Ricaldone Pietro | Data | Destinatario | Oggetto | ð |
1193 / Propaganda Fide / 1934-1-… /
1 alla Sacra Congregazione di Propaganda Fide |
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MISSIONE INDIPENDENTE DI MIYAZAKI - GIAPPONE
[inizio 1934]
2 OGGETTO1 |
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Sussidio per Cappella a S. Francesco Saverio
Commemorante l’Anno Santo
Eccellenza Rev.ma,
Il povero Superiore della missione indipendente di Miyazaki osa rivolgersi all’E.V. per ottenere un sussidio straordinario o un’elemosina sotto qualsiasi forma (anche per celebrazioni Ss. Messe) per lo scopo che umilmente sottopongo all’E.V., e se l’E.V. lo crede opportuno al Consiglio Generale della Propaganda della Fede.
Ho l’attuale chiesa-cappella di Oita, proprio la città dove S. Francesco Saverio iniziò stabilmente il suo apostolato in Giappone, che è cadente, mangiata dalle formiche e veramente indecorosa, e che non attrae per nulla i catecumeni, che già ripetutamente hanno espresso questo loro disgusto.
Ho pensato che nella missione a ricordo dell’anno santo della redenzione, non può non essere gradito al Signore tale omaggio, di rinnovare cioè a fondo la chiesa, rendendola più capace, solida e meno indegna di Gesù. Penso alla gioia che ne deve provare anche il grande apostolo S. Francesco.
Eccellenza, sono povero come D. Bosco. Domando almeno un sussidio… non si allarmi, E. Rev.ma… di lire cinquemila e a gennaio cominciano i lavori; colla S. Pasqua sarà la chiesa inaugurata.
So che parlo a chi ha cuore di missionario e che se è possibile non mi dirà di no. Con quella somma me la cavo, dato il cambio, e spero che l’E.V. bussando al cuore paterno del Card. Prefetto e più a quello del nostro S. Padre, mi otterrà di glorificare in quest’anno santo Gesù in questa forma, che perpetuerà nella missione nostra il ricordo del centenario della Redenzione.
Che della grazia obbligatissimo
Dell’E.V. Rev.ma
D. Vincenzo cimatti, sales. Sup. Miss.
1194 / Ricaldone Pietro / 1934-1-5 /
2.1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Tokyo, 5 gennaio 1934
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Le scrivo da Tokyo ove ho fatto una scappata per vedere i fratelli, tanto più che erano stati tutti presi da un po’ d’influenza. Ora tutti bene di corpo e di spirito (si fece insieme l’e. b. m.), con novello ardore iniziarono il nuovo anno. Casa ben ordinata in tutti i sensi, lavoro grande – a Natale 1200 ragazzi – tutti contenti, specie Mons. Arcivescovo. Deo gratias!
Non sarà improbabile che riceva nell’annata dal Superiore delle Missioni Estere di Parigi l’invito ad accettare una nuova zona al di sopra di Tokyo, che Mons. Arcivescovo vorrebbe affidare ai Salesiani, zona importante per la città e anche fornita di mezzi. Per me (ma Don Cimatti non c’entra) accetto subito, specie in vista di avere fonti per le vocazioni. La missione di Miyazaki col suo scarso numero di cristiani non può dare certi cespiti. Sotto questo lato sarei pronto ad andare anche domani.
Feci pure visita al nuovo Delegato Apostolico Mons. Marella. È un vero romano, idee larghe, moderne e che si raccomanda a che i salesiani nel loro apostolato si ispirino a quei criteri di sana modernità di cui è tipo Don Bosco, così necessari in questa regione. Fece viaggio con Don Margiaria e promette di aiutarci il più efficacemente che si possa.
Visitai pure il nuovo Ambasciatore Gr. Uff. Auriti – ottimo cristiano, molto in relazione coi nostri di Vienna, specie Don Segnafiori – e che già in varie circostanze ha aiutato Don Piacenza – anch’egli è disposto a favorirci in tutto.
Insomma in zona Tokyo optime sotto tutti gli aspetti. Scrivo al Sig. Don Berruti per il personale. Don Piacenza a mani giunte domanda un buon coadiutore pratico di ginnastica e di musica strumentale. È necessario: se ci imponiamo anche in questa forma l’avvenire è assicurato per l’Oratorio. Voglio sperare che i Superiori faranno qualunque sacrificio. Ma, ohé! Un buon salesianetto, senza pretese, ma salesiano dello stampo di Don Bosco, se no il Giappone sarà tomba per i nostri confratelli.
Mi diceva S. E. il Delegato che prima di partire il Card. Fumasoni-Biondi, Lui, Mons. Salotti e un altro dignitario, parlando del Giappone gioivano che i Salesiani avessero preso l’opera di Tokyo. Sono ben disposti a Roma. Siano anche i nostri Superiori ben disposti e ci aiutino nelle forme possibili.
Comincio a preparare gli animi per la Canonizzazione di Don Bosco. Tutti sono ben disposti e penso che il Giappone si farà onore.
Per il resto andiamo avanti. Regalo di Natale 25 Battesimi – buona stoffa che spero darà molti abiti per Pasqua. Deo gratias!
Apro a Nakatsu (tentativo) piccolo vivaio per Vocazioni. Posto in casa c’è dopo il trasporto del Seminario – la scuola elementare è di fronte, non c’è che attraversare la via – perché non approfittare se il Signore manda? Metterei lì anche i più grandi dell’Ospizio. Per ora roba piccola (forse una mezza dozzina) in seguito Deus providebit.
Continuo parte confidenziale in altri fogli.
Ho ricevuto la rielezione a Visitatore – i Superiori sanno – sono per me le massime incongruenze – obbedisco e responsabilità a chi tocca.
Esercizio di buona morte.
Sanità: ottima, piede guarito.
Lavoro c’è, e faccio quel che posso, pur non riuscendo – mi mancano troppe cose (testa, ordine, ecc.) e sono impigliato in troppe. Sono felice quando ne ho fin sopra i capelli della testa.
Pratiche di pietà. Le faccio meglio quando posso farle in comune. Regolari.
Regole e Santi Voti: nulla di speciale. Forti tentazioni di cuore – calmate colla preghiera e da qualche stoccata d’umiltà e dai Sacramenti. Quasi 30 anni coi chierici in Italia mi hanno indotto un tenerume speciale per loro.
Carità: optime....
Che altro dirLe? Che preghi per me, per noi, per le cose.
Suo dev.mo
Don V. Cimatti, sales.
1195 / Berruti /Pietro / 1934-1-6 /
2.2 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Tokyo, 6 gennaio 1934
Molto Rev. Sig. Don Berruti,
Buon anno. Mi rivolgo per tempo per il personale per il Giappone nella speranza di essere aiutato. Ringrazio dei cinque inviati ed il Signore rimeriti. Certo aspettavo di più, ma se hanno mandato quello soltanto, è segno che non potevano mandare di più. Capisco sempre di più, che NON SAREMO MAI A POSTO, SPECIE IN GIAPPONE finché non faremo fuoco colla nostra legna, ma quando sarà possibile questo, lo sa il Signore: è certo che sarà proporzionalmente ritardato quanto meno saranno gli aiuti dall’estero. Deus scit.
Stato attuale delle singole case… [N. B. Don Cimatti oltre la responsabilità sulla Missione e Visitatoria ha anche la cura diretta dello studentato e di Tano-Miyakonojo].
Vi è qualche giovane qua e là per i lavori di casa. Come vede, falliti gli aiuti che speravo, in pratica ho dovuto sopprimere Takanabe-studentato, riunendolo al Seminario – soppresso Tano riunendolo a Miyakonojo – il sottoscritto si è assunto parte del lavoro che può fare Don Tanguy e alla domenica vado in giro per aiutare i missionari – negli altri giorni scuola regolare, facendo la spola tra Seminario e Missione, e così per quest’anno tireremo avanti come potremo…
Quid faciam? Dica Lei. Se poi si deve, come probabilmente e nel desiderio dei Superiori e nella volontà di noi tutti, aprire tipografia a Tokyo in casa diversa, Lei vede in che condizioni mi trovo – cioè in cui si trova il lavoro missionario.
In quest’anno mi par già di vederlo, avremo un forte passo indietro, e mi brucia assai. È l’anno santo, è l’anno di Don Bosco. Ridiscendiamo alle posizioni di otto anni fa con danno spirituale di tutti, dei confratelli che si disanimano e delle anime che rimangono abbandonate. Ma che fare? Deus scit.
Comprendo i miei molti enormi sbagli e di tattica e di amministrazione (e mi meraviglio che i Superiori mi abbiano rinnovato in carica), è da questo e dalle mie altre non poche deficienze, da cui provengono queste ed altre non poche nostre miserie, che flagellano questa nostra missione – ma andandone di mezzo la gloria di Dio e la salute delle anime, ne sono profondamente accorato, ma non so davvero dove dare di testa. Mi si aiuti dunque: penso di essere stato chiaro nella mia povera esposizione.
Certo la via regia è il personale indigeno – è da otto anni che vi lavoriamo – ma salvo miracoli, prima di quattro anni non avremo risultati effettivi (se tutto va bene).
A tutt’oggi una trentina, di cui uno comincerà la teologia il prossimo anno – uno fa filosofia (bisogna per i giapponesi pensare a tre anni), forse tre o quattro inizieranno la filosofia quest’anno – gli altri sono sparsi nelle varie classi – uno (voti privati) coadiutore e qualche aspirante coadiutore. Ecco la realtà, ma Lei sa a che generi e a quali prove sarà soggetta prima di arrivare alla fine – fra morti (in Paradiso) e feriti quante prove già avute. Deo gratias! Deo gratias!
Don Piacenza supplica per Tokyo un confratello che sappia ginnastica e musica. Veda di accontentarlo; è necessario per lo sviluppo dell’opera, che promette assai bene. Se per migliorare la nostra situazione fosse utile il noviziato, lo domando subito. Il posto ce l’ho bell’e fatto a Tano. Due difficoltà:
Personale e finanza (specie quest’ultima).
Locale, cioè venendo la divisione dei poteri probabilmente l’Ispettore non vedrà bene il noviziato in Missione, e quindi bisognerà trasportarlo.
Se i Superiori pensano che questo possa e sia bene effettuarsi, eccomi pronto: per una mezza dozzina sono pronto.
Per le cose nostre al momento tutti benino di salute – molti stanchi dal lavoro – tutti un po’ nervosi (è l’effetto del clima e di malattie precedenti di vari)....
Per molte cose ho supplicato il Sig. Don Ricaldone a che invii un Superiore a visitarci, tanto più che so che nel 1935 forse sarebbe fatta la visita; pel bene di noi tutti e delle nostre opere supplico sia anticipato. Ho aperto con fiducia il cuore nel giorno dell’Epifania.
Oh, Don Berruti, voglia bene a questi poveri (davvero in tutti i sensi!) confratelli e preghi specialmente per me, se no sono perso.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1196 / Ricaldone Pietro / 1934-1-10 /
2.3 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 10 gennaio 1934
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Ricevo il suo confortante biglietto con l’alleluiatico annuncio. Oh, Don Bosco santo! Mi santificherà e ci santificherà. Grazie della bella strenna, attesa da tutti.
Cose nostre....
Mi pare di averle scritto da Tokyo. Trattai cioè col Delegato anche la questione dell’abito (domanda del nostro Don Marega). È di parere di facilitare ai missionari quanto è necessario per facilitare l’apostolato – quindi è di parere si faccia con tutta libertà, ché non è male, anzi… Perciò comunicai il permesso mio, ed ora tutto procede tranquillo. Non temo per nulla del bravo Don Marega, che conosco assai bene. Ha iniziato un corso di latino (due ore alla settimana) alla scuola Superiore di Commercio di Oita, dietro loro domanda, come pure ho disposto che faccia una grammatica latino-giapponese (non c’è ancora) ed anche inizieremo citius la pubblicazione dei classici latini per i Seminari. Deo gratias!
2. Don Antonio mi prega di interporre la mia domanda ai Superiori per il ritorno attraverso l’America, così potrebbe predicare, ecc. e raccogliere qualche cosa di più. Per parte mia nessuna difficoltà, anzi unisco la mia povera preghiera.
Per ora null’altro di notevole. Avessi 50 mila lire le scriverei belle sorprese; ma non le ho, e quindi prego ardentemente aiuti l’anima mia.
I missionari e Figlie di Maria A. e Cooperatori del Giappone domandano a Don Bosco, come regalo di festa, in questo anno santo:
Salvezza e santificazione propria
Ritorno alla Chiesa degli erranti
e conversione delle anime loro affidate
Anche Lei si unisca intenzionalmente a noi, e faccia pregare per questo scopo.
L’abbraccio e bacio in osculo sancto Dei.
Suo povero figlio
Don V. Cimatti, sales.
1197 /Circolare salesiani / 1934-1-10 /
2.4 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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Miyazaki, 10 gennaio 1934
Carissimi,
Sapete già la gioconda notizia della data della Canonizzazione del nostro Beato Padre stabilita per il primo di Aprile del corrente anno: non è facile dire la gioia di noi tutti. Ma quello che più importa è la conveniente preparazione che dobbiamo premettere al grande avvenimento che per disposizione della Provvidenza coincide colla solennità di Pasqua e colla chiusura dell’Anno Santo.
Ad altro tempo lo stabilire la data della celebrazione di detta solennità fra noi. Per ora vi esorto:
A parlare ai cristiani e propagare la notizia secondo le nostre possibilità.
Pregare fin d’ora con questa intenzione, che cioè Don Bosco aiuti a santificare l’anima di ognuno di noi e ci impetri dal Signore il ritorno di molte pecorelle smarrite e la conversione di molte anime; specialmente in questo anno santo.
Far servire a preparazione anche la lettura delle Regole e regolamenti prescritta all’inizio dell’anno e possibilmente la lettura individuale e collettiva della vita di Don Bosco.
Prego ogni confratello ad esprimere con tutta libertà qualche suggerimento che avesse a proporre per la celebrazione di detta festa in Giappone. Certo arriveranno disposizioni anche da Torino e ci uniformeremo pienamente anche a quelle.
Vi accludo una comunicazione dei Superiori in relazione alla quale vi dirò con Don Bosco: “Non mi resta che pregarvi di avere sempre la bontà di sopportarmi come avete fatto finora e di raccomandarmi al Signore. Sopportiamoci a vicenda gli uni gli altri e questo sia un gran ricordo che valga per tutta la nostra vita”.2
Come sapete mi recai a Tokyo per ossequiare le nuove Autorità: S. E. il Delegato Apostolico e S. E. l’Ambasciatore d’Italia, come pure per visitare quei confratelli e accelerare al possibile la fondazione della stamperia a Tokyo.
Vi posso assicurare che queste Autorità e S. E. l’Arcivescovo, come pure i missionari e gli istituti religiosi ci stimano, ci aiutano e aspettano da noi grandi cose. Rendiamocene degni col lavoro, col mantenerci nello spirito della nostra Pia Società e col pregare riconoscenti per tutte queste buone persone.
Le Autorità hanno dichiarato che sono disposte ad aiutarci in tutte le forme loro possibili, e desiderano al più presto occasione di venire fra noi.
S. E. il Delegato Apostolico ci raccomanda di continuare a lavorare con zelo nell’apostolato intrapreso, specialmente in quest’anno santo.
Prima di partire ebbe con alti dignitari della Curia romana importante conversazione in cui si parlò del compiacimento del S. Padre e di Propaganda Fide per lo sviluppo dell’Opera salesiana e del lavoro missionario salesiano in Giappone.
Se questo può sollecitare il nostro amor proprio, miei buoni confratelli, è anche una più grave responsabilità che viene a noi addossata: che il Signore ci renda degni della fiducia che la Santa Sede ha nei poveri figli di Don Bosco.
Raccomando nuovamente il lavoro d’apostolato, della buona stampa e specialmente di servirsi di quanto viene pubblicando anche la nostra tipografia. Ad esempio, gli ultimi volumetti delle LETTURE CATTOLICHE sono apprezzatissimi anche dagli altri missionari. Serviamocene dunque abbondantemente. Raccomando pure la buona propaganda del giornale cattolico. Ricordate che un numero di ogni mese è fatto per i pagani.
Sono autorizzato a rilasciare il diploma dei Cooperatori in Giappone, colla firma del Rettor Maggiore: chi ne desiderasse non ha che dirmelo. Prego si tenga nota esatta dei diplomi che si rilasciano.
Si ha intenzione di fare il giorno 28-29 c. m. l’inaugurazione ufficiale del Seminario. Appena avrò dati positivi al riguardo li comunicherò. Comunque si è voluto scegliere tale data perché coincidesse colla festa del nostro Santo Patrono.
Miei buoni confratelli, prepariamoci anche a questa festa del nostro Santo Patrono, rafforzandoci nello spirito di carità e di dolcezza del nostro Santo, lavorando più attivamente per la propagazione della buona stampa di cui è pure patrono.
Mi raccomando alle vostre preghiere.
Vostro aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, salesiano
P.S. - Per l’inaugurazione del Seminario è assicurato l’intervento di Mons. Breton, Vescovo di Fukuoka.
Le residenze della Provincia di Miyazaki potrebbero approfittare della presenza del Vescovo per far amministrare la Santa Cresima a chi la desiderasse. Se vogliamo che il numero di “Amici della Missione” di Pasqua esca in tempo utile conviene che inviate per la fine di questo mese quanto desiderate sia pubblicato. Raccomando non lungaggini o cose inutili ed anche sia accudita la forma. Non arrivando i manoscritti in tempo utile non posso garantire la pubblicazione, come pure desidererei che sia pur con brevi relazioni tutte le residenze siano rappresentate ai nostri Benefattori.
1198 / Circolare Salesiani / 1934-1-10 /
2.5 ai Salesiani della Visitatoria S. F. Saverio |
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[10 gennaio 1934]
Carissimi,
Ricevo il seguente biglietto dal Sig. Don Ricaldone, nostro Ven. Rettor Maggiore, che comunico immediatamente:
“Deo gratias, Alleluja, Don Bosco Santo, giorno di Pasqua. Onoriamolo imitandolo. La strenna per il 1934: ‘DON BOSCO CI ESORTA A SANTIFICARCI CON LA PUREZZA DELLA VITA’ è uguale per tutti: salesiani, suore, allievi ed ex-allievi.
Aiutateci con le vostre preghiere. Vi benedice il vostro aff.mo Sac. Pietro Ricaldone”, Torino 20/12/1933.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti
P.S. - È annunciato l’arrivo di Don Margiaria per il prossimo 25 a Yokohama.
1199 / Zerbino Pietro / 1934-1-10 /
2.6 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale |
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10 gennaio 1934
Grazie della tua. Animo!
Per lasciarsi guidare bene: comincia a pregare per chi deve guidare: unirà questa preghiera i cuori e sarà l’inizio della tua dedizione alla guida.
Prega per me.
Tuo
Don Cimatti
1200 / Merlino Alfonso / 1934-1-17 /
2.7 ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone |
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[17 gennaio 1934]
Carissimo Merlino,
Cura la tosse e riposati con calma serena.
Assicurati che Gesù ti vuol bene.
Prega per me.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1201 / Circolare Salesiani / 1934-1-19 /
ai Salesiani della Visitatoria S. F. Saverio
Miyazaki, 19 gennaio 1934
Carissimi,
Il Rev.mo nostro Rettor Maggiore mi incarica di comunicarvi:
Che la festa della Canonizzazione di Don Bosco avrà luogo a Roma il giorno di Pasqua e sarà seguita dal solenne triduo e da altre manifestazioni il cui programma unitamente a quello dei festeggiamenti di Torino sarà inviato opportunamente.
Che a Torino si farà il triduo solenne nei giorni 5-6-7 Aprile e la solennità con grande processione avrà luogo il giorno 8, domenica in Albis.
Che trattandosi della più grande festa della Congregazione è bene che tutti cerchino di contribuire col massimo sforzo alla migliore riuscita.
Che i Superiori sanno quanto sia grande la crisi che travaglia tutte le nazioni e conseguentemente le case e le opere nostre che vivono in gran parte di beneficenza e che perciò stesso intendono lasciare alla prudenza dei singoli Superiori tutto quanto riguarda la venuta a Roma e a Torino di qualche confratello. Anzi i Superiori non si stupiranno se le circostanze esigeranno che da qualche Ispettoria non venga nessuno.
Queste schematiche comunicazioni saranno ampliate da circolari degli appositi comitati.
Prego comunicare ai Confratelli quanto sopra, mentre rinnovo la raccomandazione di prepararci tutti spiritualmente alla grande manifestazione. So pure da Torino che di quanto stampano i giornali circa il Capitolo Generale nel 1934 non v’è nulla di vero.
Pregate per il
Vostro in G. C.
Don V. Cimatti, sales.
1202 / Braga Carlo / 1934-1-20 /
2.8 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina |
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[20 gennaio 1934]
Amat.mo Sig. Don Braga,
Grazie della tua e delle buone notizie dei nostri amici. Deo gratias!
Su Don Bosco sappiamo quanto hanno detto i giornali e di ufficiale un brevissimo biglietto del Sig. Don Ricaldone, annunciante l’avvenimento per la Pasqua, null’altro.
Quanto al personale se Sparta piange, Atene non ride. Ho mandato il buon Baratto e penso che non tornerà e forse qualcuno dovrò mandarlo se non cambia testa. Sono dolori, ma penso che quando non è colpa nostra, è disposizione della Provvidenza e serve ai Superiori e a noi. Penso che un gran punto sia che:
I superiori non conoscono bene gli elementi,
troppi lati si manifestano solo in missione, se i giovani non trovano con chi aprirsi,
e la formazione in missione ha troppi lati di diversità colla formazione all’estero. È del resto naturale: capitano cambi negli adulti; non è meraviglia che avvengano nei giovani… in terra pagana.
Penso che se non hanno abitudini inveterate (strano che non siano conosciute) in Italia, se sono umili riescono a correggersi. Che vuoi? Ogni missione ha le sue esigenze e penso che non a tutte si è pronti. Sono 8 anni che lavoriamo, ma penso che non conosciamo ancora l’a b c del Giappone. Mah! Che dirti di Don Garelli? È bene, è male il ritorno? Sarà come prima!
Per il prossimo settembre se non vengono contrordini dai Superiori (cioè se mi mandassero personale… Ma penso che è impossibile sperarlo) penso che saranno 4 o 5 i nuovi tra cui spero un giapponese, e così il problema studio lingua sarà risolto almeno in parte.
Godo della musica e più della salute di Floran.
Coraggio, Carlo. Il 29 c. m. inauguro il nostro Seminario indigeno. Il Signore ci aiuti. Per questo sono rimesso nei debiti per l’opera fondamentale della Missione e Società. Mi aiuti il Signore ed aiuti anche te, che hai tra mano tante belle e grandi cose. Prega per chi ti abbraccia e benedice.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1203 /Circolare salesiani / 1934-1-23 /
ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 23 gennaio 1934
Carissimi,
Come sapete il prossimo 28-29 facciamo l’inaugurazione ufficiale del nostro Piccolo Seminario e la festa del nostro Santo Patrono a Miyazaki, coll’intervento del Vescovo di Fukuoka e di altre Autorità.
È desiderabile che tutti vi interveniate, ma siccome sarà difficile consiglio:
Quelli della zona di Oita che non possono intervenire pensino a far l’esercizio della b. m. nelle singole residenze, non potendosi questa volta fare la riunione mensile.
Quelli della zona di Miyazaki possono intervenire tutti al lunedì e faremo allora insieme anche l’E. B. M. Quelli che venendo avessero bisogno di pernottare a Miyazaki sono pregati di avvisare con cortese sollecitudine.
Il Vescovo passa per la linea Nakatsu-Oita, sabato prossimo con il treno di passaggio a Nakatsu alle 11,20 A. M. (diretto). Non sarà male che una rappresentanza si trovi alle singole stazioni delle vostre residenze per un breve ossequio
Spedisco con questa il sussidio mensile. Avendo dato a Don Piacenza istruzioni generali al riguardo, in caso di necessità finanziaria rivolgetevi pure senza difficoltà a lui.
Coll’augurio più vivo della buona riuscita della festa di S. Francesco e là dove è possibile non dimenticate la piccola adunanza annuale dei giornalisti.
Assicurandovi delle mie povere preghiere, mi dico:
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1204 / Circolare ai missionari del Giappone / 1934-1-31 /
Ai missionari e sacerdoti in Giapone3
Miyazaki, 31 gennaio 1934
È con il più vivo piacere che vi indirizzo queste poche righe. Il prossimo primo di Aprile, nella solennità di Pasqua, il S. Padre procederà nella Basilica di S. Pietro alla Canonizzazione del Beato Don Bosco, fondatore della nostra Congregazione salesiana e dell’Istituto delle Figlie di Maria A.
Vi invito dunque, carissimo N. N., a unirvi alle migliaia e migliaia di fedeli che questa grazia incomparabile riempirà della gioia più pura, dell’orgoglio più fondato a ringraziare insieme a noi il Cielo e a implorare i favori del nuovo Santo.
Vi prego ugualmente di prendere visione del programma accluso circa l’Opera dei Figli di Maria Ausiliatrice, frutto delle meditazioni e dello zelo apostolico del nostro Beato Padre.
Non occorre che stia a provarvi l’importanza dello scopo che noi ci proponiamo, vale a dire: dare agli adulti che avessero sentito la chiamata del buon Dio, i mezzi per rispondere e realizzare così il loro ideale.
Siate ben persuaso caro Sig. N. N. che voi potete prestarmi il vostro concorso tanto efficace quanto prezioso, e questo in due modi:
Facendo conoscere e incoraggiare quest’opera moralmente e materialmente, a seconda delle diverse risorse che il vostro illuminato zelo e la vostra grande carità vi suggeriranno.
Se voi conoscete qualche adulto che realizzi le condizioni esposte, aver la bontà di raccomandarmelo.
Io sono intimamente persuaso che la vostra cooperazione non mi verrà meno e prego il Buon Dio affinché si degni di ricompensare la premura che voi avrete nel far conoscere, amare e benedire il suo nome divino.
Vogliate credere mio caro Sig. N. N. alla mia completa riconoscenza, come alla mia sincera devozione.
Don V. Cimatti, sales.
1205 / Grigoletto Giuseppe / 1934-1-31 /
2.9 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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31 gennaio 1934
Carissimo Grigolo,
Grazie di cuore di tutto. Ricevuto l’ultima tua manna e scrivo nel senso da te indicato agli offerenti.
Grazie delle belle riproduzioni del volto santo. Scrivo al Bruner.
Quanto alle osservazioni che ti fanno per la propaganda Nipponica, potresti anche dir così: “Don Cimatti assicura a nome di Dio e di Maria Aus. e di Don Bosco che finché aiuteranno le Missioni, anche la casa di Trento avrà aiuti, specialmente buone e sante vocazioni”. Se poi questo tuo lavoro ti portasse aggravi o altro, lascia pure, come pure lascialo se i Superiori ti dicessero di sospendere ogni tua attività missionaria. Del resto è bene che ci siano difficoltà nel bene, sono quelle che han dato tanto da fare a Don Bosco, e poi è questione di vedute. Diceva quella santa anima del Sig. Don Rinaldi: “Avessimo i mezzi non si brontolerebbe mai”. Niente paura e avanti nel Signore.
A te e per te: “Niente ti turbi, facciamoci santi che è ora”. Ti ricordo cotidie, e… basta. Il Signore ti rimeriti. Saluta omnes omnes omnes, specie il Sig. Direttore e credimi
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Invierò quanto chiedi al più presto.
1206 / Zanuso Guglielmo / 1934-1-31 /
al chierico Guglielmo Zanuso4
31/ gennaio/ 1934
Carissmo Zanuso
Grazie! Vedrai che il Signore ti aiuterà a realizzare i tuoi desideri. Non temere di nulla. Fede in Maria e D Bosco.
Tuo aff.mo
D V Cimatti sales
1206-2 / Zanuso Guglielmo / 1933-...-... /
al chierico Guglielmo Zanuso
(Senza data)
Bravo! Allegro , ubbidiente, umile, sincero col tuo maestro.
D V Cimatti sales
1206-3 / Zanuso Guglielmo / 1933-...-... /
al chierico Guglielmo Zanuso
(Senza data)
Caro Zanuso
Grazie della tua e delle tue preghiere. Hilarem datore diligit Deus. Via le preoccupazioni- fa quel che sai e puoi – fallo pel Signore e poi avanti sempre.Omnia possum in eo qui me confortat. La diffidenza eccessiva è figlia della superbia.
Continua a pregare pel tuo
aff. D V Cimatti sales
1207 / Tassinari Clodoveo / 1934-1-… /
2.10 al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hong Kong |
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[Fine di Gennaio 1934]
Carissimo Tassinari,
Grazie della tua. Bravo, lavora per ambientare e acclimatare. Ringrazia il Signore che ti fa compiere pian piano questo lavorio di riconoscimento di te. Ti accompagno di cuore colla preghiera e potendo col consiglio.
Non ricordo più quali furono i due ultimi punti. Scrissi secondo le relazioni avute e non poteva essere diverso non potendo essere vicino a voi se non in spirito e coi zufolamenti d’orecchie. D’altra parte perché nascondere la verità?
Fui contento di tutti perché debbo supporre che tutti abbiano fatto il loro dovere, de internis non judicat praetor, ma allo studente, anche se piglia 10, bisogna dire faccia di più.
La formula di Valsalice è (dilla pure a tutti) “far tutto quel che si può e ancor un poco”, e mi consta che era la formula di Don Bosco. Niente paura.
Dunque: allegro, unito a Dio, aumentando i desideri di bene in te e negli altri.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Don Margiaria ti saluta5.
1208 / Ricaldone Pietro BS / 1934-2-1 /
2.11 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Il più bel regalo di Gesù6
Miyazaki, 1 febbraio 1934
Rev.mo ed amat.mo Padre,
Natale benefico
Sono passate le belle feste natalizie e di capodanno anche in Giappone! Come già ebbi occasione di scriverle, in ogni nostra residenza e casa, si cercò di solennizzarle il meglio che fu possibile e con la preparazione degli animi dei cristiani e colla preparazione dei catecumeni al battesimo e colla costruzione dei tradizionali presepi in cui il buon gusto, l’arte e il fantastico e la devozione avevano la loro parte e che attirarono non poco i cristiani e pagani, ma soprattutto si volle dare specialmente alle feste natalizie di quest’anno il colorito più specifico della carità. Ogni missionario con le delicate risorse della carità, alleviò i suoi poveri e con non pochi sacrifici personali e con geniali trovate venne loro in aiuto. Si domandò a tutti, a ricchi e a poveri, a cristiani e a pagani; e si domandò per tutti, per i nostri vecchi, per gli orfanelli, per i nostri giovani e seminaristi e per quella schiera di poveri, noti soli al missionario. Un bravo pagano donò abiti e coperte – un cristiano povero donò un po’ di patate e di riso… Per tutti i nostri giovani oratoriani poi, l’atteso albero di Natale.
E tutti furono contenti e soddisfatti: parenti, ragazzi e i curiosi, più numerosi del solito in queste occasioni. Cuori generosi donarono; mani gentili prepararono i doni e li distribuirono – e fra canti, suoni, declamazioni compariva il vecchio S. Claus, popolarissimo anche in Giappone, ad accontentare il nostro mondo giovanile. Le nostre sale divennero per l’occasione veri gusci di noce. Ogni residenza contò gli intervenuti a 100, 300, 700 ed ebbe la palma Tokyo coi suoi 1200, che in cortile “al freddo e al gelo” assiepavano Don Piacenza e i distributori dei doni. Le allieve quasi tutte pagane di varie scuole superiori tenute da religiose e le suore stesse (S. Paul de Chartres) si prestarono al lavoro non indifferente, ed una di esse, che a casa sua è circondata da domestici, diceva al ritorno: “È là, in mezzo a quella poveraglia che io vorrei lavorare!”. Oh, possa la carità che entrò nel loro cuore, meritare loro la grazia della conversione.
