Respice stellam, voca Mariam. Riuscirai. |
1975 / Merlino Alfonso / 1938-1-3 /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico1
3 gennaio 1938
Carissimo Merlino,
Grazie della tua graditissima cartolina augurale gradita a tutti.
Sei sempre ricordato nelle preghiere, anche come benefattore della nostra missione. Grazie delle belle notizie. Non temere del lavoro: fatto per il Signore è uno fra i più grandi meriti che ti fai.
Ossequi all’amat.mo Don Maurilio: lo ricordo sempre. Oh! Piova è pur bella.
Continua a pregare e far pregare per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1975-2 / Merlino Alfonso / ...-...-... /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico2
[senza data]
Carissimo,
Già feci il mio dovere, ma a nome di tutti… Ti rinnovo auguri e assicurazione di preghiere.
Possa: a) amare Gesù come il tuo protettore
b) “ Maria “ “ “ “
c) essere apostolo delle anime come Lui.
Ecco l’augurio dei confratelli, ecco la preghiera, ecco la benedizione del tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti
1975-3 / Merlino Alfonso / ...-...-... /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico
[senza data]
Caro Alfonso,
Con vero affetto ti sono vicino nel giorno onomastico… e ti assicuro preghiere speciali.
Allegro sempre.
Ti auguro salute e calma.
Tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1975-4 / Merlino Alfonso / ...-...-... /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico
[senza data]
Mio Merlino,
Nel giorno di S. Giuseppe ti voglio essere vicino e farti i miei auguri.
Ti benedica S. Giuseppe e possa imitarne le virtù così atte per essere un buon coadiutore.
Ti benedice il tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti
1975-5 / Merlino Alfonso / ...-...-... /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico
[senza data]
Mio Merlino,
Coraggio sempre! Ricordati di vedere (da buon S. Giuseppe) Gesù nei tuoi fratelli e tutto andrà bene.
Calma, calma, calma.
Tutto tuo
Don Vincenzo Cimatti
1975-6 / Merlino Alfonso / ...-...-... /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico
[senza data]
Carissimo Merlino,
Si avvicina la festa di S. Giuseppe e con essa il modo di fare un gran bene a te e a quelli della Compagnia. Prego per te, specie in questa novena e per i tuoi.
Dillo ai giovani che li ricordo cotidie. Allegro, buono e santo.
Tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1975-7 / Merlino Alfonso / ...-...-... /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico
[senza data]
Carissimo Merlino,
Ti penso allegro, sano e buono. Il Signore ti benedica e ti faccia santo.
Tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1975-8 / Merlino Alfonso / ...-...-... /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico
[senza data]
Merlino carissimo,
I miei poveri auguri ti dicano sanità di corpo e di spirito – abbandono confidente in Gesù – lavoro ordinato in tutto, prega e fa’ pregare per me.
Tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1976 / Grigoletto Giuseppe / 1938-1-4 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
4 gennaio 1938
Caro Don Giuseppe,
Un saluto pel nuovo anno.
Sia per tutti [e] due aumento di santità.
Grazie di quanto fai sempre directe et indirecte.
Prega per me e saluta tutti i miei benefattori della casa di Verona.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1977 / Cecchetti Albano / 1938-1-6 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
6 gennaio 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Invio Don Figura per aiuto. Al momento non ho nessun coadiutore libero. Per lunedì, vedremo: se posso domenica farei una scappata. Coraggio! E sia fatta la volontà di Dio. Tutti pregano per Lei e per Don Arri.
Don Tanguy pure lo fermo a M., è molto giù. Don Marega mi scrive da Oita che sta molto meglio. Deo gratias!
E preghi per noi.
Don V. Cimatti, sales.
1978 / Cecchetti Albano / 1938-1-8 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
[8 gennaio 1938]
Carissimo Don Cecchetti,
Ricevo la sua. Avevo scritto a Don Marega al riguardo ed anche due righe alla Sr. Letizia (avendo essa invitato Don Marega).
Non so se avrò chiarito od oscurato la cosa, quindi può darsi ci siano ripercussioni non certo volute da me.
Per Lei, come già dissi prima, deve curarsi; e l’averlo accompagnato dal Dottore fu appunto per rompere la sua riluttanza. Veda dunque di andare e saputo il netto della questione – durata della cura, ecc., vedrò di provvedere, potendo, per un sostituto.
E preghiamo ad invicem sempre. Buon anno a Lei e a tutti.
Sono sprovvisto di Koyomi [calendari] faccio nuova ordinazione ed invierò. Idem mi do attorno per la stampa…
1979 / Cecchetti Albano / 1938-1-12 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 12 gennaio 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Deo gratias pro recuperata salute. Si curi – riposi – mangi e preghi. Per il resto non posso dir nulla non sapendo le vostre necessità: quindi fate in Domino.
Qui si prega pro infirmis.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1980 / Arri Carlo / 1938-1-12 /
a Don Carlo Arri, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 12 gennaio 1938
Carissimo Arri,
Spero ti andrai rimettendo bene. Go-daiji. (Usati riguardo).
Ma più che il rimettersi, bisogna che Don Carlo e Don Vincenzo si facciano santi. Con trenta Yen paga il shoyu [salsa di soya] e dà il resto a Don Cecchetti in acconto mese di dicembre e prega per me.
A Don Figura saluti e preghiere.
Don V. Cimatti, sales.
P. S. - A Beppu se si trovasse glicerofosfato di calce per Don Tanguy andrebbe bene – o equivalente – non iniezioni.
1981 / Cecchetti Albano / 1938-1-14 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
14 gennaio 1938
Caro Don Albano,
Deo gratias! Don Figura si vede che sta bene, e chi sta bene non si muove. Pazienza! Tanto più che qui il massimo lavoro è alla domenica! Ad ogni modo, si necesse, vada per il lunedì.
Don Tanguy al solito, ma non può far nulla. E pregate per me che in tutti i sensi sono più ammalato di voi tutti insieme. Saluti a tutti.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1982 / Circolare Salesiani / 1938-1-15 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Prefettura Apostolica di Miyazaki
Miyazaki, 15 gennaio 1938
Carissimi,
Mi si comunica in questo momento per telegramma la morte del nostro gran benefattore Padre Bulteau. Fu un grande nostro benefattore. Caldeggiò la nostra venuta in Giappone e col consiglio e coi benefici materiali ci venne sempre in aiuto fino al presente: aveva già preso tutte le disposizioni (mi scriveva da Beppu…) per vivere i giorni che gli avrebbe concesso il Signore, nel ritiro, membro adottivo della benefica famiglia salesiana, nell’ambiente generoso di un ospedale per tubercolosi. Il Signore dispose diversamente e sia fatta la sua santa volontà.
Bisogna però che con generosi suffragi ne suffraghiamo l’anima. Prego si celebri una santa Messa di suffragio e i confratelli offrano al Signore speciali preghiere. I nostri confratelli di Tokyo ci rappresenteranno ai funerali indetti a Sekiguchi pel 18 c. m.
Si ha pure notizia della morte del Comm. Lo Pa Hong che in varie forme beneficò e l’opera nostra e la missione del Giappone. Ricorderete la partecipazione che ebbe alla processione Eucaristica. Lo raccomando vivamente alle vostre preghiere.
Si avvicina la festa del nostro S. Patrono e del nostro Don Bosco. Si cerchi da tutti di solennizzarle come meglio si può. L’affetto filiale che nutriamo a Don Bosco ci suggerirà forme atte a suscitare nei cristiani devozione efficace a Don Bosco e al nostro S. Patrono. Suggerisco la forma Eucaristica, che è sempre quella che più si nota dappertutto, e anche l’incitamento alla devozione alla Vergine Ausil.
Dove fosse possibile tenere la tradizionale adunanza dei giornalisti, sarebbe certo cosa vantaggiosa sotto molti aspetti.
In prossimità poi della fine dell’anno scolastico, vi esorto a darvi attorno per procurare al nostro Seminario e all’Opera di Nakatsu e all’Ospizio dei buoni elementi. Ai rispettivi responsabili rivolgetevi per ogni pratica. Essendosi stabilito per l’entrata in Seminario un esame di ammissione, per gli interessati esorto pensarci per tempo.
Invito poi i Capi delle residenze a trovarsi per il 19 c. m. a Oita, ove terremo adunanza sul seguente ordine del giorno:
Presentazione del Direttorio. Spero che sommariamente almeno si sia letto da tutti. Si domandano ora eventuali osservazioni, correzioni, aggiunte, ecc. per la prossima ristampa da farsi quanto prima.
Relazione dello stato della Missione del Superiore.
Vocazioni ed opere per le medesime.
Esami del triennio pratico e del Quinquennale teologico.
Varie. Esposizione di arte sacra a Roma (invito a concorrere).
L’adunanza è indetta per le ore 9. Chi desiderasse pernottare a Oita e Beppu il giorno 18 abbia la bontà di avvisare il Sig. Don Marega e il Sig. Don Cecchetti. Nell’occasione festeggeremo fraternamente l’onomastico di Don Marega.
Ricevo da Propaganda Fide e con vera gioia comunico a vostro onore e conforto quanto ci si scrive: “La via da voi seguita per un’efficace opera di apostolato, è buona. La carità, l’educazione affettuosa della gioventù, la buona stampa, porteranno senza dubbio frutti abbondanti. Quando? È un segreto della Provvidenza; a noi spetta però preparare l’ora… Un lieto frutto intanto, di cui mi rallegro molto, sono i buoni rapporti colle autorità: con tutto l’animo auguro che si mantengano sempre cordiali. Voglia esprimere il compiacimento mio e di questa S. C. a tutti coloro, ecclesiastici, religiosi e laici, che cooperano alla diffusione del Vangelo. Non potrò mai lodare sufficientemente l’importanza che date alla formazione di un clero giapponese che, per numero e capacità, possa a suo tempo assumersi la responsabilità dell’evangelizzazione…”.3
Prego il Signore che confermi tutti nel bene e conceda a tutti ogni grazia, ottenga pure il ristabilimento in salute del nostro Don Tanguy al momento assai necessario per i tanti bisogni materiali e spirituali in cui ci troviamo.
Non dimenticate il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1983 / Berruti Pietro / 1938-1-16 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
16 gennaio 1938
Rev.mo Sig. Don Berruti,
Spero sia in sede e in condizioni di poter ricordare e venire in aiuto alle nostre necessità materiali e spirituali.
A proposito delle prime, per mettere a posto i conti, ecc. è che – come da promessa,
ha potuto inviare in Giappone il conto spese Visitatori?
O l’ha versato a conto dei miei debiti con Hong Kong?
Cose nostre: finanza, a terra e non so dove arriverò. Il Signore ci prova:
Al momento Don Tanguy è a riposo completo – Don Cecchetti e Arri tra letto e lettuccio;
Don Escursell in violenta crisi spirituale.
Il resto al solito: si fa quel che si può per realizzare quanto si è concretato, ma occorre personale e mezzi.
Mi vengano dunque in aiuto. Quel che urge è la soluzione del problema dello studentato, concatenato con la massima parte di tutto il resto – ed il problema dell’Ispettoria (si fa o non si fa?).
E cogli ossequi e preghiere per parte di tutti mi dico
Sempre suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
Unisco incartamento per il personale e nomine. Veda Lei perché non ho testa per sapere come fare.
1984 / Manganelli Giulio / 1938-1-20 /
al chierico Giulio Manganelli, missionario salesiano in Giappone
20 gennaio 1938
Carissimo Manganelli,
Si avvicina la tua festa Onomastica.
Possa divenire come Don Bosco, laborioso, unito a Dio, amante di Maria.
Prega per me.
Don V. Cimatti, sales.
1985 / Cecchetti Albano / 1938-1-22 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
22 gennaio 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Denaro tasse, spedito.
Pel vino Lei ne ha certo più di qualche goccia – guardi bene. Secondo le indicazioni di P. Bulteau forse ne avete di quello che può servire. Sto facendo le pratiche con Tokyo per la parte che ci spetta. Spero presto rifornire, ma qui, creda pure, che siamo e pel rosso e per il bianco, in condizioni molto molto molto più disastrose delle sue.
Ho passato i vostri desiderata per catechismi, ecc. a Don Tassinari. Purtroppo il centro è più povero di voi e non ha depositi.
Domani andando a Takanabe penserei inviarle della stampa che giace… Altro non posso fare.
Don Liviabella ritarda ancora: speriamo porti qualche cosa per rinsanguare omnia.
E preghi e faccia pregare per me.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P. S. Accludo Yen 35 a saldo di quanto mi chiede (spese Yen 25 e Ss. Messe).
1986 / Circolare Salesiani / 1938-1-27 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Prefettura Apostolica di Miyazaki
Miyazaki, 27 gennaio 1938
Carissimi,
Buone e sante feste dei nostri Patroni, che spero celebreremo tutti con grande slancio e frutto spirituale per noi, per i nostri allievi e cristiani.
Non dimenticate in questa circostanza i nostri cooperatori, anche se pochi, adunateli, informateli delle nostre cose salesiane, ispirandovi alla lettera del Rettor Maggiore, e spiegando la Pia Associazione; vedete di iscriverne altri soci. Non dimentichiamo l’Art. 163 delle nostre Regole:
È giunto dai Superiori l’invito ai confratelli di inviare al Regolatore del Capitolo le eventuali proposte che desiderassero presentare. Conoscete gli argomenti che saranno trattati. Con tutta libertà vedete di contribuire anche in questa forma al bene generale della nostra Società.
Sono stati fissati nella prima quindicina di Marzo gli esami del quinquennio e la prova del tirocinio pratico. I sacerdoti del secondo anno del quinquennio, possono dare l’esame di confessione.
Per norma vostra agli effetti postali, il Seminario essendo considerato fuori di città le spedizioni per espresso arrivano sempre multate.
Il Santo Padre ha inviato una lettera apostolica in cui indice l’Esposizione dell’arte cristiana indigena da tenersi in Vaticano nel 1940. Si desidera che ogni Istituzione Missionaria sia rappresentata. Ad esposizione finita gli oggetti o sono riinviati e sono venduti a vantaggio della Missione.
Desidererei che ogni nostra missione, potendo, fosse rappresentata.
Quanto potete avere e potete fare eseguire da Giapponesi che interessi l’arte cristiana… è ben raccolto. Si invitino artisti indigeni a far qualche lavoro di soggetto sacro. L’oggetto potrà essere venduto a beneficio dell’autore.
In queste belle feste preghiamo affinché usque ad mortem possiamo essere sempre degni figli di Don Bosco.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1987 / Cecchetti Albano / 1938-1-27 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 27 gennaio 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Mi dispiace di essere sempre causa (involontaria) di dispiaceri per Lei e per il bravo Arri e… proprio sempre per la cosa che più odio… il denaro. Pazienza! Rispedisca pure a me indietro quanto non le serve (Salvo Savio Domenico – Don Bosco e il resto non è di Don Cimatti).
Faccio ricerche per i carboni e presto arriverà il vino. Cerco anche i calendari, se non ce ne sono più a Miyazaki, per quest’anno è finita. E alla prima occasione la stampa di Tak.
Per il vino, dice che il rosso ripugna, ma quanto ne beve? Lei poi stia in guardia: per i suoi disturbi, vino e bibite eccitanti sono letali – poco o molto che sia.
Grazie delle belle notizie e dei giovani di Nakatsu e dei cristiani di Morie e Beppu. Così va fatto. Negli oratori (quelli di cui mi consta de visu) si fa su per giù come a Beppu (mi sarà utile la relazione che mi promette). Ad es. a Miyazaki ogni giorno c’è il discorsino, catechismo, ecc. idem Miyakonojo; più il lavoro domenicale in giornata e a sera.
La frequenza numerosa dipende da tante cose che non sono da imputarsi sempre agli individui.
A Mikawajima si seguono le norme del compianto Don Piacenza. Alla scuola è più che altro domenicale.
Per Arri Lei sa che e a voce e per iscritto ho sempre insistito su quanto Lei mi dice, ma è della natura di questi ammalati di essere così e sono così in tutto il mondo.
Per Lei stia tranquillo – se non l’ha già, non contrarrà certo la malattia.
Non sapendo quando partirà la Direttrice – vorrei – ad evitanda poi questioni in futuro, dare una miglior forma alla convenzione colle Suore. Lei che ha già provato, veda se c’è da togliere, aggiungere, ecc.
E per il momento stop. Don Bosco ci aiuti in tutto.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1988 / Arri Carlo / 1938-1-27 /
a Don Carlo Arri, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 27 gennaio 1938
Arri carissimo,
Grazie della bella relazione… e quando hai tempo scrivi o detta a qualcuno tante di queste belle occasioni che si prestano in tante forme per far del bene.
Tutte le volte che vengo a Beppu ho l’impressione che ti stanchi troppo – parli forte – cammini troppo in fretta – mangi troppo in fretta.
È dovere che ti abbi riguardo. Sai che Don Cimatti in fatto di malattie è di parere che sia dovere dir chiaro ai malati le loro vere condizioni.
Tutto il resto sono pietose imposture; bugie, anche se i teologi, sui libri, non sono del parere. Dunque:
Tu sei ammalato – e ammalato che deve avere speciali riguardi per sé e per gli altri – lo sai. Ubbidisci alle prescrizioni della dottoressa, anche se non credi – ubbidisci.
Sarai più contento tu e tutti staremo più tranquilli.
Puoi improvvisamente vedere arrestata ogni attività, mentre nell’ordine naturale delle cose, se ti hai gli ordinari riguardi, puoi prolungare questa tua preziosa attività.
Coraggio, Carlo mio, e festeggiamo il nostro S. Francesco e Don Bosco con vero spirito salesiano.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1989 /Fumasoni Biondi cardinale / 1938-1-28 /
a S. Em. il Card. Fumasoni Biondi, Prefetto di Propaganda Fide
PREFETTURA APOSTOLICA MIYAZAKI - GIAPPONE
OGGETTO
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Denunzia scadere Facoltà
Miyazaki, 28 gennaio 1938
Eminenza,
Col prossimo agosto scadono le facoltà concesse alla Missione Indipendente Miyazaki prima, ed ora Prefettura Apostolica, nella persona del Superiore Sac. Vincenzo Cimatti, sales.
Per il bene della Prefettura e delle anime, dopo aver sentito anche il parere dei missionari, domando ad tempus la rinnovazione di tutte le facoltà finora concesse ad decennium. In altre mie lettere ho fatto conoscere alla SS. Congregazione le mie difficoltà nel regime delle mansioni a me affidate. Rinnovo la mia domanda e mi metto nelle mani del Signore, affinché si compia in me e per i miei la S. Sua Volontà.
Sono note pure all’E.V. le difficoltà materiali in cui verso, per cui imploro qualsiasi aiuto anche minimo per far fronte alle medesime. Il rincarare dei generi, il mantenimento dei Seminaristi e degli orfani a noi affidati, la propaganda che si dovrebbe fare, le necessità create più forti dalla guerra, i cui effetti son pure qui risentiti, mi hanno messo in uno sbilancio dal quale non so come fare a sorgere senza un qualche aiuto e di Ss. Messe e di generoso sussidio.
Lo imploro insieme alle altre grazie per questi miei poveri figliuoli. Assicuro per parte di tutti preghiere speciali ed offerte di sacrifici.
Voglia benedire tutti noi e le nostre opere.
Prostrato al bacio della S. Porpora mi professo, dell’E.V. Rev.ma
obbedientissimo
Sac. Vincenzo Cimatti, sales.
A Sua Eminenza
Card. Fumasoni Biondi
Propaganda - ROMA
1990 / Ricaldone Pietro / 1938-1-31 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
31 gennaio 1938
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Prima di andare a riposo non voglio lasciar passare la festa di Don Bosco senza presentare a nome dei confratelli tutti l’assicurazione delle nostre preghiere, il proposito fatto da tutti di voler essere degni figli di Don Bosco nell’osservanza esatta delle Regole.
A proposito del mio rendiconto mensile: al solito, bene in salute – lavoro non manca – la mia anima sulla via della volontà di Dio – nulla di nuovo – in unione e carità con tutti.
Le nostre cose al solito: la mancanza di mezzi e di personale, arena molte cose per non dir tutto. Ma avanti.
Il Signore mi domanderà conto di quel che mi dà, non di quello che mi dovrebbe dare.
Per i confratelli – conosce la questione Don Escursell. Ho Don Tanguy ammalato (esaurimento). Quasi conterei di inviarlo per breve riposo a Torino.
Ma! Per gli altri, le solite cose.
Attendiamo le decisioni dei Superiori su troppi punti e… per carita! Non si rinviino a dopo il Capitolo.
La finanza… a terra. Penso che in questo emuliamo Don Bosco, ma non siamo di forza e di santità come Lui, e quindi supplico che mi aiuti.
E preghi per me, per me, per me.
Suo aff.mo come figlio
Don V. Cimatti, sales.
1991 / Ricaldone Pietro / 1938-1-31 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Fiori e frutti oratoriani4
31 gennaio 1938
Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
È la festa del nostro Don Bosco. Ricevo proprio in questa circostanza una bella relazione della nostra casa di Beppu, che mi dà lo spunto per la mia relazione mensile. “Fiori e frutti oratoriani”.
Come funzioni fra noi l’oratorio festivo, che è frequentato per la massima parte da pagani, può arguirlo dal seguente schema che si cerca naturalmente di mettere in azione col nostro sistema salesiano.
Porta aperta a tutti. Inizialmente si pensa solo a giocare coi ragazzi, trattandoli assai bene ed evitando di sgridarli. È il primo periodo di conquista di amici.
I ragazzi giapponesi giocano assai volentieri. Hanno una miriade di giochi, differenziati secondo le stagioni: assecondare, vigilare, non imporre – regime di libertà ragionevole – è il compito di chi sorveglia. Alla fine della ricreazione si radunano i ragazzi a sentire un discorsetto divertente, a contenuto morale, ed all’occasione ad ascoltare avvisi, che contribuiscono al buon andamento dell’Oratorio.
Conosciuti i ragazzi e le loro necessità si possono iniziare le opere proprie dell’Oratorio: dopo scuola; teatro, biblioteca, musica, ecc. e con la dovuta prudenza anche l’insegnamento religioso. Ogni oratorio ha poi i mezzi suoi speciali, reclamati dall’ambiente, dalla qualità dell’Oratorio (giornaliero o festivo) per tener conto delle presenze, che danno diritto a concorrere a premi dell’oratorio, all’acquisto di oggetti graditi o utili ecc. Alla sera poi del sabato o della domenica ad ora conveniente grande adunata di tutti gli oratoriani, parenti ed amici compresi, per assistere a divertimenti di famiglia (teatro, canti, declamazioni, proiezioni luminose e cinema) durante i quali in tutte le forme possibili si tenta di inculcare colla proiezione, col discorso, colla rappresentazione teatrale la buona massima, il buon consiglio che lentamente, viene guidando il volenteroso ad amare l’Oratorio, le persone, le idee inculcate, e coadiuvare così gli impulsi della grazia di Dio fino a guidare l’anima a lasciarsi avvincere dalle amorevoli insistenze di Gesù.
E Gesù si serve spesso direttamente dei fanciulli per compiere l’opera di redenzione; li trasforma, anche pagani, in piccoli campioni di azione cattolica; oppure li vuol partecipi in punto di morte ai benefici della fede e alla corona del premio.
Ricordo a Nakatsu che fra i più fedeli oratoriani e fatto segno all’affetto e alle cure del compianto Don Piacenza, vi era anche un povero gobbetto che non poteva partecipare ai comuni divertimenti. Cadde ammalato e visitato dal missionario, ricevette il Battesimo e spiccò il volo in compagnia di Savio Domenico di cui aveva preso il nome. Un’anima salvata: l’entrata del sacerdote in relazione con la famiglia e con quelle del vicinato: ed e già un gran passo per avvicinare le anime al Signore.
Più recente è il seguente fatto. Un fanciullo di dieci anni, tal Shibata Hideo, ogni giorno dopo scuola veniva a giocare all’oratorio di Beppu, e sentiva regolarmente i discorsetti ricreativo-morali che vi si tengono. Aveva imparato le nozioni principali di catechismo su Dio, Gesù Cristo, la Madonna così bene, che a casa ogni volta prima di mangiare faceva il suo bel segno della croce e pregava Maria-sama. Alla notte di Natale pure partecipò fino alle due alla solenne funzione. Cadde ammalato, ed il suo più grande dispiacere era di non poter andare alla Missione.
Siccome si era aggravato, il nostro Don Arri ripetutamente andò a visitarlo. Perduta la speranza di guarire, il fanciullo pregò il babbo di andare alla Missione e farsi dare una medaglia della Vergine. Avutala non faceva che stringerla fra le mani e pregare. Agli estremi fu battezzato col nome di Luigi, e da quell’istante, mentre prima non voleva sentire parlare di morte, si tranquillizzò, dicendo che presto sarebbe andato in Paradiso. I parenti pagani chiamarono per gli scongiuri uno yamabushi (bonzo itinerante, di montagna) che con i suoi superstiziosi sortilegi non riuscì a nulla. Il ragazzo peggiorò sempre più e pochi minuti prima di morire manifestò al babbo il desiderio di avere il funerale cattolico. Il giorno dopo il battesimo morì. Gli si fa il funerale colla massima solennità: vi partecipa la famiglia, i compagni di scuola ed anche il bonzo… Anche in questo caso un’anima salvata, una relazione più stretta colla famiglia dell’angioletto, una buona propaganda: il richiamo primo, l’Oratorio.
Commoventi ed eleganti le vie del Signore nel chiamare a sé le anime. Di non pochi ragazzi che frequentavano l’oratorio e che poi per vari motivi dovettero sospendere, dolorosamente sorpresi da malattie, ricevettero in punto di morte il battesimo.
Non è pieno di profondo senso di ammirazione, il fatto di un nostro paganetto oratoriano che avendo il fratello maggiore ammalato, non permettendo i genitori l’entrata del missionario in casa, si fa insegnare bene dal sacerdote come si amministra il battesimo, e corre a casa, e lo dà al fratello, che gongolante di gioia pochi istanti dopo volava in Paradiso?
Cominciano a non essere rari i casi di giovanotti (i quali da ragazzi frequentavano l’Oratorio) che comprendendo ora meglio le cose e più liberi di sé, si presentano alla missione e chiedono il battesimo.
E l’Oratorio ha già dato e dà i suoi frutti di vocazioni indigene tanto per la Chiesa quanto per la nostra Società.
Mi trovo a Tokyo dove ho avuto la fortuna di assistere alla solenne funzione della consacrazione del nuovo Arcivescovo Mons. Doi.5 In terra di missione l’elevazione di un indigeno a tale importante mansione è un fatto di prim’ordine, e come ben si esprimeva Mons. Marella, Delegato Apostolico “tale consacrazione del nuovo Arcivescovo viene a coronare un secolo di eroismo missionario. I pionieri che hanno sperimentato le lunghe ore di attesa e sopportato le angosce degli inizi, la falange dei generosi benefattori che li hanno fiancheggiati coi loro sacrifici e colle loro preghiere non sono presenti per assistere all’apoteosi del loro operato.
Eredi spirituali del loro ideale, i missionari d’oggi e i numerosi amici del Giappone, restano testimoni del loro giocondo disinteresse. Con loro la Chiesa intera ringrazia umilmente il Signore per i progressi del Vangelo…”.
È di fronte a queste manifestazioni che il cuore commosso è eccitato a maggior impulso di lavoro per le vocazioni indigene; è incoraggiato a spandere a piene mani il seme, in attesa che fecondato dalla grazia di Dio produca i desiderati frutti. Anche i suoi figli, seguendo le direttive di Don Bosco, cooperano sia pure modestamente, in questo campo delle vocazioni indigene, la cui prima cellula è per noi l’Oratorio. E grazie a Dio eccole schematizzati i frutti di 11 anni di lavoro.
Aspiranti al Seminario20
Piccolo Seminario42
Gran Seminario filosofico8
“ teologico2
Confratelli Salesiani chierici3
“ “ coadiutori3
Oratori festivi 10 con complessivo di 3000 allievi. Speriamo che il seme germogli e fruttifichi, mentre invoco su questa fiorente gioventù la sua benedizione, le preghiere e gli aiuti di quanti amano le anime.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1992 / Lorenzoni Livio / 1938-1-31 /
a Don Livio Lorenzoni, salesiano
Miyazaki 31 gennaio 1938
D. Lorenzoni,
Grazie di quanto sempre fai per l’antico amico che mai ti dimentica.
Gesù ti rimeriti ora ed in morte e dopo Morte.
Prega pel tuo
aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
1993 / Cecchetti Albano / 1938-2-7 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
[7 febbraio 1938]
Carissimo Don Cecchetti,
Don Tanguy viene a riposarsi mentre si avvia a Tokyo. Preghiamo.
Per Lei coraggio, allegria e mettersi nelle mani di Dio.
Uno di questi giorni telegraferò che passo. Venite alla stazione per i bagagli da prendere.
Il vino per sbaglio dalla ferrovia fu inviato tutto a Oita; anche quello di Miyakonojo. Pazienza! Potete aggiustarvi.
Scriverò nel tempo indicato allo Hirano.
Unisco le lettere che desidera – per Lei, la sua è così bella che può leggere quella premettendo: “Cimatti di tanto in tanto scrive ai catechisti e a quelli che lavorano con noi. Mi scrive che è contento di voi e che desidera che continuiate a lavorare specificando sempre meglio le vostre mansioni ecc. ecc.”.
Don Tanguy porta alcuni koyomi (calendari): non ce n’è più! E carboni.
Lei si abbia riguardo: è dovere.
E preghi per me.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1994 / Zerbino Pietro / 1938-2-8 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
8 febbraio 1938
Carissimo Don Zerbino,
Grazie della continua carità in tutti i sensi.
Continua a pregare per me ed il Signore ti aiuterà ed aiuterà anche me… Grazie pure della vita del cariss.mo Maffei: chissà che non la traduciamo… Prega.
Godo che Bava abbia ricevuto; puoi dirgli che Bovio è ancora quello di quei tempi… che risate ricordando Valsalice.
Spero presto (chi ha fretta, vada adagio) di far uscire il buon Filippa (la piccola vita).
Coraggio e allegro. Ci rivedremo? Ne dubito molto. Tant da fé ca ven mai neuit.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1995 / Cecchetti Albano / 1938-2-9 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
9 febbraio 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Savio Domenico le porta un po’ di pioggia. Deo gratias.
Le Messe della S. Sede sono a meno di Yen 0.90, quindi ho ridotto a £ 75,00.
Nelle accluse vi è denaro: prego che vada con sicurezza a destinazione.
Andrà bene che la cristianità domenica telegrafi a Mons. Doi.
E preghi preghi preghi e faccia pregare per me.
Tutto suo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. Mi saluti Arri e ossequi alle Figlie di Maria A. e alle Nagatesse [Opera sociale Nagata].
1996 / Cecchetti Albano / 1938-2-11 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
11 febbraio 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie della lettera.
Per norma le tasse veda di pagarle subito (voi avete i fondi segreti!… Voi beati!) e mandarmi la ricevuta che pagherò subito. Se non facciamo così corriamo il rischio di ritardare assai, e quindi di incorrere in multe. Al momento non ho con me i mezzi per pagare e quindi, ecco un primo ritardo, se non inviassi a Lei… Per le tasse ci sono sempre anche collo Shadan (ente morale)… e non è improbabile che aumentino…
Ho capito tutto con Don Arri, e parlerò come d’intesa col Delegato.
Per tutto il resto: Asilo, Collegetto, ecc. è sempre la questione dei soldi. Dissi a Don Arri di dirle che prepariate i progetti.
Per gli esercizi prepari un po’ di istruzioni (5 giorni tutto compreso), non si sa la data.
Il bravo Don Pedro spero raddrizzi le idee. Pas peur! Meglio che ora la valvola di sfiatamento sia Don Cimatti: più sfiatato del sottoscritto, nessuno: neppur Don Cecchetti che vorrebbe farsi pompare.
E preghi preghi preghi per me.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1997 / Cecchetti Albano / 1938-2-14 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
14 febbraio 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Scrivo, come posso, dal treno, alle sue molteplici, interessanti e per me utilissime lettere.
Per la questione Dumeez-Figlie di Maria Aus. mi pare che Don Dumeez domandi cosa più che ragionevole. Anche il Kyugoin (Ospizio) che non è meno povero delle Figlie di Maria A. fa modestamente quanto deve (coperte, vestito, biancheria). A me, naturalmente fan dire molte cose… Penso che altrove non domanderanno meno, e poi bisogna vedere in quali condizioni furono accettati da Suor Letizia.
Già da tempo dissi che le due parti dovevano intendersi fra di loro, ed è naturale che ora faccian i sodan (= si parlino). Più andiamo avanti e capiamo le cose, con le restrizioni che pone la Chiesa e con quelle più forti che pone la Congregazione, c’è poco da mordere per le vocazioni per questi poveri disgraziati figliuoli.
Non ho parlato a Don Margiaria perché bisogna che gli interessati trattino – nel caso Don Cimatti dirà l’ultima parola: se non faccio così sono pesi immensi che si addossa la missione. Ad ognuno la parte sua. Don Cimatti non è alieno di aiutare in quel che è ragionevole.
Per le costruzioni opere di Beppu:
I Superiori naturalmente si sono riservati la proprietà del terreno (pensi che la parte data da Don Pedro sia della Congregazione – non era il momento psicologico di parlarne ora – ma ho il documento in archivio) – quindi terreno della missione poco o nulla.
Che pensino i Superiori di Beppu devono averglielo scritto nel memorandum lasciato.
L’asilo non è proibito intuitu missionis purché circondato per noi e i futuri delle dovute garanzie (vita comune, non estranei nel convento, evitar dicerie, ecc.). Nessuna difficoltà affidarla alle Suore (come dovrebbero prendere quello di Tokyo) se l’accettano: anzi assai bene, se il prete non vorrà entrarci, che se no si ripeterà Miyazaki. Le suore sa come sono…
Se aspettiamo le decisioni del terreno possiamo aspettare degli anni. D. Cim. ribadirà, e vedremo (perché anche di questo dovrebbero rispondere): ma finché Lei non presenta un progetto in carta e colle cifre delle spese, non si concluderà nulla. Per ora prescinda dal terreno.
La questione del collegetto bisogna risolverla così:
È opera della Congregazione? Tutto è riservato ai Superiori di Torino.
È opera della missione? Bisogna non sia il duplicato di Nakatsu. E specialmente quali saranno i mezzi di vita.
Cose da correggere a Nakatsu, Oita e altrove, molte. Esortazioni non mancano. Per provvedere a quanto manca a Nakatsu ci vorrebbero i mezzi, che Don Cimatti non può dare perché non ne ha. Ah, Don Cecchetti cosa posso dire quando non ne ho per il pane di voi e di Tokyo?
Per Oita diedi il permesso per la lampada perché si può dare – e per me vale più un atto di carità, che una legge cui si può derogare.6
Gli ammalati sono ammalati, caro Don Albano. E come né Don Cimatti né Don Albano possono impedire i moti cardiaci, così… È ben doloroso. Beato Lopez, catechista e quanti trovarono e troveranno la loro santificazione con questo mezzo. Gli uomini bisogna comprenderli, compatirli, aiutarli. Lei ne conosce altri che possono santificare quanti sono con loro. Creda, Don Albano, per tutto questo soffre assai più il nostro Don Marega. Preghiamo. E Lei faccia quanto può per…
Abbia la bontà di comunicare al buon Don Arri quanto non potei scrivere immediate dopo il colloquio con S. E. il Delegato.
Cioè il Delegato teme (e ne ha forti motivi) che il Segretariato per tutto il Giappone susciti preoccupazioni inutili e dannose al momento, dato lo sviluppo nell’isola grande delle opere per malati di P. Iwashita, P. Flaujiac, ecc. Dunque consiglia pel Kyushu solo. Informerò io Mons. Yamaguchi e Mons. Breton. Se Arri avesse scritto già, riscriva in tal senso, e se teme, scriverò io – oppure cominciamo a farlo solo per la nostra Prefettura e poi si farà dopo poco a poco per tutto il resto del Giappone.
Unisco: libro ricordo della festa (Lei, Arri, Don Marega) – e strenna del Superiore (Beppu, Oita, Figlie di Maria A.).
La mantellina alle Figlie di Maria A.? Mah!
Pregate per me.
Don V. Cimatti, sales.
1998 /Circolare ai Salesiani in Giappone / 1938-2-17 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Prefettura Apostolica di Miyazaki
Miyazaki, 17 febbraio 1938
Carissimi,
Di ritorno da Tokyo, insieme ai saluti dei cari confratelli che grazie a Dio trovai in buona salute, vi porto la prima benedizione del nuovo Arcivescovo Mons. Doi, che vi prega di ringraziare voi tutti e le Cristianità a Voi affidate e per le preghiere e per i saluti di omaggio inviati e per tutte le attestazioni diverse ricevute da Voi in quell’occasione. Assicurate i cristiani della Sua riconoscenza e delle sue preghiere. Dai giornali apprenderete le notizie particolareggiate delle solenni funzioni fatte.
Secondo il Direttorio art. 335 è prescritta la prossima Domenica di Sessagesima la Domenica della STAMPA. Vi prego di fare il possibile per uniformarvi al prescritto chiarissimamente indicato. All’occasione non dimenticate la nostra stampa (e quella della Missione e del Don Bosco-sha, ed anche per eventuali desiderosi il Bollettino Salesiano in lingue straniere). Può interessare per gli ammalati la distribuzione di appositi libretti (rivolgetevi all’Ospizio e alla residenza di Beppu). In quest’ultima, d’accordo anche colla Delegazione Apostolica prossimamente funzionerà anche il segretariato per l’apostolato per gli infermi, tanto commendato dal Sommo Pontefice: a tempo opportuno darò le spiegazioni del caso.
Nell’approssimarsi della fine dell’anno scolastico rinnovo le più vive insistenze per il problema delle vocazioni. Spero che tutte le residenze daranno il loro contributo; non mancano le vie e per opere maschili e femminili, per la missione e per la nostra Società. Per poter fare delle buone scelte occorre molto materiale. Preghiamo e diamoci attorno per le opportune ricerche. Chi fosse in relazione con altri missionari scriva e domandi.
Mettiamo questo importante problema, per noi condizione di vita, sotto la protezione di San Giuseppe di cui oggi cominciamo il mese ecclesiastico; come pure affidiamo al suo valido patrocinio tutte le questioni importanti che stanno risolvendo i nostri Superiori a Torino, ed anche la questione del pane quotidiano.
Sono sicuro che il nostro S. Patrono ci aiuterà. Con tutto l’affetto vi saluto e vi assicuro il quotidiano ricordo delle preghiere.
Non vogliate dimenticare il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1999 / Grigoletto Giuseppe / 1938-2-17 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
17 febbraio 1938
Carissimo Don Giuseppe,
È l’inizio del mese del tuo santo patrono e voglio esser dei primi a compiere il mio dovere verso di te cui tanto debbo. Sarà un mese speciale di preghiere e sacrifici che intendo di offrire per te, tenue omaggio di affetto riconoscente. Accetta e disponi. Non so fare retorica. Scusami dunque.
Ed ora a noi.
Unisco per i tuoi cari giovani: mi domandano palloncini (Margotti), fiori (Fabri), francobolli (Agostini), fazzoletti (Adriani), immagini (Lavi). Invio a parte un pacchetto, tu distribuisci come credi.
Ricevo i pregiatissimi libri. Deo gratias! Dizionari ecclesiastici! Francesi o di altre lingue… in quantum possum et tu indiges, peto et mando.
Per il Capitolo, non me ne intendo guari di Canoni, ma altro è il dovere, altro è l’usufruire del titolo. Ad ogni modo se il Signore vorrà, mi troverò: se non vorrà (e ne ho tanti mezzi), non potrò trovarmi. Sono senza personale… ad ogni modo il Signore può mandarlo.
L’invio degli Atti è fatto a tutte le case è chiaro. L’art. 128 non è un obbligo, ma secondo me, un onore, ed agli onori si può rinunciare, ed in multis salesianamente si deve. Non ti meraviglierai se ti dico che non usufruisco degli onori del Prefettato: mi pare bastino gli oneri… Ma come dico, se il Signore vuole, sta’ certo che ci vedremo e… sì, sì… insalata e pomodori… e tutte le altre combinazioni agricole, vacanze per i tuoi scolari, Messa di tuo fratello, ecc. ecc. Ora sta’ anche tu in pace.
Prego per il povero fratello di Dal Fior, specialmente in questo mese.
Con Don Tonelli sono in relazione, e nella sua carità verso il vecchio compagno e amico ha già generosamente aiutato la Missione. Deo gratias!
Scrivo e ringrazio i benefattori nuovi e vecchi.
E abbracciandoti nel Signore con mille saluti a te e a quanti conosco, con un augurio speciale ai buoni artigiani, mi confermo
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2000 / Padovan Francesco / 1938-2-17 /
a Francesco Padovan, benefattore
Miyazaki, 17 febbraio 1938
Ill.mo Sig. Francesco,
Il buon Don Giuseppe (Grigoletto) mi fa leggere la sua lettera carissima… da cui apprendo sue varie notizie.
Si abbia cura della salute… per noi vecchi il freddo è un gran nemico. Grazie poi della caritatevole sua offerta, la godono i nostri seminaristi.
Li vedo ben in ordine davanti al Seminario in attesa di andare a passeggio: oh!, pregheranno tanto per Lei e per la signora Giuseppina.
Amatissimo Sig. Francesco, le sue preghiere, non dubito, hanno immenso valore presso il Signore, sono io in debito con Lei.
Se a Dio piacerà avrò il piacere di vederla. La conosco solo dalla foto, ma avrò occasione così di esprimerle tutta la mia riconoscenza.
Continui dunque a pregare per me e per i miei.
Sempre la ricorda il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2001 / Lorenzoni Livio / 1938-2-17 /
a Don Livio Lorenzoni, salesiano
+ 17 febbraio 1938
Carissimo Lorenzoni,
La tua carità si è nuovamente manifestata. Benedeto7 da Dio, grazie. Ti contraccambio con preghiere di cuore specie nel mese di S. Giuseppe. Prega e fa’ pregare per me.
Allegro, laborioso e buono.
Tuo aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
2002 / Circolare Salesiani / 1938-2-18 /
ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
Visitatoria S. F. S.
Miyazaki, 18 febbraio 1938
Carissimi,
L’iniziato mese di S. Giuseppe mi spinge a pregarvi di rafforzare sempre più la devozione a questo caro Santo.
Il nostro S. Francesco di Sales e Don Bosco ne furono zelanti propagatori, e noi dobbiamo imitarli. Raccomandiamo al nostro caro Patrono i bisogni materiali e spirituali della nostra famiglia, specialmente avvicinandosi la fine dell’anno scolastico, raccomandiamogli le vocazioni. Abbiamo bisogno di buoni elementi giapponesi per la Congregazione e per le molteplici opere maschili e femminili della Missione. È per noi questione di vita o di morte. Preghiamo dunque S. Giuseppe.
Non vi sono ignote le nostre difficoltà materiali: S. Giuseppe Provveditore della S. Famiglia bisogna che provveda anche a noi; comprenderete però che bisogna che gli diamo delle consolazioni come sapevano dargliene la Madonna e il Signore.
Finalmente tanti cari nostri confratelli soffrono per malattie fisiche ed anche tutti [noi] abbiamo le nostre difficoltà spirituali. Ricorriamo con fede a S. Giuseppe e vedrete i miracoli della sua potente intercessione.
Specialmente i nostri cari e buoni coadiutori si affidino con fiducia al Patrocinio del loro speciale Protettore.
La domenica di sessagesima, secondo il direttorio art. 335, è stabilita come domenica della Stampa. Desidererei che pure giungendo questa in ritardo, i chierici tutti dello studentato fossero informati con apposita conferenza del nostro Don Margiaria (lo prego di accettare) del movimento stampa cattolica in Giappone.
Tutti, ad imitazione di Don Bosco, dobbiamo persuaderci del formidabile mezzo che abbiamo a disposizione per fare tanto bene; come pure dobbiamo fare assai attenzione che questo santo mezzo non sia per noi di danno… i motivi li conoscete.
In guardia perciò, anche in Giappone il demonio usa assai assai assai di questo mezzo anche contro i poveri Salesiani.
Si rilegga pure al riguardo la bella circolare del nostro Don Bosco sui libri (rac. circ. di Don Bosco).
E pregate assai per il
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
2003 / Ricaldone Pietro / 1938-2-22 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 22 febbraio 1938
M. R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Sì, ho riso… e grazie del momento di esilaramento (niko-niko suru, in giapponese)1.
Grazie a Dio pur desiderando di unirmi a LUI non sono neppure lontanamente esaurito – se vedo nero, mah! Mi sembra nel Signore di averne a vedere i motivi. I nostri cari Visitatori spero avranno illuminato la situazione.
NOTIZIE: il nostro caro Don Tanguy ha ormai bisogno di essere sostituito, almeno ad tempus. Il dottore mastica male e pronostica peggio. Ah, se i Superiori mi consigliassero chi mettere al suo posto! È questione vitale e di grande responsabilità.
Ma quando i Superiori decideranno definitive per queste care anime? Ah, se seguissi la tentazione, me ne andrei subito a Tokyo: non già perché Don Cimatti risolverebbe la situazione, ma, che vuole?
Non mi adatto alle Prefetture Apostoliche – absolute non riesco… Ma mi facciano segretario in qualche buco… Rida anche Lei, che ne avrà bisogno più di me: ma veda Lei, che può inviarci un buon personale. Ho tentato di battere in Cina, ma Don Braga non si muove e non ci sente. Stando così le cose, veda almeno di inviare subito qualcuno con Don Liviabella – niente di male che anticipi la venuta.
Qui l’anno scolastico comincia col primo di Aprile: ho alcuni che dovrebbero incominciare la teologia in posto (e basterebbe, penso, un buon moralista solo), sono autorizzato a continuare come prima, inviando ancora per quest’anno al Gran Seminario? Colla penuria vera di personale, non posso stare sulla corda.
Abbia la bontà di venirmi in aiuto – mi viene a mancare Don Tanguy l’unica forza (nel senso che soglio dare alla parola) – vi è materiale buono tra i giovani, ma dopo le lavate di capo dei Visitatori come si osa esporlo al fuoco? Eppure, se i Superiori non mi consigliano diversamente, dovrò pur farlo.
E allora attendo con fede – ma se non ottengo risposta dovrò per forza fare quello che desidererei facessero i Superiori.
Mi benedica de rore coeli…
Oh, S. Giuseppe, convertite i Superiori al Giappone.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
2004 / Ricaldone Pietro / 1938-2-22 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Semi e frutti di carità8
[22 febbraio 1938]
Molto Rev. Sig. Don Ricaldone,
Il programma di carità che ci siamo proposti di svolgere salesianamente viene ad avere in varie forme la sua attuazione sempre sulla base del ricordo di Don Bosco ai suoi missionari: “Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini”.
E la parola di Don Bosco coglie davvero nel segno. È già noto agli amici nostri ed agli ottimi nostri cooperatori e cooperatrici quanto già si è attuato al riguardo in missione: l’Ospizio di Miyazaki, l’istituto di Nakatsu, gli oratori quotidiani o festivi sorti ovunque si trovano opere salesiane, gli asili d’infanzia, le conferenze di S. Vincenzo, le benefiche opere delle Figlie di Maria Ausiliatrice ne sono le massime manifestazioni.
A Tokyo le opere sociali sorte nel nostro oratorio di Mikawajima (specialmente l’Asilo e il Dispensario Don Piacenza) e la scuola professionale Don Bosco sono campi fecondi di carità destinati ad una copiosa messe di bene.
Penso le farà piacere aver notizie dello sviluppo che nuove forme di opere di carità vengono prendendo in favore specialmente degli ammalati.
