Chi era Don Cimatti?


Chi era Don Cimatti?



PRESENTAZIONE E GUIDA DELL’EPISTOLARIO DI DON CIMATTI


Ecco le parole del Rettor Maggiore Don Luigi Ricceri scritte nella lettera mortuaria: “Don Cimatti fu una delle più caratteristiche e complete figure che abbia avuto la Congregazione Salesiana... Egli ci appare come un imitatore impareggiabile di Don Bosco. Egli ne fece rivivere lo spirito con una pienezza di luce e di calore come pochi altri seppero fare... Don Cimatti resterà nella storia della nostra Congregazione, come uno dei più luminosi e fedeli interpreti dello spirito di Don Bosco e un continuatore delle sue grandiose aspirazioni”.

Ed ecco un altro autorevole giudizio dal libro “Don Vincenzo Cimatti - il Don Bosco del Giappone” (ELLE DI CI 1996, pag. 5), scritto da Don Luigi Fiora, Postulatore Generale:

Don Vincenzo Cimatti, fondatore della missione salesiana del Giappone, è stato dichiarato Venerabile da Giovanni Paolo II il 21 dicembre 1991. I Consultori teologi, che ne hanno esaminato la vita, non solo hanno dato un giudizio positivo e unanime sull’eroismo delle sue virtù, ma hanno riconosciuto che, con lui, “siamo in presenza di una delle più belle figure di santità che ci offre il nostro secolo”, il secolo ventesimo.

Sono sicuro che leggendo le sue lettere chiunque sarà d’accordo con questi giudizi.

1 Gli scritti di Don Cimatti

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Il compianto Don Giovanni Fedrigotti nel suo ultimo libro “Il Sistema Preventivo di Don Bosco nell’interpretazione di Vincenzo Cimatti”, ediz. LAS, 2003, esprime la sua “sorpresa nel constatare la sproporzione tra la fama che circonda Vincenzo Cimatti, l’abbondanza di materiali disponibili, e l’esiguità della bibliografia e della ricerca a lui dedicati” (pag. 13).

La cosa si deve al fatto che i documenti che lo riguardano, sia la musica (circa 950 composizioni), sia le lettere, sia gli altri scritti non sono ancora pubblicati, e si trovano in archivi non facilmente accessibili agli studiosi: anzitutto il “Cimatti Museum” di Tokyo, e poi l’Archivio Centrale Salesiano (ACS) di Roma.

Nessuno, se non lo constata con i propri occhi, può farsi un’idea di quello che Don Cimatti ci ha lasciato dopo 40 anni di vita nel lontano Giappone. Io stesso, che ho passato 7 anni sotto la sua direzione a Tokyo, non avrei mai pensato che esistessero più di 6000 lettere. Di Don Bosco non ne restano neppure 4000!

Don Clodoveo Tassinari che visse 35 anni al suo fianco, mi disse che Don Cimatti era velocissimo a scrivere, con una calligrafia ritmata e nitida. Nell’ottobre 1930 ricevette in regalo una macchina dattilografica e diceva “mi sono modernizzato”. La usava specialmente nelle circolari quando doveva fare più copie con carta carbone, ma si trovava più a suo agio scrivendo a mano. La quasi totalità delle sue lettere sono autografe. Ne scrisse fino agli ultimi mesi. Poi, non vedendoci bene, e scrivendo solo segni illeggibili, molte lettere degli ultimi due anni furono scritte sotto dettatura.

Ci sono anche molti manoscritti di conferenze, prediche, meditazioni, quaderni di appunti e trascrizioni di Esercizi Spirituali da lui predicati e registrati su nastro magnetico.

Qui si presentano anzitutto le lettere. Seguiranno poi gli altri scritti.


1.1 Il primo epistolario

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La raccolta si deve in massima parte a Don Alfonso Crevacore suo ultimo Direttore, che nel 1965 iniziò e poi per 30 anni curò la Causa di Beatificazione e Canonizzazione. Dopo la morte di Don Cimatti, attraverso il Bollettino Salesiano e i contatti personali invitò i possessori di lettere a consegnargli gli originali o almeno la copia, e poi le trascrisse battendole a macchina, che, purtroppo, a quei tempi non aveva la memoria. Di alcune non abbiamo né originali né copie, ma solo la trascrizione. Segno che, non esistendo le copiatrici, i possessori vollero tenere per sé i preziosi ricordi. Le lettere vanno dal 1886 al 1965, e la massima parte sono scritte dal Giappone.

