ŠRicaldone Pietro | Data | Destinatario | Oggetto | ð |
1349 / Ricaldone Pietro BS / 1935-1-1 /
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2 La nuova scuola professionale Don Bosco a Tokyo1 |
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3 Miyazaki, 1 Gennaio 1935 |
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Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
La giocondità di Natale ha risuonato a festa anche nella nostra povera missione. Gesù ci ha regalato 22 Battesimi; affluenza dei cristiani che accorsero da ogni parte alla festa familiare della carità; enorme concorso dei ragazzi pagani degli oratori (oh, l'enorme attrattiva del benefico albero di Natale!). A Mikawajima (Tokyo) i ragazzi intervenuti superavano i 1500, però solo 1300 hanno ricevuto i doni e i dolci natalizi, perché muniti dei biglietti di presenza. Con gentil pensiero si volle il giorno di Santo Stefano far godere la festa di Gesù anche ai fratellini degli oratoriani. Giocondo spettacolo che avrà certo allietato Gesù! Accompagnati dai loro fratelli oratoriani i settecento angioletti ricevettero tutti contenti e felici un pacchettino di dolci. Generosi benefattori, le suore di varie congregazioni religiose accompagnate dalle loro allieve, gli allievi e confratelli della scuola tipografica Don Bosco si prodigarono per venire in aiuto alla povertà dei salesiani e dei giovani del rione più povero di Tokyo. Doni Gesù la pace a quanti cooperarono a questa opera di vera carità materiale e spirituale.
Ma la primizia del nuovo anno, per noi “anno santo” eccole la nostra SCUOLA PROFESSIONALE DON BOSCO: grido giocondo che sprigiona dai nostri cuori. È un inno di ringraziamento al Signore; inno di riconoscenza ai generosi benefattori che possono essere ben lieti di vedere i risultati della loro carità; inno di speranza per il bene che potrà farsi.
UMILI INIZI. Giunti in Giappone l’8 Febbraio 1926, “in silentio et in spe” ci siamo venuti preparando con questa precisa direttiva: “tentiamo di fare del bene sulle orme di Don Bosco” e già fin d’allora, ricordo, si sognava una tipografia… Pur ignari della lingua, venivamo abbozzando traduzioni… e già era in incubazione la piccola vita di Don Bosco, la biografia di Savio Domenico.
Nel 1927 si inizia in pieno il nostro lavoro missionario nelle tre residenze di Miyazaki, Oita, Nakatsu e quanto avevamo modestamente preparato, presso tipografie locali, viene edito. Sentiamo il bisogno di coordinare le forze dei cristiani in sede e di portare la parola buona ai cristiani dispersi, che ancor non conoscevamo, ed ecco sorgere il piccolo foglio mensile “DON BOSCO” che ora è divenuto l’organo dell’Opera salesiana in Giappone.
Ma pur essendo soli agli inizi, volevamo far giungere la buona parola anche ai nostri poveri pagani, ed ecco foglietti che erano pubblicati “ad occasionem” poi mensili, poi bimensili – intitolati “FOGLIE SPARSE” – perfino un tentativo di giornale per i pagani: “Il grano di senapa”.
Quando nel programma minimo di azione coordinato con Lei nella sua visita in Giappone nel 1927, ci fu la fondazione di una tipografia; quando finalmente per la munifica donazione del nostro confratello Rev. Don Torquinst si potè acquistare una striscia di terreno a Oita su cui comparve il primo nostro modesto edificio tipografico, il cuore andava dilatandosi di gioia nel pensare che la realtà del sogno primitivo si avvicinava. Ed anche in questo stadio continuo il lavoro precedente di propaganda – comparvero le LETTURE CATTOLICHE; la prima traduzione in giapponese popolare del VANGELO UNIFICATO del nostro Don Anzini; l’inizio di una COLLANA DI LETTURE AMENE per la gioventù, ed altre pubblicazioni di vario genere, che cominciarono a far conoscere anche fuori della missione la nostra minuscola scuola tipografica Don Bosco.
NEL PRIMO DECENNALE. Ed ecco che agli albori del primo decennale della nostra venuta in Giappone, coll’aiuto di Dio, colla generosità di esimi benefattori e benefattrici (oh, quanti sarebbe doveroso citare a titolo di onore e come tributo di riconoscenza!), e colla tenace propaganda del nostro Don Margiaria, la scuola professionale Don Bosco, limitata per ora alla sezione tipografica, è un fatto compiuto.
Il Signore sa le ansie, le trepidazioni provate, le richieste incessanti di aiuto, le peregrinazioni del nostro Don Margiaria nell’America del Nord, il generoso disinteresse di quei confratelli per aiutarlo e facilitargli l’impresa; il Signore sa tutto quello che ha condotto a compimento l’opera.
Ma non è esatto dire “compimento” d’opera. Lei sa, amato Padre, che questo non è che il principio della scuola professionale completa, che sorgerà forse più rapidamente della parte iniziale, se non verrà meno l’aiuto dei buoni e dei nostri buoni cooperatori e cooperatrici.
LA STAMPA IN GIAPPONE. È noto che anche in questo campo il Giappone è alla testa delle nazioni. Il desiderio dell’istruzione, la tenacia e costanza di questo popolo nel realizzarla ne è indice significativo. Il desiderio della lettura, che investe un po’ tutti i giapponesi, oltre che privatamente, trova soddisfazione in 4609 biblioteche pubbliche che registrano 26 milioni di lettori all’anno.
Per dare un’idea del solo movimento giornali-riviste, i quotidiani sono 1200 con oltre 20 milioni di sottoscrittori, di cui il più importante l’ASAHI esce in due milioni di esemplari – sono a suo servizio 36 rotative ed oltre gli ordinari servizi, telefoto, radio, colombi viaggiatori e aeroplani.
Le pubblicazioni settimanali-mensili sono 6300 su ogni genere di argomenti. Le Università pubblicano 51 diari e 782 riviste al mese sui rispettivi insegnamenti, ricchissime di splendide illustrazioni. La capitale ha 194 giornali e 1194 periodici; Osaka rispettivamente 86 e 508. La città di Oita (70.000 abit.) nella nostra missione 28 e 43. Chi può dire la massa delle pubblicazioni-libro di insegnamento, cultura, erudizione? Si tratta di cifre sbalorditive.
Il Giappone ha assimilato anche in questo campo quanto di meglio e di perfetto dal punto di vista tecnico e quantitativo vede nelle altre Nazioni. Purtroppo non scevera troppo, e molto del non buono pubblicato all’estero si è introdotto e non viene certo educando al bene le nuove generazioni. La vigilanza assidua dell’autorità responsabile ha dato per l’anno decorso la soppressione di 217 pubblicazioni di idee comuniste e 40 immorali, e di 227 riviste comuni e l8 immorali, ma che cosa può rappresentare questo lodevolissimo sforzo nella colluvie di tante pubblicazioni?
La stampa cattolica si sforza di lavorare colla pubblicazione del “Settimanale Cattolico” e di numerose pubblicazioni che lumeggiano il pensiero e lo spirito cattolico. Una commissione pro stampa che ha scelto per protettore Don Bosco, formata degli elementi più eletti di ogni missione, cerca di coordinare, ampliare, divulgare il sano apostolato dalla capitale a tutte le Province dell’Impero – presso l’Università cattolica a Tokyo si tiene un corso annuale speciale per la formazione di buoni scrittori – ma qui più che altrove si va a sbattere contro le inevitabili difficoltà finanziarie; per i pagani poi la natura delle idee cattoliche non è sempre tale da attirare molto alla lettura; la massa dei cristiani (specie dei discendenti dei vecchi cristiani) non legge molto.
Al momento dunque la stampa cattolica, che pur ha già realizzato consolanti progressi, sta cercando ancora la sua via definitiva, il suo orientamento ed assestamento. In questo ambiente sorge la nostra modesta scuola.
Il passato lavoro è già stato buona esperienza d’ambiente – speriamo che il modesto inizio attuale della scuola nella capitale segni un progresso in estensione e profondità, tale da poter fare del gran bene anche nell’opera importantissima della buona stampa. Il giorno 31 Gennaio, festa natalizia di Don Bosco, la scuola sarà benedetta; ci ottenga il santo Patrono che si realizzi per essa il suo motto: “In queste cose Don Bosco vuol essere sempre all’avanguardia del progresso” e come l’opera di propaganda tipografica e libraria furono proprio le opere della sua predilezione e formarono il suo nobile orgoglio, così anche la nuova fondazione si ispiri in tutto e per tutto al programma paterno. L’opera è iniziata, ma “more salesiano”, ha bisogno di tutto e di tutti. Imploro preghiere, aiuti materiali da tutti.
Sempre suo aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
1350 / Circolare salesiani / 1935-1-6 /
3.1 |
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3.1.1 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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6 gennaio 1935
Carissimi confratelli,
Ogni anno alla fine dell’anno scolastico vi parlo di un argomento che sta a cuore a tutti. Vorrei che specialmente in quest’anno facessimo tutto lo sforzo possibile per realizzarlo nella sua pienezza: è un anno SANTO. Vi scrivo nel giorno della Santa EPIFANIA, e la mia esortazione è appunto per parlarvi delle VOCAZIONI. I recenti avvenimenti ci persuadono sempre più della necessità che al più presto possibile formiamo per la missione e per la nostra Società buoni e santi soggetti, che siano in grado di aiutarci e a tempo opportuno sostituirci. È il volere della S. Chiesa; è il desiderio del Governo stesso Giapponese e della popolazione. Miei buoni confratelli, ricordiamo il lavoro di Don Bosco, mi pare che questa fu una delle sue preoccupazioni, sante preoccupazioni. Imitiamolo.
Abbiamo bisogno di buoni seminaristi, abbiamo bisogno di buoni ASPIRANTI (e questi non solo per formare dei buoni preti, ma anche degli ottimi COADIUTORI nei rami diversissimi dell’attività salesiana), abbiamo anche bisogno di personale di SERVIZIO per i lavori di casa e di campagna. LA nuova SCUOLA DON BOSCO a Tokyo domanda allievi, come pure ne domanda il collegetto di Nakatsu. Le porte del nostro OSPIZIO sono aperte agli orfanelli ed adulti derelitti. Per la parte femminile le FIGLIE di MARIA A. attendono pure il nostro valido contributo di aiuto e di consiglio.
Qual bel lavoro di attività è a voi affidato, è a noi tutti affidato! Mi raccomando dunque con tutte le forze et in visceribus Domini nostri J. C. che da oggi specialmente cominciamo a tirare le file del lavoro fatto finora per questa opera santa e venire in aiuto alla missione e alla Congregazione che reclamano con insistenza buoni e santi operai.
MEZZI: preghiera, applicazione esatta del nostro sistema educativo (specialmente frequenza ai Ss. Sacramenti), Compagnie, piccolo clero, belle funzioni, musica, buon esempio in tutto, serena giocondità, belle maniere, ecc. e quanto altro credete utile per eccitare nelle anime il prezioso seme della vocazione. Ricerca presso missionari o altre persone conoscenti. Fare conoscere le nostre opere. Attiviamoci in questo importante lavoro e vedrete che metteremo il Signore nell’occasione di venire in aiuto, se sarà necessario, anche in forma straordinaria. Sarò riconoscente a quanti vorranno suggerire mezzi pratici per riuscire ad un buon successo. Per la pratica di accettazione potete rivolgervi ai confratelli responsabili o anche al sottoscritto. Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
PRO-MEMORIA
Qualora già si facesse, non si dimentichi mai di far recitare ai cristiani la preghiera per l’Imperatore e Famiglia Imperiale (quando vi è la massima riunione dei cristiani).
L’uso del calendario giapponese non sopprime i nostri privilegi. Raccomando si celebrino le commemorazioni nostre (Primo Venerdì del Mese, 24 del mese) e le nostre feste.
La Delegazione Apostolica è d’avviso che bisognerà rivedere quanto prima il Catechismo. Per ora propone la correzione della risposta sulla superstizione – come da modulo incluso. Colla prudenza voluta fate in modo che i catechisti comprendano bene, e nelle forme opportune vedete di informare all’occasione i cristiani e catecumeni.
Per meglio ottenere quanto in acclusa (sopra) circolare vi prego di fare in una domenica un discorso sulla vocazione e relativi obblighi dei genitori.
Don V. Cimatti, sales.
Superiore della Missione
1351 / Ghetti Giorgio / 1935-1-10 /
3.1.2 a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore |
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10 gennaio 1935
Amatissimo Sig. Dottore,
Grazie della sua consolantissima. Non dubiti di inviare a Torino al nostro Ven.mo Rettor Maggiore che invia sempre anche le minime somme. Specifichi solo chiaramente.
Grazie pure delle notizie e generali e specie quelle della famiglia per cui prego, come pure per il suo suocero Masolini.
Qui nulla di nuovo. Quest’anno è il decennale nostro e spero che il Signore mi darà modo di poter stabilire il noviziato salesiano a Tokyo.
Mi dispiace di darle sempre dei grattacapi colle richieste continue. Ma che vuole? È un male di famiglia insegnato da Don Bosco e penso che anche il Dr. Ghetti non riesce a guarirlo.
L’abbraccio nel Signore.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1352 / Cecchetti Albano / 1935-1-12 /
3.1.3 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone |
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12 gennaio 1935
Carissimo Don Albano,
Rispondo alle sue che si vengono accumulando. Quando c’è qualche cosa di urgente è meglio scriva a Miyazaki. Ormai è difficile poter dire dove Don Cim. abbia sede.
Spero avrà ricevuto o riceverà vino richiesto al più presto.
Quanto è stato trovato nelle casse è stato inviato. La cassetta delle campane lunga qualche metro, non servendo per ora a nessuno e non essendo molto ingombrante, a risparmio di spese la tengo qui.2
A Tokyo pensai alla sua macchina, ma dovetti indebitarmi per dare un boccone all’impresario e scomparvero i bollori cinematografici.
Tenterò di aiutare anche Don Dumeez con il quale Don Cim. pure ha debiti – e anche con Don Livio col quale ha il debito dei libri presi all’inizio. Lei forse pensò ad un regalo, dato che Don Cim. le disse di fare ordinazione.
Finché non potrò mandarle un confratello ed il Signore sa quando sarà, veda lei di vivere vita di comunità colla sua famigliola. Speriamo che presto il Signore provveda, pur per ora non vedendone la via. Il nostro Don Cavoli è tra letto e lettuccio, e colla mancanza di Don Lucioni, si fa quel che si può per tener bada un po’ a tutto. Preghiamo.
Come è prescritto invii al Sig. Don Tanguy qualche notizia di Tassali con biglietto di presentazione.
In questa nuova fase della vita trovi in Gesù Euc. e in Maria A. conforto e forza di lavorare. Sono i momenti più duri della vita missionaria.
Tutto suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1353 / Fogliani Mario / 1935-1-15 /
3.1.4 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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15 gennaio 1935
Carissimo Fogliani,
In occasione dell’Onomastico Don Cimatti più del solito vuol esserti vicino colla preghiera affettuosa e riconoscente. Certo ogni giorno e più volte al giorno sei ricordato, ma lo sarai specialmente in quel giorno (S. Mario).
So del tuo lavoro e dei tuoi sacrifici, ma li sa e li valuta meglio il Signore che a tempo opportuno ti darà la ricompensa. Niente va perduto, mio Mario, per il Paradiso. Prega e fa’ pregare per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1354 / Zerbino Pietro / 1935-1-17 /
3.1.5 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale |
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17 gennaio 1935
Carissimo Don Pietro,
Il Signore ti rimeriti di questa nuova carità e specialmente delle preghiere tue e dei tuoi allievi. Esortali a continuare nell’opera buona di apostolato.
L’accluso è per la Sig.ra Barattia di cui non ho l’indirizzo.
Allegro e all’occasione salutami di cuore i tuoi fratelli. Sempre ti ho presente insieme agli amici dell’Oratorio. Saluta omnes.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti sales.
1355 / Circolare benefattori / 1935-1-24 /
ai Benefattori dell’Opera salesiana in Giappone
Miyazaki, 24 gennaio 1935
Ill.mo Signore,
Il 29 dicembre 1925 il primo drappello di missionari salesiani di Don Bosco salpava per il Giappone e per mandato della S. Sede si stabiliva nella Missione di Miyazaki.
Colla grazia del Signore e colla carità dei Superiori e dei buoni nostri amici e Benefattori si è potuto dilatare il nome del Signore fra queste anime a noi affidate, ottenere un buon numero di conversioni e dar mano ad alcune opere come il piccolo Seminario indigeno e l’Ospizio per orfanelli e vecchi a Miyazaki, l’asilo d’infanzia a Oita, il Collegio di Nakatsu, la scuola professionale Don Bosco a Tokyo ed in ogni residenza gli oratori, fra cui fiorentissimo quello di Mikawajima a Tokyo.
Ma come il Signore ci ha benedetto in forma specialissima, suscitando intorno ai missionari di Don Bosco in Giappone numerose vocazioni indigene pel Seminario, già ci viene preparando anche belle vocazioni indigene per la Congregazione Salesiana. È per non lasciar perdere questi tesori che mi è necessario raccoglierle in un Noviziato, presso cui deve sorgere lo Studentato per la completa loro formazione: ed è per queste due opere vitali, che non temo di stendere la mano per domandarLe un contributo massimo di preghiere ed un’elemosina anche minima.
Contribuisca nella Sua carità a fare concludere bene il nostro decennale, che realizzi per Lei quanto ripeteva Don Bosco: “Nessun’altra opera è così grande in questo mondo come quella di cooperare alla fomazione di un Sacerdote”.
Quanto la sua carità potrà disporre per l’Opera del Noviziato-Studentato Salesiano in Giappone si degni inviarlo al Rev.mo Rettor Maggiore dei Salesiani, Via Cottolengo 32 - Torino, indicando chiaramente lo scopo per cui deve servire. Ed il buon Dio Le conceda il centuplo in questo mondo e la vita eterna, mentre quotidianamente l'accompagnino le preghiere dei Salesiani del Giappone, specialmente di chi gode professarsi
Riconoscentissimo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
Super. Missione Sales. Giappone
1356 / Ricaldone Pietro / 1935-2-1 /
3.1.6 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Tokyo, 1 febbraio 1935
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Come vede scrivo da Tokyo ove mi trovo con l’animo pieno di felicità perchè ieri si inaugurò la nostra cara scuola. Vi concorse il Delegato Apostolico, l’Arcivescovo (che disse Messa e panegirico, benedisse pure casa e macchine), la rappresentanza dei missionari e degli Ordini e Congregazioni religiose di Tokyo (Francescani, Gesuiti, Marianisti, Verbo Divino), della stampa cattolica e dei cooperatori ed amici nostri. Un allievo ricevette il Battesimo – e finita la festa (eminentemente religiosa, che la civile si farà in aprile per la festa di Don Bosco) i suoi figli delle due case iniziano l’esercizio della buona morte. Che vuole di più?
Volli che Don Bosco nella data della sua presa di possesso in Cielo, prendesse possesso di questa scuola a Lui intitolata.
Il lavoro non manca. Si è agli inizi in santa mancanza di tante cose, ma poco a poco, come disse Monsignore, il piccolo seme germoglierà. Ah, se i Superiori avessero potuto mandare un tipografo, quanto lavoro proficuo anche materialmente si sarebbe potuto fare! Beh! Ho promesso che sarà per un’altra volta, ed intanto si tira avanti. E così la seconda opera è iniziata.
Ed ora al lavoro per il Noviziato. Spero (forse tra qualche ora) darle una bella notizia, ma ho bisogno di tutto l’aiuto dei nostri amati Superiori – ad ogni modo dirò quattro quando l’avrò nel sacco. Posso però già assicurare l’autorizzazione di Monsignore per il Noviziato.
Ed ora al più, cioè al mio rendiconto.
Sanità – nulla di nuovo. Sono molto più tranquillo del mese precedente per gli eccitamenti materiali.
Studio e lavoro: tento di fare quanto posso. Per grazia dei Superiori avendo avuto un insegnante di filosofia, ed avendo i chierici alla missione, ho molto più tempo di prima. Mi ottenga dal Signore la grazia di fare il mio dovere.
Pietà: posso fare le mie cose regolari: sono la mia vita. Peccato che la perfezione in questo è ancora lontana – specie quando le faccio nei viaggi o le tramando alla sera andando a riposo.
Ss. Regole e Voti: mi pare non vi sia nulla di notevole. Voglio eseguire e per quel che posso far eseguire la Strenna annuale. Poi per noi è anno santo!
Carità: optime con tutti. Qualche piccolo nervosismo – o apprezzamento interno primo primo.
Le mie difficoltà personali sono le solite: essere superiore, e non sto a ripetere quanto Lei sa. Prego il Signore… a Lui quindi e Lui faccia…
Al momento attuale mi pare che anche i confratelli siano in quiete spirituale e al lavoro e che tutti facciano quel che possono, come tenta di fare Don Cimatti.
Preghi e faccia pregare per noi. È anno santo, è il nostro decennale – ah, che possa davvero santificarsi il suo povero figliuolo.
Don V. Cimatti, Sales.
1357 / Fogliani Mario / 1935-2-4 /
a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone
4 febbraio 1935
Mario carissimo,3
Grazie di tutto: il Signore ti rimeriti di tutto anche dei fastidi che ti ha dato Don Cimatti.
Non temere di rivolgerti a Don Margiaria per i tuoi bisogni di compere, ecc. Agli inizi certo si è un po’ in difficoltà, ma fra tutti e specie per la tua economia, speriamo di riuscire a far fronte a tutto.
Coraggio, Mario, le difficoltà del momento ti sono tutte contate a merito pel Paradiso.
Prega per me e per tanti bisogni della nostra Missione.
Tutto tuo aff.mo
Don V. Cimatti
1358 / Fogliani Mario / 1935-2-4 /
3.1.7 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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4 febbraio 1935
Carissimo Fogliani,
Ti avevo scritto stamane. Rispondo ai tuoi ultimi quesiti:
Per i tuoi voti ti consiglierei ad attendere ai prossimi esercizi spirituali, così puoi con raccoglimento far tutto. Dove? Forse a Tokyo. Vedremo. Parleremo anche di quello che mi consigli. Digli anche ne parli a Don Margiaria.
Godo pure che pian piano venga esercitandoti e mettendoti a posto. Coraggio. Abbi fede e sii buon Salesiano. Ma sicuro che puoi fare del bene in mezzo ai giovani e devi farlo – questo è essere salesiano e missionario.
Don Cimatti ti ha mandato a Tokyo perché lì c’era bisogno dell’opera tua.
Il mandare qua e là (come pensano purtroppo tanti) come castigo, ti pare conforme allo spirito di Don Bosco? Sarebbe come pensare che Don Cimatti fu mandato via da Valsalice dove vi ha lavorato per 30 anni. Ma sono cose neppure da pensarci. Dio, vedi, Mario mio, ci guida e ci mette là dove noi possiamo riuscire a salvarci meglio.
Ne timeas. Abbandonati in Dio – fa’ il tuo dovere come meglio sai – allegramente e avanti.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1359 / Marella Paolo / 1935-2-5 /
3.1.8 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Missione Indipendente di Miyazaki
Ref.: Prot. 47/35
Miyazaki, 5 febbraio 1935
Eccellenza Reverendissima,4
Ricevo la sua comunicazione e ringrazio la S. Sede del segno di benevolenza verso la nostra povera Missione. Mi dolgo per la nomina del sottoscritto ed in lettera a parte Le esprimo i miei poveri pensieri.
I Figli di Don Bosco intendono proseguire come meglio sanno e possono nel lavoro loro affidato ed implorano benedizione. Con vero affetto mi raccomando alle preghiere dell’E.V. Rev.ma.
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1360 / Marella Paolo / 1935-2-5 /
3.1.9 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 5 febbraio 1935
Eccellenza Reverendissima,
Ricevo la sua ultima (festa dei Martiri).5 V.E. in questi momenti ha molte sofferenze e Don Cimatti non vuole aumentargliele, ma fra i non pochi dispiaceri della missione, questo non è dei minimi; non parlo della missione eretta a Prefettura, ma della nomina del sottoscritto. Per quanto dipende da me, domando l’esonero con tutte le forze – ne scrivo a Roma e ai Superiori. Non voglio (per quanto può dirlo un religioso e un missionario) titoli e altre storie. È quello che ho sempre domandato; ed è quello che avevo domandato pure a V.E. Non recuso laborem, anche il decuplo, di quanto posso fare attualmente; ma domando che mi si lasci tranquillo per tutto il resto.
Con questo ho la convinzione di non infrangere nessuno dei miei voti, né dei doverosi riguardi verso la Congregazione di Propaganda Fide, e tanto meno verso V.E. che amo e con tutto il cuore e venero con tutta l’anima.
Don Cimatti intende di restare in tutto e per tutto come prima – e se ottengo quanto domando, di lavorare come semplice missionario in qualsiasi parte del Giappone e del mondo.
Preghi per me e per i miei. L’ho ricordata in modo speciale oggi, e domani insieme a Sua Santità, non dimenticherò il suo rappresentante in Giappone.
Tutto suo nel Signore
Don V. Cimatti, Sales.
1361 / Marella Paolo / 1935-2-5 /
3.1.10 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 5 febbraio 1935
Eccellenza,
In risposta alle due comunicazioni che Vostra Eccellenza si è degnata di inviare in data 31 gennaio 1935:
Ben venga l’ANNUARIO e sarà mia cura appena ricevuto la parte riferentesi alla Missione, aggiornarla e spedirla. Mi prenoto per numero undici copie.
Riconoscente pure sull’osservazione sui nomi (alcuni dei quali interessano anche la nostra missione). Tenterò di domandare a persone competenti le opportune modificazioni. Ad esempio il nome “Kyugoin” (Ospizio) fu suggerito dalle Autorità e come tale riconosciuto negli atti ufficiali e nelle relazioni alle autorità.
Penso d’altra parte che nessuno dei missionari voglia cimentarsi a formare dei nomi tanto più se si domanda l’approvazione di un’Opera, senza prima domandare a giapponesi e a persone competenti.
Ad ogni modo l’osservazione è ottima e si farà del nostro meglio per seguire il consiglio. Ma avrebbe facilitato il compito chi facendole l’Osservazione, avesse anche suggerito la correzione.
E sarei davvero riconoscente se qualche lume si potesse avere in proposito. Con viva riconoscenza raccomando alle sue preghiere le nostre Opere.
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1362 / Circolare salesiani / 1935-2-5 /
ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 5 febbraio 1935
Festa dei Ss. Martiri Giapponesi
Carissimi,
Ricevo dalla Delegazione Apostolica la seguente comunicazione ricevuta telegraficamente da Roma: “Miyazaki elevata a Prefettura Apostolica. Cimatti nominato Prefetto”.
Miei buoni confratelli e missionari, la S. Sede vuol dare al vostro lavoro questo segno di riconoscenza, che serve anche a dimostrazione della confidenza che la Sacra Congregazione di Propaganda Fide ha nel lavoro dei Figli di Don Bosco. Così si esprime il Delegato Apostolico. Se questa elevazione ci servirà anche solo a salvare un’anima di più, sia la benvenuta.
All’arrivo dei documenti ufficiali darò – se del caso – norme.
Nei riflessi personali del sottoscritto, intendo che non ci sia nulla, assolutamente nulla di mutato.
Pregate per chi vi ricorda quotidianamente nelle preghiere.
Tutto vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1363 / Marella Paolo / 1935-2-11 /
3.1.11 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 11 febbraio 1935
Eccellenza Reverendissima,
Non ho parole per esprimere la riconoscenza provata per la sua consolante lettera. Era naturale che dovessi scrivere a Roma e ai miei Superiori per ringraziare Propaganda e deplorare nel contempo la mia nomina e dolentissimo se farò perdere del tempo a tutti – ma per me è questione di coscienza e debbo esprimere quanto farei male a non esprimere.
Non debbo entrare in merito ai perché e per come l’attuale Delegato Apostolico abbia creduto opportuno fare così – né tanto meno perché la Sacra Congreg. di Propaganda abbia acceduto alla pratica – e neppure perché i Superiori religiosi (se hanno avuto parte) abbiano fatto così.
Quello è affare di loro tutti: col Signore si intendano loro. Ma siccome qui c’entra anche in ballo un cotal Don Cimatti (che ci ride molto su più di quanto mi consiglia l’E.V.) che vuol fare di tutto per salvare l’anima sua e non perderla – e che è l’assoluta negazione del comando, e che insiste continuamente per essere tolto da una condizione per lui insostenibile spiritualmente – così anche in questa circostanza ha creduto suo dovere fare quanto ha fatto.
Quanto ai fronzoli, stia certo l’E.V. che Don Cimatti non farà mai suo quanto potrebbe mettere, dato il caso che debba essere chiamato sulla carta o che debba firmare come Prefetto Apostolico.
Non pensi in me cambiamenti – non sarei capace – qualche calcio ad amici (chierici) che ridendo (come me) tentano darmi dei titoli. È difesa personale, vero? E avanti se è possibile raddoppiando il lavoro.
Preghi e faccia pregare per il
Suo riconoscente
Don V. Cimatti, sales.
1364 / Grigoletto Giuseppe / 1935-2-12 /
3.1.12 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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12 febbraio 1935
Carissimo Giuseppe,
Grande dovere di riconoscenza di noi tutti verso di te che si esprime in preghiere specie in occasione del tuo onomastico. Non posso far altro, ma se sei ricordato in ogni giorno, lo sarai speciatim in quello.
Cose meravigliose di Bolca e fossili. Tengo tutto per il nostro futuro studentato a Tokyo, cui aggiungerò parte di quello che è in Seminario.
Ringrazio gli offerenti6 e se ti sembra opportuno in qualche modo ricompensare gli offerenti con qualche cosa dimmelo. Quando le cose saranno a Tokyo spero di valorizzarle di più per la Propaganda.
Parte oggi una scatola con un po’ di tutto. Accludo un po’ di francobolli e semi, terrò presente per l’avvenire. Spedirò a giorni quadri (non dipinti) stampati, ebbi occasione di averne. Se vanno… falli andare o regala.
Troverai circolari… dalle a chi credi e anche ai confratelli che mi conoscono, per propaganda fra amici. A quelli che mi desti olim in nota invio di qui.
Ossequi tanti ai cari confratelli e specie al Direttore.
Buon Onomastico.
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Scritto al Brunner.7
1365 / Circolare salesiani / 1935-2-13 /
3.1.13 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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13 febbraio 1935
Carissimi Missionari,
Dal più profondo del cuore vi ringrazio per le espressioni di congratulazione che in occasione dell’annuncio dell’elevazione a Prefettura della nostra missione avete voluto inviare al sottoscritto. Ne ho goduto per voi, perché è l’opera vostra e merito vostro. Come già vi dissi, all’arrivo del decreto e delle facoltà combineremo il da farsi, per ora nulla di mutato e specialmente ora e dopo, nulla di mutato nei riflessi miei personali, né titoli, né manifestazioni particolari. Al momento attuale abbiamo cose assai più importanti cui prestare la nostra attività.
Martedì prossimo 19 c. m. per i missionari e confratelli della provincia di Miyazaki e 22 c. m. venerdì a Oita per i missionari e confratelli della provincia di Oita indico un’adunanza:
Per il ritiro mensile. Benché anticipato, non farà del male.
Per trattare coi sacerdoti di vari problemi:
Soluzione del caso di morale,
Comunicazioni della delegazione (correzione da farsi al Catechismo di cui accludo moduli, con preghiera agli intervenuti di esprimere il loro parere anche intorno agli altri punti che sembrino avere bisogno di modificazione; libro delle orazioni, orazioni speciali, ecc.),8
Comunicazioni del Superiore. Prego al riguardo che ciascuno porti il materiale necessario anche per studiare l’attuale delicatissimo momento.
Ed ora alcune comunicazioni generali.
Il nostro Don Piacenza ha dovuto tornare all’ospedale: un ascesso interno nella zona operata. Si pensa che non si tratti di cosa grave, ad ogni modo date le condizioni generali del confratello, ad affrettarne la completa guarigione raccomando a tutti speciali preghiere.
Se vogliamo che sia pronto per Pasqua il numero degli “AMICI” della missione, occorre preparare fin d’ora il materiale. Prego lo si porti all’adunanza, e prego che tutti, anche con poco, vogliano concorrere. È anche una dimostrazione tangibile dell’affetto che tutti dobbiamo nutrire per la nostra missione, ed un modo per interessare sempre più i numerosi amici della missione.
La nostra scuola Tipografica di Tokyo si è iniziata. Bisogna che tutti cerchiamo di aiutarla del nostro meglio, sia cooperando con articoli pel “Don Bosco”, sia facendo stampare lavori che potrebbero essere utili per la missione nostra e per le altre. Una forma che può anche essere utile per aiutare la nostra scuola è fare ordinazioni di libri presso la medesima. Potete avere la riduzione del 15% sui libri del Chuo, Takemiya, ecc. Naturalmente bisogna però che anche per la nostra scuola si usi puntualità per i pagamenti… Questa solidarietà sarà benedetta e attirerà sui nostri lavori le sue speciali benedizioni.
È prossimo l’inizio del mese di S. Giuseppe. Miei buoni missionari, affidiamo al custode della divina Famiglia le nostre famiglie – le nostre cristianità.
Nell’anno santo9 rafforziamole nella fede coi mezzi che abbiamo a disposizione. Raccomando specialmente nel periodo in preparazione alla Pasqua di lavorare con questo intento.
Non bisogna che ci nascondiamo che attraversiamo un momento delicatissimo, che potrebbe anche richiedere dai nostri cristiani affermazioni speciali di fede. Prepariamoli coi mezzi della grazia più abbondante in questo anno, prepariamolo con una soda istruzione religiosa, colle prediche e catechismi.
Non dimenticate infine il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1366 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1935-2-13 /
3.1.14 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Giappone |
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13 febbraio 1935
Rev. Madre e Figlie di Maria A., novizie e tutte,
Grazie degli auguri e delle preghiere. Don Cimatti non ha subito nessun cambiamento né in sé, né in relazione cogli altri. Fate conto che non sia stato nulla di nuovo, e colle vostre relazioni con Don Cimatti fate tutto come prima.
Sono proibiti i titoli (non bisogna darli a nessuno… così brutti poi… neppure a Don Cimatti).
Pregate più di prima per me e Don Cimatti farà altrettanto per voi.
Tutto vostro nel Signore
Don V. Cimatti, Sales.
1367 / Berruti Pietro / 1935-2-14 /
3.1.15 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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14 febbraio 1935
M.R. Sig. Don Berruti,
Grazie a Dio, il bel regalo dei nostri amati Superiori è giunto incolume a destinazione. Sbarcati felicemente al porto di Kobe, per vera grazia di Don Bosco, anche le operazioni doganali procedettero spedite e senza spese. Giunsero accolti fra le feste dei nostri confratelli, cristiani e oratoriani ed ora sono già al lavoro regolare di studio e di preparazione, iniziato oggi l4 c. m. Non so come ringraziare adeguatamente i Superiori. La prima impressione è buona sotto tutti gli aspetti e spero che continuerà nella realtà di bene a cui pare si siano accinti con tutto l’ardore. Deo gratias! Rispondo alla sua carissima inviata a mano:
Fra i documenti inviati trovo quelli di un certo ch. Pozdek che non è giunto e che rinvio.
Prendo atto della comunicazione della sua del 26/11/34 in relazione alle Ss. Messe. Anche in grazia dell’aiuto generoso dei superiori ora ne sono relativamente fornito. In caso di penuria mi regolerò secondo la circolare. Come pure invierò nota delle Messe celebrate.
Dopo le intese coi Superiori e la decisione presa e già effettuata sull’invio di quanto viene intuitu missionis non ho che ringraziare i Superiori della loro bontà e della decisione presa. A tutt’oggi non ho nessuna osservazione speciale da fare al riguardo. L’affermazione del luglio in parte è da interpretarsi in forma allegra (in missione guai se si perde l’allegria; …e specie in Giappone… C’è da dire!…) e in parte era riflesso di animo, volendo dire chiaro ai Superiori che attuassero quanto nella loro carità hanno poi effettuato. E Deo gratias anche in questa volontà efficace dei Superiori di venire in aiuto alle Missioni. Benvenuta pure la decisione della Procura, che penso auspicata da tutti i missionari. Lei ricorda che nell’ultimo Capitolo, desiderio dei Missionari era che questo ufficio alle dipendenze di un Superiore responsabile (e che possibilmente potesse pensare alle missioni come attribuzione prima e speciale) ci fosse e funzionasse. Verrà certo anche il tempo che le missioni, come le scuole professionali o classiche avranno il loro Superiore. (I confratelli pensano che il Vicario del Rettor Maggiore ha troppe attribuzioni importanti – al momento attuale i confratelli sono assai contenti dell’attuale Prefetto). Non si può non salutare con gioia ciò che avvicinerà questa soluzione desiderata da tutti, da tutti, da tutti i missionari.
Stavo proprio per scriverle sul mio debito e volevo proprio fare la proposta da Lei accennata, che cioè fino al limite del debito i Superiori ritengano sulle offerte quanto loro è dovuto per il pagamento annuale. Se la Provvidenza poi mi desse modo di anticipare di più: Deo gratias!
Non so se la ritenuta fu già fatta sulla rata dell’anno scorso. Lei verifichi per favore e disponga in modo che tutto vada bene.
Grazie per le buone disposizioni di aiuto per la stamperia e agricoltori per il prossimo anno.
Grazie sentitissime a nome anche del bravo ch. Dupont per la concessa autorizzazione di inizio della teologia. Quanto al ch. Dal Fior mi sembrava di aver lumeggiato sufficientemente la sua situazione unitamente alla richiesta del Dupont. Il ch. Dal Fior attualmente compie il tirocinio pratico nella casa di Tokyo (Mikawajima). È un bravo confratello su tutti i rispetti, promette assai bene. In settembre termina il suo tirocinio. Deve pure fare in quest’anno i voti perpetui, è affezionatissimo alla Congregazione. Non sono in grado al momento, se al prossimo anno possa avere dei chierici che cominciano la teologia, e specialmente non so dire dove, perché, come vedrà in seguito, insisto presso i Superiori per lo studentato a Tokyo – ad Hong Kong non siamo a posto.
D’altra parte i Superiori hanno autorizzato a che fin da quest’anno si possa usufruire del Gran Seminario di Tokyo anche per i nostri confratelli. Non è male che il ch. Dupont abbia insieme un compagno nell’andare e venire (a piedi un venti minuti – in tram sei o sette minuti). Era per tutte queste considerazioni che avevo fatta la proposta di anticipare di pochi mesi al ch. Dal Fior il beneficio, che di diritto avrebbe dopo pochi mesi (in Giappone l’anno scolastico comincia al primo di Aprile – si tratterebbe di cinque mesi). Se adunque i Superiori credono opportuno, Deo gratias – se per qualsiasi ragione non lo credono opportuno: Deo gratias, lo stesso.
Grazie a Dio Don Piacenza è già al lavoro. Guarito sufficientemente dall’appendicite ha la sua tribolazione della gamba (flebite), ma mi scrive che anche quella – grazie a Dio – migliora. Certo che fra tutti i confratelli della missione è il più sofferente, pur all’apparenza essendo il più robusto. La massima parte delle notti sono insonni, per riflessi al cuore: ma purtroppo è malattia cronica e non si può far niente.
Insisto a che i Superiori studino con cuore paterno la questione del nostro Studentato filosofico e teologico. Li abbi[ni]no insieme perché naturalmente sono uniti. Già un passo è fatto con l’invio di un insegnante di filosofia, ma occorre che i Superiori aiutino l’opera salesiana colla formazione del locale per questa opera necessaria. Non conosco il pensiero dei Superiori sulla formazione o no di uno studentato orientale o in Italia o altrove (ma se i Superiori avessero questo pensiero farei voto che fosse in Italia), ma sta il fatto che attualmente lo studentato teologico ad Hong Kong per il Giappone non è a posto.
Non faccio apprezzamenti per lo studio – so che gli insegnanti si sobbarcano con zelo al loro dovere e fanno per i nostri più di quello che debbono fare; non faccio apprezzamenti sulla formazione – so che quest’anno hanno finalmente il direttore che può formarli buoni sacerdoti salesiani, ma è tutto il complesso dell’organizzazione che non va:
per lo studio della lingua giapponese e formazione alle abitudini e allo spirito di quel popolo che sarà il lavoro continuo del futuro missionario: ZERO, ed una quiescenza di quattro anni al riguardo, è danno enorme (almeno Don Cimatti pensa così).
Idem per le ordinarie abitudini di vita (cibo, clima, ecc.).
Volere o no l’ambiente di Hong Kong è per la formazione salesiana, ma adattata alla Cina, che è in condizioni diametralmente opposte al Giappone.
Certo ai giapponesi non fa buona impressione che chi deve lavorare per loro sia formato in Cina. Il Delegato Apost. stesso più volte manifestò il pensiero. Ah! Bisogna conoscere che vuol dire Giappone e Cina! Si dirà: “E tu proponi l’Italia?”. “Almeno là ci sarà la possibilità di avere a pieni polmoni la formazione salesiana – ci sono i Superiori” ed è questo il massimo vantaggio.
Domando ai Superiori un prestito decennale di Lire centomila per la costruzione e un insegnante di teologia. Mi pare l’unica soluzione, se davvero i Superiori desiderano che anche il Giappone abbia il suo studentato teologico. Al momento attuale lo studentato ad Hong Kong non dirà nulla dell’esito della formazione degli elementi formati sul posto. Supplico i Superiori a esaminare con cuore paterno le anzidette considerazioni che mi sembrano gravi – darmi tutti i consigli, perché certo non mancano spropositi.
INVIINO IL VISITATORE a verificare – e prendere tutte le disposizioni che credono per il meglio.
A nome di tutti ringrazio il Rettor Maggiore delle preghiere e benedizioni e della bella strenna che tutti ci sforziamo di eseguire.
Preghi pel
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1368 / Dal Fior Luigi / 1935-2-15 /
3.1.16 al chierico Luigi dal Fior, tirocinante |
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+ 15 febbraio 1935
caris.mo Dal Fior,
Grazie delle notizie. Preghiamo. Siate buoni e avanti senza paura. Salutami Don Piacenza e assicura che preghiamo di cuore tutti tutti tutti. Ho risposto pel giovane. Casomai fallo parlare con Don Margiaria.
Saluta Emilio. Tiratevi su. Ed anche saluta i giapponesi. Tutti salutano.
Vi abbraccio nel Signore.
D. V. Cimatti, sales.
1367-2 / Dal Fior Luigi / 1935-2-… /
al chierico Luigi Dal Fior, tirocinante
febbraio 1935
Caro Dal Fior,
Grazie della tua cariss. Tanto da fare!!! Non ho potuto subito risponderti.
Prego di cuore secondo le tue intenzioni affinché possiate trovare un buon giovinotto.
Prega e fa’ pregare pel
Tuo aff.
Don V. Cimatti, sales.
1369 / Fogliani Mario / 1935-2-18 /
3.1.17 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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18 febbraio 1935
Carissimo Fogliani,
Stavo proprio per scrivere quando giunse la tua ragionevolissima e ne ho scritto a Don Margiaria.
Godo però di una cosa: che non ti manca il lavoro. Oh, Mario! Finché avrai quello, e finché a quello ti donerai, sarai un bravo salesiano, proprio come ti vuole Don Bosco. Te beato se corrisponderai alla grazia di Dio anche in questo.
Non pensare che Don Cimatti ti voglia fare la predica. Vogliamo aiutarti, ma finora non si potè anche colla buona volontà realizzare quanto si voleva. Spero che al più presto si riuscirà.
Nel bel mese di S. Giuseppe ti ricordo ogni giorno. Non dimenticarmi.
Tutto tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1370 / Grigoletto Giuseppe / 1935-2-20 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
20 febbraio 1935
Carissimo Don Giuseppe,
Di nuovo buon onomastico… e basta.
Sono in ritardo… Avevo smarrito il tuo desiderio per i tuoi… Eccoti accontentato. Saluta e ringrazia per me e il buon Don Delfavero e il mio Don Evaristo.
Tutti gli amici ultimi arrivati ti salutano. L’indirizzo dei genitori di Roncato è: Roncato Riccardo, Noale (Venezia).
Grazie poi di tutte le preghiere. Il Signore ti rimeriti e ti conceda il centuplo qui e la vita eterna là.
In gran fretta che devo partire per Oita per l’esercizio di buona morte. Un baso a tutti…
Tutto tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1371 / Vaschetti Luisa F.M.A./ 1935-2-25 /
a Suor Luisa Vaschetti, Superiora Generale delle F.M.A.
25 febbraio 1935
Rev. ma Madre,
Ringrazio di cuore dell’opuscoletto inviatomi sulle sue care figliole passate all’eternità: esempio vivente per tutti. Deo gratias!
Avendone avuta l’occasione tastai il terreno presso S. E. L’Arciv. di Tokyo per vedere che ne pensava sulla possibilità dell’entrata delle Figlie di Maria A. a Tokyo. In linea di massima non ne ha alcuna.10 Non spetta a me far le pratiche, ad ogni modo è bene che Lei conosca lo stato d’animo di S. E. al riguardo.
Le sue figliole al momento, bene in omnibus. Preghi e faccia pregare per chi si professa
Obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
1372 / F.M.A. / 1935-2-25 /
a una Rev.da Madre delle F.M.A. in Giappone
[25 febbraio 1935]
Rev. Madre,
Grazie a Lei di tutto e accoglienze e preghiere e titoli (lasciateli da parte più che potrete per me!).
Per l’associazione del S. Cuore faccia così altra volta (finché ci sarà Don Cimatti) ad triennium. Lei mi manderà i nomi e l’indirizzo ed io invierò le pagelle e Lei terrà il denaro. Curerò io l’invio a Roma delle pagelle e della lira prescritta. Così permetto ai salesiani e sarò ben lieto se Lei potrà fare gran propaganda. Le unisco reliquie dei nostri. Preghiamo. Ho solo questo.
Ecco le pagelle: abbia la bontà di inviarle a destinazione – a me i nomi degli offerenti.
I due yen sono per 5 iscrizioni.
Preghi e faccia pregare.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1373 / Ricaldone Pietro BS / 1935-3-1 /
3.1.18 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Fine dell’anno scolastico in Giappone11
Miyazaki, 1 Marzo 1935
Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Colla fine di Marzo finisce l’anno scolastico in Giappone, e col rinnovarsi della natura – vero incanto di stagione in questi paraggi – è l’inizio del nuovo anno. Mi pare significativo questo inizio di anno nel tempo in cui con maggiore intensità la natura tutta manifesta la sua attività – stimolo agli allievi, che vanno con gioia a scuola o che incominciano la loro vita sociale – stimolo alle famiglie che con sicurezza affidano alle pubbliche scuole i loro figliuoli – famiglia e scuola saldamente unite nell’opera educativa del futuro cittadino.
Quanto ci sarebbe a dire in proposito! Ma penso di non ingannarmi dicendo che in questo connubio solidissimo di interventi, il Giappone non è secondo ad altre nazioni, ed in questo sta appunto una delle basi della sua forza e grandezza.
Si vanno succedendo gli esami, ordinati, seri – e si chiude l’anno in ogni scuola con una funzione solenne, cui intervengono autorità e famiglie. Il canto dell’inno nazionale a voce di popolo, la lettura del decreto imperiale sull’educazione, la distribuzione dei diplomi, i discorsi delle massime autorità centrali, provinciali e paesane (a seconda dei gradi di scuole), i saluti degli allievi a quanti hanno cooperato alla loro educazione, il tutto avvolto in un’atmosfera di rispettoso silenzio, di riconoscente commozione, fa davvero impressione, e bisogna dire che la scuola giapponese è una vera seconda famiglia, che plasma meravigliosamente il tipo giapponese.
A giorni, a frotte gli allievi piccini e grandi popoleranno di nuovo le aule scolastiche, e tra lo splendore dei ciliegi in fiore, non meno vaghi fiori viventi, si appresteranno a produrre abbondanti frutti di rettitudine e di sapere.
Anche la nostra cara Missione – Lei, o buon Padre, ne diede l’annuncio – ha avuto la sua promozione a Prefettura Apostolica.
La bontà del S. Padre che ha voluto manifestarsi ancora una volta verso i poveri missionari salesiani in Giappone, vuol essere uno stimolo a sempre maggiori conquiste per la S. Fede in cotesto largo campo apostolico. Persevereremo dunque nel lavoro con immutato fervore e con piena fiducia nella divina volontà, e, come Lei ci suggeriva in questa occasione, cercheremo corrispondere meglio con il nostro lavoro, coi nostri sacrifici e soprattutto coll’esemplare osservanza religiosa alla benevolenza del S. Padre.
Ci hanno consolato assai le dimostrazioni di simpatia, gli auguri cordiali, le assicurazioni di aumentate preghiere, che, e dagli amati superiori, confratelli, ex-allievi e dalla pleiade di amici, ci furono fatte in questa circostanza.
I poveri missionari salesiani in Giappone vogliono assicurare a tutti la loro riconoscenza – confidano nella cooperazione costante di tutti – e così fiancheggiati, spinti e rinfrancati continuano il loro lavoro. Ma anche nella Missione altri ebbero la promozione: è la prima volta che si celebra la festa di fine d’anno per alcuni elementi, per cui da tempo si lavora e che formano la parte vitale per l’avvenire della missione, voglio dire i nostri cari seminaristi. Cinque di essi hanno compiuto fra noi il loro corso regolare di studi ed entrano nel Gran Seminario di Tokyo per iniziare il corso filosofico. La vita del nostro Piccolo Seminario, che viene sempre meglio inquadrandosi e per serietà di studi e per sodezza di formazione spirituale, viene allietandosi di questo primo avvenimento, che darà grande impulso alla formazione dei nostri allievi che restano e che vanno, che apre sempre più il cuore di tutti e missionari e cristiani alle più belle speranze, ed anche (se si pensa qual è il fascino che esercita Tokyo sullo spirito giapponese) non può non avere un benefico riflesso su quanti da parte non nostra vanno seguendo il nostro lavoro. Il Signore conservi e formi questi primi fiori in frutti maturi e saporosi a vantaggio della Chiesa sua, e Lei, amato Padre, e tutti gli amici nostri lo realizzino colle loro preghiere. Qua e là per la missione e nelle due fondazioni di Tokyo si manifestano risultati splendidi di rinnovato lavoro, di cui presto le darò relazione a gloria di Dio e ad incoraggiamento di quanti in tutte le forme ci vengono in aiuto. Ma non voglio passare sotto silenzio l’opera di benefica attività che vengono svolgendo in favore della missione le Figlie di Maria A. A Beppu coll’opera della S. Infanzia, Aspirantato e Noviziato e coll’Oratorio femminile – a Miyazaki coll’Asilo e con un Collegetto vanno facendo del gran bene, specie alla gioventù femminile e alle famiglie povere, contribuendo con tutte le loro forze alla dilatazione del regno del Signore in questo difficile campo. Sulle opere nostre, su quelle delle Figlie di Maria A. e specialmente sul povero sottoscritto invoco la sua paterna benedizione e molte preghiere.
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1374 / Circolare salesiani / 1935-3-1 /
3.1.19 ai Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki |
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1 marzo 1935
Carissimi,
Nell’approssimarsi della Santa Quaresima investiamoci dello spirito della S. Chiesa, e mentre procureremo di passarla santamente noi, sforziamoci di farla passare santamente anche ai nostri cari cristiani. L’anno santo, le condizioni di alcune afflitte cristianità, la preghiera e il digiuno sono occasioni magnifiche per animarci a passare questo santo tempo con vero spirito cristiano.
Esorto perciò vivamente:
A dare in questo periodo di tempo maggior impulso e alla predicazione e all’insegnamento catechistico sia per i ragazzi e ragazze, come per gli altri. Salvo le speciali necessità, si tenga per base quanto è scritto sul Calendario: (ne ho ancora molte copie a disposizione) e per la parte catechistica si insista per quanto è necessario alla preparazione alla S. Pasqua.
Procurate i benefici dell’Anno Santo a quanti fra i nostri cristiani non avessero potuto usufruire.
Dare le norme per il digiuno quaresimale, tenendo conto delle necessità delle famiglie.
A fare opera di tranquillizzazione presso i cristiani che troppo si lasciano agitare dalle condizioni di fatto in cui si trovano alcune afflitte cristianità. Si tenga poi presente:
Seguiamo il nostro spirito nel lavoro Missionario (cfr. Ricordi di Don Bosco ai Missionari).
Si esortino con frequenza i cristiani a compiere bene i loro doveri di cittadini e a manifestarli con franchezza.
Togliamo le cause di possibili malintesi; eseguite sempre quanto vi è consigliato in materia dal sottoscritto, e vi prego di tenermi informato di quanto in materia possa succedere.
Pazienza, calma, rassegnazione, e forte preghiera per le cristianità tutte, (senza specificazione pubblica speciale).
La Santa Sede è minutamente tenuta a giorno di tutto. I passi fatti presso le rispettive Autorità da competenti persone del clero e del laicato hanno chiarito molte cose e si è constatato grande deferenza e buona volontà presso tutte per chiarire, concretare, ecc. ma occorre tempo e prudenza.
Date le condizioni delle cose la stampa cattolica non doveva parlare, le relazioni dei giornali sono eccitanti, non sempre esatte.
Assicuriamo i cristiani che le loro autorità sono seriamente impegnate a trattare i problemi locali e a coordinare quelli generali. SPERANZA IN DIO E COOPERAZIONE DI TUTTI.12
Don V. Cimatti, Sales.
1375 /Circolare alle F.M.A.
alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone
Miyazaki, 1 marzo 1935
Alle Figlie di Maria Ausiliatrice,
Si avvicina la santa Quaresima. Cerchiamo di passarla secondo lo spirito della Chiesa:
In Jejunium et oratione,
Nello studio più intenso delle verità della fede,
Applicando per noi e per i poveri pagani i frutti della Redenzione specialmente in quest’anno santo.
Voglio farvi una proposta pratica. Sapete che varie cristianità sono in pena per la loro fede. Vogliate voi in tutta questa Quaresima offrirvi VITTIME al Signore per le anime. È opera di carità eminentemente missionaria e propria di quest’anno santo. Sono sicuro che con slancio eseguirete quanto mi pare domandi a Voi tutte il Signore in queste circostanze.
Inoltre vogliate fare preghiere per le opere vostre e per le Opere salesiane. Abbiamo bisogno che il Signore ci illumini e ci conceda i mezzi per realizzare quanto sembra necessario per la gloria di Dio e per la salute delle anime.
Oh, che bel programma per passare bene la S. Quaresima. Le Novizie poi ricordino che si avvicina il gran giorno… Occorre preparare il necessario per il Santo Sposalizio. Gesù sta pure preparando Croce, chiodi e spine…
Le aspiranti pure si attivino. Per varie di esse la Madonna sta preparando il bel regalo.
Infine vogliate pregare per me affinché mentre predico a Voi non abbia a dannarmi.
Tutto vostro nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1376 / Marella Paolo / 1935-3-2 /
a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico
Fukuoka, 2 marzo 1935
Eccellenza Reverendissima,
Mi trovo per poco a Fukuoka, in via per andare a fare un concerto (come vede non ho cambiato) e così scambio qualche idea con Mons. Breton. Anche alcune teste calde di Miyazaki (non voglio dire altri nomi) oriundi di Oshima, hanno – eludendo la buona fede dei missionari e di alcuni cristiani – sparse in giro un 150 copie di una bruttissima lettera, che unita alle altre non farà certo del bene.
Povera mentalità cristiana infatuata non so di che! L’avrà forse ricevuta anche V.E. È uno dei frutti più dolorosi della nostra vita missionaria. Studiavamo con Monsignore la via (ma non saprei quale) per attenuare.
Parlare, ragionare? Il capo non ascolta ragioni, e conclude: “Voi non capite il nostro spirito!” e finisce col convincersi di più nella sua idea.
Comminare pene? Ci considererebbero ancor più come nemici loro.
Altre vie? Se ne suggerisce V.E….
Forse la via indiretta. Bisognerebbe trovare uno che avesse influenza su di lui. Vedrò, ma a Miyazaki non vi è certo. E pensare che sono quelli che fanno la Comunione tutte le mattine…
Non valuto l’intenzione. Uno dei punti che sostengono è che l’autorità centrale (Delegazione e Arcivescovado) non si rendono conto delle cose di Oshima, si ascolta la campana dei missionari e non quella dei cristiani, si presta fede alla prima, nulla alla seconda.
Si fa tutto per chiarire, assicurare, ecc. ma scattano di più. È certo (ed è necessario ripeterlo) che il Kyushu non può essere valutato alla stregua di Tokyo, basta viverci per pochi mesi ed uno si convince, sia dal punto di vista climatico, di coltura, di lavoro. Le cristianità poi sono toto coelo diverse dal resto del Giappone. Penso che finché al centro non vi sarà questa visione e persuasione chiara, faremo molti buchi nell’acqua con danno evidente generale.
Non voglio dare suggerimenti, ma si assicuri l’E.V. che è così; la mentalità cristiana della massa nostra è così come è, e prima che essa possa essere rimorchiata e trasformata alle vedute della cristianità dell’isola grande, ci vorranno altrettanti secoli quanti…
Può essere che sia così nei disegni della Provvidenza per impedire la rapida formazione di una chiesa nazionale, ma la realtà veduta dal povero Don Cimatti è così. Il Kyushu cioè ha le sue esigenze tutte particolari nei riflessi del problema e purtroppo tutto è impostato sul Sud e non sul Nord. Come pure mi sembra di aver già attirato l’attenzione di V.E. sul fatto che partono da qui i fattori od esponenti politici massimi del momento.
Al Kyushu bisogna rivolgere sguardi e sforzi particolari. Purtroppo che non so suggerire (bambino che sono) mezzi adeguati, ma la vedo così chiara, che ho creduto mio dovere aprirle il cuore, tanto più recentemente ferito per la malaugurata lettera di cui parlavo.
Ed ora un’altra preghiera di cui l’E.V. terrà conto che crede, ma che per poco che possa esaudire sarà vero conforto e carità per noi. Affluiscono cioè a Roma e a Torino domande per ottenere che il Santo Padre estenda la festa di Don Bosco a tutta la Chiesa. Posso sperare che anche V.E. si unisca al coro numeroso dei richiedenti?
Grazie di cuore. Ed ora mi benedica in modo specialissimo e a Dio piacendo arrivederla alla fine del mese. Tutti la vogliono ricordare e chiedono con me l’apostolica benedizione.
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
P.S. - Unisco alcune osservazioni per il Catechismo e preghiere.
1377 / Marella Paolo / 1935-3-2 /
3.1.20 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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3.1.21 [2 marzo 1935] |
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Santità,13
Umilmente prostrato ai piedi di V. S. il sottoscritto osa pregare la V. S. di estendere alla Chiesa universale la festa di S. Giovanni Bosco.
In Giappone il nome del Santo è conosciuto attraverso i numerosi cooperatori; una Prefettura Apostolica (Miyazaki) è affidata ai Salesiani, che inoltre alla Capitale hanno l’Opera di Mikawajima per la gioventù povera ed abbandonata e nella Scuola Professionale Don Bosco, si prodigano per la gioventù.
Le Figlie di Maria A. pure hanno iniziato felicemente il loro apostolato. Generalizzare il culto del Fondatore che già è noto per tutte queste opere sarà caparra di ampie benedizioni per le opere della gioventù, buona stampa e azione cattolica…
1378 / Braga Carlo / 1935-3-2 /
3.1.22 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina |
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2 marzo 1935
Carissimo Don Braga,
Non sapendo dove sia per il tramite di Don Bardelli ti invio la mia risposta:
Grazie di quanto fate per i nostri.
Per Mukai invialo quando che sia. La scuola si inizia il 1 Aprile a Tokyo – se vi è comodità vada fino a Yokohama, se no qualsiasi altro porto nelle forme più economiche.14
Per Bechis ho fatto proposte ai superiori – o attendere responso o se tutto considerato è meglio vada subito, alla prima occasione, nella forma più economica torni in Italia.
Prega e fa’ pregare. La politica religiosa ha molti punti scuri in Giappone. Bisogna pregare pregare pregare.
Tutto tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1379 / Tassinari Clodoveo / 1935-3-2 /
3.1.23 al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hong Kong |
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2 marzo 1935
Carissimo Tassinari,
Grazie delle consolazioni provate nel leggerti. Continua a corrispondere alla grazia di Dio, ad aumentare il desiderio di bene, a buttarti con fiducia nelle sue mani, a lasciarti lavorare, e sei a posto ora e per l’avvenire.
La base scelta: “calma in Dio – l’age quod agis (non pensare a miraggi diversi di Hong Kong) – la confidenza con Don Bardelli (l’ho conosciuto intus) – preghiera in modo da renderti abituale l’unione con Lui” è la vera.
Ti ricordo cotidie con fraterno contraccambio.
Prega anche per i tuoi compagni e raccomanda te e Zanarini al buon Don Sala.
Ti benedice il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1380 / Berruti Pietro / 1935-3-6 /
3.1.24 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 6 marzo 1935
M.R. Sig. Don Berruti,
Ricevo oggi la sua veneratissima del l4 Febbraio, cui subito controrispondo.
In primis, per carità, se i Superiori non mi vogliono fare venire idrofobo, non mi diano dei titoli – sono e voglio essere come prima, sempre Don Cimatti. Ad ogni modo grazie della sua cara gentile bontà nell’aver commemorato questo avvenimento; Deo gratias e la contraccambio con molte preghiere. Quanto al maggior bene che potrà fare la missione col nuovo provvedimento, non so davvero quale possa essere. Per me né lo desideravo – conosco un po’ del retroscena e non capisco nulla – ad ogni modo mi si era promesso in alto loco, che si sarebbe sentito anche il povero parere del sottoscritto sull’opportunità della cosa – ci si passò su. È un onore? Non so quale. Avrà buoni effetti? Non prevedo quali. Ad ogni modo ho detto alla S. Sede, ringraziando e deplorando, che se questo provvedimento ci farà salvare anche solo una anima in più, sia ben venuto anche questo. Tutto il resto è frivolezza. Certo Don Cimatti non si sente assolutamente di mettere fronzoli e non li metterà.
Come sempre ho cercato di tenerla informata delle nostre cose non solo del momento, ma della situazione generale; bisogna dire che ora siamo in una fase delicatissima – se passa bene, bene, se no, ci possono essere gravi sorprese. Si va acuendo il marasma contro gli stranieri – e specialmente i missionari cattolici sono considerati come deformatori dello spirito giapponese. Lei può prevedere le conseguenze che non sono cosa impossibile. Vedremo. Per ora preghiamo e continuiamo imperterriti nel lavoro seguendo come direttiva i ricordi di Don Bosco, ma veda di pregare e far pregare per noi. Non si può affidare tutto alla carta, ma è certo un momento delicatissimo. Faccia pregare le case missionarie in modo speciale. La Chiesa è abituata a queste lotte – ma ci sono lotte reali pur ancora latenti relativamente, e appunto perché tali, più terribili.
Grazie per il buon Dal Fior.
Per lo studentato teologico, fiat voluntas Dei. Quando al Signore piacerà darà i mezzi. Per ora il cruccio è per questi poveri chierici filosofi, che ho bell’e che capito avranno ancora da attendere. Spero anche che i Superiori studieranno con amore la questione della divisione dei poteri. Don Cimatti è legato a Miyazaki colla scuola e colla missione – e il nuovo provvedimento lo viene legando di più. Non è certo colpa mia, che da buon romagnolo amo la libertà, ma se si vuol sviluppare l’opera salesiana, bisogna che a Tokyo ci sia chi abbia tempo e a organizzare i cooperatori, e a fomentare le vocazioni, ecc. ecc. Vedano i Superiori quid agendum. Era anche per questo che ripetutamente ho supplicato i Superiori a che presto venga il Visitatore.
Don Margiaria mi chiede che cosa sia “Casa filiale” e questa nuova denominazione che tanto meno capisce Don Cimatti. Gli ho detto (pensando di dire bene):
che egli ha in tutto i diritti e doveri del direttore per la sua casa (lasciamo stare la parte giuridica),
che avrei domandato ai Superiori. Mi domanda a quale casa è affiliata? Mah! Se c’è qualche cosa di nuovo al riguardo, prego… Ormai ce n’è una fioritura di case filiali anche in Giappone.
Tutti desiderano di essere ricordati individualmente. Unisco l’autorizzazione dell’Ordinario pel Noviziato. La pratica per la costruzione è presso l’Economo generale (se già sarà arrivata) ed attendo l’autorizzazione per l’inizio dei lavori.
È intenzione dei Superiori di inviare un gruppetto di novizi dall’Italia? Spero di averne una buona mezza dozzina di giapponesi. Preghi e faccia pregare per noi che si cammina sui rasoi.
Con vero affetto riconoscente.
Don V. Cimatti, sales.
1381 / Ricaldone Pietro / 1935-3-9 /
3.1.25 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 9 marzo 1935
Ven.mo Sig. Don Ricaldone,
Grazie della sua alata lettera di giubilo al nuovo Monsignore. Come già scrissi devo godere (benché non ne capisca i motivi) per la elevazione della Missione a Prefettura Apostolica, non ne godo e mi meraviglio si faccia rumore attorno al nome del sottoscritto. In questo ancor meno capisco i motivi: perché in ogni caso il merito, dopo Dio, i Superiori e benefattori, va tutto ai confratelli, ed il senso di rivolta a me avviene appunto per questo. Chi c’entra di meno, è lodato… Non capisco, non capisco! Non mi assoggetto certo ai fronzoli o assisi speciali. Viene in buon punto anche la lettera di Propaganda, che mi lascia tutte le facoltà (e non sono poche) usque ad extinctionem (1938): così nelle relazioni coi confratelli missionari non cambierò uno jota.
Non capisco perché si debba gioire per restrizioni di libertà che vengono necessariamente colla regolarizzazione. Beh!, se questo servirà anche solo a salvare un’anima di più (ma Don Cimatti pensa che no) sia la benvenuta anche la Prefettura. Se poi, Lei, amatissimo Sig. Don Ricaldone, avesse avuto parte in questa nomina, la perdono, ma non ha fatto bene certo. Lei mi perdoni la confidenza filiale. Ho trasmesso a conforto dei confratelli le sue care parole. E… chiudiamo la parentesi di questo increscioso doloroso punto della mia vita, che non penso neppure sia avvenuto… Non voglio pensare.
Ho scritto anche al Sig. Don Berruti.