Doni di anime
È anche dei giorni precedenti il Natale l’arrivo al nostro Ospizio di un povero vecchio. Gesù volle aprirgli gli occhi alla fede; giorni fa con grande sua gioia ricevette il battesimo e dopo pochi giorni fu chiamato all’eternità. Lui beato!
Un nostro bravo allievo, uno che ci aiutò tanto negli inizi del nostro piccolo Seminario, e che per malattia doveva con suo e nostro immenso dolore troncare gli studi e ritirarsi in famiglia, fu chiamato al premio eterno in questi giorni. Il suo ultimo desiderio espresso alla mamma pochi momenti prima di morire fu: “Io, divenuto prete, avrei desiderato lavorare coi figli di Don Bosco, ma il Signore non lo permette. O mia buona mamma, aiuta tu in mia vece le opere dei Salesiani… È questo il mio ultimo desiderio”… E la buona mamma, che già lavorava prima nell’Ospizio per la cura dei nostri cari vecchi e dei nostri poveri orfanelli, con rinnovato amore sacrificato, consacra la sua vita in quest’opera di carità.
E Gesù viene adornando l’orfanotrofio di gigli purissimi, aumentando il numero dei ricoverati che dall’agosto scorso hanno già raggiunto il bel numero di trenta.
Oh, come non esultare nel vedere le amabili finezze della carità di Gesù verso i suoi poveri salesiani del Giappone?
Doni di preghiere
Mi giunsero specie in occasione di Capodanno lettere consolantissime di istituti religiosi, o dei nostri cari novizi e studenti di filosofia e teologia o di nostri collegi ed oratori con veri cumuli di preghiere, di sacrifici, di S. Comunioni, ecc. offerte al Signore per noi. Oh, la crociata di preghiere lanciata dal Papa delle Missioni, specialmente per l’Estremo Oriente, comincia a esser conosciuta, e ne sentiamo i benefici effetti in tutti i sensi. Non mi stancherò mai di ripetere a tutti e in tutti i toni: “Se volete essere amici della missione giapponese e cooperarvi efficacemente pregate, pregate per noi, pregate molto per noi, pregate efficacemente per noi. È il vero modo di venire in aiuto”.
…Ma il più bel regalo…
Ma se tutti questi possono essere regali desiderati e preziosi, il bel regalo di Gesù, è l’annuncio, che Lei ha voluto inviarci di sua mano, della canonizzazione del nostro Don Bosco. Alleluja, alleluja! Grazie, amato Padre, del delicato pensiero per i suoi figli lontani e tribolati. Possa la santità del Padre, trasfondersi in ognuno di noi.
Iniziative ed avvenimenti
La fine del mese si chiude con alcuni avvenimenti che meritano di essere ricordati. L’inaugurazione ufficiale del nostro Piccolo Seminario il giorno 28 alla presenza delle massime autorità della Provincia e della città di Miyazaki, e di S. E. Mons. Breton, Vescovo di Fukuoka, vero Padre per i Salesiani. La cerimonia religiosa e civile condecorata da discorsi, canti, destò in tutti ammirazione e fece certo del gran bene. La Prefettura e gli uffici provinciali, la Città e gli uffici civili, il corpo degli insegnanti per bocca dei loro rappresentanti manifestarono la loro gioia, l’approvazione incondizionata, ed espressero chiaramente il pensiero che nell’ora attuale una scuola, che come il Seminario si propone lo studio dei problemi dello spirito sulla base della religione, non può non essere apprezzata ed ammirata, perché ne verrà certo gran bene alla società.
La coincidenza della data poi dell’inaugurazione del Seminario, con quello bimillenario dell’inizio della conquista del Giappone per parte di Jimmu Tennō, capostipite dell’attuale dinastia imperiale, non poteva non essere gradita a Miyazaki, punto di partenza della conquista, e doveva considerarsi di felice augurio per le pacifiche conquiste del bene. Così disse la massima autorità scolastica della Provincia – ed è bello pensare che tali pensieri siano espressi da pagani, che senza preconcetti guardano di fronte al vero bene della nazione. Compiuta la visita ai locali, alle scuole, alle collezioni scientifiche (che raccolgono parte del tanto interessante sparso nelle località da noi visitate) brindando col triplice “Banzai” all’Imperatore, si sciolse l’adunanza ufficiale, mentre la festa dei cristiani e degli intervenuti visitava il nuovo edificio.
Si iniziò pure a Nakatsu un piccolo vivaio per le vocazioni indigene. Il piccolo numero dei cristiani della missione non può dare ancora un forte gettito di vocazioni – e perciò bisogna per tempo afferrare e con sollecitudine amorosa curare quanto il Signore ci invia. Speriamo colla nuova istituzione di venir preparando per ogni anno almeno un piccolo nucleo d’aspiranti al Seminario e alla vita religiosa.
E finalmente nel giorno sacro a S. Francesco di Sales si benedisse a Miyazaki la nuova libreria cattolica. Gliene darò ampia relazione a lavoro compiuto, ma desideravo che nel giorno della festa del nostro Santo Patrono e protettore della stampa cattolica si benedi[ce]sse questa nuova iniziativa, destinata, son certo, a far tanto bene ai poveri pagani.
O buon Padre, ci benedica tutti: raccomandi a Don Bosco e ai benefattori le opere nostre, ma specialmente ci ottenga come grazia in quest’anno santo di benedizione “la salvezza delle anime nostre e dei nostri”.
Con affetto di figlio
Don V. Cimatti, sales.
1209 / Ricaldone Pietro / 1934-2-2 /
2.12 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 2 febbraio 1934
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Nella festa della Purificazione di Maria faccio il mio rendiconto.
In questo mese né per la salute, né per altro essendovi variazioni speciali nella mia anima, eccole in pratica fatto il mio rendiconto. Lotto col mio carattere – sento la mia insufficienza e deficienza – e vado avanti come posso. Insisto presso i confratelli per l’osservanza della strenna…
Per i confratelli qualche malattia di stagione (tosse a Merlino, febbre a Don Pedro – mal di cuore al ch. Filippa – ma già tutti in gamba) non si può fare quanto si dovrebbe o potrebbe per mancanza di personale e di mezzi – e quindi il lavoro è in arresto, ma pazienza! È colpa della mia insipiente imprevidenza…
Novità del mese – 28 Gennaio, inaugurazione ufficiale del nuovo Seminario, assai ben riuscita. 29 S. Francesco (esercizio b. m.), benedizione della prima libreria cattolica a Miyazaki. Apertura a Nakatsu del nuovo piccolo vivaio per rifornire il Seminario e vocazioni.
Invio a tutti i missionari e persone interessate dello statuto dell’opera dei “Figli di Maria” come primo omaggio a Don Bosco nella sua canonizzazione. Non potremo fare grandi cose, ma con questo la massima parte (per non dire tutte) delle iniziative di Don Bosco sono rappresentate anche fra noi.
Spero presto attaccare i classici latini (per Seminari). Altro per ora nulla. Sono in attesa di varie risposte che spero arrivino e così si può lavorare con sicurezza.
Preghi e faccia pregare per me e domandi a Don Bosco per me, come dono della festa “salvezza dell’anima mia e dei miei”. Preghi sempre per me, come cotidie prega per Lei il
Suo povero figliuolo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
P.S. - Don Margiaria è giunto il 26 gennaio. Sbrigate le faccende parleremo e vedremo il da farsi per l’opera di Tokyo. Pensi però al personale. La missione si è già privata di tre ottimi elementi – e se adesso deve ancora dare Don Margiaria ed altri andremo ancora più a terra… e vi siamo già assai assai.
1210 / Ricaldone Pietro / 1934-2-6 /
2.13 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 6 febbraio 1934
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Ho potuto finalmente rivedere ed abboccarmi col nostro Don Margiaria, avere notizie dei Superiori e della bontà con cui si degnano di vedere le cose nostre, di varie osservazioni che nella carità ci fanno, cose tutte note a Don Cimatti, che tenta nella sua inettitudine di utilizzare quanto gli altri e i Superiori specialmente gli insegnano.
Di varie cose è da anni che i Superiori sono informati – ed ora mi si chiedono di nuovo – le invierò ai singoli interessati. Ed ora quanto a Tokyo.
Visto e scelto il terreno (Mons. Arcivescovo caritatevolmente aiutò) – vicino al centro di Tokyo e vicinissimo alla ferrovia – strada camionabile. Don Margiaria e Don Piacenza ne sono contenti. Consiglio approva e spero presto procedere all’acquisto.7
Sono 4 mila tsubo (circa 15 mq) a Yen 5 lo tsubo, dunque Yen 20 mila. Per essere città di Tokyo sembra occasione non disprezzabile e da non lasciarsi perdere. Noi colle raccolte di Don Margiaria Yen 15 mila; col sussidio della S. Sede Yen 5 mila; colle povere raccolte di Don Cimatti Yen 3 mila abbiamo più o meno il necessario per il terreno o per parte del terreno e costruzione iniziale.
Urge che i Superiori stabiliscano chiaro la maniera di venirci in aiuto col prestito di Lire 50 mila. Il Consiglio in sua seduta (4/2/34) supplica:
Che siano inviate al più presto (vaglia telegrafico, meglio) le 50 mila lire per non perdere la buona occasione (perché parte delle somme sono vincolate e non possiamo realizzarle immediatamente).
La somma sia inviata in lire italiane, essendosi i Superiori impegnati al pagamento degli interessi, che saranno in lire Ital.… La lira italiana è discretamente quotata e fissa.
Inoltre il Consiglio non assicura del quando potrà restituire il Capitale ai Superiori. Don Cimatti desidera poi sapere se i Superiori sono del parere che Don Margiaria sia l’incaricato dell’opera tipografica di Tokyo. Per me, pur perdendoci la missione, non ho difficoltà: ma mi è necessario per provvedere a Tokyo e alla missione.
Ciò che mi ha ferito nel più profondo (ma penso di non aver capito o meglio che Don Margiaria non abbia capito bene) è che i Superiori non abbiano veduto bene l’opera iniziata a Tokyo, l’Oratorio. Deo gratias!
Non voglio dilungarmi per non… Faccio fare il progetto della scuola che al più presto invierò per le opportune approvazioni, secondo il prescritto dei Reg. nostri, essendo l’Opera della Congregazione.
Preghi, amatissimo Padre, per noi e specialmente pel
Suo povero
Don V. Cimatti, sales.
1211 /Tirone Pietro / 1934-2-9 /
2.14 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale |
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M., 9 febbraio 1934
Rev.mo Sig. Don Tirone,
Nella persuasione che siano andate smarrite alcune mie lettere in cui le domandavo il suo parere su alcune questioni importanti, mi faccio nuovamente animo a ripresentargliele.
Non avendo ancora la nostra Visitatoria il noviziato, si domanda se per facoltà speciali che abbiano i Superiori per le Missioni (come capitava ai primi tempi di Don Bosco), oppure se deve essere fatto secondo le leggi canoniche e le disposizioni regolamentari.
Avendo qualche elemento già pronto per il Noviziato come coadiutore, è lecito permettere i voti privati e vengono detti voti a fare acquistare al candidato una capacità giuridica di fronte alla Congregazione?
Il confratello coadiutore Fogliani Mario domanda ripetutamente di essere ammesso come chierico a compiere gli studi sacri per divenire prete. Non conoscendo i precedenti dell’individuo su questo punto, né quali pratiche bisogna fare al riguardo, domando rispettosamente il parere dei Superiori e risposta al Sottoscritto e al confratello che mi assicura avere scritto ai Superiori stessi.
Con massimo ossequio e raccomandandomi alle sue preghiere
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1212 /Merlino Alfonso / 1934-2-9 /
2.15 ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone |
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9 febbraio 1934
Carissimo Merlino,
Grazie della tua carissima.
Allegro sempre e… cura la tosse. Quanto al morire, morirai quando è la tua ora, né prima, né dopo: l’importante è che siamo preparati.
Allegro dunque e al lavoro. Il futuro è nelle mani di Dio.
Prega per me.
Aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1213 /Circolare Salesiani / 1934-2-10 /
2.16 ai Confratelli salesiani della Visitatoria S. F. Saverio |
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Visitatoria S. Francesco Saverio
Miyazaki, 10 febbraio 1934
Carissimi,
Non vi saranno discare alcune comunicazioni.
Come sapete è tornato fra noi il nostro DON MARGIARIA che ripiglia il suo lavoro a Oita. Il Signore ha benedetto il suo apostolato di bene per dove è passato e i frutti materiali e spirituali ottenuti per la grazia di Dio sono consolanti. Si è in attesa delle disposizioni dei Superiori per ciò che si riferisce alla nuova fondazione di Tokyo, e speriamo che in quest’anno della Canonizzazione di Don Bosco, la scuola professionale Don Bosco a Tokyo diventi una realtà.
Sono pure avviate le pratiche per una fondazione ad Osaka, e per questa, come per quella di Tokyo occorre che preghiamo assai per il buon esito. Chissà che il nostro Don Bosco, come regalo per la sua festa, ci ottenga quanto è nel desiderio e nella volontà di tutti.
Dall’Italia pure sono buone le notizie che invia il nostro DON ANTONIO. Può lavorare efficacemente e si raccomanda caldamente alle preghiere di tutti. È consolante il pensiero che la nostra povera Missione è ricordata da tanti buoni amici che pregano per noi e ci aiutano in tutte le forme possibili. Il vedere che tanti buoni confratelli, amici e benefattori si sobbarcano a tanti sacrifici per farci pervenire la loro carità, mi muove a farvi un’intensa raccomandazione a che ci rendiamo atti a meritare la carità della Provvidenza.
Come vedete le nostre opere specialmente di cura delle vocazioni e di carità vanno sempre più crescendo, e col crescere di queste crescono naturalmente le necessità per mantenerle. Quasi tutti i nostri beneficati sono mantenuti gratuitamente ed il bilancio per mantenerli va ogni giorno più salendo. Dobbiamo pure pensare alla formazione dei nostri chierici teologi e se vogliamo stendere sempre più le opere della Congregazione ed anche quelle della Missione abbiamo bisogno che proporzionalmente crescano i mezzi necessari per mantenerle, ampliarle, consolidarle.
Miei buoni confratelli, per ottenere questo intento vi raccomando l’esatta osservanza della povertà e la ben intesa economia. Se tutti un cuor solo ed un’anima sola ci sforzeremo di osservare fedelmente queste virtù vi assicuro a nome di Dio che né le opere della Missione, né quelle della Congregazione saranno estenuate o impossibilitate nel loro sorgere o nel loro svilupparsi.
Formiamo a questo spirito i nostri chierici e tutti i confratelli, vari dei quali domandano tante cose, almeno per il momento inutili. Vari dei nostri confratelli hanno – lasciatemi dir così – una specie di mania di procurarsi e cogliere cose, libri, oggetti diversi… ecc. nell’ipotetica persuasione che ne avranno bisogno in seguito.
Si vigili pure nelle case onde siano evitati gli sprechi nella luce, nell’acqua potabile, nella cancelleria, negli abiti, nei libri, ecc. Abbiamo finito di leggere o stiamo leggendo i nostri Regolamenti e penso che tutti abbiamo presenti i nostri doveri al riguardo. Ripeto: miei buoni confratelli, siamo accaniti osservatori della povertà, della ben intesa economia, e saremo veramente ricchi di mezzi per fare il bene. È parola di Dio.
Può essere che vari pensino che nuotiamo nell’abbondanza… Vi assicuro che il Signore non ci lascia mancare il necessario, ma non tutte le ferite precedenti sono ancora sanate e purtroppo, per mancanza di riserve, dobbiamo rinunciare a tante belle e favorevoli occasioni che si presentano di tanto in tanto e che ci permetterebbero di estendere sempre di più il regno del Signore.Il Signore fa certo la parte sua: a noi fare con senso di dovere e di riconoscenza verso i benefattori la parte nostra.
Si avvicina la primavera. Abbiatevi riguardo alla salute e invigilate pure le necessità dei confratelli, più sentite in questo cambio di temperatura.
Don Bosco ci faccia la grazia di spingerci più fortemente alla perfezione.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1214 /Circolare salesiani / 1934-2-10 /
ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 10 febbraio 1934
Carissimi,
Nell’approssimarsi della Quaresima permettete che vi rivolga qualche pensiero che serva vicendevolmente ad animarci al bene, e che vi prego di comunicare nelle forme che credete più opportune ai vostri dipendenti.
Il Santo Padre vuole che in quest’anno specialmente sia alle menti di tutti il pensiero della Redenzione, impersonato in GESÙ SALVATORE ed applicato all’uomo. Alla nostra anima deve apparire nella sua vastità e nella sua bellezza il problema santo della redenzione di cui noi pure siamo parte e come missionari-sacerdoti, collaboratori di GESÙ nell’opera di redenzione di queste care anime a noi affidate.
Oh, pensiamo nel nostro lavoro, per modesto che sia, per indiretto o inutile che possa sembrare alla nostra superbia, pensiamo dico a GESÙ che in ogni parte del nostro lavoro, in ogni manifestazione del medesimo, deve essere nostro modello. Il Suo amore per le anime, il suo spirito di sacrificio, la sua calma inalterabile siano le doti del nostro apostolato, lo spirito suo di preghiera e di unione alla volontà del Padre sia pure nostra conquista. Oh, potessimo davvero trasformarci in altri GESÙ e come Lui attrarre le anime alla grazia!
Questo è il voto più ardente che formulo per voi e per la povera anima mia, e ne affretto la realizzazione colle più ardenti preghiere.
In secondo luogo per NOI e per gli ALTRI da noi dipendenti, procuriamo di applicare abbondantemente e il più perfettamente che per noi si possa i mezzi della redenzione. La prossima Quaresima ne presta tante occasioni; non perdiamole né per noi, né per gli altri. È l’anno santo. È l’anno della Canonizzazione del nostro Don Bosco. Deve essere per noi anno di SANTITÀ, dobbiamo trascinare più anime che sia possibile alla SANTITÀ.
Disposizioni e suggerimenti
Con senso di paternità si diano ai confratelli obbligati al digiuno le norme opportune. Insistiamo a tutto potere sulla mortificazione spirituale (dominio di sé, osservanza esatta della Regola; spirito di preghiera, ecc.). Identicamente per le famiglie cristiane più bisognose.
Non dimentichiamo i CATECHISMI QUARESIMALI e quelle devozioni (ad es. VIA CRUCIS) che tanto conferiscono a passare l’anno bene, specialmente quest’anno santo e la Quaresima.
A costo di qualsiasi sacrificio facciamo in modo che TUTTE le anime a noi affidate possano avere comodità di compiere il loro dovere pasquale.
Il regalo più gradito che possiamo fare al S. Padre in quest’anno santo è che un gran numero di anime conoscano GESÙ, ed è questo pure il regalo più bello che possiamo fare al Signore. Vediamo di realizzare il modo di riuscirvi nelle forme che ci sono possibili.
Si invitino gli allievi delle varie nostre istituzioni (Seminario, scuola Profess., ecc.) a pregare per questo scopo specialmente in questo tempo. Poi si faccia capire il dovere che hanno di non dimenticare nelle loro preghiere quotidiane i loro benefattori.
Ci ottenga il Signore tante e tante grazie spirituali e specialmente quella che deve formare il nostro continuo desiderio e l’assicurazione nostra: “LA SALVEZZA DELLE ANIME”.
Pregate per chi vi ricorda quotidianamente nel Signore.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S.-1. Dato l’imminenza delle feste pasquali, e in qualche residenza facendosi nella settimana santa o un po’ di Missione, o altrove essendo i confratelli impegnati per gli esami, credo non sia possibile in questo mese la solita adunanza per l’esercizio b. m. Quindi ogni casa pensi a compierla nel periodo utile.
2. Raccomando che tutti i sacerdoti si prestino, come con grande consolazione vedo effettuarsi qua e là, per predicazioni, conferenze, confessioni, ecc. Procurate poi che nell’annata sotto forma o di triduo o di novena si predichi ai cristiani USO MISSIONE. La festa di Don Bosco ad es. presta una magnifica occasione.
3. Permettetemi infine di ricordarvi la prossima festa di S. Giuseppe nostro caro Patrono. Raccomandiamo anche a LUI il buon esito di tutti questi speciali lavori, le famiglie cristiane ed anche le necessità materiali della nostra missione. Riconosciamolo come Padre, imitiamolo nelle virtù con poche parole e molti fatti, imitiamolo nella purezza e nell’obbedienza, nel lavoro assiduo fatto per Gesù e con Gesù sotto lo sguardo materno di Maria.
4. Vada pure nel giorno sacro di S. Giuseppe il nostro pensiero al nuovo Santo Cottolengo. Preghiamo in quest’occasione per la nostra modesta opera dell’Ospizio e impariamo ad avere somma fiducia come Lui nella materna PROVVIDENZA.
1215 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1934-2-10 /
a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone
Missione Indipendente di Miyazaki
10 febbraio 1934
Buone Figlie di Maria Ausiliatrice,
Si avvicina la Quaresima ed il mio pensiero vola alle vostre anime che specialmente in questo periodo di tempo possono avere per la bontà del Signore tanti mezzi di santificazione.
Il S. Padre vuole che specialmente in quest’anno attendiamo alla meditazione e alla pratica del mistero della redenzione. Procuriamo di attuarlo per noi e per quanti più o meno direttamente cadono sotto la sfera d’azione nostra.
Vi ricordo vari mezzi che potete usare per questo scopo:
Spirito di preghiera. Dobbiamo in questo periodo di tempo specialmente pregare e pregare assai e pregare bene. Due preghiere specialmente vi richiamano i misteri della Redenzione: Via Crucis e il Rosario. Inoltre come già vi ho detto: offritevi vittime di preghiera per tanta povera gente che dobbiamo evangelizzare e che non prega.
Spirito di mortificazione. Siamo in Quaresima. È logico parlare di digiuno e di mortificazione – ma ricordate che il Signore preferisce il digiuno di testa, di cuore, di esecuzione esatta della Regola, ecc. Autorizzo la Superiora a dare opportune dispense e a prendere quelle deliberazioni al riguardo che fossero necessarie, ma se vogliamo bene a GESÙ mortifichiamo il nostro IO e guadagneremo assai nella santità.
Pensate che si avvicina la glorificazione di Don Bosco. Ognuna di voi dica “CHE DESIDERA DON BOSCO DA ME?”. Lo dicano le suore, le novizie, le aspiranti e tutte un cuor solo e un’anima sola cerchiamo di salire su su su in alto come il Padre nostro, che non desidera altro che vederci vicino a Lui in Paradiso…
E pregate anche per questo povero prete affinché tentando di fare del bene agli altri non finisca di perdere se stesso.
Vostro nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1216 /Grigoletto Giuseppe / 1934-2-17 /
2.17 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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17 febbraio 1934
Carissimo,
… Quanto al lavoro missionario, intenditi col tuo Ispettore e direttore e poi “fa’ e lascia dire”: è il consiglio di Don Bosco, l’ho letto solo giorni fa nella sua vita.
Ah!… Ma tutto il mondo vorrei girare per Lui… Ma lasciamo lì… Animo dunque… Lavora per il Signore ed il Signore lavorerà per te… e meglio di te e di me …
Don V. Cimatti
1217 /Merlino Alfonso / 1934-2-19 /
2.18 ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone |
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[19 febbraio 1934]
Merlino carissimo,
Allegro e buono sempre. Spero che ci vedremo al prossimo esercizio di buona morte. Preparati a farlo bene.
Ci avviciniamo sempre più al gran giorno della festa di Don Bosco! Coraggio!
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1218 / Circolare salesiani / 1934-2-20 /
2.19 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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Miyazaki, 20 febbraio 1934
Carissimi,
Spero che avremo incominciato tutti con vero fervore il mese di S. Giuseppe e che ognuno di noi oltre le pratiche del nostro Regolamento si sforzerà di onorare privatamente questo gran Santo Patrono della Chiesa universale e speciale della nostra Congregazione.
Specialmente alcune nostre cappelle essendo a Lui consacrate – fra i nostri artigiani di Oita essendo stabilita la Compagnia religiosa che da Lui prende il nome – abbiamo anche motivi locali per santificare questo mese a Lui consacrato.
Siamo pure nel santo tempo di Quaresima. Ci avviciniamo a grandi passi alla Glorificazione del nostro Beato Padre: vedete dunque miei cari confratelli, quanti mezzi abbiamo a nostra disposizione per santificarci.
Si avvicina pure la fine dell’anno scolastico giapponese che porta con sé l’accettazione di nuovi elementi nelle nostre opere e scuole. Prego che chi avesse dei buoni soggetti da proporre per il nostro Piccolo Seminario voglia iniziare le pratiche per l’accettazione col nostro Don Carò. Mettetevi dunque in diretta comunicazione con lui al più presto affinché anche in Seminario si possano fare i convenienti preparativi.
Miei buoni confratelli, voi siete persuasi dell’importante problema delle vocazioni. Vedo con piacere che da tutti si lavora per moltiplicarle e consolidarle. Ricordiamoci che la grazia del Signore chiama molti, e dipende da noi il realizzarla nelle anime. Non faremo mai troppo su questo importante lavoro.
Preghiamo preghiamo, sacrifichiamoci, siamo anche in questo degni imitatori di Don Bosco, e vedrete che il Signore ci formerà sempre buone e costanti vocazioni.
Sapete pure che a Nakatsu si è aperto il piccolo vivaio preparatorio per le vocazioni. Qualora aveste anche per quest’opera buoni elementi rivolgetevi al nostro Don Dumeez.
Vi annuncio pure che come primo omaggio al nostro Don Bosco invierò a tutti i capi-missione e missionari il Regolamento dell’Opera dei Figli di Maria, riservandomi eventualmente di fare le accettazioni. Se alla grazia del Signore piacerà dare un notevole sviluppo a quest’opera che virtualmente è già stabilita fra di noi.
Ricordo che il 27 c. m. a Oita, e il 28 a Miyazaki faremo la riunione mensile per l’esercizio della buona morte cui invito tutti gli interessati secondo gli orari precedenti.
Darò alcune comunicazioni e parleremo di alcune questioni interessanti la nostra missione e specialmente combineremo le modalità per la festa del nostro Beato Padre.
Nel piacere di presto rivedervi non vogliate dimenticarmi nelle vostre preghiere e credetemi,
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. Vive condoglianze da parte di tutti i confratelli e specialmente dal sottoscritto per il luttuoso avvenimento che anche interessa la nostra Italia e promessa di speciali preghiere.
1219 /Berruti Pietro / 1934-2-23 /
2.20 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 23 febbraio 1934
Rev.mo ed amatis.mo Sig. Don Berruti,
Grazie della sua carità nuovamente manifestata colla sua 1/2/34 cui subito rispondo.
Grazie di tutto e specialmente della buona volontà di venirci in aiuto. Comprendo benissimo, e con me i confratelli, delle varie difficoltà in cui si trovano i Superiori. Permetta solo nell’interesse della Missione e della nostra cara Congregazione, che faccia presente come probabilmente dovrò togliere per il prossimo agosto dalla missione tre individui per le Opere di Tokyo.
Così in pochi anni la missione è stata assottigliata di sei buoni individui.
È per il bene, e non si discute, tanto più che è inutile discuta con me stesso, dovendo rivestire le due cariche, ma non so che dovrò dire a Propaganda. Non dirò nulla, e le cifre parleranno.
Quanto al noviziato, veda a parte alcuni pensieri, che sono il riflesso dei pensieri del Consiglio. Per me non so che pesci prendere – e non voglio certo litigare con essi, tanto più che fu detto anche che Don Cimatti fa di sua testa e non ascolta il Consiglio.
Uno atto per Maestro dei Novizi non saprei davvero, d’altra parte sarebbe togliere ancora un missionario dal lavoro. Umiltà a parte, faccia così: i Superiori mi esonerino dalle mansioni attuali di Superiore e non ho difficoltà a fare anche questo… Veda che razza di santità c’è in questo bel mobile!…
Quanto agli alti e bassi della missione; mi sbaglierò, ma in missione o si procede in avanti o non si conclude, ed è quello che dolorosamente vedo nella nostra povera missione. L’indietreggiare è sconfitta irreparabile in Giappone, e purtroppo indietreggiamo su tutta la linea.
Sono con Lei rassegnato nel Signore, che se dispone così, è certo per il bene, almeno delle anime nostre e più per la mia.
Preghi per me, amatissimo Sig. Don Berruti che sempre la ricordo nel Signore.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
Pensieri sul noviziato da costituirsi in Giappone
Per far fronte alle impellenti necessità di personale e per la Missione e per le Opere Salesiane del Giappone, non potendo forse i Superiori per un tempo ancora lungo, venire in aiuto proporzionato allo sviluppo dato e che si vorrebbe dare alle opere e della missione e della Congregazione, si ritiene di somma utilità la costituzione del Noviziato.
Il Superiore della Missione cerca di dare impulso al piccolo Seminario, che al suo quarto anno conta 27 elementi. Fra questi già vari fecero domanda per la nostra Società.
Per molte ragioni e specialmente per l’urgenza di avere a disposizione personale indigeno il Superiore della Missione è di parere di avviare tutti quelli che ne hanno i requisiti necessari per gli studi ecclesiastici, prescindendo per ora dalla vocazione religiosa, che porta con sé Noviziato, triennio, ecc. Divenuti preti è assai facile il passaggio alla vita religiosa.
In questa ipotesi non è d’urgenza il noviziato per gli elementi indigeni. Ma si delineano benino anche vocazioni religiose come coadiutori, per i quali, se i Superiori hanno autorizzazioni speciali, si potrebbe far fare il noviziato come si faceva ai primi tempi da Don Bosco, oppure inviare a Torino o ad altro noviziato, oppure costituire il Noviziato in Giappone.
Date le difficoltà economiche per il mantenimento e il tempo che ci vuole per preparare il lavoro conveniente a quelli che poi escono dalle case di formazione, si opta che però il noviziato non debba essere tutti gli anni, ma, oltre gli elementi locali, rafforzare con buoni elementi dall’Italia di tanto in tanto, secondo le richieste del Superiore.
È certo però che bisogna fare anche questa considerazione: se tutti gli anni non si mandano novizi, i Superiori manderanno i chierici filosofi? Tutti gli anni c’è bisogno di avere chi entra e chi esce per regolare funzionalmente i bisogni delle case che prendono i chierici per il tirocinio. L’esperienza attuale dimostra che l’interruzione avvenuta di un anno ci ha mandato a gambe levate, e gran parte del disagio attuale proviene anche da questo, e per quest’anno sarà ancora peggio.
Tante teste e tanti giudizi. Don Cimatti attualmente ha due cariche e una testa sola, e quindi vado sempre d’accordo.
Domani che un altro venga (oh, venga presto!) a prendere una delle cariche (supposto che non le pigli tutte due) saranno due teste: continuerà la coincidenza di idee? E se all’altro non piacesse il Noviziato? Non piacesse il posto? Dove starà l’Ispettore?
Dunque spese inutili. FORSE NON SIAMO ANCORA IN GRADO DI AFFRONTARE e sotto l’aspetto economico e giuridico il problema.