Le visite a domicilio compiute dai soci delle Conferenze di S. Vincenzo vengono sempre più e meglio rafforzandosi, ed è di recente istituzione (oltre quelle che già funzionano a Miyazaki e Miyakonojo) quella di Beppu, di cui fan parte anche catecumeni, che trovano in queste visite uno dei più forti eccitamenti alla ricerca ed alla realizzazione della loro fede.
Oh, come viene naturale pensare al gran S. Martino, che ancora catecumeno dona metà del suo manto a Gesù! Come narrare gli esempi di vero eroismo, noti a Dio solo e ai pochi attori, che si verificano in povere catapecchie, in camerette prive di tutto, o anche sotto la volta del cielo!? L’anima giapponese, poi, inclinata come è naturalmente alla gentilezza vi riesce in forme esterne, che hanno ancor più del simpatico ed avvincente.
Oh, fosse lecito all’obbiettivo fotografico fissare le scene di delicatissima carità dei soci delle Conferenze… No, no… È meglio così: l’uomo, che serve Gesù nella persona dei suoi poveri ammalati, nel silenzio, nel nascondimento…
L’opera della stampa buona, specialmente se improntata alla carità, è un altro mezzo efficacissimo di propaganda. Si spiega così il successo del mensile “Vivere nella carità” edito dall’Ospizio di Miyazaki e che va a ruba dai pagani.
A Beppu i nostri hanno iniziato una società di studio di libri cristiani coll’intento di diffondere fra i protestanti e pagani lo spirito della carità cristiana.
È già uscito il primo volumetto, che presenta tradotta la DIDAKE: sono in preparazione altri volumetti (atti di martiri – umiltà cristiana, ecc.), che se dobbiamo giudicare dall’esito del primo, sono destinati a far un gran bene. Per l’ammalato il libro è un compagno fedele nelle ore di inevitabile noia… Oh, se la buona parola fa presa in quel momento, si può dire che è un’anima che si salva. Quanti esempi potremmo citare! Urge, urge stampa buona, attraente, persuasiva per queste care anime, già così provate dai loro dolori. Ed i mezzi? Al momento tiriamo avanti con fede.
La vendita a prezzo di fallimento e qualche offerta formano il piccolo capitale che servirà alla pubblicazione di un altro volumetto… Così l’esito assicura… edizioni esauritissime…
Ma quello che più mi stava a cuore di comunicarle è che si è stabilito a Beppu il Segretariato dell’Apostolato degli infermi, il primo dell’opera internazionale in terra di Missione. Per ora funziona per tutto il Kyushu, col desiderio che presto si estenda a tutto il resto del Giappone. Ne godiamo tutti, e penso ne godrà anche Lei, amato Padre, e quanti amano Gesù nei suoi poveri fratelli infermi. Se si può comprendere in ogni punto del globo la psicologia del malato che prega e fa pregare, direi la si gusta al sommo a Beppu, e i confratelli nostri ed anime buone che ne condividono l’apostolato lo sperimentano quotidianamente. Poveri esseri, la cui vita così spezzata, che sembrano votati ad un’esistenza inutile senza speranza di guarigione il più delle volte, possono essere guidati a divenire apostoli coraggiosi, coscienti dei loro dolori, ed ogni giorno abbracciando con Gesù la loro croce, le loro sofferenze; oh, come meglio di noi dicono: “Eccomi, Signore voglio fare la vostra volontà”. Ecco la missione d’apostolato loro fissata nettamente, imposta loro da Dio: “guadagnare le anime per mezzo della croce”.
Ho provato questa convinzione tempo fa quando mi recavo ad amministrare la S. Cresima fra i poveri tubercolosi del Sanatorio cattolico e in varie famiglie di ammalati a Beppu. Vedere la gioia di queste anime in corpi sfatti dal dolore, ed il senso vivo di sacrificio eroico che emanava più dal movimento delle labbra che dalla parola formata, nell’offerta dei loro dolori a Dio per la salvezza delle anime dei loro fratelli, che non conoscono ancora Gesù!
Non si può distaccare dalla fantasia la figura di un giovinetto cristiano, che ha compreso la sua posizione di apostolato.
Sorridendo nel suo letto di dolori, si è fissato la sua giornata di lavoro (e vi si attiene mordicus), materiata di preghiera e sacrificio: vi è segnato il tempo delle orazioni, della meditazione, della lettura spirituale, del S. Rosario… Il suo apostolato ha già convertito tutta la sua famiglia (sei persone).
Oh, sì! La sofferenza è la forma più elevata della preghiera, e gli effetti non possono non essere proporzionati.
I nostri cari ammalati si affrettano a dare il nome all’Associazione che dà loro così bel mezzo di saluto per loro e per gli altri. Riceveranno per posta la lettera mensile, semplice e cordiale, che li avvincerà in un solo con Gesù sofferente.
Sanno che il Papa conta molto sulle preghiere degli ammalati, e che con riconoscenza dona la sua paterna benedizione a quest’opera, che si può ben chiamare: “Passione cattolica” e che sotto l’impulso profondo e invincibile delle sue preghiere e dei suoi sacrifici si affianca così potentemente a quanti lavorano per la salvezza delle anime.
Ci benedica, o Padre, e implori per noi e per i nostri cari ammalati molte preghiere da quanti amano Gesù.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
2005 / Zerbino Pietro / 1938-2-22 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
22 febbraio 1938
Mio caro Zerbino,
Al solito un po’ di lavoro…
Se vengo ci vedremo… se no, non ci vedremo che in Paradiso.
Prega per me e saluta tutti.
Tuo
Don V. Cimatti
2006 / Circolare ai Salesiani in Giappone / 1938-2-22 /
ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
VISITATORIA S. F. S.
Miyazaki, 22 febbraio 1938
Carissimi,
Ricevo da Torino in data 29/1/1938 lettera dei Superiori in cui si annunciano notizie da tempo attese e che subito trasmetto, data l’urgenza delle medesime.
Sono erette in Ispettorie le attuali Visitatorie e quindi anche quella del Giappone. In attesa di decisioni definitive i Superiori mi pregano di accettare la nomina di Ispettore.9
Vi prego dunque di sopportarmi ancora un poco con questo titolo, e di aiutarmi, come avete fatto finora, a compiere il mio dovere.
Il programma di lavoro non può essere altro che aiutarci fraternamente per essere buoni salesiani. Le mie speciali mansioni elencate nell’articolo 87 delle Regole mi saranno facilitate dalla vostra collaborazione piena, sincera, caritatevole: ne faccio fin d’ora pieno assegnamento. Come primo atto i Superiori mi pregano di radunare subito il Capitolo Ispettoriale per l’elezione del Delegato. In foglio a parte troverete le norme relative.
Per la Teologia: per il momento si continui lo statu quo, cioè i teologi frequentino il Seminario Maggiore. Per il personale si sta cercando.
Come vedete, notizie che al momento non risolvono che in parte i nostri problemi, ma che danno luogo a buone speranze per l’avvenire.
Preghiamo ed affidiamoci con fede ai nostri Superiori ed il Signore ci benedirà in tutto.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2007 / Marella Paolo / 1938-2-24 /
a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico
Miyazaki, 24 febbraio 1938
Eccellenza Reverendissima,
Le comunico che i Superiori Salesiani con lettera 29/1/1938 hanno eretta la Visitatoria San Francesco Saverio del Giappone in Ispettoria, ed hanno pregato il sottoscritto di accettare la nomina in attesa di disposizioni definitive da concretarsi, quando avverrà la divisione dei poteri.
Identico lavoro e… stipendio identico… cambio di nome… ho accettato… non si tratta che di continuare a fare in via più giuridica quanto ho fatto finora in via di facoltà avuta. Mi aiuti il Signore a fare meglio di quanto feci fin ora. La cosa è connessa col fatto che quest’anno a giugno vi è il Capitolo Generale per l’elezione dei Superiori (escluso il Rettor Maggiore).
L’Ispettore con delegato (scelto dai confratelli) è membro del Capitolo. Ho fatto presente ai Superiori le mie difficoltà (non già perché sia Don Cimatti necessario in Giappone) dati i molteplici problemi in corso, di recarmi in Italia.
Attendo risposta. Posto che mi obbligassero virtute oboedientiae v’è qualche cosa da fare intuitu Praefecturae Apostolicae (permesso, ecc.)?
Che della grazia… Sto preparando la relazione per la questione di Mikawajima. Preghi per noi e ci benedica tutti.
Con riverente ossequio.
Don Vincenzo Cimatti, sales.
2008 / Tonelli Antonio / 1938-2-24 /
a Don Antonio Tonelli, compagno di Ordinazione
24 febbraio 1938
Mio carissimo Don Tonelli,
Seguo nella preghiera la tua malattia.
Che si compia per il bene tuo la S. Volontà di Dio. Ancora grazie, Tonino mio, della tua grande carità. Se sarà della volontà di Dio ci vedremo, se no, certo in Paradiso.
Non ti consiglio di offrire qualche tuo patimento per queste care anime, perché sono sicuro che lo farai.
Prega per me.
Tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
2009 / Arri Carlo / 1938-2-24 /
a Don Carlo Arri, missionario salesiano in Giappone
Approvazione opera Apostolato degli ammalati10
Miyazaki, 24 febbraio 1938
Ritenendo essere della maggior gloria di Dio, per la salute delle anime, e conforme ai desideri del SS. Padre e proprio dello spirito missionario il collaborare fortemente all’Opera dell’Apostolato degli ammalati (Booemendaal, Olanda).
Sentito il parere degli Ordinari del Kyushu che con tutto il cuore approvano e aderiscono formulando l’augurio che presto possa costituirsi per tutto il Giappone, permetto ed approvo la costituzione del Segretariato dell’Opera per il Kyushu in Beppu affidandone l’onere al Rev. Don Arri Carlo, sales.
In fede
Don V. Cimatti
2010 / Circolare Salesiani / 1938-2-25 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Ispettoria S. F. S.
Miyazaki, 25 febbraio 1938
Carissimi,
Mi si fa notare che per la determinazione dell’anzianità della professione perpetua, si devono applicare i criteri espressi dagli articoli 145 – 146 delle Costituzioni.
In base a questo il più anziano di professione essendo il nostro Don Marega prego [che] tenga la presidenza dell’adunanza di Beppu.
E pregate per me.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2011 / Circolare Salesiani / 1938-2-26 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Prefettura Apostolica Miyazaki
26 febbraio 1938
Carissimi,
Nell’approssimarsi della S. Quaresima vi prego:
Dare ai cristiani tutte le disposizioni che credete del caso per l’osservanza delle leggi della Chiesa in tal tempo. Siate larghi nelle dispense, data specialmente la situazione attuale delle popolazioni.
Insistere assai sulla mortificazione spirituale nella correzione dei propri difetti, nell’esercizio più accurato dei doveri quotidiani, nella preghiera fatta meglio e prolungata.
Attivare sempre più fortemente l’istruzione catechistica dei giovani per prepararli alla S. Pasqua e alla Prima Comunione; istruire più attivamente i catecumeni per poterne offrire un bel manipolo al Signore nelle prossime feste Pasquali.
Dare maggior impulso alle opere di carità. Vanno estendendosi sempre più i benefici effetti delle Conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli: ne godo e vi supplico di curare e perfezionare tali istituzioni. Il Signore ci benedirà in proporzione di quanto facciamo per i suoi fratelli poveri. Cerchiamo di visitare e far visitare i poveri, gli ammalati. Quante anime possiamo salvare coll’esercizio delle opere di misericordia…
Eccovi il lavoro che vi propongo di intensificare specie in questo periodo di Quaresima. E mentre pensiamo agli altri non dimentichiamo noi stessi: anche l’anima nostra ha bisogno delle stesse cure che prodighiamo agli altri.
Miei buoni missionari, uniamoci a Gesù che soffre e che vuole salve le anime e prima di tutte la nostra. Sia dunque anche per noi più accurato lo spirito di mortificazione interna ed esterna, più intensa la preghiera, più nutrito il nostro studio, più attivo l’esercizio della carità, affinché anche per noi si effettui una vera risurrezione spirituale.
S. Giuseppe ci guidi nel mese a Lui consacrato ad attuare quanto vi propone il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2012 / Cecchetti Albano e Arri Carlo / 1938-2-26 /
a Don Albano Cecchetti e Don Carlo Arri, missionari in Giappone
26 febbraio 1938
Carissimo Don Cecchetti ed Arri,
È morto a Valsalice il nostro Don Tonelli.
Come insigne benefattore della nostra missione domando una santa Messa e le prescritte preghiere di suffragio per i confratelli.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. Faccia anche pregare le Figlie di Maria A.11
2013 / Zerbino Pietro / 1938-3-1 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
[1 marzo 1938]
Carissimo Don Pietro,
Proprio nell’atto di far partire la lettera mi giunge la tua coll’accluso elenco dei compagni di Fìlippa. Grazie. Spero a giorni finire la piccola biografia, che spero farà del bene. E grazie pure dell’offerta dell’ottimo Rag. Maffei sempre disposto ad aiutare chi ha bisogno. Sapevo della morte del buon Don Lucchelli e del carissimo Don Tonelli. Beati loro! Ma verrà presto anche il nostro turno. Pronti!
Bravo! Prega per noi. I Visitatori sono troppo buoni nel parlare bene di noi: ad ogni modo Deo gratias! Sì, sì: ti ricordo cotidie, non temere.
Potrai far ridere il Sig. Don Berruti leggendogli l’ultima di Don Bovio. Gli facevo, ridendo, gli auguri perché i Superiori gli affidassero qualche carica… e lui ridendo mi diceva: “Ma io desidererei che i Superiori mi scrivessero: ‘O Bovio, allevami i rampolli della Congregazione…’. Ed io per lettera risponderei: ‘Fino ad ora ho allevato e allevo polli; d’ora in avanti alleverò rampolli…’”.
Come vedi, buon tempo c’è, e col caldo che fa un po’ di fresco di queste freddure, non va male.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2014 / Manassero Emanuele / 1938-3-1 /
a Don Emanuele Manassero, antico Ispettore
[1 marzo 1938]
Rev.mo Don Manassero,
Ricordando i tempi del famoso carro e dei giovani (ormai vecchi) turchi, non dimentico il mio buon Emanuele.
Preghi anche per me.
Suo
Don V. Cimatti
[Quanto segue è una circolare stampata].
I missionari Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki ed i Salesiani di Tokyo nella bella occasione delle feste Pasquali vogliono dire ai loro Superiori, Parenti, Allievi e Benefattori tutta la loro riconoscenza per i benefici ricevuti ed assicurano preghiere ed offerte di sacrifici speciali secondo la loro intenzione.
Il Superiore trovandosi in urgenti necessità per il mantenimento delle varie Opere missionarie salesiane in Giappone, chiede una sia pur piccola elemosina e molta preghiera.
Il Signore rimeriti i nostri Benefattori e ci benedica tutti.
Sac. Vincenzo Cimatti
Prefetto Apostolico di Miyazaki
Visitatore dell'Opera Sales. in Giappone
2015 / Grigoletto Giuseppe / 1938-3-1 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
[1 marzo 1938]
Caro Giuseppe,12
Non retorica, ma nella vita ci sono doveri fra cui quelli di riconoscenza. Hai capito! La tua festa, le feste di Pasqua… Sai quanto farà (se vivo) Don Cimatti per l’anima tua in quelle occasioni… e non dico altro.
Grazie di quanto fai per il Signore. Per Lui non facciamo mai troppo.
Continua e a tempo opportuno il prezioso premio.
Ti abbraccio e benedico
Don V. Cimatti, sales.
2016 / Circolare Salesiani / 1938-3-3 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Miyazaki, 3 marzo 1938
Carissimi confratelli,
Nella vostra bontà avete voluto per iscritto e a voce manifestarmi il vostro affetto anche in questa circostanza dell’erezione della nuova Ispettoria, e soprattutto avete promesso preghiere. Non posso che ringraziarvi ed è con queste buone disposizioni che mi sento in animo di andare fino in capo al mondo.
Vi contraccambio – lo sapete – quotidianamente con le mie povere preghiere, e poi son qui tutto ai vostri ordini per aiutarvi in quanto mi è possibile: non temete di risparmiarmi (= non abbiate paura di disturbarmi).
Ed ora al lavoro che bisogna fare in preparazione al Capitolo Generale. Prossimamente vi comunicherò il risultato delle elezioni al Capitolo Ispettoriale e le modalità del medesimo.
Siccome nel Capitolo Ispettoriale si tratterà anche il tema del Capit. Gen.: “La formazione del personale Salesiano”, prego i singoli confratelli che avessero eventuali osservazioni e proposte, che intendessero inviare al Capit. Gen. per il tramite nostro, di farlo possibilmente entro il 15 del mese. Piena libertà ad ognuno di inviare al Regolatore direttamente quanto concerne al Cap. Gen.
Secondo il prescritto degli ATTI ogni casa deve preparare la CRONACA dalla fondazione fino al 1938, ed essere inviata a Torino per il Capit. Gener. A facilitare questo lavoro che può sembrare non indifferente vi invierò fogli speciali che riempirete con facilità, nelle forme che vi saranno possibili, e daranno modo al sottoscritto di compiere anche questo suo dovere. Ho bisogno che questo lavoro sia compiuto entro il mese di Marzo.
Non si dimentichi nelle adunanze dei ragazzi di ricordare il 9 Marzo, data della morte di Savio Domenico.
La S. Quaresima, la prossima festa di S. Giuseppe sono tutti mezzi atti ad eccitare noi e gli altri al bene; usiamoli con grande diligenza.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2017 / Chierici salesiani in Giappone / 1938-3-3 /
ai Chierici filosofi e teologi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
[3 marzo 1938]
Carissimi filosofi e teologi,
S. Tommaso! È la vostra festa. Come figli della Chiesa e di Don Bosco abbiamo S. Tommaso per Maestro: ricordate le sante Regole nostre. Vorrei scrivere ai singoli, ma spero farlo fra breve, come pure anelo le feste di Pasqua per il piacere di rivedervi et os ad os loqui. Ad ogni modo desumo oggi specialmente per voi il ricordo dalle parole del S. Padre:
“Labia sacerdotis custodiunt scientiam”. “I chierici non si debbono contentare di quello che forse poteva bastare in altri tempi, ma devono essere in grado di avere, anzi devono avere di fatto, una cultura generale più vasta e più completa, corrispondente al più alto livello ed alla più ampia estensione che oggi ha raggiunto generalmente parlando la cultura moderna in confronto dei secoli passati…”.
“…È necessaria la virtù e la scienza, è necessaria l’esemplarità ed edificazione, di questo ‘bonus odor Christi’ che il sacerdote deve spargere dappertutto intorno a sé, presso quanti l’avvicinano”.
S. Tommaso si dipinge in varie forme, ma o sia storia o tradizione (a noi poco importa per il nostro scopo) lo si dipinge e dalla sua vita si deduce in questi principali momenti:
In relazione di intima unione col Crocifisso “Bene scripsisti de me, Thoma!”. Lo studio esige lo sforzo, sacrificio: ecco il “seriamente” della Regola, sulla piattaforma di Lui, perché “sacerdos alter Christus”.
Sint lumbi vestri cincti. Ricordate l’angelica visione – con cui, dopo la tentazione, Tommaso fu circondato di purità. Ed allora era giovane come voi…
Il nostro Giotto raffigura la purità difesa in una fortezza… E tale fortezza è la croce e le sue conseguenze. Non per nulla S. Tommaso con un tizzone ardente mette in fuga il demonio tentatore e segna sul muro una croce.
Sul suo petto il sole. Videant opera vestra bona et glorificent Patrem vestrum qui in coeli est.
Vi ricordo ogni giorno singulariter e vi benedico e abbraccio in osculo sancto.
Pregate pel
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2018 / Chierici studenti di Filosofia in Giappone/ 1938-3-3 /
ai Chierici studenti di filosofia dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Miyazaki, 3 marzo 1938
Filosofi carissimi,
S. Giuseppe vi aiuti a dare alla vostra vita la serietà di intenti che, specie quelli del secondo corso, devono proporsi.
Leggo su un libro: “il ginnasio inferiore orienta verso la scadenza o la leggerezza: il superiore per la mediocrità accidiosa o per la generosità degli eletti”.
Voi foste eletti . “Il liceo (il vostro corso è tale) è decisivo per la vocazione. La prima classe è di prova, la seconda di crisi (per voi è il primo corso) e la terza di risoluzione”.
Qualunque sia la vostra età e il corso nel quale siete, ricordatevi bene che è decisivo per voi.
Coraggio! E avanti nel Signore.
Pregate per me e aiutate tutti i vostri Superiori.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
2019 / Novizi salesiani in Giappone / 1938-3-3 /
ai Novizi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
3 marzo 1938
Novizi carissimi,
Grazie degli auguri e preghiere. L’approssimarsi della festa di S. Giuseppe fa chiudere il vostro primo trimestre.
Il Signore colla malattia del vostro Maestro ha messo a dura prova la vostra formazione: ma avendo Lui così stabilito, state tranquilli.
Un bell’esame di questa prima tappa: siete migliori – uguali – o peggiori di prima?
Cercate di manifestare al Signore la buona volontà in tutto – anche non vediate gli effetti e poi avanti nel Signore.
La S. Quaresima è palestra di mortificazione. Fate specialmente digiunare il diavolo.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2020 / Dal Fior Luigi / 1938-3-4 /
al chierico Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone
4 marzo 1938
Carissimo Dal Fior,
Godo dal più profondo del cuore della tua domanda e il Direttore ti comunicherà l’esito. Deo gratias!
È mio dovere scirabetare [giapponese italianizzato = esaminare] specie se tu libere et scienter ordines in statu religioso appetas. Mi pare di conoscerti intus et in extra e perciò non insisto: ad ogni modo mi risponderai. Tu certo vuoi mantener fede a Don Bosco. Dovrai firmare il giuramento che la Chiesa ti domanda in questa circostanza – leggilo – meditalo – firmalo. Ecco la tua risposta.
Coraggio mio Luigi: sii generoso col Signore, se vuoi che Egli sia generoso con te. Donazione totale: corpo e spirito: e con Don Bosco, lavora per te e per gli altri.
Domanderò che Gesù ti mantenga suo usque in finem; ed anche che aiuti il tuo povero fratello che a quanto mi dicevi (ed anche Don Grigoletto mi scriveva) non va bene. Non potrò esserti vicino, ma puoi capire che coll’affetto e colla preghiera ti sarò più che vicino.
Auguri dunque e prega per me. Il 21 è S. Benedetto: “ora et labora”, così simile a “il lavoro è preghiera” di Don Bosco. Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2021 / Circolare Salesiani / 1938-3-6 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Ispettoria S. F. S.
Miyazaki, 6 marzo 1938
Carissimi,
Come da precedente annuncio eccovi i dati di cronaca che mi richiedono da Torino. Ricordatevi che si richiedono dall’inizio della Fondazione a tutt’oggi.
Lo comprendete: è per la storia della nostra Congregazione che si viene raccogliendo il materiale da tutta la Congreg. Anzi, come sapete, d’ora innanzi ogni anno bisogna inviare a Torino copie della Cronaca di tutte le case dell’Ispettoria e dell’Ispettoria stessa.
Voi riempite come potete e come sapete. Anche il sottoscritto ha dati di archivio e completerà. Non devono essere difficili per voi i dati statistici.
Per dati di cronaca (non essendo le vostre fondazioni assai antiche) scrivete quanto più potete e nel caso di difficoltà non abbiate timore di inviarmi la cronaca da cui rileverò quanto può essere utile.
Voi comprendete che si desiderano notizie che possano servire per la storia… Andrebbe anche bene una carta topografica della proprietà (non si tratta di cosa ufficiale che dia un’idea della località, possibilmente qualche foto).
In questo lavoro fatevi aiutare da qualche confratello di buona volontà, e vi riuscirete senza difficoltà e impiego di tempo.
Vi prego di farmi pervenire quanto potrete adunare entro il mese di Marzo.
Fatelo volentieri anche se vi costa: è dovere ed è per il bene della nostra Congregazione.
Inoltre è così che darete anche a me la possibilità di compiere il mio dovere.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2022 / Dell’Angela Stefano / 1938-3-6 /
al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone
6 marzo 1938
Grazie di cuore. É bene che veda che ti rimane ancor molto da fare, se no ti potresti credere già santo.
Adunque allegro e buono in tutto.
Don V. Cimatti, sales.
2022-2 /Dell’Angela Stefano /
al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone
Senza data
Buon Onomastico. Prego per te. Gesù ti conceda l’efficacia della parola e l’anima ardente del tuo patrono. Saluta tutti.
Tuo
Don V. Cimatti
2022-3 /Dell’Angela Stefano /
al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone
Senza data
1 Don Cimatti |
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2022-4 /Dell’Angela Stefano /
al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone
Senza data
Sii sempre allegro nel Signore e di’ con S. Filippo: “Scrupoli e maliconia, non vi voglio in casa mia”.
2 Don Cimatti |
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2023 / Doi Pietro / 1938-3-12 /
a S.E. Mons. Pietro Doi, Arcivescovo di Tokyo
Miyazaki, 12 marzo 1938
Eccellenza Reverendissima,
Conoscendo la bontà di cuore dell’Ecc. Vostra ed il vivo desiderio che quanti collaborano nell’Arcidiocesi ai lavori dell’Apostolato si stringano con un’unica volontà al loro Pastore, desidero esprimere ancora una volta i sensi di filiale sommissione che i Figli di Don Bosco intendono di avere verso il loro Arcivescovo, cui offrono tutte le loro forze, risorse e buona volontà di lavoro.
Recentemente venne riconosciuta canonicamente la Provincia (noi diciamo Ispettoria) Salesiana Giapponese, e devo darmi attorno per regolarizzare in base ai Canoni ed al disposto delle nostre Costituzioni le varie case Salesiane, tra cui quelle di Tokyo. È per questo che a nome dei miei Superiori mi onoro di presentare all’E. V. il presente memoriale allo scopo di addivenire alla regolarizzazione definitiva delle convenzioni relative alla fondazione di MIKAWAJIMA, affidata ai Salesiani di Don Bosco.
La creazione della nuova Arcidiocesi di Tokyo; il riconoscimento canonico dell’Ispettoria; la necessità di uniformare al disposto delle nostre Costituzioni (necessità riconosciuta anche dai nostri Superiori Maggiori nella visita straordinaria dell’Agosto scorso) questa fondazione, sono i precipui motivi che mi spingono alla presentazione del Memoriale. Lo affido alla benevolenza dell’E. V. ed attendo fiduciosamente consiglio, aiuto e adeguata soluzione.
Antefatti:
I Salesiani di Don Bosco fin dal 1931, dietro invito di S. E. Rev.ma Mons. Chambon iniziarono le laboriose pratiche per stabilirsi a Tokyo a collaborare nel lavoro dell’apostolato, col trasporto della Scuola Professionale-Tipografica Don Bosco iniziata a Oita e col dar principio ad altre opere di beneficenza conforme allo spirito della loro Istituzione a favore della gioventù povera e abbandonata.
Si stabilirono così a MIKAWAJIMA. Le condizioni furono che il terreno restava terreno della Missione di Tokyo, messo a disposizione dei Salesiani per l’erezione di una parrocchia, di cui sarebbe parroco un sacerdote salesiano.
Le costruzioni (non ammobiliate) erano valutate a Yen 10.000 (esclusa la cinta) e dovevano essere pagate nel corso del 1933: potevano essere adoperate per casa parrocchiale, per la scuola tipografica e per le opere di beneficenza, che liberamente si permetteva di incominciare.
Fu pure fatta espressa promessa di dar lavoro alla Tipografia colla stampa della Riviste della Missione (KOE, CATHOLICUS ecc.) e il Giornale… per la stampa del quale (Giornale cattolico) S. E. aveva acquistato una rotativa, che si era disposti a cedere al momento opportuno.
In fine il parroco avrebbe ricevuto il mensile dalla Missione. Fu in queste condizioni che tre salesiani si stabilirono a Mikawajima nel gennaio del 1933.
Iniziato il lavoro si vede ben presto, che se si voleva dare conveniente sviluppo alla Parrocchia e relative opere – ed alla scuola professionale, il terreno di Mikawajima era troppo ristretto, e che le due attività (Parrocchia e scuola) si sarebbero intralciate a vicenda.
Allora, d’accordo e con l’aiuto di S. E. si fissò altro terreno (in zona Itabashi-ku) per le opere salesiane, restando così Mikawajima come una parrocchia confidata dall’Autorità Ecclesiastica alla Congregazione salesiana. Contemporaneamente la Congregazione Salesiana esprimeva a S. E. il desiderio di continuare a lavorare a Mikawajima.
Date le critiche condizioni di povertà in cui si trovava, domandava il differimento del pagamento degli edifici, che d’altra parte non corrispondevano allo scopo iniziale della fondazione. Tali edifici poi per altri rispetti non potevano essere della Congregazione, secondo il disposto delle Costituzioni, che vietano avere edifici della Congregazione su terreni di proprietà altrui. Si facevano infine osservare i gravi sacrifici finanziari e di personale cui si era sobbarcata la Congregazione per il lavoro intrapreso e che già dava così consolanti risultati.
S. E. Mons. Chambon, annuendo alla pratica, rescindeva il contratto precedente. Terreno e costruzioni restavano dello Shadan della Diocesi. I Salesiani erano autorizzati a fondare la Scuola professionale e le Opere a Suginamiku-Itabashiku. Ritenevano la Parrocchia di Mikawajima, ed il Salesiano Parroco era considerato come un missionario della Diocesi agli effetti amministrativi e giuridici.
Stato attuale.
E da quel tempo i Salesiani hanno cercato in tutte le maniere loro possibili di dare impulso al lavoro parrocchiale; d’intesa coll’Autorità Ecclesiastica l’hanno arricchito di numerose opere sociali, destinate a venire in aiuto materiale e spirituale delle anime loro affidate. Sorsero così oltre 1’ORATORIO quotidiano, l’ASILO d’infanzia, il DISPENSARIO Piacenza, il DOPO-SCUOLA, l’associazione BOYS SCOUT, l’Associazione PADRI e MADRI, Seinen-kai, Shimai-kai.
Tutto il personale (salvo il parroco) è a carico completo della Congregazione, che vi lavora dal 1933, e che in tempi successivi per riattamento e costruzione nuovi edifici ha già speso oltre Yen 21.000, senza contare le spese di mobilio e materiale, personale, per non parlare del lavoro dei confratelli, difficilmente valutabile a prezzo. La diocesi concorse nelle spese trasporto chiesa, tubatura ecc. per Yen 5.180.
La Congregazione salesiana desidera, per le ragioni sopra indicate, sistemare definitivamente e giuridicamente la sua posizione a Mikawajima. A tutt’oggi, dopo così grave dispendio di persone e di mezzi, e dopo vari anni di assiduo lavoro si trova in posizione talmente precaria per l’avvenire, che si rende necessaria una pronta soluzione improntata di carità e di giustizia.
Ed è questa che invoco dalla grande benevolenza ed illuminato parere dell’E. V. e del Consiglio dell’Arcidiocesi.
Non sapendo prevedere quale possa essere il pensiero di V. E. in materia, e desiderando di indicare qualche cosa di concreto come base della decisione, sentito anche il parere di S. E. Rev.ma il Delegato Apostolico, a nome dei Superiori Maggiori della Congregazione Salesiana, considerando la somma dei lavori materiali e spirituali compiuti a tutt’oggi dai Salesiani a Mikawajima, oso domandare che la parrocchia sia affidata ex jure ed in perpetuo alla Congregazione Salesiana.
I Salesiani si obbligano per parte loro di compiere tutti gli obblighi parrocchiali e opere annesse secondo le direttive di S. E. l’Arcivescovo, in conformità allo spirito della loro regola.
Il sottoscritto non potendo essere sempre presente a Tokyo, qualora fossero necessari schiarimenti, proposte e controproposte delego come rappresentante il Rev. Don Tanguy, Direttore del nostro studentato a Tokyo.
Presento la pratica nel bel mese consacrato a S. Giuseppe ed in prossimità della sua festa, pregando la benedica e conduca a compimento conforme alla volontà del Signore e per il bene dell’Arcidiocesi e della Società Salesiana, a gloria di Dio e per la salvezza delle anime. Il gran cuore di V. E. voglia con tutta libertà suggerire quanto può sembrare utile alla soluzione, e venire in aiuto ai poveri figli di Don Bosco. Raccomandando i miei e specialmente me stesso alle ferventi orazioni dell’E. V. domando l’Apostolica benedizione e mi professo dell’E. V. Rev.ma
Umilis.mo servo
Sac. Vincenzo Cimatti, sales.
Ispettore Sales. in Giappone
A S. E. Mons. Doi
Arcivescovo di Tokyo
Appendice13
Opera di Mikawajima
L’Opera fu iniziata nel 1933 e comprende la parrocchia, l’asilo d’infanzia, l’oratorio quotidiano e opere assistenziali relative, il dispensario e varie opere generali di azione cattolica. Salesianamente l’oratorio festivo è l’opera principale.
L’opera inizialmente approvata dai superiori nella speranza potesse servire come base per la scuola professionale, data la ristrettezza del luogo, il lavoro che si doveva fare intuitu missionis, lo sviluppo impensato che ebbe l’oratorio (che noi consideravamo come parte integrale del nostro primo lavoro a Tokyo) dato pure che per i ritardi avuti nelle autorizzazioni dei Superiori sua Eccellenza l’Arcivescovo non poté affidarci quanto sperava poterci dare per la parte tipografica – e anche qui come sempre per la questione finanziaria, di fronte al dilemma di uccidere o non far prosperare le opere iniziate o fondare la scuola, non potendosi realizzare le due cose contemporaneamente si proseguì con forza nell’opera missionaria e salesiana oratoriana. I prezzi esorbitanti che si chiedevano per l’acquisto di terreni nei pressi di Mikawajima obbligarono a cercare altrove e con l’aiuto di Sua Eccellenza l’Arcivescovo si riuscì a comprare l’attuale terreno a Suginami-ku.
Questione della proprietà
Dietro assicurazione di S. E. il Delegato Apostolico non si fecero pratiche per la regolarizzazione della proprietà. Il terreno e i primi edifici sono di proprietà della Diocesi, non avendo potuto i Salesiani riscattarli fin dall’inizio.
L’Arcivescovo paga le tasse e tratta il Missionario come uno dei suoi. La Congregazione pensa a tutto il personale e mantenimento delle opere. Mediante i benefattori e piccole risorse locali e per l’attività dei Direttori al momento attuale non ci sono debiti e le opere attuali con questi mezzi si ha speranza [che] possano continuare a mantenersi.
Il cambio dell’Arcivescovo porterà a delle innovazioni? Potranno rimanere i Salesiani per molto tempo in questa condizione precaria?
S. Ecc. il Delegato sconsigliò iniziare pratiche per la regolarizzazione perché assicura che di diritto tali opere debbano passare al completo all’Opera salesiana (e suggerirà le modalità) ma sta il fatto che le cose sono come furono precedentemente espresse.
Questioni sulla salesianità delle opere assistenziali di mikawajima
Come all’inizio di molti oratori così pure l’opera di Mikawajima fu ed è mista, tanto più essendo in terra di missione e di opere parrocchiali. Ma è sentita la necessità che al più presto possibile tali opere vengano nettamente divise ed è con questo intento che si fecero pressioni di ogni genere alle Figlie di Maria A. perché acquistando terreno nei pressi della Parrocchia potessero assumersi col tempo la direzione di tutte le opere femminili.
Disgraziatamente non si riesce a far decidere le Figlie di Maria A. ad iniziare tale lavoro pur già avendo comprato il terreno nelle vicinanze.
L’attuale missionario per sostenere tutte queste opere deve fare certo un TOUR DE FORCE a cui non si possono obbligare tutti i confratelli.
La necessità di sollecitare gli aiuti esterni per queste opere obbliga il confratello a frequenti uscite che non aiutano certo la direzione interna e l’assistenza dei confratelli – mettono il missionario in pericolo. Necessità quindi di rinforzo di personale.
2024 / Cecchetti Albano / 1938-3-12 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 12 marzo 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie di tutte le informazioni sul caso… Esperienza che il Signore permette. Penso che non verrà nulla di male.
Alle sue lettere rispondo sempre. È il pensiero di Don Rua. Rispondo ai bambini e giovani dei nostri collegi. Si figuri se…
Ma come dissi in altra: le sue arrivano come fuoco di fila una per giorno, se non due… E allora lascio accumulare un po’ e… per risparmio, e… per maturare le idee.
E preghiamo. A Don Arri propongo il problema Takeuchi. Videte…
Tutto suo
Don V. Cimatti, sales.
2025 / Del Col Luigi / 1938-3-12 /
al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone
+ 12 marzo 1938
Carissimo Luigi,
Fiat voluntas Dei. Dominus dedit, Dominus abstulit. Sit nomen Domini benedictum.
Preghiamo tutti di cuore: assicuralo anche al buon fratello Antonio e a tutta la famiglia. A parte il giusto dolore naturale, è segno che gesù ti vuole più pienamente e totalmente suo: dunque buttati generosamente in Lui.
Prega per tuo
aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
P.S. Di mie operette stampate c’è “Marco” e “Raggio di Sole” stampate alla SEI, ed anche altre, una missionaria – “I paggi della regina”, ecc. Se scrive alla SEI che gli mandino… con mia musica penso che…
Manoscritte ce n’è, ma non so chi le abbia in Italia pur essendoci tanti che le hanno.14
Ricevuto tutto. Preghiamo insieme.
2026 / Circolare ai Salesiani in Giappone / 1938-3-14 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Ispettoria S. F. S.
Miyazaki, 14 marzo 1938
Carissimi,
Molteplici cause hanno finora impedito di poter scegliere la data per la riunione del Capit. Ispettoriale,15 per procedere all’elezione del Delegato per il Cap. Generale. La fine dell’anno scolastico, altri impegni inderogabili per parte di altri e specialmente l’arrivo della Commiss. Italiana a Tokyo proprio in questo periodo che tiene impegnati molti di voi, sono le principali cause del ritardo.
Mi pare che siate tutti d’accordo sulla scelta del luogo della riunione a KOBE, su per giù comodo per i Delegati della Missione e per quelli di Tokyo.
Se a Dio piacerà, rimane dunque indetta la riunione a Kobe il giorno 29 di Marzo; nella sede della procura delle Missioni Estere di Parigi, alle ore 9 A. M.
Come pervenirvi, penso che tutti lo sappiate. Quelli della Missione o per ferrovia o anche da Beppu e Oita con battello. Per ferrovia è meglio prendere il biglietto fino a Sannomiya. Prego dare al P. Fage il minor disturbo possibile. Quelli che avessero assolutamente bisogno di pernottarvi sarà bene che preavvisino. Idem preavvisare l’arrivo e la celebrazione della S. Messa per gli opportuni preparativi per parte sua.
La Visita della Commissione fu così fissata…
A Miyazaki dal 16 al 20 vi sarà la S. Missione predicata dal P. Furukawa… Domando preghiere preghiere preghiere. Il giorno 21 i confratelli Dupont e Dal Fior e il nostro Don Mukai ricevono rispettivamente gli ordini del Diaconato, suddiaconato e suddiacon.: li raccomando vivamente alle vostre preghiere.
Al Noviz. e studentato sono prossimi i Ss. Esercizi di metà anno; non dimentichiamo questi cari confratelli.
S. Giuseppe nella sua cara solennità ci ottenga tante grazie ed anche quella del buon esito del Capitolo Ispettoriale.
Già vari hanno mandato proposte: desidererei le inviino o le affidino ai Delegati qualora non l’avessero ancora fatto.
Vogliate pregare pure per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P. S. Le scuole del Gran Seminario hanno inizio al primo di Aprile: si prendano le opportune disposizioni affinché i confratelli che devono iniziare la teologia si trovino in sede in tempo opportuno.
Si avvicina la primavera. Ricordo a tutti di fare una buona pulizia alla casa ed anche di vedere se i confratelli hanno bisogno di indumenti, biancheria, ecc. avvicinandosi anche la stagione estiva.
Per quelli specialmente che devono recarsi allo Studentato raccomando l’esatta osservanza dell’Artic. 75 dei Regolamenti ed anche di munire il confratello di lettera di presentazione.
Negli Ospedali militari sono degenti alle volte dei feriti della nostra Pref. Apos. (cristiani e non cristiani) oppure cristiani di altre diocesi. A Tokyo se ne sono trovati vari, vecchie conoscenze, che hanno gradito assai la visita del sacerdote. È un modo di fare del bene. Se siete a conoscenza di qualcuno segnalatelo vicendevolmente.
2027 / Ricaldone Pietro / 1938-3-15 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
15 marzo 1938
Amatis.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Grazie della sua ultima. La nomina siccome mi ha lasciato tale e quale – e siccome i Superiori conoscono quanto ho domandato, e se così hanno disposto è segno che il Signore vuole così, e così sia. Dopo tutto (me lo sono sentito dire tante volte – e l’ho gridato tante volte) non sbaglio a fare quanto mi dicono. Ho scritto ai confratelli dicendo con Don Bosco “mi sopportino ancora un poco”.
Il nostro Don Escursell si è calmato alquanto: ha rimesso tutto a dopo il Capitolo generale. Penso che i Superiori avranno capito bene quanto lo ha tormentato e lo tormenta. In un primo tempo voleva uscire del tutto – ora vuol lavorare col clero spagnolo ad tempus per compensarli (dice) dei benefici ricevuti – motivo, perché il Superiore non ha approvato la sua attività. Penso che in qualche cosa si sia compromesso e cerchi la sua via d’uscita dal Giappone. Ad ogni modo, ora, lavora e fa il suo dovere.
Adesso è la volta del ch. Broccardo che si vuol fare frate… Mah! Vado staffilandolo e addolcendolo: vedremo!
Il nostro Don Tanguy, con riguardi, tira avanti.
Speravo con questa inviare la nomina del Delegato, ma un cumulo di circostanze, fra cui la venuta della Commissione Italiana, mi obbliga a ritardare l’adunanza al 29 Marzo.
Per la mia venuta avevo già esposto al Sig. Don Candela varie difficoltà. Non già che Don Cimatti sia necessario, anzi! Certo vi sono proprio sul tappeto questioni importanti – il bravo Don Tanguy ammalato – vari di questi confratelli ammalati un po’ materialmente e spiritualmente – tanto ristretti di personale che il sottoscritto fa scuola regolare – Don Liviabella che tornerà dopo che sono partito (se devo partire), ed egli è l’Economo.
Avevo prospettato qualche proposta. Desidererei il consiglio dei Superiori per non lasciar aggravare la situazione. Per aggiustare bene le cose certo il Capitolo Gener. non è il tempo più propizio: si ha tutti fretta. Ad ogni modo sono nelle mani dei Superiori: è certo un sacrificio grave per tutti, data la situazione in cui ci troviamo.
Per il mio rendiconto grazie a Dio, salute materiale e spirituale, bene. Nulla di nuovo. La circolare sulla povertà fa del vero bene a tutti: Deo gratias.
Per me, per i miei e per le nostre cose, una speciale benedizione e preghiere.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
2028 / Esterhazy M. A. / 1938-3-15 /
a M. A. Esterhazy, Contessa in Ungheria
All’Ill.ma Sig.ra Contessa M. Esterhazy
Presidente della Commissione
Esposizione Opere Caritative
Budapest
Miyazaki, 15 marzo 1938
Ill.ma Contessa,
Rispondendo all’appello del Comitato, ho cercato di radunare purtroppo un po’ in fretta il materiale richiesto dalla Commissione dell’Esposizione dell’Opera caritativa.
Non vogliano guardare alla pochezza della cosa, ma al cuore con cui è mandata, ben felice se potrà servire sia pur come modesto contributo allo scopo che il Comitato si propone.
Data la pochezza della raccolta, se potrà essere creduta degna, resti pure il materiale per l’esposizione ambulante che si ha intenzione di organizzare, oppure se non serve passi come donativo alla casa Salesiana di Budapest.
Mentre tutte le nostre cristianità pregano per il successo del Congresso Eucaristico, oso raccomandare me ed i miei alle preghiere della S. V. Ill.ma.
Coi sensi della più distinta stima
Obbl.mo
Sac. Vincenzo Cimatti, sales.
Prefetto Apostolico di Miyazaki,
Ispettore sales. in Giappone
Elenco del Materiale inviato:
HIKARI NO SONO: album con fotografie e spiegazione dell’Opera.
MIYAZAKI, OSPIZIO: Fotografie e album esplicativi e saggio delle opere stampate, ecc.
MIYAZAKI: Album, Myojo Yochien.
MIYAKONOJO - NAKATSU: relazione.
BEPPU: album casa Mazzarello.
TOKYO - MIKAWAJIMA: foto e giornaletti.
“ SCUOLA DON BOSCO: Foglietti.
La Prefettura Apostolica di Miyazaki è affidata ai Salesiani di Don Bosco i quali vi iniziarono il lavoro di apostolato nel 1927.
Persuasi che le Opere di carità avrebbero potuto essere un efficace mezzo per la propagazione della fede si misero subito all’Opera, formando in un decennio una fioritura d’opere che mentre assolvono il compito di alleviare le miserie umane coadiuvano il missionario nella propagazione della Fede in questo grande Impero.
Le principali manifestazioni di questa Propaganda Caritativa sono compendiate:
1. Nell’Ospizio per i poveri vecchi e orfanelli a Miyazaki. Comprende varie sezioni: ricovero vecchi e vecchie – orfanotrofio – infanzia – sala custodia e asilo d’infanzia – Figlie della carità – aspiranti.
L’origine della fondazione: i criteri direttivi sono elencati nelle pubblicazioni a stampa ed illustrate dalle fotografie dell’unito album.
Dati statistici
Direttore: Sac. Antonio Cavoli salesiano.
Al marzo 1938: vecchi N. 26 – orfanelli N. 40 – Infanzia N. 10. Figlie della carità: novizie N. 4 – Aspiranti N. 16 – Effettive N. 12.
La Tipografia S. Maria dell’Ospizio pubblica il mensile “Vivere nella carità” copie 10.000. Il Settimanale “Angelo della famiglia” e altri lavori su ordinazione.
2. Nella stessa città di Miyazaki si iniziò pure l’Opera dell’Asilo d’infanzia affidato e diretto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice di Don Bosco.
L’opuscolo annesso spiega lo scopo dell’Opera.
Personale dirigente: N. 5 – allievi N. 30 – ricoverate N. 15.
3. Nella città di Beppu le FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE di Don Bosco, mediante la CASA MAZZARELLO VENGONO SVOLGENDO OPERA MOLTEPLICE DI CARITÀ come risulta dall’acclusa memoria riassuntiva.
Personale direttivo ed aiutante: N. 15 – novizie N. 5 – Aspiranti N. 6 – Bambini della Santa Infanzia N. 40.
Nella residenza e città di Beppu, celebre in Giappone ed all’estero per le acque termali e fanghi, si viene sviluppando un interessante lavoro di carità fra i numerosi ammalati della città e zona.
Come già esistono in altre residenze, si eresse la CONFERENZA di S. Vincenzo de’ Paoli cui partecipano non solo i cristiani ma anche i catecumeni, per le visite a domicilio agli ammalati. Il lavoro accresciutosi in modo consolante diede luogo alla formazione del SEGRETARIATO per l’apostolato degli infermi, aggregato all’Opera generale in Olanda, e che per ora abbraccia la sola Isola del KYUSHU colla speranza che possa estendersi a tutto il Giappone.
E finalmente dopo innumeri difficoltà e per gli scopi indicati nell’ALBUM-MEMORIA che invio sorse la benefica OPERA NAGATA (Hikari no sono), che se dobbiamo prestare fede agli inizi sarà destinata davvero come dice il nome ad essere per tante anime vero GIARDINO DI LUCE.
I Salesiani di Don Bosco in Giappone svolgono pure grande opera di carità nella Parrocchia loro affidata a Tokyo:
Coll’oratorio frequentato da una media giornaliera di 500 allievi, dove col sistema di Don Bosco vengono attuandosi le modalità indicate per gli ORATORI salesiani.
