Ricaldone,D |
1787 / Ricaldone Pietro / 1937-1-2 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 2 gennaio 1937
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Grazie della sua ultima (6/12/36), in cui mi dà la consolante notizia del prestito del Sig. Duranti. La Madonna mi ha esaudito e avevo promesso Lire 1000 per il nostro caro Santuario e volentieri sottraiamo al pane per ringraziare la Mamma – e le unisco parte della somma –: sono dunque 100 mattoni, che sono certo diventeranno pane spirituale per noi. Deo gratias! Da tempo domandavo il prestito, non per opere nuove, ma per sostenere le presenti, e per il pane: non tema, è per il pane. E bisognerà che i Superiori vengano in aiuto, aumentando il sussidio, se no non si va avanti.
Il Signore non manca di consolarci:
A Beppu ho imposto l’abito a 5 novizie giapponesi delle Figlie di Maria A.
A Tokyo a tre nuovi chierici giapponesi, e iniziato con nove il nuovo noviziato.
Il giorno di Natale una quarantina di battesimi. A Mikawajima (2700 orator. – alla scuola 300 – a Miyazaki 700 – a Miyakonojo oltre 1000 – Beppu, Oita, Nakatsu, Takanabe rispettivamente 300). Quando c’è da ricevere corrono molto di più, ma sono anime pagane che almeno avvicinano Gesù… Ah, vorrei fare a Tokyo come a Torino, nei rioni poveri e guasti, oratori, oratori… Ma come si fa a Miyazaki?… Ma tanto presto vado in Paradiso, e buona notte!
Il 29 dicembre (vero decennio della nostra prima partenza) le prime 7 professioni salesiane – di cui 2 chierici giapponesi – seguite fra poco da altre di due coadiutori giapponesi, adunque 9. Dolorosamente un coadiutore cessò e andò in altra associazione, e un chierico si ammalò e dovrà rifare il noviziato, ma penso riuscirà. Deo gratias!
Nello stesso tempo non manca di provarci:
Povertà assoluta… Evviva la Provvidenza! Ma passo dei momenti…, non per me, ma per i confratelli: ma vorrei fosse la ricchezza di noi tutti – temo non sia perfetta.
Forner (stampatore) ha messo la mano tra i cilindri della macchina. Grazie a Dio frattura semplice di tre dita, ormai guarite.
Ma più di tutto la condizione del mio povero e caro Don Lucioni – non riesco a calmarlo, e mi sento nella necessità di riinviarlo. È ammalato, è ammalato di corpo e spirito. Qui non conclude per l’anima sua – mi lascia un vuoto che non so come e quando potrò colmare, ma prima salvi l’anima sua. Fosse un sano, definirei tutto così: “Superbia e chiodo, mancanza di carità”. Ma è ammalato, è ammalato: così pure mi ha confermato il buon Padre Matteo. Creda caro Sig. Don Ricaldone, le sofferenze provate in 10 e più anni di missione sono dolci in paragone di quanto si soffre nel vedere questi cari confratelli che vanno alla perdizione, sia pure che si debbano scusare per malattia. Vedrà che Don Edmondo (Lucioni) non concluderà, tanto più che oltre al già detto è attaccatissimo alla famiglia e alla patria. Prego per lui – ma non so come fare a trattenerlo e quanto prima lo lascerò partire preavvisando naturalmente… Fiat voluntas Dei.
Non sono a posto pure i coadiutori Masiero, Ferrari e Paulin… Ma sono cose vecchie che solo ora vengono a conoscersi. Spero che il Visitatore (non si sa né chi sia, né quando arrivi, né se siano cose speciali da fare per l’occasione… Quando venne Lei, il Sig. Don Rinaldi e Lei preavvisarono e diedero norme… Ma verranno certo al tempo stabilito) aggiusterà tutto, ma sono povere anime che non sono a posto.
Ed ora breve mio rendiconto:
Mi pare tutto regolare: sanità, lavoro e pietà ed osservanza regole… Non viene meno la volontà di santificazione.
Lei conosce le mie difficoltà, che anziché diminuire crescono, per l’assoluta mia incapacità di comando. Ma spero che il Signore mi esaudirà, ed un giorno o l’altro bisogna pur finire.
Responsabilità a chi tocca – per me non posso che insistere in coscienza. I fatti, mi pare, parlano chiaro: finanze a terra – anime che si sono perdute o si perdono – lavoro sui trampoli.
Amatissimo Sig. Don Ricaldone, ci vuole una mano forte organizzatrice… Don Cimatti non ha la forza di concludere. Fiat voluntas Dei.
Pare tramontata la questione della nuova missione ai Salesiani in Giappone, essendo annunciato ufficialmente la presa di possesso da parte dei Francescani che emigrarono da Kagoshima, affidata al clero indigeno.
Presto ci sarà anche la nomina del Vescovo o Arcivescovo indigeno di Tokyo.
E per oggi basta. Buon anno. Se il Signore mi dà la vita quest’anno infuocheremo i nostri di amore a Gesù Eucaristico secondo la bella strenna.
Goda… I suoi figli sono all’avanguardia per il numero delle Comunioni dei loro… Speriamo fatte come vuole Gesù.
Ed ora mi benedica speciatim e con me tutti i suoi figli, specialmente i due chierici Nishimura Giovanni e Akimoto Martino e prossimamente i coad. Yamamoto Giovanni e più tardi l’altro.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1788 / Berruti Pietro / 1937-1-7 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 7 gennaio 1937
M.R. ed amat.mo Sig. Don Berruti,
Finalmente mi si annuncia il suo caro ritorno, e anche Don Cimatti ritorna a darle lavoro.
Dalla Crocetta mi si invia il conto di Zanarini che fu già in Giappone. Da Roma il ch. Floran scrive aver avuto dal Sig. Don Berruti assicurazione che agli effetti economici ecc. è dipendente dal sottoscritto. Essendo per me un fatto nuovo – né avendo comunicazione della cosa dai Superiori – né sapendo quali siano le mie attribuzioni o doveri al riguardo prego farmi illuminare. È un bene? È un male il ritorno di questi figliuoli, sia pure siano sacerdoti? Non so valutarlo, e prego i Superiori con tutta libertà di decidere. La mia testa e le forze ormai non sono in grado di valutare. Quindi attendo spiegazioni di ordini per sapermi regolare.
Il fatto più doloroso è che sono obbligato a far ritornare il confr. Lucioni che non riesco a trattenere. Si fa forte di un urto con Don Cavoli che gli ha detto parole forti – allontanandolo dalla casa di Miyazaki. Don Cavoli scrisse le scuse – lo invitò, anche me presente, varie volte al ritorno – ma è intestardito, vuol soddisfazione di diritto – sa il Signore quanto Don Cimatti ha fatto – ma la superbia e il non fondo di carità anche solo cristiana gli fa un velo tale che non ammette luce. Vuol ricorrere a Roma. Inoltre si lamenta che fu lasciato in abbandono non dandogli gli aiuti spirituali, ecc. Carattere difficile, per la malattia, è difficile trovare chi resista a stare insieme – e preferì la situazione sua come missionario ambulante che i superiori conoscono, ad altri inevitabili urti. Per me è ammalato in tutti i sensi, e non lo incolpo di nulla, né di quanto soffre lui povero uomo, né di quanto (sono persuaso senza lui volerlo) fa soffrire gli altri. Ma non posso lasciare la sua anima né anime così – è meglio il ritorno. Se sbaglio nella determinazione, il Signore e i Superiori mi perdonino, ma è il bene di quell’anima e il bene generale l’unico determinante. Per me, ripeto, è un ammalato materialmente e spiritualmente – superbia (egocentrico) e non carità – attaccatissimo alla famiglia e patria.
Il nuovo elemento si viene studiando, e vedremo.
Scrissi al Sig. Don Ricaldone in relazione al Ch. Filippa che in pratica domanda il ritorno per le mutate condizioni della famiglia, dopo la morte del fratello. Per me è indifferente la cosa, ma desidererei chiaro il pensiero dei Superiori, che sul posto possono decidere, anche se a Torino dicono ai genitori: “che dipende da Don Cimatti il decidere o il concedere il permesso”. Parlo ora col chierico. Egli, data la debolezza della fede dei parenti, teme un distacco più forte. La sua presenza a Torino (ove potrebbe alla Crocetta terminare con calma i suoi studi teologici) darebbe speranza buona per quelle anime. Sotto questo punto di vista ne guadagnerebbe assai anche la formazione del chierico. Supplico i Superiori di una risposta chiara. Il chierico non ha dubbi sulla sua vocazione missionaria, ma non vuol prendersi la responsabilità di una débâcle nella fede dei suoi: egli non vede altra soluzione. Prego venirmi in aiuto anche in questo.
In Luglio il Visitatore? E pensare che è dal 1935 che lo si attende.
Avendo occasione di parlare col coad. Merlino veda di saggiare il confratello sull’opportunità del ritorno. Ha difficoltà interne da manifestare – ebbe poi urti forti con Don Marega suo direttore, che non riusciva a piegarlo a fargli fare i lavori di casa (pulizia, ecc.) ed otteneva risposte dure o non risposte – senza cordiale avvicinamento, ecc. Certo Don Marega è nervoso – ma ha fatto di tutto per aiutarlo spiritualmente – ed anche per tentare l’affiatamento. Veda di aiutare quest’anima in tutti i sensi.
Imploro aiuto dai Superiori. Non ho forza morale sui confratelli – non me la sento più (non perché non voglia) – non esce più niente – e sono a terra materialmente – finanziariamente. Ma perché, caro Signore, perpetuare questo stato di cose? Fiat voluntas Dei!
Scusi, caro Sig. Don Berruti, dei dispiaceri che do ai Superiori – ma quando non se ne può più, non se ne può più.
Così come sono, sono un osso spostato: se ne persuadano i Superiori, pur essendo la mia continua preghiera “Fiat voluntas Dei”.
E preghi per questo povero:
Don V. Cimatti, sales.
1789 / Tirone Pietro / 1937-1-7 /
a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale
Miyazaki, 7 gennaio 1937
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Tirone,
Grazie delle sue informazioni preziose sui coadiutori. Penso che la formazione del coadiutore, e specialmente quella del coadiutore in missione e specie ancora per il Giappone, sia un problema che bisogna che i nostri cari Superiori affrontino in pieno: direi, meglio ancora, il problema del personale della missione.
Conosco pochissimo il mondo missionario ed in genere il mondo salesiano non italiano – ed essendo stato quasi per trent’anni coll’elemento chiericale, la cerchia della mia esperienza (poca e povera davvero!) è assai limitata: da ciò la massima parte delle mie difficoltà. Non sono navigato per questo lavoro, né i più che dieci anni di Giappone mi danno orizzonti fuori del piccolo nido dell’Estremo Oriente. Sono ben semplice quindi nel voler dare consigli ai Superiori, mah…1
Grazie dell’annunziata visita del Visitatore che tutti attendiamo assai presto (era assicurato per il 1935), ora si dice in Luglio – fiat voluntas Dei e che aiuterà in tutte le cose che occorrono, ad eccezione fatta di denaro… proprio in cauda venenum. E pensare che [è] il problema formidabile delle missioni. Come vuol fare guerra senza armi? Mah! Per fortuna che l’esperienza ha fatto vedere chiaramente che Don Cimatti non ha la dote “disbrigo affari”… ed è bene che non m’insedi a legiferare in materia. Deus non adjuvet. La preoccupazione materiale non può certo conferire al lavoro di apostolato e più al lavoro di formazione del personale.
Don Tanguy ne sa qualche cosa, e l’origine di molte delle sue ansietà è questa… E Lei mi scrive che il Visitatore… Beh! Fiat voluntas Dei, e che da questa visita risulti gran bene.
Ho tre coadiutori che non sono a posto: Ferrari, Paulin e Masiero: né so se li tireremo su. Il povero Don Lucioni idem: sono obbligato a farlo ritornare. È ammalato materialmente e spiritualmente. Chissà che i Superiori riescano… Mah! dubito per l’anima sua – manca la base “umiltà e carità” per me lo copro col mandato dell’irresponsabilità per malattia.
E preghi per me. Penso vicina (e la desidero ex corde) la fine – possa salvarmi, pur non essendo riuscito a salvare nessuno… Il Signore non ha permesso questa consolazione esterna e lo ringrazio di cuore.
In dieci e più anni di missione ho fatto il questuante e dei debiti. Bel costrutto! Ad ogni modo “bonum mihi quia humiliasti me… Filios enutrivi et exaltavi…”. Spero non dover cantare il seguito. Mi perdoni lo sfogo.
Preghi preghi preghi per me. Sa il Signore solo quanto Don Cimatti soffre nel dovere fare quanto non sa e che in coscienza ripugna.
Preghi per me affinché si compia in me perfecte la volontà di Dio, appunto perché non la capisco.
Tutto suo
Don V. Cimatti, sales.
1790 / Barbaro Federico / 1937-1-8 /
al chierico Federico Barbaro, tirocinante
8 gennaio 1937
Caro Barbaro,
L’eco ha portato i tuoi sbuffi filosofici fin nella piana tranquilla di Miyazaki. Bravo! Sfogati pure.
Quando ero bambino (no, fanciullo) in collegio cantavo come un… Poi venne il cambio di voce e mi dissero di non cantar più. E mi adontai… e per un po’ non cantai… e ho avuto anche il pensiero: “Ora la musica perisce…”. Applica un sillogismo in barbaro… Dal momento che si desiderava lasciarti libero per la teologia si pensò dapprima a farti continuare fino ad aprile – poi di farti fermare subito, perché non c’era altro da fare… Dovevi fare altro, e anche perché c’era chi poteva sostituire. È naturale che provi quello – come lo provò chi scrive, quando laureato (diamoci tono!) in scienze a Valsalice un estraneo occupava la cattedra.
È naturale, come è naturale che non toglie questo né il sapere, né il merito (perché tu non solo saresti pronto, ma desidereresti – come Don Cimatti desidererebbe far scienze agrarie – specie concime, cessino et similia – e specialmente musica… Filosofia?… Non ci capisco… Pedagogia, ecc. ecc.).
Brutta cosa dover insegnare ciò che non si sa… Oh, è gran parte della vita salesiana e della vita umana e specie della vita religiosa… E quel che è peggio non solo limitato all’insegnamento, ma alle cariche, alle spese, ecc. Chi scrive ne sa qualcosa. Guai se tu filosoficamente applichi il tuo periodo scritto in… riga alla realtà della vita! Ad ogni modo per noi salesiani:
Artic. 46 di Regole: rendiconto.
Se sbaglia il Superiore a comandare, non sbaglio io ad ubbidire. E avanti.
Il Signore ha bisogno di formarti altro che a queste cose: ti vuol pian piano piallare, sbucciare, frantumare affinché esca l’uomo nuovo, e comincia ora a dare di mano allo scalpello e martello… e scheggia… E tu gridi?… E perché?
Perché temi si dica che non sai italiano e latino? Perché ti pesa la preparazione? Perché? Perché?… E non continuo. È il nostro piccolo io che vogliamo per noi, e che invece LUI vorrebbe per sé: e così chiaro… e tu lo capisci bene al fine della lettera. L’egocentrismo, non c’è bisogno di erigerlo a sistema filosofico: è in noi, tutti sai, tutti, tutti.
È in questa lotta e in questa vittoria l’acquisto di Gesù, assai meglio della filosofia, scienze, musica… pur cose belle perché emanate da LUI. Un baso, Federico.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1791 / Circolare Salesiani / 1937-1-11 /
ai Confratelli della Prefettura Apostolica e Visitatoria salesiana S. F. Saverio
Miyazaki, 11 gennaio 1937
Carissimi,
Vi prego di prendere in benevola considerazione le seguenti raccomandazioni e di fare tutto il possibile per metterle in pratica.
Si è trovata la via per far pervenire in Giappone le eventuali offerte che si devolvono per noi in Italia. Il problema adunque è di raccogliere offerte quanto più è possibile. Prego adunque i singoli confratelli ad investirsi della gravissima necessità in cui ci troviamo per far fronte al problema della vita ed al sostentamento delle opere, e secondo le direttive dei rispettivi direttori fare opera di forte propaganda nelle forme che si ritengono più opportune e fare indirizzare le offerte a Don Liviabella che si impegnerà per il sollecito invio. Preghiamo, facciamo economia e diamoci attorno per suscitare numerose fonti di beneficenza. Pare che la visita sarà nel prossimo Luglio e che per quell’epoca Don Liviabella sarà di ritorno: occorre dunque per tempo scrivergli per eventuali necessità di cui egli possa incaricarsi.
Si avvicina la festa del nostro Patrono e del nostro Fondatore. Là dove è possibile o conveniente si faccia l’adunanza dei giornalisti, si faccia possibilmente una familiare riunione dei Cooperatori (si potrebbe in quell’occasione distribuire i diplomi), si prenda l’occasione per diffondere il culto di Maria A., ecc.
Dal 3 al 7 Febbraio in occasione del Congresso di Manila si accentui la pietà eucaristica in tutti i fedeli, invitandoli a fare la S. Comunione e preghiere speciali affinché Gesù sia conosciuto specialmente in Estremo Oriente (è l’espresso desiderio del S. Padre) e si diffonda in tutto il mondo il culto eucaristico. Pur lasciando ad ogni missionario e capo di casa il determinare secondo l’ambiente o la possibilità le modalità delle manifestazioni per unirsi in spirito al Congresso e cooperare al felice risultato del medesimo, propongo:
L’ora di adorazione la sera del 4 Febbraio;
Funzione più solenne del primo Venerdì del mese;
Speciali funzioni il giorno 7, discorso ad hoc, benedizione solenne.
Le comunità religiose possono studiare altra forma per onorare ancor più solennemente Gesù. Nello studentato e noviziato e in Seminario potrebbe anche essere utile una devota accademia. Se in quel giorno si potesse ottenere una comunione generale, sarebbe certo graditissimo omaggio a Gesù. Ricordiamo anche a nostro incitamento la bella strenna del nostro Rettor Maggiore.
È giunta da Roma l’approvazione della nuova edizione del Catechismo. Si veda pian piano di diffonderlo in mezzo ai cristiani e nuovi catecumeni; a facilitarne la conoscenza specialmente a vantaggio dei cristiani sparsi, a venire in aiuto ai missionari anche nella coordinazione del lavoro; per trasmettere ordini che interessano la cristianità, come sapete, si è iniziata la pubblicazione settimanale dell’“Angelo delle famiglie” che è da considerarsi da tutti come emanazione del centro per gli scopi suddetti. Mi raccomando che sia trasmesso con puntualità, che tutti si concorra con notizie anche brevissime del movimento delle rispettive cristianità, che si manifestino eventuali osservazioni sul miglioramento della pubblicazione. Voi tutti sapete quanto dobbiamo intensificare l’istruzione religiosa e la vita cristiana dei nostri cari cristiani. Nessuno si rifiuti per concorrere in questa opera santa.
Padre Gemeinder nella prima metà del prossimo marzo viene in Kyushu. Non ha difficoltà a lavorare per i nostri cristiani; vi prego sapermi dire al più presto i vostri desideri al riguardo e per le opportune concordanze. La lettura delle regole e tutti questi mezzi ci facciano santi salesiani.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
1792 / Grigoletto Giuseppe / 1937-1-11 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
11 gennaio 1937
Grigolo carissimo,
Grazie e delle lettere e dei giornali. Bene: ho capito.
Quanto ai tuoi merlotti invierò secondo i loro desideri ed ora rispondo al solito e frugherò se ho altro negli scartafacci… Intanto prendi quel che ho tra mano e se vuoi argomenti speciali, me lo dirai.
Se il Signore ti vuole grasso prenderai anche quello per amor suo.
E per ora nulla di nuovo: prega e fa’ pregare per me… Se il Signore prova chi ama, mi deve voler bene. Deo gratias!
Pare venga il Sig. Don Candela come visitatore: ufficialmente so niente. Se siamo vivi può essere che ci vediamo il ’38.
Per ora prega per me che desidero tanto di unirmi definitive a Lui. Ma fiat voluntas Dei in omnibus.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1793 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1937-1-14 /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
l4 gennaio 1937
Rev.ma Madre,
Deo gratias! per il permesso… La novena ha anche lo scopo di aiutare Lei… e ne faremo subito una seconda se non siamo esauditi. Ah, se riesco ad andare in Paradiso! Pensare che là Gesù ha di tutto e gli costerebbe così poco… Mah! Siamo noi che non abbiamo fede sufficiente…
Se anche quella brava suora ne avesse avuta di più… Le dica di recitare un’Ave Maria e un bell’atto di fede, e poi si butti nelle mani di Dio al lavoro.
Ho inviato subito l’articolo a Torino con preghiera di pubblicazione così com’è. Mi piacque tanto.
Unisco pagelline. Ne trovi molti molti molti… e saluti tutte tutte tutte.
E preghiamo ad invicem.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1794 / Circolare Salesiani / 1937-1-20 /
ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
Miyazaki, 20 gennaio 1937
Carissimi confratelli,
Ricevo dai Superiori le accluse comunicazioni che vi prego di estendere a tutti i confratelli.
Come già vi comunicai in altra precedente, procuriamo di prepararci alla Visita spiritualmente colla preghiera e col più esatto adempimento dei nostri doveri, e materialmente ordinando tutte le cose nostre (case, archivio, opere, ecc.) in modo da poter dare esatta visione di tutto.
Qualche lavoro ci tornerà gravoso, ma facciamolo volentieri specialmente in questa occasione della festa di S. Francesco di Sales…1
In attesa cominciamo ad eseguire quanto ci consigliano i nostri Superiori. Pregate assai, assai per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1795 / Barbaro Federico / 1937-1-20 /
al chierico Federico Barbaro, tirocinante
[20 gennaio 1937]
Mio caro Barbaro,
Grazie della tua. Niente ti turbi e… avanti, dicevano quei due ubriaconi.
Spedisco la pratica a Torino per la tua teologia. Prega il buon Don Tanguy che mi sappia dire (ed anche il bravo Tassan… cui dirai ho già una valigia piena di libri giapponesi) quali dei libri che ti occorrono sono disponibili allo studentato… e il rimanente verrà…
Non conturbarti per un messalino… Si vede proprio che dal prendertela, come dici tu, da mille cose e in modi, hai un carattere assai risonante all’ambiente, tanto da cogliere mille cose e in mille modi. È un bene e un male (divento un po’ della scuola di Eraclito… “idem potest esse e non esse”… Mah!) ad ogni modo devi pur formarti ad un forte senso di reazione… “Non dominus domui, sed domus domino”.
Lascia il razionalismo filosofico… Ne facciamo già tanto noi religiosi, pur avendo fatto promessa di tendere anche a rendere cadavere testa e cuore!
Non lasciarti scomporre dalle storie, che sono proprio tutte storie di chi vuol fare dei buchi nel futuro o che ha tempo da perdere o che brancola nel buio, con o senza sua colpa…
Per i basi cardinalizi mettiti pure il cuore in pace… Bacia o meglio mangia con fede Gesù e vedrai. Mangialo con amore anche come omaggio al Congresso Eucaristico e prega per me.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1796 / Circolare alle Suore F.M.A. / 1937-1-21 /
alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, missionarie in Giappone
Visitatoria S. Francesco Saverio
Miyazaki, 21 gennaio 1937
Rev. Figlie di Maria Aus.,
Ha riempito e riempie di gioia il cuore dei salesiani l’annuncio che come Visitatore del Giappone sono designati i Rev.mi Don Berruti e Don Candela. Non si sa con precisione la data della visita, ma è desiderio dei Superiori che anche le Figlie di Maria A. inizino preghiere speciali per il buon esito della medesima.
Ed è per corrispondere a questo desiderio che oggi, festa di S. Agnese, così cara specialmente al cuore di ogni buona Figlia di Maria A. che comunico il desiderio dei Superiori.
Animo adunque, fin d’ora facciamo violenza al Cuore di Gesù per ottenere abbondanti frutti di grazie e di bene per noi e per le nostre opere.
S. Agnese conceda ad ogni Figlia di Maria A. la possibilità di diventare modello di purezza e di sacrificio.
Preghino per il sottoscritto,
nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1797 / Cecchetti Albano / 1937-1-22 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
[22 Gennaio 1937]
Carissimo Don Cecchetti,
Avvisato per il giornalino “Angelo delle famiglie”.
Per Mario [Fogliani] ho risposto subito domandando se ha ricevuto le mie e se ha eseguito quanto gli dicevo. Mi pare di avergli inviato un attestato con cui presentarsi a quelli cui diceva presentarsi per lavoro. Gli ho pur detto che si presenti a Don Livio [Liviabella].
Caro Don Cecchetti, il Signore sa quanta forza di raccomandazione ho messo presso i Superiori – consigliando anche l’ufficio che Lei propone ed altro. Ma il guaio è che non sappiamo il netto della questione e corriamo rischio di essere giocati:
o dando in mano a lui documenti, ecc.
o mettendo nell’imbroglio i Superiori.
Si è esso presentato? Come? Che è avvenuto? Non è possibile che i Superiori liquidino così un uomo. Conosciamo Mario, e basta.
È commedia? È realtà? Certo al tribunale di Dio preferisco passare per bonomo piuttosto che star lontano dalla carità, ma nella fattispecie prima bisogna, mi pare, prudentemente vedere (capire) come è la cosa essendoci di mezzo i Superiori.
Per il povero Don Lucioni, quid dicam? Mi pare di aver fatto il possibile per salvarlo, ma è da otto anni che è in crisi… e forse da quanto prima… Deus scit. Per me, per il buon Padre Matteo è un ammalato materiale (di corpo) e spirituale. Gli ho dato in lettera il riassunto di quanto deve fare se vuol salvarsi – ma difficilmente ascolterà. Prego il Signore che a Manila incontri i Superiori – ma ha già tutto un piano in testa, di cui penso nessuno sa… Prego il Signore che non faccia passi falsi né prendere decisioni senza consultare i Superiori.
Quanto al bravo Don C. – aiutarlo e pregare. Ha ragione: “Convertirci bisogna noi per i primi”. È la tesi di P. Matteo, e… cominciamo noi due. Bisogna che S. Francesco e Don Bosco nelle rispettive loro feste facciano un miracolo… e lo faranno. Preghi anche secondo questa intenzione. Per quanto dipende da me domando a tutti a tutti a tutti preghiere.
È morto il buon Don Amabile, fratello di Don Piacenza, tanto amico della missione, un memento nella S. Messa.
Al buon Arri abbia sempre buon tempo come nell’ultima sua. Grazie di quanto fa.
Unisco notizie di Matsuo.
Le accluse sono Lire 50 che invia Don Colombara per due Battesimi a nome Pietro e Cristina. Pensi Lei…
Preghiamo ad invicem.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1798 / Zerbino Pietro / 1937-1-23 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
23 gennaio 1937
Carissimo Don Pietro,
Grazie di cuore di tutto. Eccoti al solito un po’ di lavoro. Vedi di strapparmi dalla Madonna e da Don Bosco grazie importanti che imploro.
Saluta omnes. Deo gratias per la visita che attendevamo dal 1935. Deo gratias!
Tuo sempre riconoscente
Don V. Cimatti, sales.
1799 / Bernardi Angelo / 1937-1-26 /
a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone
26 gennaio 1937
Carissimo,2
Grazie della foto. Spero domani sera (mercoledì e giovedì) venire a combinare definitive per la festa.
Se mi domandavi per Aburatsu era meglio – non sapendo tu le abitudini per alloggio, ecc. ecc. e quali famiglie sono da visitare. Avrei voluto accompagnarti, ecc. ecc. Lasciati guidare anche in questo e andrà meglio per te, per i cristiani e nelle relazioni colle autorità.
Il Signore ti benedica. Al venerdì a sera non potrò trovarmi, quindi prepara tu un discorsetto (Vita di S. Francesco – potresti tradurre le lezioni del Breviario). Per Suezo di Tano, tieni d’occhio. Se lo desidera e per non arrivare tardi, dagli pure l’estrema unzione.
Per gli inviti mi pare che lo Shakaika-cho (capo delle opere sociali) e direttore generale scuole andrebbe bene. Si potrebbe prima sentire il Prof. Yanase, se convenga, che tipo è.
Arrivederci e prega.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
.
1800 / Ricaldone Pietro / 1937-1-27 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
27 gennaio 1937
Rev.mo Sig. Don Ricaldone Padre mio amatissimo,
Come da lettera precedente, col cuore addoloratissimo, le comunico la partenza definitiva del nostro Don Lucioni. Mi pare di aver fatto il possibile per persuaderlo – tentarono anche Don Tanguy e Don Escursell – ma non sono riuscito. È partito il 24 c. m.; passa a Manila (chissà che là non incontri qualche superiore) ove gli avevo permesso per vari motivi di andare, e se tutto va bene il 13 Marzo giunge in Italia.
Lei, amatissimo Padre, è a parte delle intime lotte di quest’anima ammalata; sono ormai otto anni di altalenamento, e mi pare che bisognava pur deciderla pel bene suo e per il bene generale – non trovai altra soluzione – ed anche in questo caso davanti a Dio mi prendo la responsabilità della decisione. Affido al suo cuore paterno questa povera anima, come fosse la mia: bisognosa di conforto, di aiuto e di sostegno forte, che purtroppo non trovò in Don Cimatti.
Le ragioni del ritorno Lei in parte le conosce e dalle precedenti conversazioni e lettere di Don Lucioni e dalla mia corrispondenza precedente ed anche recente. Quid dicam? A Don Lucioni in lettera confidenziale di congedo gli ho indicato come causa di tutto il suo egocentrismo che lo fa passare sopra tutto. Cause determinanti prossime (come già scrissi):
Urto con Don Cavoli che gli proibì l’entrata in casa. Don Cavoli scrisse scuse e molte volte invitò, me presente, presente la comunità, al ritorno fraterno. Si intesta e vuol soddisfazione sul principio – dice che né Don Cimatti, né i Superiori gli hanno risposto alla questione di diritto: “Se un Direttore possa proibire l’ingresso ecc.”, e vuol ricorrere a Roma.
La missione è governata non dal Superiore, ma da altri.
Egli fu lasciato solo, senza aiuti, ecc.
Avendogli fatto presente tutte le osservazioni che erano del caso – Don Cavoli fece quanto doveva fare – la missione tentò di governarla come avrebbe fatto Don Bosco (non posso fare diverso), gli ho dato tutti gli aiuti materiali fino al centesimo: non potevo dargli personale salesiano:
Perché non ne avevo;
Perché è difficile trovare chi possa aver forza di resistere con lui;
Egli aveva i suoi punti di appoggio, che mi pareva usasse. Non riuscii a calmarlo, e decisi di dargli il via, non sentendomi assolutamente di attendere i Visitatori.
E unito a questo egocentrismo un amore acutissimo alla famiglia e patria, che non mi pare regolare, ed anche questo ha influito certo ad acutizzare il presente suo stato.
Certo il confratello è venuto in Giappone con questo carattere, e può essere che il lavoro missionario speciale che gli fu affidato ha aumentato.
Non gli mancarono i mezzi di santificazione né confratelli che, conosciuto il suo carattere, con Don Cimatti, cercarono di aiutarlo in tutte le forme spirituali – tutti tutti gli volevano e gli vogliono bene.
Ha compiuto i suoi doveri, mi pare di poter dire con zelo e sacrificio, specie quanto era nel suo ordine di idee, relative alla forma di apostolato, ma non sa adattarsi a tante cose, come pure si lascia abbattere ad ogni pié sospinto da ombre.
Ad ogni modo è un ammalato di corpo e di spirito (ohé!, non in senso cattivo = fede e costumi sono integri) che dopo otto anni devo dire: “Non è possibile curare. Ulteriore longanimità non conclude che ad aggravare la situazione per lui e per gli altri”. Domanda naturalmente se potesse (in qual modo?) utilizzare il giapponese che conosce benino. Pensandoci, in America del Nord o in Brasile vi sarebbe possibilità di sfruttare questa attività. Egli desidererebbe lavorare tra gli italiani, sogna l’Africa Orientale – le missioni, perché, dice, la vocazione missionaria fu per lui anteriore a quella salesiana.
Teme un brusco incontro coi Superiori, che riuscirebbe solo forse a fargli prendere delle determinazioni dannose in ogni senso.
È munito del “celebret” e autorizzazione alle confessioni, e di una mia lettera di raccomandazione per Lei. Spedisco a parte i suoi documenti.
Ecco quanto posso dirle e mi sento in dovere di dire. Mi strazia il cuore vedere in questo stato questa povera anima.
Temo prossimamente doverle parlare di altro argomento non piacevole, e mi aiuti il Signore. Ah, venga presto la sospirata visita, di cui ho ricevuto il primo annuncio. Grazie, Sig. Don Ricaldone, del prezioso dono e dei preziosissimi suoi ambasciatori. Tutti attendiamo e preghiamo per il felice esito, ed anche Lei si unisca a noi. Penso che la nostra sia quella parte della Congregazione che più ne abbisogna, specialmente lo scrivente. La missione viene a perdere un aiuto prezioso, ma preferisco far l’ultimo tentativo per vedere di salvare quest’anima.
Quanto al ritorno di Don Liviabella, so da lui che fu consigliato al ritorno per la data della visita . Se per l’utilità della propaganda i Superiori credono opportuno prorogare il ritorno, non solo non ho difficoltà, ma per quel che dipende da me, domando la proroga, oppure (sempre che Lei creda) anche per dar modo a Don Lucioni di sanare le ferite economiche della missione per il suo ritorno, domando che Don Lucioni sia autorizzato alla propaganda – egli farà volentieri. Don Lucioni come propagandista della stampa ha buoni numeri: bisogna trovare chi lo domina e guida. Mi perdoni i continui dispiaceri e preghi per me.
Suo nel Signore tutto e sempre
Don V. Cimatti, sales.
1801 / Ricaldone Pietro / 1937-1-31 /
a don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
[31 gennaio 1937]
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Fine del mese, che si chiude colla festa del nostro Don Bosco celebrata ovunque con gioia e frutto. Inizio del nuovo, che si apre col grande Congresso di Manila e coll’annuncio della visita. Deo gratias! Ah, come avrei bisogno fossero già qui i Visitatori… Il Signore rimeriti Lei, benedica i Visitatori e ci ottenga dei veri frutti. Un po’ di rendiconto.
Invecchio: non è novità. Penso che anche Lei… Invecchio e quindi le conseguenze. Sono nelle mani di Dio e faccia Lui…
Lavoro: ce n’è. Non posso certo accudire tutti, specie la parte di Tokyo. Il bravo Don Tanguy mi aiuta e si va avanti nella speranza che dopo la visita andrà meglio.
Pietà: regolare – voti idem, idem per la carità, ma ho bisogno di non perdere la calma, e qualche volta non mancano le occasioni.
Confratelli discretamente bene per la salute. Sono per il momento fuori tiro per salute un novizio e uno studente filosof. giapponesi. Il ch. Manhard un po’ di pleurite. Il Ch. Arri migliora assai (riceverà a giorni il suddiaconato).
Come già scrissi ho dovuto rinviare il caro Don Lucioni, di cui invio a parte i documenti. Mi augurerei ci fosse a Manila qualcuno dei Superiori, ma pur piangendo il cuore nel vedere lo stato materiale e spirituale di questo confratello, pur rimanendo scoperta l’importante zona a lui affidata, è meglio il ritorno. Fiat voluntas Dei! Lo accolga con bontà (perché teme l’incontro), lo aiuti e veda che cosa si potrà concludere per il suo bene. Ho qualche altro confratello che non è a posto – alcuni coadiutori e anche Don C.: non ho molte cose in mano, ma non è a posto. Preghi, preghi per noi. Ma specialmente sono a terra per la solita questione materiale e supplico l’aiuto dei Superiori. Ho domandato un aumento di sussidio (da 25 a 50 mila lire): non so che abbiano stabilito i Superiori, ma non so come fare a mantenere i novizi e studenti filosofi e teologi. Fra missione e Tokyo ho 135 individui sulle spalle (fra confratelli, novizi, seminaristi e aspiranti). Il bilancio nominale delle entrate certe (Propaganda, Clero indigeno, S. Infanzia e Superiori) sono Lire 139 mila circa. Pensi alle ritenute, al ribasso lira, ecc. e può farsi un’idea della mia pietosa situazione, dovendo anche sostenere, non solo le spese di mantenimento persone, ma anche opere. Coll’autorizzazione dei Superiori ho trovato il prestito del buon Avv. Duranti – cerco di sollecitare la carità in tutte le forme e con me lavorano anche i confratelli, ma ho troppe ferite precedenti da sanare… e non riesco che a cadere più in giù. Non potrebbero i Superiori anticiparmi almeno Lire 25.000 del sussidio? Chi potrebbe aiutarmi con un prestito sarebbe Don Fontana di Shanghai, ma giustamente vuole permesso da Torino.
Quid faciendum? Anche Don Rossi dall’America e Don Tozzi da Londra, ma avendo il fermo dei Superiori, hanno bisogno di autorizzazione. Che ne pensa? Certo che in queste condizioni mi è impossibile proseguire, e non so come fare, non so come fare, non so come fare. Ecco perché ho spedito il telegramma “necessità”. Creda, amatis.mo Sig. Don Ricaldone, che se insisto è davvero perché non so quid facere. E col cuore (che può pensarlo) ferito e lacerato dal dolore per le anime, dal pensiero che gran parte di queste cose dipende da me (è per me convinzione di coscienza) e che non sono capace di eliminare, del pensiero che i Superiori che da anni vedono queste deficienze mie, e non vi mettono (a mio modo di vedere) riparo, che scrivo a Lei, mio Superiore e Padre, e che riverso nel suo cuore, come in quello di Gesù, tutto il mio profondo dolore, invocando aiuto.
Supplico i Superiori a prendere quei provvedimenti che da tempo attendo. Si assicurino che la causa di tutto in radice è il povero sottoscritto… È mia convinzione di coscienza. Ripeto.
Stiamo leggendo il magnifico commento. Non sta a me il dirle: “Bravo!”. Glielo dice il Signore. È un bene immenso, e vengano pur presto le altre parti desideratissime. Ho letto pure con compiacimento quanto scrive sulla superiorità – dell’accettazione – dei rifiuti – delle dimissioni – degli esoneri. Ma mi pare di dover dire in coscienza: “Mi pare di aver detto ai Superiori le mie miserie al riguardo – vedo che tutto crolla vicino a me – anime ed opere – ed ho la convinzione di coscienza che gran parte proviene da ciò: ché non posso dare ciò che non ho e non potrò mai avere” (la superiorità).
Accetto la volontà di Dio che paternamente mi umilia e prego che questa stessa santa volontà disponga l’animo di chi può, a volere quanto da tempo chiedo, cioè: lavoro, lavoro, come semplice gregario ed in qualsiasi posto. Non temano i Superiori, non temano.
Nell’inviare la relazione alla S. Sede farò presente in lettera particolare le mie difficoltà per l’esonero. Creda, amat.mo Sig. Don Ricaldone, ne verrà un bene incalcolabile alle anime e specie a quella del
Suo aff.mo come figlio
Don V. Cimatti, sales.
1802 / Ricaldone Pietro BS / 1937-1-31 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
1 Notizie agli inizi del Nuovo Anno3 |
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Miyazaki, 31 Gennaio 1937
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Ed anche il 1937 è venuto, inizio del secondo decennio della nostra permanenza in Giappone. Non è il caso di dare sguardi retrospettivi. C’è pericolo di scoraggiarsi o di vedere le cose da punti di vista troppo ottimistici… È meglio dunque proseguire con forza nella via intrapresa, abbandonandoci nelle mani della Provvidenza, senza pensare da pusillanimi ad impossibilità, o da faciloni a risultati mirabolanti. Al lavoro dunque.
La Giornata del vecchio
E l’anno si apre a Miyakonojo con una gentile benefica iniziativa, ideata dal nostro Don Cavoli. Rispettare e venerare i vecchi, come formatori della presente grandezza e prosperità del Giappone, è pensiero che entra facilmente nella mente e nel cuore di questo gran popolo. Pensiero altamente educativo già da secoli fortemente innestato nella coscienza giapponese e ritratto al vivo da varie leggende ed episodi storici. Si desiderava avesse la sua pratica applicazione anche fra noi coll’istituzione della giornata dei vecchi. Quarantun vecchietti, tutti al di sopra dei settant’anni (batteva il record una buona mamma di 97 anni, con sua figlia di 75) in bell’ordine, allineati sul palco d’onore, ascoltarono discorsi, danze giapponesi e ricevettero i doni, dovuti alla generosità dei cristiani e benefattori; mentre la festa insegnava in forma pratica agli adulti, e più ai giovani e ai fanciulli il doveroso rispetto, la riconoscenza, l’aiuto che si deve a quanti, dopo tante peripezie della vita, hanno raggiunto questa meta, lavorando per il bene comune, familiare e sociale.
La festa del soldato
A Miyazaki pure i compagni del locale circolo cattolico vollero festeggiare il loro compagno YUMATSU che partiva per il servizio militare. Lo spirito naturalmente guerresco di questo popolo fa sì che ogni manifestazione riferentesi a questione militare venga sottolineata con speciale cura. È un onore per la famiglia, oltreché dovere, dare i figli idonei alla patria, e per l’occasione e della riuscita visita militare e dell’arruolamento speciali manifestazioni si fanno per festeggiare gli avvenimenti. Alte antenne, pennoni eretti in vicinanza della casa del soldato, offerti dalla famiglia, dalle associazioni diverse cui il giovane appartiene, annunciano al pubblico l’avvenimento; feste di famiglia con invito di parenti e amici; accompagnamento ufficiale alla stazione fra moltitudine di popolo plaudente, ne sono le caratteristiche.
Ex-allievi
A Miyakonojo il tentativo saggiato l’anno scorso per l’inizio di una modesta associazione ex-allievi oratoriani, anche quest’anno ha avuto la sua manifestazione, ed un discreto numero di allievi o di persona o per lettera si sono riuniti intorno al nostro coad. Maccario per una giornata di festa familiare, richiamante le prime adunate, le prime conoscenze di oratorio, i primi Superiori, fra cui ricordatissimo Don Tanguy. Una caratteristica dei nostri oratori che andiamo sempre più assodando quanto più ci mettiamo in relazione coll’elemento giovanile giapponese, è che a seconda dei paesi, degli ambienti, delle condizioni di lavoro degli abitanti, troviamo tipi diversissimi e che si affiatano subito o dopo lungo tempo più o meno col personale e col locale dell’oratorio, e che determinano subito un tipo caratteristico di oratorio.
Le riunioni di Miyakonojo sono quelle improntate ad un maggior attaccamento personale e locale, che davvero consola e facilita il lavoro.
Pro infanzia ed ammalati
A Beppu le Figlie di Maria A. hanno dato mano alla costruzione di un padiglione per i bambini della S. Infanzia, che darà modo di moltiplicare la salvezza di tanti innocenti.
Come pure a Beppu viene sorgendo per l’impulso di un gruppo di signorine cattoliche un magnifico ospedale tubercolosario. Oh, il Signore benedica pure quest’opera destinata ad un bene immenso per la salvezza delle anime. Beppu è nota nel mondo dell’Estremo Oriente come città di salute e a migliaia e migliaia annualmente vi accorrono i visitatori per trovarvi la salute del corpo. Oh, il Signore consolidi gli sforzi delle Figlie di Maria A. e di quella nuova associazione e faccia fruttificare fra queste anime l’abbondante semente che si sparge. Le due istituzioni benedette all’inizio dei lavori dal nostro Don Cecchetti saranno prossimamente inaugurate e messe in piena efficienza.
Fuoco! Fuoco!
Ed ora un salto fino a Tokyo. Uno dei più grandi nemici del Giappone “il fuoco” è venuto a battere alle porte del noviziato a Tokyo, per fortuna senza gravi danni o inconvenienti… Si pensò subito a un altro Shillong, ma il Signore ci volle preservati. Il bravo Don Tanguy verso mezzanotte, accortosi dell’incendio che già si sviluppava nel deposito della biancheria, per non allarmare troppo dà il segnale regolare della levata ai novizi e incomincia coi primi volenterosi l’opera di estinzione. Accorrono pure i teologi e filosofi… ed in breve ogni pericolo è scomparso. Scene gustose fra le tenebre interrotte qua e là da bagliori, si succedono. Tipi diversi… manifestazioni diverse. Il chierico… filosofo… si rivolge a Don Tanguy (che da buon generale impartì ordini a destra e sinistra) e: “Bisogna cercare le cause dell’incendio” – “Bravo! Cerchiamo di far scomparire gli effetti. Lascia stare la filosofia. Acqua ci vuole!”. Un altro in cucina sotto al rubinetto dell’acqua con un grosso recipiente, ed impaziente attende si riempia per portar forte contributo acqueo all’estinzione… Aveva preso lo scola-brodo… poteva aspettare!… Il chierico… tipo dell’anima tranquilla… ha pensato essere l’ora della levata; non si accorge del trambusto e fa la sua pulizia regolare… par di vederlo ancora collo spazzolino da denti in bocca, e quando tutto è finito, e da tutti si ritorna al riposo, domanda al vicino: “Non è ancora ora di andare alla meditazione?”.
Materassi e biancheria bruciata – lavoro attivo di estinzione e messa in mostra di buone attitudini, grande esperienza per la vita – un po’ di brio e buon umore in tutti, e un fervente ringraziamento a Dio per averci scampato dal pericolo fu il bilancio di quella nottata, che sarà ricordata per molto tempo. Ci scampi il Signore dagli altri nemici: il terremoto (è da un po’ di tempo che le scosse abbastanza frequenti ce lo ricordano), i tifoni e inondazioni… Ma più ci scampi dal vero, unico male “il peccato”.
Il patrono e il fondatore
Naturalmente ovunque le feste dei nostri Ss. Patroni, S. Francesco e Don Bosco, furono celebrate con solennità e devozione. A Oita la ormai tradizionale adunata dei giornalisti e amici della missione, in occasione della festa di S. Francesco, richiamò intorno a Don Marega il fior fiore degli insegnanti e dei giornalisti della città. Idem a Miyakonojo, festa patronale della casa.
La festa di Don Bosco poi ovunque ebbe la caratteristica di gesta eucaristiche e di festa della gioventù, che accorse attratta dalla forza effusiva dell’amore di Don Bosco. Per l’occasione le associazioni cattoliche di Miyazaki, il Seminario, le Figlie di Maria A. riunite festeggiarono in modo speciale Don Bosco con una tornata accademica alla salesiana e con una rappresentazione scenica: “San Cristoforo” del nostro Don Tassinari, ben riuscita. Si apre il nuovo mese colle imponenti manifestazioni pel congresso eucaristico di Manila, e vi partecipa anche la rappresentanza giapponese. Amato Padre, i suoi figli in Giappone prendono anche questa bella occasione per eseguire con fedeltà la strenna di quest’anno: “Pietà eucaristica”; e i nostri cari cristiani e allievi si uniscono più intimamente vicini al cuore di Gesù con ferventi e numerose visite, pubbliche adorazioni e Sante Comunioni, non potendo per la nostra e loro povertà accorrere a Manila e proclamare pubblicamente la loro fede eucaristica. Preghi per noi, affinché Gesù ottenga a tutti noi di essere altrettanti Don Bosco per propagare la pietà eucaristica fra le anime a noi affidate.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1803 / Cecchetti Albano / 1937-2-1 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
[1 Febbraio 1937]
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie delle sue.