Oltre l’aiuto del personale da parte dei Superiori è necessario sapere se e quanto possono aiutare finanziariamente. Le Opere della Congregazione in Giappone non sono in grado di dare il più piccolo margine per ora a sussidio del Noviziato.
Don V. Cimatti, sales., Visitatore
1220 /Grigoletto Giuseppe / 1934-2-25 /
2.21 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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25 febbraio 1934
Carissimo Don Giuseppe,
Forse non arriverà a tempo, ma puoi pensare se non sarai ricordato il 19 marzo da tanti in Giappone e specialmente da Don Cimatti!!!
Riconoscenza, preghiera e offerta di sacrifici. Tu sai che vorrei fare tante cose per dimostrarti tutto questo. Mi conosci. E il Signore sa. E basta…
Mi fu regalata a favore del G. una collezione di francobolli. Se sai che ci siano dei fanatici… vendo volentieri.
Saluta tutti e prega per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1221 /Grigoletto Giuseppe / 1934-2-28 /
2.22 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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[28 febbraio 1934]
Carissimo,
Ho ancora da rispondere a varie tue:
Buona e santa Pasqua. Tu sai quel che vorrebbe dirti Don Cimatti… e basta. Gesù risorga nella tua e anima mia. Sta’ sicuro che sei ricordato cotidie.
Ho scritto un pensierino per i firmatari, perché sono solito scrivere a tutti. Vedi col Signor Direttore se è il caso di darli, e nel caso spiegate voi dove non capissero, secondo i bisogni personali. In Giapponese è scritto un sunto della vita di Don Bosco.
Non riesco a decifrare la firma. Fa’ le mie parti riconoscenti.
Per la salute della S. Marco, Baratto è il più giù, stanco di testa, ma un toro a vederlo.
Per la canonizzazione, se non giunge ordine formale non mi muovo.
Il Signore ti rimeriti di tutto.
Tuo
Don V. Cimatti
P.S. - Bacia per me la mano al santo Don Rigoni, amicissimo, che conobbi fanciullo (e Lui anche allora era più giovane) a Este. Benedetto dal Signor!
1222 /Ricaldone Pietro / 1934-3-1 /
2.23 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 1 marzo 1934
M. R. ed amat. mo Sig. Don Ricaldone,
Grazie a nome di tutti della bella circolare sulla santità di Don Bosco. Ci sforzeremo di applicarla come meglio ci sarà possibile. La prego poi a nome di tutti che nella grande manifestazione di Roma e di Torino domandi per noi: “Salvezza delle anime, cominciando dalle nostre”.
Mio rendiconto: salute buona – divento sensibilissimo nella carcassa.
Lavoro solito – desidererei fare di più, ma le condizioni di occupazione non me lo permettono.
Pratiche di pietà regolari. Regole e Ss. Voti: nulla di speciale. Come dico, divento eccitabilissimo di corpo e di cuore. Il Signore mi guidi. Vorrei amarlo come Don Bosco, come Maria SS.ma; come Lui stesso, ma… La Quaresima è arma buona.
Ss. Sacramenti regolari (proposito del mese è di migliorare). Carità con tutti.
Cose nostre.
Forse nella settimana entrante faremo contratto di compera di Tokyo, bel posto. Invierò presto i progetti per l’approvazione.
La famiglia Imperiale ha soccorso il nostro orfanotrofio di Miyazaki con Yen l.800. È la massima carità concessa tra 15 opere di carità pubblica cattoliche sussidiate in occasione della fondazione dell’Impero. Deo gratias.
I confratelli bene in salute materiale e da quello che mi consta nell’ultimo E. b. m. 28-29 Febbraio, anche bene spiritualmente – qualche nervosismo, ma in Giappone cambia tempo sempre…
Le opere nostre procedono con buona volontà per parte di tutti. Tokyo, nell’anniversario della fondazione fu onorata dalla presenza di S. E. l’Arciv. e da S. E. l’Ambasciatore d’Italia.
Altre novità speciali non ci sono. Ci andiamo preparando del nostro meglio per la festa del nostro Don Bosco. Il giorno di Pasqua inonderemo il Giappone di Don Bosco, e spero che dopo in tutte le Chiese si farà festa.
Molti Ecc. Ordinari han già dato parola. L’acclusa le dice anche un’iniziativa che già di fatto funziona.
Voglia benedirci tutti, e… non dimentichi in quei giorni noi: siamo i più lontani, ma saremo i più vicini.
L’abbraccia nel Signore il
Suo povero
Don V. Cimatti, sales.
1223 /Marella Paolo / 1934-3-6 /
2.24 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 6 marzo 1934
Eccellenza Reverendissima,
Come le avevo accennato desidereremmo tutti averLa presente per la festa di Don Bosco a Miyazaki, e per gli opportuni preparativi occorrerebbe fissare la data.
Per noi qualsiasi data è buona. Quale più vicina alla festa liturgica (26 Aprile) o la domenica 22 o quella 29. La domenica 29 pero è il natalizio dell’Imperatore. Potrà l’E. V. assentarsi da Tokyo? È conveniente fare in quel giorno la festa? Forse no. I ragazzi dovranno andare alla funzione scolastica.
Forse è meglio pensare alla domenica 22, oppure tramandare a Maggio. Veda adunque V. E. di fissare senza timore una data per Lei conveniente, ed avere la bontà di significarmela per gli opportuni preparativi.
Si degni l’E. V. benedirci tutti e in modo speciale chi si professa, dell’Ec. V. Rev.ma
Obblig.mo nel Signore
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1224 /Berruti Pietro / 1934-3-8 /
2.25 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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8 marzo 1934
M. Rev. Sig. Don Berruti,
La presente per dire a Lei e a tutti gli altri Superiori (voglia esserne Lei gradito tramite) le buone feste da parte nostra, le ardenti preghiere specie nella fausta ricorrenza della canonizzazione del nostro Don Bosco. Preghi per noi.
Ma il vero motivo è per prevenire, affinché Lei possa consigliare – se del caso – l’individuo, e specialmente per consigliare il sottoscritto. Ecco di che si tratta.
Presto il confratello Maccario Cesare deve decidere perché gli scadono per la seconda volta i triennali.
Antefatti: venne dal Noviziato colla seconda spedizione nel 1928. Fu occupato nei lavori di cucina e di casa – provviste. Proveniente dall’Oratorio di S. Paolo, si occupa anche volentieri dell’Oratorio – ha discrete attitudini pel teatro, ecc. Man mano si denotò in lui un carattere nervoso, che specialmente verso i giapponesi manifestandosi in forme forti, finisce per alienarsi gli animi e le persone, e pressoché nessuno ha resistito con lui.
Per me lo ritengo un nevrastenico della più bell’acqua – pur non ammettendolo lui – e ci vuole la pazienza di Giobbe per chi deve trattare con lui. Egli ammette quanto verifica intorno a sé – ne incolpa il lavoro di cucina – da cui vorrebbe essere tolto – ma i saggi che dà anche fuori della cucina pare che conducano a pensare che il difetto è nel manico.... Alla scadenza dei voti triennali nessuno di noi si sentì di consigliargli i perpetui.
Comprese e si adattò. L’anno scorso ebbe una forte crisi spirituale per cui ci volle una grazia speciale per metterlo a posto – se ne voleva uscire.
Fra poco deve fare la domanda, e ricompare il problema tanto per lui che per noi.
Conclusione: che consigliargli? Come fare? Perché prevedo che ci troveremo ben imbrogliati ad una decisione. Per la pietà mi pare regolare – penso anche nel resto (regole e santi voti), ma chi ha da fare con lui, se per poco urta, è finita. Non gli si è mancato di dirgli chiaro le cose. Per me è un ammalato, non so dir altro – l’ho già fatto girare in varie case, ma…
Preghi per me e mi consigli. Ho consigliato il confratello di aprire il suo cuore ai Superiori, spero lo farà. Scrissi per prevenire ed affinché Lei potesse più facilmente consigliarci e giudicare.
Tutto suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1225 /Amici della Missione in Giappone / 1934-3-10 /
2.26 agli Amici della Missione salesiana in Giappone |
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[10 marzo 1934]
I missionari salesiani in Giappone mentre augurano ai loro Superiori, benefattori ed amici tutti le buone e sante feste Pasquali, assicurano per tutti quotidiane preghiere, nell’anno santo della Redenzione suggellato colla glorificazione del loro Padre Don Bosco, domandano contraccambio di ardenti preghiere per la salvezza delle loro anime e di quelle loro affidate.
I Missionari salesiani in Giappone
La parola di riconoscenza è la prima che mi sento in dovere di esprimere ai nostri numerosi amici. Ciò che più mi commuove è non tanto l’aiuto materiale vostro, che, suscitato dalla Provvidenza giunge opportuno e secondo il bisogno, ma il vedere l’ardore di preghiere che e singole persone e famiglie e comunità religiose elevano per noi e per la salvezza delle anime a noi affidate. Grazie, o amici nostri.
E se è possibile concedetemi ancora questo favore; nel giorno cioè della canonizzazione di Don Bosco, voi, che più vicini ai centri delle feste, gusterete le delizie ineffabili di tale avvenimento, facciate questa speciale preghiera al Signore: “Per l’intercessione di Don Bosco concedi ai suoi figli del Giappone la salvezza dell’anima loro e delle anime loro affidate!”.
La parola dei missionari vi dirà direttamente il frutto della vostra costante preghiera e carità.
Vogliate ricordare sempre il
Vostro riconoscente
Don V. Cimatti, sales.
1226 /Braga Carlo / 1934-3-13 /
2.27 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina |
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13 marzo 1934
Don Braga carissimo,
A te e ai carissimi Superiori di Hong Kong che con tanto sacrificio lavorate anche per i nostri il grazie cordiale – buone e sante feste – Don Bosco ci santifichi.
Mi hanno scritto deplorando quasi tutti l’esito della dogmatica. Qualcuno mi dice che voi pensate non abbiano troppo fondamento filosofico. Posso assicurare che hanno fatto il loro corso regolare e Don Marega non scherzava e faceva studiare, ed essi lo sanno – le altre materie pure – il più miserrimo (scienze e fisica e pedagogia) Don Cimatti.
Per me penso e te lo scrissi “metà meno che mediocri – metà mediocri” e non possono dare che proporzionatamente… E sono venuti dall’Italia così, con studi assai esigui e teste assai esigue.
Pretendete che facciano quel che possono, e che compensino l’esiguità, colla santità della vita. Segnala a Torino lo stato reale delle cose – là hanno trovato che vedo nero – servirà penso per il bene futuro, quando né tu né Don Cimatti saranno ove ora sono. È da anni ad ogni modo, che insisto ed ho detto chiaro che se tutti gli studentati sono pel personale come in Giappone “povera Congregazione!”. Cerco di far tutto regolare, mancano buoni insegnanti, che farci? La botte dà il vino che ha. Mi si dice che “voglio la perfezione”. Oh, fosse vero! Beh! Prega per me che è meglio.
Mi scrissero pure lettera cumulativa esprimente il desiderio che si effettui presto lo studentato in Giappone. È certo nel desiderio di tutti, ma solo il Signore sa quando ciò si effettuerà. Preghiamo! Coraggio, Carlo. Don Bosco santifichi sempre più te, e del tutto il
Tuo povero
Don V. Cimatti, sales.
1227 /Tassinari Clodoveo / 1934-3-13 /
2.28 al chierico Clodoveo Tassinari, missionario in Giappone |
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13 marzo 1934
Carissimo Don Tassinari,
Grazie della tua e privata e collettiva. Bisogna pregare: a Dio nulla è impossibile. Per lo studio fai quello che puoi, con coscienza e senza timori, e avanti: per me l’importante è che diventiate buoni preti.
Per l’anima tua ha ragione Don Braga: esami e cambio di tempo. Mantieni costante la buona volontà. Tarimasu (= basta) e nutri l’anima di forti desideri.
È naturale che senta in te quanto senti, ma vedi non confondere la carcassa e quanto naturalmente fa ed esige, col male. Questo esce solo dalla volontà non dal corpo, è perciò che ti dico, rafforza e tieni costante la volontà.
Per la filosofia, calmi e tranquilli. Il passato è passato… Attuate il presente.
Assicura pure e non abbiate paura di riconoscerlo e dirlo con allegra umiltà “il difetto è nel manico”.
I numeri del lotto: 4 (virtù cardin.) 8 (numero della perfezione, desiderio di essa) 3 (voti) 10 (comandamenti), non i voti d’esame che non conosco.
Se hai sprofondato il palco è segno che diventi grasso – tu e i tuoi compagni.8
Anche Don Dumeez è già la seconda volta che sprofonda. Per il teatro, l’importante è che faccia il giullare per amor di Dio. Tu sai che anche Don Cimatti lo fa a 54 anni: per Lui, questo ed altro.
Buona Pasqua e fatti santo col lavoro calmo e sereno in Lui, per Lui, con Lui.
Ti benedice il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1228 /Merlino Alfonso / 1934-3-14 /
2.29 ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone |
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14 marzo 1934
Merlino carissimo,
Grazie delle belle conchiglie per me vera rarità. E della coda di fagiano.
E la tosse come va? Scrivo a Don Margiaria che desidero ti faccia visitare. Le tossi non curate degenerano sempre e specialmente quelle che dall’inverno si prolungano in primavera. Se ti danno una medicina pigliala secondo le prescrizioni mediche (ricordi quanto è scritto nel 2° libro delle elementari?).
S. Giuseppe ti conceda ogni bene materiale e spirituale.
Con affetto,
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1229 /Circolare salesiani / 1934-3-15 /
ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 15 marzo 1934
Carissimi,
La presente è per fare fin d’ora i miei poveri auguri a voi tutti in occasione delle prossime feste Pasquali. Vogliate voi fare le mie parti presso tutti i cristiani e presso quanti in qualsiasi modo lavorano per noi. Assicurateli del mio continuo ricordo e della mia preghiera costante: posso fare assai poco per ognuno di voi e di loro, pregare e pregare sempre e insistentemente non mi è cosa impossibile e vi assicuro che tento di farlo ben di cuore.
Spero che in questo tempo intensificherete la buona volontà per la preparazione di tutti i vostri fedeli e catecumeni alle belle feste di Pasqua. Si chiude con la Pasqua di quest’anno l’anno Santo: sia davvero tale per la nostra anima e per le anime a noi affidate.
Conosco il vostro zelo ed il vostro spirito di sacrificio e sono sicuro che procurate a tutte le vostre pecorelle la comodità di compiere i loro doveri anche dovesse costarvi un superlavoro.
Insistete sul catechismo per i fanciulli e in queste ultime istruzioni ai cristiani fate ripassare almeno i punti fondamentali sul Sacramento della Confessione e della Comunione.
Ma non dimentichiamo la nostra anima e facciamo in modo che la Pasqua di quest’anno rivesta per noi un qualche cosa di nuovo, una nuova spinta al bene, una nuova energia alla nostra santificazione.
E la Provvidenza ce ne porge un’altra bella occasione nella Canonizzazione del nostro Don Bosco. Oh, certo Don Bosco desidera vederci Santi, o almeno tendenti alla santità che deve farci simili a Lui. Accontentiamo anche in questo il nostro Don Bosco e domandiamogli questa benedetta SALVEZZA DELL’ANIMA NOSTRA E QUELLA DEI NOSTRI.
Non sono ancora in grado di darvi particolari intorno alle feste nostre. Per ora
Riceverete in tempo utile un numero unico su Don Bosco. Fatene buona propaganda annunciando ai cristiani la Solennità.
Non posso ancora spedirvi grandi quantità di immagini o medaglie, ma qualche cosa già avete, qualche cosa spedirò, qualche cosa arriverà da Torino, e così anche o il giorno di Pasqua – o meglio il giorno in cui farete la festa in residenza potrete opportunamente distribuire.
È in corso di stampa la VITA grossa del nostro Don Bosco.
A Miyazaki, essendo assicurato l’intervento di S. E. il Delegato Apostolico, il che però non potrà essere che nel prossimo Maggio, fino a tale epoca non si potrà fare tale solennità.
A Tokyo le feste si apriranno colla benedizione della prima pietra della nostra Scuola Professionale il mercoledì o Giovedì di Pasqua, nell’epoca del raduno dei Vescovi e Superiori delle Missioni.
La festa civile-religiosa sarà il 29 Aprile con solenne funzione in Cattedrale per la parte religiosa, e al salone del giornale “Jiji” per la commemorazione.
Padre Taguchi ha già incominciato in città la propaganda con conferenze, ecc. Il Centro invierà agli Ordinari e Superiori religiosi articoli con preghiera di pubblicazione sui giornali più importanti della regione.
Stando così le cose non sarà male che ogni residenza pensi per tempo a fare qualche manifestazione nelle forme che si credono opportune o possibili localmente. Sono già fin d’ora a vostra disposizione per ogni cosa in cui possa esservi utile il mio povero contributo.
Come pure insisto a che, se i Confratelli hanno qualche utile proposta, abbiano la bontà di comunicarla al più presto. Abbiate la bontà di pregare per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1230 /Circolare alle Figlie di Maria A. in Giappone / 1934-3-15 /
alle Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone
15 marzo 1934
Alle Figlie di Maria Ausiliatrice,
Permettete che nella bella occasione della S. Pasqua che si avvicina, vi presenti i miei auguri di preghiere, di riconoscente affetto per quanto fate e per la missione e specialmente per cooperare alla grazia di Dio che in varie forme si viene presentando a voi.
Non posso fare molte cose per voi; ma vi assicuro preghiere e viva partecipazione non fosse altro col desiderio al vostro lavoro.
Sia la Pasqua di quest’anno santo, che coincide per volere del Papa colla glorificazione massima del nostro Don Bosco, sia, – dico – la più bella, la più fruttuosa, la più eccitante alla santità. Preparatevi bene e preparate bene alla medesima le vostre figliuole o comunque da voi dipendenti.
Non sarà male che come tema di conferenze o di meditazione o di lettura ripassiate e facciate ripassare le parti più importanti del catechismo sulla S. Confessione e Comunione – e che specialmente con un ritorno più nutrito sulle anime vostre vediate di risorgere in una forma decisiva ad una vita più perfetta di santità.
Oh, come gioirà il nostro Don Bosco nel vedere la vostra buona volontà e lo sforzo che voi farete per riuscirvi!
Coraggio dunque e all’opera che Dio e la Vergine ci vogliono Santi, e noi vogliamo esserlo ad ogni costo.
Alle Novizie: offrano a GESÙ nel giorno di Pasqua tutti i loro difetti col fermo proposito di emendare quello che è più ostacolo ad avvicinarsi a LUI.
Alle aspiranti: offrano a Gesù i loro desideri di essere tutte di LUI e per tutta la vita.
Alle professe: imitino Don Bosco nella purezza della vita, nella laboriosità e nell’unione con Dio.
S. Giuseppe vi conceda (specie alla Signora Direttrice) anche le benedizioni materiali.
Preghiamolo anche per questo scopo, che ci venga in aiuto: ma proprio in questo giorno in cui il PAPA canonizza il B. COTTOLENGO venga in mente anche a noi tutti l’esempio del nuovo santo e l’accanito suo amore alla Provvidenza, la sua fiducia indefettibile alla medesima, il suo abbandono totale ad essa.
Facciamo tutto, diceva Don Bosco, come se dipendesse da noi tutto; ma poi abbandoniamoci in Dio come se tutto (come di fatto è) dipendesse da Lui.
Coraggio dunque e questi cari santi abitanti in questo mondo nella via, uno che ci cura le malattie del corpo, e l’altro che educa le anime, aiutino anche noi e nell’anima e nel corpo.
Don Bosco ci santifichi e S. Giuseppe Cottolengo pensi a non lasciarci mancare i mezzi necessari per fare il bene.
Non posso dare notizie particolari sulla festa di Don Bosco fra noi. Ad ogni modo a Miyazaki è protratta in Maggio (solo allora potrà venire il Delegato).
A Tokyo si celebrerà il 29 Aprile… Bisognerà che anche le Figlie di Maria A. pensino a qualche manifestazione. Ma quello che è essenziale è che ci prepariamo spiritualmente.
In quel giorno tutti domanderemo a Don Bosco Santo: “Salvate l’anima nostra e quelle a noi affidate”.
Vostro obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
1231 /Ricaldone Pietro / 1934-3-16 /
2.30 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 16 marzo 1934
Visitatoria S. Francesco S., Giappone.
Proposta della Visitatoria S. Francesco Saverio, Giappone – per la erezione dello Studentato filos. & teologico in Giappone.
Premesse
Dal 1929 funziona in Giappone lo studentato filosofico con elementi inviati da Torino. L’esperienza dimostra favorevole risultato quanto all’acclimatazione, allo studio della lingua e se si può disporre di buon personale insegnante e di formazione, anche quanto alla formazione intellettuale e religiosa. Gli anni di tirocinio lo dimostrano a perfezione.
Studentato teologico
Coll’anno 1933-34 essendo alcuni stati dispensati di un anno di tirocinio, si iniziò il corso teologico. Per mancanza di personale non potendosi iniziare in Giappone “pur essendo ferma volontà dei Superiori che anche la Visitatoria Giapponese abbia quanto prima il suo studentato” (così scrissero i Superiori) fummo autorizzati a servirci di quello di HONG KONG. La necessità esigette questo sacrificio, ma presentandosi forse ora la possibilità di una soluzione che aprirebbe per lo meno la via ad un graduale inizio della fondazione in sede, sottopongo quanto segue al parere e all’approvazione dei Rev.mi Superiori, per avere la possibilità, in caso affermativo, di fare in tempo utile gli opportuni preparativi.
Ragioni che consigliano la domanda
Il desiderio stesso dei Superiori della fondazione sul posto dello studentato teologico.
Vero aggravio degli insegnanti di Hong Kong, che data la costituzione di quello studentato hanno dovuto sobbarcarsi ad un raddoppiamento di lavoro, che va in pratica a detrimento di tutti, detrimento di studio, di formazione e deperimento nella salute degli insegnanti (che in fondo non sono colossi di salute). Per poco che i Superiori considerino lo stato reale della formazione di detto studentato per l’ordinamento degli studi e insegnanti debbono convenirne.
Il Giappone ha esigenze sue proprie per l’apostolato, diversissime da quelle della Cina. Quattro anni di questa vita Cinese fanno a pugni coi quattro o cinque che si sono passati in Giappone. Qual è il risultato pratico?
Ma quello che è più letale è la cessazione dello studio della lingua. Sono otto anni che siamo in Giappone e non è a dire che si stia colle mani in mano anche per lo studio di questa benedetta lingua, vero martirio per i missionari tutti; e non la sappiamo, non la sappiamo, non la sappiamo. Piange il cuore vedere questi nostri chierici che in pratica, fuori del contatto con l’elemento giapponese non concludono nulla per lo strumento massimo del loro futuro lavoro e che in posto potrebbero per lo meno tener sveglio e non arrugginito.
Pur essendo di carattere materiale ha pure il suo peso l’ambientamento, il clima, il vitto, e vari dei nostri ne sentono già le conseguenze.
Forse col prossimo anno avrei bisogno di far iniziare la teologia a un elemento giapponese. Al momento attuale è conveniente tale invio per i Giapponesi e per i Cinesi? Penso che sarebbe al momento attuale una vera difficoltà e forse uno sproposito.
Anche questa ragione, molto umana, ma che pure ha il suo peso, bisogna pur dire.
La teologia fatta altrove (specie poi in Cina) è perdita di prestigio per il missionario che lavora in Giappone. Non parlo della questione economica. Non parlo di altre ragioni speciali… che per essere tali potrebbero apparire troppo interessate o in contrasto colle ottime relazioni che abbiamo coi carissimi confratelli della Cina; specie col Sig. Don Braga.
Proposte per risolvere la questione
Nell’acclusa lettera dei nostri cari chierici v’è un embrione di proposta che potrebbe anche essere presa in considerazione, ma che al momento attuale potrebbe anche rappresentare la cessazione di gran parte del lavoro di apostolato.
Assicuro [che] siamo assai, assai indietro e che Propaganda suona a campane doppie. Ma che farci? Data la natura della nostra Missione, da nessuno voluta volentieri e data pure la natura del lavoro che svolgiamo alla salesiana, non possiamo presentare annualmente delle cifre vistose di battesimi. Quindi la proposta indicata la trovo troppo ostica per le conseguenze.
Il Consiglio della Visitatoria è disposto a stare a quello che indicheranno i Superiori. Osano proporre anche questa soluzione. Se i Superiori ci aiuteranno, spererei per il prossimo settembre di iniziare modestamente a Tokyo la scuola professionale, iniziata col trasporto della stamperia di Oita. Il nuovo terreno su cui si troverà la scuola è più che ampio per tenere le due istituzioni, e temporaneamente – se si crede – i chierici potrebbero dimorare nel locale della scuola, in attesa che si possa costruire locale apposito per lo studentato. Questo per il luogo di abitazione.
Quanto all’insegnamento – essendo a poca distanza del nuovo locale il Gran Seminario regionale, in un primo tempo – fino a che non potremo avere insegnanti propri – i nostri chierici potrebbero frequentare la scuola del Seminario (a dieci minuti). Pare non vi siano difficoltà per parte degli insegnanti del Seminario. Bisognerà forse pagare una tangente come minervale e nel caso che piglino un pasto nel Seminario.
Vengono certo a correggersi molti, se non tutti, gli inconvenienti predetti. Specialmente lo studio pratico del Giapponese, la convivenza con quelli che saranno i futuri missionari delle varie diocesi, il contatto con professori giapponesi, ecc. ecc. corsi speciali di missionologia, mi pare debbano influire assai in bene alla formazione buona dei nostri.
2. Penso che anche economicamente ci saranno dei vantaggi.
Alla domenica potranno dare un buon aiuto alla fondazione di Mikawajima, se ai Superiori piacerà continuarla e anche aiutare, se sarà creduto utile (come già hanno iniziato i seminaristi diocesani), i missionari colla fondazione di Oratori, dai quali oltre il gran bene spirituale, risulterà ottima propaganda per l’Opera nostra.
Di fronte poi ai Giapponesi, che non ammirano che ciò che viene da Tokyo, sarà il non plus ultra di onorabilità anche per parte nostra, tanto più che la Scuola del Seminario è riconosciuta dal Governo Imperiale.
Se poi anche si potesse trasportare lo studentato filosofico, oltre ai vantaggi sopraddetti – utili anche per la filosofia – sarebbe davvero l’inizio di quella separazione della missione degli elementi ed opere schiettamente salesiani che sotto la diretta responsabilità del Visitatore (che immagino solo tale), darà modo di concludere con un vero sbalzo in avanti dell’opera nostra in Giappone.
Condizioni
Oso pure dire che affinché la proposta divenga realtà, occorre che i Superiori vengano in aiuto alla nostra povertà di personale e di mezzi – quanto più è possibile. Per i chierici, se è approvata la soluzione della scuola in Seminario, mi occorre un ottimo assistente e un prete per la formazione dei medesimi. Il personale della Scuola non può attendere alle due cose.
Per i mezzi, nell’aiuto che i Superiori hanno promesso per la scuola bisognerebbe si facesse un’aggiunta più o meno rilevante secondo che i Superiori sono disposti ad approvare o no la costruzione a parte per lo Studentato.
Il Signore illumini i nostri amati Superiori a vederci in questo problema della massima importanza che più viene ritardato, più viene a complicarsi e a non essere concluso.
Se i Superiori credono fattibile l’aiuto di personale nel minimo domandato, e se autorizzano la Scuola in Seminario per i nostri chierici, in Settembre prossimo si può cominciare, e senza dubbio si otterranno dei veri vantaggi.
A nome anche del Consiglio affido la proposta per le mani del nostro Don Bosco ai nostri Superiori.
Che della grazia,
Don Vincenzo Cimatti, sales.
Visitatore
1232 /Berruti Pietro / 1934-3-19 /
2.31 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 19 marzo 1934
M. R. Sig. Don Berruti,
Mi affretto a far seguito ad una mia raccomandata di questi giorni sulla questione studentato Teologico in Giappone. Nella fretta ho dimenticato una parte importante della questione.
Approvazione della fondazione cioè della Scuola, di cui i Superiori debbono in precedenza dire parere affermativo o negativo.
Ragioni contro l’attuale fondazione dello studentato teologico – nella precedente esposizione esposi solo la parte positiva.
Dal contesto mi pare si possa concludere che salvo un aiuto speciale ed efficace per parte dei Superiori, forse la cosa non è ancora pienamente matura nel senso ivi indicato. E quindi videant quos spectat.
E preghi per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - La prego di unire l’acclusa alla pratica e scusi la carta: non posso al momento usare la macchina. Quanto ho scritto sono idee. Finché non c’è la scuola cade certo la proposta di mettere là lo studentato. Sto preparando il materiale da presentare ai Superiori. Ci aiutino e ci consiglino.
Appendice allo scritto precedente
Altre osservazioni sulla formazione dello studentato Salesiano
Le difficoltà esposte in lettera e corredata anche dai desideri espressi dagli attuali teologi di Hong Kong furono già tutte prevedute in antecedenza. Le difficoltà dei chierici possono essere in gran parte personali. Può essere dispiaccia la vita di collegio. Intenderei di far capire loro che mettano il cuore in pace e che non sperino in un prossimo ritorno.
Come pure, veri e non veri i desideri di alcuni di professori, la Visitatoria non intende assolutamente di legare le disposizioni dei Superiori a dei nomi, espone solamente le sue necessità.
In Giappone occorre uno Studentato nostro e in regola – e si propone Tokyo.
La proposta di servirsi del Seminario va ponderata assai anche da questo punto di vista. “Gli attuali teologi, mediocri assai e alcuni meno che mediocri ci farebbero scomparire assai per la riuscita negli studi – e ne perderemmo in reputazione”. Il Gran Seminario potrebbe essere un’eccezione per qualche caso particolare.
Dunque i Superiori ci aiutino con personale ad hoc e con mezzi proporzionati. È quanto implora il
Povero
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Unita lettera con preghiera di unire all’incartamento. Sono idee che si propongono – da attuarsi quando si può.9
1233 /Dal Fior Luigi / 1934-3-20 /
2.32 al chierico Luigi dal Fior, tirocinate |
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20 marzo 1934
Caro Dal Fior,
Un atto di carità ti invia a sollevare un confratello che ha bisogno di riposo. Ringrazia il Signore. Conosci già i confratelli che ti aiuteranno in tutto. Al lavoro con buona volontà e fiducia in Dio. In principio osserva e rifletti. Tokyo non è Miyazaki, pur essendo quelle anime non meno bisognose. Fa’ quel che sai e puoi per far del bene.
Ti prego di rileggere e meditare i ricordi di Don Bosco ai missionari – ordine nel lavoro e sempre secondo obbedienza.
Continua il tuo lavorio di formazione – frena la testa e la lingua e sii per i tuoi giovani come Don Bosco, ossia laborioso, di amore sacrificato, puro con te e cogli altri.
Ti aiuti[no] Don Bosco e Maria A. a esser sempre come essi ti vogliono. Prega per me. Giunto, non dimenticare di scrivere a Don Liviabella e ai tuoi di casa.
Con Filippa dà a divedere che sei lì momentaneamente – ed in verità Don Cimatti pure non sa dirti di positivo… Sarà fra qualche tempo.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
Come S. Benedetto: “ora et labora”. (21 marzo 1934).
