuturno accresciuto a dismisura dal loro prodigioso moltiplicarsi, rodono in ogni senso internamente i grossi travi di sostegno della casa, che può anche improvvisamente crollare.

È con analogo lavoro continuo e imperturbabile accresciuto dal numeroso personale di rinforzo che da tanto tempo attendiamo e che Lei ci invierà presto, che bisogna infiltrarsi, incunearsi in mezzo a queste povere anime, e distruggendo il marcio sostituirvi Gesù Benedetto.

Proprio come avviene nei fenomeni di silicizzazione delle piante: sostituzione di silice particella per particella alla sostanza vegetale. Lavoro di secoli, ma lavoro efficace, duraturo.

In una modesta agape, servita dai giovanotti del Circolo Savio Domenico e che accoglieva attorno a S.E. i figli di Don Bosco esprimevano appunto questa volontà di lavoro. Sia benedetto da Dio e coadiuvata dalla preghiera dei buoni nostri fratelli cooperatori.

S.E. il Delegato essendosi degnato di passare coi Salesiani di Nakatsu la festa dell’Immacolata, si ebbe occasione anche in questa residenza di far conoscere meglio l’opera nostra. E anche a Nakatsu la concorde attività dei confratelli ideò, sviluppò uno splendido programma, che mentre onorava S.E. (era anche il sesto anniversario della sua consacrazione episcopale) ricordava a tutti l’inizio della Società salesiana.

Furono benedette in questa occasione due stanze‑ritrovo per i giovani dell’Oratorio. I nostri cari ragazzi, con declamazioni e canti, espressero i loro auguri e i sentimenti di riconoscenza.

Si fecero visite alle Autorità e alle scuole di Nakatsu, allietando con concerti musicali la numerosa gioventù che le frequenta. Solenni funzioni nella cappelletta raccolsero i pochi cristiani che, come ad Oita, erano commossi e santamente orgogliosi vedendosi fatti segno a tante dimostrazioni di affetto e di tanto onore per la visita di S.E. che essi riconoscono come rappresentante del Papa e che sanno stimato dal loro Imperatore, che recentemente decorava il Delegato Apostolico colla massima onorificenza del crisantemo.

E in questo pensiero si animavano a vicenda alla preghiera, ad un maggior rinsaldamento nella loro fede, ad un più attivo apostolato.

A mezzodì si riunivano in agape fraterna le autorità del paese e alle parole di saluto e di ringraziamento all’inizio del banchetto (i brindisi e i discorsi in Giappone si fanno in principio) dette dall’infaticabile Don Piacenza, controrispose il sindaco di Nakatsu, sintetizzando rapidamente la storia del cristianesimo ai tempi di S. Francesco Saverio in quella zona che contava ben 30.000 cristiani.

Buon augurio di lavoro per noi. Perché dovrebbero essere stati dispersi i semi fecondati dalle fatiche apostoliche e dalla santità di San Francesco? Oh! faccia il Signore che rivivano quei tempi!

A sera il concerto preannunciato attrasse molto pubblico e tra i canti e i suoni e le allegre risate, risuonò la commemorazione della nascita della nostra Società nel giorno sacro dell’Immacolata.

Non vorrei che Lei, i confratelli e nostri amati Cooperatori nel leggere queste scheletriche relazioni pensassero a chissà quali cose grandiose del movimento salesiano in Giappone. Certo sono migliaia di persone e specialmente di gioventù che in queste feste attraverso alla musica hanno udito la buona parola, hanno inteso parlare di Dio, di Maria, di S. Francesco Saverio, di Don Bosco…

Ma sono solo semi sparsi qua e là al sorgere delle circostanze propizie. Quello che importa è che i semi cadano in buon terreno, germoglino e fruttifichino.

E in quest’opera che è la più difficile e la più importante, occorre la preghiera. L’imploro da Lei, dai confratelli, dalla falange degli allievi e cooperatori nostri. Mi reco a Nagasaki per la consacrazione di Mons. Thiry, Vescovo della nuova Diocesi di Fukuoka, da cui dipende la missione in cui noi lavoriamo.