Con un complesso di OPERE SOCIALI che comprendono al caso nostro:
L’Asilo d’infanzia frequentato da oltre 180 fanciulli con 4 Maestre.
Il Dispensario trisettimanale con una media settimanale di 100 visite e distribuzione di materiale medico in gran numero.
Il Mensile CORRIERE DI MIKAWAJIMA tiene al corrente i benefattori del movimento di beneficenza.
Nella SCUOLA PROFESSIONALE DON BOSCO (reparto tipografia e sartoria). Al momento vi sono una trentina di allievi, e grande parte di essi sono ricoverati gratuitamente.
Riassunto
Nella Prefettura Apostolica di Miyazaki (Giappone) affidata ai Salesiani di Don Bosco le opere di carità si svolgono pressoché in ogni residenza missionaria sotto forma di ORATORIO, riunione di fanciulli (N. 10).
A Miyazaki: OSPIZIO colle sue varie sezioni – ASILO D’INFANZIA.
A MIYAKONOJO: Dispensario per poveri ammalati.
a OITA: asilo d’Infanzia.
A NAKATSU: ORFANOTROFIO.
A BEPPU: Infanzia abbandonata, sala custodia,
Segretariato per l’apostolato infermi per l’Isola Kyushu,
Opera per i tubercolosi “Nagata”.
A Tokyo i salesiani svolgono l’Opera di carità:
Nella Parrocchia di Mikawajima e nelle annesse Opere Sociali;
Nella SCUOLA PROFESSIONALE Don Bosco (reparto tipografi e sarti).
In fede
Sac. Vincenzo Cimatti, sales.
Prefetto Apost. di Miyazaki,
Ispettore salesiano in Giappone
2029 / Zerbino Pietro / 1938-3-15 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
[15 marzo 1938]
Caro Don Pietro,
A te, agli amici tutti Buona Pasqua con preghiere e sacrifici speciali per te, mio buon benefattore.
Don Bovio sperava… ma non ha avuto nessun voto come delegato… Dillo agli amici.
Ci vedremo? Mah! Tu prega per me.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2030 / Cecchetti Albano / 1938-3-15 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 15 marzo 1938
Amatissimo Don Cecchetti,
L’accluso è a saldo del prestito Nagata.
Deo gratias! Preghiamo ed abbiamo fede nella Provvidenza. Faccia fare regolare ricevuta.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
P. S. Penso che saprete imitare la mia firma in caso ci voglia.
2031 / Arri Carlo / 1938-3-15 /
a Don Carlo Arri, missionario salesiano in Giappone
15 marzo 1938
Carissimo Don Arri,
La Provvidenza mi dà modo di soddisfare il nostro debito. Siccome non so a quanto ammontano gli interessi ti prego dirmelo.
Ringrazia fortiter per me la Sig. Nagata. Non potendo far altro, prego, prego, prego.
Sta’ allegro sano e buono.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2032 / Cecchetti Albano / 1938-3-18 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
[18 marzo 1938]
Mio carissimo Don Cecchetti,
Penso che Sato sia guarito (ammalato penso non lo fu). Lo zio ha voluto stesse una settimana all’Ospedale, ove secondo noi ha perso tempo e sprecato soldi. Mah! Preghiamo!
Per P. Gemeinder ha scritto pure a me domandando facoltà per l’esposizione del SS.mo. Gliele ho date ampie. Per la sua andata a Tokyo penso che bisognerà tramandare (come vede piglio anch’io il suo andazzo), Don Tanguy mi scrive che la data degli esercizi è in relazione a tante cose.
Come vede da circolare sono obbligato a tramandare anch’io data la fine d’anno, missioni e specialmente l’andata a Tokyo della Commiss. fascista, il Capit. Ispettor. Per Beppu se non tre giorni una scappatina si farà.
Per Broccardo riscrivo fortiter et suaviter. Se non cede (speriamo che S. Giuseppe lo metta a posto) dirò scriva ai Superiori.
Bravo, dividiamo le croci, o meglio, portiamo quelle che il Signore ci manda (che anche Lei ha la sua parte), e portiamole meglio che si può.
Con le quali mi dico:
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Per la scuola alle Figlie di Maria A. se non ci sono altre difficoltà propenderei a lasciare lo statu quo fino ai cambi definitivi delle Superiore che sono in corso. Che ne pensa il nostro Don Albano?
2033 / Cecchetti Albano / 1938-3-21 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
21 marzo 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie della sua.
Per la venuta degli italiani:16
Come principio
ufficialmente sono le autorità che devono muoversi e fare quanto credono bene e secondo gli ordini (perché li hanno ricevuti o riceveranno);
noi, vediamo di sfruttare l’occasione e mettiamoci in mezzo più che si può. Ma è naturale che andiamo alla nave. Speriamo ci invitino a pranzo, ecc. (A Nagasaki, Prefettura e città, ecc. hanno lavorato in unione colla Missione). Come vede si tratta di intendersi con loro.
Vengono anche per vedere noi e le cose nostre, quindi in programma bisogna absolute che sia messo il tempo necessario per le visite (Missione, Suore, Nagata). Difficilmente verranno a Miyazaki (vero sbaglio di chi ha compilato il programma, ad ogni modo shikata ga nai (= non c’è nulla da farci). Lasciamo fare alla Provvidenza! E si verrà su più che si può per… godere qualche ora con loro e con voi. Pare vadano a Oita.
Quid facere? Più che salutarli con cordialità salesiana e italiana non saprei davvero. Ad es. riuniti tutti possiamo dire un indirizzo – ho intenzione di offrire un album illustrante il lavoro in missione – secondo l’ora, si potrà offrire qualche cosa (?) da bere. D’altro non saprei… Noi due possiamo cantare un pezzo… Il bravo Arri può tener pronto: “Giovinezza, ecc.”. A Nagasaki il grammofono fungeva da banda.
Si può sentire da Tokyo quanto hanno fatto (lo scriveranno, penso)… e si vedrà. Alle Figlie di Maria A. si può dire lo stesso.
Più che per gli italiani è difficile ricevere gli altri: i nostri capiranno facilmente la nostra miseria.
Ecco quanto so dire al momento. Avremo anche tempo a parlarne.
Per Sato… penso… i capriccetti di Bebé. Non gli è ancora passata del tutto. Ora è al Seminario e pian piano… Certo è debole.
Scriverò al Sig. Don Berruti per il repertorio l’ultima (= barzelletta)17. Il medesimo sogno dei 3000 fa anche per me. Vennero… ma non erano miei.
Per la cronaca per me bastano due (una per me – una per Torino). Col prossimo anno poi ogni anno si deve fare e si starà allo stabilito dai Superiori.
E preghi per me.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2034 / Circolare Salesiani / 1938-3-22 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Ispettoria S. F. S.
Miyazaki, 22 marzo 1938
Carissimi,
Se al Signore piacerà il giorno 29 a Kobe nei locali della Procura Miss. Estere di Parigi, alle ore 9 antim. si farà l’adunanza per il Capit. Ispettoriale.
Vi intervengono: l’Ispettore, Don Escursell, (cons. Ispett.), i Direttori: Don Tanguy, Don Margiaria, Don Cavoli, Don Cecchetti (eletto dalle case non regolari) e i Delegati Don Romani, Don Rodriguez, Don Bernardi e Don Marega.
Scopo della riunione è l’elezione del Deleg. Ispettoriale per il Capitolo Gener. e del suo supplente, eletto fra i professi perpetui dell’Ispettoria; ed anche per trattare degli affari che fossero richiesti dai bisogni dell’Ispettoria.
Prego gli intervenienti di preparare eventuali osservazioni e proposte sul tema “formazione del personale salesiano”.
Ordine del giorno: elezione, riassunto delle disposizioni dei Superiori sulla formazione del personale. Proposte dei soci; riassunto delle osservazioni dei Superiori fatte durante la Visita straordinaria. Costituzione della nuova Ispettoria; prime attività da svolgersi: mezzi di vita, vocazioni. Varie.
Preghiamo per la buona riuscita del Capit. Ispett. alla maggior gloria di Dio e per il bene della nostra Società.
Nella gioia di presto rivedervi, mi professo
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2035 / Cecchetti Albano / 1938-3-26 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
26 marzo 1938
Carissimo Don Cecchetti,18
Grazie della sua carissima.
Bene per la vostra entrata in Comitato. Anche Don Marega mi disse che era nominato per Oita.
Se si fermano una settimana è probabile sia perché verranno non solo ad Oita, ma anche a Miyazaki. Vedremo. Perché non saprei spiegare sì lunga permanenza… a meno che non abbiano tutti i reumi e vogliano far le cure…
Quanto alla funzione niente di male – ma bisognerebbe sapere se vengono o no a Miyazaki, perché se la data (domenica) coincidesse a Miyazaki…
Peccato che la Missione piccola non permetta… Per la buona propaganda per far conoscere la missione sarebbe meglio certo alla missione, ma…
Ad ogni modo penso che Don Margiaria porterà a Kobe lumi che ho domandato. Non posso domandare a S. E. Paolucci finché non sappiamo definitive, come è il loro pensiero, che da tempo ho provocato.
Che cosa abbiano fatto altrove? Mi pare di aver sentito che a Tokyo andarono a Messa in Cattedrale, detta da Mons. Doi.
Grazie della sua carità. Il cuore di Don Cecchetti non si smentisce.
Per i pernottamenti da tempo furono avvisati i confratelli (potrebbero essere Don Bovio e Don Bernardi).
Oh, se ricordo gli aumenti!… Chi deve pagare come ricorda meglio il “makeru koto”… (quello che si abbuona).
Avviso Don Cavoli. Per Takeuchi proviamo così: si ferma in Seminario e prova a ripigliare un po’ lo studio. Poi vedremo.
Per P. Gemeinder, siccome mi scrisse che finito il triduo poteva disporre di qualche giorno, lo invitai per 1-2-3 al Seminario. Non ho ancora risposta. Per gli esercizi quid dicam? I vecchi cristiani e i religiosi ne hanno l’abitudine, capiscono e possono approfittarne. I nuovi che da poco ricevettero il battesimo, non so se abbiano la preparazione per valutarli (nel giusto valore) e quindi se sappiano approfittarne. Idem se abbiano il materiale sufficiente per la confessione.
Per la riuscita (qualora veda la necessità o l’opportunità) bisognerebbe fare (o aver fatto) per tempo una preparazione individuale alle singole famiglie, specie dei più freddi, irregolari e… farsi assicurare l’intervento.
Ne potrebbero approfittare le ragazze delle Figlie di Maria A., ma… Lei sa meglio di me…
A Miyazaki riuscirono assai bene – la preparazione è fatta per un mesetto: se ne parla in chiesa – i padri manifestano i loro desideri per trovare le ore più comode, ecc. i membri del comitato direttivo (iin via?) informano poi le famiglie ecc. ecc. Così tutti partecipano. Per me non raccomanderò mai troppo gli esercizi o un quid simile.
Provi a far fare una conferenza a P. Gemeinder con invito ai cristiani: può così subito vedere qual è la corrispondenza.
Per il caro Don Marega è il suo carattere. Per Kobe forse per Lei è più comodo far per mare. Don Marega può fare tutte le istruzioni. Ma faccia Lei… dica Lei… veda Lei.
Don Bovio desidera vedere Beppu… e verrà… e allora vi scambierete le barzellette.
Preghiamo per il buon esito di tutto. Sempre nel Signore
Suo
Don V. Cimatti, sales.
P. S.
Per la cronaca e foto tutto bene. Per gli articoli di giornali abbia la bontà di far esaminare (Arri penso può fare in fretta): se ci sono le solite notizie di cronaca (oggi si è fatto questo, eec. ecc.) non interessano – id. se sono articoli che abbiamo fatto noi per propaganda cattolica o salesiana non servono. Servirebbero quelli che fossero apprezzamenti personali dello scrittore in pro e contro alla religione o alle opere. E se ci fosse questo materiale, basterebbe il periodo o pensiero saliente.
Per le Figlie di Maria A. avranno timore che valorizziamo a nostro vantaggio il loro lavoro. Miseriuole umane! Ma nel caso consiglierei facciano pure direttamente.
Per gli esercizi di Tokyo, se vado a far Pasqua a Tokyo, farà il sottoscritto, tanto più se dovessi andare in Italia. A Kobe definiremo anche questo, perché se vengono questi benedetti italiani bisognerà pure proprio in quel periodo darsi attorno. Beh! Non fasciamoci la testa… possiamo anche morire…
Capito per le ragazze… faccio e prego.
E anche Lei preghi per me.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
2036 / Ricaldone Pietro / 1938-4-1 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
[1] aprile 1938
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
L’inizio del nuovo mese mi chiama al rendiconto.
SALUTE: buona – qualche disturbo senile che passerà con me quando a Dio piacerà.
STUDIO-LAVORO: va bene – ce n’è – e se non ce ne fosse ne cercherei. Studio per me… è il lato più debole. Ho bisogno di rafforzare la preparazione di quanto devo fare per gli altri per lo studio, scuola e predicazione.
OCCUPAZIONI: penso di far quello che posso e ancora un po’… e avanti. I Superiori sanno le mie difficoltà, le mie necessità ed impossibilità…
PRATICHE religiose: in comune o nel ministero, nei viaggi da solo. Tento di farle meglio che si può, pur essendo ben lontano dalla perfezione. Orazione e meditazione: regolare.
SACRAMENTI: regolare. Sono la forza unica. Combatto la passione dominante: superbia e sensibilità – penso che la grazia dei Sacramenti sia quella che mi mantiene costante la volontà.
VOTI E REGOLE: nulla di speciale. Le avevo scritto per le facoltà scadute colla Circolare sulla Povertà relate a quanto posso disporre per le necessità, perché so che sono sempre in bolletta, e bisogna pur cercare… Attendo e per ora faccio come prima.
CARITÀ: non dico di averne troppa, ma certo debbo frenarmi.
DISORDINI: al momento sto cercando chi possa sostituire il nostro Don Tanguy, Delegato al Capitolo, che penso partirà alla fine del mese. Il sottoscritto (se riesce a racimolare il da vivere per un paio di mesi) vuol ubbidire al suo desiderio (non mio, del Rettor Maggiore) per presenziare alle feste, esercizi, Capitolo. Ci riuscirà? Se il Signore non mi aiuta, no certo. Ad ogni modo ho esposto ai Superiori le mie difficoltà e conto sul loro aiuto.
Don Escursell si è quietato – c’è sempre Don Rodriguez in agitazione. Mah! Poveri figliuoli, è brava gente: sono ammalati… Perché vengano qua, non si capisce davvero.
Idem per vari coadiutori. Mah! Mi aiuti il Signore.
Preghi preghi preghi che si compia nel povero sottoscritto la volontà di Dio in tutto. Mi benedica.
Tutto suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
P.S. A nome poi di tutti tutti tutti buona e santa Pasqua. Abbia la bontà di far le nostre parti agli amati Superiori: la sua parola è certo più efficace della nostra.
2037 / Circolare Salesiani / 1938-4-3 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Miyazaki, 3 aprile 1938
Carissimi,
Avrete saputo l’esito della votazione per il vostro Delegato al Cap. Gen. nella persona del nostro Don Tanguy. La scelta serve provvidenzialmente a lui anche come riposo dopo la recente malattia.
Raccomando pure il triduo d’introduzione dell’anno per quelle categorie di allievi nostri per cui può essere utile, secondo le nostre tradizioni. In Seminario fu fatto con vero frutto e predicato dal Padre Gemeinder.
Dovendo fare la relazione annua sullo stato dei Cooperatori salesiani nell’annata decorsa, sappiatemi inviare qualche dato per la prescritta relazione. Quanti cooperatori nuovi? Non abbiate timore di inscrivervi i nostri cristiani, le famiglie, allievi, ecc. Totale dei Cooperatori, ecc.
Raccomando con tutto cuore quanto si è incominciato a Beppu per l’apostolato infermi, coll’erezione ufficiale del Segretariato, tenuto dal nostro Don Arri. Il funzionamento è semplicissimo. L’infermo inscritto si propone di offrire al Signore i suoi dolori per la conversione e salvezza delle anime.
Legame d’unione fra i soci è la lettera mensile che il Segretariato invia a tutti i soci. Per l’iscrizione inviare il nome a Don Arri. È opera che spiritualmente fa un bene immenso; porta con sé nessun aggravio, è raccomandata assai dal S. Padre.
Vi prego di interessarvene con tutto il cuore, e sarà anche questa una bella forma di apostolato a favore delle anime a noi affidate.
Avrete ricevuto dal Sig. Don Berruti lettera relativa all’Esposizione d’arte sacra: attendo quanto vi si domanda per poter rispondere a mia volta al Superiore.
L’avvicinarsi delle feste di Pasqua ci sproni a lavorare sempre più per portare a tutte le anime a noi affidate i frutti della Redenzione.
E pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2038 / Dal Fior Luigi / 1938-4-4 /
al chierico Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 4 aprile 1938
Carissimo Dal Fior,
Grazie della tua.
La tua posizione ti sarà ben chiarita e precisata dal nostro Don Margiaria secondo i bisogni di casa.
Ricorda però che il tuo primo dovere è la teologia e preparazione alla S. Messa. Nelle tue relazioni col Direttore, cor unum et anima una, non avendo timore di dirgli le tue necessità, quelle degli altri che vedessi o ti fossero per altra fonte note e quelle della casa.
Coi confratelli, buon fratello maggiore e aiutare per quanto puoi in tutti i sensi.
Scopo è che approfitti della tua nuova posizione per far del bene – aiutare – abilitarti. Penso che la musica, l’oratorio ti faciliteranno il compito del bene, ma pensa alla meta. Allegria e olio!
A voce poi parleremo.
Prego per le tue e vostre intenzioni.
Fatti coraggio e fa’ come meglio sai quanto devi fare, fiducioso nell’aiuto del Signore.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2039 / Chierico giapponese / 1938-4-4 /
ad un Chierico salesiano giapponese di Tokyo
(Tradotta dal giapponese)
Miyazaki, 4 aprile 1938
Carissimo,
Che devo dire dell’esito dei tuoi esami. Chiedilo al direttore ed esegui i suoi ordini. Comincia con costanza il nuovo trimestre. Preghiamo a vicenda.
Don Cimatti
(Aggiunta in italiano)
Prego per la tua e vostre intenzioni. Fatti coraggio e fa’ come meglio sai quanto devi fare, fiducioso nell’aiuto del Signore.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo D.V.Cimatti
2040 / Cristiani di Tano / 1938-4-6 /
ai Cristiani della cittadina di Tano
Miyazaki, 6 aprile 1938
A tutti i cristiani di Tano,19
Gli auguri e le preghiere che voi amati cristiani di Tano così di cuore e con grande delicatezza avete voluto offrire in occasione dell’onomastico del vostro Prefetto Apostolico furono per me la cosa più gradita. Anche il gruppo delle giovani a parte ha voluto manifestare i propri sentimenti: anche di questo provai molta gioia.
Vi ringrazio tutti proprio di cuore. Ci tengo a ripeterlo: offro speciali preghiere per i cristiani di Tano.
Conoscete il desiderio del povero sottoscritto:
Che la cristianità di Tano diventi sempre più fiorente.
Che ognuno abbia a diventare un perfetto cristiano.
Che abbiate a lavorare per i poveri infedeli.
Prego ogni giorno il Signore che vi conceda tutte le grazie materiali e spirituali.
Dato che si avvicina la S. Pasqua fate una buona preparazione.
Ossequi a tutti.
Don V. Cimatti, sales.
2041 / Cristiani di Miyakonojo / 1938-4-6 /
ai Cristiani della città di Miyakonojo
Miyazaki, 6 aprile 1938
A tutti i cristiani di Miyakonojo,
In occasione dell’onomastico del vostro Prefetto Apostolico avete voluto offrire a lui in modo così gentile i vostri auguri e preghiere: ciò è stato per me un motivo di gioia.
Già da molto tempo ho desiderato di vedervi, di parlare con voi, specialmente ho voluto lavorare anche per voi: però per quanto ne cercassi l’occasione disgraziatamente sorsero solamente degli impedimenti, per questo non ho potuto realizzare la mia ardente volontà. Vogliate perdonarmi.
Però anche senza venire da voi col corpo, il mio pensiero, la mia povera preghiera, il mio cuore sono sempre vicini a voi.
La preghiera del vostro Prefetto Apostolico è perché:
I cristiani di Miyakonojo abbiano da aumentare.
I cristiani abbiano da diventare dei perfetti cristiani.
Che siano fatte discendere sulle famiglie dei cristiani le grazie materiali e spirituali del Signore…
Il desiderio del vostro Prefetto Apostolico è perché: voi possiate lavorare per i poveri, per i malati e per i ragazzi…
Prego ogni giorno per voi.
Sac. V. Cimatti, sales.
2042 / Cecchetti Albano / 1938-4-6 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 6 aprile 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Voglia dire ai cristiani il mio sentito ringraziamento per quanto hanno voluto fare di auguri e preghiere in occasione dell’onomastico.
E specialmente lo voglia dire a quelli di Morie (bisogna che combiniamo un’andata fin là); scriverei ma non ho indirizzo.
Il Signore rimeriti tutti per la carità usatami.
Prego per tutti e sempre.
Don Cimatti, sales.
2043 / Arri Carlo / 1938-4-6 /
a Don Carlo Arri, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 6 aprile 1938
Arri carissimo,
Riarde sotto il cielo di Beppu
una fiamma ardente ed infocata
che allumata dall’Arri e dal Cecchetti
e alla santa carità tutta votata
ha il suo centro mistico in Gesù.
L’opera meschina di chi si noma Cima
è buttar acqua e moderar l’ardore
dei santi apostoli dell’infernale terra;
ma il vostro ardor, il vostro santo amor
vince il demon che nell’inferno abima.
Grazie Don Carlo, e avanti con calma e fede.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2044 / Barbaro Federico / 1938-4-6 /
al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone
6 aprile 1938
Caro Barbarissimo,
Accetto i tuoi auguri… Il secondo per te è già attuato… La perfezione è dopo il giudizio particolare.
Il primo è nelle mani di Dio, ma lo accetto, pur non essendo male il “cupio dissolvi…”. A voce, pedateremo… Per i conti correnti è in corso la pratica fatta da Don Liviabella.
Bravo! Preghiamo insieme.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2045 / Castiglioni Alberto / 1938-4-6 /
ad Alberto Castiglioni, novizio salesiano in Giappone
6 aprile 1938
Novizio Castiglioni,
Bravo! Fa’ quel che puoi. Ti servirà molto lo spirito di unione con Dio… piccole giaculatorie.
Tuo
Don V. Cimatti
2046 / Dell’Angela Stefano / 1938-4-6 /
al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone20
6 aprile 1938
Ch. Dell’Angela,
Grazie di cuore. È bene che veda che ti rimane ancor molto da fare, se no, ti potresti credere già santo.
Dunque allegro e buono in tutto.
Don V. Cimatti sales.
2047 / Cecchetti Albano / 1938-4-8 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
8 aprile 1938
Carissimo Don Albano,
Grazie dell’elenco Cooperatori. Oh, se tutti facessero così!
Già fatto secondo il suo desiderio per i singoli.
Per il futuro se riesco a trovare uno che possa ad tempus sostituirla vorrei pregarla di… Vedremo.
Per la venuta della Commissione Ital. speriamo che non ci lascino in disparte… Faremo da inter-preti… Tutti desiderano esserci.
Il Signore riduca tutto a suo onore e gloria.
Con affetto suo
Don V. Cimatti, sales.
P. S. Saluti ad Arri… in fondo in fondo un santo uomo anche Lui… come Lei e più di me.
2048 / Cecchetti Albano / 1938-4-11 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
11 aprile 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Ed ora bisognerà pensare al 19.
Lei in fine della bella lettera mi tira altro che l4 colpi di cannone – e al posto di una corazzata (dice Bovio) mi fa vedere una fregata… Bella neh!
Ho domandato alla ferrovia se ci potevano fare una riduzione – dice che dipende dal Ministero. Suggeriscono di dire ai preti di Beppu: vadano dal Sindaco: facciano vedere che hanno bisogno d’interpreti, pregando se… Sono sicuri (dicono) che la città pagherà. Vedete se… Qui si avrebbe intenzione di condurre anche qualche rappresentante. Quid?
Si può sapere il programma preciso?
E pregate per me.
Don V. Cimatti
P. S. - A Don Arri: stia tranquillo e allegro. Chissà se la Nagata… o altri… sono al verde per il mese.
2049 / Manganelli Giulio / 1938-4-14 /
al chierico Giulio Manganelli, missionario salesiano in Giappone
14 aprile 1938
Carissimo Manganelli,
Grazie di cuore del tuo augurio. La carta è piccola
Ma se tu leggi
con fede e amor
saprai scoprirvi
grandi tesor;
L’amor di Dio
e di Maria
la purità
e l’allegria
saran per Giulio
felicità
in vita, in morte
…e per l’eternità.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2050 / Cecchetti Albano / 1938-4-15 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 15 aprile 1938
Carissimo Don Cecchetti,
A Lei, al buon Arri, a tutto il personale cristiano e catecumeno – e per tutte le anime a Lei affidate, il Signore conceda la buona Pasqua – a Lei e ad Arri sanità e santità.
Grazie a nome della Chiesa e Congregazione di quanto fate.
Preparate meglio che si può il ricevimento. Ci troveremo – per me conterei di pernottare a Oita avendo da parlare con Don Marega.
Consiglio agli altri in ogni caso di preavvisare. Il sottoscritto procede poi per Tokyo.
Preghiamo affinché tutto riesca ad majorem Dei gloriam.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P. S. Se Lei, Don Albano, vuol approfittare per andare a riposare a Miyazaki o Tano o Miyakonojo tutti ne saremo felici. Dica a Don Arri: “Se la Nagata potesse preparare la sua carità per lunedì o martedì (meglio spezzettati)”.
2051 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1938-4-15 /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
Miyazaki, 15 aprile 1938
Rev. Madre,
A Lei, a tutte le sue figliuole, Novizie, Aspiranti e Angioletti: buona Pasqua.
Gesù risorto – noi pure risorgeremo con Lui – che dobbiamo fare per riuscire alla risurrezione spirituale? Via delle Regole e della Croce, ecco i pensieri che vi offro come mazzolino spirituale per la festa.
Mi furono comunicate dalle Madri di Torino alcune notizie di cui godo assai e di una mi rattristo assai.21
Mah, per me, mi sono buttato sempre nelle mani di Dio, e se è sua volontà, ben fatto.
Vi benedico e pregate per me.
Don V. Cimatti
2052 / Compagnia di S.Giuseppe / 1938-4-15 /
ai Soci della Compagnia S. Giuseppe dei novizi coadiutori salesiani in Giappone
15 aprile 1938
Sei Yoseph Kwain,
ni go fukkatsu omedeto.
Jesus-sama no on-yomigaeri wa watakushi domo no go fukkatsu no katadori to shite, ketten to fukuwanzen na tokoro yori yomigaeri no imi de aru. Sore de ima kara nao nesshin ni yoi Kwain ni naru yoo ni o negai itashimasu.
Don V. Cimatti, sales.
[Traduzione dal giapponese]
Carissimi della Compagnia di San Giuseppe,22
Buona Pasqua! La Resurrezione di Gesù è esempio della nostra resurrezione, e significa resurrezione dai nostri difetti e dalle nostre imperfezioni. Vi domando di essere ognor più ferventi salesiani.
D. V. Cimatti
2053 / Marella Paolo / 1938-4-28 /
a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico
Miyazaki, 28 aprile 1938
Eccellenza Reverendissima,
Grazie delle sue caritatevoli osservazioni e per i miei debiti al Gran Seminario e per quelli col Giornale. Sto studiando la forma per pagarli, cioè trovare i soldi. La Provvidenza sa e mi aiuterà.
La botta di ieri fu forte, tanto più che è una cosa che sarà nota a non pochi, e quindi va poi a finire non nella persona, ma nella Congregazione.23
Quando V. E. vede Don Cimatti fare il matto, pensi pure che in testa e in cuore c’è dolore acutissimo (proprio il “recitar quando preso dal delirio, non so quello che mi dico e quel che faccio” del nostro Leoncavallo)… e in questi momenti è meglio non parlare; e non parlai né alle giuste osservazioni di P. Arvin, né a quelle di V. E. né a quelle pubbliche.
Alcuni buoni amici che conoscono la mia miseria mi hanno aiutato per chiudere il mese… ma sono nuovi debiti anche quelli… Pel giornale, non vedo altra soluzione che diminuire all’indispensabile il numero delle copie, ne valuto tutte le conseguenze… ma non trovo altra soluzione. Si riprenderà con forza quando la Provvidenza invierà i mezzi.
Per il Gran Seminario confesso che andai sempre avanti tuta conscientia, perché mi era stato detto e assicurato che l’Opera di S. Pietro avrebbe rifuso abundanter le spese con le borse o pensioni; ho capito che non è così. Beati gli altri Vescovi che hanno modo non solo di pagare, ma di averne degli avanzi. Don Cimatti non ha neppure la camera, tanquam Superior… nonostante le insistenze di Roma, ma è meglio così, è meglio così… crederanno di più alla realtà della miseria.
Come provvedere non so, ma provvederò… Potrei vendere me stesso, ma chi mi compra? Ma fra le spine di ieri una rosa magnifica… l’insistenza cordiale di Mons. Chambon a che i Salesiani accettino di andare in sua diocesi (ad Hamagasaki) faxit Deus e… presto.
Quanto scrivo è piccolo, umano sfogo, molto umano, ma siamo uomini. Se V. E. con qualche lettera o biglietto di presentazione può facilitarmi qualche udienza, mi farà una vera carità. Se riesco (e anche qui sono soldi che vanno) finirò per prendere il Biancamano, e partirei verso il 10 del prossimo mese da Miyazaki.
E preghi per me. Il povero sottoscritto assicura V. E. delle preghiere di noi tutti…
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
2054 / Circolare ai Salesiani in Giappone / 1938-5-1 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
ISPETTORIA S. F. S.
Tokyo, 1 maggio 1938
Carissimi,
Vi comunico alcune decisioni dei Superiori pervenutemi da Torino.
L’Ordine di recarmi al Capitolo Generale. Mi costa un vero sacrificio, ma lo faccio persuaso di compiere la volontà del Signore. A Dio piacendo mi imbarco sul Bancamano in partenza da Shanghai verso il 15 di questo mese, e partirò da Nagasaki verso il dodici. Sarei felice di potervi aiutare in tanti vostri desideri ed interessi in Patria. Vi prego di disporre liberamente per trasmissione di lettere o pacchi o di quanto credete utile per i vostri. Farò una visita alle residenze della Missione prima di partire.
I Superiori di Torino inoltre dispongono:
Che in sostituzione di Don Tanguy si presti il Sig. Don Bovio. Egli si trova già al suo posto di lavoro.
A sostituire Don Cimatti in quanto concerne alla Prefettura Apostolica si presti il Sig. Don Cavoli, che già è Vicario del Prefetto.
A sostituire Don Cimatti in ciò che concerne l’Ispettoria si presti il Sig. Don Margiaria. Leone Liviabella compirà le pratiche riferentisi all’economato e Segretario Ispettoriale e della Missione.
A questi confratelli dunque per le rispettive mansioni vi rivolgerete in caso di necessità.
In altra mia altri particolari. L’esecuzione dei propri doveri – l’osservanza della Regola – la perfezione della carità ci siano di guida ora e sempre.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, salesiano
2055 / Cecchetti Albano / 1938-5-4 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 4 maggio 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Un favore, da studiarsi fra Lei ed Arri in relazione al bravo Sato. In pratica è sempre fra letto e lettuccio e colla salute del corpo temo per il resto. Ho parlato con il medico, direttore dell’Ospedale. Si tratta di un po’ di bronchite o pleurite – non c’è per nulla infezione.
Il giovane è debole e quindi il riposo gli si confà, ecc.: le solite cose insomma.
Il giovane poi dorme poco (così dice lui) – mal di testa ecc.
Conseguenze: qualche giorno a scuola, poi letto – visite all’ospedale – medicine – spreca soldi e tempo. Lo zio deve essere informato, perché non vogliamo poi responsabilità – ma in tal maniera né lui né i compagni guadagnano spiritualmente e la sua educazione mi pare va in fumo.
È un buon giovane – ha ottime qualità, ma così a lungo non può continuare.
Lo zio volle che fosse accudito all’Ospedale, ma in pratica anche là stava un po’ a letto e poi girava – comprava doni per gli ammalati, ecc. non ne guadagnava in nessun senso. Quid? Posto che lo zio non lo vuole a Beppu? Il ragazzo scriverà allo zio.
Maria SS.ma nel suo bel mese ci santifichi.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
2056 / Ricaldone Pietro / 1938-5-5 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 5 maggio 1938
Rev. mo ed amat. mo Sig. Don Ricaldone,
Obbedisco e se a Dio piacerà mi troverò per il Capitolo Generale. Il solo dispiacere: non posso arrivare che a feste compiute – ma è un dispiacere esiguo assai, anzi quasi godo, perché posso offrire questo in sacrificio al Signore – ma non assicuro di trovarmi agli inizi degli Esercizi (è questo che mi dispiace, e per la cosa in sé e per il buon esempio non dato).
Domando fin d’ora perdono; desidero però una sua parola sul modo di regolarmi all’arrivo: se cioè devo venire al Rebaudengo fossero pure gli esercizi cominciati (non vorrei contravvenire alle direttive date dai Superiori al riguardo) o attendere alla fine.
Mi si dice che il “Biancamano” in partenza verso il 20 da Shanghai approda a Genova – potessi avere là una sua parola mi toglierebbe poi da inutili preoccupazioni o da dicerie. Non mi fu possibile combinare diverso. Il Signore mi aiuti ed abbia pietà dell’anima mia: ho eseguito quanto i Superiori mi hanno detto. Ho l’unico assillo del pane ai figliuoli – per il resto parto tranquillo nel nome del Signore, che provvederà anche a noi.
Ed ora un po’ di rendiconto, pur non essendovi novità di sorta.
SALUTE: non mi lamento. STUDIO: mah! Povera teologia o nutrimento sacro!…
Pel resto: tento di fare il mio dovere, pur certo (lo dicono i fatti) di riuscire fino ad un certo punto solamente. Mah! Deus scit… Di tanto in tanto ci vuole una frustatina al ronzino.
Per le PRATICHE DI PIETÀ – comodità – mi pare di non tralasciarle – devo vigilare sulle più piccole e durante i viaggi – sono forza e sostegno.
Ss. Voti: nulla di speciale. Stimulus carnis qui me colaphizat… sed Deus adjuvat me.
Per il resto nulla di speciale.
Ho ancora vari confratelli che non sono a posto, non sono a posto, non sono a posto – ma a voce…
Spero Don Liviabella porterà qualche aiuto, se no non so come fare per arrivare fino alla fine del mese, perché i viaggi di Don Tanguy e sottoscritto, e fatti nuovi, mi hanno completamente sbancato e ho dovuto ricorrere a prestiti. Supplico mi usino ancora questa carità che è davvero urgente.
E preghi per me, per l’anima mia – e se a Dio piacerà os ad os, cor ad cor alloquimur. Passerò la festa della Mamma in mare – in quel giorno non mi dimentichi.
Mi benedica.
Suo aff.mo figlio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
2057 / Zerbino Pietro / 1938-5-5 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
Miyazaki, 5 maggio 1938
Carissimo Don Pietro,
A Dio piacendo ci rivedremo, arrivo, non so quando, col Biancamano.
Bovio è sostituto al posto di Don Tanguy…, fa carriera… ne godo… e pregate assai… e se puoi aiutalo con offerte (dillo ai numerosi amici. Ha gran famiglia da mantenere…).
Prega per me la Mamma… Un abbraccio.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2058 / Barbaro Federico / 1938-5-10 /
al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 10 maggio 1938
Carissimo Federico,
Grazie. Tranquillo. Un motivo di più per me per pregare e lavorare anche per Lui, il babbo tuo.
Vedi di inviarmi (senza fracasso) una bella relazione della venuta italiana24 a Tokyo e spediscimela a Torino.
Avendo già tutto incassato parla a Don Bovio del dono. Sa già… spero adesso arriverai in porto, o mandami a Torino l’indirizzo, che porterò io stesso.
Tutto tuo
Don V. Cimatti, sales.
2059 / Cecchetti Albano / 1938-5-12 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
12 maggio 193825
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie della carità usatami da Lei, Don Arri e tutti e tutte. Il Signore vi rimeriti.
Per le sue questioni di cui in lettera 10/5/38 certo questo povero soggetto non ricevette le sue comunicazioni, e quindi non poteva rispondere e lo fa ora (ricevette i disegni che rimanderà con Don Liviabella).
L’asilo opera della Missione può essere costruito entro il terreno, ma cogli opportuni mezzi di separazione – se fuori, meglio. I Superiori insistono a che la casa dei missionari, come casa religiosa, serva pel missionario, non per gli altri. Per i cristiani catecumeni ci sia luogo apposito.
Anche Don Cimatti desidera l’asilo – ma è sempre la benedetta questione dei soldi… e convincetevi che Don Cimatti non ne ha, non ne ha… Con quelli che mi hanno appioppati da poco salgo a un man (diecimila)26, e può capire che cosa posso fare… tirarsi un colpo… e andare all’estero… e come vedete ci vado… Quid dicam? Farei l’asilo, ma da Tokyo mi si grida: “Come ha i soldi per fare, perché non li ha per pagare i debiti?” e debbo per forza arenarmi. Oh, non capiscono lo spirito di Don Bosco. Ci vuol pazienza, caro Don Albano.
Nessuna difficoltà per Maccario: badi che poi Lei lo godrà… Lei mi dia il ragazzo e il chierico… un ragazzo che sappia far cucina e il chierico dovran ben mangiare… Mah!
Per Sato, bene.
Per Masiero se viene, penso che venga perché ammalato. Don Margiaria sa e farà secondo l’andamento della malattia. Penso che potrà aiutare e si metterà dappertutto anche se non richiesto: mah! Lei sa…
Don Marega e voi avete capito, e Deo gratias! È proprio così come dice Lei: capirsi, aiutarsi, amarsi.
Ho suggerito a Don Cavoli e Don Margiaria che una volta al mese facessero una scorribanda… Potrebbero forse allora l’uno o l’altro tenere la Conferenza allo Hikari no sono. Per Don Arri continui Lei e continuerò anch’io e speriamo. È effetto del carattere e della malattia.
Anche per le suore e fra loro e con le Nagatesse:27 capirsi, aiutarsi, amarsi!
Beato Lei, cui il Signore così predilige colla croce.
Ringrazi con Arri, il Catechista Muraoka, tutti i cristiani (specie quelli che fecero così bei regali) di Beppu e Morie, le Figlie di Maria A. e Nagata: tutti e singoli.
Riceva il bacio fraterno Lei ed Arri che non ci siamo potuti dare alla partenza e preghi per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2060 / Grigoletto Giuseppe / 1938-5-13 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice e grande benefattore
13 maggio 1938
Carissimo Don Giuseppe,
Parto col Biancamano che arriverà a Genova a metà giugno. Dunque se vivo, sarei a tua disposizione per la S. Messa del fratello.
Se mi potrai dire una parola a Torino per aggiustare il mio orario. Deo gratias!
E nell’attesa prega per me e saluta tutti i miei benefattori.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2061 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1938-5-13 /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
13 maggio 1938
Reverenda Madre,
Grazie di tutta la carità usata in questi giorni: farò del mio meglio per lavorare per voi.
Ossequi e assicurazioni di preghiere per tutte, specie per le ammalate.
Per gli esercizi deve pensare Don Margiaria. Lei ricordi in tempo utile.
Per l’esame canonico deve pensare Don Antonio: abbia la bontà di ricordare in tempo.
Per la scuola continuerà Don Marega.
E preghi e faccia pregare per me.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
P.S. Il 14 sarò in unione di spirito colla Mazzarello.
2062 / Madre Genghini Nella F.M.A.28/ 1938-5-14 /
a Suor Nella Genghini, Segretaria del Capitolo Superiore delle F.M.A.
+ 14 maggio 1938
Rev.ma Madre,29
La nuova poesia (a macchina) è tanto bella, che ho provato a musicarla. Che cosa ne sia venuto fuori, veda Lei. L’altra melodia è più intonata alle parole del nome di Maria.
Ho ritoccato un po’ la melodia per alzarla (ma certo è migliore la prima un po’ bassa.
Comunque:
a) Lei aggiusti e faccia come crede meglio per il bene;
b) qualora volessero stamparla faccia aggiustare da esperti l’accompagnamento.
W la Beata nel suo dies natalis!
Ho pregato e prego per voi tutte, e voi fate altrettanto pel povero
Don Vincenzo Cimatti, sales.
2063 / Cecchetti Albano / 1938-5-17 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Shanghai, 17 maggio 1938
Carissimi,
Ho consegnate le lettere al Boffa… raggiante… Prima di partire ancora un saluto (18/5/38) a voi, a tutti di casa e cristiani, alle Figlie di Maria A. e Nagata.
Pregate. Viva Maria!
Don V. Cimatti, sales.
P.S. In necessitatibus prego Don Cecchetti ad aiutare Don Liviabella.
2064 / Cecchetti Albano e Arri Carlo / 1938-5-22 /
a Don Albano Cecchetti e Don Carlo Arri, missionari salesiani in Giappone
22 maggio 1938
Carissimi,
Giunto ad Hong Kong felicemente sento il bisogno di rinnovare a voi, saluti e preghiere: a Lei, Don Arri (di cui tanti ad Hong Kong mi hanno domandato… consegnato lettera… felice…), alle Figlie di Maria Ausiliatrice, alla Nagata e cristiani…
Caro Don Albano non arriverei al prossimo 22 per scriverle gli omaggi cari onomastici: faccio ora in anticipo.
Le auguro pazienza e merito nelle sue sofferenze che offerte a Gesù diventano preziose come il martirio.
E pregherò speciatim. Il Dr. Boffa mi assicura… Felice nel ricevere le vostre.
Consegnerò poi pacco. L’abbraccio nel Signore.
Suo povero
Don Cimatti, sales.
2065 / Del Col Luigi / 1938-5-22 /
al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone
Hong Kong, 22 maggio 1938
Mio caro Del Col,
Non mi sarà possibile arrivare per la tua festa onomastica ed anticipo.
Sai che farò per te in quel giorno: uniamo le nostre anime. Pregherò per te “integrità assoluta di pensiero, parola e opera per salvare te e gli altri”.
E non dimenticarmi.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2066 / Tassinari Clodoveo / 1938-5-22 /
a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone
Hong Kong, 22 maggio 1938
Carissimo Don Tassinari,30
Giunto felicemente ad Hong Kong dove tanti mi chiedono di te, di Don Braggion e Bernardi: un saluto cordiale a te e ai singoli tuoi.
Sulla nave c’è una magnifica cappella, dove conserviamo il SS.mo, quindi ho diviso il mio tempo dalle 4 alle 7 – alle 11:30 – alle 14 – alle 16 – alle 18 e 20 per la preghiera, e i vostri cari volti e nomi passano vicino a Lui. Non sono solo e vivo spiritualmente come fossi vicino a ognuno di voi. Deo gratias!
Salutami i singoli confratelli: Don Braggion, Manhard e Gallo (a Shanghai e Hong Kong ho trovato conoscenti di Manhard e Dalkmann), i1 buon Nishimura, il caro Emilio che si è davvero sacrificato per me, il caro Takeeuchi e poi i singoli seminaristi e i singoli professori.
Eccita fuoco e fiamme per il mese del S. Cuore con visite e SS. Comunioni e che Gesù regni sovrano in ogni cuore.
Le compagnie specialmente lavorino e si animino al bene.
E continua con calma il tuo dovere. Niente ti turbi. Il Signore ti aiuterà, nelle difficoltà invoca Maria A. e Don Bosco.
Prega per me.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
P. S. Il 10 giugno è l’anniversario della morte del buon sem. Yamada. Si può dire la Messa in casa o al Cimitero. I compagni ornino la tomba, e se non si è al Cimitero, a gruppi liberi vadano a visitarlo. (Da’ sempre uno sguardo alla Cronaca precedente per modalità, ma fa’ con tutta libertà quanto è utile per il bene).
Il 14 Giugno è la festa di Sugiyama, Sato, Kon. Chiamali ed oltre quello che crederai opportuno dire loro tu, aggiungi un mio saluto e augurio. Specie in quel giorno sarò con loro. Vedi di fortificare la volontà di Sato (parlagli con frequenza).
Id. il 24 giugno per Hirata (ha ancora in sé molto dell’uomo vecchio, ma ha buona volontà).
Non ho i nomi dei nuovi e quindi, se del caso, fa’ per loro il 26 maggio col buon Ragogna…
2067 / Dal Fior Luigi/ 1938-5-22 /
al chierico Luigi dal Fior, missionario salesiano in Giappone
+ 22 maggio 1938
Mio caris.mo Dal Fior,
Non mi sarà possibile farti pervenire in tempo utile gli auguri onomastici ed anticipo. Ti assicuro quanto puoi pensare che farò in quel giorno. Ricorda che S. Luigi più che della purezza è il Santo della penitenza (e così lo presenta D. Bosco ai giovani). Anche tu cotidie abbraccia le croci materiali e spirituali che il Signore ti concede
con gioia (perfezione)
con rassegnazione paziente (lato meritorio)
col shikata ga nai [Non si può fare diversamente!] (lato umano – buono se si accetta come volontà di Dio)
e vedrai che la purezza si stabilirà in te.
In secondo luogo sappi absolute dire di no a quanto potrebbe nuocere la integrità di pensiero parola ed opera – tagliar corto.
Tu sei successore del buon Claudio. Leggi quanto ho scritto in biografia e realizzalo in te.
Coraggio Luigi! Che gioia quando potrò abbracciarti… Gesù! E devi diventarlo. Allegro e prega per me.
Tuo D. V. Cimatti, sales.
2068 / Ricaldone Pietro / 1938-5-30 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Aurora orientale31
30 maggio 1938
Rev.mo ed amatis.mo Sig. Don Ricaldone,
Non rida al titolo più o meno poetico… sono i suoi figli missionari dell’Oriente, che all’occasione della loro venuta a Torino per il Capitolo Generale trovandosi sul “Conte Biancamano” durante il lungo viaggio non potevano non parlare delle cose loro, comunicarsi le impressioni sul loro modesto lavoro, sulle difficoltà, sui risultati, su quanto insomma interessa la vita loro. Peccato non fosse presente l’amico Mons. Pasotti del Siam, ma sono convinto sottoscriverà pienamente alle povere idee espresse: anch’egli è a capo di una missione le cui popolazioni partecipano in vario grado alla triade di cui parlo.
Giappone, India, Cina… Nomi su cui è necessario fermare l’attenzione. Civiltà formate o in formazione e dotate di vitalità, che sempre più si estrinseca e che forza umana non potrà arrestare e i cui effetti futuri dipendono dalla piega dell’indirizzo attuale.
Novecento milioni di anime circa, che cercano il loro assestamento definitivo e delle quali venticinque milioni affidate ai Figli di Don Bosco.
Il mondo guarda al Giappone… sole sorgente… è la sua bandiera, ed è tutto e concreto programma di azione e di organizzazione interna, di espansione esterna a tutti noto. La giovane nazione con le qualità naturali datele dalla Provvidenza, rafforzate e moltiplicate dalla costanza, dalla tenacia, dalla pazienza, si è messa in prima linea colle grandi potenze. Il giovane germoglio è cresciuto in albero prosperoso, che sta fortemente radicando ed estendendo i suoi rami. Culto degli avi, famiglia e patria formano la sua base, adamantinamente incentrata nell’autorità.