Passiamo tutti (i missionari di ogni genere) momenti di ansia (i confratelli sono più o meno informati). Ventate di nazionalismo, specie nella nostra isola acuiscono anche fra i cristiani, l’odio contro lo straniero religioso o no. Non ci sarebbe da stupire di sorprese. Abbia la bontà di pregare e far pregare per noi. Pel mio rendiconto, in questo mese (febbraio) nulla di speciale, né per la sanità materiale che spirituale. Lotte interne solite, ho bisogno di tener ferma la volontà nel bene.
Per le cose nostre: Don Piacenza ricaduto ammalato è all’ospedale. Don Margiaria sta assestandosi, ma sempre col lamento dei soldi. Nel Kyushu discretamente bene tutti: siamo in attesa dell’entrata dei nuovi in Seminario e piccole opere nostre. A Takanabe la missione si è allogata in un piccolo terreno proprio – a Oita nuova chiesetta e Asilo – attendo l’approvazione dei Superiori per il Noviziato.
Mi duole che i Superiori non possono ancora fare per lo studentato filosof. e teol. per aggiustare definitive il problema. Poveri chierici in aria! E per oggi punto. Preghi e faccia pregare per il
Suo aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
1382 / Marella Paolo / 1935-3-9 /
3.1.26 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 9 marzo 1935
Eccellenza Reverendissima,
Proprio al ritorno da Fukuoka dove (anche in preparazione dell’adunanza del 3/4 – a proposito, quaggiù si dice ci saranno noie per la venuta dell’Imperatore del Manchukuo…) abbiamo fatto un’adunanza a quattro, ricevo la sua carissima.
Credo che Mons. Breton le farà avere l’estratto dei nostri parlari – da cui potrà vedere che molte delle cose che V.E. propone, si è cercato di attuarle. Occorre grande pazienza e carità. Il movente del gruppo di Miyazaki (persone di Oshima, sono in tutto 3) è motivo di pietà per i parenti, di interesse materiale perché là hanno dei beni – forse zelo intempestivo – uno anche quello che lui chiama odio allo straniero – tutte teste calde e superbe.
Ad ogni modo anche per questi speriamo poco a poco calmare tutto. Senza timori continuiamo nel Signore nel nostro lavoro in attesa che il tempo si rischiari. E per ora nulla d’altro. Preghi preghi per noi e specialmente per il
Suo obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1383 / Circolare salesiani / 1935-3-9 /
3.1.27 ai Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki |
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Miyazaki, 9 marzo 1935
Carissimi,
Nell’approssimarsi della festa di S. Giuseppe permettete che vi esorti di consacrare a Lui, Patrono delle famiglie cristiane, le nostre famiglie religiose e in modo speciale le famiglie dei nostri cristiani, varie delle quali – penso – non consolano davvero il Signore. Per le note questioni si stia a quanto fu stabilito, mantenendoci nella massima calma di spirito, ed usando massima carità con tutti.
Si avvicina anche l’inizio dell’anno scolastico. Prego tutti di aiutarci fraternamente per la nostra propaganda. I confratelli interessati inviino alle case un certo numero di programmi. Si preghi da tutti affinché il reclutamento per queste varie opere sia abbondante per qualità e quantità.
Si preghi in modo speciale per il nostro Don Piacenza ed anche per i vari confratelli la cui salute lascia alquanto a desiderare.
La Sacra Congregazione di Propaganda Fide, scrivendo in proposito dell’elevazione della nostra Missione a Prefettura Apostolica, dice: “L’elevazione in parole mentre indica il sovrano compiacimento del S. Padre per il lavoro apostolico costì compiuto già pure in mezzo a tante difficoltà, vuol essere anche uno stimolo a sempre maggiori conquiste per la S. Fede in cotesto largo campo apostolico. Questa S. Congregazione augura di poter raccogliere frutti sempre più consolanti e raccomanda di perseverare nel lavoro con immutato fervore e con piena fiducia… Ella continuerà ad usare sino alla loro espirazione le facoltà che attualmente già possiede come Superiore della Missione”.
Non ci resta quindi che continuare, e Voi servitevi delle facoltà che già vi furono conferite.
Come vedete anche in questo niente di mutato. Ed il nostro Rettor Maggiore comunicando la cosa scrive: “Questa nuova prova di benevolenza del S. Padre sia uno stimolo per tutti noi a corrispondere dunque meglio col nostro lavoro, coi nostri sacrifici e soprattutto coll’esemplare osservanza religiosa”. Preziose raccomandazioni dei nostri Superiori Ecclesiastici e Religiosi che ci sforzeremo di attuare sempre più perfettamente. Vogliate ricordare specialmente in questa S. Quaresima il
Vostro aff.mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1384 / Ricaldone Pietro / 1935-3-10 /
3.1.28 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 10 marzo 1935
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Risposi ieri alla lettera augurante felicitazioni al novello Monsignore che si chiama Don Cimatti. Oh, davvero Cima-matti – che ringrazio ben di cuore.
Ricevo oggi la sua veneratissima del 29/1 cui subito controrispondo. Godo di quanto dice della bontà – benevolenza del S. Padre per noi: è certo il più bel regalo. Quanto ai fatti nuovi e alle lettere su cose importanti che promette di scrivere, non so che cosa pensare: ad ogni modo siamo qui tutti pronti. Amatissimo Sig. Don Ricaldone, grazie poi dei paterni e forti consigli in relazione alle iniziative. Quelle riferentisi alla Congregazione qua tale deve avere l’approvazione regolamentare dei Superiori – e penso di essere in piena regola (sostanzialmente sono le opere di Tokyo).
Al momento bolle in pentola il Noviziato, che fu approvato in linea di massima, perfino la nomina del Maestro (Don Tanguy), e, caduto un progetto che forse aggiustava tutto, ho inviato ai Superiori per l’approvazione un piccolo progetto.
Se i Superiori l’approveranno, si farà – se no, Deo gratias! Non si farà.
Insistevo per lo studentato filosofico (ancor vagante) e per quello teologico (ho esposto le mie povere idee per Hong Kong) perché se non c’è questa base, non ci svilupperemo in Giappone – e siamo più che in ritardo – e avrei voluto dare a chi dovrà fare l’Ispettore (quando? chi?) una base, ed anche regolare definitive il Seminario. Le ragioni dei Superiori sono chiarissime, e che vuol che dica il povero Don Cimatti? Deo gratias. Ma non cesserò di far presente ai Superiori le necessità dei nostri cari figliuoli (e Lei sa quanto ami i chierici e i coadiutori… Troppo… Mi pare però nel Signore).
Quanto alle opere della Missione, sì, ho tirato avanti pensando di non aver l’obbligo delle formalità regolamentari. Qui forse ho sbagliato. Al momento attuale, pur avendo in corso alcune cose, mi pare di non avere dei veri debiti, e penso che se non manca l’aiuto dei buoni, regolarizzerò tutto. Grazie, grazie, del massimo conforto che mi viene dai suoi consigli e da quelli del Sig. Don Berruti e che comunico sempre ai confratelli.
Ed ora le apro il cuore su una cosa che è contro ai miei principi (mi do un po’ di tono!). I Superiori pensano alla nomina dell’Ispettore in Giappone? Olim il Sig. Don Rinaldi aveva adocchiato per il Giappone il buon Don Ziggiotti. Ho sempre pensato a lui.
Da Hong Kong ricevo lettere del Sig. Dalmazan (non so chi sia) che desidererebbe venire in Giappone a lavorare come missionario. Idem un certo Don Bury (che non so chi sia). Perché le abbia scritto questo non so neppure io, perché non è mio uso domandare nominatim: i Superiori devono essere liberi di fare. Ad ogni modo trasmetto a Lei pensiero e desideri dei confratelli – e la prego di non scrivermene neppure.
Don Piacenza è ancora sofferente – ancor ferita aperta, ma è in piedi e spero tornerà presto. Tutti gli altri discretamente bene in salute, e mi pare bene tutti spiritualmente.
Dimenticavo dirLe che il dir di sì, di Don Cimatti (quando dice di sì, perché tante volte dice di no – nelle cose di Regola) è per salvare dallo scoraggiamento, dal pericolo di inerzia o altro i confratelli. Desidero soffrire io, ma siano salvi gli altri. In Giappone l’inazione del missionario è la sua morte spirituale. Dovrei scrivere volumi per spiegare i sì alle volte dolorosi di Don Cimatti. Oh, mi aiuti a salvarmi l’anima, ma per carità non dia delle spine, come nel caso del Monsignorato. Preghi per me e mi benedica.
Tutto suo aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
1385 / Berruti Pietro / 1935-3-10 /
3.1.29 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 10 marzo 1935
Amatissimo Sig. Don Berruti,
Spedita ieri una mia ricevo oggi la sua carissima del 26/1/35 cui subito controrispondo.
Grazie dei preziosi consigli. Come già dissi noi ci atteniamo, mi pare, scrupolosamente ai consigli di Don Bosco, come missionari salesiani – agli ordini e consigli dell’autorità ecclesiastica come missionari. Si è al momento un po’ nelle condizioni tra Chiesa e Stato, come ai primi tempi di Don Bosco, con quel di più che può dare la credenza non cattolica.
Ad ogni modo avanti nel Signore pur essendo al momento la situazione delicatissima. Un gruppetto di cristiani nostri ha fatto un colpo di testa, inviando una lettera in giro, contro i missionari stranieri. Speriamo parare i colpi colla persuasione, colla carità e col sacrificio. A noi tutti vogliono bene; ma non tutti, purtroppo, vogliono bene a Gesù, che non ha fatto che del bene. E pensi che sono i nostri più beneficati! Anche Gesù fu trattato così. Ma per ora, come dissi, niente di nuovo e nessun allarmamento, ma è meglio allungare un po’ il collo in avanti, e che i Superiori siano informati.
Dalla Delegazione ricevendo norme comuni a tutte le missioni, si fece notare che in Riviste o pubblicazioni europee, specie di indole missionaria, si ebbero lamentanze che il Giappone alle volte è messo fra illustrazioni dell’Africa e simili.
Per lo studentato, ed in genere per nuove iniziative ho ricevuto anche lettera del Ven.mo Rettor Maggiore in cui insiste, per le note ragioni di stringere i freni, e di saper dir di no.
Farò tutto il possibile per riuscire nei limiti del bene delle anime. Che vuole? Amo troppo questo Paese (per me che penso di conoscere un po’ le cose e il carattere è deleterio). Bisognerebbe combattere collo stesso sistema loro – che, voglio pensare sia quello che sempre propongo ai Superiori. Ma noi prima di tutto dobbiamo vivere dello spirito di fede e di obbedienza – ed il Signore premierà. Umanamente parlando l’arresto è la morte del missionario in Giappone, e se prima ho detto di sì, è per salvare molti confratelli. Deus scit. Il Signore mi aiuti e mi perdoni se ho sbagliato.
Quindi i Superiori non pensino Don Cimatti un ribelle o giù di lì – tento di fare quel che posso, per far un po’ di bene uso Don Bosco (presunzione, vero?) ma ci siamo proposti ab initio questo programma. D’altra parte nelle Opere della Congregazione mi pare di aver cercato di fare il prescritto – le proposte non è detto debbano essere approvate sempre dai Superiori.
Per le Opere della Missione forse ho proceduto finora con criterio sbagliato, facendo senza la dipendenza regolamentare? Mah! È un punto che ho sempre interpretato così come ho fatto… e non mi fu detto che fosse sbagliato, quindi sono sempre proceduto. Penso che se avessimo fatto il doppio, il triplo e più sarebbe stato meglio. Mah! Abbiamo fatto almeno bene o male il poco? Chi lo sa?
Il Signore mi darà, vedrà, una di quelle stangate finali!… Cercherò di prenderla con amore. Preghi e faccia pregare per noi e specie per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1386 / Novizi del Manfredini (Este) / 1935-3-10 /
ai Novizi salesiani dell’Istituto Manfredini di Este
10 marzo 1935
Carissimi novizi,
Grazie dei vostri auguri e delle vostre preghiere. Per gli auguri non c’era di che – sono sempre e solo come prima, Don Cimatti è il povero Don Cimatti che diventerà ricco per le vostre preghiere; queste sono quelle che valgono; tutto il resto è fronzolo inutile.
Volete tutti un pensiero che il vostro buon Maestro vi spiegherà.
Verso Dio siate generosi senza riserva, nulla per voi, tutto per Lui, uniti a Lui; e in pratica ubbidite, senza bisogno di capire perché vi comandano così o cosà: è volontà di Dio.
Verso il Maestro: confidenza assoluta anche de minimis rebus.
Verso di voi stessi: umiltà, sono quel che sono davanti a Dio.
Allegri, laboriosi e mortificati.
Mi farete la carità delle vostre preghiere che vi contraccambia di cuore il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1386-2 /Novizi del Manfredini (Este) / 1935-3-10 /
ai Novizi salesiani dell’Istituto Manfredini di Este
[10 marzo 1935]
Carissimi amici novizi del Manfredini,15
Si avvicina il gran giorno!
Preparazione. Sint in manibus lucernae ardentes ossia cercate di conoscervi (difetti, inclinazioni, tendenze, ecc.) e farvi conoscere (c’è in tutti assoluta confidenza col Confessore? Col Maestro? Ci sono dubbi?). Non ci vogliono mezzi termini. Con Gesù non si può essere né carne né pesce.
Et lumbi vestri-praecinti. Qual è il bagaglio pel viaggio salesiano? Sarete religiosi come siete novizi. Avete le virtù salesiane? I grandi amori di Don Bosco (a Gesù Euc., a Maria, al Papa)? Odio al peccato? Amore alle anime? Allegria?
In actu professionis. Totale generosità e rinuncia, non riserve né ripostigli, giudizio e cuore, fatti per le mani di Maria.
Post professionem. Propositi mantenuti e accusarsene nella confessione settimanale.
Pregate pel
Vostro aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1387 / Marella Paolo / 1935-3-14 /
3.1.30 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 14 marzo 1935
Eccellenza,
Grazie del suo interessamento per i nostri cristiani. Parlai col massimo esponente che è contentissimo della lettera ricevuta, e al momento sono in calma. Il Signore rimeriti tutto.
Accludo frammenti di giornale, che certo già conoscerà: sono cose recenti. Inoltre, un po’ in ritardo, il povero contributo nostro sul catechismo e libri di preghiere ed a parte le osservazioni sul Direttorio.
Preghi e faccia pregare per noi e benedica specialmente il
Suo obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
1388 / Ricaldone Pietro / 1935-3-16 /
3.1.31 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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16 marzo 1935
Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Eccole un’altra preziosa domanda; Deo gratias.16
Dall’ultima mia niente di speciale. La situazione va chiarendosi e speriamo che le nuvole si dissipino. In breve i capisaldi del movimento:
Gruppo di militari che lavora, per rafforzare lo spirito nazionale.
I vecchi cristiani sono un po’ come eravamo noi nei conflitti fra Chiesa e Stato – certe manifestazioni le facevamo (sbandieramenti, ecc. ecc.), dunque il cattolicismo…
I primi missionari per tagliar netto in molte questioni, coinvolsero nella fede e manifestazioni religiose, forse molte cose che erano semplici costumanze paesane e formarono coscienze che vedono facilmente il peccato dove non c’è. Dunque gli stranieri falsano lo spirito giapponese.
Con questo Lei vede chiaro i capisaldi del movimento. Certo il Governo ha fatto dichiarazioni importanti (i suoi templi e le funzioni che in essi si compiono sono monumenti e manifestazioni civili). Si rende necessaria una revisione del catechismo. Bisogna da un lato seguire giuste esigenze e mantenere saldo ciò che non deve muoversi. Ecco la delicatezza della situazione, che lei può misurare, perché tanto dalla parte del clero, che dei cristiani e delle autorità vi sono elementi tendenti più in un senso che nell’altro. Fede in Dio, alle direttive della Chiesa, di Don Bosco e dei nostri Superiori e penso che la situazione si chiarirà con comune vantaggio. Ci benedica tutti e mi creda nel Signore:
Don V. Cimatti, sales.
1389 / Grigoletto Giuseppe / 1935-3-16 /
3.1.32 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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M., 16 marzo 1935
Carissimo Don Giuseppe,
Potevi ridere, tanto nessuno ride più di me…
Niente di immutato nel povero Don Cimatti e lascia stare il Monsignore… Ho mai pensato di essere signore di nessuno: mi aiuti il vero Signore ad essere almeno signore di me e buon servo suo. Senza di ciò che sono i titoli?
Né pensare che Don Cimatti metta filetto o bottoni o altro… Tutto come prima. Grazie dell’offerta del buon papà di Roncato e del buon Francesco cui ho scritto.
Nel tuo lavoro fa’ come avrebbe fatto Don Bosco e se hai tempo leggine la vita, quanto bene ti farà; specie i punti educativi (sistema preventivo, sermoncini, dilli ai giovani senza timore… Dove non arrivi tu, ci arriva Lui).
Allora aggiusterai ancor più cose fra confratelli e giovani. Niente paura. Prega e fa’ pregare per me che ti ricordo cotidie. In luogo dei soliti dipinti ti mando degli stampati; fanne tu il conto che credi.
Ti abbraccio e benedico coll’anima. Saluta omnes et singulos.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1390 / Fogliani Mario / 1935-3-16 /
3.1.33 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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Miyazaki, 16 marzo 1935
Carissimo Fogliani,
Non ho più saputo nulla della tua indisposizione che spero totalmente guarita.
S. Giuseppe ti conceda di essere un suo vero imitatore. Preparati che si avvicina il tempo dei voti.
Ti abbraccio.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1390-2 /Fogliani Mario / 1935-…-… /
a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone17
[1935ca]
Fogliani carissimo,
Ho saputo della tua indisposizione boccale che spero momentanea e per cui prego.
Si avvicina S. Giuseppe – procura di domandargli che ti prepari bene ai Ss. voti. Anch’io chiedo per te ogni giorno tale grazia. E prega anche per me.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti sales.
1390-3 /Fogliani Mario / 1935-…-… /
a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone
[1935ca]
Carissimo Mario,
Spero che la salute vada migliorando. Coraggio – prega – ubbidisci ai medici e superiori e sempre calmo. Per i voti pensiamoci e preghiamo. Allegro, non dimenticare il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Il passato è passato ed acqua passata non macina più. Pensa a perfezionare il presente. Saluta omnes.
1391 / Heuzet / 1935-3-19 /
3.1.34 al Padre Heuzet del M.E.P. |
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Miyazaki, 19 marzo 1935
Mon P. Heuzet,18
J’ai besoin de votre aide dans une question un peu salébreuse… Et excusez mon pauvre français. C’est une question matrimoniale.
A) Est payen (l’homme – veuf, pas mal âge avancé, qui cerche une femme et la trouve avec l’aide d’un vieux catéchiste sui generis et pas trop fort en religion).
B) Est la femme, chrétienne – virgo (est mal formé dans les jeux et dans la personne (sukoshi chimba = un po’ zoppa), pas mal âge avancé, qui accepte.
On fait comprendre au payen la lois de l’Église – le promesses – et le brav homme exécute avec l’“han” (= timbro) toute sa bonne disposition. On donne la dispense régulière – on fait la fonction propre pour le genre du mariage. Au soir les deux vont à la maison et le matin “summo mane” [la femme] returne à sa maison en disant que pour sa malformation du corp n’etait pas possible se prêter au desir de l’homme et que absolument elle ne veut pas retourner chez l’homme.
Quelque protestation – et àpres l’homme a finit pour prendre une autre femme, qu’il a dejà abbandonnèe. L’homme a remis à la femme l’acclus acte.
On domande:
Quid facere?
On peut penser à une séparation, et permettre à la femme de s’acquitter de son devoir religieux comme chrétienne? (La femme certainement ne veut pas s’espouser ni au précedent ni à un autre).
Ou est-il necessaire de faire quelque chose de spécial pour régulariser cette situation?
Mon P. Heuzet, si vous pouvez, avec une certaine sollicitude me donner quelque conseil pour la pauvre âme chretienne, je vous remercie de tout mon coeur.
En union de prière,
Votre bien dévoué
Don V. Cimatti, sales.
1392 /Circolare alle Suore F.M.A. / 1935-3-20 /
alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone
Prefettura Apostolica di Miyazaki
[20 marzo 1935]
Alle Figlie di Maria Ausiliatrice,
All’avvicinarsi della S. Pasqua vogliate unirvi agli sforzi dei missionari per fare sì che quanti o direttamente o indirettamente dipendono o sono in relazione con voi riescano ad adempiere bene i doveri pasquali.
Vogliate specialmente in questo tempo dare ai vostri dipendenti la comodità dello studio del catechismo, se avete ragazzi o figliuole che debbono essere preparati alla prima Comunione, vogliate prendere gli opportuni accordi col missionario affinché si faccia e bene; nelle vostre conferenze e sermoncini si parli molto di questo; insomma vogliate trasformarvi sempre più in apostole di bene per prepararvi tutte all’adempimento perfetto dei doveri pasquali.
Nei limiti del possibile poi prodigatevi in questo tempo alle opere di carità per i vostri e per i poveri pagani. Oh, che per ognuno di noi e per tutti Gesù possa essere davvero risurrezione e vita.
Lo spirito di sacrificio poi che è voluto dalla Chiesa in questo periodo di tempo sia da noi accettato e in isconto dei nostri peccati e dei peccati degli uomini. Così uniti a Gesù sofferente e alla Vergine dei dolori i nostri lavori saranno più accetti al Signore e più ricchi di frutti spirituali e materiali.
Il Signore benedica tutte. Le novizie specialmente e le allieve di Miyazaki si nascondano nel cuore ferito di Gesù.
Le consorelle tutte, ricordando la loro professione stiano crocifisse con Lui nostro amore e nostra felicità.
Vostro nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1393 / Circolare salesiani / 1935-3-21 /
3.1.35 ai Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki |
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Miyazaki, 21 marzo 1935
Carissimi,
In un’adunanza delle autorità ecclesiastiche del Kyushu, fra le varie determinazioni prese, di cui darò prossimamente comunicazione, si pregò Mons. Hayasaka permettesse nel “Kyoho” (giornale diocesano) una lettera pastorale comune per richiamare ai cristiani lo spirito di disciplina, che è fondamento della Chiesa e il rispetto al sacerdozio e senza distinzione di nazionalità. Ve ne mando alcune copie affinché le distribuiate alle famiglie, previa lettura fatta in Chiesa colle opportune spiegazioni che crediate del caso, adattate alle vostre cristianità.19
Vi ho parlato l’altra volta della revisione che si sta facendo del Catechismo. Da Tokyo scrive S. E. l’Arcivescovo che in attesa delle modificazioni, è bene già ispirarci a quelle che invio, che potrete introdurre nei catechismi che avete in depostito, e colla prudenza dovuta potrete dare ai cristiani affinché le mettano nei catechismi loro…
Voi comprendete quanto importi fare le cose con naturalezza e calma, istruendo al riguardo anche i catecumeni e quanti vi coadiuvano.
Offriamo al Signore il lavoro di questo tempo di Quaresima con senso di mortificazione e come partecipazione ai dolori di Gesù.
Ci aiuti il Signore ad avere nelle prossime feste di Pasqua bei manipoli di anime convertite. Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1394 / Marella Paolo / 1935-3-24 /
3.1.36 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 24 marzo 1935
Eccellenza Reverendissima,
Accompagnati dal nostro Don Carò, rettore del Seminario, vengono a Tokyo al Gran Seminario i nostri primi cinque fringuelli.20 Se potranno vedere l’E.V. desidero che me li benedica di gran cuore. Almeno che le basi siano buone. Faxit Deus!
Due salesiani pure inizieranno dalla scuola tipografica il loro corso in Seminario. Ah, che il Signore ci aiuti ad avere presto buoni preti giapponesi.
Le unisco qualche cosa di notizie che certo conosce. Per ora queste.21
Con grande sacrificio e aggravio ho potuto acquistare un po’ di terreno a Takanabe e Miyakonojo, togliendoci così da case di fitto: siamo in piena povertà; ma si sta meglio.
La raccomandazione poi di V.E. all’Opera di Boston fece mirabilia per la nostra Chiesa di Oita: posso chiudere senza debiti.
Grazie Ec. Rev.ma e preghi per noi specialmente per questo povero che sempre la ricorda.
Don V. Cimatti, sales.
1395 / Dal Fior Luigi / 1935-3-24 /
3.1.37 al chierico Luigi dal Fior, missionario salesiano in Giappone |
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24 marzo 1935
Cariss.mo Dal Fior,
Per concessione del Rettor Maggiore potrai col bravo Dupont iniziare la teologia al Gran Seminario col 1° aprile. Ringrazia il Signore ed i Superiori.
Non ti faccio raccomandazioni. Ti prego che insieme al buon Dupont (diglielo)
luceat lux vestra
studiate
ricordate che siete religiosi e salesiani
dal vostro buon esito e impegno dipenderà il poterne approfittare tanti altri.
Mettiti subito di buona voglia e fatti santo.
Tuo sempre aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1396 / Circolare salesiani / 1935-3-25 /
Miyazaki, 25 marzo 1935
Carissimi,
Anche in questo mese per varie ragioni non è possibile fare radunanza collettiva per l’esercizio della b. m. Vi prego di supplire non dimenticando questo importante nostro dovere, come pure vedete di leggere il caso di morale e liturgia.
Lo scopo della presente è per darvi comunicazione di alcuni provvedimenti e consigli che di comune accordo hanno preso i Superiori Ecclesiastici del Kyushu per far fronte alla situazione attuale, che al momento sembra tranquillizzata…22
Quanto alle difficoltà interne già vi ho comunicato la lettera pastorale in comune. Aggiungo di tenere presenti i regolamenti della Chiesa in relazione a circolari o lettere pubblicate dai cristiani sui problemi di ordine ecclesiastico, di evitare le discussioni coi malcontenti, ma impedire con prudenza e discretamente di parlare in pubblico o di scrivere, e non accettare che associazioni riconosciute nelle nostre circoscrizioni, e fissare sempre in antecedenza il programma delle riunioni, inoltre di proteggersi vicendevolmente sostenendoci mutuamente col consiglio e colla preghiera.
Comprendete la delicatezza delle questioni che intendo siano a voi riservate. Pure essendo questioni che si riferiscono in modo speciale ai vecchi cristiani di Nagasaki è utile conoscere ed orientarci verso di esse secondo le opportunità. Buona continuazione di Quaresima in unione alla Passione di N. S. Gesù Cristo.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1397 / Tassinari Clodoveo / 1935-3-27 /
3.1.38 al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hong Kong |
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27 marzo 1935
Carissimo Tassinari,
Bravo… Lascia stare il Mons. Vorrei essere un mons di santità, ma purtroppo…
Non so perché sia tardata tanto la lettera. Sapete la mia abitudine. Ad ogni modo se le lettere furono perse, pazienza.
Mio buon Clodoveo, capisco benissimo la vostra situazione, non l’ha cercata né tu né Don Cimatti, per me penso così (lo sapete): “quando abbiamo fatto il nostro dovere e indipendentemente dalla nostra malizia, avviene qualche cosa che non ci sembra esatto o altro, è disposizione della Provvidenza. L’assoggettarsi con gioia, con fede e con sacrificio è il nostro merito”.
Ti consiglio di agire in conformità a questo principio, lasciar cantar le passere, e tu filar dritto per la via cui devi tendere.
Per Mukai e Bechis puoi pensare se non si è provveduto; i Superiori e di Cina e di Giappone hanno fatto tutto il loro dovere, ma non sempre, specie certe disposizioni si possono prendere come sembrerebbe… Gli uomini, Clodoveo mio, non sono pezzi del gioco di scacchi.
Per la mia venuta non è possibile, è un momento delicatissimo per tutte le missioni ed i capi, non è prudenza, né giustizia muoversi.
Pregate. Fate come vi dice Don Cim. Studiate e fate lavorare meno la fantasia e… altro, e vedrete che tutto andrà bene.
Per gli ordini è tutto provveduto e preveduto. Ma non par vero che abbiate così poca fiducia e dei vostri superiori e di Don Cimatti.
Appena riceverò le Lire 100 ben volentieri le darò al Sig. Don Marega per parte tua.
Dunque animo e fatti santo. Immergiti con Gesù desiderando quanto citius che ti faccia più suo.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Ricevo ora gli auguri tuoi e te ne ringrazio di cuore e contraccambio con l’anima. Grazie dei tuoi consigli, era tuo dovere scrivere. Ora rimettiti allo stato quo ante e lascia fare ai Superiori cui tutti dobbiamo ubbidire e preghiamo.
Ah, fossimo santi e avessimo tutti più spirito di sacrificio, di umiltà. Vedi, Clodoveo, Don Cim. teme solo delle vocazioni che non si vogliono assoggettare. Fate come vi dicono, studiate e pensate al gran passo che si avvicina. Tu continua, fa’ quel che puoi fra i compagni, non lasciatevi scaldare la testa e avanti nel nome di Dio.
1398 / Fogliani Mario / 1935-3-28 /
3.1.39 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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28 marzo 1935
Mario carissimo,23
No ho più notizie della tua indisposizione. Prego per un pieno ristabilimento.
Speravo rivederti al principio del mese, ma devo tramandare a dopo Pasqua e allora parleremo, a Dio piacendo, di molte cose. Prega per me che ti ricordo sempre.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1399 / Berruti Pietro / 1935-3-29 /
3.1.40 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 29 marzo 1935
Rev.mo Sig. Don Berruti,
Mi consta che vari dei nostri chierici e forse altri del personale di Hong Kong hanno inviato ai Superiori delle lettere in relazione a vari argomenti (spirito informatore di quello studentato – maniera degli studi – poca formazione salesiana… E chi più ne ha, più ne metta), come pure alcuni chierici anche dietro mio consiglio esposero ai Superiori loro necessità personali. Per quanto sta a me ho sempre presa la parte (ed era ovvio) dei Superiori di Hong Kong che con vero spirito di sacrificio si sono assommati il lavoro per conto nostro e con il nuovo Direttore fanno tutto il possibile per formare questi cari confratelli. Ma è (come vede da queste lettere) scorgendo che c’è qualche ruota che non gira bene, e se realmente le cose sono come si dice, che cioè nel prossimo anno il lavoro degli insegnanti dovrebbe essere solo per il personale del Giappone, non è il caso che i Superiori, prendendo in considerazione anche quanto in relazione al delicato problemi ebbi a scrivere, vengano ad una soluzione della questione stessa? Mi pare che qui entrino in gioco anime di sacerdoti e di giovani confratelli, come pure l’onore dell’Ispettoria cinese, ed anche la formazione di futuri missionari del Giappone, e che quindi nelle forme in cui i Superiori credono più opportuno, occorra prendere qualche decisione.
Fui invitato per dettare gli esercizi, ma al momento attuale mi sembrerebbe grave abbandonare per un due o tre settimane la missione, e d’altra parte la mia presenza acuirebbe forse lo stato della questione, per cui sottopongo ai Superiori la cosa, che certo per altra via conoscono.
Sono in stretta relazione con il nostro Don Bardelli e dei chierici – ma ci sono certe ruote che non devono funzionare bene. Non avendo ricevuto disposizioni per il caso Bechis – di cui le avevo scritto – ed essendo necessario il ritorno, ho scritto al Direttore che mi prendevo la responsabilità davanti ai Superiori; è probabile quindi che da Hong Kong abbiano prese al riguardo.
Quanto ai due chierici Zanarini e Floran che hanno domandato ai Superiori il rimpatrio per vari motivi, per me sono del parere di esaudirli – nelle loro condizioni di testa e di cuore non fanno bene né a sé, né agli altri. Non sono in grado di esprimere il mio pensiero sulle domande di Don Dalmazan e Don Bury che hanno scritto ai Superiori per una venuta in Giappone. Ho per principio di non domandare persone, ma personale; e quindi i Superiori devono fare con assoluta libertà – d’altra parte che si dovrebbe pensare della loro venuta?
C’è chi propone un ritorno in massa dei nostri teologi in Italia, ma anche questa soluzione (che certo ha dei grandi vantaggi formativi, perché se in missione non si ha personale dirigente che possa formare, è meglio non fare) getterebbe a terra il tentativo della formazione del personale in posto.
Certo che se qualcuno degli elementi attuali venisse in Italia, e formato bene alla Crocetta diventasse un buon insegnante, il problema del futuro studentato del Giappone sarebbe risolto: supplico che si risolva in fretta. Se i Superiori credessero utile questo suggerimento, potrebbero quelli del secondo corso venire in Italia, i due del primo venire a Tokyo, e per ora usufruire del Gran Seminario come i Superiori hanno concesso.
Per il fabbricato avrei un’ottima occasione di un casone forte in vendita e che trasportato sul posto servirebbe e pel noviziato e per lo studentato, ma senza l’aiuto dei Superiori non è possibile pensarci, e già i Superiori mi hanno risposto che non possono.
Ad ogni modo invoco dai Superiori l’aiuto per risolvere questo benedetto problema che si trascina da anni e che, non concludendosi, non fa certo del bene alle anime.
Per ora calma sulle frontiere – noi continuiamo nel nostro lavoro. Preghino per noi e specialmente per il povero sottoscritto che ne ha bisogno assai assai. Tutto suo nel Signore
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1400 / Gusmano Calogero / 1935-3-29 /
a Don Calogero Gusmano, segretario del Capitolo Superiore
Visitatoria S. Francesco Saverio, Giappone
Erezione canonica case salesiane
Miyazaki, 29 marzo 1935
Rev.mo Sig. Don Gusmano,
Mi affretto a rispondere alla sua carissima datata dal 28 feb. in merito all’erezione canonica di alcune case che mi accenna, con alcune osservazioni.
Per la Scuola Profes. Don Bosco, eretta in Diocesi di Tokyo, ho già da tempo inviato il beneplacito di quell’Arcivescovo coll’incartamento presentato per l’approvazione di quella casa in data 9/4/1934 (Unisco copia dell’originale, presso i Superiori).
MIYAZAKI, Studentato filosofico S. Cuore è (come feci osservare ai Superiori l’anno scorso nella compilazione del Catalogo) il nostro Studentato già riconosciuto canonicamente a TAKANABE e che fu trasportato a Miyazaki, l’anno scorso in Seminario e quest’anno alla missione, in attesa che si possa trasportare definitivamente a Tokyo, come già i Superiori hanno approvato, ma che non si può effettuare finché il Signore non ci manderà i mezzi per la costruzione. Veda di suggerirmi quid faciendum, disposto, come Superiore Eccles. a fare tutti i documenti che siano del caso. Attualmente a Takanabe vi risiede un missionario in pieno e vero lavoro di apostolato. Potranno i Salesiani a Takanabe realizzare future opere? Mah… Difficile dictu…
SEMINARIO indigeno. È da considerarsi come opera della missione pura e semplice, oppure opera della Congregazione, e un’opera che la Missione affida ai Salesiani? Ed in tal caso basta il mio documento o è necessario il permesso di Propaganda, stando a quello che anche prescrivono le nostre Regole? Siccome ci capisco poco in tutte queste questioni voglia illuminarmi e dirmi come ho da fare. Il Seminario essenzialmente la Congregazione vi mette un po’ di personale, nihil aliud.
In generale il lavoro fatto finora ha fatto vedere che la natura della nostra missione, che non ha grandi centri, non ci ha ancora aperta la via a capire quali opere proprie della Congregazione (salvo gli Oratori) potranno fiorire nelle Province di Miyazaki, Oita; è per questo che in pratica ho sempre considerato le nostre case, come residenze missionarie – dato anche l’esiguo numero dei confratelli in ognuna. Se si toglie lo studentato filosofico (che come ho detto è ancor vagante) nessuna casa è regolare.
Eccole quanto posso e so dire. Con tutta libertà mi dica quanto occorre fare per regolarizzare questa questione. Desidererei vederci chiaro, tanto più ora data la nostra nuova situazione.
Mi ricordi al Signore e voglia credermi
Aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1401 / Ricaldone Pietro / 1935-3-30 /
3.1.41 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki 30 marzo 1935
M.R. Sig. Don Ricaldone,
Fine mese e quindi rendiconto.
Per parte mia nessuna novità né per la salute materiale né per quella spirituale, mi pare non dia giù la buona volontà.
Per i confratelli:
Hong Hong, non so perché, non corre. Ne ho scritto e informato in dettaglio il Sig. Don Berruti. Dal Giappone, pur essendo in intimo contatto per lettera e con Don Bardelli e i chierici nostri, non so darmi esatto conto, ma certo c’è qualche ruota o grossa o piccola che non funziona. Al momento non posso muovermi (non è prudente per l’odor di polvere che soffia) – e forse non è neppure conveniente perché si riaccenderebbe la nostalgia nipponica. Certo vi sono dei malumori e in alto e in basso. Perché?
Le altre cose nostre, grazie a Dio, discretamente. Spero avere una quindicina di nuovi seminaristi – cinque li ho mandati in Seminario a Tokyo. Sono certo che pescheremo buone vocazioni anche per noi. Attendo l’approvazione dei Superiori per il Noviziato.
Chierici filosofi benino. Aspettano che il Signore dia loro la Cappella Pinardi.
Tutti gli altri al momento bene in tutto. Non mancano le piccole croci a tutti – il più colpito è il nostro Don Piacenza. La ferita si rimargina, ma suppura sempre – è stanco e non so… ma forse bisognerà sostituirlo. Così non si può durare a lungo, santo confratello – è certo quello che fisicamente soffre di più – e al vederlo sembra un gigante.
Eccole tutti i nostri miracoli e miserie del mese. Lei da buon medico e da buon Padre ci aiuti.
La massima parte dei Vescovi cui ho scritto rispondono con entusiasmo per Don Bosco santo e hanno inviato a noi o inviano direttamente la loro supplica.
Il gruppo dei Vescovi o Prefetti della Corea, pur amando Don Bosco intensamente e l’Opera sua (come dissi stanno pubblicando la vita in Coreano) non sono del parere di fare la supplica pel principio di non aumentare i Santi del breviario. Idem P. Kuemberg S. J. dell’Università Cattolica di Tokyo.
Quello di Osaka dice che farà se i Salesiani andranno nella sua Diocesi. I Superiori ricordino che gli han promesso due o tre anni prima di Tokyo.
Mons. Gaspais, Vescovo di Kirim e Delegato Apostolico della Manciuria passerà prossimamente a Torino per parlare con Lei.
Avevo inviato dalla Manciuria lettera a suo nome l’anno scorso – non ho saputo più nulla.
Viene per parlare di fondazioni. Per me (se dipende da me), firmo a 4 mani – come pure in Corea.
Vogliono i Superiori realizzare per la gloria di Dio e delle anime quanto Don Bosco ha realizzato in America? È, mi pare, l’occasione. Gli ho risposto che venga a Torino – conosce Lei personalmente (perché venne già altra volta all’oratorio).
Ad ogni modo gode che rappresentanti del Giappone, Manciuria e Corea abbiano scritto per l’estensione della festa nostra.
Per oggi stop. Attendo, come promise, le sue in cui ha da dirmi cose importanti.
Ci benedica tutti e specialmente il suo figlio,
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1402 / Ricaldone Pietro BS / 1935-4-1 /
3.1.42 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Primavera Giapponese e fiori e frutti missionari24
1 Aprile 1935
Rev.mo ed amatissimo Signor Don Ricaldone,
La stagione dei fiori fra lo splendore delle azalee e ciliegi, è nel suo pieno sviluppo. Ferrovie, automobili ed ogni altro genere di locomozione si mette in suo, per andare ad osservare le magnifiche fioriture. Gli sportsmens in montagna, gli altri in collina o in pianura, nei luoghi più celebri o meno, a pochi chilometri dal natio villaggio o nel posto stesso di residenza, tutti, si fanno un dovere di fare la passeggiata tradizionale.
A sera i parchi si illuminano a giorno, e fra la penombra di lampade di tela o di carta si popolano di visitatori. Chi canta e suona, chi mangia e beve, chi col pennello in mano coglie la fugace impressione e scrive poemetti brevissimi, chi danza, chi assorto in silenziosa contemplazione si gusta l’impressione del cader dei petali, che vanno tappezzando come bioccoli di neve il terreno.
É difficile per noi valutare questo mondo di impressioni, di sentimenti, sgorganti dall’ammirazione della natura fiorita e di cui il buon giapponese tanto si compiace ed esalta: è certo spettacolo non indifferente e ci si rimane avvinti. Il linguaggio dei fiori quale manifestazione naturale che il floricultore giapponese riproduce in piccolo, dopo un lungo corso di studi (quattro anni) nella presentazione dei fiori in vasi decorativi, è davvero assi forte per questo popolo. E tanto vero è che essi hanno bisogno di vivere in pieno paesaggio; non si chiudono volentieri negli alveari umani, come facciamo noi nelle nostre città.
Su uno sfondo di verde costante, dato dai loro pini, cedri, bambù, ecc. vogliono vedere fiori, fiori, fiori… Il prugno, il ciliegio, l’azalea, il glicine, in primavera; il loto in estate; il crisantemo e l’acero rosso d’autunno... Senza contare la gamma di colori dei campi gialli dalla colza, bianchi dalle rape e grano saraceno, e rossi da una specie di trifoglio. E inquadrata in questa fioritura la casa… Non orizzonti larghi, ma scenette improvvise d’ambiente in natura, che essi riproducono studiosamente nei loro motivi di architettura d’arte pittorica e floreale e nell’ornamentazione dei loro vestiti. Fiori in casa, fiori presso le tombe, fiori nelle feste civili, scolastiche, fiori dipinti, e stoffe a fiorami sono le manifestazioni più sintomatiche del loro amore per la natura.
E da questa contemplazione o imitazione della natura balza fuori il simbolo – ed è quello a cui pensano, quando apparentemente inespressivi stanno in contemplazione silenziosa di fronte a queste cose belle. “La beltà passeggera dei fiori…, brevità della vita. Così sfioriremo noi pure… Così sia disposto a sfiorire il mio essere per la grandezza della mia Patria… L’anima mia è come il fiore del ciliegio montano che esala il suo profumo al sole del mattino”.
Ma la contemplazione e riflessione di queste cose belle mi fa perdere il filo delle notizie mensili che volevo comunicarle a conforto di Lei, Padre buono, e ad eccitamento di quanti amici e cooperatori e benefattori conta la nostra povera missione.
A Tokyo la SCUOLA TIPOGRAFICA Don Bosco va sempre meglio organizzandosi, e se non ci verrà meno l’aiuto di Dio e dei nostri benefattori, è destinata a far certo un bene immenso. Si viene già delineando un minuscolo laboratorio di sartoria… Don Bosco, quando a sera con Mamma Margherita rattoppava i vestiti dei suoi ricoverati, penso che non stava in un laboratorio migliore. Ma già si sogna la calzoleria e la scuola meccanica…
A Tokyo coll’Oratorio di Mikawajima viene pure organizzandosi il lavoro della Parrocchia a favore dei cristiani, che vengono sempre più moltiplicandosi. Giorni or sono, il nostro buon Mons. Chambon si degnò di venire in mezzo ai nostri cristiani per amministrare la S. Cresima a un buon numero di essi. Sempre gradite e di sommo conforto a tutti le visite del buon Pastore.
Ed in missione, il nuovo anno scolastico ci ha portato il Piccolo Seminario al completo: costruito per 50 allievi, siamo in pena per allogarli convenientemente. L’Ospizio pure che già conta oltre 80 ricoverati pensa ad attuare un ulteriore ampliamento.
Le riunioni giovanili quotidiane, e più specialmente le domenicali ovunque affollatissime, mentre il rude lavoro del dissodamento fatto dai missionari vagantes, va tenacemente continuandosi in ogni zona. Questi buoni pagani non amano Gesù, perché non lo conoscono – e molti non lo conoscono perché non c’è chi loro lo faccia conoscere, e mi sembra di udire specie in quest’anno della Redenzione, più insistente la voce di Gesù: “Padre, perdona, perché non sanno quello che fanno”. Lei, amato Padre, comprende dove vadano a parare le conclusioni. Abbiamo bisogno di personale e di mezzi: è il solito ritornello che tutti i missionari instancabilmente ripetono, è il leit-motiv di tutte le composizioni di stile apostolico… Ma Gesù nel “Pater noster” non ce ne dà l’esempio insegnandoci a domandare con fede insistente e umile i mezzi quotidiani?
A TAKANABE e MIYAKONOJO con sacrifici che sa solo il Signore quanto ci costano, si è potuto passare da casa di fitto in terreno e casa propria… Ma pur tentando di emulare la Cappella Pinardi… la prima sede definitiva di Don Bosco… dobbiamo dichiararci sconfitti… Altro che funzioni in mitra… Pensi. A Takanabe la stanza che serve da chiesa ha le enormi proporzioni di m. 4 x 2 e alta m. 1,80. Quella di Miyakonojo forse è più alta e per allargarla (evviva le case giapponesi!) in pochi minuti si tolgono le pareti… e si è più al largo. Le riunioni serali, se non piove, si fanno all’aperto. Ah, il bel salone creato dal Signore! Ebbene, amato Padre, anche in questa povertà e piccolezza, c’è Gesù, grande, immenso… E mi par di sentirlo, più vicino ai suoi figli.
Ci sono anime che lo amano – anime abbellite dalla sua grazia (eccole le ultime prime Comunioni di Miyazaki) e anime, non meno belle, i nostri cari giovani pagani che assiepano le adunanze nostre – molti dei quali pregano quotidianamente, studiano il catechismo cattolico. Eccole i campioni della gara catechistica di Miyakonojo. Lei fu già al corrente di quella riuscitissima avvenuta l’anno scorso all’Oratorio di Tokyo. Mi pare caratteristica e significativa questa entrata di Gesù nelle anime che ancor non lo conoscono ma che pregano e studiano i suoi insegnamenti – pur non potendo – per tanti motivi – essere totalmente ancora suoi!
E intanto si semina a piene mani, e ad ogni costo, e dappertutto, dove può giungere la sfera della nostra modesta azione… Ah, ognuno vorrebbe essere vero Briarei dalle cento braccia e Argo dai cento occhi… Parola, libro, giornale, foglietto, musica e quanto è possibile far entrare nelle famiglie, nella scuola, nelle menti, nei cuori… Oh, quanti ritorni attesi da tempo! Un missionario riceve l’altro giorno la visita di una povera anima che da trent’anni lottava colle dolci insistenze di Gesù… Mi scrive un altro missionario: “Per lungo tempo curai un povero giovane illuso dalle teorie comuniste: pareva che tutto il mio lavoro dovesse approdare a nulla, ma ecco che l’altro giorno mi si presenta e mi dice che alla sera nella calma prima di addormentarsi, gli sembra di vedere Gesù e di non poter allontanare dalla mente tale fantasia. Inoltre di non poter dimenticare parole mie che io non ricordo. “Qualunque cosa le capiti, si ricordi che Lei deve diventare cattolico, e che solo allora troverà la pace e poi la vita eterna”. Un bravo catecumeno venuto man mano raffreddandosi, incontrato il padre missionario: “Non viene più nella nostra città?”. “Ogni settimana…”. “Oh, ritorni a parlarmi di Gesù…!”. Il desiderio acuito da un primo incontro per i volenterosi è tenuto acceso dalla grazia, e quasi sempre si riesce a condurre in porto queste care anime.
A Oita, magnifica fioritura di anime innocenti col rinnovamento totale dell’Asilo della Missione, ampliato e ridotto ad essere il più bello e spazioso della città. A Nakatsu pure il nostro collegetto pieno, ma di queste e di altre belle notizie alla prossima. Allora sfioriti i ciliegi, per i campi biondeggeranno le messi. Spero che la Pasqua porti a Lei, amato Padre, ai nostri benefattori e fratelli le più elette benedizioni del Signore – e le più intense preghiere di quest’anno santo portino a noi, secondo il desiderio del S. Padre, un maggior incremento in tutte le nostre opere.
Oh, sì, preghi, amato Padre, e faccia pregare “ut perseverans atque assidua missionalium opera feliciora cotidie incrementa capiat”. Faxit Deus. Ci benedica tutti e specialmente chi si professa
Aff.mo figlio,Don Vincenzo Cimatti, sales.
1403 / Circolare Salesiani / 1935-4-3 /
ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
Miyazaki, 3 aprile 1935
Carissimi,
Dovendo fare ai Superiori la prescritta relazione sullo stato dei Cooperatori nel decorso anno, vi prego di rispondere al più presto alle seguenti domande…
Sarò riconoscente se mi potreste dare suggerimenti per l’ulteriore sviluppo di quest’opera che ci aiuterà anche come missionari ad aumentare la nostra sfera d’azione.
Nel bel mese preparatorio alla S. Pasqua e per noi chiusura dell’Anno Santo vediamo di piantare saldamente nella nostra e nelle anime a noi affidate Gesù Crocifisso.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1404 / Dal Fior Luigi / 1935-4-4 /
3.1.43 al chierico Luigi dal Fior, studente di teologia |
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4 aprile 1935
Cariss.mo Dal Fior,
Sei teologo. La decisione fu un po’ comunicata affrettatamente, ma avevo bisogno di far capire ai superiori la tua situazione e volentieri concessero. È il punto più importante della tua vita – raccogliti – lascia ogni altro pensiero e studia e più, fatti santo. Fa’ che il buon nome salesiano risplenda in Seminario… Chissà che non si maturino vocazioni e più che lo spirito di Don Bosco vi aleggi e risplenda.
Sii, per te, Luigi (mi capisci) e per gli altri Fiore (esempio, profumo di virtù).
Oh, come amo l’anima tua, Luigi.
Ti abbraccio e benedico. Prega per me.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Per i libri bisognerà che pigli i testi della scuola. Venendo vedremo (se a scuola adoperano la Somma te la porterò).
Grazie degli auguri e preghiere: ti contraccambio di cuore, oh sì! Facciamoci buoni.
Sacerdos alter Christus, qui exinanivit sementipsum factus oboediens usque ad mortem, mortem autem crucis.
Don V. Cimatti, sales.
1405 / Merlino Alfonso / 1935-4-5 /
3.1.44 ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone |
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5 aprile 1935
Carissimo Merlino,
Grazie degli auguri. Non temere le difficoltà. Buttati nel cuore del Signore, nelle mani dei tuoi Superiori e avanti tranquillo sempre sempre.
Grazie delle preghiere: quelle valgono tutto. Presto ci vedremo.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1406 / Circolare salesiani / 1935-4-9 /
3.1.45 ai Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki |
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9 aprile 1935
Carissimi,
Nell’approssimarsi delle Ss. Feste Pasquali voglio essere dei primi ad augurarvi sante e felici feste materialmente e spiritualmente. Dirvi che vi ricorderò in modo speciale è mio dovere e per quanto fate per me personalmente (e ne avete dato recentemente prova in occasione del mio onomastico) e specialmente per il lavoro che venite svolgendo a vantaggio delle anime nelle rispettive vostre zone… Fate anche le mie parti presso i cristiani e presso quanti (catechisti, famiglie, giovani, ecc.) hanno più diretta relazione con noi.
Avrete già prese le disposizioni opportune per dare comodità a quanti dipendono da voi di compiere il loro dovere pasquale. Non dimenticate di dare identica comodità di lucrare l’indulgenza giubilare, e per quelli che già avessero compiuto le pratiche, consigliate le ripetano a vantaggio delle anime del Purgatorio.
È vivo desiderio del S. Padre che nei tre giorni della fine dell’anno giubilare tutti i fedeli del mondo SINT UNANIMES IN ORATIONE per ottenere i fini del Giubileo. Perciò desidera e in spirito e in funzioni speciali siano tutti uniti al gran Triduo che si terrà alla grotta di Lourdes. Per aderire a questo desiderio ed invito, dispongo che dove è possibile dal 25 al 28 Aprile si tenga un solenne triduo a modo di Ora Santa da concludersi alla domenica con una comunione generale, ed altre funzioni. Si esortino ed invitino i cristiani a parteciparvi. Non è difficile fare il tutto e con solennità nei collegi e comunità religiose. Sono sicuro che tutti nelle forme possibili aderirete al desiderio del Santo Padre.
Dopo la festa di Pasqua debbo recarmi a Tokyo per l’annuale raduno. Sarò lieto di potervi servire per qualunque cosa che vi sia necessaria, come pure se avete questioni speciali che desiderate siano trattate in adunanza favorite comunicarmele.
È annunciato per venerdì prossimo l’arrivo del nostro Don Antonio a Nagasaki. 25Permettetemi che vi ringrazi in modo particolare delle manifestazioni cordiali che non solo a parole, ma a fatti avete voluto recentemente manifestare. Grazie di tutto e specialmente delle preghiere che contraccambio con tutto il cuore. Siate benedetti. Ci degni il Signore delle sue speciali benedizioni sulle opere che si hanno tra mano e di cui prossimamente vi darò relazione.
Colla più profonda riconoscenza mi dico
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1407 / Grigoletto Giuseppe / 1935-4-10 /
3.1.46 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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[10 aprile 1935]
Bepi Grigotìletto, nonché Z. B.,
Rispondo alla tua del 28/3 e ti prego di lasciar nella penna quel Mons… Ah, non esserti vicino… Che pedata piglieresti!
Sì grazie degli auguri… Sì, buona Pasqua! Con bel regalo di Gesù, non molti battesimi, ma un bel noviziato (a maggio sarà finito… pur non avendo ancora i soldi per pagarlo). Fu un’ottima occasione. Già fatto… Ora lo trasportano… Vedrai! Cose da Giappone! Ti dirò poi. Avessi avuto i soldi avrei già anche lo studentato. Avanti nel Signore. La tredicesima Pasqua? Lo sa il Signore. Non mi impegno pel futuro perché è nelle mani di Dio: stando al piccolo presente, è meglio.
Scrivo al Decimo Brunner. Come fai tu è sempre ben fatto: come pure per buone occasioni fa’ pure con tranquillità. Se non quest’anno certo al prossimo anno lo studentato ci deve essere. Ora non mi lascio distrarre perché devo concentrare il fuoco di fila sul Noviziato. Sì, per roba di chiesa bastano galloni, c’è però da pensare che la roba di chiesa essendo regalata (e non pagando dogana) non viene a costar molto. Sul posto c’è la spesa di compra e mano d’opera.
Se per lo Studentato (futuro) trovi paramenti di tutti i colori, libri per biblioteca (filos. e teol., Storia Eccles., litur., ecc. anche se annate di Riviste et similia) optime. Per la chiesa: candelieri e simili…
Prego secondo la tua intenzione in settembre dicendoti però chiaro che Don Cim. prega sempre e solo così: “Dategli, o Gesù, la grazia se è utile alla sua anima e se serve alla gloria vostra e salvezza d’anime, secondo la volontà di Dio”.
Prego anche se non mi mandi niente, che, dopo tutto, Giuseppe mio, chi manda non sei tu, ma Lui… al più per mezzo tuo.
Il rocchetto non l’ho ancor messo, l’inaugurerò alla prima cresima, o alla benedizione papale.
Don Lucioni benino, Don Cavoli benino, certo è stanco, ma speriamo. A Pasqua benedico la nuova chiesa di Oita a S. Francesco Saverio, omaggio della Missione nostra per l’anno Santo. Scrivo a Granziol.
Ti abbraccio e bacio.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1408 / Ricaldone Pietro BS / 1935-4-21 /
3.1.47 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Ricordi dell’anno santo in Missione26
Pasqua, 21 aprile 1935
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
L’alleluja pasquale di quest’anno richiamanteci le gioconde manifestazioni dell’anno scorso per la solenne canonizzazione del Padre nostro Don Bosco, non è stato per noi tutti meno ricco di consolazioni spirituali. Per noi l’ANNO SANTO abbiamo voluto santificarlo e santamente sfruttarlo e farlo sfruttare in tutte le forme possibili.
Prima di tutto una vera campagna di preghiere individuali, collettive: eravamo fiancheggiati da tanti amici lontani, da tanti allievi e confratelli carissimi, da tanti benefattori che con noi e per noi pregavano, affinché i buoni effetti dell’anno santo si verificassero in tutta l’estensione del loro significato anche per noi. Rassodarono efficacemente le preghiere, tridui, missioni, esercizi spirituali tenuti in ogni residenza per dar comodità a tutti i nostri fedeli di lucrare per sé e per le anime del purgatorio le indulgenze concesse. E tutti abbondantemente ne approfittarono, sia quelli che risiedono nei centri, sia quelli dislocati in luoghi lontani ebbero il conforto delle pratiche del s. giubileo.
Era edificante vedere il contegno di tutti e il desiderio di molti di moltiplicare le pratiche a favore delle Ss. anime purganti… fino a dieci, venti e più volte.
Tutti poi vollero concluderlo col solenne triduo finale in unione di spirito col Santo Padre e con tutto il mondo cattolico ai piedi di Maria. La nostra buona Madre Ausiliatrice ottenga a noi tutti la perseveranza nei buoni frutti ottenuti da queste sante pratiche.
Ma era desiderio di noi tutti, che l’anno santo lasciasse un ricordo visibile di sé in una forma utile, che perpetuasse in qualche modo i benefici effetti della Redenzione. Ed ecco che si poté concretare l’idea tanto desiderata di una chiesa ad Oita. Il tenace e diuturno lavoro di propaganda del nostro Don Marega, la carità generosa di alcuni benefattori d’Italia e d’America ebbero il meritato premio, ed ora abbiamo la consolazione di avere una bella chiesetta, capace di oltre duecento persone in luogo della povera stanza adibita finora. E fu colla più grande commozione del mio cuore, che nel giorno solenne di Pasqua, anniversario della Canonizzazione di Don Bosco, fra il giubilo di tutta la cristianità di Oita, adunata al completo, potei benedire la nuova chiesa ed offrirla a Gesù Redentore, quale omaggio di tutta la nostra missione a Lui, conforto, guida, sostegno dei missionari.
Pensavo alla gioia del S. Padre e della Chiesa – nella nuova Cappella i frutti della Redenzione si possono largamente e comodamente distribuire. Pensavo al nostro Don Bosco e lo pregavo instantemente che volesse Lui presentare a Gesù l’omaggio dei suoi poveri figli salesiani del Giappone. Pensavo a S. Francesco Saverio cui la chiesa è dedicata, a Lui che proprio a Oita gettò le basi di quell’apostolato fecondo, che diede al grande impero giapponese il Cattolicismo.
Vi sono momenti nella vita, in cui l’espressione dei sentimenti pur fortemente sentiti, è inesplicabile. Vorrei potere comunicarle adeguatamente la pienezza della gioia provata. Vorrei potere esprimere ai benefattori l’intima e profonda riconoscenza, vorrei dire che si è pregato e quanto!
Mi piace di più in pochi istanti di silenzio raccolto, pensare al bene alle anime che ne verrà dalla nuova chiesa; al merito immenso che si sono fatto quanti vi hanno concorso; al nostro debito di riconoscenza, che non si estinguerà che in Paradiso. Ma vicino a Gesù Redentore non può mancare la sua e nostra Madre Maria. Ecco perché accanto alla nuova chiesa, come vago giardino è sorto, rinnovato, rimesso a nuovo l’Asilo “Stella del Mare” della Missione. È riuscito il più bello della città – e già un’ottantina di allievi lo frequentano.
Ma non si può pensare a Maria A. senza pensare ad una relazione col nostro Don Bosco. E proprio in occasione della sua festa a Tokyo ho benedetto la pietra fondamentale del Noviziato salesiano, base del futuro sviluppo della nostra Pia Società in questa grande nazione. Fu una funzione familiare, allietata dalla presenza di S. E. Auriti, Ambasciatore d’Italia, che si degnò passare la mattinata alla Scuola professionale Don Bosco.
La fine dell’anno santo fra noi dunque è contrassegnata da una chiesa, fonte di redenzione per tante anime – da un rinnovamento ed ampliamento di un giardino di infanzia, prima tappa di formazione di anime, che si incamminano verso la vita, dall’inizio di costruzione di un Noviziato, prima tappa di formazione di anime che intendono di consacrarsi generosamente e totalmente a Dio per servirlo e per cooperare con Lui alla salvezza delle anime.
Per il missionario salesiano in Giappone è un gran conforto, se si pensa alle difficoltà dell’apostolato in questa terra di martiri, difficoltà risentite ancor più in questo momento di squilibrio mondiale, che si ripercuotono in forme caratteristiche fin qua.
La Provvidenza che guida gli avvenimenti umani per il bene, ci permette intanto di continuare la nostra propaganda di carità.
Il giorno 26 Aprile, con decreto dell’autorità civile il nostro Ospizio è riconosciuto ufficialmente: è un primo passo alla stabilizzazione dell’Opera, la quale sempre più viene affermandosi. Ce lo dicono gli elogi, le visite che autorevoli persone vengono facendo ai poveri vecchi e ai buoni orfanelli, la carità che incomincia a farsi dal pubblico e il plauso incondizionato della stampa locale. Oh, davvero che la carità apre le porte e i cuori, ed è la forma di apostolato al momento attuale la più efficace, la più compresa e relativamente la più facile.
Quanto più fra religione, patria, famiglia e scuola si potrà stringere una forte, amichevole e costante relazione, tanto più potremo fare del bene: se non saremo semplicemente intrusi, sopportati e peggio. È quanto ci sforziamo di realizzare: farsi prima di tutto degli amici.
Accennavo alle visite delle autorità alle opere della Missione. Il nuovo Prefetto della Provincia di Miyazaki, aderendo al nostro invito, accettò di visitare l’Ospizio: si interessò dei singoli ricoverati, e partito di là soddisfattissimo si degnò di fermarsi pure a lungo fra i nostri cinquanta seminaristi, che esortò caldamente a prepararsi alla vita di apostolato collo studio assiduo e colla preghiera ardente, per aver la possibilità di realizzare in pieno il binomio fede e patria. Anche i rappresentanti dell’autorità militare tennero magnifiche conferenze ai nostri seminaristi, mentre i cristiani di Miyazaki, proprio nel genetliaco di S. M. l’Imperatore, accanto alla chiesa inaugurarono un’asta altissima (m. l6) su cui issare nelle grandi solennità la bandiera nazionale. Un generale tenne il discorso commemorativo, mentre la massa accompagnata dal concerto del Seminario, intonava il maestoso inno della patria, ed in seguito si riversava in chiesa per pregare su di essa le benedizioni di Dio.
Voglia, amatissimo Padre, pregare per noi, affinché i frutti dell’anno santo perdurino in perpetuo a vantaggio di tante anime, a stimolo di conversioni, a connubio saldissimo di religione e patria: è la necessità massima del momento, che imploriamo da Dio e che suggeriamo ai nostri amici di implorare con noi.
Con vero affetto:
Aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1409 / Tassinari Clodoveo / 1935-4-21 /
3.1.48 al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hong Kong |
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Pasqua 1935 [21 Aprile]
Tassinari carissimo,
Grazie della tua. La base della tua calma dev’essere la chiarezza del principio tante volte esposto: “La volontà di Dio – la sua Provvidenza”, la parte che in queste disposizioni vi abbiamo noi e quella che vi ha Lui. Ah, che prete di colla verrai se non sarai rotto al dolore! Guarda Gesù! Don Cim. non sa dirti altro.
Per la vendita di libri ecc. volevate ben già farlo in Giappone… Non temo per quello. Temo della fiacca di alcuni.
La situazione religiosa è la seguente:
La storia della Chiesa continua ai tempi moderni come negli antichi. Gesù non è meno Gesù di 1000 anni fa.
La solita accusa: “il cristianesimo è nemico delle istituzioni”. Siamo ritornati per questo pensiero a Roma antica. Storia vecchia!
I Vecchi cristiani che portano ancora in tutto le stigmate della persecuzione non hanno camminato col progresso moderno – dunque nemici – e più nemici quelli che portano loro queste idee.
Mescola questo colla politica e non è difficile la conclusione verso gli stranieri, cui abboccano anche cristiani… che non sanno quel che fanno (proprio come a Gesù!).
Mi pare che la questione base è questa, voi trovate difficili le questioncelle che vi turbano la pace, vi impediscono di studiare e più di perfezionarvi. Non si tratta forse che di canne mosse dal vento?27
Stai per fare il primo gradino, sia solido e generoso. Ho dato poi a nome tuo le 100 lire a Don Marega.
Mio Clodoveo, un bacione dal
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1410 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1935-4-24 /
3.1.49 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone |
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Miyazaki, 24 aprile 1935
Rev. Madre,
Grazie della sua lettera e di quella delle sue figliuole. Al ritorno invierò i documenti del cosiddetto “esame”, insieme a quello delle Figlie di M. A. di Miyazaki (non avevo con me il bollo). Mi pare davanti a Dio di poterle dire che la casa (da quanto ho potuto vedere) cammina nella grazia di Dio e nello spirito della vostra Congregazione. Avanti dunque. Quanto al problema del lavoro vostro a Beppu per dare impulso sempre maggiore:
alle aspiranti,
alla S. Infanzia,
e senza timore alle opere della missione (oratorio e altro).
Non temete dei mezzi che verranno in proporzione del lavoro e non prima. Ricordi di Don Bosco, e più le parole di Gesù: “Quaerite primum regnum Dei… et haec omnia adjicentur (è futuro) vobis”.
Dunque avanti senza timore anche in questo. Rimane l’altro problema.
Da quanto dice la Suora il Confessore consiglia di non cambiare vocazione e di rimanere a lavorare in Giappone. Dopo quanto avvenne per me (anche solo a titolo di cura fisica) consiglio il ritorno.
Lei Madre Letizia è anche di questo parere,
Le superiore concedono,
vantaggi ce n’è in tutti i sensi,
d’altra parte penso che esse (il Capitolo) non si pentiranno di ammetterla ai perpetui (può ancora fare i triennali?), e allora mi pare che la miglior medicina è quella. Tutto sommato penso che sia bene così pel bene di quest’anima.
Ad ogni modo se Lei crede di attendere l’Ispettrice, per le modalità della partenza, o di ammettere la consorella ad una prova (mese di Maggio?), specialmente se può rinnovare i triennali… Lei potrà in coscienza dire di aver fatto tutto il possibile per quest’anima.
Avanti dunque anche qui nel Signore, ma mi pare una questione chiara nel senso dell’andata. Preghi per me.
Tutto suo aff.mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Legga per norma quanto scrivo – e poi consegni chiusa. Vediamo come agirà.