Il grande Papa delle Missioni dona a queste terre un novello Pastore. Per chi ha fede è un grande avvenimento, è davvero un segno d’amore di Dio per queste anime.

Mentre offro al nostro Superiore Diocesano l’omaggio e la promessa di indefettibile ossequio e di lavoro a nome dei Salesiani, l’anima formula l’ardente voto che tutte le pecorelle a lui affidate, docili alla voce del buon pastore si raggruppino presto in uno smisurato gregge che allieti la nostra santa Madre, la Chiesa.

Ci benedica.

Con affetto filiale:

don Vincenzo Cimatti




305 /Marchisio Domenica / 1927-12-8 /


a Domenica Marchisio, madre dell’ex-allievo Marchisio Carlo



Miyazaki, 8 dicembre 1927

Illustrissima Signora Marchisio,


La sua lettera, la sua bontà nell’aiutare con generosa offerta questa missione mi ha profondamente commosso. Non tema per la salute di Carlo. Il Signore conosce il dolore di mamma ed ho la convinzione e ne prego caldamente il Signore, che si tratti di cosa passeggera.

Carlo ha bisogno di non avere preoccupazioni nel campo spirituale (di non volersi cioè fare troppo santo… che già lo è); il resto non gli manca. Lavori con ordine e secondo obbedienza (Carlo sa il preciso significato di queste cose che Don Cimatti a nome di Don Bosco gli ha insegnato e che è preciso suo dovere di osservare).

Lei alla prima occasione glielo dica. È tutta questa la medicina che gli farà bene all’anima e al corpo.

Dunque, ill.ma Signora, fede, fede, fede. Noi preghiamo e il Signore farà il resto. Grazie di tutto e nelle sue preghiere voglia avere un ricordo per questa nostra missione che si trova in gravi difficoltà di ogni genere data la natura del paese.

Ossequi e saluti alle figlie e a quelle buone persone di Busca che in quelle poche ore in cui mi fermai vollero beneficare la missione del Giappone.

Sempre le ricordo con riconoscenza nelle preghiere. A Lei un continuo ricordo specialmente secondo le intenzioni espresse. Ripeto: non tema, abbia fede e Carletto faccia che sa che deve fare. Scrivo anche a lui.

Preghi per il suo riconoscente

don Vincenzo Cimatti



Ottime Ss. Feste. Buona fine e buon principio d’anno.

306 /Marchisio Carlo / 1927-12-8 /


a Carlo Marchisio, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 8 dicembre 1927

Mio Carlo,


È la festa di mamma Immacolata e mentre scrivo alla tua mamma rispondo pure a te.

Grazie delle belle notizie che mi dai specie dei novizi. Quanto alla tua salute di cui mamma è preoccupata, Le ho detto la ricetta che ti comunicherà. Quanto a noi sempre bene. Non par vero: riceviamo sempre notizie dall’Italia di timori per terremoti… Che uomini di poca fede! Ma non c’è Maria A. e Don Bosco? E poi dove siamo noi finora, grazie a Dio, nulla di grave. Quindi pregate non tanto per la liberazione nostra a flagello terremotus, dagli incendi e dai tifoni (che sono i flagelli del Giappone), ma per la conversione delle anime. Dillo a questi novizi “la salvezza delle anime giapponesi è affidata non tanto ai missionari quanto alle preghiere”, perciò… ecco il vero bisogno di questa missione. Al resto ci deve pensare il Signore e ci pensa davvero. Per la calma e… fiat voluntas Dei anche se volesse da te un grave sacrificio. Questa sarebbe la vera santità.

Allegro e buono sempre ed eseguisci alla lettera; la ricetta è: “calma nel lavoro affidatoti, sia dell’anima tua che degli altri, esecuzione della regola”.

Ti abbraccio e benedico e ricambio a te e formulo pei confratelli i più cari auguri natalizi e di capodanno. Manco dire che ti ricordo cotidie.

Tuo

don Vincenzo Cimatti


307 /Rinaldi Filippo / 1927-12-10 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



Nagasaki, 10 dicembre 1927

Amatissimo buon Papà,


La sua dell'11 Novembre mi trova a Nagasaki, dove Monsignore mi ha chiamato per aiutare la parte musicale. Grandi feste! Posso così fare altre preziose conoscenze con questi Vescovi missionari.