Quali sono i disegni della Provvidenza sul Giappone, lo sa il Signore. Urge dirigere queste forti energie, queste preziose attività o, dirò meglio, completarle, innestandole a Dio… ma piange il cuore pensando e dolorosamente sperimentando, che il Giappone è il paese più povero di missionari…
Oh, anime generose, che vi rendete conto della svolta che preoccupa il mondo; oh, anime generose, se comprendeste quanto valga l’Impero del sol levante sulla bilancia dell’ordine mondiale, pregate e cooperate nelle forme possibili a che Dio sia conosciuto da questo gran popolo.
La Chiesa tende la mano a queste anime, e quanto le ami con cuore di madre l’ha anche recentemente dimostrato con dichiarazioni speciali che armonizzano sempre più le manifestazioni della vita civile e cristiana, coll’Istituzione di diocesi affidate al clero indigeno – col lavoro più intenso dell’Apostolato affidato a numerose istituzioni missionarie e ad istituzioni religiose – allo sviluppo dei Seminari indigeni, in cui vengono già raccogliendosi centinaia di giovani giapponesi…
E si lavora da tutti colla tenacia, collo slancio, colla pazienza… in silentio et in spe… propria del giapponese che si sente figlio della sua grande famiglia. Quale contributo diano i suoi figli salesiani come collaboratori di questo lavoro, Lei lo sa, i lettori del Bollettino pure lo sanno.
Gli effetti? Non sembrano proporzionati al lavoro, ai sacrifici. Le cause: molte, tra queste l’insufficenza di missionari, e di missionari della tempra giapponese. A fra poco le conclusioni, che bisognerà logicamente dedurre.
La Cina, immenso, statico colosso in antico, da anni viene risentendo la crisi che l’ha condotta allo stato attuale. Come verrà stabilizzandosi sotto l’influsso di tante, disparate forze, che la premono in ogni senso? Come risponderà agli intimi impulsi che la spingono a cercare quella forma di assestamento, che le permetterà di attivarsi in pieno, utilizzando le risorse materiali della terra che abita e quelle spirituali che già la distinsero nell’antichità? L’opera di penetrazione dei missionari, suggellata col sangue di tanti martiri (tra cui i nostri indimenticabili Mons. Versiglia e Don Caravario), nonostante le prove del momento, continua tenace, e produrrà i suoi frutti. Quanti, quali, quando? Lo sa il Signore.
L’India rapidamente si rinnova, sente di dover mettersi al passo colle altre nazioni; il contatto colla civiltà europea, e più la formazione della coscienza portatale dal Cristianesimo, le suscita formidabili attività, che se potranno a tempo e tutte essere orientate verso i principi cattolici, concluderanno colla felicità finale di queste care anime.
Il problema degli intoccabili, degli animisti (odiatori degli spiriti del male) illustrati in tante forme anche dal nostro Bollettino, dice chiaramente la possibilità di questo orientamento: è questione di trovare le forme adeguate.
Come in Cina, così in India, Vescovi e missionari, consci di queste ineluttabili attività, intensificano i loro sforzi presso le masse, tenendosi al corrente del movimento, avvicinando i capi, favorendo riunioni e convegni, visitando i villaggi, fondando scuole, alleviando le miserie umane con ospedali, dispensari di medicine, ecc.
I risultati, specie in certe zone dell’India, sono davvero consolanti. Purtroppo i missionari, catechisti e i mezzi sono inadeguati alle necessità, ed è questo per il missionario il massimo dolore… dovere abbandonare a sé la messe matura sul campo… non poter aderire ai caldi inviti di tante anime che domandano di affratellarsi a Gesù e di essere rese capaci di vivere la vita vera nella santa libertà dei figli di Dio, e che, nonostante le opposizioni che si delineano in tanti sensi contrarie, danno prova di coraggio eroico dichiarandosi decisi apertamente e senza paura a seguire la chiamata divina e resistendo a chi troppo si ricorda di loro solo per favorire i propri interessi personali o collettivi a scapito sempre dei dimenticati da secoli.
I nostri cari cooperatori dalle toccanti relazioni dei capi-missione possono completare e leggere tra le righe le linee di questa scheletrica esposizione.
La religione cattolica in questi paesi si presenta come bella aurora (oh, assai più smagliante delle incomparabili aurore orientali!)… A quando la netta levata di sole? A quando, o Signore, il perpetuo meriggio vostro?
Conclusioni
Il problema missionario alla luce di queste considerazioni diviene realtà concreta, in cui sono in gioco milioni di anime che si destano… (il Giappone da tempo lo è, e tutto il mondo lo sa…) e che deve interessare, non solo dal punto di vista della conversione loro, ma anche dal punto di vista sociale mondiale: e tutti debbono interessarsi. Oh! Si dia la mano amica a tutti questi nostri fratelli in Cristo.
Il problema missionario va realizzato in funzione delle necessità di queste anime; necessità materiali per chi ne ha bisogno – necessità spirituali per tutti – adattando, trasformando il nostro spirito nel loro, in quello della loro nazione, perché in tutti, con tutti e per tutti si stabilisca Gesù. Ah, aspiranti missionari! Oh, missionari, procuriamo di comprendere questa grande verità, ed attrezziamoci, conformandoci alle necessità di razza, di luoghi, di costumanze, di tempo ispirandoci al nostro gran modello Gesù.
Il problema missionario per queste regioni è il problema delle rapide mosse… Ah! Le tergiversazioni… si rischia di non arrivare a tempo. E le conseguenze?
Il problema missionario per questi paesi è problema di masse. Alle masse di anime che attendono Gesù, deve corrispondere una massa di veri missionari, che si sentano di entrare in questo ordine di idee. Quanti risponderanno all’Appello?
E i mezzi? Amato Padre, Lei sa quanto sono urgenti le necessità dell’Oriente salesiano. Confidiamo nei buoni ministri della Provvidenza e nelle sue preghiere e aiuti.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
2069 / Ricaldone Pietro / 1938-5-31 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
La missione italiana in Giappone32
Miyazaki, 31 maggio 1938
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Notizie che riempiono di gioia e che fanno pensare, per le ripercussioni avute ora e che possono avere in seguito nei disegni della Provvidenza.
Sullo scorcio del secolo XVI partiva dal Giappone un’ambasciata che aveva il compito di presentare l’omaggio di sudditanza di fede cattolica di principi cristiani giapponesi e di domandare missionari per l’evangelizzazione dei loro paesi.
Era composta di giovani rampolli di queste nobili famiglie, e ne era capo il nipote di quel Otomo Sorin, che provò a Oita le primizie dell’ardore apostolico del Saverio.
L’Italia è ancora piena di ricordi del passaggio trionfale di questa ambasciata che culminò in Roma, e che ebbe per effetto la santificazione di quei giovani e un nuovo impulso dato alle missioni cattoliche in Giappone.
Nel XVI dell’era fascista, da chi regge le sorti d’Italia fu voluta un’altra ambasciata; formata da uomini eminenti, rappresentanti lo stato corporativo italiano, guidata dal Marchese Paolucci di Calboli, uomo in cui vibra all’unisono forte amor di patria e di fede cattolica. È diretta al Governo giapponese per fini diversi dalla precedente, per cementare più fortemente quell’alleanza che si propone il nobile scopo della pace universale coll’abbattimento dei principi sovversivi dell’ordine familiare, sociale e religioso.
Le grandiose manifestazioni che si fecero in ogni parte d’Italia in onore dell’Ambasciata giapponese sono accuratamente registrate nelle cronache dell’epoca.
Abbiamo assistito a parte di quelle che il governo e popolo giapponese hanno colla loro proverbiale gentilezza e cordialità preparato alla missione di amicizia italiana, ma è difficile poter registrare specie in fuggevoli appunti quanto abbiamo veduto e a quanto abbiamo partecipato, perché non fu solo la manifestazione ordinata dalle autorità (ed il disciplinato popolo giapponese vi si presta compatto), ma si vedeva al di sopra ed al di fuori del convenzionalismo ufficiale, il cuore popolare, che vibrava in forma nuova, con espansione insolita all’estrinsecazione sentimentale giapponese: pareva che uno spirito nuovo pervadesse tutti i cuori, che si unirono in manifestazioni che ebbero del fantastico, del meraviglioso non tanto per il numero degli intervenuti (come fare a contarli?), ma per il movente, spontanea manifestazione di simpatia, di amore verso l’Italia.
Anche pensandoci su, è difficile trovare le ragioni di questo fatto. Sì, conta assai per formulare la risposta, il carattere giapponese, la sua gentilezza e profonda cordialità – l’avere l’Italia tante relazioni di somiglianza col Giappone, desunte dalla sua geografia, dalla sua storia… Si potrebbe scrivere un bel volume sulle benemerenze degli italiani che hanno da tempi antichi lavorato in Giappone… ed alcuni nomi italiani anche ora sono fatti segno allo studio ed all’ammirazione dei giapponesi – somiglianza di fenomeni naturali (terremoti, vulcani…), di alimentazione – somiglianza anche per certi lati del carattere nostro col loro (giovialità, forte sentimento, spirito di operosità in ciò che interessa) – ma tutto questo non può spiegare la portata delle modalità dell’avvenimento.
Dunque? Il fascino dell’Italia, originato dalla sua storia incentrata in Roma e con Roma la Cattolicità, e con Roma il Regime, e con Roma la lotta contro i principi sovversivi distruttori della civiltà mondiale.
Vi ha cooperato il fatto nuovo che l’Ambasciata non va per un fine particolare utilitario (come sarebbe una commissione scientifica o commerciale), ma per affermazione dei principi che non interessano le sole nazioni alleate, ma tutto il mondo. E il buon popolo giapponese capì, e si mosse con un cuore solo intorno ai rappresentanti d’Italia.
Piccoli appunti di cronaca che si riferiscono a noi. A TOKYO. Non poteva la commissione non visitare le nostre opere a Tokyo ed era uno dei punti del programma elaborato dal Governo Imperiale la visita alle opere cattoliche italiane di Tokyo. Non furono dimenticati i buoni Padri Paolini di Alba ed in modo speciale la nostra Scuola professionale Don Bosco, il noviziato e Studentato filosofico e teologico, l’Oratorio e opere sociali di Mikawajima. Apoteosi vibranti di amore a Don Bosco, così ben reso presente per le parole di S. E. l’Ambasciatore Paolucci.
IN MISSIONE. Il programma ufficiale contemplava una visita ufficiale alla parte Nord del Kyushu, ed era naturale che da noi si insistesse per la visita alle nostre residenze missionarie. In una giornata di relativo riposo il Capo della Commissione l’Ambasc. S. E. Paolucci con vero sacrificio volle dare alla missione cattolica ed alle opere dei salesiani – delle Figlie di Maria A. questo attestato di stima, e la commissione vi corrispose con vera tempra di attività fascista, pur stanchissimi dai lunghi viaggi e ricevimenti.
E inaugurarono la sera del 10 Aprile il ricostruito ospedale per tubercolosi a Beppu – ed al mattino seguente visitarono la nostra chiesa di Beppu, l’aspirantato, noviziato e opera della S. Infanzia delle Figlie di Maria A. a Beppu; la chiesa di S. Francesco Saverio e l’Asilo “Stella mattutina” ad Oita e nel pomeriggio la chiesa di S. Giovanni Bosco ed il collegetto di Nakatsu, fatti segni ovunque delle acclamazioni delle folle e delle autorità nelle singole città e al passaggio a ogni stazione, con applausi e canti, offerte di fiori. Non esagero di dire che non vi fu cittadino di Beppu, Oita e Nakatsu che non abbia avuto l’occasione d’informarsi così della missione cattolica, località, lavoro, costituendo così una provvidenziale propaganda che non ha avuto certo riscontri in dodici anni di lavoro.
Nella nostra povertà si è cercato di far del nostro meglio per accogliere gli illustri ospiti, ma ci vennero incontro le autorità, le scuole, e più che l’apparato esterno era il cuore entusiasta, riscaldato dai canti, dagli evviva, dalla spontanea estrinsecazione di quanto tutti sentivano in cuore. Seguita con attenzione dai pagani la visita alla chiesa, la preghiera degli italiani, i vari discorsi giapponesi e italiani, le traduzioni che se ne facevano, i saggi di canti e danze.
Sostarono i nostri insigni visitatori con cuore commosso davanti agli innocenti angioletti di Beppu, molti dei quali vagivano nelle candide culle, assistiti dalle Figlie di Maria A. trasformate in pazienti e sacrificate madri. E specialmente ammirarono le magnifiche collezioni antiche, interessanti il Cattolicesimo della città di Oita risalenti all’epoca del Saverio che il nostro Don Marega per le grandi aderenze che ha, aveva potuto riunire nella sala dell’Asilo, col concorso delle autorità, delle bonzerie e di privati.
Come a Nakatsu visitarono la nuova chiesa dedicata a Don Bosco e i nostri giovani aspiranti, restando tutti ammirati e pienamente soddisfatti.
Giornata piena di sante emozioni per tutti e vogliamo sperare fruttuosa.
Sono avvicinamenti che la Provvidenza permette ai suoi alti fini. Peccato che la Commissione non poté spingersi fino alle residenze del Sud, specie a Miyazaki, ove avrebbe potuto rendersi conto dei massimi lavori della Prefettura e dove erano attesissimi da Autorità e popolo. In questi momenti di traballamento mondiale una visita simile – missione d’amicizia – riveste per tutti un alto significato morale e sociale. Oh, ascoltassero tutti la voce di pace.
E preghi per noi, amato padre, e ci benedica affinché sappiamo corrispondere ai disegni della Provvidenza.
Don V. Cimatti, sales.
2070 / Tassinari Vasco / 1938-6-1 /
al chierico Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone
[1 giugno 1938]
Carissimo Vasco,
Grazie della tua. Se vai a Ferrara, eccoti un bel lavoro che puoi farmi con tranquillità. Come sai il campo di invasione propagandistica affidato al Giappone è la Lombardo-Emiliana. Tu dovresti:
Procurarmi indirizzi di persone che possono interessarsi del problema missionario; cerca di capirmi! Non i benefattori o cooperatori della casa, ma altri. Non bisogna ledere né la giustizia, né la carità per il proprio vantaggio (benché qui si tratti di altri interessi, ossia anime). Quindi ad es. in diocesi vi sarà certo l’Unione Miss. del Clero: se sanno gli indirizzi dei parroci, iscritti, ecc. (idem per l’azione cattolica nelle varie branche, ecc. ecc. ecc.) trovarmi gli indirizzi dei principali esponenti di questi movimenti.
Id. di studiosi, di seminari, ecc. ecc. Inoltre, se fra i tuoi compagni vi fossero buoni elementi della Lombardia… che si rechino in case salesiane, o alle case loro, pregali a nome mio che si trasformino in cercatori di tali cose e mi inviino indirizzi.
È un primo lavoro per la pacifica invasione del Giappone in queste regioni. Spero mi avrai capito: e tutto questo con calma “in silentio et in spe”, come le formiche bianche del Giappone che se non si sta attenti rodono travi enormi, e la casa rovina, – senza ledere personali suscettibilità, perché da tanti si teme l’invasione missionaria, specie quella di Don Cimatti (è una specie di pericolo giallo nipponico spirituale… ridi anche tu! Eppure tanti pensano così perché temono che verran meno quattro soldi…).
E pensare che domando preghiere. I soldi e altro chi vuole mandarli, li mandi, servono anche quelli, se santificati dalla preghiera: se no, non vengono, credi, a me.
Sappimi dire delle Congreg. religiose missionarie esistenti nella Lombarda-Emilia (conosco i Mission. di Parma, di Milano). Penso che se trovaste annuari recenti si trova già un materiale enorme.
Quanto al mio modo di pensare su vari problemi, per carità, cerca di capirmi e non confonderti. In collegio mi dicevano (ridendo sul mio nome) “Cima dei matti”, e non avevano torto: te ne accorgi anche tu.
Eccole le cartoline che desideri e invierò insieme a quanto mi domanda quel bel tomo di Bechis. Mese del S. Cuore! Fuoco e fiamme per Lui, centrum omnium cordium. E prega per me e salutami gli indimenticabili Superiori di Monte Ortone.
Tuo
Don V. Cimatti
2071 / Cecchetti Albano / 1938-6-2 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Bombay, 2 giugno 1938
Caro Don Cecchetti,
Il Sig. Boffa33 si raccomanda per semi di thé, anche di qualità diverse. Se può 15 Kg.
Nulla di nuovo. Lavoro e prego. Saluti a Don Arri, alle Figlie di Maria Ausiliatrice, a Hikari no sono, catechisti Maruoka e di casa.
Buon mese del S. Cuore.
Don Cimatti, sales.
2072 / Chierici studenti di Filosofia in Giappone / 1938-6-2 /
ai Chierici studenti di filosofia dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Bombay, 2 giugno 1938
Cari filosofi,
L’essenza della devozione del S. Cuore è: Amore e riparazione.
Quanto male nel mondo… anche in mare.
Preghiamo, amiamo, sacrifichiamoci.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
2073 / Novizi salesiani in Giappone / 1938-6-2 /
ai Novizi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Bombay, 2 giugno 1938
Cari Novizi,34
Gesù vi attende più vicini nel Suo mese. Messa – Comunione – Visite…
Siamo a metà viaggio anche noi, come voi…
Motus in fine velocior. Rosso lo spieghi ai compagni e tutti spiegatelo al buon Yano.
Cotidie, uno per uno, vi trovo vicino a Gesù…
Don V. Cimatti, sales.
2074 / Tassinari Clodoveo / 1938-6-13 /
a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone
13 giugno 1938
Carissimo Clodoveo,
La vostra carissima mi giunse a Napoli. Grazie. Quell’unione spirituale che fu continua nel viaggio, ebbe una così bella manifestazione di chiusa all’ultima stazione di fermata. Grazie di cuore… e basta, perché sento troppo… e mi fa male in tutti i sensi: quindi scusami se non mi effondo come vorrei.
Belle le notizie che mi dai – e come ti dissi prima, non potendo far altro, mi sfogo a pregare.
Grazie dell’elenco che così mi farà presente i bisogni dei singoli, e seguendo quello nella preghiera penso che per loro e per me sia più efficace. Manco a dire che vi aggiungo i confratelli singoli.
La più bella notizia è quella che mi dai di te: prender cotidie la croce e seguirLo. Bravo e voglio aiutarti per quanto sta da me.
Ed ora uno schematico sunto del viaggio, per me ottimo nonostante i monsoni che per qualche giorno fecero ballonzolare la nave di 24 mila ton. e mezzo; ma potei fare il mio dovere dappertutto e lavorare a summo mane fino a sera. Deo gratias! Furono certo le vostre preghiere.
A Shanghai trovai i confratelli che già stanno ripigliando il lavoro della scuola, e visitai la scuola elementare giapponese proprio a pochi passi dalla nostra scuola. Peccato che i nostri non sanno la lingua: sarebbe un momento buono…
Le Figlie di Maria A. hanno potuto inviare alcune allieve ad una fabbrica giapponese e così fanno anche i salesiani. Si ricomincia insomma.
Trovai a bordo la Commissione Italiana. Accoglienze italiane, e lavorai molto per lavori di traduzione aiutandoli in quel che potevo.
A Hong Kong trovai i confratelli in buona salute, e vedendo la spianata del cortile e quei luoghi a voi noti, pensai a voi. Mi si unì a compagno di viaggio Don Tiberi di Macao, ammalato. L’avevo condotto da chierico ed ora lo riconducevo da prete.
Singapore, Colombo. A Bombay trovai i confratelli ed ebbi la dolce sorpresa di avere a compagno di viaggio Mons. Scuderi, Ammin. Apost. di Krisnagar e Ispettore, col suo delegato Don Tomé, anche loro un po’ malandati.
Ad Assab sale il Viceré di Etiopia, S. A. il duca d’Aosta e la duchessa Madre. Il figlio era stato operato di appendicite e tornava per un po’ di riposo. Potei parlare anche colle LL. AA. che conoscono assai bene l’Opera salesiana.
Massaua: carico completo di 1500 passeggeri. Port Said: visito i confratelli, e a Napoli prima di scendere a trovare i confratelli ho assaporato la vostra visita, ed ora me la godo con voi tutti scrivendo.
Domani 14 a Genova, e se a Dio piace a Torino. Termino la corrispondenza, metto le immagini e lettere ai piedi di Don Bosco e spedisco.
Per la filosofia vero programma non c’è: alla fine ero solito leggere con loro il Maritain. Per ora è utile la conversazione in cui entrino parole filosofiche. Prendere un testo qualsiasi di filosofia e con piccole proposizioni abituar loro l’orecchio ai termini.
Per la posta mi pareva di averti detto il da farsi… I dispacci da Roma arrivano alla Missione e penso che farà Don Liviabella o Don Cavoli, a me non mandare che le lettere personali (ma solo di tanto in tanto, come bozze di stampa, manoscritti).
Offerte: tieni tutto pel Seminario (salvo il sussidio per la missione e per la S. Infanzia) tenendo nota in registro-quaderno a parte ad es. Ss. Messe, S. Cuore, ecc.
Nei casi dubbi, a Don Liviabella.
L’offerta delle Lire 50 se puoi ritirarla bene, se no tieni o dà a Don Liviabella che penserà. Conosco il Della Porta, mio allievo, e gli risponderò.
Al momento null’altro. Se il Signore mi darà quello che auguri, spero di riuscire a far qualche cosa. Fa’ coraggio ai Seminaristi; rispondo breviter alle loro carissime lettere. Comincia a prepararli per le vacanze: facciano propaganda, colla parola, coll’esempio e colla preghiera. Oh, fossero capaci di accaparrarne uno ciascuno pel prossimo anno!
Saluti ai singoli confratelli. Invita anche gli altri confratelli a cooperare nel lavoro del Seminario e prega per me.
Al carissimo Don Braggion uno speciale saluto: aiutatevi fraternamente.
Ti abbraccio e benedico
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P. S. Da Napoli a Genova [13 giugno 1938]
Gli esercizi cui attendo mi hanno fatto ritardare. Ad ogni modo è sempre tempo. A chi ha scritto ho risposto. Leggi pure per norma, a chi non scrisse un ricordo che tu arrepta occasione spiegherai.
Prima di partire per le vacanze ti diano gli elenchi del dono che desiderano. Al momento scrissero di questo Ikeda, Yusa, Yamasaki, Shimomichi e Matsumoto.
Baratto, Floran, Zanarini preti. Deo gratias! Niente di fisso per la venuta. Allegro.
Penso avrai stabilito l’ufficio dove dai le osservazioni, ecc.; possibilmente non sia la camera: bisognerebbe che la parte della casa dove sono le camere fosse riservata alla comunità salesiana sola.
2075 / Barbaro Federico / 1938-6-15 /
al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone
[15 giugno 1938]
Caro Federico,
In primis: buon Onomastico… Non frasi alate… tu mi conosci… e basta. Certo a Maria Ausiliatrice e Don Bosco preghiere pepate, perché ti conoscono… e Don Cimatti poteva dirle secche.
Dillo anche a Moro, di cui non ho ancora potuto vedere mamma… Come si fa… siamo in pieni esercizi e bisogna farli bene… a dopo. Un pugnetto a Lucchesi: ché non dorma.
Ricevuto l’articolo – lo consegno con l’aggiunta – quasi certamente non pubblicheranno neppure, ad ogni modo è per la storia. Tu continua a… non farmi l’oca.
Idem Moro che è più oca di te… Ma nessuno di voi in ocaggine raggiungerà mai il
Vostro - tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2076 / Grigoletto Giuseppe / 1938-6-18 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
18 giugno 1938
Carissimo Z. B.,
Grazie della tua. Sarà fatto come dici, mio Giuseppe… moro dal desio di vederti… Il giorno 16 (del 10 sono a Milano) se non muoio sarò… Dimmi se ho da fare qualche cosa. E a voce tutto il resto.
Adesso prega per me, che si fiat mi converta e viva, che sarebbe pur ora. Saluta tutti, tutti, tutti.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
P. S. Il tuo Ispettore mi ha già fatto al primo incontro i tuoi saluti e gli sperticati elogi come bibliotecario.
2077 / Floran Luigi / 1938-6-18 /
A Don Luigi Floran, salesiano
18 giugno 1938
Mio carissimo Don Luigi,
Buon Onomastico e sai già quanto farà Don Cimatti e più nel giorno 26 c. m., stanne sicuro. Augurio e ricordo, questo solo: “Luigi sia sacerdote quale lo vuole Don Bosco”.
A nome di tutti gli antichi amici, auguri e preghiere anche dal Giappone, che spera riaverti.
Quanto al tuo desiderio che è anche il mio, coincide dolorosamente col Capitolo Generale ed in pratica anche alle domeniche si è occupati ed ora è difficile prevedere fino a quando si protrarrà, quindi mi dispiace non poterti assicurare di nulla.
Il Signore sa perché dispone così le cose, e quindi direi tu fa le tue cose indipendentemente da un mio intervento: se per quella data sono libero volo, stanne sicuro.
Prega per me, caro Luigi: credimi tuo:
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2078 / Cecchetti Albano / 1938-6-19 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Torino, 19 giugno 1938
Carissimi,
Giunto felicemente al 14 c. m.; dal 15 sono chiuso negli esercizi, poi Capitolo, e poi mi muoverò.
Saluti da tutti specialmente dai Superiori. A Napoli mi congedai dal Boffa, bel tipo, porterò a casa i pacchi.
Chiesa di Maria A. splendida. Scriverò anche alle Figlie di Maria Ausiliatrice e Nagata: per ora salutate e assicurate che ricordo cotidie: porterò i doni dopo gli esercizi. Pregate pregate per me.
Col Sig. Don Berruti e Don Candela ricordiamo le barzellette di Don Cecchetti.
Saluti al catechista Muraoka e cristiani.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
2079 / Ferrari Giacomo /1938-6-22 /
a Giacomo Ferrari, salesiano laico, missionario in Giappone
22 giugno 1938
Carissimo Ferrari,
Buon Onomastico. Puoi essere sicuro che specie quel giorno sarà tutto per te.
Non me ne intendo, ma ho ammirato e fu da tutti ammirata la tua decorazione ed il quadro che avevo visto abbozzato a Mikawajima.
Il Signore ti conceda ogni bene anche per l’onore che gli hai reso.
Bravo! Lavora e sacrificati, ora che sei più libero, anche per l’Oratorio.
Tuo sempre
Don V. Cimatti, sales.
2080 / Joyeusaz Abele / 1938-6-23 /
a Don Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice, salesiano
23 giugno 1938
Carissimo Don Abele,
Grazie. Dopo il Capitolo, spero che potremo vederci con tante anime belle di Ivrea. Per i novizi non è ancor deciso se si aprirà quest’anno il noviziato. Preghiamo.
Salutami quanti conosco, specie il carissimo Don Grandis (Viva S, Luigi! Lo ricordo sempre). Prega per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2081 / Orecchia / 1938-6-30 /
Sig. Orecchia, ex-allievo Oratorio San Luigi di Torino
[Biglietto di presentazione]
Torino, 30 giugno 1938
Raccomando caldamente il Sig. Orecchia, che viene per fare alcune proposte assai vantaggiose alla casa.
È nostro allievo dell’Oratorio di S. Luigi, ed aiutandolo fate anche cosa graditissima al
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
2082 / Circolare Benefattori / 1938-6-… /
a un Benefattore dell’Opera salesiana in Giappone
Giugno 1938
Ill. mo Signor,
Godo annunciarle la mia venuta in Italia per le feste di Don Bosco e per partecipare al Capitolo Generale Salesiano.
Memore dei continui benefici ricevuti, desidererei esprimere di persona la mia riconoscenza e quella dei Missionari Salesiani in Giappone.
Voglia almeno accettare questo primo saluto e l’assicurazione delle nostre preghiere continue per i nostri benefattori.
Maria Ausiliatrice e Don Bosco le concedano dal Signore ogni benedizione materiale e spirituale.
Col più profondo ossequio
Sac. VINCENZO CIMATTI Salesiano
Prefetto Apostolico di Miyazaki (Giappone)
E Ispettore dell’Opera Salesiana in Giappone
Recapito: Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, 32 - TORINO (109).
2083 / Circolare Benefattori d’Italia / 1938-6-… /
ai Benefattori italiani dell’Opera salesiana in Giappone
Giugno 1938
Col chiudersi dell’anno missionario 1937-38, i missionari Salesiani di Don Bosco in Giappone vogliono offrire a voi tutti, benefattori ed amici, il modesto risultato del loro lavoro. Vogliono che godiate e speriate con loro, voi che foste generosi ministri della Divina Provvidenza per loro e per le loro opere.
Vi assicuriamo preghiere quotidiane per i bisogni materiali vostri e delle vostre famiglie.
Fra breve ripartirò per il lontano Giappone e qualora voleste approfittare per eventuale invio di lettere o di altri generi ad amici o conoscenti mi metto a vostra disposizione.
Richiesto da vari in quali forme potrebbero venire in aiuto alla nostra Missione e alle opere Salesiane in Giappone, rispondo che il povero Prefetto Apostolico di Miyazaki ed Ispettore delle case Salesiane in Giappone accetta qualsiasi cosa. Le missioni hanno bisogno di tutto e di tutti. Ad esempio, potete cooperare, oltre che con la preghiera:
Con capi di vestiario o biancheria (anche usati) di ogni genere e per ogni sorta di persone.
Con libri, specialmente di filosofia e teologia per il nostro Studentato e seminario.
Con medaglie – rosari ed oggetti di devozione.
Con materiale di cancelleria, pennini, matite, ecc.
Con offerte per celebrazione di Sante Messe (Lire 5) o per amministrazione di Battesimi e Cresime (Lire 25).
Con l’adozione annuale di un orfanello od orfanella (Lire 200) o di un seminarista (Lire 300).
Con borse di studio per un seminarista giapponese per il ginnasio (Lire 600) e per il corso filosofico-teologico (Lire 1000).
Con l’adozione di un’aspirante alla Congregazione delle Suore giapponesi della Carità o alle Figlie di Maria A. (Lire 300), o concorso alla formazione della dote alle Suore Giapponesi (Lire 1000).
Con l’offerta di indumenti sacri di ogni genere per i novelli sacerdoti e di oggetti per il divin culto (cera, incenso, candelieri, ecc. ecc.).
Con l’offerta di medicinali, specialmente bende, fasce, garza, cotone ecc. per medicazioni.
Con offerte libere e con quanto si crede.
Esprimo fin d’ora la mia più viva riconoscenza a quanti vorranno cooperare in qualsiasi forma all’opera della salvezza delle anime; assicuro le preghiere quotidiane dei nostri orfanelli, dei nostri poveri vecchi, dei neofiti, seminaristi e salesiani, e di quanti voi aiuterete con la vostra carità.
A tutti gli offerenti sarà inviato un modesto ricordo e a quanti lo desiderano la fotografia dell’adottato o dell’adottata.
Ricordo a tutti le parole di Don Bosco: “Dio ci dice: ‘date, e vi sarà dato’. Volete delle grazie e cancellare i vostri peccati dall’anima? Fate elemosina. Volete assicurarvi la misericordia di Dio? Fate l’elemosina. Vogliamo assicurarci la felicità eterna del Paradiso? È l’elemosina che ci procura la misericordia e la vita eterna”.
Il Signore vi benedica.
Vostro riconoscente
Sac. Vincenzo Cimatti
Prefetto Apostolico di Miyazaki
Ispettore Opere Sales. in Giappone
2084 / Coronin Doriguzzi / 1938-6-… /
ai Sigg. Anna e Giovanni Coronin-Doriguzzi, benefattori
+ [probabilmente giugno 1938 in Italia]
Conservare nei figli i frutti dell’educazione
Lettera aperta del nonno ai benefattori
Si avvicina il momento desiderato da voi e dai vostri tesori delle ferie estive in cui nell’intimità è dato gustare le giocondità dell’amore di famiglia, e valutare i frutti dell’educazione che i vostri figli hanno avuto in quest’anno.
Certo i figli di D. Bosco hanno voluto fare tutto il loro dovere: hanno cercato non solo di conservare ma di far fruttare i tesori che avete loro affidato. Hanno amato teneramente le anime dei vostri figli, hanno lavorato per esse con rinunzia e generosità. D. Bosco ha scritto auree pagine, quali forse nessun educatore ha saputo scrivere, perché pochi hanno conosciuto la mente ed il cuore dei fanciulli, come lui. Scrive dunque: “la natura plastica e delicata del fanciullo è disposta a ricevere tutte le impronte e a modellarsi in ogni senso. I saggi educatori sanno che è questo il periodo delle abitudini buone che fissate in questa felice età, fortificate in seguito con un esercizio continuo e quasi automatico diventano poi una seconda natura e formano per l’adolescenza una potente difesa, che prepara il periodo di massima stabilità nello stato virile…
Il fanciullo è pronto nel concepire, ardente e mobile nell’immaginare; la sua memoria conserva i più piccoli particolari senza sforzo, con esattezza scrupolosa; la sua sensibilità rapisce coloro che l’avvicinano… ma non pensa né opera con coerenza… gli manca lo spirito pratico… violenza ed ostinazione sono i soli frutti della sua debole volontà… impulsività e incostanza quelli della sua sensibilità…
Per guidare il fanciullo nei primi passi nella via della santità occorrono i due perni della rinunzia e generosità. Per insinuare lo spirito di sacrificio o di rinuncia curare con saggia disciplina l’educazione della ragione e volontà, formare la coscienza, sviluppare la passione del bene, l’odio del male, riassumere ogni morale pratica nell’unico principio di un Dio da amarsi sopra tutte le cose e in tutte le cose, e nel principio che tutte le cose si devono amare secondo Lui, in Lui e per Lui…
Le parole di D. Bosco sono chiare; le riassumo in due suggerimenti:
a) Attenzione
b) Unione di pensiero e di azione cogli educatori dei vostri figli, specialmente in questo periodo di tempo.
attenzione ai compagni, alle letture, ai divertimenti dei figliuoli. Voi, ottimi genitori, desiderate il bene dei vostri figli – un compagno, una compagna – un libro – una serata di cinema – la spiaggia del mare ecc. possono essere un’iniezione di malessere che può riflettersi su tutta la vita, e permanere, e radicarsi. Occhi aperti, orecchie tese, vigilanza… siate i veri angeli custodi dei vostri tesori: è stretto dovere, da voi dipende la loro felicità presente e futura ed anche la vostra.
unione di pensieri e di azione cogli educatori dei vostri figliuoli il che importa
preghiera assidua per loro;
esempio di vita cristiana e comodità di compiere i doveri. In collegio vi sono speciali pratiche di pietà giornaliere, settimanali, mensili di cui bisogna che il figliuolo non perda l’abitudine: gli sono indispensabili la preghiera e i sacramenti;
occupazione del tempo in cose utili a vantaggio del corpo e dell’anima. I Superiori hanno assegnato i compiti delle vacanze… In famiglia vi è un mondo di lavori casalinghi o campagnoli o di altro genere cui è bene abituare il ragazzo…
mantenere nel figliuolo la serena allegria propria della sua età. Nelle ferie deve avere buona parte il riposo, il sollievo del corpo, come base e rafforzamento dello spirito.
Vi sarà questa collaborazione cordiale? Il lavoro fatto dagli educatori non si perderà, al contrario si ridurrà a zero o, Dio non voglia, tutto sarà messo su basi contrarie qualora tale unione d’intenti sia attenuata o abolita.
Il vecchio amico dei vostri figli tratta coi fanciulli da oltre quarant’anni – ha seguito e segue lo svolgersi della vita dei numerosi suoi allievi – e vi assicura che ha ponderato tutto quanto vi espone sulla base dell’esperienza. Sa di parlare ad ottimi genitori ma l’amore che si porta agli educandi è tale che fa sempre temere di non aver fatto o che non si faccia abbastanza per queste care anime. Perdonate dunque l’insistenza dei consigli dati. Il nostro D. Bosco vi ha parlato del carattere dei vostri figliuoli e vi ha suggeriti i mezzi per rendere efficace la cooperazione vostra al lavoro degli educatori dei vostri tesori. Il glorioso regnante pontefice Pio XI in due splendide encicliche ha dato norme le più sicure e sagge in relazione alla famiglia ed all’educazione cristiana della gioventù. Con voi vogliamo cooperare efficacemente alla felicità vostra, dei vostri figliuoli, della Chiesa cattolica e della nostra cara patria. Congiunti nel nome di Dio in questo mirabile lavoro di formazione di anime, riusciremo certo.
Parola d’ordine dunque: attenzione, adesione di pensiero e di azione: come durante l’anno fummo vostri rappresentanti nelle relazioni coi vostri figliuoli, osiamo domandare che per la parte del lavoro educativo siate ora e sempre i nostri rappresentanti e continuatori.
2085 / Ricaldone Pietro / 1938-7-1 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Glorie Mariane in Giappone35
1 luglio 1938
Rev.mo ed amat.mo Padre,
Mentre la grande famiglia salesiana compie in forme solennissime, il magnifico programma di feste per le date gloriose del Santuario di Maria A. concretizzate nell’ampliamento e abbellimento della Basilica e nell’erezione dell’altare del Padre nostro Don Bosco, anche i suoi lontani figli del Giappone ubbidendo alla sua parola d’ordine, tentarono in questa occasione di aumentare il numero dei devoti di Maria A. e dei cooperatori salesiani.
Nelle varie residenze della Missione, nelle nostre case di Tokyo fu un fervore di anime per realizzare praticamente questo dovere con manifestazioni religiose, che qua e là ebbero speciali spunti degni di nota.
La devozione della Madonna, fin dai primi tempi della propagazione della fede in Giappone per opera di S. Francesco Saverio e dei suoi confratelli, fu radicata profondamente nell’anima di quei primi cristiani anteriori alle persecuzioni.
L’animo ardente dell’Apostolo coll’insegnamento della salutazione angelica (si chiama anche ora così) e colla recita del Rosario aveva posto le basi di questa devozione, che avrebbe servito più tardi a determinare con chiarezza (insieme a distintivi caratteristici del cattolicismo, quale il celibato ecclesiastico e il Papa, legittimo rappresentante di N. S. Gesù Cristo) il riconoscimento delle caratteristiche del sacerdozio cattolico in paragone al protestantesimo di fronte ai discendenti dei cristiani delle persecuzioni.
E la tenera devozione a Maria svolta con fede e amore da ogni missionario cattolico in Giappone, ebbe in questi ultimi anni nuovo impulso, non solo nella Prefettura Apostolica di Miyazaki, ma anche in tutto il Giappone sotto il titolo di Maria A., di Madonna di Don Bosco. Piace al buon popolo giapponese, forte e guerriero, l’immagine di Maria A. ideata da Don Bosco, in piedi, dominatrice sovrana, regina, e che presenta Gesù, il suo figliuolo benedetto.
Amor di Madre tenerissima, che trova così bel riscontro nell’affetto materno delle madri giapponesi, adoratrici (non è sbagliato il termine) dei loro figliuoli. Maria, potenza dominatrice delle forze sovvertitrici del mondo: programma di azione del popolo giapponese.
Una recente manifestazione di devozione alla Madonna nella nostra residenza di Beppu merita di essere segnalata. La città di Beppu è la prima stazione balneare e di cura idroterapica, del Giappone: meta di pellegrinaggio dei gaudenti e dei poveri ammalati del Giappone non solo, ma dell’Oriente. Ogni forestiero giunto in Giappone non manca di far visita alla città della salute. Quivi i suoi figli svolgono un fecondo apostolato di bene colla parrocchia, coll’oratorio festivo, colla conferenza di San Vincenzo, col Segretariato degli ammalati e colla diffusione della buona stampa. Sono fiancheggiati in questo magnifico lavoro di carità dalle zelanti Figlie di Maria A. che hanno un’opera magnifica per l’infanzia abbandonata (giardino dei gigli) e da quelle vere apostole di carità dell’ospedale “Giardino di luce” per i poveri tubercolosi.
La festa di Maria A. di quest’anno svoltasi solennemente nella casa delle Suore, ebbe il suo glorioso epilogo alla missione in una solenne processione, la prima fatta in città, colla statua della Vergine, a cui partecipò il locale oratorio festivo (tutto di pagani) e numeroso popolo, che gremiva il cortile della Missione. Oh, che la Vergine benedica questa speciale zona, che tanto ha bisogno delle cure di una mamma buona verso tanti poveri ammalati che aspettano sollievo ai loro dolori conforto e pace alle loro anime.
E Maria A. lavora: l’Oratorio è fiorente; i catecumeni aumentano; i nuovi convertiti lavorano assai, come buoni apostoli in aiuto del missionario. Oh, come son meravigliose le vie del Signore nel chiamare alla fede.
A Pasqua dell’anno scorso fu battezzato un cieco (assai noto in Beppu). Oh, vedesse con quale devozione recita il Rosario, e con quanto maggior zelo va alla ricerca delle anime: ha già trovato dieci famiglie di ciechi e viene guidandoli alla fede.
È il medesimo che parlava un giorno con trasporto ad un amico pagano della S. Comunione, della gioia, della felicità che si prova nell’unirsi a Gesù. “Voglio anch’io far la Comunione” gli dice l’amico. “Eh! Caro mio, non ti è possibile se non diventi come me, cristiano”… e l’amico inizia lo studio della religione. È il medesimo che, appresa la recitazione del Rosario, si fa dare dal missionario una grossa corona più adatta alle sue mani di cieco, e come franca professione di fede la porta pubblicamente al collo. È il medesimo che, sapendo che il sottoscritto si diletta di studi naturalistici, mi regala un prezioso e curiosissimo esemplare di serpente, dicendomi “…e pensare che in passato ho adorato queste sciocchezze… Bravo Don Cimatti, lo metta in museo…”. Eleganti disposizioni della Provvidenza, che fa vedere così chiaramente a questi poveri ciechi corporali e spirituali.
Un altro cieco di Miyazaki diceva al missionario Don Tassinari: “Oh, quale conforto spirituale ricevo dalla recita del Rosario!… Mi serve anche di orologio… Detto con calma impiego un’ora precisa a dirlo intero!…”.
Oh, anime care, con questa tempra di fede conquistate il Paradiso molto più facilmente di noi!
Vanno moltiplicandosi ovunque i frutti delle conferenze di S. Vincenzo: anime avvicinate, miserie sollevate, anime conquistate.
Una povera donna, venditrice di uova, si introduce per il suo piccolo commercio nelle case dei poveri: già cinque hanno ricevuto il battesimo… colla scusa delle uova. E a proposito ancor di uova, mi scrive Don Arri da Beppu: “Pochi giorni fa seppi che c’era un’ammalata grave in una povera casa. Vado per vedere se si poteva fare qualche cosa… Mi sbarrano tanto d’occhi… Vidi in un angolo un canestro di uova. Ebbi un’idea. Domando se le vendevano, e mi si dice che per assistere l’ammalata non avevano potuto andare a venderle. Allora dico di portarle alla missione, che ne avevo proprio bisogno. Quei poveretti felici di aver venduto le uova, non pensarono più ad altro. Potei battezzare l’ammalata, che morì il giorno dopo”.
Maria A. ci fa davvero da buona madre. Oh, ci aiuti a diffondere sempre più la sua devozione; rinnovi tra di noi le grazie materiali e spirituali come ai tempi di Don Bosco, e dal rinnovato e riabbellito suo trono conceda a noi tutti di poter salvare tante anime.
Ad Jesum per Mariam. Ed è il caso dei nostri cari Seminaristi giapponesi di Miyazaki. La devozione alla Madonna e lo sviluppo della compagnia del SS.mo Sacramento e del Piccolo clero ha prodotto un fervore insolito e fruttuosissimo nei soci, con riflessi consolantissimi sulla loro formazione e sull’andamento generale del Seminario.
La festa del Corpus Domini riuscì solennissima: funzioni religiose, processione col SS.mo, Congressino eucaristico riuscito oltre ogni aspettativa con discorsi, intermezzi musicali, una disputa interessantissima sulla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, ed un bozzetto d’occasione “Nelle catacombe” nuova composizione del nostro Don Tassinari. Due ore di trattenimento serio, istruttivo e interessante.
Gesù benedetto per mezzo della sua Madre SS.ma e di Don Bosco ci conservi e fecondi i germi di tutti questi lavori.
Suo aff.mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
2086 / Grigoletto Giuseppe / 1938-7-2 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice e grande benefattore
Torino, 2 luglio 1938
Carissimo,
Come vuoi, basta che mi dica il giorno e come si fa ad andare a Bolzano. Arrivederci.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. Anche per me molto più contento… con una fava…
2087 / Cecchetti Albano / 1938-7-8 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
8 luglio 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie della sua carissima e delle foto. Feci una visita a casa (Via S. Anselmo) e vi trovai solo una signora – il babbo era assente, ma ormai libero dal Capitolo al più presto farò le visite.
Il giorno di S. Albano lo commemorai ai Superiori e specie con Don Berruti e Don Candela ricordavamo le barzellette.
Per Lei ho fatto e faccio cotidie preghiere speciali unitamente al ricordo di Arri, prego anche per la vostra salute.
Come riuscirono graditissime le notizie della festa di Maria A. può immaginarlo – spero di eternarlo in un articolo. Così pure del lavoro delle suore e dello Hikari. A tutti parlo del bel lavoro promettente di Beppu. Pazientiamo ancora un po’ per raccogliere i 4 soldi necessari pel salone. Verrà anche quello.
Pel catechista, se vuole (dolendum per lui che non si fa dei meriti) andarsene, naturalmente noi non lo teniamo e vada pure senza aspettare me… se non tornassi!!! (vedi Cavalleria Rusticana).
Parto per Milano ove saluterò tanti amici che la conoscono – come già tanti che si ricordano di Lei.
A giorni spero inviare qualche circolare trattante raccomandazioni udite dal Sig. Don Ricaldone. Pregate per me.
Suo
Don V. Cimatti
P. S. Un saluto particolarissimo alle Figlie di Maria A. e Hikari no sono – catechista, Muraoka e tutti di casa. Al bravo cieco ringraziamenti speciali – tutti ammirano i magnifici doni.
2088 / Chierici studenti di filosofia in Giappone / 1938-7-8 /
ai Chierici filosofi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Torino, 8 luglio 1938
Carissimi filosofi,
Rispondo alla vostra scritta dal buon Moriggia, esprimente i vostri sentimenti squisitamente salesiani.
Manteneteli usque in finem, rafforzateli. I Superiori vi comunicheranno il comunicabile per i vostri studi.
La Congregazione ha bisogno di bravi e santi salesiani – lo vuole la Chiesa.
Procurate di corrispondere a tali desideri ed aspettazioni. In che modo? Osservate le regole e i regolamenti mordicus e fate bene il rendiconto: diventerete come vi vuole Don Bosco.
Coraggio e, spero, arrivederci presto, se no arrivederci in cielo.
Preghiamo cotidie ad invicem.
Vostro
Don V. Cimatti
2089 / Crevacore Alfonso / 1938-7-8 /
ad Alfonso Crevacore, novizio salesiano in Giappone
8 luglio 1938
Carissimo Crevacore,
Grazie della tua bella lettera. Ho capito tutto e, secondo il tuo desiderio, ho deposto tutto ai piedi di Maria A. e di Don Bosco.
Continua colla buona volontà e non temere di nulla. Il Signore ti aiuterà.
Ricorda quanto ti dissi: CONTRARIA CONTRARIIS CURANTUR. Ad ogni atto in pensieri, parole e opere difettosi sostituisci un pensiero, una parola, un atto contrario vedrai progressi mirabili.
Preghiamo.
Tuo
Don V. Cimatti
2090 / Del Col Luigi / 1938-7-8 /
al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone
8 luglio 1938
Carissimo Del Col,
Grazie del tuo bigliettino. Dico una parola speciale per te a Maria A. e a Don Bosco.
Continua nello studio e nell’osservanza delle regole a farti sempre più perfetto salesiano.
Tuo
Don V. Cimatti
2091 / Castiglioni Alberto / 1938-7-8 /
ad Alberto Castiglioni, novizio salesiano in Giappone
8 luglio 1938
Carissimo Castiglioni,
Grazie della tua che mi dice tutta la tua volenterosità di bene. Bravo! Non allarmarti di quanto constati in te. Per consacrarti al Signore non si tratta di non aver difetti, si tratta di aver voglia efficace di correggersi. Capito? Il mantenere costante questa volontà ogni giorno, il rafforzarla per riuscire nell’impresa, ed ogni giorno fare qualche cosa amando il Signore e il prossimo: ecco la legge della perfezione, e questo vuole il Signore.