Nel Museo e anche nell’ACS ce ne sono 3 edizioni trascritte a macchina. La prima in 14 cartelle, terminata nel 1970, che le raccoglie per categorie di persone: salesiani, chierici, ex-allievi ecc., ed è segnata con la sigla S (= scritti) dall’1 al 14.

La seconda, finita nel 1982, fu mandata alla Santa Sede con i documenti della “Positio” quando fu conclusa l’inchiesta diocesana. Sono 37 volumi, che contengono più di 5400 lettere, ordinate secondo i nomi dei destinatari in ordine alfabetico. Anche questa è segnata con la sigla S dall’1 al 37, il che ha finito per creare confusione.

Don Crevacore ne fece una terza edizione in ordine cronologico anno per anno in 37 cartelle segnate con la sigla A e i numeri romani I, II, III, IV, ecc. In questa ci sono anche lettere non contenute nella precedente.

Nella biografia di Don Cimatti, Don Crevacore cita brani di lettere, ma purtroppo, data la confusione dovuta a due sigle S uguali, non mette la citazione, che pure si trova nella prima stesura conservata nel Museo (in questa usa la prima edizione).

Tutto questo prezioso materiale è rimasto finora sepolto negli scaffali del Museo di Tokyo inaugurato nel 1983, e nell’Archivio Centrale Salesiano ACS. Ciò però nulla toglie alla preziosità del lavoro fatto da Don Crevacore, senza del quale, oggi, non sarebbe possibile procedere al lavoro seguente.


Il nuovo epistolario

Purtroppo, il giorno dopo l’inaugurazione del Museo, Don Crevacore fu colpito da un ictus che lo lasciò con un braccio paralizzato fino alla morte avvenuta il 28 dicembre 1995. Non potè più lavorare come avrebbe voluto, ma ebbe la gioia di vedere Don Cimatti proclamato Venerabile.

Dopo 5 anni di sede vacante, nell’aprile del 2000 fui incaricato di continuare il suo lavoro. Rivedendo e riordinando il materiale, mi accorsi subito che c’erano molte lettere nuove da trascrivere e che se si voleva far conoscere Don Cimatti era necessario portarle a conoscenza del pubblico. Un lavoro immenso, data la voluminosità della raccolta. Era necessario trascriverle in computer (e questo era un lavoro da farsi in Italia) e poi controllare la trascrizione (lavoro questo da farsi sugli originali, che per la maggior parte sono qui a Tokyo) e aggiugere le note e gli indici.


Trascrizione

La trascrizione digitale fu curata dal Prof. Cosimo Semeraro dell’Archivio Storico Salesiano della Università Pontificia Salesiana, a cui vanno i nostri sentiti ringraziamenti. Inoltre per accertarsi di quelle non trascritte, nell’estate 2005 venne a Tokyo la Sig.ra Letizia Faggioli, e in 40 giorni di intenso lavoro controllammo insieme tutte le lettere. Ne trovammo almeno 700 di nuove. La Faggioli si incaricò di trascriverle. Io trascrissi e tradussi quelle in giapponese.


Correzione e datazione

Evidentemente era necessario controllare questa trascrizione. A questo fine collaborarono con dedizione i Salesiani Don Raimondo Loss e il Sig. Michele Giacosa dell’Istituto San Zeno di Verona, a cui vanno pure i nostri ringraziamenti.

L’ultimo controllo fu fatto dal sottoscritto, accertando sugli originali i dubbi, i presunti errori e l’ordine cronologico, e aggiungendo le note esplicative circa luoghi, persone, circostanze difficili da capire per chi non conosce l’ambiente dove visse Don Cimatti.

Naturalmente nella prima trascrizione di Don Crevacore c’erano già errori dovuti a fragilità umana. Per es. siccome Don Cimatti molto spesso non segna l’anno, ma solo il giorno e il mese, scritto questo quasi sempre in numeri romani, I, II, III, IV, ecc., a volte “II” cioè febbraio, venne letto “11”, cioè novembre. Inoltre per le molte lettere “senza data” Don Crevacore fece una cartella a parte.

In questa nuova edizione, oltre a correggere gli errori di trascrizione e le date sbagliate, per quanto fu possibile si cercò di ambientare anche le lettere “senza data” mettendovi tra parentesi [.....] la data probabile, desunta dal contesto, dalla calligrafia, dal luogo di spedizione quando Don Cimatti ivi visse, o dall’ufficio svolto dal destinatario in quel periodo. Alcune di queste date sono approssimative.