Ora certo il Sig. Don Ricaldone sarà ritornato. La Cina non gli ha fatto del male, anche se l’hanno bloccato o arrestato. Noi avremo materia per stare allegri col bravo Ispettore Don Canazei che diceva che il Sud non è pericoloso!

Quanto ai rinforzi giapponesi ritardati, certo che se così succede c’è il suo perché, ed Deus scit. Se Don Cimatti ha insistito è:

  1. Per le pressioni di S. Ecc. il Delegato e di altri missionari che domandano.

  2. Perché più si tarda peggio è, non potendo questi rinforzi essere utilizzati che fra due anni. Lei faccia i calcoli, ed ora è un momento buono perché i giapponesi vedono bene l’Europa, l’Italia.

È un momento buono pure per la religione, perché il Governo la vede bene. Le pratiche per scuole sono lunghissime e per queste, se non vogliamo metterci in mano a soli pagani, ci vuole personale… E poi una cosa è da studiarsi davvero con amore per il bene di questa nazione. Quante verità non si possono scrivere sul Bollettino!

Mi creda, amato Padre, il Giappone dà di volta a tutto andare. L’elemento studenti delle scuole superiori è imbevuto di principi filosofici socialisti e comunisti. La pletora di studenti che affolla le scuole superiori (l’Università di Tokyo ne ha 7.000, quella di Niza 10.000) non trova di che occuparsi – molti entrano nella polizia, e pensare che il Giappone pensa che sarà la polizia che salverà il Giappone… La mentalità giapponese è superficiale, non riflette… e allora? Lei vede certo le conseguenze, che per me vedo chiarissime e non ci vorranno molti anni. L’elemento operaio è formato appunto di questi elementi, da queste mentalità, che piene di amore di sé, si ritengono capaci di tutto e di aver bisogno di nessuno. Mio buon Padre, non tardi. Lei scrive: “Dio va lento, ma non vuole lenti voi”. Gli ho detto in confidenza: “Ma caro Gesù, noi vogliamo andare in fretta, ma se Tu vai lento, e se i Superiori vanno lenti, come posso ubbidire al Superiore che mi scrive: Non vuole lenti voi”?

Credo mio dovere insistere quindi indipendentemente dalla questione del noviziato; mandi qualcuno, prete possibilmente, che non debba pensare che allo studio della lingua.

Quanto alla relazione alla S. Sede l’ho spedita (se non erro) al Sig. Don Tirone come era prescritto tassativamente dalla sua relativa circolare (al delegato delle missioni). In altra occasione farò come mi consiglia: dopo tutto per me è ancor più facile.

Lei dice che invece di 150 missionari ne dovrà inviare mille. Ma abbia fede, mio amato padre, e ne invierà di più.

Per i confratelli nulla di nuovo: tutti un po’ stanchi per i lavori di Oita e Nakatsu. Certo Mons. Hayasaka mi conosce, è stato mio fedele interprete nella grande commemorazione francescana a Kagoshima e spero ci aiuterà molto, pur non essendo della nostra diocesi: conto molto su lui per avere delle vocazioni. Vedrà!

Quanto alle notizie dei giornali di terremoti, tifoni, ecc. Lei stia tranquillo. La nostra zona è difesa specialmente da Maria A. e Don Bosco, non è zona battuta. In casi gravi telegraferei.

Guardino sempre i nomi; se non vede Miyazaki, Oita, stia calmo… ed abbia fede. Riscriverò tornato a Miyazaki. Mi benedica.

Suo

don Vincenzo Cimatti

308 /Sordo Antonio / 1927-12-12 /


al chierico Antonio Sordo, ex-allievo di Valsalice


Miyazaki, 12 dicembre 1927

Mio Antonio,


È proprio un miracolo di primo ordine che tu scriva…, perciò rispondo subito procurando di accontentarti… in quantum possum. Grazie degli auguri che a te, cominciando dal Direttore fino al gatto, intendo di contraccambiare in preghiere speciali per voi. Rispondo per parti alla tua lettera.