Allegro e laborioso. Preghiamo ad invicem. Ho passato il tuo desiderio a Maria A. e a Don Bosco.
Tuo
Don Cimatti
2092 / Dell’Angela Stefano / 1938-7-8 /
al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone
8 luglio 1938
Carissimo Dell’Angela,
Grazie del tuo biglietto. Oh, sì, prega per me.
Continua come fai a prepararti alla tua professione. Cerca di capire bene gli obblighi, e specialmente già fin d’ora di attuarli, saggiando così le tue forze. Niente paura e avanti. Maria A. e Don Bosco ti salutano e benedicono.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
2093 / Bovio Felice / 1938-6-8 /
a Don Felice Bovio, missionario salesiano in Giappone36
Torino, 8 luglio 1938 [?]
Carissimo Don Bovio,
Finito il Capitolo sono un po’ più libero. Sono in arretrato… tanto più che fui assalito negli ultimi giorni da forti dolori di ventre… Motivo il freddo.
Si fu a Cumiana e si fece il matto… come a quei tempi… mi hanno fatto cantare… anche il vecchio sergente… Al ritorno coi capitolari devo aver preso freddo ed ora la sconto… ma passerà. Mah! Siamo vecchi.
Per i novizi fa’ come hai visto che han fatto con te.
L’importante è:
regolarità nelle pratiche di pietà e osservanza delle Regole;
che capiscano bene gli obblighi cui vanno incontro – confidenza nei rendiconti;
per i voti ti servono ottimamente le circolari dei Superiori. Niente paura.
Ma è naturale che essi insegnano tante cose a noi due… farabutti… Ma così va… il mondo.
Ieri sera fui all’Auxilium. Mi ero proposto di fare il panegirico tuo… e poi, chissà come, mi passò di mente. Sei nella bocca e nel cuore di tutti.
Le osservazioni che fai in calce alle lettere, sono ottime. Il bravo Mussi è un tipo che farà bene se incontrerà chi lo capisce. Bisogna esaurirlo nel lavoro – ed insisti con lui che il mondo e gli uomini sono come sono, non sempre come dovrebbero essere – e che sempre pratichi lui quanto trova di meno perfetto negli altri. Larghezza di cuore e di vedute… se no (diglielo chiaro) riuscirà pesante a sé e agli altri – e aumenterà il numero degli incontentabili e critici che popolano il mondo…
Riceverai pacco di varie cose: libri vari, perfino del thé… Potresti far leggere il libro di Uguccioni sull’Oratorio festivo… è bello.
Ma soprattutto vi è una busta con moduli da riempire – fallo più presto che puoi e bene (sarà bene tenga copia per l’archivio – e così di ogni altra cosa ufficiale), se mancano dati, chiedi a Don Liviabella.
Don Tanguy sta benino e presto andrà a riposare in Francia: non tornerà tanto presto. Forse i Superiori invieranno uno che verrà preparandosi in posto per maestro dei novizi. Per il prossimo anno nessun novizio dall’Italia.
Spedite le lettere che mi mandi.
Consegnato i pacchi a Don Giovanni, che mi parlò delle tue cartelle. Realizzarle ora sarà difficile. Proposta:
o realizzarle
o se le accettano, metterle sul mio conto corrente che spero avere a giorni.
Unisco due lettere con offerte di Ss. Messe (Lire 600) – vedi tu per il numero.
Scrivo a Don Liviabella che appena può…
E per ora basta. Vado verso Novara-Milano. Spero vedere Pietro. Saluta omnes et singulos.
A giorni spero inviare altro.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
2094 / Orecchia / 1938-7-8 /
al Sig. Orecchia, ex-allievo dell’Oratorio S. Luigi di Torino
Torino, 8 luglio 1938
Carissimo Orecchia,
I Superiori (è naturale) per lasciare piena libertà non rilasciano documenti speciali. Il Sig. Don Giraudi, Economo Generale dei Salesiani consiglia così: scrivigli personalmente una lettera con le tue qualifiche (digli pure che sei indirizzato da me) e col proporgli la merce e i prezzi, non andrebbe forse male un campionario, pregandolo che voglia tener presente per eventuali ordinazioni alle nostre case salesiane.
Grazie della breve ora passata con voi. E mamma?
Da sabato mi assento, né so quando tornerò. Saluta tutti.
Tuo
Don V. Cimatti
2095 / Tassinari Clodoveo / 1938-7-9 /
a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone
9 luglio 1938
Mio carissimo Tassinari,
Finalmente a capitolo finito posso occuparmi un po’ delle cose nostre.
Grazie delle notizie buone e meno buone, umanamente parlando, perché tutto è buono quando lo consideriamo alla luce della fede.
Approvato incondizionatamente quanto hai fatto per regolare le varie cose dalla partenza del Sig. Akabae.
Stare mordicus alle prescrizioni di leggi e sempre in ottimi rapporti con tutte le autorità: è la regola d’oro. Ottenere per scritto meglio ancora.
Lo stipendio ordinario di Akabae è di Yen 95 (vedere le buste conti prima della partenza di Kijima). Non siamo scuola pareggiata dal Ministero dell’Educazione, ma dalla Provincia ed è meglio non litigare né far dire, specie ai cristiani, niente contro di noi.
Poi di fronte alla provincia noi trattiamo i nostri professori alla stregua degli altri (salvo le pensioni), diamo piccoli aumenti alla nascita di un figlio, paghiamo il mese di Agosto (senza però gli aumenti dopo Kijima), facciamo regalie, ecc.
Quindi hai fatto bene a far così. Segui anche in questo Don Bosco: non facciamo troppe questioni di soldi. Se li hai, al partire in luglio paga anche subito il mese di agosto (e ad es. se manca uno yen o due per arrivare ad una cifra tonda, ad es. fosse 59, fa 60, specialmente se si tratta di insegnante zelante).
Optime pure per il professore di Tokyo. Per il francese si fa come si può, d’altra parte non è dell’essenza.
Come vedi tutto si è appianato. In simili occasioni sta’ calmo, prega, agisci come sai e puoi. Il Signore ti mette nelle occasioni di far pratica. Impara l’arte e mettila da parte.
Godo della passeggiata. Ho visto la foto – ed ho ricevuto le altre individuali. Ne ho già donate 4 a brave persone. Le potessi fare fuori tutte, respireresti anche tu: ma lascia fare al Signore.
Per te: cerca di fare quel che sai e puoi. Fatti santo coi mezzi che ti dà cotidie Lui, e come vuole Lui, non come vuoi tu. Ad es. è una settimana che ho mal di pancia e non posso fare né materialmente, né spiritualmente come vorrei. Lui vuole così… e così sia. Applica a te. Oh, se facendo quel che possiamo e sappiamo, ci lasciamo guidare da Lui!…
Per me, tento di pregar per voi cotidie e più volte… ora che ho i vostri volti.
La tranquillità e calma è frutto della tua obbedienza. Temi solo il peccato: ma in un certo senso, neppure quello, combattilo ad ogni costo.
Optime per Kawaguchi, e per la sua visita a Tokyo. Procura che sia fruttuosa.
Bravi confratelli! No, no: non temano di lavorare. Don Bosco ci vuole così; se no, siamo salesiani all’acqua di rose; solo si lavori con ordine, secondo obbedienza e secondo le forze.
Purtroppo non so ancora nulla del personale, ma spero saperlo per la prossima lettera che non si farà attendere.
Colle autorità al momento è meglio Chukanji; quando fa viaggi speciali dagli qualche cosa – si fa del bene a Lui, e non chiacchiererà.
I cristiani saprebbero tutto, se usassimo altri: d’altra parte come pagano, lui ha più entratura. In cose urgenti fa’ fare tu direttamente senza timori.
Spero fare visita (quando?) ai tuoi.
Sta’ calmo; tengo conto di tutte le tue raccomandazioni e cercheremo la macchina (6x3) pel Seminario.
Omnibus et singulis salutem plurimam e un pugnello a Ragogna.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2096 / Grigoletto Giuseppe / 1938-7-11 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
11 luglio 1938
Carissimo Giuseppe,
Ho risposto come tuo desiderio al telegramma-lettera.
A Torino ricevetti il telegramma con risposta pagata e lo consegnai alla Prefettura del Rebaudengo. La risposta dettata andò a finire sabato al Martinetto (non so il perché), mancando formalità di scrittura. Da Milano inviai, e tu sai il resto.
Ad ogni modo con Soriso non ho da disdire nulla ché Don Cimatti è in relazione solo con te. Con Baratto ho sempre detto, se potrò, se si andava a Soriso al sabato, potevo essere libero per lui alla domenica… ma forse sarei subito tornato a Torino per molte ragioni: con te è diverso il caso. Ad ogni modo penso che ora sia stabilito Bolzano. Se mi puoi dire come devo fare per andarci, mi farai piacere. Scrivo anche a Baratto. Prega per me e arrivederci, se non muoio.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2097 / Circolare Salesiani / 1938-7-13 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
13 luglio 1938
Carissimi missionari,
Mentre attendo il risultato dei vostri lavori annuali da presentare alla S. Sede, pregate affinché e presso la S. Sede e presso i nostri Superiori abbiano buon effetto le varie pratiche in corso, destinate al bene della nostra Prefettura.
Nel Capitolo Generale si trattò pure il problema missionario, che diede origine all’approvazione di uno schema di regolamento che sarà sperimentato ad sexennium. Nulla di nuovo che già non si sappia, e che già non sia contenuto nei Regolamenti. Il tutto è concordato con la “Instructio de Prop. Fide” e che determina e regola le relazioni fra l’Autorità Ecclesiastica e religiosa e la divisione dei beni della Missione e della Congregazione. Vi è accenno alle modalità della propaganda missionaria, che sarà regolata da norme da darsi dal Rettor Maggiore, ma che non si sa quali siano, né quando saranno emanate.
Si è pure insistito assai sul problema missionario, da mettere definitivamente allo stesso piano delle altre opere almeno, e la mente di tutti è orientata in tal senso, ne risulterà certo un grande vantaggio in tutti i sensi.
Grazie a Dio la nostra Missione è fra quelle che godono massima simpatia. Teniamola desta colla preghiera e con una buona propaganda. I vostri scritti sono graditissimi piccoli ninnoli, francobolli, foto, cartoline ecc. inviati agli amici; confratelli delle case, benefattori, ecc. sono pure ben accetti. Se in qualche cosa posso servirvi, aiutarvi, per il poco che posso e so fare, e per il poco tempo disponibile, eccomi pronto.
Andrà anche bene che chi avesse bisogni speciali per proprie residenze, chi desiderasse ottenere per qualche giapponese benedizioni o ricordi speciali dal S. Padre o portassi qualche dono, me lo faccia sapere per tempo.
Non so ancora dirvi nulla del personale.
Tanti, tanti vi salutano e mi hanno domandato di voi: ho assicurato il vostro ricordo costante. D’accordo coi Superiori prendete il conveniente riposo. Vi raccomando la cura dei Seminaristi in vacanza e la ricerca di buone vocazioni. Pregate per me. In tanti momenti della giornata, specie nella preghiera sono vicino a voi nominatim.
Vostro nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
2098 / Circolare Salesiani / 1938-7-14 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
[Italia] 14 luglio 1938
Carissimi confratelli,
Vi posso assicurare la convivenza spirituale con voi per mezzo del ricordo e della preghiera continua, spero farete altrettanto per me.
A Capitolo finito alcune notizie riassuntive. Ancora nulla di deciso per noi, per il personale (sospeso per quest’anno il noviziato) e per l’applicazione pratica di alcune disposizioni capitolari. Preghiamo.
Conoscete l’esito delle elezioni che hanno confermato i membri provvisori o scaduti del Capitolo Superiore.
Si elaborarono e approvarono gli schemi di regolamenti, da sperimentarsi ad sexsennium, per gli aspiranti, per i novizi, per gli studentati filosofici (triennio), per il triennio pratico, per lo studentato teologico, per il biennio di perfezionamento per gli artigiani e per le missioni.
Discussione delle proposte varie presentate dai soci e argomenti vari. Di tutto farà prossimamente relazione il Rettor Maggiore.
Si fece poi ai Becchi la benedizione della prima pietra dell’Istituto Prof. per Aspiranti missionari e orfani “B. Semeria”, idem a Torino dell’Istituto “Edoardo Agnelli”, elettromeccanici e per oratorio festivo per i figli delle maestranze della FIAT (che ha trasportato tutte le sue tende presso la Generale).
Si visitò pure Cumiana, arricchita dell’Osservatorio meteorologico.
Prima di ogni seduta il Rettor Maggiore esponeva qualche avviso di cui credo opportuno comunicare le cose più utili per noi al momento.
Insistenza del S. Padre a che i Salesiani diano grande importanza all’insegnamento del Catechismo per la gioventù. Impulso agli Oratori e alle gare catechistiche locali, Ispettoriali, nazionali in preparazione alle feste del 1940.
Si dia maggior impulso all’insegnamento della pedagogia salesiana nei vari corsi formativi dal noviziato allo studentato teologico.
Fedeltà nel tenere le conferenze prescritte dalle regole, regolamenti. Non si omettano mai; quando per gravi motivi non è possibile al Direttore la preparazione accurata, si supplisca almeno con la lettura di qualche circolare. Idem per le scuole di testamentino.
Diamo impulso alla stampa buona: e sia tale per materia; per gli scrittori (formiamo ed eccitiamo i giovani) – per la forma letteraria ed editoriale. Non dimenticare le nostre collane. Sosteniamo la stampa cattolica. “Nessun congegno per quanto diabolico ha la forza dell’idea. Le gocce d’inchiostro con cui si scrive sono come le gocce di sangue, seme di martiri” (Veillot).
Quanto all’azione cattolica il fatto finora è in pieno accordo con l’Autorità. Il nostro atteggiamento non può essere che uno solo, col Papa. Quanto esiste nelle nostre case (Compagnie, assoc. relig.) ha detto il Papa “sono le migliori ausiliarie”. Perfezioniamolo e seguiamo Don Bosco nell’uso dei mezzi di azione cattolica tra i nostri: pietà eucaristica, feconda attività, esempio, insegnamento catechistico.
Punto essenziale per la nostra vita religiosa: il RENDICONTO ben fatto; causa prima delle defezioni: la mancanza di rendiconto. Si riceva dal Superiore e si faccia dai Soci. Don Bosco lo chiama “Chiave di volta della sua Società”.
Perfezioniamoci sempre più nel sistema preventivo (specie nell’organizzazione generale e nell’allontanare i castighi).
La forza espansiva e lo sviluppo nostro e nell’osservanza della regola; non riforme o innovazioni o abusi; vigiliamo tutti per la perfetta osservanza.
Ogni inosservanza è sfregio alla figura del nostro Padre; dall’osservanza delle medesime risulta la santificazione nostra e l’espansione della Società.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2099 / Berruti Pietro / 1938-7-15 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Milano, 15 luglio 1938
Molto Rev. Sig. Don Berruti,
Sento vociferare dal nostro caro Mons. Scuderi che martedì prossimo sarò udito dai Superiori – e mercoledì adunanza dei Capi-Missione, cose tutte da me pure desideratissime.
Potrei avere conferma a Milano?
Muta di esercizi splendida in tutti i sensi, tempo, serietà, anime.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
2100 / Merlino Alfonso / 1938-7-23 /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico già missionario in Giappone
23 luglio 1938
Carissimo Merlino,
Ho sempre avuto il pensiero e il desiderio di venir su ma “ummei wa” (= il destino) non mi è propizio.
Non sapendo quando potrò rivederti e con te l’amato Sig. Don Maurilio, ti scrivo.
Si avvicina l’onomastico e quindi… puoi capire che cosa ti vuol augurare Don Cimatti: ogni bene materiale e spirituale… e tu capisci tutto, caro Alfonso.
Per la tua venuta non so davvero che pensare ed è meglio che ti invii quanto mi aveva dato per te la famiglia Arika.
Saluta omnes e prega per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Ossequi specialissimi al Sig. Don Maurilio che ricordo cotidie.
2101 / Ricaldone Pietro / 1938-7-… /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
[Luglio 1938]
M. R. Sig. Don Ricaldone,
La sua indisposizione di ieri mi impedì di fare tante cose, fra cui:
il mio rendiconto – grazie a Dio nulla di nuovo.
b) di presentarle il lavoro del nostro Don Marega. Fu fatto a spese della Società Giapponese promotrice delle relazioni culturali internazionali e trovato degno di pubblicazione da parte dei due Governi.37
È un libro di biblioteca – da non darsi in mano a chiunque – fondamento dello shintoismo giapponese – peccato che non si riuscì a far mettere le generalità sacerdotali e salesiane! Ma tutti in Giappone sanno chi è Don Marega.
Deo gratias!
E preghi per me.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti sales.
P. S. Secondo l’intesa vado a Milano per una settimana per gli esercizi.
2102 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1938-7-… /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
[Luglio 1938]
Rev. Madre,
Grazie del suo ricordo. Le assicuro preghiere specialissime per Lei, per le sue figliuole e per gli angioletti. Quid dicam? Per la partenza di Suor Sibilla e per la dottoressa e la novizia, prego di cuore. Si spera per ottobre la beatificazione della Mazzarello e ne godranno tutte. Sia fatta la volontà di Dio.
In una delle sedute capitolari il Sig. Don Ricaldone fece i caldi elogi ed espose bei pensieri relativamente alle Figlie di Maria A. Pensando di fare cosa ottima le accenno quei punti che mi pare potranno servire a Lei per eventuali conferenze.
Le Superiori formino le Suore e le allieve alla brevità nelle confessioni – non si contino storie – non sdolcinature – il confessore non è il Direttore spirituale – le suore non scrivano al confessore.
Il teatrino delle Suore non sia usato da altri.
Le Superiore non facciano sentire il peso del comando – siano madri – facciano praticare il sistema preventivo. In varie case il modo dell’assistenza fu frainteso: si stia a Don Bosco.
Si dia molta più importanza alle case di formazione – non si mandino le suore subito al lavoro.
Si conservi lo spirito del Padre – studino e conoscano Don Bosco. Insistete a che le Direttrici con frequenza trattino di questo nelle conferenze.
Penso che le loro Madri daranno norme: ho voluto darle queste primizie perché l’aiuteranno a far del bene.
Le buone novizie spero saranno sante – le aspiranti, al terzo cielo e le suore in Paradiso – gli angioletti, certo vicino a Gesù.
Preghino tutte per me.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
2103 / Crevacore Alfonso / 1938-8-1 /
ad Alfonso Crevacore, novizio salesiano in Giappone
1 agosto 1938
Crevacore carissimo,
Domani ti sarò vicino in modo speciale tutto il giorno.
È il tuo onomastico: sono solito agli Alfonso raccomandare le due devozioni caratteristiche del Santo: “Il S. Sacramento e la Madonna”, proprio come voleva Don Bosco.
Coraggio, Alfonso: visita con frequenza e bene Gesù, ed ama e fa amare la Madonna.
Salutami gli amici e credimi
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2104 / Ricaldone Pietro / 1938-8-3 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Udienza privata dal S. Padre
Ore 11,30
3 agosto 1938
Dopo i convenevoli d’uso, accolto paternamente dal S. Padre (che trovai assai dimagrito e che parla calmo, scandendo bene le parole e con lucidità di mente segue, commenta, chiarisce, suggerisce e stabilisce) esposi lo stato generale della Missione e dell’opera nostra in Giappone.
Parendomi di aver già parlato a sufficienza, si degnò di aggiungere: “E non mi dice che Lei raccoglie anche piante, che fa della musica e suona il piano in concerti di propaganda e che già avete istituito e dato impulso al Seminario indigeno e a una Congregazione religiosa indigena femminile? Bravi, bravi… Questi mezzi indiretti di apostolato sono efficacissimi ed al più delle volte assai più efficaci dei mezzi diretti!”.
Mi parve giunto il momento di presentargli copia di un mio modesto catalogo di piante, che si degnò di smagliare, e poi il volume del nostro Don Marega (Kojiki = cose antiche), edito dal Laterza, per l’interessamento dell’Associazione di cultura giapponese e del Ministero degli affari esteri (che pagarono le spese dell’edizione) e una copia del medesimo in Giapponese (ediz. xilografata di gran valore), che sfogliò qua e là e gradì assai, inviando incoraggiamenti e benedizione speciale all’autore e assicurando che avrebbe fatto collocare il medesimo in un posto d’onore della sua cara biblioteca vaticana.
Poi con un senso di accoramento proseguì: “Caro Don Cimatti, non si studia più, non si studia più. Al giorno d’oggi si dà grande importanza all’atletismo, poco alla mente e al cuore. Purché si facciano gambe e braccia grosse; all’educazione si dà poca importanza, illudendosi che questo sia il tutto per l’educazione della gioventù. E queste cose le ho dette anche a Mussolini e che l’atletismo non basta, e che finché la Grecia seppe fare della buona ginnastica, euritmia di corpo e spirito fu grande, ma quando pensò solo alle gambe e alle braccia decadde. Gli dissi tutto questo, ma mi aveva l’aria di non capire nulla di quello che dicevo. È proprio il caso di ricordare Orazio, che benché pagano ha detto anche qualche cosa di vero: ‘Fortes creantur fortibus et bonis’ (Carm. IV, 4,28)”.
Gli domandai poi ricordi per i componenti i gruppi delle nostre attività: Seminario, Salesiani, Opere di carità.
“Ai seminaristi dica che il Papa li benedice con benedizione di predilezione per due, anzi per tre motivi. Primo: perché seminaristi ed è chiaro. Secondo: perché giovani, speranze dell’avvenire. Terzo: perché giapponesi, e lo dica loro, perché giapponesi. Ho una grande speranza per l’avvenire della conversione di questo gran popolo che così solide fondamenta ebbe in passato nella fede cattolica”.
E ai Salesiani cosa dirò?
“Ai Salesiani che lavorino colla laboriosità e nello spirito di Don Bosco. Oh, come godo di essere stato io a rivelare a voi suoi figli parte dell’intimità della sua vita! Quando mi trovai con Lui, mi disse: veramente la mia vocazione era quella di diventare scrittore, pubblicista. E mi esponeva, tra l’altro, le sue idee sulla pubblicazione di una grande storia della Chiesa. Che avesse come centro di riferimento il Papa! osai completare io. Naturalmente! Ma ne fui distolto – mi diceva, nella sua modestia – dall’impreparazione mentale a tanto lavoro, ed allora mi buttai del tutto a lavorare per il mio grande amore, per la gioventù! – Dissi a Don Bosco: Mi pare che Don Bosco sia più che preparato a questo genere di lavori. Conosco un libro in cui Don Bosco dimostra solida preparazione mentale a questo ed altri generi di lavori. – E quale? – Il suo libro della storia d’Italia. Modestamente deviò il discorso. Povero Don Bosco! Come aveva veduto bene nel mio avvenire!”.
E alle suore della nuova congregazione che nel prossimo settembre emetteranno i voti?
“Dica loro che siano persuase che la carità è via alla verità e che in un certo senso, quando cioè si conosce la verità delle miserie materiali e spirituali degli uomini, non c’è che buttarsi dalla parte della carità per soccorrerli. Benedico quanti lavorano in questo campo delle benedizioni più elette”.
“So poi che Lei fa degli erbari. Desidero che ora cominci anche un’altra collezione, la collezione cioè del medagliere del Papa e voglio essere io a portare il primo contributo. Porti dunque ai suoi seminaristi due medaglie (d’argento e di bronzo dorato) coniate a ricordo del nostro ateneo e nel centenario delle feste di S. Carlo”.
Così dicendo si alzò lentamente, andò ad un altro tavolo da cui prese le medaglie, aprì Lui stesso le scatole e me le faceva osservare leggendo la scritta.
Ultime benedizioni e saluti paterni.
Se non tutte specificatamente, le parole sono riprodotte, mi paiono nella massima parte perché mi rimasero scolpite profondamente nell’anima.
Don V. Cimatti, sales.
2105 / Cecchetti Albano / 1938-8-4 /
a don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
4 agosto 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Torno dal Comm. Martinengo che mi ha voluto assolutamente a pranzo in casa sua e dove abbiamo a lungo parlato di Lei, delle Figlie di Maria A. L’ho ringraziato di quanto fa per noi ed egli mi rispose: “Dica a Don Cecchetti ed alle Suore che io sono disoccupato e che non temano quindi di disturbarmi. Sono felice di lavorare per loro”.
Sua Santità invia particolari benedizioni a Lei, a Don Arri, alle Figlie di Maria A., alla Nagata ed insiste a che si lavori nel campo della carità, che è guida alla verità.
Benedice pure il catechista e fam. Muraoka e tutte le famiglie dei nostri cristiani e catecumeni.
Ed il Signore benedica voi tutti che desidero ardentemente rivedere. A più tardi saluterò Mons. Venini, Beccari, ecc.
Quanti quanti mi chiedono di Don Cecchetti… a tutti assicuro saluti e preghiere.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2106 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1938-8-4 /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
4 agosto 1938
Rev. Madre,
Il S. Padre che conosce le opere di carità a cui le Figlie di Maria A. sono votate in Giappone invia una speciale benedizione, augurandosi che tutte, dietro gli esempi della Mazzarello, si mantengano nello spirito del Fondatore comune.
Le opere di carità – mi disse – sono le vie alla verità, quindi esortò a che le intensifichiamo e perfezioniamo.
Non potei ancora parlare colla Rev. Madre, ma parlai a lungo colla segretaria, esponendo le necessità per il personale e per la vostra andata a Tokyo.
Fui a ringraziare il Comm. Martinengo che tanto e così volentieri lavora per voi.
Pregate per me.
Ricordo per tutte: “La stagione ci ricorda i frutti… Così sia impegno di tutte di fruttificare in qualità e quantità…”.
A tutte il ricordo cordiale quotidiano nella preghiera vicendevole.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
2107 / Marega Mario / 1938-8-5 /
a Don Mario Marega, missionario salesiano in Giappone
5 agosto 1938
Carissimo Marega,
Nell’udienza del S. Padre presentai il Kojiki e il testo xilografato, che esaminò qua e là con compiacenza: mi disse di inviarti le più sincere congratulazioni; da parte sua esaminerà e lo farà collocare in un posto d’onore della sua cara biblioteca vaticana. Ti dà una benedizione specialissima ed esorta a lavorare intensamente anche in questo campo di apostolato, che benché indiretto non è meno importante e fruttuoso (Se credi utile, fa’ pubblicare sui giornali. Da’ tu la forma).
Consegnai una copia al Sig. Don Ricaldone – espresse il desiderio fosse stampato dalla SEI – alle spiegazioni del Sig. Don Candela e del sottoscritto comprese.
Sta’ tranquillo per i tuoi desiderata: macchina fotografica, nastri macchina, cose necessarie per la casa, ecc., Bibbia in ebraico, maiolica…
Spero pel 15 agosto sapere definitive dai Superiori pel personale.
Grazie delle belle informazioni sui documenti e delle altre notizie. Avutili agirò secondo le tue indicazioni.
Ti seguo e ti vedo più volte al giorno col pensiero, coll’affetto e colla preghiera. A te, Lopez, Catechista e maestre asilo e famiglie una benedizione speciale da parte del S. Padre.
Spero presto inviare altre notizie. Prega per me.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2108 Floran Luigi / 1938-8-5 /
al chierico Luigi Floran, già missionario salesiano in Giappone
5 agosto 1938
Carissimo Floran,
Rispondo da Roma ove mi trovo per i miei affari.
Grazie di quanto hai fatto per il Signore e per il bene delle anime. Quanto al problema che più ti interessa, purtroppo, con tutto il desiderio che ho di averti, non ho ancora nulla di positivo per parte dei Superiori. Spero per il 15 Agosto di essere a Torino e definire definitivamente. Sono stato all’ambasciata accolto con squisitezza giapponese dal Sig. Terasaki (che mi parlò di te) e Sig. Yoshimura. Il primo Consigliere Matsumya va a Budapest. Andrò a far visita alla famiglia Terasaki.
Come vedi soffro di più io, a non saperti dire una parola precisa, che tu ad insistere. Comunque prego. Quando vuoi aiutare con la carità la missione puoi inviare sul mio conto corrente…
Saluta i tuoi cari, ma proprio non so dirti quando potrò andare nel Friuli ove ho tanti buoni amici. Prego per te cotidie.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2109 / Tassinari Clodoveo / 1938-8-6 /
a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone
6 agosto 1938
Carissimo Don Tassinari,
Grazie delle tue sempre care pubblicazioni e notizie. Dio benedica te e i cari confratelli per quanto fate: il Signore vi ricompenserà abundanter.
Bene per Akabae. Stiamo colle autorità cercando di armonizzare colla carità più che si può.
Nessuna difficoltà per l’italiano, certo più facile del francese. I motivi del francese erano che Don Carò e Akabae lo sapevano; il francese ha ottima letteratura ascetica sacerdotale, la massa del clero indigeno lo conosce ecc. Senti i pareri e poi vedremo.
È da tempo che si vuol fare il regolamento interno della scuola, anche tenendo conto degli insegnanti, ho già molto materiale. Anche il pensiero delle case si desiderava realizzarlo… Dobbiamo pensare a loro come anche ai nostri catechisti. Sentendo qua e là raduna anche tu qualche cosa.
Il Signore ti benedica speciatim per le conferenze.
Per Nishimura nessun inconveniente che venga: alla mia proposta oppose il timore del babbo… Bravo! Vedi di parlare, e fate nel Signore quid vobis videtur. Continua pure per il babbo in Seminario, non vi è difficoltà per la tavola. Quindi fa’ pure in Domino.
Idem per il “Shinkotaikai” (adunanze lavorative). Per queste e analoghe cose che indirettamente cooperano alla propagazione delle fede, S.S. il Papa è di parere che si agisca senza timori. È certo per noi gran conforto tale pensiero. Del resto, caro Tassinari, seguiamo anche in questo Don Bosco: non aspettiamo che essi vengano a noi (non verranno): andiamo noi a loro. Quante questioni anche in Italia sarebbero risolte con vicendevole soddisfazione… mah!…
Prego per tutti gli ammalati.
Per te: spropositi finché saremo a questo mondo ne faremo sempre, noi due specialmente. “Chi fa, falla”, ma se non si fa, si fa nulla, col rischio che altri (il male) faccia peggio. Calmo e… fila nel Signore. Diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum.
Tenterò di accontentare i desiderata… Bei tipi davvero.
Mi ha scritto Vasco invitandomi al paese, ecc.: non mi dice nulla del desiderio di apostolato nipponico.
Commissionato i libri. Per l’insegnamento della storia mi si è sempre detto che è materia fondamentale; non se ne permette l’insegnamento allo straniero. Penso che noi potremo insegnare storia ecclesiastica, e sulla base del testo rettificare le idee all’insegnante e giovani.
Pare mi si voglia regalare la banda… mah!
Per far la relazione del Seminario bisogna:
Che mi invii presto (devo consegnare al più tardi per la fine del mese di ottobre i dati per la relazione che farò). Fa’ così: piglia la cronaca e dal 1° Luglio dell’anno scorso al 30 giugno di quest’anno, notami in breve le cose di maggior importanza (feste, avvenimenti, visite… miracoli, movimento azione associazioni et similia).
Fotografie: N° 3 di un gruppo ben riuscito. (Puoi unire qualche altra foto caratteristica).
Una lettera (può farla Manhard e Gallo) di un seminarista a nome dei compagni ai benefattori, o in italiano o in latino. Rectore (che ora sei tu) duce et inspiciente, ut notitias quas benefactores accipere magnopere anhelant gratas utilesque præbeat.
Fatene almeno una dozzina di copie.
Ricorda poi che almeno una volta al mese i seminaristi devono dire il Rosario per i benefattori.
Coraggio e prega per me, anche affinché vada bene la pratica per il Seminario (spero aumentino un po’ perché è davvero un assottigliamento enorme…). Deus scit.
Ti abbraccio e in te, omnes et omnes benedico et pro omnibus oro.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
P. S. Il S. Padre benedice speciatim te e i tuoi. Commenterai poi quanto si riferisce ai Seminaristi come crederai meglio: porto per il Seminario una medaglia d’argento, dono particolare del S. Padre. Rileverai tutto dalla circolare che invio a Don Liviabella.
Oggi partono i pacchi di libri (non tutti) domandati.
2110 / Grigoletto Giuseppe / 1938-8-8 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
8 agosto 1938
Carissimo Don Grigoletto,
Ricevo a Roma la tua carissima. Sono io che debbo ringraziare te. Per l’orologio tieni… me lo darai… si vive lo stesso anche senza.
Di’ pure al maestro di musica che volentieri musicherò… e poi faccia quel che crede.
A giorni sarò Deo volente a Torino. Un’udienza di quasi 40 minuti col S. Padre. Per il governo mi si consiglia dopo. Vedremo. Prega e fa’ pregare.
Stabilito il programma coi Superiori penseremo al Veneto.
L’Ambasciata giapponese ha dato dei magnifici film sonori.
Tuo
Don V. Cimatti
2111 / Ferrari Giacomo / 1938-8-9 /
a Giacomo Ferrari, salesiano laico missionario in Giappone
9 agosto 1938
Carissimo Ferrari,
Il Signore ti rimeriti della carità che mi hai usato nel manifestarmi i tuoi sentimenti e difficoltà.
Una parola sola: mantieniti nelle buone disposizioni, sicuro! pensando al Signore, alla Chiesa, alla tua buona Mamma e alla Congregazione.
Visiterò la mamma al principio di Settembre, dovendo fermarmi per alcuni giorni a Varese. Sta’ tranquillo.
E una sola raccomandazione: “Tienti fedele all’osservanza della regola, anche se attorno vedi diverso”.
Prega per me che ti assicuro contraccambio quotidiano di tutto.
Il modo tenuto per la partenza penso sia stato per non impressionare troppo lui e voi: ad ogni modo, tu hai fatto quanto ti hanno detto e perciò non devi allarmarti. Il Signore conosce e vede tutto.
Prega cotidie per chi ti ricorda quotidianamente.
Ti benedico di cuore.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2112 / Cecchetti Albano / 1938-8-23 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
23 agosto 1938
Carissimo Don Albano,
Ho visitato a Bologna il Sig. Sabina che mi ha accolto paternamente e a cui ho parlato molto MALE di Lei. È felice di poter lavorare per Lei, per le Figlie di Maria Ausiliatrice anche non conoscendovi. Gli ho assicurato preghiere e portai benedizione speciale del S. Padre. Ne godette assai.
Col babbo ci corriamo dietro e non ci troviamo, ma verrà anche quel tempo.
Tornando a Roma spero vedere Mons. Venini e il Comm. Beccari. Che vuole? Sono i mesi di ferie e tutti scappano.
Non ho ancor potuto vedere Sr. Sibilla e compagne. Mi dicono che la dottoressa non è ancora partita: il Primo Cons. d’Ambasciata Sig. Terasaki, cui parlai della cosa, pare non sarebbe alieno di tenerla in casa (ha la signora cattolica e due figli battezzati). Vedremo.
Anche col Dr. Boffa, salvo un fugace saluto a Torino, non ci siamo più visti. Pare si sposi, se no non lo lasciano più nell’azienda, e penso che farà assai bene.
Per Lei avanti sempre col bravo Don Arri e se quest’anno si è giunti a cifre mai raggiunte, al prossimo anno, non mettendo limiti alla Provvidenza, si raddoppierà e triplicherà: non temete.
Attento che Eva… o meglio il diavolo non faccia cadere Adamo e che un Caino non uccida Abele.
Mio buon Don Albano, quanti quanti mi incaricano di salutarla… Do buone notizie di Lei, dei miracoli che il Signore fa per mezzo di Lei e di Arri… Deo gratias!
Per me prego e tento di aiutarvi in quanto posso.
L’abbraccio nel Signore.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
P. S. Con Don Arri vedete di chiarire bene la questione dei soldi della Minami,38 affinché non piombi poi addosso alle Figlie di Maria o di altri, e non se ne sappia niente. O che là non pensino che penseremo a far chissà che cosa. Insomma capirci chiaro, al fine di non aver poi dei vicendevoli dispiaceri.
2113 / Dal Fior Luigi / 1938-8-24 /
al chierico Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone
24 agosto 1938
Carissimo Dal Fior,
Ho incontrato a Verona tuo fratello proprio quando vi arrivavo – era lì a parlare col prefetto e Don Grigoletto per aver per qualche giorno alloggio in casa, mentre si andava sistemando, assicurando che aveva lavoro. Lo consolai, gli dissi delle tue ansie, e che se voleva essere aiutato doveva dimostrare in pratica la sua buona volontà.
Don Grigoletto e il Prefetto non ci vedevano troppo chiaro – dovetti partire subito e non so che sia poi successo. Era vestito molto pulitamente. Mah! Preghiamo.
Vedi di aiutare poi il Ch. Cella in quel che puoi – Tu, lui e il Direttore dovete fare un terzetto indissolubile – riunitevi con frequenza (settim. per i voti vedi regolam.): sta’ attento [che] non ci siano particolarità né di parole né di tratto – grande carità pazienza umiltà vicendevole: allora riuscirete a dare impronta salesiana ai vostri allievi. Il mio strumento segnalatore mi ha detto di dirti quanto sopra, perché è tuo dovere. Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti
2114 / Tassinari Clodoveo / 1938-8-25 /
a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone
25 agosto 1938
Carissimo Don Tassinari,
So dal Sig. Don Berruti che tuo fratello è in lista per venire in Giappone. Esposi al Superiore il tuo pensiero. Il Sig. Don Berruti non si oppose ad un ritardo (quando sarà prete).
Tu che conosci il fratello scrivigli subito (se già non l’avessi fatto) esprimendogli chiaramente i tuoi pensieri al riguardo. Pur avendomi lui scritto indicandomi il desiderio dei tuoi di vederti, non mi parla di nulla. Penso anch’io che se fa bene la sua teologia ne guadagnerà assai, ma se a te constasse che per il suo bene fosse di vantaggio l’esser in Giappone, venga pure. Vedi dunque di dirmi chiaro il tuo pensiero.
So della partenza del buon Nishimura39 ed altri (unisco lettera per i soldati non sapendo l’indirizzo). Vedi di tenerti in relazione specie con Nishimura, prega i seminaristi di Tokyo e qualche volta tu che scrivano agli altri. Nishimura avesse bisogno di qualche cosa.
Non è ancora fissata la partenza ma penso che questo fatto accelererà la mia, se non muoio e se dovrò tornare.
Per la scuola penso che se le forze ve lo permettono, facciate un po’ più di latino (anche solo pratico) e di religione: ritornando faremo un po’ più di scienze. Oppure chiamare Akimoto (ma la sua parte non sono le scienze, comunque quel programma l’ha svolto), oppure se Takeuchi fosse in forze e riducendo le ore di insegnamento scientifico, oppure altre forme che crediate opportuno, o anche se Makino di Tokyo (che penso si farà salesiano) potesse ad tempus venire facendogli scuola a parte.
Vedi un po’ se viene una soluzione che non aggravi troppo il bilancio e che dia modo di non far perdere lo studio ai giovani.
Spiega a nome mio l’affetto che il S. Padre porta loro e si animino in tutto.
Vedi di far un buon bucato e avanti. Il Signore vede i vostri sacrifici e vi aiuterà e ci aiuterà.
Dirai al bravo Don Braggion che spero domani o dopo vedere mamma e gli scriverò subito il risultato.
Al momento null’altro; prega e fa’ pregare per me: procedi con calma e serenità e non voler fare trenta, se hai forze solo per ventinove.
Salutami i singoli confratelli ed i singoli seminaristi.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti
P. S. Occhio al babbo di Nishimura se fosse in Seminario. Trattalo con carità e guidalo a Dio.
2115 / Papa Pio XI / 1938-8-26 /
a Sua Santità Papa Pio XI
Torino, 26 agosto 1938
Beatissimo Padre,40
L’umile scrivente, Prefetto Apostolico di Miyazaki (Giappone) prova ancora le consolazioni ineffabili esperimentate nell’udienza privata, recentemente concessagli dalla S.V. Ne ringrazia il Signore e la S.V.
Prostrato ai piedi della S.V., mentre ridomanda per sé e per le sue opere l’Apostolica benedizione, trovandosi in urgenti necessità, acuite dalla guerra attuale, e nell’impossibilità assoluta di farvi fronte, implora dalla S.V. una carità straordinaria. Sarebbe destinata a:
1) formare la dote iniziale per la nascente Congregazione indigena “Suore giapponesi della Carità” di cui V.S. stessa ebbe ad intrattenermi nell’indimenticabile udienza;
2) formare un po’ di dote, richiesta dalle leggi giapponesi, per la legalizzazione della tipografia Don Bosco di Tokyo, ed in genere per le opere della stampa, dipendenti da questa Prefettura Apostolica.
Si degni la S.V. di ascoltare l’umile supplica, che questo povero figlio di D. Bosco le presenta per le mani del S. D. Bosco, così caro al cuore paterno della S.V., mentre prostrato ai piedi della S.V. imploro per me e per i miei l’apostolica benedizione.
Della S.V.
Umilissimo figlio
Sac. Vincenzo Cimatti, salesiano
Prefetto Apostolico Miyazaki (Giappone)41
A S.S. Papa Pio XI
Roma
2116 / Floran Luigi / 1938-8-30 /
al chierico Luigi Floran, salesiano42
30 agosto 1938
Carissimo,
Grazie del tuo ricordo continuo. Prego. Pare che l’idea dei Superiori sia che tu e Zanarini facciate almeno un anno in Italia e poi si vedrà.
Non vengono neppure novizi e studenti. Nel Friuli proprio non so, perché ho un programma assai stretto…
Prega… Lavora ut bonus miles Christi…
Tuo
Don V. Cimatti
2117 / Grigoletto Giuseppe / 1938-8-31 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
Torino, 31 agosto 1938
Carissimo,
Grazie della tua del 16 c. m. Sono in ritardo perché assente da Torino. Terrò d’occhio il Cabianca, e scrivo al bravo coadiutore. Sono costoro i veri sostegni della Missione.
Con questo parte un pacchetto per i tuoi merlotti: spero arrivi.
Per me ancora niente di fisso. Comunque dal 7 c. m. sono a Varese, poi a Roma per la parte civile, dal 22 a Treviso. Secondo te cosa ti posso far nel Veneto? Devo andar anche a trovare le famiglie dei salesiani. Sono poco pratico di linee, se tu mi potessi combinare un itinerario che abbracci un po’ tutto fino a Gorizia, in modo che nell’andata e ritorno possa far tutto…
Per ora non ho potuto occuparmi più di libri, terrò presente.
Per l’udienza, a quattr’occhi te la direi tutta (quasi tre quarti), ecco il sunto dei punti capitali.
Mia relazione sulla Prefettura… “… ma Lei non mi dice che anche raccoglie piante… va in giro a suonare e cantare… e che fondate Congregazioni indigene. Continuate… mezzi indiretti, il più delle volte efficaci dei diretti”.
Presentazione del mio opuscolo e della traduzione del Kojiki di Don Marega e testo giapponese “metterò in posto d’onore della nostra cara Biblioteca Vaticana”. “Caro Don Cimatti, non si studia più… Si pensa a ingrossare gambe e braccia, atletismo, e testa e cuore vuoti. L’ho detto, ma non si capisce e…”.
Ai seminaristi dica che li benedico con benedizione di predilezione perché seminaristi, giovani, giapponesi. Ho grande fiducia nella conversione di questo grande impero.
Ai Salesiani: lavorino nello spirito di Don Bosco… Godo di aver contribuito a far conoscere Don Bosco intimo, che voleva essere pubblicista, scrittore… Oh, come ha conosciuto bene il mio avvenire!
Alle Figlie della Carità e quanti lavorano nelle opere della carità e la carità è via alla verità et vicissim.
Lei ha fatto degli erbari, desidero inizi un’altra collezione… Il medagliere ed il Papa vuol esser il primo… Mi diede le due medaglie dell’Ateneo e centen. di S. Carlo per i seminaristi.
Pallido sunto che ti dice la chiarezza di mente, di vedute ed il gran cuore del Papa. Deo gratias!
E prega per me, e fa’ pregare per i miei… e che il Signore mi faccia trovare il milione. Ti abbraccio.
Don V. Cimatti
2118 / Tassinari Vasco / 1938-9-1 /
al chierico Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone
Torino, 1 settembre 1938
Carissimo Vasco,
L’uomo propone e Dio dispone. Ridi con me… dovevo il 25 essere ad Arona… ma siccome vogliono un Vescovo (pensavano i galloni) mi hanno dispensato.43
Dunque a meno che tu ed io non facciamo la parte… come dire?… della banderuola… mi libero il 24 sera e il 25. Non so se a Treviglio sia facile andare a S. Felice, nel qual caso sarà meglio far tutto e solo al 25. Sai se c’è la macchina di proiezioni? Hanno il cine? (ho dei films sonori di documentazione del Giappone). Titolo? Qualsiasi va bene. Se non ci sono le macchine, parlo, canto, suono e… ballo… e se ci sei anche tu balliamo insieme.
Scusami per i tanti disturbi. Se poi al Sig. Parroco tornasse comodo la domenica prima o dopo, bene lo stesso. Se già hai scritto al parroco, sarà meglio telegrafi subito per rettificare.
Se si fa tutto il 25 (se c’è tempo) si fa la conferenza alla sera.
Ma forse ci sarà la processione… Insomma fate voi… Oh! É chiaro che non porto i fronzoli. Cavatevelo dalla testa. E prega per me.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2119 / Berruti Pietro / 1938-9-2 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
2 settembre 1938
Rev. mo ed amat. mo Sig. Don Berruti,
Ho fatto il mio esercizio di buona morte e se dovessi morire, è bene rilasci per iscritto quanto in pratica i Visitatori sanno:
Dirle che fui contento o sono contento del come furono e sono trattate le cose giapponesi a Lei note, non è conforme in pratica a verità: ma spero sia contento il Signore.
Le accludo due comunicazioni in pratica a me ignote, per un’informazione.
Lei sa che i Superiori hanno fatto forti osservazioni e in Capitolo (regol. Missioni) e al sottoscritto personalmente per la condizione in cui si vengono a trovare i confratelli in missione o nelle case a Tokyo – e quello che è per me dolorosissimo si attribuiscono a questo stato di cose i casi di confratelli che ritornarono. Non ho personale. Lei sa quello che mi può dare… Quid faciam? Chiudiamo altre case? Per me chiudo anche tutto, ma poi? – Con quanto mi dà (ottimo) non concludo nulla per lo scopo.
Non ho mezzi per mantenere il personale in formazione. Posso riinviare teologi, filosofi in Italia? Così, i confratelli incaricati non si sentono di andare avanti. E le nostre difficoltà finanziarie sono note un po’ a tutti in Giappone e non è edificante.
Non possono i Superiori venirmi in aiuto con un prestito:
per fare il fondo della Scuola professionale? Occorrono almeno Yen 20 mila (tale denaro [che] si deve depositare alla banca è intangibile – e si può riavere qualora decada la scuola),
per la costruzione dell’internato – materiale scolastico, ecc.? Occorrono almeno 15 mila Yen.
Non ho trovato i dati della proprietà di Oita e Beppu, e ne scrivo a Don Liviabella. Ad ogni modo le somme avute dalla Congregazione od intuitu Congregationis sono chiaramente indicate nei rendiconti.
Avevo insistito e insisto:
Pel futuro Maestro dei novizi
Per un sarto. L’attuale coad. M. è ammalato di corpo, di testa e non sa il mestiere. Se non c’è, quid faciam?