1411 / Berruti Pietro / 1935-4-28 /
3.1.50 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Tokyo, 28 aprile 1935
M.R. Sig. Don Berruti,
Le accluse completano idee o incartamenti inviati in precedenza. Ho finito ora la visita alle case di Tokyo. Urge certo, se vogliamo dare impulso alla scuola, che i Superiori vengano in aiuto con personale specializzato. Assolutamente occorre qualcuno pratico in questo campo di organizzazione professionale e qui abbiamo nessuno (e per la parte amministrativa e per la parte disciplinare e di lavoro). Non ha dunque per la prossima spedizione un buon capo o operaio abile (come promise) che potesse anche funzionare da capo-ufficio o simile, e qualche bravo consigliere professionale o simile?
Le annuncio che oggi benedico le fondamenta del Noviziato e ieri tre giovani artigiani di cui uno del quinto corso hanno domandato di fermarsi con Don Bosco. Deo gratias!
Il Signore ci benedice da questo lato, carica della croce in altri lati. Don Piacenza non sta bene e dopo l’Ascensione dovrà ritornare all’Ospedale. Ho qualche confratello che non sta bene spiritualmente – sono vocazioni molto ammalate in terra di missione ed anche in Italia. Ne scriverò con calma al ritorno, ma urge provvedere certamente, e i mezzi termini rovinano tutto.
Mi è spina dolorosissima quella di non poter provvedere per i nostri filosofi e teologi – Hong Kong, così com’è, non va; non so perché, ma non va e la vocazione e il buono spirito di molti ne soffre.
Mi dirà: “Quando, o caro Don Cimatti, avrai finito di brontolare?”. Risposta: “All’entrata del Paradiso!”. Scusi, amato Don Berruti: sono interessi vitali, interessi di anime. Per il resto al momento, calma. Occorrerà pensare per tempo alla regolarizzazione del noviziato.
Per la fine di Giugno il nido è pronto. Mi invieranno qualche buon novizio? Scriverò a Don Gusmano.
Ed ora permetta mi raccomandi fortiter alle sue preghiere e a quelle dei nostri amati Superiori. Preghi e faccia pregare, che pur in calma si attraversa un momento delicatissimo (questo e il prossimo anno) per la Chiesa, e non c’è che il Signore che…
Mio consiglio: non ritardare troppo la visita in Giappone.
Tutto suo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
P.S. - A Pasqua si è inaugurata la nuova chiesetta di Oita, omaggio della nostra povera missione a Gesù Redentore nell’anno santo – ed anche il nuovo Asilo. Deo gratias!
1412 / Dal Fior Luigi / 1935-4-29 /
al chierico Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone
Miyazaki, 29 aprile 1935
Carissimo Dal Fior,
Eccoti la lettera che presenterai a P. Candau. Per il resto parte hai già avuto e parte ho parlato e scritto a Don Margiaria. Segui dritto la tua strada né prestare orecchio a quanto ti può distogliere da quella – ed anche se ti sentirai trattato, come mi dicevi, meno paternamente, pensa che devi formarti un carattere fermo forte anche a questo genere di posizioni.
Sacerdos alter Christus. Quando ti trovi in quelle circostanze pensa alla vita di Gesù e come ha fatto Lui: troverai così la giusta posizione per tutto e il giusto criterio. Insomma non esser solo uomo di sentimento, ma di volontà. Coraggio, Luigi. I problemi che hai tra mano, ti debbono far passar sopra alle bazzecole di questo povero mondo. Sta’ unito a Dio e avanti sempre. Ho voluto poi interrogare Mario di quanto disse a te (senza naturalmente nominarti): mi disse di no. Mah! Chi ci capisce? Prega prega prega per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Saluti cari al buon Don Dupont.
Naturalmente dopo la risposta di P. Candau intenditi per il nuovo orario con Don Margiaria.
1413 / Fogliani Mario / 1935-4-29 /
3.1.51 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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29 aprile 1935
Carissimo Fogliani,
Grazie della carità che mi hai usato.
So che si lavora per darti l’aiuto in cucina, ma non sempre si riesce colla velocità che si desiderebbe.
Ma per me il più importante è l’anima tua. Ho bisogno dunque, ora che hai capito chiaramente il mio pensiero, che dica a Don Cimatti o scriva ai Superiori chiaramente il tuo pensiero perché circolano voci che sarebbero contrarie a quanto mi dicesti – tue affermazioni che darebbero come fatto quanto a me dicesti non avvenuto – cioè di pratiche tue per uscire. Dunque chiarezza, perché non si tratta di cose ordinarie, ma dell’anima.
È chiaro il tuo carattere e stato d’animo. Hai dei momenti inconsapevoli di parole e di modo di fare che fa star male te e gli altri. E in queste condizioni tu sai che butti fuori quanto c’è dentro con danno anche degli altri che certo non ne acquistano buon esempio: e così il male si propaga.
Vedi dunque, mio Mario, di stare calmo nelle parole – fa’ quello che ti si dice di fare – non caricarti di cose supererogatorie o di studi che non ti servono – ama la vita semplice nel vestito, nella persona (mi sbaglio? Ho avuto l’impressione di tintura di capelli). Vedrai che donandoti al Signore più completamente e ai tuoi superiori le cose cambieranno d’assai, d’assai.
Confido nella tua bontà e buona volontà e ti abbraccio nel Signore.
Tutto tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1414 / Lucchesi Mario / 1935-4-… /
3.1.52 Al chierico Mario Lucchesi, tirocinante |
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[fine Aprile 1935]
Mio caro Mario,
Grazie della lettera che invio a Don Cecchetti. È lo stile di mamma. Penso che prima di prendere decisioni di qualsiasi genere:
Preghiamo,
Attendiamo la visita del Superiore,
E se riesci a vincere “permane in vocatione in qua Deus te vocavit”.
La mia famiglia era più povera della tua, eppure in tre abbiamo seguito la voce di Dio, e abbandonata la mamma, che ha potuto vedere suo figlio prete ed essere da lui confortata in extremis.
Abbi fede Mario, ama Gesù che ti ama. Ti sono sempre vicinissimo.
Un bacio nel Signore.
Tuo
Don V. Cimatti
1415 / Ricaldone Pietro / 1935-5-2 /
3.1.53 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Relazione sulle Figlie di Maria Ausiliatrice
Miyazaki, 2 maggio 1935
Anche nel 1935 feci la visita canonica e salesiana alle Figlie di M. A. in Giappone. Suore N. 11 – Novizie 3 (faranno i voti in Agosto). Aspiranti 6 in due residenze: Beppu e Miyazaki.
Studiando il progresso spirituale, morale e scientifico dell’Istituto, mi pare di verificare che sia in piena conformità allo spirito delle Regole loro e che ovunque regni l’osservanza delle medesime e buono spirito. Cerco di aiutarle con il consiglio o a voce o per iscritto. La salute generale loro è buona (salvo una – ed un’altra che forse per salute e carattere sarà bene rinviare).
Il lavoro di apostolato potrà essere più attivo ed efficace:
Se avranno più fede nella Provvidenza,
Se non temporeggeranno troppo (il bene bisogna farlo come si può e quando si può – non attendendo la perfezione dei mezzi).
I mezzi pur non essendo abbondanti sono sufficienti alle necessità – questo per il materiale.
Per lo spirituale pure sono sufficientemente provvedute, vorrebbero di più in certe comodità di Sante Messe e di funzioni.
Debbono insistere di più sull’istruzione catechistica religiosa loro e delle allieve.
In fede:
Sac. Vincenzo Cimatti, sales.
Visitatore
1416 / Fogliani Mario / 1935-5-7 /
3.1.54 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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Miyazaki, 7 maggio 1935
Carissimo Fogliani,
Grazie della tua. Ho trasmesso al Rev.mo nostro Sig. Don Ricaldone. Coraggio, preghiamo sempre, affinché si compia in noi la santa volontà di Dio. Continua e quando provi delle difficoltà pensa alla tua professione e a quelle parole che ci siamo sentiti dire dopo la medesima.
Ti ricordo ogni giorno e tu non dimenticare il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti sales.
1417 / Circolare salesiani / 1935-5-8 /
3.1.55 ai Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki |
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8 maggio 1935
Carissimi,
Ricevo e comunico e prego che coloro i quali hanno osservazioni in merito inviino direttamente al seguente indirizzo: … Tokyo… Si prega di scrivere esattamente tale indirizzo.
Fu approvata la nuova edizione del Catechismo comune e si desidera ancora che ogni missionario scriva chiaramente il suo parere sulle necessarie correzioni, mutazioni da farsi sulla forma, stile, sulla estensione ed ordine del testo rispetto ai fedeli adulti, fanciulli, catecumeni, ecc.
Già da tempo il sottoscritto inviò alcuni vostri pareri alla Commissione, ma siccome si desidera che tutti concorrano per compiere al possibile un ottimo lavoro, così passo a voi il desiderio della Delegazione.
Chi ha osservazioni al riguardo veda di inviarle non più tardi della fine del mese.
Maria A. ci ottenga la grazia di essere suoi degni figli e specialmente in questo mese vediamo di propagarne la devozione.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
1418 / Berruti Pietro / 1935-5-9 /
3.1.56 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 9 maggio 1935
Rev.mo Sig. Don Berruti,
Da lungo tempo sono digiuno di sue notizie. Mi si disse che era assente da Torino per breve riposo, spero che ora sia al suo importante ufficio rinvigorito di forze… anche per venire in aiuto al povero Don Cimatti, che incomincia ad esporle alcune cose, deliberate ed approvate dal Consiglio, riferentesi alla nostra Congregazione in Giappone. Prego che per gli argomenti che fossero da trattare in Capitolo, abbia la bontà di presentare Lei le nostre questioni.
NOVIZIATO: Per la fine di Giugno l’edificio sarà pronto e penso che per metà luglio può essere abitabile. Già inviai al Sig. Don Gusmano quanto era necessario per parte mia per l’approvazione canonica, e mi scrive il Sig. Don Gusmano che le pratiche sono in corso.
Siamo di parere che i Superiori (se lo credono conveniente) ci inviino qualche novizio. Spero di riuscire a radunare oltre una mezza dozzina di giapponesi. I nostri potranno portare un po’ di spirito salesiano e insieme affiatarsi, e per la ricreazione e per le funzioni portare un po’ di vita. Anche per sperimentare sarà bene che non siano troppo numerosi, affinché non abbiano il sopravvento sui giapponesi. È enorme il sacrificio che dovrà fare la missione per provvedere il personale (in conclusione la missione resta con ben poco, che ormai il migliore è a Tokyo) perciò pregherei che se già avessero posto l’occhio su qualche buon elemento come Maestro dei novizi, potesse trovarsi con il Sig. Don Tanguy fin dagli inizi: mentre apprende la lingua potrebbe aiutare e nello stesso tempo venirsi preparando all’importante occupazione. I Superiori carissimi ci aiutino colle preghiere affinché questa prova riesca a gloria di Dio e a salvezza di anime.
STUDENTATO TEOLOGICO: I Superiori sono certo al corrente delle questioni di Hong Kong – i nostri chierici in conclusione ci si trovano non bene e vari ne sentono le conseguenze per la vocazione. È per me difficile capire lo stato reale della questione, ma bisogna assolutamente provvedere. Intanto per quest’anno il Consiglio ha espresso il parere che se vi fossero confratelli che debbono iniziare la teologia, non si mandino ad Hong Kong ed ho già scritto in tal senso ai Superiori della Cina. Usufruiremo del permesso dei Superiori di inviare i nostri al Gran Seminario di Tokyo. I due che attualmente frequentano fanno bene e accontentano i Superiori e spero che anche per lo studio faranno profitto.
Ecco ora il problema: “Se è vero che in quest’anno restano ad Hong Kong solo i chierici della missione giapponese, non si vede proprio perché debbano risiedere là, date le condizioni di animo in cui si trovano, cogli inconvenienti che i Superiori comprendono, fra cui il delicatissimo problema della formazione in Cina…”. Per i giapponesi questo è davvero incomprensibile, e già varie volte anche il Delegato Ap. ha manifestato le sue meraviglie.
Al momento attuale ad Hong Kong ho otto studenti (ho dovuto ritirare un giapponese per salute), dunque otto. Il Consiglio propone:
Se i Superiori credono opportuno esaudire la domanda di alcuni che per motivi di salute domandarono il rimpatrio; per parte nostra non c’è difficoltà mantenerli in qualsiasi studentato designato dai Superiori per loro. Pagare ad Hong Kong o altrove è lo stesso.
Se a formare il futuro personale dello Studentato ancora più futuro (visto che i Superiori sono in gravi difficoltà per venirci in aiuto) fosse utile scegliere un paio di questi, che o a Torino o a Roma potessero prendere i gradi accademici, volentieri la missione farebbe anche questo sacrificio.
Per quelli che rimangono ho scartato le due idee precedenti, tutti, ritornare in Giappone. Presso la Scuola Tipografica o presso il noviziato troveremmo modo di allogarli per ora alla meglio e in seguito definitivamente.
Se poi i Superiori, viste le condizioni di fatto delle cose, anche per lo studentato filosofico che è ancor in aria, potessero fare sforzo sovrumano e anticiparmi un po’ di soldi, si potrebbe trovare subito anche la casa per lo studentato filosofico e teologico, e così siamo a posto, almeno per la parte materiale – intanto il personale del noviziato (sempre nell’ipotesi che i Superiori possano dare almeno uno) potrebbe prestarsi per la sorveglianza e materie secondarie per gli studenti – e così le basi sono a posto e si può procedere con slancio nel lavoro. Ah, se i Superiori permettessero che al mio posto in missione ci fosse un altro, mi sembra che nel nome di Dio tutte queste opere vitali della Congregazione avrebbero un regolare impianto.
Sarà la superbia che mi fa parlare? No, è il grande amore per la nostra cara Congregazione. Sogno a Tokyo il nostro studentato e filosofico e teologico forte per studi e pietà – lo vorrei organizzato come l’antico Valsalice… Insomma sia quel che Dio vuole.
I nostri pensieri sono questi – i Superiori decidano quello che nella loro esperienza credono più utile per le anime. Per me le battaglie si vincono con colpi decisivi, e a mio modo di vedere bisogna anche in questo fare come fanno i miei cari giapponesi.
Scongiuro i Superiori a trasportarmi nel mio ambiente di lavoro. Trenta anni di Valsalice mi hanno forgiato alla scuola (pur essendo zucca vuota… ma anche quelle suonano…) e negli altri ambienti non mi sono ancora adattato. Mi aiutino dunque… ma non mea voluntas, sed in omnibus voluntas Dei et Superiorum.
QUESTIONI AMMINISTRATIVE. Si era parlato di un ufficio speciale per le missioni: a quando l’organizzazione definitiva? Ad esempio ricevo ora i conti del Gennaio (i conti dico). I Superiori hanno certo ringraziato i benefattori, ma alle volte si tratta di pratiche che sono lasciate al Superiore o al confratello. Come vede pratiche del Gennaio che si trascinano a maggio… non mi pare possa concludersi con vantaggio.
Desidererei pure una parola esplicita dei Superiori sulla questione dei conti correnti che ripetutamente sollevai presso i Superiori (conti correnti postali). So che i missionari di varie missioni l’hanno. Non aprirà questo la porta ad inconvenienti per l’osservanza del voto di povertà (se si lascia la facoltà ai singoli o se non ci sono seri motivi, ecc.)?
Al momento attuale null’altro di speciale salvo la raccomandazione alle fervorose preghiere dei Superiori. Pare che l’orizzonte vada rischiarandosi sempre più. Ci aiuti Maria A. nel suo bel mese, e conceda a me e ai miei la perseveranza nel bene e poter fino alla fine compiere integralmente il nostro dovere. Mi creda
Aff.mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Al momento di spedire ricevo la sua carissima del 23 p. p. La ringrazio proprio del risparmio di titoli28… Vuol che Le dica chiaro? Tutte le volte che i Superiori ed amici mi danno quel titolo è come una voce che mi dice: “Non sei più della Congregazione…”. Finché me lo dicono in Giapponese “kakka” vede che non c’è che da umiliarsi e dire: “proprio vero!”. Grazie dunque e mi lascino in pace a lavorare senza fronzoli, tanto non li metto assolutamente… Che commedie…
Per la casa di Tokyo e per le altre mi pare di aver sempre mandato i documenti relativi. Non è possibile che i Superiori abbiano dato l’autorizzazione della casa senza aver il permesso del Vescovo. Ad ogni modo era per sapere il significato della parola. Capito!
Per il Noviziato i Superiori avevano già scelto Don Tanguy. Se mi permettono di lasciarlo al mio posto, vado volentieri. (Veda che umiltà… Ma vado volentieri sul serio… Veda i miei pensieri nella mia lettera).
Al terzo punto della continuazione dello studentato ad Hong Kong per quelli che hanno iniziato, veda i miei poveri pensieri. I Superiori conoscono meglio di me la situazione di certe anime che si trovano in grave ansia per la vocazione loro. Il guaio di quei confratelli, amatissimo Sig. Don Berruti, non è il sacrificio a cui possono essere sottoposti (in Giappone penso che siano di più). È ben altro. Non c’è affiatamento tra i superiori, e questi chierici purtroppo se ne risentono… e Dio non voglia che imparino. È questione davvero dolorosa. Prego di cuore che il Signore aggiusti le cose. Ad ogni modo legga e se i pensieri servono…
Per me farò alla lettera quanto i Superiori consigliano.
1419 / Braga Carlo / 1935-5-9 /
3.1.57 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina |
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Miyazaki, 9 maggio 1935
Carissimo Don Braga,
Si avvicina la fine dell’anno dei nostri. Alcuni un po’ batostati spiritualmente si sono meglio rivelati. Penso che le cose vadano calmandosi.
Mukai compie tranquillamente il suo studio;
Bechis penso sarà sulla via del ritorno: prego il Signore che lo aiuti in tutto;
Le massime lamentanze di alcuni sono:
il direttore sospetta di noi per complotti o altro,
velatamente, ma in pubblico, parla dei nostri difetti in modo che capiscano che allude a noi,
preferirebbero si parlasse loro di vita salesiana, missionaria, sacerdotale,
per tutto questo non si sentono animati ad aprire il cuore nei rendiconti. Anche tu conosci Don Bardelli, minuto anzi che no, anche in piccole cose e quindi pesantuccio. Gli ho scritto nello stesso senso.
Al prossimo anno non ho studenti da mandarti e d’altra parte se è vero che vi sono simpliciter i nostri, proposi ai Superiori:
se credono, esaudiscano i desideri di alcuni che per vari motivi domandano di rimpatriare,
o scelgano alcuni per frequentare corsi regolari per i titoli (così in futuro avrò insegnanti),
e gli altri ritornino in Giappone.
Se tu hai altre proposte concrete, ti prego segnalarmele al più presto. Per me qualsiasi forma che me li faccia venir buoni preti è indifferente.
Carissimo Carlo, come vedi Don Cimatti e i suoi non han cessato da due anni di disturbarti in tutti i sensi. In compenso, riconoscenza di preghiere e offerta di sacrifici per te e per i tuoi e per le tue opere. Prega per questo povero uomo che dal più profondo del cuore ti abbraccia e benedice.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Le cose accennate sono proposte; non decisioni. Salvo quella che non ho alcuno da inviare per il prossimo anno.
1420 / Circolare alle F.M.A. / 1935-5-11 /
alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone
Visitatoria S. Francesco Saverio
Miyazaki, 11 maggio 1935
Amatissime Figliuole nel Signore,
Nell’appressarsi dell’annuale commemorazione della Serva di Dio Madre Mazzarello e più della festa di Maria A. permettete che vi apra l’animo in queste così fauste circostanze.
Madre Mazzarello deve essere per voi un mirabile esemplare da imitare. Ne conoscete la vita; procurate di realizzare in voi qualche punto imitabile confacente al vostro carattere e per amore di Maria procurate di realizzarla in voi.
Che dirvi poi della Madonna? In quel giorno rinnovate la vostra consacrazione a Lei e specialmente procurate di vedere qual difetto anche piccolo potete correggere per far piacere a vostra Madre.
Vi consiglio di consacrarvi a Maria così: “O Madre mia, ti offro me stessa, tutte le mie cose e i miei”.
Alle Novizie: “Affidate fin d’ora i vostri Voti alla Madonna donando a Lei con generosità di cuore tutto tutto tutto e specialmente il giudizio e la volontà e il cuore”.
Alle Postulanti e aspiranti: “Voi siete ora all’inizio della vostra vita spirituale proprio come Maria nel tempio. Fate ciò che faceva Lei che lavorava sotto gli occhi di Dio, che era ubbidiente ed umile ed allegra sempre”.
Alle allieve: “Rivolte a Maria domandatele: “Mamma sei contenta di me?”. Fate a Maria il più bel regalo, cioè promettete di correggere un piccolo difetto che avete riscontrato in voi”.
A tutte: pregate per chi vi ricorda ogni giorno e più volte al giorno. Allegre tutte. Oh, che bei canti faremo in Paradiso, presso la Madonna e Don Bosco!
Vostro nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1421 / Dal Fior Luigi / 1935-5-12 /
3.1.58 al chierico Luigi Dal Fior, studente di teologia |
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12 maggio 1935
Carissimo Dal Fior,
Quanto attendevi (2770) è giunto a Torino – non so quanto arriverà qui, perché fu messo sul mio conto generale (col tuo nome) – mi dirai poi la destinazione.
Allegro e nel mese di Maria procura di santificarti in tutto e per tutto.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1422 / Dal Fior Luigi / 1935-5-18 /
18 maggio 1935
Cariss.mo Dal Fior,
Grazie della tua. Sii sempre allegro, in grazia di Dio e d’accordo coi confratelli e amante di Maria.
Per la questione finanza ti scriverò con più calma. Go anshin.(Stai tranquillo!)
Autorizzo per i libri di musica – a chi manda digli che esser tu allievo di Don Cimatti e Don Cim. domanda per te lo sconto che il buon Cav. Chenna farebbe a lui.
Per amare la Madonna:
fa’ bene il tuo dovere, anche i piccoli
con amore e sacrificio
consacra a Lei te, le tue cose, i tuoi.
Ti abbraccio
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
Parto per Miyakonojo.
1423 / Visita Miyakonojo / 1935-5-19 /
Visita canonica all’Opera salesiana di Miyakonojo
19 maggio 1935
Colla grazia di Dio si è riusciti a stabilirsi in terreno e casa propria. C’è ancora tutto da fare, ma con un piede a terra si riuscirà più e meglio.
Continua l’Oratorio, l’elemento dei giovani è buono e si affeziona facilmente, due oratoriani prestano servizio in casa, i pagani frequentano la chiesa. Urge costruire il salone che darà modo di accogliere i giovani quando piove e iniziare la scuola serale richiesta dal pubblico e che darebbe certo ottimi frutti. Ci aiuti il Signore a mandarci i mezzi.
Intanto i confratelli lavorano con fede e sacrificio. Trovo tutto regolare, occorre pazienza, speranza e fede nella Provvidenza.
Don V. Cimatti, sales.29
Visitatore
1424 / Marella Paolo / 1935-5-21 /
3.1.59 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 21 maggio 1935
Eccellenza Reverendissima,
Mi fo premura di inviarLe debitamente riempiti i moduli recentemente inviati. So che furono inviati anche alle singole residenze e penso che i missionari o le religiose abbiano fatto il loro dovere.
Voglia ricordare la nostra famiglia salesiana specialmente il prossimo 24, festa della nostra Patrona speciale, Maria Ausiliatrice.
Per ora calma su tutta la linea. È giunta l’approvazione per l’Ospizio, ed è in corso quella per il nostro piccolo Seminario.
Domenica prossima a Dio piacendo innalzeremo a Tano solennemente l’asta per la bandiera colla partecipazione dei pagani e autorità tutte.
Voglia benedirci tutti, in modo speciale il
Suo aff.mo nel Signore
Sac. Vincenzo Cimatti, sales.
1425 / Marella Paolo / 1935-5-24 /
3.1.60 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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24 maggio 1935
Eccellenza Reverendissima,
A giorni giungerà a Tokyo il nostro Don Tanguy stabilito dai Superiori come Maestro dei novizi salesiani. Per ora sostituisce Don Piacenza e verrà prendendo contatti per iniziare più tardi il lavoro formativo dei pochi o molti che il Signore vorrà mandarci.
Non so ancora se i Superiori manderanno novizi dall’Europa.
Inoltre posso già dirLe che da quest’anno non invierò più confratelli ad Hong Kong per la teologia. In attesa di poter fare altro, si serviranno del Gran Seminario.
Non so ancora se quelli che sono attualmente ad Hong Kong ritorneranno qui per finire la teologia o staranno là.
Per la missione nulla di nuovo. Si figuri che la Provincia ci domanda di fare del Seminario (lasciandoci piena libertà per i Seminaristi) una scuola ginnasiale.
Mah! Se sono rose fioriranno.
Ci benedica tutti.
Con affetto filiale
Sac. Vincenzo Cimatti, sales.
1426 / Circolare salesiani / 1935-5-27 /
3.1.61 ai Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki |
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27 maggio 1935
Carissimi,
Vi ricordo che la domenica 2 Giugno deve essere consacrata alla propaganda stampa. Vi raccomando che si parli ai cristiani o in chiesa o in apposita riunione di questo importante dovere eccitando tutti a preghiere speciali, consigliando la lettura e diffusione della buona stampa, indicando fra le pubblicazioni (non vogliate dimenticare le nostre) quelle più adatte e raccogliendo offerte ed abbonamenti.
Si è stabilito l’offerta di un aeroplano per parte dei cattolici di tutto il Giappone ed ogni circoscrizione ecclesiastica fu tassata (Miyazaki Yen 1000).30 Vi prego di non dimenticare tale questua che deve essere coperta entro l’anno. Studiate anche qualche mezzo speciale per facilitare lo scopo. Dobbiamo in spirito di solidarietà lavorare anche per questo. Riceverete un foglietto al riguardo che vi prego far pervenire ai cristiani. Le offerte raccolte allo scopo siano inviate al sottoscritto.
La Novena dello Spirito Santo ed il mese del S. Cuore siano mezzi nuovi per fomentare in noi la grazia.
Preghiamo per il nostro Don Piacenza che è di nuovo sotto i ferri.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
1427 / Berruti Pietro / 1935-5-28 /
3.1.62 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 28 maggio 1935
Amatissimo Sig. Don Berruti,
In ossequio alla sua carissima del 28/5/35 le accludo proposta del ch. Bechis che spero giunto felicemente in Italia e che ho fiducia troverà se stesso presso i Superiori e Maria A. e Don Bosco.
Le raccomando la salvezza di questa povera anima che forse si trova in queste condizioni anche per mia incapacità a dirigerla.
Abbia la bontà di leggere la lettera che il chierico mi scrive. È sincera? Chi lo conosce può dubitarne come ne dubita il Consiglio – ad ogni modo il nostro voto è – come vede – della relazione affermativa, ma condizionato a che davvero sia perfetta la prova cui lo sottoporranno i Superiori, ché allora si potrà credere al vero sforzo di volontà che assicura di avere.
Ha bisogno poi per la parte morale e per formarsi, di un’anima che lo comprenda che sappia cattivarsi la confidenza assoluta specie sulle difficoltà personali e abitudinarie.
In altra lettera già gli dissi quanto su per giù ripeto ora (prego leggere la lettera per sua norma).
Lo salveremo? Faxit Deus. Voglia pregare per me e nel mese del S. Cuore il Signore ci ottenga ogni bene spirituale. Con ossequio:
Don V. Cimatti, sales.
1428 /Circolare alle F.M.A. / 1935-5-28 /
alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone
[28 maggio 1935]
Figliuole carissime nel S. Cuore di Gesù,
L’inizio del mese del S. Cuore deve essere da noi compiuto ancor con maggior slancio di affetto. Ciò mi suggerisce questo consiglio, non potendo prevedere quando di persona avrò il piacere di parlarvi. Vi consiglio di passare il mese del S. Cuore con gli stessi intendimenti con cui Gesù benedetto volle diffondere questa devozione, cioè AMORE PER LE ANIME, RIPARAZIONE.
Procuriamo dunque in questo mese di AGONIZZARE per le anime e prima di tutto per l’anima nostra. In che modo?
Per noi, eliminando il peccato e specialmente il peccato che più dispiace a Gesù.
Per gli altri: offrendoci VITTIME di preghiera e di mortificazione (caldo, zanzare, pulci…, freno nei sensi, specie in questa stagione, riguardo rispettoso di noi stessi, ecc.) per le anime che non conoscono Gesù, e se è possibile intensificare in questo mese qualsiasi lavoro di apostolato che la Provvidenza ci affida, e possibilmente cercarne, in modo da dimostrare al Signore la nostra sete di anime.
Propagate al possibile la devozione al S. Cuore nelle forme che sono possibili in casa e fuori.
Le Superiore consacrino la comunità al S. Cuore di Gesù – le consorelle consacrino se stesse – le novizie, nuove MARGARITE, si offrano umili vittime a Gesù, allo sposo che si avvicina e che deve investirle totalmente – ma ha bisogno di vedere piazza pulita di quanto non è degno di LUI – le aspiranti come SERAFINI frequentemente pensino e preghino il S. Cuore e le piccole cerchino di correggere nel mese un piccolo difetto.
Se farete così Gesù sarà ancor più contento di Voi e su Voi e sulle vostre opere farà piovere tutte le sue promesse.
Pregate in modo speciale per il nostro Don Piacenza che è di nuovo all’ospedale, speriamo per l'operazione definitiva; ed in modo specialissimo per me.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - L’andata a Tokyo di Don Tanguy rende necessario il cambio per Miyazaki del Confessore straordinario che sarà Don Escursell. Per Beppu il confessore ordinario sarà Don Cecchetti e straordinario Don Dumeez, che entrano in carica col primo di Giugno.
1429 / Cecchetti Albano / 1935-5-29 /
3.1.63 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone |
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29 maggio 1935
Carissimo Don Cecchetti,
Dovendo Don Tanguy recarsi a Tokyo, avrei pensato di sostituirlo con Don Pedro a Miyakonojo e pregherei Lei ad accettare il lavoro in zona di Beppu.
Non potevo parlargliene prima dovendo fare le altre combinazioni. Certo che il bravo Don Pedro (Escursell) le lascia non poco lavoro e la costruzione e l’apostolato e la cura delle Figlie di Maria A.
Ad ogni modo colla buona volontà e più colla grazia di Dio penso che riuscirà assai bene.
La vicinanza poi del buon Don Marega mentre sarà di comune conforto, sarà pure a Lei guida per i casi difficili. Al momento non trovo chi possa addossarsi tale lavoro. Grazie. A voce il resto.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1430 / Ricaldone Pietro / 1935-5-30 /
3.1.64 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 30 maggio 1935
Amatissimo Sig. Don Ricaldone…,
Grande Ufficiale, Cordone, ecc. (è per vendicarmi dei titoli che mi dà!!!). Rispondo alla sua veneratissima del 26/4/35.
Ho eseguito quanto mi disse relate ad Hong Kong. Già prima avevo scritto sempre chiarissimo e senza fronzoli e ai singoli e in comune. Mi sembra per questo di aver la coscienza tranquilla. L’agitazione non dipende certo solo dai confratelli giapponesi… C’è qualche scoi o bullon o altro che laggiù non va – ma non so. Certo vi sono state scosse non lievi un po’ per tutti. Colpa? In parte anche mia, che non so impormi: mi pare di dire la verità a tutti, tutta la verità, ma non so impormi né salutarmente sgridare. Che vuole? Purtroppo è così, e… non riesco a far diverso. Quanti mi conoscono soffrono nel vedere che soffro, ma la sferzata che in tanti casi forse ad alcuni farebbe bene, non la so dare. E siamo al solito ritornello: “Non so comandare”… e stop. Certo che se è vero che quest’anno a Hong Kong ci sono solo i nostri – se si pensa che la questione finanziaria si va accentuando (per la svalutazione della lira, ora mi costano il doppio – dollari 100 di Hong Kong sono Lire 210… e per noi ricchissimi di miseria è un vero disastro finanziario) e per tante altre ragioni esposte ripetutamente ai Superiori, bisogna pur pensare ad una soluzione, che invoco dai Superiori, e a cui mi rimetto ad occhi chiusi.
Don Piacenza torna dopo domani per operazione di doppia ernia all’ospedale – speriamo bene. Il vero suo male è la flebite cronica alla gamba, per cui si può far nulla. Difficilmente si indurrebbe ad un ritorno o se accetta, penso che non ritornerebbe più. Per me è un santo confratello, ma non dategli cariche… È proprio come me.
Continuo secondo il suo suggerimento a batter sodo sulla strenna in ogni circostanza. Non si può sperare di averne copia per tutti i confratelli?
Per le croci niente paura. Lei tenga le grosse, non per nulla è Rettor Maggiore. Nel mese di Maria Ausiliatrice non mancarono. La casa di Tokyo per il carattere di Don Margiaria e di alcuni confratelli e giovani non è a posto. La Madonna ha chiarito fortunatamente molte cose ed ora si comincia a camminare.
Forse più tardi invierò particolari (coi rendiconti). Per ora mi offro vittima al Signore per i miei fratelli, ma valgo talmente niente che il Signore vorrà ben altro. Ad ogni modo… Lei nel commento ha messo il dito su molte piaghe. Deo gratias!
Alle croci il Signore unisce sempre le caramelle:
Il 26, festa di Don Bosco, l’Ospizio ha avuto l’approvazione governativa.
Il 24 festa di Maria A. il Seminario è riconosciuto come scuola della Provincia (una specie di pareggio) ed ora pare che si apra uno spiraglio, di cui le accludo abbozzo, perché prima di trattare (e sono le Autorità che domandano) ho bisogno del beneplacito dei Superiori.
Attendo anche dal Governo l’approvazione della nostra Società per la parte dei beni (proprietà) e così saremo a posto anche per questo.
L’andata a Tokyo di Don Tanguy per il Noviziato mi obbliga a spostamento di personale. Don Escursell lo sostituisce a Miyakonojo e Don Cecchetti sostituisce Don Pedro a Beppu.
Voglia benedirmi in modo speciale.
Suo aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
1431 / Dal Fior Luigi / 1935-5-30 /
3.1.65 al chierico Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone |
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Miyazaki, 30 maggio 1935
Carissimo Dal Fior,
Grazie di cuore della tua del 27/5/35. Ero già al corrente di tutto; ad ogni modo la tua carità, in questo caso doverosa, ti fa onore e ne ringrazio il Signore. Bravo Luigi!
Quanto al dubbio espressomi in antecedenza sulla questione di disporre dei tuoi beni – nel testamento parli di lasciare eredi i tuoi fratelli o parenti che siano – di quanto esisterà alla tua morte. Quindi fa’ liberamente, puoi disporre col permesso dei Superiori senza ledere regole.
Il bel mese del S. Cuore ti avvicini sempre più a Gesù. Prega pel
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1432 / Fogliani Mario / 1935-5-30 /
3.1.66 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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Miyazaki, 30 maggio 1935
Mio carissimo Mario,
Puoi comprendere quanto ho ringraziato il Signore e Maria A., che proprio nel suo mese ha chiarito l’incresciosa questione – a Torino Don Cimatti scrive meno che può di cose dolorose, specie se non sono chiaramente documentate, quindi di questo, sta’ tranquillo. Perché avrei dovuto mandarti un telegramma? Godo pure di quanto mi invia il buon Dal Fior e Lucchesi, ma non c’era bisogno, perché mi basta la tua asserzione e poi penso di conoscerti a sufficienza… Ora sono al corrente ancor di più di voi della cosa – calma – e tutti datevi attorno cor unum et anima una col Direttore per riparare le molte falle permesse da Dio a nostro ammaestramento ed esperienza.
Quanto alla trappa penso di averti parlato chiaro: tu stesso mi hai detto e scritto, che mi avevi capito. Dunque manete in vocatione qua vocati estis. In caso che realmente vi fossero necessità per il bene dell’anima tua, ti esorto a non fare di tua testa, ma il tutto col beneplacito dei Superiori, se no, Mario mio, avresti rimorsi per tutta la vita e il Signore non ti benedirebbe. Quarant’anni di Congregazione mi autorizzano a dirtele con tutta sincerità e senza timori.
Don Cimatti poi nello scriverti il biglietto (pur pensando al caso che gli veniva riferito) ti dava il riassunto generale della conversazione avuta durante la visita e come è suo solito, pensava anche all’anima sua.
Quindi desidero che riceva la raccomandazione, che è la medesima fattati allora – cioè mortificazione in tutti i sensi e di tutto noi stessi – è quanto ci raccomanda anche il Venerato Rettor Maggiore nel suo magnifico commento alla strenna e appunto desidero ripeterti: “Nei momenti di tentazione di uscite o di maggior perfezione ricorda i voti da cui sei legato; procura di essere salesiano santo come ti vuole Don Bosco e Maria A”.
Aggiungo quanto ho adombrato prima, cioè fate un vero fascio col vostro Superiore, per fare del bene a voi e a tutti.
Se sarete uniti contro il male, sarete forza, se no tutto crollerà. Confido che nel mese del S. Cuore la carità vera entrerà trionfante nella casa, legando indissolubilmente ognuno di voi.
Tu vuoi una parola di Don Cim. sul tuo avvenire. Vuoi essere buon salesiano? Dipende da te. Lavora per fare del bene; ne hai se non ti basta domandane ai Superiori.
Hai scritto a Torino: come hai desiderato, ho postillato la tua lettera facendo quanto ci siamo detti nella visita.
Allora ti dissi (lo ricordi?) “Tu Mario, hai eccellenti qualità, ma quando per salute e stanchezza o per contraddizione vedi le cose a traverso, la testa ti fa pensare quanto non devi e la tua lingua ti fa dire anche quello che non vuoi o non devi. È tutto qui il tuo lato minoris resistentiae”.
Dunque devi sforzarti nel lavoro e nell’esecuzione del dovere e nell’unione con Dio di migliorare con calma tutto questo. Tu ne convenisti. In tal senso postillai le tue difficoltà. Don Cim. non ne conosce altre.
A Don Cimatti dispiace assai dire agli altri tali cose (ma è suo dovere) ben sapendo quante magagne ben più gravi abbia lui. Accetta quanto ti dissi perché richiestomi.
Nel bel mese del S. Cuore procuriamo di amare Gesù e le anime e di riparare. Prega specialmente per chi ti benedice di cuore.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1433 / Marella Paolo / 1935-6-1 /
3.1.67 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 1 giugno 1935
Eccellenza Reverendissima,
Mentre accuso ricevuta della S. V. del maggio 20, N. 190, ringrazio di cuore dei preziosi suggerimenti. Non potei sentire il nostro P. Taguchi sulla risposta da darsi al Minis. Educ. Naz. perché avendo l’abitudine di sbrogliare la corrispondenza giornalmente, avevo già da tempo risposto, mi sembra in forma generale e conforme a verità, a quanto si richiedeva. Sarà per altra volta. Il giorno della festa di Don Bosco (26 Aprile) ricevemmo l’approvazione dell’Ospizio e in quello di Maria A. quella del Piccolo Seminario. Come le accennai, parte dell’autorità desidera la scuola media.
Tasterò il terreno e vedute le condizioni decideremo (avrei bisogno anche del suo consiglio).
Certo che se la cosa riesce per questa via, anche l’avvenire del Seminario per la regolarità degli studi e anche il lavoro dei Salesiani ne verranno ad avvantaggiare.
Preghi anche V.E. affinché in tutto si compia la volontà di Dio, e poi avanti senza paura.
Nel bel mese del S. Cuore chissà che il Signore chiarisca anche questa situazione. Ci benedica tutti e mi creda:
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1434 / Berruti Pietro / 1935-6-5 /
3.1.68 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Tokyo, 5 giugno 1935
Amatissimo Sig. Don Berruti,
Il telegrafo le avrà annunciata la dolorosa notizia della dipartita del nostro santo Don Piacenza. Fiat voluntas Dei.
Per me era il vero amico e fratello – per me è perdita irreparabile e nessuno me lo può sostituire (nei riflessi miei). Sono rassegnato, anzi ho ringraziato il Signore che così benedice la nostra missione e Congregazione.
Ho scritto qualche particolare al M.R. Sig. Don Ricaldone – scusi se nella fretta in cui mi trovo non ripeto le medesime cose.
Da Lei imploro aiuto sollecito: per carità non aspettino la partenza dei missionari. Al momento anche solo qualcuno che dica Messa può prestare servizi preziosi – mi concedano anche solo qualcuno ad imprestito. Non sarà possibile? Non sarà gloria a Dio, salvezza di anime e aiuto a noi che non so dove andremo a finire…
…[N.B. Mette la lista del personale, e alla fine]. Don Cimatti: tura-buchi, Studentato – casa di Tano – scuola seminario, ecc.
Aiutano i confratelli qualche aspirante giapponese, ma come vede ormai le case sono ridotte a un confratello solo sacerdote. Mi aiutino, mi aiutino che ho vari confratelli stanchi e sofferenti.
Purtroppo che stavo per farLe gli auguri di buon onomastico e come vede, sono molto materiati di domande e preghiere – ma a nome di tutti auguro felicissime feste ed assicurazioni di preghiere cordiali.
Preghi preghi preghi per me affranto ed accasciato, ma pienamente abbandonato in Dio.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1435 / Circolare Salesiani / 1935-6-5 /
3.1.69 ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. Francesco Saverio |
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Tokyo, 5 Giugno 1935
Carissimi confratelli,
È piaciuto al Signore chiamare alla vita eterna il suo servo fedele, il buon soldato
SAC. PIETRO PIACENZA
Professo perpetuo – Economo Ispettoriale
Direttore-Parroco dell’Opera salesiana a Tokyo – Mikawajima
È il primo confratello salesiano che si è presentato da questa terra di martiri al tribunale di Gesù, e tutti abbiamo la ferma speranza in cuore di aver acquistato un ottimo rappresentante in Cielo: vi prego di renderla certezza con gli abbondanti suffragi, che imploro per quest’anima cara ed a conforto dei parenti, a conforto dei tanti amici di Don Pietro e di noi tutti.
La vita di Don Piacenza si viene svolgendo dal 25 marzo 1894 al 3 giugno 1935 in poco più di 41 anni. Dalla piissima educazione di famiglia “dove ha sempre tenuto ottima condotta, e promette un felice avvenire”, entra il 15 Ottobre 1906 all’Oratorio: vi compie le quattro ginnasiali, e “per la condotta esemplare in tutto” per “l’ardente desiderio di vivere e morire per la nostra e nell’amata nostra Congregazione” è annoverato definitivamente tra i figli di Don Bosco coi voti perpetui il 27 dicembre 1920. Già negli anni della sua formazione a Valsalice, colla serietà degli studi, col lavorio di perfezionamento della sua anima, col magnifico e promettente lavoro, di cui diede prova all’Oratorio San Giuseppe (oh, come lo ricordano i bravi giovani del XV Maggio!) preludeva al lavoro futuro.
Dal Luglio 1915 all’Ottobre 1918 compie con onore i suoi doveri militari, e tanto come semplice soldato che come ufficiale “è di edificante pietà e sincero attaccamento alla famiglia di Don Bosco – ha un contegno che non smentisce ma afferma senza rispetti umani la sua decisa volontà di rimanere fedele ai suoi doveri – e si attira la benevolenza di tutti”. Nel 1922 è sacerdote, e dopo aver lavorato esemplarmente in varie mansioni all’Oratorio e a Lanzo, fa parte della prima spedizione missionaria in Giappone nel 1925. Direttore di Nakatsu, vi inizia l’Oratorio e il Piccolo Seminario indigeno (1927-1930). Economo oculatissimo della Visitatoria e prezioso insegnante al nostro studentato filosofico, dà vigoroso impulso all’Oratorio di Takanabe (1931-32) e finalmente inizia l’Opera Salesiana a Tokyo (l933), e sempre dappertutto si dimostra il sacerdote zelante, il missionario che si dona alle anime con amore sacrificato – il salesiano che ama svisceratamente i grandi amori di Don Bosco, l’Eucaristia, Maria A. e il Papa, propagandandone a tutto potere le devozioni e le opere – il salesiano che vuol far conoscere Don Bosco e l’Opera sua, e che lavora indefessamente per le vocazioni, per la organizzazione dell’Opera dei Cooperatori e specialmente per l’opera più cara ad ogni salesiano, l’Oratorio festivo. Oh, bisognava vederlo in mezzo ai suoi fanciulli! Come fu felice nel giorno di Natale di averne attorno a sé oltre duemila, e mi scriveva giocondamente: “…e all’anno prossimo saranno tremila”.
A Don Bosco affidava le opere di apostolato che aveva fra mano; le raccomandava ai confratelli nelle buone notti, e per iniziarle e compierle sceglieva sempre le date più care al cuore del Salesiano.
Aveva poi un modo tutto caratteristico per domandare la carità, per cui nessuno si rifiutava. Gongolava di gioia quando poteva acquistare qualche buon benefattore per le opere che aveva tra mano.
E mi permetta il nostro Don Pietro che possiamo edificarci anche delle sue virtù. Lo conosco dai suoi anni di studentato a Valsalice, e da tempo l’avevo capito a fondo, godendone l’amabile confidenza. Ha operato tutta la vita IN SILENTIO ET IN SPE, ma parlano eloquentemente di lui le opere e le manifestazioni esterne della sua vita religiosa.
È Salesiano tutto di un pezzo, che non ammette né per sé, né per gli altri confratelli dei mezzi termini o tentennamenti o compromessi nell’osservanza della regola; gioisce nel vedere la missione e l’opera nostra in Giappone ricca di povertà, è per questa che affluiscono a lui da ogni parte gli aiuti; custode integerrimo della purezza sua e di quelli a lui affidati, difende con maschia e rude fortezza sé ed i suoi dal paganesimo che lo circonda – ed è tale il suo riserbo, che nelle manifestazioni stesse della carità con tutti appare piuttosto ritenuto, di poche parole, poco espansivo, in qualche occasione quasi freddo.
Eppure chi ne conosceva il gran cuore, spalancato a tutte le manifestazioni della carità, che non dice mai basta quando si tratta del bene, comprendeva che sotto la corazza di difesa della purezza albergava un cuore materno. Oh, sì, per Don Piacenza: “SANTITÀ È PUREZZA”. Ed è un frutto della sua carità casta, prudente, silenziosa, la simpatia generale saputa attirare fin dagli inizi sull’opera nostra a Tokyo. La stampa locale, le autorità civili e scolastiche della zona di Mikawajima, il R. Ambasciatore d’Italia in persona e il personale dell’Ambasciata vollero partecipare al nostro cordoglio intervenendo ai funerali – le massime autorità ecclesiastiche, S. E. il Delegato Apostolico, S. E. l’Arcivescovo di Tokyo che alle esequie si degnò di tesserne l’elogio funebre, i Missionari e Congregazioni religiose della città in ogni maniera ci fecero comprendere quale larga attività di affetti aveva saputo suscitare il nostro Don Piacenza – la famiglia cristiana di Mikawajima, che nei due anni e mezzo di lavoro suo fu da trenta elevata a trecento, ne vegliò con cura filiale la salma e con largo tributo di preghiere manifestò la sua riconoscenza al padre delle anime loro – la buona popolazione del rione e specialmente i suoi piccoli amici, che lo chiamavano come l’avevano proclamato fin dagli inizi del suo lavoro i giornali “il santo della strada, il santo della barba”, in una processione interminabile accorse a visitare la salma, circondandola di fiori vaghissimi, tanto cari al nostro Don Piacenza; volevano vederlo e manifestare nelle forme d’uso il loro affetto.
I funerali riusciti imponenti e per il concorso delle autorità religiose e civili che vi parteciparono, e per la larga rappresentanza dei confratelli salesiani ed opere della missione di Miyazaki, e per la rappresentanza degli Ordini e Congregazioni religiose ed Opere cattoliche di Tokyo, e per la numerosa partecipazione dei fanciulli dell’Oratorio e della popolazione pagana, ebbero la caratteristica di cordiale cordoglio, di stima affettuosa, di universale rimpianto, che strappava calde lacrime anche ai pagani.
Ma a meglio comprendere la personalità del caro Don Piacenza e la direttiva del suo lavoro, occorre conoscere quanto scrisse il 29 dicembre 1925, giorno della sua partenza pel Giappone, quasi programma della nuova vita che stava per cominciare:
“Distacco doloroso da Valdocco; dalla nostra buona Mamma Maria A.; dai carissimi Superiori; dai molti amici; da quei luoghi che mi videro fanciullo, che mi fortificarono nelle incertezze del dopoguerra; da quell’altare che mi vide tante volte prostrato in dolce abbandono e tante volte in preda ai più disparati sentimenti, sempre però tendenti a compiere la volontà santa di Dio. Maria SS.ma mi continui la sua protezione nei momenti difficili che mi attendono ed accetti il mio ardente desiderio: LA MIA NUOVA VITA SIA UNA CONTINUA IMMOLAZIONE A GESÙ PER LA SALVEZZA DELLE ANIME, in isconto dei miei peccati. Mi manca tutto; sono buono a nulla. Gesù, Maria che almeno possa soffrire e così fare un po’ di bene a me e agli altri… Che nessuno abbia a soffrire per me. A ME TUTTI I MALI, TUTTE LE SOFFERENZE, O SIGNORE. SOLO COSÌ, CON LA VOSTRA S. GRAZIA, POTRÒ ESSERE UTILE ALLA NUOVA MISSIONE...”.
È con lacrime di consolazione che scrivo dallo stesso tavolo di Don Piacenza, dalla stessa camera sua, testimone in parte dei dolori che con sacrificio eroico domandò al Signore, e che con pazienza inalterabile seppe sopportare in dieci anni di lavoro, e di qual lavoro!, lacrime di consolazione, ho detto, perché penso alla bontà del Signore, che, prediligendolo, lo esaudì abbondantemente, e perché penso al bene immenso che da queste sofferenze venne all’anima sua, che si veniva perfezionando quotidianamente in questo purificatoio, e perché penso al bene immenso che ne venne alla Missione ed opera salesiana in Giappone, irrorata e alimentata da tale linfa vivificatrice.
Dieci anni di sofferenze per malattie intestinali di vario genere e per reliquati di guerra; per flebite cronica con ripercussioni al cuore, che non gli lasciava requie specie di notte e per curare le quali si dimostrarono inefficaci le cure più energiche; per emicranie fortissime, e recentemente per tre dolorosissime operazioni intestinali, col seguito di ripercussione sanguigna al cervello; sofferenze che non derogano al costante lavoro né al ritmo regolare dei suoi doveri sacerdotali, missionari e religiosi nella vastissima zona affidata alle sue cure evangeliche (cinquecentomila abitanti), sofferenze sostenute fino all’ultimo dalla pietà e dal conforto dei sacramenti, e che ebbero fine all’Ospedale internazionale di Tokyo in un placidissimo sonno di quasi tre giorni, dal quale si svegliò all’eternità. Forse presentiva la fine; ordinò difatti definitivamente tutte le cose sul come non aveva fatto per le precedenti operazioni, mi scongiurò solo che lo lasciassi al suo posto di lavoro fino al giorno dell’Ascensione, dovendo preparare al battesimo quindici persone, la retata più bella e numerosa capitatagli di colpo a Mikawajima; ed avuta questa consolazione che gli inondò l’anima della gioia più pura, si abbandonò nelle mani dei medici, disposto alla volontà di Dio, che fu sempre il sospiro della sua vita.
Le cure paterne dei medici, di cui si era avvinto il cuore; le solerti attenzioni delle Francescane di Maria che dirigono l’Ospedale; le visite frequenti di S. E. l’Arcivescovo di Tokyo, dei suoi fratelli di apostolato i missionari della Diocesi, di benefattori, amici ed ammiratori e specialmente l’assistenza amorosa dei Salesiani di Tokyo, confortarono il nostro Don Pietro fino agli ultimi momenti.
A tutti il più vivo ringraziamento per tanta carità che Dio solo può ricompensare. Ai parenti e congiunti, e specialmente al fratello Arciprete Don Amabile la più viva partecipazione di condoglianze e assicurazione di preghiere da parte di quanti conoscono Don Piacenza in Giappone. Ai miei amatissimi confratelli l’augurio che possiamo tutti essere salesiani e missionari della tempra di Don Pietro.
Pregate per noi, potete ben comprenderlo, più che addoloratissimi, e specialmente pel
Vostro aff.mo nel Signore
Don Vincenzo Cimatti, sales.31
1436 / Ricaldone Pietro / 1935-6-6 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Tokyo, 6 giugno 1935
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Avrà ricevuto la notizia della morte del nostro Santo Don Piacenza: non ritiro la parola. La lettera mortuaria che mi sono sforzato di fare come meglio sapevo, solleverà molti veli ammirabili di quest’anima.
Ho perduto il miglior amico, per me certo insostituibile. Pensino i Superiori a venirci in aiuto al più presto, se no, non so come fare.
Per me ho pianto di consolazione nel vedere le vie mirabili della grazia di quest’anima – ci amavamo quanto dir si possa – e ho ringraziato il Signore di essere salesiano, anche perché la Congregazione è madre di tanti santi confratelli. Conosco poco dei precedenti di Don Piacenza la vita di Valsalice – dopo l’ho seguito, e mi pare di averlo compreso. Le cause del decesso?
Come sa fu operato due volte d’appendicite – alla seconda operazione per un forte starnuto gli uscì doppia ernia. Il mercoledì precedente l’Ascensione fu operato con ottimo esito – già mangiava – poi accusò debolezza generale e al sabato andava assopendosi e perdendo la parola, non la cognizione. Ogni mattina S. E. l’Arciv. che dice la Messa all’Ospedale, gli portava la Comunione. Al lunedì al solito la portò – ma non dando segno di capire, già se ne ritornava, quando all’aprirsi della porta, aprì gli occhi e accennando il desiderio fu comunicato.
Poi non diede più segno di comprensione e al martedì alle ore 5 antimeridiane spirava. Rileverà dalla lettera quanto rimpianto, quanta larga simpatia abbia suscitato la sua dipartita e il suo lavoro.
Il medico spiega la cosa come una complicazione cerebrale. Non saprei dirle altro nella premura che ho di informarla della cosa. Scrivo anche al fratello Don Amabile.
Come le dicevo, pensi come rimaniamo e vedano davvero i Superiori di venirmi in aiuto sollecito in quelle forme che credono opportune, anche sotto forma di prestito di personale – qualcuno che dica anche solo la Messa può al momento servire. Al momento ho pregato Don Tanguy che lo assistette usque in finem e che doveva aprire il Noviziato ormai finito a sostituirlo, ma non potrà starci a lungo. Quid faciam? Ormai tutte le case (salvo Miyazaki) hanno un confratello prete solo, a Tano nessuno – alla domenica cerco sdoppiarmi e turare buchi.
Prego i Superiori a venirmi in sollecito aiuto: faccia, amatissimo Sig. Don Ricaldone, questo massimo sforzo, ma non attenda per carità la partenza dei missionari, se no, perimus omnes et nobiscum animae pereunt!
Colgo l’occasione per augurare ottimo onomastico a nome di tutti con l’assicurazione di molte preghiere.
Preghi per me affranto, ma sempre fiducioso e abbandonato nelle mani di Dio, di Maria e di Don Bosco.
Aff.mo figlio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
P.S. - E il Visitatore? E il nuovo Ispettore? A quando?
1437 / Visita a Nakatsu / 1935-6-10 /
Visita canonica a Nakatsu
10 giugno 1935
La casa sotto tutti gli aspetti e materiale e spirituale è ordinata. Il piccolo collegetto promette bene e si è in trattative per svilupparlo.
Per i cristiani consiglio quanto dissi l’anno scorso, e per i pagani l’apostolato della buona stampa, l’oratorio, le proiezioni.
Si facciano gli approcci alle autorità per il ricovero dei vecchi e coi maestri per la questione della scuola speciale.
Lavoriamo per i fanciulli con lo spirito di carità e di sacrificio ed il Signore ci aiuterà.
Don V. Cimatti, sales.
1438 / Visita a Beppu / 1935-6-11 /
Visita canonica a Beppu
11 giugno 1935
Il cambio del titolare missionario della casa32 porta con sé le inevitabili conseguenze dei cambi. Ad ogni modo tutto è regolare in ogni senso.
Il nuovo missionario, come il buon pastore:
Conosca le sue pecorelle, le avvicini nelle forme possibili.
Non lasci spegnere lucignoli fumiganti (visite in casa, giornali, stampati e lettere ecc., cioè cura indiretta).
Moltiplichi la propaganda stampa.
Formi per l’apostolato nei limiti del possibile il personale che si ha tra mano.
Continuare a dar impulso all’oratorio.
Nelle difficoltà: calma, pazienza e fede.
Don V. Cimatti, sales.
1439 / Cecchetti Albano / 1935-6-13 /
3.1.70 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone |
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13 giugno 1935
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie dei conti di Tano e delle varie osservazioni e direttive dei lavori che serviranno assai bene per i successori.
Una direttiva data dalla necessità delle cose è di non creare attorno a noi delle abitudini, che se poi non si possono mantenere mettono negli imbrogli i successori.
Spero che Don Pedro le verrà in aiuto per facilitare quanto ha dovuto anticipare di note mensili.
Per la chiesa, come d’accordo, elimini o non faccia subito quanto non è indispensabile. Anche il nostro Santuario di Maria A. fu decorato solo nel 1891.
Prevedo che il prossimo anno sarà terribile per la finanza. Diriga la sua propaganda in cose necessarie (paramenti di chiesa, borse di orfani…, e aiuti anche Don Cim. che è in miseria più di tutti).
Veda, carissimo Don Albano, di lavorare personalmente per preparare bene le prediche, i catechismi, il sermoncino della sera, lasci le cose già fatte, ne faccia delle nuove senza timore, brevi ma colla sua cooperazione personale. Lei può riuscire, deve riuscire. Quanto maggior bene farà!
Per le macchine o altro cerco di capire le cose… e vedremo fino a che punto potrò praticamente riuscire. Tutti conosciamo lo spirito di distacco di Don Albano.
Grazie della moneta cinese e del passaporto. Da tempo il R. Console disse che non era necessario fare rinnovare annualmente.
Coraggio Don Cecchetti. Quando la croce pesa… Sì, sì l’unico rifugio è Gesù.
Per le Figlie di Maria A. ora pensano a Tokyo ed è certo che se vogliono fare qualche cosa di concreto là, di Beppu chissà che cosa verrà fuori.
Veda un po’ se può trovare modo di condurre in porto il salone di Beppu che potrebbe certo portare con sé l’Asilo… Ma studiamo bene quest’ultimo e possibilmente fuori del recinto della Missione. Mah! Ne parleremo.
Per il giornale aumentato a 120, tratti direttamente con Chuo.
Stia tranquillo che i suoi desideri per onorare il S. Cuore saranno totalmente realizzati a Tano. La nostra missione è consacrata a Lui. Mettiamo tutto il nuovo lavoro, anche quello di Beppu, nelle sue mani.
Grazie di quanto ha fatto per il nostro Don Piacenza. Il Signore solo sa come colmare il gran vuoto lasciato. Ma certo il Signore non ha bisogno degli uomini per compiere le sue opere. Caro Don Albano, mi aiuti, mi aiuti, mi aiuti colle sue preghiere.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1440 / Superiori Maggiori / 1935-6-17 /
3.1.71 ai Superiori Maggiori della Congregazione salesiana |
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3.1.72 Miyazaki, 17 giugno 1935 |
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Rev. Capitolo Superiore,
Mi onoro di presentare e di appoggiare con tutte le mie forze la domanda di fondazione per la Capitale della Manciuria inviatami dietro consiglio dei Superiori stessi da S. E. Rev.ma Mons. Gaspais Vescovo di Kirin e Delegato della S. Sede nel nuovo Regno.
Già ne avevo scritto ai Superiori. Ho visto i luoghi e conosco la situazione. Non aggiungo nulla sulla convenienza della cosa e dal punto di vista spirituale e materiale. Penso che essendovi niente del genere, è il momento buono (sono di quelle occasioni che a lasciarle perdere… Siamo nel caso dell’America, la prima missione di Don Bosco e ancor più in buone condizioni se si sa sfruttare la situazione).
Sono convinto che il governo e i giapponesi daranno i mezzi, ma mi permetto l’osservazione che può sembrare un po’ strana: “Qui dove lavoriamo e in Manciuria bisogna lavorare coi sistemi spicci usati da loro, se no si rischia di fare dei buchi nell’acqua”.
Occorre personale che sappia e il cinese e il giapponese se si vuol lavorare subito nel doppio campo.
Il Signore ispiri i Superiori a fare il meglio per la gloria di Dio e delle anime.
Mi raccomando alle preghiere dei nostri cari superiori. Con ossequio
Dev.mo
Don V. Cimatti, sales.
1441 / Dal Fior Luigi / 1935-6-18 /
3.1.73 al chierico Luigi Dal Fior, studente di teologia |
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+ [18] giugno 1935
carisimo Luigi,
Puoi pensare se nell’onomastico D. Cimatti ti sarà vicino più del solito. Pregherò secondo le tue intenzioni che conosco assai bene. Sarebbe la festa anche del mio povero fratello: penso che tu ne faccia le veci.
Lucchesi ti scriverà del libro. Prega pel
tuo aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
Saluta il bravo Dupont. I compagni di Hong Kong han ricevuto tonsura e minori.
1442 / Bisi Ugo / 1935-6-18 /
3.1.74 a Don Ugo Bisi, segretario dei Superiori Maggiori |
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Miyazaki, 18 giugno 1935
Bisi carissimo,
Grazie della tua ultima. Rispondo al buon Biglino e alla signora Stuardi ringraziando.
Per l’eventuale denaro se non ti senti di spedirlo, o mettilo sul mio conto di Don Tranquillo, o dallo a Don Lussiana o dallo alla SEI con cui ho non pochi debiti. La procura pro-missioni (voto di tutti i Missionari) venga presto e funzioni – ma bisogna che tutto il personale e più chi è alla testa, ami cordialmente e comprenda i bisogni dei missionari.
Coraggio Ugo. Di’ per me un’Ave a Maria e un Pater a Don Bosco, e di’ loro che pensino un po’ a questo povero Don Cimatti che non riesce a concludere. Ti abbraccio di cuore.
Tuo aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
1443 / Circolare salesiani / 1935-6-19 /
3.1.75 ai Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki |
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Miyazaki, 19 giugno 1935
Carissimi missionari,
Colla fine del mese si chiude l’anno missionario. Ho quindi bisogno dei dati statistici richiesti dalla S. Sede che vi prego di farmi pervenire entro la prima settimana di Luglio prossimo.
Abbiate la bontà di riempire l’accluso modulo in tutte le sue parti; corredatelo di una breve relazione sullo stato reale della zona a voi affidata; possibilmente unite fotografie o stampati desideratissimi da Propaganda; ed anche riempite il modulo indicato FABBISOGNO per la propria residenza.
Desidererei venire incontro alle necessità di tutti. Non so ancora in quale forma ci aiuterà la Santa Sede, ma desiderando separare nettamente l’amministrazione della missione dalle Opere della Congregazione mi è di assoluta necessità quanto chiedo: la relazione delle statistiche ben fatta, mentre metterà tutti al corrente dell’attuale situazione, ha importanza capitale per la distribuzione dei sussidi: prego quindi che si usi sollecitudine nella compilazione.
Ad evitare duplicati nei numeri (il che porterebbe inesattezze di calcolo) ogni missionario segni solo il numero di quelli che nell’atto della compilazione sono sotto la sua giurisdizione. (Non si contino ad es. quelli residenti a Tokyo; il Seminario presenti il suo conto a parte; Miyazaki missione pensi anche all’Ospizio e Figlie di Maria A.; Beppu alle Figlie di M. A.).
Si notino a parte i militari in servizio o i residenti in istituti fuori della missione.
Il giorno della festa del S. Cuore veda ogni missionario di consacrare la sua famiglia religiosa e cristiana e tutte le opere da lui dipendenti al S. Cuore. E ci aiuti Gesù a iniziare con rinnovato ardore il nuovo anno di apostolato missionario.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1444 / Dal Fior Luigi / 1935-6-19 /
3.1.76 al chierico Luigi Dal Fior, studente di teologia |
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Miyazaki, 19 giugno 1936
Carissimo Dal Fior,
Di nuovo buon S. Luigi. Spero che i tuoi denti saranno ormai a buon punto per la guarigione e ne prego di cuore il Signore.
La festa del S. Cuore sia da te interpretata come ringraziamento come riparazione.
Allegro – calmo – e buoni esami che offrirai a Gesù.
Ti benedice il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1445 / Fogliani Mario / 1935-6-19 /
3.1.77 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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Tano, 19 giugno 1935
Mario carissimo,
Dalla tranquillità di Tano ove sono venuto pel Corpus Domini, ti scrivo. Dalla tua risulta che hai un buon numero di croci – e queste dobbiamo portarle per amor di Dio, per i nostri peccati e per quelli degli altri.
Il bel mese del S. Cuore e la festa prossima sono un’ottima occasione: domando per te al Signore: calma e rassegnazione – pazienza – unione allegra con Dio. Ad ogni modo la diagnosi del medico si riduce a confermarti quello che già sapevi (salvo il verme solitario che non è cosa preoccupante).
Per il riposo al dopo pranzo penso che non ci sia difficoltà – perché quasi tutti lo fanno (non ti consiglio il letto perché è dannoso sotto tutti gli aspetti), sta’ calmo che scrivo io per le tue necessità. Scrivimi con tutta libertà – ricordati che avrai enorme vantaggio a fare il tuo rendiconto da chi l’obbedienza ti ha assegnato. Rendiconto non è confessione, né si aggira su quella materia, e quindi non c’è difficoltà a fare quanto prescrive la Regola. Più vivrai in essa, più sarai felice, qui e là.
Prego per babbo e mamma. Il Signore benedice noi che abbiamo per Lui sacrificato i nostri cari – e benedice loro che hanno sacrificato noi a Lui.
Caro Mario, vuoi stare bene di anima e di corpo? Eccoti una ricetta infallibile:
Abbandonati alla volontà di Dio, sia che ti faccia sentire la salute, sia che ti faccia sentire la malattia.
Osserva bene in tutto la Regola.
Prega e lavora.
Ti ricordo ogni giorno e fa’ altrettanto tu per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1446 / Braga Carlo / 1935-6-20 /
a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina
20 giugno 1935
Mio amatissimo Don Carlo,
Grazie della tua consolantissima. Non avevo bisogno certo delle tue dichiarazioni perché già dalle tue precedenti avevo capito chiaro la situazione, delicatissima per te e per me.