Grazie dell’aiuto dato a Don Marega.
Per Arri non so che dire. Attenda con quella calma che è propria del filosofo. Spero presto che Monsignore scriverà – gli ho scritto… così, nuotando sott’acqua…
Mi pare che Lei ha capito assai bene lo spirito della lettera del povero Don Lucioni. Preghiamo.
Per il seminarista invio questa, perché non riesco a trovare notizie sull’altro. Di questo Lei sa meglio di me.
Ho dimenticato pel vino da Messa… riparo la dimenticanza.
Per Sua Eccellenza penso che sarà in giornata… ad ogni modo noi gli offriremo la nostra povertà… Se poi… Oh, Mons. Breton è un santo missionario.
Pazienti per le notizie di Matsunaga. Spero domani di ricordarmi… Ah, Don Albano, invecchio e dimentico.
Ed ora il più… e per carità non dimentichi. Dovrebbe arrivare a Oita l’avviso di pagamenti (purtroppo!) dell’ultima rata del terreno di Beppu. Mi raccomando!
Che non giaccia in buca o sul tavolo, ma subito me la invii o mi dica quanto devo inviare pel pagamento (dovrebbe essere per l’11 Febbraio). Non essendoci Don Margiaria… anzi mi fa specie che dovrebbe già essere arrivato l’avviso… Mi raccomando, occhio a Oita – deve arrivare là.
E preghi preghi preghi per me. Oh, il Signore mi crivella davvero. Deo gratias!
E pensare che con un po’ di soldi si starebbe tanto tranquilli… ma fiat voluntas Dei. L’abbraccio nel Signore.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1804 / Bernardi Angelo / 1937-2-1 /
a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone
1 febbraio 1937
Carissimo,
Penso faresti bene a venire Mercoledì sera in Seminario. Così giovedì mattina faremo la soluzione del caso e adunanza sacerdoti.
Grazie a te e a Maccario di ieri: festa ben riuscita. Fa’ preparare dal Catechista relazione per il giornale e “Angelo delle Famiglie”.
Prega per me.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1805 / Dal Fior Luigi / 1937-2-… /
al chierico Luigi dal Fior, studente di teologia
[Inizio febbraio 1937ca]
caro D. Dal Fior,
Penso avrai ricevuto la povera mia musica: tutto per onorare S. Giuseppe.
Allegro, buono come ti vuole Don Bosco, e studioso, se no sarai un prete a metà o a un 4° di potenzialità.
Fa’ bene il mese di S. Giuseppe: unione con Dio.
Prego dire al sig. D. Tanguy se fra i libri che ti ho inviati c’è il
3° del Piscetta e 5 - 6 - 7
3° del Paschini e 4
2° 3° Barin
3° Pesch
farne un pacco e inviare a Filippa in Seminario Miyazaki.
Prega e fa’ pregare pel tuo
Aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
1806 / Dal Fior Luigi / 1937-2-10 /
al chierico Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone
+ Miyazaki, 10 febbraio 1937
cariss.mo Dal Fior,
Godo abbia ricevuto musica, ecc… per i giuochi mi pare di aver capito che il buon Ragogna s’impegnava di… Se tu puoi aiutare, niente di male. È carità anche questa.
Grazie soprattutto della preghiera. Calma sempre: sono fatti di cronaca inevitabili ovunque, finchè saremo a questo mondo. Molti partono dal fatto che perché il Superiore fa un’osservazione, tutto sia finito. È dovere e diritto del Superiore, e la fa per il bene dell’individuo e comune. Perché pensare diverso? Il tuo ragionamento è proprio quello là: “Festa di S. Giuseppe – falegname – confessionale – confessione…”.
Calmo, implume tu e più gli altri: non sono quelli in causa che debbono vedere la necessità ed opportunità delle disposizioni. Allegro e buono sempre e canta
do mi sol do - Mio diletto è il Signor
do mi sol do - che mi vuol bene,
do mi sol do - Lui sol consolator
do mi sol do - nelle mie pene.
Ti abbraccio e benedico
Tuo D. V. Cimatti, sales.
1807 / Grigoletto Giuseppe / 1937-2-10 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
10 febbraio 1937
Carissimo Giuseppe,
Stavo spedendo breve contributo quando mi arriva la tua… richiedente la psiche, ecc. ecc.
Ho buttato giù. Tu al solito correggi, taglia, aggiungi, ecc. Mi è venuto così, e non so se è secondo le intenzioni tue… ma shikata ga nai (= non c’è che fare).
Congratulazioni per la tua conferenza.
Prego per il buon Brunori e rispondo al Resi. Per la mia venuta attendo ordini dai Superiori, naturalmente se sarò e saremo vivi, se devo venire penso di venire presto e quindi puoi pensare se non mi farò in quattro anche per fra’ Faustino.
Bene, bene tutto il resto. Sempre attesi i tuoi ordini in quello che posso. Invio a Shanghai la lettera per Don Lucioni che in pratica torna definitive in Italia. È ammalato. Preghiamo per Lui.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1808 / Merlino Alfonso / 1937-2-10 /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone
Miyazaki, 10 febbraio 1937
Carissimo,
Grazie delle belle notizie4. Ho scritto ringraziando i singoli. Qui nulla di nuovo. Perdiamo Don Lucioni che torna in Italia, penso definitive. Messis quidem multa, operarii autem pauci: rogate…
Allegro e buono. Fatti molti amici che ci aiutino spiritualmente.
Prega specialmente per me. All’occasione saluta i tuoi, specie mamma e quanti conosco: assicura tutti delle preghiere mie.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1809 / Bernardi Angelo / 1937-2-13 /
a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 13 febbraio 1937
Carissimo,
Per la Santa Quaresima suggerisco:
Di intensificare a favore dei cristiani e nostri dipendenti l’istruzione religioso-catechistica. Valorizzate e fate valorizzare il giornalino “Angelo delle Famiglie”.
Ove fosse possibile promuovete in preparazione alla Pasqua una missione, un triduo, ecc. Spero che anche quest’anno P. Gemeinder possa venire; ad ogni modo confratelli della missione e di Tokyo si presteranno volentieri.
Diamo impulso, specie in questo tempo, alla devozione a Gesù Crocifisso e a Maria Addolorata – inculchiamo la pietà eucaristica e diamo impulso alle opere di carità. Quando sarà che ogni residenza avrà la sua “Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli”?
In preparazione della visita dei Superiori penso anticipare la visita annuale. Avviserò le singole case all’epoca opportuna.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti
P.S. - Per motivi di salute furono accettate le dimissioni di Mons. Hayasaka da Vescovo di Nagasaki. Va a riposo col titolo di Vescovo di Filomelia in Frigia. È ad interim Ammin. Apost. Mons. Michele Urakawa.
Andrà bene che ogni settimana o almeno quindicinalmente stabilisca di venire a Miyazaki, così puoi aiutare per le confessioni.
1810 / Circolare Salesiani / 1937-2-14 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Miyazaki, 14 febbraio 1937
Carissimi,
All’inizio della S. Quaresima mi sento in dovere:
Insistere a che in questo tempo specialmente per i giovanotti e catecumeni diamo possibilità per lo studio della religione. Il KATEI NO TENSHI (= giornalino “Angelo della famiglia”) vi può servire assai: valorizzatelo e fatelo valorizzare.
Possibilmente in preparazione alla Pasqua si faccia una breve missione e triduo di predicazione. Forse avremo anche quest’anno fra di noi il P. Gemeinder, ma confratelli della Missione e di Tokyo si presteranno volentieri.
Favoriamo specialmente in questo tempo la devozione a Gesù Crocifisso e alla Madonna Addolorata. Inculchiamo 1a pietà Eucaristica e moltiplichiamoci nelle opere di carità. Quando ogni residenza potrà avere la propria Conferenza di S. Vincenzo?
A preparare la visita dei Superiori penso di anticipare la mia visita annuale. Avviserò a tempo opportuno le singole residenze.
Il S. Padre ha benignamente annuito alle dimissioni di Mons. Hayasaka da Vescovo di Nagasaki per motivi di salute e gli ha conferito il titolo di Vescovo di Filomelia in Frigia. Ad interim è nominato Amministratore Apostolico P. Urakawa.
Pregate sempre per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1811 / Cecchetti Albano / 1937-2-14 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
14 febbraio 1937
Carissimo Don Albano,
Ricevuto domanda di Don Arri. Calmo, dica bene il breviario e sia buono.
Gli dica che in Studentato si studia anche il Catechismo che lui consiglia, più il Gasparri. Nelle case quelli che fanno il catechismo per forza…
Il Sig. Don Cavoli momentaneamente è per affari in quel di Tokyo. Gli dico al ritorno, ma può essere che si fermi a Beppu.
Per i foruncoli al collo, prenda per un po’ di tempo qualche lassativo (sale, magnesia e anche frutta cotta per purificare il sangue). Sono utili loci minoris resistentiae.
Al catechista (se veramente migliora e lavora) col Marzo – prima non posso – gli aumenteremo di 5 Yen. Prima di scrivergli mi sappia dire l’attuale stipendio.
E preghi per me. Facciamo bene il mese di S. Giuseppe.
Se la Nagata non fosse aliena di ricevere P. Bulteau, forse è il momento buono, perché so che vuol definitive ritirarsi da Tokyo.
Saluti a tutti.
Don V. Cimatti, sales.
1812 / Chierici salesiani in Giappone / 1937-2-15 /
ai Chierici salesiani studenti di filosofia in Giappone
15 febbraio 1937
Ai miei cari studenti di Filosofia,
Propongo pel mese di S. Giuseppe il programma seguente:1
“Il suo zelo lo fece morire sulla breccia. Amò la purezza qual Santo e seppe infonderla nei cuori più ardenti chiedendone, per Dio, l’eroismo.
Seppe comprendere tutti i dolori, compatire ogni miseria umana.
Fu il Padre Buono, che sparse sulla terra un raggio della bontà di Dio.
Il suo nome sarà in benedizione”.
Don V. Cimatti
1813 / Bernardi Angelo / 1937-2-16 /
a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone
16 febbraio 1937
Carissimo Don Angelo,
Grazie della tua del 14/2/37 cui non risposi subito perché speravo in una tua venuta. Non vedendoti rispondo:
Eccoti un po’ di aiuto come da acclusa nota (le frazioni sono per fare cifra tonda).
Ed eccoti alcune mie vedute.
Con Don Cimatti non usar titoli né stile pomposo, fascista o no – esponi chiaro i tuoi bisogni, materiali e spirituali.
Sta’ attento a non ledere mai né direttamente né indirettamente la carità. Vedi, caro Angelo, noi dobbiamo rendere conto a Dio delle nostre azioni, non di quelle degli altri. Ricorda sempre che la perfezione non è di questo mondo – non lo fu neppure per i santi. Quando, anche ex-officio, devi parlare di altri, fallo sempre con grande carità. Ricorda S. Francesco di Sales e più Gesù benedetto. Facciamo agli altri quello che desidereremmo [che] fosse fatto a noi.
Don Cimatti ti ha domandato un preventivo delle spese per poter prossimamente per Miyakonojo e per Tano stabilire il fabbisogno. Non devi pensare al passato, ma al bisogno presente. Idem per le riparazioni. Fa’ fare un preventivo e ti aiuterò. Bisogna che ti persuada che solo così ti verrai facendo quella esperienza amministrativa che ti è necessaria.
Non devi dire: “Se mi danno dieci faccio dieci; se mi danno venti faccio venti”. Devi dire: “Voglio fare quello che è necessario, meglio che sia possibile”. Nelle riparazioni necessarie chi più spende meno spende.
Per la vigna spero che presto si possa fare un sopralluogo. Non si può quello che si desidererebbe. Calma e pazienza.
Per i terreni può essere che si venda:
Se studiato tutto, ci sarà la convenienza;
Se il pagamento sarà con rifusione di tutte le spese fatte.
La spesa fu fatta per dotare di qualche cosa quella residenza – sia che ora vi si faccia qualche opera salesiana – sia che si mantenga come semi-parrocchia.
La bicicletta del Sig. Don Lucioni è in moto perenne. Mi informo se ce n’è un’altra. Mi dicevano che a Tano alla casa di campagna ce ne deve essere una (?).
Mi pare di aver risposto a tutto.
Tuo
Don V. Cimatti
1814 / Marella Paolo / 1937-2-17 /
a Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico in Giappone
PREFETTURA APOSTOLICA DI MIYAZAKI GIAPPONE5
Miyazaki, 17 febbraio 1937
Eccellenza Reverendissima,6
Se le raccontassi il momento in cui è giunta la sua fiorita “carità”, Lei vedrebbe come sono davvero eleganti le disposizioni della divina Provvidenza per venire in aiuto ai suoi figliuoli e specialmente al povero D. Cimatti. Grazie, e veda di non mettere mai limiti alla Provvidenza per venirmi in aiuto. Sono sempre disposto. In compenso le assicuro preghiere e sacrifici per Vostra Eccellenza.
Invio l’acclusa pratica al Card. Prefetto di Propaganda e dietro consiglio di Mons. Breton, le domando due parole di appoggio sicuro che la cosa sarà più facilitata e lesta. Non domando approvazione di una nuova Congregazione indigena, ma di iniziarla in Prefettura. Al resto penserà il Signore. Col bisogno sentito di operai giapponesi (specialmente poi quaggiù) per i motivi che Vostra Eccellenza conosce assai meglio di me, penso che Propaganda Fide non avrà difficoltà. Le buone Suore di S. Mauro si prestano a formare alla vita religiosa i primi germogli – il materiale per iniziare c’è. Domando di incominciare. Affido al suo cuore paterno, all’amore che Lei sente per questa cara terra, una buona spinta per la cosa, fiducioso che il Signore farà poi Lui tutto. Può essere che a giorni le invii ancor qualche altra cosa.
Ho permesso poi al Missionario D. Lucioni il rimpatrio definitivo. È una forza che perdo, ma forse è un’anima che salvo. È un ammalato materiale e spirituale che in otto anni non ha trovato l’ubi consistam… e penso che non lo troverà mai. Poteva essere felice, far del gran bene… e poveretto… l’ha voluto lasciare. Fiat voluntas Dei. Sono anche prove queste, che unite alla lotta per l’esistenza, fanno stare in tensione e pressione. Meno male che un po’ di musica e in più il buon Gesù aggiustano subito i nervi.
Voglia pregare per questo povero tapinello… e lo ricordi sempre… questo povero sedicente Prefetto Apostolico di Miyazaki.
Don V. Cimatti, salesiano
A Monsignor Marella, Delegato Apostolico
Tokyo
1815 / Fumasoni Biondi / 1937-2-17 /
al Card. Fumasoni Biondi, Prefetto della S. C. di Propaganda Fide
PREFETTURA APOSTOLICA MIYAZAKI - GIAPPONE
OGGETTO
Domanda di iniziare una Congregazione
Religiosa indigena femminile
Miyazaki, 17 febbraio 1937
Eminenza Rev.ma,
I missionari Salesiani di D. Bosco della Prefettura Apostolica di Miyazaki - Giappone, aderendo a tutto potere alle direttive Pontificie, mentre nel decennio trascorso hanno lavorato per la formazione del Clero Indigeno coll’erezione del fiorente Seminario di Miyazaki, per la grazia di Dio hanno pure trovato modo di formare una Pia Associazione femminile di carità, che pare abbia tutti i requisiti per divenire una Congregazione religiosa femminile indigena.
In ossequio al Can. 492/1 oso umilmente domandare all’E.V. l’autorizzazione di iniziare tale congregazione iuris dioecesani nella Prefettura Apostolica di Miyazaki.
L’accluso Memoriale spiega brevemente lo scopo, l’origine, i risultati finora ottenuti dai primi tentativi della nuova Congregazione.
Voglia l’E.V. benignamente accogliere la domanda, e consigliarci e guidarci in quest’opera, che ci pare destinata a realizzare la maggior gloria di Dio e a salvare molte anime, mediante la carità messa a servizio della Fede, unico intento a cui si mira colla richiesta autorizzazione.
Prostrato al bacio della S. Porpora oso professarmi
2 Della E.V. Rev.ma, umilissimo servitore |
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Sac. Vincenzo Cimatti, salesiano
Prefetto Apostolico di Miyazaki
A S.E. Card. Fumasoni
Prefetto della S. C. di Propaganda Fide - ROMA
1816 / Fumasoni Biondi / 1937-2-17 /
al Card. Fumasoni Biondi, Prefetto della S. C. di Propaganda Fide
17 febbraio 1937
PROMEMORIA RELATIVO ALLA
CONGREGAZIONE RELIGIOSA FEMMINILE INDIGENA DI CUI SI DOMANDA
AUTORIZZAZIONE DI INIZIO NELLA PREFETTURA
APOSTOLICA DI MIYAZAKI
GIAPPONE
NOME – Sorelle della Carità.
SCOPO – Lo scopo primario è la santificazione delle Consorelle, mediante l’osservanza dei voti semplici di povertà, castità ed obbedienza, l’esercizio delle Opere di Misericordia secondo le proprie Costituzioni.
Lo scopo secondario e speciale è la Propagazione della Fede, mediante le Opere della Carità:
1. primieramente nelle persone a pro’ delle quali vengono esercitate dette Opere di Misericordia, cioè i poveri, gli infermi, gli orfani, ecc. e i loro parenti;
2. inoltre le Sorelle della Carità, favorite del prestigio che godono presso le Autorità e il popolo, presso le persone o istituzioni che con sacrificio e abnegazione compiono opere di misericordia, si adopereranno a propagare la fede presso il popolo delle città o borgate in cui fonderanno una qualche istituzione caritativa, specialmente con questi mezzi:
a) colla diffusione dei principi della carità a mezzo della stampa, di conferenze, di circoli, ecc.;
b) cercano di eccitare la cooperazione materiale e morale dei pagani e delle associazioni locali affini, verso le Opere da esse dirette;
c) con qualsiasi altro mezzo che sia giudicato idoneo allo scopo.
3. Si prenderanno anche cura dell’assistenza spirituale dei neofiti e di quei cristiani che hanno abbandonato la pratica della Religione.
ORIGINE – Nel 1929 incominciò a Miyazaki una discreta attività nel Circolo femminile “Immacolata” per mezzo di visite ai poveri. Questo lavoro si consolidò in seguito sotto forma di Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli. Il 1 gennaio 1933, essendo sorto, dietro iniziativa ed il lavoro veramente apostolico del Missionario Salesiano Sacerdote Don Antonio Cavoli, l’Ospizio Cattolico di Miyazaki, alcune donne di varia età accettarono dietro invito del missionario, e altre in seguito fecero domanda di offrirsi al servizio di Dio, lavorando gratuitamente per quest’opera, conducendovi vita comune e facendo visite a domicilio ai poveri. Il numero di queste pie persone crebbe proporzionalmente allo sviluppo dell’opera, ed attualmente 18 adulte e 12 aspiranti, che compiono i loro studi e la loro formazione, formano il nucleo iniziale della nuova Congregazione.
Benché in principio non fosse nostra intenzione di formare una Congregazione religiosa7, l’esperienza personale e di autorevoli dignità ecclesiastiche hanno dimostrato fino all’evidenza che le giovani cattoliche in Giappone si dedicano assai volentieri, come laiche, al servizio di Dio in qualche Opere di Carità, e ciò anche con abnegazione ammirabile, ma in seguito vengono ad associare naturalmente a questo ideale anche quello religioso. Questa felice constatazione, unita all’altra dell’impareggiabile valore apologetico e propagandista che hanno le opere di carità, ci spingono a domandare l’autorizzazione di iniziare questa nuova Congregazione religiosa; tanto più che essendo indigena porta con sé l’innegabile efficacia dell’apostolato dell’indigeno sui suoi connazionali, tanto più in un paese come il Giappone.
I risultati finora ottenuti dall’attività di questa pia istituzione laica che si possono misurare dal ragguardevole numero di battesimi amministrati, dagli ottimi rapporti per essa ottenuti della Missione colle autorità civili municipali, provinciali e governative, dall’atteggiamento sempre amichevole della stampa, da innumerevoli visite fatte all’Opera da persone private, da autorità e persone rappresentative, fino all’ambita e quanto mai onorifica visita del rappresentante dell’Imperatore, ci fanno sperare che se sarà volontà di Dio che sorga questa Congregazione religiosa indigena, essa potrà compiere del gran bene nel campo della propagazione della fede. La Carità sarà al servizio della fede.
Per la formazione alla vita religiosa di queste aspiranti si prestano assai volentieri le suore di San Mauro nel loro Noviziato, e già cinque “Sorelle della Carità” sarebbero pronte per incominciarlo.
In fede.
Sacerdote V. Cimatti, salesiano
Prefetto Apostolico di Miyazaki
1817 / Marella Paolo / 1937-2-20 /
a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico
Miyazaki, 20 febbraio 1937
Eccellenza,
Eccomi qui di nuovo a disturbarla, ma le assicuro che in cambio prego sempre per Lei e pregherò intensamente in questo mese di S. Giuseppe, affinché V. E. possa essere per me e come San Giuseppe l’egiziano e più quello custode di Gesù.
Mi scrive il Rettor Maggiore dei Salesiani: “La S. C. di Propaganda ci notificò, che in vista di altre missioni che dovremo aprire, per ora ci esonerava dall’accettare quella del Giappone, che fu data ai francescani”. Così si chiude definitivamente il problema… È capitato a Don Cimatti il famoso fatto della donna che voleva dalla gallina due uova… È finita per crepare la medesima… Osaka e missione sayonara (arrivederci)… Non me ne dolgo, perché canto “Bonum mihi quia humiliasti me…”, e se è avvenuto così è certo disposizione di Dio.
Ho un chierico che in Aprile deve entrare in Seminario per iniziare il secondo corso di filosofia. Non so di aver facoltà di dispense al riguardo, essendo il giovane illegittimo. Dal Gran Seminario mi si dice di rivolgermi a V. E. Non so se ci siano pratiche speciali da fare, essendo il primo caso (per i salesiani fanno tali pratiche i Superiori). Si chiama Tsuruda Martino. Abbia la bontà di farmi dire quid faciendum.
Ho inviato a Roma lettera, supplicando e a Propaganda e all’Opera del Clero indigeno di tenermi presente prossimamente nella distribuzione dei sussidi… Se V. E. che conosce le nostre necessità, avendo occasione, volesse spezzare una lancia in mio aiuto… sarà facile assai più la riuscita.
Al momento non mi resta che raccomandare alle sue preghiere me stesso, sicuro del contraccambio.
Suo nel Signore…
Obbl.mo
Sac. Vincenzo Cimatti, sales.
Pref. Apost. di Miyazaki
1818 / Circolare Salesiani / 1937-2-21 /
ai Salesiani missionari della Prefettura Apostolica e della Visitatoria S. F. Saverio
Prefettura Apostolica & Visitatoria
Miyazaki, 21 febbraio 1937
Carissimi,
Benché solo ufficiosamente so della notizia dolorosa della morte del nostro amatissimo Superiore Don Fascie, Consigliere scolastico Generale per gli studi, della nostra Società. La Messa solenne sarà a tempo opportuno detta in missione al Seminario e a Tokyo nella casa dello Studentato.
Recenti leggi impongono la revisione di tutti gli “Enti morali” dell’Impero. Le prescritte pratiche saranno fatte dal Centro, ma mi raccomando caldamente che mi teniate informato qualora venisse qualche pratica a nome dell’Ente e specialmente si conservino tutte le ricevute interessanti la stessa partita. L’inadempienza di queste ed altre formalità ci procurerebbe delle forti multe.
Non dimentichiamoci il bel mese di S. Giuseppe e quanto ho già raccomandato per la Santa Quaresima.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1819 / Cecchetti Albano / 1937-2-23 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
23 febbraio 1937
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie delle indicazioni per le pratiche da farsi. Pronte che siano o verrò su o spedirò… perché ci vogliono anche dei soldi.
Per l’ordinazione vedremo. Penso che aspettando un po’, forse con un’unica ordinazione si può pensare al Sacerdozio. Intanto prepari dei trattati meglio che può.
Per il povero Mario quello che Lei mi consiglia fu fatto e strafatto. Ma ha egli fatto quanto gli fu detto ripetutamente da Don Cimatti? Perché non lo fa? Perché ripeto e dico (dalla povera esperienza che ho) che mai i Superiori licenziano ex necessitate uno senza in qualche modo aiutare, indirizzare e materialmente e spiritualmente. Quindi ci deve essere stato qualche cosa d’altro…
Passo di nuovo (già lo feci) a Don Tassinari – ha lui l’impresa – il numero del “Katei”, che però mi assicura di averne personalmente curato l’invio richiesto.
Con 300 Yen si può fare una modesta costruzione nuova. A Tokyo con 8-10 Yen lo tsubo le disfanno e trasportano qualsiasi casa (vedi Noviziato, Studentato). Penso che al momento… Bisogna pensare poi alla località – è proprio favorevole vicino alla stazione? (A Nobeoka abbiamo noie perché il terreno è lì). Penso che al momento… Avessi 300 Yen glieli darei per il suo salone. Certo che ci fossero belle occasioni…
Preghi per me
Don V. Cimatti, sales.
1820 / Merlino Alfonso / 1937-2-25 /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone
25 febbraio 1937
Merlino carissimo,
Mi dicono che sei a Penango. Guaschino ti scrive ed approvo. Procura di accontentarlo nei limiti del possibile.
Penso che mediante qualche raccomandazione potrai ottenere a Penango stesso da qualche buon contadino… e così limitare al solo prezzo di spedizione.
Buon S. Giuseppe e buona Pasqua fin d’ora. Ti sono sempre vicino col pensiero e colla preghiera. Non dimenticarci agli amici e se trovi alla festa di Don Corso e di altri Giuseppe che io conosca rappresentami con due parole.
Nulla di nuovo salvo il ritorno di Don Lucioni.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
che ti abbraccia e benedice.
1821 / Ricaldone Pietro / 1937-2-26 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
26 febbraio 1937
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
La grazia di Dio ci concede di poter anche in questo mese fare l’esercizio della buona morte ed approfitto per il mio rendiconto.
Salute: discreta… si invecchia e sento chiare le parole di S. Gregorio: “pulsat vero cum jam per aegritudinis molestias esse mortem vicinam designat…”. Deo gratias… expecto beatam spem et adventum Domini mei…
Studio e lavoro… Ce n’è e mi accorgo di non riuscire a tener dietro a tutto come vorrei e dovrei. Deus scit. Attendo la visita e spero che molto si cambierà in bene, se sarò vivo – e in meglio, se sarò morto. Certo, se non fossi qui sarebbe meglio per tutti e per tutto, ma fiat voluntas Dei: è diventata la mia preghiera abituale.
Pietà, regole: tento mantenere costante la buona volontà. Sono la mia vita, pur pieno di imperfezioni.
Santi Voti: nihil novi – regulariter.
Carità: voglio bene a tutti naturalmente e per volontà, e spero con merito. Mi dicono che sono troppo buono: oh no! Sono un bonomo. Mah, Deus scit.
Inconvenienti:
L’essere Don Cimatti Superiore;
Non riesco a sradicare in molti lo spirito di critica che lede tanto la carità. Come massimo dovere devo fomentare la carità. Ah, come rompe il cuore la mancanza di carità. Mi aiuti il Signore a fare il mio dovere anche in questo – e anche Lei preghi per me.
Le cose nostre: salute pubblica discreta – malattia un po’ generale: “nervosismo” proprio di questi paesi; le opere hanno tutte bisogno di essere iniettate di forza materiale e spirituale come le fondamenta del nostro caro Santuario di Maria A. – ah fossero già qui i Visitatori!
Temo che il Signore non sia contento di qualcuno di noi – preghi, preghi preghi per me. Ah, piuttosto Gesù pigli questo disutilaccio che si chiama Don Cimatti. Colgo l’occasione per augurare a nome di tutti a Lei e ai venerati Superiori la buona Pasqua.
Preghiamo e offriamo tutti i sacrifici secondo le sue intenzioni. Mi benedica in modo speciale e mi creda,
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1822 / Bernardi Angelo / 1937-2-27 /
a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone
27 febbraio 1937
Carissimo,
Don Cimatti propone e Dio dispone… Non è arrivato Don Bovio… Cosa farci! Mi dispiace per la brutta figura che si fa e per la diminuzione di bene.
Per aggiustare meno male le cose non c’è che il sacrificio di Tano.
Mando due a comunicarti la cosa. Abbi pazienza e provvedi per avvisare in tempo utile tutte le famiglie che c’è una Messa sola.
Se per caso arriva domattina alle 7.30 lo faccio proseguire, ma non so se…
Perdonami e prega per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
(più che addolorato del contrattempo)
1823 / Barbaro Federico / 1937-2-… /
al chierico Federico Barbaro, tirocinante
[Febbraio 1937]
Carissimo Barbaro,
Bravo! Capito tutta la tua lettera più o meno filosofica pur essendo piena di nomacci. Ci sei tutto tu e va bene, e va bene anche quello che fai per migliorare.
Quanto al monitore segreto… sono mezzi che liberamente si suggeriscono e con libertà si attuano.
È giusto quello che dici e nella valutazione dell’ambiente (ma l’ambiente dovete formarlo voi) e nelle tue difficoltà di scelta. In ogni caso c’è il Signore, l’Angelo custode, la voce della coscienza, l’esempio degli altri, la voce dei Superiori, la regola che ti possono più che sufficientemente ammonire.
È naturale che sia facile far predichini agli altri – è così anche per me – proprio come le campane dei nostri bei campanili che chiamano e stanno sempre poi allo stesso posto.
Ma si tratta di tendere a… Guai a me se si dovesse essere perfetti. La tendenza insita in tutti gli esseri (io l’ammetto in tutti i regni della natura) come l’espansione e la diffusione amorosa… Ecco perché bisogna anche odiare la superbia, il vizio più antinaturale di tutti…
Quindi, Federico, né apatia, né tragicità. Ogni giorno un colpetto a qualche cosa e vedrai che la statua, pur dolorando, sarà sbozzata e finita. E prega per me che spero presto salire agli eterei… e concludo con te “con tutto l’affetto di cui è capace un cuore” d’una cima dei matti ti assicuro preghiera.
Tuo
Don V. Cimatti
1824 / Ricaldone Pietro / 1937-3-2 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
2 marzo 1937
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Il giorno 30 Aprile8 sul Paquebot “President Doumez” in arrivo a Marsiglia il 3 Maggio, si è imbarcato il nostro Don C. Credo che per il bene dell’anima sua e della missione era necessario il taglio netto.
Spero di aver arrestato e sotto un certo aspetto sepolto la cosa: certo che né la religione, né la Congregazione ne guadagna: sono macchie per cui non c’è sapone (davanti agli uomini).
Ah, amatissimo Don Ricaldone! Quid dicam? Non capisco, non capisco… Abbia la bontà di far sapere all’Ispettore Don Faure quid agendum: ho scritto anche a lui.
Don C. ha lettere per Lei e per Lui.
Eccole l’ultima lettera che mi ha scritto. Lo affido alla sua carità e paternità.
E preghi preghi per me… e attendo i Visitatori.
Chiamo in aiuto al Seminario Don Bovio, e mi ci fermo più che posso, assumendo la direzione9 interna e scolastica: le autorità mi conoscono e si fa più in fretta ad aggiustare tutto.
Dopo la visita i Superiori decideranno. Ma c’è ancor da pulire assai… poveri fratelli miei!
Mi benedica.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1825 / Circolare Salesiani / 1937-3-2 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
2 marzo 1937
Carissimi,
Avvicinandosi l’inizio dell’anno scolastico mi preme che se avete qualche domanda per qualcuna delle nostre opere (Seminario, Nakatsu, o anche per l’Ospizio o per le Figlie di Maria A. o per le opere salesiane di Tokyo) vogliate con cortese sollecitudine mettervi in relazione coi rispettivi responsabili per fare gli opportuni preparativi sia in casa come presso le autorità scolastiche. Siano le vostre informazioni corredate dagli opportuni documenti e da qualche informazione confidenziale, specie per gli allievi del Seminario. Quivi la funzione di apertura è al 5 di Apr.
Come fu già annunziato in “Angelo delle famiglie” vi prego di commemorare nelle forme che credete più opportune per le vostre comunità o per le opere da voi dipendenti il settantesimo della politica instaurata dall’Imperatore Meiji, o domenica prossima (data ufficiale) o in altro giorno a scelta. Il ministero mi aveva promesso l’invio di pubblicazioni al riguardo che a tutt’oggi non sono ancora arrivate. È certo una buona occasione per richiamare ai cristiani importanti doveri. Penso che troverete sui giornali o riviste materia al riguardo.
Negli ultimi atti del Capitolo vi sono importanti osservazioni che possono interessare anche noi. Prego vivamente farne tema di lettura o di conferenze. Rinnovo le raccomandazioni di cominciare a fare la verifica dell’archivio e specialmente di mettere in ordine la cronaca della casa.
Prego per tempo invitare i confratelli cui quest’anno scadono i voti a fare le relative domande, che devono essere corredate del parere del capitolo della casa o dal capo della residenza.
Ricevo in questo momento dal nostro Merlino (al momento in riposo nella nostra casa di Penango) l’annuncio della morte della sua cara mamma. Raccomando vivamente alle vostre preghiere e la madre ed il figlio addoloratissimo.
Vado compiendo l’annunciata visita preliminare alla visita dei Superiori. Spero di compiere tutto entro il mese di aprile. Facendo in quella occasione anche l’annuale visita apostolica, qualora vi fossero Ss. Cresime da amministrare, sarò felice di farlo. A vostra scelta potrete stabilire una data a voi conveniente dal 15 aprile alla fine di Maggio.
Colgo l’occasione per augurarvi le buone e sante feste pasquali a voi e ai vostri cristiani, assicurandovi le mie preghiere continue.
Vi supplico di dar modo a tutti i vostri dipendenti di poter compiere il precetto pasquale, anche [se] vi debba costare sacrificio: facciamolo anche in omaggio a Gesù Eucaristico specialmente in quest’anno.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Pur non sapendo ancora l’epoca del ritorno del nostro Don Liviabella chi avesse bisogno di qualche cosa, approfittando dell’occasione del ritorno, è opportuno fin d’ora interessi il nostro confratello.
1826 / Grigoletto Giuseppe / 1937-3-8 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
M., 8 marzo 1937
Carissimo Don Giuseppe,
Rispondo alla tua… vagamente (= bellamente) disordinata lettera… come quel bel disordine che ammette Don Bosco nell’andare dai nostri alla S. Comunione… Vedessi i miei articoli pel Bollettino… Si fanno certo dei meriti i proti… e faccio quanto mi dici di risposte, ecc. ecc.
Grazie a te ed ai benefattori. Imploro per me e per te la grazia (non direi di rifarsi, che non si può, già essendo indelebilmente) di perfezionarci e divenire salesiani e sacerdoti, certo, costi quel che può costare.
Caro Giuseppe, se ti contasse lo scrivente, come si arrivò… Vedi, in questo genere tutto è relativo, e se quanto è avvenuto, non avvenne per nostra cattiveria, noi in coscienza siamo a posto. Sì, urge il dovere del perfezionamento usque ad avventum regni Dei pro nobis.
Quanti santi sacerdoti poterono prendere l’esame di confessione a 50 anni e passa… Il nostro Don Bosco, ricorda bene, sognava la perfezione del Salesiano, ricorda il “qualis esse perhibetur” ed il suo contrario, e qualche cosa di questo purtroppo s’infiltra anche fra noi. Dunque tensione alla perfezione, e tu capisci in fisica il valore della forza della tensione… Ricorda sempre (come anche diceva Don Bosco con S. Francesco) che l’ottimo è nemico del bene. Devi farti sacerdote e salesiano coi mezzi che Dio ti dà e trafficarli come sai e puoi.
Per carità poi non parlarmi di pagamenti di articoli. Prega e fa’ pregare per me. È quanto domando a tutti. Sto preparando gli articoli per aprile, maggio, giugno (e li invio).
Idem: tranquillo sui giudizi che senti su Don Bosco e che possono riferirsi o a te o ad altri. Capita un po’ come quando si studia morale. Ma altro è il bene o il male morale; altro è la coscienza conseguente. Per noi religiosi poi l’obbligo del perfezionamento aggiusta tutto per gli uomini di buon volere.
Piuttosto deve esserci la tensione per avvicinare tutti all’ideale del Padre. E lo sai, anche Don Bosco dovette passare sotto certe trafile o pro bono pacis o per ottenere parte di quel che domandava e non perder tutto, ed adattare alla realtà allora sentita quanto egli aveva pensato diverso. Es. la povertà, il vitto, i cooperatori et alias permultas cogitationes… Ma la legge del forzato adattamento, quando non c’entra in mezzo il dovere, è per tutti. Quindi calmo anche in questo. E vedrai che Vincentius de Cima-matti et Joseph Grigoloides de peponidis barucis si faranno santi sul serio. Diligentibus Deum omnia (quindi anche l’esser matto e zucca) cooperantur in bonum (oh, il latino!).
Bravo! Ama gli ammalati. È opera di misericordia e dobbiamo, arrepta occasione, osservarle. In giapponese i bacilli = baikin… Come vedi, radice veneta…
Piantare il Giappone?! Niente di male. L’obbligo per la gloria di Dio e salute delle anime, è lavorare per le missioni (ed è anche quella che hai tra mano, missione assai più doverosa delle altre) non per una missione in particolare.
Rivedermi? A che servirebbe? Per te, è affare tuo. Per me, momento per manifestarti la mia riconoscenza, che si può anche manifestare in altre forme e per altre vie?
Calmo anche in questo, e lascia fare al Signore. Mi diceva una santa anima: “Quando Lei sarà di troppo vedrà che ci sarà chi penserà a dirle: “Si tolga di lì”. Bella espressione e vera. Ah, fossimo semplici e con pochi o nessun desiderio, o anche senza desideri… Ah, S. Francesco di Sales!
Ti abbraccio e benedico. Ho finito col farti la predica.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Pro-memoria. Ho combinato col mio Don Tozzi che se gli pago in Lire italiane alla Crocetta, Lui mi paga in sterline. Quindi arrepta occasione che non sappia ove mettere delle migliaia (di lire) invia pure al Prefetto della Crocetta. “Don Cimatti invia questo per conto dell’Ispettoria Inglese” pregandolo invii o a me o meglio subito a Don Tozzi, la ricevuta, e Lui invierà a me l’equivalente. È un modo facile che Don Tozzi ha accettato di aiutarci scambievolmente.
Invierò a parte le foto. Giunto oggi (13/3/37) e rispondo:
Ringrazio quanti mi dici.
La missione sta passando svolte delicatissime per imprudenze grandi di qualche anima… Ti prego pregare e far pregare. Ah, Don Bosco! Quanto ha ragione! Ho ricevuto lettera mortuaria del buon Contardo e prego, prego, prego per tutti.
1827 / Cecchetti Albano / 1937-3-13 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
13 marzo 1937
Amatissimo Don Cecchetti,
Le invio fino all’andata a Tokyo, il nostro Seminarista Tsuruda. Ha male di gola e di petto e gli altri disturbi che Lei conosce: un po’ di riposo a Beppu gli farà bene.
Desidererei lo facesse visitare bene dalla dottoressa:
per fargli coraggio, e per
norma per noi.
Se è necessario qualche “onsen” (fonte di acqua termale)… Lo occupi in qualche modo, se non dovrà stare a letto. Poi venendo vedremo il da farsi.
Le unisco un primo acconto per lui. Faccia pregare anime buone. (Lo dica a mio nome alle Figlie di Maria A.). Abbiamo bisogno di segnalatissime grazie: stiamo passando una svolta delle più delicate.
Preghi preghi preghi: occorre strappare al S. Cuore tali grazie.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Non ha bisogno di vitto speciale. Qui mangiava ogni giorno alla giapponese. Potrebbe continuare. Faccia pregare anche la Nagata e compagne.
1828 / Bernardi Angelo / 1937-3-13 /
a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone
13 marzo 1937
Caro Don Bernardi,
Avvisa i cristiani, giovani e desiderosi che P. Gemeinder arriva martedì ore 5 pomeridiane.
Tiene conferenza alla sera del mercoledì, a pranzo torna a Miyazaki. Ordina le cose bene e prega per me
Tuo
Don V. Cimatti
1829 / Sig.ra Pagnacco / 1937-3-13 /
alla Signora Pagnacco, benefattrice
Miyazaki, 13 marzo 1937
Ill.ma Sig.ra Pagnacco,
Ricevo dal buon Grigoletto la cospicua offerta per l’adozione del Seminarista di Miyazaki. Sia benedetta.
Assicuro preghiere speciali e offerte di sacrificio secondo le sue intenzioni e così pure farà il suo protetto.
L’aiutare quest’opera di carità è somma opera per la Chiesa. Il Signore non manca di tenerne conto in questo mondo e più per la vita eterna.
Voglia bene a questa missione che riconosce in Lei una benefattrice insigne, e non dimentichi il
Suo umile servo
Don V. Cimatti, sales.
1830 / Cecchetti Albano / 1937-3-15 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
[15 marzo 1937]
Caro Don Cecchetti,
Come vede Tsuruda domanda di andare all’aria nativa… Per me nessuna difficoltà. Preghiamo.
E preghiamo pel caro Don C. tanto più da amarsi, quanto più in quelle condizioni.
Ed il Signore ci aiuti. Monito per noi ad esser più vigilanti e monito pei Superiori dei noviziati e studentati. Non è probabile che uno da prete, possa arrivare a queste conclusioni. Ci devono essere stati precedenti. Fiat voluntas Dei!
Tutto suo
Don V. Cimatti
P.S. Se non muoio parto lunedì col diretto dell’1.30.
1831 / Merlino Alfonso / 1937-3-15 /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone
Miyazaki, 15 marzo 1937
Merlino carissimo,
Ricevuto tutto e trasmesso subito a Don Marega.
Sta’ tranquillo. A nome di tutti e singoli confratelli condoglianze vivissime; comunicai per lettera a tutte le case – e assicurazione di preghiere per parte di tutti. Celebrai subito S. Messa e le prescritte saranno subito celebrate; sta’ dunque tranquillo.
La Mamma dal Paradiso prega certo per te e per noi. La lettera era affrancata. Prega per noi assai. Stiamo passando una svolta delicatissima. Sostituisco anche Don Carò che ho inviato a Tokyo in riposo.
Il Signore ti rimeriti di quanto fai per noi e per la Missione. Grazie pure dell’offerta del sacrificio per la Missione.
A te, a quanti conosco di Penango buona e S. Pasqua, piena delle consolazioni materiali e spirituali. Ti abbraccio e benedico di cuore.
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1832 / Chierici salesiani in Giappone /1937-3-18 /
ai Chierici studenti di filosofia della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
18 marzo 1937
A tutti i miei carissimi filosofi,
Buona e santa Pasqua con la viva assicurazione di preghiere speciali per voi.
Pasqua ricorda immolazione – banchetto – risurrezione.
Sine sanguinis effusione non fit remissio = sacrificio.
Accipite et manducate = Gesù ha fame di voi.
Ego sum resurrectio et vita = continua risurrezione.
Pregate pel
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1833 / Cecchetti Albano / 1937-3-20 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
[20 marzo 1937]
Carissimo Don Cecchetti,
Accludo:
Certificato Arri.
Documento per l’entrata di un giovane all’ospedale Nagata, si fieri potest. Ma non so le condizioni ed invio quanto Arri mi accennò, ma non so se sia sufficiente. Non ricordo le condizioni di pagamento. È pagano.
E paghi per me. Per il ferro da ostie se non si riesce a trovare, si può far fare – quello che le ho inviato è stato fatto. Ci fosse una scatola di latta un po’ consistente, forse si può affilare… ma…
Per i suoi foruncoli come depurativo per un po’ di tempo:
- a sera mezzo cucchiaino di magnesia S. Pellegrino o il solito sale Fuji;
- frutta cotta o le prugne;
- fiori di zolfo al mattino a colazione, un cucchiaino preso in ostia o mescolato con marmellata (ne fa un bocconcino);
- come bibita nei pasti quella di Don Antonio (Guaschino indicherà) al posto del thé – è una specie di thé leggermente lassativo, col quale, mentre mi raccomando alle sue preghiere, mi dico
Suo aff.mo
Don V. Cimatti
La fretta della partenza mi impedì di ricordare gli auguri di Pasqua per Lei, Arri e personale. Faccia le mie parti: assicuro preghiere speciali. Saluti a Tsuruda.
1834 / Circolare Salesiani / 1937-3-23 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
23 marzo 1937
Carissimi,
A voi e a tutti i vostri dipendenti buona santa Pasqua.
Vi assicuro che sono assai assai vicino a voi in questa occasione. Preghiamo assieme vicendevolmente. Il Signore non lascia di provarci in tutte le forme; ci vuole assai bene. Sia benedetto.
Vi prego inviarmi breve relazione del movimento Cooperatori salesiani nella vostra zona, dovendo fare l’annuale relazione ai Superiori. Non ricevendo notizie speciali è segno che non avete novità da segnalarmi.
Il prossimo 15 Aprile a Sasebo si fa la funzione dell’imposizione del nome dell’aeroplano donato dai cristiani del Giappone. Da Nagasaki scrivono per fare gli opportuni preparativi: è necessario che chi desidera partecipare a detta funzione invii subito la sua adesione…
Vi prego a nome del Comitato di avvisare i cristiani. Potreste affiggere in luogo visibile predetto invito.
Il prossimo 7 Aprile a Tokyo vi è l’assemblea annuale dei capi-missione. Vi sarò grato se potrò servirvi per qualche commissione o se avete qualche desiderio che desiderate sia trattato.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1835 / Berruti Pietro / 1937-3-25 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
25 marzo 1937
M.R. Sig. Don Berruti,
Avevo spedito secondo le sue primitive notizie la corrispondenza al Siam. Mi scrivono da Torino che parte al l6 Aprile e forse questa mia le giunge ancora in tempo.
Buone Ss. Feste
Ho dovuto rinviare d’urgenza Don C., ho scritto i particolari al Sig. Don Ricaldone e anche a Lei (ma in Siam).
In questa per informazione:
Forse non chiaro il mio pensiero in lettera relate a Floran e Zanarini. Non mi pare di aver espresso il pensiero di non desiderarli più: il mio povero pensiero era: “mi arrivano le note dei due – furono rimessi ai Superiori neppur direttamente da me – prima di pagare desideravo chiaro il pensiero dei Superiori in proposito essendo per me un fatto nuovo”.
Membri del Consiglio non desiderano il ritorno, altri si rimettono ai Superiori.
Don Cimatti per principio ha sempre domandato personale e non persone.
Non so se sarò riuscito a far capire il pensiero – mi scrive Zanarini dicendosi consigliato a dirmi che Don Cimatti scriva ai Superiori per il ritorno o no. Non scriverò mai tal cosa per nessuno: mi rimetto ai Superiori e prendo chi mi danno.
E preghi per me e venga presto presto. La partenza di Don C. mi mette in nuove tribolazioni, ma fiat voluntas Dei et sit nomen eius benedictum. Preghi per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1836 / Grigoletto Giuseppe / 1937-3-25 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
25 marzo 1937
Carissimo Don Grigolo,
Grazie della tua… lettera pasqualina… e dei tuoi. Rispondo e invierò poi desiderata. Prego di cuore per il buon Don Narciso di cui ho così bei ricordi di carità.