1234 /Ghetti Giorgio / 1934-3-27 /
2.33 a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore |
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27 marzo 1934
Amat.mo Sig. Dottore,
Sono a Takanabe per qualche ora facendo la spola in questi giorni da Miyazaki per predicare in questi giorni a questi poveri cristiani, e voglio passare con Lei un po’ di tempo. Sono le 4 e 1/2 del mattino – forse Lei è per andare al riposo, ed il primo lavoro di questo giorno, dopo di aver pregato e per Lei, per i suoi cari, per la nostra Faenza.
Grazie, grazie della sua carità per le nostre Opere e per i nostri poveri. Spero presto che qualche cosa sarà completata. Già sono una sessantina che ne usufruiscono e finora non è morto nessuno dei nostri vecchietti senza battesimo e gli orfani vanno salendo – motivo per cui anche i pagani ci dicono: “completate!”. E qui se non vedono le cose – non aiutano. Recentemente l’Ospizio ha avuto una buona offerta di un fondo Imperiale di beneficenza, ma non la danno finché non vedono la costruzione.
Il buon Don Cavoli anima di quest’impresa, ne sa qualche cosa. Preghi affinché anche in questo si faccia la volontà di Dio.
Grazie delle belle notizie di famiglia: inteso che sempre la ricordo con tutta la sua famiglia, compreso quel sant’uomo di Don Caramaschi e compagni, veri nostri benefattori, e i beneficati non si devono dimenticare, così insegnò mamma mia e Don Bosco. Oh, povero Don Lingueglia! Il Signore ce lo conservi ad multos annos.
Per la mia venuta, quando e come al Signore piacerà: sono talmente indifferente oramai anche a queste cose, che mi viene alle volte il dubbio se possa essere male. Beh! Il Signore sa e vede, d’altra parte “Ipse fecit nos et non ipsi nos!”.
Buona Pasqua, amat.mo Sig. Dottore, e non dubito punto che tutti la farete santamente ed anche pregherete per questo povero prete, ma buona Pasqua nel senso Cristiano, risurrezione cioè ad meliora e ad una vita più santa, più perfetta che in definitiva è quanto vuole ai singoli suoi – alla famiglia Pasolini e alla sua signora.
Con profonda riconoscenza
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1235 /Circolare salesiani / 1934-3-28 /
2.34 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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Miyazaki, 28 marzo 1934
Carissimi,
Ancora un caldo augurio prima delle feste di Pasqua e prima della glorificazione del Padre nostro. Stiamo in questi giorni più uniti nella preghiera ardente per noi e per le anime a noi affidate, e nel gran giorno preghiamo per la nostra cara Congregazione e per quanti vi vogliono venire in aiuto colle preghiere e coi mezzi.
Ed ora alcune schematiche comunicazioni.
Dovendo a metà Aprile inviare a Torino la relazione sui Cooperatori, prego inviarmi per il 15 Aprile l’elenco completo aggiornato dei Cooperatori, sia di quello cui desiderate sia inviato il Bollettino da Torino, sia di quelli cui desiderate sia inviato quello Giapponese.
Inoltre vi prego di sapermi dire il nome e l’indirizzo di quelli cui avete consegnato il diploma, o a cui desiderate sia consegnato. Per disposizione dei Superiori il sottoscritto è autorizzato a consegnare diplomi per i residenti in Giappone. Non ricevendo entro il 15 Aprile nessun annuncio ritengo che non avete nulla di speciale da inviare. Ma prego caldamente che anche come omaggio a Don Bosco in questa branca della nostra attività durante l’anno si lavori in modo speciale. Possibile che non si possa farvi inscrivere le famiglie dei nostri cristiani? Sono tanti e tanti i vantaggi spirituali che con questa iscrizione possiamo portare alle anime… Perché non lo faremo? Animo adunque e lavoriamo anche in questo e faremo del bene. Sapete che possono essere inscritte in blocco le famiglie, scuole, istituti, ecc.
Ricevo dall’Ambasciata cortesissimo avviso esprimente: “Le troppe frequenti richieste, insistenti preghiere di aiuto per parte di vari della Missione…”. Vi esorto ad essere prudenti e usare convenientemente criterio anche nel domandare, specialmente se si domanda per cose extra ordinariam administrationem. Passo l’osservazione alla vostra considerazione.
Nella settimana entrante debbo recarmi a Tokyo per l’annuale adunanza dei capi-missione. Sarò felice se avendo qualcuno commissioni o altro, poterlo aiutare. Siccome probabilmente la vostra richiesta non mi troverebbe più a Miyazaki, così potete indirizzare a Tokyo. I confratelli di Hong Kong vogliono dire a tutti la BUONA PASQUA. Pregate e fate pregare per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1236 /Circolare salesiani / 1934-3-30 /
ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 30 marzo 1934
Carissimi,
Avrete ricevuto in questi giorni un pacco di films. Vi annuncio che il Centro d’ora innanzi non potendo più curare la distribuzione mensile di detti films, lascia alla buona volontà e alla carità fraterna di tutti il regolare anche questa materia.
[Fa la lista del materiale a disposizione…] A conclusione:
Non so se potrò inviare altro materiale. Ripeto: raccomando oltre la cura e la carità nell’aiutarvi scambievolmente che lascio alla responsabilità di ognuno lo stabilire le condizioni di imprestito dei films.
Ho anche intenzione appena sia ordinato il materiale di proiezione di venirvi in aiuto, se lo desiderate. Ma prima di fare questo bisogna che sappia con precisione qual è il materiale attuale in proprietà della casa e non posso provvedere a distribuzione prima di sapere quanto sopra…
Il Signore benedica il vostro apostolato di propaganda ottenuto anche con questo mezzo. Insisto sull’uso delle proiezioni perché forse più atto all’istruzione. Il Signore ci conceda buone e sante Feste Pasquali e l’attività operosa del nostro Don Bosco nel fare del bene.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, salesiano
1237 /Tassinari Clodoveo / 1934-3-30 /
2.35 al chierico Tassinari Clodoveo, studente teologia a Hong Kong |
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30 marzo 1934
Carissimo Spadalunga… al mondo Tassinari,
Non ti potevi scegliere un nome più fatidico… Sii Spadalunga per vincere i nemici dell’anima… Attento però che anche Benkei aveva la naginata (= grossa spada), ma Ushiwakamaru benché avesse la sola spada…10 Quindi unito al Signore, non confidare nelle tue forze.
Con Pierozzo poi qualche pugnotto (quando specialmente lo vedi far l’oca) non starà male. Dopo tutto è servo di Spadalunga.
Nessuna attesa per la lettera, anzi… Caro mio Tassinari, vedi… Il Seminario ha costato a Don Cimatti sei anni di lavoro.
Il nostro Studentato vedi che segue la via del primitivo Oratorio di Don Bosco, e la tappa di Hong Kong è più lontana di quelle che faceva Don Bosco. Il Signore sa e vede, sa i desideri, la fretta di Don Cimatti e permette quello che vedete… E chissà quante altre cose dovrete vedere. Don Bosco diceva: “Facciamo tutto il possibile come se le varie imprese dipendessero tutte solo da noi e pensiamo che tutto dipenda da Lui e solo da Lui”.
Calmo e allegro. Avete fatto il vostro dovere nello scrivere, e basta.
Lascia stare i trionfi! Mi preparo a fare una buona morte altro che…
Bravo! Studia e fatti buono.
Ti abbraccia il
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1238 /Ricaldone Pietro / 1934-4-1 /
2.36 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Visitatoria S. Francesco Saverio, Giappone
Miyazaki, 1 aprile 1934
In ossequio al prescritto dell’Artic. 413 dei Regolamenti, mi onoro di inviarLe la prescritta relazione particolareggiata sullo sviluppo della Pia Unione dei Cooperatori in questa Visitatoria.
Rimanendo fermo quanto scrissi l’anno scorso, mi è grato annunciarle che pian piano va aumentando lo sviluppo della Pia Unione.
Il nostro “Don Bosco” (che si svilupperà definitivamente nel Bollettino Sales.) da copie 1500 eleva la sua tiratura a 2500; le Letture Cattoliche a 1500.
Approfittando dell’autorizzazione a concedere colla sua firma diplomi in giapponese, le annuncio che furono inscritti 113 nuovi Cooperatori, che vengono ad accrescere così la nostra famiglia, che si può valutare a 500 fra Cooperatori e Cooperatrici. In tutte le case e nella Visitatoria vi sono gli incaricati della Pia Unione nella persona dei Capi-residenza e Visitatore.
Se si potrà al più presto aprire la fondazione di Tokyo, non c’è dubbio che potrà essere incomparabilmente più facile allargare la sfera di azione della Pia Unione.
Benché formi parte solo indiretta di tale Cooperazione, godo pure annunciarLe che l’Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice e dell’Opera del S. Cuore vanno pure sempre più prendendo piede.
Le sarò profondamente riconoscente, se vorrà darci norme e direttive per un più grande sviluppo di quest’opera destinata a fiancheggiare fortemente l’azione salesiana anche in Giappone.
Si degni di benedire anche quest’attività dei suoi figli lontani, e mi creda
Suo obbl.mo ed aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1239 /Ricaldone Pietro BS / 1934-4-1 /
2.37 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani11 |
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Miyazaki, 1 aprile 1934
Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Alleluja, Alleluja! Oh, vorrei che anche la voce dei figli lontani fosse stata compresa dalle masse, inneggianti al Padre nostro Santo, nella grande apoteosi del primo aprile, ma l’avrà compresa Don Bosco. Che dirle?
Possiamo dire che minuto per minuto abbiamo seguito le fasi della glorificazione, e la fantasia abbellendo, ampliando veniva creando quanto la realtà ha forse sorpassato, ma che non certo è riuscita a vincere o sorpassare il nostro affetto, acuito, e quanto! dalla lontananza e dall’assoluta impossibilità di metterci a contatto colla realtà. Il nostro Don Bosco non può non aver tenuto conto del nostro sacrificio, e l’avrà certo presentato al Signore per noi: oh! ne sono certo, fu trasformato in maggior merito e più abbondanti benedizioni per noi. I nostri cuori come da precedente intesa erano all’unisono accordati in quest’unica preghiera: “Salvezza di anime!”. Il grido ardente, fulcro dell’attività di Don Bosco, come mai non avrebbe dovuto essere la preghiera dei suoi figli missionari nel giorno della sua canonizzazione?
Che faremo noi per il nostro Santo a suo tempo sarà comunicato. Tutti ci potranno vincere nello splendore e grandiosità delle manifestazioni: procureremo di essere alla testa di tutti nell’amore e nell’imitazione del nostro Don Bosco. Santo orgoglio, che voglia credere, si concretizzerà in realtà.
Fra le caratteristiche del mese di Marzo in Giappone, voglio accennare ad alcune che mi danno lo spunto per parlarle delle cose nostre:
Fine dell’anno scolastico, apertura delle iscrizioni nelle scuole. In tutte le scuole cattoliche si è notato in quest’anno, nonostante le vere batoste subite in tutti i sensi una buona ripresa con iscrizioni abbondanti, ed anche noi nel nostro piccolo dobbiamo segnare cifre consolanti. Si è aperto col primo Aprile a Nakatsu, come chiamarlo? un vivaio per le vocazioni indigene, e già sono 12 i giovinetti ricoverati. Il Seminario ha aperto i suoi battenti ad altre 14 buone reclute.
L’asilo della Missione di Oita conta 55 iscritti. A Miyazaki per l’affluenza degli oratoriani, specie alle serate domenicali, si è dovuto allargare il salone Don Bosco; come pure si constatano consolanti affluenze in tutte le nostre adunanze giovanili.
Inizio della fioritura dei famosi ciliegi del Giappone. Fantasmagorie di colori, giocondità di canti e suoni. Primavera! Primavera! Di fronte alla missione di Miyazaki una bella alea di ciliegi fioriti attira il pubblico. Si pensò che poteva essere buona réclame per la religione, una specie di libreria cattolica, che contenendo libri, immagini sacre, ecc. servisse ad attirare curiosi o desiderosi. Alla nostra prima tipografia e libreria di Oita, destinata alla propaganda in grande, segue così anche questa modesta vendita, che se dobbiamo arguire dagli inizi, è certo destinata a far un gran bene. I ciliegi in fiore attirano numerosi i visitatori, che non possono non vedere la piccola libreria posta all’entrata della missione. Entrano, ammirano, leggono e ricevono qualche spiegazione, che servirà se non altro a sgrossare, a correggere, a innestare nei loro animi qualche verità. Chissà che Gesù benedetto, la Vergine nostra Madre anche mediante le loro immagini non parlino al cuore, alla mente di qualcuno. In questi giorni un bel ramo di ciliegio fiorito è stato messo nelle vetrine ed adorna in modo grazioso statue e oggetti religiosi. Un bravo giapponese vi sta di fronte ammirando lo splendore della fioritura, mentre lentamente scandisce i noti versi per lui al sommo significativi: “Se domandi come è il cuore del giapponese, è simile al profumato fiore dei ciliegi”. E nello stesso tempo il missionario elevava al cielo l’ardente preghiera: “Quando o Signore, si apriranno queste anime alla tua grazia? Quando o Signore, si decideranno per la loro totale donazione a te? Quando rivolgeranno anche alla religione il profondo significato dei versi richiamanti con chiarezza i loro doveri verso la patria (cioè come la pronta apparizione e scomparsa del profumato fiore di ciliegio, la prontezza dello spontaneo olocausto dell’anima giapponese per la sua patria)? Quando, o Signore!”.
Ciò che però diede un’impronta tutta caratteristica a questo mese fu la visita che l’Ecc.mo Prefetto della Provincia di Miyazaki si degnò di fare ai nostri poveri vecchi ed orfanelli dell’Ospizio ed ai nostri seminaristi. Accompagnato dal suo segretario particolare per oltre mezz’ora si intrattenne all’Ospizio, visitando e rendendosi conto di ogni cosa – gradì l’omaggio degli orfanelli e nel partire esprimeva al missionario e al personale la sua piena ammirazione e soddisfazione. Passò quindi al Seminario e per oltre due ore si intrattenne con noi. Visitò minutamente le aule scolastiche, le camerate, e tutti gli ambienti. Nella sala delle riunioni rispose all’omaggio che il corpo insegnante e gli allievi vollero dare alla prima autorità della Provincia. È significativo in bocca di un pagano l’eloquente suo discorso che riassumo nei suoi punti salienti: “Conosco un poco il mondo extra-giapponese per missioni avute dall’imperiale nostro governo all’estero. Ho veduto le aspirazioni diversissime dei rappresentanti delle nazioni, che difficilmente condurranno alla vera pace. Si suol considerare il Prefetto della Provincia più che altro come l’uomo dell’amministrazione, sorvegliante dell’ordine, curante del benessere materiale della sua zona. Io penso tutto questo come la parte più accidentale del mio lavoro. È alla formazione spirituale dei miei dipendenti che io voglio mirare come a mio primo dovere. Al momento attuale il Giappone ha bisogno di uomini lavoratori, onesti di rettitudine a tutta prova. Beati voi, giovani, che siete allievi di una scuola in cui voi abbondantemente potete trovare e assimilare quanto la nostra patria abbisogna”.
Si degnò di assidersi ai nostro modesto pranzo – volle essere fotografato con noi – e partì soddisfattissimo, esprimendo il desiderio di ritornare per parlare a lungo coi nostri allievi.
Se una bella primavera fiorita, può essere segno di un promettente raccolto, o amato Padre, preghi e ci aiuti a che questa nostra fioritura d’anime dia luogo ad abbondanti frutti.
Suo aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
1240 /Zerbino Pietro / 1934-4-5 /
2.38 a Don Pietro Zerbino, segretario del Vicario Generale Don Pietro Berruti |
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5 aprile 1934
Zerbino carissimo,
Ricevo oggi la tua e subito controrispondo ringraziando di cuore te e quanti sotto l’impulso tuo cooperarono a far del bene. Bravo! Di’ ai tuoi scolari che li ricordo sempre. Siano essi vigili guardie per me presso Gesù e Maria e il nostro Don Bosco.
Ti unisco lettere per la signora Pina cui darai anche il fiore unito. Ho scritto alla latrice della lettera acclusa. Certo che non era il caso di pensare al Banco “Pro Giappone”, non mancherà circostanza.
Che bella notizia dai Di Secondo. Continuo a pregare per la perseveranza. Saluta omnes specie il buon Don Ruffillo. Auguri ai nuovi preti… e alla festa sei già delegato a rappresentarmi. Fatti e fammi onore.
Al buon Zavattaro (che sempre ricordo!) buon onomastico e preghiere speciali.
Che dire poi a te, mio buon Pietro, pel tuo Onomastico? Sii sempre solido fondamento di bene ed abbi fede. Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1241 /Allievi di Don Zerbino Pietro / 1934-4-5 /
agli Allievi di Don Pietro Zerbino
[5 aprile 1934]
Carissimi allievi di Don Zerbino,
So che pregate molto molto per la nostra cara e povera missione.
Assicuratevi che è il vero modo di venirci in aiuto. Volete bene alle anime! In modo speciale in quest’anno santo e della canonizzazione di Don Bosco pregate per la loro salvezza.
Domandate per me a Don Bosco: “Salvezza dell’anima mia e dei miei”.
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
1242 /Ricaldone Pietro / 1934-4-10 /
2.39 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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10 aprile 1934
Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Alleluia! Oh, Don Bosco! Non so dirle per esprimere la gioia dei figli lontani e specie del povero Don Cimatti.
Si è vissuto spiritualmente – posso dire – minuto per minuto con loro.
In quel giorno ho provato una gioia, calma ineffabile, quale mai avevo provata in vita. Tutti un cuore solo si è pregato affinché per mezzo di Don Bosco, Gesù ci ottenesse: “Salvezza di anime”.
Per me, non sapendo qual dono più bello offrire, ho offerto con una novena più fervorosa [che] mi fosse possibile, me stesso, supplicando che sia tenuto lontano da noi il “nec nominetur”.
Ed ora il solito rendiconto mensile. Anche in questo mese cose notevoli non trovo, salvo le lotte intime nell’esecuzione di un dovere che non so compiere, che non riesco a compiere. Se ci può essere merito nel riconoscere la propria insipienza, mi pare di realizzarlo. Beh! Il Signore mi aiuti a compiere questo dovere “juge ad martirium in remissionem meorum peccatorum”, e avanti: terminerà anche questo.
Altri certo soffrono più di me.
Non le parlo delle altre solite mie miserie e nella preghiera e nella lotta con frate asino. Don Bosco mi aiuti. Il desiderio e la volontà di farmi santo c’è – la riuscita la vede e conosce Dio.
Per i confratelli, mi pare che tutti lavorino con buona volontà e buono spirito.
Quelli di Hong Kong sospirano il ritorno in Giappone. Molti sono i motivi che ho esposto recentemente in una pratica inviata al Sig. Don Berruti.
A Tokyo ho dovuto sostituire il ch. Filippa con Don Dal Fior, tolto da Miyazaki.
Il medico ha trovato Filippa incline alla tubercolosi, pur – grazie a Dio – non essendovi nulla di specifico per ora – riposi, mangi e respiri aria buona. L’ho inviato a Beppu.
Ho visitato a Tokyo il nuovo terreno acquistato: sono 17 mila mq in quadro, in buona posizione, ecc. come da relazione che invio ai Superiori.
Insisto con tutte le forze affinché i Superiori mantengano la promessa di farci un prestito (come ripetutamente ho domandato). Il terreno è venuto a costare circa Yen 21 mila al cambio attuale da 70- 80 mila Lire, e mi pare che in città di Tokyo non si poteva pensare di meglio.
Se vi fossero soldi si potrebbe acquistare ancora un bel pezzo. Ora la città da quelle parti non è ancora estesa in pieno, ma lo sarà fra non molto.
Ora Don Cimatti è al verde: tenendo coi denti arriviamo fino a Maggio per vivere. Non ho fondi né segreti, né palesi: l’unica risorsa è la Provvidenza, e in questo caso invoco come Ministri della medesima i Superiori. Per la costruzione progettata occorre altrettanto, almeno da 70-80 mila Lire e poi… si vedrà.
Se i Superiori possono fare subito questo sforzo, in agosto possiamo fare il trasporto ed in Settembre iniziare. Sarebbe indispensabile per tanti motivi e fra quello che più mi preme, dar modo ai cari confratelli attualmente in sede a Tokyo di essere aiutati per le confessioni e aiuto spirituale. Dopo la scomparsa del buon P. Faber, siamo ancora in aria per il confessore.
Ah, Sig. Don Ricaldone! Questa dei confessori, è una delle mie più grandi spine! Non siamo a posto, non siamo a posto!
Se mi giunge l’autorizzazione dei Superiori almeno per la fine di Aprile o i primi di Maggio, in tre mesi si riesce. Dunque non so che pregare, supplicare e pregare. Comprendo l’enorme lavoro dei Rev. Superiori per le feste e per tante altre cose: prego, supplico, attendo.
A Nakatsu fu iniziato un piccolo vivaio di vocazioni – sono una dozzina di giovanetti che battono dalla 5-6 elementare e che saranno un naturale alimento annuale – oltre che quello proveniente dalle case – per il Seminario, noviziato, ecc.
A Beppu nulla di speciale. Ho un buon coadiutore dai voti privati – che attende pel noviziato. Non riesco a ricevere risposta sul come devo comportarmi in questi casi. Faccio fare i voti privati e li considero come salesiani, specie i coadiutori. Se incorro in qualche impedimento, ci pensino i Superiori: mi sembra di aver fatto la mia parte.
Oita nulla di speciale. Don Marega carattere difficile e pronto. Don Margiaria lei lo conosce meglio di me. I due chierici Bechis e Arri… che ne faremo? Penso saranno dei salesiani difficili. Oh, non si lasciano certo tagliare la testa e maneggiare come fazzoletto! Il Coad. Merlino mi pare tenga l’anima coi denti.
Don Lucioni a Takanabe, vita apostolica con buoni successi. Ma che anima, mio buon Sig. Don Ricaldone, quanti puntelli! Mah!
Il Seminario si è arricchito di 12 nuovi elementi di cui alcuni avuti da altre diocesi: 1 da Tokyo, 1 da Nakatsu, 2 da Oita, 2 da Miyazaki (come vede i confratelli lavorano per le vocazioni). Deo gratias! Non ho personale salesiano – mi servo di giovani giapponesi. Il giorno di Pasqua ho dato la veste ad un secondo. Col tempo saranno ottimi salesiani ed ottimi preti diocesani.
I nostri cinque chierici benino – alcuni molto bambini, ma finora nulla di nuovo.
Il bravo Don Cecchetti che fa? Lo sa il Signore.
Miyazaki benino – mi pare vi si lavori bene. Deo gratias.
Tano e Miyakonojo: nulla di nuovo. Alla domenica aiuto Don Tanguy andando a dir Messa nella sua zona. Il buon Maccario dovrà presto rinnovare i voti. Che faremo? Il Signore mi ha dato un numero discreto di confratelli che farebbero bene e fanno bene da soli, ma in comunità… alla larga. Come fare, come fare?
Non trovi i miei poveri scritti neretti. Ah, Sig. Don Ricaldone, la realtà…
Preghi per me e venga in aiuto in tutte le forme, materiali e spirituali, specialmente in queste. Per il mio massimo dolore è pensare e sapere che i Superiori soffrono ed han sofferto per causa mia – tanto più che tanti mi fanno dire quanto non ho mai sognato di dire o scrivere.
Mi perdonino di queste involontarietà e vedano di venirci davvero in aiuto.
Quello che al momento preme è la questione di Tokyo.
Preghi per l’anima mia; mi benedica e con me tutti noi.
Suo povero figlio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1243 /Merlino Alfonso / 1934-4-11 /
2.40 ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone |
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11 aprile 1934
Caro Merlino,
Hai voluto disturbarti due volte (Pasqua e Onomastico) a scrivermi.
Grazie Alfonso. Il Signore ti rimeriti. Pregherò assai in questa novena del Patrocinio per te e per i tuoi soci.
Prega per il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti sales.
1244 /Berruti Pietro / 1934-4-14 /
2.41 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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VISITATORIA S. FRANCESCO SAVERIO
Miyazaki, 14 aprile 1934
M. R. Sig. Don Berruti,
Al ritorno del nostro Don Margiaria mi si fece avere come niente da Lei un piccolo foglietto non datato, non firmato, intitolato “dati relativi alla futura divisione dei beni”.
Come già ebbi a dire ripetutamente sulla necessità di tale cosa – e ripetutamente avendo risposto ai quesiti dei Superiori (in particolare alla Circ. Gennaio 1932 in data 24 giugno 1932 e al M. R. Rettor Maggiore in data 6 marzo 1933 ed in altre circostanze) ben volentieri supponendo che sia un nuovo desiderio più particolareggiato dei Superiori, rispondo cogli annessi documenti ai singoli punti dello schema.
È certo per sé un punto difficile da determinare in materia, in cui i soggetti possono essere considerati come aventi due personalità, in cui i Superiori responsabili Chiesa e Congregazione non vogliono avere dei danni, ed è nella pratica difficile valutare quanto il soggetto abbia fatto intuitu missionis e intuitu congregazione, perché “lavoro, mantenimento, viaggi, ecc.” del missionario in quanto tale (che il medesimo in quanto salesiano) sono elementi difficili a separare e a indicare con cifre che non scontentino nessuno.
Quindi farò dire quello che so, e Lei avrà la pazienza di determinare e dirimere punti oscuri, incerti, sbagliati. Mi dica come devo fare e nei limiti del possibile “fare”.
Non mi domandi dei soldi, perché non ne ho. Quanto fu fatto ho coscienza di averlo fatto anche colle debite autorizzazioni dei Superiori ed Ecclesiastici e Religiosi, e quindi me ne sto tranquillo.
Spero che Don Cimatti missionario andrà d’accordo con Cimatti salesiano e che la Congregazione si accorderà con Propaganda.
Preghi per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales. Visit.
1245 /Ghetti Giorgio / 1934-4-15 /
2.42 a Giorgio Ghetti, Dottore di Faenza, amico e benefattore |
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15 aprile 1934
Amatissimo Dottore,
Viva S. Giorgio! Dirle che la ricordo per tanti motivi di riconoscenza e che prego è cosa nota.
Sarà per quel giorno un’offerta specialissima, tutta per Lei.
Ossequi a tutti i suoi cari che ricordo sempre e non dimentichi mai il
Povero
Don V. Cimatti, sales.
1246 /Ricaldone Pietro / 1934-4-17 /
2.43 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 17 aprile 1934
Rev. mo Sig. Don Ricaldone,1
[……………….]
Testo
La S. Sede esige la documentazione di tutto ciò che la Società salesiana si attribuisce in proprietà. Quindi bisogna specificare e documentare ove sia possibile, tutto quello che è titolo di proprietà da parte nostra.
Risposta:
Fonti da cui desumere molto del materiale:
a) Varie relazioni di Don Cimatti al riguardo fatte ai Superiori
b) Rendiconti annuali alla S. Sede (di cui c’è copia presso i Superiori)
c) " amministrativi annuali " "
Donazioni alla Congregazione di beni esistenti nella Visitatoria giapponese
I Superiori permisero al Sig. Don Torquinst di disporre del suo denaro per compere di terreni a favore della Congregazione in Giappone, che sono Oita e Beppu. Sorti dei dubbi sulle precise intenzioni del donatore provocai lettera così concepita in data 5 aprile 1932: “Intenzioni mie. Quello che ho dato per Beppu e Oita è dono alla nostra Congregazione”. E soggiunge: “Per adesso sia nostro, e quando si dividano i poteri, la missione pagherà e darà in compenso qualche cosa, come qui in India ci hanno dato il magnifico Santuario di Bandell invece di Tanjore”. E Don Cimatti scriveva ai Superiori: “In pratica la Missione non potrà né dare né pagare… e che quanto è ora della Congregazione, maneggiato uso missionario, sarà reclamato da Propaganda”.
Penso così anche ora, se devo arguire da pratiche analoghe ancor pendenti qui in Giappone.
Il Sig. Don Torquinst inviò in data 11/12/1930 ¥ 31.600 di cui utilizzabili per la missione, secondo distinta data dal medesimo e ¥ 15.000 per il contratto della casa di Beppu per le Figlie di Maria Ausiliatrice e la loro casa di Miyazaki (per quest’ultima ¥ 4.000).
Per l’acquisto del terreno di Oita e Beppu diede allora (incluse nella somma sopraindicata) una prima rata di ¥ 3.000 per Oita e ¥ 3.000 per Beppu, e ¥ 500 per spese contratto. Poi al 27/6/32 inviò ¥ 2.500 per spese contratto terreno suore (aumentati a oltre ¥ 1.000) e il resto come saldo delle sue promesse pel terreno di Oita. Era succeduto il momento della crisi e non poté che soddisfare in parte alle sue promesse: ma il Sig. Don Torquinst non poteva fare di più.
Concludendo, in pratica per i terreni di Oita e Beppu che il Sig. Don Torquinst donò alla Congregazione offerse la somma di circa ¥ 8.000, cui aggiungendo la somma che aveva offerto per i Coreani a Oita di ¥ 1.500 (e che fui da lui autorizzato per scopo diverso) abbiamo un totale di ¥ 9500: pensando ad offerte varie che brevi manu fece alla missione (intuitu missionis o Congregationis?) si può valutare a ¥ 300.
La compera del terreno di Oita è valutata a ¥ 11.500 di cui furono pagati nel 1931 ¥ 7.500 ed il rimanente all’interesse dell’8% deve pagarsi entro il dicembre 1935.
Il terreno di Beppu è valutato a ¥ 18.500 di cui furono pagati nel 1931 ¥ 7.482,82. Il rimanente cogli interessi è da pagarsi entro febbraio 1936.
La Missione trovandosi nella necessità, come spiegai in altri tempi ai Reverendi Superiori, di dar inizio alle sue opere, per la compera di questi terreni e per le opere, fece un prestito che diede modo di iniziare nelle forme indicate la compera dei terreni di Oita e di Beppu e di iniziare pure le opere.
Questi prestiti, le offerte dei benefattori, i risparmi sui sussidi annuali di propaganda diedero modo di iniziare tutte queste cose, che capitate nel momento della crisi, gettarono la missione in un vero pelago, da cui però la Provvidenza ci ha maternamente aiutati a trarci fuori, e pian piano speriamo di far fronte agli impegni assunti.
Certo che ci viene a costare ben salato quanto si poteva più tardi ottenere con assai meno. Ma nessuno poteva prevedere il futuro. D’altra parte Don Cimatti doveva preparare il lavoro al personale, che si sperava avere più abbondante, e soprattutto Don Cimatti non pratico di amministrazione, purtroppo fece quel che fece…
Ecco la realtà della donazione fatta dal Sig. Don Torquinst – pensiamo la cifra tonda al cambio di allora. Un capitale circa di 100.000 lire ital. e che finiti di pagare non saranno meno di Lire 500.000. Non parlo delle costruzioni, ecc. sopra elevatevi e di tutte le altre spese inerenti alle medesime. Chi ha sopportato questo peso? La Missione o la Congregazione? Per me propendo a pensare che sia la Missione, ed è difficile (non impossibile) fare un calcolo esatto.
Come dissi in principio, a Torino i Rev. Superiori hanno tutti i dati per poter fare, se credono, questo calcolo e questa distinzione. Francamente non mi sento di fare io queste cose.
Da tempo e ripetutamente supplicai i Superiori a rispondere come dovevo regolarmi per non venire appunto a queste conclusioni, ma non riuscii ad avere risposta e a chiarire il mio pensiero.
Il cambio attuale porta che tali somme si possano considerare in relazione alla moneta italiana come dimezzate, ma non credo che questo modifichi di molto la situazione del problema.