Ho coscienza di aver sempre parlato chiaro (e contro il mio naturale, assai forte) ai chierici. La più parte ha seguito – altri han capito nulla o han fatto finta di non capire – altri sono ancora duri (Floran). Vedi quanto gli scrivo e consegna, se credi.
Ho coscienza di aver di tutto informato Don Bardelli cui scrivevo o a cui giungeranno i miei scritti.
A chi degli insegnanti mi esprimeva il desiderio di venire in Giappone li ho rivolti ai Superiori.
A te ho scritto quanto mi sembrava opportuno, sempre però pensando che tu eri chissà dove, perciò pensavo esser meglio scrivere directe ai chierici e a Don Bardelli.
Ho coscienza pure di aver informato i Superiori. Per me la base fu:
I Superiori desiderano che anche il Giappone abbia il suo studentato.
Dal lato economico e formativo per noi è meglio il Giappone che la Cina.
Date le relazioni fra i paesi, non è ben vista dalle autorità nostre una formazione di elementi lavorativi pel Giappone in Cina.
Se è vero che al prossimo anno siano solo dei nostri pare che i Superiori dovrebbero aiutare a che il Giappone avesse il suo studentato – tanto più che ho lo studentato filosofico ancora nella fase vagante.
Perciò attendo ordini da Torino.
La morte poi, del santo Don Piacenza, l’unico su cui potevo salesianamente contare (pur tutti gli aìtri essendo assai migliori di me) mi ha messo in una situazione tale che solo il Signore conosce – e non so come liberarmi.
Mah! Potrebbe quindi darsi che molti piani dovranno essere modificati. Quindi restino a Hong Kong e terminino – e venga quel che vuole – il Signore sa e vede.
Mi pare però che la miglior soluzione sia che se c’è chi fa opera di disaggregazione in alto, costui deve filare. Mi si parlò di parole di Don Guarona, ma che vuoi Carlo, sono talmente fatto così (non trovarlo strano) che per me una cosa passata non la ricordo più e quando ho risposto e rotto la lettera come faccio ora della tua, non so più nulla. Se dovessi dirti quanto in questi due anni è successo a H. non lo so davvero – per me acqua passata non macina più – avanti cercando di migliorar sempre momento per momento.
Ho dato a voi tutta la fiducia e le anime di questi chierici – dunque avanti. Per me il più grave è la parte materiale… Capisci che non riesco a pagare Dollari 100 con Yen 200. In Giugno la nota di oltre 500 dollari… mi mette in imbarazzi gravissimi… Ma Deus providebit. Ci sarà forse il viaggio di Bechis. Ho già scritto che per i conti vi dirigiate per ora a Don Tanguy a Mikawajima, per ora sostituto di Don Piacenza per la parte salesiana.
Quindi allegro e avanti nel Signore – se ci prova è segno che ne abbiamo bisogno e che ci vuol bene. Ti abbraccio e benedico. Sono affranto, ma onmia possum in eo qui me confortat.
Tuo sempre
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - I Superiori mi scrissero: “Hai fatto bene a far ritornare Bechis” e finora grazie a Dio di quanti tornarono non ebbi lagnanze.
1447 / Marella Paolo / 1935-6-27 /
3.1.78 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 27 giugno 1935
Eccellenza Reverendissima,
Vorrei in questa occasione saper elevare lo stile; e dirLe oh, quante cose a nome anche di tutti e singoli confratelli e Figlie di Maria A. e cristiani.
Ma creda, dopo la grave perdita di Don Piacenza, a cui non so davvero ancora come efficacemente e stabilmente provvedere, la vena è secca.
V.E. però comprende che vogliano dirLe i figli di Don Bosco; e specialmente il povero Don Cimatti. Tutte le preghiere sono per Lei e poi la ringrazio di quanto ha fatto per noi… E non so dirLe altro.
Qui nulla di nuovo. Calma assoluta. Più però si procede e più si capisce la necessità di capire e studiare questo benedetto Kyushu, così diverso dall’Isola grande. Ci venga in aiuto e pensi che gran parte dell’andamento anche politico del Giappone viene da qui.
Come vede, non so che dico, mi perdoni e preghi molto per me. Imploro per me e per i miei la sua benedizione.
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1448 / Circolare salesiani / 1935-6-27 /
3.1.79 ai Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki |
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27 giugno 1935
Carissimi,
La prossima domenica (o se fate festa trasportata, quando crederete) non dimenticate di far pregare per la S. Chiesa e per il PAPA. L’occasione della commemorazione dei Ss. Apostoli è quanto mai indicata per tale festa.
Come pure dispongo che l’elemosina che domanderete sia per l’Opera “Denaro di S. Pietro”.
Tenete pure l’elemosina, indicatemi la cifra raccolta per le opportune comunicazioni al più presto possibile anche se fosse cifra minima.
Date voi le opportune spiegazioni. Non manchi in quel giorno un opportuno accenno al Papa nelle prediche.
Come missionari, come figli di Don Bosco non possiamo non propagare l’amore al Papa.
Godo pure annunziarvi che in detta domenica si farà l’inaugurazione ufficiale della nuova costruzione di Oita (Chiesa e Asilo) e dell’ampliamento della chiesa di Beppu.
A tutti i confratelli che vi hanno lavorato con tanto zelo e abnegazione col grazie riconoscente, la preghiera più ardente per il buon esito di tutte queste opere destinate alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime.
Sabato prossimo sarebbe l’onomastico del nostro Don Piacenza. Augurategli buona festa per lui, pur avendo la dolce speranza che sia in Paradiso.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1449 / Fogliani Mario / 1935-6-28 /
3.1.80 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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28 giugno 1935
Mario carissimo,
Ti penso in buona salute di corpo e che il Sacro Cuore ti abbia fatto tutto suo nel mese a Lui consacrato.
Qui nulla di nuovo. Dopo domani inaugurazione dell’ampliamento Chiesa di Beppu, e inaugurazione ufficiale Asilo di Oita.
Preghiamo ad invicem. Coraggio, Mario, che momentaneo è il soffrire, ma eterno il godere.
Tuo sempre
Don V. Cimatti
1449-2 / Mario Fogliani / 1935-6-… /
a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone
[Giugno 1935]
Mario carissimo,
Spero andrai migliorando in salute e sempre più ti farai santo. Prega per me ancora intontito della batosta di Don Piacenza.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1449-3 /Mario Fogliani
a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone
(senza data)
Carissimo Fogliani,
D’accordo con Don Margiaria fammi spedire un sacco di 60 Kg di quel caffé di cui inviasti campione a Guaschino e prega per me.
Ti ho scritto in questi giorni. Onoriamo il S. Cuore.
Tutto tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1450 / Ricaldone Pietro / 1935-6-… /
3.1.81 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Il primo fiore Salesiano trapiantato dal giappone al cielo33
Miyazaki, Giugno 1935
Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Mentre mi appressavo secondo il mio solito, con la giocondità in cuore a narrarle la bontà del Signore nel decorso mese sul nostro lavoro di apostolato, ho dovuto telegrafarle una ben dolorosa notizia, che come ha ferito il cuore di noi tutti, non mancò certo di addolorare il cuore di tanti parenti, confratelli, allievi ed amici, la morte cioè del nostro amatissimo Don Piacenza. L’unico conforto nostro è la sottomissione alla santa Volontà di Dio.
Lei conosceva la bontà d’animo di questo confratello – non le erano ignote le sue preclare virtù, le vive speranze che su di lui aveva fondato la nostra Congregazione ed il magnifico lavoro che aveva iniziato per la gloria di Dio e per la salute delle anime nelle varie mansioni affidategli dall’obbedienza. Ho tentato nell’acclusa lettera di dire qualche cosa di lui, e vorrei pregare quanti lo conobbero a volermi inviare quanto sanno di lui, ché questo confratello merita bene che ci edifichiamo tutti in lui, che volle offrirsi vittima al Signore per la salvezza delle anime… e fu esaudito.
1451 / Grigoletto Giuseppe / 1935-6-... /
3.1.82 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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[giugno 1935]
Carissimo Don Grigoletto,
Il Signore ci ha messo alla prova… Il nostro Don Piacenza è in Paradiso. Ho perduto in terra il meglio: spero di averlo in Cielo buon protettore col Sig. Don Rinaldi: sono le due anime che meglio avevano capito la missione. Fiat voluntas Dei!
Per i bachi non saprei come fare perché il viaggio sarà… Non c’è che portarli a mano.
L’avv. Fontana mi ha inviato bella lettera con offerta.
Bravo, tienti unito a Bepi. Ha bisogno di essere amato. Ha lavorato per la Congregazione e pochi conoscono il gran lavoro, e non conoscendolo non lo apprezzano.
Prego instanter per la grazia. È davvero fra la massima per te e per Lorenzoni e Oldani e per tutti i preti.
Scrivo a Pasetto che mi scrisse giorni fa, ed al fratello Fra’ Faustino e al buon Don Ressico.
Ti invio immaginette artistiche giapponesi dell’ultima ora. Di quanto ti invio fanne l’uso che credi senza bisogno di rendermene conto.
È difficile trovare quanto domandi di film di martiri. Invio qualche cosa e se ti interessa usa… Manda pure semi di zucca, la tua e la mia andiamo d’accordo…
Quelle figurine su carta di riso o altro sono proprie della Cina. Manda pure indirizzi.
Unisco le lettere per i tuoi. Domani (19) faccio partire un pacco dove troverai un po’ di tutto.
Pel S. Cuore ti ho ricordato speciatim. Ho ottenuto una specie di pareggio pel Seminario (Figurati!…) ed ora la provincia mi invita a fare una scuola media. Ah, se Maria Aus. e Don Bosco fanno questo miracolo… Preghiamo, preghiamo.
Ti abbraccio, bacio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Avrai occasione negli esercizi di vedere tanti amici, assicurali del ricordo, e che preghino molto per noi.
1452 / Ricaldone Pietro / 1935-7-3 /
3.1.83 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 3 luglio 1935
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Le unisco il prescritto rendiconto annuale da cui vedrà le nostre condizioni.
E quelle di Don Cimatti? Le solite. Vorrei trovarmi nella possibilità di lavorare di più nell’apostolato, ma fin che sarò legato e alla scuola e alla Visitatoria non è possibile. Mio pensiero ripetutamente espresso ai Superiori:
Per le opere della Missione e per l’apostolato ci vogliono energie giovani – il giovane è simpatico al giapponese e gode molto ascendente.
Tokyo non può essere governato stando a Miyazaki.
Finché il Superiore sarà legato alla scuola (quindi ad una residenza) non potrà girare ed aiutare efficacemente – o se si assenta dalla scuola non ne guadagnano gli allievi.
I Superiori mi ottengano dalla S. Sede l’esonero dalla Missione (o mi insegnino la maniera di ottenerlo).
Le conclusioni sono ovvie – ma però non mea, sed Dei voluntas. Certo che la scomparsa del nostro santo Don Piacenza fino ad ora mi ha lasciato un vuoto incolmabile – né per quanto penso riesco a colmare. Le opere di Tokyo mi hanno assorbito e assorbono il miglior personale – e sono in terra completamente in missione. Mah, Deus nos adjuvet!
Per me salute ottima – lavoro: fo quello che posso, ma ce ne sta ancora e quanto… E starei meglio in tutti i sensi.
Pietà e osservanza delle regole: calma, periodo di calma in tutti i sensi.
Carità cum omnibus. Ad ogni modo sento di essere lontanissimo ancora dalla santità. Mi aiuti Lei colle preghiere. È una settimana di grande fiacca spirituale. Mi aiuti il Signore. Ricevo la sua ultima.
Don Piacenza. riposa in Paradiso,
per i chierici di Hong Kong già da tempo eseguito ad litteram quanto nella sua bontà mi suggerì. Guardi bene che il male è più in su che nei chierici: è in qualche superiore dello studentato, così mi scrive Don Braga. Ed allora che c’entrano i chierici? Ad ogni modo ho scritto al Sig. Don Braga che rimangano a Hong Kong.
Il Signore ci prova con le malattie: ho fatto operare a Tokyo al naso Don Moro – il ch. Lucchesi di appendicite a Miyazaki e il ch. Antolin di ernia a Tokyo. Fiat voluntas Dei. Preghi per noi.
Ora il massimo imbroglio è la sostituzione di Don Piacenza, non so come fare. Preghi per me e mi benedica, in modo speciale. Con vero affetto,
Dev.mo
Don Vincenzo Cimatti
visitatoria s. francesco saverio, giappone
A complemento della relazione credo opportuno aggiungere:
1. La partenza per il Paradiso del nostro Don Piacenza viene a modificare assai la nostra situazione. Rimango senza Economo. Dei Consiglieri uno è presso di me (Don Cavoli), Don Tanguy e Don Margiaria sono a Tokyo. La nomina di Don Tanguy a Maestro mi toglie il Vicario. Se Don Margiaria fa da confessore al Noviziato penso che difficilmente potrà fare da Consigliere. QUID?
Casa di TOKYO. Mikawajima. Manca ancora il successore di Don Piacenza. Per ora c’è Don Tanguy: optime in tutto. Ch. Moro, debole di salute, ottimo per il resto. Coad. Ragogna: salute discreta. Ha fatto molto progresso, ben guidato da Don Piacenza.
Scuola professionale. Comincia ad avviarsi. Ma ad aiutare Don Margiaria ci vuole un buon capo ufficio. L’esteriorità dell’amministrazione non funziona – ho dovuto constatarlo alla visita. Don Margiaria benino in salute, ma va stancandosi. Stanca poi gli altri colle continue esosità per il soldo – teme gli manchi la terra sotto i piedi – soffre e fa soffrire. Per tutto il resto bene. Del coad. Fogliani e ch. Lucchesi già ho riferito. Ho trasferito Lucchesi a Miyazaki. Fogliani ha bisogno di essere tranquillo e nutrirsi. Al momento c’è calma. Ch. Antolin buono in tutto. Per uno sforzo fatto si dubitava dovesse fare un’operazione, che al momento pare scongiurata.[...]Chierici Dal Fior e Dupont: teologi. Bene in tutto. Non so ancora l’esito degli esami. Spero bene.
CASE DELLA MISSIONE. Nakatsu: viene avviandosi bene il piccolo vivaio per le vocazioni.
Don Dumeez: bene in tutto – trova difficoltà per la lingua (pronuncia pessima). Ch. De Kruift è olandese, vista corta regolare, ma un tipo sui generis.
Oita. Don Marega. Bene, nervoso con tutte le conseguenze per lui e per gli altri. Coad. Merlino: bene, avrebbe bisogno di essere in altro ambiente, ma…
Takanabe: Don Lucioni, è nella vita missionaria – regolare e lavora davvero per la propaganda specialmente stampa nella regione a lui affidata. Certo che ha bisogno di essere sostenuto materialmente e spiritualmente dato il genere di vita.
Miyazaki: missione. Don Cavoli, per la salute è come prima. Bene in tutto e lavora con vero zelo specialmente nell’opera di beneficenza.
Don Liviabella: bene in omnibus. È stanco anche lui, come fare?
Coad. Guaschino: bene, anche lui stanco.
Ch. Lucchesi: al momento è all’ospedale per operazione di appendicite. Pare vada benino. Vedremo se possiamo salvarlo.
Seminario: Don Carò, bene in omnibus. Purtroppo che non ho personale da mettergli insieme e ce ne sarebbe bisogno immenso per la formazione dei nostri seminaristi. Va Don Cimatti tre volte alla settimana e Don Liviabella per le confessioni. Ch. Barsauskas: aiuto per l’assistenza e come economo. Bene in tutto.
Studentato filosofico: Don Cimatti… Lei sa meglio e meglio ancora Dio.
Ch. Barbaro: insegnante di filosofia. Bene. Una curiosità. Alla gregoriana come sono formati questi chierici? Per la vita salesiana (assistenza, ecc.) come vengono formati? Trovo e per questo e per la formazione all’insegnamento molte lacune. Ne scriverò anche al Sig. Don Fascie. Però buon elemento. Speriamo di formarlo bene. Per i chierici, ecc…, bene in omnibus (secondo anno); primo anno… optime in tutto… L. e M. molto, molto mediocri nello studio, e quest’ultimo con una vena di strano (?). Katsuki, filosofo del secondo corso. Spero entrerà nel noviziato: buono come il pane.
Tano: non ho personale in sede. Va Don Cimatti con un chierico al sabato sera o quando occorre.
Miyakonojo: Don Escursell: bene in tutto. Spagnolo…
Coad. Maccario. Benino. Nervoso colle conseguenze per sé e per gli altri.
Studentato di Hong Kong: avrà relazione dal Superiore di là. Per me ho parlato chiaro ai Superiori degli inconvenienti per la formazione in Cina dell’elemento più importante giapponese. Ho eseguito alla lettera le ultime disposizioni indicatemi dal Rettor Maggiore ed il Signore sono certo che ci benedirà.
CONCLUSIONE: ho bisogno di personale e di mezzi. Per lo sviluppo dell’Opera nostra, specie nella grande Isola (Honshu) e nei grandi centri c’è bisogno di uno che ci pensi in posto. Si persuadano i Superiori che Miyazaki e Tokyo sono agli antipodi (sotto tutti gli aspetti) e in modo speciale si persuadano che Don Cimatti in tanti anni abituato alla scuola, scuola ne fa finché si vuole, ma dirigere specialmente e fare il superiore ecclesiastico ed il Superiore religioso non ci riesce. Preghi e faccia pregare per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Mi giunge ora il rescritto per l’erezione del Noviziato. Grazie. Non capisco bene. Il Noviziato deve essere alle dipendenze della Scuola, in modo che il Direttore della scuola sia direttore del Noviziato e l’amministrazione sia nelle mani della scuola?
Se è da intendersi così, faccio subito la pratica per il ritorno di Don Tanguy o per il cambio di Don Margiaria. Non concluderemo nulla. Se i Superiori intendono di fare una casa sola (per risparmio di personale e dato il piccolo numero di novizi il Direttore della Scuola potrebbe essere anche Maestro), bisogna però cambiare Don Margiaria, e mettere alla testa Don Tanguy. Non so però se al momento in cui si tenta il pareggio della scuola e le pratiche sono bene avviate, tale cambio sia consigliabile. Certo Don Margiaria non si sente assolutamente di fare il Maestro dei novizi, e Don Cimatti non lo propone certo. Come pure Don Cimatti non proporrà come amministratore delle due case Don Margiaria… Per carità!
Quindi attendo chiaro il pensiero dei Superiori, pronto a fare quanto mi dicono anche se contrario al mio modo di vedere. Ma per carità, cogli elementi attuali (Don Tanguy, Don Margiaria) due case e chiaramente separate. E se si pensasse Don Margiaria successore di Don Piacenza? Mah!…
1453 / Braga Carlo / 1935-7-3 /
3.1.84 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina |
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3 luglio 1935
Carissimo Don Braga,
Ti so a Shanghai per gli esercizi. Prega quei buoni confratelli che mi buttino giù notizie del nostro Don Piacenza.
Olim mi avevi proposto aiuto per gli esercizi. Se ti fosse ancor possibile… ma il guaio è che noi li facciamo nel mese di agosto. Se ne potrebbe fare una muta dal 27 luglio (anche per le Suore). Se hai qualche confratello che abbia bisogno di riposare… Non posso però dargli molti soldi ché sono per terra.
Ah santo Don Piacenza!
Prega per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1454 / Circolare Salesiani / 1935-7-4 /
3.1.85 ai Confratelli salesiani della Prefettura Apostolica e Visitatoria S. F. Saverio |
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4 luglio 1935
Carissimi,
Alcune comunicazioni:
Non dimentichiamo di leggere per intero REGOLE e REGOLAMENTI, secondo il prescritto Reg. art. 23 o a mensa o come lettura spirituale; cerchiamo di fortificare in questa seconda metà dell’anno il nostro spirito con tale lettura. Ci sarà così resa più facile l’osservanza dalla quale dipende tutto il nostro avvenire e il consolidarsi su basi incrollabili dell’opera nostra in Giappone.
Anche per questo mese si faccia l’esercizio della buona morte o in sede o con intesa delle residenze vicine. Ricevuti i rendiconti, in una seduta della zona, in cui esamineremo i risultati, stabiliremo definitivamente anche le modalità affinché questo esercizio riesca più fruttuoso per tutti.
Bisogna pensare anche a qualche giorno di riposo, specialmente per quei confratelli che ne avessero bisogno, ed autorizzo i capi-residenza a fare quanto credono opportuno per i confratelli loro dipendenti. Questo naturalmente è legato alla pratica degli esercizi. Pur non potendo al momento fissare delle date, vi sarà certo in missione una muta nella seconda quindicina di agosto, ed una a Tokyo nella prima quindicina di settembre. Vedremo se sarà necessario farne un’altra nella prima quindicina di Agosto, contemporaneamente a quella delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Secondo il desiderio espresso di qualche confratello l’anno scorso ho preso gli opportuni accordi col nostro Ospizio di Miyazaki per cui dal 25 Luglio a tutto Agosto i confratelli debitamente autorizzati potranno in caso speciale trovare alloggio all'isola di Aoshima. Siccome è necessario stabilire il turno occorre che con cortese sollecitudine si scriva al Sig. Don Cavoli designando il tempo che si preferirebbe.
Dall’accluso foglio vedete la questione che vi propongo: sarei contento assai, assai se qualcuno dei dipendenti vostri che vi paia avere i numeri necessari, partecipasse a queste utilissime cose. Siccome urge combinare, qualora voi aveste qualche nome da suggerire abbiate la bontà di farmelo sapere al più presto. Per il formulario o per altri quesiti cui rispondere prego inviare al Sig. Don Marega, delegato per la stampa centrale.
Al congedare gli allievi per le ferie non si dimentichino le nostre norme salesiane e i consigli di Don Bosco. Entrati nel nuovo anno di apostolato missionario, con rinnovato ardore sacrifichiamoci per il Signore nella salvezza delle anime.
Tutto vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1455 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1935-7-6 /
3.1.86 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone |
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6 luglio 1935
Rev. Madre,
Proprio mentre stavo cercando di impossessarmi dell’amministrazione accuratissima del compianto Don Piacenza, mi giungono da Torino i dati generali a tutto Giugno e le note speciali a tutto marzo di quest’anno, perciò posso controllare e anzi (con ben poca cosa) rettificare il conto ricevuto da loro da Torino (come da nota specificata). Trasmetto l’equivalente.
Oggi preghiere, sacrifici sono in modo speciale offerti per Lei. Ci aiuti il Signore a raggiungere la perpetua Letizia del cielo, dopo aver salvato molte anime.
Mi unisco alla gioia di tutte per augurare ogni bene materiale e spirituale. Attendo la relazione col numero suore, novizie, aspiranti, numero battesimi, ecc. ecc. Non potrebbe nelle linee generali stendere uno schema di convenzione, che sarebbe accettato dalle Figlie di Maria Ausiliatrice per assumersi qualche opera della Missione (esempio: ospedale o simili) in cui Don Cimatti possa vedere il maximum delle spese per il mantenimento suore, personale – e quali condizioni per la casa, ecc.? Ho bisogno di farci su uno studio per eventuali necessità. Grazie fin d’ora. Preghi e faccia pregare per questo povero prete.
Ossequi a tutte tutte tutte.
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - L’accluso oltre il dovuto è un piccolo segno di ringraziamento che Don Cimatti come rappresentante della S. Sede offre alle Figlie di Maria A. per il lavoro compiuto.
1456 / Circolare alle F.M.A. / 1935-7-6 /
alle Figlie di Maria Ausiliatrice, missionarie in Giappone
Miyazaki, 6 luglio 1935
Alle buone Figlie di Maria Ausiliatrice,
Si avvicina la grande data per voi, in modo speciale così importante quest’anno, perché rallegrata dalle prime professioni di Suore indigene, voglio dire la data degli Esercizi spirituali.
L’esito delle grandi imprese si misura dalla preparazione che vi si mette nell’eseguirle.
TIMEO DOMINUM TRANSEUNTEM… e già il Signore è vicino ad ognuna di voi più del solito. Ascoltatelo e più frequentemente che sia possibile pregate: “Signore, aiutami a far bene gli esercizi. Voglio farli bene ad ogni costo. Voglio farmi santa in fretta perché potrebbe anche mancarmene il tempo…”.
Preghino dunque e maggior raccoglimento in tutto e disposizione ad un santo abbandono alla grazia del Signore.
Le aspiranti aiutino tutte le esercitande a pregare e a fare bene gli esercizi, con atti di umiltà e di lavoro.
Tutte poi pregate per il vostro
Obbl.mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1457 / Tirone Pietro / 1935-7-9 /
3.1.87 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale |
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Miyazaki, 9 luglio 1935
Rev.mo Sig. Don Tirone,
Grazie di cuore della sua carissima sui nostri teologi di Hong Kong. Anche Don Cimatti, come i Superiori sono al corrente delle questioni relative a questi poveri figliuoli.
Il Sig. Don Braga mi assicura che il punto critico è ormai superato – certo vari ne hanno sofferto e non poco. I sobillatori se ci furono (come mi dice Don Braga) furono fra il personale insegnante. È su questo che penso agiranno i Superiori. Per ora il Rettor Maggiore consiglia che rimangano ad Hong Kong – perciò rimarranno là.
Umanamente non ci si capisce, ma capisce il Signore “et vir oboediens loquetur victorias”. D’altra parte bisogna che i Superiori si persuadano che in Giappone siamo 11 sacerdoti e 11 fondazioni – in procinto di aprire il noviziato e dall’Italia non arrivano preti: se devo colle forze che ho aprire studentato teologico e filosofico posso chiudere la missione.
Sono anch’io del parere che la soluzione di Tokyo è la più utile e pratica, ma chi metto alla testa? Ora poi mi è venuto a mancare il vero braccio nel santo Don Piacenza. Oh, fiat voluntas Dei!
Non faccia auguri a Don Cimatti per le ascensioni… Preghi per me.
A quei fronzoli, né penso, tanto meno li uso. A che servono? Ah, che commedie… E pensare che sono i Superiori che domandarono queste cose…
Beh, beh… piantiamola lì, che per un titolo non voglio proprio perdere la calma.
Preghi e faccia pregare per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1458 / Grigoletto Giuseppe / 1935-7-13 /
3.1.88 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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13 luglio 1935
Carissimo Don Giuseppe,
Parte (spero) finalmente il pacco… I ventagli arriveranno forse con le stufe… ma fa lo stesso. C’è un po’ di conchiglie per Don Bellotti. Pel resto disponi come credi.
Ricevuti i callifughi… Proverò su di me… ed il magnifico messalino.
Per i libri optime: fa’ in Domino.
Di’ pure a Righetto che invada. Don Cimatti non ha nessun campo… forse entro dappertutto colle preghiere… e domando quelle. Al solido devono pensarci altri… e ci pensano: non temo concorrenti. Ah, come siamo piccini quando parliamo e pensiamo della Provvidenza. Ah, Giuseppe! Sono dieci anni che l’ho alle prese… Vorrei scrivere un libro sulle eleganti disposizioni della Provvidenza per la Missione giapponese. Se arrivano… troverai semi di zucca. Prova!
Grazie delle reliquie.
Bravo! Lavora per le vocazioni. È necessità assoluta. Siano molte, buone e perseveranti. Prego per questo.
Figurati. Ho accettato in Seminario un pagano. Caso curioso… Prenderà presto il Battesimo… Che il Signore lo conservi.
Quando pensi utile invia qualche cosa ad X-Y. Così pure… mi fai sempre dei conti: per semplicità, se devo scrivere a qualche offerente, dimmi così: “ringrazi… indirizzo chiaro” e basta.
Barbaro ha scritto: speriamo bene.
Don Liviabella mi assicura che il regaluccio della Sig. Dal Soglio giunse e fu ringraziata. E mi pare di non aver per ora altro. Novità!
30 giugno allargamento chiesa di Beppu.
Inaugurazione ufficiale chiesa e asilo Oita.
Edificio noviziato finito
E altro in costruzione.
Ti abbraccio e benedico con l'anima. Fatti buono sempre più e santo.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1459 / Caviglia Alberto / 1935-7-19 /
3.1.89 a Don Alberto Caviglia, salesiano, studioso di Don Bosco |
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+ Miyazaki, 19 luglio 1935
amatissimo D. Caviglia,
Il Signore rimeriti Lei ed i generosi benefattori per l’ultimo invio contraccambiato al solito da Don Cimatti con preghiere ed offerte di sacrifici – fra cui il più forte la perdita del nostro D. Piacenza. Ed ora, caro D. Alberto, sono rimasto solo… Lei capisce la forza della parola. È certo il Signore che vuole mi appoggi più fortemente a Lui. I mezzi umani, anche Santi, sono sempre mezzi umani: e Gesù vuol farmi capire che è Lui che fa. Grazie, o Signore. Ma siamo uomini e non si può non sentire… Ed anche questo sacrificio offro per Lei al Signore. Sia fatta la Sua volontà.
Specie nei mesi del Suo apostolato agosto-settembre-ottobre prego e con me tutti secondo le sue intenzioni e quelle dei benefattori, prego di cuore.
Per l’invio… è difficile suggerire di qui. D. Fontana da Shanghai mi dice che là si può cambiare valuta italiana. Ad ogni modo presto verranno i nuovi e per mezzo di quelli, prudentemente si può inviare: certo dollari e sterline è meglio. Ma anche per questo non si affanni chè la Provvidenza suggerirà il modo e darà i mezzi. I Superiori all’Oratorio fanno come Lei – quando hanno possibilità, inviano, ma inviano, e conto e saldo.
Al buon cassiere del portafoglio estero saluti cordiali e assicurazione di preghiere per quanto fa per il bene.
Grazie delle altre notizie sempre care d’Italia e specie delle belle notizie di Bologna.
Nostre notizie, solite. Il solito lento lavoro – ma si semina… Intanto ne ho 5 al secondo filos. e 1 teol. al Gran Semin. di Tokyo – 46 a Miyaz. ed ho ottenuto firmato il 26 apr. il riconoscimento legale dell’Ospizio – e firmato il 24 maggio il [riconoscimento legale]34 dalla prefettura del Seminario: è il passo pel pareggio definitivo della nostra scuola. E se D. Bosco giuoca bene, si figuri che le autorità mi insistono di fare una scuola media superiore! Chi conosce il Giappone… (e quanti pochi lo conoscono!) e quanto quest’anno la propaganda ha sofferto (nella nostra vicina prefettura di Kagoshima i missionari sono immobilizzati da mesi fuori dalle loro residenze) (ed anche questo quanto è poco noto!) bisogna dire che siamo sulle vie dei miracoli. È la riproduzione in piccolo di quanto avveniva a D. Bosco! Beh… Lei deve aiutarci colla preghiera e far pregare… per me: cerco gregari, volontari e numerosi di preghiere. Lei continui senza paura – i risultati si possono raccogliere anche nei bacini montani e verrà il tempo. Per me, mi par di poter dire, che pur domandando a iosa preghiere per noi – al resto ci deve pensar Lui. In missione il quaerite primum è l’a, b, c… quindi niente paura. Al buon comm. Zoppis potessi sapere ciò che gli può esser gradito…
Caro D. Alberto, lasci i cordoni violetti… storie di questo povero mondo. Lei dice “tra poco avrete chissà che diavolerie”. Sì… le grandi manovre, coronate dalla venuta di S.M. l’Imperatore. Pensi è la prima volta che viene in provincia di Miyazaki e Kagoshima – dall’esito di queste possono dipendere cose formidabili, che interessano certo i missionari. Bisogna pregare e molto ed agire con la massima prudenza. – Sì, forse un altro miracolo di D. Bosco: riconoscimento governativo dei Salesiani come Società atta a possedere legalmente – cosa che ho già come missionari (una specie di ente morale sui generis colle massime libertà). – Sì, forse il riconoscimento della nostra scuola di Tokyo. – Sì, il noviziato finito… belle e sante diavolerie per il bene… e pensare che la parte migliore l’avete voi. Andate là che voi optiman partem elegistis. Un abbraccio e un bacione… Ah, se ci vedremo ancora in questo mondo vedrà…
Contraccambio di cuore auguri saluti a tutti tutti tutti: e assicuro a tutti, specie a quelli che mi nomina, d. Notario, D. Cane, D. Pagella, D. Caloi, D. Faccaro e merlo, preghiere. Ad Alberto (cui nomini nullum par elogium) un abbraccio dall’intimo, e preghiere specialissime, come Lei vuole per l’anima Sua e Lei per la mia. Tutto Suo nel Signore
D. V. Cimatti, sales.
P.S. - L’acclusa alla famiglia Salmoiraghi. A parte le invio per Lei e comm. Zoppis le ultime manifestazioni artistiche “[wabi/]sabi”35 giapponesi (anche su soggetti salesiani). Lei che è artista bisogna che li valuti dai punti di vista di qua…
1460 / Begliatti Letizia F.M.A. / 1935-7-19 /
3.1.90 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone |
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Miyazaki, 19 luglio 1935
Rev. Madre,
Si prega ardentemente da tutti. Fede, calma e obbedienza per parte delle ammalate.36
Dimenticai: per l’occasione delle manovre non è improbabile che l’autorità domandi aiuto per i locali, ecc. La Missione ha creduto opportuno fare il gesto di mettere a disposizione quanto ha. È probabile non useranno tali locali, ma… Se Lei non ha difficoltà per l’asilo (solo salone) potrei accennarlo a nome suo al Prefetto.
Preghi per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1461 / Berruti Pietro / 1935-7-20 /
3.1.91 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 20 luglio 1935
M.R. Sig. Don Berruti,
Sono da tempo digiuno di sue care notizie. Lei, ne sono sicuro, lavora in questo tempo attivamente per noi, come per tutte le missioni e mi figuro la sua attività e preoccupazioni: non vorrei davvero accrescergliele con questa mia – ma bisogna pure che Lei conosca esattamente i nostri bisogni.
Dopo la morte del compianto Don Piacenza sono ancora in asso per la sostituzione. L’invio di Don Tanguy a Tokyo mi ha fatto perdere il Vicario – e un Consigliere. La morte di Don Piacenza mi ha tolto l’economo. Così che resto in missione con un solo Consigliere – ed avendone due a Tokyo coll’impossibilità di poter fare vero consiglio tanto per la missione che per la Congregazione. Bisognerà mi risolva a fare altre nomine per la missione. Già avevo prospettato questo ai Superiori, ma non ebbi consiglio. Insomma sono a terra in tutto. Pensano i Superiori di venire alla separazione? E di inviare un buon Ispettore?
Ricevo il decreto per l’erezione del Noviziato, annesso alla casa di Tokyo-Scuola Prof. (così almeno suona chiaramente la lettera del Decreto). Ci capisco poco di canoni e sono dell’avviso che la soluzione proposta dai Superiori risolva molte cose. Per risparmio di personale ed economia, che il Direttore della Scuola sia anche Maestro dei novizi sarebbe l’ideale. Ma se Don Margiaria deve essere il Direttore della casa del Noviziato…, addio amministrazione. Don Tanguy, suddito di Don Margiaria (ubbidirà perché santo) ma ne avrà contraccolpo tutto. I due non sono indicati, no, no. Preferisco lasciare Don Tanguy a Mikawajima in sostituzione del povero Don Piacenza. Lascerò in aiuto di Don Margiaria Don Cecchetti che faccia da maestro. In Missione non so come farò… Siamo a terra.
Oppure mi liberino dalla missione e penserò al noviziato e studentato a Tokyo. Non pensi alla superbia che mi muove mettendomi avanti, ma la necessità è che mi spinge… Questo le faccia capire in che condizioni ci troviamo.
Il Signore Le ispiri quanto è secondo la sua volontà. Preghi e faccia pregare per questo povero… rimasto solo solo solo… con Dio.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Una proposta che pare aggiusterebbe benino sarebbe che Don Margiaria prendesse il posto di Don Piacenza e la redazione della stamperia che gli permetterebbe lavoro a Mikawajima tanto per l’apostolato che per la scuola. Don Tanguy facesse il direttore della scuola e maestro dei novizi. Se la proposta antecedente Don Cecchetti risolvesse bene, si farebbe qualsiasi sacrificio – ma temo che lascia solo ancor più forti vuoti in missione senza concludere.
1462 / Circolare Salesiani / 1935-7-20 /
ai Salesiani della Visitatoria S. F. Saverio
Miyazaki, 20 luglio 1935
Carissimi,
Avvenimenti svariati hanno impedito fino ad oggi di prendere una decisione definitiva in merito ai nostri Ss. Esercizi che per il momento verrebbero fissati così…
Si è pensato farne una a Tokyo per la comodità di quei confratelli, ma specialmente in quest’anno perché predicata da P. Matteo. I Direttori stabiliscano le cose in modo che tutti i confratelli possano partecipare alla muta per loro più comoda.
Per i missionari che dovranno lasciar vuota la residenza pensino a delegare qualche cristiano che in caso di necessità telegrafi al missionario o alla sede più vicina.
I chierici e coadiutori non dimentichino il libretto delle preghiere… per il canto dell’ufficio divino, e i sacerdoti il libro delle Rubriche per il ripasso delle cerimonie e quello necessario per la soluzione del caso di morale e litur. Alcuni mi hanno ancora da inviare l’indicazione della raccolta per il denaro di S. Pietro, prego sollecitare.
Si preghi assai per le Figlie di Maria A. Quattro di loro a Beppu sono colpite da grave malattia.
Il Signore ci aiuti ad approfittare convenientemente della grande grazia degli esercizi.
Pregate assai per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1463 / Fogliani Mario / 1935-7-20 /
3.1.92 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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Miyazaki 20 luglio 1935
Carissimo Mario,
Niuna nuova, buona nuova: spero dunque sarai in forze materiali e fisiche e spirituali. Calma sempre e laborioso.
Tuo sempre
Don V. Cimatti, sales.
1464 / Ricaldone Pietro / 1935-7-21 /
3.1.93 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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21 luglio 1935
Molto Rev. Sig. Don Ricaldone,
Fiat, fiat! Sono qui che mi vo arrovellando pel successore di Don Piacenza… ma non ci sono ancora riuscito.
Al momento ho lasciato Don Tanguy, ma i Superiori avendolo scelto a Maestro…?
Don Pedro? Don Cecchetti? o mandare là Don Pedro? Il mandare su Don Pedro potrebbe avere il vantaggio che all’aprirsi dello Studentato potrebbe fare da insegnante e allora?
Non può ottenere dalla S. Sede di esonerarmi dal Superiorato della Missione? Don Tanguy o Don Cavoli potrebbero fare optime, ed allora mi farei in dieci per le opere nostre. Non mi sa dire la via per riuscirci?
Alla scuola, se avessi un altro come lo penso io; facendo da Direttore potrebbe anche fare da Maestro, ma Don Margiaria non è l’uomo.
Don Liviabella farebbe bene pro Oratorio, ma non dico, rimanendo solo in missione. Dunque?
Preghi per me e per quanto può mi aiuti. Scongiuro i Superiori a rispondere anche a precedenti proposte.
Sono pure a terra col Consiglio: ne ho due a Tokyo e uno qua (a Miyazaki)… Mah, mi aiuti il Signore e i Superiori e mi benedica.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1465 / Dal Fior Luigi / 1935-7-21 /
3.1.94 al chierico Luigi Dal Fior, studente di teologia |
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21 luglio 1935
Cariss. Dal Fior,
Grazie della tua. Allegro e buono. Qualche pugnetto agli amici non va male, ma sempre con dolcezza e senza che ne venga male a te e a loro.
Per gli esami, neppur io so niente: ad ogni modo quello che preme è che ti faccia buono.
Bene per la foto… Che muso (scusa), che ferrovia (vorrei esservi vicino per guastarla… Quella di Moro… Basta…!). Ma se vuoi esser bello anche in foto bisogna esser allegro.
- Pel libro abbi pazienza. Lucchesi è ancora all’ospedale.
- Per Chenna bisogna esser sul posto – ad ogni modo è buona idea la tua.
Allegro, buono e giudizio che è ora.
Tuo sempre
Don V. Cimatti, sales.
Fatto il dovuto versamento a Don Cavoli. Grazie.
1466 / Costantini Celso / 1935-7-26 /
3.1.95 a S.E. Mons. Celso Costantini, Prefetto di Propaganda Fide37 |
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PREFETTURA APOSTOLICA DI MIYAZAKI - GIAPPONE
4 OGGETTO Risposta alla 1864/35 |
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Miyazaki 26 luglio 1935
Eccellenza Rev.ma,
Stavo preparando l’invio per la relazione annuale, e avrei voluto trovare nel mio povero vocabolario le espressioni più sentite di riconoscenza verso il Consiglio Generale e specialmente verso l’E.V., ed assicurare tutti delle preghiere quotidiane e dell’offerta dei nostri sacrifici per tutti, quando mi giunse davvero inaspettata e, può capire, consolantissima la sua del 21 giugno con le provvidenziali disposizioni che vi sono annesse. E qui debbo proprio dire che il mio vocabolario è davvero insufficiente ad esprimere tutta la nostra povera riconoscenza.
Ho perduto in quest’anno uno dei miei migliori missionari, e proprio il Consigliere finanziere, ed ecco che la Provvidenza ha disposto che come ministro generosissimo della sua inesauribile carità vi fosse V.E. verso cui i poveri figli di Don Bosco e specialmente questa nuova Prefettura Apostolica tanto debbono. Sia benedetto il Signore, Maria A. e il nostro D. Bosco che le hanno dato questa ispirazione, e sia benedetta V.E. che si è degnata di seguirla a vantaggio nostro.
In un momento più tranquillo ho bisogno di parlare con l’E.V. di questo importante problema della stampa. Accolga per ora l’omaggio più sentito di riconoscenza per questa fiorita carità, unita anche a quella generosissima dell’elevato sussidio. Che vuole Ecc. Rev.ma? Davanti a tanta bontà mi inginocchio davanti a Dio e nell’umiltà del cuore mi domando “Perché il Signore ci vuol tanto bene?”, e non le nascondo che le lacrime di commozione offro colla preghiera al Signore per l’E.V. e per i generosi benefattori.
Voglia benedirci tutti e permetta che a nome di tutti le baci il sacro anello, assicurando preghiere quotidiane per l’E.V. Rev.ma
Obbligatissimo
D. V. Cimatti, sales. Pref. Ap.
1467 / Berruti Pietro / 1935-7-26 /
4.1 |
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4.1.1 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 26 luglio 1935
M.R. Sig. Don Berruti,
Mi onoro inviare la prescritta copia della relazione annuale per informazione ai Superiori e dell’Ufficio Missionario.
Spero che anche la parte “finanza” (Ah, caro Don Piacenza!…) vada bene; ad ogni modo se i Superiori vedessero che c’è da correggere, rettificare, ecc. non temano dirmelo. Vi è pure un estratto per il Bollettino, e se i Superiori crederanno opportuno pubblicheranno.
Ringraziando il Signore, nonostante le difficoltà speciali dell’annata che hanno certo influito a diminuire molte cose, le posizioni furono mantenute in attesa che i Superiori mi vengano in aiuto.
Anche la parte finanziaria si chiude sostanzialmente con piccolo deficit che però è già più che coperto ed anzi qualche casa ha già qualche buon acconto per future opere. Deo gratias anche di questo.
Amatissimo Sig. Don Berruti, attendo le disposizioni dei Superiori e non posso prendere decisioni di sorta finché non abbia una base che attendo da Torino. In questo mese di preparazione ai prossimi esercizi, preghi che vadano bene e allora non temo nulla per tutto il resto.
Le Figlie di Maria A. sono provate in questo mese con gravi malattie dal Signore. Quattro danno davvero a pensare: preghi e faccia pregare assai, ma la Madonna salverà certo tutte le sue figliuole.
Ho dovuto naturalmente tramandare per loro la muta stabilita, per gli esercizi.
Ossequi a tutti i Superiori da tutti e specialmente dal
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1468 / Cecchetti Albano / 1935-7-26 /
4.1.2 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone |
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26 luglio 1935
Carissimo Don Cecchetti,
Rispondo ordinatamente alle sue del 23, 24, 25.
Grazie per le notizie delle Figlie di Maria A. Preghiamo. Calma e fede: senza di questo non concluderanno.
Bene per Tassan e per il suo riposo.
Per Lei, come dissi, farà la muta alle suore (quando Dio vorrà) e servirà anche per Lei. Se poi sarà possibile trovare un sostituto, desidererei che andasse a Tokyo. Ad ogni modo c’è ancora tempo.
Per l’opera futura penso che un Asilo d’infanzia sarà una buona cosa. Anche di questo con calma pensi per il meglio.
Può essere che i libri non ci siano perché o esauriti (già presi da altri – di molti non c’era un gran numero di copie).
Per il pagamento debiti – come dissi – poco a poco pagheremo. Tutta esperienza per il futuro. Ad ogni modo chi venisse per roba vecchia, di inviare a me le note, perché creda pure che in queste occasioni c’è chi può essere nell’occasione di pescar nel torbido.
Per il 4 Agosto stia certo che sarà ricordata a tutti la sua buona mamma.
Quanto a Kobayashi per ora penso che c’è poco da pensare ad usarlo:
In primis avendo occasioni di scrivere a Don Pedro domandi – inizialmente molte delle lotte e malintesi a Beppu furono per questi nuovi cristiani che volevano essere catechisti.
Non vorrei che si ricominciasse. Qui è chiaro che il brav’uomo cerca lavoro (è nel suo diritto e dovere).
Al momento dovrebbe prepararsi. Non lo conosco – fosse suscettibile di preparazione si potrebbe proporre a Don Dumeez se vuol provare… Se Lei potesse prepararlo.
Se Lei può suggerirmi… Al momento non saprei. Gli dica che in caso non posso dare una risposta che in settembre (spero allora di sapere da Torino…). Studi. Anche Lei pensi che il Signor Nishida non sarà eterno a Beppu…
Speriamo bene per la piccola battezzata. Il problema sarà se guarisce. È facile dare il Battesimo – è difficile formare il cristiano.
Le suore avessero avuto fede, calma e obbedienza, sarebbero già in piedi.
Per il giornale organizzi bene (ottime le cartoline di Don Lucioni) – non è il numero – è la costanza, ed assicurarsi vada a destinazione.
La benedizione finale è proprio vescovile! Si esercita? Deo gratias!
Saluti a tutti e preghi per noi. Finiti esami, chi qua chi là squagliati. Ricevuta cartolina da Nishida e, trattandosi di cosa delicata di proprietà di cui deve rendere conto alle autorità, desidero sapere chiaro la faccenda prima di inviare o la delega o il bollo.
Preghi pel
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1469 / Merlino Alfonso / 1935-7-31 /
4.1.3 ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone |
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Miyazaki, 31 luglio 1935
Carissimo,
Tutti i confratelli si uniscono a me per augurarti buon onomastico. Tu sai che si pregherà tutti per te, e Don Cim. dirà una parola specialissima. Avendo poi indotto Don Marega a predicare la prima muta andrà bene che tu custodisca la casa – verrai poi alla seconda o a Tokyo.
Coraggio, Alfonso, ama la Madonna come S. Alfonso. Per le tue pratiche di pietà intenditi con Don Cecchetti.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1470 / Grigoletto Giuseppe / 1935-8-2 /
4.1.4 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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2 agosto 1935
Carissimo,
Rispondo alla tua ultima su carta… come vedi di riso…
Ti ringrazio per le preghiere genetliache. Il Signore ti rimeriti e contraccambi. Un anno di più da render conto… questo è per me il più.
Bravo Don Lanzoni! Gli fossi vicino gli darei un baso sul naso. Bisogna ben staccare il cuore dalle cose di questo mondo.
Come già ti scrissi non stancarti a inviarmi liste, dimmi (come fai ora) chi devo ringraziare, e quando sono nuovi metti sempre l’indirizzo… Se no devo farti spendere per francobolli.
Santo Don Piacenza! Ah avessimo tanti confratelli così e fossimo santi come lui! Per la conoscenza del Giappone… non è prudente scrivere, ché sarebbe cestinato o ci porterebbe grattacapi. Ah, troppo pochi in Europa conoscono questo gran popolo, e le difficoltà in cui si dibatte il Cattolicismo. La scarsezza di missionari… Ci vorrebbero milioni in tutti i sensi. Ma est Deus in Israel. Non mi meraviglio del missionario – ogni missione ha i suoi bisogni, quando la coscienza missionaria sarà sviluppata… Ma occorre far presto a convertire il Giappone: anche il Governo lo desidera pur di togliersi di mezzo gli stranieri.
Non risposi alla cartolina Postumia pensando che fosse una gita… Raccogli ciò che vuoi e credi utile. I protei li ho studiati e mai visti. Se dovrò tornare e se saremo vivi, mi dirai, e porteremo materiale per cambio.
Pel pareggio per ora è provinciale, ed ora il bello è che la provincia fa l’occhiolino per avere una scuola media di cui sto preparando i piani. Aiutarsi bisogna.
Spero presto avrò anche l’approvazione come Società salesiana come già l’ho come missionario. Intanto l’approvazione mi dà la riduzione ferroviaria per insegnanti e giovani.
Per me in questo vado avanti sicuro che per l’onore della religione e di Don Bosco così va fatto. Bisogna che noi imitiamo loro, se no non si procede. Bisogna trovarcisi e penso che anche quelli che non credevano del caso… Ma vedi! È semplicemente ridicolo giudicare il Giappone colla mentalità europea.
Oh, no, caro Giuseppe, tu non hai mai disturbato come quelli di cui parla Don Carò. Anzi di una cosa sempre mi dolgo, che non mi domandate, e fra le farragini di cose belle ed economiche, non so mai cosa mandare. Dunque…
La scuola media giapponese tanto inferiore che superiore è come le nostre (cinque anni la media infer. e 3 anni quella sup.) tutte le nostre materie (salvo religione, latino, greco, ital.) vi è il cinese, morale, grande importanza al giapponese, alla matematica: sussidi didattici modernissimi (come da noi, con carte storiche, geog., storia naturale, vedessi!). Ti mando pubblicazioni volgarissime per ragazzi… Figurati! Riviste scientifiche in ogni ramo… Basta! Se no, mi esalto! E costano niente in proporzione.
Grande impulso all’educazione fisica e militare. Orario unico dalle 8 alle 4-5 secondo i casi. Non filosofia.
Chi non sa e non vede questo non può farsi idea del Paese. Dunque lavoriamo lavoriamo. La religione, la Congregazione deve dare tutto questo e il molto di più che deve venire da ben altro che dalle quisquiglie studentesche. Le scuole professionali e agricole (tutte troppo teoriche) fornite di tutto. E poi? La gioventù vuol studiare: è detto tutto.
Sta’ tranquillo se Don Cim. vive vedrai le collezioni: a meno che non venga tu. Ma queste le voglio a Tokyo.
Vada per qualche pergamena.
Assicura la Sig. Dal Soglio che da tempo le preghiere sono ipotecate per Lei.
Vedremo la tua zucca… I semi, se arrivano, sono partiti, e se germinano sentirai che cosa: si chiamano “kabocha”.
Mi par di aver risposto a tutto. Prega, prega, prega e fa’ pregare per noi. Ci rivedremo ancora.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
11/9/35. Come vedi è stagionata.38 Torno da Tokyo. Per l’8 dicembre lo studentato è in piedi e spero inaugurato. Un affarone. Prega che possa trovare per pagare. Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1471 / Pasetto Giuseppe / 1935-8-2 /
a Giuseppe Pasetto, chierico salesiano
[2 agosto 1935]
Pasetto carissimo,
Grazie della tua carissima. Don Grigoletto pure mi scrive della tua carità. Deo gratias! Come ti dissi lascia stare i titoli… Ringrazia il Signore che sei a diecimila Km in linea d’aria, se no… sentiresti i miei regali sonori.
Per quello che ti inviai e che non hai ricevuto, non so che dirti. Invio qualche cosa d’altro. Sono cose moderne, ma fatte in Giappone. Al momento non ho altro. Spero che arrivi.
Pensiero che ti serva per la tua perfezione: “Ama la Madonna – leggi la vita e le opere di Don Bosco. Fa’ pregare i compagni per me.
Non sono ancora risorto dal colpo di Gesù per l’andata in paradiso di Don Piacenza. Ah, quelli sono uomini e salesiani.
Ti benedice il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti
P.S. - Un saluto speciale al carissimo Don Roberto Bosco.
1472 / Marella Paolo / 1935-8-10 /
4.1.5 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 10 agosto 1935
Eccellenza Reverendissima,
In risposta alla sua graditissima comunicazione… V.E. conosce la storia dell'annuario che fu fatto prima che la Prefettura di Miyazaki esistesse… Quando venne la seconda redazione tale Prefettura era poggiata sulla famosa telefonata di V.E. e fu a Sapporo che misero Prefettura, come vede difatti vi è l’antica dicitura VICARIO nella persona di Don Tanguy… che ora si trova a Tokyo.
Al momento (perché la perdita del buon Don Piacenza mi ha sconvolto tutti i piani) sono senza Vicario e Consiglieri, ed al ricevere la notizia da Torino per la venuta del nuovo personale, mi darò premura di eleggere.
Abbia pazienza l’E.V.… Ed in caso di morte il canone mette le cose a posto anche se non si è addivenuto alla nomina. Ma quello che più mi pesa è che davvero non so chi nominare.
Veda come sono meschinello… Preghi per me e per noi tutti ed il Signore rimeriti l’E.V. del bene che sempre ci fa. Tutto calma grazie a Dio.
Mi benedica e creda tutto suo nel Signore.
S. Lorenzo sulla graticola, proprio come
Obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
1473 / Heuzet / 1935-8-12 /
4.1.6 al Padre Heuzet, del M.E.P. |
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M., 12 agosto 1935
Très Rev. Pére,
Voilà de nouveau que le pauvre Père Cimatti vient vous déranger et cette fois aussi pour questio salebrosa.
Si le bon P. Heuzet peut venir en secour, il n’aide pas seulement Don Cimatti, mais plusiers âmes.
Sa… voyont donc… allumez, mon Père, votre sigarette et cherchez de retrouver une solution, si les données sont suffisantes.
A Kyoto olim on a fait une mariage mixte – femme chrétienne – l’homme abbandone la femme – consummatum? Non? Pas claire… et à Kyoto contrahit cum pagana. Un chrétien de Usuki sans rien dire est uni en mariage avec cette femme chrétienne et maintenant il desire régler son mariage. Quid possum facere? Comme considérer le premier mariage? Et comme régler le seconde?
Une chrétienne jeune sans connaître les conditions de l’homme payen contrahit matrimonium – non seulement ne le maintient pas le maris toutes le promesses qu’il a fait, mais commence une vrai persécution pour detourner la jeune – et finit pour se marier avec une autre.
On apprend maintenant qu’il était
+ marié auparavant ou concubinaire avec autre. Maintenant la jeune desire régler sa position. Quid consiliandum et faciendum?
Que le bon Dieu vous donne le cent… Pas pour régler des cettes questions… Mais le merite de la charité pour
Votre pauvre
Don V. Cimatti, sales.
1474 / Berruti Pietro / 1935-8-22 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 22 agosto 1935
Rev.mo Sig. Don Berruti,
So ufficiosamente dei preparativi per la nostra missione.
Non posso che ringraziare colle lacrime agli occhi, perché sono in disfatta tale ed in tale stato d’animo che solo il Signore vede e può capire. Sono solo, solo, solo. Non so se l’amatissimo Don Berruti possa valutare per me la forza di tale parola. Ah, se non ci fosse Gesù… Beh, mentre ringrazio dunque di quanto i Superiori fanno per noi, un’altra questione mi sta ora a cuore ed affido al cuore paterno dei Superiori e scongiuro Don Berruti a fare da buon patrocinatore e padre in questa questione.
Siamo ancora alla questione Hong Kong di cui i Superiori sono informati. Supplico i Superiori per il bene delle anime loro ad accogliermi in qualche studentato d’Italia i due chierici Floran e Zanarini. Le loro condizioni fisiche e morali (a detta anche del loro confessore) sono tali che esigono tale cambio, e lo domando. Per evitare inutili lungaggini ho detto al Direttore di Hong Kong che faccia, che avrei scritto ai Superiori. Mi sembra necessario – non sono cattivi – sono ammalati di corpo e in un certo senso anche di spirito, e si convincano i nostri cari Superiori che tali malattie, purtroppo qui non possiamo curarle. Se i Superiori per questioni di principio credono opportuno pensare anche solo ad un periodo di riposo, facciano come credono nel Signore, ma se li possono accogliere in qualche studentato (si pagherà quello che è necessario se del caso, ma Don Cimatti preferisce affidarli ai Superiori ut videant) sarò riconoscente. Riusciamo certo a salvar due anime e buone speranze. Così li perdiamo certamente.
Il Rettor Maggiore stesso in una lettera mi esprimeva parere che Floran fosse nevrastenico. Credo questo e anche altro. Per il ch. Zanarini, che scrisse al Sig. Don Tirone, avendogli risposto che dovrebbe Don Cimatti far la pratica presso i Superiori – e che i Superiori sarebbero ben contenti (sono parole della lettera che il chierico ha in mano) di vederlo in Italia –, intendo che questa sia la mia domanda formale per il chierico. In altre parole Don Cimatti non solo non si oppone al compimento degli studi teologici dei due confratelli in Italia, ma lo domanda, sicuro di fare il bene di queste anime, e penso che servirà anche per mettere in calma gli altri. Ad Hong Kong il ch. Arri è gravissimo per sbocchi di sangue. Le Figlie di Maria A., alcune delle quali furono gravissime per tifo, calcoli, ecc., vanno migliorando. Sia fatta la sua volontà. Un unico timore è che sia perché non siamo santi come vorrebbe e specialmente in pena dei peccati di
Don V. Cimatti, sales.
1475 / Arri Carlo / 1935-8-22 /
4.1.7 al chierico Carlo Arri, missionario salesiano in Giappone |
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22 agosto 1935
Mio buon Carlo,
Il Signore ti ha confitto in croce…39 Sia fatta la Sua volontà! So del tuo Sacrificio. Abbandonati fiducioso in Gesù e niente paura.
Se Gesù ti vuole con sé, te felice! Meglio ora che dopo. Se ti lascia in vita sano e robusto, consumerai la vita per Lui. Se ti conserverà ammalato, porterai la croce con Lui.
Così fece Don Beltrami. Calmo, sereno e paziente. Tutti pregano e Don Cimatti nella sua povertà più di tutti e cotidie mane et vespere ti invia la sua benedizione, che è poi di Gesù e Maria.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1476 / Circolare Benefattori / 1935-8-24 /
4.1.8 ai Benefattori dell’Opera salesiana in Giappone |
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Prefettura Apostol. Miyazaki
Miyazaki, 24 agosto 1935
Prefettura apostolica miyazaki giappone
Col chiudersi dell’anno missionario 1934-35 i Salesiani di Don Bosco in Giappone vogliono anche quest’anno offrire ai benefattori ed agli amici il modesto risultato del loro lavoro. La statistica, per quanto accurata, non può dire tutte le difficoltà spirituali e materiali delle anime che hanno cooperato a formarla; non può dire le tribolazioni, le ansie, le preoccupazioni, le disillusioni così caratteristiche per ogni singola nostra residenza e così sentite specialmente in questo periodo di crisi mondiale da tutti i missionari; non può dire neppure le intime effusioni di gioia che inondano l’anima del missionario nei piccoli e grandi successi, nelle grandi e nelle quotidiane piccole sofferenze, di cui è satura la sua vita di apostolato, e che egli offre giocondamente a Gesù per cui lavora. Ad ogni modo, anime buone, vi dica questa breve rassegna quanto abbiamo fatto per utilizzare la vostra carità, carità di preghiere e di opere, che ci ha continuamente assistito in tutto quest’anno e di cui solo il Signore può degnamente ricompensarvi. La parola d’ordine per noi è “Avanti sempre e meglio nel nome di Dio”. Non ci venga meno la vostra carità. Noi vi assicuriamo preghiere quotidiane e quotidiana offerta dei nostri sacrifici per i bisogni materiali e spirituali vostri e delle vostre famiglie. Dio vi renda merito, come sa fare Lui, di quanto farete per cooperare alla salvezza delle anime.
Prospetto Generale del lavoro dell’apostolato missionario ed opera salesiana in Giappone nell’anno 1934-35
Popolazione (Cens. 1931) - Prefettura apostolica di Miyazaki 1.708.235 ab.
- Tokyo – Opera di Mikawajima 450.000 ab.
- Tokyo – Scuola professionale Don Bosco
Superficie della Pref. Apost. 16.072, 175 Kmq.
1927 inizio 1934 1935 Tokyo 1935
Sacerdoti91192
Coadiutori3433
Chierici18242
Seminaristi giapponesi37476
(Gran Semin.)
Catechisti maestri322264
Residenze3772
Semi Residenze (case affitto)1212
-
Figlie Maria A. 11 10
-
“ “ “ Noviziato33-
“ “ “ Op. S. Infan.1214-
Asili Infantili2 (86 allievi) 2 (110 allievi)
Scuola Tipograf.1 (12 allievi)trasferita a Tokyo 1 (15 allievi)
Oratori 3 (80)10(1700)10(1800)Med. Giorn. 250
Collegi per ragazzi1-121-14
“ ragazze1-10 1-20-
Ospizio S. Infanzia- 10 12 Orfani30 32-
Vecchi20 27-
Catecumeni 133100 15
Cristiani indigeni 3001224 1246 300
Battesimi (globale) 28179 18142
Comun. pasc.registr.135804 730150
“ devozione 862854.243 56.0577900
Matrimoni 211 5 7
Missioni e Ritiri 128 261
Immigrati 88 81-
Emigrati128 142-
Defunti40 556
Ass. Religiose-18 (500 soci) 18 (600 soci) 2(130 soci)
Mentre dal più profondo del cuore ringrazio il Signore di quanto per la vostra carità ci ha permesso di compiere in quest’anno, permettete pure uno speciale ringraziamento per le vere manifestazioni di simpatia, che tutti avete dimostrato in occasione dell’elevazione della nostra missione a Prefettura Apostolica. Lettere augurali, promessa di più attiva cooperazione, e specialmente assicurazione di più incessante preghiera, ci commossero e ci furono davvero sprone per attivarci sempre più nell’adempimento del dovere affidatoci. Permettete che raccomandi in modo speciale alla vostra carità alcune delle opere che più serviranno a fare del bene alle anime a noi affidate e a mettere le basi di un efficace lavoro avvenire.
I) L’OPERA DELLE VOCAZIONI INDIGENE. Il nostro bel seminario, legalmente riconosciuto recentemente con decreto dell’autorità Prefettizia, in quest’anno conta 47 allievi, oltre sei che iniziarono il corso filosofico e teologico al Gran Seminario di Tokyo. Sono dunque 53 promettenti speranze, che raccomando alla vostra carità di preghiere, perché il Signore conceda a tutti la sua santa grazia, salute e perseveranza nella vocazione. È l’avvenire: nel buon seme è la speranza della messe futura. Date tutti un efficace aiuto all’Opera Pontificia di S. Pietro, ed il povero Prefetto Apostolico non starà in apprensione per il mantenimento materiale dei suoi seminaristi. Ma come salesiano vi raccomando anche il NOVIZIATO SALESIANO, che prossimamente si aprirà a Tokyo e che sarà l’inizio, ne sono certo, di uno stuolo numeroso di giapponesi, che si uniranno a noi nel nome di Don Bosco per lavorare specialmente per l’educazione della gioventù povera. Non mi stancherò di ripetervi quanto diceva Don Bosco: “Nessun’altra opera è così grande in questo mondo come quella di cooperare alla formazione di un sacerdote.
II) L’OPERA DELLA STAMPA. Da quasi dieci anni che lavoriamo in Giappone possiamo affermare che fra i mezzi migliori di propaganda specialmente fra i Pagani che abbiamo al momento a nostra disposizione è la propaganda stampa. Sa il Signore quanto seme si è sparso, si sparge, e a piene mani, in questo campo. Posso sottolineare col testimonio dei missionari, la veridicità completa delle parole di Don Bosco: “La buona stampa è uno dei mezzi atti a mantenere il regno del Salvatore in tante anime... Entra nelle case ove non può penetrare il sacerdote, è tolta eziandio dai cattivi come memoria o regalo. Presentandosi non arrossisce, trascurata non s’inquieta, letta insegna la verità con calma, disprezzata non si lagna e lascia il rimorso, che talora accende il desiderio di conoscere la verità; mentre essa è sempre pronta ad insegnarla... ”. Oh per quante anime la stampa ricevuta dalla missione fu il primo passo d’orientamento verso la fede. Sono lenti i risultati, ma sono evidenti. È un blocco secolare di idee da rettificare, da chiarire, da cambiare. Occorre moltiplicare nel paese della STAMPA – perfetta in tutte le forme – la stampa stessa. Aiutateci dunque, o buoni amici, per quest’opera santa. La Scuola professionale Don Bosco che già si è affermata nel campo della stampa cattolica, attirandosi simpatie e lavoro, ha bisogno di essere attrezzata di quanto di più moderno presenta questo ramo importantissimo di azione missionaria. I miei missionari mi supplicano che dia loro i mezzi per comprare molti libri e stampa di propaganda oppure per far stampare quanto credono necessario per le anime loro affidate. Voi tutti conoscete la povertà di Don Cimatti. Arricchitelo di questi mezzi necessari per combattere in grande stile la buona causa.
III) LE OPERE SOCIALI DI CARITÀ. Vorrei, miei buoni amici, avere per un momento il dono della parola di GESÙ per raccomandarvi quanto gli sta tanto a cuore... I suoi POVERI fratelli. Vi raccomando il nostro OSPIZIO di Miyazaki. Il riconoscimento legale dell’opera per parte dell’autorità governativa mi darà modo di annunciarvi fra poco l’apertura di un nuovo reparto che potrà accogliere convenientemente altri cinquanta orfanelli. Fatevi padri, fatevi madri di questi cari figliuoli... E quanto farete per uno di questi piccoli lo farete a GESÙ. Sono già oltre ottanta i ricoverati... Se li vedeste e sentiste pregare in chiesa ne rimarreste commossi, e fareste l’impossibile per venire loro in aiuto. Se vedeste con quale zelo le FIGLIE DELLA CARITÀ (giovani giapponesi consacratesi a quest’opera santa) si prodigano per la cura dei vecchi, degli orfanelli e dei lattanti. Sono tutte anime salvate dalla vostra carità. Dateci per amore di Gesù i mezzi per moltiplicare tutto questo bene.