Alla partenza di Don Lucioni ne succede un’altra del Direttore del Seminario. Ne assumo l’interim… quanti portafogli… Oh, il Signore che così ci prova ha i suoi grandi e santi fini. Ah, Don Giuseppe mio, se Gesù vorrà che ci vediamo in questo mondo, quante direttive ci diremo che non si possono mettere in carta. Ma, credi, è tutta questione delle basi iniziali… almeno dal noviziato… Se quelle non sono solide né chiare all’individuo e più ai Superiori (ah, quante cose si ignorano!) si costruisce sulla gelatina… Sì, ha ragione Don Bosco = zelo per le anime, e la spiegazione di zelo la dà magnificamente S. Francesco. Consulta…
Per Mogliano prega, prega, prega, e sacrificati, perché dove Gesù soffre, i suoi servi (e noi vogliamo esserlo) devono soffrire. Bravo! Facciamo il patto… ogni primo venerdì offerta a Gesù degli scambievoli sacrifici.
Ho promesso ai tuoi al 24 maggio la S. Messa. Prego per Da Pian.
Coraggio Giuseppe.
Tuo povero
Don V. Cimatti, sales.
1837 / Cossu Pietro / 1937-3-27 /
a Don Pietro Cossu, consulente Diritto Canonico presso il Capitolo Superiore
Miyazaki, 27 marzo 1937
Carissimo Don Cossu,
Grazie delle sue comunicazioni.
Nel decreto spedito a me v’è che la concessione: è valida fino all’estinzione delle attuali facoltà (Agosto 1938). Chi ci sarà vedrà.
Un novizio accettato come chierico iniziò il suo noviziato regolare il 7/12/36. Trovandosi che non riesce negli studi ed è già di una certa età, domanda di passare nel medesimo noviziato come coadiutore. Nuova votazione del capitolo della casa e visitatoria e nuovo inizio del noviziato. Va bene così? O ci sono altre pratiche da fare?
E preghi preghi preghi per chi la ricorda sempre nel Signore.
Don V. Cimatti, sales.
1838 / Ricaldone Pietro BS / 1937-3-28 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
2.1 Un funerale ed un decennio10 |
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28 marzo 1937
Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Torno dalla nostra residenza di Tano, ove abbiamo condotto al cimitero la salma di un buon vecchio cristiano, deceduto in questi giorni. Si compiva da pochi giorni il decennio del suo arrivo in quella zona (23 febbraio): fu uno dei sei primi a stabilirsi, ed è il primo adulto che in dieci anni muore ed è la prima tomba di adulto che si apre nel cimitero. In dieci anni quattro angioletti volano in cielo. In dieci anni i primi sei, che immigrarono da Nagasaki a Tano colle loro famiglie, sono divenuti centocinquanta – un villaggio ora pressoché completamente cristiano.
Non le sarà discaro qualche cenno su questa residenza. Ricorderà che il programma di lavoro adottato inizialmente fu di aprire residenze là dove vi erano cristiani. Dopo poco tempo del nostro arrivo a Miyazaki giunge notizia che alcuni cristiani di Nagasaki si recano in quella zona per dissodare terreni. Vengono difatti a Miyazaki e supplicano di essere aiutati a mantenersi nella loro fede. La prima Messa (era il 24 febbraio) fu nella casa di uno di costoro – vi assisteva una decina di persone. “Quando sarete cinquanta, stabiliremo anche per voi la missione, la chiesa…”. Dalla seguente domenica assunse servizio regolare il nostro Don Cavoli. Vita di sacrificio per via impervia, in cui ci si affondava a mezza gamba quando pioveva… e pareva fatto apposta… Quando andava il missionario, pioveva – polverone in tempo asciutto, delizia della viabilità in Giappone… Tano – un piccolo comune di circa 10.000 abitanti a quaranta kilometri da Miyazaki. Popolazione sparsa in una quarantina di villaggi, per buona parte situati in fertile pianura a risaia, lungo la vallata del fiume omonimo, oppure a ridosso di colline boscose o di altipiani sopraelevantisi sui fianchi della vallata e contornati da una ghirlanda di montagnole dai 700 agli 800 metri.
La zona presa a dissodare dai cristiani immigrati da Nagasaki è appunto situata su uno di questi altipiani; allora, fitta boscaglia di bambù, di pini giapponesi, di sterpi ed erbacce, trasformata ora in fertili campi, che danno ottima produzione di grano, riso di monte, thé, gelso, colza, patate e verdura diversa, e come specialità della zona coltivata, rape meravigliose per grossezza e sapore, e deliziosi cocomeri. Dieci anni di lavoro hanno fecondato quelle terre, bagnate dal sudore di questi tenaci lavoratori e benedette certo dalla Provvidenza per le preghiere dei cristiani.
Gli inizi furono per loro dolorosi. Poveri come erano, dovettero riscattare quelle terre a prezzo di stenti, di fatiche, di denaro disputato loro da prestiti a enormi interessi: ma anche aiutati e favoriti dalle provvide leggi governative per i terreni da dissodare, mettendo nel loro lavoro non solo l’energia umana, ma lo spirito di sacrificio cristiano; ora sono proprietari di quei terreni, ed alla miseria iniziale va sostituendosi un relativo benessere, che aumenterà anche in seguito, a conforto delle famiglie, feconde assai più che la verdeggiante piana di Tano. Dolorosi gli inizi per l’assestamento materiale della loro vita, non lo furono meno per la loro vita spirituale.
Nel 1929 si poté realizzare la costruzione della chiesetta, dedicata a Maria Stella del Mare e a Santa Teresina, ma solo nel 1932 vi si poté stabilire la residenza del missionario. A comprendere la posizione di questi cristiani di fronte al paese pagano si pensi alla loro qualità di cattolici – provenienti da Nagasaki, ossia dalla terra dei martiri delle persecuzioni (cosa nota ai giapponesi), contornati quindi di tutte le dicerie (e non son poche ancor oggi) e di quello spirito di diffidenza, che colorisce stranamente alla mente di molti la figura del cattolico in Giappone (religione straniera, che non comprende né si attaglia allo spirito nazionale et similia) – separati dal paese in una zona alquanto appartata – urti nelle manifestazioni religiose pagane e cristiane – segnati a dito in scuola, nel commercio, ecc.
Con la forza proveniente dalla grazia divina tennero testa, conservarono la fede con la tenacia caratteristica dei cristiani discendenti dai martiri – lavorarono e lavorano bene le loro terre, ricevendo pubblici encomi e premi dalle autorità provinciali e locali – e ormai fra le autorità e la popolazione pagana ed il nucleo dei cristiani vi è piena armonia, vicendevole comprensione. Resta un passo ancora a farsi (il più importante ed interessante per il missionario): la conversione cioè dei pagani; ma pensando alle lotte di prima nel campo religioso e materiale, ed all’accordo attuale – pensando che i locali della missione sono ora adibiti anche alle adunanze ufficiali, scolastiche, agricole e d’interesse generale della popolazione – pensando cioè che il nucleo cristiano comincia a contare nell’estimazione pubblica e privata – il cuore del missionario può pensare a guadagni spirituali non indifferenti.
La famiglia cristiana, che va crescendo, ha già dato e darà anche in seguito buone vocazioni; tanto per il clero secolare che per le famiglie religiose maschili e femminili, dolce compenso all’insuccesso nell’altro campo; buone vocazioni, uscenti dal vecchio ceppo cristiano, sorto dai tempi di S. Francesco Saverio, e per lunga serie di generazioni trasmesso fino ai giorni nostri, con garanzia più certa di riuscita finale.
La residenza di Tano alla fine del 1936 conta 150 cristiani. È dotata di una cappella e della modesta residenza del missionario – di un salone per le riunioni e teatro, di un magazzino per la conservazione dei prodotti agricoli, della casa del catechista e di un cortile per la ricreazione – ed anche di un discreto appezzamento di terreno, che, ben lavorato, può assicurare il necessario al mantenimento del missionario. La popolazione è fervente cattolica, e già si vanno delineando le basi per un fecondo lavoro di azione cattolica col circolo giovanile S. Pietro (15 soci), gruppi del Vangelo, e colle associazioni religiose, Compagnia S. Luigi, Piccolo clero per i fanciulli, S. Teresina per le fanciulle. E il materiale per il locale oratorio festivo. A tutt’oggi la cristianità di Tano ha dato 6 vocazioni per il Seminario, 2 all’Ospizio e 2 alle Figlie di Maria A.
Vi lavorarono dal 1932 i missionari Don Lucioni, Don Cecchetti, Don Tanguy; i chierici Broccardo e Bernardi e il coad. Maccario. La scarsezza del personale da tre anni non ha permesso la permanenza del missionario, ed il servizio religioso vi è dato ogni settimana dai missionari disponibili.11
Specialmente Don Lucioni visitò in varie riprese i 30 villaggetti alle dipendenze di Tano, spargendovi buona stampa e predicandovi la buona parola con le proiezioni luminose religiose e cinema.
Nel nucleo principale poi si tennero vari concerti musicali e conferenze di propaganda cattolica, specialmente nelle feste di Don Bosco.
Sulla parte più elevata dell’altipiano, a pochi minuti dalla chiesa, vi campeggia la croce, alla cui protezione abbiamo oggi affidato la salma del caro defunto. Là i cristiani hanno desiderato il loro cimitero. A fianco della chiesa si eleva alta, sovrastante allo steccato dei pini, protettori delle bufere di vento e pioggia, l’antenna da cui sventola nelle solennità la bandiera nazionale. Nell’anima di questi cari cristiani vibrino praticamente l’uno e l’altro ideale, e siano pure forte richiamo ai numerosi pagani della zona, affinché giungano anch’essi a gustare quanto sia bello servire Dio. È la preghiera continua del missionario.
Per il crescente sviluppo materiale e spirituale anche di questa cristianità, domando a Lei, Padre amatissimo, ed agli amici nostri preghiere speciali.
Suo figlio
Don V. Cimatti, sales.
1839 / Zerbino Pietro / 1937-3-28 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
28 marzo 1937
Carissimo,
Al solito un po’ di lavoro.
Ricevuti moduli da Don Bovio.
Grazie al buon Tommaso. Che vuoi! Ho debiti di riconoscenza con tanti, anche col buon Tommaso. Prego! Non so fare altro: scusami presso di lui.
Oh! Don Fascie… un santo! Lo conoscevo assai bene nell’intimità. Preghiamo e prega per me.
Alleluia a tutti gli amici.
2.1.1 Don V. Cimatti |
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1840 / Ricaldone Pietro BS / 1937-3-31 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
2.2 Fervore di opere di carità12 |
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31 marzo 1937
Amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Lo spunto per la mia povera abituale relazione mensile mi è data da alcuni pensieri, desunti da un quotidiano buddista in un articolo dal titolo: “Il cattolicismo in Giappone comincia a svilupparsi come cattolicismo giapponese”. Scrive dunque il giornalista: “…I missionari stranieri non sono che seminatori, che lasciano le terre che hanno evangelizzate quando hanno compiuto il loro ufficio di seminatori… Le diocesi di Nagasaki e di Tokyo (e poteva anche aggiungere la prefettura apostolica di Kagoshima) affidate a Vescovi giapponesi, non dipende tanto dal fatto che da qualche tempo il Giappone sente sempre più coscienza della sua razza, quanto piuttosto dallo svolgimento naturale della Chiesa cattolica… Questo nuovo fervore di giovani preti giapponesi, che sono disposti a prendere in mano l’apostolato, è senza dubbio un segno del tempo, il risultato dello spirito di oggi…”; e prosegue parlando del Gran Seminario regionale di Tokyo, come casa di educazione formativa dei preti cattolici, e conclude: “…Noi pensiamo che l’avvenire permette grandi speranze se questi giovani preti giungeranno a compenetrarsi del fondamento di questa religione cattolica e del fervore di sentimento dei giapponesi in quanto tali…”; e mi fermo qui.
Non è il caso di polemizzare coll’articolista, di cui ho riprodotto solo i punti che fanno al caso mio, e neppure le voglio parlare degli ideali giapponesi, del fervore di sentimento di questo popolo, dell’identità istintiva ed universale di reazione spirituale in loro, che forma la manifestazione più splendida dell’unità del Giappone e la sua migliore caratteristica; sentimento che è presente ovunque e dirige tutta la loro vita.
Sarebbe argomento interessantissimo e che spiega la massima parte dell’agire di questo gran popolo, ma rifletto a quanto la Chiesa vuole da noi, come missionari; a quanto Don Bosco, si può dire con vera passione, ha lasciato ai suoi figli missionari come massimo insegnamento “…e per le missioni studiare e coltivare le vocazioni indigene”.
È bello vedere che anche i pagani cominciano a capire l’importanza e l’ufficio di tali istituti educativi, ed è ancor più bello vedere non solo il fervore d’azione di tutti i missionari per studiare e coltivare le vocazioni indigene.
Quest’anno il Gran Seminario di Tokyo (filosofico e teologico) conta 101 allievi, che sotto la direzione degli zelanti PP. delle Missioni Estere di Parigi, si addestrano ai futuri lavori dell’apostolato in patria loro. Di questi anche la nostra piccola missione annovera già 2 teologi e 9 filosofi, mentre la nostra Pia Società conta in noviziato 2 chierici e 1 coadiutore, e già confratelli 2 chierici filosofi e 2 coadiutori.
L’aspirantato di Nakatsu coi nuovi elementi di quest’anno si allieta di 21 reclute e il Piccolo Seminario di Miyazaki di 50 allievi. Sono dunque 89 giovani promettenti vocazioni che sotto la vigile e materna protezione di Maria A. e di Don Bosco si vengono educando al futuro apostolato, cui si sentiranno chiamare dalla Provvidenza. Siamo persuasi di seminare e vogliamo seminare a piene mani… Non tutti i semi giungeranno a maturità, ma è nostro dovere, e della più pura tradizione nostra lavorare in questo campo: dunque non c’è da tergiversare. Domando a Lei, buon Padre, e ai fratelli, allievi e cooperatori tutti, grandi preghiere per questo scopo. Anche le Figlie di Maria A., memori della importanza e necessità di questo problema hanno lavorato e lavorano con assiduità, e già contano 3 consorelle, 5 novizie ed un buon numero di aspiranti tanto a Beppu che a Miyazaki. Identicamente le Sorelle della Carità nell’Ospizio di Miyazaki già contano una quindicina di aspiranti all’opera loro benefica.
Sono fonti attive di tali vocazioni i nostri oratorietti e le opere di carità che si tenta di sviluppare sempre più fortemente in missione. Per le opere di carità la chiamata di queste care anime alla fede è il principio direttivo di tali opere. In occasione del centenario della nascita della serva di Dio Madre Mazzarello, le Figlie di Maria A. a Beppu inaugureranno il nuovo padiglione “Giardino di piccoli gigli” per i loro cari bambini, ormai, come l’Ospizio di Miyazaki, divenuto meta di visite numerose e benefiche.
La città di Beppu con le sue fonti termali e fanghi (le più celebri del Giappone) è continua meta non solo di giapponesi, ma anche di numerosi stranieri, che vi sostano, data la bellezza del paesaggio (la Napoli del Giappone) e la caratteristica delle fonti, laghetti, sorgenti continue e intermittenti, durante i viaggi di piacere o di istruzioni. I cattolici vengono volentieri alla missione, dando così buon esempio alla cittadinanza, e visitano le opere cattoliche della città.
Notevole di recente la visita dell’incrociatore francese “Lamette Piquet”. S. E. l’Ammiraglio visitò l’Orfanotrofio delle Figlie di Maria A. ed il nuovo ospedale cattolico e permise al concerto musicale di dare una riuscitissima esercitazione nel cortile della missione, che fu letteralmente invaso dalla cittadinanza, ammirata non solo dalla finissima esecuzione, ma anche dal contegno impeccabile di tutto il personale superiore e subalterno. Anche questa è ottima propaganda di fede e di apostolato.
Mentre si cerca di dare più largo impulso alle conferenze di S. Vincenzo, la Provvidenza invia nella nostra Missione una nuova fonte di carità e di ottima propaganda di bene in un ospedale tubercolosario (Giardino di luce), fondato recentemente a Beppu da alcune volenterose signore cattoliche.
Ad altro tempo la storia interessantissima di questa istituzione, adattissima in una città, come Beppu, meta di migliaia e migliaia di persone in cerca di salute.
Gesù ci viene consolando con queste manifestazioni di carità, richiamo potente di anime a Lui.
Oh, sia questa nuova istituzione vero giardino di luce per tante e tante anime che non conoscono ancora Lui, vera Luce, Via, Verità e Vita.
Preghi per noi, amato Padre, e ci benedica.
Don V. Cimatti, sales.
1841 / Marella Paolo / 1937-3-31 /
a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico
Miyazaki, 31 marzo 1937
Eccellenza,
Il Signore rimeriti la sua nuova carità e conceda all’E.V. ogni bene in omnibus.
La nostra questione pare sepolta. Le dirò poi i particolari. All’arrivo della sua carissima avevo già eseguito quanto consigliava, ed ho goduto nel vedere che non sono andato fuori strada.
Nello scrivere a V. E. non era perché a Tokyo si dovesse agire, ma solo per informazione e consiglio. Data l’urgenza della cosa (per me improvvisa la modalità) avevo pregato i due di venire: ma comprendo benissimo che V. E. non poteva fare diverso. Grazie ad ogni modo di tutto.
E mi benedica in modo speciale…
Suo obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
1842 / Cecchetti Albano / 1937-3-31 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
31 marzo 1937
Carissimo Don Cecchetti,
Penso per Tsuruda che sia meglio si fermi a Beppu. Veda di occuparlo come meglio può o a scrivere o a comporre. Faccia un po’ d’esercizio di latino ecc. ed al più presto il Signore ci aiuti a decidere. Eccole un po’ di aiuto intuitu Tsuruda.
Grazie della relazione. Deo gratias! Se ci sarà qualche foto, una copia dei giornali… in sunto. Per la S. Eucaristia:
purché sia assicurato il decoro, la sicurezza, ecc.
autorizzo quando avranno gli ammalati in casa ad tempus.13
Dalla Corea ancor nessuna risposta. Bene per Arri: si prepari… E preghiamo preghiamo preghiamo. Saluti ad Arri, Tsuruda, ecc. ecc.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Ieri sera (alla Nicodemo) Don Bosco mi ha inviato un giovanotto seminarista (vocazione tardiva).
1843 / Cecchetti Albano / 1937-4-5 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
5 aprile 1937
Pro-memoria Don Cecchetti,14
Spedire nel modo possibile per far arrivare a tempo la lettera a P. Salza (non ho busta, né bolli) – ed anche altra posta cambiando indirizzo.
Pel denaro… o spedirò da Kobe (se mi fermo…) o da Tokyo… non ho soldi liquidi… vedremo e… Preghiamo.
Grazie degli auguri a tutti e più delle preghiere. Vorrei dal treno rispondere ai cari amici di Beppu. Non so se ci riuscirò.
Il buon Sato, bene: ha l’aspetto un po’ sofferente, ma si è già messo a giocare e… speriamo bene. Lo terrò d’occhio.
Se Tsuruda c’è, gli dia il biglietto: se no, non è necessario.
Potendo, abbia la bontà di inviare a P. Salza anche, se l’ha (in plico a parte, stampe): album Ospizio, Casa Mazzarello, qualche numero anche vecchio di “Amici Missione”, “Voci lontane”, “Japonerie” – o altro che dia un’idea delle attività della missione; non trovo più nessun album del Seminario.
È di passaggio per riferire al nostro governo sullo stato missioni estremo Oriente. Ricordi che bisogna che certamente mercoledì mattina gli arrivi la lettera memoriale e possibilmente il resto a Kobe pel “Taft”.
Ho speranza di inviare qualche cosa da Tokyo. S. Vincenzo asciutto! Anche il vetro! Gioia dei vetrai!
Certo… per la Messa al momento non c’è che Lei. Potendo si può far anche così stabilendo che Don Cimatti venga una volta al mese per un po’ di visita, sarebbe forse risolta la questione. Vedremo. Veda per la pisside… al momento però non ne ho… Vedrò a Tokyo.
Caro Don Albano, grazie della viva partecipazione a questo vero lutto della missione – mi pare troppo pochi lo comprendano, ma non bisogna parlarne.… Se poi altri lo sanno non venga da noi. Gesù ce ne ha dato e ce ne dà l’esempio. Offra a Dio i suoi disturbi di salute, ma è dovere prendere i necessari rimedi.
L’abbraccio nel Signore e con Lei, le acute spine della passione sua che diventa così passione nostra, ma attenuata da Lui in modo che si trasforma in dolcezza. E Gesù ci benedice; le opere sono tutte fiorenti e non si sa dove mettere gli allievi; 25 Battesimi a Pasqua, notevoli quelli di Nakatsu. Si faccia contare da Don Dumeez… trionfo del S. Cuore. Preghiamo ad invicem, caro Don Albano. Ah, fossimo santi (bisogna pur divenirlo!) e avessimo fede!
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1844 / Tassinari Vasco / 1937-4-6 /
al chierico Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone
[6 aprile 1937]
Carissimo Tassinari,
Non potevi farmi dono più gradito dell’immagine del mio santo… È la prima volta che lo vedo così. Grazie a te e agli amici arcicarissimi firmatari… Don Rastello compagno, Don Gregorio conosciuto per la prima volta ad Oropa… Ah, che bella voce! Don Cristofori mio venerato maestro… Se in Giappone me la cavo in Francese devo dire grazie anche e specialmente a Lui.
Poi un tal Tassinari… e non dico altro. Tuo fratello fa mirabilia… parroco – è un santetto. Procuriamo imitarlo.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1845 / Ricaldone Pietro / 1937-4-15 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Visitatoria S. Francesco Sav., Giappone
Miyazaki, 15 aprile 1937
Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Mi pregio inviarle anche in quest’anno la prescritta relazione circa il movimento cooperatori e cooperatrici in Giappone. Mi pare che dappertutto i confratelli, nei limiti delle loro forze, si siano adoperati anche quest’anno per aumentare il numero degli iscritti a cooperatori (come anche all’Associazione dei Devoti di M. A. e Opera del S. Cuore, sono in diretta relazione con Roma).
Si possono valutare ad una cinquantina le nuove iscrizioni a cooperatori. Chissà che per la venuta dei Visitatori non si possa tenere a Tokyo un’adunanza.
Naturalmente in paese di missione non si può far troppo fuoco e fiamme e non si può agire con tutta libertà come altrove: sono troppe le suscettibilità, ad ogni modo qualche cosa si può fare e quando ci potrà essere l’Ispettore a Tokyo la cooperazione salesiana produrrà indubbiamente i suoi frutti materiali e più spirituali anche in Giappone.
È certo tutto un lavorio di organizzazione che bisognerà fare, e spero che si riuscirà. Cerchiamo pure in base ai suggerimenti dei Superiori di cooperare all’ampliamento del Santuario e altare di Don Bosco, non fosse altro nel senso indicato nell’ultima comunicazione dell’Economo generale in Atti del Capitolo.
Voglia benedire le nostre povere intenzioni e preghi per queste anime buone che vogliono coll’amore a Maria Aus., a Don Bosco e al Papa lavorare con spirito salesiano.
Preghi specialmente per noi.
Tutto suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1846 / Circolare Salesiani / 1937-4-15 /
ai Confratelli della Prefettura Apostolica e Visitatoria salesiana di S. F. Saverio
Miyazaki, 15 aprile 1937
Carissimi,
Ricevo dal molto Rev. Sig. Don Candela la seguente comunicazione: “Credo che la visita nel Siam finirà verso il 15 Maggio. Dopo questa mi avvierò verso il Giappone, Deo volente… Vi giungerà pure il Sig. Don Berruti per gli esercizi e riunioni dei Direttori, presiedute dai due capitolari”.
Come vedete, l’attesa visita si avvicina, e se vogliamo che produca ottimi frutti, deve corrispondervi la proporzionata preparazione di preghiere e di opere. Raccomando ai Capi-residenza e Direttori di tenere a giorno quanto è prescritto dai Regolamenti per l’archivio, per la cronaca e specialmente la parte amministrativa.
Nelle adunanze dei capi-missione furono prese varie determinazioni che comunicherò secondo le varie circostanze, appena arriveranno i verbali dell’adunanza.
Come ho già comunicato, il nostro Don Liviabella che viene facendo ottima propaganda in Italia, si mette a disposizione per commissioni o spedizioni di denaro per i confratelli. Non si perda tale occasione.
Dopo le vive raccomandazioni dei Superiori si cerchi da tutti di fare attiva propaganda per i Cooperatori e per le Associazioni dei devoti di Maria A.
Dobbiamo ringraziare il Signore che anche quest’anno le nostre varie opere si sono arricchite di buoni allievi. Preghiamo per la buona riuscita dei medesimi.
Mentre ci rallegriamo per la nomina del nostro Consigliere Scolastico è interessante conoscere un particolare della vita del compianto Sig. Don Fascie. Mi scrive Don Caviglia che ne tessé l’elogio di trigesima: “…Don Fascie da quattro anni in qua usava il cilicio, e di maglie d’acciaio con le punte ad ogni nodo (cm 15 alt.) e nel 1936 lo portò continuamente il maggio, giugno e luglio”.
Miei buoni confratelli: offriamo al Signore i nostri piccoli sacrifici quotidiani, ed anche questo è ottimo cilicio per il bene dell’anima nostra e delle anime a noi affidate.
A Beppu fu inaugurato l’Ospedale cattolico “Hikari no sono” per tubercolotici, ed il prossimo 9 Maggio sarà inaugurato il nuovo padiglione per i bambini ricoverati a Beppu presso le Figlie di Maria Ausiliatrice.
La prossima domenica TANO commemora il decennio dell’entrata dei cristiani a dissodare quelle terre – vi concorrono le autorità provinciali e locali. Uniamoci di cuore colla preghiera a tutte queste opere e manifestazioni che sono anche un segno della benedizione di Dio sulla nostra missione e della benevolenza delle autorità a nostro riguardo.
Rendiamoci ognor più degni coll’esatto adempimento dei nostri doveri. Di ritorno da Tokyo vi porto i più cordiali saluti dai confratelli tutti della capitale.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1847 / Braga Carlo / 1937-4-15 /
a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina
[15 aprile 1937]
Carissimo Don Carlo,
Sempre a tempo, graditi e carissimi i tuoi auguri e preghiere, che cotidie contraccambio.
Non parlar di offerta: è Don Cimatti che ne deve a te, e non poco… Mah, pare che i debiti siano la nostra tradizione… e sia anche in questo fatta la volontà di Dio. Anche Don Bosco e penso anche i suoi successori ce ne hanno dato l’esempio. Bisognerebbe avessimo la loro fede. Verrà, speriamo, anche quella…
Le fortune le manda il Signore – e se ti piovono tu sai già come fare per la parte che vorresti offrirmi. Per la proposta tua scrivo a Don Liviabella (ma non mi dici a chi si devono pagare) che veda se può… Ma non pensare che Don Cimatti abbia fondi… ha anche là dei debiti coi Superiori e colla SEI. Ad ogni modo una cartolina tua chiarirà meglio a chi si deve il denaro.
Sono in relazione col tuo Economo, cui invio, purtroppo lentamente, qualche cosa per estinguere il conto. Lui mi parlava di Lire 3000 da pagare alla SEI. Scriverò anche di questo a Don Liviabella.
Anche noi attendiamo e il Sig. Don Candela Visitatore e il Sig. Don Berruti, che presiederà esercizi e visite. Preghiamo ad invicem specie nel mese di Maria. Ti abbraccio e benedico
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Tutti tutti tutti salutano…
1848 / Cecchetti Albano / 1937-4-19 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 19 aprile 1937
Carissimo Don Cecchetti,
Pel giovane, se veramente desidera farsi cristiano e la famiglia permette lo studio della religione e latino (dicendo però chiaramente alla famiglia che se poi non segue la via in pratica non fruttano gli studi attuali) penso si potrebbe accettare in Seminario, non avendo al momento altro luogo per metterlo. Naturalmente insisto che si dica chiaro alla famiglia quanto sopra – liberi evidentemente di rimandarlo per giusti motivi in qualunque tempo.
Per Arri stia calmo e continui lo studio posato della teologia. S. Stefano, S. Lorenzo, S. Efrem ed altri sono morti diaconi e sono grandi santi… Buono il timore della morte, ma ha ancor da guadagnarselo il Paradiso. Finora ha fatto solo kenka (ha litigato) con Don Cecchetti e scritto articoli… Ci vuol altro per quella sua pellaccia grassa per andare in Paradiso! Un lavoro che poco per volta può far fare dagli amici è:
la parte che riguarda: cose da praticarsi (per il prossimo anno dell’“Angelo delle Famiglie”),
il commento alle epistole domenicali (id. prossimo anno di “Angelo delle famiglie”).
Abbia fede e verrà anche la S. Messa per Lui.
Ho mandato a cambiare un assegno: ci sarà qualche cosa anche per Lei. Anch’io dovrò per questo mese fare un prestito.
Il Signore ci aiuti. Preghi assai per me.
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Parlai con Don Margiaria pel suo debito – mi aggiusterò con lui – Lei stia tranquillo.
1849 / Zerbino Pietro / 1937-4-20 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
M., 20 aprile 1937
Caro Don Pietro,
Usami la carità.
Prega, prega, prega per me nel bel mese di Maria. Saluta tutti tutti tutti.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1850 / Circolare Salesiani / 1937-4-23 /
ai Confratelli salesiani della Visitatoria e della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Visitatoria e Prefettura apostolica
Miyazaki, 23 aprile 1937
Carissimi,
L’inizio del mese della Madonna ci deve trovare tutti uniti per onorarLa in modo speciale.
Le insistenti raccomandazioni dei Superiori anche ci devono spingere a studiare tutte le forme per compiere questo nostro dovere.
I nostri regolamenti e tradizioni ci suggeriscono tanti mezzi e privati e pubblici per diffondere questa devozione: l’amor filiale ne suggerisce tanti altri, ma ognuno di noi veda di attivarsi in questo bel mese ad onorare in modo speciale M. A.
Raccomando quanto so e posso l’iscrizione all’Associazione dei devoti di Maria A., così ricca di tesori spirituali. Abbiamo bisogno di tante grazie spirituali e materiali per la nostra missione e per le opere nostre.
Spero davvero che le otterremo in questo bel mese. Mettiamo pure sotto la protezione della Madonna la prossima visita.
Pregate sempre per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1851 / Grigoletto Giuseppe / 1937-4-27 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
27 aprile 1937
Carissimo,
Non potevi farmi dono più gradito del regolamento dei Seminari di S. Carlo. Le pergamene… ci capisco poco. E grazie delle altre belle notizie, specie della carità, di tanti buoni che aiutano te ed il sottoscritto, o meglio, né te, né me, ma Gesù, le anime…
Come saremmo piccini se pensassimo che quelle brave persone lavorano per la nostra bella faccia… e quanto poco merito ne acquisterebbero.
Per l’influenza, ai tempi dei tempi… eroici:
preghiera e allontanare il peccato con buone confessioni e comunioni,
far dormire, e purgare anche il corpo,
pulizia generale (si propaga molto per gli sputi, quindi…).
Anche qui quest’anno pioggia fuori stagione, ma il Signore è provvidenza. Grazie, grazie, grazie per le preghiere delle buone Carmelitane: assicurale dell’effetto buono e della riconoscenza di questo povero prete. Grazie e nel mese di Maria la Madonna deve ottenermi altre importantissime grazie di ogni genere.
Avvisato Don Marega.
Sempre inteso che devi lavorare per la cattolicità delle Missioni, perché anime da salvare ce n’è ovunque, non solo qui… Sta’ tranquillo che Don Cimatti non si lamenta, sai che domando con insistenza preghiere… Manda pure a S. Ambrogio in Ecuador… e aiuta il buon Don Siro… Ah, quando sarà che tutti capiranno che aiutare le missioni è aiutare Gesù! Mah… non par vero che per quattro soldi alle volte si metta in pericolo la carità!
Ma certo che se si vuol fare, i bisogni sono dovunque.
Intestati Nº 4 battesimi a conto Compagnia Domenico Savio (Ch. Falcier).
Bravo! Hai già benemerenze immense per lo Studentato di Tokyo. Vedi, potendo, che sono in vere necessità… È la Provvidenza del pane quotidiano.
Come si fanno i palloncini? Mah! È un problema che non mi sono mai proposto… Ma penso che sia meglio inviarli che farli.
Se parlerò col Papa… ti farò dare una croce.
Unisco le tue intenzioni alle preghiere nostre “buon fine collegio e vocazioni”.
Al carissimo Don Fedel assicurazione di preghiere e vive grazie per quanto fa e lascia fare.
Ed ora, caro Z. B. prega per me, ne cum aliis praedicaverim ipse reprobus efficiar. Certo che starò in Purgatorio usque ad extremum judicium, ma mi pare ci si starà con rassegnazione, se si ama Dio anche lì.
Godo che presto colla visita ci saranno molti cambi per me.
Bravo Don Ziggiotti! Gli ho scritto (e subito dato lavoro) che noi due soli eravamo degni di quella carica (come diceva Don Piscetta in tali occasioni). Godo sia piovuta a Lui… e farà bene, el toso perché l’è bon come el pan.
Ti abbraccio e benedico e con te i tuoi allievi e amici tutti di Verona.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1852 / Colombara Vincenzo / 1937-4-28 /
a Don Vincenzo Colombara, ex-allievo di Valsalice, salesiano
Miyazaki, 28 aprile 1937
[Eseguito sul ritmo… “Duman l’è Pasqua… pover desperà”]15
Desperà com Don Cimatti
è difficile pensarlo;
mangerebbe fino i piatti
(venderebbe) “ “ (ad libitum)
per poter campar.
Ma se c’è Don Colombara
ed insiem ci sono i merli
il Cimatti dalla bara
presto presto sorgerà.
Canterà con grande voce
il Pasquale Alleluia
e con forza più veloce
senza posa correrà,
per salvare i Giapponesi
e condurli al buon Gesù
cooperando i Foglizzesi
con sublimi lor virtù.
Viva viva S. Vincenzo
vostro santo protettor.
Viva viva Colombara
liberato dalla bara,
viva viva Don Cimatti
vero capo dei più matti…
e faccio grazia del resto.
Nel bel mese di Maria preghiamo ad invicem.
Ho bisogno di molte grazie. Fa’ pregare.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1853 / Marella Paolo / 1937-4-29 /
a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico
Miyazaki, 29 aprile 1937
Eccellenza Reverendissima,
Prendendo occasione del secondo Centenario della Canonizzazione di S. Vincenzo de’ Paoli, Patrono delle opere cattoliche di carità, si sarebbe pensato alla pubblicazione di un modestissimo foglietto mensile, organo di propaganda delle Conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli, sia per fare una buona diffusione delle medesime, dando suggerimenti pratici per la loro fondazione, stabilendosi come ufficio di informazione per le Opere di Carità (per domandare soccorsi alle autorità, per ottenere relativi sussidi legali, ecc., risposte a quesiti) ed anche per iniziare una serie di manualetti pratici popolari per i visitatori dei poveri e per laici visitanti, collo scopo finale di propagare la Fede mediante le opere di carità.
Da pourparler fatti con P. Oerter, P. Lassalle e Mons. Ceska, la cosa sarebbe gradita e anche di grande importanza ed interesse.
Domanderei che ne pensa l’E.V. e specialmente sarebbe gradita qualche parola da mettere in prima pagina della pubblicazione che si intitolerebbe: “CHARITAS”. Qualora poi l’E.V. potesse concorrere anche con un sussidio minimo sarebbe proprio un ottimo inizio della carità. Se tutto va bene ci proporremmo di iniziare la pubblicazione colla festa di S. Vincenzo de’ Paoli, protettore del nostro Ospizio. Anche questa pubblicazione avrebbe lo scopo di venire in aiuto della tipografia S. Maria di Miyazaki.
E voglia benedirci tutti che faremo speciali preghiere per l’E.V. specialmente nel mese di Maggio, consacrato alla nostra cara Ausiliatrice.
Con profondo ossequio:
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
Pref. Apost. di Miyazaki
1854 / Cecchetti Albano / 1937-4-30 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 30 aprile 1937
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie della sua ultima. Prego il Signore per la sua salute e faccio preghiere. Le croci sono diamanti per l’eternità.
Anticipi un po’ l’andata a letto prendendo un po’ di roba calda (latte o altro – meglio latte).
Per gli altri disturbi mangi roba non solida [purea di patate o anche gohan (riso cotto)] – poco pane (specie poca o nulla crosta) – così se mangia frutta con semi, non mangi i semi.
Se pensa che una settimana di riposo a Miyazaki sia utile, venga che la camera è pronta.
Per giovedì mi è impossibile inviare un sacerdote – se Lei per salute non può, faccia avvisare il catechista che può venire su con Lopez (se Lei fosse a letto mi avvisi).
Per l’Ispettrice vedremo, ma secondo me il difetto el xe nel manego. Per Tsuruda è inteso che va directe a Tokyo.
Spero aver trovato la pisside… Penso che non sia necessario un decreto per conservare il SS.mo. P. Bulteau nel mese di Maggio viene a Beppu – mi ha fatto scrivere che vuole abboccarmi per cose importanti. Chissà che non concluda col fermarsi…
Coraggio Don Albano, Gesù le vuole bene.
Tutto suo
Don V. Cimatti, sales.
1855 / Cecchetti Albano / 1937-5-5 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
[5 maggio 1937]
Carissimo Don Albano,
Le invio nella valigetta:
Don Bosco e altro per Oita, Beppu, Nakatsu (ad occasionem) ed alcuni libri di Nakatsu che sono di quella biblioteca (erano in Seminario).
Vi è pure una pisside (se vuole, sui generis), ma che può servire optime.
Le sue indicazioni giunsero e mi servirono per rifilarne due o tre nel colloquio ed esposi in apposito memoriale. A voce poi… Grazie.
Sto cercando quanto citius quanto mi segnala per materiale sacro della Cappella dell’“Hikari no sono” e parte invio ora. È pienamente autorizzato a…
Per la sua salute offra tutto al Signore facendo quanto può, senza grandi preoccupazioni, ché siamo nelle mani del più buono dei padri, Gesù. In questo offra a Maria anche le punture… sono di moda anche quelle…
Vaghezza mi punge di farmi pungere
e il bello è che pensano di farmi piacere.
Ma faccio così: io queste punture
le offro al Signore
e pur dolorando
le offro di cuore.
Per Arri nessuna difficoltà, ma attenti alla salute.
Sulle bottigliette dovrebbe essere scritto: O. S. (infermi) - S. O. (Catecumeni) - S. C. (S. Crisma). Così penso…
Per P. Bulteau vedremo quando viene. E preghi per me. Buon mese di Maria. Una benedizione ad Arri.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Ad Arri: tenga conto se trova libri per la biblioteca del Seminario [racconti, libri storici, scientifici popolari, sul “Kokutai”[nazione giapponese] (ma che si possano dare in mano ai giovani)]. Riviste anche usate (ad es. “Shonen kurabu”[club giovanile] o scientifico-geografiche, ecc.).
1856 / Trevisan Antonio / 1937-5-5 /
ad Antonio Trevisan, chierico salesiano
5 maggio 1937
Caro Trevisan,
Cerco di accontentarti. Quanto al tuo desiderio di rimanere pel lavoro in una casa di formazione, fa’ come fece tanti anni fa chi ora ti scrive. Prega la Madonna che se è pel bene dell’anima tua ti conceda questa grazia; e se è così, sta’ certo che otterrai conferma del tuo desiderio. Del resto gli ottimi superiori che hai ti dirigono: obbedisci, lavora e prega e vedrai veri miracoli in te.
Unisco francobolli e foto. È certo che ho ricevuto l’offerta e se era per battesimi, ho spedito e ringraziato, se non hai ricevuto, è segno che…
Per il pensiero di essere missionario prega la Madonna. Il Signore disporrà per il bene, non temere.
Ben volentieri unisco bigliettino: non mi costa nessun sacrificio, anzi mi fa piacere assai assai. “Voci Lontane” non ce ne sono più. Al prossimo numero spero di ricordarmi.
Ed ora prega e fa’ pregare per me che sempre ti ricordo di cuore.
Don V. Cimatti, sales.
1857 / Soci Compagnia dell’Immacolata / 1937-5-… /
ai Soci della Compagnia dell’Immacolata
[Maggio 1937 ?]
Carissimi Soci dell’Immacolata,
So che volete amare Maria come Don Bosco. Bravi! Amiamo la Mamma nostra SS.ma e facciamola amare. Pregate per i missionari e specie per la missione giapponese tanto bisognosa di tutto. Il Signore vi rimeriti. Con Lei, in Lei e per Lei.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Avrei voluto inviarvi un ricordino giapponese che per 33 motivi non posso ora inviarvi, l) non ne ho alla mano…; 2-3) ecc.
Vi assicuro però che lo scrivente è giapponese di mente e di cuore.
1858 / Ricaldone Pietro / 1937-5-8 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 8 maggio 1937
M.R. Sig. Don Ricaldone,
Anche il mese di Aprile è passato. L’esercizio di b. m. mi dà modo di compiere il mio dovere mensile.
Salute: discreta, si invecchia, ecco tutto.
Studio e lavoro: sono tornato più fortemente alle antiche abitudini di far scuola (al momento non so come fare diverso…) e forse mi è più facile che fare il Superiore. Fiat voluntas Dei.
Pratiche di pietà: regolari, in questo mese ho notato un più forte abbassamento del livello del fervore – dimentico, dormo – mi pare che la volontà sia costante, ma debbo far di più e meglio per l’esercizio dei miei doveri di Superiore, di missionario, d’insegnante.
Ss. Voti: nulla di notevole.
Carità: idem, mi pare di amare tutti anche intense, per cui debbo frenarmi.
Le nostre cose vanno discretamente: tutti colla preghiera si preparano alla desideratissima visita; spero farà davvero del gran bene e risolverà tanti problemi, fra cui anche quello di Don Cimatti: levar di mezzo quel povero essere è l’unica soluzione, si convinca, amatissimo Sig. Don Ricaldone – mi pare le prove palmari ci sono. La forza di resistenza va attenuandosi sempre più e finisco col non concludere.
Gli ultimi colpi poi, specie quello di Don C., mi ha buttato a terra in tutti i sensi, pur continuando a fare il pagliaccio, ma le anime come le salvo? Come riesco a fare i miei doveri?… Ma! Dio e i Superiori abbiano pietà di me.
Mi benedica con tutte le forze – uno strappo al manto di Maria e all’urna del babbo per me.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1859 / Visita Miyakonojo / 1937-5-8 /
Visita canonica all’Opera salesiana di Miyakonojo
8 maggio 1937
Spero che la prossima visita aggiusterà definitive anche questa residenza fra cui, penso, si devono porre molte speranze, avendo già il lavoro missionario dato delle vocazioni.
Occorre il personale ed i mezzi per realizzare quanto è nell’animo di tutti fin dagli inizi. Intanto i cristiani vanno organizzandosi verso le opere di misericordia.
Raccomando ai confratelli la vita di comunità al possibile.16 Con sacrificio i due confratelli attendono Tano e Miyakonojo.
Don V. Cimatti, sales.
1860 / Circolare alle Suore F.M.A. / 1937-5-11 /
alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone
Alle Figlie di Maria Ausiliatrice in occasione della
Commemorazione della Serva di Dio M. Mazzarello
11 maggio 1937
Voglio essere con voi in occasione di Madre Mazzarello, che coincide coll’approssimarsi della festa di Maria Ausiliatrice.
Eccovi il ricordo:
Pregheremo assai assai vicendevolmente;
La base della devozione alla Madonna è quello che più eccelse nella Mazzarello, la s. umiltà;
L’omaggio più gradito alla Madonna è la S. Comunione.
Il Signore ha provato assai le figliuole dell’“Hikari no sono”17: preghiamo!
L’oro si prova al fuoco e le opere baciate dal dolore sono certo gradite a Dio, se offerte a Lui con amore e pazienza.
Il giorno 14 e 24 sarò in spirito sul s. monte.18
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
W Maria A.!
1861 / Fumasoni Biondi / 1937-5-17 /
al Card. Fumasoni Biondi, Prefetto della Sacra Congregazione di Propaganda Fide
Miyazaki, 17 Maggio 1937
PREFETTURA APOSTOLICA DI MIYAZAKI – GIAPPONE
OGGETTO
Risposta alla pratica N.P 1545/37, in data 12/4/3719
Eminenza,
mentre ringrazio di cuore il Signore per le buone disposizioni manifestate dalla S.C. in relazione alla pratica di poter iniziare una istituzione religiosa indigena nella nostra Prefettura, ringrazio pure la S.C. per le parole di incoraggiamento avute e colla presente rispondo alle giustissime richieste in base alla Instructio ricevuta.
INSTRUCTIO Art. 7
a) QUANAM CAUSA AD EAM INSTITUENDAM ORDINARIUS DUCATUR
Perchè le Opere di Carità sono in Giappone il mezzo migliore per propagare la Fede,
Perchè una Congregazione indigena puó ottenere risultati migliori,
Perchè non consta vi sia altra Congregazione femminile che abbia per regola di propagare la Fede coi seguenti mezzi prescritti dalla regola dell’Istituto religioso di cui si domanda il permesso di fondazione:
Visite a domicilio ai poveri e ammalati,
Qualsiasi opera di carità sociale e di misericordia,
Relazioni sociali, per mezzo delle opere di misericordia e sociali, abilmente allacciate a scopo religioso con un grande numero di pagani,
Educare madri e giovani cristiane e pagane nello spirito delle opere di misericordia e sociali, e, fornendo loro i mezzi pratici, farne delle cooperatrici nell’apostolato proprio dell’Istituzione religiosa,
Istruzione religiosa privata, circoli e conferenze di cultura, propaganda per mezzo della stampa ecc.
QUINAM SIT TITULUS, SEU NOMEN NOVAE CONGREGATIONIS:
SUORE DELLA CARITÁ (KARITAS DOTEIKAI). Questo titolo pare conveniente perchè:
I)sintetizza convenientemente lo scopo della nuova Congregazione,
II)è inconfondibile con altre Congregazioni già esistenti in Giappone,
III)consacra all’uso comune il vocabolo CARITÁ, in sostituzione di AMORE che in Giappone, assai meno che altrove, esprime il vero concetto di AMORE SOPRANNATURALE.
c) QUAE SIT FORMA, COLOR, MATERIA HABITUS A NOVITIIS ET A PROFESSIS GESTANDI.
A) Abito delle NOVIZIE:
I)In qualsiasi stagione le Novizie porteranno un abito di lana nera, con maniche abbottonate ai polsi, con sottana a pieghe soppressate, con cintura della stoffa e del colore dell’abito, con bavero bianco;
II)scarpe di cuoio, nere, basse, con tacco basso;
III)appesa al collo, visibile, una medaglia del Sacro Cuore di Gesù con nastro rosso.
B) Abito delle PROFESSE:
I)Le KARITAS DOTEIKAI in ogni stagione, IN CASA porteranno un abito di lana nera, con maniche abbottonate ai polsi, con sottana a pieghe soppressate, con cintura della stoffa e del colore dell’abito,
II)soggolo o modestino rettangolare diviso in mezzo longitudinalmente, di percalle di bianco inamidato e soppressato,
III)colletto bianco, alto due centimetri circa,
IV)cuffia e frontale di percalle bianco inamidato,
V)velo della stoffa e del colore dell’abito; davanti con bordo bianco largo un centimetro circa; di dietro in forma di punta, lungo circa di dieci centimetri oltre la cintura,
VI)scarpe di cuoio, nere basse, con tacco basso,
VII)appeso al collo, visibile, un Crocifisso di metallo bianco, su croce, a fondo di legno nero, lunga circa dieci centimetri.
