1052 serié


1052 serié



1052 / Seriè Giorgio / 1933-1-… /


a Don Giorgio Seriè, Consigliere Generale per gli Oratori



Visitatoria S. Francesco Saverio

Gennaio 1933

Molto Rev. Sig. Don Seriè,

Nell’occasione dell’invio del materiale che già in varie riprese spedii a Torino, illustrante i nostri oratori del Giappone, permetta che ripeta sia pur brevemente quello che si è potuto fare in Giappone per iniziare quest’opera così vitale anche fra noi.

Dal 1927 anno in cui abbiamo iniziato il lavoro salesiano in questa missione, si sono pure iniziate le riunioni dei ragazzi e delle ragazze nelle singole nostre residenze, dove fu possibile, quotidiane, dove non fu possibile, settimanali; e nei luoghi dove il missionario non ha residenza fissa, mensili.

Date le ristrettezze dei locali non possiamo avere delle grandi adunanze, inoltre bisogna notare che chi frequenta sono per la massima parte pagani (quindi non si può parlare di Oratori nel vero senso della parola) – e per noi la massima difficoltà è che la scuola essendo fornita di tutti i conforts moderni per giuoco, ecc. e vigilata con cura dai maestri, salvo i giorni delle ferie, che sono anch’esse piene di attrattive per parte della scuola o obbligatorie o libere, ne viene di conseguenza che è assai difficile la riunione dei giovani come nei nostri paesi. Il fanciullo è in generale congedato tardi dalla scuola e giunto a casa, oltre ai doveri scolastici, ha parte integrante nei lavori di famiglia, colla cura dei fratellini e lavori domestici – i genitori vogliono che il fanciullo veda e quando e come lavorano i genitori, ecc.

La frequenza quotidiana, se non è corredata dai dopo-scuola fatti bene e da giapponesi, possibilmente insegnanti, può essere più di danno che di vantaggio.

Quindi l’oratorio deve essere in pieno accordo colla famiglia e colla scuola, se non si vuole vedere frustrato in breve tempo denaro e lavoro. Essendo per la massima parte pagani, salvo un permesso esplicito dei genitori, non è conveniente parlare di religione, perché molti genitori proibirebbero immediatamente ai figli di venire alla missione.

Per queste ed altre ovvie ragioni siamo in una delicatissima posizione ed è probabile che non si sia ancor trovata la vera formula per impostare bene questo problema.

I risultati sono diretti per i cristiani, perché volere o no l’insegnamento della religione quotidiano, dove è possibile è certo un bene.

Inoltre il funzionamento delle Compagnie e del piccolo clero là dove è possibile, dà come altrove i buoni frutti a tutti noti.

I risultati sono almeno indiretti per i pagani: avvicinamento alla missione dei fanciulli e dei parenti; riflesso indiretto con discorsetti morali, cogli insegnamenti di varie forme (proiezioni luminose, distribuzione di libri; dopo-scuola, scuola serale, musica, teatro, passeggiate, ecc.); sono inoltre utili per il missionario, specialmente giovane e per i chierici (buon tirocinio).

Fin dall’inizio nessuno di noi ha sentito la nostalgia, perché non si è trovato isolato, ma subito in mezzo ai fanciulli. Si comprendono tante cose del carattere e anche del linguaggio popolare, così diverso da quello che si studia sui libri. Ci si affeziona di più alla missione. Dando modo di mettersi in relazione coll’autorità familiare e scolastica, e per mezzo dei fanciulli penetrare in esse. E poi è della sostanza nostra e quindi… ci devono essere.

Qualche dato numerico vede sull’accluso, e altro può trovare presso l’ufficio missionario. In breve: a tutt’oggi i nostri oratori sono in tutte le residenze (6) e sei fuori residenze, con un complessivo di mille allievi. È di questo mese la fondazione di una nuova residenza a MIYAKONOJO e si inizia naturalmente colla riunione di ragazzi, e quella più importante di Tokyo in uno dei quartieri della capitale, proprio di quelli che piacciono a Don Bosco, ed anche là si inizia coll’Oratorio. Spero che così anche il numero dei giovani crescerà e col numero la conoscenza più estesa di Gesù.

Il materiale fotografico quale ho potuto raccogliere, perché molto fu inviato a Torino, illustra il nostro modesto lavoro, che però bisogna valutare alla stregua dei concetti sopraindicati.

L’organizzazione cattolica è pure iniziata con associazioni di vario genere annesse, che data la natura del popolo giapponese, devono adattarsi caso per caso, alle condizioni locali.



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