Se ascoltassi il cuore vorrei dirvi anche di tutti i nostri progetti per dilatare le nostre piccole opere di carità, per moltiplicare gli asili d’infanzia, i nostri oratori, i collegi, le scuole, le tipografie ecc., per ampliare le chiese esistenti ed edificarne delle nuove… Vagheggiamo pure un bel SANATORIO… E quante altre opere... Non posso poi non rivolgervi anche una preghiera affinché vogliate venire in aiuto alle opere delle Figlie di M. A. che affiancate ai Salesiani lavorano in modo speciale per l’educazione delle ragazze. Le loro opere pure attendono l’impulso di anime buone per ampliarsi e dilatarsi sempre più. Ah quanta messe di bene se voi ci aiuterete, specialmente colla preghiera.
Il Signore vi benedica in tutto, mentre noi, fiduciosi della vostra valida cooperazione, continuiamo con incrollabile volontà il lavoro ed i sacrifici inerenti alla nostra vita per la redenzione delle anime.
Abbiate un particolare pensiero per chi quotidianamente vi ricorda con riconoscenza al Signore.
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1477 / Braga Carlo / 1935-8-25 /
4.1.9 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina |
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[25 agosto 1935]
Carissimo Don Braga,
So delle condizioni del povero Arri. Fiat voluntas Dei. Se il Signore vorrà rimetterlo tanto da poter sostenere il viaggio penso:
che il meglio sia rinviarlo in Italia, oppure
potrei (se lui lo desidera) metterlo in un sanatorio cattolico in Giappone. Ne scrivo ai Superiori; tu senti il dottore – mi rimetto totalmente. Ad ogni modo siccome le notizie sono di chierici (strano che i superiori non scrivano…), attendo: o meglio vedete voi directe.
Quanto a Floran e Zanarini (ho accennato la cosa ai Superiori) al punto cui sono le cose è meglio per la loro anima lasciarli andare in Italia. Per me la penso così.
Braggion deve aver avuto un forte scontro con Don Bardelli. Insomma, caro Don Carlo ma cosa fa quel santo Don Bardelli – leggi l’acclusa di Braggion et si sunt vera valuta cosa devo dire a Braggion e che devo dire a Don Bardelli?
Insomma le ruote non funzionano ancor bene. Quid?
Ti prego di prendere a cuore la questione e tagli senza paura.
Non mi mancano spine qua. Vedo sgretolarsi i piani e le speranze. Alla vigilia dell’entrata in noviziato, due dicono “addio”.
Questi di Hong Kong chi in un modo chi in un altro si liquefano. Sono senza personale e sono solo (ah se capissi a fondo la parola! Può essere che anche tu sia così! Solo…).
No, vi è Gesù… Beh! Deo gratias e allegri.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1478 / Berruti Pietro / 1935-8-28 /
4.1.10 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 28 agosto 1935
Amatissimo Sig. Don Berruti,
È una ridda di nuove prove a cui il Signore nella sua bontà ci sottomette. Pare accertato che per il ch. Arri attualmente ad Hong Kong si tratti di vero intacco grave ai due polmoni per tisi e che i forti sbocchi sono di origine polmonare.
Ho scritto al Sig. Don Braga e al Direttore che appena il confratello fosse per decisione medica capace a sopportare il viaggio o lo inviassero a Torino o anche (se il confratello desidera) in Giappone – lo metterei in un sanatorio e così anche ammalato farebbe il missionario e ci attirerebbe le benedizioni di Dio. Certo che è assai diverso il viaggio in Italia e in Giappone.
Per me mi rimetto a quanto i Superiori decideranno: certo che una soluzione presa a tempo alle volte salva un confratello.
Mi domando: la casa dello studentato in Cina è buona per costituzioni deboli? I Superiori la conoscono, ma col vento che vi soffia… E l’alimentazione è opportuna? Ho sentito lamentanze.
Si è migliorato, ma i chierici nella crescita!… Ed ecco il Signore permette questo ed altre croci quotidiane. Per me l’unico timore è che tutto sia per causa mia…
Prego, ma è così chiara visione per me!… Basta. Mi aiuti colle sue preghiere.
Tutto suo nel Signore,
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1479 / Grigoletto Giuseppe / 1935-8-29 /
4.1.11 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice e grande benefattore |
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29 agosto 1935
Carissimo,
Grazie della tua ultima e del saluto da Bolca. Grazie di quanto fai per noi. Il Signore sa che è per Lui. Vede e nota, non temere.
Ah, sì! S. Francesco di Sales… Prego per Don Narciso e gli scrivo.
Son breve perché parto per Tokyo per gli esercizi. Prega e fa’ pregare.
Il Signore ci prova con le malattie. A Hong Kong il ch. Arri (Prima teol.) colpito in pieni polmoni: è finita. Scolaro di Don Piacenza. Si può dire gran parte delle Figlie di Maria Ausiliatrice colpite da malattie gravi (vanno rimettendosi).
O Gesù ha accettato vittime generose a Lui sacrificatesi per le anime o ci purifica per le nostre miserie, per le mie specialmente.
Posso dire che alla vigilia dell’apertura del Noviziato… Qualcuno si squaglia. Prega, Don Giuseppe. Il mio più gran timore è la mia insipienza davvero evidente. Fiat voluntas Dei.
Saluta omnes. Ti ricordo cotidie.
Don V. Cimatti, sales.
1480 / Circolare salesiani / 1935-8-30 /
ai Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Miyazaki, 30 agosto 1935
Carissimi,
In procinto di iniziare la muta degli Esercizi Spirituali di Tokyo domando preghiere fraterne per quei nostri confratelli.
Questa muta, come lo fu coi voti perpetui del nostro De Kruiff, sarà conclusa con la professione del ch. Moro. Preghiamo per questi nostri confratelli.
Se sono esatte le notizie da Hong Kong, purtroppo il nostro buon ch. Arri sarebbe affetto da tisi bilaterale polmonare in modo assai preoccupante. È facile prevedere le conseguenze. Ad ogni modo veniamogli in aiuto con più insistenti preghiere. Fiat voluntas Dei.
…Vi domando anche preghiere per le Figlie di Maria A. inferme, di cui ancor una specialmente in stato preoccupante.
Coll’osservanza dei propositi fatti negli esercizi meritiamoci benedizioni speciali dal Signore.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1481 / Ricaldone Pietro BS / 1935-8-31 /
4.1.12 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Oasi di pace… in mezzo alle prove40
Miyazaki, 31 agosto 1935
Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
In Giappone il mese di Agosto è il mese del riposo scolastico, è il mese delle ferie degli impiegati, ed in generale da noi è consacrato al riposo spirituale cogli esercizi annuali.
In missione furono fatti nella tranquillità del nostro Seminario con grandi vantaggi sotto tutti gli aspetti. Ma è il primo anno che si tiene pure una muta di esercizi a Tokyo, ed è stata circondata da tali caratteristiche, che mi sembra interessante accennargliele anche a sua consolazione.
L’anno decorso, per noi anno santo, ci eravamo offerti vittime a Gesù Redentore per la salvezza delle anime a noi affidate. Sembra davvero che il Signore abbia gradito il nostro omaggio, e non ci fece mancare le prove. Croci rilevanti nella salute scossa di vari confratelli; malattie gravi per molte delle Figlie di Maria A., la perdita del nostro Don Piacenza; la perdita di promettenti vocazioni e molte altre prove intime di individui e d’assieme, che si succedettero possiamo dire ininterrottamente fino a tutt’oggi.
Sia benedetta la mano del Signore, che così ha permesso per purificarci, per segnarci col segno del suo amore. Se tutto questo avrà potuto facilitare anche solo la salvezza di un’anima sia benvenuto e si centuplichi pure.
Ma il Signore non ci ha lasciato però mancare le consolazioni, che, sto per dire, controbilanciarono le croci, e come fresche oasi, nell’arsura delle difficoltà vennero ad allietarci e a lenire gli affanni.
IL NOVIZIATO! Ecco la prima oasi in cui per grazia di Dio abbiamo potuto finalmente riposare. L’appello ai nostri benefattori; primi fra i quali i miei indimenticabili allievi normalisti e liceisti di Valsalice e S. Giovanni, e gli oratoriani dei medesimi istituti, non fu senza risultato, ed ecco il nostro bel Noviziato, come primo frutto concreto della loro carità.
Semplice nella linea, solidissimo, comodo, fornito degli indispensabili locali per noviziato, capace di un 25 allievi, era tempo fa parte di un edificio della Croce Rossa Giapponese. Disfatto, trasformato, rifatto e rimesso a nuovo, cosa relativamente semplice e lesta, in Giappone, come un tempo servì ad opera di carità materiale, ora servirà a forgiare lo spirito salesiano in quanti, udendo la voce del Signore, desidereranno lavorare con Don Bosco per l’espansione della Croce di Gesù in questa grande nazione.
Qui fu tenuto il nostro ritiro,41 e volemmo che subito il S. Cuore di Gesù prendesse solenne possesso di questa casa a Lui dedicata coll’intronizzazione sua. Approfittando della presenza a Tokyo dell’ardente apostolo del S. Cuore, P. Matteo, fu da lui compiuta la commovente funzione – ed il buon Padre – che ama ardentemente Don Bosco, mentre ci raccomandava fiducia illimitata nel cuore dolcissimo di Gesù, ci fece pregare anche per Lei nominatamente, per i Salesiani e allievi nostri e per i nostri cari cooperatori e cooperatrici.
Ed ora Gesù attende per i nostri cari novizi nella devota Cappella, per avvincerli al Suo Cuore e farli partecipi del suo regno di amore.
Onorarono pure la nostra muta di esercizi con due splendide conferenze S. E. Rev.ma Mons. Marella, Delegato Apostolico, ed il nostro padre e benefattore Mons. Chambon, Arcivescovo che si degnò di presiedere la chiusura del nostro ritiro.
Le parole di incitamento, di conforto e di incoraggiamento degli esimi presuli lasciarono in tutti orma profonda, che produrrà certo abbondantissimi frutti di bene. La Messa da requiem per i confratelli defunti fu ascoltata nella cappella del cimitero cristiano e l’esequie sulla tomba del nostro compianto Don Piacenza, oasi anche questa di forte meditazione per il missionario salesiano in Giappone. Di un’altra oasi deliziosissima, dell’Ospizio cioè di Miyazaki, le parlerò in una prossima, data l’importanza della cosa, ma non voglio nasconderLe altre consolazioni, preludio di altre future, concesse dal buon Dio in questo periodo di tempo. È una tournée musicale di concerti che insieme al bravo Don Margiaria si è fatto nella zona Kyoto, Osaka, Kobe. Un ottimo missionario P. Relave delle Missioni Estere di Parigi, a festeggiare il suo 50.mo di Messa e 50.mo di apostolato in Giappone volle invitare anche i figli di Don Bosco, ed eccoci al lavoro. Si tratta di glorificazione del sacerdozio, dell’apostolato missionario, si tratta di far conoscere il prete, il missionario, il cattolicesimo, Don Bosco – si possono stringere preziose relazioni – la musica piace a tutti e spalanca porte impensate – non si deve indietreggiare.
Per me poi quando posso trovarmi in queste assemblee di vecchi missionari, che hanno al loro attivo i minimi di 25-40, 45 e più anni di missione – senza ritorni in patria, ci godo un mondo. Anime sante, consumate di esperienza, che parlano delle loro difficoltà (proprio quelle che proviamo anche noi), delle loro opere, delle loro speranze, della loro tenace resistenza nell’apostolato… Si parte da queste oasi fraterne più rinfrancati nel lavoro, più esperimentati, più buoni in tutti i sensi. A Osaka, a Kobe, i figli di Don Bosco sono da tempo attesi e in qual mirabile campo di attività, fra la gioventù povera e abbandonata. Nella scuola elementare (l400 allievi), situata nel quartiere più povero di Kobe e dove abbiamo dato tre concerti, abbiamo veduto meraviglie di carità e di educazione. Là ci attendono tanti piccoli amici, brulicanti per le vie – si è già perfino costituito un piccolo reparto esploratori – ed il direttore di quella scuola, qual padre amorosissimo, rinunziando a posti onorifici, vuol stare fra i piccoli poveri suoi figliuoli; per i più poveri ha stabilito la refezione scolastica, un piccolo laboratorio di falegname ed altre benefiche istituzioni, per salvarli al possibile dalle loro necessità… Ed anche egli, benché ancor non chiamato alla fede, avvinto dalle dolci catene della carità, attende per unirsi al nostro lavoro. A quanto, amatissimo Padre, l’inizio di questa necessaria oasi di bene?
A fondare, a mantenere e a moltiplicare queste oasi (eccoci al ritornello dei missionari) è necessario l’aiuto dei buoni, la preghiera e, a mezzo suo, chiedo a quanti vogliono cooperare alla venuta di Gesù nelle anime, in modo speciale quest’ultima. Dal resoconto annuale inviatole Lei può rilevare che nel 1934 il lavoro apostolico affidato ai Salesiani in Giappone ha dato come risultato (contando anche le opere di Tokyo) un 200 Battesimi, di cui oltre buona metà, dati in articulo mortis o a figli di cristiani. Pur ringraziando il Signore di questo risultato, è troppo poco davvero, se lo valutiamo sulla base dei nostri desideri. La Missione conta due milioni di pagani, la parrocchia di Tokyo 450mila anime. Se si va di questo passo, mettendo come media di conversioni di adulti la media di quest’anno, fra quanti anni avremo convertito queste povere anime? La forza vera del missionario sta nella preghiera non solo individuale, ma collettiva.
Oh, domando insistenti preghiere dagli angioletti, dalle famiglie dei nostri amici e benefattori, dalle compagnie religiose, specialmente eucaristiche, dei nostri collegi ed oratori e di quelle delle Figlie di Maria A., da quanti sono ascritti all’Apostolato della preghiera.
È con queste crociate di preghiere che si muoveranno le anime dei poveri pagani giapponesi verso Gesù.
Ci benedica tutti, specialmente chi si professa
Suo nel Signore
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1482 / Barbaro Federico / 1935-8-31 /
4.1.13 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone |
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31 agosto 1935
Carissimo Barbaro,
Le poche parole scambiateci mi hanno fatto capire che andiamo benino e che il profitto c’è. Ti posso assicurare che tale profitto è condiviso dai superiori – dunque farvi riuscire.
Avresti bisogno di un po’ di bue muto di S. Tommaso e di non farti tante volte dire le stesse cose, dal momento che sai certo quel che devi fare.
Per l’altro argomento leggi il Ceria (mi pare ci siano i pensieri sulla direzione spirituale) e troverai pane per i tuoi denti e buone legnate per la tua schiena. Coraggio, Federico. Qui non renunciat… qui non sibi ipsi vilescit… qui non amat nesciri e pro nihilo reputari… è un’oca, che non sa neppure l’“a b c” della vita…
Prega, lavora e sta’ allegro.
Tuo
Don Cimatti
1483 / Berruti Pietro / 1935-9-7 /
4.1.14 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 7 settembre 1935
Amatissimo Sig. Don Berruti,
Nell’atto di spedire l’acclusa a macchina mi giunge la notizia che i chierici Floran e Zanarini furono imbarcati sul Conto Rosso. È l’epilogo, voglio sperare, della dolorosa storia di Hong Kong.
I Superiori da tempo ne sono informati. Quid faciendum dei due? Li affido ai Superiori, invocando pietà e misericordia fin dove si può.
Sono ammalati in tutti i sensi,
furono anche trascinati da chi avrebbe dovuto fare non quelle parti (Ah, che disastri!), pur avendo anch’essi i loro difetti.
Non posso dal Giappone valutare le cose e affido quanto ho ai Superiori. Sono certo significative anche le asserzioni di Don Braga in relazione al non bene fatto da alcuni Superiori (come da lettera che accludo).
Preghi per me, amatissimo Sig. Don Berruti, affinché non soccomba né faccia soccombere.
Ormai posso cantare: “Pereat pastor, sed salvetur grex!”.
Ricevo e prendo atto della sua 26/8/35. Grazie pure delle Ss. Messe – me ne sono piovute in numero discreto – che se non potessi smaltire affiderò ai Superiori. Preghi preghi preghi e faccia pregare per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1484 / Ricaldone Pietro / 1935-9-8 /
4.1.15 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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8 settembre 1935
Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Quando scrive questo povero Don Cimatti è sempre per disturbi. Ad ogni modo il figlio riversa quanto ha di dolore nel cuore del Padre. Ho molti imbrogli, parte dei quali rimisi per la soluzione ai Superiori responsabili ed attendo. Parte a Lei sono noti e di altri domando norme.
Questione ch. Lucchesi. Come scrissi, la mamma insiste per averlo, essendo povera, ecc. Il confratello si è messo bene – domanda i perpetui – fa il primo anno di teologia, ed a settembre dovrebbe prendere la tonsura. Il Consiglio non ha difficoltà all’ammissione ai perpetui, ma gli fa finire i triennali anche in vista della questione familiare. È ammesso alla tonsura condizionatamente: sia chiarita la questione.
Domando: pure non avendo i perpetui, posso fargli dare la tonsura (non ci sono motivi pubblici per negargliela – la ricevono tutti i suoi compagni di corso salesiani e giapponesi).
Per tranquillità del confratello come regolarmi? Conoscono i Superiori le vere condizioni di famiglia? Il Direttore della casa di Lugo può dare esatte informazioni. Forse potrebbe alleviare la miseria dandole lavoro (biancheria, ecc.). Certo è una famiglia mal messa e il chierico, quando era giovane, soffrì assai assai per abitudini…
Questione Coad. Fogliani, al momento assai più grave. Fece già i secondi triennali che gli scadono a settembre. Il Consiglio non l’ha ammesso ai perpetui. Da tempo gli fu consigliato il ritorno – ma per malattia o altro non si potè effettuare. Se non riesco a farlo partire quid faciam? Motivi: murmuratio e mancanza di criterio. Non troppa sincerità e facile ai donativi ai confratelli. Pietà e resto regolari. Venne ammalato (nevrastenico) e penso che molto del suo carattere sia dovuto alla malattia.
Vicino ai Superiori, non in ambiente missionario, se è e chi lo comprenda, spererei…
Penso che altre croci più grandi viene preparando il Signore – le cause, creda, amatissimo Padre, la mia insipienza. Insomma non vedo chiaro, ma la macchina cigola da molte parti e non riesco a concludere. Per le ragioni già indicate in altra, imploro la pronta venuta del Visitatore. Salviamo almeno il salvabile.
Non so se i Superiori hanno pensato all’Ispettore: hanno buoni numeri Don Tanguy (forte di comando e stimato), Don Margiaria (facile entratura colle autorità, disbrigo degli affari – ha la nomea di essere tirato negli affari, ecc.).
Al momento non saprei suggerire altri. Don Cavoli pure ha buoni numeri di comando. Penso anche che chi si attirerebbe di più la confidenza è Don Tanguy. La grazia dello stato però opera anche, e forse di più, con quelli che non hanno numeri.
Benedica il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S.42- Stavo per spedire l’acclusa e mi giunge il suo saluto telegrafico. La delicatezza dell’amore paterno vi si rivela. Grazie. Ci aiuti Don Bosco.
La nostra Società è riconosciuta agli effetti legali con decreto del passato settembre. Invio copia statuto al Sig. Don Giraudi. Deo gratias. È un miracolo. Siamo i primi nel genere.
Questo ci permette compre-vendite, commutazioni giuridiche, ecc. ecc. a prezzi speciali e dà una assicurazione legale ai beni della Congregazione. Nessun gravame fiscale di resoconti ecc. Deo gratias! Così anche i Superiori potranno avere una base per orientarsi nelle questioni proprietarie in Giappone Identica società ho da anni riconosciuta per la Missione (intuitu missionis) e assolutamente distinta dall’attuale.
L’aiuto inviato (la somma grande) per volontà del testatore è per l’Ospizio. Quando possono…
L’abbraccio nel Signore.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1485 / Cecchetti Albano / 1935-9-8 /
4.1.16 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone |
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8 settembre 1935
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie di cuore. Non mi meraviglia lo stato di T. Gli scrivo e se risponde a quanto gli domando, vedremo. Ad ogni modo la ringrazio di cuore di tutto. Sono certo che non è per questioni personali con Don Cecchetti – c’entrano molte cose: la salute e l’amor proprio e altro che forse ci sfugge, ma che bisogna pur decifrare. Se continuasse tale stato e se Lei crede utile, con una scusa o l’altra (riposo, visita militare – preparazione ai voti, ecc.) me lo mandi pure (dica che lo chiamo io). Lasci però passare le manovre, non è prudente viaggiare ora, anche se la prima burrasca è passata. Lei ha fatto tutto il suo dovere ed il Signore la rimeriterà largamente e in terra e in cielo. La ringrazio proprio, perché questo è volere il bene delle anime, come pure anche di quanto fa per il povero Arri. Don Tanguy mi scrive di pazientare ancora un po’; è alle ultime trattative con P. Totsuka (se non riesce questo sarà accolto all’Ospedale “Seibo” dalle buone Francescane di Maria), glielo dica.
Per il Comm. Duranti, se il denaro è in forma riscuotibile in Giappone ben venga – per le condizioni faccia pure direttamente o con me o coi Superiori. Per me fa lo stesso.
Per le Figlie di Maria Ausiliatrice preghiamo e speriamo.
Per l’aeroplano (da regalarsi al Governo dai cristiani) si fa quel che si può – dopo tutto è cosa ben chiara che non c’entra la Missione. Sono essi che debbono fare; noi dare la spinta.
Appena avrò disponibile per il Cimitero invio, ma vogliamo concretare in questo mese in omaggio alle Ss. anime. Esse ci devono aiutare.
Grazie per le Ss. Messe di Don Pedro.
Per gli angioletti non c’è qualche buona donna che…?
Sapesse quanto ci penso alla macchina… Quella di proiezioni l’avete? Fate quelle per ora. Dappertutto (se non si mette l’avviso fuori) non c’è bisogno di domandare permesso… Ma a Beppu sarà speciale – state dalla parte sicura.
Per i cristiani, catecumeni, ecc. il buon Nishida quid facit? Saluti a tutti e buon mese dell’Immacolata. Con vivo riconoscente affetto
Suo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Al buon Arri dica che il suo baule è a Nakatsu – qui c’è la ricevuta di spedizione da Nagasaki. Andrebbe bene informarsi se è arrivato.43
Ottima la data del primo Venerdì di Dicembre per i Ss. Voti.
1486 / Marella Paolo / 1935-9-10 /
4.1.17 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Tokyo, 10 settembre 1935
Eccellenza Reverendissima,44
A nome di tutti i confratelli le più sentite grazie per la carità usata alle nostre anime.
I bei ricordi lasciatici non rimarranno certo infruttuosi nelle nostre anime e spero che davvero, una buona volta installatici a Tokyo, il lavoro di adattamento dei nostri andrà perfezionandosi; tutti poi vogliono essere e buoni e ubbidienti alle direttive superiori e approfittando della scienza dei santi riuscire alla realtà della nostra vocazione.
Continui questa opera preziosa di consiglio; non ci dimentichi nelle preghiere. V.E. ne ha il pieno contraccambio dei poveri figli di Don Bosco che implorano l’apostolica benedizione. Con profondo ossequio:
Don V. Cimatti, Salesiano
1487 / Berruti Pietro / 1935-9-12 /
4.1.18 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 12 settembre 1935
Rev.mo Sig. Don Berruti,
Nell’inviare, come è prescritto, all’Economo Generale il progetto dello Studentato ho bisogno ora il pensiero chiaro dei Superiori in relazione al modo di usarlo. Con questo finalmente, dopo le peregrinazioni che datano dal 1929, i nostri chierici possono trovare la sede fissa, e con essa anche si può dire che lo studentato teologico ha il suo ubi consistam.
Colla fine dell’anno quattro studenti di filosofia terminano il primo, quattro il secondo anno. Questi ultimi saranno inviati per il tirocinio nelle case, in cui al momento si trovano cinque che stanno finendo il loro tirocinio e che dovrò ritirare per la Teologia, se i Superiori crederanno dispensarli da alcuni mesi di tirocinio, come domandai a tempo opportuno.
Al momento attuale lo studentato è in parte in casa di fitto a Miyazaki, che scade alla fine dell’anno.
Si propone l’invio dei filosofi nella nuova casa (sono quattro e l’insegnante di filosofia). A questi più tardi potranno aggiungersi altri cinque teologi e i due attuali teologi. Dunque dodici persone.
Il Noviziato sarà formato da Don Tanguy e da una decina di novizi (compresi i venienti).
Don Tanguy non potrebbe essere Direttore dell’uno e dell’altro, almeno in via provvisoria? Se poi i Superiori volessero affrontare (ed è necessario) il problema di Hong Kong e permettere al Visitatore di richiamare i suoi studenti, e se potessero darmi un buon confessore e uno che potesse efficacemente aiutare Don Tanguy, anch’essi sarebbero a posto e forse riusciamo ancora a salvare qualche sparse membra. Le lettere che unisco dicono pur qualche cosa. Certo che io non vi conosco più i nostri chierici, e sarà ben terribile la responsabilità di chi fu causa diretta o indiretta di questo stato di cose.
Dunque la casa c’è. Domando se posso traslocare là i filosofi del primo anno ed eventualmente tutti o parte dei teologi di Hong Kong. Così com’è, francamente che significato ha lo studentato in Cina per soli Giapponesi?
Purtroppo che questi figliuoli sono perduti. È il mio massimo dolore, sono ferite che non si rimarginano purtroppo facilmente. Rovinati e nella salute fisica vari e più nella salute morale. Non ci capisco proprio… Fiat voluntas Dei!
Per questo ho bisogno di chi aiuti Don Tanguy cui affidare anche la direzione di questo gruppo a meno che i Superiori non inviino qualche rinforzo.
Colla partenza di Don Escursell che metto al posto di Don Piacenza, mi assumerò la direzione anche di quella residenza (Miyakonojo); ma se vanno via i chierici rimango libero dalla scuola.
Certo che il mio più vivo desiderio sarebbe di organizzare come mi pare doveroso lo studentato a Tokyo. Mi tolgano dalla Missione e farò…
Ad ogni modo il Signore non ha bisogno di questo guastamestieri ed altri faranno assai meglio di questo povero prete in tutti i sensi.
Preghi per me e pigli a cuore la questione Hong Kong che è gravissima, e venga presto questo benedetto Visitatore.
Tutto suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1488 / Ricaldone Pietro / 1935-9-12 /
4.1.19 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Visitatoria S. Francesco Saverio
Miyazaki, 12 settembre 1935
Rev. mi Superiori,
Sapendo quanto stia a cuore (e in tante occasioni mi fu raccomandato) ai Superiori e a noi tutti, la formazione dei nostri confratelli studenti chierici, essendosi verificata una magnifica occasione di una scuola elementare in vendita, dietro parere favorevole del Consiglio, ho creduto bene acquistarla ed invio gli incartamenti relativi per la dovuta approvazione, nonostante che la rapidità della circostanza abbia dovuto farci fare l’acquisto, nella sicurezza che i Superiori avrebbero approvato.
La casa sorgerà presso al noviziato secondo un piano generale che sottopongo in linea di massima all’approvazione dei Superiori. Data l’urgenza dell’acquisto e la necessità che tutto sia pronto prima dei freddi invernali, abbastanza rigidi a Tokyo, ho creduto farla subito ricostruire – così potrà essere già pronta, in quest’anno (se i Superiori approvano lo Studentato filosofico e teologico).
Ho però bisogno che i Superiori mi vengano incontro con un generoso sussidio per la costruzione; e, se i Superiori approvano le annesse proposte, anche con qualche aiuto di personale.
In tal maniera le relazioni fra scuola professionale e noviziato rimangono un po’ cambiate: vedano i Rev.mi Superiori se sia il caso di dirigere dette relazioni più fra Noviziato e Studentato.
Che della grazia…, domandando pure sanatoria per quanto fu fatto, sicuro di interpretare il desiderio dei Superiori.
Con profondo ossequio,
Obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
1489 / Giraudi Felice / 1935-9-12 /
4.1.20 a Don Felice Giraudi, Economo Generale dei salesiani |
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Visitatoria S. Francesco Saverio
Miyazaki, 12 settembre 1935
Rev.mo Sig. Economo Generale,
Invio i documenti prescritti per l’approvazione della costruzione dello STUDENTATO FILOSOFICO E TEOLOGICO in Giappone, per la dovuta approvazione del Rettor Maggiore. Mi capita questa volta come per la questione del noviziato – ossia essendo venuta in vendita in Tokyo improvvisamente per lo sventramento di una strada, una scuola elementare, ancora in ottimo stato (due anni) e parendo che avesse i requisiti per noi, e specialmente facendoci risparmiare oltre metà della spesa che sarebbe stata preventivata per costruirla nuova, autorizzai la compera e la ricostruzione, sicuro che i Superiori, nel desiderio di venire incontro alle necessità nostre e di vedere finalmente a posto i nostri chierici a Tokyo (come era già in precedenza inteso) avrebbero certamente approvato.
Supplico pertanto i Superiori:
Di voler benignamente prendere in considerazione gli acclusi documenti.
E specialmente di venirmi in aiuto per le spese di compera, che per ora prelevo dal fondo della Missione. Mi occorre una somma presso a poco di Lire cinquantamila che domando almeno in prestito e possibilmente come si è fatto per la scuola professionale. Se i Superiori non potessero in alcun modo venirmi in aiuto, mi possono autorizzare ad aggiustarmi con qualcuna delle nostre case o con qualche persona estranea?
Vogliano scusare la mia pochezza e pratica in queste cose. Non volevo perdere l’occasione e credo che a cose finite avremo una solida costruzione nello stesso tempo che economica.
L’affare concluso per il Noviziato è lodato ed ammirato da tutti, estranei e confratelli. Penso che sarà lo stesso per lo Studentato. Domando dunque sanatorie ed aiuti celeri. In Europa per costruire una casa di una certa entità occorre tempo e questo dà modo di prolungare i pagamenti. In Giappone è assai diverso. Nel caso nostro poi in 100 giorni sorgerà la casa a due piani oltre 40 metri di lunghezza e finita di tutto punto ed abitabile. Veda dunque di commuoversi e non ritardare per nostra tranquillità né l’approvazione, né specialmente l’aiuto. Che della grazia…
Obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
Seguono allegati:
Planimetria del terreno (fatto a mano da Don Cimatti stesso).
Piano generale del progetto. (Fa osservare:“L’impresario, nella fretta in cui gli ho fatto fare i disegni, ha tracciato le linee generali, quali erano nella vecchia casa – è il tipo legale della scuola giapponese – ma nella pratica tutto risulterà con maggior eleganza).
Pianta dei due piani. Al momento attuale lo studentato non essendo assai numeroso, si domanda di servirsi per il momento, della cucina, refettorio e cappella del Noviziato (e perciò non furono indicati questi nomi nel disegno – pur essendoci lo spazio). Il vero motivo inoltre è che al momento attuale si fanno pratiche assai bene avviate presso il Governo per avere il riconoscimento legale della Scuola, il che porterà per conseguenza l’internato e quindi la necessità di una nuova costruzione in cui si farebbe poi, a tempo opportuno, la proposta di una chiesa in comune per tutte le istituzioni di quella località, ed essendo anche vicino il tempo in cui le Figlie di Maria A. verranno a stabilirsi nei pressi della Scuola, per tutte queste istituzioni parrebbe utile affidare alle medesime la cucina e la lavanderia. Pare che ci sia il posto sufficiente già al presente e nel caso che [non sia sufficiente] con non troppa spesa si può comprare nei dintorni. Allego relazione a parte per ciò che si riferisce al pareggio della scuola e per il futuro sviluppo della medesima.
Piano d’assieme futuro (disegno fatto a mano da lui stesso).
Relazione del prospetto della pianta dei due piani dello Studentato. (Ho creduto inutile far unire le sezioni dei vari corpi della fabbrica essendo tanto diversa la costruzione in legno, e poi trattandosi di costruzione che è come è e si deve rimettere a posto).
a) La nuova costruzione si propone sia adibita a studentato filosofico e teol.
b) Preventivo dell’impresario è di circa Yen 12.000 (bisogna pensare a circa altri 2000 per le spese di acqua, luce e arredamento; spero però diminuire perché trasportandosi a Tokyo, i chierici porterebbero con sé molto del materiale: lingeria, biblioteca, museo, ecc. ecc. proprio dello studentato ambulante).
c) I mezzi disponibili sono le riserve annuali della missione che però al più presto bisogna ricostruisca. Specie nell’anno scorso feci un po’ di propaganda per il Noviziato che ora è già tutto pagato e quasi del tutto arredato, e per lo Studentato (che qualche cosa ha fruttato). La continuerò e se il Signore vuole l’Opera, son sicurissimo che manderà i mezzi. D’altra parte conosco le disposizioni del cuore dei Superiori per questa Opera indispensabile e che da anni cercava l’ubi consistam. Mi pare che alfine la TETTOIA PINARDI sia anche per noi trovata, ed ecco che il povero Don Cimatti si arrabatta per trovare i mezzi, ed in primis li domando ai Superiori, con sicurezza che mi saranno dati e mi sarà indicato il modo per sbrogliarmi a trovarli.
d) Fondata l’opera, se con il tempo si potrà avere qualche sacerdote, si possono trovare buone cappellanie – metto anche in relazione un progetto di scuole di lingue che potrà forse dare qualche cespite d’entrata.
Non è poi venuta mai meno né la carità dei Superiori e dei benefattori, e non verrà mai meno né se anche gli studenti uniti ai loro Superiori sapranno fare una buona propaganda presso amici e benefattori. Non mancherà poi certo finché saremo poveri – come lo siamo ora e se diventeremo veri santi salesiani… Ed è quello che assolutamente dobbiamo e vogliamo fare.
PER L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA PROFESSIONALE DI TOKYO
Sono in corso le pratiche per ottenere il pareggio della Scuola.
Sembra che lo richieda l’avvenire della Scuola pur portando con sé alcuni legami. Se non vi è questo riconoscimento i parenti non ci affidano volentieri i loro figliuoli, perché al termine della scuola non avrebbero titoli legali. Per noi poi sarebbe grave responsabilità ed azzardo educare giovani che si debbano lasciare poi nel mondo senza un certificato che assicura più facilmente il loro lavoro futuro.
Il numero degli allievi, secondo la legge, è di 50 all’anno.
Per il fabbricato, oltre ai laboratori occorre un salone (circa 100 mq per ogni 50 allievi). Per il primo anno il salone c’è già. Sarà presentato in seguito il piano generale. (Qualora si ottenga il riconoscimento).
Non vi è gran divario fra le materie di insegnamento dei nostri programmi e quelle del programma governativo. Vi è certo preponderanza alle ore di insegnamento su quelle di lavoro. Si sono già fatte entrare nelle pratiche delle modificazioni che avvicinerebbero assai di più i nostri programmi. Ad ogni modo si penserebbe di affiancare alla scuola un laboratorio pratico (che può essere in altra sede. Si potrebbe pensare a Mikawajima e quindi trasportare una parte della scuola in zona più centrale ed in centro popolare).
Rami professionali: per il LIBRO E SARTORIA. Si vorrebbe in seguito iniziare il ramo elettrico. Incontrerebbe assai a Tokyo il ramo stuccatori e scultori. Occorre evidentemente personale ad hoc.
Sarebbe desiderata e sarebbe assicurato l’esito di una scuola di lingue estere. Fondato e stabilito lo Studentato non parrebbe difficile la riuscita. Tale scuola non richiede molto per l’impianto e potrebbe rendere molto in tutti i sensi.
1490 / Tassinari Clodoveo / 1935-9-13 /
4.1.21 al chierico Clodoveo Tassinari, studente di teologia a Hong Kong |
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Miyazaki, 13 settembre 1935
Mio buon Clodoveo,
Di ritorno da Tokyo dove fui per l’ultima muta di esercizi, trovo il cumulo delle tue sempre gradite, e sempre belle, anche se la frase qua e là è un po’ duretta. È da tempo che ho letto nel tuo cuore e benché distante, ora pure ci leggo e vedo chiarissimo (non pensare che Don Cimatti abbia visioni o altro).
Rispondo per ordine alle tue. (24/6/1935).
Ricevuto il tuo biglietto sulla possibilità del buon Don Almazan di venirci a dettare gli esercizi – scrissi subito – forse arrivai tardi – mi rispose che quest’anno pel ritardo non si poteva. A te risposi accusando ricevuta.
Ricevuto i voti vostri e risposi omnibus. Don Cim. e quanti videro furono soddisfatti. Avanti con impegno.
Ha risposto sempre quanto in coscienza doveva dirvi alle vostre lettere – ho sempre pensato che voi aveste fatto quanto chi ama fino alla morte le anime vostre, vi diceva;
i vostri Superiori erano informati dal sottoscritto,
a Torino i Superiori pure;
ho coscienza di aver obbedito ai Superiori in tutto.
Era naturale che dato l’atto di fiducia ai vostri Superiori, al massimo e solo indirettamente, non dovevo intromettermi. Conosco le cause di questo doloroso stato di cose, che secondo me, poteva essere vinto colle direttive di questo povero uomo, senza brontolamenti, e con umiltà e con molta carità vostra verso i Superiori. Il Signore ha permesso per i suoi fini quanto è causa di tanto dolore a tutti – voi beati (e te beato) se potrete dire: “Non fu certo per mia malizia o cattiva volontà!”. Vedremo tutto al tribunale di Dio e guai a chi fu causa diretta o indiretta di questo scempio.
Quanto a te, per l’amore del bene della tua anima, ti esorto a fare quanto mi scrivi “Star calmo, qualunque cosa capiti o dispongano i Superiori; intendo di ubbidire in tutto e per tutto, ecc. ecc.”. Fac hoc et vives. Ah, sapessimo sempre far così; tutti!
Per gli altri due già disposto… Ad ogni modo a qualche tuo lamento (che Don Cimatti non scriveva, non si curava, ecc.) era proprio come dici tu “alle volte i consigli d’oro irritano”… Per non far arrivare a quel punto. Sta’ tranquillo, a Torino sanno più di quel che pensi…
Don Cimatti è da dieci anni che mensilmente tiene informati i Superiori degli interessi dei suoi dipendenti.
Grazie delle tue osservazioni (è dovere farle) sullo studentato che a Dicembre (8) sarà benedetto, Deo adjuvante, a Tokyo. Per il personale sapete che Don Cim. domanda personale, non persone. Quando tu sarai al mio posto (se vuoi fare la volontà di Dio e non la tua) farai lo stesso.
Grazie delle altre notizie sui compagni – dolorose e liete. Non conservo la tua lettera perché non c’è bisogno – quanto dici è chiarissimo e conosciutissimo – ti fa onore tutto quanto scrivi, ma penso inutile per l’archivio. Invece di strologare per darti ragione di quanto capita attorno a te:
a) rileggi l’interrogatorio dei voti (altro che paradiso dei novizi!),
b) buttati nelle Mani della Provvidenza e renditi familiare il fiat voluntas tua.
c) Rifugiati spesso sotto il manto di Maria,
d) e fa’ bene i tuoi doveri quotidiani.
24/8/1935. Ecco la risposta alla tua sempre carissima, un po’ pepata.
l. La prima era di Tassinari – la seconda è di Tassinari-uomo, e bisogna pure che ti riconosca tale, e in tutta la realtà. (Bene! Non è questo che faccia paura a Don Cimatti, né deve far paura a te. Gridava Sant’Agostino: “Domine, noverim me, noverim te!”).
Come ti dissi ripetutamente: Don Cimatti ha visto e vede (non pensare a visioni – lavoro da 40 anni coi giovani e – non per mio merito – sulle migliaia di allievi ho letto nel cuore di tutti – il tuo, il vostro è chiarissimo per il povero Don Cimatti) – dunque ho visto e vedo; go-anshin (= sta’ tranquillo). Non mi meraviglia la tua crisi, Clodoveo mio, e se ti fossi vicino ti darei uno di quei bacioni… Basta! Freniamo il cuore.
Quello che ti raccomando è ritrovare in te ed in Dio l’energia per rimetterti in carreggiata. Due mezzi: preghiera e umiltà… verso Dio e verso i Superiori. Mi dici: “Non oso più sperare!”. Superbia, che parla, e Dio: “Superbis resistit”, non è possibile la preghiera in tal stato.
2. Don Cimatti ha compreso – fu informato – ho creduto benissimo a voi – vi ho sempre risposto e dato direttive ai singoli e generali. Il male fu:
a) che avete fatto causa comune in casi singoli e delicatissimi;
b) forse non sempre avete fatto quanto il sottoscritto toties quoties vi ha raccomandato;
c) i problemi oltre che a Don Cim. la massima parte di voi li ha affidati ai Superiori Maggiori (e vi ho sempre consigliato a farlo). Le direttive avute da loro ve le ho sempre comunicate o singolarmente o in blocco. Il guaio è che quanto poteva essere utile per il singolo l’avete fatto medicina comune.
Ma il massimo male è aver avuto per superiore Don Cimatti – voi lo comprendete benissimo e non lo nascondete, come è da anni, da anni che lo comprende e non lo nasconde Don Cimatti, Deus scit e lo sanno i Superiori. La causa e radice prima è questo prete, povero, inutile: gridatelo pure super tecta. Non presento certo la tua lettera al Consiglio Ispettoriale – è informato delle vostre cose. Sarò davvero felice se scriverete – mi usate vera carità in tutti i sensi. Come pure non conservo le lettere cui ho risposto (se non quelle burocratiche d’ufficio), come questa, che ritengo lettera confidenziale privata (sia pure abbia il visto di tutti, come mi dici sul finire): quindi…
Caro Clodoveo, non c’è bisogno di scusa – niente ti è sfuggito di irriverente per me – ex abundantia cordis os locutus fuit. Sta’ tranquillo. Ti conosco e vi conosco troppo. Potresti anche per ipotesi, caricarmi di ingiurie e ti suggerirei altre parole più virulente, ché non conoscete voi la miseria mia. Prega e pregate e fate pregare per me.
30/8/1935. Diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum. Per me il valore storico del passato (quindi della tua lettera) ha questo valore: “acqua passata non macina più”. Che valore al presente ha la rivoluzione, Napoleone, ecc.? Sì, gli effetti – i solchi profondi – le ferite… Sì ricostruire. Ed ecco allora che ha ragione Don Bosco: “L’avvenire è nelle mani di Dio – attendi al presente”. Vorrei leggerti l’Opera in musica di Meyerbeer “Dinorah!”. Canta la povera pazza rinsavita: “Ah, non fu che un sogno! S. Maria, nostra Signora del perdono, concedi il tuo favore!”. Mettiti e mettetevi (dacché ti hanno fatto rappresentante) in questa posizione: sogno… “Ai sogni non si deve credere” diceva la nonna di Don Bosco, perdono… domandato a Dio e dato agli uomini.
Senza di questo non edificherai mai.
Caro Clodoveo, assicuralo pure a tutti, Don Cim. è tale e quale nei riflessi vostri come è sempre stato: anzi per me la lontananza avvince ancor di più – e poi vorrei essere come S. Paolo per voi o come S. Francesco di Sales: “Flere cum flentibus – gaudere cum gaudentibus – omnibus omnia factus”. Lo desidero e per quanto dipende da me lo attuo. Avanti con calma, con umiltà e obbedienza a scrivere bene la pagina nuova della vostra vita.
Vi benedicano Gesù e Maria come due volte al giorno vi invia dal tabernacolo la benedizione il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1491 / Circolare Salesiani / 1935-9-16 /
ai Salesiani della Visitatoria S. F. Saverio
Miyazaki, 16 settembre 1935
Carissimi,
Vivi ringraziamenti per la partecipazione viva e che spero assai fruttuosa ai Santi Spirituali Esercizi. Non dimentichiamo le promesse fatte al Signore. Vi prego di sollecitare la consegna dei Rendiconti amministrativi.
Avrete ricevuto dai Superiori l’invito a concorrere per la costruzione dell’altare ed ampliamenti di Maria A.
Desidererei che i nostri cristiani anche con minima offerta vi partecipassero. Vi consiglio di domandare una volta l’elemosina e qualche offerta per questo scopo. Anche noi vogliamo partecipare in qualche modo alla glorificazione del Padre nostro e di Maria A.
Notizie del nostro Arri: annunziano un vero miglioramento, ma purtroppo i polmoni sono intaccati in forma grave. Preghiamo per la santificazione del nostro confratello così provato.
Altra notizia pure dolorosa: il ritorno in Italia per motivi di salute dei chierici Floran e Zanarini.
Notizia, spero consolante per tutti, l’acquisto di una casa a Tokyo che potrà servire per lo studentato filosofico e teologico.
Preghiamo affinché il Signore ci benedica in modo speciale in questo periodo di tempo.
Vogliate ricordare sempre il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1492 / Cecchetti Albano / 1935-9-17 /
4.1.22 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone |
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17 settembre 1935
Mio caro Don Albano,
Rispondo alle sue e invio qualche cosa. Di nuovo: ricordi di non fare i passi più lunghi delle gambe.
Ed anche di inviarmi ogni mese le spese per gli Ospiti, e farò di tutto per aiutarvi.
Pregheremo tutti il 20 settembre affinché Don Cecchetti diventi un altro Don Bosco.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1493 / Ricaldone Pietro / 1935-9-18 /
4.1.23 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 18 settembre 1935
Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Rispondo brevemente alle sue ultime giunte in questi giorni (21/7/35 – 20/8/35).
Ho comunicato a Don Pedro il desiderio dei Superiori ed egli, pur non nascondendosi la difficoltà dell’obbedienza, va. Don Cimatti ed il Consiglio, partendo dal punto di vista che i desideri e suggerimenti dei Superiori sono comandi, esegue ben volentieri ed approva pienamente.
Don Cimatti rimane senza uno zelante missionario – poco a poco il meglio emigra dalla missione. Al prossimo anno oltre Tano assumerò il lavoro di Don Pedro a Miyakonojo et Deus providebit – Pas peur…
Come ho comunicato ai Superiori coll’otto dicembre può funzionare lo studentato filosofico e teologico:
Penso mandar là i filosofi affidandoli a Don Tanguy. Dopo 40 anni di insegnamento ai chierici, cesso dall’insegnamento… Chissà che sentimento proverò! Qualche confratello mi dice che sono più occupato con l’insegnamento che con la direzione della missione. Il guaio è che forse un po’ di scuola la so fare – e dirigere non so.
Al prossimo aprile riunirei i filosofi – e se, come ho proposto ai Superiori, verrà il permesso, a tempo opportuno – riunirei quelli di Hong Kong.
Supplico i Superiori a dare un aiuto di personale a Don Tanguy e Don Cimatti, un aiuto, elemosina o prestito in denaro, come ho scritto all’economo.
Don Braga mi comunica il ritorno dei chierici Zanarini e Floran. I Superiori sono informati della dolorosa storia, che non poteva avere altro epilogo – e preghiamo il Signore che non succeda altro. Ho inviato carte personali e quanto sapevo al Sig. Don Berruti. Per me supplico i Superiori a curare questi poveri ammalati più spirituali che materiali.
Non è tutta colpa loro, perché vi erano eccitamenti da parte dei Superiori; e le cose si ripercossero su tutti; anche i migliori ne furono scossi terribilmente. Quale tremenda responsabilità per gli eccitatori! Per ora non so dire altro.
Il bravo Arri, colpito a Hong Kong da emottisi polmonare, ha un polmone completamente guasto. Come sarà meglio, riaccoglierlo in Giappone – a Hong Kong il clima è sconveniente – mi si dice, o senz’altro, quando potrò, inviarlo in Patria?
Grazie dell’aiuto che i Superiori intendono cercare per Don Cimatti: un primo valido aiuto è la separazione. Da Miyazaki non si può dirigere il cuore della Congregazione che è a Tokyo – è chiaro. Ci vuole uno sul posto che formi, se no… buchi nell’acqua.
Per me quando parlo di dimissioni, lo stimo dovere. Non manca salute, né buona volontà – manca la sostanza, ecco tutto. È chiaro come il sole, e lo vedono tutti.
Quanto al problema Scuola Profess. e Noviziato, l’erezione dello Studentato forse viene ad allargare il problema e a legarlo al Noviziato. Ho stima dei miei confratelli – ma posso dire che nella questione amministrativa, se fosse alle dipendenze l’uno dall’altro, nascerebbero inconvenienti e sarebbe alterata la pace, che è indispensabile specialmente al Maestro dei Novizi. D’altra parte (pur essendo tutti e due santi) è naturale e umano.
Don Tanguy fu Vicario nella Missione. Consigliere, in pratica, non potrà più esserlo.
Don Tanguy fu Direttore di Don Margiaria.
Don Margiaria ha la nomea (non del tutto sbagliata) di essere stretto ed esoso nelle questioni di denaro, che non si riferiscono alla stamperia. Non me ne intendo di canoni (francamente) – desidero osservarli.
Finora ho detto ai due: “State separati amministrativamente”. Se canonicamente le due cose non possono coesistere, avviserò i due, ma creda, amatissimo Sig. Don Ricaldone, scegliamo subito un altro Maestro dei novizi: è meglio, è meglio, è meglio. Meglio la pace, la carità che arrabbiarsi per quattro soldi. Che vuol farci? È così. Attendo dunque ordini. Oppure ottenga che Don Cimatti sia esonerato dalla Missione – qui può venire Don Tanguy (l’ho perfino sognato Vescovo) ed ecco che sono nel mio vero elemento: scuole, prediche, ecc. ecc.
Per la tirata d’orecchi sulle lamentele gregoriane, tiri pure che non tirerà mai abbastanza. Lei sa che ho il dono di non farmi troppo capire scrivendo. Ad ogni modo le osservazioni erano quanto avevo saputo dal nostro attuale professore di filosofia ch. Barbaro – e sembrandomi utile che i Superiori sapessero quelle cose, le ho dette, non per voler criticare, ma per comunicare ai Superiori. Idem per il Noviziato e Studentato: ho detto ai Superiori varie volte:
che avevo notato gravi difetti fisici in alcuni che venivano, che mi pareva impossibile potessero esistere colle dichiarazioni mediche e che mettevano in serio imbarazzo alcuni confratelli o per gli studi o per l’esecuzione delle Regole;
e che non sempre riesco ad avere le carte e note confidenziali dei confratelli;
e che per abitudini gravi è strano che non si possano conoscere prima della venuta in Giappone. Mi pare di non aver detto altro. Purtroppo anche il nostro studentato che finora fu in aria, non poté essere come l’ho sognato, e le massime critiche mi si possono fare, e mi si fanno. Come vede, Lei ha tutte le ragioni.
Ultimo delicato problema. Accludo lettera del Ch. Lucchesi – la credo sincera pur egli dovendo lottare con carattere forte (chiodo) che gli venne in urto coi giapponesi suoi assistiti. Non sapendo quali siano i criteri dei Superiori al riguardo – né le vere condizioni di famiglia (S. Oscar Santini, il Direttore di Lugo devono saperlo chiaramente) che è davvero disgraziata in tutti i sensi. Prego i Superiori a stabilire quel che credono – mi rimetto alla loro prudenza e carità. Al momento attuale il chierico è animato e deciso.
Amatissimo Sig. Don Ricaldone, preghi per me; voglia che in me si compia perfettamente la volontà di Dio. Umanamente parlando però con queste prove e con quelle di Hong Kong che sono terribili per lo sfacelo delle anime, non mi resta che pregare, riferendo a me: “pereat pastor, ne dispergentur oves gregis!”.
Mi benedica con tutta l’anima:
Don V. Cimatti, sales.
1494 / Grigoletto Giuseppe / 1935-9-19 /
a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice
5 Miyazaki, 19 settembre 1935 |
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Carissimo Don Giuseppe,
Eccoti quanto desideri per le risposte, non ho capito bene se per il Sig. Dal Soglio desideri lettera per lui a parte o per te. Le faccio tutte e due. Ti prego dunque di ringraziare come sai far tu.
Grazie di quanto fai per noi. Di libri prendi quello che credi, ormai lo studentato è comprato e spero a dicembre entrino i filosofi, ad aprile i teologi. Hai fatto bene a ceder la reliquia, a prossima occasione spero inviartene.
Opera omnia Ss. Padri, optime. Si potesse trovare un Migne (anche se incompleto!…). Per i libri, fossili, ecc. ad ogni modo fa’ tu nel Signore.
Inteso che tutte le preghiere e sacrifici miei e dei missionari miei e salesiani sono ipotecati dall’ottobre 1935 all’ottobre 1936 per te e per i tuoi, e tu fa’ altrettanto per noi.
Allegro e buono sempre.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1495 / Padovan Francesco / 1935-9-19 /
5.1 |
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6 Miyazaki, 19 settembre 1935 |
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Ill.mo Sig. Padovan,
Lei accumulando benefici a benefici sempre viene in aiuto alla nostra cara Missione.
Il nipote Giuseppe45 anche recentemente mi scrive del suo lavoro per la spedizione dei fossili. Il Signore rimeriti in tutto ora e nel bel Paradiso. Come farà il povero Don Cimatti a sdebitarsi con Lei per i molti servizi ed aiuti dati alla missione?
Voglia gradire le nostre continue preghiere che facciamo quotidianamente per Lei e l’assicurazione della nostra riconoscenza.
Con vero affetto,
Dev.mo
Don V. Cimatti, sales.
Prefetto Ap. di Miyazaki
1496 / Fogliani Mario / 1935-9-20 /
6.1 |
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6.1.1 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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20 settembre 1935
Mario carissimo,
Grazie della tua e delle belle cose che mi dici – specialmente della ritornata calma di spirito – tanto più gradite cose, perché coincidenti con tante altre cose dolorose (malattia di Arri, ritorno di Floran e Zanarini, tifone a Miyazaki).
Dio sia benedetto. Procura non siano cose momentanee, ma durature.
Non ho lettera dall’Ospedale Cattolico perché assente da circa una settimana da Miyazaki – ad ogni modo ti ho detto chiaro il mio pensiero che è anche quello del Consiglio:
Non posso obbligarti a far l’operazione;
La Congregazione, buona mamma, ti offre ad ogni modo questo mezzo di guarigione;
Nessuna difficoltà per tutti i motivi che sai a curare il tutto in patria.
Il parere di Don Cim. è che per i voti attenda la scadenza – avrai così modo di saggiare meglio le tue forze spirituali.
Sì, Mario, il Signore ti vuole bene – quello che importa in questo problema, che tutti corrispondano alle numerose grazie che il Signore ci fa. Mario, abbi fede nell’amore di Gesù verso di te.
Quanto alla festa di Don Margiaria è doveroso che si faccia quanto le tradizioni nostre prescrivono e per gli scopi indicati – quindi combinate. L’unico mio dispiacere, è che non posso venirti in aiuto. Saremo tutti presenti e dillo pure in pubblica accademia – preghiamo di cuore.
Saluta tutti. Amiamo tutti come ci ama il Signore!
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1497 / Dal Fior Luigi / 1935-9-… /
6.1.2 al chierico Luigi dal Fior, studente di teologia |
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7 Settembre 1935 |
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Cariss. Dal Fior,
Come vedi c’è chi ti ricorda. Quando arriveranno, vedremo il da farsi. Per ora sii allegro e buono. Spero presto rivedere la tua faccia sorridente implume e parlare cuore a cuore. Coraggio. Pochi mesi ti separano dalla fine dell’anno. Studia e fatti santo prete.
Prega per me.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1498 / Fogliani Mario / 1935-9-30 /
7.1 |
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7.1.1 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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30 settembre 1935
Carissimo Mario,
Tutti pregano: confratelli, giovani, Figlie di Maria Ausiliatrice, avendo tu buoni amici dappertutto. Offri con pazienza per il bene dell’anima tua e della missione le tue sofferenze. Arri migliora. Ossequi al Sig. Dottore e Suore.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1499 / Ricaldone Pietro BS / 1935-10-1 /
7.1.2 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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7.2 Carità! Carità! Carità!46 |
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8 Miyazaki, 1 Ottobre 1935 |
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Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Una bella notizia, la quale come ha inondato della più pura gioia tutta la nostra povera umile Prefettura Apostolica, così son certo farà piacere a Lei, ai Superiori e a quanti (come ricordarli tutti in questo momento?) cooperarono in tante forme alla lavorazione di un’altra fulgida gemma, che viene ad ornare la nostra Missione.
L’OSPIZIO DI MIYAZAKI per i poveri vecchi ed orfanelli è un fatto compiuto al completo. Il 29 Settembre, sacro a S. Michele Arcangelo, patrono speciale del Giappone, era solennemente benedetto e inaugurato coi riti religiosi e civili, alla presenza delle autorità della provincia e della città, di numeroso popolo e di tutta la cristianità, e dal cuore di tutti colla gioia più viva si elevava pure l’inno della riconoscenza al Signore, che ci ha permesso di condurre a termine quest’opera. Alcuni anni fa, vedendo gli umili inizi dell’opera, prevedendo le difficoltà ed incertezze del momento sembrava un sogno la realizzazione. Si pensò anche ad una débacle, data la crisi mondiale, si pensò proprio ad un’impossibilità, dato il momento delicatissimo del problema cattolico in Giappone. Ma mi risuonavano al cuore le forti parole di Ozanam: “Dobbiamo fare ciò che è più gradito a Dio, cioè quello che faceva Nostro Signore Gesù Cristo, quando predicava il Vangelo: andiamo ai poveri”. Furono sempre nostra guida i ricordi del nostro Don Bosco ai missionari: “Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini”. Le parole ammonitrici del Padre le vediamo oggi pienamente attuate anche in questa realtà consolante.
D’altra parte ogni opera di beneficenza per essere davvero utile ai poveri dovendo anche essere di moralizzazione e di cristianizzazione è da considerarsi proprio come opera di vero apostolato missionario. Non potevo stare dunque in dubbio – e diedi il via – anime sante giapponesi compresero e coadiuvarono – anime di zelanti missionari si votarono all’opera – benefattori di ogni calibro corrisposero – fortunatamente lo spirito giapponese entra perfettamente nell’ordine delle idee organizzatrici di opere assistenziali – leggi speciali le favoriscono – ed il Giappone presenta istituzioni perfette in questo genere.
La volontà di Dio e questo favorevole stato di condizioni condusse alla realtà.
Un’area di 6000 mq in amenissima posizione nota col nome popolare di montagna primaverile tra campi verdeggianti e boschi di pini, a pochi minuti dalla stazione centrale e dalla città.
Gli edifici pieni di luce e aria, bellamente incastonati tra giardinetti e cespugli, coprono un’area di 1500 mq. Son divisi in padiglioni diversi – reparto vecchi, uomini e donne – reparto orfanotrofio – reparto sala custodia o asilo (per interni ed esterni) – più tutti i locali riservati al personale, e quelli necessari allo svolgersi della vita materiale e del lavoro. Non manca la sala di riunione per manifestazioni religiose, civili e per divertimenti… Nel centro della costruzione domina la Chiesa, dall’alto della quale la statua del S. Cuore (di fattura giapponese) domina benedicente il Suo istituto, ed una sonora campana coll’Angelus saluta la Vergine Santa, grida ammonitrice: “Qui si lavora a santificare con la considerazione di Gesù Cristo, sofferente nella persona dei più piccoli suoi fratelli”. E tale spirito informatore fu ben compreso, voluto e realizzato dall’anima di tutto questo movimento santo, il nostro Don Cavoli, e dal suo più fedele interprete Don Liviabella. I soci delle conferenze di San Vincenzo, che furono i dissodatori di questo terreno fecondo di carità, si ispirano a queste direttive. Le Figlie della carità, giovani giapponesi, che hanno consacrato generosamente la loro vita per quest’opera di bene, vengono formate a questa massima. I buoni vecchietti e gli orfanelli colla preghiera quotidiana risentono gli effetti di questa effusione di carità cristiana. Le autorità ed il buon popolo pagano, che ora constatano la realtà dello sforzo compiuto, ammirano ed entrano esse pure nella sfera di tale azione caritatevole. Ed infatti come le annunziai, l’opera ha l’approvazione legale dello Stato, base essenziale per poter lavorare in questo paese; ha il consenso e l’appoggio delle autorità locali – base essa pure importante per il futuro dell’Opera; ha l’appoggio delle Conferenze di S. Vincenzo e di una pleiade di anime caritatevoli, e colla base indispensabile dell’aiuto di Dio, che come non mancò mai finora, non mancherà neppur in seguito, si può essere tranquilli anche per l’avvenire.
Come si svolge la giornata all’Ospizio? L’Ospizio è basato nel suo ordinamento sullo spirito informatore delle Opere di Don Bosco: pietà, moralità, lavoro, spirito di famiglia, giocondità. La campana dà il segnale della levata. Si sentono voci argentine di fanciulli che danno dalle camerate il primo saluto a Gesù – vagiti di bimbi – qua e là per i corridoi profili di vecchi che si avviano alla chiesa – nella cucina le incaricate hanno già acceso il fuoco – e per tutto l’edificio le figlie della carità si prodigano a che quanti possono siano presenti alla prima adunata generale, che avviene in chiesa, davanti al Padrone di casa. L’Ospizio è veramente la casa della preghiera. Nella cappella si radunano varie volte al giorno i vecchi, i bambini, le giovani della conferenza di S. Vincenzo per assistervi alla Santa Messa, per le preghiere del mattino e della sera, per la recita del S. Rosario, o per la meditazione, per la lettura spirituale, per conferenze ascetiche. Si può anche dire che la chiesuola non è mai deserta, perché [al] giorno si succedono con gara spontanea, vecchi e giovani a pregare. Il momento più commovente è, senza confronti, quello della Comunione che ogni giorno si può dire generale. I bimbi si accostano all’altare a mani giunte e gli occhi bassi da sembrare angioletti; i vecchi colla corona appesa al collo, si trascinano lenti sotto il peso degli anni; le giovani alla loro volta, col libro delle preghiere in mano e, spesso, con un pupo in braccio che biascica un biscotto. Agli infermi, Gesù viene portato nelle loro stanzette. Fede, semplicità, carezze di angioli è intorno a Gesù che ognuno loda come sa e può. Ogni mese si fanno speciali funzioni: il primo Venerdì del mese in onore del S. Cuore di Gesù; il 24 in onore di Maria Aus.; la pia pratica dell’esercizio della buona morte; la prima domenica di ogni mese si celebra la S. Messa per tutti i benefattori dell’Ospizio. Tutto ciò è tanto più meraviglioso e consolante allorché si pensi che buona parte di quei vecchi fino a poco tempo fa erano pagani, e tutti i fanciulli ricevettero il Battesimo in grazia di quest’Opera di carità, e pregano riconoscenti per i loro benefattori. Ai ricoverati pagani si lascia piena libertà, ma è consolante vedere il loro progressivo avvicinamento al Signore, e finora furono tutti conquistati dalla grazia. I ricoverati all’uscita della chiesa, tutti i ragazzetti in bella schiera e con grazioso inchino danno il buongiorno al sacerdote e a quelle che si chiamano (poveri figliuoli!) col dolce [nome] di mamma e di sorelle, mentre i buoni vecchi si scambiano con profondi inchini i saluti mattutini di uso. Ed eccoli dopo poco nei refettori prendere in comune il loro pasto. Le solerti figliuole della carità ai più piccini preparano la buona pappa di riso e latte… Ai più deboli anche l’uovo… E mangiano tutti… e come… Lo dice chiaro il conto mensile. Cibo alla giapponese – riso, verdura, pesce, e ai pasti principali e a merenda anche altro. I vecchietti e le vecchiette intrecciano tra una boccata e l’altra, tra un sorso e l’altro del caldo thé, briosi discorsetti, moti arguti che finiscono in risatine sonore. Intanto i più grandicelli hanno preparato la borsa di studio – le assistenti hanno verificato che tutto sia in ordine – le cuoche hanno preparato per tutti il bento (scatoletta contenente il pranzo) e dopo aver udito brevi consigli esortativi dalla mamma, si avviano ordinati e assistiti alla vicina scuola comunale. Nella sala-custodia dell’asilo intanto si radunano gli altri piccoletti del vicinato, e si inizia anche per loro l’orario scolastico. Intanto le incaricate si prodigano per la pulizia della casa, per la cura degli ammalati, per il bucato, mentre i vecchi abili al lavoro si spargono qua e là, chi a spaccar legna, chi a coltivare ortaggi e fiori, chi a intessere corda – altri nelle camerette leggono o vicino al piccolo focolare giapponese fra gioconde conversazioni alternate da folate di fumo della minuscola pipa parlano delle notizie del giorno e rimembrano le antiche gesta… Così si alternano le preghiere, il lavoro, i pasti, le ricreazioni in questa casa di carità. Verso le 4 pomer. al ritorno dalla scuola, gli studenti sono assistiti ed aiutati nell’adempimento dei loro lavori, nello studio della religione. Conferenze settimanali pure si fanno per l’istruzione religiosa dei vecchi, delle Figlie della carità, e al sabato tutta la famiglia si raduna nella sala dei divertimenti per il trattenimento familiare di vario genere. Verso le 9 di sera, dopo il saluto a Gesù colla buonanotte tutto e tutti rientrano nella calma del riposo notturno. Nelle linee generali così viene snodandosi la vita del nostro Ospizio.
È bello pensare oggi al piccolo gruppo di Consorelle della Conferenza Femminile di San Vincenzo de’ Paoli che iniziò la visita ai poveri della città cinque anni fa. Ed ogni settimana portò con l’obolo della carità, anche una buona parola di conforto, un raggio di speranza cristiana. Ed a poco a poco cominciarono a fiorire le prime conversioni e furono amministrati i primi battesimi. La carità cristiana aveva trionfato. Gli amici d’Italia ci fornirono i primi mezzi necessari, che ci misero nella felice condizione di iniziare i lavori. Il 18 dicembre 1932 fu inaugurata la prima parte dell’Ospizio con gran giubilo di tutti. Il 10 Gennaio 1933 entrarono i primi vecchietti fra i quali due sposini… di 81 anni suonati. Quanti sono ora i ricoverati? Un centinaio. È fra tutte una ben consolante realtà. L’inno di grazie dunque a Dio, l’inno di riconoscenza ai benefattori.
Ed ora al lavoro per l’inizio delle opere naturalmente concatenate con questa, perché presto i piccini diventeranno grandi e non potranno sempre rimanere all’Ospizio. Non c’è nulla da temere se Lei amato Padre ci benedice, se prega e se dice ai benefattori una parolina a nome del
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1500 / Chierici Salesiani / 1935-10-1 /
8.1 |
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8.1.1 ai Chierici studenti di Teologia presso il Gran Seminario di Tokyo |
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[1 ottobre 1935]47
Carissimi teologi,
Ho bisogno di molte grazie anche per voi singoli e per lo studentato teologico. Siete capaci di aiutarmi a strappare queste grazie dalla Madonna del Rosario? Su… Proviamo!