FUORI DI CASA, quando si può prudentemente pensare che l’abito religioso costituisca un ostacolo all’apostolato, le KARITAS DOTEIKAI deporranno velo, cuffia e frontale e modestino, o, addirittura vestiranno il KIMONO o qualsiasi altro abito in uso nella società giapponese. Il cambiamento d’abito sarà fatto in ogni singolo caso col permesso della Direttrice.
d) QUAENAM OPERA CONGREGATIO ASSUMPTURA SIT
Quelle elencate sopra. (Tit. a) Comma III)
e) QUIBUS OPIBUS EADEM SUSTENTETUR
Oltre lo spirito di fede nella promessa di GESÙ CRISTO: “Quaerite primum Regnum Dei… et haec omnia addicentur vobis”, le KARITAS DOTEIKAI provvederanno al proprio sostentamento:
I)col libero esercizio di maestre, infermiere ecc.
II)con laboratori di cucito e ricamo, con tipografia, col lavoro dei campi, lavori vari;
III)colla cooperazione pubblica e privata, che esse, per Regola, devono ovunque sforzarsi di suscitare,
IV)fondando, secondo i bisogni dei luoghi o assumendo la direzione anche di opere rimunerative, come Ospedali, Asili infantili, ecc.
V)L’alloggio e il nutrimento al presente (ed a fortiori in futuro) è assicurato nell’OSPIZIO MIYAZAKI, opera di cui la Prefettura Apostolica ha la responsabilità. Comprende l’Ospizio per i poveri vecchi e vecchie, la S. Infanzia e Orfanotrofio, e Sala custodia. L’Opera ha il riconoscimento imperiale e gode dei sussidi stabiliti per legge e delle offerte dei privati. I ricoverati hanno in massima parte un sussidio mensile, e sono in corso l’effettuazione di mezzi pratici (Tipografia S. Maria – campi coltivati – allevamento bestiame, ecc.) per assicurare l’avvenire all’Opera, che è affidata alle cure della suddetta Congregazione, che incontra le generali simpatie e incondizionata ammirazione delle Autorità Centrali, Provinciali e Locali e di tutta la popolazione.
Mi sembra di avere così risposto ai giusti desideri e richieste della S.C., sempre pronto a dare gli schiarimenti necessari. Avendo fatto i primi approcci con una Congregazione religiosa, che si presterebbe per la formazione delle prime novizie, e che sarebbe disposta nel prossimo settembre ad iniziare il delicato lavoro di tale formazione, sarei a pregare l’E.V. se, senza venir meno alla necessaria ponderazione in questione tanto importante, potessi avere l’approvazione ad iniziare per quella data.
Raccomando alle preghiere fervorose dell’E.V. il buon esito della pratica, nell’attesa noi pure pregheremo la Mamma nostra Ausiliatrice e nel prossimo mese di giugno il Cuore dolcissimo di Gesù, affinché al più presto vogliano circondarsi di una eletta schiera di figliuole giapponesi, che nel nome della CARITÀ, cooperino alla salvezza delle anime, specie dei loro connazionali.
Prostrato al bacio della S. Porpora imploro per i miei e per me l’apostolica benedizione.
Umilissimo servo
Sacerdote V. Cimatti, salesiano
Prefetto Apostolico di Miyazaki
1862 / Circolare Salesiani / 1937-5-19 /
ai Confratelli della Prefettura e della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
Miyazaki, 19 maggio 1937
Carissimi,
La bella data della festa di Maria Ausiliatrice ci trovi uniti nella preghiera e nelle forme più sentite per manifestare alla nostra Patrona particolare tutta la nostra devozione filiale.
Preghiamo specialmente in quel giorno vicendevolmente implorando con forza da Maria A. tutte le grazie materiali e spirituali di cui abbiamo bisogno per noi, per la nostra Congregazione e per le nostre opere in Giappone.
Proponiamoci di propagare più intensamente la sua devozione in tutte le forme che ci sono possibili. Maria ci aprirà certamente vie impensate per condurre a Gesù tante anime.
Il prossimo Giugno al giorno sei, S. Ecc. Mons. Breton ha accettato di venire a Miyazaki ove conferirà il S. Presbiterato ai nostri Arri e Felici, ed anche la Cresima a numerosi cristiani.
Domando fin d’ora la vostra cooperazione di preghiere per la buona riuscita di tutto. A più tardi la comunicazione del programma definitivo, ma fin d’ora l’invito a partecipare alla solenne funzione con tutte le autorizzazioni ad intervenire avvisando per tempo i cristiani. È una nuova benedizione che il Signore vuol dare alla nostra missione: rendiamocene degni.
Nulla ancora della prossima visita dei Superiori. Avete saputo della prova dolorosa toccata all’“Hikari no sono”. Preghiamo affinché presto si rinnovi questa fonte di grande benedizione per la nostra missione. Potendo veniamo in aiuto caritatevole a quest’opera di fiorita carità.
Mi raccomando alle vostre preghiere:
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1863 / Chierici salesiani in Giappone / 1937-5-20 /
ai Chierici della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
20 maggio 1937
Carissimi Soci della Compagnia,
La festa di Maria vi guidi al S. Cuore.
Ricordatevi quanto vi dissi: “Nutrendoci di Gesù, siamo veri figli di Maria… della sua stessa razza” (perdonate la povertà della parola).
Maria ci guidi a Gesù. Il prossimo mese è il vostro. Domandate di fare l’ora santa in preparazione della festa del S. Cuore. E pregate per me.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
1864 / Ricaldone Pietro BS / 1937-5-31 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
2.3 Attività di apostolato in diversi campi20 |
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31 Maggio 1937
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Al chiudersi del bel mese consacrato alla Madre nostra dolcissima in cui, anche in omaggio alle sue ardenti raccomandazioni, si è cercato di propagare in varie forme la devozione alla Madonna fra queste popolazioni, voglio segnalarle nuove forme di attività apostolica a cui si dedicano da tempo con grande spirito di sacrificio i nostri missionari, impiegando così tutti i mezzi che possiamo avere a disposizione per far conoscere il Signore.
Fra le prime l’attività della propaganda stampa. In un paese, che come il Giappone, è alla testa anche in questa manifestazione di progresso – per noi salesiani, che abbiamo per regola l’esplicare questa forma di propaganda, non è possibile non dedicarvici tempo e forze e denaro.
I nostri cooperatori già conoscono quanto a tutt’oggi i salesiani hanno potuto compiere in questo campo. La scuola tipografica Don Bosco di Tokyo ne è la più forte estrinsecazione.
La pubblicazione periodica del Bollettino Salesiano in Giapponese e delle Letture Cattoliche (tipo Don Bosco), che col prossimo giugno compiono il loro sesto anno di esistenza, ha prodotto e produce certo del gran bene.
La tipografia poi stampa libri e riviste anche per conto di altri, allargando così la sfera d’azione di bene un po’ dappertutto. Al lavoro di formazione degli opuscoletti delle Letture Cattoliche non sono estranei anche i nostri missionari, e specialmente Don Margiaria, Don Marega, Don Cavoli hanno dato preziosi contributi con pubblicazioni, che non solo servirono per la Collana delle Letture Cattoliche, ma, incontrato il pubblico favore, si ristamparono a migliaia, moltiplicando così il buon seme.
E al lavoro di collaborazione vengono preparandosi i nostri cari chierici, e già vari di loro prestano utilissimi servizi di traduzione.
Trasportatasi la stamperia Don Bosco a Tokyo, non si è voluto che la nostra Prefettura Apostolica rimanesse priva di così potente mezzo di buona propaganda, ed ecco che all’Ospizio di Miyazaki si inizia la modesta tipografia “S. Maria”. Due stanzette racchiudono il materiale indispensabile – una macchina pedalina compie il lavoro – e già pregiate pubblicazioni vanno espandendosi. A molti dei lettori del Bollettino sarà certo giunto tra mano il periodico “VOCI LONTANE” che porta ai benefattori dell’Ospizio la parola riconoscente e la domanda ardente di soccorso per quest’opera di carità.
Esce poi mensilmente in diecimila copie “AI NI IKIRU” (vivere nella carità), che porta ai pagani la buona parola.
Si pubblica pure il settimanale “KATEI NO TENSHI” (angelo delle famiglie) specie ad utilità dei cristiani sparsi per la missione, che così possono alla domenica leggere la spiegazione del Vangelo e del Catechismo, le notizie più importanti della missione. Edite dalla S. Maria.
Sono pure in via di formazione una serie di pubblicazioni destinate a spargere la parola della carità fra i poveri pagani, ed anche il periodico “CHARITAS” organo di unione fra le opere di carità esistenti in Giappone: spero che potrà essere realmente un fatto, per l’occasione del Centenario della santificazione di S. Vincenzo de’ Paoli. E propulsore di questo movimento e della realizzazione del medesimo è il nostro Don Cavoli, coadiuvato dal personale della sua casa, che si sforza a tutt’uomo di svolgere il programma propostosi, di propagare cioè la religione attraverso le opere di carità.
Il nostro Don Marega nella zona di Oita viene affermandosi con studi preziosi sul Buddismo e su ricerche di resti dell’epoca di S. Francesco Saverio, che già hanno dato un buon materiale ai giornali che si interessano assai di questo movimento di studi religiosi. Si spera prossima la pubblicazione della sua traduzione in italiano del “KOJIKI”, il libro più antico di storia giapponese. Mettendo poi a servizio del divin culto le preziose risorse dei suoi studi artistici, ha adornato la chiesa di Oita di un magnifico altare ad ornamentazioni e sculture di schietta ispirazione giapponese, e assai apprezzati dagli intelligenti in materia. È così descritto dall’autore: “L’altare è fatto di cipresso giapponese, laccato in nero. Le lesene, le mensoline per i candelieri, la cornice che racchiude la gran croce sono decorate con rivestiture di legno scolpito alla giapponese ad encausto. Tra le quattro colonnine che sostengono la mensa, vi è un grande bassorilievo in legno, pure dorato di un metro di altezza per due di larghezza, rappresentante la partenza del Saverio da Oita. Nel primo piano spicca una galea portoghese, accanto ad una giunca. Sulla riva, tra i pini stilizzati alla maniera giapponese, vi è scolpito il Saverio accompagnato da Fernandez M. Pinto, il famoso viaggiatore, corsaro e ambasciatore, che lasciò scritto nelle sue memorie episodi fin troppo dettagliati della permanenza del Saverio in Oita. Accanto ai due vi è il daimyo Otomo Sorim, colui che mandò la prima ambasciata giapponese fino a Roma. In secondo piano si vede il castello turrito del daimyo, e più in là l’antica missione dei PP. Gesuiti, la chiesa, l’ospedale e la scuola superiore (una specie di Università).
Oita può vantare di aver avuto il primo Ospedale, e la prima Università del Giappone. Le due lesene ai lati dell’altare rappresentano S. Giorgio, vestito alla giapponese, che combatte il classico drago giapponese. La lesena di destra porta scolpito il monte Fuji, sormontato dalla Vergine col Bambino. Tanto la Madonna come S. Giorgio sono contornati da nubi che sembrano girigogoli: le nubi buddiste. Le decorazioni delle due mensole dei candelieri, sono prese da motivi classici di buon augurio: il pino, il bambù e il prugno”.
Nella vicina Beppu Don Cecchetti e Don Arri si vengono specializzando nella cura religiosa degli ammalati in quella città a cui a migliaia accorrono gli infermi. E specie il bravo Don Arri ha consacrato la sua vita e le forze che gli restano ai suoi cari tubercolotici. E molti di loro lo aiutano secondo le forze in lavori di traduzione, di composizione, ecc. per le nostre riviste e pubblicazioni varie. Nuovo apostolato per noi, che nelle sue manifestazioni iniziali è promessa di un bene immenso futuro. Come le avevo annunciato un gruppo di signore cattoliche che intendono consacrare tutta la vita al Signore nell’apostolato degli infermi di petto, con sacrifici inauditi era riuscito a costruire a Beppu un magnifico ospedaletto per una cinquantina di ammalati, da poco inaugurato. Già una decina di ricoverati lo abitavano quando un incendio in breve ora ha distrutto tutto: ringraziando il Signore, per l’eroica abnegazione delle infermiere tutti i cari infermi furono potuti essere messi in salvo. Ed ora con non minor eroica pazienza, si ricomincia, e già una casa provvisoria per ricoverare i dieci ammalati è in costruzione, in attesa che la Provvidenza invii i mezzi per il nuovo ospedale.
Oltre le varie manifestazioni musicali (tra cui recenti del nostro Don Margiaria con gli artisti di canto più reputati in Giappone) è uscito in questi giorni una modesta pubblicazione del sottoscritto, contributo alla flora della provincia di Miyazaki. Con le accennate e consimili pubblicazioni anche in campi che non direttamente siano quelli dell’apostolato missionario propriamente detto, si cerca di lavorare per la gloria di Dio e per la salute delle anime, seguendo le direttive del grande Pontefice delle Missioni, che desidera che i missionari si occupino in terra di missione anche di quanto può far valorizzare la religione di fronte agli occhi di chi non ne conosce a pieno le feconde risorse.
Ah, amato Padre, vorremmo avere a migliaia di queste iniziative, che tanto avvincono questo gran popolo: moltiplicando i legami saranno più facili le sante prede che a milioni vorremmo offrire al Signore.
Permetta che concluda questa mia coll’invitare Lei ed i nostri cari benefattori a ringraziare con noi il Signore del segnalato dono che ci ha fatto col regalarci due sacerdoti novelli: i nostri cari Don Arri e Don Felici, consacrati il 6 giugno dal nostro gran benefattore S. E. Mons. Breton, Vescovo di Fukuoka.
Il valore immenso di due sacerdoti… e di due sacerdoti missionari… sono considerazioni che non si possono fare che in ginocchio e spalancando il cuore, infuocato di amore, davanti a Gesù.
La solennità del rito, ma manifestazione cordiale dei confratelli e dei cristiani, la musica, i canti e una solenne processione eucaristica colleganti le due opere principali della Missione, il Seminario e l’Ospizio, concretizzarono la data indimenticabile.
Intanto a Nakatsu si sono benedette le fondamenta della nuova chiesa. Il buon Don Dumeez sta appagando l’ardente desiderio di anni ed anni di lavoro: nella città che si adorna di una quarantina di templi pagani, sorgerà finalmente la prima chiesa cattolica, abitazione meno indegna di Gesù, finora fu una povera stanza… Il piccolo vivaio di vocazioni (quest’anno sono 21), che sorge accanto, fiorirà certo ancor di più, e moltiplicati i semi sarà moltiplicato senza dubbio il raccolto. Voglia affrettarlo colla sua benedizione e colle preghiere.
Ci benedica tutti e specialmente chi si professa con affetto riconoscente per tutti:
Aff.mo come figlio
Don V. Cimatti, sales.
1865 / Tassinari Clodoveo / 1937-5-… /
a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone
[Maggio 193721]
Carissimo Tassinari,
Grazie della tua carità e bontà e dei bei fiori ricevuti che sto seminando.
Per te, avanti sempre pensando che non è la carica che nobilita l’uomo, ma viceversa. Anche se per tutta la vita con spirito umile e pel Signore facessi quel che fai ora, fai quanto è necessario per la tua salvezza, se ti è ordinato per l’obbedienza.
Da’ una ripassata alle pianete [piante?] per farle aggiustare.
Intenditi per gli oli sacri ed orna un po’ l’armadietto dietro l’altare.
Metti a posto il sacrario.
Allegro, buono sempre. Prego la Madonna che t’aiuti pel giapponese.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1866 / Circolare Salesiani / 1937-6-3 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Prefettura Apostol. di Miyazaki
Miyazaki, 3 giugno 1937
Carissimi,
Grazie di cuore di aver accettato l’invito a partecipare di persona alla nostra grande festa di famiglia. Il Signore terrà conto dei sacrifici che dovete fare.
La funzione avrà il seguente ordine: ore 7 del mattino di domenica, arrivo di S. E. Mons. Breton. Ore 8 inizio della funzione alla Missione: amministrazione della S. Cresima, poi funzione dell’ordinazione sacerdotale…22 Saluto della cristianità al Vescovo e ai novelli sacerdoti, gruppo fotografico.
Ore 12 agape fraterna al Seminario. Ore 16 processione Eucaristica partendo dal Seminario all’Ospizio, benedizione eucaristica, trattenimento teatrale. Ore 10 partenza di S. E. Mons. Vescovo…
Notizie dolorosissime della condizione dei parenti dei nostri cari confratelli Don Pedro e specialmente di Don Rodriguez fanno domandare speciali preghiere… Il Signore dia a tutti conforto e forza nell’ora dolorosissima che stanno attraversando.
Tutto vostro nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1867 / Dal Fior Luigi / 1937-6-7 /
al chierico Luigi Dal Fior, studente di teologia
+ Miyazaki, 7 giugno 1937
Caro Dal Fior,
Ti invio due miei pezzi sublimi…
Bravi! Tristatur aliquis vestrum? psallat et cantet.
Appena avrò ricevuto da D. Vosti…
Sta’ in gamba! Finchè zoppica D. Cimatti, passi: ma se zoppichi tu… Preparati!
Qui festa riuscitissima per i novelli preti. Un inno! che levasi… Insomma bello, e più bella la processione dal Seminario al Kyūgoin… Prega per me.
Tuo D. V. Cimatti, sales.
1867-2 / Dal Fior Luigi / 1937-…-… /
al chierico Luigi Dal Fior, studente di teologia
+ senza data [1937ca]
caris.mo Dal Fior,
Grazie della tua. Pel fratello penso che non c’è altra via che la preghiera… e non bisogna stancarsi… indesinenter. Leggi il Vangelo.
Tu va’ avanti e fa’ quel che ti diranno con santa indifferenza.
Prega per me
Tuo D. V. Cimatti, sales.
1868 / Ricaldone Pietro / 1937-6-12 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 12 giugno 1937
M.R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
L’annuale ritorno della festa Onomastica mi dà modo di esprimere a nome di tutti i confratelli, Figlie di Maria A. e cristiani i più intimi auguri e rinnovare la promessa incondizionata di voler essere buoni salesiani. Mi pare di poter dire che al momento attuale tutti i confratelli si comportano da buoni salesiani: e prego il Signore che li mantenga tutti in queste disposizioni fino alla morte.
In questo tempo né per me (come rendiconto personale), né per i confratelli ho da segnalare nessuna cosa speciale.
Desiderio unico: piacere a Dio, inabissarmi in Lui al più presto – speranza certa; che la visita attesa faccia del gran bene a me e a tutti i confratelli e determini i Superiori a venirmi incontro per il bene di queste povere anime e più per la mia.
Mi benedica e con me tutti i miei.
Suo sempre
Don V. Cimatti, sales.
1869 / Grigoletto Giuseppe / 1937-6-13 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
M., 13 giugno 1937
Festa di S. Antonio. D. Cavoli ringrazia
Carissimo Don Giuseppe,
Rispondo in fascio a varie tue. La scuola (ho 19 ore settimanali) da tempo abbandonata, mi ha fatto accumulare un po’ di posta per orientarmi. Mi pare di essere in carreggiata e quindi…
Primo: ho ricevuto il saldo di Don Tozzi. Sta’ tranquillo e Dio ti benedica.
Per Don Lucioni quid dicam? Domanda consigli a troppi e forse non ne segue nessuno. Se non cambia testa e cuore non avrà mai pace. Persuadiamoci, caro Bepi, che il Signore ci vuol santi nella via e coi mezzi che ci dà, e basta. Dio lo benedica; poteva esser felice, poteva salvare tante anime… Mah! Deus scit. Né P. Matteo né Don Calabria né l’uomo più santo lo metteranno a posto… perché non vuole e così sia.
Prego per i tuoi esaminandi.
Sì Bepi, o zucca baruca, in Paradiso capiremo Lui e la Mamma… Cupio dissolvi… e basta; verrà anche quel giorno.
L’articolo accluso era già pronto e lo mando. Mi dirai se occorre altro.
Grazie, grazie di tutto e Dio te daga del ben, caro Bepi.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Mi pare che i fioretti funzionino benino.
La Madonna nel suo mese ha aggiustato molte cose. Prima Don Lucioni, poi Don C., poi un professore pagano si è licenziato spontaneamente, mentre cercavo il modo di farlo fuori, e poi altre cose che non puoi capire. Insomma ha lavorato bene, assai, assai. E le tue preghiere hanno certo contribuito. Deo gratias!
Tu hai fatto per noi tanto, caro Don Giuseppe, quid retribuam? Calicem accipiam salutaris… Ringrazia pure le Rev. Canossiane.
Con Don Tozzi siamo compagni di collegio… ci siamo riuniti in noviziato (lui era insegnante)… È più che navigato nelle tribolazioni (sa il Signore quanto ha sofferto nei 24 anni – mi pare – in Africa…), per me è un santo.
È in costruzione la chiesa di Nakatsu (finora una povera camera), prega. È dedicata al nostro San Giuseppe.
1870 / Tirone Pietro / 1937-6-17 /
a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale
Miyazaki, 17 giugno 1937
M.R. Sig. Don Tirone,
Grazie della sua ultima carissima in cui con gran carità tenta di persuadermi di tante cose… Non c’è che la via dell’obbedienza, ed allora non è necessario sfogarsi coi Superiori – la responsabilità è loro – è molto chiaro, e non ho mai voluto far discussione su questo.
Scrissi perché in coscienza sono convinto che:
Se come tutti dicono, il campo dei missionari è battaglia
Bisogna che il generale abbia [la] forza di dire le sue difficoltà
Ed i Superiori abbiano la forza di tagliare netto quando uno non può dare il rendiconto conveniente: gli esoneri sono fatti per quello, ed in Congregazione non sono rari gli esempi.
Per me non capisco perché Don Cimatti non debba essere trattato come gli altri Ispettori e Direttori.
Ma come ho detto sopra non c’è che pensare all’obbedienza… e ci pensi alle conseguenze chi deve.
Per me la vedo così chiara (basta pensare a Don Lucioni e al povero Don C. – per non parlare degli altri).
Ad ogni modo preghi e faccia pregare per me. Oh, in Paradiso, staremo meglio tutti e due.
Tutto suo
Don V. Cimatti, sales.
1871 / Dal Fior Luigi / 1937-6-19 /
al chierico Luigi Dal Fior, studente di teologia
19 giugno 1937
Carissimo Luigi,
Pensa che farà per te Don Cimatti specie il giorno 21… e basta, che tu mi comprendi. S. Luigi ti vuole come lui
penitente e puro
amante dell’Eucaristia e di Maria.
Prega per me e… buoni esami.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1872 / Candela Antonio / 1937-6-20 /
a Don Antonio Candela, Consigliere Generale e Visitatore Straordinario
[20 giugno 1937]
2.4 Appunti del Rendiconto fatto oralmente a Don A. Candela, Visitatore straordinario23 |
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Il Superiore della Missione e della Visitatoria è Don Cimatti che desidera riassumere pensieri che da 12 anni ribadisce nella testa dei Superiori.
Sanità: grazie a Dio buona – e se avesse più lavoro, anche materiale, sarebbe meglio.
Studio e lavoro, occupazioni: non deve meravigliare l’accentramento determinato dallo svolgersi del lavoro, che non ebbe il corrispondente contributo di personale formato. Dolorose necessità poi determinarono il rimpatrio di cari confratelli, che avrebbero potuto dare un ottimo contributo, ma “non hos elegit Deus”.
Pur tenendo coi denti tutto, se non ci sarà un ristabilimento completo di tutto, si finirà col rovinare completamente. In Giappone “non progredi, regredi est” significa che regredi è morire.
Mi parve che per far del bene e stabilirsi in Giappone e come missionari e come salesiani, bisognava agire alla giapponese che vive “di sentimento, di gentilezza e di attività, senza chiacchiere, ma coi fatti”.
Ecco il motivo della nostra espansione, che se i Superiori avessero potuto aiutare, sarebbe almeno duplicata in Giappone, e già estesa in Corea e Manciuria. Non si potè – e giustissimamente bisogna pensare che al mondo non c’è solo il Giappone – ed è certo così la volontà di Dio… e così sia. Se agiremo collo spirito giapponese avremo lavoro e risultato; se no, si basisce.
Certo ci vogliono mezzi formidabili e personale attrezzato che si imponga e colla virtù e colla scienza – e col farsi giapponese – e siamo ancora assai lontano. Bisogna che eseguiamo alla lettera il nostro sistema e che ci sforziamo di avere il cuore di Don Bosco. Se no, è meglio piantare lì tutto. Le condizioni attuali del Superiore non permettono a lui (a detta dei confratelli) di compiere il suo dovere. La distanza da Miyazaki e Tokyo, il Consiglio frazionato (che anche economicamente non può radunarsi una volta al mese); i legami attuali di lavoro, pure non permettono le due cariche. Vi è poi sempre la questione amministrativa: i missionari dubitano che si sperperi per Tokyo – e quelli di Tokyo che non si vogliano aiutare.
Il fatto personale poi della credenza assoluta nella propria inabilità a fare il Superiore – i patenti risultati avuti, sono anche punti che fanno capire le vere condizioni d’animo del Superiore, che ha sempre domandato l’esonero. Semplice gregario lavorerò per dieci in Giappone o dovunque.
Don Cimatti ama e stima al sommo tutti i suoi confratelli – ne ha molti stanchi e ammalati – tenta di utilizzarli per quanto può secondo le loro attitudini – e nel campo delle sue facoltà, lascia fare, persuaso che tutti sanno meglio di lui, e per dare ad ognuno la soddisfazione di vedere qualche risultato dei suoi lavori purché il bene si faccia. Ed anche per questo è sempre senza soldi… Oh, la Provvidenza!
Pratiche di pietà, regole, ecc.: ha la buona volontà di fare il possibile per… ma siamo lontani dalla perfezione.
Carità: mi pare piena con tutti.
Disordini, inconvenienti da segnalare: gli appunti scritti hanno lo scopo di far riflettere ai medesimi. Mi pare che salvo le difficoltà personali di vari confratelli, e a Tokyo e in missione, tutti amino Don Bosco, e si sforzino di essere buoni salesiani. Il Visitatore vedrà ed aiuterà – non tema di mettere il dito sulle piaghe e ferite (e qua e là ci sono) dovunque e per chiunque siano cominciando dal Superiore.
Come Superiore ecclesiastico intendo poi che i Visitatori abbiano tutte le facoltà possibili e immaginabili in foro interno et externo per tutti i suoi dipendenti di ogni genere.
Prego caldamente ad osservare anche quanto dal punto di vista canonico si può osservare. Don Cimatti come Sup. della Missione fino al 1938 ha tutte le facoltà del Superiore Miss. sui juris (più alcune facoltà speciali per opere di devozione e amministrazione di Sacramenti. Come Visitatore ha dai Superiori le facoltà tutte dell’Ispettore). Rimetto tutto nelle mani del Visitatore: hic ure, hic seca, hic non parcas…
Don V. Cimatti, sales.
1873 / Circolare Salesiani / 1937-6-23 /
ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
Visitatoria S.F.S.
Miyazaki, 23 giugno 1937
Carissimi confratelli,
Vi porto il cordiale saluto del venerato nostro Visitatore Sig. Don Candela, giunto felicemente il 21 c. m. e d’accordo con lui vi comunico quanto segue:
Egli inizia la visita alle opere di Tokyo.
Dal 4 Luglio al 10 vi è una prima muta di esercizi spirituali a Tokyo per tutti i confratelli della Capitale ed eventualmente per quei confratelli della missione che avessero speciali motivi per andare a Tokyo. In caso avvisare per tempo il Sig. Don Tanguy.
Dopo di questa muta il Visitatore verrà in missione per farsi un’idea dell’attività delle singole opere, prima delle ferie estive, dopo di che incomincerà la visita. Dovendosi attendere la visita del Signor Don Berruti, che arriverà nella prima quindicina di Agosto, si potranno fare le cose con tutta tranquillità avendo tempo a disposizione.
La muta degli esercizi presieduta dai Visitatori, sarà tenuta a Miyazaki, Seminario, dal l6 Agosto in avanti, nella quale epoca si terranno pure le adunanze speciali su argomenti determinati dai Visitatori. A questa muta dovranno intervenire tutti i capi-residenza e delle case, ed il maggior numero dei sacerdoti possibile. È muta esclusiva per sacerdoti. Procurino quindi gli interessati tanto di Tokyo che della missione di disporre per tempo le cose in modo di essere liberi per quell’epoca completamente.
Per gli altri confratelli della missione che non partecipano alla muta di esercizi di Tokyo, sarà stabilita un’altra muta prima della festa dell’Assunta, in giorni da stabilirsi, quando avrò anche saputo il vostro parere sulla data per voi più conveniente. Propongo o dal 1 al 7 agosto o dall’otto al 14, a Miyazaki, Seminario.
Per le altre modalità della Visita o degli Esercizi abbiamo tempo per decidere. È naturalmente inteso che alla data della visita in una casa tutto il personale deve essere presente.
Raccomando ancora una volta alla Vostra buona volontà di fare in modo che tutto sia pronto e per la parte di archivio e per quella dell’amministrazione.
E soprattutto che con cuor largo e generoso approfittiamo tutti della grande grazia che ci sta preparando il Signore, sia colla visita, che specialmente con i santi spirituali esercizi.
Vari dei nostri confratelli poi dovendo rinnovare i santi voti o emettere i perpetui, si raccomandano in modo speciale alle preghiere di tutti.
Qualora qualche confratello desiderasse che nelle adunanze fosse trattato qualche argomento speciale, abbia la bontà di farmelo sapere.
Essendo presente il Visitatore, Don Cimatti intende di essere considerato come assente per qualsiasi disposizione d’ordine. Tutti facciano capo al Visitatore per quanto si riferisce al bene generale della Visitatoria, dell’Opera salesiana e della necessità dei singoli.
LA PRESENTE SIA FATTA NOTA A TUTTI I CONFRATELLI.
E pregate per il
Vostro aff.mo confratello
Don V. Cimatti, sales.
1874 / Castiglioni Alberto / 1937-6-24 /
ad Alberto Castiglioni e compagno, futuri salesiani e missionari in Giappone
24 giugno 1937
Carissimi,24
Grazie della vostra bella lettera. Siate entusiasti sempre e sempre positivi. Dunque:
Spirito di pietà (unione con Dio) e di preghiera.
Spirito di sacrificio e rinuncia nelle piccole e grandi cose.
Purezza e lavoro.
Penso che avrete un nuovo Ispettore. Don Cimatti spero presto se ne vada in Paradiso o giù di lì – ad ogni modo siamo salesiani per LUI e non per il farabutto che vi scrive.
Baciate per me la mano al buon Don Abele – lo ricordo insieme a tanti amici di Ivrea, sempre. Ditegli che c’è posto anche per lui. Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1875 / Circolare Salesiani / 1937-6-28 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Prefettura apostolica di Miyazaki
28 giugno 1937
Carissimi,
Nella prossima domenica in cui si fa la festa esterna dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo, è consuetudine dare alla solennità l’intonazione di FESTA DEL PAPA. Non sto a raccomandarvi di cercare di farla compiere bene ai cristiani, conoscendo il profondo amore che da buoni Figli di Don Bosco nutrite per il Vicario di Gesù. Secondo le vostre possibilità con apposito discorso o riunione, con funzioni solenni e con quanto altro credete opportuno si dia alla festa un’intonazione tutta speciale. Per i cristiani lontani si può supplire con apposita lettera.
Si domandi in quel giorno l’elemosina, che sarà devoluta come offerta personale al S. Padre (denaro di S. Pietro). Mi si comunichi la cifra dovendo darne comunicazione alla Delegazione Apostolica.
Trovandomi arretrato coi pagamenti del giornale cattolico, fino a che abbiamo potuto bilanciare la partita, ho fatto diminuire il numero delle copie settimanali a datare dal primo Luglio. Si cominci a dare la preferenza ai pagani (specie alle autorità e persone influenti). Spero sia una disposizione provvisoria. Preghiamo con fede la Divina Provvidenza affinché ci venga in aiuto efficacemente.
Colgo l’occasione per raccomandare e ancora una volta a tutti le nostre pubblicazioni: sia della Missione che del Don Bosco-sha.
Ricevo dalla Delegazione Apostolica: “…Farà piacere a tutti di sapere che Roma fu assai soddisfatta della visita ufficiale fatta al tempio di Meiji e allo Yasukuni-jinja (tempio dei caduti in guerra) da parte del Card. Dogherty, Legato Pontificio. La S. C. non dubita di chiamarla un fatto storico, considerandola come un giusto apprezzamento delle belle tradizioni che hanno fatto la grandezza del Paese…”.25
Inoltre la S. C. di Propaganda Fide annuncia che la Prefettura civile di Kyoto e quella di Shiga sono state erette in Prefettura Apostolica e affidate alla società delle Missioni Estere americane: ne è Prefetto il M.R. Patrick J. Byrne, M. M. Le zone fortificate continuano ad essere della diocesi di Osaka. Rallegriamoci dei nuovi operai che entrano a lavorare in Giappone e preghiamo per l’ampio successo per la nuova Prefettura a cui è affidato certo un importantissimo lavoro di apostolato.
L’inizio delle vacanze estive per il nostro Seminario è stabilito dal 20 del c. m. Fedeli alle nostre tradizioni salesiane è data libertà ai Seminaristi di andare in famiglia o restare – come pure i nostri seminaristi del Gran Seminario hanno ricevuto norme al riguardo. Prego che ogni residenza che ha relazioni con i nostri seminaristi durante il periodo del riposo estivo si presti con generosità e con spirito di sacrificio per l’assistenza di questi nostri cari allievi, facilitando nei limiti del possibile la permanenza alla missione, cercando di occuparli in utili esercizi, assistendoli affinché la loro vocazione si consolidi e si determini per la giusta direzione.
Ogni capo-residenza si adoperi per procurare ai confratelli bisognosi della propria residenza un conveniente riposo.
Le case della missione e anche Tokyo sono a disposizione: basta intendersi fraternamente e per tempo.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1876 / Cecchetti Albano / 1937-6-28 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
28 giugno 1937
Carissimo Don Cecchetti,
Stia tranquillo per Moro. Don Tanguy proprio ieri mi scrisse che tutti stanno bene. In caso non è la foto il suo più gran da fare. Ad ogni modo terremo d’occhio.
Per il mese di Maggio risulta dal mio registro che Lei ha già ricevuto Yen 30.
Molte volte ho scritto per la Messa pro-populo,
Come son solito indicare sul calendario giapponese;
Veda a pagina 33 del nostro calendario quelle segnate con croce grossa – più Pasqua e Pentecoste;
Non siamo tenuti come obbligo, pur essendo bene farlo;
Noi della missione possiamo percepire l’elemosina della seconda. Messa binata.
Speriamo di aver presto il Visitatore: quando? Non so. Forse faccio una scappata a Kobe per vedere se posso vederlo.
Grazie sempre dei buoni consigli assistenziali e non: haec est vera fraternitas. Scrissi al buon Padre Bulteau dietro la sua prima indicazione, subito.
Non ho mai visto i moduli di cui mi parla, neppure presso altre missioni. Se lei, come scrive, l’ha in giapponese, lo faccia riscrivere dal catechista, e se le occorre in latino il buon Arri non teme certo.
Caro Don Cecchetti, il lavoro fra gli ammalati, poveri, vecchi e fanciulli è certo benedetto da Dio, perché sono le Sue delizie, ed è relativamente più facile. Ah, se tutti ne fossero convinti fra i cristiani! Il S. Cuore certo ne è la fonte.
Altro seminarista, fila. Preghi anche per questi cari figliuoli e faccia pregare.
Ed ora caro Don Albano vorrei avere la sua penna per farle i più cari auguri onomastici non solo a nome mio, ma di tutti i confratelli specie del Seminario, dei seminaristi e di quanti in passato hanno usufruito della sua carità. A nome pure dei nostri cari Superiori e religiosi ed ecclesiastici.
Lei sa cosa vorrebbe dirle Don Cimatti. Espressioni di affetto, assicurazione di preghiere e quanto il suo cuore desidera. Lo pensi, lo elevi alla X potenza, e ne avrà un’idea.
Il Signore rimeriti e benedica…
Le devo Yen… e in cifra tonda… che accludo pregando il Signore che moltiplichi per Lei e per me.
Preghi e faccia pregare per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1877 / Barbaro Federico / 1937-6-… /
al chierico Federico Barbaro, studente di teologia
[Giugno 1937]
Caro Federico,
Le poche parole sono però di oro fuso nel crogiolo dell’affetto intenso che nutro per l’anima tua, e quasi come perle smeraldine o topaziane della più bell’acqua… come perle formate in mare dall’umile ostrica… Poi… siamo in visita, et ubi major minor cessat…
Ho marcato visita… e forse non mi vedrete finché sotto il sole del Nippon sarà il Visitator.26
E poi gli avvenimenti… i cambi… Mi si dice che avete già fatti tanti capitoli… Don Cecchetti perfino è in ansia per le vostre profezie… E pensare che fate sempre i conti senza l’oste… cioè il Signore… Oche, oche, oche!
Bravo! Speriamo che il giudizio venga pian piano e in proporzione alla necessità tua. Buone ferie a te e a tutti gli amici.
Saluta anche quel povero Moro che non sa cosa scrivere: puoi dargli un pugnetto. A Lucchesi ho già pensato.
Allegri dunque e avanti senza paura. Siamo nelle mani di Dio. Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1878 / Crevacore Alfonso / 1937-6-… /
al chierico Alfonso Crevacore
Giugno [1937]
Carissimo Crevacore,
Passo passo si procede – le gocce d’acqua fanno fiumi, laghi e mari – i granelli di polvere le montagne… Hai capito?…
Vincerai 5 minuti prima di morire – e ne avrai basta.
Niente ti turbi. Anche il Maestro di Noviziato mi disse che mi sarei corretto del mio difetto predominante 5 minuti prima di morire. Bada che ho già passato i 40 anni di professione!
Tuo
Don V. Cimatti
1879 / Pasetto Giuseppe / 1937-…-…/
al chierico Giuseppe Pasetto, salesiano
[giugno 1937]
Caro Pasetto,
Ho un mondo di cose cui rispondere. Et in primis il Signore centuplichi a tuo merito il bene che fai. Non posso far altro che ringraziare e pregare – e sta’ certo che lo faccio.
Le due foto sottolineate sono quelle richieste: Angela, Marco, Sante.
Parte un pacco con quel che ho potuto raggranellare – non ci sono grandi cose, ma per la difficoltà della spedizione… tanto più ora. Ad ogni modo tu sai che domando più che tutto preghiere.
L’acclusa foto è per il battesimo a nome Bozzo col biglietto. Agli altri mi pare di aver risposto.
Per i vestiti – quanto a comodità (specie d’estate) il vestito giapponese è l’ideale. Vi è la tunica romana per i maschi – un quid simile con le lunghe maniche per le donne. Gli impiegati e gli allievi hanno la divisa speciale bellina… Ma è questione di gusti…
E al momento mi pare di averti risposto sia pur brevemente tutto.
Coraggio! Nel mese del S. Cuore unisciti a Lui nostro tutto.
Tuo nel Signore
Don V. Cimatti
1880 / Merlino Alfonso / 1937-7-1 /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico
1 luglio 1937
Merlino carissimo,
Grazie della tua del 30/5/37 cui subito rispondo, assicurandoti fin d’ora il ricordo per S. Alfonso (spero essere dei primi ad augurartelo). Puoi pensare già ciò che farà Don Cimatti e i confratelli per te, e non aggiungo altro. Saluta i futuri giapponesi e di’ loro che si preparino con spirito di fede, umiltà e sacrificio, e preghino per noi.
Godo che la mamma sia stata così onorata e più specialmente che Alfonso ne sia ardente.
Fa’ quel che puoi e sta’ certo che la Mamma ti ricompenserà. Prega e fa’ pregare per me.
Caro Merlino, buon onomastico. Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1881 / Cecchetti Albano / 1937-7-4 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
4 luglio 1937
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie della sua. Lei appare molto scoraggiato (leggendo tra le righe) e non deve essere così per noi missionari. Omnia possum in eo…
Appena potrò pagherò la spesa straordinaria – e non faccio discussioni… Coi missionari discutere di soldi è aumentare lo stato di disagio, e non voglio far soffrire nessuno (per quanto dipende da me).
Lei beato che trova modo di pagarsi i giornali. Che il Signore le mandi modo di pagare non solo quanto non posso pagare io, ma tutto il resto. Forse la sua lettera al giornale imbroglierà la contabilità – la quale è inviata al centro, ad ogni modo vedremo. La piccola cifra diminuita pensavo che non dovesse menomare per nulla la propaganda, perché, caro Don Cecchetti, se ne assicuri, non pensi che quanti ricevono il giornale lo leggano, sia tra i pagani che i cristiani. Inchieste fatte de visu et de auditu ad es. in zona di Don Lucioni, che è la più organizzata per tale distribuzione, ha dato come risultato che con nessunissimo danno, anzi…, si possono risparmiare un buon centinaio di copie. La realtà pratica, caro Don Albano, purtroppo è così. Idem ho de visu constatato a Miyazaki e Tano.
Propaganda dà quel che può, e dacché esiste la missione, quanto ci viene dalla carità delle opere pontificie non copre metà del bilancio: tutto il resto ci viene dalla fonte sollecitata in tante forme (e Lei ne è pars non piccola né indifferente) dai missionari e dalle entrate locali (e Lei sa ad es. quanto sono quelle di Beppu!). Propaganda conosce a fondo e le necessità nostre, e le eterne lamentele del povero Don Cimatti ma capirà che anche Propaganda dà quel che ha, e non ha da pensare solo a Miyazaki. Pensi alle condizioni della Spagna, Germania e la più parte delle Repub. Americane che difendono l’uscita della moneta, e pensi quindi a Propaganda.
Creda quindi quanto nel campo delle insistenze è fattibile fu fatto e si fa – fino a interessare direttamente Sua Santità (che mi inviò delle Messe).
Eppure la Provvidenza ci ha sempre aiutato e finora non ci è mancato né il necessario né il superfluo, ma bisogna pure che Don Cimatti ci pensi.
Per il giornale ho oltre Yen 1000 di debito – ed hanno ragione di insistere di essere pagati – pensa la sospensione dell’invio. Lei giudichi le conseguenze… Ecco il motivo della riduzione (che come dissi in lettera voglio sperare provvisoria) che mi dà modo di aggiustare anche questa falla… Le ho voluto infliggere questa lungaggine per farle capire come sono le cose.
I Visitatori… oh, come sanno a Torino le nostre miserie! Ma pensi Don Albano alla bellezza della nostra povertà!
Lotta quotidiana per il pane.
Il Superiore che non ha case e che non può alloggiare né un forestiero (almeno Lei ha due camerette) né un confratello, se non imprestando la sua camera.
Una Prefettura Apost. che domanda la carità ai confratelli ed all’Ospizio, che colla nota frase: “povero, aiuta i miseri” (era la parola del S. Don Piacenza).
Non le parlo dell’impossibilità di aiutare le opere esistenti o formarne delle nuove (Lei può dire quanto le ho dato per l’asilo). Mi parla di Don Dumeez. Quel sant’uomo sa in che condizioni si trova Don Cimatti che solo al 24 del mese scorso ha finito di pagargli un prestito di due anni fa di Yen 800, e per fortuna, mi ha aiutato Lui, dandomi delle Ss. Messe. Don Dumeez sa poi che non posso autorizzare, se non faccio approvare i disegni dal Consiglio – e se non ci sono i mezzi (e Don Cimatti non li ha).
Non torno sulla questione degli ospiti. Lei ha capito il mio pensiero – tenga nota. In un mese c’è bisogno di Yen 100? Si darà 100. Ma in un mese non c’è nessuno? Non è giusto che… E come dissi, s’intende per Ospite, non chi viene a fare una chiacchierata, e a cui sia pure, si dà un po’ di thé e dolci, ma quelli che vi dormono e mangiano.
Ma, caro Don Cecchetti, chiunque ci fosse troverebbe le sue stesse difficoltà! Mi dirà Lei, chi è dei missionari che è contento dei mensili? Dunque lasci fare al S. Cuore, e lasci che le dica quanto rispose a me su argomento analogo il santo Padre Matteo:
“Non tema, Don Cimatti, quando Lei sarà di troppo, il Signore penserà a farlo fuori!”.
Per la Visita: quanto sa Don Cimatti l’ha comunicato – riveda – risulta da quello che ho scritto che il Visitatore è Don Candela. Il Sig. Don Berruti sarà a Miyazaki nella seconda metà di Agosto per dettare gli esercizi spirituali e presiedere le adunanze. Don Cimatti da quando si è iniziata la visita ha marcato visita: non c’è da preparare che quanto da tempo ho detto: archivio – trattamento alla salesiana… Tutte le direttive dunque da tempo sono state date; non c’è che seguirle. Alle Figlie di Maria A. ho scritto – non predicano i Visitatori – al massimo daranno i ricordi. Ecco quanto le so dire – di più non so davvero. Sono al buio come Lei.
Sempre pronto il posto per Don Albano: Don Cimatti propone o Tano (uva) o Tokyo o il Seminario. Se preferisce altri posti per riposare, me lo dica: è fattibile anche subito.
Manderò copia dei moduli – che nessuno a tutt’oggi ha mai adoperato tra noi, avendo dato ai missionari tutte le facoltà. In generale i moduli sono per domandare la facoltà al Superiore.
E le sono sempre vicino coll’affetto e colla preghiera. Ma guai, Don Cecchetti caro, se anche Lei mi viene meno nella fede nella Provvidenza… Preghi per me. Durante la visita desidero essere, come se non ci fossi. Saluti ad Arri. L’abbraccio nel Signore.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Se ha moduli italiani di “Tesoro…” me ne mandi un certo numero. Grazie dell’annuncio Monsignorale a favore di N. N. Penso il da farsi.
1882 / Trevisan Antonio / 1937-7-5 /
ad Antonio Trevisan, chierico salesiano
[5 luglio 1937]
Trevisan carissimo,
Lascia il Monsignore. Grazie della tua e più della magnifica elemosina di preghiere ed opere buone che sono quelle che davvero contano per te e per noi. Oh, se tutti facessero questo apostolato missionario!
Bravo! Continua e se puoi attira altri nella tua buona opera d’azione e vedrai che il Signore ti aiuterà. Ti ricompenso come posso col quotidiano tributo delle preghiere mie.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1883 / Ricaldone Pietro / 1937-7-6 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 6 luglio 1937
M.R. Sig. Don Ricaldone,
Il nuovo mese iniziato mi dà modo di fare il mio rendiconto mensile: pur essendoci il Visitatore non voglio tralasciare il mio dovere.
Il Sig. Don Candela è in piena visita a Tokyo e a giorni verrà in missione, almeno per un giro sommario e vedere le opere in funzione prima delle ferie estive. Del Sig. Don Berruti per ora nulla di fisso.
Salute, buona, anche perché mi è cresciuto il lavoro.