Inoltre per facilitare la lettura abbiamo cercato di completare le abbreviazioni che Don Cimatti usa molto spesso.

Numerazione

Per la consulta e per le citazioni delle lettere, a tutte, in ordine cronologico, fu apposto un numero, che consideriamo definitivo. Le lettere invece la cui data è approssimativa, sono state aggiunte a una lettera di data certa indirizzata allo stesso individuo, dandole lo stesso numero; per es. se la lettera certa è n. 650, quella di data approssimativa diventa 650-2, 650-3 e così di seguito. Per cui il numero totale delle lettere in realtà è superiore a quello apposto all’ultima lettera numerata.

D’ora in poi, il numero delle nuove lettere che usciranno, non sarà più secondo l’ordine cronologico delle medesime.


1.2 I destinatari delle lettere

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I destinatari delle lettere sono diversissimi. Moltissimi sono suoi ex-allievi dei tempi di Valsalice, o suoi antichi collaboratori in Italia. Ci sono poi tutti quelli che ebbero relazioni con lui durante la sua attività missionaria in Giappone. Tutti a lui affezionati e desiderosi di avere una sua parola di direzione e incoraggiamento. Tra questi alcuni spiccano per il numero di lettere ricevute. Alcuni ne hanno ricevute anche più di 300. Era suo principio che alle lettere bisogna sempre rispondere e possibilmente subito, chiunque sia lo scrivente. Il fatto che tali lettere siano state conservate, indica il legame di affetto e di stima che i destinatari avevano verso lui.

Notiamo le categorie che spiccano di più:

- Lettere al Rettor Maggiore: a Don Filippo Rinaldi e poi a Don Pietro Ricaldone. Don Cimatti, Superiore della Missione e Ispettore, si sentiva in dovere ogni mese di fare il rendiconto al Superiore circa i 7 punti stabiliti dalla Regola, a cui aggiungeva notizie sul lavoro dei confratelli e sulla situazione del Giappone. Sono lettere che meravigliano per l’intimità, la spontaneità con cui manifesta il suo intimo. Quasi tutti gli originali di queste lettere si trovano nell’ACS di Roma.

- Relazioni Missionarie: A parte univa quasi ogni mese una relazione corredata di fotografie per il Bollettino Salesiano o per Gioventù Missionaria. Queste relazioni attese dai lettori, suscitavano interesse e simpatia per la missione del Giappone. Unite insieme costituirebbero un interessante volume sulla storia e cultura del Giappone e sullo sviluppo della cristianità in questo paese dagli inizi fino al dopoguerra. In generale sono segnate con BS (Bollettino Salesiano) dopo il nome del Rettor Maggiore. Molti originali passati alla redazione del Bollettino sono andati perduti.

  • Lettere a Superiori del Consiglio su problemi di cui erano responsabili. Anche queste conservate nell’ACS.

  • Lettere ad Autorità Ecclesiastiche e Civili del Giappone, dell’Italia e della Santa Sede. Numerose sono quelle ai Nunzi Apostolici di Tokyo con i quali fu sempre in filiale contatto. Anche di queste in generale a Tokyo ci sono solo le copie.

  • Lettere Circolari ai confratelli del Giappone fino al 1949, finché ne fu il Superiore. Sono più di 500. Le sue direttive per la vita religiosa e l’attività pastorale sono un capolavoro di spiritualità salesiana e missionaria.

  • Lettere a confratelli e missionari salesiani dell’Italia, del Giappone o di altri Stati, molti suoi compagni di lavoro o suoi antichi allievi. Fa impressione vedere come conosceva bene il carattere e le necessità spirituali di ciascuno di loro, dando a tutti con delicatezza direttive e consigli necessari.

  • Lettere ai suoi antichi allievi che coprivano varie posizioni nella società. Li ricordava uno per uno nelle varie ricorrenze con un affetto straordinario, dando loro utili consigli per la vita cristiana. Vi si sente la spiritualità del laicato cattolico.

  • Lettere a Religiosi e Religiose, specialmente Salesiani, Suore Salesiane (F.M.A.). Sono una fonte inesauribile per conoscere lo spirito di Don Bosco e di S. Francesco di Sales, che sono sempre citati.