Ma badate che bisogna [che] siamo santi, se no…
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
P.S. È inteso che voi finirete la vostra teologia nelle attuali condizioni. Spero si potrà migliorare qualche cosa. Per i nuovi teologi, ancora buio. La Madonna deve chiarire e decidere. Capito? Mano dunque al Rosario.
1501 / Berruti Pietro / 1935-10-2 /
8.1.2 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 2 ottobre 1935
Rev.mo Sig. Don Berruti,
L’unita è ancora a chiarire la situazione dei nostri chierici di Hong Kong. Può essere unita a quanto ho inviato in precedenza.
Torno da una serie di concerti in zona Osaka‑Kobe e da vari abboccamenti con S. E. il Vescovo: continuano pressanti le insistenze per la nostra andata, già promessa dai Superiori. Gli ho spiegato le nostre difficoltà finanziarie e penso che pian piano verremo ad accordi concreti e per opere oratoriane e per scuola professionale. È un campo immenso da invadere e più presto si farà meglio è. Ascoltino i nostri buoni Superiori le preghiere di questo povero vecchio.
Bisogna conquistare il Giappone al Signore col medesimo sistema di conquista in uso presso di loro – presto e largamente.
Al che occorrono mezzi e personale. Facciano i Superiori qualsiasi sforzo. Ah, quanto poco si conosce questo gran Paese! Ascoltino, ascoltino e vengano in aiuto.
Vi è fra noi l’Ispettrice delle Figlie di Maria A. Madre Cogliolo. Constata che le Figlie di Maria A. sono nell’attuale condizione (cioè lavoranti come Congregazione propria) come pesci fuor d’acqua. Insiste che si ritorni allo status quo ante – a che sia concesso il Cappellano a Beppu – che la Missione sussidi le Opere missionarie tenute dalle Figlie di Maria A. È dunque un ritorno, che, coll’elemento attuale che c’è alla direzione, mi pare ristabilirà le condizioni di vicendevole disagio. Dall’altra parte non ho personale. Il Superiore della Missione cura come semplice missionario due residenze (Tano e Miyakonojo). Se devo dare il Cappellano, il missionario in pratica che cosa mi diviene? Chiudo anche Beppu? Francamente non so come fare per accontentarle, data la povertà di personale e di mezzi in cui mi trovo.
Supplico poi i Superiori che mi aiutino per la costruzione dello studentato, come ho richiesto.
Mi si comunica che al 18 di questo mese fu firmata l’approvazione dello Shadan della nostra Congregazione (ci si riconosce cioè come Società capace di possedere e compiere tutti gli atti civili di proprietà, come società) che regolarizza finalmente i beni della Congregazione. Deo gratias! Lo si è potuto ottenere per tutto il Giappone – mentre ad es. quello della Missione limitato alla Prov. di Miyazaki e Oita. Per me è un miracolo di Maria A. e Don Bosco, dato i tempi che corrono. Siamo i primi e gli unici – altri Istituti hanno altre forme più limitate.
Preghi e faccia pregare per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Unisco due biglietti per Zanarini e Floran.
1502 / Escursell Pietro / 1935-10-2 /
8.1.3 a Don Pietro Escursell, missionario salesiano in Giappone |
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2 Ottobre 1935
festa degli Angeli
Carissimo Don Pedro,48
Eccole qualche cosa di quanto mi viene in mente. Sono più che altro norme prudenziali. Se Lei farà un cuor solo col suo personale, eseguendo bene i ricordi di Don Bosco, penso che raddoppierà il bene fatto dal nostro Don Piacenza. Il Signore benedica e prosperi. Ho già fatto la sua presentazione a nome dei Superiori a S. E. l’Arcivescovo cui si presenterà col Sig. Don Tanguy al più presto. Don Cimatti è sempre a sua disposizione per qualsiasi evenienza: la vicinanza poi di Don Tanguy e Don Margiaria faciliteranno molte cose. Preghi per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
PRO-MEMORIA
S. E. l’Arcivescovo è suo Superiore ecclesiastico, da cui dipende, come parroco, totalmente secondo le facoltà che le concederà, cessano con questo tutte quelle che aveva in Missione.
Secondo le convenzioni:
Fabbricati, terreno sono della Missione di Tokyo, per modificazioni, riparazioni, ecc. si dipende dall’Arcivescovo (che pensa alle tasse, assicurazioni).
L’Arcivescovo passa il mensile al solo sacerdote. Intendersi per catechisti coll’Arcivescovo. Il resto del personale a carico del missionario. A tutt’oggi Tokyo non domanda mai nulla al Visitatore di contributo regolare per mantenimento.
Piano generale di Don Piacenza:
Dipendenza assoluta coll’Arcivescovo, frequenti contatti, inviti a feste importanti, ecc.
Prudenza per l’armonia fra confratelli di ministero, buone relazioni con tutti, specie coi più vicini (anche con i Gesuiti che sono sullo stesso territorio) – stia nell’umiltà pensando che abbiamo bisogno di tutto e di tutti.
Contatto e relazioni cogli ordini e comunità religiose maschili e femminili, e specialmente colle autorità civili locali, ecc.
Applichi alla lettera i ricordi di Don Bosco ai missionari.
Far conoscere ed amare la missione; non troppe manifestazioni religiose per i pagani, li attiri coll’utile e col piacevole.
Istituzioni e vantaggio dell’Oratorio, come ora. Erano in programma doposcuola, scuola serale, asilo e dispensario (di tutto accordarsi sempre prima coll’Arcivescovo).
Raccomando massima prudenza anche negli scritti specie all’estero e specie nei momenti attuali.
Le raccomando i confratelli – non sono forti – li nutra, abbiano il conveniente riposo, e dia loro di fronte al catechista o ad altri sempre la preferenza. Parli con frequenza con loro. Don Piacenza accettava come giovani aiutanti quelli che dimostravano vocazione ed erano ammessi alla nostra mensa (me ne cerchi molti e buoni come aspiranti chierici o coadiutori).
Non voglia fare modificazioni di sorta del regime, ecc. prima di essersi impratichito e almeno “nihil innovetur” di sostanziale prima del prossimo anno.
Finché non sarà provveduto mediante le Figlie di Maria A., l’oratorio sarà misto. Raccomando non ci siano preferenze (se ci sono, siano dalla parte maschile), inter nos qualcuno vociferò che Don Pedro tende più all’altro elemento. Preghiamo il Signore e facilitiamo al possibile l’Avvento delle Figlie di M. A.
Osservare molto, parlare poco, fare assai.
1503 / Dal Fior Luigi / 1935-10-3 /
8.1.4 al chierico Luigi Dal Fior, studente di teologia |
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3 ottobre 1935
Carissimo Dal Fior,
È S. Teresina. Vorrei (ed ho pregato per te) che diventassimo umili e semplici così come lei. Coraggio Luigi – studia (non perder un briciolo di tempo… Che rimorso ne avresti poi) – prega e sii allegro. Ti abbraccio e benedico
Don V. Cimatti, sales.
1504 / Ricaldone Pietro / 1935-10-6 /
8.1.5 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 6 ottobre 1935
Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Ricevo la sua preziosa circolare del 24/8/35 giunta qui il 30 Settembre; quindi nell’impossibilità di poter aderire per quest’anno al suo desiderio, che da anni, da anni mio vivissimo, nostro vivissimo desiderio…
Per le missioni in genere e per la nostra in specie (di cui Lei in modo speciale conosce i bisogni, le deficienze, ecc. ecc.) vale il desiderio espresso in circolare? O data la nostra posizione (personale che ci viene da Torino) siamo da considerarci in posizione speciale? Dopo un anno di permanenza in Giappone (caso di quelli da inviarsi per la filosofia) o dopo 4-5 anni (caso di quelli da inviarsi per la teologia) conveniente il ritorno in patria per tali studi? O non è più conveniente che i Superiori in base al personale che possono inviare facciano la scelta e indirizzino per conto del Giappone quelli che credono atti a tali generi di studi? Questo il mio dubbio per i nostri salesiani (venuti dall’estero).
Per il personale giapponese chiericale posso disporre nel senso desiderato dai Superiori? Per il perfezionamento dei coadiutori (non solo per arti e mestieri) in ogni genere di cose (servizi di casa, agricoltura, ecc.), ma più per lo spirito; ci sono disposizioni o desideri speciali dei Superiori? Non so se al prossimo anno riuscirò ad averne, ma intanto ci si pensa e si provvede.
Eccole la mia povera risposta alla circolare. Preghi e benedica il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1505 / Circolare salesiani / 1935-10-7 /
ai Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki
Miyazaki, 7 ottobre 1935
Carissimi,
Vi ricordo che la domenica 20 corrente mese è consacrata dalla Chiesa come giornata missionaria. È desiderio del S. Padre che nelle Missioni si dia sviluppo a tutte le pie pratiche prescritte…
Vi prego dunque che al solito degli anni passati si celebri in ogni residenza col massimo impulso tanto dal punto di vista spirituale e di propaganda, quanto col domandare anche modesto contributo per le opere della Propaganda della Fede. Il ricavato della colletta – dovendosi spedire a Roma – vi prego di farmi pervenire al più presto quella qualsiasi raccolta fatta.
Non dimenticatevi a che il concorso, sia pur modesto, dei nostri cristiani per la Chiesa di Maria A. e altare di Don Bosco a Torino.
Non temiamo, miei buoni missionari, di domandare per queste sante opere.
Date et dabitur vobis. Mettiamo dunque in opera quanto sappiamo per far sì che la giornata missionaria riesca della maggior gloria di Dio e della salute delle anime.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
1506 / Fogliani Mario / 1935-10-8 /
8.1.6 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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Miyazaki, 8 ottobre 1935
Mario carissimo,
Grazie della tua ultima. Sicuro! Purificazione completa e speriamo che per il corpo sia tale davvero, perché ne hai bisogno.
Anche Arri mi scriveva: “Oh, come le cose si vedono diverse sul letto del dolore!”. Tutti i confratelli e Figlie di Maria A. pregarono e pregano assai. So che migliori – così pure Arri.
È il mese del Rosario. Puoi dirne molti. Qualche Ave anche per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1507 / Pasetto Giuseppe / 1935-10-8 /
a Giuseppe Pasetto, chierico salesiano
8 ottobre 1935
Caro Pasetto e Giuseppini,
Grazie di cuore della tua ed in modo speciale della ricchezza di tesori inviati. Con questi non temo né i debiti, né i diavoli. Bravo! Continuate a essere all’avanguardia di tutto il movimento.
Mi parli di pioggia, ecc. ecc. tutte cose più che naturali qui, insieme ai tifoni e terremoti, quindi non mi racconti niente di nuovo. In 30 anni di Piova ho veduto altro che quello che mi dici. Beh! a tutti grazie ed una parolina a tutti: a te “Fomenta di più l’unione con Dio”. Quante giaculatorie dici? 10.000? Comincia allora ad andare bene e vincerai il carattere e ti affiaterai con tutti.
A Don Roberto un pugno, a Don Crestati… benedetto!!! Al buon Don Vincenzo un baso, dove vuoi.
Allegri! Miei buoni Giuseppini, grazie grazie e ogni giorno sarete ricordati nelle preghiere.
Tutto vostro
Don V. Cimatti
che vi abbraccia singulatim e vi benedice nel Signore
1508 / Grigoletto Giuseppe / 1935-10-10 /
8.1.7 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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[10 ottobre 1935]
Carissimo Don Giuseppe,
Dunque eccoti consigliere… Sii tale colla parola e coll’esempio e fa’ studiare bene i tuoi cari PUTELI.
Ironia delle cose… anche Don Cimatti ha provato quell’ufficio a S. Giovanni, ma non sono riuscito a incutere timore a nessuno.
Strana la tassa del pacco… Chissa perché?
Prego e faccio pregare assai per il padrino. Assicuraglielo.
Ti unisco ringraziamenti per Steglio e per la Superiora del Gris.
Per i fiori, come ti dissi, fa’ tu nel Signore. Quanto fai è ben fatto. L’edificio spero inaugurarlo per l’Immacolata. Il noviziato aspetta solo gli uccelli e presto incominceremo. Ho molti debiti, ma il Signore mi aiuterà…
Per le zucche et similia in primavera. Qui seminano in cassoni e poi trapiantano per avere primaticce e per timore del gelo.
Grazie di tutte le notizie che mi interessano fino ad un certo punto. È un mondo tanto diverso il nostro… Avrei bisogno di personale… Ma il Signore ci pensi. Intesissimo per le preghiere (Comunione dei Santi).
E allora caro il mio Grigolo allegro e buono e… avanti sempre per far del bene a te e agli altri.
Ti abbraccio e benedico con tutta l’anima in osculo sancto Dei.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1509 / Colombara Vincenzo / 1935-10-15 /
8.1.8 a Don Vincenzo Colombara, ex-allievo di Valsalice, salesiano49 |
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[15 ottobre 1935]
Mio caro Don Colombara,
La vena tua poetica
che mai non si dissecca,
la parte mia patetica
del cuor sollevò.
Se io non fo cilecca,
almen risponderò.
Grazie di cuore, o amabile,
pel dono ricevuto:
sebben ho mente labile,
ti voglio ringraziar,
ed il Battesimo avuto
mi preme d’annunciar.
Domenico e Antonio
(Sebben persona sola)
ha grande comprendonio
cosa diventerà?
Prega per lui, la stola
intatta serberà.
Grazie delle notizie
care che tu mi dai!
I cherici ahi! sono dovizie
che ti faran crepar.
Per riparar lor guai
Cimatti sen fuggì.
E preferì i martiri
dell’Oriental missione,
fuggì dai brutti tiri
dei cherici di Torin.
Ma corpo d’un cannone
li trovo ancor tra i pié.
Intanto il gran Giappone
è lieto che l’Italia combatta quell’orsone
per tutti sì crudel.
Ah, se grossa Italia
gli si potesse dar!
Ed or passando ad altro
ricorda ai missionari (futuri)
che il demonio scaltro
è buon sussurrator.
E sogni visionari
far sempre lor veder.
È certo, solo questo: (della vita missionaria)
amore e sacrificio;
lo spirito tutto pesto
bisogna far venir.
E pel divin servizio
saper ancora morir.
La fantasia colora
sempre con forti tinte
le cose, e spesso indora,
furba, financo il mal.
Siano tutti d’un pezzo,
e corpo, e mente e cuore;
stian lontan dal lezzo
di vile impurità.
Convertano fin d’ora
il vero, sol selvaggio,
lo sporco IO. Allor
dirigeranno davver
a mille a mille l’anime
del cielo pel sentier!!!
Tuo, vostro
Don V. Cimatti kakka50 (= monsignore, eccellenza… Bello eh!)
1510 / Ricaldone Pietro / 1935-10-16 /
8.1.9 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 16 ottobre 1935
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Sono un po’ in ritardo col mio rendiconto, non avendo potuto fare l’esercizio della b. m. colla comunità, mi sono trovato in ritardo.
Sanità: optime, mi sembra. Mah! Si diventa vecchi… Vedrà che per me, non abituato alle malattie, spero di dare pochi disturbi.
Lavoro: l’andata di Don Escursell a Tokyo (mai un confratello far così volentieri l’obbedienza) mi lascia vuota la casa di Miyakonojo. Così ora vado tre giorni là – al sabato e Domenica a Tano e Miyakonojo. Quando i chierici saranno a Tokyo potrò stabilirmi là. Certo penso che i Superiori penseranno di aiutarci perché così non si può continuare, ché non si conclude nulla.
Tokyo è lontano – lo lascio in mano a quei cari confratelli. Badi che quasi metà dei preti (e quali preti!) sono fuori della missione! Dio ci aiuti.
Per il resto al solito – tento mantenere la buona volontà: mi aiuti Lei colla sua preghiera.
Per ora i confratelli benino. Per me il cruccio vero è non poter attendere ai chierici come dovrei – raccomando mi diano aiuti, se no omnes perimus. Povere speranze future!
Notizie da Hong Kong buone. Attendo disposizioni dei Superiori di vario genere, anche per il Ch. Arri, santo figliuolo. Se non ricevo ordini, me lo conduco in Giappone, diventerà il nostro parafulmine. Fiat voluntas Dei. Chissà un altro Beltrami…
Unisco pro-memoria relate alle Figlie di Maria A.
Mi benedica assai assai e preghi per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1511 / Ricaldone Pietro / 1935-10-16 /
8.1.10 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Visitatoria S. Francesco Saverio
Miyazaki, 16 ottobre 1935
M.R. Sig. Don Ricaldone,
Ieri è partita la Rev. Ispettrice delle Figlie di Maria A. che ha compiuto l’attesa visita. Mi pare che finalmente anche per le Figlie di M. A. si sono chiarite molte cose e che la visita certamente è stata assai fruttuosa in tutti i sensi: spirituale, senza dubbio (buona muta di esercizi – professione delle loro prime novizie, conoscenza di persone e di cose, ecc.) e materiale, perché hanno finalmente acquistato terreno a Tokyo, vicino a Mikawajima e così anche il problema dell’Oratorio femminile si va delineando, e togliendo così i nostri confratelli salesiani da veri impicci per il mescolamento dei due elementi. Deo gratias.
Siccome però la Sig. Ispettrice ha trovate le Figlie di Maria A. in condizioni che dice non essere note alle Rev. Superiore – ed asserendo che se dovessero rimanere in tale condizione non si sente di tenerle in missione, e da tutto il contesto pare che la massima colpa ora la si voglia gettare addosso a questa cenerentola di Missione, già tanto tartassata, credo opportuno brevemente accennare allo stato delle cose, affinché Lei possa juxta de causa decidere – perché una decisione si vuol prendere. Per me sono disposto a rimangiarmi tutto il passato, ma sia chiaro una buona volta come sono le cose.
Per me penso che i Superiori siano pienamente al corrente di ogni cosa, ad ogni modo:
Inizialmente le Figlie di Maria A. vennero in missione chiamate dalla missione stessa. Non vi fu convenzione scritta, perché così determinarono il Sig. Don Rinaldi e la Madre Superiora Generale.
Molteplici cause note ai rispettivi Superiori e che determinarono il passaggio ad un regime di indipendenza delle Figlie di Maria A. condussero a che le Figlie di M. A. si trovarono in missione come fossero venute per conto loro. Il Superiore della Missione diede, perché richiesto, facoltà di aprire case in qualsiasi punto della missione. La Missione le considera in tale posizione, ed esse pure a Miyazaki e a Beppu si considerano tali.
Quanto abbiano sofferto i missionari prima di addivenire a questo stato di cose, ed anche dopo (specie a Beppu) lo sa il Signore e chi fu in mezzo.
Se si dovesse tornare allo stato di prima NESSUNO assolutamente si sente. Per me confesso la mia incompetenza a determinare lo spirito delle Figlie di Maria A., ma mi sembrano troppo comode. Per me, se avessi il personale, metto subito il cappellano, ma al momento attuale, non ne ho.
Il Superiore della Missione tiene i piedi in tre staffe (e non parlo di Tokyo… che sarebbe la quarta… è da tempo che è nelle mani di Dio) anche per dare buon esempio di attività, ma non ne guadagnamo nessuno; ad ogni modo continuerò a fare così finché non saremo in numero e finché il Signore mi darà le forze.
L’insistenza a che la Missione riconosca il lavoro delle Figlie di Maria A. e lo ricompensi (in tutto o in parte) come lavoro missionario, mi dà l’aria di voler prendere soldi… E poi faranno come faranno. E per me che navigo nei debiti, non so davvero come fare. Ad ogni modo le Figlie di Maria A. sanno che Don Cimatti nella sua povertà (meglio: la povertà della Missione) quanto poteva, aiutava sotto varie forme.
Quid dicam? I Superiori da ambo le parti hanno le mie povere relazioni. Il passo fatto che fu valutato da ambo le parti e che fu determinato coll’aiuto del Superiori, è parere nostro che non sia cambiato, a meno che cambino le teste, ossia quella di Don Cimatti, dei miei che avranno a fare con loro (perché se la missione paga – brutta parola – penso che abbia il diritto e il dovere di fare osservazioni), ed anche quelle delle Suore.
Penso che il Superiore sarà informato e fu per riassumere la questione e per dire qual è il modo di pensare nostro che volli inviarLe questa mia. Non ho nessuna difficoltà che questa sia letta dalla Madre generale.
A Madre Cogliolo diedi da leggere senza timore tutto l’incartamento relativo alla questione.1
Il Signore mi aiuti a vivere ed agire secondo la sua santa volontà.
Tutto suo aff.mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1512 / Bernardi Angelo / 1935-10-16 /
8.1.11 al chierico Bernardi Angelo, missionario salesiano in Giappone |
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Miyazaki, 16 ottobre 1935
Angelo carissimo,
Penso che non sia esatto il tuo ragionamento sulle prove…
Quelle di cui parli sono le prove umane. Gesù dice chiaro: “Qui non bajulat cotidie crucem suam post me non potest meus esse discipulus”.
Credi a me, il motivo di Floran e Zanarini non fu ricerca né di cuori che li comprendessero e aiutassero – né ricerca di pace.
Vuoi essere tranquillo? Ma buttati una buona volta in Dio e avanti senza paura, fa’ quello che sai e puoi senza preoccuparti d’altro.
Se cambiano il Direttore non è tua colpa – se provi difficoltà nello studio non è tua colpa. Noi siamo invitati dal Signore a fare quanto possiamo con buona volontà – tentando ogni giorno di correggerci di qualche cosa.
Ti ripeto (e ve l’ho detto in quanti toni…) il perché è unico: “Quanto non dipende dalla nostra cattiveria è disposizione di Dio e basta”.
Quindi calmo e sereno, pensa a studiare e a farti buono.
Sì, ogni giorno ti raccomando al Signore. Di Bechis penso di saperne quanto voi – mi scrisse una volta ultimamente esponendomi qualche difficoltà. Che cosa abbiano disposto i Superiori, non so. Unisco quello che ho di francobolli che desideri, purtroppo non li ho tutti: accetta quelli che invio…
Penso bene che sulle note c’entri anche la biancheria lavata.
Se tutto va bene, pare che i nostri partano il prossimo 19 Novembre, ma… Coraggio, Angelo. La meta si avvicina. Allegro e buono sempre…
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1513 / Tassinari Clodoveo / 1935-10-16 /
8.1.12 al chierico Clodoveo Tassinari, studente di teologia a Hog Kong |
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16 ottobre 1935
Caro Tassinari,
Non adontarti. La tua carissima meriterebbe un quaderno, ma spero me lo vorrai fare risparmiare.
Grazie delle tue osservazioni… e lasciamole, tanto… acqua passata non macina più. I vostri superiori, voi, tu e Don Cimatti siamo come siamo davanti a Dio: ci perdoni, ci aiuti ad edificare e… avanti.
Con Don Cimatti puoi parlare sempre fuor di denti – non temere quindi di non dare dispiaceri a Don Cim. (anche se non creda o crediate… non ne ho mai avuti nessuno né da voi… né dagli altri, ed il perché e semplicissimo; “Cerca di pigliar tutto dalle mani di Dio”).
Quanto provi ora sul desiderio del dolore, avrà valore sommo se lo pensi così, se no diviene una posa stoica e null’altro.
Il Signore ti dia modo di gustare quanto scritto tra virgolette quattro righe sopra.
Prego ed offro i miei piccoli sacricifi per i tuoi cari. Che di fronte al sacerdozio ti renda conto della realtà [che] è dovere. Quindi niente ti turbi “omnia possum in eo qui confortat me”.
Di Zanarini e Floran non so ancora nulla: penso che quest’anno riposeranno come ammalati. Di Bechis pure non ho notizie recenti.
Per Arri: che vuoi? In tanti anni di infermierato credo di non aver nascosto nulla agli ammalati – e non bisogna illudere Arri, anzi (se così piace al Signore) sia il nostro Don Beltrami: farà più lui che noi tutti insieme.
Tieni e tenete la posizione indicata: la vera. Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1514 / Braga Carlo / 1935-10-18 /
8.1.13 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina |
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18 ottobre 1935
Carissimo Don Carlo,
Voglio essere dei primi ad augurarti ottimo santo onomastico con l’assicurazione di speciali preghiere.
Nei suoi imperturbabili decreti il Signore ci ha provato in varie forme: tu, Don Cimatti, i tuoi, i miei. Colpa né tua, né mia. Calmo e tranquillo e vedrai che tutto sarà per il bene.
Mi scrivono tutti calmi. Uno paragonando il vitto di Aberdeen con quello di Shaukiwan, fa voti che l’economo allarghi… Il tuo economo attende soldi… È un momento brusco, ma faremo il nostro dovere. Pazienta.
Ricevo il tuo telegramma. Visto il buon Arri, fattolo visitare… deciderò. Intanto portiamo con gioia umile la croce. Ti abbraccio e benedico in osculo sancto Dei.
Tuo sempre
Don V. Cimatti, sales.
1515 / Cecchetti Albano / 1935-10-29 /
8.1.14 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone |
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29 ottobre 1935
Carissimo Don Albano,
Ecco le ricette che davvero pensavo di non avere. Domando perdono al Signore e ad Arri e a Lei.
Per le offerte per la Propagazione della Fede, tenga, defalcherò poi…
Pel cimitero già le scrissi. Si può fare così: la missione compra per 15 tsubo. Quelli fra i cristiani che vorranno tomba propria pagheranno poi alla missione il terreno. Poi, tutte le elemosine del mese di Novembre alle Ss. Messe siano “pro cimitero”. Si propone anche alle Figlie di Maria A. se vogliono acquistare, costa tanto…
Mi pare aver risposto ad omnia.
Al buon Arri: “riposi, preghi e stia allegro” ricordando le parole di P. Matteo.
T. è stato ammesso a pieni voti dal Consiglio. Stabilisca insieme la data preferita. Per gli Esercizi faccia un buon triduo concluso con esercizio di buona morte.
Preghi e faccia pregare per me.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1516 / Circolare alle Suore F.M.A. / 1935-10-30 /
alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, missionarie in Giappone
Visitatoria S. Francesco Saverio
Miyazaki, 30 ottobre 1935
Alle Figlie di Maria Ausiliatrice,
L’avvicinarsi della bella festa dei Santi e della commemorazione dei defunti mi dà occasione di rinnovare spiritualmente la santa relazione dei Ss. Spirituali Esercizi, che quest’anno per tutti gli avvenimenti successi, devono certo aver segnato un’orma profonda in ognuna di voi. Non dimentichiamo i buoni propositi presi in quell’occasione.
La festa dei Santi ci dice: “Dobbiamo farci santi. È dovere. La nostra santità deve consistere nell’osservanza della Regola”.
Il mese di Novembre poi ci dà modo di suffragare in tanti modi le sante anime del Purgatorio. Adoperiamo tutti i mezzi possibili per farci dei meriti. Il nostro S. Francesco di Sales dice che le anime del Purgatorio ci fanno esercitare tutte le opere di carità.
Vogliate anche pregare per le comuni necessità e della Missione e della Società salesiana in Giappone, e specialmente non dimenticate chi con tutto l’affetto del cuore si professa:
Obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
1517 / Ricaldone Pietro BS / 1935-10-31 /
8.1.15 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Le opere di assistenza sociale in Giappone51
Miyazaki, 31 ottobre 1935
M.R. Sig. Don Ricaldone,
Non si meravigli se le do notizia di questo argomento che, domanderà Lei, cosa c’entra con la Prefettura Apostolica di Miyazaki o con l’opera dei Salesiani in Giappone? Dal 23 al 25 di Ottobre fu tenuto a Tokyo l’ottavo congresso nazionale delle opere di assistenza sociale in Giappone, ed è la prima volta che anche la nostra missione ci partecipò colla sua opera “l’Ospizio”. Fu un primo passo d’assaggio; e nella prossima volta non saranno solo rappresentanti, che vanno per imparare, per raffrontare, ma anche e come missionari e come salesiani presenteranno tutte le opere nostre, che in definitiva possono entrare assai numerose nella categoria delle opere assistenziali sociali. Le opere di carità missionaria vi entrano tutte – lo spirito delle opere educative nostre, specie a favore della gioventù povera ed abbandonata ed operaia, è certo anche di assistenza sociale. E spero che il nostro Don Bosco vi farà bella figura.
Quanto le scrivo le darà anche un’idea del movimento di assistenza sociale a cui il Giappone da tempo va orientandosi nelle sue molteplici opere, che si contano, secondo i resoconti statistici più recenti, già a diecimila e attorno alle quali lavorano in varie maniere centomila persone. Il Giappone specialmente in questi momenti accentua tale movimento, esteso, secondo le sezioni del Congresso di cui le parlo, ad otto branche di attività ben definite:
Protezione dei fanciulli e delle fanciulle
Assistenza medica ai bisognosi (vecchi, giovani) sotto varie forme
Assistenza e protezione ai poveri e lavoratori
Educazione della Società
Mezzi per favorire tale assistenza
Protezione dei discoli, anormali, ecc.
Protezione dei soldati
Altre forme di assistenza sociale fuori dell’elenco accennato.
Al momento la più sviluppata è l’attività di cui al numero due, ed in questa le opere di carità sviluppate dal Cattolicismo vi possono entrare tutte (ricoveri di vario genere, ospedali, dispensari, ospizi, ecc. ecc…). La capitale è alla testa di questo movimento, che finora è ancora in mano di attività private, le quali implorano con forza dal governo aiuti per rendere più floride le esistenti forme di assistenza, ampliare la sfera di attività delle medesime, interessare la pubblica opinione.
Pensi che in dieci anni tali opere si sono decuplicate: s’impone dunque l’organizzazione delle medesime.
Amatissimo Sig. Don Ricaldone, le opere missionarie in genere, le opere educative di Don Bosco in specie rientrano in queste forme di assistenza… Oh, avesse sentito come i consigli sul modo di educare la gioventù abbandonata risuonano all’unisono sulla base della ragionevolezza preventiva, e delle buone maniere del nostro regolamento! Occorre aggiungervi l’elemento base, e questa educazione naturale diventerà educazione cristiana. Proprio questa mattina mentre dalla cara parrocchia di Tano mi recavo per la seconda Messa a Miyakonojo, il treno veniva affollandosi di centinaia di ragazzi e fanciulle delle elementari che andavano ad una lunga passeggiata (tre ore di treno) fino a Kagoshima. Allegria in tutti i volti, gioia che sprizzava dalle esclamazioni festose alla vista di nuovi panorami – e di mezzo i volti bonari dei maestri e delle maestre che ordinano quei gruppi vivaci – che serenamente parlano e scherzano coi loro allievi, e qua e là sparsi buoni babbi e mamme, che formano un dolce connubio colla scuola una più grande specifica famiglia. Fosse stato presente Don Bosco, penso che avrebbe applaudito a questi volenterosi insegnanti, così naturalmente esecutori del lato più estrinseco del suo sistema educativo.
Il Congresso si svolse fra quella signorilità di preparativi in cui i giapponesi sono maestri. Le più alte autorità di Stato vi parteciparono. S. M. l’Imperatore vi invia il suo Delegato nella persona del fratello S. A. Imper. il Principe Takamatsu ed ammise i congressisti ad un ricevimento nel giardino imperiale. Il prefetto ed il sindaco di Tokyo diedero pure un sontuoso ricevimento al più gran teatro di Tokyo con recita di gala per gli intervenuti. Per non distogliere poi gli intervenuti dai lavori del congresso ad ognuno era offerto quotidianamente il pasto in sede di riunione. E si concluse il congresso, oltre alle numerose importanti proposte, che saranno rese presto di pubblica ragione, colla costituzione di una Società centrale delle opere assistenziali, sotto l’alta presidenza di S. A. il Principe Takamatsu. Alcune delle istituzioni cattoliche di Tokyo, Nagoya, Okayama e Kagoshima inviarono i loro rappresentanti al congresso e dalla lontana Miyazaki vi si reca il nostro Don Cavoli coi principali rappresentanti dell’Ospizio. Scambi di idee utilissime, rassodamento di principi educativi importantissimi, specie nei riflessi della gioventù povera e abbandonata (abolizione assoluta del sistema repressivo, necessità dell’educazione riparatrice ed emendatrice, maggior sviluppo della beneficenza per le classi povere, ecc.); formazione di organi locali e centrali per lo sviluppo di tali opere e responsabili di tali opere e responsabili dell’andamento regolare di tali istituzioni furono i primi effetti di queste sedute.
Al momento attuale dunque sono vedute con piacere dalle autorità e dalla popolazione le opere di misericordia così proprie della carità cristiana – le attività di più diretta propaganda cattolica al momento sono più difficili, costose e problematiche nel successo – occorre dunque buttarsi senza timore dalla parte di Gesù, che “pertransivit benefaciendo et sanando omnes”.
Non è questo movimento sociale un venire incontro allo spirito cristiano? Ci aiutino i nostri Superiori e benefattori ed amici a sfruttarlo santamente. Tutto suo nel Signore
Aff.mo figlio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1518 / “Voci Lontane” / 1935-10-… /
per il Giornalino di comunicazione con i benefattori “Voci Lontane”
Inno di Riconoscenza
Ottobre 1935
Il nostro bell’Ospizio è un fatto compiuto52. È doveroso in questa solenne occasione elevare l’inno della riconoscenza.
Prima di tutto il Signore. Per quali vie abbia condotto il Signore alla realizzazione del progetto, quali anime abbia scelto come prima base di questa opera di carità, è difficile circoscrivere in brevi parole; ma se non c’era la grazia di Dio era vano sperare l’aiuto, che ora, come attesa realtà, abbiamo sotto gli occhi. La statua del S. Cuore domina benedicente dall’alto su tutto l’edificio. È atto di consacrazione, di lode. Grazie, o Signore.
Inno di riconoscenza all’ideatore, al propagandista, all’esecutore dell’opera e a quanti umili gregari si associano a lui nel lavoro. Le apprensioni, le notti insonni, le pratiche legali, le ansie…, sono sedate. Continueranno le preoccupazioni per l’avvenire… ma il Signore c’è per tutti. Fede in Lui e grande carità. Grazie, o amatissimo Don Cavoli.
Inno di riconoscenza ai soci delle Conferenze maschile e femminile di Miyazaki, alle Figlie della Carità, che con tanto spirito di abnegazione sacrificarono e sacrificano tempo e forze con totale donazione di sé per i poveri vecchi, per gli orfanelli. Il Signore vede il vostro lavoro, lo benedice e vi prepara una splendida corona di gloria.
Grazie, o lavoratori sacrificati dell’Ospizio.
Inno di riconoscenza anche ai nostri Vecchi ed Orfanelli. Colla loro preghiera di fede e di carità sono i vostri parafulmini, sono gli intercessori di grazie e benedizioni per tutti i Benefattori.
Grazie, o Ricoverati dell’Ospizio, veri amici di Gesù.
Inno di riconoscenza a tutti i nostri Benefattori.
Logicamente avrebbero dovuto essere al primo posto, dopo il Signore, ma come la mamma per far trionfare i suoi tesori nasconde sé, così voi non vi adontate di questo, perché sapete che occupate il primo posto nel Cuore di Gesù, e anche nel cuore del povero scrivente.
Per voi tutti la preghiera quotidiana della riconoscenza, l’offerta quotidiana dei nostri sacrifici. Grazie alle organizzazioni centrali di Parigi e Bologna; grazie a quanti offrirono offerte generose; grazie a quanti donarono il soldino frutto di sacrificio alle volte rilevante; grazie anche alle Autorità e popolazione giapponese che in tante forme ci vennero in aiuto; grazie soprattutto alla falange di anime che non potendo in altre maniere ci fiancheggiarono colla elemosina più importante, la preghiera. Quante anime buone, chiuse nei monasteri, nei conventi, degenti negli ospedali offrono le loro preghiere, i loro dolori e sacrifici per altri addolorati fratelli! Quanti fanciulli e fanciulle, quanti bravi giovani delle Associazioni Cattoliche d’Italia offrono le loro preghiere per noi! Ah! Se fosse lecito svelare le sante industrie, le nascoste mortificazioni, le intense preghiere note solo al buon Dio!… O anime buone che avete cooperato, in questa opera di carità nella forma più sublime, grazie, grazie, grazie!
Il povero Don Cimatti non sa dirvi altro: “Dio vi renda merito”. Non può assicurarvi altro: “Riconoscenza imperitura, preghiera e offerta di sacrificio costante”.
La carità di Gesù ci unisca in Lui.
Mons. V. Cimatti, salesiano
1519 / Ricaldone Pietro / 1935-11-1 /
8.1.16 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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1 novembre 1935
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Inizio del mese e quindi mio rendiconto.
Salute: grazie a Dio bene. Si invecchia… ma non è novità, e Lei lo prova più di me. Che il Signore ci accolga nel momento buono.
Studio e lavoro. La partenza di Don Pedro mi ha messo più a contatto col lavoro missionario. Quando i chierici saranno a Tokyo non avrò più la scuola (salvo in Seminario) e mi sembrerà di essere libero quanto mai. Chissà che coll’aiuto del Signore non possa riuscire a fare un po’ di bene a me e agli altri. Spero di avere un po’ di tempo per studiare un po’ di teologia e altro.
Pietà: mi pare non ci sia nulla di speciale. Non posso sempre fare le pratiche prescritte colla Comunità. È lavorio di molti anni ed ho ancora molto da progredire per farle con perfezione. Ora lavoro sulla S. Messa e breviario e tento di mantenere costante la buona volontà.
Ss. Voti e Regole. Nulla di speciale. Vorrei che queste formassero la mia meditazione ed esecuzione diurna e notturna.
Carità: optime. Qualche scatto nervoso di parole specie quando si è occupati e c’è chi viene a far perdere tempo.
Inconvenienti: il mio solito, di non sapere fare il Superiore. Questo per me.
Per gli altri. In Missione al momento nulla di speciale. È giunto il ch. Arri. Il medico gli proibì il viaggio di ritorno in Italia, al momento per lui troppo lungo, e lo obbligò al Giappone. Per ora a Beppu, ove è trattato con tutta la carità dai fratelli in attesa che possa trovarsi un posto di cura, ove o si rimetterà e lavorerà secondo le sue forze fra noi, o si fortificherà per sopportare il viaggio di ritorno. Chissà che il Signore non voglia in lui il nostro Don Beltrami!
A Tokyo: il noviziato attende i merlotti. Lo studentato spero sarà pronto per l’Immacolata. I confratelli benino. Il coad. Fogliani guarito di appendicite è tornato all’ospedale per i reni: è delicatissimo di salute e nervosissimo. Mah, fiat voluntas Dei. Certo che in Giappone non concluderà nulla né per l’anima, né per il corpo.
Ad Hong Kong calma. Le malattie ad Hong Kong aprono salassi ineffabili nelle finanze. Hong Kong (a causa del cambio) viene a costare il doppio del Giappone, e non stanno bene. Fiat voluntas Dei che così volle e vuole… E avanti.
Ricevo ora la sua del 8/10/35.
S. E. l’Arcivescovo pare soddisfatto del primo incontro con Don Pedro – ne ammira lo zelo e spera che sotto la sua bacchetta magica Mikawajima si trasformi, e conclude: “Attendos”.
Per i chierici venuti può essere che ci possano essere divergenze nelle lettere:
Don Cimatti rispondeva generice (sempre per il tramite dei Superiori di Hong Kong – che non potevo né dovevo sostituirli),
poi stia sicuro che fan vedere quel che conviene loro, non altro. Disgraziatamente furono ammaestrati bene. Domani, quod Deus avertat, facessero un dietro front, sanno già come fare, canonicamente, ecc. ecc.
Non dimenticare che Don Bardelli era ammalato e… come,
ho però coscienza di dire che non ho nascosto loro e fortissimamente (oh, se mostrassero tutta la corrispondenza!) la loro dolorosa condizione spirituale… Poveri figliuoli! – Ai miei Superiori ho inviato quanto avevo – e non potevo né dovevo comandare o guidare da Miyazaki e li ho inviati perché essi soli possono guarirli.
Sì, sì, desidero farmi santo, eseguendo sempre e allegramente (o almeno con rassegnazione e pazienza, dice S. Francesco di Sales) ciò che il Signore ci manifesta per mezzo dei Superiori. E mi dica un po’: “e quando i Superiori non lo manifestano?”. Creda, amatissimo Padre, il Giappone non lo si conosce, non lo si conosce… Vedranno il risultato dell’ultimo censimento… Siamo ormai cento milioni di abitanti e che popolo e che organizzazione… Le dicevo che ho bisogno di aprire casa (o residenza) a Nobeoka, e anzi, facendo un prestito ho già comperato un po’ di terreno – ha un movimento di accrescimento di un migliaio di abitanti al mese – città operaia che ormai supera Miyazaki – è a Nord della provincia di Miyazaki. Se non teniamo dietro a questo movimento, amat.mo Sig. Don Ricaldone, a costo di ogni sacrificio, in Giappone, si muore. Insisto, insisto, insisto a che si entri in questo spirito – orientarsi verso il Giappone più nettamente – mezzi di apostolato analoghi ai suoi mezzi di espansione. Per me è l’unica tattica che ci assicurerà risultati.
Ma mi dica, quanti missionari in Giappone? La nazione più povera di operai. Mah, ah caro Gesù, dà ai nostri Superiori la maniera di venirci in aiuto in tutti i sensi.
Preghi per me e mi benedica con una benedizione speciale.
Suo figlio
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Attendo risposta a varie questioni proposte ai Superiori, fra cui la più urgente l’approvazione dello studentato, se no, non posso concludere (oggi 4/11/35 mi giunge. Deo gratias!).
Ed ora altra questione delicata in cui vorrei il parere franco del Rettor Maggiore. Lei sa come sono le cose nostre.
Don Cimatti tenta reggersi in due staffe: Prefettura, Opera salesiana.
In missione 8 case (avrei bisogno di aprirne un’altra per l’Ospizio e Nobeoka – ed avere la possibilità di dare un cappellano alle suore di Beppu), con 8 sacerdoti… Povera vita di comunità! E povera cristianità! Avrei bisogno di poter avere il dono per i miei e per me dell’ubiquità, perché abbiamo molti cristiani sparsi: l’abbandonarli significa ritorno al paganesimo.
A Tokyo tre case (Mikawajima, Scuola, Noviziato‑studentato = due case, o, meglio, due edifici) e tre sacerdoti. Il nuovo che viene penserei di metterlo a Tokyo in aiuto a Don Tanguy, specialmente per lo studentato, se no, poveri nostri chierici! e per le confessioni del Noviziato e studentato e Scuola. Ed anche per l’insegnamento.
Tokyo dista 36 ore di treno espresso – e correndo – e facendo visite in furia, bisogna star fuori missione oltre una settimana, e dall’elenco in cui al “b” Lei comprende le conseguenze. Se Don Cimatti fosse solo Prefetto A. in missione, non è difficile pensare a scariolare fino a Tokyo, ma come missionario non posso lasciare oltre 200 cristiani alla domenica specialmente (non avendo nessuno, sono missionario a Tano e Miyakonojo). Dunque pensavo di proporre ai Superiori un mio Vice a Tokyo. Chi? Se i canoni non si oppongono: Don Tanguy, lo fu finora e potrebbe continuare. Ma è Maestro. Se no, Don Margiaria o Don Pedro. Qualcuno mi fa osservare che se i Superiori verranno alla scelta del Visitatore o Ispettore, forse sarebbe ben visto un Italiano… Vi è già una colluvie di altre nazionalità… Ad ogni modo videant.
Don Margiaria ha molta entratura presso le autorità, perché conosce bene la lingua, ecc. ecc. Francamente però (era il pensiero del compianto Don Piacenza) è… in amministrazione e per questo non gode molto la stima dei confratelli. Don Tanguy ha la nomea di essere molto girandolone, Don Pedro… è spagnolo in tutto. Insomma videant consules, ma Don Cimatti nelle attuali condizioni non può attendere coscienziosamente alle opere di Tokyo. È troppo chiaro. Venendo il Visitatore, decida davvero. Sorge poi il problema del Consiglio.
Per la missione mi scelgo alcuni, e fin qui nulla di difficile – pel Consiglio della nostra Società penserei metterne due residenti in missione e due residenti a Tokyo (invio proposte ai Superiori), ma non sarà possibile riunirci ogni mese – sono disastri di viaggi e di borsa – e in coscienza non si può.
Sarò riconoscente se potrò avere qualche lume al riguardo. Non vorrei che mettendo il prete nuovo a Tokyo, Propaganda Fide pensasse che i Superiori non provvedono alla Prefettura, ma certo che la formazione del personale è pure problema fondamentale necessario.
È certo che in missione siamo a terra, tanto che ho intenzione di domandare ai Superiori il permesso di anticipare di un anno l’ordinazione di uno che mi sembra lo merita… Ma mi ripugna perché non vorrei che fosse un prete a mezzo.
Mi consigli. È certo però che in missione il prete nuovo al massimo può dir Messa… e corre il rischio di non studiare.
1520 / Cecchetti Albano / 1935-11-4 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
4 novembre 1935
Carissimo Don Cecchetti,
Ottima la data dell’Immacolata. Cade in Domenica e per me sarà difficile muovermi, ma si può delegare… e combineremo. Il bravo Tassan, come già avevo scritto, faccia un triduo. Lei gli farà qualche conferenza. Comunichi al buon Niccolò la cosa: anche il ciclo del suo onomastico. Gli dica che fin d’ora tutti preghiamo, anche i suoi piccoli amici.
Ricevo oggi notizia che i Superiori mi autorizzano a contrarre prestito, quindi al Com. Duranti, quando può, sono disposto a domandare le Lire 25 mila in prestito. Stabilisca lui gli interessi e il lasso di tempo per la restituzione: naturalmente domando interessi minimi e tempo massimo. Il denaro a me: pagamento degli interessi e capitale sul mio conto corrente presso i Superiori a Torino. Se altri rispondesse mi dirà, e vedremo.
Ho telefonato alle suore.
Per Arri attendo notizie da Tokyo, dopo di cui…
Per l’aeroplano, bisogna, come hanno fatto i cristiani di altre residenze (il Sig. Nishida è pratico) che si radunino, esporre la cosa – se è necessario tassare, non c’è altra via.
Al più presto invierò pel cimitero: sono asciutto.
Anche Lei, come tutti i missionari, mi fa vedere le uscite, e mai le entrate (Lei ha dei fondi molto sfondi… ma Don Cimatti li ha sfondi più di Lei… Ah, ah, ah!). Godo che abbia pagato i prestiti – poteva anche (così facevano Don Bosco, Don Rua e successori) restituire a bocconcini. Abbia fede e vedrà i miracoli. Il Signore ci aiuterà finché siamo poveri.
Veda se con accuratezza può desumere dal registro Ss. Messe (o da quello di casa) quante Messe furono celebrate dal Sig. Don Pedro dal sett. 1934 fino a quando partì. Mi dice che se ne ha dette è tutto scritto.
Ho affidato tutta la finanza alle anime sante del Purgatorio e come ringraziamento faremo il cimitero di Beppu. A tutt’oggi si sono comportate bene. Ah, sante anime!
Ma più di quello mi preme la conversione delle anime. Saluti a Carlo e Niccolò e a tutti.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1521 / Heuzet / 1935-11-4 /
8.1.17 al Padre Heuzet del M.E.P. |
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Miyazaki, 4 novembre 1935
Très Rev. Père,
Voici Don Cimatti qui vient vous déranger.
Maintenant je viens de ramasser quelque chose selon votres suggestions pour les marriages précédents.
X chrétien fait marriage (more japonico sans connaître la femme, au comand des parents) avec une femme payenne.
Il cherche (avec le prêtre) de faire comprendre à la femme que… chrétien, faut faire les promesses etc., mais la femme tien…53 Surtout ou au moins demande qu’une fillette ne soit pas baptisée.
On domande pour tranquilliser l’homme:
Peut on faire sanationem in radice, en pensant que l’homme au point de vue familier au Japon “potestatem habens” peut faire la déclaration? (Ne désirent pas se séparer…). Ou bien on peut trouver quelque autre condition pour arranger la situation?
Et quelle formalité il faut accomplir?
Ou bien que dire a ce bon homme?
Ah, nous heureux qui nous [n’avons pas] des épouses qui nous ne donnent pas des soucis.
Bon Père, priez pour
Votre pauvre
Don V. Cimatti, sales.
1522 / Grigoletto Giuseppe / 1935-11-7 /
8.1.18 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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7 novembre 1935
Carissimo,
Grazie del tuo letterone e delle belle notizie che ivi mi dai di tante belle e buone cose e specialmente dei buoni insegnamenti sulla croce o croci… Niente paura, caro Giuseppe, se la nostra vita sarà materiata di queste, e con queste o su queste ci presenteremo a Lui, saremo veri suoi discepoli. “Qui non bajulat, ecc.”.
Dunque, caro Giuseppe, vorrei che a Tokyo il nostro piccolo noviziato, lo studentato filosofico e teolog. fossero modelli. Unico dispiacere che potrò far poco, data la distanza, ma… i miei successori faranno meglio di me. Tu per i libri mi hai capitissimo. Fa’ nel Signore quanto puoi, naturalmente senza ledere i tuoi doveri. Grazie di tutto: il Signore nota tutto.
Ti spedisco quanto più presto posso quanto chiedi.
Scrivi pure coi ragazzi e niente paura, esprimi sempre al riguardo tutti i desideri che hai.
Barbaro risponde ai fratelli Riccato.
Non capisco bene “traduzione del biglietto di visita”. Desideri così o altro?
A tempo invierò battesimo con foto.
Prego per il buon Don Beppi. Conosco tutti: Don Antoniol era già un uomo da chierico.
Tu fa’ come ti dicono e S. Giuseppe che aiuta i disperati troverà in te un dispensatore per i più disperati, e ti aiuterà.
Dunque coraggio e avanti nel nome di Dio.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Saluta omnes et singulos. Ed un saluto speciale al nuovo Direttore.
1523 / Joyeusaz Abele / 1935-11-7 /
a Don Abele Joyeusaz, ex-allievo di Valsalice, salesiano
7 novembre 1935
Carissimo Abele,
Grazie delle belle notizie e canto con te il TE DEUM perché nella nuova posizione tua potrai fare tanto del bene. La tua guida sia Don Bosco. Succhiane la vita come faceva Lui e vedrai che farai bene. Ormai i maestri dei novizi hanno poi già un cumulo di norme dettate dai Superiori per cui basta che segua quelle direttive. Leggi Don Bosco e le Opere di S. Francesco di Sales.
Allegro sempre e giacché sei in relazione spirituale col Giappone ora hai modo di influire assai per formare amici di preghiera.
È vera carità per noi.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1524 / Heuzet / 1935-11-9 /
8.1.19 al Padre Heuzet del M.E.P. |
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Miyazaki, 9 novembre 1935
Très Rev. Père,
Et voilà de nouveau le P. Cimatti… Merci de votre réponse. Moi aussi je suis in casu de votre opinion, mais le missionaire il pensait… Bien et Deo gratias. Voilà que je fait collection pour un autre mariage...
Casus. Dans le livre est ecrit N° 18 – Oita.
5 Sept. 1932 “sine bannis” Suemitsu Johei, filius Imashiro (Oita‑gun Matsuoka) et Caecilia Itai Taneko, filia Genhachi (Oita‑ken, Inukai) iuncti sunt in matrimonio cum dispensatione disparitatis cultus. Testes: Akaiwa, catechista et Abe impressor Tipogr.
J’unis aussi la déclaration firmée (vraiment un peu familièrment) des deux (la jeune m’assure être sa firme).
Je parlai avec la jeune. Résultat:
More Japonico la jeune est obligé à se marier. On fait observer par la jeune et catechis. et P. Margiaria (qui m’assure avoir fait les recherches pour l’état libre de l’homme) au mari (qui naturellement ne comprend pas trop ou rien) la condition de la jeune: la nécessité des promesses etc. qui sont firmées comme vous voyez. Il semble aussi que si l’homme a compri la première obligation de n’être pas d’obstacle à la religion de la jeune, peut-être que ne fût pas trop clairement comprise la question de la éducation des fils.
Matrimonium fuit consummatum, non habuerunt filios.
L’homme est un employé provinciale, deditus vino et qui peut-être pour raison du travail a été absent aussi quelque fois deux semaines.
Pendant deux années de convivence:
- avant fait promesse de n’être pas d’obstacle à la... fut observée.
- shibaraku tatsu to (= dopo un po’ di tempo) commencent les persécutions:
a) pas de livres religieux dans la maison
b) mauvaises manières – dorei no yo ni (= come una schiava)
c) dans la jeune fréquentes pensées de retourner à la maison paternelle et non pas retourner chez l’homme.
Après un mois de convivence, la jeune doute que son mari est lié avec une autre – elle cherche de manifester son doute au mari – mais le discours était toujour évité. Par l’union précédente il y a un enfant qui vit encore. À la mort de la femme pendant le ménage avec Mad. Itai – l’homme est unit avec la soeur de la précédente, et maintenant avec le fils vit[?] avec elle.
Une fois l’homme a écrit manifestant le désir du retourner de la jeune. Une fois tochu de (= per via) sans rien dire ils se son rencontrés.
La jeune Itai auparavant était en relation seulment par lettre avec un jeun [homme], mais étant les parents contraires fut obligée au mariage ut supra.
Mon Pére, quid videtur? Comme ont pouvait sauver cette pavre fille toujours dans le danger de l’âme?
Si vous pouvez répondre dans la semaine je vous prie d’envoyer à Miyakonojo ou est la femme et s’il y a des “shirabe” (= ricerche) à faire, m’est chose facile.
In unione precum
Don V. Cimatti, sales.
1525 / Cecchetti Albano / 1935-11-11 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
11 novembre 1935
Carissimo Don Cecchetti,
Che letterone! Bene e Deo gratias e sulle cose che mi dice del nostro buon T. e sugli avvisi generali sui chierici. Vedrà che a poco a poco regolarizzandoli speriamo si formino come li vuole il Signore e la Congregazione. In pratica da tre anni sono tanquam gregem non habentem pastorem. Dio ci aiuti. Intanto:
Per T. di tutto quanto mi dice (pulizia, ecc.) bisogna avvisarlo senza timori. Lei l’ha fatto, Don Cim. pure – ma che abbiano a non dover dire: “non mi hanno avvisato”. Più che malattia o disturbi materiali è carattere, è anima. Preghiera, preghiera, preghiera e lavoro lavoro lavoro e carità carità carità. Ecco le vere medicine per i nostri chierici. Come siamo ora non abbiamo lavoro per fiaccarli – è per me il massimo dolore… Non ne ho neppure per me… Ma! Deus scit! Inoltre se non viene al rendiconto, chiamarlo. Se chiamato non risponde, gli si dice: “Caro mio T. possibile che non abbia proprio niente (come Turati?)”. E gli si fanno passare i vari punti… Vedrà che qualche cosa viene fuori.
Lei caro Don Albano, vada avanti, facendo nel Signore quanto crede utile per le anime, e lasci dire chierici e non chierici.
Arri: gli dica che partito S. M. andrà a Tokyo, in un primo tempo presso P. Flaujiac a 3/4 d’ora dallo Studentato – avrà una bella cameretta, e prenderà il cibo col Padre e preti dell’ospedale, e si vedrà così come si mettono le cose. Partenza forse al 22 S. Cecilia: ma sarà avvisato. Il baule lo farò spedire a Tokyo.
Appena potrò aiuterò. Oggi sono asciutto. Aspetto in questi giorni. Don Nishida non ha fatto neppure un’offerta?
La donna che ha trovato (mi dice Don Lucioni) è già tornata. Ma come si può pretendere che possa resistere col lavoro che faceva?
Statua del S. Cuore Yen 68,88. Carte nessuna (ho solo la nota).
Mi arriva la sua lettera oggi martedì. È difficile inviare per mercoledì i films: è la felice coincidenza della venuta di Madre Carmela.
Per T. se domanda di venire, lo invii o se lo vede come prima… lo inviti a venire dicendo che lo chiamo io: dica a mio nome. Niente paura, benché finché ci sono le manovre meglio non si muova, ma… Preghi e faccia pregare per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
E preghiamo per quella cara anima. Saluti ad Arri e Nishida e amici.
1526 / Berruti Pietro / 1935-11-13 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Miyazaki, 13 novembre 1935
Rev.mo Sig. Don Berruti,
Grazie delle continue manifestazioni di carità che in varie forme ci danno gli amati Superiori. Il Signore rimeriti e contraccambi.
Per questioni di catalogo ho inviato pro‑memoria ai Superiori. Ad ogni modo Lei conosce le nostre strettezze di personale. Nelle otto case della missione o residenze, che dir si vogliano, siamo otto preti. Don Cimatti ha due residenze e lo studentato (che però fra poco trasmigra a Tokyo). Il Visitatore vedrà e potrà dare consigli, ma quello che urge è che i Superiori ci vengano in aiuto efficace. Per sostenere le nostre opere di Tokyo la Missione si è privata di un personale ottimo e se non lo rimpiazza siamo sempre più a terra; ed anche presso la S. Sede non ci facciamo certo onore.
Quanto al nostro carissimo Arri in risposta alla sua carissima al riguardo:
Il medico non gli permise il viaggio in Italia (non l’avrebbe sostenuto);
Escluse absolute il clima di Hong Kong, per tal genere di malattie,
Volle l’invio in Giappone al più presto. Si figuri che fu imbarcato senza che si fosse alzato dal letto – e lo sopporta assai bene. Per le cure nelle nostre povere residenze non è possibile. Sarà accolto in un sanatorio ad hoc – ha camera a sé – vitto col sacerdote del Sanatorio. È a Tokyo a tre quarti d’ora dallo studentato. Don Tanguy e i confratelli possono anche quotidianamente visitarlo ed ogni giorno può fare le sue pratiche religiose. Vedremo come piglia piega la cura e se riuscirà a lavorare o anche solo a non lavorare, ma essere innocuo nella vita regolare di comunità, oppure potrà sostenere il viaggio in Italia.
Se questo Sanatorio non potrà fare le cure vi è un ospedale in cui il medico è un sacerdote e vedremo il da farsi. Vi sono poi altri due sanatori tenuti da suore e quindi con tutte le comodità sia di visite per parte nostra e di cure religiose. Spero poi presto di poter realizzare due sanatori in Missione ed in ogni caso se il Signore ce lo conserva potrà lavorare in quel campo vastissimo del Giappone; perché è la massima malattia. Per ora è fra noi a Beppu ove si cerca di trattarlo colla massima carità.
Il Signore ci aiuti specialmente a star lontano dal peccato. Preghi preghi preghi… Ho confratelli giovani chierici che devono lottare assai. Per l’amore delle anime abbiamo bisogno di spalancare gli occhi e più spalancare i cuori nel Noviziato e Studentato. Grazie della carità con cui furono accolti i miei poveri figliuoli del Giappone.
Ossequi cari a tutti i Superiori.
Con vivo affetto
Don V. Cimatti
1527 / Circolare salesiani / 1935-11-13 /
8.1.20 ai Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki |
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Miyazaki, 13 novembre 1935
Carissimi,
La presente per alcune comunicazioni che sono destinate al benessere della nostra cara missione. Dopo la morte del nostro compianto Don Piacenza e dopo gli spostamenti a Nord del nostro Don Tanguy e Don Escursell la missione si trova a corto di personale. Abbiamo bisogno di coordinare le forze, di affiatarci sempre più. Penso che presto, avvenendo la separazione dei due poteri, bisogna che la missione si orienti nettamente ad avere la pura “facies” di missione tanto per il lavoro di apostolato (pur lavorando sempre col nostro spirito salesiano) quanto dal lato amministrativo.
La definitiva fondazione poi del Noviziato e Studentato a Tokyo faciliterà anche questo. Dunque, cari missionari, mentre darete comunicazione di questo ai confratelli, vi prego se possibile aumentare la buona volontà di lavoro di apostolato. Formiamo buoni catecumeni, diamo larga parte al nostro lavoro nelle opere di carità e dell’educazione dei fanciulli, aumentiamo la ricerca delle buone vocazioni, spargiamo a larga mano e coordiniamo la propaganda stampa.
Ho chiamato a far parte del Consiglio della MISSIONE (che non è da confondersi con quello della Visitatoria, la cui approvazione dipende dai Superiori e di cui darò comunicazione in seguito) i confratelli:
Don Antonio Cavoli (che mi sostituirà anche in caso di assenza), Don R. Carò (come Direttore del Seminario porterà prezioso contributo di aiuto), Don L. Liviabella (che terrà anche la registrazione dei conti della Missione), Don M. Marega (cui affiderò la coordinazione del lavoro nella parte Nord della Missione).
Sono alla testa delle residenze gli attuali missionari. Don Cimatti supplisce per le residenze di Tano e Miyakonojo…
Le riunioni del Consiglio (possibilmente mensili) saranno tenute l’ultimo giorno del mese (eccetto che cada in sabato). Quelle dei missionari della Prov. di Miyazaki il primo lunedì di ogni mese e quelle dei missionari della Prov. di Oita al primo martedì di ogni mese. Quadrimestralmente sedute plenarie. L’esercizio di b. m. è fatto in sede, a meno che per la vicinanza delle residenze i confratelli potessero riunirsi. Conoscendo queste date, prego ogni confratello a servirsi con tutta libertà dei singoli consiglieri delegati per quei determinati uffici per presentare proposte, dare suggerimenti, ecc. Sono sicuro che se tutti collaboreranno con buona volontà, ognuno nella sua sfera d’azione potremo colla grazia di Dio realizzare ottimi frutti. Presento intanto un progetto di Don Lucioni per l’unificazione della stampa nella Missione di Miyazaki. I confratelli che avessero osservazioni o credono di poter accettare dette proposte inviino o al sottoscritto o al Sig. Don Lucioni i loro desiderata per la prossima riunione del Consiglio… Suffraghiamo le anime Ss. del Purgatorio e pregate per il
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
1528 / Braga Carlo / 1935-11-15 /
8.1.21 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina |
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Miyazaki, 15 novembre 1935
Amatissimo Don Braga,
Hai un buon coadiutore agricoltore (ma non per far scuola ex cathedra) ma che si presti a lavorare da buon missionario salesiano da imprestarmi ad annum o ad biennium? Se sì, potrebbe venire quando che sia. Dimmi tu le condizioni. Tu come Ispettore sei pratico di questi affari… Non oso domandarti un prete… Ma quello mi sarebbe più necessario.
Il buon Arri è giunto in buono stato, pur essendo debolissimo. Ad ogni modo mangia e riposa. A giorni lo metto in un Sanatorio a Tokyo vicino al Noviziato e vedremo l’avvenire che è in mano di Dio. Il Signore ti rimeriti di tutto, tutto, tutto. Dei nostri d’Italia, so che sono giunti – il Rettor Maggiore mi dice di stare attento a non scrivere lettere contraddittorie, che i chierici hanno in mano lettere e i Superiori hanno in mano altre relazioni. Ho risposto dicendo che penso di non aver intralciato l’opera dei Superiori di Hong Kong coi quali ero affiatato e di non aver scritto nulla che fosse in contraddizione, che si agiva d’accordo. Zanarini dice lamentandosi che dalla relazione fatta da te, risulta essere stato coinvolto nella causa Floran. I chierici sanno – ché tu l’hai detto loro e l’hai scritto anche a me – che furono guidati o incitati da altri – tu usasti la parola generica vittima. A me anche scrivesti che Zanarini era in altre condizioni di Floran, pur non parendoti atto alla vita di missione.
Di Floran non ho notizie – né da tempo di Bechis. Il Signore ci aiuti.
Qui si desidererebbero avere i nostri primi preti ordinati in posto. Ormai l’edificio, che spero benedire per l’Immacolata, è un fatto compiuto. Non ho tutto il personale ad hoc. Come ti sembra si potrebbe fare? Ti sembra conveniente? Don Cim. dal punto di vista materiale è certo in ansia, perché dato l’attuale cambio, mi costano quasi esattamente il doppio che in Giappone e per i poveri non è poco, pur la Provvidenza essendo ricchissima.
Ah, quante miserie e pensare che al massimo fra una quarantina d’anni, ed anche meno, tutto starà per noi nella pace eterna? Ah, Signore buono aiutate questi due poveri vostri figli. Mamma Maria fate loro da madre. Don Bosco vogliamo essere come voi.
Saluta tutti. Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Buona festa dell’Immacolata, Natale e Capodanno.
1529 / Cecchetti Albano / 1935-11-16 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
16 novembre 1935
Carissimo Don Cecchetti,
Gli acclusi sono per venirle in aiuto.
Avrà ricevuto telegramma: facciamo così. È per il bene di quell’anima.
D’altra parte non potrei fermarmi né all’andata, né al ritorno.
Se non riceve contrordini, la partenza al 21 col treno in partenza da Miyazaki alle l0,30. Arri si trovi alla stazione. Gli compri il biglietto in seconda fino a Tokyo e specialmente il letto (è per il treno Sakura).
Mi è per ora impossibile darle un chierico. Parleremo poi anche di questo. Per ora Tassan aiuti come può.
E preghiamo, caro Don Albano, per molti confratelli che hanno bisogni spirituali assai forti. L’abbraccio nel Signore.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1530 / Zerbino Pietro / 1935-11-18 /
a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale
18 novembre 1935
Mio carissimo Zerbino,
Congratulazioni! Cominci a salire. Godo che presso il Superiore incaricato delle missioni ci sia un amante come te delle missioni. È così raro trovarne. Non voglio con ciò parlare male dei nostri bravi confratelli. È vero per le missioni il noto detto: “Ignoti nulla cupido”.
Povero Gesù missionario e povere anime che hanno così pochi amanti. Grazie pure del Don che è meglio di tutto; più breve e più vero. Grazie di quanto hai fatto per il povero Bechis. Che almeno gli serva la prova. Se trova un padre che lo comprenda e lo domini e se egli si umilia, è salvo, se no è meglio che se ne vada, gliel’ho detto chiaro. È tutto lì il suo prblema. Mi si scrive che è a Ferrara. Fiat voluntas Dei. Lui, ed il Signore, sa che cosa ha fatto Don Cimatti per salvarlo… Speriamo che non rifiuti la grazia di Dio. Ma se non fa ut supra è perduto.
E pensare che potrebbe fare un bene immenso. Ah, che terribile rendiconto dovrà rendere al Signore!
Se credi gli possa far bene serviti pure liberamente di quanto ti ho scritto. Unisco lettera per il buon Nino. Non saprei dire se l’anno scorso ho ricevuto tale offerta e se ho risposto. Ho l’abitudine di rispondere e subito a quanti scrivono – quindi penso di aver risposto.