  1. Grazie delle notizie di cronaca… ma quei bei mobili di R.I.C.O. non sono capaci di buttare un saluto… han paura che conservi gli autografi? Vedi che bel frutto hanno gli avvisi ripetuti a Valsalice: “scrivete ai missionari”? Vedo Ivaldi che dice; “Tanto da fare!”, Rossi che ride e strizza l’occhio… Perdono a Coalova e Ottone… debbono orientarsi nel nuovo ambiente…

Mi dici: “Vede che il personale formativo dei futuri missionari l’ha formato lei”… Ma che razza di individui ha formato Don Cimatti… il vostro cuore non pulsa per i missionari… Non mi meraviglio! Mi percuoto il petto con forza… Erba del mio orto… Terra dedit fructum suum… Sono scappato dall’Italia convinto che in 30 anni non ero riuscito a cavare un ragno da un buco e che l’opera mia era un guasto continuo…, e voi, poveretti, ne avete subito gli effetti. Perdonatemi e pregate pregate pregate per me. Prego con forza il buon Dio affinché possiate formare davvero dei buoni missionari, non come ha saputo formare Don Cimatti, ma come sapeva formarli Don Bosco.

  1. Auguri per le tue occupazioni. Leggo fra le righe che a tempo perso… inizierai la teologia. Antonio mio, non così. A questa, quando la comincerai, devi dare tutto il tempo necessario: è dovere! Meglio mettere in seconda linea il resto. Se no, sarai un prete per irrisione. Credo di conoscerti fino in fondo all’anima, anche che parlassi poco. Sarai un prete all’acqua di rose e peggio, se studierai la teologia solo permettendolo il tempo. Hai capito, oca?

  2. Bravi! Lavorate per le missioni. È il lavoro più redditizio perché si salvano le anime, anche rimanendo in patria.

  3. Strenna per il nuovo anno, proprio per te: “Unione con Dio con piccole giaculatorie. Rendiconto ben fatto”. Tra i giovani sii allegro, qualche parolina brevissima di esortazione: “Sta’ allegro! Vuoi bene al Signore? Lavora. Sii diligente. Di’ un’Ave Maria per me. Andiamo insieme a far una visita!... et similia. Augura buon onomastico ai tuoi piccoli amici in occasione della loro festa. Bravo, sforzati di dominare il solito nervo e vedrai… Le volte in cui non sai fermarlo è quando pensi che se non c’è la tua direttiva il mondo non va avanti. Sempre così: superbia e rispetto umano. Ce n’è tanto anche di quest’ultimo nel mondo salesiano.

  4. In Italia? Pel Capitolo Generale? Finora non ho ordini. Certo, se verrò, promessa formale di venuta a Penango.

  5. Cartoline illustrate servono nella speranza che arrivi la macchina per le proiezioni: il resto inutile. Per la musica ne ho molta nuova, ma in giapponese e per voi non ha interesse. Unisco un “Tantum ergo”. Mandami parole italiane o che cosa desideri in latino… Che vuoi? Sono solito “a eseguire gli ordini e non voglio sprecare fosforo per sapere o pensare quello che…”.

  6. Vieni pure che posti pronti ce ne sono finché vuoi per te e per quanti…

  7. Se prego per te… ne puoi dubitare? Antonio mio, buon onomastico (se fai quello del porchetto). Allegro, mentre ti prego di fare le mie parti presso gli amici, ti abbraccio e benedico.

Tuo

don Vincenzo Cimatti




309 /Circolare salesiani / 1927-12-16 /


ai Confratelli salesiani Missionari in Giappone



Miyazaki, 16 dicembre 1927

Carissimi,


È l’inizio della cara novena di Natale. Accettate gli auguri cordiali quali ve li vorrebbe fare Don Bosco, quali ve li vorrebbe fare personalmente il Rettor Maggiore. Voi aumentate tutto questo all’infinito e avete un’idea di quanto vorrebbe dirvi Don Cimatti. Prego per voi, penso a voi, il Signore riempia di grazie le vostre anime.