Studio e lavoro: per la partenza di un professore del Seminario supplisco in scienze come prima ho supplito e supplisco (aiutato dai confratelli) il povero Don C. Ora ci sono i Visitatori: hanno loro la responsabilità, potesse essere sempre così…
Pietà, voti, ecc.: regolare. Ho bisogno di vigilare per non venir meno nella pietà (parlo delle pratiche, specialmente quando non posso compierle colla comunità) e star saldo per il dominio di me. Invecchiando non è meno forte lo “stimulus carnis”. Preghi per me. Grazie a Dio la volontà mi par sempre a posto. Le mie difficoltà lei le conosce, e a Lei costerebbe così poco il risolverle… Mah, si aggiusti Lei col Signore!
Carità… con tutti. Ho bisogno anzi di frenare le manifestazioni. Le mie miserie d’ufficio, relazioni con confratelli ecc. videant Visitatores!
Il coad. Masiero deve fare i voti. E non è molto solido in salute (ma questo non conta nel caso – è roba vecchia e di famiglia): carattere difficilino, che vuol mettere il naso dappertutto. E non è molto forte di cuore… È pieno di buona volontà – ama la Congregazione e la sua vocazione. In questo anno si è lavorato assai. Non è il caso di licenziarlo. Il Consiglio domanda la proroga ancora di un anno ai sei triennali. Il Sig. Don Candela dice di non aver facoltà di proroga. Quid agere? Prego il Padre a dirmi quid faciendum. C’è chi propone faccia i voti e ritorni in Italia. Per me la proroga di un anno o ad tempus pare il mezzo per tener sveglia la volontà del confratello e ridurlo al bene completo.
Mi fa pur dire il Sig. Don Candela di parlarle del personale. Occorrerebbe un buon sarto (Masiero non sa a sufficienza – un modesto sarto di Tokyo gli bagna il naso) e se si vuol dare sviluppo alla scuola, occorre meccanico, elettricista, ecc.
In missione premerebbe personale agricolo e lavori di casa. Scrivo questo dietro suggerimento del Sig. Don Candela e Don Margiaria. Durante la visita “avendo marcato visita” non dovrei neppur scrivere questo: solo lo faccio per obbedienza al Superiore. E mi pare che al momento non ci sia nulla di speciale. Preghi per me sempre, che mi professo
Suo come figlio
Don V. Cimatti, sales.
1884 / Circolare Salesiani / 1937-7-7 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
[7 Luglio 1937]
Carissimi,
Ricevo dalla delegazione Apostolica a sempre più rafforzare quanto vi ho precedentemente comunicato; “Il momento doloroso e delicato che attraversiamo in causa del grave incidente ben conosciuto, ci anima a rinnovarci nel fervore della preghiera, al fine di ottenere da Dio di tutte le misericordie, una rapida e pacifica soluzione della questione, e soddisfare così le giuste aspirazioni ed esigenze della nobile e grande nazione che ci ospita… La Chiesa cattolica che ha sempre considerato come uno dei suoi doveri primitivi di inculcare ai fedeli i sentimenti più sacri a riguardo della patria, dovrà dare nelle circostanze attuali uno splendido esempio di questa perfetta solidarietà, nell’esercizio del suo augusto ministero spirituale che apporta ai cristiani consolazione, conforto ed incoraggiamento…”. Vi esorto dunque con tutte le forze dell’anima:
A prendere visione delle sagge disposizioni e direzioni del Governo imperiale circa l’unione degli spiriti e dei cuori (furono inviate dal Giornale Cattolico a tutte le residenze, e pubblicate sul giornale medesimo).
Invitare le cristianità a fare speciali preghiere e funzioni speciali al riguardo.
Ad usare prudenza riservatissima nelle parole e negli scritti ed unirsi con intima unione di spirito e di cuore con docile cooperazione alle Autorità, civili e militari.
Ad invitare i cristiani di tutte le residenze a dimostrare praticamente e come gruppo i veri sentimenti patriottici propri del popolo giapponese rinviando le offerte tradizionali, anche le più piccole, sotto forma di “imonbukuro”, ecc.27
E preghiamo e facciamo pregare per il buon esito di tante cose che ci stanno a cuore.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Carissimo Don Dumeez28,
Non riesco a spiegarmi quanto mi scrive, se non pensando che ho sbagliato gli indirizzi. Mi scusi… una prova di più della mia inutilità…
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1885 / Cecchetti Albano / 1937-7-7 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
7 Luglio 1937
Carissimo Don Cecchetti,
L’urgenza della lettera mi ha obbligato di disturbarla. Abbia pazienza e preghi per me che mi convinco ogni giorno più della mia abilità nel fare delle fesserie. Grazie di aver accettato la predicazione. Siccome dubito di aver sbagliato nell’invio di lettere, all’occasione mi dica se ha ricevuto dal Seminarista Imayoshi il mensile. Mi scrive Don Dumeez che ha ricevuto lettera indirizzata a Don Marega… e non vorrei che fosse capitato qualche cosa di simile anche a Lei.
Al buon… Arri… per il famoso articolo o lettera pastorale… meglio ancora se fra voi due ne combinate una… e preghi per me.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1886 / Marella Paolo / 1937-7-10 /
a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico
Miyazaki, 10 luglio 1937
Eccellenza Reverendissima,
In data 16/6/37 prot. 2220/37 la S. Congregazione di Propaganda Fide, considerata anche la raccomandazione di S. E. Mons. Delegato Apostol. concede la licenza di cui al can. 492/1 C. J. C. e propone il nome: “Sorores caritatis in Japonia o Japonenses”29. Deo gratias ed anche a V. E. per la spinta data… Ah, trovassi qualcuno che desse a me qualche spintone, che mi mandasse a quel paese!
Ed ora un’informazione ed un consiglio, che gli interessati desiderano rimanga segreto. Venne al Seminario il Sindaco, il Capo del Cons. Provinciale e il segretario generale di Miyazaki.
Hanno bisogno di costruire una grande scuola professionale a servizio di una grande fabbrica che si deve costruire a Miyazaki. Il posto scelto abbraccerebbe anche il terreno del Seminario. Ecco la proposta: “la Missione ceda terreno ed edificio, il municipio darà un terreno equivalente a scelta del Seminario in luogo scelto e bello a piacere; costruirà l’edificio tale e quale, o con quelle modificazioni che si desidererebbero”. Non si è scesi a particolari, ma se le cose sono così, per me non trovo inconveniente a un traffico, che venga a favorire la città.
Ad ogni modo, anche per mia tranquillità, desidero il suo parere.
Giorni fa S. E. il Prefetto, il Capo della Polizia di Miyazaki, il sindaco e il capo delle Opere sociali presenziarono l’inaugurazione in Seminario dell’asta per la bandiera. Il Prefetto poi ebbe nobilissime parole dirette ai seminaristi. “Non diventate i burocratici della religione, ma vivetela con spirito di fede. Quelli che vi circondano non stimano la religione, perché non la conoscono. Non abbiate paura, avvicinateli…”. E citava esempi di Nagasaki, di Oshima. E serva anche questo a fomentare il “Kokutai” (solidarietà nazionale) e a legarci sempre più col cuore dei giapponesi.
E preghi per me… sempre in lotta coi miei debiti, che non riesco mai a finire di pagare. Se può (come mi ha promesso) dia una spinta anche a questa pratica di cui parlo.
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Scusi la libertà di questo povero prete nel fare il poscritto. Desidererei (ed è da anni che supplico) che qualcuno dei miei seminaristi andasse alla Tokyo-italiana, ossia a Roma. Forse non conoscendo le vie burocratiche finora ho fatto fiasco… Non può l’E.V. prestare una mano anche in questo?… E il Signore ricolmi l’E.V. di ogni bene anche per questo.
1887 / Ricaldone Pietro / 1937-7-12 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 12 luglio 1937
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Invio l’annuale rendiconto – essendoci i Visitatori quest’anno non ho fatto per varie case le prescritte formalità della visita – ma vi è al solito intimo contatto di persona e per lettera. Spero gran frutto dalla Visita per me e per tutti.
Per il ritorno di Don Liviabella, come già dissi, rimetto tutto nelle mani del R. M. – buoni motivi materiali e penso più spirituali per il prolungamento fino a marzo, come domanda il confratello – buoni motivi locali per il ritorno. Videant consules!
Col 15 c. m. entro nel 59°. Quanto rendiconto davanti a Dio! Mi aiuti con speciali preghiere.
Tutto suo aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
1888 / Dal Fior Luigi / 1937/7-12 /
al chierico Luigi Dal Fior, studente di teologia
+ Miyazaki, 12 luglio 1937
caris.mo Dal Fior,
La tua mi ha consolato assai. Bravo! Per ricordare il proposito e specialmente l’osservanza del medesimo, procura di farne tema delle tue confessioni settimanali.
E prega assai per me.
Tuo D. V. Cimatti, sales.
1889 / Cecchetti Albano / 1937-7-14 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
M., 14 luglio 1937
Carissimo Don Cecchetti,
Il Visitatore arriva a Nakatsu il 16 sera alle ore 8,30 per partire poi col diretto il 17 e arrivare in giornata a Miyazaki. Non potrebbe Lei all’occasione delle confessioni trovarsi in tempo utile a Nakatsu e accompagnarlo fino ad Oita, ove farei il possibile di trovarmi per accompagnarlo a Miyazaki?
Attendo rendiconti S. Sede, Pia Società e quanto ha dato l’elemosina denaro S. Pietro.
Saluti Arri e preghi per me.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1890 / Circolare Salesiani / 1937-7-15 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Prefettura Apost. di Miyazaki
Miyazaki, 15 luglio 1937
Carissimi,
Abbiamo finalmente tra noi da oggi 15 il Rev.mo Don Candela, nostro Visitatore.
Ringraziamo il Signore. Spero presto comunicarvi e l’ordine degli esercizi e della visita. Ognuno “corde pieno et animo volenti” si metta nelle mani del Superiore e procuri davvero di sfruttare santamente questa occasione a vantaggio delle anime e della missione e delle opere salesiane.
Il Minis. Educ. Naz. raccomanda l’accluso libro come utile nelle direttive dello spirito di corpo nazionale da darsi – arrepta occasione – ai cristiani e ai nostri dipendenti. Anche S. E. il Delegato Apostolico lo raccomanda vivamente.
In occasione delle recenti competizioni colla Cina, il Min. Educ. Naz. raccomanda pure di informare i nostri dipendenti a quella unione di animi, tanto necessaria in queste circostanze. Sono sicuro che voi tutti seguite con grande cuore quanto può interessare questo Paese, che è come nostra seconda patria, e a questo spirito venite informando nel limite delle vostre attribuzioni, tutti i vostri dipendenti.
Mi pare possano essere sintomatiche le parole che recentemente diceva il Prefetto di Miyazaki ai nostri seminaristi: “Non siate i burocrati della Religione; vivetela in pieno con fede e persuasione. Avvicinate quanti non la conoscono; ma anche voi non rendetevi estranei alla vita”.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1891 / Chierici salesiani in Giappone / 1937-7-16 /
ai Chierici della Compagnia SS.mo Sacramento
16 luglio 1937
Carissimi soci della Compagnia del SS.mo Sacramento,
Grazie della vostra bella lettera e della buona volontà che dimostrate di trar profitto dalla Compagnia. A voce altre cose – mi pare che a tema delle conferenze dovreste scegliere i punti più importanti dei due commenti delle strenne del nostro Ven. Rettor Maggiore.
Allegri e buoni, ed aiutate molto il Sig. Don Tanguy che è molto stanco. Presto (se non muoio) ci vedremo ed allora vedrò se siete diventati santi o quanto manca.
Il Signore vi benedica tutti e ci ottenga di essere come Don Bosco, veri apostoli del SS.mo Sacramento.
Baciate per me la mano al Sig. Don Tanguy.
Don V. Cimatti, sales.
1892 / Circolare Salesiani / 1937-7-20 /
ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
Visitatoria S.F.S.
Miyazaki, 20 luglio 1937
Carissimi,
Sono in grado dopo presi gli opportuni accordi col Sig. Don Candela di indicarvi l’ordine della Visita e degli esercizi…
La seconda muta per i soli sacerdoti e direttori e capi-residenza sarà dopo la festa dell’Assunta.
Per il giorno di inizio si attendono notizie del Sig. Don Berruti. Come già annunciai faranno seguito agli esercizi speciali adunanze presiedute dal Sig. Don Candela. Si tratteranno argomenti relativi ai singoli dicasteri dei Superiori Maggiori, su programma che sarà stabilito dal Sig. Don Berruti e fu identicamente trattato in tutte le visite. Possono già fin d’ora i singoli confratelli pensare e se lo desiderano esporre per scritto eventuali proposte o temi che si desiderano veder trattati. Quindi ognuno dei confratelli che deve intervenire a questa muta pensi a regolare le cose in modo da essere libero anche per alcuni giorni dopo gli esercizi.
Auguriamoci che le preghiere e le Visite dei Superiori, ed i Ss. Esercizi rechino ai singoli e alle opere tutto il frutto augurabile possibile. Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1893 / Valentini Eugenio / 1937-7-22 /
a Don Eugenio Valentini, suo ex-allievo di Valsalice
22 luglio 1937
Carissimo don Eugenio,30
Graditissima la tua e ti assicuro che le nostre relazioni spirituali sono immutate… da allora. Lo scriverci più o meno, dice poco: la sostanza è là`…e grazie di cuore.
Don Cimatti non chiede soldi (ché a quelli deve pensare la Provvidenza). Chiede preghiere
per salvarsi (…ah che Purgatorio farò)
per salvare
e per far meno fesserie (…quante!).
Bravo! Il Signore ti vuol bene. In altre forme (quella del dolore) lo manifesta anche a me… e Deo gratias!
Bravo! Lavora e nel campo degli studi e nell’Oratorio.
Per te come regola, nei tuoi affanni(!) di santità, quella di S. Francesco di Sales “fatti santo come vuole il Signore e con i mezzi che ti mette a disposizione”.
Uniti immutabilmente nella preghiera.
Ti abbraccio con l’anima
Tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti
1894 / Cecchetti Albano / 1937-7-29 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
29 luglio 1937
Carissimo Don Cecchetti,
È se può accettare di dire due parole di meditazione alle Figlie di Maria Ausiliatrice dal 29 al 5 Agosto?…
Per le istruzioni ho pregato Don Marega. È un sacrificio, comprendo, ma sono certo che se può non dirà di no.
Ad ogni modo per mia tranquillità voglia scrivermi un rigo.
Tutto suo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Naturalmente Don Arri è dispensato dagli esercizi ed in sua assenza bisognerà che coi debiti riguardi sostituisca Don Cecchetti.
1895 / Crevacore Alfonso / 1937-7-30 /
ad Alfonso Crevacore, novizio salesiano in Giappone
30 luglio 1937
Caro Crevacore,
Buon S. Alfonso con l’assicurazione di molte preghiere. Le caratteristiche del tuo Santo: “Gesù in Sacramento (ricorda la preghiera della visita e le belle lodi… musicate da Lui… era buona musica!) e Maria (hai letto le glorie di Maria?)”.
Proponi anche tu di essere come Lui.
E prega per me.
Don V. Cimatti, sales.
1896 / Ricaldone Pietro / 1937-7-31 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 31 luglio 1937
Amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Nell’inviare la copia del Rendiconto annuale della Missione… colgo l’occasione per un po’ di rendiconto personale, pur essendoci i Visitatori (attendiamo Don Berruti).
Finora visitato Tokyo, Miyazaki, Miyakonojo, Nakatsu. Spero con gran frutto. Per me ho creduto mio dovere fare come non ci fossi – non accompagno il Visitatore che il puro necessario a che non sbagli strada.
Per me: salute e lavoro, solito; stato d’animo: ho passato una settimana di nervosismo interno. Perché? Non so neppur io. Rinnovo nella confessione settimanale la forza di volontà, mah!…
Cuore al solito, batte troppo. Ad ogni modo intendo di mettermi nelle mani di Dio e faccia Lui. Per i Ss. Voti nulla di speciale.
La chiusura dei conti amministrativi e le relazioni mi danno sempre più la convinzione chiarissima (come non vederla?) della mia supina asinità nel comando e nell’amministrazione.
È un buon elemento di umiltà, ma è anche chiara la mia posizione di coscienza di fronte a questi fatti.
Ne ho scritto anche a Propaganda. Spero che i Visitatori se ne convinceranno. Preghi preghi per il
Suo povero
Don V. Cimatti, sales.
1897 / Ricaldone Pietro BS / 1937-7-… /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, Luglio 1937
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,31
Fra il calore e la pioggia di stagione, provvidenziali per il riso che viene coprendo come di un verde manto la più parte del Giappone, stendo la mia povera relazione annuale, che intendo sia ringraziamento sentito al Signore per i benefici concessi sul nostro modesto lavoro annuale; sia inno di riconoscenza ai Superiori, Confratelli-Allievi e Cooperatori tutti per la squisita carità usataci sotto tante forme in quest’anno; sia assicurazione di preghiere ed offerta di sacrifici per parte di noi tutti a quanti ci hanno beneficato.
Non è possibile esprimere in cifre la somma di benefici materiali e spirituali che il Signore, per mezzo di tanti suoi ministri, ci ha voluto elargire. Segnalo i numerosi benefici spirituali apportati al lavoro del missionario dalla buona volontà degli allievi delle nostre case di Formazione, dai giovani di tanti nostri collegi, dalle schiere di amici e benefattori… che inviarono le cifre delle loro preghiere, delle Ss. Comunioni, delle Visite a Gesù, dei piccoli sacrifici… capitale prezioso che fruttò non solo nel tempo, ma anche sarà per tutti frutto prezioso per l’eternità. Ed una nota simpatica la portarono tanti cari ammalati che votarono a Gesù, per la salvezza delle anime a noi affidate, se stessi.
Siate tutti benedetti ora, e scenda su ognuno di voi larga e copiosa la benedizione del Signore. Vi siamo debitori… e paghiamo e pagheremo con la preghiera e col raddoppiare la buona volontà per compiere fino alla fine il nostro dovere. Sono tutti interessi che fruttano per voi ora e nell’eternità.
Stato generale della missione
Lo specchietto del rendiconto annuale delinea la situazione generale, per quanto possa esprimersi in cifre.
Dodici sacerdoti (di cui alcuni in formazione non aspettano che il “via” al lavoro) si dividono i 16.000 Kmq di superficie e i due milioni di pagani da evangelizzare e le opere già attivate. Sono aiutati da alcuni chierici (6) e coadiutori salesiani (5), da una quindicina tra maestri e catechisti. L’attività di apostolato in Missione si svolse nell’annata:
PER LE VOCAZIONI INDIGENE:
Nell’Istituto aspiranti di Nakatsu allievi 22
Nel piccolo Seminario di Miyazaki ″ 49
Nel Gran Seminario di Tokyo ″ 10 (8 fil., 2 Teol.)
PER GLI ORATORI in numero di 10 con complessivo di allievi l680
PER LE OPERE SOCIALl DI CARITÀ ED EDUCAZIONE:
S. Infanzia con due sedi e 35 infanti
Asili di infanzia N. 3 con 135 allievi
Orfanotrofi N. 3 con 88 allievi
Ospizio per vecchi N. l con 30 ricoverati.
Le opere di carità sono esercitate coll’aiuto prezioso delle Figlie di Maria A. a Beppu coll’Opera della S. Infanzia e Orfanotrofio. Nello stesso ambiente hanno pure il noviziato (5 novizie) e aspirantato. A Miyazaki hanno un collegetto (N. 20 allieve) e l’Asilo. Spero prossima la loro andata a Tokyo ove si apre anche per loro un vastissimo campo di azione.
Nell’Ospizio di Miyazaki hanno preso sviluppo le “Sorelle Giapponesi della carità”: è istituzione che sarà costituita in Congregazione Religiosa Diocesana fin da quest’anno, colle prime 5 novizie. L’Istituzione conta già 17 socie e l6 aspiranti. Fine della nuova associazione è di diffondere la religione cattolica mediante le opere di misericordia, ed i buoni risultati finora ottenuti, lo spirito di sacrificio che anima queste brave giapponesi, che riempie di ammirazione quanti considerano il loro lavoro, apre il cuore alle più belle speranze per il futuro.
Nel campo dell’apostolato stampa e azione cattolica
La tipografia S. Maria dell’Ospizio ha iniziato in questo anno la pubblicazione del settimanale “Angelo delle famiglie” destinato a portare la buona parola domenicale, colla spiegazione del Vangelo e del Catechismo, e comunicare alle cristianità gli ordini del Superiore, specialmente a quei cristiani che per la lontananza dal missionario non possono partecipare regolarmente alla vita di cristianità. Come pure è in preparazione il VANGELO popolare; una serie di fascicoli in servizio delle opere di carità ed a commemorare la data bicentenaria della canonizzazione di San Vincenzo de’ Paoli, la rivista CHARITAS collo scopo di diffondere lo spirito del Santo delle opere di carità esistenti in Giappone. Centro ideatore e propulsore di questo bel movimento di azione caritatevole e di formazione del relativo personale è il nostro Don Cavoli.
Nelle singole residenze le varie istituzioni, specialmente i circoli maschili e femminili, vengono orientandosi secondo le direttive pontificie di azione cattolica.
Vanno sempre più e meglio organizzandosi le Conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli, compiendo il mirabile lavoro di avvicinamento di tante povere anime al Signore.
Non deve meravigliare che nella nostra missione ci si sforzi a dare larga parte alle opere di carità e sociali. L’Impero giapponese vi è nettamente orientato e si lavora attivamente all’organizzazione delle opere relative: anche in questo ramo il Giappone non vuole certamente rimanere in coda.
È forza simpatica di azione, che non desta suscettibilità. Specie nel momento attuale, in cui la dovuta prudenza anche nel fare il bene non è mai troppa, lo sviluppo delle opere di carità, che coincide con questo fervore di attività sociale, pare destinato a dare ottimi frutti.
Pare che la Provvidenza voglia arricchire la nostra Missione di un’altra fonte di carità, specie verso i poveri tubercolosi, colla venuta fra noi (come già avevo segnalato) di un gruppo di giovani [ragazze], che erano riuscite coll’aiuto di persone benefiche ad erigere un bell’Ospedale di 50 letti. Un incendio distrusse l’edificio, ma non distrusse nel cuore di queste giovani così provate la fiducia nella Provvidenza. Già per 10 ammalati scampati all’incendio è costruita una casa provvisoria, in attesa che Gesù voglia dare un nuovo ospedale ai suoi fratelli afflitti. Si degni di esaudire il Signore le ardenti preghiere che tutti facciamo, affinché si ripristini presto quest’opera destinata a fare un bene immenso nel mondo innumerevole di questi tribolati.
[Riporta quindi gli specchietti delle statistiche dell’anno…].
Il buon Don Dumeez a Nakatsu spera fra un mese di inaugurare la bella chiesa dedicata a San Giuseppe: è la prima che si erige da quando vi furono stabilite le missioni e sostituisce così meno indegnamente la camera, che finora serviva da chiesa.
Non è il caso di parlare delle difficoltà specifiche di questa cara missione, che fu un tempo gloria per tanti missionari e per tanti martiri. Come già ho segnalato, il nostro Don Marega si è messo a studiare con amore tanti ricordi storici esistenti nella sua circoscrizione, e speriamo possa presto rendere di pubblica ragione quanto può dire al mondo cattolico della fede degli antichi cristiani giapponesi, che seppero scrivere pagine così belle nella storia delle Missioni e della Chiesa. Le difficoltà derivano dall’intima compagine di questo popolo, e, ora, anche dalle condizioni in cui si trova di fronte al mondo ed è difficile circoscriverle in poche parole.
Noi stessi che ci viviamo dentro, penso, non siamo in grado di valutarle nella loro giusta portata… ma guai se il missionario dovesse dar troppo valore alle difficoltà che può incontrare nel suo lavoro… penso che non dovrebbe far nulla, ed anche allora gli direbbero: “Ohé! Non ti muovi?”.
Con S. Paolo noi specialmente in Giappone possiamo e dobbiamo dire l’OMNIA POSSUM IN EO QUI ME CONFORTAT, e avanti, nel nome del Signore, che non lascia di crocifiggere “cotidie” il suo missionario, che, baciato così col bacio santo della croce, è più simile al MODELLO.
Ci è di conforto sentirci fiancheggiati dalla Chiesa, dai Superiori e Confratelli e da una falange di anime buone, che, missionari con noi, colla preghiera e coi mezzi ci spronano ad un più fattivo lavoro di bene per la conquista delle anime a Gesù.
Mi rimane un cenno allo sviluppo crescente dell’Opera nostra a Tokyo. Ho da segnalare lo sviluppo delle opere sociali nella Parrocchia di Mikawajima (dispensario, asilo, scuola serale e dopo-scuola, Giovani esploratori, ecc.) e nell’ampliamento degli edifici; ampliamento pure della Scuola professionale, che si avvia al pareggiamento alle scuole dell’Impero; sviluppo crescente del nostro Noviziato e Studentato filosofico e teologico. Già quattro salesiani giapponesi lavorano nelle mansioni loro affidate, 9 novizi (di cui 3 giapponesi), 9 studenti di filosofia (di cui 2 giapponesi) e 8 di teologia. Forze in formazione, che fra poco porteranno un valido aiuto e nella Missione e nelle Opere salesiane; messe che gestisce fortemente con speranza di seme abbondante e selezionato.
Le necessità aumentano e urge l’aiuto di quanti amano il Signore e la dilatazione del suo regno; aiuto di ogni genere, spirituale e materiale, che imploro da tutti, specialmente da Lei, amato padre.
Preghi e faccia pregare per noi e specialmente per il
Suo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1898 / Joyeusaz Abele / 1937-8-1 /
a Don Abele Joyeusaz, salesiano ed ex-allievo di Valsalice
1 agosto 1937
Carissimo,
Grazie del tuo bel pensiero. Oh, che uomo di poca fede! Ma buttati nelle mani di Dio che ti vuole sano o ammalato, apprendente o no il lituano… Tu starai bene quando vi sarai in mezzo. Si impara a nuotare nuotando. Niente paura dunque. Prego di cuore per te. Affida la tua malferma salute al caro Savio.
Non sapendo l’indirizzo del Sig. Martinotti affido a te la risposta.
Prega e fa’ pregare.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
1898-2 / Joyeusaz Abele / 1937-…-… /
a Don Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice, salesiano
[1937ca]
Carissimo Abele,
Grazie delle preghiere. Continuatele perché ne sento gli effetti e spero potere dare a tutti consolanti notizie.
Il Signore ti mantenga nella sua S. grazia e ti conceda di essere vero figlio di D. Bosco e tali diventino quanti hanno da fare con te. Allegro, buono e laborioso.
Tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
Grazie a te – D. Vesco e tutti. Saluti e preghiere. Non temere in vita e in morte.
Grazie… Arrivederci! Quando? Lo sa Lui… ma o qui o in Paradiso ci vedremo.
Tuo
Don Vincenzo Cimatti
1898-3 / Joyeusaz Abele / 1937-…-… /
a Don Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice e salesiano
[1937ca]
Abele carissimo,
Grazie della tua che mi ha fatto rivivere di gioia nel pensare che ti ricordi di questo povero prete che non ti dimentica insieme a tanti altri cari amici. Fa’ pregare per me che ne ho assoluto bisogno. Bravo, lavora nell’apostolato. Per le lingue bisogna aver tenacia e non stancarsi… nulla dies sine linea…
Non aver paura se non capisci, e non derogare nessuna delle occasioni che ti possano far parlare in lituano. Lo studio della lingua negli inizi deve essere meccanice bestialmente, parlare sempre nella nuova lingua e più di pensare nella nuova lingua. Farai relativamente in fretta e poi sei ancora giovane, hai al tuo attivo la maturità dell’uomo e più l’obbedienza che fa miracoli.
Preparati piccoli discorsetti. In principio rideranno e non capiranno, ma poco per volta capiranno e ti aiuteranno. Niente paura. Invoca la Madonna “sedes Sapientiae” e prega nella nuova lingua, che il Signore ti capisce.
Tutto sempre il tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
P.S. - Trovami molti amici spirituali della missione. Se poi qualcuno anche materiale ti viene tra mano è cosa buona.
1899 / Circolare Salesiani / 1937-8-5 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Prefettura Apostolica di Miyazaki
5 agosto 1937
Carissimi Missionari,
Ricevo dal Ministero Educaz. Naz. con preghiera di segnalazione ai miei dipendenti una circolare contenente una serie di provvedimenti governativi per fronteggiare la situazione attuale. È rivolta a tutti gli enti educativi ed istituzioni religiose.32 Prego prenderne visione ed eseguire di gran cuore quanto a noi è possibile.
Gli educatori facciano ancor più intensamente il loro dovere.
Ad aiutare gli istituti educativi i cui membri (maestri) sono richiamati, devono concorrere generosamente i maestri restanti.
Per i figli dei soldati: se delle elementari, sono dispensati dai pagamenti scolastici; se di altri ordini di scuole si hanno riduzioni di tasse.
Le opere di carità aiutino i figli e le famiglie dei soldati.
In occasione di adunanze scolastiche, religiose e di associazioni si faccia sempre richiamo alla situazione attuale, per fomentare in tutti lo spirito di unione concorde per il bene della nazione.
Nel domandare contribuzioni, si faccia con mezzi opportuni, non forzando, esortando all’economia, ecc.
Se è necessario, per aiutare le famiglie dei soldati, i vicini e le associazioni sociali e di beneficenza si prestino volentieri.
In occasione di riunioni di associazioni, si eviti quanto può indicare sontuosità di conviti, bevande e divertimenti.
E specialmente nei giornali e riviste FARE MOLTA ATTENZIONE…
Affido alla buona volontà di tutti la parte assegnata ad ognuno. Prego pure leggiate l’“ANGELO DELLE FAMIGLIE” perché mi servo anche di questa pubblicazione per comunicazioni ufficiali. Come pure suggeritemi quanto credete opportuno per l’attuale circostanza che sia per il bene delle vostre residenze e della missione in genere. Don Margiaria che è fra noi si presterà volentieri per concerti, ecc.
Pregate pure per il buon esito dei prossimi esercizi e specialmente per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1900 / Circolare Salesiani / 1937-8-13 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
13 agosto 1937
Carissimi,
Per il 15 c. m. è annunciato l’arrivo a Kobe del M. Rev. Sig. Don Berruti. La data degli esercizi spirituali per i sacerdoti è tramandata di un giorno (17 a sera) per dare comodità al Superiore di arrivare.
Siate fin d’ora i benvenuti e ci aiuti Maria Assunta a compiere bene i nostri Esercizi.
La domenica 22 non potendoci essere la Messa in varie residenze preavvisate i cristiani.
Il nostro caro confratello Don Arri vi annuncia a mezzo mio la morte del suo caro papà. La carità fraterna vi ecciti ad abbondanti suffragi.
Come sapete, avendo la S. Congregazione di Propaganda Fide approvato l’erezione canonica in Congregazione religiosa diocesana della “Aishikai” (Congregazione della Carità) dell’Ospizio di Miyazaki, e il Vescovo di Fukuoka avendo permesso che l’Istituto della Visitazione di Fukuoka si prestasse per la formazione delle prime novizie, col 28 del c. m. vestiranno l’abito a Miyazaki. Sulla nuova istituzione religiosa destinata a fare del gran bene, invoco fervorose preghiere.
E pregate pure per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1901 / Decreto Approvazione “Sorelle della Carità / 1937-8-15 /
Decreto di approvazione della nuova Congregazione femminile della “Caritá”
15 agosto 1937
“In virtù dell’indulto della S.C. di Propaganda Fide in data 16 giugno 1937 che mi autorizza a fondare una Congregazione religiosa indigena della ‘Sorores Caritatis in Iaponia’ (Caritas shujokai) nella Prefettura Apostolica di Miyazaki, e su domanda del M.R. D. Antonio Cavoli miss. sales., che da vari anni presiede alla formazione religiosa di un gruppo di pie donne viventi in comunità nell’Ospizio per orfanelli e vecchi di Miyazaki, sentito il nostro Consiglio, noi abbiamo di nostra autorità e conformemente al Can. 492/1 del Cod. di Dir. Can.33 eretto canonicamente la Congregazione diocesana delle Suore della Carità del Giappone, residente a Miyazaki, demandando al predetto M.R. D. Antonio Cavoli le pratiche relative al Noviziato delle aspiranti presso la Congregazione delle Suore della Visitazione a Fukuoka.
Dato a Miyazaki 15 ag. 1937
Sac. Vincenzo Cimatti, sales.
Prefetto Apostolico di Miyazaki (Giappone)”
1902 / Grigoletto Giuseppe / 1937-8-16 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
16 agosto 1937
Mio Don Giuseppe,
Ricevo la tua in attesa del Sig. Don Berruti e col dolore profondo per la perdita improvvisa di un chierico (Filippa) di cui non ho particolari… e non posso muovermi. Fiat!…
Unisco per il Prof. Don Narciso… devo aver l’indirizzo, ma non lo trovo in raccolta.
Grazie delle buone notizie e tue e di altri… anche del buon Gerli. Se è vero, auguri da mia parte.
Bravo! Abbona pure… Se muori? Ci penseranno altri.
E prega per me, per il buon esito della Visita.
Ti abbraccio e benedico e… saluta omnes.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
Carissimo, …dico se vivrò… perché per tanti motivi avrei bisogno di morire, ma “Fiat voluntas Dei!”.
Anche il nostro Don Ubaldi è partito. Arrivederci in Ciel!
Ricordi le corone? Continua a pregare e far pregare per me. Oh, la preghiera non dà ombra a nessuno e non fa male…
Don V. Cimatti
1903 / Ricaldone Pietro / 1937-8-29 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
29 agosto 1937
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Sono a Tokyo coi nostri Visitatori per gli ultimi avvisi d’assieme. Se tutto procede bene col 1° ritornano a finire il lavoro cinese-indico. Mi pare tutto sia proceduto bene e che tutto sia proceduto “cum multis benedictionibus”. Il Signore ratifichi e fecondi, e Lei ci benedica.
Per me al solito. Salute buona (pur invecchiando) – lavoro: i Visitatori hanno convenuto che per lo sviluppo della nostra Opera in Giappone si rende necessaria la separazione. Deo gratias! È per me il massimo sacrificio rinunciare al lavoro prettamente salesiano; ma è una rinuncia per cui insisto da anni, sicuro del bene che ne viene per la Congregazione.
Non mi ci trovo nei titoli apostolici e continuerò finché vorrà il Signore in simplicitate cordis. Se proporranno altre aggiunte e fronzoli ho detto chiaro al Visitatore che absolute non accetto. Voglio morire salesiano – e intendo di non aderire a quei titoli e a quelle posizioni, che mi mettono anche solo indirecte fuori della Congregazione o nell’occasione di esserlo. Non c’entra l’obbedienza – mi pare di essere in campo libero in cui nessuno mi può vincolare. I Superiori da cui dipende gran parte di questo stato di cose, mi aiutino a raddrizzare, per me questa stortissima posizione, che per me è la massima delle croci. Et sufficit.34 Per il resto e negli esercizi e riunioni ho rettificato molte deficienze mie e capito tante cose che tenterò di ridurre in altri.
Per i miei crucci materiali e spirituali batto a sordo, ma ci penserà il Signore: mi pare di aver parlato chiaro ed avere anche in questo scaricato la responsabilità a chi si deve: ripeto: “Penso che per causa mia sono venute e ci sono troppe miserie in missione e a Tokyo”. La conclusione è chiara.
Ad ogni modo tento di realizzare il programma di farmi santo come vuole il Signore e coi mezzi che mi dà. Sono sicuro di andare in Paradiso anche se morirò in queste condizioni, perché non sono certo da me volute.
Vado avanti pazzamente allegro d’amor di Dio.
Per il resto la Visita spero abbia messo a posto tante cose o date le direttive per tante altre. Deo gratias.
Unisco lettera per il babbo del buon Filippa: non mi è riuscita molto tenera come avrei voluto. Per me ci vedo la mano del Signore che in forma repentina ha voluto dare una lezione a tutti.35
Ah, carissimo Sig. Don Ricaldone, gridi gridi gridi sulla necessità della generosità al servizio di Dio… Se le contassi i particolari… Fiat voluntas Dei.
I nostri buoni Visitatori hanno lasciato i soldi ad Hong Kong. Mi veniva voglia di ipotecarli e tenerli in Giappone, ed allora tutto sarebbe a posto… Che ne pensa il Rettor Maggiore? Ma è davvero santa e bella la povertà!
E preghi per questo eterno brontolone che ha un unico desiderio di salvarsi e salvare.
Tutti la ricordano con affetto e tutti vogliono ringraziarLa del gran dono della visita a minimo usque a Don Cimatti.
Preghi che tutto fruttifichi per il bene individuale e sociale. Mi benedica con tutto il cuore e mi creda
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1904 / Ricaldone Pietro BS / 1937-8-31 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Un ArDEnte VoTO DEl S. PADRE AI MISSIONARI CONSOLANTE REALTÀ PER NOI36
31 Agosto 1937
Amatissimo Padre,
Il Signore non lascia mai senza consolazione i suoi missionari e viene mirabilmente alternando alle croci le sue gioie.
Sono di tal genere la recente visita del suo rappresentante il M.R. Sig. Don Candela e dell’amatissimo Sig. Don Berruti, che ci portarono la benedizione, la parola, le direttive del Rettor Maggiore. Solo chi risiede all’estero, lontano da tante persone e cose cristiane – il missionario specialmente – può sperimentare e dire di quali ineffabili consolazioni, di quale incitamento santo si riempia il cuore nel vedere volti amati, nell’udire la parola confortatrice e ammonitrice del Padre lontano… Sono momenti in cui l’anima si bea e affranca.
Grazie, grazie, amatissimo Padre, di questa immensa carità; sono sicuro che la sua parola non è caduta invano, e colla grazia di Dio produce e produrrà i suoi frutti. E proprio durante la visita un’altra grande consolazione ci ha elargito il Signore, vedere cioè realizzata anche nella nostra Prefettura Apostolica la formazione di una Congregazione religiosa femminile indigena secondo i voti ardenti del S. Padre, che nell’enciclica “Rerum Ecclesiae” così esorta gli Ordinari delle Missioni:
“È necessario… che fondiate congregazioni religiose indigene dell’uno e dell’altro sesso i cui soci professino i consigli evangelici”. E nel passato Giugno la S. Congregazione di Propaganda Fide concessane licenza, al 22 agosto si iniziava canonicamente la vestizione delle prime cinque novizie, che il 29 iniziavano il noviziato regolare.
La formazione di buoni elementi indigeni, che coll’esempio e colle opere coadiuvino il lavoro del missionario è di tale utilità, per non dire necessità in Giappone, che direi condizione indispensabile per realizzare e specialmente stabilizzare il lavoro di apostolato.
Il nostro buon Don Cavoli può godere nel Signore, che la santa ispirazione avuta di tale fondazione per dare stabilità all’Ospizio di Miyazaki e per moltiplicare l’opera di bene iniziata, comincia ad avere la sua prima attuazione.
Le brave Suore giapponesi della Carità, come furono zelanti nella primiera condizione, lo saranno ancor di più, quando in modo speciale consacrate a Dio, potranno zelare la gloria sua come religiose.
Scopo della nuova Congregazione è la propagazione della fede colle opere di carità sia corporali che spirituali tanto negli istituti di beneficenza per vecchi, orfani, infanzia abbandonata, quanto negli ospedali, nella visita e cura degli infermi a domicilio, e in ogni sorta di opere di assistenza sociale per ogni genere di persone.
Sorta dagli umili inizi della Conferenza locale di S. Vincenzo de’ Paoli, rafforzatasi nel sacrificio e nel lavoro di assistenza dei poveri vecchi ed orfanelli dell’Ospizio di Miyazaki, conta già le prime novizie; una quindicina di altre, che attendono con ansia il loro turno, ed altrettante giovani aspiranti, che vengono preparandosi nello studio e nel lavoro alla futura missione. Raccomando questa nascente pianticella (a cui tutti di gran cuore auguriamo l’estendersi della pianta di senapa del Vangelo) alle sue ardenti preghiere ed a quanti amano unirsi con noi in spirito ed opera alla dilatazione del regno di Dio in questo grande impero.
È la domenica 22 Agosto, ottava dell’Assunzione, e nella chiesa di Miyazaki si svolge la commovente funzione della vestizione delle prime novizie. Visi protesi, occhi intenti e imperlati di lacrime, labbra mormoranti preghiera… È difficile cogliere l’espressione dei sentimenti dal volto giapponese… Ma in questa manifestazione che loro interessa, di cui si sentono di essere gran parte, i cui protagonisti sono giapponesi autentici… si nota in tutti, preghiera, soddisfazione, ringraziamento, speranza.
Il buon Don Cavoli, che più di tutti può spiegare il genuino spirito della nuova Congregazione, ha preparato gli animi. Graziosi fanciulletti biancovestiti seguono le fortunate, che, adorne dei loro sgargianti “kimono” nascoste nei grandi veli, col cero acceso in mano, si prostrano davanti a Dio, fanno pubblicamente la loro franca dichiarazione di voler scegliere per loro porzione Gesù… Cambia la scena. Tra i canti, inneggianti alla mistica unione con Gesù, rientrano vestite dell’abito nero di noviziato e presentano al Signore le loro promesse…37
È una nuova fonte di attività propagatrice di bene. È un nuovo passo che a suo tempo darà i suoi frutti.
Il dare più o meno copiosi frutti dipenderà dalla corrispondenza che le religiose daranno alla grazia di Dio, ma anche dagli aiuti dei buoni che invoco per mezzo suo.
E ci benedica tutti, affinché possiamo tutti corrispondere alle grandi grazie del Signore. Come figlio,
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1905 / Braga Carlo / 1937-8-31 /
a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina
Dal treno, 31 agosto 1937
Don Braga carissimo,
Sono nel viaggio di congedo dei nostri Visitatori che ci hanno fatto un bene immenso di cui Dio solo conosce l’entità e il merito.
Un saluto che ti dica tutto. Una preghiera che ti assicuri di tutto. Vorrei che facessi tu le mie parti presso i cari tanti confratelli che conosco. Voi mi avete tutti fatto e sempre del bene. Grazie di cuore. Purtroppo le relazioni… Sino-Nipponiche… Non c’è che la preghiera e facciamola di cuore vicendevole. Quando ci rivedremo lo sa il Signore. Speravo proprio che dopo la visita, regolate le cose, il Signore mi pigliasse con Sé… ma al momento in cui scrivo si vede che non è ancor giunta l’ora.
Prega, prega, prega per me. Ti ricordo sempre. Un saluto specialissimo al buon don Guardona. Una volta scrivevo di più anche a lui: ma assicuralo che gli sono vicino più di prima nell’affetto e preghiera: è certo e… cotidie.
Spero che don liviabella regolerà definitive parte almeno della mia questione finanziaria con te. Quando hai Ss. Messe in abbondanza son pronto ad accettarle (ritenendo tu l’elemosina) a conto debito.
Ti abbraccio e benedico
Tuo
don Vincenzo Cimatti, sales.
1906 / Chierici salesiani in Giappone / 1937-8-31 /
ai Chierici studenti di filosofia della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
31 agosto 1937
Carissimi filosofi,
Non ho potuto intrattenermi con voi in particolare, ma procurate di realizzare subito i frutti della visita.
Si avvicina pure al termine il vostro primo anno di studio. Motus in fine velocior…
Con santa allegria studiate e fatevi santi.
Don V. Cimatti, sales.
1907 / Chierici novizi in Giappone / 1937-8-31 /
ai Chierici novizi della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
31 agosto 1937
Novizi carissimi,
Ancora un saluto… e ricordate! In pratica c’è ancora un trimestre:
Settembre: festa della Madonna e martiri Giapponesi.
Ottobre: mese del Rosario.
Novembre: mese delle anime del Purgatorio.
All’opera per realizzare i frutti della visita. E pregate per me.
Don V. Cimatti, sales.
1908 / Dal Fior Luigi / 1937-8-31 /
al chierico Luigi dal Fior, studente di teologia
+ dal treno, 31 agosto 1937
caro Luigi,
Spero, se non mi piglia il sonno (il mio più grande amico di treno), ti spedirò da Miyazaki la messa.
Non abbiamo potuto parlare ma d. Cimatti sente il bisogno di raccomandarti quanto sa e può, quello che sempre ti ha detto
La musica non ti distolga dalla tua formazione sacerdotale – cura la S. Messa, il canto fermo (se dipende da te non aspettare al sabato a far le prove) ma fanne varie in settimana.
Se vedi che l’Oratorio ti può esser di disturbo spontaneamente prima che te lo dicano, domanda di essere esonerato.
Capisci Luigi? Meglio un arresto di attività in altro campo, per buono che sia, che un arresto nella tua formazione sacerdotale. Ed il massimo fattore di questa formazione ricordati che sei tu.
Ti ricordo ogni giorno con affetto. Tuo aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
1909 / Missionari del Giappone / 1937-8-… /
ai Missionari del Giappone, diocesani e di ogni Ordine Religioso
Agosto 1937
Rev. Pater,
Laeto animo tibi communico quod in Praef. Apost. Miyazaki, obtenta debita licentia S. Congr. Prop. Fidei (16 Jun. 1937) erigitur nova Congregatio religiosa indigena foeminilis cui nomen SORORES CHARITATIS YAPONENSES.
Huius Congregationis finis specialis est propagatio fidei operibus charitatis tam corporalibus quam spiritualibus sive in beneficentiae institutis pro senibus, pro S. Infantiae pueris, pro orphanis, sive in nosocomiis Instituti vel in assistentia infirmorum in domibus, sive in scholis, in officinis, praediis et generaliter in socialis assistentiae operibus.
Huius Congregationis domus primaria est in Hospitio Miyazaki. Primae 5 Novitiae abhinc die 29 mensis augusti apud Visitationis Sorores Fukuoka novitiatum incoeperunt.
Commendo tuis orationibus et fidelium novam institutionem et pro gloria Dei et salute animarum in Yaponia enixe rogo ut velis nos adiuvare ad acquirendas bonas et multas vocationes novae Congregationi.
Ad dilucidationes cuiuscunque generis relate ad novam Congregationem religiosam foveas scribere admodum Rev. P. A. Cavoli = Katorikku Kyokai = MIYAZAKI.
Commendo quoque me et meos cotidie orationibus tuis.
Addictissimus in Christo Jesu
Don V. Cimatti
1910 / Circolare Salesiani / 1937-9-3 /
ai Missionari salesiani della Visitatoria e Prefettura Apostolica di Miyazaki
Prefettura apost. di Miyazaki
3 settembre 1937
Carissimi,
I nostri cari Visitatori nel lasciare il Giappone vogliono esprimere a mezzo mio ancora una volta la loro piena soddisfazione per quanto hanno veduto ed udito. Deo gratias.
Ed ora al lavoro per mettere in esecuzione quanto ci hanno consigliato e personalmente e collettivamente. Lasciarono ricordi scritti: siano letti, meditati ed eseguiti.
Vi propongo di farne tema di riflessione anche nella mezz’ora dell’esercizio della buona morte.
Non lasciate passare occasione per rinnovare nei cristiani e nel personale da noi dipendente tutto lo spirito di partecipazione alle molteplici manifestazioni popolari con cui si stimola il coraggio dei soldati e ci unisce di cuore a quelli che lottano al fronte. Sono gesti di simpatia e di incoraggiamento a cui devono unirsi anche i cattolici, non dimenticando evidentemente quello di pregare Iddio per la salute spirituale e temporale dei soldati.