Ad ogni modo seguo il tuo consiglio. Coraggio, mio Don Pietro. Grazie dei saluti del buon Tommaso.
Il Signore vedrai che ti rimeriterà abundanter di tutto. Di’ per me una parolina a Maria A. e a Don Bosco. Di’ così: “Esaudite quanto vi domanda quel povero vostro amico…”.
Ti prego salutare quanti conosco. A te la povera benedizione e l’abbraccio caloroso del
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1531 / Gusmano Calogero / 1935-11-19 /
a Don Calogero Gusmano, segretario del Capitolo Superiore
Visitatoria S. Francesco Saverio
Miyazaki, 19 novembre 1935
M.R. Sig. Don Gusmano,
In risposta alla sua carissima del 21/10/35.
Ringrazio vivamente dei preziosi consigli. Li avessi saputi prima avremmo risparmiato tanto tempo e inchiostro. Deo gratias. Il Signore ha i suoi fini.
Le invio il catalogo. La prego di verificare perché temo che ci siano delle manchevolezze. Risulta di luce meridiana la povertà del personale disponibile; ad ogni modo così avendo da lavorare non si sta colle mani in mano. Verrà anche l’ora del Giappone. Ho voluto, affinché le mie povere parole che gridano dolorosamente aiuto, avere sott’occhio lo specchio riassuntivo delle missioni nostre… Legga pure… quanta meditazione! Purtroppo il Giappone non è conosciuto. Novanta milioni di abitanti e trecento missionari… Molti dei quali sono… impotenti. Deus providebit. Non ho i nomi dei novizi italiani e racimolo i cognomi dai compagni – veda di aggiungere e correggere là dove ci fossero errori. Penso che i Superiori, pur essendo due edifici nettamente separati, penseranno di fare unica casa dello studentato e del Noviziato. Ad ogni modo si può anche separare (medesimo indirizzo). Per il Capitolo non posso formarlo certo se non ho il personale. La missione è stremata e, come vede, il Superiore della missione tiene il posto in quattro staffe (…è per darmi un po’ di tono!) col rischio di concludere nulla in nessuna. Già quattro ottimi missionari (fra i migliori) sono stati sottratti alla Missione. La santa anima di Don Piacenza… per me insostituibile… se la gode in Paradiso. Per me non posso fare ulteriori sforzi, salvo che chiudere. Ma sarebbe l’errore massimo in Giappone in questi chiari di luna – per questo che si pazienta a costo di qualsiasi sacrificio, che avrà certo le sue conseguenze di debilitare il personale, ma siamo qui per questo… E vedrà che uno dei primi sarà il sottoscritto. Fiat voluntas Dei e giocosamente canterà in una melodia mai sentita e fra le mie più belle il LAETANTES IMUS.
Per la teologia nostro vivo desiderio che sia come desiderano i Superiori, cioè con personale proprio, ma per le ragioni dette sopra o chiudo la missione o non sarà possibile, finché i Superiori non ci aiuteranno con personale formato. Dunque attendiamo.
Per Hong Kong sono ragionevolissime le ragioni dei Superiori, prendo le dovute informazioni, ma assicuro che è dal punto di vista economico e dal punto di vista dell’apprezzamento giapponese, aver fatto gli studi in Cina (Hong Kong è Cina bella e buona… e tutti lo sanno!) e dal punto di vista della formazione linguistica e costumanze giapponesi (in questo triennio ridotto a zero… dico ZERO) per l’apostolato dei nostri il MASSIMO DISASTRO. Ciò che non è di marca giapponese, non ha valore ed il risultato è nullo. Se insisto a che si facciano gli studi a Tokyo è perché il Gran Seminario è equiparato alle scuole dello Stato. Si assicurino i nostri amati Superiori che il Giappone è un paese assai assai assai diverso dagli altri. Ad ogni modo riferirò: tutto si vuole solo per il bene.
Al momento i Superiori hanno risposto a tutto, se ben ricordo. Poi se viene questa attesa visita… molte cose saranno chiarite. Dico in due parole due proposte e Lei come promette, esegua a tamburo battente:
Preghi e faccia pregare per me, secondo mie particolari intenzioni; è per la salvezza di anime, e la preghiera è onnipotente in tal genere di cose.
Propongo che sia tolto dal superiorato, perché ne è indegno sotto tutti i rispetti, il Rev. Don V. Cimatti.
Tengano sempre presente i Superiori, in Giappone trionfa la gioventù. Noi anziani è meglio in un angolo.
Riconoscente
Don V. Cimatti, sales.
1532 / Cecchetti Albano / 1935-11-19 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
19 novembre 1935
Carissimo Don Cecchetti,
Deo gratias! Per l’invio del buon Niccolò. Lo prepari bene alla grande immolazione.
Spero presto venire incontro ai suoi desideri per le varie sue domande – ma sono al verde più di Lei. Non ho potuto neppure aiutare le povere Figlie di M. A. che grazie a Dio si sono aggiustate. Due o tre suore sono in viaggio dal 7 nov. sul Conte Verde. I nostri, in numero di 8 partono oggi, arrivano il 17 a Yokohama.
Per l’anticipo che mi chiede non ho riserve, ad ogni modo la prima cosa da farsi è un progetto sulla carta – progetto che tenga conto anche dell’avvenire e quale probabile somma occorre. Secondo l’ultima circolare ho costituito il Consiglio, il buon Don Marega aiuterà Lei anche in questa faccenda.
Pigliamo i desiderosi dove il Signore ce li manda, quindi a Morie e altrove. Date le poche forze e i mezzi disponibili vediamo di lavorare più vicino a noi.
Per i giornali risponda Lei come può alla proposta di Don Lucioni – nella prossima adunanza porterò maggiori lumi. Giovedì sono di passaggio.
Il motivo dell’invito di Don Dumeez è che desidererei che Don Cecchetti fosse il confessore di Oita e Nakatsu (le aggiungerò il necessario per il viaggio). È necessario che diamo questa comodità, pur lasciando tutta libertà.
Per l’esercizio della buona morte ho scritto chiaro “in sede” a meno che le case vicine non riescano a combinare… Quindi dipende da voi.
Don Marega, come l’anno scorso, l’avevo eletto confessore a Beppu. Per questo e così pure per lo scambio bimensile o più frequente o meno, bisogna che ogni missionario si intenda col collega o coi colleghi. Don Cimatti fa così con Takanabe e Miyakonojo e Tano e Miyazaki. Mi pare semplice che Lei dica ad es. o a Don Marega o a Don Dumeez: “La tal domenica può?…”.
Dunque, caro Don Cecchetti, sì, mi aiuti a farmi santo, ne dum aliis praedicaverim ipse reprobus efficiar… Suffraghiamo le anime sante del Purgatorio – prepariamoci bene alla festa dell’Immacolata e di Natale. Preghi pel
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Don Berruti, Don Serié e Don Tirone sono in giro per le visite. Don Pittini eletto Arciv. di Santo Domingo. Trovo su un libro le accluse indicazioni. Le Figlie di M. A. fanno questo ed altro al riguardo. Nell’ipotesi che possa servire, invio. Desidererei (ed esse avrebbero bisogno di ben altro) inviare… Al momento come le dissi sono più povero di Lei e di loro.
1533 / Cecchetti Albano / 1935-11-21 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
21 novembre 1935
Carissimo Don Cecchetti,
Grazie della sua ultima. Per le anime noi dobbiamo essere vittime che si consumano: preghiere, sacrificio, applicazione dei mezzi della grazia.
Il Sig. Nishida mi comunica il ritardo del matrimonio. L’importante è che faccia le cose per bene, nubat tantum in Domino.1
Attendo un po’ di pioggia per il Cimitero. Preghiamo.
Con vivo affetto
Suo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Per il 3 Dicembre, S. Francesco Saverio, adunanza a Oita.
1534 / Merlino Alfonso / 1935-11-21 /
8.1.22 ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone |
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[21 novembre 1935]
Carissimo Merlino,
Grazie del tuo saluto.
Per la visita a casa è certo bene. Penso che presto avremo la visita e si potrà combinare col Visitatore.
Coraggio Merlino – offri tutto al Signore quanto ti succede e abituati alla preghiera: “Sia fatta la vostra S. Volontà”.
Non temere – ti ricordo frequentemente ogni giorno e al 2 ricorderò il babbo. Maccario con cui sono spesso [in contatto] contraccambia di cuore.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Spero che quanto ti inviano arrivi bene.
Spero inviare di più un po’ più tardi. Per ora unisco un po’ di formaggio.
1535 / Tassinari Clodoveo / 1935-11-25 /
8.1.23 al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hong Kong |
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[25 novembre 1935]
Mio Tassinari,
Grazie delle tanto belle notizie ed esterne ed interne. È naturale che ci siano gli alti e bassi anche nel fervore, il cosiddetto monte della perfezione è un sistema di montagne e per salire il culmine principale vi sono anche vallate. Dunque niente timore.
La vita dei santi in generale ci dice il lato imitabile loro, ma certo avevano anche loro gli alti e bassi…
Conosco il lavoro di Fino… Sì, sì, verrà anche per te la completa conversione: ama la Mamma nostra! Sta’ tranquillo per le tue cose spirituali. Cerca di corrispondere alla grazia. Il nuovo Direttore (è un santo e un uomo pratico1) ti aiuterà.
Per Vasco lascia fare alla Provvidenza che vede e provvede meglio di Clodoveo e Don Cimatti.
Per il vostro stato d’animo relate alla vostra posizione è naturale, ed anche è naturale che vari pensino a soluzioni ed anche si rallentino nell’affetto della Missione. Don Cimatti in vece vostra farebbe così: “Studierebbe la sua teologia come meglio potrebbe, lasciando l’avvenire nelle mani di Dio” e vi dice come S. Francesco: “che è di perditempo costruire castelli in Francia, quando bisogna stare in Spagna”...
Non so chi possa dire di non aver ricevuto risposta alle lettere, saranno andate perse, a tono? Capirai che non posso rispondere sempre secondo i desiderata. Assicura pure che la missione, lo studentato e Tokyo non mi danno molto peso sulla schiena.
Godo che per i lavori di casa… velata retuli. Ad ogni modo anche quando si fanno dai vostri superiori osservazioni, che non paiono meritate, rispettosamente si fa osservare la rettifica, e poi si procede senza timori. Un po’ d’umiltà l’abbiamo tutti. Prego per i tuoi di casa e tu prega per chi ti benedice.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1536 / Tirone Pietro / 1935-11-27 /
a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale
Miyazaki, 27 novembre 1935
M. Rev. Sig. Direttore Spirituale,
Rispondo per tutta la missione e per le Opere Salesiane in Giappone ai quesiti da Lei richiesti nell’ultimo numero degli “Atti del Capit. Superiore”.
Penso che non tutti i quesiti possono a noi riferirsi, ma come missionari e come salesiani cerchiamo di lavorare per l’Azione Cattolica secondo le direttive della S. Sede. Più che lavoro reale di azione è lavoro di preparazione all’azione cattolica.
In Giappone tale lavoro non è ancora possibile centralizzarlo – ma specie nei grandi centri dove più ferve il lavoro e dove è più possibile, si viene delineando qualche cosa.
Vi sono Circoli e Associazioni varie non federati. Il nostro modesto lavoro in missione può vederlo nell’ultimo rendiconto statistico che [è stato] inviato all’Ufficio Missioni.
A Tokyo è alle dipendenze dell’Arcivescovo e non so dire in che maniera egli pensi a organizzare tale importante lavoro.
Quanto alle compagnie religiose là dove sono possibili (dove cioè vi sono cristiani – fanciulli o giovani – anche se non raccolti in Istituti) si è cercato di istituirle e funzionano colle adunanze regolari. È difficile per ora avere registrazioni regolari e verbali delle conferenze, data per noi la difficoltà di scrittura – si fa come si può in queste formalità estrinseche – si cerca di realizzare la sostanza agli scopi voluti da Don Bosco.
Preghi per noi e mi creda
Aff. mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1537 / Fracchia Italo / 1935-11-27 /
8.1.24 a Italo Fracchia, ex-allievo di Valsalice ed Ufficiale dell’Esercito italiano |
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27 novembre 1935
Italo carissimo,
Grazie della tua. Rivivo quando vedo i vostri scritti. Lascia stare i miei “meriti di guerra” e l’elevazione…
Prega per me come sempre faccio per il mio buon Italo e per la sua Luisa e figliuoli. Non temere. I tuoi due figliuoli saranno come voi due li formerete. Per te non temere facendo il tuo dovere. Sei in buone mani, come sono in buone mani i tuoi due figli anche se dovessi assentarti.
Avevo il tuo indirizzo, ma non lo trovavo più – avrei potuto invece che ad Alessandria, inviare al collegio di Novara.
Ora ho il tuo indirizzo e spero bene di non smarrirlo. Se il Signore vorrà che vada in Africa ti prego raccogliermi qualche francobollo. Saluti specialissimi e preghiere più che speciali e fin d’ora buon Natale e Capodanno.
Un bacio dal
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1538 / Chierici salesiani / 1935-11-28 /
ai Chierici salesiani in Giappone di Tokyo
[28 novembre 1935]
Carissimi,54
Vi spero già ambientati fra le verzure e frescure di Itabashi-ku. Si avvicina la festa dell’Immacolata e prima ancora S. Francesco Saverio. Celebratele con fede missionaria e salesiana.
Allegri e laboriosi e… lingua in bocca.
A Barbaro: pensi che il 27 dicembre è onomastico del Sig. Don Tanguy. Pensare a tempo.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1539 / Fogliani Mario / 1935-11-28 /
8.1.25 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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28 novembre 1935
Mario carissimo,
È da tempo che non ricevo tue nuove. Spero che ti sarai rimesso completamente e che potrai attendere ai tuoi lavori.
La festa di Maria Immacolata e le prossime feste di Natale sono una buona occasione per rifare lo spirito. Ti ricordo ogni giorno.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1540 / Ricaldone Pietro BS / 1935-11-30 /
8.1.26 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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grandi esercitazioni...55
Miyazaki, 30 novembre 1935
Amatissimo e M.R. Sig. Don Ricaldone,
Non pensi, leggendo il titolo, che alle specifiche conquiste in cui si vanno esercitando i suoi figli. Il bravo Don Escursell, entrando a Mikawajima (Tokyo) in sostituzione dell’indimenticabile Don Piacenza, seguendo le sue orme, si è slanciato al lavoro. Già i suoi poveri, per la carità dei buoni, sono stati aiutati con vendite di beneficenza, con bazar – già un palcoscenico dà modo di attrarre allegramente ancor più la gioventù – già va stringendo in rete il più gran numero di anime buone che aiutino con cooperazione costante e efficacemente l’opera – già all’entrata della missione si erge alta l’asta da cui nelle grandi feste garrisce la grande bandiera nazionale, simbolo di pace e amore. Fu una magnifica riuscita festa giovanile cui diedero lustro autorità civili e religiose.
Il lavoro non manca certo nella popolosa zona, 450.000 ab., affidata ai figli di Don Bosco, cui presto si uniranno le ottime Figlie di M. Ausiliatrice, che nei pressi della Parrocchia hanno già acquistato un bel pezzo di terreno, ove la gioventù femminile potrà esser raccolta ed accudita secondo le direttive di Don Bosco.
Quanti altri progetti, veri piani di guerra contro il demonio, si stanno elaborando per dilatare il nome di Gesù fra questi buoni e cari giapponesi.
Il Signore e la carità dei buoni ci aiutino ad effettuarli.
In questo mese la tranquillità della nostra Prefettura Apostolica fu messa in orgasmo da avvenimenti di prim’ordine, attesi con lunga preparazione e con ardente desiderio di tutti. Le grandi manovre annuali e la Visita di S. M. l’Imperatore. È la prima volta dopo secoli che questo si effettuava a Miyazaki e può quindi capire e immaginare… L’anno in precedenza alla data passò in intensa preparazione. Ampliamenti di strade, riadattamenti di ogni genere, rassodamento o rifacimento di ponti, impianti elettrici, rifornimenti di ogni genere, sorvegliati con cura minuziosa da incaricati speciali… Può pensare davvero al “Parate viam” di S. Giovanni nel senso letterale della parola. Il tema delle adunanze, i discorsi ordinari, gli annunzi sui giornali, che, anche con speciali pubblicazioni tengono desta l’attenzione, sono manifestazioni del grande avvenimento.
È difficile circoscrivere in brevi parole l’impressione che si prova quando si partecipa a manifestazioni, unica nel genere, come è questa. Bisogna mettersi nello stato d’animo e dal punto di vista giapponese.
Per le vie colpisce la sobria ed elegante decorazione coi colori nazionali bianco e rosso – coloro che assistono al passaggio riuniti in gruppi ben ordinati nei posti assegnati, che secondo lo spirito giapponese ha assai più valore la manifestazione di omaggio della collettività che della persona singola – e davanti a questi, come gaio festone di innocenza e semplicità avvincente, gli allievi delle scuole – le famiglie fanno l’atto di omaggio sulla soglia di casa – che per qualsiasi motivo non può riunirsi ad un gruppo, al passaggio sta sulla porta di casa, del negozio, dell’ufficio – e al passaggio, si può essere certi, è là tutto il popolo, tutto il cuore del popolo, che colle autorità risponde all’unisono al cuore della nazione – ed è là proveniente dai lontani e remoti villaggi di pianura e di monte – ed è là pulitissimo indossante i suoi migliori vestiti – ed è là pazientemente nella lunga attesa, e quanto più si avvicina il momento solenne viene raccogliendosi in un silenzio assoluto, maestoso, immenso… È vero nel senso letterale della parola “non si sente una mosca volare”. È questo che impressiona, che avvince, che ci fa domandare: “Ma dove siamo ora?” – tanto più che non si tratta di silenzio passivo, ma attivissimo di mente e di cuore: “Passa il nostro Sovrano!”, ed in questo pensiero, ed in questo affetto sentitissimo il raccoglimento profondo, l’inchino devoto che precede l’avvicinarsi dell’auto imperiale, preceduto, circondato e seguito dalla nobile scorta di principi e dignitari ed al passaggio il riguardare con rispetto il corteo, ed effondersi in quella intima effusione di sentimenti, che solo un silenzio assoluto può dar modo di gustare. Il Sovrano è passato. La folla ordinatamente ritorna e la calma subentra come al solito.
Due manifestazioni un po’ più clamorose succedono e sono il corteo delle bandiere e a sera inoltrata quello dei palloncini, festa più che altro scolastica. Per le vie prestabilite, cantando l’inno d’occasione, sfilano gli studenti e i desiderosi di partecipare all’omaggio, e si recano davanti alla residenza imperiale o dei principi, concludendo con un potente triplice “Evviva” (banzai) la gioconda manifestazione, che riesce sempre impressionante e per il numero (a Miyakonojo erano diecimila i partecipanti) e per la fantasticheria dei colori, e più per lo spirito animatore.
Anche la Missione partecipò in massa e colle sue opere alle grandi feste, anzi fu fatta segno di attenzioni tali, che ci riempirono della più pura gioia e ci allargarono il cuore alle più belle speranze. Ebbe il suo posto come gruppo in splendide posizioni il nostro Don Cavoli, come Direttore dell’Ospizio, fu tra gli invitati speciali al pranzo d’onore, dato alle notabilità da S. M. – il nostro Don Carò, come Direttore del Seminario, presenziò al ricevimento speciale dato ai capi istituto – i nostri seminaristi giapponesi e i nostri chierici salesiani fatti segno di dimostrazioni speciali al riguardo.
Anche questo è esempio chiaro dell’importanza somma che S. M. annette al grande problema dell’educazione del popolo.
Furono pure fatti segno di sovrana compiacenza i vecchi della regione al di sopra degli ottant’anni, che ricevettero un donativo speciale, e agli allievi delle scuole elementari che per la circostanza presentarono a S. M. i saggi scolastici di scrittura, composizione e disegno.
Ed ora tutto è rientrato nel ritmo ordinario di vita e di lavoro. In conclusione, bilancio consuntivo buono. Il Signore si serve di tutto per la sua gloria e per venire in aiuto ai suoi poveri missionari. Quanti utili avvicinamenti alle autorità, quante relazioni preziose strette con ragguardevoli persone, quante nuove conoscenze, a quante persone o a voce o per mezzo del giornale, che dava i minimi resoconti degli avvenimenti venne a conoscenza della missione e delle sue opere, quanti graduati militari ebbero alloggio nei locali della missione o presso famiglie cristiane…
Davvero “diligentibus Deum omnia cooperantur in bonum”.
E noi, Dio vogliamo amarlo, e farlo amare. Ci benedica, amatissimo Sig. Don Ricaldone, e ci aiuti colle sue preghiere e con quelle di tanti amici affinché tutte le manovre dell’apostolato riescano a gloria di Dio ed a vantaggio delle anime.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1541 / Marella Paolo / 1935-11-30 /
8.1.27 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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30 novembre 1935
Eccellenza Reverendissima,
Raccomando alla sua carità l’acclusa pratica che spero dietro il suo valido appoggio abbia felice risultato come quella dell’anno scorso per Oita. Non si spaventi del numero triplice… Omne trinum est perfectum.
All’occasione non le sarà discaro udire il risultato finale delle grandi manovre e della visita di S. M. l’Imperatore a Miyazaki nei nostri riflessi.
Bilancio ottimo. Non fummo disturbati per nulla salvo le precauzioni e le domande solite. In ferrovia buona occasione di parlare alla polizia, e buona propaganda. S. M. inviò il suo rappresentante a visitare l’Ospizio nella persona del Sig. Irie, ciambellano di corte, dicono, fra i più quotati. Fu soddisfattissimo della visita ed ebbe parole lusinghiere di omaggio.
Don Cavoli come rappresentante dell’Ospizio ebbe l’invito al pranzo offerto da S. M., dopo le grandi manovre a Miyakonojo ed ebbe anche speciale invito al gran ricevimento di Miyazaki.
La cristianità ed i missionari allineati varie volte al passaggio di S. M. fece buona propaganda di sé nei posti assegnati.
Il Seminario fu parificato per i posti alle varie scuole e Don Carò, come Direttore, invitato al ricevimento concesso da S. M. ai Capi-Istituto.
All’ultimo passaggio di S. M. i nostri chierici salesiani furono salutati militarmente da sua Maestà.
Tutte queste cose vedute e rese di pubblica ragione fecero buona impressione in tutti e consolarono, manco a dirlo, noi. A Takanabe alcuni graduati alloggiarono alla Missione ed altri in case di cristiani. Deo gratias di tutto.
Per l’Immacolata, festa della nascita della Congregazione salesiana, domando speciali preghiere… Mi benedica e con me i miei.
Sono in grandi preoccupazioni materiali e spirituali. Voglia pregare e benedirci in modo speciale. Col più profondo ossequio:
Obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
Pref. Apos.
1542 / Circolare ai Consiglieri Ispettoriali salesiani / 1935-11-… /
8.1.28 ai Consiglieri Ispettoriali della Visitatoria salesiana S. F. Saverio |
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Schema di relazione argomenti da trattarsi come scambio di idee in occasione della venuta a Tokyo del Rev. Don Cavoli
Tokyo, [Novembre 1935]
Le Figlie di Maria A. pare vogliano tornare allo statu quo ante, ossia come chiamate dalla Missione domandando alla medesima concorso finanziario. Pensare alle condizioni che resero necessaria la decisione, sostenuta a nostro favore dai Superiori, alle conseguenze. Per me sono d’avviso in ogni caso di decidere nulla senza l’approvazione dei Superiori.
Domandano il Cappellano, ma ho risposto che al momento è assolutamente impossibile. Per ora Don Cecchetti quando può va a dire Messa più frequentemente in sede. Le Suore in compenso, curano la biancheria.
Si propone una scuola serale professionale a Mikawajima. Prego Don Margiaria a spiegare. Nel caso di possibilità occorre sentire prima S. E. l’Arcivescovo.
È il caso, come preparazione prossima a passi concreti, tener vivo il fuoco per la fondazione di Osaka? Prego anche su questo punto Don Margiaria a esporre le idee che conosce. Mi sembrerebbe utile per la visita del Visitatore aver qualche cosa di concreto da presentare, per mettere subito il Superiore in relazione col Vescovo. Preferirei si cominciasse a Kobe, dove avremmo subito più appoggi.
Si avvicina a grandi passi l’apertura del Noviziato. Sono in attesa delle disposizioni dei Superiori per lo studentato. Alla fine del mese i filosofi finiscono. Quando potranno venire a Tokyo quelli del secondo anno? In Aprile bisognerà pure riunire gli studenti di teologia. Coi due che sono già a Tokyo sono altri cinque che possono iniziare, se i Superiori dispensano di qualche mese. Se domandiamo certo dispenseranno. Coi filosofi sono dunque 12 confratelli che possono essere riuniti. Non si possono certo lasciar soli, e il Sig. Don Tanguy avrà anche da fare nel noviziato.
Chissà se vi sembra opportuno lasciare per questo lavoro importante in aiuto a Don Tanguy il nuovo prete che deve venire?
Così rimane anche risolto il problema delle confessioni dei novizi (salvo il piccolo gruppo giapponese per cui non è difficile provvedere). Bisognerà pure pensare a suo tempo agli insegnanti teologici delle materie che non hanno luogo in seminario.
Quid vobis videtur?
Nel prossimo mese essendo in libertà i chierici che dovrebbero incominciare il tirocinio (in numero di quattro), pensando che si devono ritirare quelli che devono fare la teologia, come li occupiamo?
Case che hanno bisogno dell’aiuto chiericale possono essere: le due di Tokyo, Nakatsu e Miyazaki.
Per le altre, vere necessità non li vedo. Se si crede quelli che devono sostituire… potrebbero entrare in servizio nel prossimo mese e ad esempio, in Gennaio si potrebbero riunire i teologi per uno studio preparativo di latino e studio regolare di giapponese in attesa dell’inizio dell’anno teologico.
Se avete altre proposte pratiche vi prego segnalarle. L’esperienza certo ci fa vedere che non in tutte le case i chierici sono sufficientemente occupati.
Come assistente dei novizi per quest’anno proporrei un teologo, oppure uno studente di filosofia del secondo anno, a meno che resti libero un chierico del tirocinio (ad es. se non si invia un chierico a Nakatsu).
Don V. Cimatti, sales.
1543 / Tanguy Giovanni / 1935-11-… /
8.1.29 a Don Giovanni Tanguy, missionario salesiano in Giappone |
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[Novembre 1935]
Carissimo Don Tanguy,
Eccole del materiale assai prezioso seguendo il quale potrà avere una guida sicura.
Per i libri siccome gran parte furono ordinati penso che inizialmente sarà bene vedere quelli che arrivano e poco a poco formare la biblioteca del Noviziato. Molti altri libri non elencati verranno pure da Miyazaki. È ben probabile che i novizi portino pure con sé buon materiale, così che per iniziare penso che sarà sufficiente, poi si vedrà.
Preziose pure le referenze di Maestri di Novizi che Lei potrà anche interrogare de visu et auditu. Mi pare che seguendo queste disposizioni siamo in piena regola.
Don V. Cimatti, sales.
1544 / Amici Missione Salesiana / 1935-12-1 /
agli Amici della Missione salesiana in Giappone
[1 dicembre 1935]
Agli amici della Missione salesiana,
Alla numerosa famiglia degli “Amici della Missione di Miyazaki e delle Opere salesiane del Giappone” l’augurio cordiale di ottime feste natalizie e di buon Capodanno. E sia davvero l’anno di pace, auspicato dal S. Padre. L’assicurazione delle nostre preghiere quotidiane, dei sacrifici di noi tutti, delle preghiere dei nostri cristiani e orfanelli siano pegno a tutti di benedizioni materiali e spirituali.
NOTIZIE IN FASCIO. La nostra Prefettura da anni estendendo il suo lavoro a Nord della Provincia di Miyazaki ha veduto con meraviglia moltiplicarsi la popolazione di una cittadina industriale, fino a competere con Miyazaki. Le numerose fabbriche che apertevisi hanno dato un agglomeramento che va facendosi davvero impressionante, fra cui molti cristiani. A costo di ogni sacrificio si acquista un po’ di terreno, su cui presto speriamo potrà sorgervi una modesta residenza missionaria.
Siamo così entrati anche in questo gran centro industriale che si chiama Nobeoka. A Miyakonojo per venire in aiuto alla povera gente si è aperto un Dispensario di medicinali, ove tre volte alla settimana una dottoressa cristiana Imamura coadiuvata dall’infermiera diplomata Sig.ra Itai si prodigano per quanti si presentano. La voce della carità penetra per le cure del corpo più facilmente fino all’anima.
A Tokyo, Mikawajima, si è eretto un’alta asta per issarvi la bandiera nazionale. Alla presenza di autorità e di popolo si svolge la bella cerimonia. Nel pomeriggio un ricco bazar di carità fece larga distribuzione di doni alla gente povera del rione.
A Tokyo pure è già pronto il Noviziato salesiano che presto aprirà i suoi battenti ad una dozzina di reclute salesiane. Vi si sta erigendo a fianco, imponente, il nuovo Studentato filosofico-teologico salesiano.
Recentemente nella zona presso la parrocchia le Figlie di Maria A. fecero acquisto di spazioso terreno che permetterà loro [di] iniziare a vantaggio del popoloso rione affidato ai Salesiani (450.000 abit.) l’educazione di quelle fanciulle. A Beppu hanno pure una fiorente opera della S. Infanzia che raccoglie tanti angioletti.
A chi dopo Dio dobbiamo dir grazie per tutta questa fioritura di opere di carità? Ai nostri amici. Oh, moltiplicate, moltiplicate la vostra carità e noi moltiplicheremo il bene.
Don V. Cimatti, sales.
1545 / Colombara Vincenzo / 1935-12-1 /
8.1.30 a Don Vincenzo Colombara, salesiano, ex-allievo di Valsalice |
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[1 dicembre 1935]
Al discreto facitor di versi Don V. Colombara il cesareo poeta Don V. Cimatti
A te dicon “Direttore”
A me dicon “Monsignore”
mostruoso verbo.
Ah sapessi il giapponese
Manderesti a quel paese
anche questo titolo!
Oh davvero ci vuol pazienza
a non perdere la pazienza
a questo povero mondo.
Orsù dunque Direttore
Cerca ben di farti onore
nel povero mestiere.
A trattare coi chierichetti
tieni bene i pugni stretti
se no te la fanno.
Sembran santi, e non lo sono;
sempre pronti a dir “perdona,
non lo farò più”.
Tu che sei dei Colombara
Guida il gregge, fin che in bara
dolenti ti portino.
Dopo tutto i tuoi figliuoli
sono come buon fagioli
messi in insalata.
Sì, ci vuol il pepe e il sale,
con molt’olio non fa male,
e si mangian tutti.
A te, a lor, ai tuoi colleghi
Buon Natale e che leghi
i cuori nostri insieme.
E nel nome di Don Bosco
se pur tocca di ber fosco
non abbian paura.
In Giappone il 36
è sacrato ai topi bei,
bestie comuni.
Tu li vedi dappertutto
e le cose si fan lutto
sotto i lor denti.
Ma per voi i topi sono
caccia cara al gatto buono
che li sa pigliare.
Topi sono i difettucci;
gatti sian i chiericucci
che li correggono.
E tu Cencio col bastone
gira sempre e nel cantone
batti gli uni e gli altri.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1546 / Ricaldone Pietro / 1935-12-4 /
8.1.31 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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[Miyakonojo] 4 dicembre 1935
M.R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Torno da Oita dove ho voluto passare la festa di S. Francesco Saverio, proprio nella città che fu sua. Il nostro ch. Tassan ha in quel giorno emesso i suoi voti perpetui – ho fatto la riunione dei missionari del nord come il giorno prima avevo fatta quella del sud e due giorni prima quella del Consiglio della Missione.
Sono sul campo del mio lavoro a Miyakonojo e nella tranquillità della sera – ho congedato ora i paganetti della scuola serale, dopo che abbiamo detto insieme le orazioni e data la buona notte – passo alcuni momenti con Lei. Dopodomani faccio con Maccario l’esercizio della b. m., ed eccole al solito il rendiconto e le notizie mensili.
Salute: optime – offro a Dio le piccole miseriole di salute per le anime e tento di star sempre pronto, perché ho la convinzione che quando sarà l’ora, me ne andrò presto – albero che si schianta! Di tanto in tanto sento in me: “Preparati!”. Come ora per l’Immacolata. Fosse vero! Ma tento di realizzare la donazione dei desideri anche se buoni, alla volontà di Dio.
Studio e lavoro: come posso – tempo da leggere e studiare con calma è raro. Nei viaggi… ma ordinariamente dormo… E ne ho tanto bisogno di lavoro perché il lavoro è la mia salute in tutti i sensi.
Come sono ora, posso fare coscienziosamente i miei doveri di Superiore? Siccome non so fare il Superiore, non so rendermi troppo conto, certo che così non posso sbrigare tante cose – specialmente nella zona di Tokyo. Non posso certo all’Immacolata trovarmi all’inaugurazione dello studentato – né, se non trovo chi mi sostituisce, per le Ss. Messe domenicali; non andrò neppure incontro ai nuovi.
Farò di tutto per andare al Noviziato (inizio), ma fortunatamente quest’anno Lei ha facilitato anche a me il compito perché le funzioni furono fatte qua e là… Questo per dirle che se non manda aiuti Don Cimatti non si muoverà neppure per il Capitolo… E desidererei davvero di non muovermi. Ad ogni modo la cosa è così – e sia fatta la volontà di Dio.
Pratiche di pietà: più che posso in comune. In questa settimana ho dovuto ritardare di qualche giorno la confessione, ché non sono a tiro di nessun prete. Per questo niente di nuovo. Sono la cosa più bella della giornata e la più utile. Mi aiuti anche Lei colla preghiera a farle sempre bene. Al solito tento tener ferma la volontà.
Regole e santi voti: quest’anno (1935-36) è il quarantesimo di professione. Siamo ancora un po’ meno di una trentina. Se il Signore mi dà vita vorrei passarlo nella perfezione dell’osservanza delle medesime e nella totale immolazione dei medesimi. Le domando preghiere specialissime per la mia povera anima. Sono nell’ordine del giorno gli stimoli della carne (non so se siano come quelli di San Paolo) veri schiaffeggi, ma anche in questo tento rimettermi alla volontà di Dio. Per l’amministrazione… Don Piacenza è insostituibile e finora insostituito.
Carità: vorrei farmi tutto a tutti. Per ora nulla di speciale su altro.
All’Immacolata benedizione del nuovo studentato – che penso sarà fatta da S. E. l’Arciv. di Tokyo. Arrivati i nuovi inizio del Noviziato (penserei il giorno di Natale) con cinque italiani e cinque giapponesi. Ce ne doveva essere un altro, ma ammalatosi vedremo come si metterà – era del quinto corso tipografi. Mi paiono buoni e speriamo che il noviziato li perfezionerà. Lei, amatissimo Padre, preghi e faccia pregare.
Ce ne sono tanti altri, ma ho chiuso gli orecchi – ho bisogno che mi diventino prima e presto buoni preti e poi saranno ottimi salesiani.
Per le case nessuna novità speciale – si prosegue, sia pure lentamente. Avessimo i mezzi e il personale si farebbe di più – questo è affare della Provvidenza e di un certo M.R. Sig. Don Ricaldone: quindi responsabilità a chi tocca.
I confratelli discretamente bene – per vari disturbi soliti di salute – il più acciaccato è Don Cecchetti. Il ch. Arri è in cura a Tokyo, e vedremo il risultato.
Un quesito. I genitori del coad. Merlino (o meglio la madre vedova, già alquanto anzianotta) insistono per rivedere il figlio prima di morire – sono dieci anni. Se venisse potrebbe fare un po’ di propaganda per la missione e sarebbe disposto a impratichirsi un po’ a Cumiana per lavori e pratica agricola. Ormai la missione ha un po’ di terreno che potrebbe essere usato con grande rendimento, e che in pratica rimane per noi inutilizzato perché non ho nessuno cui… Egli non avrebbe difficoltà. Che ne consiglia?
Il Santo Don Berruti aveva solennemente promesso uno per la stampa (e fu di parola) e uno per la campagna (mi mandano uno che dipinge e fa macchiette in palco; …buono anche questo) e non venne – e sono in aria. Abbiamo quasi cinque ettari di terreno che dati in affitto a giapponesi non concludono che a loro vantaggio. Ho domandato a Don Braga un agricolo: vedremo. E per ora nihil aliud.
Voglia ricordarmi al Signore. Non le nascondo che come ho veduto tanta grazia di Dio per altre missioni, specie di preti – ho avuto una santa invidia e ho proprio concluso: “Non sono capace di strappare ai Superiori le grazie che credo necessarie – o i nostri buoni Superiori non conoscono il Giappone – no, non lo conoscono, oppure non possono (e penso così). Come tutti i missionari attendono l’ora di Dio per questo grande Impero (97 milioni di abitanti, censim. 1935), così i missionari e salesiani del Giappone attendono l’ora dei buoni sacerdoti che aiutino il povero Don Cimatti nelle opere vitali della Missione e della Congregazione.
Ho il Seminario con 50 chierici con un prete e un chierichetto che fa da prefetto, economo, ecc. Il Confessore va una volta alla settimana.
Ho l’aspirantato di 20 giovani con un prete che deve fare il missionario ed un chierichetto assistente. Il confessore va due volte al mese.
E qui e in Seminario si servono del Direttore. Come fare? Non ho altri.
Ho l’Ospizio con 100 ricoverati e bisogna pure [che] vi lavori un prete, che dovrebbe fare il missionario… E non continuo la litania che Lei conosce.
Basta che Lei pensi a Tokyo. Di fronte ai confratelli faccio la figura di non insistere abbastanza – il catalogo ai confratelli parla chiaro e le notizie per lettera assai di più – e quello che più è per me doloroso e che mi ferisce nel cuore è la figura che vi fanno i cari Superiori.
Comprendo tutto, amat.mo Sig. Don Ricaldone, comprendo tutto. Ma la realtà, creda a me, è che Don Cimatti non sa fare il Superiore; forse riesce a fare un po’ di musica e un po’ di scuola – e farebbe volentieri l’ufficio di segretario.
Ma come le dico anche in questi buoni desideri mi rimetto alla volontà di Dio. Intanto addio scuola… Gli studi sono a Tokyo. Il Segretariato lo farò in Paradiso presso Maria A. e Don Bosco, affinché aiutino i miei successori: potrò con convinzione di causa intercedere per il Giappone. E così sia.
Mio santo Don Ricaldone, perdoni lo sfogo. Pensi che è l’unico con cui posso aprire il cuore una volta al mese.
Ogni giorno vi è però Gesù e sono momenti di delizie ineffabili. Deo gratias! Preghi per me e mi benedica nel quarantesimo di professione e decimo del Giappone.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1547 / Chierici salesiani / 1935-12-5 /
8.1.32 ai Chierici salesiani in Giappone |
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8.1.33 Miyazaki, 5 dicembre 1935 |
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Carissimi chierici,
Festa dell’Immacolata! Penso all’otto dicembre 1941. Le tappe dell’Oratorio di Don Bosco! Le tappe dello studentato del Giappone: Oyodo (Miyazaki – 1929-1930), Takanabe (1930-33) Seminario (1933-34), Seminario-Miyazaki (1934), Miyazaki (1935) – 8 Dicembre 1935 nell’anno delle nozze d’oro56 delle nostre Missioni, benedizione della Sede fissa (a Tokyo).
Anche noi come Don Bosco... Ne godo e spero che il trapianto definitivo sia efficace in tutti i sensi, come lo fu per Don Bosco la povera tettoia Pinardi.
La vostra è migliore, ma deve essere, come quella spiritualmente parlando, cioé povera ed umile, calda di amore familiare, palestra e fucina di studio e formazione.
E voi, come quei primi allievi di Don Bosco, ne siete gli iniziatori. Dall’alba si può prevedere il meriggio. Santificate la casa erigendo al S. Cuore un trono su cui Egli regni senza rivali.
Oh, come desidererei ci fosse P. Matteo per questa intronizzazione, ma siccome ora non sarà possibile, intronizzate il S. Cuore nel vostro cuore e vi regni davvero senza rivali.
Mi siete presenti e vi vedo chiarissimamente più che se mi foste vicini. Vi benedica il Signore, mentre di cuore vi abbraccio in Corde Jesu et Mariae:
Don V. Cimatti, sales.
1548 / Dal Fior Luigi / 1935-12-7 /
8.1.34 al chierico Luigi Dal Fior, studente di teologia |
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7 dicembre 1935
Carissimo Dal Fior,
Grazie delle belle notizie oratoriane. Tenta imitare ed emulare Don Bosco. Sai come? Ama e sacrificati.
Buon Natale e anno
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1549 / Ricaldone Pietro / 1935-12-8 /
8.1.35 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyakonojo, 8 dicembre 1935
M.R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Come vede è la festa della Mamma. Fra poco a Tokyo S. E. l’Arcivescovo benedirà la nostra nuova opera (nostra = intendo salesiana), il nostro studentato filosofico e teologico. Posso cantare il “nunc dimittis” che missione e Società hanno le loro basi, ma sempre sia fatta la divina volontà, pur essendo oggi in vena di cantarlo.
Voglio passare proprio oggi alcuni istanti con Lei. Deo gratias a Gesù che mi [ha] fatto salesiano e con Lui a Maria Immacolata e a Don Bosco, ed anche Lei preghi per me.
Da Tano sono disceso a Miyakonojo – finita la funzione, torno a Tano ove chiudiamo con un po’ di accademia a Maria e dove un povero giovane ammalato attende che gli porti Gesù. Ora le scrivo di una nuova prova a cui pare il Signore voglia sottomettere la missione.
Un telegramma dall’Italia mi annuncia la gravissima malattia del fratello di Don Lucioni – che purtroppo oltre che la malattia (cancro facciale) perdette la fede. Comunicai la cosa al fratello Don Lucioni, che mi supplica per un veloce ritorno temporaneo (e se ottiene passerebbe per la Transiberiana) perché è in lui riposta dopo Dio l’unica speranza di ritorno alla fede del povero fratello. Lei poi da tempo conosce lo stato spirituale di Don Lucioni (davvero compassionevole per la sua vocazione – ed è difficile capire che voglia) che ritiene provvidenziale questa sua venuta per aggiustare tutto. Si tratta di valori troppo importanti perché possa dir di no – o consigliare a dilazionare (i medici danno absolute due mesi al massimo di vita) e consultatomi e pregato, valendomi al riguardo del Regolamento, concedo la cosa e affido questo caro confratello alla sua carità. Come per nessun altro confratello non domando né ritorno né permanenza.
Don Lucioni ha fatto gran bene colla propaganda stampa, ma secondo me, dobbiamo pensare a non perdere l’anima nostra – ed egli è – secondo me – in una sovraeccitazione somma per la sua vocazione, ed è difficile trovare chi possa stare e resistere con lui. Lo raccomando per viscera misericordiae Dei nostri, e se ritorna, ritorni guarito in tutti i sensi.
Un’attività di meno. Mi è forza chiamare in missione non fosse altro per dire Messa, il buon Don Rodriguez, che avevo domandato di lasciar a Tokyo. E Lei buon Padre, preghi per me. Desidererei immolarmi a Gesù… Non mancano le occasioni… Ci aiuti colle preghiere e mandandoci qualcuno in aiuto – o almeno mi dia l’autorizzazione di dar Messa ai nostri cari coadiutori… ad es. a Maccario che è qui presente e che desidera con me baciarle la mano e raccomandarsi alle sue preghiere. Nuovamente a nome di tutti buone feste e capodanno.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1550 / Circolare ai Consiglieri della Visitatoria / 1935-12-9 /
8.1.36 ai Consiglieri della Visitatoria salesiana S. F. Saverio |
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Visitatoria S. Francesco Saverio
[9 dicembre 1935]
Comunico al Consiglio risposte dei Superiori ai vari quesiti fatti recentemente.
È approvato lo Studentato filosofico a Tokyo, che servirà anche per quelli che prossimamente devono iniziare la teologia.
Si permette che i nostri teologi frequentino la teologia al Gran Seminario di Tokyo, coll’augurio che al più presto sia realizzato il nostro Studentato teologico.
I Superiori pensano che sia meglio che i teologi di Hong Kong terminino là, se però vi fossero ragioni per consigliare il trasbordo non si oppongono.
Il Sig. Don Tanguy per il momento è direttore dello Studentato e maestro dei novizi.
Per la questione delle Figlie di Maria Aus. aiutiamo in quel che possiamo, ed in pratica le cose rimangono così come sono nelle vicendevoli relazioni.
Il Sig. Don Berruti, Don Serié e Don Tirone sono in visita alle missioni.
Altre notizie: i novizi che vengono sono solo più cinque. Spero che non ci saranno altre sottrazioni. Per non lasciar sfuggire l’occasione che sembrava buona sono in trattative per l’acquisto di una bella vigna a Tano. Chissà che non possa servire per il futuro avvenire di Tano. Deus nos adiuvet.
Pare giungano a Yokohama il 17 dic. penso venire ad accoglierli e così passare a Tokyo le feste natalizie. Spero trovare i supplenti per l’occasione.
Don V. Cimatti, sales.
1551 / Circolare salesiani / 1935-12-9 /
8.1.37 ai Salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki |
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9 dicembre 1935
Carissimi missionari,
Dopo le adunanze del Consiglio e nostre brevemente vi riassumo le deliberazioni prese, affinché ci sforziamo di attuarle ognuno per la parte sua. In adunanza di CONSIGLIO:
In riferimento all’ultima circolare, ognuno dei Consiglieri cui è affidata una mansione speciale, riceverà dal Superiore o direttamente dai missionari le pratiche relative, le studierà, darà il suo parere e ne riferirà in Consiglio. Prego i confratelli quindi a rivolgersi con piena fiducia ai Consiglieri singoli.
Si diede parere favorevole per ampliamento bagno e luoghi comuni a Nakatsu. Per la chiesa di Nakatsu di cui si presenta progetto, si desidera un disegno più dettagliato, non si è di parere che la facciata di finto cemento (per gli inconvenienti di fenditure, ecc.), si consiglia che prima di iniziare le costruzioni si acquisti per tempo il legname per l’opportuna stagionatura. Non si costruirà la chiesa se non quando si avrà il capitale necessario. Lo stesso dicasi per qualsiasi altra costruzione.
Per la costruzione della casa del catechista sul terreno acquistato a Nobeoka, si soprassiede, desiderandosi che la missione si presenti fin dall’inizio possibilmente con casa del missionario e opere.
Per la sopraelevazione del braccio laterale – refettorio del Seminario, visti i disegni, il costo, le difficoltà di costruzione – si propone l’esecuzione di un altro progetto in prosecuzione della facciata attuale.
Per venire incontro al progetto Don Lucioni per la propaganda stampa, si stabilisce: per il giornale Cattolico che ogni residenza si renda conto esatto della distribuzione del medesimo. Perciò ogni residenza entro il mese veda di rettificare gli indirizzi dei desiderosi, eliminare dall’elenco quelli che non desiderano, sorvegliare la distribuzione a mano ed inviare al sottoscritto il numero dei giornali che si intende distribuire per il prossimo anno. Al momento attuale ogni residenza pensa poter compiere il lavoro di distribuzione colle proprio forze.
Per il “Don Bosco” dire al sottoscritto il numero delle copie che si desiderano. D’ora innanzi sarà inviato dal Centro.
Per le Letture Cattoliche il sottoscritto ne invierà un certo numero alle residenze. I desiderosi di maggior numero di copie debbono richiederle direttamente ed a proprie spese al Don Bosco-sha.
Si plaude ai foglietti, panfletti e proposte stampa Vangelo separato e a prezzo minimo. Si prega il Sig. Don Lucioni a segnalare i saggi alle residenze per le opportune ordinazioni, perché si desidera unire le forze per una più intensa propaganda stampa.
Fatta dal Superiore relazione sullo stato attuale della Missione:
Si fanno vive istanze affinché sia intensificato, sorvegliato e diretto il lavoro dei catechisti e aiutanti nostri per la propaganda.
I Missionari intensifichino il loro lavoro in sede, quelli che si presentano vengano accolti con espansione e coi segni dell’etichetta giapponese e della più schietta carità cristiana.
Si fanno voti che ogni residenza oltre l’oratorio, le riunioni domenicali, abbiano il loro asilo, ecc. e si dia largo campo alle opere di assistenza sociale. Si consigliano inizialmente le visite alle famiglie povere e agli ammalati: le conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli, ecc…
Si lavori in modo speciale in missione e fuori per trovare buone vocazioni e buoni aiutanti per il lavoro.
La prossima adunanza di consiglio tratterà anche delle questioni amministrative ed economiche. Per ora: si veda di venire incontro alle urgenti necessità della Missione con alleggerimento al possibile delle spese al Centro, con propaganda personale presso amici e benefattori e con una ben intesa economia.
Si cerchi di venire organizzando le cristianità e le loro risorse in modo da venire COL TEMPO al punto che possano vivere da sé. Trovare amici e benefattori per le varie opere della Missione.
Il Superiore ricorda: che per la fine del mese gli si invii il ricavo delle collette dei cristiani pro-aeroplano a meno che i cristiani non preferiscano [mandare] direttamente a S. E. il Vescovo di Nagasaki.
A ovviare inconvenienti gravi che si sono verificati per imperfette iscrizioni sui registri parrocchiali, si usi la massima oculatezza nel compiere questo importante dovere. Specialmente quando si tratta di matrimoni disparitatis cultus e misti, si esiga sempre il “Koseki tohon” della parte pagana. Che i missionari vicini si aiutino per consiglio in casi dubbi, per predicazioni, per le confessioni, per progetti e mezzi di propaganda. Per venire a regolare la questione delle tasse in forza dello “Shadan” e per le leggi varie, siamo esenti dalle tasse…
Se vi può essere utile il sottoscritto per ora dimora a Miyazaki al Lunedì, Venerdì e Sabato (pomeriggio) e Domenica a Tano e gli altri giorni a Miyakonojo.
Dall’esatta osservanza di quanto abbiamo deliberato in comune dipenderà gran parte del buon andamento della Missione. Grazie della vostra cordiale partecipazione in tutto. Accettate fin d’ora i miei poveri auguri e preghiere per le feste natalizie e di capodanno. Vogliate pure fare le mie parti presso i cristiani. Sono sempre unito a voi nel pensiero, nell’opera e nella preghiera.
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1552 / Cecchetti Albano / 1935-12-9 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
9 dicembre 1935
Carissimo Don Cecchetti,
Gli acclusi (soldi) sono per il pagamento di Arai (catechista). Si faccia rilasciare ricevuta per evitare poi duplicati inutili.
Invio calendario.
Carissimo Don Cecchetti, per gli aiuti capirà che Don Cimatti non può al sei del mese dare quanto è solito dare alla fine. Mi ascolti: se il Signore l’ha messa dove Lei è, è anche perché si impratichisca di amministrazione sulla base della povertà salesiana. Dunque, se le sue uscite sono quelle prospettate, Lei deve domandarsi: “posso fare qualche risparmio? In che parte?”. Non le pare, ad es. che i viaggi siano un po’ in cifra grossa? Idem la posta. Lei verifica di tanto in tanto il prezzo delle derrate? Alcuni acquisti che si possono fare all’ingrosso? Inoltre la cucina giapponese se è lasciata alla libertà dei giapponesi badi che costa più dell’europea.
Sono argomenti dolorosi per noi, che sembra si voglia andare a contare i bocconi, ma bisogna pure aver occhio anche a questo. Vi è la carne, vi è il pesce – vi sono pesci che costano più della carne.
Forse Merlino potrà darle maggiori schiarimenti. A Beppu la roba può essere che costi più che altrove. Peccato che non abbiamo coadiutori per tutto – verranno anche questi – per ora però bisognerà pure aggiustarsi – ed abbia anche Lei, caro Don Albano, la pazienza di impratichirsi in questa dolorosa e spinosa questione. Tutto questo è per darle qualche consiglio: è cosa assai facile, per dirigerla in materia.
Arri so che sta bene – neppure qua ha scritto. Si capisce, per quelle malattie è la cosa più ostica e soffre più di noi, di non poterlo fare.
Per i suoi dolori – salti il fosso – si faccia visitare.
Grazie delle indicazioni e su Kaneko e su Barsauskas. Forse Lei potrà in questi giorni parlare directe con Don Lucioni che va per affari a Kobe.
Mi pare di aver così risposto a tutto. Preghiamo ad invicem, caro Don Cecchetti, e aiutiamoci fraternamente.
Tutto suo e sempre
Don V. Cimatti, sales.
1553 / Fogliani Mario / 1935-12-9 /
8.1.38 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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9 dicembre 1935
Carissimo Fogliani,
Grazie delle tue sempre care notizie. Per i dolori di reni vedi di tenere sempre la ventriera in questo periodo di freddo.
Il Signore ti conceda nelle feste natalizie ogni bene materiale e spirituale. Il Signore con queste prove di dolori vuol purificarti sempre più e renderti sempre migliore. Spero presto vederti.
Tuo sempre
Don V. Cimatti, sales.
1554 / Ricaldone Pietro BS / 1935-12-10 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Il cinquantenario delle letture drammatiche
e del teatro in giappone57
[10 dicembre 1935]
Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
L’occasione della data cinquantenaria così ben commemorata dal Bollettino Salesiano, mi dà modo di intrattenermi su questo argomento di notevole importanza anche dal punto di vista dell’apostolato missionario, e di esporle quanto anche in questo campo dello spirito salesiano abbiano già cooperato i suoi figliuoli in Giappone.
Immaginare un’opera salesiana di educazione sfornita di un teatrino o di qualche cosa che lo richiami è immaginazione errata o almeno imperfetta. Può dunque pensare se fin dagli inizi del loro lavoro in Giappone i suoi figliuoli non hanno fabbricato palcoscenici… Lei, buon Padre, non dovrebbe dimenticare il primo da noi costruito a Miyazaki… proprio in occasione della sua venuta… e su cui Lei salì a leggere fra l’attenzione del pubblico il suo primo ed unico discorso in giapponese. Ricordo che noi lo seguivamo con trepidazione non tanto per il timore della riuscita, quanto dell’instabilità del palchetto di quattro metri quadrati, che dondolando minacciava rovina sulle sue mosse oratorie… Da allora che progressi!…
Ogni residenza ha il suo teatrino più o meno grande, più o meno comodo, ma su cui anche in Giappone trionfa, e come! lo spirito di Don Bosco anche in questa forma educativa. Il più tipico è il teatrino di Beppu… un corridoio lungo e stretto… Lo chiamiamo il corridoio dei passi perduti. Ma presto con l’aiuto di anime buone il nostro Don Cecchetti avrà il suo bel salone-teatro, anche lui.
I nostri cari giapponesi amano alla follia il teatro, e grandi e piccoli quando possono lo frequentano. Gli spettacoli religiosi sotto forma di danze e giuochi nelle feste shintoiste e buddiste tenuti ai lati o nei pressi dei templi sono parte integrale delle feste e sono frequentatissimi.
Le rappresentazioni artistiche storiche del teatro giapponese propriamente parlando si possono distinguere in aristocratiche e popolari. Le prime, le più antiche, possono dirsi dramma lirici di carattere religioso. Sostanzialmente in origine sono pantomine danzate e accompagnate da pochi strumenti (flauto e varie specie di tamburi) che ritmano la danza, o diremo modernamente, che segnano il tempo. Più tardi si aggiunge il dialogo (espresso in forma di recitativo più o meno melismatico).
Il tema a fondo storico o leggendario, o costituito di frammenti poetici, tratta di delitti per distruzione di persone o animali, della caducità delle cose umane, del dovere dell’ospitalità, dell’amore della natura, di entusiasmi patriottici e simili. Gli attori sono pochi – da due a sei – preferibilmente tre, rafforzati alle volte dal coro, che sta in scena cogli attori e suonatori e che descrive la situazione, il paesaggio o deduce la morale.
La forma popolare non meno gradita e frequentata è a cori e musica (che sta in recinto a parte a fianco del palco) ed a sfondo storico o basata sulle situazioni della vita domestica e quotidiana. Viene rapidamente modernizzandosi sotto l'influsso specialmente del cinematografo e delle altre forme straniere di rappresentazioni coreografiche, che purtroppo ogni giorno più inondano il Giappone. Ho detto purtroppo, perché le conseguenze che in tutto il mondo sono prodotte da queste aberrazioni e convulsioni artistiche sono risentite, e come! fra queste popolazioni in tutti i sensi, e non facilitano certo la propaganda missionaria.
Le nostre riunioni domenicali sono al completo, e potremmo dire quasi sempre all’entrata la dolce parola così desiderata dagli impresari teatrali: “Esaurito”. E ringraziamo di cuore il Signore che mette a nostra disposizione anche questo mezzo di propaganda.
Dal punto di vista dell’azione missionaria non è certo senza valore il teatro, specialmente poi se unito al canto, alla declamazione, alle rappresentazioni luminose e cinematografiche. Basta pensare che quanto con questi mezzi si viene insegnando, non solo impressiona le orecchie, ma penetra per gli occhi alla mente e al cuore: fa bene non solo agli spettatori, ma anche agli attori, e serve di ottima propaganda, potendosi fare le stesse rappresentazioni in molti luoghi.
Lanciate programmi per conferenze di propaganda cattolica. Talvolta siete fortunati, ed il pubblico è discreto, specie se attirato dalla valentia dell’Oratore o dalla novità del soggetto, ma difficilmente la massa si muove. Non è dopotutto un male, perché i pochi volenterosi o curiosi se si radunano è segno che si interessano della cosa, ed il frutto non è disprezzabile. Il giapponese è avido dei bei discorsi – ha anche una naturale tendenza al bel parlare e ci tiene a udirne e a farne. Ma se volete assicurare il successo della vostra seduta fate teatro, cinema, musica… il mondo grande e piccino corre: sta alla vostra oculatezza scegliere il programma di sana propaganda.
Alla domenica dunque il nostro giovane mondo è là, e canta e spalanca gli occhi e le orecchie, e ride di cuore (oh, felice la gioventù che ride per il bene!) e si commuove… e con loro i fratelli maggiori, babbi e mamme.
Leggo nella storia delle scuole dei Gesuiti in Giappone che i primi missionari facevano rappresentare dai fanciulli in occasione delle grandi feste religiose cattoliche i fatti evangelici relativi. Qualche tentativo fatto anche fra noi ha dato ottimi risultati, come lo ha dato presso altri missionari. Le produzioni cattoliche drammatiche e stampate o su riviste o in libri separati (non esiste ancora una vera collana di rappresentazioni drammatiche) non sono certo ancora molto numerose. Ne esistono molte manoscritte presso i singoli utenti di questo mezzo specie presso gli istituti religiosi. È abbondantissima la produzione drammatica - coreografica - musicale - scolastica in uso nei saggi scolastici o le canzoni popolari. La mentalità giapponese non ha bisogno di essere colpita dalla messa in scena, né dai grandi e sontuosi vestiti. Pochi segni esterni chiariscono la situazione e la parte dell’attore – il coro spiega – i gesti o la danza specificano – la musica eccita – la fantasia e l’immaginazione perfezionano – l’ambientamento è perfetto. E non c’è neppure da faticare a scrivere parti e a far molteplici prove: date il canovaccio e lasciateli fare. Hanno ingegnosità di sviluppo mirabili e specialmente nelle parti comiche hanno risorse e rivelano attitudini non comuni nella drammatica.
D’estate si improvvisano pure teatri all’aperto, ed allora al pubblico degli habitués si aggiungono i curiosi… E così la propaganda cresce.
Concludendo, anche in questo campo, in cui Don Bosco ci è stato maestro, tentiamo di addestrarci e di addestrare, e di attenerci alle sagge sue norme. Il lavoro ci è facilitato, come ho detto, dalle mirabili attitudini naturali e di studio che i nostri cari amici hanno anche in questo campo. Veniam formando o su argomenti locali (morali, storici o comici) o su traduzioni, scenette, commediole, pantomine e danze, che unite a quanto già esiste di lavori fatti da abili missionari, potranno formare l’attesa e desiderata collana di letture drammatiche. Mi pare che specialmente per i nostri cari ragazzi pagani, queste nostre modeste, istruttive, piacevoli, brevi e morali produzioni drammatiche “valgano quanto e forse (lo si può togliere senza timori!) più di una predica”, come dice il nostro Don Bosco.
Amatissimo Sig. Don Ricaldone, venga di nuovo in Giappone, e non tema di salire il nuovo palcoscenico di Miyazaki, è sicuro! Fondato… È come quelli di tutte le residenze missionarie e delle opere salesiane in Giappone, sulle direttive di rallegrare, istruire ed educare dateci da Don Bosco.
Ci benedica tutti.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1555 / Chierici salesiani / 1935-12-10 /
8.1.39 ai Chierici filosofi salesiani di Tokyo |
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[10 dicembre 1935]
Miei cari filosofi,
Spero che l’Immacolata avrà portato nel cuore di voi propositi di vita migliore. Ed ora al lavoro per le prossime feste del S. Natale: raccoglimento e preghiera.
Una cosa poi vi raccomando. Studiate i mezzi per venire in aiuto al Noviziato e Studentato, d’accordo col Sig. Don Tanguy.
Che vi pare? Ad es. una circolare a tutti i noviziati e studentati? O altro. Scrivete ai collegi ove siete stati o dove si trovano amici o inviate la circolare ai vostri antichi maestri, assistenti, ecc. ecc.
Fate le cose d’accordo col Sig. Don Tanguy e nella forma più economica.
I bravi Dalkmann e Manhard si industrieranno per avere preghiere. Vedrete che il Signore ci aiuterà. Sapete che il noviziato e Studentato sono i pesi finanziari massimi. Dunque economia – studio – santità e allegria.
Vi abbraccio e benedico singulatim… e allargando molto le braccia, perché grosso, anche Barbaro. Arrivederci, quando?
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
1556 / Tassinari Clodoveo / 1935-12-10 /
8.1.40 al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hong Kong |
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10 dicembre 1935
Carissimo Tassinari,
Grazie delle belle notizie che mi dai: ne ho ringraziato di cuore il Signore.
Unisciti di cuore al tuo direttore e lasciati formare.
“Nisi granum frumenti cadens in terra mortuum fuerit, ipsum solum manet…” (un certo Tassinari) (umiltà) (trasformazione) (sterilità nell’apostolato) solum… solum manet… (Deus superbis resistit) (solitudine materiale e spirituale).
La possibilità di Don Cimatti a Hong Kong va sfuggendo ancor più. Siamo impari per il numero al lavoro e forse ora il Signore ci domanda altri sacrifici.
Non è certo, ma forse (sia notizia vostra esclusiva) per gravissimi motivi familiari per 3-4 mesi il nostro buon Don Lucioni deve correre in Italia. Pensate che così mi rimangono scoperte una decina di piccole cristianità.
Don Cimatti è legato a Tano e Miyakonojo. Niente paura. Se il Signore permette è segno che va bene così per noi e per tutti.
Floran è a Napoli – mi ha fatto l’impressione che è già molto lontano dal Giappone. Fiat voluntas Dei.
Zanarini è al Colle – tranquillo e i Superiori sono contenti assai di lui.
Bechis finora mutus – dicono sia a Ferrara. Ma gli scrivo in questi giorni.
Perché il Giappone non venga fornito di preti, penso sia, più si conoscono le necessità di tale paese e di persone convenienti, più si vedono le difficoltà.
Può essere anche (ed è certo così) dipenda dall’imperizia di chi è alla testa.
Voi lo sapete: domando personale e non persone, se no faccio la mia volontà.
D’altra parte il Giappone è l’ultima delle Missioni, la più nuova, e si pensa, forse, la meno bisognosa: altre missioni attendono da anni e forse ora solo sono esaudite.
Ad ogni modo verrà anche l’ora per il Giappone… I preti verranno in seguito… Voi, fra non molto e i nostri giapponesi che si preparano.
Ricorda, Clodoveo: più il Signore ci fa stentare e più ci benedice.
Guarda: in 10 anni (8 di lavoro) oltre 50 semin. indigeni di cui 1 teologo, 4 filosofi e già 5 novizi giapponesi e migliaia di giovani e oltre 300 cooperatori. Cosa ti dice questo?
Quattro fondazioni prettamente salesiane a Tokyo, 8 residenze nostre (terreni e case) in missione – molte case affittate ed un ospizio di oltre 100 ricoverati a Miyazaki… Pensa a Tokyo – pensa… in Giappone. Sono i miracoli di Mamma Aus. e Don Bosco. Sai perché? Perché poveri e tartassati dal Signore.
Abbi fede, Clodoveo e vedrai ben altro… Quando non ci sarà più questo imbroglio di Don Cim. Grida pure cogli amici “Te Deum laudamus”. Allegro e prenditi un bacio dal
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1557 / Madre Generale F.M.A. / 1935-12-11 /
alla Madre Generale delle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice
Visitatoria S. F. S. e Prefettura Apostolica
Miyazaki, 11 dicembre 1935
Reverendissima Madre,
Ricevo dalle sue figliuole giunte felicemente a Beppu il suo prezioso dono, e mentre di cuore la ringrazio ne dispongo per il nostro nuovo Noviziato e Studentato che sono al momento nella vera povertà Francescana-Salesiana. La visita della Rev. Madre Cogliolo coronata colla professione delle prime Figlie di Maria A. Giapponesi penso sia stata fruttuosissima sotto tutti gli aspetti.
Al momento la questione che penso le sarà sottoposta dalla Rev. Ispettrice è quella delle relazioni fra le Figlie di Maria A. e Missione e quella delle necessità materiali in cui versiamo tutti, forse in modo speciale le sue figliuole. Per le prime questioni mostrai all’Ispettrice gli incartamenti e corrispondenza delle Madri tanto della prima parte dell’inizio del lavoro delle Figlie di Maria Ausiliatrice alle dipendenze dirette della Missione; quanto nella seconda parte, quando lavorano come Congregazione a sé.
La Provvidenza dispose le cose così, e francamente i missionari desiderano rimangano tali anche in avvenire. La missione fece e fa il possibile per aiutare le Figlie di Maria A. dal punto di vista spirituale e finché dureranno le cose così non vedo via di aiutarle più efficacemente. Non ho il personale. Don Cimatti tiene come può due parrocchie, oltre il resto.