La ragione dei miei precedenti richiami era pure determinata dal fatto della posizione dei terreni, come si può arguire per Oita dalle carte unite e per Beppu dalla ristrettezza del terreno, che sembra improprio allo sviluppo di un’opera propriamente detta salesiana. Ad ogni modo per Beppu i Superiori hanno in mano proposte concrete (Santuario Maria Aus. – casa di salute) e il nostro Don Escursell, colle debite autorizzazioni ha fatto dono alla Congregazione di una lista di terreno annesso a quello già comprato, che ne aumenta un poco l’area. Non risolvendo però il problema di una fondazione schiettamente salesiana, salvo non si volesse pensare che il Superiore della Missione affidasse alla Congregazione salesiana in questo terreno una parrocchia.
Il 17 Febbraio 1933 si fece acquisto per ¥ 2.500 di circa 350 mq di terreno con due case e 4 baracche che Don Escursell “usando parte della legittima paterna comprò e che intende donare in PERPETUO e senza gravame di sorta alla Congregazione Salesiana a cui appartiene, affinché i Superiori lo destinino a ciò che secondo loro sarà per la maggior gloria di Dio” (Come da lettera di Don Escursell al Visitatore in data 29/2/1934).
Dal rendiconto di quest’anno risulterà quanto la Missione ha aiutato per l’erezione della Cappella e trasformazione delle baracche in piccolo salone. Per aggiustare case si usarono ¥ 600, fondo per l’erigenda chiesa e la missione diede ¥ 50.
Lavoro dei confratelli
Non saprei che cosa notare. Fino a che non fu istituito lo studentato filosofico (1930) i confratelli lavorarono ed anche attualmente lavorano – penso – intuitu missionis, ed anche quei pochi che facevano scuola e fanno scuola ai nostri, sono missionari, che sottraendo lavoro alla missione, si sacrificano per la formazione dei futuri missionari. Ad ogni modo dal catalogo risulta quanti lavorarono e lavorano in questo campo – che forse può considerarsi della Congregazione. Non saprei davvero che calcolo fare e che cosa dire al riguardo.
In pratica la Missione per la fondazione di Tokyo (Mikawajima) si è privata di tre confratelli (due missionari e uno studente in tirocinio) e all’aprirsi della Scuola Don Bosco pure a Tokyo dovrà fare non minori sacrifici.
Le somme somministrate dai Rev. Superiori non intuitu missionis sono note meglio di quanto possa conoscere il sottoscritto; come pure quanto i Superiori hanno fatto finora per la fondazione e sostegno della Missione qua tale.
Inoltre la missione si è privata per un anno del confr. Don Margiaria per la raccolta di elemosine che sono andate tutte a beneficio della nuova fondazione di Tokyo.
Elemosine fatte a confratelli non intuitu missionis, beni personali dei confratelli, eredità, ecc. ecc.
Al sottoscritto non consta nulla al riguardo (salvo la dichiarazione acclusa di Don Escursell). Non mi consta di testamenti speciali e eredità, nel senso richiesto. All’arrivo in missione qualche confratello diede al Superiore un elenco di oggetti religiosi (pianeta, calice et similia) che considerati come ricordi di famiglia domandava che fossero considerati come proprietà individuale.
Se delle proprietà della missione la congregazione ha invertito qualche capitale (lavoro dei confratelli, loro mantenimento, viaggi, studi dei missionari), eredità, [do]nazioni fatte non intuitu missionis, ecc. bisogna specificarlo.
Anche a questo punto non saprei che rispondere. Che a me consti le offerte ricevute per la Congregazione in Giappone sono quelle indicate (Torquinst e Escursell) e la quotazione annua del Capitolo superiore per lo studentato filosofico. Penso che i dati che hanno i Superiori e quelli indicati stiano a dimostrare che tali somme, non furono e non sono sufficienti agli scopi per cui dovevano servire.
Così pure si deve indicare ogni somma od elemosina ecc. data dalla S. Sede o ricevuta intuitu missionis, che fosse invertita in qualcuna delle proprietà della congregazione.
Che a me risulti consta solo che la Santa Sede diede dietro richiesta di Don Margiaria Lire 20.000 per le opere della buona stampa (Scuola di Oita), che ho devoluto per la compra del terreno di Tokyo, pensando che quella fosse la vera intenzione. Tutte le altre offerte della S. Sede furono intuitu missionis, e furono e sono per quanti abitano in Giappone, alle dipendenze della missione e per le opere da noi sostenute. Quindi se la scuola filosofica nostra è considerata dai Superiori come casa della Congregazione (nel 1933 lo studentato di Takanabe era l’unica casa salesiana giuridicamente riconosciuta – ora non esiste più – a meno che sia riconosciuta come tale quella trasportata a Miyazaki – come pure se sono considerati alla dipendenza della Congregazione gli studenti teologi del Giappone ad Hong Kong – non parlo poi di quella di Tokyo-Mikawajima che è sostenuta un po’ da tutti) bisognerà fare i calcoli e determinare quanto vicendevolmente missione e congregazione e viceversa siano tra loro debitrici e creditrici. Penso che il credito stia da parte della Missione.
Che se poi la Congregazione intende di tener conto delle spese di impianto della missione dai suoi inizi e per le successive spedizioni, Don Cimatti non ha certo i dati di fatto per determinare tali cifre – che non mi pare però ragionevole domandare alla missione.
Dei capitali di cui non si potesse specificare il valore si darà un valore approssimativo (per es. lavoro dei confratelli, mobili, arredamento di chiese, ecc.).
Tutto quello che sapevo dire mi pare di averlo accennato? Se può servire: vivendo conforme alla vera povertà salesiana, al momento attuale, il mantenimento minimo ordinario di un confratello si può valutare ad uno Yen al giorno.
Altre notizie di cui certo un calcolo bisognerebbe che tenga conto, è che la missione, con denaro proprio ha dall’inizio a tutt’oggi acquistato dalla SEI (penso che c’entri anche la Congregazione) materiale vario per circa Lire 60.000 di cui restano a pagare Lire 30. È denaro che rientra, penso.
Il Centro di propaganda salesiana concede sussidi per gli articoli che si pubblicano e che si inviano dai missionari. La contabilità dell’azienda sa meglio di me quanto fu elargito ai confratelli scriventi. Se si tratta non di un regalo, nel conteggio si può tenere conto anche di questo.
Da anni fu impiantata in Giappone l’Opera del S. Cuore. Fino all’ultimo anno di vita del compianto Don Rinaldi si ebbe l’autorizzazione di tenere il ricavo per aiutare la missione. (Si può valutare dall’inizio alla scadenza del permesso a meno di Lire 5.000). Da allora al momento attuale le offerte vengono spedite direttamente all’Opera.
Quanto alle offerte dei cooperatori è da notare che l’organizzazione è ancora agli inizi e che la massima parte di essi è in corrispondenza con la tipografia, ma non si ricevono grandi offerte; quelli che sono a Tokyo offrono per Mikawajima che è considerata fin dal principio come opera salesiana.
Altri ricevono il Bollettino salesiano direttamente da Torino, ed è probabile che inviino direttamente a Torino le loro offerte.
Non è chiara per me la questione delle elemosine delle Messe. Ad ogni modo, per questo, come per problemi di cui non so dare i dati, i Superiori possono chiaramente vederli elencati nei rendiconti amministrativi della S. Sede e della Congregazione di cui hanno copia, e se loro non è possibile fare tale lavoro, abbiano la bontà di inviare chiari quesiti a forma di questionario, cui [mi] farò premura di rispondere.
Le stesse norme devono seguirsi per quanto riguarda i beni delle Figlie di M. A. in relazione alla missione.
Attualmente le Figlie di Maria A. avendo acquistato per loro conto le proprietà che potevano loro convenire, hanno amministrazione propria, e fortunatamente essendosi fatto questo relativamente subito – pur la missione avendoci rimesso assai, assai, è ora affare finito e non se ne parli più.
Mi auguro che per la regolarizzazione della questione proprietà missione e congregazione si possa addivenire presto ad un modus componendi, che salvaguardando i diritti dei singoli, con giustizia e carità, risolva anche per il futuro e specialmente per il futuro, tutte le questioni.
Penso di aver adempiuto il desiderio dei Superiori, che espresso in forma tanto schematica, per me, ignaro di queste cose, riuscì davvero impacciato nell’esecuzione. In ogni modo non manca ai Superiori il potere domandare, rettificare, correggere, perché non mancano loro gli elementi per poterlo fare. E sarà per me un vero piacere poter soddisfare ai loro legittimi desideri, ma sarà per me la massima consolazione quando potrò essere esonerato da questo lavoro che non è davvero pane per i miei denti.
Mi raccomando alle sue preghiere e mentre le assicuro fraterno contraccambio mi professo
Obbedientissimo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
Visitatore
P.S. - Ho inviato a parte all’Economo Generale quanto si riferisce alla nuova proprietà di Tokyo, per ora inscritta nell’ente giuridico della Missione di Tokyo. I terreni di Oita e Beppu sono intestati ai missionari in attesa di essere messi nell’ente morale giurid. della Società, che dietro determinazione è in via di essere formato.
Esiste ancora un terreno di oltre un ettaro in zona di Takanabe, in cui inizialmente si aveva intenzione di costruire lo studentato filosofico. Non piacque al Sig. Don Torquinst e rimase là. È della missione? È della Congregazione? In pratica fu comprato coi soldi della missione, pur non essendo mancate piccole offerte intuitu studentato avendo allora Don Cimatti battuto la gran cassa pro studentato, ma furono offerte insignificanti. Quid dicere?
1247 /Ricaldone Pietro / 1934-4-27 /
2.44 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Visitatoria S. Francesco Saverio, Giappone
Miyazaki, 27 aprile 1934
A compimento del rendiconto generale, come gli altri anni, a sgravio di mia coscienza e per aver consiglio e direzione, unisco alcuni pensieri sulle case e sui confratelli:
Don V. Cimatti: salute buona. Avrei bisogno di molto [più] maggior lavoro materiale e allora starei meglio. Superiore ecclesiastico e religioso, insegnante regolare allo studentato. Penso di non poter attendere convenientemente al mio dovere, non per mancanza di forze, ma di attitudine ed ho domandato (e domanderò anche alla S. Sede) l’esonero. È mio obbligo di coscienza. Non so comandare e opero colla testa degli altri e ne sono troppo chiare le conseguenze. Mettete questo povero confratello in condizione di lavorare materialmente e non a dirigere gli altri. Sarà inoltre un ottimo per tutti. Qualsiasi forma di lavoro secondario, in qualsiasi luogo e condizione sarà accettata da Don Cimatti con gioia e riconoscenza. Qui non c’entra né l’umiltà o altro: desidero solo si realizzi sempre meglio la gloria di Dio e la salvezza delle anime di tutti. Per il resto mi sembra di essere nella regolarità.
Ho da lottare assai contro la sensibilità. Mi manca poi del tutto il tatto amministrativo, e i fatti lo dicono chiaro.
Studentato filosofico. (Miyazaki-Seminario)
A titolo di esperimento e per unire più che si poteva le forze fu da Takanabe trasportato a Miyazaki nel nuovo edificio del Seminario. Ma già siamo allo stretto. Bisogna fare qualunque sforzo per dare una sede fissa e definitiva al nostro Studentato filosofico, ma occorre l’aiuto dei Superiori e per il personale e per i mezzi. Per ora l’opera nostra non può avere i mezzi sul posto. Può darsi che il fiorire della tipografia possa aiutare, ma sarà in futuro. Vi lavorano:
Don Cimatti, di cui sopra.
Don Carò che assorbito dal Seminario non può fare grandi cose.
Don CECCHETTI: salute; pieno di acciacchi che però quest’anno gli hanno permesso di lavorare. Per ora posso adoperarlo poco per la missione (dato il poco risultato nella lingua – però confessa e fa qualche predichetta). Quindi in pratica è il più a contatto coi chierici. Mi pare di buono spirito, ma per la scuola… Riuscirebbe assai in un ufficio di propaganda. Ad ogni modo al Seminario… una buona parte anche per tener compagnia a Don Carò, tanto più che Don Cimatti alla sera va a dormire alla missione per aiutare Don Liviabella, e alla domenica bisogna tutti andare in giro per la missione. È un bene per i chierici essere coi seminaristi; sono necessariamente una minoranza e quindi in secondo posto. Sono ospiti e quindi…
Pero i giapponesi – fini osservatori – notano molto dei naturali difetti. Sarà questo un danno se in futuro i nostri chierici dovessero diventare superiori dei Giapponesi? Un vantaggio per la lingua mi sembra evidente…
Per i cinque chierici: BARSAUSCAS, BROCCARDO, MARGEVICIUS, MARTELLI, RONCATO nulla di notevole né per salute materiale, né per la spirituale. Alcuni sono un po’ giovani, ma mi pare di trovare in tutti buona stoffa per una discreta riuscita, e per qualcuno nella lingua anche per una buona riuscita. Deo gratias. Se sono rose fioriranno.
Seminario indigeno.
Conta al momento 38 individui. Di alcuni adulti si può già essere abbastanza tranquilli per la riuscita, ma… Non mi sono preoccupato di fare per ora una divisione di elementi per la diocesi o per la Congregazione. Il giorno della divisione ottimi elementi potranno farsi salesiani. Due hanno già la veste e ce ne serviamo per il Seminario. Saranno i nostri futuri aiutanti, come lo sono ora. D’altra parte mi vado sempre più convincendo che dato il carattere giapponese, più sfrutteremo loro e più saranno contenti e faremo relativamente presto.
Vi lavorano :
Don CARÒ: salute discreta. Il caldo lo ammazza. Ha bisogno di riguardi nel cibo. Per il resto regolare, pieno di entusiasmo per l’opera che ha tra mano; mi pare che faccia bene. Di pietà. Vi furono le dicerie per qualche imprudenza nella relazione colle famiglie.
Don CECCHETTI di cui sopra.
Coad. FOGLIANI. Di cui scrivo a parte per una domanda che fa al Rettor Maggiore.
Miyazaki – missione
Vi lavorano Don LIVIABELLA in sostituzione di Don Cavoli. Regge benissimo le sorti della parrocchia a lui affidata. Salute discreta. Non molta levatura, ma zelo e buono spirito in tutto.
Coad. GUASCHINO: salute discreta. Uomo prezioso per tante cose, fidato, di pietà, non molto ordinato.
Ch. MORO: salute discreta, viene formandosi benino, buono spirito e buone attitudini.
Ch. TASSAN: Id., carattere un po’ forte, ma di pietà e può riuscire bene.
Miyazaki – ospizio
Dipende per ora dalla casa di Miyazaki in attesa che si possa fare un’istituzione a sé. Ha oltre settanta ricoverati. Grazie di cuore ai Superiori che hanno permesso al nostro Don Antonio di poter lavorare per quest’opera che ha certo un grande avvenire se sarà accudita. Le opere di carità sono quelle che salveranno le missioni in Giappone.
Miyakonojo
Per ora oratorio e lavoro di missione. Vi lavora:
Don TANGUY: comincia a sentire il peso degli anni. Gli è tornato il suo solito disturbo di stanchezza generale. Penso che ai lavori pesanti dell’apostolato difficilmente potrà servire. Per tutto OTTIMO.
Coad. MACCARIO: sanità precaria. Molto nervoso. L’ho consigliato a scrivere. Ha da fare i suoi voti. Condizioni di famiglia lo tengono in agitazione, oltre il suo carattere. E bisogna che decida, perché ha già ripetuto i triennali. Ha buone doti per l’Oratorio, ma se urta con uno… Di pietà e regolarità.
Tano
Data la scarsezza del personale ho affidato Tano a Don Tanguy che vi si reca al sabato, domenica e lunedì. Ed altri andiamo ad aiutarlo a Miyakonojo. Per ora solo lavoro di apostolato.
Takanabe
Vi lavora (perché ridotto a puro campo di apostolato) il nostro Don LUCIONI. Salute discreta. Di pietà, regolare in tutto. Ma purtroppo per mancanza di personale salesiano e catechistico è isolato quasi tutta la settimana. Per ora è calmo, ma potrebbe da un momento all’altro… Fa certo un buon lavoro di apostolato a cui non tutti si sentono di sottoporsi. (È il vero missionario randagio).
Oita
Spero che col prossimo ottobre si potrà trasportare la stamperia a Tokyo, allora potrà funzionare come casa di missione.
Don MARGIARIA: salute ottima, per il resto regolare. Gran trafficone, e Don Cimatti certo non è in grado di seguire o controllare i suoi traffici. Speriamo che fra i giovani della tipografia si possa tirar fuori qualche vocazione. Don Margiaria parla e scrive bene.
Don MAREGA: Salute discreta, ma ha bisogno di riguardi per il nervoso. Buon lavoratore di penna, possiede anche abbastanza bene la parola. Mi pare abbia fatto grandi progressi nella correzione del suo modo di fare. Non posso farli andare d’accordo e lavoreranno magnificamente quando saranno separati. Fa scuola di latino alla scuola Superiore Commerc. di Oita.
Coad. MERLINO: salute precaria.… Ha molti abbattimenti di animo. Vedremo se sarà il caso di cambiarlo. Ora poi è preoccupato per le notizie della salute della mamma. Pietà regolare.
Ch. ARRI: salute buona. Regolare. Ma non è ancora formato. Spero che la teologia… Buon lavoratore potrà riuscire a maneggiare bene la lingua giapponese.
Ch. BECHIS: è quello che mi dà più da pensare. Dovetti traslocarlo a Oita. Ora fa bene, ma non so proprio che diverrà di questo chierico. Di pietà.
Beppu
Don ESCURSELL: salute buona. Regolare in tutto. Di buono spirito.
Ch. LUCCHESI: salute buona; sente di sé.
Nakatsu
Don DUMEEZ: salute buona. Regolare ed ottimo in tutto.
Ch. DE KRUIF: salute discreta. Carattere non ancora formato alla povertà e spirito di sottomissione. È olandese.
Tokyo
Don PIACENZA: optime in omnibus. Salute… come può, specie gambe e cuore.
Ch. DAL FIOR: bene in omnibus. Coad. Ragogna: idem.
Ch. FILIPPA: dubitando della sua debolezza toracica fu messo subito a riposo e pare che grazie a Dio sia scomparso ogni pericolo. Ha fatto molto profitto in tutto.
Le Figlie di Maria A.
Sono in ottime relazioni e stanno orientandosi nel lavoro.
Mi pare che lo spirito che vi regna sia veramente conforme alle loro istituzioni.
In fede :
Don V. Cimatti, sales.
1248 /Tassinari Clodoveo / 1934-4-27 /
2.45 al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hong Kong |
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27 aprile 1934
Carissimo Tassinari,
Grazie della tua e delle belle notizie e dei voti. Dunque:
Sta’ calmo, studia e fatti santo.
Prego con te pel fratello grande. Fa’ pregare anche i tuoi due fratelli chierici.
Forti desideri per Don Cimatti tutti quelli che possono realizzare la gloria di Dio e salvezza delle anime, e che per la nostra meschinità o per le circostanze in cui ci troviamo né possono realizzarsi né forse potranno realizzarsi mai. “O Signore, vorrei esser strumento per la salvezza di quanti non vi conoscono. O Signore voglio amarvi come Maria SS.ma. O Signore desidero essere come Don Bosco. O Signore desidero essere come voi vittima per il peccato, ecc. ecc.”.
Raccogli materiale per le opere della penna.
È da tempo che penso a quel tuo pensiero. Le modalità però non dipendono né da me, né da te. Vedremo.
Con le vostre voci purtroppo zufolerà anche il sinistro.
Allegro, buono e… forti desideri… non sterili velleità.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1249 /Ricaldone Pietro / 1934-4-28 /
2.46 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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28 aprile 1934
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Viva Don Bosco! Ho seguito col pensiero, colla preghiera speciale le solennità che a detta di quanti hanno notizie e dalle prime notizie che arrivano dai giornali, hanno davvero dell’incredibile.
A Domino factum est istud… Deo gratias! Lontani come siamo e pochi non abbiamo potuto sentire nulla; la radio fu muta per noi. Ma penso che fu potente l’onda di affetto e di preghiera che salì fino al cielo. Fine del mese. Mio rendiconto:
Salute: buona. Di tanto in tanto estrema sensibilità corporale.
Lavoro: vorrei e potrei fare di più, e farei certo di più se non dovessi fare quanto ho da fare. La superiorità è la mia morte materiale e spirituale (salvo quanto mi dice lo spirito di fede).
Regole: non trovo cose speciali. Solite lotte col mio io e colla mia sensibilità.
Pietà: tento di fare tutto e meglio che so.
Carità: piena con tutti.
Cose nostre: salute dei confratelli: in generale bene – molti nervosi. Filippa migliora.
Lavoro: mi pare si faccia quello che si può da tutti. Desidererei in vari più zelo e più lavoro alla salesiana.
Casi tipici: di cui non riesco ad avere risposta dai Superiori (ma fu immenso l’attuale loro lavoro) cioè come fare per il coad. Fogliani che domanda di essere chierico – e coad. Maccario che deve fare i voti perpetui (ha già fatto due volte i triennali); e siamo molto in dubbio per l’ammissione. Per me l’uno e l’altro sono ammalati autentici… Ma quid dicam? Quid faciam? Ah, il Giappone come sarà fatale per i nervosi.
Opere: riunioni giovanili benino dappertutto. All’Ospizio oltre 60 ricoverati, di cui 36 orfanelli.
Asilo Oita: 35. Nakatsu vivaio vocazioni 12. Nuovi entrati in Seminario l4 (siamo a 36). Tipografia al solito.
Attendiamo da Don Bosco la grazia per Tokyo, cioè l’aiuto finanziario promesso per la costruzione. Urge che i Superiori diano risposte, direttive.
Le pratiche prescritte sono a Torino.
Ed ora, amatissimo Sig. Don Ricaldone, una viva preghiera che nella festa, di Don Bosco (26 Aprile), assodata da tempo, studiata e meditata, dopo lunghe preghiere, oso presentarLe.
Non è retorica, né vano desiderio, né scoraggiamento, né altro. È per me una questione di realtà chiarissima di coscienza. Prego dunque con tutte le forze dell’anima mia a che i Superiori mi esonerino dalle autorità di cui fin ora fui investito.
Si assicurino che la mia attuale condizione è di ostacolo al bene spirituale dell’anima mia e di confratelli e delle opere tanto della missione che della Congregazione. Non mancano ottimi elementi (Don Tanguy, Don Piacenza, per citare alcuni dei migliori); ma tolgano Don Cimatti da questa inutile situazione, e gli permettano di lavorare come semplice gregario in qualsiasi luogo dove possa esserci improbo lavoro salesiano.
Presento la mia domanda per le mani di Don Bosco al mio Superiore, mosso unicamente da questo pensiero: “salvezza delle anime”. Più si ritarda non si fa che aggravare la situazione. Intendo presentare analoga domanda alla S. Sede (per il tramite dei Superiori se sono disposti ad appoggiarla o meglio se credono necessario il mio aiuto) alla chiusura dell’anno missionario.
Non pensi a cose speciali per me – sono sempre quello – ho pregato ed ho deciso col nostro Don Bosco questa preghiera che spero diventerà grazia efficace per tutti.
Mi benedica e mi creda come figlio:
Don V. Cimatti, sales.
1250 /Circolare Salesiani / 1934-5-2 /
2.47 ai Salesiani della Missione e Visitatoria S. F. Saverio |
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Miyazaki, 2 maggio 1934
Carissimi confratelli,
Con l’animo ripieno di gioia andiamo giornalmente ricevendo notizie delle solennissime feste celebrate a Roma e a Torino, in occasione della Canonizzazione del nostro Don Bosco. C’è davvero da ringraziare il Signore e pregarLo che i frutti di queste solenni manifestazioni siano efficaci anche per noi.
Il nostro Don Antonio, i confratelli d’Italia assicurano di aver pregato in modo speciale e per noi, e secondo le nostre intenzioni.
Anche fra noi sono finora assai ben riuscite le feste del nostro santo a Miyakonojo e a Tokyo.
A Tokyo specialmente per l’interessamento di S. E. l’Arcivescovo e per la presenza delle Autorità e specialmente per la fortuita coincidenza della venuta della nave “Quarto” le varie manifestazioni riuscirono imponenti e voglio sperare vantaggiose alle anime.
Nel vedere come Autorità e cristiani e Missionari inneggiavano con cordiale simpatia a Don Bosco, vi era da rimanere veramente commossi; e sentire come poi parlavano dei Salesiani e delle speranze che nutrivano per l’avvenire dell’Opera nostra in Giappone, mi era di incitamento a suggerire a me e a voi tutti di renderci sempre più degni di questi elogi e di queste speranze col sentirci più fortemente attaccati alla nostra Regola e ad avere sempre maggior fiducia nel nostro Don Bosco, a mettere sempre più in pratica anche i recenti suggerimenti del S. Padre ai Salesiani, di imitare cioè il nostro Don Bosco nell’amore a Gesù, a Maria e al Papa. Mentre tutti questi ottimi avvisi serviranno a mantenerci nello spirito salesiano saranno una vera forza viva a rassodare e aumentare il nostro apostolato.
Ormai è fissato per tutte le residenze la data della festa di Don Bosco. Come già sapete – a Dio piacendo – celebreremo a Miyazaki detta festa il prossimo 13 c. m. che oltre ad essere festa della residenza è considerata come festa della Missione e visitatoria. La nostra povertà e le condizioni speciali che viene a rivestire di un Santo in un paese pagano non ci permettono di fare grandi cose, ma Don Bosco accetterà certo la buona volontà dei suoi figli, e prenderemo quest’occasione per fare una buona propaganda apostolica e fra i cristiani e fra i pagani.
Sapete che ha accettato di presenziare S. E. il Delegato Apostolico. Parte da Tokyo il giorno 10 c. m., ma non avendo ancora deciso se passa per Kagoshima o per Nakatsu, non so dirvi se visiterà le residenze prima o dopo la festa. Ad ogni modo avendo tempo assai limitato, saranno – penso – visite brevissime.
Sforziamoci di accoglierlo nelle migliori forme a noi possibili data la sua condizione, proprio come avrebbe fatto Don Bosco, interessando nel limite del possibile cristiani, autorità e annunciando la cosa sui giornali. Appena saprò di positivo la data del passaggio sarete avvisati.
Ed ora alcuni pensieri sulle nostre feste.
Approfittate dell’occasione per fare almeno un triduo di preparazione invitando i cristiani. Sia poi la nostra festa di Don Bosco coronata da una comunione generale.
Riceverete un certo numero della Vita di Don Bosco (seconda ristampa) che procurerete di distribuire alle autorità o a quelle persone che credete più in grado di approfittarne.
Non lasciate passare l’occasione per domandare il concorso chiesto dal Rettor Maggiore per l’erigendo altare di Don Bosco. Finora Miyazaki e Beppu hanno mandato l’offerta raccolta. Desidererei che tutti fossimo rappresentati anche in questo modo presso il Padre nostro.
Voi potete pensare se desideri che voi tutti partecipiate alla festa di Miyazaki e siete fraternamente invitati, come pure desidererei che fosse rappresentata la vostra cristianità (o mediante il catechista o altra persona o da qualche giovane meritevole di premio). Siccome però ogni residenza celebra la festa, non intendo di obbligarvi a intervenire. Stabilite voi per il meglio, l’importante è che per il 10 c. m. mi facciate sapere con certezza quanti intendete di intervenire alla festa onde fare i convenienti preparativi. Anche in caso che non possiate venire fatemi sapere la vostra decisione.
Mi sono pervenute da Torino un certo numero di immagini e medaglie (ma della Beatificazione) che sono disposto a donare a chi ne faccia richiamo. Come pure ho pronte per le case due immagini di Don Bosco Santo su tela, secondo le intenzioni del Bollettino cioè: Don Bosco in ginocchio (riproduzione del quadro del Rollini), e poi Don Bosco a mezzo busto (del Crida, arieggiante quello del Rollini), ne faccio regalo di uno a scelta per la vostra casa. Sappiatemi dire quale preferite e vi sarà inviato.
Nel bel mese di Maria Aus. cerchiamo di onorarLa e farLa onorare come meglio ci è possibile.
Come sapete è esteso anche a noi l’anno santo, spero presto inviare le modalità stabilite dal Santo Padre colla Costit. Apos. “Quod superiore anno…”.12
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1251 /Circolare salesiani / 1934-5-3 /
2.48 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 3 maggio 1934
Carissimi,
Per la Costituzione Apostolica “Quod superiore anno” del 2 Aprile 1934 il Giubileo straordinario concesso nell’anno precedente a quelli che potevano andare a Roma, è prorogato a tutto il mondo cattolico dall’ottava di Pasqua del 1934 all’ottava di Pasqua del 1935.
È vivo desiderio del S. Padre:
Che noi tutti cooperiamo con tutte le forze a preparare i Cristiani a ricevere tanto beneficio con esortazioni, predicazioni ed Esercizi Spirituali e Missioni;
Che si preghi tutto l’anno Santo:
Per la libertà della Chiesa in tutto il mondo;
Per la pace, concordia e vera prosperità dei popoli;
Per il felice esito dell’apostolato dei Missionari;
E per il ritorno dei dissidenti alla Chiesa di Gesù Cristo, e come intenzione speciale si preghi e si espii da tutti per risarcire il Signore delle gravissime ingiurie perpetrate da quanti militano sotto la bandiera: SENZA DIO, CONTRO DIO (che si risolve in pratica anche a distruzione della civile società) affinché ritornino in sé, cessino da tante malvagità e si convertano.
Disposizioni generali
In base al prescritto della Costituz. Apostolica dispongo:
Ogni missionario per i cristiani della sua zona e ogni incaricato della direzione di opere per i suoi dipendenti, è responsabile di tutte le modalità di esecuzione, ed ha la facoltà di dispensare, abbreviare e commutare le visite nei casi contemplati, non solo per i penitenti, ma anche per i singoli fedeli e singole famiglie da lui dipendenti, o anche di sudditi di altre diocesi o Missioni che si presentassero e si attenessero a quanto è prescritto per la nostra Missione.
In casi dubbi si ricorra al sottoscritto.
Le visite giubilari regolari sono 12 da farsi in quattro chiese (per noi le nostre cappelle – o quattro in tre chiese, o sei in due, o dodici in una).
Le preghiere prescritte durante le visite:
Davanti al SS.mo Sacramento e secondo l’intenzione del Sommo Pontefice 5 Pater, Ave, Gloria.
Davanti all’immagine di Gesù Crocifisso: 3 volte il Credo con la giaculatoria ADORAMUS TE CHRISTE o altra simile.
Davanti all’immagine di Maria: 7 Ave Maria con la preghiera: “Sancta Mater istud agas” o simile per commemorare i dolori di Maria;
Davanti al SS.mo Sacr. di nuovo la recita devota del Credo.
L’indulgenza giubilare per sé o per i defunti si può lucrare toties quoties si soddisfino integralmente le condizioni prescritte.
Coloro che per impedimenti non possono compiere le visite in forma regolare si possono ridurre di numero o commutare le medesime in opere di carità o in altre opere che non siano già in obbligo per altro titolo al penitente. Sono in queste condizioni le Religiose, le infermiere o aventi cura di ammalati, gli ammalati e i vecchi oltre 70 anni. Similmente si possono ridurre le visite di numero ai collegiali chierici o religiosi, alle Confraternite o pie associazioni o ai fedeli che compiono le visite in corpo guidati dal sacerdote.