Fra queste ve ne sono alcune di antica origine, come lo “Sennin-bari” e il “chikara”38: nessun timore di eseguirle. Rileggete quanto la S. Sede ha stabilito nella nota questione e si cerchi di informare, dove è necessario, la coscienza dei cristiani ai medesimi, togliendo scrupoli e false coscienze. Richiamo la vostra attenzione a quanto vi ho già scritto al riguardo.
Si preghi e si facciano pure speciali funzioni, si aiutino le famiglie dei poveri soldati, si partecipi a tutte quelle manifestazioni patriottiche che sono possibili, si esortino i cristiani a parteciparvi, si informino a tutti questi concetti i nostri dipendenti, si esorti all’economia e specialmente TUTTI nel loro campo d’azione facciano meglio che sia possibile il loro dovere.
A coloro che desiderano scrivere, fino a metà ottobre i Visitatori si trovano a Hong Kong.
E pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1911 / Grigoletto Giuseppe / 1937-9-5 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
5 settembre 1937
Carissimo Don Giuseppe,
Grazie della tua dotta ed esauriente spiegazione scientifica… Beato te che capisci così bene tutte queste cose.
Qui: finita la visita. Rimango al Seminario… e per il resto vedremo… e chi vivrà, vedrà certo la separazione. Quando? Mah!
Il Signore ha inviato la nuova prova con la morte del Ch. Filippa. Ti contassi… Capiresti che nel campo della vocazione Dio vuole della generosità: gridalo ai giovani e ai chierici. Generosità! Deus zelotes!39
Allegro e avanti sempre.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1912 / Dal Fior Luigi / 1937-9-6 /
al chierico Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone
+ 6 settembre 1937
caro Dal Fior,
Non sono in condizione d’animo e di mente da poter fare una bella cosa lunga omogenea e perciò degna di D. Piacenza e Filippa.
Quindi perdonami ed accetta (se vale la pena) quanto invio che può servire come mottetto. D’altra parte la messa in gregoriano è così bella che…
prega per me. Tuo
D. V. Cimatti, sales.
1913 / Berruti Pietro / 1937-9-8 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 8 settembre 1937
Festa della Natività di Maria!
Amatissimo Sig. Don Berruti,
Completo la sua preziosa visita con l’invio di quanto mi fu richiesto. Troverà unite altre cose.
Al Visitatore sottopongo una serie di problemi regolamentari per vedere fin dov’è possibile di aggiornare (quanto si può subito), quanto ci fu permesso dai Superiori in regime di eccezione.
E come ringraziarla della sua troppo breve visita? Del bene fatto a noi tutti e a me? Non le nascondo che mi vengono fuggevoli momenti di spine acutissime nel vedere:
La nostra Missione a terra completamente per la propaganda – ho residenze che non so quando potranno avere il missionario – e se non c’è il missionario presente non si possono formare catecumeni; ed è quindi stare nell’inattività;
i Superiori non sono del parere di questa vita missionaria randagia (all’apostolica come Gesù) perché i confratelli soffrono nello spirito religioso;
e grido a Gesù e ai Superiori: ma perché allora la Chiesa obbliga alle volte i religiosi ad accettare le missioni?40
Mah! Creda pure che ci capisco poco o niente; dover avere dei doveri e non poter assolverli. È uno dei punti che mi sono rimasti bui sempre ed ora ancor più dopo la visita, sentito i consigli dei Superiori e capitane la volontà. Mah! Pur tentando di eseguire alla lettera la volontà dei Superiori è per me evidente e per le povere anime che si perdono che “non progredi, regredi est”: è così certo che progrediamo nel senso cui vuole la Chiesa, che vuole anche vedere cifre. Ad ogni modo giriamo pure a vuoto – il Signore farà quanto crede bene e così sia.
Le unisco pure le nostre povere idee sulla questione, per me gravissima, dello studentato teologico, dico le nostre, perché non ho trovato un confratello (dico uno) che non deplori (se avvenisse) l’idea dello studentato prospettato.
Si dice da tutti: “meglio in Italia”. E allora sorge connesso l’altro problema: se non è meglio piantar il noviziato e studentato in Giappone.
Don Cimatti è del parere affermativo certamente. Ah, caro Don Berruti, mah! Deve essere per me disposizione di Dio, che debba distruggere proprio colle mie mani quanto faticosamente ho almeno cooperato a formare. Senta:
Il Signore permise pro me regnante del corso normale a Valsalice.
Idem del corso dei nostri chierici a Valsalice nelle scuole pareggiate.
Idem dei tre anni di filosofia ridotti a due (ed ora credo che si riconducano a tre) e sa il Signore quanto mi è costato e la costruzione e la distruzione.
Ed ora è la volta di quanto è successo in missione – ed ora succederà a Tokyo.
Sa il Signore le odissee dolorose dei nostri cari chierici – quanto tentai di averli vicino per fare un’altra Valsalice.
Sono rimasto a Miyazaki, e gli studentati sono a Tokyo, beh, lungi dall’essere come li vagheggiai e per insegnanti e per insegnamento – ma si può lavorare solo col filo che si ha – ed il filo purtroppo non è dipeso da Don Cimatti.
I Superiori hanno veduto il personale, cominciando dal sottoscritto, che se ha sentito le parole di conforto del Superiore, si è trovato però nelle identiche condizioni di prima, coll’aggravante di sia pur dolci legami, che però dai tetti in giù arrestano anziché dare impulso. Ed in Giappone fermarsi vuol dire: “Morire”.
Queste sono le parole umane, che tento ravvalorare fortiter colla fede e colla fedeltà in Don Bosco – anzi correggerle a fondo, ma, caro Don Berruti, purtroppo si è uomini e si ha da fare con uomini.
Ma vedrà che il Signore mi farà seppellire anche il resto… e così rimarrà sepolto anche Don Cimatti, e canterò il “bonum mihi quia humiliasti me”. Non creda con questo che sia cambiato – sono sempre idem e guarderei (se fosse ancor qui) nel suo piatto. La questione economica il bravo Don Candela l’ha risolta sulla carta, ma in un paese in cui lo straniero non può contare se non su quello che ha alla mano (non si ha credito), quando non lo si ha, si è in agonia: e Don Cimatti lo è stato dieci e più anni, sempre, e sarà la stessa storia quest’anno a meno che il Signore:
mi metta su altra strada
o mi chiami a sé.
Fiat voluntas Dei. Non desidero altro. Scusi la lungaggine… ex abundantia cordis… Preghi e faccia pregare per me.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1914 / Berruti Pietro / 1937-9-8 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
2.5 Pensieri sullo studentato41 |
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[8 settembre 1937]
Le presenti osservazioni, caldeggiate dai missionari e salesiani del Giappone, non hanno per nulla lo scopo di opporsi alle disposizioni dei Superiori, ma di concorrere nei limiti del possibile a chiarire l’importante, delicata questione dal cui buon esito dipendono tanti altri problemi vitali per la Congregazione e Missione salesiana in Giappone.
Antefatti
Il problema delle vocazioni indigene fu affrettato fin dal 1927 all’inizio del lavoro di apostolato dei primi salesiani del Giappone. A tutt’oggi si ha il seguente risultato.
ASPIRANTATO a Nakatsu N. 21 (indigeni). PICCOLO SEMINARIO, Miyazaki, 46. GRAN SEMINARIO, Tokyo N. 10 indigeni. SCUOLA TEOLOGICA, sales. frequent. Tokyo, N. 8 Sales. Vocazioni sales. indigene 2 chierici filosofia, 2 coadiutori, 3 novizi. Vocazioni salesiane estere 7 filosofi e 6 novizi.
Locali costruiti ex novo o riattati: Nakatsu (aspirantato); Miyazaki (Seminario); Noviziato e studentato a Tokyo.
Tutto questo si fece col consenso e aiuto della Chiesa per quanto si riferisce alla Missione; col consenso ed aiuto dei Superiori per ciò che si riferisce alla Congregazione.
Intuitu dello Studentato filosofico e teologico i Superiori inviarono personale (Don Marega, Don Romani – penso anche Don Rodriguez e Don Erdo che in Europa si trovavano in case del genere).
La soluzione attuale (teologia nel seminario di Tokyo) fu permessa dai Superiori ad tempus. Mi scriveva il compianto Don Fascie: “È però volontà dei Superiori che il Giappone abbia il suo studentato teologico al più presto”. I motivi che – penso – indussero i Superiori ad autorizzare la fondazione dello studentato teologico a Tokyo, furono dal sottoscritto elencati nella domanda: breviter si possono così riassumere:
facilità di accedere al Gran Seminario dove vi sono buoni professori per le materie fondamentali; svolte in relazione anche alle necessità del Giappone;
le materie secondarie: in Seminario (se gli allievi possono seguire i corsi in giapponese, sarebbe l’ideale!), o in casa;
preziose relazioni con i professori e coi futuri missionari – salesiani o no. È un appoggio incalcolabile per chi conosce lo spirito giapponese;
gli studi fatti a Tokyo hanno un gran significato per i giapponesi, tanto per le autorità che per gli altri: Tokyo per questo popolo è tutto;
ottima propaganda salesiana in ogni senso;
fecondo spirito di emulazione per i nostri e per i giapponesi.
Inconvenienti
Perdita di tempo nei viaggi e spirito di divagazione per i leggeri.
Data la differenza degli studi preparatori, per vari dei nostri, la scuola del seminario può rappresentare uno studio esiguo.
È un’eccezione.
Alla proposta di uno studentato centrale per l’Estremo Oriente ad Hong Kong (o altrove) si fanno rispettosamente le seguenti osservazioni, o meglio si pregano i Superiori a tener presenti questi pensieri, che riteniamo della massima importanza nella soluzione della questione.
Pur non tenendo conto della prova (purtroppo non riuscita) già fatta di teologi giapponesi ad Hong Kong e dei motivi di non riuscita;
il clima non buono a Hong Kong (ah, quella valletta!);
l’alimentazione diversa in Cina,
fanno prevedere già altro insuccesso dal punto di vista materiale e sanitario.
La formazione del personale in posto deve essere, pare, in conformità alle esigenze e bisogni della missione. Per quattro anni, e proprio i più preziosi, il personale è sottratto a questa formazione:
di lingua
di usanze, feste, ecc. e modalità delle medesime
e di altre cose che solo in posto, per tante occasioni che sorgono naturalmente, si possono effettuare.
La missione della Cina è “toto coelo” differente da quella del Giappone sotto tutti gli aspetti (l’unico uguale la gloria di Dio e la salute delle anime).
I Superiori, per quanto indipendenti si vogliano pensare, non potranno non investirsi dei bisogni della Missione in cui vivono e per la massima parte (penso) dei teologi per cui lavorano. L’Ispettore cinese ancor di più: ed è naturale ed umano. L’aiuto di insegnanti provenienti dalle regioni che mantengono studenti, acuiranno di più la divisione in gruppi (anziché unire).
Piuttosto che avere i chierici in altre mani è meglio averli in Italia, presso i Superiori, presso Don Bosco e Maria Aus. – Avremo così almeno buoni preti, buoni salesiani. E per i motivi di salute o altro (mutate condizioni di famiglia) non potessero ritornare, sono già in sede.
Si può dire che con questo cade il problema della formazione del personale in posto – ed è a domandarsi se non sia meglio piantar lì anche la formazione in posto dei novizi e studenti. Ad ogni modo meglio in Italia che altrove.
3. Dal punto di vista giapponese poi crescono le difficoltà:
l’invio dei nostri in Cina (ad Hong Kong: ed Hong Kong è Cina) è assai nocivo. Ai Superiori è noto in che condizioni siano gli stranieri in Giappone – e quanto sia grave e per noi disonorifica la condizione in cui ci veniamo a trovare nel dover asserire che si inviano i nostri in Cina per la loro formazione. È questione di estrema delicatezza e su questo richiamo con tutte le mie forze – per quanto povere siano – l’attenzione dei Superiori;
con questo esodo veniamo a svalorizzare del tutto il lavoro di formazione in posto. Penso che i Visitatori si siano resi conto delle difficoltà, che come missionari stranieri incontriamo in Giappone:
Difficoltà di immedesimarci dello spirito giapponese, e finché non c’è questo sarà sempre fra noi la barriera – non si amerà questo gran Paese – e la religione, anche per questo, non muoverà un passo. Difficoltà di lingua: nessuno di noi la possiede bene. Qualche chierico fa buona prova… Ma se cesserà… Quelli tornati da Hong Kong hanno ora bisogno del maestro come prima, se non di più.
Difficoltà di compenetrarci coi bisogni di queste anime (che come quelle della Cina e Siam) hanno il loro fondamento nella loro storia civile, nelle loro abitudini, nella loro morale. Leggi, codici ecc., giapponesi che devono essere maneggiati nella morale, nel diritto, ecc. e che fanno a pugni con quelli di altre nazioni (se li hanno). Problemi religiosi, che tormentano queste anime, e che devono essere risolti in teologia per queste anime… se no, si è eternamente da capo… cioè il missionario porta le sue idee apprese in teologia e le applica ai giapponesi colla sua mentalità europea… E sarà l’eterno separato da queste care anime, che S. Francesco chiamava “delizie sue” (e lo sono! Oh, se lo sono! Delizie nostre!).
Difficoltà di svestirci di noi per divenire loro, il massimo sacrificio, ma altresì la massima necessità.
Mi domando, come fuori dell’ambiente giapponese tutto questo si possa effettuare con frutto, intendo dire come possa effettuarsi questa giapponesizzazione, che trova già tante difficoltà in posto stesso.
Cominciamo ad avere confratelli giapponesi. Pensino i Superiori che cosa si concluderà se questi cari figliuoli dovessero essere inviati ad Hong Kong.
Le cose accennate mi pare debbono servire a chiarire il difficile problema. Noi tutti sconsigliamo, o meglio, se fossimo interrogati dai Superiori risponderemmo negative per Hong Kong o altrove.
Meglio l’Italia, se i Superiori ritengono non poter concedere il permesso per lo studentato in sede giapponese.
Per me (personalmente) se deve effettuarsi l’esodo, è meglio studiare a fondo l’intero problema sulla formazione del personale in posto, e tornare all’antico.
Don V. Cimatti, sales.
1915 / Trevisan Antonio / 1937-9-8 /
ad Antonio Trevisan, chierico salesiano
8 settembre 1937
Carissimo Trevisan,
Grazie della tua. Non pensare che le grazie del Signore siano sempre accompagnate da gioie sensibili… Ad es. chi scrive, dopo la prima Messa sarebbe andato a dormire. Non confondere i nervi colla volontà.
Appena potrò battezzerò come mi domandi Fortunato e invierò foto. Pel naso offri a Dio tutto. Dove ti manda l’obbedienza: osserva le regole – grande confidenza col Direttore – allegro.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1916 / Crevacore Alfonso / 1937-9-15 /
ad Alfonso Crevacore, novizio salesiano in Giappone
15 settembre 1937
Carissimo Crevacore,
Bene anche per il terzo trimestre. Ed ora che la meta si avvicina lavora molto ed ogni giorno per dominare il tuo io.
È la massima vittoria che la Madonna deve ottenerti.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1917 / Circolare Salesiani / 1937-9-21 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Prefettura Apostol. di Miyazaki
21 settembre 1937
Carissimi,
Ricevo attesa lettera dei nostri amati Superiori da Hong Kong dove sono giunti felicemente. Non hanno potuto sapere notizie dei nostri cari confratelli di Shanghai. Ringraziano cordialmente della carità fraterna e filiale colla quale furono trattati e di tutto il bene che ne derivò alle anime loro alla vista dei MIRACOLI che Don Bosco ha fatto in Giappone per mezzo dei suoi figlioli. Ad Hong Kong hanno trovato la guerra, il colera, i danni del tifone.
Rinnovo la raccomandazione di non lasciar spegnere il sacro fuoco dei buoni suggerimenti avuti da loro, e fare del nostro meglio per realizzarli in pieno.
Alla fine del mese uscirà la nuova edizione del libro delle preghiere. La Delegazione Apostolica prega che si faccia adottare dai cristiani, ritirando dalla circolazione la vecchia edizione.
Fu nominato Vescovo di Nagasaki (coll’interim di Amministratore Apost. di Kagoshima) Mons. Yamaguchi, cui ho già presentato a nome di tutti i più fervidi auguri e l’assicurazione delle nostre preghiere.
La prossima festa di S. Michele e di S. Teresina ci spingano sempre più e meglio alle opere di apostolato.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Pare che il ritorno di Don Liviabella sia tramandato di un paio di mesi. Non ho notizie della nuova spedizione.
Dopo la Messa e dopo le adunate dei cristiani si faccia fare breve preghiera (ad es.: Pater, Ave, Gloria) per le presenti necessità nazionali. Non si dimentichino le norme date in precedenza al riguardo.
1918 / Ziggiotti Renato / 1937-9-24 /
a Don Renato Ziggiotti, Consigliere Generale delle Scuole salesiane
Visitatoria S. Francesco Saverio
Miyazaki, 24 settembre 1937
Carissimo Consigliere Generale per gli Studi,
È il 24 del mese. Devi capire che pongo il problema che per mezzo tuo presento anche ai Superiori, sotto la protezione della Madonna. Penso che sia il problema che fra tutti quelli che interessano ed hanno interessato l’Opera nostra in Giappone ed anche la missione merita la massima ponderazione. Se ne parlò coi Visitatori – feci loro presente e a voce e per scritto i nostri pensieri, condivisi da TUTTI, nessuno escluso fra noi.
So che se noi siamo di questo parere, non lo sono i Superiori, cui penso presentare per mezzo tuo i medesimi pensieri che scrissi al Sig. Don Berruti per illuminare per quanto dipende da noi la situazione. Non dunque opposizione di sorta, ma espressione di considerazioni, vedute da noi sul posto e che ci parve che i Superiori forse non conoscessero (lo arguisco dalle parole del Sig. Don Berruti dopo l’esposizione che feci, presenti i consiglieri di Tokyo), ed è per illuminare la situazione (se ce ne fosse bisogno) che oso parlarti di questo problema.
Fu per noi tutti un problema nuovo ed improvviso. Ai Superiori il decidere e noi obbediremo a qualunque costo, anche se persuasi del contrario; sarà anzi per noi il vero merito.
È il problema dello studentato teologico. I SUPERIORI PROPONGONO UNO STUDENTATO INTERISPETTORIALE AD HONG KONG42.
Antefatti
Costituzione dal 1929 dello Studentato filosofico per il Giappone.
All’inizio dello Studentato teologico (ossia quando i primi filosofi, finito il tirocinio dovettero iniziare la teologia) non essendovi in Giappone ancora il locale i Superiori permisero si usufruisse dello Studentato di Hong Kong. La prova disgraziatamente (per tanti motivi noti ai Superiori) non riuscì.
Nel frattempo, coll’autorizzazione dei Superiori si eresse a Tokyo lo studentato filosofico e teologico, e non essendovi il sufficiente personale insegnante i Superiori autorizzarono l’andata al Gran Seminario di Tokyo, benignamente annuendo anche alle ragioni esposte in quell’occasione, ed ai vantaggi che sembrava ne dovessero derivare. Fu in regime di eccezione, che tuttora persiste (si completano le materie in casa), ma chiaramente e sempre mi scrissero i Superiori che era loro precisa intenzione che al più presto il Giappone avesse il suo Studentato proprio ed inviarono personale (Don Marega, Don Figura, Don Romani). Mi sono note le gravi ragioni per cui i Superiori stanno per prendere la decisione (mancanza di personale che garantisca il dovuto funzionamento di uno Studentato teologico, e questo per molti anni ancora), ma per quanto ho detto sopra scongiuro a prendere in benevole considerazioni le seguenti osservazioni, dettate dal grande amore che tutti nutriamo per la nostra cara Congregazione e per le opere nostre salesiane e missionarie in Giappone.
I Superiori con sacrifici inauditi che il Signore solo conosce hanno tentato la formazione in posto del personale. Il progetto rischia di fare andare a monte tutto, ed in pratica anche il noviziato e lo Studentato (salvo che per i Giapponesi) non hanno più ragione di essere in Giappone.
Tralascio la considerazione del problema finanziario che deve pur avere il suo peso – ma non vorrei far dipendere un problema di ordine spirituale dal grave problema finanziario, che sempre in modo speciale assilla le Missioni. Mi basta averlo considerato. È certo che in Giappone il mantenimento dei teologi è assai meno costoso.
Hong Kong esaminato dal punto di vista climatico-sanitario:
Tenendo conto che:
I chierici che incominciano la teologia sono in un’età di indebolimento fisico
Lo studio della teologia richiede uno sforzo non comune
Tali chierici a tale età raramente hanno da sé il senso della moderazione.
Quindi l’andata ad Hong Kong dal Giappone per tali studi, finisce col rendere ancor più deboli gli individui di fresco adattati al nuovo clima colla loro venuta in Giappone, e che si trovano a doversi adattare ad un nuovo clima. Gli estenuanti [scatti] nervosi provati da vari dei nostri, l’apatia nervosa et similia ed altre malattie ritengo siano in gran parte frutto del clima e del cibo e di tutto quel complesso di piccole cose che risente solo chi le ha provate. Il clima di Hong Kong caldo e umido, poco adatto agli studi e nocivo alla salute, specie per i nostri che acclimatatisi definitivamente in Giappone devono cambiare di nuovo clima, per poi ricambiarlo tornando in Giappone, e questo nel giro di pochi anni, nel periodo dello sviluppo, mi pare deve far pensare…
Hong Kong esaminato dal punto di vista psicologico.
Il progetto non presenta nessuna difficoltà pratica per la Cina: è naturale. Poniamo lo studentato di Hong Kong come dovrebbe essere. Per i nostri chierici del Giappone persisteranno queste difficoltà:
Impossibilità di continuare lo studio della lingua, pericolo di perdere quanto poco o molto si è acquistato (la difficoltà della lingua giapponese non è una fisima. Pochissimi fra i missionari la maneggiano in pieno… Per i nostri, senza voler far torto a nessuno, nessuno la parla e tanto meno la scrive come si deve…).
La fermata di quattro anni significa annullamento pressoché totale dello studio fatto. Ne abbiamo gli esempi lampanti sotto gli occhi.
Tutto intorno a loro parlerà di Cina e di Cinese; è naturale e non può essere diverso. (Non si mandano in Italia o a Roma gli individui perché si salesianizzino e cattolicizzino?). Come pesci fuori d’acqua saranno naturalmente portati a far gruppo in cui possano parlare della loro missione che per loro è tutto e deve essere tutto. Dimenticheranno di essere Italiani, Francesi, ecc. ma non potranno non sentirsi giapponesi e non resisteranno alla necessità di dover dimenticare anche solo momentaneamente la loro missione. Questo sarebbe necessario per creare la solidarietà che ci deve essere nello studentato, ma è certo il più gran tormento che si possa imporre a questi poveri figliuoli, mentre nasconde il pericolo di far perdere loro il più bel tesoro del missionario: l’amore alla propria missione, al proprio ideale missionario, quando addirittura non si finisce col perdere la vocazione missionaria. Bada che questa non è una fissazione: ai teologi dello studentato interispettoriale si chiederà necessariamente questa dolorosa unione (la domandavano perfino a noi a Valsalice per gli elementi delle varie Ispettorie) anche se in teoria si creda e si pensi che non è necessaria: la si domanderà. E allora?… È chiaro che non regge l’obiezione che alla Crocetta e in altri Studentati sono pure riuniti più nazioni… Non è il caso delle Missioni… Penso che si può rinunciare al proprio paese natio… Se si vuole essere missionari (e specialmente in Giappone… in cui se non si diventa giapponesi fino al midollo non si conclude nulla, dico NULLA), non si può rinunciare alla propria Missione… Così solo si può capire quanto ho detto sopra.
Hong Kong esaminato da parte dei Superiori dello Studentato: non scompaiono le difficoltà!
Se essi sono inviati espressamente da Torino: potranno dare una buona formazione teologica e salesiana, ma non conoscendo i paesi d’Oriente non potranno dare un’adeguata formazione missionaria; anzi si troveranno a disagio, e proveranno un senso di inferiorità quando gli allievi nelle loro ordinarie conversazioni parleranno della loro missione, usi, costumi, casi, ecc.
Se il personale è dell’Ispettoria cinese, potrà dare una formazione ai chierici missionari della Cina, ma di fronte a quelli del Giappone si troveranno nelle condizioni accennate sopra… pur avendo tutta la buona volontà di…
E più complicata diviene la questione, se, come sembra, ognuna delle Ispettorie utenti debba fornire parte del personale… Naturalmente e necessariamente avverrebbe un gruppo per ogni missione… che farebbe centro nel proprio superiore. È evidente che rimane così frustrato lo scopo per cui si manda il personale giovane perché si formi in posto.
Le difficoltà poi aumentano (anzi le dico insormontabili) quando venissero a trovarsi a contatto chierici giapponesi autentici e Cinesi autentici, tenendo conto del carattere diversissimo e delle relazioni dei due paesi… Ed è meglio al momento non scrivere…
Penso che i Sigg. Visitatori si saranno fatti un’idea chiara delle difficoltà in cui si trova l’opera di evangelizzazione del Giappone, la diffusione del Cattolicismo, e in che conto è tenuto lo straniero. Per me molto dipende perché appunto l’acclimatamento materiale e spirituale è ancor lungi dall’essere una perfezione presso di noi tutti. Il progetto in questione lo attenua ancor più e proprio negli anni in cui dovrebbe essere ancor più conscio e nutrito.
Esprimo dunque il desiderio che i Superiori non arrivino al punto di doverci obbligare ad inviare i nostri chierici teologi ad Hong Kong. Se non si può in Giappone, preferiamo tutti l’Italia, dove potranno pensare e vivere da GIAPPONESI, senza eccessivo scapito della loro vocazione missionaria, e che potranno coltivare senza gran parte degli ostacoli che ho accennato sopra.
Presso i Superiori, sotto il manto dell’Ausiliatrice e Don Bosco staranno meglio in tutti i sensi, e forse sarà anche più facile il problema finanziario, per colui che dovrà pensare a mantenerli.
Perché non pensare fin d’ora allo studentato di Tokyo che in avvenire non lontano potrà diventare lo studentato centrale per il Giappone, Corea e Manciuria?
Comprendo… questo richiede dai Superiori sacrifici non indifferenti, ma è certo che la realizzazione di questo progetto, desiderato da tutti e da tanto tempo, costituirebbe il più grande regalo che i Superiori possano concedere ai loro figli del Giappone, il segno più tangibile del loro affetto. I chierici così vivrebbero intensamente tutta la loro vita nella loro missione, a contatto coi missionari che saranno loro maestri, aumentando di giorno in giorno il loro entusiasmo, la loro preparazione ed i propositi di un apostolato laborioso e fecondo. Né meno consolante sarà per i Superiori vedere crescere sotto i loro occhi rigogliosi ed entusiasti i giovani che dovranno aiutarli e poi sostituirli…
Già in occasione dell’approvazione dello studentato a Tokyo espressi una sequela di ragioni importantissime dal punto di vista locale, che fanno preferire Tokyo a qualsiasi altro luogo, anche per l’avvenire dell’opera nostra e per la Missione.
Per la formazione giapponese, confesso che prego il Signore di stare più a lungo che è possibile nel regime di eccezione, perché lo credo necessario: siamo ancora troppo in arretrato. Per me propugno la scuola teologica ex toto in Seminario, ma che se non è possibile – ma assicuro pure che non è possibile la formazione allo spirito giapponese se non si vive con loro il più a lungo possibile, se non si sa la lingua, e se non ci svestiamo completamente della nostra europeità.
Eccoti esposto quanto si pensa da noi. Non guardare alla forma: correggi dove credi bene. Scrivo all’amico e non in forma. Investiti dei nostri bisogni che spero siano condivisi dai nostri cari Visitatori. Voi però avete anche altre tante responsabilità e deciderete come crederete per il bene generale. E noi ubbidiremo senza fiatare, lasciando naturalmente la responsabilità a chi tocca.
Per ora è inteso coi Visitatori:
Chi ha iniziato la teologia al Gran Seminario la continui fino ad estinzione.
Per i nuovi aspettiamo gli ordini – se i Superiori approvano lo Studentato ad Hong Kong, ho già domandato ai Superiori di inviare i medesimi alla Crocetta. Mi si disse di mandarli pure fin da quest’anno. Vorresti essere tanto buono da farmi pervenire dal Direttore della Crocetta per tempo le norme al proposito?
Se poi i Superiori ci concederanno la grazia siamo a posto. Mi dicono che sei tu l’incaricato dei missionari. Non so ancora nulla se e chi e quando vengano. In caso raccomando le carte e sapere il parere dei superiori per le eventuali destinazioni di alcuni fra loro.
Caro Don Gigione scusami… e prega per me. Mi avvicino a grandi passi alla morte… e che il Signore mi chiami in un buon momento. Ti ricordo ogni giorno.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1919 / Direttrice F.M.A. e Cecchetti Albano / 1937-9-24 /
alla Direttrice F.M.A. e a Don Albano Cecchetti, missionari in Giappone
Miyazaki, 24 settembre 1937
Schema di convenzione fra la
Prefettura Apostolica di Miyazaki e Beppu per regolare le relazioni fra la casa F.M.A.
e la parrocchia e parroco come incaricato delle Figlie di M. A.
Ad nutum Superioris il Sal. Sac. Don Albano Cecchetti residente a Beppu è l’incaricato delle Figlie di Maria Ausiliatrice di residenza a Beppu. Il Sac. Dumeez, residente a Nakatsu è il confessore straordinario. La Sig.ra Direttrice è pregata di combinare direttamente col sacerdote per il tempo delle confessioni straordinarie.
Il Sac. Don A. Cecchetti, o chi per esso, curerà la celebrazione della S. Messa alla Casa Relig. quotidianamente, a meno che non sia impossibile per malattia, assenza e per motivi di ministero assolutamente impedito. Nel quale caso preavviserà in tempo utile.
L’attuale incaricato, essendo anche incaricato della Missione, per il bene della sua cristianità e per il buon esempio, fa voti ed esprime l’ardente desiderio che la comunità sia presente alla parrocchia:
all’Ora Santa precedente il primo venerdì del mese
alla Messa del primo venerdì del mese
alla seconda Messa alla Domenica
e al 24 del mese.
Oltre la Messa quotidiana l’incaricato:
farà la conferenza al Primo giovedì di ogni mese
per la Benedizione SS.mo S. nei casi speciali (noviziato, tridui, novene, mesi e feste speciali), al momento non è possibile assolutamente farla e tanto meno le predicazioni. Propongo che per le benedizioni, potendolo il sacerdote, si diano dopo la Messa (rito semplice).
Il sacerdote desidera pure che la Messa possibilmente gli sia servita dai ragazzi dell’Opera.
Per il momento le Figlie di Maria A. dovranno:
provvedere ostie e vino
la colazione al sacerdote
bucato del sacerdote e della chiesa
musica e canto per le funzioni parrocchiali
ed eventualmente prestarsi per lavori di aggiustatura, stiratura, ripulitura, ecc. a richiesta del missionario.
Al momento le condizioni della Prefettura non permettono di potere fare che questo. Si valutino da ambo le parti i rispettivi sacrifici: carità, desiderio di far del bene alle anime, preghiera siano i mezzi per lavorare nelle rispettive sfere d’azione, ed i comuni desideri saranno certamente realizzati con merito.
Se vi fossero osservazioni in merito, l’incaricato d’accordo colla Direttrice chiarirà.
La presente in doppia copia è inviata alla Direttrice ed al Missionario: fatte le osservazioni del caso, entra definitivamente in vigore col primo del mese di ottobre.
Miyazaki 24 settembre 1937
1920 / Cecchetti Albano / 1937-9-25 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 25 settembre 1937
Carissimo Don Cecchetti,
Ho buttato giù (secondo i dati da Lei ricevuti) quanto mi pare utile per la nota questione. Se ci sono aggiunte o rettifiche o sottrazioni da fare, veda colla Direttrice – faccia firmare e proviamo ed il Signore ci aiuti.
Per Nakatsu inteso che gli diamo Yen 20 al mese. Dategli lavoro, anch’io coadiuverò.
Per girare come Girardengo,43 bisognerebbe come lui avere da fare solo quello. Ad ogni modo qualche volta spero riuscirci. Ma finché siamo posti così!…
Preghi per me. Coraggio… tenga stretto coi denti i denti… e avanti. Coraggio ad Arri. Animo!
Preghiamo ad invicem.
Suo
Don V. Cimatti
.
1921 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1937-9-25 /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
Miyazaki, 25 settembre 1937
Rev. Madre,
È da tempo che non mi faccio vivo, ma la venuta dei Visitatori ha più che supplito. Ed ora, e come riflesso della venuta e come dovere, vediamo di chiarire alcune cose.
Al solito degli anni passati nei limiti delle mie povere disponibilità intendo fare un’offerta alle Figlie di Maria A. Penserei di fare così. Fino al primo di Luglio per tasse terreno di Tokyo, ecc. ho versato Yen 190,09 – piccolo prestito a Suor Carmela Yen 50. Condono tutto e aggiungo per Lei l’accluso ed il Signore ci aiuti in omnibus.
D’accordo con il Sig. Don Berruti il buon Don Cecchetti continuerà ad essere l’incaricato delle Figlie di Maria A. a Beppu – e Don Dumeez confessore straordinario. Intendersi dunque con loro per rispettive occupazioni e doveri (conf. mensile, confessioni straordinarie). Il Problema della Messa quotidiana al momento si può risolvere così (so che P. Bulteau forse troverà modo più stabile, mah…):
Il Sig. Don Cecchetti o chi per esso si presterà cotidie (si desidera che servano i ragazzi);
a meno che non sia ammalato o assente o per motivi speciali impedito, nel qual caso preavviserà in tempo utile –, ad es. in occasione di circostanze speciali di feste o cerimonie che esigono la presenza sua e non possa essere sostituito.
La Missione domanda come contributo:
vino e ostie
colazione per il sacerdote
bucato personale del sacerdote
» della Chiesa
e che, dietro invito, le Figlie di Maria A. si prestino con un po’ di musica a rendere più solenni certe feste o funzioni della parrocchia
e quanto altro le Figlie di Maria A. credessero opportuno.
Per funzioni speciali alla casa religiosa intendersi col sacerdote incaricato. Di queste si favorisca elenco specificato. Idem per le altre cose desiderabili.
Queste sono le idee preliminari: prego se c’è da aggiungere o togliere o modificare lo si faccia con chiarezza e al più presto, per addivenire alla formula definitiva e così Don Cecchetti potrà cominciare.
Il Signore ci aiuti e protegga in omnibus. Saluti a tutti.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1922 / Ricaldone Pietro / 1937-9-26 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
26 settembre 1937
Amat.mo Sig. Don Ricaldone,
A Nakatsu il nostro Don Dumeez ha eretto una bella chiesa che vorremmo dedicare al nostro Santo Don Bosco. Vorrei che il Rettor Maggiore approvasse l’idea e concorresse con l’invio di una bella statua (se è in legno non c’è timore pel viaggio) alta un metro… ma che sia bella… proprio Don Bosco. Che della grazia…
Penso che i partenti arriveranno a prenderla con sé… e così per l’otto di dicembre (benedizione della chiesa) farà la sua figura non solo, ma il nostro Don Bosco prenderà e la città e la missione sotto la sua protezione.
Non più alta che un metro, che il luogo dove deve essere messa esige…
I nostri cari Visitatori sono scomparsi e li accompagniamo colle fervide preghiere specie in questi momenti, sforzandoci di attuare tutto meglio che sia possibile. Per questo mese non ho nulla di speciale per il rendiconto. Mi pare in me tutto regolare – con lo sforzo continuo verso la meta. I nostri Visitatori le diranno tutto.
Al momento anche i confratelli bene. Varie professioni perpetue. I nostri teologi promossi ai primi ordini sacri.
Le raccomando il problema dello studentato teologico. Il Sig. Don Berruti ci ha manifestato il pensiero dei Superiori (penso non sia decisione); furono fatte le nostre povere osservazioni, che anzi ho inviato per scritto e ai Visitatori ed al Sig. Don Ziggiotti.
Per noi tutti pensiamo sia la rovina, ma ad ogni modo ubbidiremo se così piace: le osservazioni non rappresentano obbiezioni, né voler far sorgere difficoltà anziché pensare a risolverle, ma è quanto in coscienza tutti ci siamo sentiti in obbligo di dire, perché se si realizza il progetto cade tutto il piano di formazione del personale in posto: è troppo chiaro.
Preghiamo tutti che i Superiori decidano e si realizzi la volontà di Dio. Mi benedica.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1923 / Berruti Pietro / 1937-9-26 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 26 settembre 1937
Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Berruti,
Graditissime le sue notizie che comunicai a tutti i confratelli.
Noi al solito in attesa di farci tutti santi del calibro di Don Bosco per ora tentiamo di realizzare i preziosi insegnamenti avuti.
Al momento tutti sani – nessun problema speciale. Siamo in attesa per le disposizioni per lo studentato teologico. Il bravo Don Cecchetti preso dal mal di denti ha avuto molti strappi… ed ora, rinnovatili… mostra i denti a tutti.
La mia povera testa non ricorda, ma di tanto in tanto ne vengono fuori delle graziose… fra Don Bovio e Don Cecchetti…
E preghi per me. Fu eletto Vescovo di Nagasaki Mons. Yamaguchi, grande amico nostro – ha studiato a Roma.
È giunto tutto ed ho distribuito tutto.
Cotidie la ricordo; non tema. Ma esigo il contraccambio. Appena avremo poligrafati i verbali delle adunanze invierò copia.
Tutto suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Tutti tutti tutti e singoli vogliono essere ricordati a Lei ed al Sig. Don Candela.
1924 / Chierici salesiani in Giappone / 1937-9-27 /
ai Chierici studenti di filosofia della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
27 settembre 1937
Carissimi filosofi,
Desidero suggerirvi la devozione al S. Rosario come mezzo di santificazione e di formazione intellettuale colla meditazione dei misteri di Gesù.
Siate ardenti apostoli di questa devozione, e vincerete tante battaglie.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
1925 / Novizi salesiani in Giappone / 1937-9-27 /
ai Novizi della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
Miyazaki, 27 settembre 1937
Cari Novizi,44
Si avvicina a grandi passi la meta… Volete prepararvi bene? Mano alla corona del Rosario in tutto il mese di Ottobre col preciso scopo di domandare alla Madonna la grazia di una buona preparazione.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
1926 / Circolare Salesiani / 1937-9-30 /
ai Confratelli della Prefettura Apostolica e della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
Prefettura Apostol. e Visitatoria S.F.S.
Miyazaki, 30 settembre 1937
Carissimi,
All’aprirsi del bel mese di ottobre consacrato alla Madonna del Rosario permettete che vi richiami il desiderio della S. Chiesa nel diffondere la bella devozione del Rosario, sia colla recita individuale e collettiva, sia nell’insegnare ai cristiani come si debba recitare con frutto, sia nell’annunciare le numerose indulgenze che vi sono annesse.
Nel mese di Ottobre (domenica 24) cade pure la giornata missionaria, e quest’anno è volere della S. Sede che si celebri con maggior solennità, ricorrendo il settantacinquesimo della morte di Maria Paolina Jaricot, fondatrice della Pontificia Opera della Propagazione della Fede. Pur lasciando libertà ad ogni missionario di studiare le modalità pratiche della solennità secondo le possibilità della residenza e delle cristianità, è consiglio della Chiesa che si parli della fondatrice (invierò dati a chi me li richiedesse, fu pubblicato buon materiale sull’Osservatore Romano); si procuri l’iscrizione alla Pia Opera di molti soci, facendola conoscere anche ai nostri cristiani, e mettendone in rilievo i grandi vantaggi spirituali. Desidererei inoltre che anche nelle nostre opere di Tokyo se ne parli, e nello studentato si faccia una commemorazione, facendo anche conoscere come è organizzata l’opera pontificia relativa. Il Delegato dell’Opera in Giappone (P. Yamashita) penso invierà norme, ecc. ma è bene che fin d’ora ci impegnamo a preparare per tempo l’animo dei cristiani specie di quelli lontani dalle residenze, affinché l’obolo della nostra Prefettura sia più abbondante delle altre annate.
Essendo queste comunicazioni dirette della S. Sede vi prego che ognuno prenda a cuore la cosa e con speciali preghiere e con le manifestazioni sopra indicate faccia sì che la giornata missionaria di quest’anno riesca fruttuosa in tutti i sensi.
Passando ad altro genere di raccomandazioni, sapete quanto debba stare a cuore ad ognuno di noi a che i nostri chierici colle esercitazioni di latino prescritte per il tirocinio, diano larga parte allo studio del Giapponese. Aiutiamoli in tutte le forme, anche con sacrificio. Anche i nostri preti giovani su per giù sono nelle stesse condizioni. Oltre quanto sono sicuro fate per questo scopo, vi consiglio di far giungere alla casa copia del quotidiano che viene pubblicato per i ragazzi delle elementari: non è difficile, è scritto bene e mi pare possa essere utilissimo specie per i chierici che hanno a trattare coi giovani. Se aveste difficoltà per la modica spesa penserà il sottoscritto. Fate almeno la prova e sono sicuro che sarà di vero vantaggio.
Prego ognuno dei sacerdoti che è nel QUINQUENNIO teologico, di voler pensare che nella prima quindicina di dicembre ci saranno gli esami prescritti. Non si aspetti all’ultimo momento. Le modalità saranno annunciate in seguito.
Non dimentichiamo le insistenze dei superiori affinché si facciano e si ricevano i rendiconti, si tengano le prescritte conferenze, e si faccia la scuola di testamentino.
E permettete che come ultima raccomandazione vi richiami il pensiero della Strenna di quest’anno per fomentare in noi e negli altri la pietà eucaristica. Favoriamo a tutto potere la pietà Eucaristica secondo lo spirito di Don Bosco. Miei confratelli e missionari, se vogliamo intraprendere con ardore l’apostolato, bisogna che attingiamo e facciamo attingere la forza alle sorgenti inesauribili dell’Eucaristia. Favoriamo a tutto potere la pietà Eucaristica nelle varie forme che ci sono possibili. La pia pratica del primo Venerdì del mese, le visite a Gesù, la frequente comunione ben fatta. Onoriamo Gesù e Gesù regalmente corrisponderà e materialmente e spiritualmente a quanto facciamo per Lui. Non si dimentichi lo speciale splendore nelle manifestazioni Eucaristiche, il parlarne con frequenza sono mezzi che nell’attività del buon salesiano debbono avere un posto preminente.
Il nostro caro Don Rodriguez vuole a mezzo mio ringraziarvi tutti tutti per le preghiere fatte per la sua famiglia. Gli scrive il fratello soldato: “Maria Aus. ha conservato tutti i nostri cari: è un vero miracolo, in uno stato di prostrazione naturalmente spiegabile dopo 400 e più giorni di sofferenze e digiuni di ogni genere…”. Il fratello, nelle file del Gen. Franco, prese parte alla liberazione di Santander. Deo gratias. Preghiamo anche per la famiglia del nostro Don Escursell e del ch. Lopez. E non vogliate dimenticare il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1927 / Berruti Pietro / 1937-10-15 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 15 ottobre 1937
Amatissimo Sig. Don Berruti,
Non sapendo dove inviare, invio a Torino. Grazie della sua carissima del 23 Settembre.
Per lo studentato teologico i Superiori facciano nel Signore. Pensavo aver manifestato in pieno il nostro pensiero sul problema.
l’insieme delle difficoltà che ostacolano il progetto (Lei conviene che ci sono)
le ragioni di un’altra sistemazione o temporanea o definitiva. I Superiori anche per questo in pratica hanno scritto:
chi ha cominciato, continui ad esaurimento al Gran Seminario e Don Cimatti ha aggiunto “migliorando in casa quanto non è possibile fare al Seminario”;
gli altri che dovrebbero incominciare Lei disse che fin da quest’anno potevano andare in Italia. Mi pare che è per questo, che sorge il problema della opportunità o no pel Giappone della formazione del personale in posto;
per me (Lei lo sa e l’ho scritto – ed è per questo che pensavo di aver manifestato in pieno il problema) sostengo:
o lo statu quo colle dovute migliorie
o lo studentato in Giappone (che potrebbe essere centrale per la Corea e Manciuria).
Per l’altro problema, amatissimo Sig. Don Berruti, Lei pensa che Don Cimatti sia di idee diverse o contrarie dei Superiori, mentre è probabile che siano ancora più rigide delle loro. Sì: mi si oppongono naturalmente le lezioni dolorose avute, che, stia certo non furono dovute alla mancanza di vita di comunità, ed il mio buon Don Berruti lo sa, e lo sanno i Superiori. E non sono pochi i confratelli, cui non fa bene il Giappone, ed il Visitatore lo sa. Quei due carissimi confratelli anche colla vita di comunità di missione avrebbero dato presto o tardi lo stesso risultato. In Europa sarà più difficile – ma li tengano d’occhio. Il male era in loro – e più in Don Cimatti che non ha forza di comando: detto così “è la verità”. Questo non per scusare, ma per la verità.
Più un’altra verità: Don Cimatti non sa fare l’apostolato quale è richiesto in Giappone. Ho fatto 30 anni l’insegnante – ed ora ho ripigliato con 22 ore, più lezioni di piano e armonium. Non riesco in questo, ma una certa praticaccia c’è. Dodici anni di lavoro mi dicono chiaramente lo stato reale delle cose. Per me continuo nel lavoro che è mio dovere – i Superiori ecclesiastici e religiosi sanno le mie ansie, e facciano, ché davanti a Dio per questa faccenda non c’entro: non domando o do dimissioni: faccio presente lo stato delle cose a chi di ragione… e attendo con fede e pazienza… il calcio.
Nella mia povera testa sta fisso questo: abbiamo tentato di fare quello che avrebbe fatto Don Bosco; ché nessuno ci ha detto di fare quello che avremmo dovuto fare; colla grazia di Dio si è fatto quanto hanno veduto e anche quello che non hanno potuto vedere; l’opera salesiana nelle linee fondamentali è imbastita – tifoni in lontananza ora pare che vogliano tentare la primitiva robustezza (molto debole), la missione così com’è, è a terra, pur essendovi elementi di lavoro.
Roma mi chiede dei numeri di anime salvate (e su quelli valuta anche l’aiuto) che salesianamente non posso dare; come facciano i missionari di altre missioni che ottengono così confortanti manipoli di anime, non so: so che li danno, per me meglio non sapere… “nemo dat quod non habet”.45
Non dubiti che le direttive tracciate ai missionari nelle adunanze si tenta di eseguirle alla perfezione più che si può, ma, caro amat.mo Don Berruti, è meglio dirlo chiaro (e lo gridi in Capitolo): “Non siamo santi, non siamo santi, non siamo santi – cominciando dal sottoscritto”.
Quaranta anni di voti, mi trovano nella nullità. Ma possibile che questo non sia compreso dai Superiori? Stop.
Quanto al problema finanziario non dico nulla, perché è inchiostro… Mi butto nelle mani della Provvidenza come ho sempre fatto… Per me il lavoro apostolico è stato sempre: scrivere, domandare, far debiti, pagarli e umiliarmi in questo materialume.
Non posso dire di aver fatto altro. Sì, scuola… e il pagliaccio nei concerti. Evviva!