So che è anche pensiero e desiderio dei Superiori, per l’Ispettore
Per uno o due agricoltori, che lavorino volenterosamente la terra. Abbiamo un po’ di terreno, che lavorato da noi ci aiuterebbe a tirarci un po’ su, ed invece…
Pensieri schematici, che se avranno la loro realizzazione, possiamo pensare di fare qualche cosa, se no casca tutto. La guerra non si può fare senza i mezzi.
E questo poi per me è chiarissimo e desidero ancora una volta dirlo ai Superiori: “Non ammazzatemi con dignità”. Fu già uno sbaglio madornale l’avermi messo nella posizione in cui sono. Desidero lavorare e morire da Salesiano. Chiaro!
E preghi perché mi converta e viva.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
2120 / Berruti Pietro / 1938-9-2 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Pro-memoria al M. R. Sig. don Berruti
2 settembre 1938
Pratica per la cessione alla Pia S. S. della proprietà ed edificio di Mikawajima (Tokyo) per parte della Diocesi di Tokyo.
Proposta dell’Arciv. di Yokohama come da lettera di Don Margiaria. Si comincia dal piccolo con Oratorio festivo.
Pel Noviziato proposta di sospensione ad annum. Bisognerà far pratiche speciali per il sostituto di Don Tanguy, come Maestro, dato che chissà quando il maestro ex jure potrà ripigliare il lavoro?
In che forma i Superiori potranno aiutare per il personale? Ecco lo stato delle cose.
Opera salesiana
Tokyo,
Mikawajima. Parrocchia e opere. Don Escursell, che a fine d’anno rimpatria. Don Rodriguez, che fino [a] quando potrà rimanere? Idem per il coad. Ferrari.
Occorre un buon parroco ed uno abile per l’oratorio festivo.
Scuola Professionale. Don Margiaria: direttore e tutto. Sudd. Dal Fior, in formazione, catec. e consigliere. Coad.ri Nagy, Forner, Masiero, Paulin. Ch. Cella assistente.
Il coad. M. è ammalato – consigliato dal medico al ritorno (non desidera, non sa il mestiere a sufficienza. Non potrebbe compiere il perfezionamento).
Il coad. Paulin ha in testa di ripigliare gli studi, potrà rimanere?
Occorre un buon sarto, e per dare sviluppo alla scuola (ramo meccanico-elettrico) un meccanico elettricista.
Noviziato, regolarizzazione della posizione del maestro. Studentato; ci fosse un qualche insegnante. Se poi si può iniziare lo studentato di teologia occorrono gli insegnanti. Già abbiamo colla laurea Don Marega, Don Romani.
Prefettura apostolica
Le case sono così costituite:
Nakatsu: tre confratelli (1 sacer. 1 chier. 1 coad.)
Beppu: due sacerdoti (due comunità femminili)
Oita: un sacer. e un chierico
Takanabe: nessuno.
Seminario: casa regolare.
Miyazaki, missione: casa regolare.
Tano: nessuno
Miyakonojo: un sacer. e un coad.
Urge ripristinare le case di Takanabe e Tano che non custodite finiscono col deperire materialmente e le cristianità spiritualmente – o almeno, dare modo di regolarizzare al possibile le case irregolari.
Non so che pensino i Superiori sui nuovi sacerdoti che fecero parte della loro formazione in Giappone, ossia: Don Baratto Giacomo; Don Floran Luigi; Don Zanarini Adelmo e quindi hanno a loro attivo maggior facilità della lingua.
Il loro ritorno, essendo stato motivato:
per salute – Don Baratto
per i noti fatti di Hong Kong, non certo imputabili tutti a loro: Don Floran e Don Zanarini
desiderando essi il ritorno in Giappone
per Don Baratto e Don Floran senza riserva – per Don Zanarini con qualche lieve riserva – tutti i Superiori del Giappone non avendo difficoltà al ritorno se i Superiori lo ritengono cosa buona, e specialmente se non possono darmi altri aiuti, opto per il ritorno di questi tre, che già conosciamo e che presto potrebbero davvero dare un buon aiuto.
In manus tuas commendo me et meos et mea.
Don V. Cimatti, sales.
P. S. Insistere per la soluzione definitiva del Problema F.M.A., entrata a Tokyo. Vogliono ritirarsi da Miyazaki! In missione le opere bisogna moltiplicarle, non ridurle. Mah! Fiat voluntas Dei.
PRO-MEMORIA dei problemi relativi alla Prefettura Apostolica di Miyazaki
(Trattarne prossimamente a fine di Agosto - primi settembre, se saremo vivi)
Ispettore. Don Cimatti vuol esser salesiano e, quando a Dio piacerà, morire tale. I Superiori comprendono il mio povero pensiero.
Date le condizioni attuali della situazione finanziaria in Giappone, bisogna che i Superiori aiutino più fortemente l’Ispettore per il mantenimento delle case di formazione (noviziato e studentato). Occorre un minimum di Yen 15.000. In caso di impossibilità sospendere ad tempus l’invio di materiale verde… Mah!…
Come aiutare l’impianto della scuola professionale? Sono a buon punto le pratiche per il pareggio. Occorre il deposito minimo di Yen 20.000, più costruire l’internato.
Se si intende trasportare, non saprei dire quanto possa occorrere per la compra del terreno.
Come regolarizzare la proprietà dei terreni appartenenti per donazione Don Torquinst alla Congregazione (terreni di Oita e Beppu)?
Idem per la cessione del terreno di Mikawajima per parte dell’Arcivescovo di Tokyo.
Problema delle Figlie di Maria A. a Tokyo:
in relazione al terreno comprato vicino alla parrocchia di Mikawajima;
se la scuola rimane in posto, in relazione al chiamarle in servizio per la scuola, noviziato e studentato.
Personale.
Due coadiutori agricoli.
Peccato non si possa avere un sarto.
Preso atto per i novizi. A quali condizioni finanziarie sono assegnati al Giappone?
E pel Maestro dei novizi? L’esodo di D. R. e di D. E. [e] il ritorno problematico di Don Tanguy ci lasciano a terra.
Supplico che si permetta al sottoscritto e personale un ritorno non troppo ritardato, sempre che sia nei disegni di Dio e dei Superiori – e sempre pronto ad andare in capo a questo e all’altro mondo.
Don V. Cimatti
2121 / Crevacore Alfonso / 1938-9-6 /
ad Alfonso Crevacore, novizio salesiano in Giappone
Novara, 6 settembre 1938
Carissimo Alfonso,
Ieri con Don Cavasin e Don Giordano fui a Veruno ove trovai babbo e mamma. Sono in ottima salute ed ho raccontato di te vita e miracoli: non farmi sfigurare… Abbiamo brindato alla tua salute, dopo aver rotto il cavaturaccioli ed essere riusciti a stento a sturarne una… di quelle, fra le risa di tutti.
Era presente anche il tuo amico Mattioli che desidera essere ricordato, e mi hanno lasciato un’offerta per te.
Andai anche per vedere il Sig. Parroco, ma era assente.
Babbo e mamma sono soli, essendosi (mi dissero) separati dai figli.
Ringrazia Gesù di aver così buoni genitori e siine degno.
Saluta tutti.
Tuo
Don V. Cimatti
2122 / Grigoletto Giuseppe / 1938-9-11 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
11 settembre 1938
Carissimo Don Giuseppe,
Grazie della tua: Zovatto mi aveva mandato copie. Tutto serve, anche le impressioni dei giornalisti.
Il bravo P. Faustino avrà da fare. Oh, per me, meglio Bolzano, che Soriso.
Pel Veneto, la mia incertezza e le mie domande sono basate:
dal non aver ancora i Superiori stabilita la data della partenza
dal desiderio di sapere quando è meglio venire (e me l’hai detto)
e da un itinerario che mi faccia toccare tanti paesi che non so dove siano, ove stanno parenti dei nostri salesiani (invierò elenco) e potendo, fammi un itinerario che sia spiccio ed economico.
Certo, fosti benedetto dal S. Padre, non ho potuto fare quanto desideravi, perché l’annuncio della visita fu affrettato, non potei preparare, e dimenticai molte cose. Scritto tutto e consegnato a Don Ceria per gli archivi e per particolari che gli servono subito per la vita di Don Bosco. L’affermazione fu così, e non proseguì oltre. Speriamo che il S. Padre abbia lasciato scritto qualche cosa.
Inviai pure relazione alle case in Giappone.
Sì, sì… continua anche tu a essere giullare delle missioni pel Signore… Bravo! Giungerai a glorioso porto.
E allora arrivederci: quando? Quando arrivo. Un piatto di riso me lo darete.
Ti abbraccio e… prega per me e saluta tutti.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2123 / Castiglioni Alberto / 1938-9-13 /
ad Alberto Castiglioni, novizio salesiano in Giappone
13 settembre 1938
Carissimo Castiglioni,
Ieri sera feci una fermata a Canegrate di ritorno da Varese. Trovai tutti in ottima salute (solo una vicina di casa al primo piano sopra la bottega, è a letto – si raccomanda alle tue preghiere, essa prega per te) babbo, mamma, fratello e parenti – alla stazione trovai molti tuoi compagni e amici che tornavano dal lavoro (anche colui che affitta in casa tua). Fui dal parroco e naturalmente si disse male di te – ammirai la chiesa cui manca solo la torre campanaria.
Manco a dire tutti ti salutano – mamma ha già pronti i libri e altro che ti porterò se non muoio.
Forse combinerò una sera a Canegrate e allora tornerò per accontentare la mamma che non mi voleva assolutamente lasciar partire.
Ringrazia il Signore di avere così bravi genitori e prega per tutti.
Tu sta’ allegro e fa’ in modo che al ritorno possa vederti coll’aureola di Santo.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
P. S. Un saluto speciale ai singoli novizi. A Colussi porta i saluti del suo parente Paolo del Portogallo.
2124 / Crevacore Alfonso / 1938-9-14 /
ad Alfonso Crevacore, novizio salesiano in Giappone
14 settembre 1938
Carissimo Crevacore,
Godo che sei contento della visita fatta ai tuoi che come ti dissi furono lietissimi: hai dei santi genitori.
Per te continua con calma e serenità. Il Signore ti vuole suo nonostante che il tuo io e il demonio ti tirino dalla loro: invoca la Madonna.
Tuo
Don V. Cimatti
2125 / Tassinari Vasco / 1938-9-15 /
al chierico Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone
15 settembre 1938
Carissimo,
Grazie della tua.
Inteso per S. Felice. Usami la carità di dirmi bene come si fa ad andarvi. Se c’è da cambiare treni – perché ci sono tanti S. Felice. Ad ogni modo…
Il tuo Ispettore con cui parlai in pratica non ha difficoltà a che tu venga a S. Felice.
Per la tua venuta ecco chiara la cosa: eri in lista e lo sei – quando il Sig. Don Berruti mi parlò, avevo ricevuto da Don Clodoveo: “So che mio fratello è destinato pel Giappone. Non sarebbe meglio finisse bene la teologia in Italia?”, ed esposi tale pensiero. Il Sig. Don Berruti non si oppose a tale soluzione. Pensaci e parleremo. Anche il tuo attuale Ispettore non ha difficoltà, tanto per lui allo studentato a Monteortone o in Giappone è lo stesso. Il fatto che non hai ricevuto gli ordini è spiegato. E sta’ allegro. Dunque arrivederci a S. Felice.
Tuo
Don V. Cimatti
2126 / Grigoletto Giuseppe / 1938-9-23 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
Treviglio, 23 settembre 1938
Carissimo Don Giuseppe,
Mi dispiace dei tuoi dolori familiari. In tali circostanze intona il “Bonum mihi, Domine quia humiliasti me”. Ti debbono consolare le affermazioni del buon Prevosto e del buon Sig. Francesco. Oh, salutali tanto all’occasione e assicurali della mia perenne riconoscenza e preghiera quotidiana.
Per me passai una giornata d’oro, e mi pare che tutto abbia servito alla maggior gloria di Dio ed alla salute delle anime. Sono anche per te lezioni di distacco più perfetto di quanto non è Gesù. Avanti senza timori per la nostra via.
Diedi biglietto contenente i nomi dei paesi a Don Lorenzoni e all’altro che vennero a Torino col pellegrinaggio. Certo si farebbe molto in fretta se si trovasse qua e là qualche anima buona che avesse la macchina e il tempo disponibile, perché per molti si tratta di semplici saluti. Mah! Deus providebit: al postutto potrò fare per lettera quanto non potrò fare di persona. Spero sapere presto la data della partenza e allora… Oggi le domeniche di ottobre son già tutte impegnate.
Al momento null’altro. Ti domando grandi preghiere, e mi metto all’opera per i tuoi settembrini. Saluti cari a tutti.
Tuo
Don V. Cimatti
P. S. Se non muoio, stasera e domani sono a S. Felice sul Panaro, lunedì a Torino e forse martedì di nuovo a Roma.
2127 / Barbaro Federico / 1938-9-23 /
al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone
[Torino], 23 settembre 1938
Carissimo Barbaro,
Grazie del letterone e delle belle notizie che mi dai… poco di te (mah, tanto sei lo stesso!)… e molto degli altri. Ad ogni modo mi parli di lettere zoologiche, di insulti, fatti specialmente a te… Chissà che cosa devo aver scritto… Prono ai tuoi pié domando perdono dei miei passati errori.
Povero De Kruif! È quel che dico anch’io… Piove sul bagnato… ma verrà l’ora della riscossa per voi, giovinetti – per De Kruif, per Barbaro…
A proposito quanti qua e là ti conoscono, mi dicono: “E Barbaro?” e fanno subito il gesto di un affare grosso… “Oh, sta bene! Sta bene” e secondo i casi dico delle tue lodi, come le ho sentite con intimo piacere dal P. Arvin44 sull’esame di morale – ed ora penserai ancora con maggior piacere a quelle che Don Cimatti dice di te, e dirà di te ai tuoi che spero di vedere presto.
Grazie di quello che hai fatto per il buon Don Dupont, che mi saluterai di cuore, unitamente alla veneranda comunità teologica iniziando dal primo corso (le matricole) passando al secondo (ben rappresentato dall’amplitudine tua), al terzo (li vedo uno per uno… andate là, piccinini miei! Che andate bene) e finendo con Dal Fior, prossimo futuro “alter Christus”.
Godo che regni la povertà, nostra donna e signora e nostra ricchezza, ed ho capito la satira della penna stilografica e speriamo piova sul bagnato per te.
Mi pare di aver risposto a tutto.
Segui la tua strada con fede, amore e costanza e allegria santa.
Continua a pregare affinché in me si compia integralmente la volontà di Dio.
Saluta tutti tutti tutti.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2128 / Crevacore Alfonso / 1938-9-23 /
ad Alfonso Crevacore, novizio salesiano in Giappone
23 settembre 1938
Crevacore carissimo,45
Ricevo la tua e rispondo subito. Ho capito tutto, e non sarebbe difficile metterti in pace se ti fossi vicino: ma hai il tuo direttore ed il confessore: non temere. Ed ora ascoltami bene.
Il Signore ha bisogno di trovare in te uno rotto [= pronto] a ogni sorta di sacrifici – ed ecco che permette che anche provi urti, da parte dei superiori e compagni, ruvidezze di tratto o di parole et similia. In questi casi di’ così: “Bonum mihi Domine quia humiliasti me”.
Non sei tu che sei venuto alla Missione, ti hanno mandato i Superiori, il Signore. Dunque nelle difficoltà di cui mi parli, dì’ così: “Signore non mi sono messo io in questa posizione. Aiutami”. La via in cui ti trovi è la vera; lascia ogni altro pensiero.
Che senta quello che senti, è naturale, e bisogna che passi anche tu per questa via, per cui passano tutti gli uomini. Sentire non è neppure ombra di male; sentire non è acconsentire. Alla tua età è necessario che senta questo, come l’hanno sentito i tuoi Superiori e lo sentono tutti i tuoi compagni. Dunque assicurati che non c’è nulla di male.
Che veda quello che vedi e altro che dovrai vedere non è l’ombra di male. Vedere non è guardare. Il Signore ci ha dato gli occhi per vedere, e l’intelligenza e volontà per guardare: dirigi al bene e non temere di nulla. D’altra parte quanto vedi in te o negli altri è opera di Dio e non c’entra per nulla il male. “Ipse fecit nos”. Vedendo qualche cosa che può disturbarti di’ così: “Tu, o Signore, hai fatto le cose bene, salva quelle anime e l’anima mia”.
Sta’ alla vita comune; non appartarti, canta e grida anche tu, e non pensare alle idee che ti vengono sulla vocazione. Ripeto: la tua via è quella ed è unica: sei salesiano e restaci: mi prendo tutto io sulla coscienza. Quando vengono quei momenti di’ così: “Signore, rivolgetevi a Don Cimatti, io non c’entro!”. Il resto è fantasticheria, tentazione.
Dunque sereno e tranquillo, sta’ mordicus alla vita comune e alle ordinarie pratiche di pietà. Non renderti difficile la vita. Ubbidisci a quanto ti dico e a suo tempo capirai. Fiducia in Maria e Don Bosco. Faccio le tue parti presso Maria A. e Don Bosco e le ho fatte verso i tuoi santi genitori con vero affetto di cui fui capace. Ti abbraccio e benedico. Sta’ allegro e non pensare a tante cose.
Studia, lavora, divertiti e prega.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2129 / Valentini Eugenio / 1938-…-… /
a Don Eugenio Valentini, professore allo studentato teologico della Crocetta
[Torino 1938]46
Caris.mo don Valentini,
Grazie della tua. Quanto alla tua spiegazione (di cui non c’era bisogno) delle tue relazioni con i confratelli, bene. Il direttore deve fare la parte sua – tu fai la tua. Vuoi una norma che ti lascierà tranquillo in vita e in morte? Dirigi i confratelli al direttore.
Nelle amicizie, via!, deve rimanere l’umano anche quando sono sante (non vorrei dirla troppo grossa… ma a voi teologi…). Non erano così anche le amicizie di Gesù? – non piangeva, non accarezzava i fanciulli ecc. ecc.? Oh Gesù, non ci proibisce… se no, non si è uomini… E quando non avremo più la materia, avremo le consolazioni dello spirito. – Si può in questo mondo errare anche nelle manifestazioni dello spirito? E come no? Come in quelle del corpo. Dunque regola: rettitudine e rendere migliore l’amico, certo, rendendo migliori anche noi. Perchè privarci di questo mezzo? Mi pare che S. Francesco e don Bosco direbbero così.
Ad ogni modo il posto che occupi ti dà modo di essere amico vero di tutti anche senza averne dei particolari o subalpini.
Quanto al quesito fatto, grazie della soluzione che comunico a chi di ragione.
Forse non mi sono spiegato bene e mentre mi concedete molto, tutto, teoricamente e in genere, mi negate il motivo che adduco = correzione – impedimento che contragga abitudini, ecc. ecc.
Mio Eugenio e mio buon Don Gennaro, sono ormai 40 anni che sto coi giovani secolari e regolari, e non uno, nè due, nè tre: o naturalmente (senza sapere che sia male e senza che nessuno l’abbia loro insegnato) o per cattivi insegnamenti, degenerati poi in abitudine, arrivano all’età critica facendo quello che non dovrebbero fare. Se incontrano chi, mettendoli prudenter sulla via, dà loro modo di aprirsi, spiegarsi, ecc., può darsi si mettano a posto – se no son guai! Continuano naturaliter o per abitudine… Dio non voglia, per tutta la vita.
L’osservare prudenter ed ancor più prudenter et delicatissime servendosene (ma diamine, volete dire all’individuo – come pensate voi – “ti ho visto che fai così così” o altro che dia sospetto?), a chi domandava pareva poter aggiustare molte cose in camera caritatis, e si fece perciò il quesito. Se a vostro parere il motivo non è sufficientemente proporzionato per… così sia. Per me, più tratto coi giovani e più vedo che in materia, e spontaneamente e per abitudini d’infanzia, di fanciullezza e di gioventù, se colui che dirige riesce a capire bene dove sta la deviazione è relativamente facile la correzione, perchè si danno mezzi appropriati. Il ragazzo dirà “faccio cose brutte” e simili generalità che se non si controllano clare anche la cura è generale, proprio come un empiastro su gamba di legno. Ah, che povero mondo!
Prega che mi salvi. Ti benedico.
Tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, salesiano
2130 / Tassinari Vasco / 1938-9-23 /
al chierico Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone
Treviglio, 23 settembre 1938
Carissimo Vasco,
Grazie della tua carissima. Sabato nel pomeriggio o all’ora da te indicata o prima (se non muoio) sarò a S. Felice!
Prego fin d’ora sulla buona riuscita di tutto. Accludo scontrino per ritiro del bagaglio che viene da Torino. Altro è venuto da Forlimpopoli.
Vi sono: film documentari, magnifici, sonori – scegliete voi secondo la lunghezza del programma. […]
Penso che sia bene (non sapendo preciso l’ora del mio arrivo) apriate per gli opportuni preparativi.
Don Cimatti potrebbe fare un film e l’altro dire parole illustrative.
Preghiamo che tutto riesca per il bene. Ossequi alla tua cara famiglia e se non ve l’ho ancora spedita eccoti l’ultima di Clodoveo, contornato dal personale sales. di Miyazaki in Seminario.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2131 / Yamaguchi Paolo / 1938-9-27 /
a S.E. Mons. Paolo Yamaguchi, Vescovo di Osaka
Novara (Italia), 27 settembre 1938
Eccellenza,
Il 7 Novembre è per Lei una data carissima. Le sarò vicino col pensiero e colla preghiera, pregando ogni benedizione celeste sulla sua grande Diocesi.
Buon Natale. Spero di persona venirLe ad augurare buon anno.
Grazie del gran bene fatto dal Padre giapponese che ha predicato gli esercizi ai nostri Seminaristi di Miyazaki. Mi benedica.
Dell’Ecc. V.
Suo
Don V. Cimatti
2132 / Chierici filosofi in Giappone / 1938-9-27 /
ai Chierici studenti di filosofia dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Roma, 27 settembre 1938
Carissimi filosofi,
Mese di Ottobre! Rosario in mano.
Mese degli angeli custodi: trattate bene il vostro angioletto che vi custodisca, sorregga, guidi e moderi.
I vostri superiori stanno studiando per il vostro tirocinio: se affrettarlo o posticiparlo.
Pregate voi specie del secondo anno affinché si adempia in voi la volontà di Dio.
Pregate sempre per me.
Don V. Cimatti
2133 / Novizi salesiani in Giappone / 1938-9-27 /
ai Novizi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
27 settembre 1938
Carissimi,
Il mese di ottobre e di Novembre:
Maria e i Santi
sono gli sforzi in preparazione alla vostra consacrazione al Signore.
Lo studio e la pratica più accurata delle Ss. Regole vi guidino al gran giorno.
Buoni esami – riflessione ai doveri che impongono i voti – grande confidenza col maestro – preghiera – abbandono totale nelle mani del Signore e della Madonna sono i punti fondamentali del vostro lavoro.
Coraggio! Presso Maria A. e Don Bosco impetro per voi gli aiuti necessari.
Vostro
Don V. Cimatti
2134 / Tassinari Clodoveo / 1938-9-27 /
a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone
27 settembre 1938
Carissimo Renato Clodoveo,
Ho potuto finalmente con gran consolazione del mio cuore andare a S. Felice e ti faccio le mie congratulazioni per tutto. Bella cittadina, buona e ardente di spirito cattolico. Musica in chiesa e fuori (banda) perfetta: vivo contrasto colla tua poca musicalità, non sembri da questo lato un Sanfeliciano. Ad ogni modo ho goduto la bellissima festa. Vi era Vasco, Paltrinieri e amici chierici, i parroci viciniori, insuperabile Don Alfonso.
Arrivato al sabato sera feci conferenza in teatro, a pagamento, pieno, e il giorno dopo funzioni, oltre 400 comunioni i soli giovani; piena la chiesa ad ogni Messa.
A sera bella processione, luminaria, concerto. Nel pomeriggio convegno di plaga dei giovani. Insomma tutto riuscì ottimamente. A pranzo a casa tua, ho baciato mamma e babbo per te, ti aspettano per il 14 (Messa di Vasco). Tuo fratello maggiore è quello che più ti somiglia. Buona e santa famiglia di cui devi ringraziare il Signore.
Le notizie di famiglia (esami del fratello e sorella) – mettere a posto Pietro per cui ho inoltrato pratica al Ministero (Duce), ecc., penso che le conosca meglio di me. Puoi capire, saluti, auguri e loro felicità e mia di aver passato breve ora con loro.
In conclusione tutto bene, in teatro ti commemorai e dissi che le offerte sarebbero devolute per lo scopo che mi avevi indicato. Per ora puoi pensare a 600 lire.
Vasco è indifferente alla venuta o restata, i genitori non sanno, il parroco propende alla tua prima proposta. Attendo l’ultimo tuo pensiero e lasceremo decidere i Superiori definitive, come è naturale.
Grazie delle molteplici notizie che mi dai. Dio benedica te e i tuoi.
Godo che nella giuria di musica ci fosse Ragogna… Meno male… Tutti ne conosciamo la valentia in flauto e basso… Don Braggion non discuto… ma tu… Via! Fanne pì niune… Bravi! E che il Signore benedica tutti tutti tutti.
Per la scuola quanto fai è ben fatto. Il Signore ci aiuti a fare bene.
Tengo dietro a Nishimura e si prega per lui anche dai Superiori. Avendo occasione di scrivergli diglielo ed inoltre digli che è dispensato dai voti, faccia quanto può per mantenersi nello spirito.
Per Takeuchi era quanto si prevedeva e la soluzione era stata già concordata, mancava il suo assenso perché preferiva andare a casa. Per venire in aiuto all’ospedale, vedere se può prestare servizi all’ospedale e alla missione (con scrivere, ecc.) vedere quanto può fare la famiglia (qualche cosa farà) ed al resto penserà la Provvidenza, ossia noi. Don Arri potrebbe trattare del problema.
Per tutto il resto calma e serenità… Lascia stare i capelli che si drizzano: omnia possum… e nelle deficienze il “bonum mihi Domine quia humiliasti me”.
Per la stampa sono del tuo parere e Don Margiaria sa i massaggi che gli faccio, che vuoi? Gli uomini sono come sono… É sempre questione del denaro…
Pel noviziato da Torino, visto che non ci davano il maestro, ho preferito che facciano il noviziato a Torino. Se eventualmente ci fossero dei desiderosi tra i nostri, varie soluzioni:
Per aprile si può anche pensare ad un maestro, ed intanto essi finiscono l’anno calmi in Seminario
Oppure frequentino filosofia subito con noi (1° anno)
Oppure possono restare in Seminario ad aiutare, iniziando una specie di tirocinio.
Ad ogni modo non temere di lavorarli: vedremo! Approvato per l’italiano; direi però di insegnarlo più in forma pratica che teorica (usare il sistema Berlitz – nomi su cui si intavola la conversazione).
Approvatissimo tutto il resto. Mi dici di portare:
Preti… affare dei superiori… ma mi pare che bisognerà cercare di fare il possibile per aggiustarci noi meno male che si può.
Soldi… affare della Provvidenza. Lavoro preghiera e povertà.
Buon polso… affare mio, ed è il più difficile per me per tanti motivi, anche perché ipse fecit nos et non ipsi nos.
Mi conosci, e purtroppo non posso dare quello che non ho, è una roba che vedo così chiaro, e la vedete anche voi, e non riesco.
Ci sarà l’Ispettore? Sono oscuro completamente dei disegni dei Superiori e più di quelli di Dio; per me è da molto che mi sono buttato come bambino e quel che si riesce a fare è opera sua, il lavoro e l’attività è vostra; gli spropositi, è chiarissimo, sono miei, e ne avete veduto e vedete i risultati.
Ma sta’ tranquillo: il Signore provvederà presto e bene.
Mi pare di aver detto tutto. Non so dirti nulla della mia partenza, se e quando.
Buon mese del Rosario e salutami tutti indistintamente i cari e singoli seminaristi di cui ho ammirato i voti di religione.
Saluti speciali ai singoli confratelli.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
2135 / Circolare Salesiani / 1938-9-29 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Roma, 29 settembre 1938
Carissimi confratelli,
Ho sott’occhi i vostri rendiconti amministrativi e quelli dei vostri superiori ai Superiori Maggiori. Anche quest’anno, grazie a Dio e alla vostra attività, si è potuto compiere un po’ di bene, ed a nome dei Superiori tutti il più sentito ringraziamento e l’esortazione di voler sempre più e sempre meglio lavorare nello spirito e nelle opere di Don Bosco. La S. Sede ha molto fiducia nel lavoro salesiano in Giappone, specialmente quando potrà svolgersi in pieno nei grandi centri.
Ho buone notizie di tutti voi. Le osservazioni che vi fanno i vostri superiori, sono per migliorare, correggere il naturale carattere, le conoscete: fate di mettere in pratica i consigli che vi danno. Voi cari chierici e coadiutori del noviziato, studentato e tirocinio, preparatevi coscienziosamente colla preghiera, collo studio e col lasciarvi guidare in tutto dai vostri Superiori.
E quanti altri siano in Giappone sforziamoci di lavorare nell’osservanza esatta della nostra Regola e regolamento, secondo le direttive concordate dai Visitatori.
Cerchiamo di non dimenticare quanto ci fu detto allora (avete alla mano il resoconto delle adunanze) specialmente sulla regolarità dell’esercizio della buona morte, sul ricevere il rendiconto dei confratelli e sul tenere ai confratelli le conferenze prescritte.
Edifichiamoci col vicendevole buon esempio e colla carità, compatendoci, aiutandoci in tutte le forme possibili.
Ho pure sott’occhi il verbale dell’adunanza prescritta dal Rettor Maggiore sulla circolare sulla Povertà. Si sono fatti alcuni rilievi importanti che vi comunico: rispetto alla roba in uso dei confratelli; questione dei libri delle biblioteche; questione dei libri, soldi e oggetti ricevuti dai benefattori, amici o da Ditte librarie, ecc.
In questioni di amministrazione: esatta tenuta dei registri prescritti; pagamenti dei debiti alle case nostre; lavori o innovazioni dei locali senza permesso; consegna serale del denaro per parte dei provveditori; economia ragionevole in certe spese.
Si è espresso il voto che si addivenisse presto anche per la nostra Ispettoria alla compilazione del Costumiere prescritto dai nostri Regolamenti. Le osservazioni fatte si possono facilmente eliminare essendo già tutte prescrizioni di costituzioni o regolamenti e ne raccomando vivamente l’osservanza a ognuno per la parte sua.
Il Signore non ci lascia mancare il necessario, ma assicuratevi che ci darà anche il superfluo che andrà per lo sviluppo delle opere, in proporzione dello spirito di povertà e dell’osservanza dei nostri voti e regole (nessuna eccettuata), da cui saremo animati: insomma bisogna che siamo santi religiosi, e non temete delle prove a cui si compiace sottomettervi il Signore nel campo delle finanze.
Pregate pel
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
2136 / Circolare Salesiani / 1938-9-29 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Roma, 29 settembre 1938
Carissimi missionari,
Ho finito oggi, festa di S. Michele, patrono principale del Giappone, la relazione a Propaganda Fide, formulata sui dati che voi mi avete fornito, sui desideri che mi avete espresso.
Permettete che a nome del Card. Fumasoni-Biondi, Prefetto di Propaganda Fide, del segretario Mons. Costantini e dei membri del consiglio vi esprima i più sentiti ringraziamenti; il merito poi del bene fatto è tutto vostro ed il Signore vi ricompenserà regalmente, come sa fare Lui solo, in questo mondo e nell’altro.
Dalle cifre, dalle relazioni risulta che in quest’anno vi è stato un bel balzo in avanti: cento battesimi in più dell’anno scorso, e se si pensa che in massima parte sono frutto delle opere di carità e di assistenza, che vanno estendendosi nella Prefettura, non posso non esortarvi più caldamente che sappia a queste opere di apostolato per i poveri e per gli ammalati. E se con questo non si aumenta subito il numero dei cristiani a dismisura, sono però anime certamente salvate, ed opere che ci attirano la benedizione di Dio e degli uomini.
Vi raccomando dunque ancora l’Istituzione delle Conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli, delle visite agli ammalati, del Segretariato degli ammalati già noto in ogni residenza. Continuiamo poi nella forma più efficace possibile l’apostolato della stampa. Siamo pochi di numero, ma colla stampa possiamo moltiplicarci e arrivare dove non possiamo arrivare di persona ed in certe circostanze agire sulle anime più che colla stessa nostra parola.
Cerchiamo di cooperare tutti nel limite delle nostre forze per quel che siamo capaci di fare: nessuno si rifiuti.
Ho esposto ai Superiori ecclesiastici, unitamente alle singole attività vostre, le vostre, le mie difficoltà personali e d’ambiente; tutti le comprendono e le conoscono minutamente e dalle mie informazioni e da quelle di S. E. il Delegato Apostolico, ma purtroppo non possono venirci in aiuto proporzionato alle necessità. Mons. Costantini mi ha detto che ho le mani un po’ bucate… Cercate dunque anche voi di capirmi. Ma vi assicuro che a Roma si comprendono e si valutano tutti i nostri sacrifici e necessità e mi si dà l’assicurazione che faranno il possibile per aiutarci. Confido nel vostro buon spirito di povertà, di lavoro sacrificato, e, come sono solito a raccomandarvi, nell’esatta esecuzione dei ricordi di Don Bosco ai missionari; fatene frequente tema nelle quindicinali conferenze ai confratelli. A nome dunque dei nostri Superiori eccl. vi esorto a continuare nel lavoro di apostolato; lavoriamo con zelo, con lo spirito di Don Bosco, accudiamo i cristiani; avviciniamo senza paura i pagani, diamo impulso alle riunioni dei fanciulli, alle opere di carità e di assistenza sociale.
Vedrete che per il prossimo anno il Signore ci conforterà con almeno il doppio di battesimi e conversioni di quest’anno. Nel mese di Ottobre e di Novembre propagate la devozione al Rosario e alle anime del Purgatorio. Pregate per la travagliata Europa e per chi vi ricorda quotidianamente.
Don V. Cimatti, sales.
2137 / Cecchetti Albano / 1938-9-29 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Roma, 29 settembre 1938 (S. Michele)
Carissimo Don Cecchetti,
Sono a Roma e col bravo Comm. Martinengo stiamo prendendo gli accordi col Rungaldier per le statue. Mi ha già spedito pacchi di libri e faremo in modo che vada tutto bene. Ai ringraziamenti che gli faccio per Lei e per le Figlie di Maria A. si scansa sempre dicendo: “Tanto! Sono disoccupato…”.
Grazie delle belle notizie, auguri e congratulazioni per il bel lavoro di apostolato. Ed ora alle nostre notizie.
Ho parlato col babbo – aitante della persona, non sembra Don Albano – mi pare stia bene – mi dice di insistere presso Don Ricaldone per aumento sussidio: parlerò.
Parlai pure con la sorella (penso): quella che sta in Via S. Anselmo, che mi dice ha mal di cuore. Le feci biglietto di presentazione per S. Giovanni dove le promisero lavoro casalingo. Naturalmente tutti ricordano Lei e pregano e si raccomandano alle preghiere.
Al 23 inviai telegramma telefonico a Napoli all’arrivo della Dottoressa. Era inteso che la conducevano subito a Torino. Al 26 non era ancora giunta – dopo dovetti partire e vedrò al ritorno. La Superiora del Forlanini ben volentieri acconsente stia tutto il giorno all’Ospedale colle suore, salvo il riposo, che penso può avere in una casa delle Figlie di Maria A. secondo l’ordine dato dalla Madre superiora.
Tengo conto delle preziose raccomandazioni sui vari punti, e grazie pure del Verbale sulla povertà che presenterò al Rettor Maggiore. Per gli Asili i Visitatori videro – certo non ne faremo più in quelle condizioni. Li affideremo alle Suore (e si pensò fin dall’inizio, ma furono sorde all’intenzion dell’arte…).
Per Beppu già ho parlato coi Superiori e speriamo risolvano in pieno la questione – quindi prima di por mano a riforme radicali attendiamo, che spero portare luci definitive.
Deo Gratias per l’Ospedale. Il S. Padre è informato minutamente più di noi di tutto. Benedice di gran cuore.
Idem per tutte le notizie del vecchio, del cieco (il S. Padre lo benedice speciatim) e di Morie – porterò la statua di S. Pietro.
Mi sappia dire per tempo se ha bisogno di donativi speciali o spirituali o materiali per i suoi.
Non tema delle benedizioni speciali per Beppu. Le ebbero tutti e ne furono informati.
Per le Figlie di Maria A. i Superiori e le loro Superiore sono informati di tutto. Grazie della circolare – non temiamo ché la Provvidenza c’è per tutti.
Con tanti missionari nel mondo non è ancor venuto a nessuno l’idea di darne un pezzetto a noi. Ma ce li dà Lui e quindi avanti.
Coraggio, Don Albano, continui a dare l’esempio di lavoro, di sofferenza paziente e di allegria a tutti e vedrà che il Signore ci aiuterà in omnibus.
L’abbraccio e benedico.
Tutto suo
Don V. Cimatti
2138 / Padovan Francesco / 1938-9-29 /
a Francesco Padovan, benefattore
29 settembre 1938
Ill. mo e car. mo Sig. Padovan,
Si avvicina il suo onomastico e voglio essere dei primi ad augurarlo, assicurando preghiere speciali in quel giorno.
Considero Lei come uno dei nostri più cari benefattori e quindi la riconoscenza esige per Lei preghiere preghiere preghiere.
Ricordo ancora le belle ore passate con Lei e col Rev.mo Sig. Parroco: me lo ossequi tanto.
Fui ammirato del suo zelo e della sua carità e del suo amore per Don Bosco.
Il Signore ricompensi di tutto. Continui a voler bene al Giappone e mi creda
Tutto suo riconoscente
Don V. Cimatti
2139 / Grigoletto Giuseppe / 1938-9-30 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
30 settembre 1938
Carissimo,
Grazie della tua ultima. Non potei ancora combinare nulla a Roma con questo tramestio, ma ci penserà il Signore e torno a Torino.
Grazie del tuo interessamento. Volentieri accetto conferenze agli Istituti fascisti di cultura e altrove, ma pensa che ho tutte le domeniche impegnate; in settimana il 17 solo.
Ho bisogno di andare a Rovigo per trovare la famiglia di Don Braggion. Giunto a Torino sentirò i Superiori per la data della partenza e posta quella base si può concretizzare meglio.
Non vorrei naturalmente aver l’aria di togliere anche solo un minimo alla giornata missionaria (che passerò a Milano).
Prega e sopporta ancora un poco il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
2140 / Ricaldone Pietro / 1938-9-… /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Prefettura Apostolica “Miyazaki” – Giappone
Mietitura, Vendemmia e Pescagione annuale47
Settembre 1938
È l’annuale raccolta, che secondo la consuetudine, i missionari suoi figli in Giappone Le offrono, omaggio di affetto riconoscente alla Congregazione nostra, ai nostri allievi ed ex-allievi, ai Cooperatori e cooperatrici nostre, e che ha l’intenzione di dire a quanti sono stati per noi, in forme diversissime, ministri della Provvidenza, col grazie cordiale, l’assicurazione della preghiera doverosa e dell’offerta dei nostri sacrifici per tutti. La situazione del povero missionario in questa circostanza è sempre delle più imbarazzanti, perché (ed è naturale) desidererebbe poter rappresentare con cifre consolanti il risultato dei suoi lavori, dei suoi sacrifìci. Che son venuto a far qui? Se tali sono i frutti, valeva la spesa che fossi venuto fin qui? E simili pensieri pullulano continuamente nella testa del missionario, che non vuol pascersi di soli desideri. Mi permetta il paragone: il povero missionario al tirare dei conti è un po’ nelle condizioni dello studente, che dopo l’esame desidera pur vedere il risultato dei suoi sforzi espressi in cifre, sia pure con le conseguenze relative. Il missionario in Giappone, è risaputo, se può presentare bilanci strepitosi di debiti, non può consolarsi con risultati analogamente strepitosi dei suoi lavori d’apostolato. Anche in Giappone, la mancanza di pioggia a tempo opportuno, la siccità, il gelo, le malattie, i tifoni, i terremoti, gli incendi materiali e spirituali fanno sì che la mietitura, la vendemmia e pescagione di anime fluttui annualmente assai assai, nonostante le migliori previsioni. É uno dei tanti lati desolanti della vita missionaria, che ha del resto nel suo fato spirituale la piena corrispondenza delle mietiture, vendemmie e pescagioni dei nostri terreni e delle acque.
Comunque, la Provvidenza anche quest’anno, mediante l’aiuto dei nostri buoni Superiori e di quanti hanno cooperato con fede, con amore, con sacrifìcio alla dilatazione del regno di Dio in questo grande Impero, ha consolato i suoi missionari con un discreto raccolto spirituale; e ho detto «consolato» per esprimere il lato più umano della questione. Oh! Il missionario sa benissimo che anche senza un risultato che appaia, nessuna delle sue fatiche anche minime, nessuno dei suoi sacrifici, nessuna delle sue preghiere, delle sue umiliazioni e difficoltà va perduta; tutti i suoi gemiti, tutte le sue aspirazioni hanno piena risonanza in Cielo, come non va perduto per l’eternità quanto i nostri cooperatori fanno per noi!
L’esame statistico dei battesimi ci porta ad uno sbalzo in avanti di un centinaio in più su quelli dell’anno scorso, e ciò che è più consolante, di battesimi pressoché tutti di adulti. Questo risultato mi dà lo spunto per accennarle i fattori di questo miglioramento lento, ma il cui ritmo si va accelerando anno per anno e che è per noi fonte di massima consolazione e fondata speranza per l’avvenire. Primo fattore, non si discute, la grazia di Dio: è Lui che dà l’incremento a tutto.
I Superiori e cooperatori nostri, veri ministri della Provvidenza, secondo fattore, da cui il missionario attende fiducioso i mezzi spirituali e materiali. Ce li auguriamo in abbondanza, perché con niente si fa niente. Cito all’ordine del giorno il terzo fattore, i missionari e collaboratori; le mie parole vogliono suonare lode incondizionata. Ammirazione e riconoscenza per quanto fanno: si prodigano con grande amore e zelo nelle opere di apostolato, fanno insomma bene il loro dovere.
Le cure dirette ai cristiani, ai catecumeni, ai poveri pagani per salvaguardare e condurre alla fede, si vanno poi armonizzando con l’uso di altri mezzi indiretti, che secondo i tempi e le circostanze servono di esca, di attrazione per le anime.
E in primo luogo i nostri Oratori alla salesiana, che ci danno modo di avvicinare settimanalmente oltre tremila ragazzi pagani. Già ne cominciamo a vedere i frutti: antichi oratoriani, che conducono la famiglia alla Missione; oratoriani, che venendo ammalati desiderano la visita del Direttore dell’Oratorio; oratoriani, che fattisi cristiani, entrano in seminario o si consacrano al Signore nella vita religiosa.
Le varie opere di assistenza sociale e di carità: le Conferenze di S. Vincenzo, che già funzionano nelle principali residenze; l’Ospizio di Miyazaki; le opere di carità per l’infanzia abbandonata tenute dall’Ospizio e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice a Beppu; gli asili d’infanzia di Oita, Miyazaki e Tokyo; l’Aspirantato di Nakatsu; il Seminario indigeno di Miyazaki e l’opera di formazione del personale salesiano a Tokyo (Noviziato e Studentato) e delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Beppu; il Sanatorio (Giardino di luce) tenuto da un gruppo di Signorine cattoliche; le numerose opere sociali di Mikawajima e Tokyo; il Segretariato per gli ammalati a Beppu, dicono ai nostri amici gli sforzi dei missionari, dei salesiani per fare opera di penetrazione sia pure indiretta, opera di espansione e diffusione di carità fra queste care anime. E fra tutte queste opere spicca come fiore bellissimo la nuova Congregazione indigena delle Suore Giapponesi della carità di Miyazaki, di cui godrò parlarle nella prossima relazione, perché è ormai fatto compiuto la prima professione delle novizie.
La propaganda stampa ebbe pure in quest’anno nuovo impulso e manifestazioni nuove coll’inizio della Collana Drammatica, edita dalla Tipografìa Don Bosco a Tokyo, e col periodico Charitas, organo delle opere di carità in Giappone, ed operette varie, traduzione di opuscoli di Padri della Chiesa, bocconi deliziosi per gli ammalati e che vanno a ruba tra i Protestanti, ed altre operette lumeggianti principi di assistenza sociale, edite dalla «S. Maria» di Miyazaki. Si iniziò pure a Tokyo una pubblicazione originale di dischi musicali di vario genere (canzoni giapponesi di Don Cimatti, cantate da Don Margiaria ed esecuzione di musica sacra dei nostri seminaristi) intitolati a Don Bosco (Don Bosco-phone).
Tra le nuove costruzioni di quest’anno ricordo la chiesa, dedicata a Don Bosco, a Nakatsu, e per opera della munifica carità del compianto cooperatore salesiano P. Bulteau, la chiesetta del S. Cuore nel Sanatorio di Beppu. La tenacia caritatevole poi delle brave ragazze, che tengono il Sanatorio di Beppu, ha dato origine alla nuova costruzione del Sanatorio stesso, che fu inaugurato all’occasione della visita della Missione Nazionale Fascista, altra data memorabile dell’annata a Beppu, e già il padiglione costruito è pieno e si cercano i mezzi per la fabbricazione di un secondo. Le Figlie di Maria Ausiliatrice a Beppu hanno pure inaugurato il nuovo padiglione (Giardino di gigli) per l’opera della S. Infanzia, che già raccoglie oltre sessanta ricoverati. Non le descrivo le necessità in cui ci dibattiamo e di cui mi scrivono con lettere piene di calorose insistenze tutti i missionari, tutti i salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice. Abbiamo bisogno di personale — abbiamo bisogno di erigere cappelle e chiese e moltiplicare le residenze – abbiamo bisogno di rassodare le opere esistenti, imploro specialmente l’aiuto per alcune opere che mi stanno assai a cuore:
La nuova Congregazione indigena delle Suore della carità giapponesi è al suo inizio: ha bisogno di tutto.
Abbiamo bisogno del pareggio governativo della Scuola Professionale di Tokyo.
Tali opere esigono sacrifici pecuniari assai rilevanti, che domando per mezzo suo alla carità di tutti.
5) Il numero dei fanciulli orfani raccolti da noi e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice va crescendo e s’impone ormai la fondazione di un’opera che li accolga quando non potranno più stare negli attuali orfanotrofi od opere della S. Infanzia. Oh! Potessimo trovare un Mecenate che ci venisse in aiuto…! Non ci abbandoni, amato Padre, e colle sue preghiere e colle sue efficaci insistenze presso i nostri zelanti cooperatori e cooperatrici, ci venga in aiuto. Colla sua benedizione ci ripromettiamo pel prossimo resoconto mietitura, vendemmia e pescagione assai più ubertosa.
Suo per tutti
Mons. Cimatti
Prefetto Apostolico
Stato della Missione dal 1° luglio 1937 al 30 giugno 1938
In una superfìcie di 6.072.175 Km², per una popolazione di 1.825.436 ab. (cens. 1935) vi lavorano 11 sacerdoti, 5 chierici e 5 coadiutori e 11 fra catechisti e maestri.
Le Figlie di Maria Ausitiatrice e le Suore della Carità giapponesi coadiuvano nelle opere di carità e di assistenza sociale (Ospizio, S. Infanzia, Asilo, Collegio per fanciulle).
Piccolo Seminario indigeno MiyazakiAllievi47
Gran Seminario Tokyo (Filos. Teol.)“15
Asili d’infanzia N. 3“165
Op. S. Infanzia N. 2“49
Orfanotrofi N. 3“163
Ospizio vecchi N. 1″28
Collegio per fanciulle N. 1″16
Collegio per aspiranti N. 1″30
Oratori o riunioni ragazzi pagani N. 9″1630
Libreria cattolica N. 1
Tipografia «S. Maria» N. 1 (è editrice delle pubblicazioni periodiche «Vivere nella Carità» (mens. cop. 8.000), «L’Angelo della Famiglia» (settim. 550), «Carità» (mensili 2.000), Opuscoli vari ecc.