Salvo grave malattia nessuno può essere dispensato dalla confessione sacramentale che deve essere fatta con mente e volontà sincera e ferma di lucrare il Giubileo (nec invalida, nec annua e praecepto confessio sufficit, nec materiam necessariam non habens, e dalla Comunione. Valet quae per modum Viatici ministratur non quae in paschate peragendo praecipitur).
La Costituzione determina le facoltà dei Confessori (tutte che già si hanno e di assolvere in actu confessionis ogni penitente da qualsiasi censura o peccato riservato al Romano Pontefice con le clausole del Can. 2254,900 o all’Ordinario e da ogni censura lata ab nomine) di ricevere le confessioni delle suore. Commutare tutti i voti privati e giurati.
Tali facoltà di assolvere dai peccati e dalle censure ecclesiastiche e dalle irregolarità (possono essere usate una volta sola, quando si lucra il giubileo la prima volta e per chi dall’ottava di Pasqua di quest’anno non sia stato già assolto o dispensato). Tutte le altre facoltà si possono esercitare sempre in favore dello stesso penitente.
Coloro che per sopraveniente malattia non possono completare le visite iniziate purché confessati e comunicati agli effetti dell’indulgenza giubilare è come se le avessero compiute.
La Sacra Penitenzieria poi avverte di non tralasciare di imporre la penitenza sacramentale – trattandosi di danni, parti lese, scandali, false denunzie, ecc. bisogna che il penitente sia indotto a riparare e formalmente ritrattare, ecc.
Le diminuzioni di visite debbono essere compensate con altrettante ripetizioni delle preghiere prescritte. Si ripassino le censure, impedimenti, ecc. Infine la confessione e comunione possono precedere o inframmezzare o seguire le visite, è però necessario che l’ultima delle opere prescritte per il giubileo sia fatta in stato di grazia.
Per noi e per i nostri usufruiamo il più perfettamente e abbondantemente possibile di questo dono che la bontà di Dio mette a nostra disposizione.
È questo l’augurio e il desiderio più vivo del
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, salesiano
Per la festa di Don Bosco:
Se potete già in occasione della S. Pasqua far mettere un cenno su qualche giornale locale – o almeno quando farete la manifestazione nella vostra residenza, sarà cosa assai buona.
Desidererei pure che la nostra missione inviasse un’offerta a Torino per l’altare di Don Bosco. Quindi o in occasione della S. Pasqua o in occasione della festa, l’elemosina che chiederete sia per questo scopo e inviate al sottoscritto.
Don V. Cimatti, sales.
Vedete soprattutto di interessare i benefattori e i lettori del nostro Don Bosco.
1252 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1934-5-5 /
2.49 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone |
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5 maggio 1934
Rev. Madre,
È il mese dell’Ausiliatrice ed oggi è S. Pio V, Papa dell’Ausiliatrice.
Sono sicuro che lo farete con slancio. Una proposta. Il giorno 24 ha difficoltà che io venga a celebrare con voi Maria Aus., Don Bosco (in forma familiare) e anche a fare la visita canonica?
Per la domenica 13 è invitata alla nostra festa di Miyazaki ed al pranzo alla Missione, cui, se non c’è divieto nelle Regole o altro, desidererei partecipino le Figlie di Maria A. di Miyazaki.
A tutte: “Amiamo Maria nei pensieri, parole, opere”.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1253 /Marella Paolo / 1934-5-16 /
2.50 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 16 maggio 1934
Eccellenza Reverendissima,
È colla più viva riconoscenza che i figli di Don Bosco vogliono ancora una volta dire il loro grazie cordiale per il vero sacrificio fatto da V. E. nella partecipazione alle feste così ben riuscite a Don Bosco.
Il Signore la rimeriti di tutto. Voglia pure scusare gli involontari ammanchi nel trattamento verso la Sua persona, dovuti alla nostra inesperienza e povertà. Non mancheremo di pregare per l’E. V. e di proseguire con rinnovato ardore il lavoro intrapreso e benedetto anche dalla sua presenza.
Ci ricordi e benedica tutti e specialmente il suo,
Dell’Ecc. V. Rev.ma
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1254 /Circolare ai Salesiani in Giappone / 1934-5-16 /
2.51 ai Confratelli della Visitatoria salesiana S. F. Saverio |
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Miyazaki, 16 maggio 1934
Carissimi confratelli,
Le feste per il nostro Don Bosco vengono ovunque svolgendosi colla massima soddisfazione e voglio sperare con gran frutto delle anime.
Ringrazio tutti di cuore e specie quanti cooperarono direttamente o indirettamente per la manifestazione di Miyazaki.
La prossima festa di Maria Ausiliatrice poi ci animi sempre di più al bene e a lavorare per la santificazione delle anime cominciando dalla nostra.
Avvicinandosi il tempo della scadenza dei voti di vari nostri confratelli, secondo il prescritto dell’art. 104 delle norme per le proposte prego li invitiate a fare la loro domanda o per i perpetui o per la rinnovazione dei triennali.
Avutale procurate sul foglio accluso di scrivere il vostro parere (o i vostri pareri) ed inviarli al più presto.
Vi prego contemporaneamente di inviarmi pure riempito l’accluso modulo rendiconto.
E infine quelli che devono nel prossimo settembre iniziare la teologia o per aver compiuto il tirocinio o per domanda di dispensa siano invitati a farne regolare domanda.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1255 /Grigoletto Giuseppe / 1934-5-20 /
2.52 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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20 maggio 1934
Carissimo Don Giuseppe,
Ho ricevuto la tua ultima colla carità che vi hai unito e ho pregato, ponderato quanto mi dici e sono venuto nella decisione che tu pro bono pacis sospenda l’attività a pro della missione giapponese nel punto delle offerte. Se i superiori te lo permetteranno continua dal punto di vista scientifico. Che vuoi? È parte della mia vita, parte integrante fondamentale, la carità. Vedendo quanto tu soffri per questa e quanto soffrono quei di casa di Trento, mi pare che se cessando questa tua attività, la dirigerai dove diranno i Superiori, ne verrà del bene a te e a tutti. Per te è un gran merito, per i confratelli un contento. Pregherai e farai pregare. Ne scrivo al buon Don Rigoni pregando ad aderire e di accordare quanto domando.
Non adontarti, caro Giuseppe, mi pare che Gesù da te domanda anche questo sacrificio e tu saprai farlo. A chi ti domandasse fa’ inviare a Torino o a me direttamente. Cercherò direttamente di mettermi in relazione coi numerosi amici da te scoperti.
Caro Giuseppe, quanto all’altro tuo problema, prega, consigliati col confessore e se ti senti di abbracciare la croce più intensa in ogni senso, domanda pure, senza domandare speciale destinazione. In quelle condizioni, domandando la carità non farai ingiustizia a nessuno.
Non pensare a cambiamenti in Don Cimatti, verso il Signore e verso di te, che ti volle suo ministro di carità, eterna riconoscenza e preghiera, poi Lui ti pagherà in Paradiso e Don Cimatti qui e là non mancherà di fare la sua parte.
Scrivo a tutti quelli che concorsero a questa carità. Sono a Oita per la festa di Don Bosco, che ormai abbiam finito di celebrare in tutte le residenze.
Ti abbraccio e benedico con tutta l’anima.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti sales.
1256 /Circolare salesiani / 1934-5-26 /
ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 26 maggio 1934
Carissimi,
Alcune affrettate comunicazioni:
Domenica prossima… – la giornata della stampa cattolica. Non spendo parole a raccomandarvi la cosa, perché so quanto stia a cuore a voi tutti questo importante problema. Preghiere, discorsi speciali commemorativi ed esortativi, distribuzione di buona stampa, abbonamenti, ecc., tutto mettete in opera affinché questa giornata sia sotto tutti i rispetti fruttuosa.
Il nostro Don Margiaria è stato nominato delegato per la stampa anche per Kagoshima e Fukuoka.
Siccome prossimamente ci sarà una riunione di tali delegati, chi avesse delle comunicazioni, proposte speciali al riguardo abbia la bontà di inviarlo subito o a Don Margiaria o al sottoscritto.
All’entrata del nuovo anno delle Letture Cattoliche, vi esorto caldamente a propagarle. Bisogna che ogni residenza dia un forte contributo per sostenere quest’opera tanto cara al nostro Don Bosco.
Per questo mese l’E. B. M. si farà nelle rispettive residenze.
Raccomando caldamente l’economia in quanto potete, anche perché ci troviamo in un momento in cui la diminuzione delle offerte ci fa sentire più fortemente del solito la crisi, e fino all’arrivo del sussidio di Propaganda non potrò aiutarvi efficacemente.
Nel mese del Sacro Cuore vogliate onorarLo in tutte le forme a Voi possibili, propagando anche la pia Opera che voi già conoscete.
Ci siamo in modo speciale consacrati a Lui. Non sia stata solo una formula retorica, ma che abbia il suo valore in tutto il nostro operato.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1257 / Visita alla casa di Beppu / 1934-5-27 /
Visita canonica alla casa di Beppu13
27 maggio 1934
Non posso non ripetere per l’ordinamento intrinseco ed estrinseco che elogi.
Urge la sistemazione della casa. Propongo lo studio del salone (asilo) e dispensario, in attesa dell’assetto definitivo dopo quanto indicheranno i Superiori.
Propongo pure orario estivo oratorio, divisione orario d’assistenza fra il giovane e chierico, specie quando i giovani sono pochi.
Si continui il lavoro di propaganda. Studiarne la possibilità di trovare uno che potesse risiedere fuori missione (un catechista anziano) specie in zona Morie e dintorni.
Per gli elementi freddi continuare con fede la cura indiretta. Dunque continuare con calma, zelo e costanza.
La bella manifestazione di Don Bosco è indice di avanzamento dell’opera missionaria.
Don V. Cimatti sales.
1258 /Circolare Figlie di Maria A. in Giappone / 1934-5-30 /
alle Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone
[30 maggio 1934]
Memoriale riservato alla rev. ispettrice Figlie di Maria A.14
Per quanto consta al sottoscritto l’osservanza religiosa e lo spirito di pietà tanto nelle suore quanto nel personale dipendente mi paiono regolari.
Tento una volta al mese e presa occasione di feste speciali, di tenere con lettera o circolari desto il fervore. Hanno come confessori ordinari il missionario di Miyazaki e di Beppu, e straordinario il Sig. Don Cecchetti e Don Tanguy. Consigliai alla Superiora generale di insistere con me a Torino per avere almeno per Beppu un sacerdote che potesse aiutare un po’ più la formazione spirituale delle novizie ecc. Sarà difficile ottenere, ma tentare non nuoce. Al momento attuale la missione è talmente stremata di personale che non è possibile fare di più di quanto si fa.
Per la parte materiale non è mio campo parlare: ad ogni modo per assicurare sotto un certo punto di vista le proprietà della Congregazione, come hanno fatto tutti gli ordini religiosi, si può procedere allo “Shadan” cioè ad una forma di Società legalmente riconosciuta. Vi è chi dubita se sia ora il momento più opportuno, data la difficoltà del momento politico attuale, perché in caso di rivoluzione non si sa se tali proprietà sarebbero rispettate, ad ogni modo come linea di massima le leggi di proprietà in Giappone sono sulla stregua delle leggi dei Paesi più civili, e le successioni fra privati sono fortemente tassate, come è forse più che da noi.
Attualmente le Figlie di Maria A. hanno in proprio la proprietà dell’Asilo (intestato a M. Letizia e M. Carmela), come pure loro è la proprietà di Beppu, che però è ancora di fronte alla legge intestata ai missionari. Se si avesse lo SHADAN il passaggio di proprietà è facile e costa pochissimo; se si vuole fare come feci per l’Asilo, occorre una somma discreta.
Il passato non macina più ed è inutile insistervi. Ad ogni modo per la valutazione completa penso non inutile dire che in gran parte le passate difficoltà, che potrebbero anche in seguito ripresentarsi, furono causate o dalla questione finanziaria, o da malintesi, o dal non avere subito fin dal principio capito la situazione di fronte alla Missione (da cui erano state chiamate) o di fronte al paese (usi, costumi, lingua, ecc.).
Molte di queste difficoltà sono scomparse con l’avere le buone Figlie di Maria A. assunto per conto loro il lavoro. Bisogna insistere a che ci mettiamo tutti da questo punto di vista: farci più giapponesi in tutto. Persuadiamoci che siamo sopportati e compatiti. Inoltre cerchiamo di lavorare secondo il nostro spirito e nelle opere nostre, dando in un primo tempo grande importanza al lavoro per le vocazioni e alle opere di carità conformi al nostro spirito
Da qualche tempo a questa parte le relazioni con le Figlie di Maria A. sono ottime e si vede una speciale attività che consola. Non è certo da escludere la visita dell’Ispettrice. Ad ogni modo si desidera che le Figlie di Maria A. aiutino la Missione nelle opere proprie del loro spirito – Oratorio. Il Superiore della Missione ne ha autorizzato le F. M. A. a lavorare nella missione in tutte le forme che credono opportuno – quindi non temano. Nelle difficoltà non abbiano paura di parlare.
Vi è sempre in mezzo la questione SOLDO, ma il Signore ci aiuterà. Alle volte non si fanno fare lavori alle Suore perché francamente fanno pagare salato – così ad es. i Giapponesi dicono che l’Asilo di Miyazaki non fiorisce troppo anche perché il mensile è un po’ forte. Ad ogni modo è certo che di aria non si vive e che se vogliamo avere opere in Giappone, occorrono mezzi e buon personale.
Il Giappone è alla testa del movimento mondiale in molte cose e lo sa e vuol che si sappia. Nelle istituzioni educative non la cede in ogni ramo alle nazioni…
Don V. Cimatti, Sales.
1259 /Ricaldone Pietro / 1934-6-1 /
2.53 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Le feste in Giappone per Don Bosco15
[1 giugno 1934]
Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Già le ho parlato nella precedente relazione della posizione spirituale dei salesiani in Giappone nel gran giorno della Canonizzazione del Padre nostro. La fantasia e l’immaginazione potevano ben sbrigliarsi e sognare e figurare cose belle, meravigliose, grandiose. Le notizie che abbiamo ricevuto dai giornali e dagli amici, ci hanno fatto comprendere l’inimmaginabile, l’impensabile. E pure lontani dalla realtà, (e beati quelli che l’hanno goduta!) abbiamo esultato come presenti, e non ci è doluto essere lontani, perché una serena, latente giocondità fu come infusa in quel giorno nei nostri cuori, che ci diede modo di gustare in forma ancora più spirituale le dolcezze ineffabili di quella festa.
Era poi naturale che noi pure cercassimo, non dico di emulare gli splendori delle feste mondiali, ma di onorare Don Bosco come meglio era possibile alla nostra povertà e alle condizioni specifiche in cui ci troviamo, difficili a comprendersi da chi, come noi, non ci si trova in mezzo.
PRIMO PROBLEMA, e anche fondamentale. Come presentare un SANTO alla mentalità pagana? In quale forma onorarlo, affinché produca del bene alle anime? Quale colorito fondamentale e quale scopo dare alle nostre feste?
Sono risposte facili ad afferrarsi da noi fortemente imbevuti dello spirito cristiano, ma per la mentalità giapponese, inebriata delle migliaia di divinità (elementi naturali, pietre e animali, eroi e spiriti) di cui è pieno il loro contenuto religioso, si corre rischio col festeggiare un santo di rassodarle nelle loro convinzioni.
Vedono essi nel santo una nuova divinità? Che significato ha per loro una processione in cui si porti in trionfo l’immagine o la reliquia del Santo?
Sono capaci di dirvi: “Che Dio è quello là?… Ma voi tagliate in pezzi chi volete onorare?...”. Delicata posizione, che può risolversi in non poter far penetrare in quelle povere menti lo spirito informativo delle nostre feste cattoliche, forse in render meno chiari gli insegnamenti della Chiesa al riguardo; forse a ribattere quanto e già tenacemente ribadito nella testa di molti, che cioè non c’è (almeno in queste manifestazioni) nulla di sostanzialmente diverso nella nostra e loro religione.
Si stabilì dunque:
La nuova glorificazione di Don Bosco sia presentata ai cristiani nel massimo sfolgorio della liturgia cattolica – preparata opportunamente per ricevere l’abbondanza delle grazie divine con tridui, missioni, esercizi spirituali.
Ai pagani, e per un paese in cui il problema educativo è parte integrante della forza e grandezza del medesimo, Don Bosco sia presentato come un eminente educatore moderno. Alla mente e al cuore giapponese la figura dell’educatore, che si sacrifica per il bene della gioventù, è qualche cosa che affascina, che attrae, che s’impone, qualsiasi sia la fonte da cui proviene, tanto più quando parlano in suo favore non solo i principi teorici, quanto la realtà pratica dei risultati delle multiformi istituzioni, di cui avremmo fatto vedere i saggi pratici nelle modeste opere da noi iniziate.
Essendo noi in questa grande nazione nella posizione di missionari, sia la festa di Don Bosco, nei suoi preparativi, nel suo svolgersi e nel suo risultato finale, festa di propaganda, di attiva propaganda cattolica. Come non pensare al blasone salesiano: “Da mihi animas”! sospiro ardente di Don Bosco, scopo precipuo del missionario, scopo finale della Redenzione?
Stabilite le basi, le modalità di sviluppo, adattate ai vari ambienti non dovevano presentare difficoltà gravi, specialmente quando quelli che lavorano a prepararle sono i figli di Don Bosco che vogliono onorare il Padre loro; quando sono gli zelanti missionari che si votano al sacrificio per la salvezza delle anime; quando sono le Figlie di Maria A. che in unione di intenti si consacrano coi salesiani al lavoro dell’apostolato e della preghiera; quando sono i benemeriti cooperatori e cooperatrici, che anche in Giappone cominciano a gareggiare coi più attivi, sparsi in tutto il mondo; quando sono la già numerosa schiera dei nostri giovani oratoriani, allievi, operai e seminaristi. E tutti, tutti nella preparazione e nello sviluppo della festa portarono il più caratteristico, simpatico contributo di attività, di allegro frastuono, di gaiezza.
Ogni residenza missionaria, ogni casa religiosa della missione volle realizzare qualche cosa per onorare Don Bosco, e tutti meriterebbero ampio resoconto del loro lavoro.
Noterò i lati salienti.
Per il primo aprile, giorno della canonizzazione, in tutte le missioni cattoliche dell’Impero fu distribuito alle famiglie cristiane un numero unico fatto per l’occasione del nostro Bollettino in Giapponese. Contemporaneamente ai Revv.mi Ordinari e Superiori delle missioni furono inviati articoli o notizie su Don Bosco da pubblicarsi per la stampa. Massimi giornali dell’Impero annunciarono la canonizzazione; il giornale cattolico e varie riviste ebbero lunghi articoli e trattazioni sul nuovo santo.
I missionari fecero distribuzione di immagini e medaglia del santo, e la nostra tipografia di Oita pubblicò la seconda edizione, tecnicamente assai ben riuscita, della vita di Don Bosco.
Sul finire della giornata, quando a Roma avveniva la proclamazione del Santo, i nostri studenti di filosofia e i seminaristi in fraterna riunione inneggiavano a Don Bosco, al Papa di Don Bosco, e alla Pia Società salesiana con declamazioni e canti.
I cristiani corrisposero con fervore alla parola dei missionari e nelle sacre missioni, tridui, novene ebbero campo di usare a vantaggio delle loro anime abbondantemente i mezzi della grazia, specie coll’affluenza ai SS.mi Sacramenti e le cristianità della zona di Takanabe vollero in quell’occasione fare le pratiche per lucrare le indulgenze dell’anno santo.
Da Miyakonojo (22 Aprile) a Tokyo (29 Aprile); da Nakatsu (6 Maggio) a Miyazaki-Takanabe (13 Maggio); da Oita (20 Maggio) a Beppu (27 Maggio) fu un succedersi di manifestazioni ben riuscite, consistenti sostanzialmente in solenni funzioni religiose e commemorazioni del Santo nei saloni della città, larga distribuzione di stampa di propaganda cattolica e salesiana fra i cristiani e pagani. I giornali locali parlarono in più puntate e con grande deferenza della religione cattolica e dell’opera dei Salesiani di Don Bosco.
I nostri chierici e seminaristi indigeni oltre a partecipare col suono, coll’orchestra, [col] concerto e col servizio religioso in pubbliche manifestazioni, vollero nell’intimità dello Studentato-Seminario dire a Don Bosco quanto può e sa dire il cuore di un giovane che gli vuol bene, proprio nel giorno della festa liturgica (26 Aprile).
Identicamente le Figlie di Maria A. non lo vollero dimenticare nell’intimità familiare a Beppu il 24 e a Miyazaki il 31 Maggio.
Il ciclo delle feste fu chiuso nella tranquillità di Tano ai piedi di Maria stella del Mare nel santuarietto di S. Teresina.
Alte personalità che onorano Don Bosco. Fra le Autorità ecclesiastiche S. E. Mons. Marella, Delegato Ap. che presenzia alle feste di Tokyo e di Miyazaki; S. E. Mons. Chambon Arciv. di Tokyo, che mise a disposizione la Cattedrale e l’Episcopio perché le feste alla Capitale riuscissero più solenni; gli Ecc. Vescovi, Vicari, Prefetti Apostolici, Superiori di Missione, Superiori di Ordini, Congregazioni religiose maschili e femminili e missionari che di presenza o per telegramma o per lettera si unirono con fraterna gioia alla nostra esultanza.
Ma quello che ci commosse e meravigliò fu la partecipazione cordiale delle pubbliche autorità pagane provinciali, civili e militari. I prefetti, sottoprefetti, i capi dell’educazione, delle opere sociali e di beneficenza, i sindaci, i direttori delle scuole di ogni grado o di persona o per rappresentante o per lettera risposero all’appello. Vollero dire alla Missione la loro simpatia, il loro plauso, promessa di collaborazione negli intenti educativi.
Non le parlo delle folle dei nostri giovani oratoriani e dei loro parenti, delle folle dei curiosi attirati dalla musica degli ormai noti concertisti italiani, dall’orchestrina dei nostri seminaristi, delle vivaci declamazioni e recite dei nostri piccoli orfanelli dell’Ospizio di Miyazaki (che per l’occasione indossarono la nuova divisa alla marinara) e da quelle briose dei nostri oratoriani di Miyazaki, dei ricoverati di Nakatsu e dei nostri cari giovani tipografi di Oita, unite alle caratteristiche danze e belle figurazioni coreografiche delle allieve delle Figlie di Maria A.
Oh, amatissimo Sig. Don Ricaldone, ma perché queste folle, perché questo movimento di pagani verso Don Bosco. Sono otto anni che faticosamente, ma con tenacia, i suoi lontani figli del Giappone dissodano dissodano l’arida terra loro affidata. Si sono attaccati ai giovani e alle opere di carità. Nel nome di Don Bosco hanno chiamato specie la gioventù per condurla a Gesù. Ma se si rimane accasciati e delusi nel vedere la scarsità dei risultati di conversioni, il fenomeno di cui ho parlato sopra non mi pare privo di significato. Il missionario si fa strada nella pubblica estimazione – i giovani fanno buona propaganda – aprono e spalancano varie porte. Il seme a suo tempo produrrà, produrrà abbondantemente.
Che dirle poi dei discorsi fatti dalle autorità pagane che presenziarono alle nostre feste? Ad es. a Miyazaki, centro della missione, dove per la circostanza accorsero i rappresentanti di tutte le case e delle opere salesiane, i rappresentanti delle varie cristianità della missione (quelli della zona di Takanabe al completo) verificammo un vero plebiscito di simpatia per parte di autorità e popolo di alto encomio per le opere di carità a favore dei poveri e della gioventù – che viene svolgendo la missione cattolica. Nella commemorazione poi al gran salone pubblico della città le migliaia di intervenuti poterono ammirare in azione la multiforme manifestazione del lavoro dei missionari e degli educatori salesiani, nello svolgimento dei numeri del programma affidato alle varie istituzioni.
E quando dal palco le voci robuste dei missionari e dei seminaristi giapponesi s’intrecciarono alle squillanti argentine voci delle centinaia di giovani oratoriani, che stipavano letteralmente la galleria di fondo, cantando l’inno a Don Bosco, un’impressione di grandiosità, mista a gioia, s’imposessò di tutti i cuori, dei nostri, e ben si comprende, ma anche di quella massa imponente che in quegli istanti fissava Don Bosco che campeggiava in alto e che dal cielo certo benediceva queste care anime.
E come a Miyazaki, si ripetè il fenomeno ovunque – la gaia irrequieta chiassosa moltitudine dei giovani – le loro famiglie – le autorità – il pubblico pagano che accorre. Ma quale fascino c’è dunque in Don Bosco? Oh, la santa carità effusiva del Padre nostro!
Non è possibile non parlare di una coincidenza magnifica, permessa dalla Provvidenza, e che concorse in forma impensata a condecorare le nostre feste, collegandole al ricordo della nostra cara Patria tanto amata da Don Bosco, ed anzi ad allargare le nostre feste al di fuori della cerchia della missione e dell’opera salesiana.
A Tokyo la R. Ambasciata d’Italia inviò il suo rappresentante e proprio nel tempo della festa, essendo ancorata nel porto di Yokohama la R. Nave Italiana “Quarto”, per gentile concessione dell’Ecc. Comandante Brivonesi, l’ufficialità e il R. Equipaggio ed il corpo musicale parteciparono alla festa. In Giappone i concerti di banda sono rari come le mosche bianche.
Pensi, amat.mo Sig. Don Ricaldone, la festività portata da questo avvenimento, la meraviglia nell’udire il delizioso concerto, ma più nel vedere la franca manifestazione di fede, l’inappuntabile contegno in chiesa e fuori dei nostri valorosi ufficiali e marinai. Ore indimenticabili in chiesa al solenne pontificale con la partecipazione dei seminaristi di Tokyo e servizio degli ordini religiosi e missionari, al discorso di S. E. l’Arcivescovo ed al panegirico del direttore del Gran Seminario regionale P. Candau, ascoltatissimo dalle rappresentanze di tutte le parrocchie e congregazioni religiose guidate dai missionari. Ore di gaudio al concerto di banda del pomeriggio e alla riunione serotina nel gran salone di un quotidiano di Tokyo con commemorazione e concerto vocale.
La R. Nave trovandosi poi in Kyushu nella baia di Kagoshima diede modo ai Salesiani, che confinano coi PP. Francescani del Canada, per espresso desiderio di quel Prefetto Apostolico Mons. Roy, che tanto ama Don Bosco e la Pia Società, di fare una solenne commemorazione al nostro santo, anche in quella città.
Le arti belle che onorano Don Bosco. Il nostro santo, artista nell’anima, doveva nelle sue feste avere il tributo anche delle arti belle. Una religiosa mercedaria preparò per le feste di Tokyo un bel quadro ad olio (Don Bosco fra i giovani). Il pittore Crida di Torino ci diede un magnifico pannello a motivi nipponici, che ornava il frontone della chiesa di Miyazaki; illuminato nel triduo e nella festa da un potente riflettore. La schola cantorum del gran Seminario di Tokyo condecorò con esecuzioni polifoniche classiche e moderne (tra cui una grandiosa antifona del nostro Don Cimatti “Corona Aurea super caput eius”) tutte le funzioni della cattedrale.
L’orchestrina Matsuda di Oita volle pure portare il suo contributo artistico, come pure già ho accennato alle esecuzioni musicali sacre e profane dei salesiani e loro allievi nelle varie residenze.
Però una delle note più caratteristiche musicali degna di nota (perché penso sia il primo caso nella storia delle missioni del Giappone, ed unico nelle feste mondiali per Don Bosco) è quella di Oita. Un distinto poeta giapponese, prof. Tajima, compose per l’occasione una bella poesia che fu cantata nella forma declamatoria musicale tanto caratteristica e preferita dai giapponesi da un esimio direttore di scuola di Oita, noto per questo genere di esecuzioni. È difficile mettere in carta la qualità di detta esecuzione, è certo anche questa una caratteristica partecipazione di un pagano alla glorificazione di Don Bosco.
Per la storia è bene ricordare questa prima poesia giapponese a Don Bosco santo “Lodiamo il Santo Don Bosco, Messaggero di Dio, maestro e padre. Come lingue di fuoco guizzanti il suo amor patrio, la sua fede, il suo zelo. Maestro dal cuore misericordioso, che congiunge in un tutto armonico la forza della ragione e della libertà. Propagatore in educazione del sistema preventivo, fonda ospizi, scuole professionali e agricole. Offre per il bene della religione e della patria se stesso e agli uomini sacrifica il proprio cuore. Le regole del suo sistema, che abbracciano religione, famiglia e patria, ammaestrano due generazioni. Combatte coi suoi insegnamenti l’educazione materialistica, l’irreligione, che riconoscendo nell’uomo il solo principio materiale sono purtroppo l’origine della perversione del pensiero. Pedagogista, lume e splendore del mondo intellettuale. È sua fondazione la Società salesiana, il suo febbrile lavoro abbraccia il mondo. Finalmente riceve la gloria della canonizzazione. Tutti insieme ammiriamolo e lodiamolo”.
Non finirei più se volessi discendere ad altri particolari, e ben lo meriterebbero l’argomento e più l’attività di quanti cooperarono alla buona riuscita. Ma bisogna essere discreti anche nelle esigenze del cuore.
A feste finite mi domandavo: “Che avrebbe desiderato Don Bosco, se fosse stato presente in mezzo a noi?”. Vedere intorno a sé anime, che senza paura danno prova della loro fede e che abbondantemente usano dei mezzi della grazia – e le vide – vedere intorno a sé le schiere dei fanciulli e fanciulle, guidati dai suoi figliuoli e dalle Figlie di Maria A., e le vide.
Vedere gioventù povera e abbandonata, e poveri corpi affranti dall’età, dai malanni, dalle afflizioni, come tante volte vide nelle sue visite agli ospedali, ai ricoveri – e i nostri ricoverati all’ospizio gli portarono il loro tributo d’affetto riconoscente.
Vedere anime giovani che si consacrano a Dio abbracciando la vocazione ecclesiastica o religiosa, o che nello studio e nel lavoro si preparano alla vita – e li vide.
Vedere specialmente, egli assetato di anime, poveri pagani, sulle cui anime non riluce ancora la grazia. E le vide, ed erano le più numerose. Vedere la patria diletta unita in sacro vincolo colla religione; vedere le nazioni tutte avvicinarsi alla chiesa, al Papa. E vide. Sarà rimasto contento? E avrà implorato per noi dall’Ausiliatrice, da Gesù, quanto tutti abbiamo implorato “salvezza di queste anime a noi affidate?”. Ne sono sicurissimo. Questo pensiero attenua la visione sconfortante degli scarsi risultati, dà forza ai poveri missionari, per continuare a dissodare nel silenzio e nella speranza. Ci benedica tutti, o buon Padre.
Don V. Cimatti
[
1260 /Marella Paolo / 1934-6-4 /
2.54 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 4 giugno 1934
Eccellenza Reverendissima,
Habe me excusatum dell’involontario ritardo dell’invio delle Notizie: doverle scrivere in francese obbliga ad un doppio lavoro e quindi al ritardo.
La questione della presente è per me importante. È possibile quest’anno alla Missione nostra di inviare qualcuno a Roma e quale ne sono le condizioni?
Ne avrei alcuni che potrebbero cominciare filosofia, tra cui uno o due che manderei volentieri a Roma, ma non conosco le condizioni.
Sono in tempo per quest’anno?
Sempre ricordiamo la sua bella visita. A quando la prossima?
Ci benedica.
