Cimatti|Candotti Fausto/1956-1-12

4531 / Candotti Fausto / 1956-1-12 /


al Sig. Fausto Candotti, exallievo di Valsalice, Direttore didattico a Roma



Tokyo, 12 gennaio 1956

Mio carissimo Fausto,


Nel leggerti ho baciato la lettera tua più che carissima, come se mi fossi stato vicino. Grazie della carità che mi hai fatto e del piacere che mi hai procurato. Piacere che forse procurerò a te nel risponderti (cui unisco anche lettera per Osvaldo cui farai pervenire, arrepta occasione e senza disturbo per parte tua, ed anche grazie di questo).

Leggo tra le tue righe più di quello che mi scrivi: ad ogni modo vi vedo in fondo il Fausto mio carissimo di Valsalice, il buon allievo di D. Bosco. Certo le vicende e le preoccupazioni della vita te la rendono agitata – ma, credi, caro Fausto mio carissimo, di Valsalice, richiama te stesso ad una più forte e attiva vita cristiana – mettivi in mezzo di più il Signore, prega di più e vedrai che le tue cose andranno meglio sotto tutti gli aspetti.

Mi parli dei preti, di certi preti… Mio caro Fausto – purtroppo non dovrebbero essere così, ma, almeno esternamente non dovrebbero essere così… Comprendi anche tu… Non è così certo il carattere sacerdotale – e fortunatamente non sono così tutti i preti – come non sono cattivi tutti gli uomini, perché al mondo vi sono dei birbanti, ecc. Oh, che conto dovranno rendere al Signore. Vedi! Puoi fare qualche cosa di bene anche tu per loro, colla preghiera. E se continua il tuo lavoro di insegnante, di educatore, lavora intensamente per formare uomini sani, onesti e buoni cittadini cristiani. Lascia stare il pessimismo, che è la più grande bestia dei giovani (e tu non sei vecchio): perché non sa costruire, ma solo distruggere; e non serve che ad immobilizzare le tante attività di cui il Signore ti ha ornato.

Allegro, laborioso, mio Fausto: metti dentro almeno un pizzico di buona volontà e un buon accordo col Signore. Nelle tue difficoltà non dimenticare D. Bosco e Maria Aus. Per me al solito allegro, posso lavorare anche coi miei 77 (in Giappone sette-sette vuol dire felicità!!! dunque devo essere felice!!!). Per tua norma non pensare mai agli anni e cercare di fare un po’ di bene. Fa’ anche tu così. E per oggi basta. Saluta i tuoi cari – buon anno.

Ti abbraccia, e benedice il

tuo aff.mo

Don Vincenzo Cimatti, sales.