Non sono riuscito a far comprendere ai Visitatori che il nostro cruccio materiale è che non possiamo contare nulla sull’interno… ma come dico è da tempo che come un bambino sono nelle mani della Provvidenza. Non mi risponda, perché al solito i Superiori per consolare, lodano… È arte vecchia, quindi per me di nessun effetto, anzi contrario.
Preghi per me; unica preghiera e desiderio è di fare la volontà di Dio – mi aiuti. Ecco quanto domando come risposta. Assicuro contraccambio quotidiano, e con me tutti i confratelli. Ossequi al buon Don Candela. Spedisco a Torino per Lui le richieste fotografie da parte di Guaschino che saluta e domanda un’Ave.
Mi benedica e mi creda
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1928 / Grigoletto Giuseppe / 1937-10-15 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
15 ottobre 1937
Caro Don Giuseppe,
Congratulazioni… e prego dal Signore frutto per le anime. Non allarmarti per me. Vir oboediens loquetur victorias!
Al solito in magnis necessitatibus… e prega il Signore che altri prenda il tuo posto.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Saluti a tutti tutti e un bacio al buon Don Gerli.
1929 / Ziggiotti Renato / 1937-10-20 /
a Don Renato Ziggiotti, Consigliere Generale delle Scuole salesiane
Miyazaki, 20 ottobre 1937
Carissimo (permetterai che ti chiami ancora così) Renato,
Deo gratias per l’avvenuta nomina, che ti dà modo di fare tanto altro gran bene. Don Cimatti e tutti i confratelli del Giappone a mezzo mio esprimono il loro compiacimento per l’avvenuta nomina e pregano per te, affinché possa compiere con frutto “usque in finem” il tuo dovere, e più ancora con merito. Come diceva Don Piscetta, nel mondo salesiano noi due soli… eravamo degni a tale carica. Per me ne ho già tante… che volentieri… Evviva noi. E per darti subito un po’ di lavoro eccoti alcuni quesiti:
Il triennio prescritto per i filosofi è obbligatorio per tutti? O le missioni possono ottenere riduzioni, permessi o collettivi e per singole necessità? A chi rivolgersi?
Avevo fatto pratica presso il compianto Don Fascie46 per l’ammissione alla teologia del ch. Barbaro F. (che fece due anni e mezzo di tirocinio, come insegnante di filosofia) per la dispensa di alcuni mesi. Visto che il permesso era stato dato a tutti gli altri in identiche condizioni – e che ha la laurea in filosofia – non ricevendo risposta, ho applicato il “chi tace acconsente” e quindi ha iniziato in Aprile la teologia.
Il ch. Arri, ammalato di petto che non posso lasciare in comunità – quindi è a Beppu e gli ho permesso lo studio della teologia (nelle forme compatibili alle sue forze) è già diacono. Quando sarà possibile lo faccio ordinare prete. Giacché il Signore così lo prova diamogli almeno le consolazioni spirituali possibili.
Idem ho il diac. Felici (ritornato da Hong Kong) che ha da completare alcuni trattati del quarto anno. Ho perduto il Direttore del Seminario Don C. – ho dovuto chiamare in aiuto il diacono dallo studentato teologico e gli ho permesso la continuazione dello studio in Seminario, me et alio sacerdote ducibus (non so se vada bene questo latino) in attesa della possibilità della S. Messa. Per queste cose domando le necessarie o convenienti sanatorie.
Mio caro Gigione, il Signore aiuti te e me. Più a terra di così penso di non poter andare… Se è vero che Gesù tartassa chi ama, godo di essere tanto amato da Lui. Oh, lo fossimo più ancora… Un’Ave alla Mamma e uno scrollone come terremoto a Don Bosco. Ti ricordo sempre.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1930 / Circolare Salesiani / 1937-10-21 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Carissimi,
Vi rinnovo la raccomandazione per la prossima Domenica, giornata della Propagazione della Fede, richiamandovi quanto vi scrissi in precedente lettera. Vi prego di comunicarmi al più presto l’esito della giornata (iscrizione dei soci all’opera e le offerte raccolte, dovendole inviare al più presto alla Delegazione Apos. di Tokyo). Se vi è possibile aggiungete una breve relazione che è desiderata a Roma. Vi invio un foglietto che potrà servirvi per qualche idea, in relazione alla commemorazione della Jaricot, di cui vi parlai in precedenza. Si dica la Messa votiva per la Propagazione della Fede, senza gloria, colla commem. della Domenica e S. Raffaele…
La Consacrazione di Mons. Yamaguchi si farà a Nagasaki il prossimo 7 Novembre, ma date le circostanze attuali vi concorrono come invitati solo i personaggi necessari per la funzione. Non sarà male che le nostre cristianità inviino un telegramma di congratulazioni e adesione. Preghiamo per il nuovo Vescovo e per la sua grande Diocesi. Unisco alcune copie del “Katolikku Kyoho” di Nagasaki [N.B. Giornale della diocesi] che siete pregati di far conoscere ai cristiani.
Vogliate specialmente pregare nel restante mese di Ottobre per ottenere col S. Rosario grazie specialissime per la nostra missione.
Come forse vi è noto, dovendosi costruire una grande fabbrica nella località del Seminario, forse dovremo trasmigrare… Affidiamo tutte le pratiche alla Madonna. Vogliate poi nel prossimo mese inculcare a tutti i cristiani la devozione alle anime sante del Purgatorio; esortiamoli a far celebrare Sante Messe ed a suffragare le medesime con tutti i mezzi che possono avere a disposizione.
Tutti poi ricordate il MEIJISETSU… (festa di Meiji = 3 Nov.) e pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - È annunciata la partenza dei venienti in Giappone col 28 c. m. Ricordiamoli cotidie con speciali preghiere.
1931 / Circolare Salesiani / 1937-10-22 /
ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
Miyazaki, 22 ottobre 1937
Carissimi,
La fine del mese del Rosario ci sproni con una sempre più intensa devozione a questa cara pratica, e se ci è possibile, continuiamola anche per tutto il mese consacrato alle anime del Purgatorio, inculcando questa importantissima e proficua devozione ai nostri dipendenti.
I nostri cari novizi hanno fatto le loro domande per i santi voti, e già si vedono avvicinarsi sempre più la meta. Il 28 c. m. partono da Torino i destinati per il Giappone. La nostra Società e la Missione hanno problemi fondamentali da risolvere, ed alcuni attendono la loro soluzione nel prossimo mese. Le continue incessanti necessità spirituali e materiali in cui ci dibattiamo sono tutte ragioni che ci debbono spingere a sempre meglio e più intensamente pregare: facciamolo, ve ne prego, specialmente in questo periodo di tempo.
Come forse sapete la consacrazione a Vescovo di Nagasaki di Mons. Yamaguchi sarà il 7 p. m. Date le condizioni del momento non si fanno inviti se non al personale strettamente necessario per la consacrazione.
Sarà bene che per lettera o per telegramma siate presenti anche voi tutti. Il nuovo Vescovo conosce assai bene l’Opera nostra ed ama Don Bosco.
Preghiamo per Lui e per la sua grande Diocesi. E pregate pregate pregate assai per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1932 / Consiglieri Ispettoria / 1937-10-22 /
ai Consiglieri della Ispettoria salesiana S. F. Saverio
VISITATORIA
Miyazaki, 22 ottobre 1937
Carissimi Don Tanguy e consiglieri,
Pur trattandosi di una cosa che si riferisce alla Missione è conveniente che siate informati e se avete qualche buon consiglio da suggerire me lo facciate avere al più presto.
Nella località ove sorge il Seminario la città pare voglia fare una grande fabbrica di filatura destinata ad elevare un po’ le povere condizioni della città stessa. Da questo punto di vista e poste le condizioni (trasporto in luogo adatto, senza perdite materiali, ecc.) non possiamo dire di no.
I Superiori ed il Delegato sono di parere che si debba dir di sì. Le modalità, luogo, ecc. sono allo studio.
A quanto la realizzazione del progetto non si sa. Ad ogni modo bisogna essere preparati anche a questo. Pregate e fate pregare per questo. La cosa essendo del dominio pubblico niente di male che si sappia.
Sono in attesa di notizie da Torino e dei nuovi che vengono e di altro. Al momento null’altro. Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P. S. - È richiamata in Italia Suor Begliatti che accompagnerà Suor Sibilla ammalata… Non essendo notizie troppo note… prego agire con prudenza.
1933 / Cecchetti Albano / 1937-10-23 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
23 ottobre 1937
Carissimo Don Cecchetti,
Penso che come a Lei, hanno inviato la circolare a tutti gli Ispettori come Lei e come me. Mah! Vedrei volentieri il volume, che già nell’identica forma fu preannunziato l’anno scorso, ma è sentire il solito ritornello… i soldi. L’ho messa a giacere nel cassetto in attesa…
Non misi in settembre le Ss. Messe perché non me le inviò. Ma go-anshin (stia tranquillo); quod differtur non aufertur.
Unisco mensile Yen 240 + 20 (Nakatsu) + 31 = 291.
Per ora preghi preghi preghi. Sono in molte angustie spirituali e non minori materiali. Fiat voluntas Dei.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1934 / Dal Fior Luigi/ 1937-10-23 /
al chierico Luigi dal Fior, studente di teologia
+ Miyazaki, 23 ottobre 1937
caris.mo Luigi,
Tutte le volte che mi scrivi, rispondo come faccio ora. L’ultima, se non erro (oltre la notizia del fratello) era circa la domanda del Yakyū [baseball] – e mi scrivi che è fatto compiuto. Dunque fu risposto. Mi parli di gamba… non sapevo nulla. Nella tua precedente mi dicevi anche di cosa importante di cui mi avresti scritto (è la questione eredità o altro?).
Pel fratello mi unisco alle tue preghiere e metto l’intenzione delle preghiere generali. Nel mese di novembre affida la questione alle anime del Purgatorio. Ti ricordo un fatto di famiglia: mio fratello Luigi era sulla via del fratello tuo: identica attuale condizione. Fa un sogno in cui vede il babbo che lo sgrida… Va all’Oratorio festivo – si fa salesiano. Da allora recitava il Rosario intero per le anime del Purgatorio: metto anch’io questa intenzione.
Optime pel pensiero di onorare gesù e suffragare l’anima dello zio.
Mi arriva oggi sabato 23 Ut omnes… Non è possibile arrivi per Domenica: Habe me excusatum.
Tuo D. V. Cimatti, sales.
1935 / Del Col Luigi / 1937-10-23 /
al chierico Luigi Del Col, novizio
23 ottobre 1937
Carissimo Del Col,
Quando scriverai ad Ivrea dirai ai compagni che fondino il loro entusiasmo pel Giappone non sulla bellezza dei panorami, ma sulla bellezza delle anime, e del sacrificio.
Bene! Il lavoro che fai farà del bene a te e agli altri.
Norma: del Giappone o scrivere bene o tacere.
Per l’artic. 45 è sufficiente che tu consegni (come fai) la lettera al tuo superiore. Coloro poi che devono redigere la pubblicazione sanno il loro dovere. Ad tranquillitatem et ad perfectionem tu puoi scrivere a Ivrea che lasci loro la responsabilità dell’approvazione richiesta.
Allegro, sempre in intima unione con LUI, via, verità, vita e amore.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1936 / Marella Paolo / 1937-10-24 /
a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico
Miyazaki, 24 ottobre 1937
Eccellenza,
Il 28 c. m. se non erro è data assai consolante per V.E.47
La famiglia di Don Bosco al completo, intende in questa fausta ricorrenza cantarLe VITA ET SALUS PERPETUA.
Specie il sottoscritto memore dei continui benefici ricevuti ringrazia e assicura per parte di noi tutti preghiere speciali in quel giorno, perché è sempre ricordata da tutti.
Voglia accettare il piccolo, ma cordiale omaggio e ci benedica tutti, ed in modo speciale chi si professa per tutti…
Obbl.mo
Sac. V. Cimatti, sales.
1937 / Circolare Salesiani / 1937-10-28 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Prefettura Apostolica Miyazaki
28 ottobre 1937
Carissimi,
Ho fatto inviare alle singole residenze un certo numero di libri di PREGHIERE per facilitarvi i primi acquisti. Vi ricordo di ritirare dalla circolazione i vecchi.
Attendo ancora da qualche residenza il risultato della giornata missionaria. Aiutatemi anche in questa maniera a compiere il mio dovere.
Ho notizia che il nostro Don Liviabella ritarda la sua venuta: pare parta ai primi di Gennaio. Voi tutti sapete le condizioni in cui attualmente ci troviamo per far fronte alle nostre necessità materiali e per sostenere le nostre opere.
Prego i singoli confratelli a volersi interessare presso amici, conoscenti, parenti e benefattori, affinché approfittino della presenza del missionario per l’invio di eventuali offerte.
Penso che se tutti i singoli confratelli si interesseranno per questo, potranno le singole vostre residenze ed opere ottenere buoni sussidi che valgano ad alleviare il “pondus” del Superiore. Aiutiamolo dunque a questa opera di vera propaganda…
Vi assicuro la consegna di quanto la vostra attività saprà ottenere per le vostre case ed opere. Come ebbi già a scrivervi in altra occasione, presso il Superiore ogni casa ed ogni confratello ha il suo conto corrente; all’arrivo si consegna ad ognuno quanto è pervenuto.
Il prossimo mese di Novembre sia da noi passato nel suffragare nei modi migliori le anime del Purgatorio.
Si raccomanda alle vostre preghiere il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1938 / Ricaldone Pietro BS / 1937-10-31 /
A Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Giappone
Studio, lavoro e semplicità di vita48
Miyazaki, 31 ottobre 1937
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Col cuore pieno di riconoscenza a Dio pel buon esito della “Giornata Missionaria” fatta in tutte le nostre residenze con spirito di fede e di carità, ed al tramonto della festa di Gesù Cristo Re, stendo la solita relazione mensile. Ho detto buon esito, perché fu davvero una piena di fervore: preghiere speciali, sacrifici, funzioni solenni, commemorazione della data anniversaria della Jaricot, distribuzione di buona stampa, ed anche iscrizioni all’Opera della Propagazione della Fede (una cinquantina di nuovi soci), offerte libere. La somma raccolta, L. 500, è modesta; ma se si pensa che è pressoché tutta frutto di privazioni e del necessario per molti, per altri, frutto di sacrifici di fumo, belletti ecc., se si pensa alla vera povertà della massa dei nostri cristiani, al momento attuale di guerra, ed allo scopo sublime dei sacrifici e delle privazioni, certo, agli occhi di Dio, tale modesta somma viene ad acquistare un valore immenso. I frutti spirituali, poi, che son pervenuti alle anime rappresentano già un altro immenso valore valutabile solo da Dio. Deo gratias!
Il fervore di studi che vedo realizzarsi intorno a noi mi dà lo spunto dell’attuale relazione, che so sempre desiderata. Tanti forse pensano ancora il Giappone come uno dei paesi di missione, in cui il missionario colle verità evangeliche, e colla grazia di Dio con cui corrobora e santifica le anime, porta pure il suo contributo nei vari campi della civiltà a sollievo della vita materiale. Ma basterebbe lo studio, anche solo elementare della geografia, l’esame di dati statistici che non è difficile avere alla mano, per rettificare questa errata ed incompleta valutazione del gran popolo giapponese. Non è esagerato applicare ai Giapponesi il detto del nostro Don Bosco: “Sempre più e sempre meglio”: e applicarlo in ogni ramo dell’umano sapere, in ogni ramo dell’industria, del commercio, dell’agricoltura e di quanto ha relazione colla vita umana. Ecco la posizione precisa del missionario in Giappone: in mezzo al vertiginoso svolgersi di quanto di più perfetto presenta la civiltà moderna nel campo letterario, scientifico, artistico, portare il suo modesto contributo alla divulgazione dei problemi dello spirito, ignorati o incompresi dalla massa; poco interessanti per il maggior numero, perché assorbiti nella materia e – peggio – nelle conseguenze della medesima, il pretto paganesimo; inutili per molti, perché pensano o son convinti di non averne bisogno. Le opere che il missionario si sforza di attuare vengono a trovarsi di fronte ad un blocco di opere ufficiali, che presentano attrezzamento perfetto, mezzi a profusione, e danno titoli che valorizzano l’insegnamento per la vita. Con sforzi erculei, con sacrifici che solo il Signore conosce, da anni i valorosi missionari delle Missioni di Parigi hanno dissodato e dissodano il terreno. Fraternamente uniti negli sforzi e negli intenti, Ordini e Congregazioni religiose maschili e femminili, attive e contemplative, lavorano allo stesso scopo. Ma che cosa sono mai? Meglio che niente, è vero; però non risolvono la difficile situazione, pur cooperando attivamente al fine comune.
I mezzi educativi che fanno grande questo popolo sono la famiglia e la scuola. L’educazione del bambino è prevalentemente affidata alla mamma che vi si dona con tutte le risorse naturali ed acquisite del cuore. L’educazione del fanciullo, del giovane è affidata prevalentemente al babbo e al maestro, e, per essi, allo Stato, allo scopo di formare dal punto di vista fisico, intellettuale e morale il futuro cittadino giapponese. L’istruzione è obbligatoria e controllata dallo Stato: è lasciata relativa libertà alle province, città, enti o anche privati per la fondazione di certe Categorie di scuole (escluse all’iniziativa privata le normali), purché si conformino naturalmente a condizioni fissate dalla legge. L’ordinamento scolastico è quello comune alle grandi nazioni. Dalle statistiche risulta che nelle grandi linee il 20% dei fanciulli proseguono l’istruzione secondaria; il 60% di questi si iscrivono a scuole complementari per compiere la loro istruzione. La scuola, dal punto di vista didattico, è all’altezza del suo compito, dal punto di vista disciplinare è a base preventiva e di amorevolezza, sicché la gran massa ci va volentieri e con regolarità.
Si valutano ad oltre 50 mila le scuole, frequentate da 15 milioni di allievi con 360 mila insegnanti. Ammontano a 700 milioni di yen le spese annuali per l’educazione. Nulla di intentato perché il cittadino giapponese esca dagli istituti di educazione a lui convenienti attrezzato di tutto punto e bene preparato alla vita. È bello lo spettacolo che abbiamo sotto gli occhi, mattino e sera, specie nei piccoli villaggi: torme di fanciulli, che a gruppetti, in squadra, si recano alla scuola, alle volte a distanze assai grandi; torme di giovani che assiepano i treni per recarsi alle scuole medie dei centri più importanti. Nel gran numero vi sono naturalmente quelli che passano il tempo in gioconda conversazione; ma i più leggono, parlano di materie scolastiche, si istruiscono.
Fervore di vita, fervore di lavoro, in ogni ramo, unito a frugalità di mezzi di sussistenza, ed a semplicità di vita nell’aspetto della persona, dell’abitazione e di quanto si riferisce alla convivenza. Semplicità naturale, che si manifesta anche nel modo di ragionare e di agire. Oh, finché il Giappone saprà mantenersi in questo ardore di studio e di lavoro, e in questa semplicità, date le mirabili risorse naturali di cui fu arricchito dalla Provvidenza, non potrà non tener testa, o non rivaleggiare con le più grandi nazioni.
Fra questo gran popolo i suoi lontani figli desiderano cooperare con le forze loro possibili al pieno avvento di Gesù. Ci benedica e ci assista colle sue preghiere.
Aff.mo figlio in G. C.
Mons. V. Cimatti
Prefetto Apostolico
1939 / Barbaro Federico / 1937-10-… /
al chierico Federico Barbaro, studente di teologia
[Ottobre 1937]
Barbaro carissimo,
Leggendo la tua al principio, mi voltavo in giro per vedere dov’era Monsignore, e se per caso non mi fossi sbagliato nel leggere…
Chissà mai perché non si può più dire: “carissimo o colendissimo Don Cimatti”, et similia…?
In caso poi (vedi il codice civile), l’adozione si perde colla morte dell’adottante? Ma bada veh!, che non sono ancora morto, pur da tempo desiderandolo totis viribus… Don Cimatti, penso aveva accettata l’adozione – un cotal Federico pure… dunque… niente paura.
Ti credevo oca… non però fino a questo punto.
Per quanto hai scritto di Filippa 10/10: ti ricompenso con preghiere. Ed anche tu prega… non per Monsignore… ma pel
Tuo aff.mo confratello
Don V. Cimatti, sales.
1940 / Barbaro Federico / 1937-…-… /
al chierico Federico Barbaro, studente di teologia
Senza data [1937]
Carissimo Barbaro,
Confermo quanto ti dissi… Fatti coraggio, Federico. Lingua, e anche dar valore alle piccole cose.
Cerca di essere buon cemento anche fra gli altri e vedrai che il Signore ti aiuterà sempre più a divenire quello che devi.
Avevi una così bella voce, pur dovendoti fare gli occhiacci… anche a De Kruif quando urlavate nei ppp.
Allegro sempre nel Signore.
Tuo
3 Don V. Cimatti |
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1941 / Cecchetti Albano / 1937-11-3 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
[3 novembre 1937]
Carissimo Don Cecchetti,
Accuso ricevuta dell’off. Prop. Fede e bella relazione della festa. Deo gratias! Invierò a Roma.
Ricevuto pure i libri infermi – Bravo! Non abbia paura di parlare. Il nostro santo Don Balzola parlava malissimo il Bororo – i confratelli non riuscivano a capire. I Bororos attentissimi quando parlava lui, capivano tutto. Sa il bell’episodio di S. Ignazio quando faceva catechismo in italiano (lo parlava come poteva): ad un confratello che gli osservava che parlava male l’italiano, domandò: “Mi capiscono?”. “Oh per questo sì, ma… ma la parola di Dio… sa bene…”. “Se mi capiscono, pur sforzandomi di migliorare, sufficit”.49
E Deo gratias per i battesimi. Moltiplicateli, moltiplicateli.
Quanto al P. Ricci, ringrazi del complimento. Don Margiaria non può stampare non avendo l’occorrente. Bisognerebbe (se realmente ci fossero molte richieste), che le richieste pervenissero alla SEI che certo si muoverà.
Preghiamo di cuore per la buona Sig.ra Teresa e Lei preghi per il
Suo povero, aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P. S. - Saluto specialissimo al buon Don Arri.
1942 / Ricaldone Pietro / 1937-11-4 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
4 novembre 1937
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Grazie della sua consolantissima del 18/10/37 giunta proprio oggi, in cui ci trovavamo radunati per la soluzione del caso in occasione dell’Esercizio della b. m. Rispondo subito anche per fare il mio rendiconto mensile.
Salute: nulla di speciale, salvo gli acciacchi che incominciano, ma chi ci pensa?
Lavoro: penso che i Visitatori si saranno persuasi dell’impossibilità in cui mi trovo di poter attendere e alla missione e a Tokyo – e più della mia inettitudine. Ma dopo tutto non me la sento di stare in parata solo. Ora mi fu detto di stare in Seminario e faccio le mie 24-26 ore e più di scuola – e sto bene – salvo il pensiero: “Faccio il mio dovere di Superiore?”. Senta, amatissimo Sig. Don Ricaldone, quando si degneranno i Superiori di pensare ad un altro? Vedo con gioia che ne cambiano tanti e attendo il mio turno. Ma possibile che non si riesca? Mah! Non capisco proprio niente.
Pietà, ecc. regulariter. La buona volontà è costante.
Regole, Santi Voti, carità: mi pare regolare.
Sono in una prosternazione d’animo fortissima (non è sfiducia nella Provvidenza) per lo stato economico in cui mi trovo. Col mese di Novembre finisco la riserva, e in Dicembre non so dove sbattere la testa per dare da mangiare ai miei. Da tempo ho battuto, ma al momento nessuna risposta da quell’anima santa di Don Giraudi. La realtà è questa. Il Signor Don Candela mi ha fatto vedere sulla carta tante belle cose – ma, ripeto, la realtà è che con Novembre rimango senza nulla. Supplico i Superiori ad aiutarmi in quel che possono, ma mi aiutino, mi aiutino.
E Lei dica una parola forte alla Madonna e a Don Bosco affinché muovano qualche anima buona per questa povera missione; se no, sarò obbligato a gridare: “Non ne posso più, non ne posso più!”.
E preghi in modo speciale per me che sempre la ricordo nominatim – e per i miei – e per le case nostre. Si dice che siano partiti il 28 m. p. [mese passato?] i designati pel Giappone. Chi? Quanti? Quali? Chi lo sa? Quasi sempre la stessa storia. Certo se sono molti non so dove metterli. Ma “Evviva l’allegria!”. Il più preoccupato è il povero Don Tanguy che dovrà – penso – ricevere la massima parte. Al porto d’arrivo vedremo. Strano però che sia così difficile (ed è così tutti gli anni!) far sapere tali cose. Mah, sit nomen Domini benedictum! Per me dispiace la non bella figura che ci fa Torino di fronte a tutti i confratelli!
Voglia benedire specialmente questo eterno brontolone che, vedrà, cesserà presto di brontolare.
Suo come figlio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1943 / Dal Fior Luigi /1937-11-4 /
al chierico Luigi Dal Fior, studente di teologia
+ Takanabe, 4 novembre 1937
caris.mo D. Dal Fior,
Eccoti il lavoro promesso – Melodie giapponesi e la conosciuta “nome dolcissimo” e l’Alleluia pasquale sono i temi fondamentali.
La messa è per voci bianche (così desideravi tu) mi pare facile tanto per chi canta, che chi suona (d’altra parte il mio poco studio non permette che la melodia popolare). Se ti serve, bene – se ne hai già una (e fosse tua, sarebbe ben cosa bella) rimandamela pure.
Allegro e buono sempre. Un Ave per me – Un pugno a Colussi – a te un caldo abbraccio. Tuo
D. V. Cimatti
1943-2 / Dal Fior Luigi / 1937-…-… /
al chierico Luigi dal Fior, missionario salesiano in Giappone
+ senza data
caro Dal Fior,
Ho inviato Tota pulcra ed ora invio Messis. Tutta roba coi fiocchi se capisci.
Per i novizi c’è tempo. Il Cieco [di Gerico – operetta, traduzione in giapponese?] va avanti… ma capirai dar la luce a un cieco… è difficile.
E tu andiam bene? Allegro e ocio, putelo mio.50
Un pugneto51 a Moro, un pugneto a Barbaro. Ad Antolini guarisca bene - idem a Mantegazza – al Sig. D. Tanguy e Dupont grazie pel bel numero japoneri e al Kruift che dica un Ave per me. Alla mia venuta per te, il resto del carlino52. Ai filosofi buoni esami – ai novizi “in gamba ché ormai il primo giorno pel triduo per i voti è passato”.
Tuo
D. V. Cimatti, sales.
1943-3 / Dal Fior Luigi / 1937-…-… /
al chierico Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone
+ senza data
caro Dal Fior,
Pagato D. margiaria. grazie a te, ai cantori e suonatori di quanto avete fatto. Veri miracoli… e non sono uso lodare… specie i musici. Bravi tutti.
Ho accennato a D. Romani alcune modificazioni di scena…, cose da nulla. [Circa l’operetta “Il Cieco di Gerico”]. Per te e Bartimeo: la prima parte del Padre nostro è come il osarai… [suggeritore]. tu devi come sussurrarlo all’orecchio… ed egli come lontano ricordo… ripete più o meno esattamente. Poi al motivo spiegato uno lo inizi in ginocchio – si alza al “donaci”. La cantata di Simone non so se l’abbia fatto da seduto: è meglio. che ogni nota che fai sia un atto di amore a Lui che ti ama e ti vuol tutto suo.
D. V. Cimatti, sales.
1944 / Zerbino Pietro / 1937-11-5 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
Miyazaki, 5 novembre 1937
Mio caro Zerbino,
Al solito… fa’ le cose bene come sempre.
Non è meraviglia se ti dico che sono in vera necessità! Vedi se puoi darti attorno per poter consegnare a Don Liviabella alla partenza o a Don Lussiana qualche cosa (o sotto forma di Ss. Messe o di offerta).
Ed il Signore ti rimeriti. Prego sempre per te.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1945 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1937-11-8 /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
8 novembre 1937
Rev.ma Madre,
Grazie della sua.
Già parlato con Don Dumeez che in linea di massima non ha difficoltà (naturalmente è allo stretto e deve fare il posto e non è possibile oggi o domani).
Ma il punto da chiarire bene è l’avvenire di queste povere creature.
Occorre sapere chiaramente quali sono i patti fatti colle autorità o coi tutori, genitori, ecc. all’atto dell’accettazione;
quali sono i nostri obblighi colle autorità e cogli individui;
e fino a quale età;
se vi sono responsabili in caso che per motivi speciali (malattie incurabili, dannose alla comunità, malattie morali che rendano impossibile l’educazione, ecc.), non possano essere tenuti da noi;
se furono concessi sussidi o se si concedono sussidi, ecc. che naturalmente dovrebbero passare alla nuova amministrazione.
Lei comprende, buona madre, l’importanza della cosa, tanto più se Lei deve assentarsi per un periodo più o meno lungo.
Ma al momento la mia preoccupazione maggiore è per i nostri santi Spirituali esercizi. Vedo già che mi è impossibile venire io – come lo farei volentieri, Dio solo lo sa – la scuola mi tiene legato, ma specialmente dovrò andare a Tokyo per le professioni e gli esercizi (saranno le ultime, perché penso presto sarà nominato l’Ispettore) – e quindi non mi è possibile abbandonare per troppo tempo il Seminario.
Abbia la bontà di dirmi quando è che si potrebbe combinare per voi questa muta di esercizi e quanto deve durare.
Ho applicato tutte le preghiere nella missione e Tokyo per l’Aspirante.
E preghi e preghi e faccia pregare per me.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1946 / Berruti Pietro / 1937-11-11 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Ibi vel ubi (urgente)
11 novembre 1937
Amatissimo Sig. Don Berruti,
Un saluto ed una preghiera. Mi aiuti ad avere fede sempre più forte nella Provvidenza.
Come prevedevo e come avevo detto sono al verde e alla fine dell’anno non ho più di che mantenere missioni e opere di Tokyo.
Fiat voluntas Dei. Può pensare in che agonia vivo… Se Lei può in qualche modo aiutarmi o con Messe o con offerte (mi promise da Macao… ma non ricevetti nulla, a meno che non abbia rimborsato parte del mio debito con Don Braga), è una vera carità, et Deus scit quod non mentior.
Se è a tiro, ossequi al M.R. Sig. Don Candela cui può comunicare la mia situazione. Non so che pregare il Signore e supplicare i Superiori che mi vengano in aiuto. Mi scusi e benedica.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1947 / Merlino Alfonso / 1937-11-11 /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone
11 novembre 1937
Carissimo Merlino,
Grazie della tua carissima. La tranquillità della Badia, la compagnia del fratello ti faranno del bene in tutti i sensi.
Abilitati a tutto. Se devi tornare in Giappone, sai che tutto serve. Fa’ quel che puoi.
Grazie dell’olio: arrivando curerò la distribuzione.
Il Signore non ti domanda che
di volergli bene, allontanando da te il male,
far bene i tuoi doveri anche se ordinari,
osservare la tua regola con buona volontà.
Salutami l’amat.mo Don Maurilio – fu fin dagli inizi benefattore della nostra povera missione. Mi annuncia una nuova offerta non ancor pervenuta, ma verrà. Ringrazialo e assicuralo delle mie povere preghiere. Saluta pure il fratello. Prega per me, non ti domando altro. Sono in vera necessità di ogni senso.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1948 / Bernardi Angelo / 1937-11-12 /
a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone
12 novembre 1937
Carissimo Don Angelo,
Grazie della carità usata ieri. Riassumo il visto, l’udito e combinato ieri.
Con te: cura il nuovo venuto. Gli ho ripetuto quanto gli dissi e ti dissi. Ho fatto anche un piccolo saggio di latino: quello che ha studiato (specie latino sacro) lo presenta benino. Pel resto è più debole. Dunque ripassi tutto lo studiato (autori, grammatica – prova a fargli qualche dettato – qualche breve tema dal giapponese). Se credi col Sig. Arai o con te religione e giapponese. Legga la vita di Don Bosco et similia e cerca di parlargli, farlo parlare affinché decida bene.
Conclusione: ha il latino sufficiente per una classe del Seminario, o per il noviziato? Si stabilisca in marzo il da farsi.
Verrà quel tale della vigna. Vedi e senti: poi combineremo quel che convenga fare.
Con Imamura ut supra. Preghi, studi e lavori.
Con Maccario. Per la nuvola, fu impressionato non tanto per il fatto della sospensione della serata (promessa ai punti di lotteria) quanto per le tue parole forti: “e badi di dire ai giovani che non è il prete che sospende la cosa, ecc.”, che per lui hanno suonato di diffidenza, e che l’hanno abbattuto.
Tu sai quanto è sensibile – tu sai come alle volte la tua lingua ti tradisca e sia tagliente e faccia sanguinare chi ode. Non ci avrai neppur pensato, ma a Lui, già contraddetto per la sospensione suonarono così, inde…
Può essere che frasi anche un po’ forti ti sfuggano alle volte col catechista (che poi naturalmente ne parlerà) o coi cristiani (tanto a Miyazaki che a Tano) e questo non conferisce certo alle tue buone relazioni. Cerca adunque di metter molto olio; e la carità, la pazienza, l’umiltà faranno i miracoli.
L’ho calmato (o almeno ho tentato di calmarlo): preghiamo. Dato che siete solo voi due, e che tu devi assentarti, ecc. sii largo con lui di quelle piccole cose, notizie, ecc. che lo possono interessare e in qualche modo farlo partecipare al tuo apostolato (esempio: dove vai, se è avvenuto qualche cosa di speciale; nel partire per qualche luogo digli quando torni – che preghi per il buon esito et similia), sono tutti mezzucci che aprono il cuore dei chierici e coadiutori.
Col Sig. Kaneko e più brevemente col catechista, li ho animati a compiere i loro lavori con fede, costanza, indipendentemente dagli effetti di conversioni ottenute. Penso che ci sia un po’ di scoraggiamento, che tu devi togliere. Parla con loro (potessi farlo ogni settimana o almeno ogni quindicina), interessati delle loro difficoltà, ecc.
Non mi è difficile scrivere consigli: è più difficile praticarli per te e per me. E quindi la preghiera ci aiuterà in tutto. Facciamola vicendevolmente di cuore.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1949 / Ziggiotti Renato / 1937-11-15 /
a Don Renato Ziggiotti, Consigliere Generale delle Scuole salesiane
[15 novembre 1937]
Carissimo Don Ziggiotti,
Grazie della risposta. I due diaconi Felici e Arri sono, grazie a Dio, già preti53.
Tu hai dato mano ai tuoi poteri, Don Cimatti ai suoi, e così la gloria di Dio e la salute delle anime si è realizzata: han guadagnato loro e noi due. Grazie.
Caro Gigione, non stanchezza e abbattimento… figurati che di questi giorni (lo dico a te che capisci) mi sono fatto direttore del Seminario e faccio 19 ore di scuola (fra filosofia, latino e religione e le scienze… a proposito riceverai un opuscolino).54
Dunque non quello che pensi… Certo che a 58 anni non si è più come allora… ma so ancora portare scale o piantare chiodi e simili… Figurati che ho vicino Bovio… il più tipico “fil di ferro”… Non i nervi… grazie a Dio, sono troppo, troppo, troppo indifferente… e in Giappone bisogna non averli… Il nodo di tutto è che chi fa l’altrui mestiere fa la zuppa nel paniere… Cari Superiori, mettete Don Cimatti al piano, all’organo, in scuola, a concimare i campi et similia… ma non a fare il Superiore: è tutto lì. Abbattimento neppure… Intime considerazioni, chiara coscienza che per la mia insipienza si perdono le anime: pensa a Don Lucioni, al povero Don Carò et similia…
Tu sei nuovo nel tuo dicastero, ma sentirai le notizie sul povero Giappone così poco conosciuto. Beh! Deus scit. Prega prega prega e fa’ pregare per me e lascia per favore il monsignorato a chi lo vuole e se non vuoi pigliarti (quando?) qualche stangata anche se sei del Capitolo, ché ti penso sempre quello…
Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1950 / Braga Carlo / 1937-11-15 /
a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina
M., 15 novembre 1937
Don Braga carissimo,
Ti voglio esporre francamente (e mi pare si realizzerebbe un bene di anime ed un aiuto grande alla missione nostra) un pensiero.
Mi pare non c’è da interpellare i Superiori al riguardo, avendo noi due i poteri regolamentari.
Non sarebbe possibile [che] mi potessi prestare (brutta parola, ma è solo per capirci) qualche buon confratello coadiutore agricolo ad tempus [?]. Ho terreno e mi piange il cuore non poterlo usufruire a dovere, non avendo personale: un paio servirebbe assai.
Le note cose del momento non termineranno così presto – non so in che condizioni d’animo si trovino i tuoi buoni confratelli, se non hanno lavoro – mi pare che questo prestito momentaneo li potrebbe sollevare assai, e aiuterebbe assai noi. Piglierei volentieri e quanto anche un prete (che possa far scuola o in latino o in italiano e confessare e dir Messa – allo studentato servirebbe assai).
Inteso che a un tuo cenno tornerebbero – non c’è questione – ma la fermata anche solo di pochi mesi avvierebbe bene tante cose che si potrebbero poi continuare da altri di noi in seguito.
Eccoti esposto il pensiero. Se lo credi attuabile, invia pur subito. Il motivo (assicurati) non è per prenderti personale: sarei ben ridicolo.
Mi pare che se hai confratelli specie agricoltori che abbiano bisogno di essere occupati, è una buona soluzione per loro e per noi.
Avessi poi un prete, idem, e anche due. Nessun timore per la restituzione.
Prega per me che sono in grandi angustie materiali e spirituali. Aiutami, aiutami. Ti abbraccio e benedico con l’anima.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1951 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1937-11-15 /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
15 novembre 1937
Rev.ma Madre,
Ho ricevuto la traduzione del Piccolo Serafino:55 mentre ringrazio Lei, voglia far le mie parti con la buona traduttrice.
Offro preghiere speciali e spero presto anche qualche segno più tangibile.
E preghi e preghi e faccia pregare per me.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1952 / Cecchetti Albano / 1937-11-16 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
16 novembre 1937
Amatissimo Don Cecchetti e carissimo Arri,
Se non muoio, il giorno 23 secondo il programma indicato sarò a Beppu.
Vobiscum cor ad cor alloquimur et orate pro me.56
Don V. Cimatti, sales.
Non so se verrà anche Don Margiaria che è invitato per il 20 a Beppu e… allora apriti o cielo e terra alla giovinezza…
:
1953 / Ricaldone Pietro / 1937-11-22 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 22 novembre 1937
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Sto divorando il commento alla strenna della Povertà, che come fa del bene a me, spero lo farà a tanti, a tutti i nostri cari confratelli. Grazie del bel regalo spirituale.
Anticipando la lettera mensile dell’Esercizio di buona morte, oggi, giorno di S. Cecilia, faccio il mio rendiconto. Tornai stanotte da Oita ove si diedero due concerti, uno per i poveri soldati feriti all’Ospedale – un altro nel salone dell’educazione, per commemorare l’unione dell’Italia col Giappone.57 Torno a notte a Beppu per lo stesso scopo domani. Mezzi anche questi per fare un po’ di bene. Se non muoio spero alla fine del mese andare a Tokyo a predicare gli esercizi per i voti dei novizi: penso l’ultima come Visitatore,58 e non potendo fare altro per loro spero far qualche cosa predicando detta muta.
Per me, per l’anima mia al solito: buona volontà costante, pur gli effetti essendo scarsi. Per il resto, desidero passare col Padre alcuni momenti per parlare delle cose nostre – ricevere gli ordini e consigli. Le ho scritto recentemente (anche al Sig. Don Giraudi e Sig. Don Ziggiotti rispettivamente per questioni economiche e di studio, e per mezzo loro ai Superiori). Ormai la testa non coordina (non ha mai coordinato) – sono in necessità in ogni senso – e non so come fare.
Oggi ho pagato i mensili e non ho più niente in cassa, con la prospettiva di 7 lunghi mesi in cui non so dove sbattere la testa, per provvedere il necessario. Spero con fede nell’aiuto di Dio, pur umanamente essendoci da impazzire. Ho supplicato prima il Padre e lo supplico ora – ma non so come fare e non ne posso più, perché non riesco ad avere le forze per affrontare una situazione, che non so da che parte prendere. Vedano i Superiori di fare uno sforzo sovrumano (perché penso in che condizioni anch’essi si trovano), ma mi aiutino almeno in questi primi mesi, mentre nell’attesa degli altri mesi vedrò se trovo dove trovare il necessario.
Esposte così le necessità materiali, passo alle spirituali, che non sono per me meno gravi. Ho ancora da mettere a posto il personale, e non so da che parte incominciare.
Mi scade tutto il Consiglio: Don Antonio e Don Dumeez da Direttori (il primo il sessennio, il 2° il triennio). Don Escursell non è a posto dov’è (la frecciata e il taglio straziante più forte sono le parole del Visitatore: “Così com’è, non è una casa salesiana”). 59Dicerie (già in parte avute prima a Beppu, poi a Miyakonojo) si ripetono – un gruppo di cristiani è nettamente contro. Non ci sarebbe che inviarlo
[manca il seguito]
1954 / Circolare Salesiani / 1937-11-… /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
[Novembre 1937]
Coll’approssimarsi della bella festa dell’Immacolata si appresta pure la fine del Noviziato dei nostri cari novizi. Presto faranno i santi spirituali esercizi: vi esorto fin d’ora di voler fare preghiere speciali per il buon esito dei medesimi, mentre pure vi esorto a celebrare e far celebrare detta festa, così cara al cuore di ogni salesiano, colla massima devozione e possibile solennità.
Ricevo raccomandazioni dal Ministero dell’Educazione di consigliare ai cristiani le due seguenti pubblicazioni… che non sono difficili a trovarsi nelle edicole delle stazioni.
Voi comprendete l’importanza dell’unione degli spiriti in questo momento, e come noi dobbiamo cooperare colle autorità in quanto ci è possibile per realizzarla fra i nostri cristiani. Preghiamo e facciamo pregare molto allo scopo.
La recente unione fra Giappone, Germania e Italia [N.B. Patto tripartito] laddove può essere motivo di accentuare relazioni, a fare buona propaganda, ecc. sia santamente sfruttata, come si è già lodevolmente fatto qua e là. Per la buona propaganda poi la stagione invernale essendo assai adatta, si veda di esplicarla nelle forme possibili… sia a vantaggio dei cristiani che dei pagani. Si accentui il lavoro delle conferenze specie in questo tempo in cui e per la guerra e per la stagione i disagi sono più sentiti da tutti.
Non vogliate poi dimenticare la buona formazione dei catechisti o del personale estraneo che avete a lavorare con voi; ne hanno bisogno più di qualsiasi altro.
Per disposizione dei Superiori, essendosi stabilito di coordinare gli studi e il Noviziato sull’anno scolastico giapponese,60 anche gli esami Quinquennali saranno rimandati a Marzo del prossimo anno.
Il Nostro Ven. Rettor Maggiore vuole che esprima a tutti i missionari e confratelli l’assicurazione delle sue preghiere e del suo affetto, e consiglia che per rendere fruttuosi e duraturi gli effetti della Visita, si esegua da tutti quanto si è stabilito in essa.
Ho bisogno da voi tutti di speciali preghiere: usatemi questa carità.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1955 / Dal Fior Luigi / 1937-…-… /
al chierico Luigi Dal Fior, studente di teologia
+ [dicembre, 1937ca]
Caro Dal Fior,
Non preoccuparti mai di D Cimatti.
So che siamo sempre uniti nella preghiera, e nelle mie frequenti scorribande a Tokyo ti penso, ti vedo e prego.
Per quelle cose là go anshin [sta tanquillo]. alla prossima venuta vedremo se ci sono novità: prega D. Bosco e savio Domenico.
Bravo! Attendi con serietà agli studi e alla tua formazione interiore.
Tutti ricordano e vogliono essere ricordati. A te e agli amici tutti buon Anno.
Tuo D. V. Cimatti, sales.
1956 / Ricaldone Pietro / 1937-12-8 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Tokyo, 8 dicembre 1937
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Ho terminato ora la funzione della professione dei nostri otto cari novizi (di cui due giapponesi: ch. Maki e coad. Mihahara).
È il regalo della nostra Mamma nel giorno della sua festa – ed è il regalo che i suoi figli lontani le offrono in questo giorno anniversario della nostra nascita salesiana. Ieri sei novizi (di cui uno giapponese) hanno iniziato il noviziato;61 doveva cominciarlo pure un chierico giapponese ora febbricitante a Miyazaki. Faremo una seconda infornata di soli giapponesi (spero altri tre) a più tardi. Gli altri confratelli bene.
Coll’aiuto inviato dai Superiori spero per questo mese e parte di gennaio, respirare e poi… Deus providebit.
L’impressione dei nuovi venuti, buona assai. Di tutto Deo gratias a Lei e ai benefattori, e specialmente al Signore e alla Mamma e a Don Bosco.
Al ritorno dei nostri amati Visitatori la prego ex corde combinare definitive per le nostre cose: non so come fare, né per la parte spirituale e tanto meno per la materiale. Abbia pietà di questi suoi figliuoli e ci venga in aiuto in tutti i sensi. Preghi preghi poi in modo speciale per me. Non riesco a combinare per il personale delle case – sarà quello che Dio vorrà.
Per il mio rendiconto mensile nulla di nuovo. Salute buona – attendo sempre che il Signore mi pigli con sé.
Il lavoro Lei già lo conosce: concludo niente per me e poco per gli altri.
Per la pietà, regole, Santi Voti: nulla di speciale: desidero di santificarmi ma…
Per i confratelli al momento tutti fuori dal letto – ma ne ho una serqua di sofferenti da non dirsi – sofferenti di spirito o di corpo – o dell’uno e dell’altro insieme. Ma! Deus scit!
Le ho già troppe volte indicato le nostre necessità:
Non c’è personale adatto per gli studentati;
e vi è la questione finanziaria – si sta coll’acqua alla gola sempre – e così non si può andare avanti perennemente.
In base alla circolare “Commento sulla povertà” secondo quanto è prescritto dal Rettor Maggiore, essendo scadute le facoltà precedenti espongo le mie necessità:
Ho bisogno dal Gennaio prossimo – se la Provvidenza non ci viene in aiuto in forme speciali e se i Superiori non provvedono – fino a tutto Giugno, di contrarre prestiti per mantenere la famiglia missionaria e salesiana. Mi occorrono non meno di Yen 3000 mensili (Yen 18 = 100 lire italiane) se devo pensare anche ad aiutare Tokyo. In cassa ho in pratica zero, ed ho ancora debiti interni ed esterni (non penso per ora – e non va bene – ma non so come fare a quelli che ho colla Congregazione e colla SEI).
Naturalmente tali prestiti bisogna rimborsarli, e tenterò al più tardi possibile. In posto c’è poco o nulla da mordere. Le sole case di Tokyo Scuola e Mikawajima non hanno bisogno del mio aiuto. Tutto il resto: confratelli, novizi, seminaristi, aspiranti… e vi aggiunga il personale insegnante, catechisti, ecc. grava sulle spalle del sottoscritto, Deus scit quia non mentior, sono a zero.
Per quanto sono autorizzato nel maneggio dei soldi?
Non mi consta che confratelli siano in condizioni speciali di irregolarità.
