265 giordano |
265 /Giordano Antonio / 1927-7-6 /
al chierico Antonio Giordano, ex-allievo di Valsalice
1 Miyazaki, 6 luglio 1927 |
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Mio buon Antonio,
Con un mese di ritardo per il superlavoro della venuta del Sig. Don Ricaldone rispondo alla tua carissima. Deo gratias!
Ti confesso avevo pregato il Signore perché ti capitasse un po’ di servizio militare, convinto che non ti farebbe del male: anche in questo mi ha esaudito. A te il compito di corrispondere salesianamente e cristianamente a questa prova e a questa grazia.
Prova, perché per un religioso non è una prova indifferente e tanti vi sono caduti; perciò in guardia e con fede allegra e continua.
Grazia, perché se saprai fare il tuo dovere salesiano e cristiano ti rinforzerai in ogni senso.
Ho provato per poche ore la vita militare – la conosco attraverso ai miei numerosi allievi che ho cercato di accompagnare colla preghiera e cogli scritti attraverso questa prova – l’ho conosciuta più da vicino durante la guerra negli ospedali e nei quartieri di Torino, perciò ritengo che conoscendo a fondo il mio Antonio, se fai in modo di essere salesiano e cristiano non ne avrai danno.
Continua il programma di vita: attieniti alle pratiche di pietà – frequenta i Sacramenti – frequenta la casa nostra e andrai benone.
Se puoi fa’ un po’ di bene a questi poveri giovani che tante cose dicono e fanno più per ignoranza, per rispetto umano che per malizia: il giuoco, il divertimento ecc. potranno assai su loro.
Grazie delle notizie. Strano che Sordo ti esorti a scrivere. È Lui che avrà bisogno di questa raccomandazione. Eh! Tanto da fare!
Acquistapace ha fatto una malattia gravissima che si temeva di perderlo – ma scrive poco e anche qui (forse un paio di volte due brevi biglietti). So però che fa assai bene. Galbusera mi ha scritto. Non mi meraviglio: quando mi manifestò i suoi malesseri a Valsalice era già tardi.
Ah, se quei santi chierichetti avessero un po’ di…
Di Torello pure. Quando era in crisi, gli scrissi ripetutamente: mai risposta, si capisce. Ma anche lui si aprì quando andò via da Valsalice. Povero disgraziato. Seguilo nella vita e vedrai che cosa diverrà. Poteva essere dei primi nel regno di Dio: sarà grazia e somma di Dio se sarà vicino all’uscio in Paradiso. Poteva incoronarsi di anime e sarà molto se coopererà alla formazione materiale di qualche corpo. Che costrutto senza senso per chi ha la vocazione e la perde. Preghiamo, mio buon Antonio, certo sono i massimi problemi – sono i massimi dolori per Gesù – sono le massime disgrazie… e così di’ e pensa di altri che spudoratamente hanno malmenato la Mamma nostra la Congregazione. Non ti sembri duro il linguaggio: non temessi di scandalizzarti, parlerei come mi detta il cuore. E basta, Antonio. Preghiamo e Gesù ci assista perché non capiti a noi tale miseria.
Quanto a quello che di te possono dire gli uomini, niente paura. L’importante è sia contento il Signore. In altri tempi fu detto anche di Don Cimatti e molto peggio.
Tu sai il tuo dovere in relazione al tuo Ispettore. Segui il regolamento che parla chiaro. Bravo! Meno spese fai e meglio per te! Don Minguzzi ti ha detto: cinema, teatri e donne non sono per te! Don Cimatti ti dice: “Coll’esempio, colla parola, colla preghiera, coll’adempimento esatto della regola fa’ del bene!”.
Bovio, Minghelli, Giordano, lasciate i richiami nostalgici: il passato è passato e non tornerà che a nostra infamia o a nostra corona. Se desideri essere vicino a Don Cimatti non per mangiarmi… ma per lavorare a salvarmi l’anima… accetto con cuore, come sempre.
Se continui così vieni senza paura in Giappone. Dunque avanti sempre. Tu sai che Don Cimatti non sa fare fronzoli – vuol bene all’anima tua, ti è padre (tu l’hai voluto) – me ne sono assunto la responsabilità.
Prega figliuolo mio, per me. Ti abbraccio e benedico.
Tuo
don Vincenzo Cimatti