Grazie del lavoro che fate e della carità con cui mi sopportate. Le feste di Nagasaki ottimamente riuscite. Erano presenti tutti i Padri francesi e giapponesi, i rappresentanti degli ordini e congregazioni religiose.

Parlai anche a nome vostro, suonai e cantai (3 concerti)… è davvero il quarto d’ora dei concerti! Deo gratias! Feci preziose conoscenze ed anche colla musica e colle notizie (che tutti conoscono… si vede che ci osservano…) della nostra attività si incomincia a conoscere l’opera nostra. Deo gratias! Rendiamoci degni della stima che hanno di noi. Preghiamo e lavoriamo.

Pregate per me.

Dev.mo

16.1

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16.1.1 don Vincenzo Cimatti

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P. S.

    1. Invio moduli svariati che debbono servire (è desiderio del nostro Venerato Vescovo) per le relazioni ufficiali o fra i padri delle missioni.

    2. Invio pure un po’ di libri. Procuriamo (è dello spirito e della lettera delle nostre regole) di formare poco a poco una biblioteca per i confratelli.

    3. In occasione delle rispettive feste si è iniziata una preziosa esperienza di modi di comportarsi colle autorità, ecc. ecc. Facciamone tesoro per il costumiere.

    4. A principio d’anno ricordiamo obbligatoria la lettura delle regole ecc.

    5. In marzo prossimo colla fine dell’anno scolastico si inizia per molti un tempo di incertezza per… Se possiamo, far qualche cosa per le vocazioni. Buon anno e allegri sempre che il Signore è con noi.

Vostro

don Vincenzo Cimatti


310 /Circolare salesiani / 1927-12-20 /


ai Confratelli salesiani Missionari in Giappone



Miyazaki, 20 dicembre 1927

Carissimi,


  1. Saprete certo della dolorosa perdita del nostro Don Giulio Barberis, chiamato da Dio in Paradiso il 24 Novembre. (Notizia rilevata da Don Piacenza sulla Stampa e da me sull’Osservatore). Preghiamo.

  2. Ho avuto finalmente notizie di Don Garelli da Shanghai, solo e semi-prigioniero e in continuo pericolo. Spero verrà da noi a riposarsi. Preghiamo.

  3. Sarà bene inviare raccomandati ai rispettivi consoli il passaporto per l’annuale vidimazione. Unire i francobolli per il ritorno.

  4. Di nuovo buon Natale a tutti e ai singoli.

Con vero affetto:

don Vincenzo Cimatti



P.S. - La riunione trimestrale è tramandata nella prima settimana di Gennaio. Sarete avvisati in tempo utile. Ad libitum prima o allora l’esercizio della buona morte.


311 /Giordano Antonio / 1927-12-22 /


al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 22 dicembre 1927

Mio Antonio,


Non è possibile lasci passare la data22. Invio a Cavaglià ultimo tuo indirizzo… se arrivo tardi pazienza… sai che ti penso, prego e ti formulo i miei poveri auguri.

Possa divenire un buon salesiano quale desidera Don Bosco ed il Signore. Continua nel bene, nel lavoro, anche se intorno vedi le defezioni… meglio così. L’oro bisogna sia purificato per essere tale ed i salesiani devono essere vero oro puro.

Allegro sempre e sii grande devoto della Madonna.

Mie notizie: le solite: studio, lavoro che si moltiplica, preghiera. Sostienimi anche tu affinché tutto proceda bene, ma specialmente perché salvi l’anima… Tu conosci in parte che bestia sono.

Ossequi ai confratelli e a te mi abbraccio ed una benedizione che ti assicuri ancora una volta dell’ardente affetto che nutre per l’anima tua il sempre tuo

Affezionatissimo

16.1.2 don Vincenzo Cimatti

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312 /Circolare salesiani / 1927-12-31 /


ai Confratelli salesiani Missionari in Giappone




Miyazaki, 31 dicembre 1927

Miei amati confratelli,


  1. Buon anno, ripieno delle benedizioni del buon Dio. Entriamo nel bel mese che ci richiama la cara figura di Don Bosco. Sia un mese di preghiera, di studio della vita del Padre nostro (sermoncini, conferenze, ecc.), di imitazione. A Lui affidiamo le nostre opere incipienti. È il mese di S. Francesco! Non dimentichiamo di implorare da Lui lo spirito di dolcezza e di calma inalterabile.

