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1.1 622 /Rinaldi Filippo / 1930-8-29 / |
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a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani
Kumamoto, 29 agosto 1930
Amatissimo Babbo,
Sono nell’impossibilità di scrivere colla penna… comprendo la mala educazione… non pensi a sfregi alla dignità del Rettor Maggiore.
Sono qui in attesa del caro Don Torquinst per condurlo a tappe in giro per la Missione. Sta bene. Al 9 Settembre vuole essere a Shanghai (Pekino, ecc.) e poi dal Giappone imbarcarsi per l’America. Cessate le preoccupazioni per la salute di Don Torquinst, il Signore (sia benedetta la mano che percuote e sana!) ci mette alla prova.
Don Piacenza ammalato di stomaco, testa (nevrastenia) e forse nefrite. Don Torquinst lo vuole condurre a Shanghai per una cura radicale. Faxit Deus!
All’ospedale di Oita è ricoverato il ch. Zanarini colpito da tifo. Il ch. B. (nevrastenico) migliorato di corpo, non di testa.
Gli altri discretamente, ma con nervi un po’ tesi, tutti. Il Giappone purtroppo fa questo effetto nei deboli. Supplico i Superiori a tener conto per le future spedizioni. Deo gratias.
Don Cimatti al solito. Ho passato una quindicina di giorni di aridità spirituale, mai provata finora. Sentivo tutta la cattiveria venir fuori… Oh, come sono ancora indietro!… Fiacca e distrazioni nelle pratiche di pietà, assopimenti anche in momenti solenni; nelle relazioni coi confratelli forse cerco le soddisfazioni di me… non sono capace di essere rude e forte, mi pare che finché non avrò tutta la confidenza non riuscirò a dirigerli a Dio, ma in questo il cuore ha la sua parte e le sue esigenze… sono troppo paterno e materno…
Ma come fare, o mio Dio, se Voi mi avere fatto così? È per dirigere a Voi queste anime! Ma faccio bene a far così? Allevo dei buoni salesiani?
Alle volte per strappare certe cose, forse uso mezzi troppo sensibili (mano sulla testa, o sulle spalle, o stringere braccio o mano, qualche pizzicotto, qualche schiaffetto o ceffone, per cacciare il diavolo) che eccitano me e forse gli altri. Ma mi sembra che se non faccio così, non ci sia tutta l’anima, tutto il cuore.
Ho permesso in mia presenza nell’ora di ricreazione qualche grossolanità come ad es. battere per scherzo qualche compagno e cooperarvi, (poi domando pubblica scusa del probabile mal esempio) veda che razza di farabutto è Don Cimatti e penso sempre “Come può il Signore benedire la Missione che ha alla testa simile razza!”. E certo anche le croci attuali sono dovute alla mia insipienza.
“O mio Dio, (prego) fammi scomparire, sopprimimi… Perché debbono soffrire gli altri, se Don Cimatti è la causa di tutto?”.
Perdoni, amatissimo Padre! Gli esercizi sono finiti e mi pare con frutto. Ne abbiamo fatte due mute per dare comodità a tutti senza abbandonare le residenze. Ho abbreviato forse un po’ troppo la lettura in refettorio, e specie nella seconda muta (erano sei confratelli) essendovi anche vari che avevano fatta la prima, non sempre vi fu regolare silenzio nelle ricreazioni stabilite – mi pare però che gli esercitandi abbiano fatto bene le cose.
La prima muta fu predicata da Don Braga e Don Marega. La seconda da Don Cimatti e Don Marega. Alle suore Don Braga e Don Cimatti. Fecero pure gli esercizi le aspiranti suore: predicò Don Cimatti. E ai nostri ragazzi della Compagnia di S. Luigi e aspiranti seminaristi predicarono Don Lucioni e Don Tanguy. Deo gratias di tutto. Per il resto tiro avanti con regolarità. Gli esercizi mi hanno fatto del bene ed oltre al richiamo ai propositi precedenti (pietà e unione con Dio) ho aggiunto un richiamo più forte all’adempimento dei miei doveri come superiore.
Siamo in attesa di quanto stabilirà la Provvidenza per mezzo del Sig. Don Torquinst e di quanto stabiliranno i Superiori pel prossimo invio dei confratelli. Fiat voluntas Dei.
Grazie dell’ultima sua. Il telegramma spedito era perché ero agli sgoccioli e né da Roma, né da Torino si facevano vivi.
Ma la Provvidenza anche in quel tempo è mai mancata – come non manca ora. Se non mi manda subito i milioni per le costruzioni è segno che non è ancora ora e forse è segno (e siamo più nel vero) che Don Cimatti non sa cercarli, e non ha abbastanza fede per meritarli dalla Provvidenza.
In altra le farò un resoconto più dettagliato – e appena partito Don Torquinst di tutto e di tutti.
Per ora mi compatisca, preghi e faccia pregare per i poveri cari ammalati e specie pel suo
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.