Confraternite religiose laiche n. 5Soci344
Assoc. laiche di carità e azione cattolica n. 11″320
Staz. missionarie
|
Numero fedeli 1937
|
Immig.
|
Battesimi |
Comunioni |
Matrimoni |
Defunti
|
Emig.
|
Num fedeli 1938
|
||||
Non in art. mort. |
in art. m.
|
Pasquali/D devozione
|
Tra fedeli
|
Misti
|
||||||||
adulti |
infanti |
|||||||||||
1. Miyazaki 2. Miyakonojo 3. Takanabe 4. Tano |
690 81 146 167
146
130 93
|
13 4 - 8
-
- 24
24
|
26 14 9 - |
18 6 4 9
-
39 2
|
3 9 - 1
-
45 4
|
440 52 100 115
65
80 74
|
46.935 1.463 800 6.400
2.350
16.700 5.470
|
4 - - -
1
- -
5
|
2 1 4 -
-
- - |
18 6 1 1
2
60 5
|
78 12 20 15
14
57 18
|
654 96 138 169
147
188 105
|
5. Oita |
17
|
|||||||||||
6. Beppu 7. Nakatsu |
91 5 |
|||||||||||
7 |
93 |
214 |
1497 |
|||||||||
|
1.453 |
49 |
162 |
78 |
62 |
926 |
80.138 |
Cresime, 27 – Missioni ed esercizi spirituali al popolo, 12.
Stato dell’Opera Salesiana in Tokyo dal 1° luglio 1937 al 30 giugno 1938
I Salesiani di Don Bosco in Tokyo svolgono il loro lavoro di apostolato:
NELLA PARROCCHIA DI S. GIOVANNI EVANGELISTA a Mikawajima (Tokyo), abitanti 600.000 di cui 400 cristiani.
Si ebbero nell’annata 69 battesimi, 21 cresime, 6 matrimoni, 13 defunti; 9870 comunioni e una missione al popolo.
Abbraccia pure le opere: Oratorio quotidiano, Giardino d’infanzia, Dopo-Scuola, Dispensario, Associazioni varie di carità e assistenza sociale, Giovani esploratori, ecc.
SCUOLA PROFESSIONALE DON BOSCO (Sez. tipografi e sarti) ad Hachinari cho (Tokyo) con 34 allievi – è pareggiata dalla provincia e si spera prossimamente il riconoscimento ministeriale.
Fra le pubblicazioni periodiche la tipografìa pubblica le «Letture cattoliche» in giapponese (Anno VI), copie 1.000 e il «Bollettino Salesiano» in giapponese, copie 2.500.
Alla scuola è pure annesso l’Oratorio Festivo.
NELLO STUDENTATO FILOSOFICO-TEOLOGICO E NOVIZIATO SALESIANO a Shakuji-Tanaka cho (Tokyo)
Novizi N. 6
Studenti filosofia N. 14
Studenti teologia N. 12
In tutte queste opere sono occupati 7 sacerdoti 3 chierici e 7 coadiutori.
Sac. Vincenzo Cimatti, Ispettore
2141 / Del Col Luigi / 1938-10-1 /
al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone
1 ottobre 1938
Carissimo Del Col,
Grazie. Scrivendo non mi disturbi mai. Incontrai a Torino in un pellegrinaggio uno del tuo paese (forse il babbo dei due Colussi) e gioì quando gli dissi che sarei andato, dovendo portare i donativi ai tuoi ed altri dei dintorni.
Sta’ tranquillo per il Crocifisso… Ti darò il mio… augurio di futuro vescovado per te! (Ci tieni eh! Mons. Del Col suona bene…).48
Allegro, calmo e studioso.
Tuo
Don V. Cimatti
2142 / Ricaldone Pietro / 1938-10-2 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
2 ottobre 1938
Rev. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Nel giorno sacro agli Angeli Custodi e alla Vigilia della festa della Patrona delle Missioni le presento col mio rendiconto mensile quello prescritto annuale.
Per me: salute buona, non noto cose speciali. Non sono più giovane, ecco tutto. Ma l’attuale Rettor Maggiore ci dà buon esempio di gioventù anche avvicinandosi alla vecchiaia.
Studio e lavoro: sono un po’ pesce fuor d’acqua non avendo orario fisso. Posso però occupare più intensamente il tempo nei viaggi in preghiera e studio.
Pietà: regolare, pur trovando difficoltà quando non posso compiere le pratiche con la comunità. Sono – dopo la grazia di Dio – la mia forza quotidiana, anche per combattere il difetto predominante (superbia e cuore).
Ss. Regole e Voti: mi pare tutto regolare. Idem per la carità.
Cose da osservare:
Qui in Italia tutto è bello, più o meno grandioso e comodo, specie nelle case di formazione e case missionarie. Penso con nostalgia alla nostra miseria al riguardo – e temo che tali cose (comodità impensabili altrove – anche solo in Italia, con tutta questa polverizzazione di studi, ecc.) influiscano sulla formazione salesiana allo spirito di lavoro e sacrificio, e di adattamento del personale ad ogni casa. Sono pensieri… Ormai sono fossilizzato all’Estremo Oriente e non posso più giudicare dell’Occidente.
Girando nelle case ho sentito che i confratelli desidererebbero avere qualche visita dei Superiori, arrepta occasione almeno. Alle volte sanno della presenza di qualche superiore in città (di passaggio per altre faccende) e non lo vedono.
Ho passato una domenica intera (e fu tra le più belle) a Littoria. Si potrebbe fare anche per quei cari confratelli, veri missionari, tutte le osservazioni che i nostri cari Visitatori fecero per quelli del Giappone nei riflessi della vita di comunità e pensai che dappertutto si possono sentire le difficoltà della vita missionaria. Dal Giappone mi giungono buone notizie da tutte le località. Deo gratias!
Mi aiutino i Superiori a compiere il mio dovere. Il Sig. Don Berruti mi assicura con tante belle affermazioni – ma penso che saremo allo statu quo per i problemi vitali che i Superiori conoscono, e di cui non vedo neppur l’accenno alla soluzione od avviamento alla soluzione.
I Superiori ecclesiastici, messi al corrente delle cose nostre, lodano, promettono (come fanno un po’ tutti, anche i Superiori di Torino).
Per il Governo ancor non fu possibile serio approccio dato il periodo di ferie e lo scombussolamento europeo: ma ci sarà poco da mordere.
E allora? Fiat voluntas Dei. Per me sento in cuore una voce continua che mi dice che non partirò; e davvero, che si va a fare in queste condizioni? Ripetere errori, inutili sofferenze per i confratelli et similia.
Amat.mo Sig. Don Ricaldone, preghi per me: mi pare di essere pronto a tutto – ho fatto col mio compagno di viaggio in Giappone Don Baratto l’Eserc. di buona morte e se il Signore mi vuole, eccomi! Se i Superiori mi vogliono altrove, eccomi.
Se mi rimandano in Giappone e se le cose devono rimanere così come sono, che cosa si fa qui? Oppure supplico di non muovermi finché non siano risolte?
Affido al suo cuore di Padre tutto questo stato di cose et fiat voluntas Dei.
Benedica e salvi l’anima mia. Suo nel Signore
Aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
2143 / Circolare Salesiani / 1938-10-10 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Torino, [10] ottobre 1938
Carissimi,
Potete comprendere il desiderio vivissimo del ritorno, che prevedo non poter essere per le care solennità dell’Immacolata e del S. Natale, ed è perciò che, volendo essere con ognuno di voi in queste occasioni, desidero ardentemente inviarvi queste povere attestazioni di affetto e di preghiera riconoscente.
Grazie per quanto avete fatto e fate, a voi, cari missionari e confratelli operanti in missione e nelle opere nostre. Ho sentito ovunque, tanto nelle alte sfere ecclesiastiche che in quelle della nostra Congregazione, i più lusinghieri ed incondizionati elogi di voi. Procuriamo di esserne degni sempre.
Grazie a voi, chierici e coadiutori delle case di formazione, ho avuto buone notizie di voi; cari seminaristi di Miyazaki, di Tokyo, di voi pure si rallegra la Chiesa, il Papa, il vostro povero Prefetto Apostolico. Lavorate e pregate per rassodare e condurre a termine il lavoro per la vostra vocazione.
Prego per tutti mane, meridie et vespere, e son sempre in mezzo a voi, e vicino ad ognuno di voi.
Il ritardo del ritorno è causato dal fatto che vorrei vedere assestate in modo definitivo tutte le nostre questioni (e non sono poche): vi debbo confessare che Roma e Torino sono eterne. Pregate e sostenetemi colle vostre preghiere; vado peregrinando anche qua e là, visitando benefattori, i vostri parenti ed amici, pulsando ad ostia, cercando di stringere relazioni efficaci, e suscitando sempre migliori e più forti simpatie per la nostra cara missione ed opera salesiana in Giappone.49
Continuate a pregare, e colla santità della vita rendiamoci degni dei benefici del Signore.
I Superiori non possono concedermi il personale sufficiente ai nostri bisogni; ritorna Don Baratto e due sacerdoti tedeschi. Occorre insomma persuaderci che bisogna [che] facciamo tela col filo che abbiamo, quindi al lavoro intorno al nostro personale nelle case di formazione, al lavoro per suscitare buone vocazioni indigene: è per noi questione di vita e di morte; non sembri strano se invoco dai singoli miei missionari e confratelli, tanto quelli cui è addossata la responsabilità della cura d’anime, della conversione dei pagani, della formazione del personale, quanto i singoli novizi, studenti di filosofia e teologia, seminaristi e coadiutori, la forte cooperazione e solidarietà di pensiero e di consiglio e di opera in una santa autarchia (è ormai la parola di moda) anche della nostra missione e della nostra Congregazione in Giappone.
Vi domando tale cooperazione in ogni campo: nel campo spirituale col lavoro di tutti per la ricerca e cura delle vocazioni; nel campo materiale colla benintesa economia, col valorizzare le piccole industrie locali casalinghe in modo da farle fruttificare; col sospendere o tramandare lavori non necessari, e con una buona propaganda all’estero per parte di tutti verso le famiglie, benefattori e amici. L’incidente cinese fa risentire anche il suo contraccolpo; una ragione di più per sobbarcarci ai sacrifici per compiere in tutto il nostro dovere. Mettiamoci risolutamente per questa strada; uniamoci la preghiera, l’esatta osservanza delle regole, e state sicuri che la Provvidenza ci aiuterà in tutto.
Il mese dei defunti, la festa dell’Immacolata, il S. Natale sono occasioni bellissime per ravvivare la nostra fede e rendere più meritori i nostri sacrifici.
Ai singoli confratelli, alle comunità cristiane e ai vostri giovani e ricoverati nelle istituzioni, alle Figlie di Maria A., cooperatori e amici nostri buone e sante Feste Natalizie e di Capodanno.
Prego Don Cavoli per la missione in genere ed i singoli missionari e dirigenti per le residenze e rispettive opere; Don Margiaria per i Salesiani e le loro opere, di presentare i miei ossequi natalizi di Capodanno alle autorità, benefattori, cristiani e amici nostri, assicurando a tutti preghiere riconoscenti.
A voi, miei cari fratelli, le benedizioni più elette. Pregate tutti e fate le mie veci presso i cari novizi che nel giorno dell’Immacolata faranno la loro professione.
Presso l’Ausiliatrice e Don Bosco prego e lavoro per voi: non dimenticate mai il
Vostro povero
Don Cimatti
2144 / Berruti Pietro / 1938-10-15 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Pro-memoria sulla fondazione Yokohama (Giappone)
Torino, 15 ottobre 1938
Inviti orali e scritti di S. E. Mons. Chambon, Arciv. di Yokohama, per oratorio e cura dei cristiani a:
KAWASAKI (Yokohama) importantissima città operaia fra Tokyo e Yokohama. Non vi è ancor nulla per l’assistenza dei pochi cristiani.
Vantaggi:
introdurci in un ambiente secondo lo spirito di Don Bosco;
fino allo stabilirsi delle cose regolari, l’Arciv. paga il fìtto della casa, terreno, ecc.;
non c’è bisogno di risiedervi in permanenza – ogni 10 minuti da Tokyo vi è il tram elettrico dalle 4 antim. all’una dopo mezzanotte;
da Tokyo possono andare alla domenica i confr. per l’Oratorio – modo assai pratico per dar lavoro ai teologi;
sul posto si cerca e studia la possibilità, opportunità pel futuro;
posto magnifico per fondazione sales. di scuola professionale – è città di fabbriche.
Parere del Consiglio e dell’Ispettore: accettare senz’altro. Don Cimatti si augurerebbe di poter avere una dozzina di tali oratori alla periferia del colosso Tokyesco.
Torino 15 ottobre 1938
Festa di S. Teresa… fondatrice di tanti istituti.
Don V. Cimatti, isp. sales.
2145 / Grigoletto Giuseppe / 1938-10-20 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice e grande benefattore
20 ottobre 1938
Carissimo Don Grigoletto,
Quid dicam? Hai tutte le ragioni, ma…
Purtroppo fino al 31 sono occupato, ho anzi dovuto rinunziare all’invito del Minis. Esteri che mi chiamava a Roma per prendere contatti. In pratica fino al 4 sono impegnato a Torino ed avrei stabilito (sempre salvando il salvabile) di essere a Verona nella mattinata del 5. Già ti scrissi di Fabris. Per il bravo Giorgione quid dicam? Può anche aiutarmi se non mi vede. Ai Ragogna promisi visita passando a Savona, ma quando purtroppo non so: non ho capito bene da tua ultima chi è morto, e ad evitanda… non scrissi, perché forse bisognerebbe avvisare Emilio a Miyazaki. Vedi se mi puoi dare il loro indirizzo. Per norma dal 20-22 Pavia, dal 23 al 26 a Milano, 27 libero, 28-29 Novara; 31 Intra.
E prega per me ed il Signore ci benedica in omnibus.
Tuo
Don V. Cimatti
2146 / Barbaro Federico / 1938-10-22 /
al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone
22 ottobre 1938
Carissimo Barbaro,
Tu sai che Don Cimatti risponde a chi scrive – ma Barbaro non scrisse – dunque…
Nonostante il mio sistema (l’unico, vero… e che ti dà tanto nel naso… e che giammai non fia che tu lo scalzi – bello, specie ora che non si fan più scarpe in Giappone!).
Vedi che il sillogismo corre. A tutte le tue lettere (rare, rare, rare come certe minestre) risposi, ed ora rispondo alle tue interessate richieste del Cappello che passo a Don Bordas, e spero sarai esaudito.
Allegro. Prossimamente vedrò i tuoi ed allora scriverò anche se tu non scrivi.
Studia e prega. Ho tirato una satira a Lucchesi, che fa anche per te e altri compagni.
Ti benedico:
Tuo aff. mo
Don V. Cimatti
2147 / Tassinari Clodoveo / 1938-10-22 /
a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone
22 ottobre 1938
Carissimo Clodoveo,
La tua carissima del 16 m. p. mi riempie di consolazione e ti ringrazio.
Per Vasco, inteso, continua a Montodine. Là vi è Bechis (non vorrei però gli scaldasse la testa) che può iniziarlo allo studio del Giapponese. Verrà dopo… se siete vivi, potresti andarlo a prendere nel 1941… ma l’avvenire è nelle mani di Dio.
Sì… c’è da mettere a posto il problema fondamentale di Tokyo, ma [non] so dove battere la testa.
Non so quale frase abbia fatto capire che mi preoccupo del Seminario. Oh, no. So, sento e vedo che il Signore vi guida e quindi sto tranquillo; d’altronde sarei ben ridicolo di guidarvi stando a Torino… Procura tu di stare calmo… Poi a che devo pensare? A pregare e cercare per voi… Via! Mi è più facile che essere a Miyazaki e… non vorrei abituarmici troppo… Mah! Il Signore sa e vede. Se riesco a prendere navi giapponesi o il 20 nov. e 4 dic. si parte… Vedremo… ma anche tornando, tu lo sai, non do ombra a nessuno… e tanto meno a te… al massimo posso darti dei pugni…
Pienissimo e perfetto accordo sul problema delle vocazioni. Segui pure quella via, che è la vera.
Per il problema burocratico… quelli che si decidono per il Gran Seminario, sarà bene facciano per tempo la domanda secondo le prescritte modalità. Ad ogni modo con Don Cavoli e Don Liviabella e Don Margiaria si potrebbe valutare questa questione se non fosse cioè il caso di affidarli a Fukuoka, vantaggi economici indiscutibili e forse più sottomano nostra per continuare la formazione…
Per i libri sta’ tranquillo, riceverai altro.
Ricevuto gli incartamenti (lettere, foto, ecc.) e già fatta relazione ed inviata all’Opera del clero indigeno.
Nishimura faccia pure quello che è utile per il suo avvenire e per la sua vocazione. Prego assai per lui e per gli altri nostri cari soldati. Anche per Akabae: se la malattia si prolungasse andate a trovarlo. Eh! Temo che ne avrà grave scossa. Bene, bene per la famiglia Mori. Tirem innanz…
Per Takeuchi già avevo scritto, ex iure mi pare non abbiamo da far nulla, ma ha lavorato per noi, mi pare dissi:
Vediamo di ottenere massima riduzione
Quanto può fare la famiglia sua
E fra tutti faremo.
La soluzione è nelle mani della Provvidenza e preghiamo.
Bravi! Non pensate a nuove spese (bandiera, ecc.): quel che potrò trovare del genere porterò. Giusta economia sì, ma non lesinare sul vitto che si sconterebbe duramente colle medicine.
Il bravo Emilio invigili, sia utilizzato tutto, ecc. ma so che fate già. Invigila e fa invigilare e fa discorsetti, affinché tutti e singoli gli abitanti economizzino in ogni cosa – è un’ottima scuola educativa (carta, vestiti, oggetti, libri, ecc.) la vigilanza personale.
Clodoveo mio, mi fai la predica sui se, ma… che vuoi? Sono abituato così, e non posso neppur concepire un’idea, senza che vi sia la condizionale che subito assale… É vecchia abitudine, e non me ne voglio spogliare. Sta’ tranquillo dunque e perdona alla mia vecchia abitudine. Desidero solo fare la volontà di Dio, ecco tutto.
Ossequi ai singoli seminaristi, ai professori, al Sig. Chukanji ed un amplesso spirituale ai singoli confratelli.
Ritorna Baratto – e due ottimi sacerdoti tedeschi giovani. Don Baratto è adirato con te perché non gli rispondi – ha fatto la predica a Maria A. e ha perduto il filo (…silenzio sepolcrale per un minuto)…
I tuoi sogni saranno la rivelazione di Don Cimatti intimo (… mi sogni giovane… e tutti me lo dicono… e mi par di esserlo)… ma la barba è sempre quella.
E al buon Maeda i miei auguri cordiali. Sia davvero Tarcisio in tutto il senso della parola: fa’ le mie parti ed esprimigli la mia gioia. Vedi di aiutarlo a condurre a Dio la sua famiglia e poi… tanti suoi compagni.
E tu, caro Clodoveo, prega per me. In osculo Sancto Dei tibi et tuis pax et benedictio.
Don V. Cimatti
P. S. È morto uno zio carissimo di Ragogna. Gli do la notizia: consolalo e fa’ pregare.
2148 / Tassinari Vasco / 1938-10-22 /
al chierico Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone
22 ottobre 1938
Carissimo Vasco,
Spero vederti uno di questi giorni e così combineremo…
Resta inteso col Sig. Don Berruti che ora resti – studia seriamente per essere un altro Don Bosco, o per lo meno un altro Clodoveo.
Favorisci scrivere a casa che tengo in sospeso anche la pratica che spedirò presto directe o indirecte e spero giungerà in porto.
E prega per me. Un pugno a Bechis e digli che non faccia l’oca, come lo è il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
2149 / Cecchetti Albano / 1938-10-29 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
29 ottobre 1938
Carissimo Don Cecchetti,
Ricevo oggi le sue belle foto [il fotografo ritocca troppo e non si possono fare belle diapositive o proiettate così non vengono bene, siete tutti tondi…, finché è Arri (buon S. Carlo) vada…] e il suo modulo battesimi che mi pare abbastanza pratico. Auguro a migliaia.
Penso presto ritornare, ma quando non lo so. Preghi e faccia pregare per me. Verranno due Figlie di Maria A. – Don Baratto e due preti tedeschi.
Saluti ad Arri, al Catechista, a Hirayama.
Odo la squilla che suona lontana – lontana che trilla: Ave Maria.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
2150 / Desirello Agostino / 1938-10-… /
a Don Agostino Desirello, Direttore dello studentato di Nave
Ottobre 1938
Carissimo D. Desirello,
Nella mia breve visita a Nave mi si fece dall’Ispettore la proposta di musicare l’inno dello Studentato. L’ispettore fece le parole, che sono assai belle. D. Cim. fece la musica – non meno bella – ispirandosi alle parole. Quindi la Nave mistica va cantata pensando di essere in barca.
Inizialmente bassi e tenori secondi a bocca chiusa o con gli oh! oppure ah! caratteristici dei pescatori danno il tono peschereccio.
Sia cantato con slancio e abbandono alla melodia il brano “O mistica nave”, non in fretta per carità! I bassi ben legati facciano l’accompagnamento (come violoncelli). Non è difficile.
A tutti gli abitanti di Nave l’augurio che diventi pratico quanto è detto nella poesia.
Caro Desirello, grazie della tua carità. Prega e fa’ dire in compenso ai cantori un’Ave per me.
Tuo
D.V. Cimatti, sales.
Imparatelo e farete un’improvvisata all’Ispettore.
2151 / Grigoletto Giuseppe / 1938-11-1 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice e grande benefattore
Torino, 1 novembre 1938
Carissimo,
Grazie delle tue. 3 Valsalice – 4 Oratorio – 5 Montodine – 6 Verona (non so a che ora arriverò, ma per passar la giornata e certo (se non muoio) la serata. Nulla di fisso per la partenza. Fissiamo il 13 per Gorizia. Ho ricevuto oggi i voti perpetui a Piossasco del ch. Vanzo (un buon veneto). Assicura il buon Gerli delle mie povere preghiere per il suo caro fratello. Porterò film sonori e proiezioni e secondo che vi sono le macchine si fa l’uno o le altre. E dove c’è nulla, a voce o con musica.
Tuo
Don V. Cimatti
2152 / Dal Fior Luigi / 1938-11-8 /
al chierico Luigi dal Fior, missionario salesiano in Giappone
8 novembre 1938
Carissimo Don Dal Fior,
Rispondo alla tua del 10/10 ed ho il piacere di dirti che ieri fui con Grigoletto a Bussolengo ed ho potuto vedere i tuoi zii e cugini – la zia e la nonna – parlare di te, delle tue imprese. Visitai pure, in assenza dell’Arciprete, il Sig. Curato. Oh, quante memorie per loro e per te, e come tutti ti vogliono bene. Ringraziane il Signore e corrispondi a tanta loro bontà. Stanno tutti in ottima salute e naturalmente tutti desiderano rivederti. Ho detto preparino intanto per la prima Messa in musica. Ho visto pure il fratello Angelino: sta bene assai. Da tutti un mondo di saluti e assicurazione di preghiere.
Ho voluto anche sentire notizie di Giuseppe e purtroppo non sono confortevoli ancora, perché dicono, promette e non mantiene e quindi non si fidano più di aiutarlo. Penso che non c’è da disperarsi. Devo ritornare a Verona e farò il possibile per prendere contatti con lui; parlargli fuori dei denti ed anche affidarlo alle cure dei nostri di casa. Continuiamo a pregare. Tu sta’ tranquillo e disposto anche in questo a fare la volontà di Dio e attendere bene alla tua preparazione. Ricordati: “Ego ipse Jesus” è la frase che devi ripetere e mettere in pratica. Specialmente spirito di preghiera e di rinuncia effettiva al tuo io – testa e cuore – e spirito salesiano.
Grazie delle buone notizie che mi dai e salutami tutti a minimo usque ad maximum.
Allegri e, se Dio vuole, arrivederci presto. Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti
I tuoi hanno già inviato un pacco e forse prepareranno altro. Sta’ tranquillo.
2152-2 / Dal Fior Luigi /
al chierico Luigi dal Fior, missionario salesiano in Giappone50
senza data
caris.mo Dal Fior,
Riceverai presto quanto mi avevi domandato e francobolli – ed appena vedo Okasan…
Allegro e unito a Dio. Gesù si avvicina sempre di più a te per farti Suo. Corrispondigli, non dirgli di no, unisciti col pensiero parola e azione a Lui. Giaculatorie… quante ne dici? Visite… quante ne fai? Comunioni spirituali… quante?
Prega per me. Un pugnetto (dolce) a Moro: digli “è la lettera di D. Cimatti” e un saluto speciale al buon Dupont e Antolini.
Tuo D. V. Cimatti
2152-3 / Dal Fior Luigi /
al chierico Luigi dal Fior, missionario salesiano in Giappone
+ senza data
caris.mo Dal Fior,
Grazie della tua. Pel fratello penso che non c’è altra via che la preghiera… e non bisogna stancarsi… indesinenter. Leggi il Vangelo.
Tu va’ avanti e fa’ quel che ti diranno con santa indifferenza.
Prega per me
Tuo D. V. Cimatti, sales.
2152-4 / Dal Fior Luigi /
al chierico Luigi dal Fior, missionario salesiano in Giappone
+ senza data
Caro Dal Fior,
Non preoccuparti mai di D. Cimatti.
So che siamo sempre uniti nella preghiera, e nelle mie frequenti scorribande a Tokyo ti penso, ti vedo e prego.
Per quelle cose là go anshin. alla prossima venuta vedremo se ci sono novità: prega D. Bosco e savio Domenico.
Bravo! Attendi con serietà agli studi e alla tua formazione interiore.
Tutti ricordano e vogliono essere ricordati. A te e agli amici tutti buon Anno.
Tuo D. V. Cimatti, sales.
2153 / Novizi salesiani in Giappone / 1938-11-9 /
ai Novizi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
Este, 9 novembre 1938
Carissimi,51
I novizi di Este vogliono essere uniti a voi di pensiero e di preghiera, come è con voi il vostro vecchio amico. Vi sarò vicino individualmente e dirò a Maria Ausiliatrice e Don Bosco tutte le cose vostre.
Il Signore vi faccia tutti suoi e possiate essere veri salesiani.
Vi benedico a nome anche del Rettor Maggiore, cui sarà bene scriviate collettivamente dopo la professione.
Vostro
Don V. Cimatti
2154 / Bernardi Angelo / 1938-11-13 /
a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone
Gorizia, 13 novembre 1938
Carissimo,
Godo poterti assicurare della visita fatta a Paderno dalla Mamma, cui ho consegnato quanto mi avevi affidato. L’ho trovata in ottima salute – ho visto pure i tuoi due fratelli: stanno bene. Tu però sei più grasso di loro. Gradirono tue notizie e si brindò alla tua salute. Non potei fermarmi molto, ma tanto da poterli salutare.
Passai poi a Treviso e portai al Seminario i tuoi doni, ma il bravo Don Boldrin da tre o quattro mesi era morto e quindi consegnai tutto al Rettore, che mi promise avrebbe dato all’incaricato delle missioni. A sera tenni conferenza in Seminario.
Passai poi a S. Martino dei Lupari ove trovai Monsignore e tuoi amici: ottima salute in tutti e offerta per te come da accluso, che serviranno anche per gli ultimi acquisti che desideri, secondo la tua del 13/10/38, se non riesco a trovare benefattori speciali.
Mi pare di aver fatto tutto secondo i tuoi desideri. Tutti naturalmente desiderano vederti, specie la mamma, e quando a Dio piacerà anche questo si farà.
Per me non so che cosa vi faccia pensare a un non ritorno. Deus scit e per me non desidero che una cosa: si compia in tutto la volontà del Signore: dunque sta’ tranquillo. Per le tue ansie per l’apostolato, non so dirti che questo: “renditi uno strumento docile ed umile nelle mani di Dio e tutto andrà bene”.
Prego per i nostri cari soldati: il Signore ce li conservi sani di corpo e di spirito.
Fatti coraggio e con Maccario vedete di convertire tutta Miyakonojo. Qui si parte ai primi di Dicembre.
Salutami tutti e buon Natale e Capodanno.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti
2155 / Masiero Ottavio / 1938-11-13 /
a Ottavio Masiero, salesiano laico missionario in Giappone
13 novembre 1938
Carissimo Masiero,
Con grande gioia ho potuto vedere la mamma, il fratello Piero e la sorella (presto sposa).
A Mestre per vedere il parroco del paese vicino lasciai solo il biglietto nell’impossibilità di fermarmi. Così pure invierò a due parroci gli stampati che mi avevi dato.
Ti posso assicurare che tutti stanno bene: con un ottimo bicchierino e dolci, abbiamo brindato alla salute di Ottavio.
Naturalmente ne ho detto di tutti i colori di te e tutti stanno bene e ti ricordano sempre.
Giornata indimenticabile. Prega per me sempre, sempre.
Tuo
Don V. Cimatti
2156 / Barbaro Federico / 1938-11-14 /
al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone
14 novembre 1938
Carissimo Barbaro,
Sono in quel di Udine e non dico altro… Riferirò… Ci avviciniamo alla partenza, se Dio vuole. Per il bazzicare pel Vaticano o per i Ministeri, sta’ tranquillo per la mia vocazione: quei là ci tengono troppo alla loro, e il povero Don Cimatti alla sua. Per i fronzoli et similia, per me, non ci vuol proprio che entrare in quegli ambienti, per allontanarmene sempre di più: sta’ tranquillo. So che tal Federico ci terrebbe… ma attento che non ti capiti come a Mons. Brossa.52
Quanto alle notizie di casa sta’ tranquillo – il mondo si lamenta de materialibus mentre dovrebbe pensare allo spirito. Il Signore dirige e sa, e quindi sta’ tranquillo anche per i tuoi.
Per il libro del Carrel, mi servirà se M. Deganutti me ne parlasse: non lo conosco, perché purtroppo! leggo poco, e quel poco, a modo mio, molto diverso dal tuo, che leggi anche le virgole. Non mi meraviglia poi la disputa con Don Margiaria e la susseguente lettera pastorale: tu, abituato alla dialettica, e a non prendere gli uomini come sono, e a voler far sapere al mondo che ci sei anche tu, et similia (guai se continuassi!) non potevi far diverso. Abituati a saper subito valutare:
il risultato delle cose
a capire che due fiammiferi bruciano più di uno
e a studiare S. Francesco di Sales apologista: questo sì; tutto il resto, serve a nulla. Anche questo è un lato del mio (sic) sistema filosofico scettico-agnostico e viceversa da te non ancora capito, e che suona in questo capo così: “Scientia inflat, meglio un’oncia di miele che un barile di aceto – ama nesciri (oh, s. Don Ubaldi e Don Colombo) e pro nihilo reputari”.
Un abbraccio, un pugno, una preghiera vicendevole.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2157 / Tassinari Vasco / 1938-11-15 /
al chierico Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone
[15 novembre 1938]
Carissimo Vasco,
Il ritardo forzato alla lettera di Bechis mi ha fatto ritardare anche alle tue. Grazie di tutto. Trasformati in un uomo di preghiera e di unione con Dio, con prontezza di sacrificio nelle piccole cose – calmo, sereno, allegro e… divertiti a trovar a che dirà di me vedendo la calligrafia.
Ti assicuro che le tue teorie (che ho ammirato) per la mia devono essere invertite, perché un imbecille come me non lo trovi al mondo.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
2158 / Barbaro Federico / 1938-11-17 /
al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone
17 novembre 1938
Carissimo,
Giornata indimenticabile la visita a Udine e alla Sig. Deganutti e alla tua benefattrice, e ai tuoi. Il fratello della Suora poi mi coprì di gentilezze e mise la macchina a disposizione per andare dai tuoi. La Suora, la Signora (e sua figlia) sono sante persone, quali è difficile trovare. Ti amano come figlio, ed hanno goduto di quanto ho fatto loro relazione.
Ringrazia il Signore e colla preghiera, collo studio e colla santità della vita, renditi degno di loro e delle benedizioni del Signore. Mi hanno dato un pacco di libri che riceverai a tempo opportuno ed il sussidio annuale.
Intima gioia coi tuoi – tutti bene – anche Silvano che vidi a Pordenone e in casa.
Non potei vedere il Parroco, ma spero (dovendo andare a Pordenone per conferenza) di rivederlo coi tuoi in familiare desinare.
Tutti bene, mamma, sorella e babbo (anche spiritualmente – così mi assicurano – e così me lo dicevano i miei poveri occhi che leggevano giù, giù) quindi ringrazia il Signore. Essi poi ti racconteranno tutto sotto altri punti di vista.
Dunque Federico, vedi quanto Gesù ti vuol bene! Corrispondi in tutto alle finezze del suo amore e sarai Santo.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti
2159 / Castiglioni Alberto / 1938-11-17 /
ad Alberto Castiglioni, novizio salesiano in Giappone
17 novembre 1938
Carissimo Castiglioni, [novizio]
Grazie della tua. Si avvicina la meta e al ricevere questa mia sarai già legato. Ricordati:
Allegria e pace ottenuta con la fuga del male
Laboriosità
Osservanza esatta della Regola.
Ti faranno un religioso perfetto, salesiano.
Prega per il
Tuo
Don V. Cimatti
2160 / Del Col Luigi / 1938-11-17 /
al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone
17 novembre 1938
Carissimo Del Col,
Sono giunto finalmente senza pensarlo dai tuoi.
Li trovai a pranzo, mi inchiodarono su una sedia – c’era Don Tomé – corse il Parroco – l’Avvocato Zeffirino mio allievo di Valsalice – e capirai la gioia loro e mia.
Godi, Luigi, di avere una famiglia santa – la mamma è disposta a darmeli tutti per il Giappone e per il Signore.
Stanno tutti bene e naturalmente ti salutano. Ho baciato mamma per te. Mi ha dato un pacco. Siccome arrivai senza sapere che ci sarei arrivato, il tuo dono sarà rimesso arrepta occasione: sta’ tranquillo.
Ti penso… S. Luigi: capisci, vero? Prega per me.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
2161 / Dell’Angela Stefano / 1938-11-17 /
al chierico Stefano dell’Angela, missionario salesiano in Giappone
17 novembre 1938
Carissimo Dell’Angela,
Non ho ancora potuto vedere i tuoi, ma farò di tutto per procurare a me e ai tuoi questa consolazione.
Bravo! Taglia, demolisci e costruisci e soprattutto:
tagli netti col tuo io: non compromessi all’acqua di rose
unione con Dio colle piccole giaculatorie
lavoro operoso ed ordinato.
Tuo
Don V. Cimatti
P. S. Non sarà possibile farti gli auguri onomastici per S. Stefano: te li faccio ora ed in quel giorno ti sarò vicinissimo.
Anche tu sii forte nei tuoi propositi come il tuo protettore.
2162 / Governo Italiano - Ministero degli Esteri / 1938-11-23 /
al Ministero degli Esteri del Governo Italiano
OSPIZIO S. CUORE DI GESÙ
Via Marsala 42 - tel. 41805 - Roma 121
23 novembre 193853
[...] paesi e per il cordiale accordo delle relazioni con cui ci manteniamo colle autorità locali tale lavoro ha potuto dare i risultati che ho sottoposto. Debbo pure un ringraziamento alle autorità consolari e specialmente a S. E. Auriti, R. Amb. a Tokyo e a tutto il personale dell’Ambasciata che ci è largo di consigli.
Abbiamo potuto fare un’ottima propaganda indiretta d’italianità per mezzo di concerti di musica italiana e giapponese dati nei maggiori centri del Giappone, della Manciuria e Corea: sono in 10 anni oltre seicento manifestazioni ed ovunque abbiamo potuto vedere che il nome d’Italia e del Duce è conosciuto e rispettato e ammirato.
Nelle nostre scuole si insegna la lingua italiana ed il personale giapponese già formato e che lavora con noi nelle opere lo maneggia benino. Tutte le nostre opere poi essendo tenute da italiani e godendo le simpatie della popolazione e gli alti riconoscimenti delle autorità gettano sulla nostra cara Patria sempre più strette relazioni di ammirazione e di prestigio.
La missione nazionale Fascista che nel marzo scorso visitò il Giappone constatò il lavoro compiuto ed espose in apposita relazione le sue impressioni, che penso pervenute a cotesto Ministero.
A tutt’oggi la Missione e l’Opera salesiana non ha ricevuto dal R. Governo elargizioni speciali fisse e periodiche. Qualche elargizione straordinaria a titolo di incoraggiamento o di elemosina in momenti dolorosissimi economici – l’invio saltuario di materiale scolastico o di libri. Per noi che abbiamo bisogno di tutto e di tutti fu anche questa una fiorita carità di cui ringrazio sentitamente.
Ma se come constatò anche la Missione Nazionale si vuol dare sviluppo alle opere che più direttamente possono aumentare il prestigio della Patria nostra in questi paesi e venire in aiuto a questi poveri italiani dell’Estremo Oriente, e dare anche loro la possibilità di espandersi in Manciuria e Corea (e date le buone relazioni attuali sembra essere questo il momento opportuno – tanto più che in queste regioni non esistono ancora missionari italiani, né opere specialmente per la gioventù povera ed abbandonata) imploro che anche alla Missione Cattolica Giapponese siano concesse elargizioni che permettano di attuare questo programma di rassodamento delle opere e di espansione per il bene e anche per la gloria della nostra cara Patria.
L’Opera per cui domanderei un sussidio urgente è la Scuola professionale di Tokyo. Occorre pareggiarla alle governative se si vuole darle sviluppo. S. E. Auriti è al corrente della necessità e penso abbia fatto presente al R. Governo i vantaggi che ne deriverebbero. Ad ottenere tale riconoscimento occorre fare un deposito alla Banca che garantisca la solvibilità della Scuola per il pagamento degli stipendi e della manutenzione della Scuola. Tale deposito è inalienabile e se ne possono usufruire i soli interessi. Al cessare dell’opera è rimborsabile totalmente. Occorrerebbe il fondo di L. 100.000.
Raccomando poi alla carità del R. Governo la nostra Scuola di formazione Liceo e Studentato teologico per il personale che deve sostenere le opere. Abbiamo bisogno di materiale scolastico (cancelleria, ecc.) o libri. Lo studio della lingua italiana per i nostri allievi giapponesi poi necessita di libri iniziali per l’apprendimento della medesima.
Mi si assicurò a Tokyo che il R. Ambasciatore fece richiesta per la Biblioteca del nostro Studentato dell’Enciclopedia del Treccani; sarebbe certo un dono graditissimo ed utilissimo per la nostra Biblioteca.54
Le Opere di carità per l’Infanzia abbandonata del nostro Ospizio di Miyazaki e per quello di Beppu tenuto dalle Figlie di Maria A. e che suscitò tanta ammirazione nei componenti della Missione nazionale hanno pure bisogno urgente della carità che domando con insistenza.
Affido all’illuminato senso di carità dell’E. V. le mie richieste, mentre coi sensi della più profonda riconoscenza mi dico
Dell’E. V. Ill.ma
Obbligatissimo
Vincenzo Cimatti, sales.
Pref. Apost. di Miyazaki e Superiore delle
Opere Salesiane di Don Bosco in Giappone
Roma, 23 novembre 1938-XVII
2163 / Ricaldone Pietro / 1938-11-23 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Roma, 23 novembre 1938
Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
A Verona il M. R. Sig. Don Mortari, sapendo che venivo a Roma, e pensando che il povero Don Cimatti avesse chissà quale influenza, mi supplicò di interporre la mia parola presso di Lei, perché fosse aiutato nella critica posizione in cui si trovava. Non sono al netto dei dettagli del motivo per cui è sospeso – ma gli permettono di far scuola al Seminario – è decurione (si dice così?) dei nostri cooperatori… Egli asserisce che a Roma non sono mal disposti – che tutto è causa del suo Vescovo, ecc.
Le accludo quanto scrisse a Don Grigoletto e al sottoscritto, da cui arguisce le sue ardenti richieste. Le appoggio, servatis servandis, perché penso che Gesù Benedetto e Don Bosco andrebbero incontro ad una povera anima, per infelice e traviata che possa essere. E Lei che comprende quel che si possa fare lo farà nel Signore.
Sono semplice povero pellegrino e vedo avvicinarsi con indifferenza santa (mi pare) la data della partenza fissata (7 dicembre) pur sentendo sempre in cuore la voce: “Non partirai!”. Fiat voluntas Dei in tutto.
Intanto faccio i preparativi con tranquillità perché so che i Superiori si sono presi a cuore la nostra carestia e ci vengono incontro.
Grazie. Al Ministero degli Esteri è giunta la relazione della Missione Naz. Fascista in Giappone. Mi dicono assai favorevole. Feci domanda per la visita al Duce: stanno prendendo le informazioni se sono un galantuomo.
Mi hanno fatto fare un’altra relazione dello stato nostro e dei nostri desiderata. Vedremo se si conclude e se tutto sarà messo negli incartamenti.
Preghi per me, affinché si compia in tutto la volontà di Dio in me e nei miei.
Suo nel Signore come figlio
Don V. Cimatti
P. S. Devo partire per conferenze e per gli ultimi saluti in Romagna-Emilia e spero vederla con tranquillità a Torino.
2164 / Circolare Salesiani / 1938-11-23 /
ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio
[Italia], 23 novembre 1938
Carissimi,
Se non si frappongono incagli è stabilita la partenza per il 7 dicembre; non sarà dunque possibile per me celebrare con voi le belle feste dell’Immacolata e del S. Natale: sarò unito con voi durante il viaggio col cuore e colla preghiera.
Come preannunciai ritorna Don Baratto e vengono due giovani sacerdoti tedeschi… Vi sono pure insieme due Figlie di Maria Ausiliatrice. Pregate per noi.
Vi rinnovo i più sentiti auguri di ottime feste natalizie e di capodanno: anno nuovo vita nuova in tutti i sensi.
Ho potuto assistere al vero trionfo della beatificazione della Mazzarello, ed ho pregato per voi e chiesto la grazia che il Signore conceda ad ognuno di noi la semplicità ed umiltà della Santa.
Pregate per il
Vostro
Don V. Cimatti
2165 / Circolare ai benefattori / 1938-11-17 /
al Giornalino di collegamento con i Benefattori “Voci lontane”
Voce Lontana!
Novembre 1938 XVII55
La famiglia missionaria salesiana di Don Bosco in Giappone eleva al Signore nell’occasione del Natale la sua “Voce lontana”.
Voce lontana, che si eleva al Cielo per implorare sulle vostre famiglie le più elette benedizioni spirituali e materiali.
Voce lontana, che assicura per voi tutti preghiere ed offerta di sacrifici propri della vita missionaria.
Voce lontana, che supplica l’aiuto di preghiere quotidiane per la conversione delle anime ed anche l’aiuto di mezzi a sostegno delle opere di carità per i poveri vecchi, per l’infanzia, per gli orfanelli, per gli ammalati, per il Seminario indigeno e per il personale in formazione.
Voce lontana, che vuol risuonare al cuore di ognuno di voi, affinché restiate nostri amici e ci procuriate nuovi amici che cooperino con noi alla salvezza delle anime e all’espansione del Regno di Dio nel mondo.
Col ringraziamento più vivo di quanto fate per noi, imploro su di voi, sulle vostre famiglie e sui vostri interessi le più elette benedizioni del Signore.
Mons. Vincenzo Cimatti, salesiano
Prefetto Apostolico di Miyazaki
2166 / Ziggiotti Renato / 1938-12-1 /
a Don Renato Ziggiotti, Direttore Generale delle Scuole salesiane
[1 dicembre 1938]
Carissimo Don Ziggiotti,
Ti invio il 1° volume56 (ed un pacco di… per Don Bordas), fra poco il 2°.
I criteri li conosci.
Secondo me i nostri chierici hanno bisogno delle idee che formarono Don Bosco e sono elencate (è la vecchia pedagogia, fondata su S. Tommaso) – i moderni con nomi difficili storpiano il facile.
Aggiungi citaz. di Don Bosco secondo le pagine dei volumi, là dove credi.
Le letture sono buone – ma si può forse meglio leggere uno dei libri prescritti dal governo o altri sodi (e ce n’è un finimondo molto più importanti. Righini, Lambruschini, Dupanloup – oh, se tutti i Salesiani lo conoscessero!).
Aggiungi, togli a piacimento o cestina tutto.
La pedagogia veduta così ha valore – veduta in altre forme anche moderne… dice poco (è più stravaganza filosofica… e a questa non credo).
Insomma fa’ da padrone.
[manca la firma]
2167 / Fortuna Raffaele / 1938-12-1 /
a Raffaele Fortuna, padre di Danilo missionario salesiano in Giappone
1 dicembre 1938
Ill.mo Signore,
Sono stato ad un pelo di arrivare fino a Thiene, ma la macchina che mi guidava non poté fare il giro stabilito. Pazienza.
Si è anticipato il giorno della partenza (7 Dic. da Venezia nel pomeriggio) e non mi è certo possibile venire come era mio ardente desiderio.
Non si disturbino, tanto più che che già avevo veduto la mamma. Se hanno qualche cosa da inviare al figliuolo possono farmelo avere a Torino entro il 6 c.m. o a Venezia (Porto - Conte Rosso) al 7 c.m.
Preghino per me.
Obbl.mo
Don V. Cimatti
2168 / Tassinari Vasco / 1938-12-2 /
al chierico Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone
2 dicembre 1938
Carissimo Vasco,
Non giunsi fino a Desenzano e quindi non vidi la tua lettera. Se non muoio parto il 7 c. m., ma ti assicuro il ricordo continuo, anche perché se Dio vorrà, ormai sei mia appartenenza, o meglio (vedi come sono stato orgoglioso?) sei appartenenza di Gesù per il Giappone. So che studi un po’ di giapponese col mio buon Giovanni: ne quid nimis, mi raccomando: prima e soprattutto, buon prete. Ricorda! Ego ipse Jesus! Tu Vasco, hai testa e cuore per capire questo, mi pare di averti letto bene dentro – dunque devi riuscirci, e se non riesci a questo sarai sempre un prete di ricotta o di burro, buone cose a mangiarsi ma non per costruire: ed invece tu hai bisogno di costruire in te, se vuoi costruire gli altri.
Buon Anno e buon Natale e buona Immacolata, date magnifiche per rinnovarci. Allegro, Vasco… e non decifrare la mia scrittura, ché ti direbbe (specie colla penna che adopero) troppe brutte cose di me, ma che non ti dirà certo tutte le mie miserie.
Ti prego, ossequiami personalmente il Sig. Direttore e digli che a nome mio auguri ai Superiori e confratelli quanto di più bello so esprimere in occasione delle feste natalizie.
Davvero che ho lasciato un bel pezzo di cuore a Monteortone!
Prega per me, e farò le tue parti presso Clodoveo, se ci arrivo.
Tuo
Don V. Cimatti
2169 / Chierici Francesca / 1938-12-2 /
alla Sig.ra Francesca Chierici, benefattrice
Torino, 2 dicembre 1938
Ill.ma Signora,
Ho ricevuto la sua offerta generosa che ho trasmessa ai Superiori e le faccio inviare quanto desidera.
Assicuro speciali preghiere per suo marito e per Lei.
Parto per la Missione il 7 dic. e pregherò tanto per loro ed anch’essi preghino per me. Siccome sarò in mare, preghino per me e si abbiano i miei auguri sentitissimi di buon Natale e capodanno.
Riconoscente
Don V. Cimatti
2170 / Grigoletto Giuseppe / 1938-12-3 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
Torino, 3 dicembre 1938
Carissimo,
S. Francesco Saverio! Penso a te, ai miei e prego.
Don Baratto partito insalutato ospite (è sempre lui) non mi ha permesso di recapitarti alcuni desideri:
Spedizione famosa cassa o altro in tempo utile.