  2. Grazie delle belle accoglienze fatte ai fratelli.

  3. Unisco notizie della Cina. Preghiamo assai.

  4. Finora nessuna novità dall’Italia. Datevi d’attorno per cercare offerte, e tener vivo e desto colle preghiere e col lavoro il pensiero… alla missione giapponese.

  5. Mons. Roy di Kagoshima ha ricevuto lettera di nomina. Deo gratias! Forse nella prossima settimana mi recherò in un’isola pregatovi dai francescani per esaminare un terreno per colonia agricola. Col tempo pare vogliano affidarla a noi… Pregate! Quel mare non è dei più belli in questa stagione.

  6. Per il 20 Gennaio al più tardi mandatemi una schematica sommaria relazione delle cose più salienti che desiderate faccia rilevare in una relazione. “Dopo il primo anno di lavoro” al Sig. Don Rinaldi.

  7. Probabilmente il Maccono (3.zo) è in stamperia.

  8. È arrivato nuovo vino rosso e bianco (da Messa). Avete posto?, ne avete bisogno? o faccio fermare nei magazzini. Nakatsu specialmente ha la possibilità di ritirare (vetro, locale) il bianco e tenere pronto in bottiglia per gli eventuali bisogni. Quanto (dal consumo fatto finora) prevedete aver bisogno delle due qualità nell’annata? A questo urgerebbe risposta per accordarmi con P. Bulteau.

  9. Lettera da Aden in data 27/11/27 dell’amatissimo Sig. Don Ricaldone: invia auguri pel santo Natale e prega perché possiamo rendere più fecondo il nostro apostolato sulle orme e collo spirito del nostro Vener. Don Bosco. Inoltre:

    1. Per terreni: continuate le ricerche; non abbiate fretta e soprattutto non lasciate capire che volete comprare. Studiate anche il finanziamento: a tal fine accrescete la vostra fede e poi stabilite le linee di un piano con probabilità di attuazione.

    2. Missione e Ispettoria. Non vi sono innovazioni fino alla venuta di un avviso ufficiale. L’Ispettore ha voglia di tenervi allegri e perciò…

  10. Il Signore vi benedica.

  11. Per S. Francesco fosse possibile adunare ad una modestissima agape i giornalisti, dicendo che essendo festa dei giornalisti cattolici nel mondo e vi partecipano per solidarietà anche gli altri… forse è cosa buona.

Vi abbraccio e benedico.

Tutto vostro

don Vincenzo Cimatti




313 /Giordano Antonio / 1927-12-31 /


al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 31 dicembre 1927

Mio Antonio,


Arriverò tardi… ma sempre a tempo perché puoi pensare se in quel giorno Don Cimatti non fu con te.

Grazie della tua che mi ha consolato per le care notizie. Quanto alla fotografia se quel mobile di Bovio fa il matto… Non gli scrivo più… Digli che non si può rubare… digli quattro improperi… e che è già pronta per lui una foto alla prossima, ma prima faccia il suo dovere.

Bravo! Studia bene; la teologia occupi il primo posto e il primo pensiero. Il tuo ottimo Direttore che ben conosco e che è praticissimo in materia ti guiderà.

Bravo, metti giudizio… se no il Giappone non lo vedi… o meglio, non ti salvi l’anima, che vale assai più del Giappone.

Quanto a te, più di essere contento tu, procura lo sia il Signore.

Con Bava sono in relazione. Auguri onomastici ora a me? (5 Aprile): grazie lo stesso specie della preghiera.

Prego per i tuoi voti fino alla morte.

Un bacio per me al tuo Direttore e a te un mondo… capisci!

Tuo

16.1.3 don Vincenzo Cimatti

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314 /Besnate Daniele / 1927-12-31 /


al chierico Daniele Besnate, ex-allievo di Valsalice



Miyazaki, 31 dicembre 1927

Mio Daniele,


Grazie della tua e delle belle notizie… Fra Ferrara, Giordano e te potete fare i tre ladroni… voglio sperare ladroni di anime…

Bravi! Allegri e lavorate… di notte, se volete bene a Don Bosco, no… salvo che lo facciate col permesso dei superiori.