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1261 /Circolare salesiani / 1934-6-4 /
ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 4 giugno 1934
Carissimi,
Giunti alla conclusione delle nostre feste per onorare Don Bosco Santo, mi sento in dovere di ringraziare sentitamente tutti voi che con vero affetto filiale avete cooperato ad onorare così bene e con tanto bel successo il nostro Padre.
Da ogni parte mi sono giunte lettere piene di ammirazione per la buona riuscita di tutto. Preghiamo il Signore che faccia sì che permangano e fruttifichino i buoni semi sparsi in quest’occasione. Vogliate pure a mio nome e dei nostri Superiori ringraziare quanti hanno cooperato con Voi alla buona riuscita di tutto.
Sono pure quasi alla fine della visita e vi posso assicurare della mia piena soddisfazione per la bontà con cui avete accolto il vostro confratello, e per il desiderio che tutti avete dimostrato di essere buoni figli di Don Bosco e ottimi missionari.
La prossima festa del S. Cuore e l’intero mese a Lui consacrato ci siano di più forte eccitamento al bene.
Nel campo materiale: dovendo alla fine del mese voi fare la relazione di chiusura dell’anno missionario conviene che fin d’ora cominciate a raccogliere i soliti dati che serviranno per la compilazione delle statistiche generali.
Invierò poi le domande al riguardo. Fu inviato o si invierà anche un po’ di vino. Insisto sull’economia del medesimo, come pure sull’economia delle candele.
Rinnovo l’avviso che per le funzioni non liturgiche si può usare la stearina che costa molto meno e che si trova dappertutto.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1262 /Circolare alle Figlie di Maria A. in Giappone / 1934-6-4 /
alle Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone
Miyazaki, 4 giugno 1934
Buone Figlie di Maria A.,
Giunti alla fine delle riuscitissime feste di Don Bosco mi sento in dovere di ringraziarvi anche a nome dei Superiori per la bella, filiale partecipazione alle medesime. Facciamo in modo che i frutti permangano a vantaggio nostro e delle anime.
La prossima festa del S. Cuore dica alle SUORE: Gesù si è servito di una religiosa suora per la manifestazione al mondo dei suoi divini disegni. Chissà non si servirebbe di ognuna di voi per qualche cosa di grande? Sì, se realmente foste come vi vuole LUI.
La festa dica alle NOVIZIE: praebe, filia mea, cor tuum mihi. Avete capito? Che vuol dire il cuore al Signore? Non darlo ad altri. Né a noi, né ad altri. Quindi: umiltà, obbedienza, abbandono.
La festa dica alle aspiranti, a quante convivono con Voi: siate buone per riparare Gesù di tante offese che riceve da tanti che non lo conoscono o che non lo amano. Fate comunioni di fuoco e sante visite a Gesù, ma specialmente per amore suo pregate pregate e fate meglio tutti i doveri.
Non dimenticate il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1263 /Visita alla casa di Miyazaki / 1934-6-8 /
2.55 Visita canonica alla casa salesiana di Miyazaki |
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Miyazaki, 8 Giugno 1934
Osservazioni Visita Hyuga,16
Di grande consolazione mi riuscì questa prima visita compiuta in occasione della festa del S. Cuore di Gesù.
Dal punto di vista igienico, pulizia ecc. di studio, di pietà mi pare ci sia davvero da benedire il Signore.
Insistiamo sempre tutti sempre più sullo spirito di pietà, di laboriosità, di serena giocondità – secondo le norme di Don Bosco – cerchiamo di essere amanti della ben intesa povertà e proprietà, e queste care vocazioni fioriranno sempre più e daranno presto frutti consolanti.
Sono approvate alcune modificazioni di locali al secondo piano, tendenti ad aumentare lo spazio ristretto e il disimpegno di varie camere – come pure alcune modificazioni in chiesa.
Il Signore ci benedica quest’opera di prim’ordine per la Chiesa e per l’avvenire della Missione.
Colla parola, coll’esempio cerchiamo anche di accudire meglio che sia possibile i nostri chierici salesiani.
Questo fomenterà anche buone vocazioni fra i seminaristi indigeni.
Don Vincenzo Cimatti, Sales.
1264 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1934-6-8 /
2.56 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone |
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Missione Indipendente di Miyazaki
8 giugno 1934
Madre Rev.ma,
Pregato dalla Rev. Suor Carmela a prendere varie informazioni per il buon andamento dell’Asilo e per riuscire ad aderire al suggerimento della Rev.ma Madre Visitatrice, dopo di aver interrogato prudentemente varie persone potei raccogliere impressioni che forse potranno formare un buon materiale per lo sviluppo di quest’opera, che se ben coltivata non può non produrre buoni effetti spirituali. La massima parte delle cose sono già note da tempo e di varie di queste non sarebbe necessario averle qui accennate, ma penso che è bene che sappiano ciò che pensano di noi.
Desiderando estendere i benefici dell’Asilo a categorie più povere; non sembra ci sia inconveniente di sorta, ma occorre una separazione, che importa con sé in pratica doppio personale, locale o complicazioni d’orario specialmente per l’uso del cortile o perché le due sezioni non si disturbino a vicenda. A Tokyo se non erro, a Futaba, vi sono due asili con pensione diversa.
Probabili cause che influiscono o influirono sulla scarsezza del numero degli allievi:
Crisi del momento che non permette alle famiglie di fare quanto vorrebbero.
Il gran numero di Asili che ci sono nella città. La città di Miyazaki è in paragone quella che ne ha di più in tutto il Giappone e non si sa perché la provincia conceda tanti permessi.
Non fece buona impressione alle famiglie la spesa delle divise, dato la crisi. Varie famiglie, pare che per questo non misero più i loro figli, venendo a costare troppo.
Siamo Europei e non educhiamo alla giapponese, cosa essenziale per l’asilo.
La qualità della maestra. Per i bimbi ci vuole una mamma e specialmente i bimbi bisogna andarseli a cercare. A Miyazaki vi è una vera gara a rubarseli a vicenda e se non ci si muove… L’attuale maestra non ha certo queste doti.
La buona Madre Carmela, preoccupata per la questione materiale, come direttrice dell’Asilo, dà troppo a vedere questa preoccupazione che si riflette un po’ su tutto nel modo di fare e di parlare. (Fu fatto osservare anche a noi… Cioè non siamo calmi nell’agire e più nel parlare e appariamo ai giapponesi sempre un po’ nervosi). Bisognerebbe forse che a fianco della maestra ci fosse sempre la suora che aiutasse, che consigliasse, ma senza le preoccupazioni della parte materiale. I bambini hanno bisogno di mamme. Insomma: più dolcezza e delicatezza alla giapponese.
Per la somma da farsi pagare a Miyazaki ora anche Enami fa pagare Yen 1,50 altri Yen 2 e penso altri meno. Che far pagare ai poveri?
Ecco le cose che ho potuto raccogliere. Mi pare che la questione è dell’accurata réclame per parte della Maestra e di chi è direttamente incaricato dell’asilo, réclame che bisogna fare direttamente.
Penso che quando si potrà avere personale giapponese le cose cambieranno.
Ad ogni modo, avanti per fare un po’ di bene come meglio possiamo.
Cerchiamo la gloria e il bene delle anime nelle forme possibili.
Don V. Cimatti, sales.
1265 /Cane Felice / 1934-6-10 /
2.57 a Don Felice Cane, salesiano |
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Miyazaki, 10 giugno 1934
Amat.mo D. Felice,
Ricevo riconoscente la generosa offerta di Omegna che per mezzo Suo è venuta ad allievare la nostra missione, e tanto più volentieri proveniente da Omegna – pensai a D. Beltrami… Deo Gratias!
La ricordo, caro D. Felice e più volte al giorno… e Lei lo sa… è per il Suo breviario, utile, comodo e che mi risparmia tanti rivoltamenti di pagine e intromissioni di dita per tenere i segni.
Grazie anche di questo ed il Signore rimeriti di tutto. Voglia ricordarmi al Signore affinché nell’adempimento del dovere mi salvi l’anima.
Sempre la ricorda nel Signore il suo
aff. D. V. Cimatti, sales.
1266 /Marchisio Domenica / 1934-6-13 /
2.58 alla Sig.ra Domenica Marchisio, madre di Carlo ex-allievo di Valsalice |
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13 giugno 1934
Ill. ma Signora,
Ricevo dal buon Carlo la sua generosa carità, di cui non so sdebitarmi che con vive preghiere, che faccio sempre, ma in modo speciale nei mesi luglio agosto settembre, per le intenzioni materiali e spirituali che Lei conosce.
La penso in ottima salute insieme alle figliole.
Per me, come vede dalla foto (salvo la barba) sempre il medesimo – un po’ più di anni – ma il cuore sempre quello, specie verso la famiglia Marchisio, sempre nostra ottima benefattrice.
Continui a pregare per noi e a trovare buoni amici di preghiere di cui tanto abbisogna questa missione.
Ed il Signore ricompensi la sua carità, qui e là.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1267 /Berruti Pietro / 1934-6-14 /
2.59 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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14 giugno 1934
M. R. Sig. Don Berruti,
Si avvicina il tempo in cui i Superiori dovranno decidere anche del personale per le missioni e mi sembra che mancherei al mio dovere se non insistessi con tutte le mie forze, supplicando i Superiori affinché piglino una decisione sulla questione di Tokyo, i cui incartamenti sono presso i Superiori.
Urge una risposta per prendere le opportune disposizioni per quella fondazione e per collegare questa col lavoro della missione.
Certo dalla risposta dei Superiori dipende l’inizio del lavoro di costruzione. Prego dunque i Superiori a darmi una risposta anche telegrafica per norma.
Lo stato della nostra posizione si fa poi necessariamente degna di considerazione per le condizioni in cui veniamo a trovarci per il Seminario che è pieno, e allora o costruire o sfollare. Non pare prudente il primo, perché potrebbe trattarsi di un aumento speciale all’inizio dell’Opera, che poi col rassodarsi della medesima e colla separazione degli elementi che si piglierà la Congregazione all’atto di divisione, verrà a diminuire. Meglio dunque il secondo punto. Per sfollare vi sono varie forme.
Inviare qualcuno a Roma, Torino o altrove per lo studio. Mi piacerebbe che quelli che potranno essere fondamento della diocesi o dell’opera nostra, avessero un’educazione speciale.
Inoltre bisogna sfollare necessariamente i nostri chierici, tanto più se – come spero – sarà inviato un nuovo nucleo.
Ma dove li metto? Ho bisogno dunque di sapere per tempo le forze che invieranno i Superiori, per provvedere il locale necessario.
Colla scarsità di personale in cui ci troviamo abbiamo bisogno di concentrare le forze. Ad ogni modo mi urge ora avere le risposte dei Superiori per Tokyo e la possibilità di aiuto da parte dei Superiori per il nuovo personale.
Spero che vorrà essermi largo di consiglio e di compatimento.
Mentre tutti tutti la ricordano, le pregano dal Signore ogni bene, e specialmente il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti
1268 /Circolare salesiani / 1934-6-14 /
2.60 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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Miyazaki, 14 giugno 1934
Carissimi missionari,
Colla fine del mese di Giugno si chiude l’anno missionario, e dovendo inviare la relazione alla Santa Sede vi prego di volermi con cura riempire l’accluso modulo che mi sarà consegnato dagli interessati il 26 c. m. per la zona di Oita ed il 27 per la zona di Miyazaki in occasione della riunione per l’E. B. M. Prego rispettivamente i Sigg. Don Dumeez e Don Carò per la soluzione dei casi…
Avendo ormai finito di ordinare l’archivio definitivamente e volendo avere al centro i duplicati più importanti dei cristiani, prego i missionari delle residenze di Tano, Miyakonojo, Takanabe, Beppu, Nakatsu di portare con sé i loro registri parrocchiali (tutti: gli antichi e i nuovi) da cui in giornata estrarrò quanto è necessario per l’archivio generale.
Si avvicina la data in cui i Superiori prenderanno delle decisioni per il personale. Non avendo notizie specifiche da Torino, non vi so dir nulla. Preghiamo affinché ci sia inviato buon personale e sotto tutti i rispetti.
Dato lo stato finanziario del centro non mi è possibile fare quest’anno delle provviste dall’Italia per la missione in genere. Quindi ognuno sappia regolarsi. Possiamo d’altra parte trovare in Giappone e a buon mercato la maggior parte delle cose necessarie. Potete far dirigere all’Oratorio al Sig. Don Pellegrini quello che eventualmente vi fosse inviato personalmente. È bene però fare in fretta per essere sicuri che le cose partano colla spedizione, che potrebbe anche essere accelerata.
Ho bisogno dell’aiuto di voi tutti per alleggerire al centro le spese continuamente crescenti, e vi ringrazio fin d’ora di quanto farete al riguardo.
Come sapete il Signore ha provato il nostro Seminario colla morte del buon Yamada.
Era un giovane su cui avevamo fatto già grandi conti e che davvero dava a bene sperare di sé. Il Signore ha disposto diversamente ed è certo per il bene.
Durante le lunghe sofferenze fu meravigliosa la calma, la pazienza, l'attaccamento vivissimo che dimostrava per la scuola, Superiori e compagni. Preghiamo per Lui e preghiamo pure il Signore a volerci mandare delle buone vocazioni.
Cerchiamo di continuare con fervore il mese del S. Cuore. Non dimenticate il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1269 /Visita Miyazaki-Missione / 1934-6-14 /
Visita canonica alla Missione di Miyazaki
Visita casa di Miyazaki, Missione
14 giugno 1934
Anche quest’anno, grazie a Dio non trovo che da lodare per l’andamento della casa e nella sua regolarità di funzionamento materiale e spirituale.
Le opere vi sono fiorenti, la cristianità corrisponde nella sua gran maggioranza, i confratelli sono ben occupati.
Occorre continuare ad insistere per l’ordinamento e mantenimento della casa, ampliata in quest’anno nel salone Don Bosco e nella piccola libreria.
Non stancarsi per attuare la pienezza della carità coi cristiani e pagani, e specialmente coi poveri dell’Ospizio. Tendendo al massimo perfezionamento in ogni cosa.
Lasciai come ricordo l’amore sacrificato in ogni cosa.
Don V. Cimatti, sales.
1270 /Grigoletto Giuseppe / 1934-6-14 /
2.61 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice e grande benefattore |
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14 giugno 1934
Carissimo Don Giuseppe,
Accuso ricevuta dell’offerta della Signora Dal Soglio, consegnata a Don Liviabella, e rispondo alla signora.
Ricevuto i preziosi doni del Brunner e già ho risposto tanto a Lui che al Sig. Decimo. Ho intenzione di donare i Don Bosco ai capi-missione e ai Vescovi. È una maniera di far entrare Don Bosco. A me francamente piace più di ogni altro dei tanti sgorbi (per me sono così) pubblicati finora… Ma non essendo artista, né avendo conosciuto Don Bosco da adulto, sento di aver detto una bestialità che ritiro, salvo l’elogio per il Sig. Brunner.
Pensavo che il Decimo fosse in casa Brunner ed inviai là. Sto cercando qualche cosa che possa piacere a Brunner.
Penso che pel prossimo anno (60° della nostra missione e 10° della nostra) potrò pubblicare la monografia di cui mi parli, come si è fatto di quasi tutte le missioni nostre.
Grazie del tesoro spirituale di preghiere: è quel che ci vuole. Oh, se tutti lo capissero. Vorrei arricchire la missione di questi tesori indispensabili.
È sistema che fa male a nessuno (anzi!) e non dà ombre. Ed è per questo che ho scritto al tuo direttore e a te la lettera precedente: niente ti turbi.
Di’ ai confratelli che Don Cimatti abbisogna di mezzi spirituali. Allegro, mio Giuseppe. Sapessi che cosa sto domandando al Signore! Ed anche tu aiutami ad ottenerlo. Il Signore ti benedica e ti conceda ogni bene.
Saluta omnes.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1271 /Ricaldone Pietro / 1934-6-15 /
2.62 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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15 giugno 1934
M. R. Sig. Don Ricaldone,
Nella sua paterna bontà si è voluta ricordare dei figli lontani, che attendevano il responso dei Superiori. Deo gratias!
Faremo del nostro meglio, perché il massimo guaio è il povero Don Cimatti. Lei lo sa ed ha certo in mano i suoi desideratum.
Ho fede che il Signore in una forma o in un’altra mi deve aiutare.
Lei vede che più che pasticci non so fare e ne ha l’esempio nel caso presente, in cui si è invertito…
Ad ogni modo i Superiori l’hanno pensata bella per fare cooperare Don Cimatti o chi per lui ai pagamenti… Ormai ai debiti mi ci hanno assuefatto e i 5 più o 5 meno non conta molto.
Oh, Don Bosco! Sì, sì… Purezza! Ne ho bisogno più di tutti. Ne parlo, ne scrivo, esorto ed ho offerto per questo tutto me stesso; ma preghi per me che sono molto, ma molto uomo.
A fine mese invierò rendiconti ecc. ecc. e dovrò parlarle di molte cose.
La presente per assicurarla e tranquillizzarla della ricevuta grazia.17
Ci benedica tutti, nuovamente buon onomastico a Lei e a tutti i Pietro Capitolari.
Mi creda
Suo aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
1272 /Visita a Miyakonojo / 1934-6-18 /
2.63 Visita canonica alla casa salesiana di Miyakonojo |
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[18 giugno 1934]
Il nuovo trasloco non ha fatto variare le circostanze dell’ambiente. Mentre si sta cercando sede fissa, si continui nella direzione intrapresa. La vicinanza dell’Ospedale, la propaganda colla stampa, il lavoro dei cristiani possono presentare buoni elementi di azione e di propaganda.
Rinnovo le raccomandazioni precedenti che si fanno sempre sentire dato l’estendersi del- l’apostolato, salvo che per Tano, cui si penserà direttamente da Miyazaki.
Mi pare che tutto sia regolare e che i confratelli volentieri si accingano a tutti i sacrifici per compiere il proprio dovere. Grazie al Signore e a loro.
Don V. Cimatti, sales. Visitatore
1273 /Circolare salesiani / 1934-6-21 /
2.64 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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Miyazaki, 21 giugno 1934
Carissimi,
Già da vari anni in occasione della festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo vi ho esortato a fare una commemorazione del S. Padre (la festa del PAPA). Dispongo che per quest’anno sia fatta in tutte le residenze della Missione nella prima Domenica di Luglio o, se questa fosse impedita, nella seconda.
Oltre questa commemorazione essere consona ai desideri della Chiesa e allo spirito della nostra Società, in quest’anno riveste per noi un altro carattere, per quello che S. E. il Delegato Apostolico ha voluto indirizzare a tutti i Vescovi e Capi-missione, e che ben volentieri vi comunico e prego comunicare ai Confratelli e a realizzare i quali consigli vi esorto con tutta la forza di cui sono capace.
“Bisogna continuare la celebrazione della festa del Papa. Il programma consiste in generale in una Messa con discorso sul Papato in tutte le Chiese della Missione e con particolare solennità nella Chiesa Principale. Il dopo pranzo ha luogo una riunione letteraria e musicale [?]. Gli Ordinari e i Superiori di Missione sono obbligati a far conoscere alla Delegazione se e quando la festa del Papa fu celebrata”.
Mi pare che nelle nostre residenze già si fece come è consigliato. Vi prego di prendere gli opportuni provvedimenti a che quest’anno sia celebrata dappertutto con slancio non solo, ma facendovi partecipare oltre ai cristiani – nel limite del possibile – anche i pagani. Come commemorazione del pomeriggio può servire la solita riunione della sera. Consiglio che in Seminario e allo studentato e a Beppu (Figlie di Maria A.) si tenga una speciale commemorazione adattata all’ambiente.
Desidererei pure che la nostra stamperia pubblicasse per l’occasione o sul “Don Bosco” o su foglietto a parte qualche cosa che potesse servire di propaganda per i pagani. Prego di farmi breve relazione di quanto avrete fatto.
Ma ricevo e trasmetto pure un altro desiderio di S. E. il Delegato A. che vi prego caldamente di tradurre in realtà: “Incoraggio vivamente di sviluppare l’Opera del denaro di S. Pietro. Questo dà ai fedeli il senso dell’unità cattolica: è l’omaggio dei Figli al loro Padre.
Gli Ordinari e Superiori fissino una data per questa elemosina. L’offerta può essere inviata indirettamente, ma si prega di comunicare il resoconto alla Delegazione”.
In ossequio di questi desideri dispongo che tale raccolta si faccia in occasione della festa commemorativa del Papa, spiegando ai Cristiani il significato (che non è da confondersi con quello per l’Opera della Propagazione della Fede), inviando al sottoscritto colla relazione anche la raccolta fatta.
Ricordate ai cristiani che non è l’entità della somma, ma il cuore con cui viene fatta che conta…
Come figli di Don Bosco non dobbiamo essere secondi a nessuno in tutto quanto si riferisce alla glorificazione della S. Sede. So di fare appello a buoni figli di Don Bosco e sono sicuro che la manifestazione riuscirà ovunque degna del S. Padre.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Desidererei che si introducesse in ogni residenza l’abitudine di dire alla fine della Messa o alla benedizione la preghiera per S. M. l’Imperatore e per la famiglia imperiale, come riportata nel libro di preghiere.
1274 /Dal Fior Luigi / 1934-6-22 /
2.65 al chierico Luigi Dal Fior, tirocinante |
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22 giugno 1934
Dal Fior carissimo,
Deo gratias! Delle belle notizie che mi dai, godo e specialmente godo di comunicarti la tua ammissione ai voti perpetui. Comincia fin d’ora a prepararti e ricordati che i frutti saranno proporzionati alla preparazione. Ti seguo col pensiero e colla preghiera.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1275 /Tirone Pietro / 1934-6-… /
2.66 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale |
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[Giugno 1934]
Molto Rev. Sig. Don Tirone,
Non può credere come mi abbia consolato la sua e quanta luce abbia messo sulle questioni proposte. Grazie di cuore. Oh, se i Superiori potessero rispondere sempre e subito alle questioni, quanto vantaggio per le anime e per le opere!
Molte proposte sono allo studio presso i Superiori e spero che non tarderanno a dare il loro responso. Per l’ennesima volta ripeto: “Don Cimatti domanda tutto a tutti (guai se non domandasse!) e più ai Superiori”.
Desidererebbe (e quanto ha insistito lo sanno i Superiori) avere risposta: “Sì può – non si può – si concede – non si concede”. Strano che si dica che ho fretta e che i Superiori non sono di questo parere! Ma se le lettere dei Superiori che mi dicono di fare adagio… “che vuol dire in fretta” (così il Sig. Don Ricaldone). La Missione ha tentato qualche cosa – ma finora la Congregazione, qua tale, quid fecit? Nulla. Sono otto anni: non vi è ancora la sede dello studentato. Attendo ordini precisi per il Noviziato, per la casa di Tokyo. Non si può; non si crede opportuno? Ma lo scrivano. Ci darò dentro nella missione come si può. Lei mi parla di frenare lo zelo… Ah, amat.mo Sig. Don Tirone, bisogna che diamo lavoro ai confratelli.
Lo zelo purtroppo non l’ho – e me ne sento tanto sfornito che ho domandato formalmente di essere rimpiazzato e insisterò anche presso la S. Sede, e presso il Signore che mi prenderà presto in Paradiso. Non voglio rovinare le anime.
Sono persuaso delle strettezze dei nostri amati Superiori. Ma creda pure che non ho né impazienza, ne sfiducia, né irritazione contro nessuno. Domandai soldi che spettavano alla Visitatoria, ed i Superiori diedero. Domando per Tokyo perché è opera della Congregazione e ci sono promesse scritte dei Superiori. Non si può? Abbiano la bontà di significarlo. Certo tutti attendono, e ci facciamo della nomea… Per me sono del parere “quod vis facere, fac cito”. Ma come dico ne guadagnerà la Visitatoria e Missione quando non ci sarà Don Cimatti.
Evviva Don Bosco! Anche qui dove ci siamo sforzati di celebrarlo nelle nostre residenze, è riuscito un qualche cosa di incomprensibile per noi pure – la riuscita – l’affluenza, il bene. Oh, Don Bosco, oh, Don Bosco! E pensare che i Superiori vogliono si vada adagio. Né noi, né il Sig. Don Ricaldone, né i Superiori conosciamo il Giappone – ma queste tregue volute, ah, creda, sono la rovina di tutto il lavoro fatto. Fiat voluntas Dei! È meglio questa che tutti i pensieri di Don Cimatti. Ed ora ne dico una che è nel cuore di tutti i missionari. Stabiliscano un Superiore della missione, ma che abbia solo quella da accudire. Era il voto ardente che rimase inascoltato all’ultimo Capitolo; sarà la salvezza delle missioni. Oh, come ne guadagnerebbero le missioni!…
Grazie per le idee su Fogliani. Penso che non si concluderà nulla. Oh, è ben grave il problema dei coadiutori che ho – tre dovrei rimandarli subito.
Ma me li hanno dati i Superiori. Ma conoscevano a Torino Fogliani? Maccario, ecc. Ma perché mandarli in missione?
Preghi per me e perdoni lo sfogo: anch’io le parlo di mia iniziativa e private.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1276 /Tassinari Clodoveo / 1934-6-… /
2.67 al chierico Clodoveo Tassinari, studente tologia a Hong Kong |
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[Giugno 1934]
Mio buon Tassinari,
Grazie della tua consolantissima. Ho letto molto fra le righe e mi pare di vedere chiarissima l’anima tua.
Non mi resta che dire: “Continua… Perge, fili mi”. Ho musicato olim un pezzo le cui parole erano: “Non chi comincia sarà salvato, ma chi continua sarà premiato”.
La squadra ginnica in Giappone forse a Tokyo o nei grandi centri attecchirà. Olim Don Cavoli cominciò a Miyazaki. Si dovette piantarla per l’incostanza e perché i giapponesi dicevano “Cinese” (= Shinajin) “sono movimenti dei cinesi”.
Vedremo.
Verranno, spero, gli amici. Il quartetto potrà funzionare. Ah che cori! Tu, Zanarini, Floran, Filippa… Vi ho messo in ordine ascendente di stonatura… (che satira!).
Mons. Hayasaka ha ripigliato il lavoro, ma non potrà certo fare come prima.
Allegro, buono, con Dio e con forti desideri.
Ti abbraccia il
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1277 /Lorenzoni Livio / 1934-6-… /
al chierico Livio Lorenzoni, salesiano
+ [giugno 1934]
Carissimo Lorenzoni,
Dies advenit… Dies tua.18 Oh, se ti ricordo, mio buon figliolo!
Sì, sì. Possa essere come D. Bosco! Sii umile e generoso con Gesù e vi riuscirai.
Tuo aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
1278 /Ricaldone Pietro BS / 1934-7-1 /
2.68 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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In silentio et in spe…19
Miyazaki, 1 Luglio 1934
Amatissimo e M. R. Sig. Don Ricaldone,
La festa dell’attuale Rettor Maggiore coincide proprio colla chiusura dell’anno missionario, e mi sembra bella partecipazione alla medesima, l’offerta del nostro modesto risultato del lavoro annuale, che Lei, amato Padre, può vedere nell’accluso specchietto riassuntivo.
Forti sbalzi in avanti non ci sono, né forti regressi, mi sembra però avanzata lenta a piè di piombo, se si vuole, ma avanzata. Al momento attuale, nell’ordine attuale delle circostanze d’ambiente, colle forze attuali, coi mezzi attualmente a disposizione non si poté fare di più.
Missionari, confratelli, Figlie di Maria A. e i collaboratori di vario genere all’interno e all’estero, volenterosamente e con gran cuore hanno fatto il loro dovere. Sia benedetto Iddio; siano encomiati quanti hanno lavorato o cooperato direttamente o indirettamente all’avvento di Dio nelle anime. A tempo opportuno la ricompensa adeguata per tutti dal buon Dio, regale rimuneratore. Il povero missionario non può che dire il commosso “Grazie” della riconoscenza e non ha la possibilità che di offrire le quotidiane preghiere e i sacrifici, di cui è materiata la sua vita. E le assicuro che tutto ciò è fatto continuamente per i nostri amati superiori, fratelli ed allievi e per i benefattori ed amici della missione.
Le cifre al solito non possono esprimere la realtà del lavoro vivente, e più del lavoro nascosto, di penetrazione costante, di quello che appunto perché meno appare è forse il più efficace; di quello attuato da forze che non possono apparire sulla carta e che sono i veri fattori attivi dall’apostolato, e meno ancora possono le aride cifre palesare al mondo i sacrifici del missionario e di quanti lo coadiuvano, gli ostacoli contro cui va a sbattere, le palesi ed occulte lotte, consce ed inconsce contro il lavoro dell’apostolato. Ad ogni modo le cifre dicono anche qualche cosa, dicono l’ardente e fermo proposito di noi tutti, di voi tutti che con noi fraternamente lavorate, di continuare con fede nell’impresa.
Sono frutti concreti del lavoro d’apostolato di quest’anno il nuovo edificio del SEMINARIO INDIGENO a Miyazaki, e più l’aumento consolante dei nostri seminaristi saliti a 37. A Nakatsu un piccolo nucleo (12) di giovani comincia a delineare un futuro vivaio preparatorio al Seminario.
Ad Oita già si deve pensare come ampliare l’Asilo, incapace di contenere decorosamente i 56 allievi.
La prossima apertura della scuola tipografica di Tokyo lascerà ad Oita spazio conveniente.
Le Figlie di Maria A. a Beppu e Miyazaki vanno dando sviluppo e all’Opera della S. Infanzia e al pensionato ed opera di protezione della giovane, che danno già abbondante frutto di bene.
A Miyazaki poi lo sviluppo dell’Ospizio, che già accoglie 75 persone, esige nuovi ampliamenti, mentre le conferenze di S. Vincenzo di Miyazaki con la nuova di Beppu vengono estendendo alle 80 famiglie i benefici effetti delle caritatevoli istituzioni. La nuova libreria cattolica inoltre è buon focolaio di propaganda.
L’opera del missionario vagante svolgentesi in zona di Oita, Nakatsu, e Beppu e Miyakonojo ha la sua massima attività in zona di Takanabe, dove il nostro Don Lucioni ha già dieci nuclei di cristianità in formazione. Ovunque l’opera di penetrazione si effettua con conferenze e specialmente con la distribuzione settimanale e dietro richiesta del giornale cattolico, cui fa seguito libri ed altro, che serva a diffondere il pensiero cattolico.
Oh, i miei buoni missionari quanti begli episodi di fede, di sacrificio potrebbero raccontare di poveri pagani, che iniziano la conoscenza di nostro Signore.
È di poco tempo fa il fatto di un uomo sui trent’anni che si presenta al missionario, chiedendo l’istruzione religiosa. Abita a quattro ore di viaggio disagiato; un’ora e mezzo a piedi (talora vi è servizio d’auto); un’ora e mezzo su decovil (!) di montagna per trasporto del legname (e siccome non ha orario, se non si incontra il trenino, bisogna fare tutto a piedi per strade, sentiero, cui mancano ancora i ponti). E nonostante questo si propone di andare almeno una volta al mese, lui, povero pagano, al luogo più vicino di riunione dei cristiani.
Ringraziando il Signore continuano pure numerose le adunanze giovanili, delle quali batte il record l’oratorio quotidiano di Tokyo.