Non so se passerò per Verona per esprimere a te e a tanti cari amici la mia riconoscenza: forse no, perché soffrirei troppo. Prego e basta.
E tu fa’altrettanto per me e continua la tua preziosa collaborazione di bene.
Ti abbraccio e benedico.
Don V. Cimatti
2171 / Zerbino Pietro / 1938-12-6 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
[6 dicembre 1938]
Carissimo Don Pietro,
Ti prego un po’ d’aiuto. Sono rimasto solo – il tempo stringe ed ho ancora varie cosette da combinare.
Recapito delle accluse.
Ho dato al barbiere Lire 50 per acquisto di lamette Valet-Gillet.
Avrei bisogno di tante cose, ma Deus providebit.
Vedi se puoi trovare (le suore lo sapranno) dei numeri per marcare la biancheria dei giovani.
ldem (naturalmente pago) 20 m di stoffa nera del velo che usano le F. M. A.
ldem una signora desidererebbe una croce piccola con dentro reliquie – mi pare hanno una vite in fondo, svitando si apre e si vedono.
Trovami (pago) due giochi di bocce.
Tuo
Don V. Cimatti
2172 / Grigoletto Giuseppe / 1938-12-8 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice e grande benefattore
[8 dicembre 1938]57
Carissimo Grigoletto,
Se devo ringraziare qualcuno tu ne sei in diritto. Prego e mi sacrifico. E basta. Ci vedremo ancora?
Prega. Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti
Ti prego di ossequiarmi tutti tutti tutti.
2173 / Zerbino Pietro / 1938-12-8 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
8 dicembre 1938
Carissimo Zerbino,
Grazie. Buona Immacolata, buon anno e buon Natale.
Un ringraziamento speciale a Don Pellegrini – ai Sig. Gigi, al postino, persone tutte che ho fatto disperare colle mie storie.
Idem al Direttore Don Uguccioni e speciatim al Sig. Don Franchini che davvero mi ha usato proprio tutti i fraterni riguardi che davvero non meritavo. Grazie, grazie.
Per la posta aprite e vedete se si tratta di cose urgenti, se no, fate un pacco e spedite. Per il conto corrente Don Tranquillo sa.
Comincia a radunare materiale sparso o che eventualmente fosse arrivato in ritardo in casse da dare poi a Don Tanguy.
Assicura Don Ziggiotti e Don Schlaiffer che da Port Said invierò qualche cosa. Mi perdonino. E specialmente perdonami tu: non riuscirò a sdebitarmi mai con te, prega per me.
Tuo
Don Cimatti
P. S. Non dimenticare le 4 bottiglie per Don Cecchetti in portieria.
2174 / Tassinari Vasco / 1938-12-8 /
al chierico Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone
Brindisi, 8 dicembre 1938
Carissimo,
In unione di cuore ho assistito alla tua ordinazione e a quella di Bechis58. Dirai a Braggion che porto i saluti del fratello incontrato a Rovigo… Per te:
Più del giapponese coopera alla grazia e studia e specialmente fatti l’abito dell’unione con Dio.
Sta’ calmo e sereno.
Come notizia: consegnai la pratica che certo pervenne al Duce.
Gli effetti?… Al Signore. Preghiamo.
Saluta omnes e prega pel
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
P. S. Una ragione dell’affrettata partenza è anche per andare ad aiutare i confratelli… e anche Clodoveo. Allegro e buono e prega.
Don V. Cimatti
2175 / Merlino Alfonso / 1938-12-9 /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico già missionario in Giappone
9 dicembre 1938
Merlino carissimo,
Grazie dei tuoi saluti e auguri.
L’affrettata partenza non permise che potessi tornare a dire il grazie riconoscente all’ottimo Don Maurilio e a te e al fratello. Prego di cuore.
Ti invio per propaganda alcuni foglietti.
Prega per il
Tuo
Don V. Cimatti
2176 / Ziggiotti Renato / 1938-12-12 /
a Don Renato Ziggiotti, Consigliere Generale delle Scuole salesiane
12 dicembre 1938
Carissimo Don Ziggiotti,
Invio il 2° volume e forse anche il 3°.59 Nel 2° ho svolto ampliamente la parte generale (per i filosofi forse questa può bastare).
La speciale bisognerebbe aggiornarla colle materie di oggi, introducendo quelle che non ci sono (ad es. un capitolo sull’insegnamento del latino - greco ed altre materie).
Occorre una revisione esatta perché non conosco gli attuali programmi, e poi applicazioni letture dei programmi e delle istruzioni ministeriali.
Mi dicono che c’è un settimanale di pedagogia salesiana – forse la didattica speciale potrebbe esser più attuata nella teologia (non ridere! Dove mi pare che per regol. ecc. ecc.).
Per la Catechetica mi par buono il libro Ravanelli e Vigna “Pedagogia catech.”. Naturalmente quanto è scritto qui per le materie particolari, salvo il diverso sviluppo [del] programma, può servire anche per le scuole medie e superiori – a te risolvere il difficile problema – che però con poche aggiunte…
Nel testo si trova l’uso frequente della parola maestro: o lasciarla o sostituire con insegnante o secondo i casi educatore.
Siccome fin dal 1° volume per le applicazioni si fa cenno delle Opere di Don Bosco sarebbe utile in appendice mettere quanto invio.
Così un aggiornamento della bibliografia su Don Bosco (in una settimana la farei per tutte le lingue se fossi in Italia) si impone.
Anche qui al posto delle letture imporre la lettura di una o due opere intonate all’argomento: ce n’è un finimondo.
Per la terza parte aggiornare, ampliare in qualche punto (fascismo, ecc.) la parte storica – sarà forse da eliminare il 1° e 2° capitolo o aggiornarli all’italiana o ridurli a generalità.
Ho lasciato molte cose pensando che il libro possa servire anche per le Figlie di Maria A. (educazione semi-infanzia, ecc.).
Fate voi e il Signore ci protegga; mi aiuti a salvare l’anima.
Tuo
Don Cimatti
2177 / Zerbino Pietro / 1938-12-12 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
Da Massaua, 12 dicembre 1938
Carissimo Zerbino,
Ti prego oltre il lavoro di postino di assicurarti che inviino al Seminario di Miyazaki: una copia delle Letture Cattoliche, della Rivista dei Giovani e di Catechesi e lo sospendano in missione a tutti gli altri (che ci fossero), a meno che non abbiano personalmente inviato abbonamento.
Sospendere anche al sottoscritto…
Viaggio ottimo. A te, Don Pellegrini, Don Tranquillo, Sig. Castelli, Sig. Caselli, Sig. Pozzi, Gigi, Aprili, postini, ecc. Buon Natale.
Don V. Cimatti
2178 / Grigoletto Giuseppe / 1938-12-12 /
a don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice e grande benefattore
Massaua, 12 dicembre 1938
Carissimo Grigolo,
Ricevo la tua a Port Said. Tieni quanto credi.
È il povero Don Cimatti che deve ringraziare te e i singoli amici di Verona. Non so come farò a sdebitarmi con voi: prego. Deo gratias, Deo gratias delle offerte. Abbi solo un po’ di fede. Qual è il paese di Don Rota?
Come programma d’azione: preghiera, far conoscere la missione e opere salesiane a uomini di buona volontà, libri e niente paura.
Don V. Cimatti
2179 / Carezzi Ezio / 1938-12-12 /
a Ezio Carezzi, studente al “Don Bosco” di Verona
Da Massaua, 12 dicembre 1938
Carissimo Ezio Carezzi60,
Fui ad Alassio ove vidi tuo fratello.
Per i francobolli vedrò di accontentarti al ritorno. Per ora prega.
Studia e sta’ buono. Salutami il Maestro di Quinta e digli che ringrazi di nuovo per me i suoi scolari.
Tuo
Don V. Cimatti
2180 / Zerbino Pietro / 1938-12-14 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
Aden, 14 dicembre 1938
Carissimo,
Ed eccomi di nuovo a seccarti… per le mie smemorataggini.
Fa’ il piacere di funzionare da postino.
Fa’ spedire a Tokyo una dozzina di immagini di S. Omobono…
Sono inteso colla ditta di candele (V. Consolata) per l’acquisto di 200 Kg che potrà portare Don Tanguy.
Dimenticai pure di fare abbonare il nostro studentato di Tokyo a Vita e Pensiero di Milano, vedi…
Idem di farmi dare la Vita di Don Bosco nuova di Don Ceria che fu regalata a tutti i Capitolari. Ne potessi avere una copia la regalerei al Reg. Ambasciatore che… davvero la merita.
Idem cotal chierico Francesco V. Nuova 9, Nogara (Verona) fece un’offerta e mi domandò un’immagine bellina del S. Cuore e la corona dei 15 sabati. Prego di…
Il Ch. Mantegazza di Miyazaki scrisse vari articoli per Giov. Mission. Chiese a Don Pilla dei libri – desidererebbe averli o almeno una risposta.
Per oggi basta. Ma salterà fuori altro che ti dirà una volta di più la dabbenaggine del
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
P. S. Buon Natale e buon anno a tutti.
2181 / Berruti Pietro / 1938-12-19 /
a don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Bombay, 19 dicembre 1938
Rev. mo Sig. Don Berruti,
In primis a Lei e a tutti gli amati superiori buon Natale e buon anno…
Come promisi eccole alcune idee, anche coordinate ai pensieri di Mons. Scuderi e Don Braga. Dico come mi viene in testa senza molta coordinazione.
Mons. Scuderi lamenta in Sicilia il militarismo nelle case (assistenza, file, ecc.) e nell’Ispettoria freddezza, se non contrarietà alle missioni (non gli diede neppure un centesimo… ed è davvero poco!).
In qualche casa di formazione (studentato) si va perdendo la tradizione nostra che al presentarsi di un Superiore = un uomo celebre (ad es. Don Cimatti… e lo è in dabbenaggine) più non corrono incontro in cortile; troppo sono assenteisti. Mi pare che all’Oratorio anche siano giù. Dipende dai Superiori, dagli assistenti (è chiaro) che dovrebbero vedere e fare ricordare tale tradizione.
In molte case la visita del missionario non era sfruttata a vantaggio dei giovani o dei chierici: confessore straordinario – speciale funzione – parlare alle Compagnie, ecc.
Nei Seminari diocesani si vede slancio nei gruppi missionari – nei nostri Studentati, pur stando alle nostre Compagnie, perché non si mette un po’ di fuoco? I gruppi missionari, se ci sono, come funzionano?
È sentita da tutti la mancanza della visita dei Superiori alle case – non quelle ufficiali prescritte dal Rettor Maggiore – ma di quelle ad occasione del passaggio dei Capitolari da una città, di feste, ecc… Oh, come ha fatto bene la visita del R. M. in questi ultimi tempi… Che freddo ha prodotto la disposizione della non partecipazione dei Superiori alle Vestizioni!…
Capisco tutte le ragioni che mi portano i Superiori, ma (permetta) è letale alla formazione dei futuri missionari l’essere educati nelle case (o meglio in certe case missionarie, così come sono costruite)… Lei ha compreso… ma so già che cosa mi risponderebbe… Ad ogni modo il povero Don Cimatti la vede così. Certo che molte nostre case (anche missionarie) non mi paiono di poveri… e Lei sa che tanti, vedendo questo dicono (perché non sanno i veri motivi) che siamo ricchi e… e alienano altri.
Ed i poveri missionari che hanno veduto, dicono: “Qui tutto… e noi…”. Per me ho lodato e benedetto Iddio, ma più che invidia (sia pur santa), non vi è risultato: pur non invidiando, anzi deplorando tale stato di cose. Che stranezza, vero? Così comprende meglio la mia testa e sa con chi ha da fare. Con certe spese inutili viste nelle case, in missione si costruirebbero case e chiese.
I missionari insistono a che, come i Superiori sussidiano le case missionarie, vogliano sussidiare le case missionarie delle Missioni.
Mio pensiero: non taglino i Superiori troppo netto nella propaganda missionaria, se no si taglieranno energie potenti di bene; che se le disposizioni regoleranno qualche intemperanza da una parte, produrranno morte dall’altra. Insomma: “Non legare troppo”. A Don Cimatti poi sia pur data l’Ispettoria o le Ispettorie più povere. Ho bisogno di preghiere, che mi otterranno tutto il resto.
Se il Signore mi conserva spero di non tornare più almeno per un decennio. È per me così umiliante essere considerato in un rango diverso dai miei confratelli, che vedono i frequenti ritorni (più o meno utili) del Superiore. Già lo dissi chiaramente: “Stringi, stringi… Per il motivo per cui mi avevano chiamato… cioè regolarizzazione delle cose nostre, Prefettura e Ispettoria, Maestro dei Novizi e personale – dopo la visita mi si era fatto sperare perfino che mi avrebbero tolto dalla Prefettura… Mah! Va a credere al mondo! – siamo come prima…”. Ai confratelli (che pur saranno contenti, perché il gatto lascia ballare) non fa certo del bene.
Ma Lei mi ha detto che non si può, e neppure Lei ad impossibilia tenetur – e così via. Ho capito (ed i Superiori me l’hanno detto nella forma più caritatevole e delicata) che bisogna aggiustarsi a fare tela col filo che si ha: e tenteremo di aggiustarci. Grazie somme dei tre preti: è il guadagno migliore.
Mi raccomando per la parte economica. Ho la nomea di lamentarmi, ma ho sempre presenti le parole del Ven. Sig. Don Rinaldi: “Guai se non chiedi!” e più quelle di Gesù: “Petite, pulsate…” e credo fermamente che otterrò. E per questa volta stop.
Preghi per chi sempre la ricorda.
Suo brontolone
Don V. Cimatti
E grazie degli aiuti finanziari preventivi: in genere non dico quattro, finché…
ALTRE IDEE
Nelle case di formazione specialmente il personale formi un blocco di carità.
Come insegnanti santifichino la scuola – vi è troppa preoccupazione per gli esami (al massimo si stringano i freni in funzione dell’esame all’ultimo trimestre), in vari vi è la mania delle lezioni cattedratiche, che nessuno capisce o pochi eletti credono di capire.
Maestri e assistenti conoscano i nostri regolamenti (specie quello scritto da Don Bosco per i soci e per gli altri allievi). L’estratto nelle Costituzioni ne rappresenta lo spirito, ma non è quello su cui si è formato la Congregazione. Bisogna che tale regolamento entri così com’è dappertutto e sia assimilato da tutti.
Formazione dei confessori nelle scuole di pastorale teologica. Ma perché Don Bosco, Don Rua, Don Piscetta riuscivano a confessare tanti e bene, ed ora si assiste a delle lungaggini interminabili, specialmente col femineo sexu?
Oh, avessimo alla mano l’ascetica di S. Francesco, S. Alfonso, Rodriguez, Don Bosco e fossimo anche in questo un po’ più semplici!
Perdoni! Mi erigo a maestro, mentre ho tanto bisogno d’imparare: ma che vuole? Certi bocconi non vanno giù e… bisogna (pardon) emetterli.
Mi staffili e preghi per me e perdoni lo stile… letto adagio e come se fossi vicino, capirà.
2182 / Ricaldone Pietro / 1938-12-24 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Singapore, 24 dicembre 1938
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Natale! Permetta che passi alcuni istanti con Lei, alla vigilia di questo bel giorno. Non ebbi il piacere di salutarla alla partenza… ma è stato meglio, perché mi sarei commosso troppo. Ero così convinto che il Signore mi avrebbe esaudito, ed in me così forte la persuasione… Ma non era ancora quella la mia ora – ed è bene anche questo, perché così mi preparerò meglio.61
Ed eccoci a grandi passi vicino alla meta. Primo strappo: separazione da Torino. Secondo dai confratelli dell’India. A giorni il terzo: Don Braga e poi, se arriverò, sul lavoro, e di là, a Dio piacendo, le darò notizie delle cose.
Grazie vivissime di quanto fa per noi e specialmente per me: continui a compatirmi, a sopportarmi: non sarà per molto tempo, ed a trovarmi buoni sostituti. E che pensare che ero venuto, dietro suo invito e assicurazione, proprio per questo… Ma si fa come si può, ed anche Lei: cercherò di fare meno fesserie possibili, in attesa… di tempi migliori. Non so ricompensare che con preghiere e sacrifici che offro a Gesù, a Maria Ausiliatrice, a Don Bosco proprio secondo le sue intenzioni.
Ed ora un po’ di rendiconto.
Salute: nulla di nuovo – ma a Torino non stavo bene e per quanto dipende da me, penso non mi vedranno più. Mi pare ora di essere in carreggiata, e tutto procede bene. I compagni di viaggio e le Figlie di Maria A. pure benino, pur sentendo tutti le conseguenze del viaggio.
Studio e lavoro: la salute mi permette di lavorare e vengo sbrigando la corrispondenza (saluti, ringraziamenti ai benefattori) – mi sono permesso di rivedere (non fosse altro come contributo di desiderio di cooperare) e aggiornare salesianamente le mie povere lezioni di pedagogia. A chi è più addentro ed ha le mani in pasta il fare assai più e meglio, specie dietro le di Lei direttive: ma mi permetta di esprimere questo povero pensiero: “A capire Don Bosco e tutto Don Bosco come pedagogista, bisogna capire e conoscere la Pedagogia del nostro Rinascimento italiano e della nostra Scuola tradizionale classica cattolica. Da questa hanno attinto e Francia e Germania e Inghilterra (cambiandovi nomi o trattandone esclusivamente e più a fondo un lato del problema – o solo educazione fisica o intellettuale… e alla moda loro, dando un calcio a S. Tommaso). La pedagogia moderna (la chiamino come vogliono… verba, verba praetereaque…) ripete l’errore. I nostri cari confratelli conoscono poco Don Bosco, perché conoscono poco S. Francesco di Sales – non conoscono (mi si sappia capire!) gli scritti di Don Bosco o non si hanno alla mano”.
Vedrà quante rivelazioni nel prossimo volume del nostro Don Caviglia su Savio, Besucco, Magone e Pietro. – Ah, che belle conversazioni ebbi col mio caro Don Caviglia! Non conoscono i nostri libri classici dell’educazione che hanno formato i nostri grandi educatori d’un tempo, da cui tutto il mondo ha appreso, riproducendola come invenzione propria e con nomacci incomprensibili per dar tono alle cose più semplici – non hanno alla mano i regolamenti.
Dai porti ho inviato al buon Don Ziggiotti il mio povero contributo, e mi pare di averci messo testa, cuore e volontà pur non avendo la possibilità di grandi consultazioni, ma so che il Rettor Maggiore ha già tanto materiale raccolto.
Per la didattica i nostri chierici hanno bisogno:
Di avere buoni insegnanti, che sappiano farsi capire e che non si lascino prendere dalla mania cattedratica – e specialmente santifichino ogni insegnamento.
Ah, le nostre tradizioni! Quanti insegnanti ricordano in scuola le feste, le novene, ecc. ecc.? Ah, il regolamento!
Di fare almeno un anno di tirocinio pratico con lezioni fatte da loro con osservazioni fatte dai compagni e dall’insegnante. Dove gli studentati sono vicini ad un collegio o scuola nostra è facile, ed è il più bel sistema per imparare a far scuola.
Perdoni lo sproloquio pedagogico: ho veduto che la pedagogia moderna, se ha fatto progressi in qualche vernice esterna (metodo attivo… vecchio quanto Matusalem! Et similia) nelle idee, se non ha regresso, non ha fatto progresso. Ho veduto e sentito nelle nostre case forse molta prosopopea universitaria – un certo qual fervore di studi – miraggi a raggiungere vette… e ricordavo il sogno di Don Bosco sul modo con cui il diavolo avrebbe abbattuto la nostra cara Congregazione.
E il desiderio di cooperare a far un po’ di bene in una via che (salvo la volontà di Dio) sento di amare assai assai: via per me più consona, perché (e questo è evidente) non sono fatto per comandare né ecclesiasticamente, né religiosamente. Solo per questo e… mi perdoni se ho voluto erigermi a maestro. Deus scit.
Occupo pure il tempo nella compilazione di un volumetto per le letture cattoliche che spero condurre a termine in porto prima di arrivare a Shanghai, e articoli per Bollettino Salesiano e Gioventù Missionaria.
Pietà regolare in omnibus. Tento acquistare buone abitudini nell’esercizio di tutte per poter raggiungere un qualche aumento di perfezione.
Per i Ss. Voti nulla di speciale. Dimenticai di domandare quali facoltà ho in relazione al voto di povertà per me e per i confratelli, perché – se non erro – nella magnifica circolare, Lei toglieva ai Superiori delle facoltà.
Per il tempo che fui in Italia: mi pare non trovai nulla di anormale in me per la carità. Qualche cosa che mi parve intravvedere qua e là ne feci tema di conversazioni orali o scritte con Lei o col Sig. Don Berruti o Superiori responsabili.
Idem per i nostri problemi. Non mi stancherò di ripetere ai Superiori (anche a nome del gruppo missionario Super. in Oriente):
Ci si aiuti pel personale in formazione, considerando le case missionarie delle Missioni alla stessa stregua delle case di formazione dipendenti dal Capitolo.
Lo sviluppo delle medesime (ho ammirato Foglizzo… Anche troppo… con quello che hanno speso lì avrei a posto tutti in Giappone… Mah! Fiat voluntas Dei! Almeno quella è a posto) non sia solo in Italia, ma anche nei paesi di Missione.
Raccomando ai Superiori i miei debiti.
Al momento null’altro: gran desiderio di farmi santo, di andare su e togliermi dalle cariche, specie quelle a base di fronzoli, e finché piacerà al Signore lavorare lavorare lavorare. E preghi per me e per i miei. Buon Natale e buon Anno.
Mi benedica con tutta l’anima.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
2183 / Ricaldone Pietro / 1938-12-24 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
l’apostolato missionario salesiano nel ritorno in patria e in missione62
Dal mare, [24] dicembre 1938
Rev. mo ed amat.mo Padre,
La gioia intensa provata nel rivedere Superiori, confratelli, benefattori ed amici viene attenuandosi nel desiderato ritorno al campo del proprio apostolato. Il “Conte rosso”, che trasporta le ultime squadriglie dei suoi figlioli e delle Figlie di Maria A. nell’Estremo Oriente, dall’India al lontano Giappone, porta pure con sé i pensieri e gli affetti di tante anime buone, che colla preghiera, col sacrificio, coll’aiuto dell’elemosina materiale vengono fiancheggiando il povero missionario e gli infondono anche parte di quell’eccitamento all’apostolato, che proviene dal sentirsi compresi e sostenuti, dal sentirsi amati ed apprezzati, dal verificare che il proprio lavoro è considerato come lavoro di pretta azione cattolica, di glorificazione di Dio e di espansione del suo regno in tutto il mondo.
Volli intervistare (mi permetta la parola del gergo giornalistico) i colleghi missionari viaggianti con me: il nostro carissimo Mons. Ferrando, col suo missionario Don Tomé; il bravo Ispettore Mons. Scuderi, Ammin. Apost. del Krisnagar, ed il simpatico Don Braga, Ispettore della travagliata Cina; belle e gioconde figure di apostoli salesiani, che pur provati, possiamo dire, dal fuoco, dall’acque e dal ferro, fiduciosi nella Provvidenza e con lo spirito salesiano, che sprizza loro da tutta la persona e dalla loro attività, continuano imperterriti a combattere nelle loro difficili posizioni. Furono con me concordi nel constatare, che in Italia e fuori, nelle regioni da loro visitate, il problema missionario ha davvero preso uno sviluppo ed un posto di predilezione nella mente e nel cuore del Clero e del popolo cristiano.
Nei Superiori diocesani o interdiocesani da noi visitati sotto l’impulso degli eccellentissimi presuli, funzionano zelanti circoli missionari; è accolta con entusiasmo la persona del missionario, viene chiarendosi sempre più il problema missionario; non come curiosità di avventure, di viaggi più o meno disastrosi, col contorno coreografico di imboscate pericolose, in cui fanno capolino fiere o serpenti o frecce avvelenate di selvaggi, ma come problema fondamentale di redenzione di anime, che non conoscono ancora il Signore.
E a queste consolanti constatazioni il cuore del missionario si dilata, si esalta e benedice il Signore, e pensa al futuro: a queste giovani anime sacerdotali, che porteranno nell’apostolato parrocchiale la forza, lo zelo, l’operosità del missionario tra gli infedeli, oppure, delineandosi in esse la vera vocazione missionaria, abbandoneranno la diocesi e voleranno tra gli infedeli a riprodurre l’apostolato di Gesù e dei suoi apostoli. E come era per noi confortante l’udire le parole, davvero sature dello spirito di Dio, di Ecc. Vescovi, che non solo non ostacolavano, ma ritenevano sommo onore per la loro Diocesi il poter dare annualmente alla Chiesa buon numero di missionari: “Siamo sicuri – dicevano – che si verifica per i nostri seminari, quanto affermava Don Bosco: il duplicarsi delle vocazioni nei medesimi”. E pensavamo insieme alle predicazioni, alle conferenze tenute nelle chiese, nei saloni e teatrini parrocchiali, dietro invito o benevola concessione de[gl]i zelanti parroci.
Oh, il nostro buon popolo italiano ama le missioni, ama sentir parlare – e a tali adunanze accorre anche l’elemento che ordinariamente non si vede in chiesa – e nei limiti delle sue possibilità, aiuta.
Là dove c’è fervore di vita cristiana non può mancare la comprensione in pieno del movimento missionario, come in altro senso si può anche dire, che il movimento missionario parrocchiale genera intenso fervore, quasi al punto di considerarsi come termometro dell’attività della vita parrocchiale, quasi fossero termini correlativi.
Coll’aumentare dell’organizzazione missionaria, è aumentato pure il numero degli iscritti alle opere pontificie missionarie, alle Riviste e pubblicazioni missionarie, ben fatte, riccamente illustrate, lette con passione e che vengono man mano diminuendo l’ignoranza dei problemi missionari (il massimo danno da cui possa essere affetto il popolo nostro).
L’unione missionaria del Clero viene sempre più estendendo le sue ramificazioni, e l’aver noi potuto assistere allo svolgimento di qualche settimana promossa dal Centro dell’Opera, valse a constatare quanto stia a cuore al clero italiano il seguire anche in questo importante problema le direttive pontificie.
Fervore di vita missionaria dunque un po’ dappertutto; sempre più chiara comprensione dell’importante problema, sempre migliore e più vasta organizzazione. Oh, quanto il popolo cristiano di tutto il mondo vivrà dell’azione cattolica missionaria, sarà d’assai facilità il problema della predicazione evangelica!
Ebbi anche l’occasione di tenere conferenze promosse dalle Associazioni di Cultura fascista o di dopolavoro nei rispettivi saloni, in cui vibrava all’unisono coll’amor di patria quello della fede: anche in questi ambienti il constatare gradita la presenza del missionario, ascoltata con avidità la sua parola, è l’indice eloquente di quale comprensione e nelle alte sfere e in quelle lavoratrici sia tenuto il problema missionario.
Che dirle dei nostri Isitituti di formazione salesiana e missionaria, dei nostri Istituti e collegi di educazione e di quelli delle Figlie di Maria A.? Non poteva non essere ammirato e commosso il missionario nel vedere lo slancio, l’entusiasmo del complesso dei giovani e delle Associazioni e Compagnie, che volevano dimostrare colle preghiere e frutti spirituali, col loro obolo, frutto alle volte di veri sacrifici. Oh, direttori, catechisti ed umili assistenti e insegnanti nostri, oh, Ispettori carissimi, godete di queste vostre attività; dei frutti meravigliosi di bene suscitati da questo vostro consenso e impulso per venire in aiuto alle missioni; delle mirabili vocazioni che venite regalando alla Chiesa e alla nostra Società! Voi avete ben compreso il desiderio di Gesù, e tutto Egli minutamente registra a vostro merito, concedendo per voi il cento per uno in questa vita e la vita eterna, perché voi lavorate con Lui a far conoscere il Padre suo.
Miriadi di pensieri – ricordi cari – visioni di bene – si affollano alla mente del missionario mentre l’occhio va spaziando sull’immenso mare.
Una ridda cinematografica di volti cari: Superiori, confratelli, allievi ed ex-allievi, parenti ed amici, benefattori, ammiratori ed una lunga teoria di ombre evanescenti, che modestamente vogliono conservare l’incognito… E poi moltitudini, che pregano e gridano con Gesù: “Ut omnes errantes… revocare digenris…”. E grosse lacrime di gioia riconoscente rigano intanto il volto del missionario… “Grazie, o mio Dio, e con Lui e per Lui, grazie a voi tutti!”. Oh, le ineffabili dolcezze e profondità insondabili della Comunione dei Santi, applicata alla vita missionaria!
E permetta, amato Padre, ancora un accenno alla nostra cara e povera Missione e alle nostre opere salesiane in Giappone. So che i confratelli (e con fraterna sollecitudine me ne informavano) hanno continuato con slancio il loro lavoro dall’inizio dell’anno missionario. A volo d’uccello (per Lei che conosce persone, opere e luoghi) un riassunto della loro molteplice attività, fisserà così anche ai lettori del Bollettino l’avvicendarsi storico dei grandi e piccoli avvenimenti nostri.
La formazione di tre nuove Conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli regolarmente federate, dà modo di ampliare il ritmo di attività caritatevole verso i poveri e gli ammalati; di mettere tante famiglie a contatto o in relazione colla missione; buoni semi che affondano tra gli abbandonati, tra la miseria materiale e morale, tra la poveraglia, ottimo substrato per gli effetti mirabili della carità.
Così a Miyakonojo, Beppu e Nakatsu per queste conferenze spero si potranno ottenere ulteriori e più abbondanti frutti di conversioni.
La Congregazione delle Suore giapponesi della Carità a Miyazaki va normalizzandosi e cinque nuove aspiranti hanno iniziato il loro noviziato.
Il gruppo dei primi orfanelli ricoverati all’Ospizio che non diedero prova di esser atti allo studio o a mestieri speciali, vengono formando un piccolo gruppo di agricoltori, i quali sotto le vigili cure del nostro bravo coad. Guaschino e Bealessio, si abilitano ai lavori dei campi; cominciano già a prestare il loro aiuto alla famiglia dell’Ospizio, da cui finora ricevettero tutto; preludio alla formazione futura di buone famiglie agricole, che non dimenticheranno mai la formazione ed il bene ricevuto dalla missione.
Il nostro Seminario riempie di consolazione e di speranze il cuore dei missionari: vita di famiglia, alimentata dalla pietà e dal lavoro. Dopo le brevi ferie d’agosto, una bella muta di esercizi ridiede il primitivo impulso spirituale e agli studi la tonalità di prima. Le vicende dell’incidente della Cina hanno determinato il richiamo sotto le armi del nostro caro confratello Nishimura insegnante al Seminario, a lui si fecero i commiati d’uso alla partenza – come pure il concerto del nostro Seminario ebbe campo di prodursi in occasione della visita della squadra “Gioventù Hitleriana” di passaggio a Miyazaki – partecipare ai lavori, che volontariamente in ore libere i giovani studenti fanno per aiutare le famiglie dei richiamati alle armi, e con una magnifica riunione sportiva, dare saggio nella festa dei Santi della loro attività ginnastica annuale.
In mezzo a questo fervore di vita è consolante vedere il chiarirsi preciso di ottime vocazioni tanto per la diocesi che per la nostra cara Congregazione.
Il nostro Don Marega ad Oita oltre il suo lavoro di apostolato continua le sue apprezzate ricerche sui monumenti antichi del cristianesimo e i suoi interessanti studi sul Buddismo, ricevendo preziosi contributi e consensi da autorità civili, scolastiche e di intelligenti in materia.
A Beppu viene sempre più delineandosi importante il lavoro di propaganda di carità fra gli ammalati colle visite a domicilio, colla propaganda stampa, colla musica, ecc.
Il Tubercolosario (Giardino di luce) è in piena efficienza, come pure l’Opera della S. Infanzia delle Figlie di Maria A., opere irradianti una sfera di benefica influenza per tutta la città. Data la posizione di questa e la sua ricchezza in acque termali, sabbie e fanghi è meta frequente di visite. Notevoli quella della missione Mongola, della R. Nave Montecuccoli nella persona del gentilissimo Comandante A. Da Zara e recentemente quella del Perù, fatte anche alla Missione cattolica.
Sono occasioni magnifiche di propaganda per la nostra missione che viene così ad essere messa in luce, valorizzata e ammirata sempre più. Sull’alto del magazzino della missione ora squilla una sonora campana, dono del Cappellano della Montecuccoli: così il saluto dell’Angelus è udito da buona parte della città. Voce di Dio anche questa, che si fa sentire. Già in qualche occasione la campana funzionò pure da segnalatrice d’incendio, attirando simpatia e ammirazione maggiore alla missione.
Nel mese di Agosto poi i suoi figliuoli si ritemprarono al lavoro cogli annuali esercizi spirituali, e chiude la serie la professione dei nostri cari novizi nella festa dell’Immacolata. Sono sei nuove reclute di cui un giapponese, che nel lontano Giappone si sono arruolati sotto la pacifica bandiera di Don Bosco.
Come vede, amatissimo Padre, non si tratta di grandi cose, ma so che al cuore suo paterno e a quello dei nostri amatissimi cooperatori e cooperatrici, non dispiacciono anche le cose minime dei suoi più poveri e più lontani figlioli, e d’altra parte in questo grande Impero è solo [con] questi sassolini, che cementati dalla preghiera e dai sacrifici dei buoni, si riesce a costruire le granitiche fondamenta.
La nave che trasporta lontano lontano i suoi figli sta costeggiando le terre già battute dalla Sacra Famiglia emigrante in Egitto.
I poveri pellegrini di allora portavano fra i pagani Gesù, via, verità e vita. Oh, ci ottenga, amato Padre, dall’Ausiliatrice nostra e da Don Bosco, che riescano a fare altrettanto i suoi salesiani d’Oriente.
Ci benedica tutti.
Suo
Don V. Cimatti
2184 / Zerbino Pietro / 1938-12-24 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
Singapore, 24 dicembre 1938
Carissimo,
Un po’ di lavoro.
Vedi ordinazione di libri e per il pagamento Don Tranquillo (meglio far subito – procura buone riduzioni – poi vedi se Don Bordas ha qualche mio deposito per articoli).
Certificato militare: non è dei miei.
Pagare la nota a Rungaldier, ecc.
E tu, allegro e buono e aiuta le missioni. Per S. Tommaso pregai per il fratello.
Buon anno.
Tuo
Don V. Cimatti
2185 / Ricaldone Pietro / 1938-12-30 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Don Bosco in Corea63
30 dicembre 1938
Amatis.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Una buona notizia che rallegrerà Lei e i Salesiani e cooperatori nostri. Già in altri tempi le avevo scritto del primo passaggio dei suoi figliuoli in Corea, in occasione dei concerti musicali di propaganda.
Avevamo constatato che il nome e la devozione di Don Bosco si estendevano sempre più; sul Bollettino diocesano a puntate usciva la vita – vari buoni coreani facevano domanda di venire a provare la nostra vita (e buoni elementi vengono preparati nel nostro Seminario di Miyazaki) ed oggi l’annuncio, che fa un bravo parroco coreano M. R. Don Lye, di una bella chiesa dedicata al nostro Don Bosco.
In un villaggio che si chiama EITOHO, che pochi anni fa era alquanto distante dalla Capitale Seoul ed ora incorporato come sobborgo della medesima, si era venuto formando una piccola cristianità di un circa 300 cristiani. Il piccolo nucleo operaio, coltivato con zelo dal proprio parroco, si moltiplicò, ed oggi che i cristiani sono saliti a 1790 si rese necessario che la piccola chiesa, costruita nel dicembre del 1936, fosse ampliata e la si volle dedicata a Don Bosco “il celebre apostolo moderno” come si esprime nella sua relazione lo zelante parroco.
Sono caratteristiche le ragioni per cui il parroco e i suoi cari cristiani vollero scegliere come loro patrono speciale Don Bosco. Primo: perché i cristiani sono poveri, e Don Bosco che fu campione di povertà li può proteggere con maggior cognizione di causa. Secondo: perché in questa cristianità sono fiorenti le associazioni giovanili. Don Bosco così amante della gioventù non può non accogliere con gioia di essere loro patrono.
Le associazioni giovanili per fanciulli e fanciulle contano 100 iscritti, e quelle per giovanotti e ragazze 93, bel nucleo che viene addestrandosi alle più belle manifestazioni di azione cattolica nello spirito di Don Bosco, secondo le direttive del Papa di Don Bosco.
Questi bravi Coreani hanno letto bene nello spirito di Don Bosco, accanito amatore della povertà e appassionato amatore dei giovani, due fulgide gemme che lo caratterizzano assai bene.
Il 9 giugno 1938; proprio in occasione delle nostre feste cinquantenarie, S. E. Mons. Larribeau delle Missioni Estere di Parigi, Vescovo di Seoul e grande amico dei Salesiani, si degnava benedire la bella statua di Don Bosco che si venera nella chiesa.
Oh, il Signore benedica quello zelante parroco e i suoi coadiutori, che animati da vero spirito salesiano nell’organizzazione dell’Oratorio, dei circoli giovanili e nell’insegnamento catechistico mettono le basi di quella vita che formerà dei veri cristiani di cui si onorerà la Chiesa e la Patria.
E a quando i Figli di Don Bosco in Corea? Anche in quel fertile campo sono attesi e ad un suo cenno vi andremo volenterosi, sicuri che Don Bosco, il quale sta aprendoci la strada, aiuterà a fare per la gioventù dei buoni Coreani quanto si fa dai suoi figli in tutto il mondo. Faxit Deus.
Benedica, o buon Padre, questi buoni cooperatori nostri in Corea, tutta la gioventù loro affidata, ed anche i suoi lontani figli del Giappone.
Don V. Cimatti, sales.
1 Era stato missionario in Giappone, poi tornato in Italia per motivi di salute. Sempre affezionato a Don Cimatti. Piova a cui qui si accenna era la casa di montagna, dove andavano anche i chierici di Valsalice.
2 Mettiamo qui di seguito alcune lettere a lui indirizzate che sono senza data. Alcune di esse possono essere anche anteriori.
3 Le parole sottolineate qui e la seguente sono approssimative: non si riesce a leggere il testo dell’originale danneggiato.
4 R. M. 858, manos. , inedito.
5 Effettivamente la consacrazione di Mons. Doi fu tenuta il 13 febbraio. Il 31 gennaio don Cimatti era a Miyazaki, dove Don Cavoli gli presentò la prima stesura delle nuove Costituzione dell’incipiente Congregazione della Carità. Per la consacrazione dell’Arcivescovo, in data 9 novembre aveva composto un “Ecce sacerdos magnus” su cui scrisse “Si est possibile e si vous plais”.
6 Don Marega, parroco di Oita aveva estremamente paura dell’incendio: per questo aveva ottenuto durante la notte di tenere accesa la lampada elettrica invece della prescritta a olio, davanti al SS.mo Sacramento.
7 Scritto alla maniera veneta, omettendo la doppia “t”.
1 Con decreto 20/12/1937 la Visitatoria San Francesco Saverio del Giappone venne creata Ispettoria e Mons. Cimatti, pur rimanendo Prefetto Apos. fu nominato primo Ispettore. In data 29/1/1938 ricevette la lettera dei Superiori che gli comunicava la nomina. Il giorno 24/2/38 nelle case venne letta la circolare colla quale si dava notizia della nomina a Ispettore, inviata da Lui stesso.
8 R. M. 862: manos. pubblic. insieme a parte R M 858 in BOLLETTINO SALES. Giugno 1938.
9 L’erezione in Ispettoria fu fatta il 2 dicembre. La nomina a Ispettore il 29 gennaio. La lettera arrivò il 22 febbraio. Automaticamente Don Cimatti dovrà partecipare al Capitolo Generale insieme con un delegato da eleggersi dai confratelli nel primo Capitolo ispettoriale.
10 Da un manoscritto di Mons. Cimatti che è dichiarato “Copia”, certo dell’originale mandato all’interessato.
11 Si può essere sicuri che del medesimo tenore di questo biglietto abbia scritto anche alle altre case.
12 Nell’originale manca il cognome e la data: si tratta quindi di data e cognome solo approssimativi.
13 L’appendice si trova unita alla petizione all’Arcivescovo Mons. Doi. Dovette essere un pro-memoria per i Superiori Maggiori venuti in Visita straordinaria nell’estate del 1937.
14 nel testo: anno.
15 Si tratta del primo Capitolo Ispettoriale dell’Ispettoria giapponese. C’è una foto del gruppo.
16 Si tratta della Missione Fascista, venuta come segno di amicizia tra Italia e Giappone comandata da S. E. Paolucci, che ha voluto visitare le opere salesiane.
17 Don Cecchetti era famoso per le sue barzellette.
18 Scritto su due foglietti diversi e in varie direzioni: alla fine dovette accorgersi e per questo scrisse sulla testata: “Comincio a scrivere come P. Bulteau che scriveva un po’ qua e un po’ là…”.
19 È probabile che insieme alla seguente sia la minuta di quanto fu mandato in giapponese ai cristiani.
20 Nel retro di un’immagine.
21 È probabile si tratti della decisione di ritirare le Figlie di M. A. dall’Asilo di Miyazaki.
22 Si tratta dei novizi coadiutori.
23 Nell’adunanza dei vescovi era stato fatto osservare che non pagava le spese per i chierici che frequentavano il Seminario di Tokyo.
24 Missione fascista.
25 Don Cimatti era partito da Miyazaki il 10 maggio, diretto a Shangai dove si imbarcò sul Conte Biancamano.
26 Vuol dire che ha diecimila Yen di debito.
27 Sono il gruppo che faceva capo alla Nagata.
28 Manoscritto. Nel retro si trova il canto: Al cuore Immacolato di Maria (Cfr. tra la musica).
29 Indirizzata ad una Suora della Casa Generalizia delle F.M.A. probabilmente Madre Nella Genghini, Segretaria del Capit. Super. che spesse volte chiedeva a Mons. Cimatti di musicarle delle poesie di sua fattura. Era nel tempo in cui Santa M. Mazzarello non era ancora Santa, quindi tra il 1938 e il 1951. Lo scritto accompagna della musica.
30 Mons. Cimatti, direttore del Piccolo Seminario, partendo per partecipare al Capitolo Generale della Società Salesiana, aveva lasciato come suo rappresentante al Piccolo Seminario Don Tassinari, giovane sacerdote. Di qui la ragione per cui lo segue in modo particolare.
31 R. M. 874: manosc. inedito. Sarà bene notare che questa come la precedente relaz. sono state scritte mentre Mons. Cimatti era in viaggio per andare in Italia e ivi partecipare al Capitolo Generale.
32 R. M. 873: manos; inedito. Mons. Cimatti sulla testa scrive: “Anche se gli art. non sono pubblicati possono servire per la storia della Missione e Opera salesiana”.
33 Questo Sig. Boffa o Dr. Boffa che viene fuori anche in altri scritti a Don Cecchetti era un membro della Commissione Italiana che aveva visitato il Giappone e anche Beppu e che ora viaggiava verso l’Italia sulla medesima nave di Mons. Cimatti.
34 Manca l’originale. Ce n’è copia nella Cronaca del Noviziato 1937-8 dopo la data 30/6/1938.
35 R. M. 882, manos. inedito.
36 Don Bovio era stato nominato maestro dei novizi al posto di don Tanguy.
37 Il libro tradotto da Don Marega è il “Kojiki”, il più antico scritto giapponese, circa la mitologia ecc.
38 Dottoressa cristiana dell’“Hikari no sono” andata in Italia per specializzarsi nella cura degli ammalati tubercolotici.
39 Chierico salesiano giapponese, chiamato al servizio militare. Era una delle migliori speranze. Morì poi a Manila nel 1945.
40 Scritto e firma autografa.
41 Vi è allegata un lettera in latino firmata dai seminaristi e da Mons. Cimatti Rettore del Seminario e Pref. Apost.
42 Sia lui che Zanarini erano stati in Giappone, studiarono Teologia a Hong-Kong da cui tornarono in Italia. Non tornarono in Giappone ma furono sempre affezionati a Don Cimatti.
43 Lo raccontava ridendo. Era Monsignore, Prefetto Apostolico. Quando l’hanno visto così dimesso come usava essere senza insegne, l’hanno rifiutato.
44 Delle MEP professore di morale al Gran Seminario di Tokyo.
45 Lo stesso don Crevacore annota: “La lettera del suo Ispettore – in un momento in cui si trovava occupatissimo in Italia – al suo suddito, giovanotto di 22 anni, studente del secondo anno di permanenza in Giappone è un capolavoro di comprensione e di sapienza nella guida specie dei giovani”.
46 Dalle questioni trattate e dalla calligrafia, questa lettera deve essere del 1938, quando don Cimatti era in Italia e don Valentini con don Gennaro erano alla Crocetta. Esprime bene il pensiero di Don Cimatti circa l’amicizia, e il problema dell’educazione sessuale dei giovani.
47 Conforme all’originale: R. M. 887; manosc. pubblicato
48 Il chierico Del Col aveva perso il crocifisso ricevuto alla partenza per le missioni. Don Cimatti gli regalò il suo. Dopo la morte di Don Cimatti Don Del Col lo restituì ed ora èconservato nel Cimatti Museum di Tokyo.
49 Circa le sue attività in Italia, Don Cimatti nel suo Diario scrive: “In Italia il Superiore nei limiti del possibile ha avvicinato persone, autorità della Società, e facendo circa 150 conferenze con materiale gentilmente concesso dal Governo giapponese (film, opuscoli ecc.) rafforzò nelle Case salesiane e in molti amici e ammiratori i legami di simpatia per la missione e le opere nostre in Giappone e speriamo di vederne i frutti sempre più copiosi materiali e spirituali, perchè si fece attiva propaganda spirituale con richiesta di preghiere e sacrifici per la salvezza di queste care anime.” Evidentemente, le conferenze di Don Cimatti erano sempre accompagnate da musica e canti.
50 Mettiamo qui queste lettere senza data a Don Dal Fior ancora chierico. Fu ordinato sacerdote nel marzo dell’anno seguente.
51 Manca l’originale. Copia nella “Cronaca del Noviziato” dopo il 30/11/1938.
52 Salesiano, per molti anni parroco alla Basilica del S. Cuore a Roma.
53 [Manca l’inizio dello scritto, dattiloscritto. Si trova scritto a mano in margine da Mons. Cimatti: “In base alla conversazione del 21 c. m. invio relazione. N. Person. – forme di attività…”. Ne restano due copie identiche. La spedizione fu fatta attraverso l’Ospizio del S. Cuore di Roma.
54 Questa Enciclopedia fu veramente regalata, e si trova ancora nella biblioteca dello studentato di Chofu.
55 Il numero romano che si trova anche in altre lettere scritte in Italia, indica l’anno dell’era fascista, come si usava in quei tempi.
56Si tratta dei testi di pedagogia editi precedentemente, riveduti dallo stesso autore Don Cimatti, forse per incarico dello stesso Don Ziggiotti, Consigliere Scolastico generale. Non se ne fece nulla. Il manoscritto è conservato nell’archivio della Congregazione Sales. a Roma. Don Ziggiotti lo fece vedere a più di uno: alcuni diedero parere favorevole, altri no.
57 Don Cimatti dovette essersi imbarcato per il viaggio del ritorno il giorno 7/12. Questo è uno dei tanti biglietti che certo dovette aver scritto appena trovò un po’ di tempo libero sulla nave.
58 Il chierico Bechis era stato per alcuni anni in Giappone.
59 Si tratta dei testi di Pedagogia precedentemente pubblicati e ora riveduti, ma non furono ristampati.
60 Si tratta di uno studente del Collegio Salesiano di Verona.
61 Appare evidente il pensiero che sarebbe morto. È chiaro che durante la permanenza in Italia ci fu un periodo in cui stette malissimo.
62 R. M. 902: manos. pubblicato in Bollettino Sales. Febbraio 1940.
63 R. M. 912: manos. inedito.