Meglio alzarsi presto. Nel tuo agire non volere preoccuparti troppo dei risultati… lavora, semina, senza altra preoccupazione… Se aspetti me che venga a consacrarti, stai fresco… Non sono stoffa da Vescovo, sta’ certo.

Sapevo dai giornali, di Novara. Preghiamo. Quando verrò la vedrete… ora, sempre vicino al Tabernacolo.

Ti abbraccio e benedico:

Tuo

16.1.4 don Vincenzo Cimatti

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1 Successore è l’Imperatore Hirohito, che rimase sul trono fino al 1989, e prese il nome “Showa”. In Giappone con ogni nuovo imperatore comincia una nuova era, e si computano gli anni dall’anno della successione. Da questo momento quindi comincia il primo anno dell’era “Showa”, e dal primo gennaio comincia il secondo anno. Il computo delle ere nella storia del Giappone diventa una cosa molto complicata anche per loro. Attualmente si usa anche il calendario gregoriano, e ci sono tabelle cronologiche per conoscere gli anni corrispondenti.. Anche in Italia c’era l’Era Fascista che anche Don Cimatti a volte usa nei suoi scritti.

2 Da questo momento i salesiani hanno piena libertà di azione. Don Cimatti parroco, e Don Cavoli viceparroco. Li aiuta il coadiutore Guaschino. Anche gli altri confratelli sono ancora con loro. Prima di separarsi presero una foto ricordo, conservata. Da tener presente che si trovano in Giappone solo da un anno. Fa impressione il coraggio di Don Cimatti, se si pensa alle difficoltà della lingua. Il principio che “per nuotare bisogna buttarsi in acqua” si applica bene anche allo studio della lingua. L’esperienza dimostra che non si impara a parlare coi libri: bisogna avere il coraggio di fare la dura esperienza della vita. Del primo gruppo, Don Margiaria e Don Piacenza possedevano bene il giapponese. Don Cimatti, data l’età avvanzata, era povero di vocabolario e poco sicuro nella grammatica, ma riusciva a farsi capire. In questo i nostri non erano certamente inferiori agli altri missionari.

3 Il Gen. Nobile era arrivato in Giappone pilotando un dirigibile, ordinato all’Italia dal governo giapponese. Tornò poi via nave dopo aver visitato Miyazaki, Fu il primo a raggiugere il Polo Nord in dirigibile.

4 Don Ricaldone era stato nominato Visitatore Straordinario per il Giappone e la Cina. Don Cimatti imita scherzando lo stile onorifico del Giappone usato per i grandi personaggi.

5 Nakatsu, cittadina situata nel punto più a Nord della missione affidata ai Salesiani, sull’Oceano Pacifico. Don Piacenza diventa parroco e Don Liviabella viceparroco. Li aiuta il coadiutore Maccario. Vi era solo una cinquantina di cristiani molto dispersi. Zona di campagna, molto tradizionalista, senza grandi possibilità di sviluppo economico. Nel 1930 divenne sede del primo aspirantato, e poi nel dopoguerra centro di un’opera sociale.

6 Riprodotto sul Bollettino Salesiano del mese di Giugno 1927.

7 Oita, capoluogo di una delle due provincie affidate ai Salesiani, situata sull’Oceano Pacifico. Ne fu nominato parroco Don Tanguy e viceparroco Don Margiaria. Aiutante il coadiutore De Mattia. Oita fu uno dei centri principali del cristianesimo antico fin dai tempi di S.Francesco Saverio. Fu anche la prima diocesi del Giappone, ma il vescovo non vi arrivò mai. Dopo la seconda guerra mondiale ebbe grande sviluppo e divenne diocesi al posto di Miyazaki.