E che la povertà (per non dir miseria – se pensiamo alle condizioni delle case salesiane anche più povere d’Italia) è osservata e per necessità e per amore.
Allo studentato e Noviziato di Tokyo (e a Tokyo fa freddo!…) non si sa delle stufe… perché non possiamo. Il nostro Ambasciatore visitava l’Istituto e interrogava il nostro Don Tanguy sul modo del riscaldamento. “Non c’è!”, rispose. E l’Ambasciatore diceva: “Ecco come i Salesiani risolvono il problema: “Non c’è”.
E preghi per me affinché possa fare una buona morte. Cupio dissolvi… o meglio: “desidero fare la volontà di Dio”.
Tutti le vogliono essere vicini in questo bel giorno e imploriamo la sua benedizione, specie il
Suo povero
Don V. Cimatti
P.S. - Accolga a nome di tutti gli auguri più cordiali per le feste natalizie e di Capodanno.
1957 / Novizi salesiani in Giappone / 1937-12-8 /
ai Novizi della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
[8 dicembre 1937]
Miei buoni novizi,
All’entrata del vostro Noviziato siete come Gesù… Crescere in grazia presso Dio e presso gli uomini.
Coraggio! Ogni giorno un passo in avanti. Gesù ci concede forse un anno nuovo: sia speso tutto per Lui.
Vi sono vicinissimo. Pregate per me.
Don V. Cimatti, sales.
Buon Natale e Buon Anno.
1958 / Berruti Pietro e Candela Antonio / 1937-12-9 /
a Don Pietro Berruti, Vicario Generale, e Don Antonio Candela, Consigliere Generale
Miyazaki, 9 dicembre 1937
Rev.mi ed amat.mi Sig. Don Berruti e Visitatore Sig. Don Candela,
Spero che giungeranno a tempo i nostri auguri natalizi e di Capodanno da parte di tutti, riconoscenti per il bene immenso fatto ai singoli e all’insieme. Raccomando le nostre opere e i confratelli ed i problemi vitali nostri:
Troppi confratelli non sono a posto per la salute materiale e spirituale:
Attenzione agli invii dei nuovi
Come curare i presenti
Non ho personale adatto per gli studi dei chierici filosofi e teologi:
Proposi [che] mi si desse in imprestito per qualche anno qualche buon elemento di lettere, filosofia, teologia e scienze. Vi sono tanti buoni elementi chierici del tirocinio o buoni pretini che verrebbero in ginocchio (ben inteso che almeno abbiano superato l’esame magistrale o liceale) e farebbero optime. Per costoro non urge il giapponese, dovendo far scuola in generale in italiano o ad elementi che sanno l’italiano. Con un paio mi sentirei di avere uno studentato ideale – fra poco avremo gli elementi in posto.
Soluzione definitiva per la teologia. Punti coordinati:
Gli attuali teologi continuano al Gran Seminario
I nuovi teologi attendono soluzione. Sono quattro che dovrebbero iniziare in aprile. Supplico mi si dica al più presto per i preparativi in ogni senso:
o si continua anche per i nuovi così, sia pure in via eccezionale;
o si aderisce al desiderio di avere il nostro studentato – e allora attendo il necessario personale;
o si attua il progetto dello studentato orientale… Prego non dimenticare le nostre osservazioni e anche il momento attuale… che pure deve avere il suo peso.
Ho detto chiaramente che se si effettua il punto c, si preferisce inviare i nostri in Italia (ed il Signor Don Berruti accondiscese [che] si facesse pure fin da quest’anno). Naturalmente se questo avviene vedano i Superiori se economicamente e praticamente vale la spesa avere il noviziato e filosofia. Tutti i missionari e la Delegazione approvano lo sforzo che fanno i Superiori per la formazione del personale in posto, ma quattro anni all’estero lontano o vicino che sia, è un arresto tale che fa cessare i buoni frutti della formazione in posto.62
Altro punto: come regolare gli studi filosofici avendo elementi disparati (varie nazionalità – giapponesi) che non hanno la medesima preparazione culturale?
Id. importantissimo. Sviluppo da dare all’Opera salesiana al più presto (Tokyo, Kyoto, Osaka, ecc.) per dare lavoro agli elementi che usciranno dallo studentato filosofico per il tirocinio. Oppure sviluppo da dare all’apostolato in missione.
Il piano svolto finora (e che non ebbe l’approvazione piena dei Visitatori), cioè:
dilatarsi in missione al possibile
e dilatare l’opera salesiana al possibile
aveva lo scopo di preparare molto lavoro ai nostri attuali. Si videro degli inconvenienti nella non riuscita di Don L. o di Don C., che penso provenire da tutt’altra fonte; ad ogni modo, siccome non voglio avere sull’anima la perdita di nessuno dei miei – e finora ringrazio il Signore che mi pare di non averne – prego i Superiori a darmi norme al riguardo.
Al prossimo anno (1939) ho una dozzina di chierici da occupare: se non c’è lavoro conveniente, non li salveremo, anche formando comunità regolarissime.
Per l’eterna questione finanziaria: sul posto al momento non abbiamo mezzi per sostenere opere passive (come le case di formazione): quindi bisogna che i Superiori vengano in aiuto. Con Lire 25.000 non posso, umanamente parlando, mantenere a Tokyo 44 confratelli e novizi. Quando la Congregazione qua tale può far suo in Giappone non è gran cosa (Ss. Messe, ecc.) e non è cosa sicura (a meno che non l’assicurino i Superiori). Si domanda al Prefetto Apostolico aiuto e contributo: non ho mai fatto la questione, che sorgerà avvenendo l’auspicata decisione. Pensino però i Superiori, che quanto riceve il Prefetto Apostolico non copre metà delle spese sue annuali, e non so come potrà fare, né per quanto potrà concorrere.
Problemi tutti vitali e pratici, che prego non voler rimandare a dopo il Capitolo Generale, che se potrà dare una decisione di massima, non darà la decisione secondo le nostre necessità.
Non è della perfezione religiosa esporre quanto sto per dire, che del resto ho già risposto ai Visitatori: perché c’entra l’umiltà e la presunzione, ma di fronte al bene non c’è da temere, anche se si può dubitare di sbagliare.
Don Cimatti è nelle mani dei Superiori e vi vuole essere come il fazzoletto famoso, e si augurerebbe di essere usato così – cosa che non succede. I Superiori conoscono i suoi desideri di lavoro, comandato da altri, in qualunque punto del globo salesiano – dico e sottolineo salesiano, perché con le cariche di altro genere non mi ci trovo – chi può portare fronzoli et similia e far gran bene alle anime nell’apostolato in missione, è presto trovato. Se per il lavoro prettamente salesiano può questo brontolone servire a qualche cosa, in qualsiasi condizione, i Superiori sanno che non c’è per parte sua nessuna difficoltà. Ho visto Don Bosco all’età di tre anni e fui da quell’età oratoriano a Faenza; non è difficile capire che tutte le altre posizioni o condizioni, anche se ornate di rosso, blu o altro non sono né possono essere da me né capite né accettate: e penso di dimostrarlo chiaro.
È un discorso che mi fa male; ma non mi si tiri fuori né Monsignore, e altro… in tutto questo non c’entra l’ubbidienza salesiana, e resterò orso (come in tutto il resto). Penso che così i Superiori abbiano compreso il mio povero pensiero: insomma voglio salvare l’anima mia come povero salesiano e non in condizioni diverse, che non capisco.
Sono sicuro che Roma non opporrà nessuna difficoltà, e altri ottimi confratelli faranno incomparabilmente meglio. Se poi muoio (speravo proprio per la festa dell’Immacolata) non c’è bisogno di affannarsi, e tutti i problemi per me sono a posto, ed i Superiori agirebbero con tutta libertà: ed è questo che imploro.
Ho l’aria di rendermi necessario, mentre invece intendo di supplicare i miei superiori di mettermi in qualsiasi condizione – per qualsiasi anche nuovo lavoro.
Ho detto per chiarire anche tutti gli altri problemi di cui sopra.
E preghino per me molto…
Don V. Cimatti, sales.
1959 / Ziggiotti Renato / 1937-12-9 /
a Don Renato Ziggiotti, Consigliere Generale delle Scuole salesiane
Miyazaki, 9 dicembre 1937
Carissimo Gigione,
M.R. Consigliere scolastico Generale…
ma sei sempre tu per il tuo vecchio amico…
Buon Natale e buon anno! E prega per me.
Spero avrai ricevuto un mio promemoria per la questione dei nostri studenti di filosofia e teologia. Al ritorno dei Visitatori spero tratterete anche questa questione ed allora mi si risponderà. Eccoti due quesiti. Se puoi dirci qualche cosa…
Consta che la decisione dei Superiori sul triennio di filosofia soffra eccezioni, almeno per le missioni e per casi speciali, e a chi rivolgersi se questa porta è aperta? Se la legge è entrata in vigore da quest’anno si possono avere i programmi del nuovo ordinamento? Al gennaio dovrebbe incominciare il nuovo anno per noi, che posso ritardare fino alla fine di Marzo (fine d’anno giapponese): quindi vedi se…
Qui ab initio l’anno scolastico è sempre durato 11 mesi (in tutte le scuole giapponesi il vero mese di vacanza è solo Agosto). Penso che anche di questo occorre tener conto per il triennio (ti pare?).
Un elemento di cui conviene tener conto per la forza degli studi, e che noi non abbiamo ancora pienamente risolto, è la disparità culturale e in latino e in altre materie e in italiano per quelli provenienti da istituti missionari d’Italia e dall’estero. Come si potrebbe fare?
Perché capirai che colla scarsità di personale insegnante non si possono fare lezioni e lezioni, che dopo tutto arrestano… Almeno per il latino bisognerebbe che… Ma se vogliamo fare vere scuole e non larve, bisognerebbe che il programma di ginnasio fosse sviluppato in pieno (e per l’italiano che almeno capiscano).
Non è del tuo dicastero la scelta degli individui, ma penso che tu devi essere al corrente di queste difficoltà che qui vediamo chiarissimamente.
E per ora basta. Prega prega prega per me che ti ricordo sempre.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1960 / Cecchetti Albano / 1937-12-12 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 12 dicembre 1937
Caro Don Cecchetti,
Le invio per mezzo del bravo Don Arri quanto mi chiede per le Ss. Messe, tasse, pro cura Arri: (Yen 116,23). Preghi per me e che il Signore mi aiuti a pagarle il prossimo mensile.
Pel vino da Messa: è in viaggio – se ce ne sarà a M. farò inviare.
Per la somma della signora già pervenuta (e già più che spesa) pensavo fosse pel Seminario. Se è per Beppu mi ritengo debitore e pagherò quando potrò. Avrò così un debitore di più e Deo gratias! E Deo gratias per gli esercizi. Faccia quel che può ed il Signore farà il resto… meglio il tutto.
E faccia pregare per me e preghi per me.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1961 / Ricaldone Pietro BS / 1937-12-15 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
3.1 Due rinnovati focolari di grazie e di amore63 |
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Miyazaki, 15 dicembre 1937
Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,
La gioia del missionario erompe quando può contare nuovi mezzi a sua disposizione per l’apostolato, ed anche questa volta devo sfogare la mia gioia con Lei, amato Padre, comunicandole le grazie che il Signore ha voluto donarci in questo mese.
I nostri cari novizi nel giorno della festa salesiana dell’Immacolata si sono consacrati al Signore coi santi voti. Otto nuovi confratelli, fra cui due giapponesi, che vengono ad unire le forze loro alla causa della Redenzione in questo grande Impero.
Due nuove Chiese-Cappelle, rinnovate, abbellite, ampliate; due nuove fonti di grazie: richiamo efficace ai cristiani, incitamento ai pagani, dimora di Gesù.
Goda con noi, godano quanti hanno cooperato a tanto bene. In mezzo all’arsura che tormenta continuamente il missionario in Giappone, queste gelate di freschissima acqua fanno del bene…
La formazione in posto del personale che in futuro ci aiuterà e sostituirà (ah!, fosse un immediato presente!) viene poco a poco a prendere piega definitiva e a dare i suoi primi risultati, tanto per la parte missionaria che salesiana.
È un piccolo santo esercito che viene formandosi, che non desidera altro che il via per lanciarsi al lavoro; che viene attrezzandosi il meglio possibile per effettuare il “sempre più e meglio”, che se è il motto del nostro Don Bosco, non lo è meno di questo popolo per cui vogliamo lavorare con tutte le nostre forze. Ed intanto bisogna moltiplicare i centri di lavoro per queste forze giovanili, ed invadere così santamente con pacifica occupazione queste anime e donarle a Dio. Ed è già un gran passo che viene realizzandosi.
Risuonano sempre all’orecchio insistenti le parole del grande missionario S. Paolo: “Ma come invocheranno uno in cui non hanno creduto? E come crederanno in uno di cui non hanno sentito parlare? Come poi ne sentiranno parlare senza chi predichi?”.
Ed è la vera miseria di questo gran popolo… La scarsezza dei missionari. Il Giappone, la regione più povera di missionari. Ed ecco la ragione del nostro affanno quotidiano: formare numerosi e buoni missionari, specialmente indigeni.
Oh, con quale gioia si saluta oggi la nuova Arcidiocesi di Tokyo, affidata al clero indigeno giapponese, bella testimonianza fra le più significative del magnifico lavoro compiuto dai missionari, e prezioso segno di fiducia nel clero, che essi hanno formato.
Gesù poi ha bisogno della sua abitazione in mezzo a questo caro popolo; vuol anche qui vivere sempre in mezzo a loro… anche se non lo conoscono ancora tutti… Ed ecco la necessità della Chiesa, luogo di richiamo continuo ed in tante forme, tanto per i cristiani che per i pagani. Oh, sì! Gesù si adatta dappertutto in terra di missione; Lui, vero missionario! Ma pur nostro dovere preparargli meno indegne abitazioni spirituali e materiali.
Con sforzi, che Lei amato Padre può valutare, perché conosce a fondo le nostre finanze, si è riusciti ad attivare ex novo due focolari di luce e carità per tante anime, voglio dire la Chiesa-Cappella del nostro Oratorio di Mikawajima a Tokyo e la Chiesa di Nakatsu. A Tokyo la primitiva Cappella dell’Oratorio serviva un po’ da tutto; ora trasportata in sede propria ha almeno l’aspetto esterno di Chiesa, e nell’interno per le decorazioni del nostro bravo coad. Ferrari fu trasformata in un vero gioiello che forma l’ammirazione di quanti la visitano.
L’altare, il soffitto a cassettoni, le vetrate, il pavimento dell’altare trasportano il devoto in un mondo spirituale eccitato dalle figurazioni simboliche (la SS.ma Trinità, l’Eucaristia, gli Evangelisti) e dalle decorazioni così care ai giapponesi (fiori, uccelletti) che attrae e nello stesso tempo raccoglie, tutto convergendo al Sovrano Signore che domina nel centro dell’abside.
Benedetta solennemente dal nostro grande benefattore Mons. Chambon, alla presenza di S. Ec. Ambasciatori, di tutta la cristianità e di numeroso popolo e da un nugolo di fanciulli dell’Oratorio, sorga e protegga la moltitudine del buon popolo di Mikawajima.
L’infaticabile Don Escursell può davvero essere soddisfatto delle sue non lievi fatiche per realizzare al nostro buon Gesù un’abitazione meno indegna; alla sua cristianità il luogo della preghiera comune ed alla città di Tokyo un bel gioiello d’arte. Ed anche nella missione di NAKATSU il bravo Don Dumeez ha cantato l’inno di ringraziamento per aver potuto condurre a termine la bella Chiesa che si erge maestosa nel luogo più centrale della città.
Autorità, cristianità e popolo accorse all’inaugurazione, bene augurarono per il diffondersi del Cattolicismo in queste terre un tempo così fiorenti di fede. La chiesa è intitolata a Don Bosco: è la prima in Giappone dedicata al santo nostro Fondatore; omaggio dei suoi figli e cooperatori, affinché Don Bosco protegga e conduca a Gesù tutta la gioventù giapponese specialmente quella affidata alle nostre cure.
Focolari di luce e di amore per le anime le nuove chiese possano essere presto riempite da moltitudini di fedeli, trovino in esse la casa di Dio e la porta del Cielo. Amato Padre, chiudo con un accenno alla nuova opera del tubercolosario di Beppu.
Come da altre precedenti relazioni, la prova del fuoco, che distrusse la prima costruzione dell’Ospedale, la povertà e i sacrifici inauditi degli inizi dell’opera, non fiaccarono la fede e la volontà di queste giapponesi buone e vere sorelle di carità. In casa provvisoria curano i loro cari ammalati, ed a giorni iniziano la nuova costruzione, aiutata dal generoso concorso di autorità e benefattori.
Passai vere ore di paradiso coi ricoverati, amministrando Comunioni e cresime.
È un nuovo campo di apostolato di carità, che se dobbiamo giudicare dalle realtà attuali, è destinato a dare frutti ubertosi di salvezza di anime. Oh, ci aiutino le preghiere e la carità dei buoni, affinché colla salute del corpo, che a migliaia e migliaia i giapponesi vengono a cercare fra queste acque e fanghi termali, possiamo dare anche la salute dell’anima.
Il titolo della nuova istituzione è “Giardino di luce”: mi pare dica tutto il programma spirituale, che è nel cuore della fondatrice e dei collaboratori.
La fine d’anno sia preludio dell’auspicata pace di tutti, e di nuovi impulsi di bene, che, colla grazia di Dio e colla carità dei nostri benefattori, ci proponiamo di fare nel prossimo anno.
Ci benedica tutti e specialmente il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
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1962 / Cecchetti Albano / 1937-12-15 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
[15 dicembre 1937]
Carissimo Don Albano,
Nel sacco c’è un po’ di aiuto… è il mensile.
Se riesco ad uscire colle ossa sane dall’attuale situazione è certo un miracolo. Il Signore lo compirà anche per mezzo delle sue preghiere.
Saluti ad Arri [e] a Masiero. Quando sarà guarito? Lo lavori molto all’umiltà e a non voler entrar in tutto a dir la sua.
Lei si curi. Ho fiducia che Pier Giorgio ci aiuterà. Ah, se muovesse il cuore dei suoi a venirci in aiuto… Ho chiesto varie volte per piccole cose (adozioni o altro): mai risposto. Ah, se fosse lui vivo!
Buona novena di Natale – metta questa intenzione anche, che Gesù porti i suoi doni al poverissimo Don Cimatti.
La ricordo cotidie e più volte al giorno.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1963 / Merlino Alfonso / 1937-12-15 /
ad Alfonso Merlino, salesiano laico
15 dicembre 1937
Carissimo Merlino,
Dio ti rimeriti per i graditi doni distribuiti ai destinatari e per l’amore che dimostri sempre alla nostra cara missione.
Giunse tutto in ordine ed ho distribuito secondo i tuoi desideri. Don Marega, Don Cecchetti, Ospizio, Seminario. Seme in buono stato, rosmarino e timo, benché nelle patate, temo non attecchiranno.
Per te mettiti nelle mani di Dio e dei superiori – sta’ tranquillo in tutto, sempre allegro: sii sempre generoso col Signore. Prega prega prega per me.
Ti ricordo cotidie. A te e ai cari confratelli buon Natale e buon anno.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1964 / Circolare Salesiani / 1937-12-16 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Prefettura Apostolica Miyazaki
16 dicembre 1937
Carissimi,
Permettete che vi presenti i miei poveri ma cordiali auguri per le sante feste Natalizie e di Capodanno. Vi assicuro ferventi preghiere per voi, per i vostri e per le opere vostre.
Fate le mie parti presso i cristiani, allievi e benefattori nostri ed assicurate tutti delle mie preghiere, di cui chiedo forte contraccambio per parte vostra.
Il Signore ci ha procurato in questo periodo di tempo grandi consolazioni: otto nuove professioni, sei nuovi novizi, la benedizione della nostra chiesa a Mikawajima e Nakatsu; la venuta di nuovi elementi dall’Italia, la nomina del nuovo Arcivescovo di Tokyo Mons. Doi, che conosce ed ama l’Opera nostra. Deo gratias.
Rendiamoci sempre più degni delle benedizioni del Signore coll’adempimento del nostro dovere e colla santità della vita.
Se non vi saranno cambiamenti, si avvicina il ritorno del nostro Don Liviabella, chi avesse commissioni si affretti.
Desidererei che fra le cure del vostro apostolato lavoraste per la ricerca di buone vocazioni per la Diocesi, per la Congregazione, come personale catechistico ed aiutante missionario.
Dovendo ordinare le carte dell’ente morale (shadan) per l’annuale relazione prego che chi avesse carte, ricevute di tasse, ecc. me le invii con cortese sollecitudine.
Il prossimo anno sia per tutti voi abbondante di messi copiose di anime e di benedizioni spirituali e materiali.
Vostro nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1965 / Chierici salesiani in Giappone / 1937-12-16 /
ai Chierici studenti di filosofia della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
16 dicembre 1937
Miei cari studenti di filosofia,
Philosophus dicitur amator sapientiae. Voi dovete amare dunque la vera Sapienza, Gesù. In che modo?
Pensate a Lui
Parlate di Lui
Lavorate con Lui e per Lui
Buon Natale e buon Anno. Vi vedo sempre vicino al tabernacolo, nostro luogo di convegno.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
1966 / Marella Paolo / 1937-12-16 /
a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico
Miyazaki, 16 dicembre 1927
Eccellenza Reverendissima,
Mentre accuso ricevuta della notificazione di cui lettera del 3 dic. c.m. N. Prot. 600/37 colgo l’occasione di porgere a nome di noi tutti salesiani di Don Bosco e di Tokyo e della Prefettura gli omaggi più sentiti e gli auguri più sentiti per le feste Natalizie e di Capodanno, assicurando le preghiere più ardenti per l’E.V.
Riconoscente per i continui benefici ricevuti a nome di tutti mi professo
Sacerdote Vincenzo Cimatti, sales.
1967 / Grigoletto Giuseppe / 1937-12-18 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
4 M., 18 dicembre 1937 |
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Mio buon Grigoletto,
Non so ancor nulla della venuta: in caso preavviserò… ma per carità non scomodatevi per me.
Certo che se vengo per Venezia, piombo tanquam fur a Verona. Ho troppi debiti da saldare con te e con voi.
Bravo! Lavora per Monteortone… Oh! Una buona biblioteca è un tesoro per tutti! Ispirati anche in questo a Don Bosco che tutti dobbiamo imitare.
Ho notizia del tuo giuramento millesco alla Crocetta. Deo gratias!
Grazie del tuo continuo aiuto di preghiere e di opera diretta e indiretta.
Non sfugge nulla a Gesù, sta’ tranquillo.
Allegro e buono sempre. Saluta omnes e buon anno in tutti i sensi a te e a tutti.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1968 / Cecchetti Albano e Arri Carlo / 1937-12-18 /
a Don Albano Cecchetti e Don Carlo Arri, missionari salesiani in Giappone
M., 18 dicembre 1937
Carissimi Don Cecchetti e Arri,
State tranquilli: il Signore provvederà. È segno che quella non è la via, quindi go-anshin (tranquilli).
La statua di S. Luigi piace ai giovani: vedremo ove metterla per realizzare in tutto il desiderio del donatore per cui si prega.
A Lei e a Lui il merito di tutto il bene che ne verrà.
Saluti ad Arri. Preghi per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1969 / Grigoletto Giuseppe / 1937-12-20 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
20 dicembre 1937
Caro Don Giuseppe,
Stavo per spedire ed ecco che mi arriva la tua carissima del 29/11/1937, cui subito controrispondo.
Grazie della tua carità.
Per il fratello non ti posso dire nulla finché non avrò precise direttive sulla venuta o no, da parte dei Superiori. Per le preghiere: le assicuro intense finché sarò a questo mondo. Godrei di essere a Bolzano perché desidererei manifestare al buon Padrino la riconoscenza vivissima per quanto ha fatto e fa per noi.
Evviva S. Vincenzo Martire…
Don V. Cimatti, sales.
1969-2 / Grigoletto Giuseppe / 1937-…-… /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
Senza data [1937]
Carissimo Don Giuseppe,
Grazie della tua inesauribile carità e delle tue comunicazioni. Dio ti rimeriti di tutto. Per la mia venuta ancor nulla di fisso: più facile la fermata e il tramandare ad altro anno. Ad ogni modo, sono solito in tutto affidarmi a Lui: non ci si perde mai.
Mi accusi di essere venuto meno alla promessa di lasciarti in pace, come Don Cimatti ti accusa che, contro il tuo proposito, hai rincarato la dose. Penso che il Signore ci assolverà tutti e due.
Tengo a mente le date del diacon. e presbiterato del fratello. Vedremo. Per me non ricuso di aiutare in quanto mi sarà possibile. Ho troppi debiti con voi tutti.
Prego S. Zeno che ti allarghi la testa… I granchi!… In Giappone ce n’è degli splendidi… Don Cimatti ne ha presi dei magnifici in ogni senso.
Da’ un pugnetto a Don Riccardo ed un pugno al gran Galbusera che non ha smesso il vizio di chiacchierare, come faceva in scuola… a quei tempi… Davvero la volpe perde il pelo…
Il Signore dunque rimeriti di tutto de rore et de pinguedine terrae, mensuram confertam et supereffluentem…
Per me non so darti altro che preghiere e sacrifici (e ti assicuro che non sono pochi).
Accettali e disponga il Signore per il bene.
Tutto tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
e saluta omnes.
1969-3 / Grigoletto Giuseppe / 1937-…-… /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
Senza data [1937]
Carisssimo,
… Imploro per me e per te ed ai benefattori la grazia (non direi di rifarsi, che non si può, essendo già indelebile) di perfezionarci e divenire salesiani e sacerdoti, certo, costi quel che può costare.
Caro Giuseppe, se ti contasse lo scrivente, come vi arrivò!… Vedi, in questo genere tutto è relativo – e se quanto è avvenuto, non avvenne per nostra cattiveria, noi in coscienza siamo a posto. Sì, urge il dovere del perfezionamento usque ad adventum regni Dei pro nobis. Quanti santi sacerdoti poterono prendere l’esame di confessione a 50 anni e passa!… Il nostro Don Bosco, ricorda bene, sognava la perfezione del Salesiano – ricorda il “qualis esse perhibetur” e il suo contrario, e qualche cosa di questo purtroppo si infiltra anche fra noi. Dunque…
Ricorda sempre (come diceva Don Bosco con S. Francesco) che l’ottimo è nemico del bene. Devi farti sacerdote e salesiano coi mezzi che Dio ti dà e trafficali come sai e puoi…
Tranquillo sui giudizi che senti su Don Bosco e che possono riferirsi o a te o ad altri. Capita un po’ come quando si studia morale. Ma altro è il bene o il male morale, altro è la coscienza conseguente. Per noi religiosi poi l’obbligo del perfezionamento aggiusta tutto per gli uomini di buon volere.
Piuttosto deve esserci la tensione per avvicinarci tutti all’ideale del Padre. E lo sai, anche Don Bosco dovette passare sotto certe trafile o pro bono pacis o per ottenere parte di quel che domandava e non perdere tutto, ed adattare alla realtà e alla santità quanto aveva pensato di diverso. Es. la povertà, il vitto, i cooperatori et alias permultas cogitationes… Ma la legge del forzato adattamento, quando non c’entra in mezzo il dovere, è per tutti.
Quindi calmo anche in questo. E vedrai che Vincentius de Cima-mattis et Joseph Grigoletto si faranno santi sul serio. Diligentibus Deum omnia (quindi anche l’esser matto e zucca) cooperantur in bonum…
Don V. Cimatti
1970 / Novizi salesiani in Giappone / 1937-12-28 /
ai Novizi della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
5 Miyazaki, 28 dicembre 1937 |
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Cari Novizi64,
Nuovo anno: come voglio passarlo?
Così: Don Bosco mio modello in tutto.
Don V. Cimatti, sales.
1971 / Circolare Salesiani / 1937-12-29 /
ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica e Ispettoria S. F. Saverio
Prefettura Apostolica & Ispettoria
6 Miyazaki, 29 dicembre 1937 |
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Carissimi,
Dopo le sante feste di Natale sento il bisogno di ringraziarvi tutti per il bel lavoro di apostolato compiuto sotto tante forme in questo periodo di tempo, e coronato dal Signore col bel regalo di una quarantina di Battesimi.
Furono inoltre fatte belle manifestazioni di propaganda coi concerti a Beppu e Oita, e specialmente a Miyakonojo ove si constatò una bella onda di simpatia tra le autorità civili e militari per la missione in occasione dei concerti dati e per la città e all’ospedale militare e al salone della città col discorso del nostro Don Margiaria. La frequenza pure dei ragazzi alle manifestazioni natalizie furono davvero consolanti dappertutto.
Procuriamo di non lasciar spegnere questo fuoco; sfruttiamo santamente la presente condizione di cose: animiamo i catechisti a fortificare i neofiti e i catecumeni, diamo sempre maggior impulso alle riunioni dei giovani e specialmente non dimentichiamo i preziosi ricordi e consigli datici dai Superiori nella loro visita, e sono sicuro che il Signore benedirà ancor più i nostri lavori apostolici.
Riceverete il calendario e con esso un libretto che spero vi sarà utile. Come pure riceverete il DIRECTORIUM che entra immediatamente in vigore.
In attesa di qualche riunione d’assieme, che chiarisca eventuali dubbi, si seguano per ora le norme indicate nell’introduzione.
Non si dimentichi la lettura delle Regole da farsi all’inizio dell’anno (si può fare a mensa o come lettura spirituale in chiesa).
A voi, ai cristiani, giovani e benefattori buon Anno.
Pregate sempre per me.
Aff.mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1972 / Cecchetti Albano / 1937-12-31 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
31 dicembre 1937
Carissimo Don Cecchetti,
Buon anno a Lei e ai suoi. Pensavo che Lei avesse risolto verbis la questione dell’insegnamento alle Novizie e Figlie di Maria A.
Come le dissi fu sbagliata la mossa ed è naturale che il bravo Don Marega si sia offeso.
Ne scrivo due parole alla Superiora da cui era partito l’invito.
Ho scritto anche a Don Marega chiarendo le intenzioni del buon Don Cecchetti, ed essendo una cosa che gli fa del bene in tutti i sensi, e che gli dà modo di compiere meglio il suo dovere di incaricato delle Figlie di Maria A., lasci che anche questo bene si compia.
E preghi per me. Preghi affinché mi salvi.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1973 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1937-12-31 /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
31 dicembre 1937
Rev. ma Madre,
A Lei e a tutte buon anno! Le ho fatto spedire una cassa di materiale medicazioni (garza, ecc.) cui fu unito materiale medicinale. Se le serve usi nel Signore.
Ricerche fatte mi hanno dato risultato negativo per libri e medicinali da Torino.
Mi scrive e mi disse a voce il nostro Don Cecchetti che si sente di fare la scuola di religione. L’anno scorso Lei avendo invitato Don Marega andrà bene intendersi con Lui. Se Don Cecchetti può fare, essendo parte del suo dovere di incaricato delle Figlie di Maria A. andrà bene faccia con suo vantaggio in ogni senso.
E preghi e faccia pregare per me.
Suo nel Signore
7 Don V. Cimatti, salesiano |
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1974 / Pasetto Giuseppe / 1937-…-… /
a Giuseppe Pasetto, chierico salesiano
[1937ca]
Carissimo Giuseppe,
Eccoti il tuo protetto Giuseppino. Vedi di pregare perché divenga davvero come lo vuole il Signore, degno della fede che ha ricevuto.
E tu procura di essere un buon salesianetto come ti vuole Gesù: allegro, studioso, e laborioso. Ti benedice il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1974-2 / Pasetto Giuseppe /
a Giuseppe Pasetto, chierico salesiano
[1937ca]
Carissimo Pasetto,
So che hai aiutato caritatevolmente la povera nostra missione offrendo l’elemosina per una santa Messa. Grazie. Hai certo salvato un’anima.
Dio ti benedica. Pregherò assai per te e per i tuoi studi.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1974-3 / Pasetto Giuseppe /
a Giuseppe Pasetto, chierico salesiano
[1937ca]
Caro Pasetto,
In silentio et in spe erit fortitudo tua.
Don V. Cimatti
1 È qui manifestato uno degli atteggiamenti caratteristici di Don Cimatti. Don Tirone avrà visitato le Missioni: ma non ci lavorò mai. Tuttavia – da quanto si deduce – dovette aver dato a Don Cimatti delle direttive tali che differivano dalle sue. Davanti a questo stato di cose, mosso dal rispetto che ha verso i Superiori, confessa la sua ignoranza. Tuttavia non è con questa che possa cambiare completamente il suo modo di vedere. Di qui il tormento.
1 Si omette la lettera del Rev.mo Rettor Maggiore sulla visita, si riporta invece quella del Prefetto Generale Rev.mo Don P. Berruti.
27 dicembre 1936
Carissimo Monsignore,
L’acclusa le dice che presto avranno costà il Visitatore; la presente le comunica che il visitatore è il Sig. Don Candela il quale con grande piacere verrà a vivere qualche mese la vita di cotesta missione. Non posso precisare per ora la data, ma comincio a comunicare le notizie generali. Io partirò in febbraio per il Siam, ove terminata la visita che vi farà il Sig. Don Candela, vi saranno gli esercizi spirituali e la riunione dei Direttori. Terminato tutto questo partirò per la Cina ove farò la visita. Quindi andrò in Giappone per gli esercizi e per la riunione dei direttori presieduta dai due Superiori del Capitolo. Scenderemo alla Cina per gli Esercizi e le riunioni dei Direttori, poi faremo vela per l’Europa. Gli esercizi sono l’introduzione della riunione dei direttori: quindi ad esse come alle riunioni debbono intervenire tutti i direttori della Missione, ed i membri del Consiglio Ispettoriale. Le istruzioni saranno predicate dal sottoscritto, per le meditazioni cerchi lei un predicatore. Preghi e faccia pregare i Salesiani, i Novizi, gli aspiranti e i giovani e le Suore perché il Signore benedica la Visita e la renda veramente fruttuosa per tante migliaia di anime che aspettano la loro redenzione dalle mani di cotesti buoni Figlioli di Don Bosco.
In attesa…
Sac. P. Berruti
2 Don Angelo Bernardi era stato ordinato il 5 Nov. 1936. L’estrema necessità di personale aveva messo Mons. Cimatti nella necessità di affidargli la cura delle due cristianità di Miyakonojo e Tano già dal 19/1/1937
3 R.M.796, manoscritto, pubblicato in B.S. giugno 1937
4 Il coad. si trovava a Penango Monferrato.
1 Si tratta del ricordo funebre di Don Rinaldi, stampato su un cartoncino.
5 Le tre lettere che seguono sono le prime della serie di pratiche necessarie per avere dalla S. Sede l’autorizzazione per la fondazione della Congregazione indigena della Carità di Miyazaki. Tutte queste lettere sono fondamentali per capirne la storia, in cui Don Cimatti ebbe gran parte. Meraviglia che non siano riportate nella trascrizione dell’epistolario fatta da Don Crevacore. Probabilissimamente furono conservate nell’archivio della nuova Congregazione, e solo nel 2004 ne fu data copia al Museo di Don Cimatti. Forse fu questo uno dei motivi per cui si ignorò il contributo di Don Cimatti nella fondazione della nuova Congregazione.
6 Si conserva la lettera di presentazione di Mons. Marella con la sua firma. In essa scrive: “Io stesso visitai l’Ospizio al quale si accenna, e sono il primo a riconoscere che per assicurarne l’esistenza, e promuovere al tempo stesso altre opere di carità nella Prefettura, le giovani giapponesi sono le più adatte e le più desiderate dal popolo”.
7 Questo era il parere di Don Cavoli, che, come dice lui stesso, voleva che fosse per sempre una Associazione laicale, ma poi cedette all’insistenza di Don Cimatti, e da lui fu incaricato di portare avanti l’opera. Evidentemente a questa data don Cavoli aveva già acconsentito all’idea del suo Superiore.
8 Sulla copia che abbiamo c’è scritto chiaramente il 30 aprile. Se l’arrivo è pervisto per il 3 maggio, le date non combaciano. Questa lettera è del 2 marzo, quindi deve essere partito verso il 3 marzo.
9 Oltre agli altri lavori, Don Cimatti diventa anche direttore del Piccolo Seminario di Miyazaki.
10 R.M.804, manoscritto, inedito.
11 Fu certamente lui stesso che maggiormente fece i sacrifici maggiori per la cura della cristianità: tra tutti quelli degli altri non trova posto il suo nome.
12 R. M. 810, manoscritto, pubblicato in Bollettino Sales., Agosto 1937.
13 Si tratta dell’Opera sociale “Hikari no sono” fondata dalla Sig.ra Nagata.
14 La mattina del 5 aprile Mons. Cimatti era certamente a Beppu: il pro-memoria è la trascrizione della conversazione avuta con Don Cecchetti. Di qui l’enigmità di alcune espressioni.
15 Don Colombara gli scriveva sempre in poesia, e don Cimatti faceva lo stesso
16 I confratelli sono il Sac. Don Angelo Bernardi e il coad. Cesare Maccario.
17 Un’opera cattolica di beneficenza esistente a Beppu e che andò distrutta dal fuoco.
18 La casa delle F.M.A. di Beppu posta in luogo rialzato.
19 Copia di questa Instructio mandata da Propaganda Fide a Don Cimatti è conservata nel Museo di Don Cimatti. In essa manca la firma, che evidentemente nell’originale doveva esserci. Inoltre mentre nelle altre pagine c’è il timbro di Propaganda Fide, nell’ultima pagina il timbro non c’è: questa deve essere una copia della lettera spedita a Roma.
La risposta arrivò da Propaganda Fide in data 16 giugno 1937. In essa si dice: “Le si concede la licenza di cui al Can. 492/I Cod. Jur. Can.”. Tuttavia fa notare: “Relativamente al nome «Suore di Carità» parrebbe piú opportuno... che si aggiungesse qualche termine che serva a distinguere, specialmente per i non giapponesi” e propone il nome di “Suore di Carità del Giappone” che si trova nel seguente decreto di erezione del 15 agosto
20 R. M. 819: manos. pubbl. in Bollettino Sales. NOVEMBRE 1937.
21 Si suppone che lo scritto sia del tempo in cui il destinatario, novello prete, si trovò alla Missione di Miyazaki. Nell’originale manca ogni data.
22 Don Arri ammalato, e don Felici furono ordinati diaconi per una concessione speciale.
23 Gli appunti si ritengono scritti prima ancora che arrivasse il Visitatore straordinario del Rettor Maggiore, Don Antonio Candela. Ora sulla cronaca di Miyazaki-Seminario si trova scritto di sua mano: “Vado incontro al Visitatore M.R. Don Candela a Kobe” (20/6/1937). In Agosto si aggiunse poi il Rev.mo Don Berruti. Probabilmente consegnò al Visitatore gli appunti, il quale li conservò: di qui la ragione della loro conservazione negli Archivi della Congregazione.
24 Lo scritto è indirizzato all’ascritto Castiglioni ed un compagno che avevano ricevuto la destinazione per il Giappone.
25 Il governo aveva dichiarato che la visita ai templi scintoisti non aveva senso religioso, ma solo civile. La S.Sede in base a questa dichiarazione permise ai cristiani queste visite e il Legato Pontificio ne diede l’esempio.
26 Queste parole sono scritte in musica
27 Letteralmente sacchetto per visitare e consolare: era così chiamato il pacchetto che era offerto per i soldati in guerra e contenente oggetti utili di vario genere. Il Giappone si trovava in guerra con la Cina
29 Da qui risulta che erano in corso le pratiche per l’approvazione della nuova Congregazione “Caritas” di Miyazaki.
30 Don Valentini si trovava allo studentato della Crocetta a Torino come professore.
31 INEDITO. Da un dattiloscritto esistente presso l’UCSS, N. 828.
32 Si fanno sempre più insistenti le direttive del Ministero della Pubblica Istruzione verso le istituzioni religiose. Queste continueranno fino alla fine della seconda guerra mondiale. Da notare che Don Cimatti, che aveva un forte senso storico, raccolse tutte queste direttive, e alla fine ne fece un pacco legato con uno spago scrivndoci sopra “Per la storia”. Uno studioso della chiesa giapponese in questo periodo, mi fece notare che questo materiale non si trova nè nella Biblioteca Nazionale nè presso i Vescovi. Forse solo nel nostro Museo di Tokyo. (Don Compri)
33 Il can. 492/1 dice che il Vescovo con l’approvazione previa della S. Sede può fondare una Congregazione Religiosa. Perciò Don Cimatti dice “Di nostra autorità”, essendo la congregazione di diritto diocesano. Quanto a quel “su domanda di Don Antonio Cavoli”, da tutto l’andamento risulta chiaro che è stata una domanda basata sull’obbedienza. Se non ci fosse stato il comando di Don Cimatti, non sarebbe nata la Congregazione della Carità.
34 Quanto è qui appena toccato specie se messo in relazione alle allusioni della lettera a S. Ec. Mons. P. Marella, Delegato Apostolico, del 8/9/1936 fanno pensare che “in alto loco” si pensasse seriamente elevare Mons. Cimatti almeno a Vicario Apostolico.
35 Il ch. Claudio Filippa morto annegato a Numazu il 15 agosto 1937, per la morte di un fratello era ostacolato nella realizzazione della sua vocazione da parte della famiglia. Quanto qui viene detto fa pensare ad un tentennamento anche da parte sua. Don Cimatti ne scrisse un Profilo Biografico di 46 pagine stampato a Tokyo nel 1938, con dedica ai genitori.
36 R. M. 835: manosc., pubblicato in BOLLETTINO SALESIANO GENNAIO 1938.
37 Il 22 agosto 1937 Don Cimatti nella sua Cronaca scrive: “Le prime cinque novizie della Congregazione dell’ospizio pigliano l’abito ed iniziano a Fukuoka il Noviziato. Che voglia dire l’inizio di una nuova Congregazione indigena è presto capito... Oh, che il Signore conduca a termine gli sforzi del nostro D. Cavoli per questa opera di capitale importanza”. Come abbiamo notato, la “santa ispirazione” fu di Don Cimatti, ma egli, come sempre, mette davanti i suoi confratelli.
38 Erano ricordi che davano ai soldati partenti per il fronte.
39 Nel caso concreto era risaputo che i genitori volevano assolutamente il figlio a casa. Da questo scritto di Mons. Cimatti si potrebbe pensare che la generosità potesse perfino mancare nel figlio. È però una supposizione non suffragata da Mons. Cimatti che ne scrisse anche un breve vita.
40 Ancora adesso questo è un problema irrisolto. Se si pensa al personale ridotto e alle distanze tra una residenza e l’altra, non si trova una soluzione soddisfacente. Tanto più che il lavoro nelle zone di campagna è assai ridotto. Dal contenuto di questa lettera risulta chiaro che la visita non ho risolto i problemi.
41 Per il medesimo problema cfr. lettera al Consigliere Scolastico Generale, Don R. Ziggiotti del 24 Settembre 1937.
42 Don Alfonso Crevacore che fu direttore allo studentato dal 1962 al 1968, dopo tanti anni si trovò nelle medesime condizioni: i Superiori volevano lo Studentato teologico interregionale a Hong Kong. Tolto il piccolo particolare della Corea e Manciuria, afferma che avrebbe dovuto ripetere le medesime cose e confessa di essere stato altamente impressionato dalla chiaroveggenza di Don Cimatti.
43 Girardengo era un corridore famoso in quei tempi.
44 L’originale è andato perso. Se ne trova copia nella cronaca del Noviziato Salesiano di Tokyo, anno 1937 dopo la cronaca dei giorni 28-29/9/37.
45 Non si riesce a decifrare alcune parole precedenti alla citazione fra virgolette.
46 Don Bartolomeo Fascie, consigliere scolastico generale, dal 1919, + 31/1/1937, a cui appunto successe don Ziggiotti.
47 Si trattava dell’anniversario della Consacrazione Episcopale.
48 Manca il manosritto, pubblicato nel febbraio 1938.
49 Il N. 2 naturalmente è riferito a Don Cecchetti stesso che parlava il giapponese come lo parlava, e quindi evidentemente evitava di parlare…
50 dialettale: occhio, bambino mio.
51 Dialettale: pugnetto.
52 Carlino: moneta d’oro fatta coniare da Carlo I d’Angiò (1278). Nelle Romagne sotto il dominio pontificio la moneta era il “Carlino Papale”. Nell’ottocento, pagando i sigari con un carlino, col resto si comprava il giornale.
53 I due diaconi di cui viene fatto il nome erano stati ordinati il giorno 6/6/1937.
54 Don Cimatti dovette diventare Direttore del Piccolo Seminario il 9/3/1937 per la partenza improvvisa del Direttore Don C. L’opuscoletto di cui parla è certamente quello dal titolo “Miyazakensis provinciae plantarum collectio” ab anno 1926 usque ad annum 1936. Tokyo 1937. È interessante notare che Don Cimatti ne mandò copia nientemeno che all’Imperatore che era specialista in alghe marine. L’Imperatore in ricambio gli mandò 10 splendidi esemplari di alghe, che Don Cimatti, tornato in Italia nel 1938, regalò al Museo di Valsalice dove ancora si trovano. C’è scritto di sua mano “Piante marine del Mare Interno del Giappone nei pressi di Kamakura. Varie raccolte da S. M. l’Imperatore nei tuffi durante i bagni di mare. Al mio indimenticabile Valsalice. D.V.Cimatti, sales. Agosto 1938”. Che li abbia ricevuti dall’Imperatore non c’è dubbio, ma certamente non furono raccolte da lui, perchè su ogni foglio c’è il nome di una ragazza, Kawai Akiko, che era allieva in 1 media della scuola di Futaba tenuta dalle Suore, il cui padre era stato ambasciatore in Polonia, e aveva la villa a Kamakura-Hayama vicino a quella dell’Imperatore. Nel Museo di Tokyo ce n’è fotocopia a colori.
55 Si trattava della vita di Gustavo Bruni, chiesta da Mons. Cimatti stesso.
56 Invece di alloquimur nel testo c’è “alloquitai”: latino giapponesizzato, che vorrebbe dire: desidero parlarvi.
57 Si tratta del famoso Patto Tripartito: Giappone, Italia, Germania. Per l’occasione venne in Giappone una missione di gerarchi fascisti e i nostri missionari dovettero fare il servizio agli ospiti che non conoscevano il giapponese. Non mancavano tra i giovani missionari alcuni entusiasti del fascismo.
58 Il 2 dicembre la Visitatoria fu eretta in ispettoria e Don Cimatti fu nominato Ispettore.
59 Don Candela fece rimostranze essendoci l’Oratorio misto nella parocchia di Mikawashima. In missione non si poteva fare divesamente. Don Escursel per questo decise di tornarsene in Spagna.
60 L’anno scolastico giapponese va da aprile a marzo.
61 Il 22 novembre erano arrivati dall’Italia i chierici A.Castiglioni, A.Colussi, St.Dell'Angela, D.Fortuna, M.Moskwa, N.Pisarski, e ilcoadiutore G.Rosso
62 A risolvere la questione 2 anni dopo venne la guerra per cui fu impossibile muoversi.
63 R. M. 850: manoscritto, pubblic. in BOLLETTINO SALESIANO, MAGGIO 1938.
64 Manca l’originale. Se ne trova copia nella “Cronaca del Noviziato” in data 1° Gennaio 1938.