Per la seconda questione si domanda alla missione aiuto almeno parziale. Poste le cose così come sono, la Missione non può che dare qualche regalìa (come sempre fu fatto), ma non ha convenzione fissa colle Figlie di Maria A. per le ragioni dette sopra.
Per venire incontro al desiderio della Rev. Ispettrice delle Figlie di Maria A. promisi che per nuove fondazioni di opere che potessero essere tenute da Loro avrei fatto inviti e richiesto convenzioni.
Per me ho consigliato sempre alle sue figliuole nelle critiche circostanze economiche in cui tutte le missioni, e questa in specie, si trovano:
di aver gran fiducia nella Provvidenza e fede,
dibattersi salesianamente per la ricerca dei mezzi (questo punto non mi pare troppo approvato dalla Rev. Ispettrice, certo per il fatto che preferisce qualche cosa di più sicuro alla tranquillità del lavoro delle sue figliuole… ma se non facciamo come Don Bosco!…).
Santificarsi sempre più.
Per venire incontro pure al desiderato servizio religioso ho per un mese autorizzato il missionario a dire la Messa, invece che alla Missione, nella casa delle Figlie di M. A. ed in seguito, secondo le circostanze a dirla due o tre volte alla settimana – non essendo rilevante il numero dei cristiani che vanno alla Chiesa. Fu trovata disagiata per andare alla Chiesa la residenza di Beppu – e realmente non è delle più comode, ma in Missione bisogna pure adattarsi a tutto, e a mio avviso la passeggiata mattutina non dovrebbe far male.
Lo stato attuale delle Figlie di Maria A. specialmente per la questione economica è di abbattimento, ma speriamo che la Provvidenza aiuterà se vi saranno le condizioni sopra indicate. Il Signore ha sempre provato questa missione ed è per questo che l’ha sempre benedetta – dolore e povertà sono il nostro fondamento.
Penso che se le Figlie di Maria A. vorranno bene alla missione – rispetteranno il prete e si lasceranno guidare – se non avranno troppe preoccupazioni per il materiale e giocondamente si lanceranno al lavoro, buttandosi ciecamente nelle mani della Provvidenza, saranno felici nel tempo e nell’eternità.
La realizzazione incompleta di questo programma di azione da chi dipenderà? È qui tutto il problema. La Rev. Ispettrice ha sentito tutte le campane, religiose ed ecclesiastiche, e sono sicuro che si è fatta un’idea chiara di tutto, e Lei Rev.ma Madre, avra relazione esatta di tutto, e pensieri nostri e delle sue figiuole.
A nome mio e dei miei missionari domando venia per le manchevolezze umane che ci possono essere state: la nostra intenzione fu solo e sempre quella di aiutare fin dagli inizi le ottime Figlie di Marla A. e lo si fece e lo si fa a costo di ogni sacrificio, secondo le direttive dateci dai Superiori e secondo le disposizioni della Provvidenza nello stabilire che le relazioni divenissero nella forma attuale. Avanti nel nome di Dio.
Colgo la bella occasione per augurare di cuore alla Rev.ma Madre, al Consiglio Generalizio le buone e sante feste a nome anche di tutti i missionari e Salesiani del Giappone. Buona Madre preghi per questo povero prete che in definitiva è la vera causa di tutto il malessere che possono aver provato e provano le sue Figliuole.
Tutto suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1558 Cecchetti Albano / 1935-12-11 /
8.1.41 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone |
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11 dicembre 1935
Don Cecchetti carissimo,
Lei, con fuoco di fila, scrive cartoline su cartoline – tre di fila – oggi una – e non pensi che arrivino una alla volta, ché la posta non parte tutte le ore.
Lei invia a Miyazaki e Don Cim. è a Tano o a Miyakonojo: comprende i ritardi, e in molte cose non c’è materia da rispondere.
Per il Cimitero quando avremo soldi, al momento penso non urga. Speravo per il mese dei morti, ma la Provvidenza dispose diverso.
La finale: terreno sterile (dovunque è così); prete incapace di tutto (preghi e facciamo quel che possiamo); personale idem (via! Il cuoco fa cucina e spesa; il vecchio pulizia; Nishida qualche cosa fa); i mezzi nulli (per vivere il necessario l’ha e per qualche cosa d’altro).
Dunque non esageriamo. Sicuro! Deus providebit, ma bisogna che noi facciamo quel che possiamo. Aiutati che il Signore ti aiuta.
Un chierico mi scriveva ieri: “Don Cecchetti mi dice sempre: “Bisogna insistere”. Lei lo fa con Don Cimatti, e Don Margiaria lo fa con Lei (gli ho scritto che mi assumo il suo debito). Non si meravigli dunque.
E Gesù non insiste sempre vicino all’anima nostra?
Allegro Don Cecchetti. In Paradiso staremo meglio. Matsumoto di Tano fu gravemente ammalato. Ora sta meglio. Preghi anche per lui e per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti
1559 / Zanuso Guglielmo / 1935-12-11 /
8.1.42 al chierico salesiano Guglielmo Zanuso |
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11 dicembre 1935
Carissimo Zanuso,
Bravo! Però prega sempre così: “Gesù, Zanuso desidera di essere missionario secondo la tua volontà”.
Sottoponi cioè i tuoi desideri anche i più santi alla volontà di Dio. Sentirai orizzonti di gioia ben più intensi e più meritori. Così è lo spirito di S. Francesco di Sales e quindi di Don Bosco.
Tuo
Don V. Cimatti
1560 / Circolare Salesiani / 1935-12-12 /
ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
Miyazaki, 12 dicembre 1935
Carissimi confratelli,
Già da parecchio tempo sono presso di voi i nuovi confratelli tirocinanti. Credo mio dovere farvi calda raccomandazione, anche a nome dei Superiori, affinché il tempo di prova che debbono passare presso di voi sia davvero fruttuoso per la loro formazione.
Vi richiamo l’articolo l84 della Regola e tutto il cap. 11 dei regolamenti. Non potendo voi fare tutto quanto è ivi prescritto, fatevi aiutare da qualche altro confratello (ad es. per le case di Tokyo anche da qualcuno dei teologi), ma procuriamo che le altre occupazioni non ci distolgano regolarmente da questo nostro troppo importante dovere, le cui conseguenze gravano sull’avvenire di tutta la missione e opera salesiana in Giappone.
Lo Studentato ha potuto formare solo fino ad un certo punto questi nostri confratelli, quindi dovete voi, come comanda la regola, trasformarvi in maestri di novizi, in consiglieri per lo studio e per la disciplina, in direttori per tutto il resto. Solo così formeremo in seguito dei buoni preti.
Vi raccomando poi quanto so e posso di dar loro comodità di un buon studio di giapponese. I sacrifici che faremo in questo saranno ripagati ad usura in futuro. Pensiamo alle nostre dolorose esperienze. Purtroppo che finora non abbiamo dato troppa importanza a questo insegnamento, e me ne dolgo con cruccio vivissimo per le gravi conseguenze che ne derivano. Ripariamo dunque per quanto è possibile il passato. Non lasciamo i chierici – che avranno a fine d’anno l’esame di latino e di giapponese da una commissione apposita – liberi di sé in questo e negli altri studi.
Anche il DIRETTORIO missionario, che sarà di prossima pubblicazione, stabilisce che il missionario prima di accingersi al lavoro di apostolato dovrà subire l’esame di giapponese.
A voi lo stabilire le norme al riguardo, ma assicuratevi che per tale studio non basta la conversazione coi ragazzi, né i piccoli discorsetti o il far recitare il catechismo et similia. Bisogna che abbiano uno studio metodico e, per quanto è possibile, regolare.
L’approssimarsi delle Ss. Feste natalizie e di capodanno mi dà modo di presentarvi i miei poveri ma cordiali auguri e di assicurarvi la preghiera più ardente affinché il Signore benedica tutti i vostri lavori e coroni questo nostro primo decennio di lavoro con abbondante messe di anime da voi salvate. É l’augurio più vivo che a voi e a tutti i cari confratelli vi presenta il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1561 / Cecchetti Albano / 1935-12-14 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
14 dicembre 1935
Don Cecchetti carissimo,
Può essere benissino che le nostre lettere si incontrino – certo ho risposto a tutte e singole lettere e cartoline. Le ho anche detto i motivi forse del non ricevere le mie.
Inviai giorni fa Yen 40
Oggi ho riscosso per Lei un piccolo vaglia che ho inviato
Inviato il calendarietto
Non ho più amici (intendo giornali)
Don Antonio dolente non può al momento
Preghiamo ad invicem.
Don V. Cimatti, sales.
1562 / Braga Carlo / 1935-12-15 /
8.1.43 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina |
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[15 dicembre 1935]
Carissimo,
In risposta alla tua del 2 dic. prima di tutto buon Natale e Anno colle solite assicurazioni.
Ho avuto notizie di Zanarini – sembra il più attaccato al Giappone – i Superiori sono contenti. Di Floran mi ha l’aria di chi sta bene e non si muove –. Di Bechis nulla. Lasciamoci guidare dalla Provvidenza nelle disposizioni prese, e avanti.
Quanto al problema ritorno:
Certo non prima del 1936 – è chiaro.
I superiori optano per Hong Kong fine corso, pur lasciando libertà. Ed è chiaro che debba essere così, cioè siano lasciati in pace. Per noi è:
Questione finanziaria. Sono indietro nei pagamenti – cambio ora disastroso e se avete fretta, non so come fare.
Ed è il più… Studio della lingua. Venendo qua saremo da capo…
Prestigio… Dove avete studiato? In Cina! Tu comprendi. È doloroso, ma è così.
C’è poi altra difficoltà per me – corsi diversi – inizio di anno diverso – non ho insegnanti. Ad ogni modo a giorni a Tokyo valuterò tutto e poi ti dirò la parola sicura sulla possibilità di un ritorno dopo Giugno.
Come vedi non si tratta di insoddisfazione di persone o altro, è sempre la dura necessità della vita e di certe convenienze locali – quindi come Don Cim. e noi vi abbiamo dato la piena fiducia e responsabilità in passato, non è cambiato in nulla per l’avvenire.
Si è ammirati dello spirito di sacrificio vostro e la Missione giapponese non saprà mai come sdebitarsi verso voi che siete veri benefattori nostri.
Dillo chiaro agli insegnanti: questo è il nostro cuore.
Grazie della buona volontà di aiuto di personale. Quid dicam? Fiat voluntas Dei.
Ho Don Cavoli ammalato. Don Lucioni per gravi affari di famiglia è temporaneamente in Italia. Ho le opere varie con un prete solo.
Don Cimatti è parroco di due cristianità da mesi e ne dovrò pigliare 15 lasciate da Don Lucioni. Evviva e avanti nel Signore… poi in Paradiso va là… Ci aspetta un’eternità di riposo… Sarà lunga perbacco! Ma troveremo modo di lavorare anche lassù!
Il Sacerdote! Qualsiasi lavoro – confessare – far scuola ai chierici… Tu vedi ho tre preti a Tokyo – Don Escursell coll’Oratorio quotidiano (300) e parrocchia (450.000).
Don Margiaria: scuola tipografica – Don Tanguy: Noviziato e studentato.
La Missione: Don Carò: Seminario – Don Cimatti ti ho detto… e aggiungi i corollari. Gli altri 5 preti in residenze – ospizio – oratori – asili, ecc.
Per Felici optime optime optime.
Vedi presto Arri. Purtroppo non c’è da illudersi. È infetto! Così gli ultimi accertamenti. Preghiamo che diventi il Don Beltrami del Giappone.
Grazie di tutto e allegro. Tutto tutto tutto tuo nel Signore davvero povero
Don V. Cimatti, sales.
Ah, quando saremo ricchi di santità?
1563 / Cecchetti Albano / 1935-12-15 /
a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone
15 dicembre 1935
Caro Don Cecchetti,
Gocciola in mezzo al mare di difficoltà in cui si trova Don Albano e che ho ritirato per lei.
In prossima settimana ci vedremo. Preghi e un saluto a Tassan.
Suo
Don V. Cimatti, sales.
1564 / Ricaldone Pietro / 1935-12-17 /
8.1.44 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 17 dicembre 1935
Rev.mo ed am.mo Sig. Don Ricaldone,
La presente è accompagnatoria del carissimo Don Edmondo Lucioni. Come le scrissi viene per vedere di salvare l’anima fuorviata di suo fratello, votato inesorabilmente, per un cancro, alla morte – contemporaneamente per trovare un po’ di pace e decidere definitivamente per il suo avvenire spirituale – e se i Superiori lo permetteranno per un po’ di riposo di cui ha davvero bisogno, e se crederanno opportuno anche per un po’ di propaganda missionaria. Non avendo avuto tempo di preavvisare i Superiori, mi valgo delle disposizioni del regolamento per concedere la temporanea venuta (come già scrissi). Il confratello desidera che esprima qualche cosa sulle difficoltà intime, che lo spinsero a scrivere in varie riprese ai Superiori sul suo disagio a trovarsi in missione. I Superiori conoscono quanto in passato Don Cimatti ha scritto – il confratello, meglio di me, potrà dire delle sue presenti difficoltà. È un buon confratello, che desidera assai di lavorare per l’apostolato stampa e per le Opere di carità – e ha lavorato assai, dissodando terreni difficili e sterili – disgraziatamente non ha potuto avere a fianco sempre chi ne comprendesse a pieno lo spirito di lavoro e sacrificio e che resistesse in tale sorta di lavoro; bisogna anche dire che certe estrinseche di lavoro fatte a puntino od esclusive come egli desidera, hanno reso pesante la permanenza con lui – per cui il confratello si è fatta forse la persuasione di non essere chiamato alla vita di comunità – questo forse la fonte delle sue ansietà spirituali – tanto più ora che si trova in vere difficoltà per realizzare la vita comune.
Spero che il confratello verserà a pieno e chiaramente il suo cuore in quello paterno dei Superiori, e che i Superiori nel nome di Dio gli diranno la parola decisiva. Don Cimatti si augura che dopo questa il confratello possa attendere con vero frutto spirituale alla sua santificazione e alla santificazione delle migliaia di anime che gli sono affidate.
Le condizioni di lavoro di apostolato vero (missionario vagante) in cui si è trovato può anche darsi siano in parte causa di tale disagio spirituale. Era d’altra parte necessità di lavoro; tentativi di esperimenti del genere a cui il confratello che sente assai la stanchezza, non digerisce bene e risente assai gli incessanti cambiamenti climatici, e tutto questo influisce non poco su tutta la vita del confratello.
Tutto questo dico per espresso desiderio del confratello e per aiutare i Superiori a fare tutto il bene possibile e materiale e spirituale a questa cara anima.
Tutto suo
Don V. Cimatti, sales.
1565 / Circolare Salesiani / 1935-12-17 /
ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. F. Saverio
Miyazaki, 17 dicembre 1935
Carissimi,
Vi annuncio il felice arrivo degli attesi rinforzi,58 due dei quali: Don Rodriguez e coad. Ferrari a giorni saranno in missione.
Se questo ci consola assai, la partenza sia pur temporanea del nostro Don Lucioni, causata da affari gravissimi di famiglia, ci mette nella necessità di stringerci ancor più fortemente in fraterno aiuto per sopperire ai bisogni della Missione. Potessimo duplicarci, decuplicarci sarebbe davvero assai consolante. Sia nostra forza il lavoro e la preghiera vicendevole.
Speravo farvi visita per le prossime feste. Potete capire l’impossibilità del momento e perciò sarò a Dio piacendo nella serata di Natale a Oita, nella giornata seguente a Beppu e Nakatsu per proseguire per Tokyo, per l’apertura del Noviziato ed esercizi relativi.
Vogliate accettare i miei poveri auguri e l’assicurazione delle mie povere preghiere quotidiane per voi.
Aiutiamoci fraternamente e vogliate credermi
Vostro aff.mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Riceverete l’Ordo missae in giapponese cui è conveniente attenersi per la celebrazione della Santa Messa.
In esso troverete notate le MESSE pro populo, cui pur non essendoci vero obbligo per noi, pure è conveniente attenerci, mentre per la recita del S. Breviario seguiremo l’Ordo della nostra Congregazione.
Riceverete pure copie del Calendario che distribuirete alle famiglie cristiane. Anche vari catecumeni hanno dimostrato di volerlo. Fate voi nel Signore. Se volete farlo pagare potete mettere il prezzo di 5 sen.
1566 / Circolare Salesiani di Tokyo / 1935-12-17 /
ai Confratelli di Tokyo della Visitatoria S. F. Saverio
Miyazaki, 17 dicembre 1935
Carissimi confratelli,
L’uomo propone e Dio dispone. Si prolunga per un poco la mia venuta che speravo essere per Natale. Non è possibile far diversamente. La partenza del nostro Don Lucioni viene a mettere la missione in condizioni di lavoro – specialmente in queste feste – tali da rendere necessaria l’utilizzazione delle nostre forze anche minime.
Parto il giorno stesso di Natale e fatta breve visita alle case del Nord e fermato a Kobe, spero essere al 28 a Tokyo e passeremo insieme, a Dio piacendo, le feste di fine d’anno e di capodanno. Lo desidero vivamente e preghiamo il Signore che si faccia anche in questo la sua S. Volontà.
Godo delle belle notizie e dei festeggiamenti per l’Immacolata e per i ricevimenti di Mikawajima. Preghiamo tutti che il Signore voglia concederci benedizioni speciali nelle sante feste che con tutto il cuore vi auguro piene delle consolazioni di Dio. Preghiamo vicendevolmente per la missione così provata per mancanza di personale e di mezzi, e per le nostre opere, specialmente per il noviziato.
Il giorno 27, festa di S. Giovanni si inizieranno gli esercizi spirituali prescritti per il noviziato: preghiamo per il buon esito. Alla schiera si è aggiunto una nuova recluta colla domanda del caro ch. Nishimura, così il piccolo collegio apostolico con un assistente e col maestro è al completo. Deo gratias.
A voce un mondo di cose. Grazie poi delle lettere dei filosofi e novizi: risponderò a voce, anche al buon TOMMASO cui fin d’ora faccio gli auguri per la festa onomastica. Vi benedico e abbraccio tutti nel Signore.
Ai nuovi venuti l’augurio di una perfetta santificazione.
Tutto vostro nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1567 / Circolare alle Suore F.M.A. / 1935-12-17 /
alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone
Prefettura Apostolica di Miyazaki
17 dicembre 1935
Rev. Madre e Figlie amatissime nel Signore,
Avevo già pregustato la gioia di rivedervi in questi giorni. Non è possibile e quindi se tutto va bene sarò tra voi la mattina del 26 per la S. Messa, e passeremo almeno brevi momenti insieme. Intanto gli auguri più fervidi a tutte e singole – anche in modo speciale alle nuove professe e alle nuove arrivate.
Buon Natale e buon anno. Anno di pace, pace spirituale che non esclude la correzione attiva dei difetti… E tutti ne abbiamo. Anno di lavoro per noi e per gli altri. Anno di sacrificio, perché chi non prende ogni giorno la croce con Gesù e non la porta con Lui non può essere vero suo discepolo.
Preghiamo vicendevolmente per le rispettive nostre opere. Grande fiducia nella Divina Provvidenza e fede viva.
Preghiamo Maria A. e Don Bosco affinché proteggano noi in tutto e sempre.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1568 / Fogliani Mario / 1935-12-17 /
8.1.45 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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17 dicembre 1935
Carissimo Mario,
Buon Natale e buon anno. La croce è il segno più bello dell’amore di Dio, ma bisogna portarla cotidie con Lui e per amore di Lui.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1569 / Merlino Alfonso / 1935-12-19 /
8.1.46 ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone |
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19 dicembre 1935
Carissimo Merlino,
Buon Natale e buon anno. Natale… nascita di Gesù… e nostra. Anno nuovo… rinascita a nuovo… nuovi propositi per nuova vita.
Tu hai capito! Avanti nel Signore.
Le piccole difficoltà quotidiane sono il nostro continuo merito per farci santi.
Ti ricordo ogni giorno e tu fa’ altrettanto per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1670 / Berruti Pietro / 1935-12-23 /
a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani
Visitatoria S. Francesco Saverio
Miyazaki, 23 dicembre 1935
M.R. Sig. Don Berruti,
In relazione al problema dell’Esposizione della stampa ho scritto già altre volte inviando dati e quanto mi era possibile.
Come le dissi, la massima parte del materiale fu inviata a Roma dalla nostra Prefettura – ed anche risposi ai quesiti di altre circolari.
Ad ogni modo raccogliendo quanto mi è possibile eccoLe la risposta ai dati della sua carissima del 15 Nov.
Non mi è però possibile assolutamente rispondere adeguatamente e tanto meno inviare materiale e quadri statistici in FORMA BELLA E ESPRESSIVA.
Siamo sotto le feste natalizie e bisogna correre a destra e sinistra perché non ho personale – qualcuno è ammalato – Don Lucioni è partito per l’Italia e bisognerebbe avere proprio il dono dell’UBICAZIONE che per fortuna il Signore non mi ha ancor concesso che io mi sappia, e che certo non mi concederà.
Accetti dunque la buona volontà e le preghiere affinché tutto riesca a bene delle anime e alla maggior gloria di Dio.
Con affetto
Suo obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
1571 / Ricaldone Pietro BS / 1935-12-29 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
NATALIZIO GIOCONDO!59
Tokyo, 29 dicembre 1935
Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Come vede Le scrivo da Tokyo, ed ho voluto scegliere la data 29 Dicembre! Dieci anni fa, proprio nel pomeriggio di questo giorno, il primo nucleo dei salesiani partiva da Genova per il Giappone.
Avevamo il cuore ripieno della gioia più pura – il grande Papa delle missioni in udienza particolare ci aveva benedetto e ci aveva detto parole programmatiche che rimasero incancellabili nel nostro cuore – tentammo di tradurle in pratica – i Superiori e fratelli ai piedi dell’Ausiliatrice, nella caritatevole emozione di quei momenti, ci diedero l’addio – parenti, allievi, amici ci seguirono coll’affettuosa preghiera, la carità generosa dei benefattori pure… e giungemmo in questa terra benedetta.
Dieci anni trascorsi come un baleno ed in mezzo ad un succedersi di avvenimenti or giocondi or dolorosi – ad un succedersi di sforzi, di realtà conseguite – di opposizioni ed ostacoli, palesi od occulti, sorpassati od evitati – di risultati modesti, di cui dopo Dio dobbiamo dir grazie ai nostri Superiori e benefattori.
I mezzi adoperati. Ci siamo messi dal punto di vista di Don Bosco, e ci siamo detti fin dal principio: “Tentiamo di fare come Lui”. Noi eravamo come Lui, sotto certi aspetti in molte e svariate difficoltà – nuovi, in questo grande paese, ignari della lingua, delle costumanze – circondati da migliaia di giovani bisognosi di aiuti specialmente spirituali – mandati in questa zona del grande Impero giapponese, dissodata inizialmente dal grande Apostolo S. Francesco Saverio, fecondata dal sangue di tanti martiri, e lavorato in seguito dagli zelanti missionari delle Missioni Estere di Parigi, per fondarvi stabilmente la Chiesa cattolica, non potevamo noi salesianamente avere altra guida che Don Bosco ed i ricordi che lasciò ai suoi primi missionari. E abbiamo tentato di circondarci di gioventù – ecco i primi embrioni di Oratori – e fin dagli inizi quotidiani – nelle tre residenze di Miyazaki, Oita e Nakatsu. La musica, il teatro, le proiezioni luminose, i soliti giuochi dei nostri oratori fecero la loro comparsa nei minuscoli cortili, nelle modeste sale di riunione.
Il numero dei nostri piccoli e grandi amici si accresceva – inizialmente, laddove i cristiani erano in numero discreto, si lavorava per loro, ma a poco a poco, entrarono anche quelli che noi soprattutto agognavamo… e finirono di esser più numerosi degli altri. Ah, i nostri cari paganetti!
Accanto all’attività oratoriana, mentre si cercava con tutte le forme proprie dell’apostolato di attivare alla vita cristiana ed all’azione cattolica i cristiani delle altre residenze – ricercare i dispersi – avvicinare i lontani – rinvigorire i deboli – suscitare ed istruire i catecumeni, si cercò di dare impulso all’attività della buona stampa. Foglietti volanti, risposte ad obiezioni, piccoli fascicoletti di propaganda su argomenti di vario genere, un minuscolo periodico, il “Don Bosco” mensile, poi bimensile, e la vita di Don Bosco e di Savio Domenico.
Non avendo tipografia propria, ci servivamo delle locali pagane. La distribuzione fatta a mano, per le strade, nelle ferrovie, nei convegni, per mezzo dei giornali, ecc. portava nelle regioni visitate dai missionari la buona parola. Tale forma di propaganda, essenziale per un popolo che, come il giapponese, legge e vuole istruirsi, è continuata tuttora, oltre che coi mezzi sopra indicati, colla distribuzione di 1500 copie settimanali del Giornale Cattolico di Tokyo, specialmente fatta tra i pagani che l’hanno domandato in tutte le residenze della missione…
Altre forme di propaganda furono le conferenze non solo nelle sale delle missioni, ma nei teatri, nelle sale pubbliche, ed in modo speciale servirono allo scopo i concerti musicali strumentali e vocali, che varcarono anche i limiti della nostra missione, e servirono mirabilmente alla propaganda cattolica e salesiana.
Teatri, sale di riunione pubbliche, alberghi, scuole, cortili, chiese furono i principali luoghi di attrazione di questa attività, che si può assommare a tutt’oggi a 500 audizioni. La musica aprì vie e porte insperate, e fu principio di preziosissime relazioni con ogni ceto di persone.
Le tappe più salienti. Il 1926 si passa in intensa preparazione a Miyazaki.
Nel 1927 si inizia la presa di possesso delle tre residenze di Miyazaki, Oita e Nakatsu, alle dipendenze della diocesi di Nagasaki e successivamente di quella di Fukuoka. Secondo le tracce con Lei concordate nella memorabile sua visita del 1927, tentiamo di mettere le basi del futuro lavoro secondo un programma minimo: contatto coi cristiani, far conoscere l’Opera Salesiana, avvicinamento ai pagani.
Nel 1928 la missione, smembrata dalla diocesi di Fukuoka, è eretta in missione indipendente di Miyazaki: continua alacremente dovunque il lavoro programmatico iniziale.
Nel 1929 si aggiunge la residenza di TANO con cappella dedicata a S. Teresa di G. e a Maria stella del mare, con casa missionaria, sala di adunanze e magazzino per gli agricoltori del luogo e terreni di coltivazione. Inizialmente zona di sterpi, ora è ridotta a magnifici terreni produttivi di ogni ben di Dio. È un villaggio, si può dire, totalmente cristiano.
Nel 1930 a MIYAZAKI si inizia l’ASILO infantile “Stella del mattino” – uno fra i più ampi e migliori della città – attualmente alle dipendenze delle Figlie di Maria A., che già hanno iniziato anche un collegetto per formazione di vocazioni religiose.
Nella popolosa città di BEPPU si inizia pure su terreno proprio una nuova residenza missionaria, arricchita ora di una graziosa chiesetta dedicata a Maria A. Oltre l’Oratorio quotidiano e la cura dei cristiani, si dà comodità ai numerosi visitatori della città, cristiani giapponesi e stranieri, specialmente nella stagione delle cure balneari o dei fanghi, di adempiere ai loro doveri religiosi. E non è lontano il giorno auspicato per la fondazione di una casa di cura per i missionari.
In questa città le Figlie di Maria A. in magnifica posizione hanno il loro noviziato e aspirantato ed una fiorente istituzione della S. Infanzia.
Pure nel 1930 si inizia a Nakatsu il piccolo Seminario indigeno, che nel 1934 viene trasportato in sede propria a Miyazaki ed ampliatosi per numero di allievi, per regolarità di insegnanti, ben visto dalle autorità ottenne l’approvazione prefettizia. Già comincia a produrre i suoi frutti e buoni rami di questa necessaria istituzione, [che] sono trapiantati al Gran Seminario regionale di Tokyo per gli studi di filosofia e teologia.
La residenza di Nakatsu intanto si riallieta per le presenze di un collegio per la formazione alla vita ecclesiastica o religiosa o anche semplicemente cristiana della gioventù – vivaio gentile ed olezzante di fiori di cui usufruirono il Seminario o il noviziato e le altre opere educative salesiane o della missione.
Nel 1931 si poté realizzare a Oita l’inizio della Scuola tipografica; e da questa santa fucina di propaganda, oltre alla continuazione più in grande delle pubblicazioni precedenti, si iniziarono le LETTURE CATTOLICHE, cogli stessi intendimenti programmatici di Don Bosco; le FOGLIE SPARSE, foglietti di propaganda di vario genere; il GRANELLO DI SENAPA, primo esperimento di giornale per i pagani ed altre pubblicazioni di vario genere (ameno, agiografico, religioso, ecc.) che contribuirono non poco a facilitare il lavoro di propaganda missionaria. Varie di queste pubblicazioni col comparire del Giornale Cattolico di Tokyo furono sospese per riunire le forze in unità di disciplina.
Dal 1934 la Scuola tipografica è trasportata a Tokyo e viene organizzandosi come Scuola professionale completa. L’edificio costruito in posizione salubre e tranquilla della metropoli giapponese fu approvata dalla competente autorità come corrispondente allo scopo, così pure l’insegnamento impartito secondo i programmi dell’Impero e secondo lo spirito di Don Bosco. Nel 1935 fu concesso il legale riconoscimento prefettizio, primo passo al riconoscimento della scuola per parte del Ministero dell’Educazione Nazionale. Da questa, incessantemente continua l’esodo di buon seme, che, sparso a piene mani nei campi irrigati dal sudore dei missionari, non può non fruttificare, pur nella lunga snervante attesa.
La scuola (limitata per ora alla sezione libro e vestito) porterà pure il suo modesto contributo all’opera educativa di questi cari giovani sulla base preventiva della carità e religione secondo gli insegnamenti di Don Bosco.
La residenza di Oita intanto si è arricchita di una bella CHIESA dedicata a S. Francesco Saverio, omaggio della Missione a Gesù Redentore nell’anno giubilare della Redenzione. Vi funziona pure il fiorente asilo “STELLA MATTUTINA” che gareggia coi migliori della città.
Il 1932 vede sorgere gli inizi dell’Ospizio di Miyazaki di cui Le ho riferito ampiamente nel Bollettino di Gennaio 1936. È l’effetto fruttuoso delle conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli. Fiorisce e fruttifica sempre più quest’opera benefica e come goccia insistente di carità scava a fondo il blocco pagano, avvincendolo fortemente nell’amplesso di Gesù.
Nel 1933 l’Opera salesiana varca i confini della Missione, e, per la caritatevole e paterna bontà di Mons. Chambon, Arcivescovo di Tokyo, incomincia nella capitale coll’Opera salesiana base, l’ORATORIO, il lavoro di apostolato a Mikawajima, zona più povera, più spiritualmente abbandonata e bisognosa di Tokyo. Sono una trentina di cristiani su una popolazione di 450.000 abitanti. Ed il nostro pensiero corre per spontanea associazione di idee all’iniziatore, al nostro compianto scomparso Don Piacenza. Due anni circa di lavoro assiduo e sacrificato circondano quest’opera della benevolenza e ammirazione incondizionata di autorità e di popolo, aumentano a oltre 200 la famiglia cristiana, a centinaia la gioventù che frequenta quotidianamente l’Oratorio e nelle adunanze festive, a migliaia nelle grandi solennità. E già oltre le associazioni parrocchiali, vi funzionano un reparto esploratori, l’asilo d’infanzia e prossimamente il dispensario.
Nello stesso anno 1933 il lavoro missionario si estende a sud di Miyazaki, nella bella città di Miyakonojo con la cura della minuscola cristianità e oratorio. Dopo due tappe in case di fitto, finalmente nel 1935 su terreno proprio la missione continua il suo lavoro – già tre piccoli oratori e un dispensario spandono in città e dintorni il benefico influsso dello spirito cristiano.
Il lavoro da anni incominciato a TAKANABE, DOVE DAL 1930 ebbe per vari anni sede in casa di fitto lo studentato filosofico, si concreta coll’acquisto di terreno proprio per le opere della missione, la quale ha già puntato risolutamente a nord della provincia di Miyazaki, installandosi su terreno proprio a NOBEOKA – città che viene assumendo un’importanza capitale dal punto di vista industriale-operaio.
Tutta la zona prettamente di apostolato missionario, è battuta dalla stampa cattolica. Non avendo missionari, ha incominciato il lavoro di dissodamento il missionario-stampa, cioè il giornale, il buon libro. Già quindici nuclei attendono l’opera del missionario-persona. A quando, mio amatissimo Rettor Maggiore?
Il 1935 finalmente ci apre il cuore alla massima consolazione salesiana.
È un fatto compiuto il Noviziato S. Cuore a Tokyo. Undici reclute (cinque italiani e sei giapponesi) hanno incominciato nel nome di Don Bosco il loro noviziato il 28 Dicembre. Il cuore si dilata alle più pure gioie perché come in missione col Seminario l’avvenire dell’opera salesiana ha la sua radice, che auguriamo possa dilatarsi in fertile terreno, moltiplicandosi in copiosi, floridi, robusti virgulti, anime generose di giovani hanno già compreso l’amore di Don Bosco per la gioventù e vogliono con Lui lavorare seguendo le sue sante orme per il bene della patria. Come non esultare? Come non far sprigionare dal più profondo del cuore l’inno della riconoscenza al Signore? E con Lui ai Superiori, agli ottimi benefattori che ci hanno aiutato a realizzare quanto ci sembra anche ora un sogno?
Ed accanto al Noviziato è inaugurato proprio in questi giorni lo STUDENTATO FILOSOFICO e TEOLOGICO salesiano. L’otto dicembre fu benedetto solennemente da S. E. Mons. Chambon, Arcivescovo di Tokyo, padre e benefattore dei Salesiani. Eravamo in quel giorno tutti nelle condizioni di spirito del nostro Don Bosco all’inaugurazione della tettoia Pinardi. Anche i nostri cari chierici prima di avere questo bel nido vagarono dal 1929 ad oggi, dall’Oyodo (Miyazaki) a Takanabe, poi a Miyazaki (Seminario), poi a Miyazaki (missione)… Tappe, che ci ricordavano quelle ben più dolorose del nostro fondatore. Un raggio di sole splendido fu per Lui la povera tettoia Pinardi – per noi, la comoda scuola (per ora le semplici mura). Oh, come il buon Padre ha amato i suoi figli!
E come per incanto, siccome dove c’è Don Bosco devono esserci i giovani, ecco sorgere tra la scuola professionale e il noviziato e studentato, l’Oratorio festivo. Di dove sbuchino questi cari frugoli è difficile dirlo, ma sta il fatto che in questa zona apparentemente poco abitata, già duecento oratoriani si sono fatti vivi. Alla festa inaugurale S. E. l’Arcivescovo, meravigliato, andava dicendo [con] entusiasmo: “Oh, come vorrei tornare fanciullo per frequentare l’oratorio festivo di Don Bosco!”.
E i fanciulli si fanno strada nel cuore di tutti. In occasione delle feste natalizie si degnarono di visitare in varie riprese l’Oratorio di Mikawajima gli ambasciatori d’Italia, Francia, Belgio, Spagna, Portogallo, Brasile, Romania o i loro rappresentanti e vari membri di nobili famiglie giapponesi, e ciò che riempì noi tutti di meraviglia per l’altissima degnazione e per l’onore che ne veniva all’opera, S. A. il Principe delle Asturie Don Juan de Valois, accompagnato dalla sua esimia consorte Principessa Maria d’Orleans, durante il suo viaggio di nozze.
Queste autorità oltre dare il bell’esempio di carità cristiana e sociale, si degnarono di prendere sotto l’alto loro patronato i nostri poveri giovani oratoriani, che risposero all’appello dei salesiani, affollando l’oratorio in numero di oltre duemila a ricevere la strenna di Gesù Bambino, procurata loro da tanti buoni benefattori di Tokyo, e distribuita dalle mani di tante religiose e giovani ragazze delle associazioni giapponesi, cattoliche e non cattoliche.
E come in grande a Tokyo, in proporzioni più modeste, ma non meno imponenti (si tratta di quasi un migliaio di ragazzi a Miyazaki, di settecento a Miyakonojo, di oltre trecento nelle altre rispettive residenze), dovunque è penetrato il nome e lo spirito di Don Bosco. Il nostro buon Padre s’inghirlanda di gioventù!
Ed il Signore continua le sue benedizioni. È nelle feste natalizie che giunse l’approvazione ufficiale del primo dispensario della nostra missione a Miyakonojo. Ed il 21 Dicembre, come già accennai, giungeva il decreto di riconoscimento ufficiale della scuola proofessionale Don Bosco a Tokyo, sezione tipografica e sarti, che darà modo di allargare la sfera d’azione educativa della gioventù operaia di Tokyo, sia per l’importanza che viene ad assumere la scuola, di fronte alle autorità e al pubblico, sia per l’accresciuto numero di allievi e per il loro avvenire assicurato dall’insegnamento ufficialmente riconosciuto.
Amatissimo Padre, pongo termine a questo mio che vorrei fosse meno indegno inno di ringraziamento a Dio, ai Superiori, ai benefattori ed amici nostri, proprio nel giorno dell’Epifania.
Oh, si degni Gesù, da voi tutti aiutato, a salvare tutte queste care anime, portarvi i suoi doni materiali e spirituali! Ieri i nostri novizi hanno terminato i loro esercizi, e nella devota cappella, secondo il suo desiderio, a ricordo della data centenaria della vestizione del nostro Don Bosco, fu imposta la talare ad uno di loro, mentre le altre funzioni furono fatte nelle varie residenze, in missione, e si concluse con accademia commemorativa.
Gesù non poteva fare migliori doni ai suoi missionari salesiani in Giappone – siamo così a pieno consolati in mezzo all’improbo, lento e non appariscente lavoro dell’apostolato. Ma l’arido terreno si scassa, si fende… e può penetrare la pioggia… Mi passi il concetto, è degradazione meteorica su anime… Secolare, come quella che incessantemente compie la natura, ma ineluttabile, perché Gesù deve e vuole avvincersi anche queste anime… Vedremo i risultati dal Paradiso, e godremo allora più di adesso.
È per questo che non le cito ad uno speciale ordine del giorno i nomi dei cari missionari, strumenti nelle mani di Dio di quest’opera di rifacimento di anime – sarebbe ben meschina lode – i loro nomi sono scritti in Cielo… e basta.
Amato Padre, ci continui l’aiuto di preghiere, di consiglio e di mezzi: ce lo continuino i buoni nostri cooperatori, allievi ed amici – non si stanchino di fiancheggiarci, come non ci stanchiamo noi di domandare.
È l’inesorabile leit-motiv del missionario – è un male di famiglia (ah, santo male!), ereditato da Don Bosco, e non c’è medicina per curarlo, che l’esaudirlo… pronto ad attacchi più violenti ancora per la gloria di Dio e la salute delle anime. Coll’offerta a Gesù del secondo decennio continuiamo nel nostro modesto lavoro – si unisca a noi e ci benedica tutti e specialmente chi si professa per tutti
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1572 / Ricaldone Pietro / 1935-12-30 /
8.1.47 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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30 dicembre 1935
Amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Grazie della sua carissima e degli auguri che tutti gradiscono.
Quanto al suo ragionamento lapalissiano non volevo rispondere; poi, pensando che era mio dovere provvedere come posso ai miei e ricordando la parola del Sig. Don Rinaldi “guai se non chiedi!” e più quelle di Gesù: “Petite et accipietis, pulsate et aperietur vobis, ecc.”, faccio presente a Lei (come l’ho fatto al Sig. Don Giraudi e ai Superiori – se il Sig. Don Giraudi crederà opportuno avanzare la pratica) che oltre le richieste che ritengo opportune per lo sviluppo dell’Opera nostra in Giappone – venendo dei momenti di necessità – è mio dovere insistere.
L’esito, lo so, non dipende da me, ma il chiedere l’elemosina è mio stretto dovere. Questo povero buono a niente, che i Superiori si ostinano a lasciare dov’è, ha sulle spalle la costruzione della scuola (Lire cinquantamila), gli si affibiò il noviziato (30 mila lire) ed ora attende di essere aiutato dai Superiori per coprire le spese dello studentato (Lire cinquantamila).
Ecco quello che domanda con insistenza ai Superiori nelle forme che crederanno. Possibile che non vogliono proprio aiutarmi?
Ho impegni con procure e con banche, e non posso lasciare i confratelli senza mangiare.
Ecco la mia povera richiesta che affido a Don Bosco e a Maria Ausiliatrice.
Le ho già detto in altre come ci troviamo al momento, cogli ammalati, stanchi, ecc. Deus nos adjuvet et etiam Pater noster Superior cum consilio Superiori.
Mi benedica e con me tutti i confratelli.
Suo povero
Don V. Cimatti, sales.
1573 / Gusmano Calogero / 1935-…-… /
a Don Calogero Gusmano, segretario del Capitolo Superiore dei salesiani
Visitatoria S. Francesco S.
[Fine 1935]
Amatissimo Sig. Don Gusmano,
Grazie della sua ultima comunicazione concernente le Figlie di Maria A. e le confesso che mi ha fatto la più sgradevole impressione la relazione riguardante l’Opera di Miyazaki. I fatti non sono messi nella vera luce e Lei, amatissimo Don Gusmano, ne giudichi.60
I fatti in riassunto sono questi e sono ben noti ai Superiori e al Capitolo generalizio delle Figlie di Maria A. per le mie relazioni. Don Cimatti fortunatamente anche in questa questione non ha mosso un passo senza consultare le relative autorità. D’accordo e secondo il principio, esposto anche da Lei, col Sig. Don Rinaldi e colla Superiora Generale le Figlie di Maria A. vennero in missione per conto della Missione e mensilmente il Superiore dava loro lo stesso stipendio che dava ai sacerdoti.
Fu affidato loro l’Asilo che era della Missione e che costò sacrifici immensi di denaro e preoccupazioni e secondo convenzione speciale erano pagate di tutto. Ma già fin dagli inizi mi accorsi che le Figlie di Maria A. volevano esere libere e, non contente di quello che si dava, si fecero piovere da Torino troppe richieste che cominciarono ad inceppare quella familiarità di relazioni che desideravo ci fosse – francamente mi accorsi che non erano le Figlie di Maria A. che mi ero immaginato. Non potevo lasciarle libere perché, ignare della lingua, usanze, sarebbero state peggio. Fin dall’inizio non si misero allo studio della lingua. Le guidavamo col consiglio per l’Asilo che si desiderava fiorente – si vollero le convenzioni che finirono per lasciare le cose più ai ferri corti, perché una volta che la convenzione c’è bisogna pur osservarla e farla osservare.
Può essere benissimo che da ambe le parti si sia urtato – certo che non trattarono bene col sacerdote responsabile. Si poteva pensare a incompatibilità di carattere, ma con Don Pedro fu lo stesso e dica se si è riuscito ad ottenere qualche cosa…
In conclusione pensai anche d’accordo col Consiglio, e visto che la missione, che dopo tanti sacrifici non concludeva niente di quello che avrebbe desiderato e, nelle condizioni del momento non era possibile l’accordo, e d’altra parte la missione era finanziariamente a terra, proposi la vendita dell’Asilo che avrebbe dato la possibilità della separazione – ossia le Figlie di Maria A. avrebbero lavorato in qualsiasi punto della missione per conto loro. La proposta fu accettata da ambo le parti – le trattative furono fatte dai rispettivi Superiori – a me fu detto di accettare la somma convenuta e cominciò per la missione un’era di tranquillità.
Così si fece e l’attuale Consiglio non intende (salvo che ci siano ordini Superiori) ritornare allo statu quo ante, perché troppo si è sofferto in tutti i sensi. In questo senso scrissi ai Superiori.
Sono certo che le Figlie di Maria A. furono trattate bene in tutti i sensi; ed anche dopo la separazione (intendo la parola in senso buono) Don Cimatti si sforzò, perché più libero nei suoi movimenti, di aiutarle ancor più spiritualmente, e nei limiti della sua povertà, anche materialmente.
Il desiderio delle Figlie di Maria A. è questo:
Avere un prete a loro disposizione come cappellano. Trovano duro fare pochi minuti a piedi per andare alla chiesa;
Avere sussidio fisso per sostenere le opere, che esse dicono essere della missione.
Il primo non dipende da me. È da anni che tempesto i Superiori per avere personale anche per questo. Il risultato è che il Superiore della Missione è parroco di due cristianità, oltre il resto. Altro che galloni e fronzoli del Monsignorato! Ed a Natale non sa come dare la Messa ai cristiani…
Il secondo punto dipende dalla soluzione che fu data… Cioè da quella che per intenderci chiamo separazione, come ora la missione considera le Figlie di Maria A. come lavoranti per conto proprio. È chiara la cosa, tant’è vero che da Torino mi furono chieste le permissioni che diedi amplissime per tutta la missione di fondare cioè opere, ecc., ecc.
Nessuno ha mai sognato o di suggerire alle Figlie di Maria A. di andarsene – si manifestò da qualcuno, dopo le parole dell’Ispettrice e di qualche suora, che se ne vogliono andare. Non so dire che cosa risponderei qualora fossi ufficialmente interrogato. Questa comunicazione – come la sua – ha carattere confidenziale.
Lo stato QUO ANTE non è desiderato dai missionari. Le Figlie di Maria A. se vorranno eseguire quanto loro si suggerisce – se saranno più rispettose del sacerdote – se avranno più fede nella provvidenza e non temeranno che manchi loro la terra sotto i piedi (di questo scrissi recentemente alla Madre Gener.) penso che anche lavorando per conto loro in missione pure potranno fare assai del bene.
Ma se hanno paura di camminare – se hanno paura (come si insinua nella relazione dell’Ispettrice) di suonare la cassa uso Don Bosco – se hanno paura di prestarsi per le cose di chiesa, almeno come compenso dei non lievi disturbi e sacrifici che per loro fanno i missionari (questo in modo speciale per l’Istituto di Beppu) – penso in missione in terra giapponese non troveranno la BUONA PERA PER LA BUONA LAVANDERA (la buona pietra per la buona lavandaia).
Certo anche noi ci domandiamo: “Quale opera come salesiani faremo in missione?”. E sono dieci anni che si lavora e non l’abbiamo ancora trovata… o meglio ci siamo detti: “Cominciamo a fare… e poi si vedrà!”, e nella nostra piccolezza si fa. Ah, il Giappone non si conosce a Torino… non si conosce…
Se aspettano le masse – di essere corteggiate e portate in palmo di mano – di non trovare le dure, durissime difficoltà della sterilità dell’apostolato si sbagliano. Quanto ha insistito Don Cimatti su questi argomenti e per lettera e nelle conferenze e nelle mute di esercizi!…
Quindi quid dicam? Da che è dipeso questo stato di cose? Don Cimatti pensa che sia dipeso unicamente dalla sua incapacità… e così sia.
Ad ogni modo per l’onore della Missione e dei missionari penso che la relazione è assai sbagliata nei principi e nelle valutazioni. Non do la colpa a nessuno, ma protesto e potrei coi documenti alla mano parola per parola confutare. Ripeto, la nostra lettera ha carattere privato e confidenziale. Anche qui debbo dire: “Forse non riesco a farmi capire!”.
Ma mi accorsi che tutta la mossa dell’Ispettrice era di arrivare al punto di ottenere un sussidio fisso anche minimo per le Figlie di Maria A. Don Cimatti interrogato il Consiglio non poteva altro che dire: “Prima bisogna rettificare il principio fondamentale. Cioè le Figlie di Maria A. secondo le intese coi Superiori rispettivi sono in missione come Congregazione propria, non alle dipendenze della Missione”.
Quindi cadono tutte le ragioni del ritiro delle Suore appoggiate sulle falsità della relazione – vi addolcisca… “sulle inesattezze della relazione”. Ne vuole dei saggi?
“L’Opera del Kyugoin (Ospizio) nata e cresciuta da qualche mese”. È da anni e non fu affidata alle Figlie di Maria A. perché all’atto della fondazione non potevano per la lingua e altro essere in grado di sostenerla… ed anche perché non la vollero (non vi furono però relazioni ufficiali).
“La missione rivolge tutte le sue cure all’Opera suddetta”... Spero vorrà forse dire la residenza di Miyazaki… la Missione è tutt’altra cosa. E non è vero perché Miyazaki ha 600 cristiani che danno un lavoro non indifferente…
“Muore la speranza di vocazioni religiose”… Ah, donne di poca fede… Ma, capiscono quel che dicono? E non hanno proprio le Figlie di Maria il collegetto loro? Al momento non vi è istituzione all’Ospizio per questo scopo e quando ci sarà, stiano sicure che il Signore ne darà per tutti… Sono per me cose inconcepibili.
“Sollievo a chi non osa dire che non ha più bisogno di noi”. Francamente non riconosco in questo lo spirito dell’Istituto. Ma il Signore non ha bisogno di nessuno…
“Non vedono modo di sviluppare l’Asilo” (che da quando l’hanno preso per conto loro, è loro non della Missione). Sa perché? Perché non fanno quanto si consiglia loro… Siamo in Giappone e non in Italia. È tutto qui.
“Il lavoro dell’apostolato che è passato all’Opera indigena”. Non è così. Ah, se lavorano hanno tanta messe… Ma si figuri caro Don Gusmano se in una città di 70 mila abitanti non ci sono ragazze per le Figlie di Maria A.!
“…Più convenienza sua che nostra”… Ah, che linguaggio da mercanti. Fa male al cuore… e si è fatto proprio per far del bene alle Figlie di M. A.
“Il parroco sarebbe contento…”. È proprio la Superiora di Miyazaki che ha avanzato la… [sembra che qui manchi qualche cosa].
Con tutto questo po’ di magagne in fatto di relazione Lei può capire che cosa può succedere. Dispiace. Ad ogni modo anche se mi si farà la proposta, risponderò così, come ho sempre risposto: “La cosa fu trattata in principio dai Superiori… Facciano loro”. Se i Superiori vorranno documenti si godranno anche questa cosa… che francamente non è bella.
Ed ora mi domanderà: “Perché – se è così [che] furono e sono le cose – Don Cimatti non ha parlato e non ha mandato relazioni generali da cui sarebbe apparso chiaro tutto il seguito di questa incresciosa questione?”.
Rispondo: “Perché non fui interrogato e perché dopo il passaggio alla ‘separazione’ tutti si era tranquilli”.
La Visita fece parlare e missionari e suore ed ecco che la questione è sul tappeto. Come vede anche qui, mancanza di tatto direttivo di Don Cimatti… e così sia.
Se arrivo in tempo, fra i novizi di Tokyo metta “Nishimura Giovanni, ch.”. È un’altra bella nuova conquista per la Congregazione.
E preghi per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1574 / Valpondi Giovanni / 1935-…-… /
al Canonico Giovanni Valpondi, compagno di collegio a Faenza
1935
Carissimo Don Giovanni,
Grazie della tua lettera e tua carissima carità (anche a nome di Don Cecchetti).
Grazie degli auguri, di cui non c’è di che, almeno nei riflessi miei.61
Non intendo di mutar nulla di me. Preghiamo ad invicem, mio Giuseppe, cercando di salvarci l’anima.
Alla prossima volta (quando?) riempiremo la lacuna e verrò a Bertinoro. Per ora prega e fa’ pregare per me. Chi hai visto è un mio carissimo allievo missionario da tanti anni in Cina.
Ti unisco quanto ho alla mano dei francobolli.
Ti abbraccia nel Signore il
9 Tuo aff.mo |
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Don V. Cimatti, sales.
1575 / Tassinari Clodoveo/ 1935-…-… /
9.1 |
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9.1.1 al chierico Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone |
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[1935ca]
Clodoveo nonché Renato…
È la tua festa e D. Cimatti ti vuole essere vicino in modo speciale in questa circostanza più che in altra e domanderà al Signore che ti faccia prete secondo il suo cuore.
Allegro buono laborioso e apostolo di esempio e di parola.
Tuo aff.mo
D. Cimatti, sales.
1576 / Trevisan Francesco / 1935-...-... /
9.1.2 a Francesco Padovan, padre del chierico Antonio |
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[1935]
Trevisan carissimo,
Lascia stare il Monsignore. Grazie della tua, e più della magnifica elemosina di preghiere e di opere buone che sono quelle che davvero contano per te e per noi. Ah, se tutti facessero questo apostolato missionario! Bravo! Continualo e se puoi attira altri nella tua buona sfera di azione e vedrai che il Signore ti aiuterà.
Ti ricompenso come posso col quotidiano tributo delle preghiere mie.
Tuo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1 La lettera e stata pubblicata quasi alla lettera in Bollettino Salesiano, Aprile 1935. Don Margiaria, direttore e preside era entrato nel nuovo edificio l’8 dicembre scorso. L’inaugurazione ufficiale fu il 31 gennaio, festa di Don Bosco, e la scuola iniziò ufficialmente il 1 aprile di quest’anno..
2 Si tratta di un concerto di 16 campane tubolari ordinate in Italia. Furono installate sul campanile di Miyazaki, dove in assenza di Don Cavoli don Liviabella faceva le veci del parroco e badava anche all’Ospizio. Di queste campane 5 sono conservate nel Cimatti Museum di Tokyo. Le altre non si riesce a trovarle
3 Don Cimatti era appena di ritorno da Tokyo dove era stato per l’inaugurazione della scuola professionale Don Bosco di cui il coad. Fogliani era il cuoco.
4 Il contenuto fa capire che questo breve scritto è la risposta ufficiale alla comunicazione da Roma, quello che segue ha lo scopo di manifestare i genuini sentimenti di Don Cimatti in quella occasione.
5 La lettera a cui si allude era quella che accompagnava il telegramma testé giunto da Roma: “Miyazaki elevato a Prefettura Apostolica, Cimatti nominato Prefetto. Cardinal Pacelli”. Da questo momento Don Cim. diventa “Monsignor Cimatti”, ma per quanto dipendeva da lui non usava questo titolo. Alla fine di adattò ad essere chiamato “Monsignore”, e quando io giunsi in Giappone nel 1955, in casa bastava dire “Monsignore” per indicare lui. (Don Compri)
6 Gli offerenti erano la famiglia Cerrato di Bolca. I fossili ora si trovano nel Cimatti Museum di Tokyo.
7 Il Sig, Brunner era il pittore della faccia di Cristo basata sulla faccia della Sindone, dipinta nel 1934. Don Cimatti ne ordinava un certo numero di copie che poi diffondeva in Giappone. Il nome del Brunner esce spesso nelle sue lettere, ma non si conservano lettere a lui dirette.
8 Si dovettero correggere certe espressioni riguardanti le altre religioni, chiamate “superstizioni”, e insistere sui doveri verso lo Stato. La Santa Sede, dietro domanda dei Vescovi e su dichiarazione del Governo il quale affermava che la partecipazione alle cerimonie dei templi shintoisti non aveva valore religioso ma solo civile, fino alla fine della guerra permise tale partecipazione. Dopo la guerra, con la separazione tra religione e stato, lo scintoismo venne di nuovo considerato una religione, e ora non ci si trova più nella stessa situazione di quei tempi.
9 Si tratta dell’anno santo speciale concesso ai salesiani per la canonizzazione di Don Bosco.
10 Forse vuol dire che l’arcivescovo non aveva alcuna difficoltà, anche se il senso dovrebbe essere contrario.
11 Manoscritto R. M. 678 – riprodotto fedelmente sul Bollettino Salesiano, Num. di Giugno 1935, pagg. 173-74.
12 Specialmente la zona di Kagoshima e al sud le Isole Amami Oshima erano zone militari. Vi lavoravano i Francescani originari dagli Stati Uniti. I militari non li vedevano di buon occhio. Ci furono tante calunnie e dovettero lasciare la zona. Essendo zona confinante, alcuni cristiani di Miyazaki ne furono influenzati. Il nazionalismo raggiunse il culmine durante la seconda guerra mondiale.
13 Minuta di uno scritto al Delegato Apostolico, che avrebbe dovuto servire come di falsariga per domandare alla S.Sede l’estensione della festa di Don Bosco alla Chiesa universale.
14 Il chierico Mukai tornato in Giappone, divenne poi il primo prete diocesano uscito dal Piccolo Seminario di Miyazaki.
15 Nella fotocopia esistente il foglio battuto a macchina non porta data ma è unito al precedente che ha la data indicata.
16 Lo scritto si trova tra quelli indirizzati a Don Ricaldone, manca però l’intestazione. È probabile che sia stata indirizzata a Don Berruti e che questi l’abbia fatta girare al Rettor Maggiore.
17 Senza data, ma anteriore di poco della precedente. La seguente potrebbe essere posteriore. Per la brevità si mette qui.
18 Il P. Heuzet, M.E.P. della diocesi di Fukuoka, godeva fama di canonista e moralista. Dalle sue risposte appare che aveva molta stima per Mons. Cimatti.
19 Se ne conserva copia nel Cimatti Museum di Tokyo. Anache Don Cimatti è firmatario.
20 Col primo aprile in Giappone incomincia l’anno scolastico. Da questo punto 2 dei nostri chierici cominciarono a frequentare il Seminario Diocesano per la teologia. Quanto agli allievi che uscivano dal Piccolo Seminario di Miyazaki, potevano scegliere liberamente se studiare a nome della diocesi o della Congregazione. I 5 qui nominati scelsero la diocesi. Per ora, non essendoci ancora il noviziato, non c’era nessun salesiano giapponese. I primi due salesiani che andarono a studiare al Gran Seminario erano i chierici Dal Fior e Dupont.
21 Si tratta certamente di quanto riguarda le cose di Kagoshima e probabilmente delle ripercussioni a Miyazaki.
22 Qui come già altrove ed anche in seguito si omettono le parti che non sono personali e che riguardano detti o comunicazioni di altri.
23 Si trattava di un confratello bisognoso di guida: Don Cimatti lo segue continuamente, come si vede dalle molte lettere. Vorrebbe salvarlo ad ogni costo. È evidente poi che questi biglietti non partivano soli. Moltissimo è andato perso!
24 Manoscritto R. M. 682, inedito.
25 Don Cavoli, dopo un anno e mezzo di assenza, tornato in Giappone dall’Italia il 12 aprile, riprese l’ufficio di parroco di Miyazaki e la cura dell’Ospizio. Con i soldi raccolti si potè completare il piano dell’opera, che fu inaugurata il 29 settembre dello stesso anno. Durante la sua assenza Don Cimatti e Don Liviabella ebbero tutta la responsabilità. In Italia avendo fatto visita alla Conferenza di S.Vincenzo di Bologna a cui era affiliata quella dell’Ospizio di Miyazaki, gli fu chiesto il parere sul futuro delle collaboratrici. Nel numero unico di detta Conferenza, a pagina 29 rispose: “Una nuova congregazione religiosa? No. Resterà sempre e solo Conferenza di S. Vincenzo. In seguito sarà probabilemte a sfondo religioso con regolamento per la vita di comunità, per vari uffici ecc.; con pratiche di pietà, lo spirito di sacrificio. Ma le consorelle non saranno delle Religiose; quindi non avranno un abito religioso, nè i voti (se non privati, per quelle che lo desiderano, come avviene fra tante pie persone che vivono nel secolo.” Insistè anche che in questa forma potranno lavorare più liberamente nella società e fare lavori che non possono fare le suore. Questo era appunto il suo ideale. Da qui si capisce perchè quando due anni dopo Don Cimatti gli propose la fondazione di una Congregazione religiosa egli oppose tanta resistenza.
26 Il manoscritto R/M/ 687 è stato pubblicato quasi alla lettera sul Bollettino Salesiano, Settembre 1935, pag. 279 -1.
27 In giapponese: “Kaze ni yureru ashi de wa nai ka?”
28 Don Berruti chiede di poter mettere il titolo di Monsignore sulla busta: lo ritiene doveroso, nell’interno della lettera non ne farà uso.
29 Nella data sopra indicata il direttore Don G. Tanguy – che fu sostituito lo stesso giorno – scrive nel quaderno della cronaca: “Visita canonica di Mons. Cimatti il quale passa due ore a Miyakonojo per adempiere la sua nobile missione e prodigare ai ragazzi dell’oratorio, ai cristiani ed ai catecumeni i suoi preziosi consigli e incoraggiamenti”.
30 La Chiesa del Giappone, per dissipare le dicerie di non essere fedele alla nazione, decise di offrire una aereoplano da usarsi per il trasporto e la cura dei feriti.
31 La lettera mortuaria inviata a tutte le case Salesiane è stata riportata con alcune correzioni introdotte da Don Cimatti stesso nella relazione che mandò al Bollettino salesiano. Giugno 1935. R. M. 689.
32 Don A. Cecchetti aveva sostituito Don P. Escursell. In data 10/6/35 Don Cecchetti scrive: “Giunse tra noi col treno delle 6,46 Mons. Cimatti, nostro Prefetto Apost. per la visita. Spedì da Beppu le lettere mortuarie del defunto confratello Don Piacenza, morto a Tokyo il giorno 3 u. s.
33 Scritta per il Bollettino Salesiano, ma inedita. Segue una buona parte della lettera mortuaria del Sac. Pietro Piacenza, inviata ai confratelli salesiani; con qualche aggiunta. Vedere la medesima in data 5 Giugno.
34 nel testo, virgolettato in quanto è sotto la dicitura precedente.
35 Nella trascrizione c’era scritto “sava”, che in giapponese non ha senso in questo caso. Trattandosi di manifestazioni artistiche giapponesi, (non avendo copia dell’originale) forse si tratta di wabi/sabi, caratteristica dell’arte giapponese, che ama descrizioni semplici, non troppo sgargianti, e colori posati.
36 Si tratta della quattro suore gravemente ammalate in quel tempo.
37 Dattiloscritta e firma autografa. Sulla lettera è apposto il timbro della Segreteria della S.C. Propaganda Fide - Prot. 2710 /1935.
38 Vuol dire che l’ha spedita un mese in ritardo?
39 A Hong Kong, dove studiava teologia, aveva avuto sbocchi di sangue dovuti alla tubercolosi, da cui più non guarì. Ritornato in Giappone diventò sacerdote e lavorò alcuni anni a Beppu, specialmente per gli ammalati, dove morì nel 1943. Don Cimatti ne scrisse la vita.
40 Manoscritto R. M. 7l3: inedito.
41 Questo scritto è datato da Miyazaki il 31 agosto. Risulta però che dopo il 15 agosto Don Cimatti era partito per Tokyo dove il 2 settembre si iniziarono gli Esercizi nella sede del nuovo Noviziato adiacente alla Scuola Professionale, che finirono il 9 settembre. L’inizio del Noviziato, data fondamentale per l’Ispettoria Giapponese, fu alla fine di dicembre.
42 Potrebbe darsi che l’aggiunta non appartenga al testo della lettera!
43 Il chierico Arri aveva mandato da Hong Kong il suo baule, ma lui non era ancora arrivato.
44 A conclusione degli Esercizi Spirituali fatti dai salesiani a Tokyo era andato a fare la cosiddetta “predica dei ricordi”.
45 Don Giuseppe Grigoletto, S.D.B.
46 Manoscritto R. M. 715, inedito.
47 La data mancante è stata ricostruita dai pochi dati. Doveva trattarsi dei due chierici Dupont e Dal Fior che avevano iniziato in quell’anno presso il Gran Seminario la loro teologia. L’anno seguente tutto il problema era chiarito.
48 Don Pietro Escursell successe nella Parrocchia-Oratorio di Mikawajima al defunto Don Pietro Piacenza.
49 Amava la poesia, e Don Cimatti, anche in seguito, pur scherzando gli rispondeba in rima.
50 In giapponese è la parola più onorifica che su può dire a una grande pesonalità.
1 Madre Cogliolo era Ispettrice dell’India: da essa dipendevano anche le Opere del Giappone. Non sappiamo cosa voglia indicare con “incartamento relativo”. Il Servo di Dio tocca il medesimo argomento nel suo scritto alla Madre Generale. dell’11/12/1935.
51 Manoscritto R. M. 722, inedito.
52 L’ospizio di Miyazaki fu completato e inaugurato il 29 settembre 1935. “Voci lontane” era il gornalino con cui ci si teneva in contatto con i benefattori. L’articolo di fondo del primo numero porta la data del 26 aprile 1935, e fu scritto da Don Cavoli al suo ritorno dall’Italia. Quello del secondo numero, qui riportato, fu scritto da Don Cimatti.
53 Dove sono stati messi i puntini “...” manca qualche parola.
1 Assunto come catechista, rimasto vedovo passò in seconde nozze.
1 Don Galdino Bardelli.
54 Gli studenti di filosofia (N. 4), accompagnati dal loro professore di Filosofia, il ch. F. Barbaro, erano partiti alla volta di Tokyo da Miyazaki il giorno 21 novembre. Il nuovo studentato e Noviziato si trovava allora in zona “Itabashi-ku”. Vi restò fino al 1950, in cui fu trasportato alla attuale sede di Chofu.
55 Manoscritto R. M. 723 inedito.
56 Nozze di diamante. Anche qualche data è stata corretta.
57 Manoscritto R. M. 724 inedito.
58 Si tratta di Don G.Rodriguez, dei chierici G.Manganelli, A.Moriggia, G.Perego, Fr.Rossi ecc, e dei coadiutori G.Ferrari, St.Paulin. Da tener presente che i chierici non avevano ancora fatto il noviziato, erano sui 16 anni. Lo faranno con i primi giapponesi.
59 Manoscritto R.M. 729, inedito.
60 Per comprendere il tenore di questo scritto di cui non si è trovato l’originale presso l’Archivio del Consiglio Superiore (dipende da una copia conservata presso l’Archivio Ispettoriale di Tokyo) bisogna tener presente che Don Gusmano era segretario del Consiglio Superiore. A lui era certamente stata passata la relazione dell’Ispettrice Madre Cogliolo: ne scrisse confidenzialmente al Servo di Dio il quale pure confidenzialmente rispose.
Madre Tullia Cogliolo (Ispettrice dell’India e del Giappone) venne a far visita alle F. M. A. del Giappone verso la metà di Ottobre di quell’anno 1935. Il giorno dopo la sua partenza (16/10/1935) Mons. Cimatti fece relazione al Rettor Magiore Rev.mo Don Pietro Ricaldone. Sul medesimo argomento scrisse anche alla Superiora Generale F. M. A. l’11/12/35. Nel frattempo ci fu la relazione di Madre Cogliolo.
61 Lo scritto non porta data alcuna, l’accenno fa pensare all’anno 1935 in cui fu nominato Prefetto Apostolico.