8 Don Liviabella, spesso chiamato con questo nome.

9 Il Gen. Nobile fu a Miyazaki il 28-29 maggio. Ci sono alcune foto commemorative dell’avvenimento. Il giorno 30 Don Cimatti lo accompagnò a Kagoshima da dove partì via nave per l’Italia. Nell’accompagnare lo scritto di Don Cimatti il generale Nobile aggiungeva al. Rev.mo Don Rinaldi:

Rev.mo Padre,

Torno dal Giappone dove negli ultimi giorni feci un viaggio nell’isola di Kyushu per visitare a Miyazaki i Padri Salesiani.

Il ricordo di quella visita è uno dei più bei cari del mio soggiorno nell’estremo Oriente. Padre Cimatti mi incaricò di farle pervenire la lettera che accludo. Colgo l’occasione per presentarle, Reverendissimo Padre, i miei ossequi profondi. Suo dev.mo

Umberto Nobile

10 Bollettino Salesiano, Dicembre 1927, pag. 379.

11 Don Ricaldone arrivò il giorno 7 con Don Canazei Ispettore della Cina, a cui apparteneva anche la missione del Giappone, e vi rimase fino alla fine di giugno. Per Don Canazei fu l’ultima visita al Giappone. Visitarono Tokyo e poi tutte le residenze, ricervendo solenni accoglienze, e lasciando alla fine una relazione dettagliata e parecchie disposizioni pratiche. Ci sono molte foto commemorative. Per l’occasione si fece crescere la barba. Don Cimatti si divertiva a farne la presentazione in giapponese dandogli il titolo onorifico di “Eccellenza”, che in giapponese si dice “Kakka”., a cui Don Ricaldone rispondeva ridendo “pursel !”, ma la gente non capiva.

12 Bollettino Salesiano, Ottobre 1927.

13 Il primo Vescovo giapponese, primo passo per affidare la chiesa al clero indigeno. Ottimo amico di Don Cimatti fu sempre in buone relazioni con lui, accettando volentieri conferenze e funzioni liturgiche.

14 Esami di maturità classica.

15 Sopannome che veniva applicato al ch. Giuseppe Grigoletto, SDB.

1 Ruffini Costantino, fratello di due salesiani: Don Francesco, missionario in Cina, e Don Rinaldo, collega di Don Cimatti a Valsalice, fu allievo di D. Cimatti a Valsalice.

1 Non si conosce il nome della signorina. Era fidanzata di Costantino, e sarà proprio Don Cimatti che nel 1929 benedirà le loro nozze.

16 Questa é la prima circolare indirizzata ai confratelli del Giappone.conservata. Date le grandi distanze e la difficoltà di incontrarsi, Don Cimatti finché fu Superiore della Missione e dell’Ispettoria si tenne in contatto con i confratelli con le numerose circolari in cui comunicava notizie e direttive spirituali per celebrare bene le feste liturgiche e salesiane. Le prime circolari sono scritte a mano e moltiplicate con la carta carbone. Nel 1930 ricevette una macchina dattilografica e allora si “modernizzó” e le batteva a macchina. Di alcune si sono conservate piú copie.

17 Tsubo, misura giapponese, 1,70 x 1,70m

18 Oshima, isola al sud di Kagoshima, dove la chiesa era fiorente. I cristiani, moto ferventi, venivano in buona parte da Nagasaki. Don Cimatti vi tenne una serie di concerti molto bene riusciti.

19 La trattazione riguardante la storia antica del Giappone pubblicata sul Bollettino Sal. nell’ottobre 1928, nella parte conclusiva tratta delle feste nell’isola di Oshima (28 ottobre - 9 novembre 1927). Quindi va messa qui. L’originale non è conservato. Certamente non tutto lo scritto di Don Cimatti venne riportato…

20 Il Ch. E. Valentini in data 9/9/27 da Villa Moglia, dove era andato a fare i Ss. Esercizi Spirituali scrisse una lunga lettera a Don Cimatti. In essa espone i suoi propositi, ecc. Don Cimatti gli rimandò indietro la stessa lettera annotandola. Quanto qui sotto viene riportato tra parentesi e in caratteri inclinati è dallo scritto del chierico, e serve per comprendere il pensiero di Don Cimatti che viene aggiunto.

21 Su questo argomento tornerà più volte anche in seguito.

22 Relativa al suo onomastico.

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