  • Lettere a chierici e novizi in formazione. Don Cimatti per tutta la vita fu incaricato della formazione del giovane personale. Le sue direttive mostrano come li seguiva uno per uno, mostrando a ciascuno la via che doveva percorrere verso la santità.

  • Lettere ad amici e benefattori per chiedere aiuto e per ringraziare, sempre accompagnate da una parola di fede e di consolazione.

  • Lettere scritte in giapponese in caratteri romanizzati, più raramente in caratteri giapponesi, che non era il suo forte. Nell’edizione italiana queste sono tradotte.

  • Relazioni annuali alla Santa Sede che vanno dal 1927 al 1940, più il 1949. Sono molto importanti per conoscere la storia della missione salesiana in Giappone.

In tutte queste lettere si sente vibrare un cuore pieno di fede e di affetto, per cui sono documenti di alta spiritualità. Raramente ci sono lettere puramente d’ufficio. Quelle di carattere puramente burocratico non sono state trascritte.

La pubblicazione di queste lettere è stata approvata dal Rettor Maggiore dei Salesiani Rev.mo Don Pascual Chavez. Alcune di carattere molto privato non sono state pubblicate o sono state abbreviate. In alcuni casi anche i nomi di persone sono stati abbreviati.

Sono sicuro che per molti la lettura sarà una grande scoperta, come lo è stata per me e per tutti quelli che finora hanno avuto occasione di consultarle.

È chiaro inoltre che ce ne sono ancora altre non giunte a noi. Da quelle pubblicate non è difficile accorgersene. Per es. non abbiamo lettere indirizzate all’amico Don Cojazzi. Perchè non vadano perse e anche per collaborare alla conoscenza di Don Cimatti, sarei grato a chi me ne mandasse almeno la copia.

Con la speranza che grazie alle preghiere di tutti Don Cimatti sia presto Beato e poi Santo, ringrazio tutti quelli che hanno collaborato a questa pubblicazione, in particolare il Rev.mo Don Julian Fox responsabile della Salesian Digital Library.

Presso la Tomba di Don Cimatti, Tokyo 6 ottobre 2007, 42.mo anniversario.

Don Gaetano Compri, SDB, Direttore del Cimatti Museum di Tokyo

Vice postulatore della Causa di Beatificazione e Canonizzazione



Dichiarazione per l’uso delle lettere

1. La proprietà delle lettere appartiene alla Congregazione Salesiana, che per l’uso è rappresentata dal “Cimatti Museum” di Tokyo.

2. La consultazione e la citazione delle lettere è libera. Ci attendiamo che con questa pubblicazione aumentino gli studi e le ricerche su Don Cimatti. Per la pubblicazione a stampa o altri mezzi digitali di tutto o parte di questo materiale è necessario il permesso scritto.

3. La citazione sia fatta con il numero e la data della lettera. Quando si creda opportuno si citi il nome del destinatario.

4. Di ogni studio o pubblicazione basata su queste lettere, si mandi copia all’Archivio Centrale Salesiano ACS di Roma e al Cimatti Museum di Tokyo.

5. Chi avesse dubbi da risolvere, correzioni o domande da fare circa il contenuto o l’uso di queste lettere, si rivolga al “Direttore del Cimatti Museum” di Tokyo.



Indirizzo:

Salesian Seminary, Chofu-shi, Fujimi-cho 3-21-12 182-0033 Tokyo JAPAN

e-mail db@v-cimatti.com HP http://www.v-cimatti.com



1.3 Avvertenza circa la lettura delle parole giapponesi

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Nella trascrizione delle parole giapponesi usiamo il “Romaji” detto Hepburn, che è la trascrizione romanizzata più comune in Giappone. Rileviamo le seguenti particolarità

H è sempre aspirata

J si legge come g dolce: ja, ji, jo, ju = gia, gi, gio, giu.

G si legge come gh in gi, ge = ghi, ghe.

Cha, chi, cho, chu, si leggono come cia, ci, cio, ciu.

Sha, shi, sho, shu, si leggono come scia, sci, scio, sciu

Tsu, y, k, w si leggono correntemente.

Nell’alfabeto giapponese non esiste la L, per cui i giapponesi la confondono con R.

Non esiste il suono ti e il suono tu, per cui Cimatti spesso si leggeva Cimacci.

Attualmente, per le parole straniere, come regola si cerca di scriverle e leggerle come suonano nel paese di origine.