La zona in cui è situata la nostra missione, anche per volontà del governo imperiale, viene rapidamente popolandosi ed arricchendosi di opere civili e sociali, destinate alla ripopolazione e dissodamento di zone abbandonate. Enormi fabbriche di concimi chimici, di seta artificiale, esplosivi ed industrie annesse (le più grandi del Giappone) – grandi basi di aviazione militare e civile – fervore di opere stradali e ponti – sviluppo moderno dei mezzi di viabilità, ecc. col conseguente richiamo di operai, aumentano la popolazione della missione, in modo straordinario. Occorre assolutamente, che parallelamente a questo importante movimento di attività che si inizia nell’estrema periferia del Giappone, anche il movimento religioso progredisca – se no, arriveremo in ritardo, quando cioè, le posizioni saranno occupate e per il missionario cattolico e per le opere cattoliche non ci sarà che l’angoletto ristretto e scomodo per tutti – che finisce col gettare il discredito sulla religione – e col mettere il missionario e il cattolicismo in posizione più che ausiliaria, povero sopportato che non può aver prestigio né forza di attrazione. È il solito ritornello con cui si chiudono le lettere dei missionari. Occorre personale, occorrono mezzi per acquistare terreni su cui costruire le opere dell’apostolato; occorrono uomini di buon volere, che coadiuvino colla preghiera e cogli aiuti materiali, gli sforzi di noi tutti.
Amatissimo Sig. Don Ricaldone, quest’anno è per noi anno santo. È volere di noi tutti che molto, molto molto maggior bene sia realizzato per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime.
Oh, amato Padre ci aiuti, e con Lei tutti gli amici nostri, a realizzare questa che è l’irremovibile ed attiva volontà di noi tutti.
Ci benedica e preghi per noi.
Aff.mo come figlio
Don V. Cimatti, sales.
1279 /Amici della Missione / 1934-7-1 /
agli Amici della Missione Salesiana in Giappone
[1 Luglio 1934]
Col chiudersi dell’anno missionario 1933-34 i Salesiani di Don Bosco in Giappone offrono ai Benefattori ed agli amici il modesto risultato del loro lavoro espresso in cifre.
Le difficoltà caratteristiche e continue in cui si trovano, non sono un motivo di rallentare nell’attività di apostolato. Affidano il loro lavoro e sacrifici inerenti alla loro vita al buon Dio per la redenzione delle anime; assicurano preghiere speciali per quanti concorrono alla dilatazione del Regno di Dio in questa terra di martiri, supplicano tutti i buoni a venir loro in aiuto con preghiere e con mezzi materiali, secondo la possibilità di ognuno.
L’anno della canonizzazione di Don Bosco porti ad ognuno dei nostri buoni benefattori ed Amici le più elette benedizioni di Dio.
[Seguono statistiche – si omettono]
Non posso trattenermi da dire il grazie riconoscente a quanti in occasione della glorificazione del nostro Don Bosco vollero ascoltare l’invito che avevo fatto che si domandasse per noi a Don Bosco la grazia della salvezza delle anime.
Fui ascoltato e molti lo espressero per lettera. Vogliate, o buoni amici, continuare in tutto quest’anno (per noi anno santo) ad innalzare incessantemente a Dio questa preghiera.
Ed ora rapidi cenni di cronaca degli avvenimenti notevoli dal 12 Aprile.
Tutte le residenze hanno celebrato la festa di S. G. Bosco nel miglior modo possibile. Intervento cordiale di autorità religiose, politiche, civili e militari – masse di giovani. La carità di Don Bosco è davvero attrattiva e diffusiva. Il Boll. Sales. dirà a tutti i particolari.
Le autorità provinciali, cittadine e scolastiche vanno sempre più interessandosi delle opere della Missione e fanno visite non infrequenti al nostro Seminario e all’Ospizio, che cominciano ad essere insufficienti al numero degli allievi (41) e ricoverati (75).
Anche la piccola Opera di Nakatsu (vivaio per vocazioni) coi suoi 12 allievi si è impiantata benino.
Don V. Cimatti, sales. Sup. Miss.
1280 /Circolare Salesiani / 1934-7-2 /
ai Salesiani della Visitatoria S. F. Saverio
Miyazaki, 2 luglio 1934
Carissimi,
Il ritardo di risposta di alcune lettere non mi permisero finora di comunicarvi le date dei nostri Esercizi.
Pur permanendo tale ritardo vi comunico (e spero non ci saranno contro ordini) – che anche in quest’anno per comodità di vari confratelli e case, si terranno DUE MUTE di esercizi nel nostro SEMINARIO indigeno di Miyazaki.
La prima si inizia la domenica cinque agosto per finire la mattina del sabato 11 Agosto. La seconda alla domenica 19 di agosto per finire il successivo sabato. I capi-residenza o delle case abbiano la bontà di prendere le dovute disposizioni affinché tutti i confratelli possano compiere questo loro dovere.
Per quelli che dovessero emettere i voti saranno prese speciali disposizioni e saranno avvisati in tempo utile per il prolungamento dei loro esercizi.
È per noi l’anno santo – è l’anno della canonizzazione di Don Bosco – motivi tutti che ci devono spingere a fare meglio che ci sia possibile il nostro dovere.
Preghiamo vicendevolmente per la buona riuscita dei nostri esercizi.
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Si avvisi il sottoscritto a quale delle mute si partecipa, per gli opportuni preparativi.
1281 /Circolare salesiani / 1934-7-4 /
ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 4 luglio 1934
Carissimi,
Riceverete il resoconto dell’anno missionario che grazie a Dio e alla vostra attività riuscì anche quest’anno, per noi ANNO SANTO, a continuare nella consueta attività per la gloria di Dio e per la salute delle anime.
Si avvicina l’epoca dei nostri esercizi che saranno fatti nel prossimo mese. In preparazione non sarà mal fatto la lettura delle Regole e la preghiera interna per la buona riuscita. Prego i capi-residenza a prendere le disposizioni per il conveniente riposo dei confratelli e per quelle case i cui allievi passano il riposo in famiglia, raccomando gli opportuni consigli che soleva dare Don Bosco ai giovani che andavano a passare il riposo in famiglia.
Facendosi sentire più che mai il bisogno della pioggia prego fare speciali preghiere per ottenere questa grazia.
Volendosi pubblicare per l’Assunta il solito numero di AMICI DELLA MISSIONE prego inviare immediatamente al nostro Don Marega il materiale che si desidera pubblicato.
Fu spedito un po’ di vino nero alle singole Residenze. Usiamo anche questo dono di Dio “in spiritu paupertatis”. Penso che in questa stagione calda ci abitueremo alla bevanda nazionale: ne acquisteremo vantaggi in tutti i sensi.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Ho pregato Don Marega [che] si interessi per la forma degli “Amici della Missione”. Più presto potrà farà stampare. Domani invio il materiale. 3500 copie bastano…
Disposizioni liturgiche
Su vari punti esaminati, non avendo le disposizioni più recenti, farò quesiti speciali a Torino. Prego nei dubbi consultare testi di liturgia ed anche il “Perfice Munus” che ha sempre risposte interessanti al riguardo.
Cercate anche di istruire il popolo sulla liturgia.
Ordine da seguirsi nella BENEDIZIONE col SS.mo Sacramento in relazione ai canti (in quantum fieri potest):
All’esposizione – mottetto Eucaristico in latino.
Mottetto o lode sulla festa del giorno – Maria SS.ma in giapponese.
Oremus pro Pontifice.
Tantum ergo.
Lode finale in giapponese.
Al più presto si provveda pel conopeo prescritto pel S. Tabernacolo là dove non ci fosse.
L’esposizione è da farsi coll’ostensorio o colla pisside da tenersi sempre solo nel tabernacolo, mai sull’altare (cfr. Per. munus Marzo 1930).
Durante l’esposizione e benedizione si incentri tutto in Gesù, quindi non si accendano lumi o candele alle immagini sacre o reliquie – e se accese prima per una funzione speciale, si spengano prima dell’esposizione.
Pro-memoria per i Sigg. Direttori
Mezzo efficace per godere autorità è appoggiarsi sempre alle Ss. Regole, ai regolamenti, alle parole di Don Bosco e dei Superiori maggiori. Vi prego di dare pubblica lettura di quanto ricevete dal centro.
Prendetevi cura del personale. Vegliate che ciascuno faccia bene la sua parte (consigliate che ciascuno rilegga la parte dei regolamenti, e regole corrispondenti alle sue attribuzioni). Aiutate, indirizzate: il che si fa in via ordinaria con le conferenze (si fanno tutte le prescritte?) e rendiconti (si fanno bene?)
Vi raccomando in modo particolare i chierici. Abbiamo verso di loro obblighi speciali (far la parte del Maestro di novizi – avvisateli con frequenza, parlate con loro e fateli parlare – scuola di testamentino, ecc. nella prima quindicina di dicembre avranno gli esami di tirocinio), e i coadiutori (vi ricordo per loro la prescritta istruz. catechistica e il loro lavoro all’oratorio). E i famigli (ricordo il canone 509/2, se non è presso di voi provveduto diversamente e più convenientemente).
Stiamo mordicus alle nostre Ss. Regole e regolamenti anche nelle piccole cose ed il Signore ci benedirà.
Don V. Cimatti, sales.
1282 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1934-7-7 /
2.69 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone |
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Missione Indipendente di Miyazaki
7 luglio 1934
Rev. Madre,
Le belle notizie di questi giorni mi hanno riempito l’animo delle più belle consolazioni: la rielezione delle loro amate Superiore, la bella ed esauriente relazione del lavoro annuale compiuto e che trasmetto alla S. Sede nella speranza di essere ascoltato, e l’approssimarsi del suo Onomastico, che può pensare sia da noi tutti ricordato e specialmente da Don Cimatti (non le faccio una poesia perché sentirebbe che versi!…), tutte belle notizie, dico, che riempirono l’animo di consolazione. Proprio vero che il Signore non lascia mancare di ricordarci che siamo in “valle lacrimarum” da buon Padre sempre pensa anche ad accontentare in qualche modo i suoi figli. Sia dunque ringraziato il Signore di tutto e Lei Rev.ma Madre che fu strumento di queste consolazioni.
Resta inteso per gli Esercizi. Non posso regalarvi predicatori di cartello: Don Pedro ed il sottoscritto si metteranno a vostra disposizione. Se desidererà qualche cosa di speciale per le novizie, combineremo anche quello. Ed ora un ricordo spirituale.
Alle Madri: cerchiamo nell’anno della Canonizzazione di Don Bosco e per noi ANNO SANTO di imitare Don Bosco nello zelo per la salute delle anime.
Alle professande: esatto esame del come si sono finora osservate le Costituzioni e regolamenti.
A quelle che fanno i voti: la mia è proprio la vera fotografia della Figlia M. A.?
Alle novizie: GESÙ e MARIA sono stati contenti del mio noviziato? A che punto sono arrivata?
Alle aspiranti: se dovessi ora incominciare il mio noviziato che cosa ancora mi manca per farlo bene?
A tutte: pregate per il povero Don Cimatti affinché erigendosi a maestro degli altri riesca a fare un po’ di bene all’anima sua, che ne ha enorme bisogno, più della vostra.
Coraggio. Si avvicina la grazia. L’ora della venuta speciale di Gesù. Tutte siate pronte ad approfittarne perché non sappiamo se ancora potremo approfittare per molto tempo.
Vi benedico tutte tutte tutte nel Signore.
Ottimo e santo onomastico.
Suo obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
1283 /Propaganda Fide / 1934-7-9 /
2.70 alla Sacra Congregazione di Propaganda Fide |
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Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 9 luglio 1934
Eminenza,
È col sentimento di viva riconoscenza al Signore e ai benefattori dell’Opera della Propagazione della Fede che mi onoro di presentare all’E. V. la prescritta annuale relazione sullo stato della Missione indipendente di MIYAZAKI.
Stato generale della missione
Dopo l’annuale visita compiuta in ogni punto della Missione mi pare di poter affermare che i Missionari tutti, le Figlie di Maria Ausiliatrice e quanti collaborano nella propaganda missionaria, nonostante le continue difficoltà, la naturale sterilità del campo, l'insufficienza dei mezzi ed anche la nostra poca pratica nell’apostolato, tutti per la parte loro affidata si sforzano di fare il loro meglio per compiere il loro dovere.
Le cristianità, e le numerose e le piccole, mi sembrano assai animate non solo nell’osservanza dello strettamente obbligatorio, ma anche del libero o semplicemente consigliato, ed è consolante constatare ad esempio che quando si celebra la S. Messa, anche nei giorni feriali, sono numerose le Sante Comunioni; pochi i freddi, i traviati, i tiepidi.
Nuove opere
Il Seminario indigeno, salito a 37 allievi, si è trasportato definitivamente nella nuova sede a Miyazaki, visitato ed ammirato dalle autorità locali e da ogni ceto di persone. È in corso l’approvazione provinciale come scuola riconosciuta.
Iniziata a Nakatsu una scuola apostolica che già conta 12 future speranze.
Le Figlie di Maria Ausiliatrice a Beppu e Miyazaki hanno aperto pure l’opera della S. Infanzia ed una specie di pensionato a protezione della giovane che già dà buoni risultati con 20 ricoverate.
Colgo l’occasione per raccomandarmi alla carità del Consiglio dell’Opera affinché mi dia modo di aiutare anche materialmente queste buone religiose che davvero vivono nella dura necessità.
La nuova Conferenza di S. Vincenzo de Paoli a Beppu estende l’azione benefica della medesima a 80 famiglie.
Come tentativo ho stabilito un missionario ambulante a Nord di Miyazaki e già sono formati 10 piccoli centri di irradiazione di propaganda cattolica assai bene organizzati.
Come salesiani si tenta infine di lavorare per la gioventù povera ed abbandonata nelle scuole quotidiane di catechismo e in quelle domenicali. Questo lavoro è vero che lega il missionario e sembra lo distolga dall’apostolato tra i pagani adulti, ma è un lavoro preparatorio, penso assai fruttuoso, per l’avvenire e che circonda di simpatie la Missione e per parte delle autorità locali e delle famiglie.
Se ne ebbe l’esempio nella festa di Don Bosco in cui noi stessi ci meravigliammo del concorso alle varie manifestazioni civili e religiose, oltre la falange dei giovani, di ogni sorta di autorità, del ceto insegnante e di ogni sorta di persone delle più disparate condizioni sociali.
Urgenti necessità
Sottopongo all’illuminato consiglio della S. Congregazione di P. F. il seguente problema, già ripetutamente prospettato.
La Missione indipendente di Miyazaki, specie nella sua parte Sud, poco abitata, viene a risentire dello sviluppo che per volontà del Governo Imperiale, viene ad attuarsi assai rapidamente.
Ad esempio è di quest’anno lo sviluppo di una nuova città che da 25.000 abitanti è salita a 50.000 abitanti per enorme sviluppo di fabbriche (concimi, seta, esplosivi) con accorrere di elemento operaio fra cui non pochi cristiani.
La missione non può rimanere inerte di fronte a questo sviluppo, ma non ha i mezzi per acquistare piccoli terreni per stabilirsi ed agire fin da principio. Ogni ritardo è tutto a danno materiale e spirituale e si arriva quando i terreni sono cresciuti a prezzi proibitivi per le nostre borse. Le case di fitto (la soluzione adottata finora) ci mangiano in pochi anni l’equivalente del capitale.
Domando a questo scopo per la compera un sussidio straordinario anche minimo.
Comincerò così ad impiantare le Residenze nei punti più urgenti.
Mi fu risposto che Propaganda non concede sussidi per questo scopo. Domando rispettosamente che il Consiglio trovi modo di concederli dato l’urgente necessità. È indispensabile specialmente per vari posti (Nobeoka, Usuki, Miyakonojo, ecc.) che potrei acquistare ora relativamente con poco (in globo Lire 50.000) e con evidente vantaggio immediato per le anime e per l’avvenire della Missione.
Ho varie residenze in condizioni speciali per tutte queste necessità e di persone (Suore di Don Bosco) e di luoghi. Il Signore rimeriti in tutto la carità dei benefattori per cui si prega quotidianamente.
In quest’anno, particolarmente per noi ANNO SANTO, e come salesiani anno della Canonizzazione di Don Bosco, ci proponiamo di lavorare più intensamente applicando a queste care anime i frutti della Redenzione. Voglia l’E. V. umiliare questi sentimenti nostri al Santo Padre, e l’E. V. preghi per noi e ci benedica ed in modo speciale benedica chi si professa come figlio
Della E. V. Rev.ma
Obbligatissimo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
Super. miss.
1284 /Caviglia Alberto / 1934-7-10 /
+ Miyazaki, 10/VII/34
Amat.mo D. Caviglia,
La sua inaspettata e graditissima, colla vistosa offerta davvero regale degli amici di S. Giovanni, mi ha commosso davvero. Oh, D. Bosco, D. Bosco! Grazie, caro D. Alberto, e grazie a quanti hanno cooperato. So dai giornali delle escursioni sue celebrative. Bravo D. Alberto! Ma come fa Lei a fare e a far così bene, e come fanno gli amici di S. Giovanni a voler tanto bene a questa missione? È l’amore alle anime che guida voi tutti. Siate benedetti, siate benedetti.
Godo immensamente della felice riuscita della festa di S. Giovanni. Non poteva non riuscire dato quanto D. Bosco ha fatto per S. Giovanni, dato chi lavora a S. Giovanni e chi frequenta S. Giovanni. Deo gratias! Soli Deo honor et gloria.
Grazie pure di quanto fa ad ogni piè sospinto per la propaganda nostra. Vado a rilentissimo a mettermi in comunicazione diretta col governo d’Italia (e potrei farlo perché ho relazioni e potrei averle anche col Duce directe e lascio piuttosto che facciano coll’Ambasciata, ecc. altri, perché sono sicuro che se si sapesse e strombazzasse in Giappone che il governo italiano sussidia o dà forti somme ai missionari italiani, ne deriverebbe un danno. Oh, D. Caviglia, capisco niente di politica o diplomazia, ma se vi è un popolo suscettibile al sommo è questo – e ne perderemmo e come salesiani e come cattolici. Bisognerebbe che il governo desse ai Superiori. Per me sono di questo parere. In questo ordine di idee (che i missionari possano essere mandatari di governi) si è poco progrediti dai tempi di S. Francesco – e Lei sa che fra gli incentivi delle persecuzioni ci fu anche questo, ed ora con un governo non tenero certo per i cattolici e religiose, e mai tenero per gli europei, la precauzione è mai troppa. Il giapponese è tipicissimo, furbissimo nella sua infantile semplicità – e potesse ora rinnovare le persecuzioni d’un tempo ne ha tutte le doti.
Mi avveggo di dilungarmi ed entrare in campi delicatissimi, e che non è prudente affidare alla carta. I giapponesi non si convertono facilmente perché superbi – perché i missionari sono stranieri – e perché per loro il massimo problema è quello della materia – Non hanno filosofia – e i problemi dello spirito vanno a farsi benedire.
Mi perdoni la predica – ma ci vogliono ancora secoli… Quindi il meglio è formare buon clero indigeno e lavorare nelle opere della gioventù e beneficenza, ed è quello che modestamente si tenta di fare. Sembra tempo perso. Ma nelle nostre feste di D. Bosco come spiega Lei l’accorrere delle masse (a Miyaz. alla conferenza e musica non erano meno di 3000 – fra cui tutti i pezzi grossi della provincia, comune e scuole) per onorare uno straniero (santo… non capiscono una saetta). Sono i giovani nostri che in un bel coro di oltre 500 guidati dal barbone cantavano e bene 20
Oh, D. Bosco! Non è tempo perso, e vedrà fra 10 anni… Chi ci sarà, chi vivrà, vedrà.
So dal Sig. D. Giraudi delle precarie condizioni di salute del nostro caro D. Ricaldone. Preghiamo.
Evviva D. Pagella! – Pare che al gran Seminario si metterà un organetto. Venisse per collaudarlo! Ma faccia così: vengano giù! facciamo una tournée… onore e gloria – Prego di gran cuore per Lei cotidie e per la sorella e tutti i buoni amici di S. Giovanni, dall’ottimo Sig. D. Bettini al buon Carlo.
L’abbraccio e bacio. Tutto suo aff.mo
D. V. Cimatti, sales.
Abbia la bontà alla prima occasione di sapermi dire il nome del Comm. Zoppi (quello che si prestava nel teatro a S. Giovanni) – non so se sia Giovanni o Giuseppe o altro).
1285 /Circolare salesiani / 1934-7-16 /
2.71 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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Miyazaki, 16 luglio 1934
Carissimi,
Ho potuto – col vostro aiuto – fare il duplicato dei nostri registri “STATUS ANIMARUM”. Mentre scorrevo quelle pagine ricche di tante firme che ci dicono il lavoro dei missionari che ci hanno preceduto, e che chiaramente dicono il lavoro vostro, mentre ringraziavo di cuore il Signore, rivedevo tanti nomi a me noti e che purtroppo rappresentano forze ammalate o perdute momentaneamente, e mi venne il pensiero di suggerirvi che da buoni pastori seguiamo almeno indirettamente queste povere pecorelle, tentando di non lasciar spegnere il lucignolo fumigante… E specialmente in quest’anno santo vediamo se possiamo fare anche qualche cosa di più per esse. Scorrendo poi le pagine dei vari registri ho constatato qualche imperfezione che vi prego di correggere al più presto.
Leggiamo tutti con cura il prescritto del C. J. C. e conformiamoci alla lettera a quelle prescrizioni.
Il Can. 470 riassume tutta la materia e i cann. 777 - 798 - 1103 - 1238 in relazione ai singoli libri. Può essere che per il passato in questa parte si è fatto quello che si è potuto, ma trovo ancora annotazioni in matita, o su foglietti e nomi scritti in maniera pressoché illeggibili. Coll’estendersi della Missione, si estenderà anche di più la necessità di rilasciare documenti ufficiali. Vediamo, miei buoni missionari, di metterci nelle condizioni di compiere bene anche in questo il nostro dovere. Intendo di riparare con queste osservazioni alla visita forse troppo superficiale fatta precedentemente ai registri.
A quesiti da alcuni missionari, dopo di aver consultato chi di dovere, rispondo:
I missionari, religiosi e religiose non si registrano nello “Status animarum” delle parrocchie, ma in quello dell’Istituto o Congregazione cui appartengono.
Il Superiore locale si accontenta di trasmettere al Capo del distretto per il rendiconto annuale, il numero dei professi, novizi, postulanti, allievi, aggregati, ecc. che forma la sua comunità.
Le istituzioni di carità e di educazione non tengono registri di battesimi, cresime, matrimoni o defunti se non a titolo privato. I Superiori di tali Istituti debbono comunicare al Capo-distretto il numero di quelli che nell’Istituto hanno ricevuto qualche Sacramento ecc. È il registro della Chiesa che fa fede dell’amministrazione. Prego quindi per casi che fossero rimasti sospesi di mettersi in regola, essendo questa la prassi adottata per tutto il Giappone.
Preghiamo per il buon esito dei nostri prossimi S. S. Esercizi.
Pregate anche per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1286 /Propaganda Fide (segretario) / 1934-7-24 /
2.72 al Segretario della Sacra Congregazione di Propaganda Fide |
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Miyazaki, 24 luglio 1934
Eccellenza Rev.ma,
Accolga gli ossequi del povero Salesiano Superiore della missione di Miyazaki in Giappone, che in tante circostanze ha provato la carità dell’E. V. – accolga l'assicurazione delle nostre preghiere continue.
È da tempo che desideravo aprire all’E. V. il mio cuore su una questione che ritengo di suprema importanza e per l’anima mia e per il presente e più per l'avvenire della nostra cara missione.
I miei Superiori conoscono da tempo le mie ansie, ed anche recentemente ho fatto loro presente la decisione di scrivere all’E. V., come Superiore Ecclesiastico da cui dipendo. Abbia la bontà di ascoltarmi, e perdonarmi l’inesattezza dell’espressione. Mio unico desiderio è di mettere a posto l’anima mia e assicurare il bene delle anime dei miei confratelli e delle popolazioni a noi affidate.
Quanto esprimo, non è mosso da sfiducia o da scoraggiamento. Il Signore (grazie a Dio!) non ci lascia mancare le consolazioni dell’apostolato.
Non sono difficoltà di salute, che grazie a Dio mi pare buona: avrei bisogno di trovarmi in condizioni di consumarla più intensamente per Lui e starei ancor meglio.
Ho domandato e domando insistentemente ai miei Superiori ecclesiastici e religiosi, di essere esonerato dalla carica di Superiore. Ho domandato e domando insistentemente, che mi si permetta di lavorare come umile gregario, qui in Giappone, in qualsiasi povera e sacrificata missione, ma l’imploro per l’amore di Dio, non come Superiore. Non rifuggo, no, i sacrifici inerenti all’ufficio come tali, ma vedo chiara davanti a Dio la mia assoluta inettitudine a governare – è per me una continua tortura di coscienza – ho la convinzione che tutti i miei missionari fanno meglio di me, perciò lascio fare – e in tal modo le cose vanno lentamente disaggregandosi, a mio modo di vedere. Non ho forza né energia di carattere – non mi intendo né di finanza né di amministrazione.
Non pensi che voglia caricare le tinte, oh no! mi vedo così chiarissimamente davanti a Dio, per non parlare di altre mie miserie spirituali.
Ecco lo scopo della presente, che oggi 24 del mese, per noi salesiani, sacro a Maria A. ho voluto scrivere e mettere ai piedi di Gesù prima di spedire.
Non sta a me suggerire proposte, ma non mancano in missione uomini ad hoc, né ai Superiori la possibilità di eleggere.
Affido la mia domanda al cuore paterno dell’E. V. Mi pare così naturale l’esaudimento, che di gran cuore sin d’ora la ringrazio di quanto farà per chi si professa
Dell'E. V. Rev.
Obbligatissimo
Vincenzo Cimatti, sales.
Sup. miss.
1287 /Braga Carlo / 1934-8-4 /
2.73 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina |
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4 agosto 1934
Carissimo Don Braga,
Ringrazio il Signore della tua carissima cui rispondo con un ricordino ai fringuelli. Grazie di nuovo di quanto fate per questi cari confratelli.
Dico la S. Messa per voi come povero contributo per quanto avete, e fate.
Non c’è bisogno di altro.
Ho saputo da Mons. Antoniutti le pratiche per Nanchino. Te Deum.
Evviva Don Pasotti e Mons. Mathias. Quelli sono uomini. Mi vuoi ad Hong Kong? Penso che i Superiori accetterebbero. È un momento buono… Per me; non temere. Sempre Don Cimatti.
Per la proposta che mi fai potrei teoricamente inviarti qualcuno:
ma, o avresti qualche grattacapo di più,
o gente che non ti serve allo scopo per cui domandi, e non oso neppure proporteli. Ho personale in generale stanco, ammalato (e per vari in tutti i sensi) e scarso ai bisogni. Mi dici che il più bruciato sei tu: no, è Don Cimatti, che (rimanga tra noi) ha domandato a Torino e Roma di essere messo come semplice gregario al lavoro. E spero che il Signore mi esaudisca perché è certo per il bene delle anime, fra cui la mia.
Penso che se di qua ti venisse aiuto, da Torino non ti verrà nulla.
Penso aver parlato chiaro a Torino – e per mancanza di personale in pratica ridotto le case (Tano e Miyakonojo) – ho trasportato lo studentato a Miyazaki (quindi ridotto Takanabe). Dovrò dare tre confratelli per Tokyo (Scuola Don Bosco) che si aprirà in dicembre. E la missione è a terra – mi tolgano dalle condizioni attuali che mi legano (come te) e lavorando per dieci qualche cosa si può tener su… Ho un prete che non mi studia il giapponese e che non posso utilizzare… È uno di quelli che potrei darti – ma per scuola soda come ci vuole, zero… Allora? Il Signore ci aiuti. Non pensare che ci siano nello scrivente scoraggiamenti, per parte mia o altro – mai stato tranquillo e allegro come ora. È la chiara realtà che in coscienza devo mostrare ai Superiori (e quante volte l’ho già fatto). Don Cimatti deve esser soppresso dalle sue condizioni attuali – è preghiera incessante e in qualche forma (ce n’è tante) spero che la bontà di Dio mi esaudirà, fosse anche col Paradiso che desidero… Cupio… ma fiat voluntas Dei.
Godo che anche tu abbia scritto chiaro a Torino. Il Sig. Don Berruti fa sforzi per aiutarci, ma riuscirà fino a un certo punto solo e quindi, caro Don Carlo, disponiti a ballare come tenta di fare Don Cimatti, l’assoluto inetto al comando.
Don Bardelli: optime.
Sta’ pur tranquillo che lo studentato in Giappone è ancor di là da venire. Dillo pur chiaro a mio nome, come lo dico a loro. È anche questo il nostro pensiero.
Per la pensione prega il buon tuo economo che si intenda directe con Don Piacenza – per l'aumento – per le spese speciali.
Grazie delle notizie dei singoli. Collimano perfettamente colla conoscenza che abbiamo di loro. Scrivo ai singoli – leggi e aggiungi tu senza timori – non debbano dire che non si è loro parlato.
Bernardi penso abbia ancora quest’anno prima dei perpetui. Ma se è malcontento del suo stato è meglio mandarlo a Torino. Guai se dovesse essere prete come è chierico. Vedi ciò che scrivo. Firmo a due mani quanto credete per il suo bene.
Felici stabilirgli il tempo del suono, e basta.
Zanarini Idem criterio di Bernardi.
Per i minori non ho alla mano le norme per le proposte (essendo a Beppu per gli esercizi) ma posposta ogni considerazione si diano a quelli che per condotta e studio lo meritano. Penso di dover rilasciare le dimissorie, ma non intendo di rilasciarle se non a quelli che lo meritano; dillo chiaro. Ad es. al momento della tua relazione le negherei a Bernardi e Zanarini. Se diamo valore alle cose andrà meglio per tutti. Ho fatto male a dar la dispensa di un anno (o meglio: l’hanno data i Superiori, ma dietro mia richiesta).
Quelli che vengono non sono angeli: ti manderò le carte opportune. Due, il ch. Filippa (sente un po’ di sé) e il Ch. Mukai, giapponese, buoni – i ch. Arri e Bechis d’ingegno, specie Bechis, ma non come gli altri due – non sono ancor riuscito a fiaccar l’io loro. Arri e Bechis non hanno ancora i voti perpetui.
Non so nulla di Bechis, della sua andata – a meno non abbia domandato lui senza dir nulla – non piangerei pur perdendo uno che può riuscire brillantemente nella lingua. A giorni, durante gli esercizi parlerò loro chiaro (come sempre) e se Bechis non si sente, lo farò ritornare. Ah, quanto ci costano questi figlioli, ma non è tutta colpa loro, ma di chi li ha fatti andare avanti non conoscendoli forse.
Arri è sgobbone – desideroso forse a parole e poi in pratica…
Filippa bene – ha voti perpetui e spero riuscirà bene.
Mukai non è ancora confratello, perché non ho il noviziato – sa l’italiano discretamente – più che parlarlo lo capisce – benino il latino, molto più di vari nostri – i compagni potranno aiutarlo per la traduzione giapponese di quanto si studia in italiano – e lui potrà aiutare i compagni pel giapponese.
Ti domando permesso di accettarlo così come è. I Superiori sono informati. Non è agile (28 anni) di testa – ma paziente e spero riuscirà.
Comprendo è una posizione irregolare, ma intanto lo regolarizzeremo e se per ora non potrà prendere gli ordini titulo Congregationis, li prenderà titulo missionis – o se i Superiori crederanno potrà fare il noviziato. Ha ancora da fare gli esercizi. Può per lui servire il triduo, se credi. Gli altri fatto regolarmente prima di partire.
Quanti fastidi ti dà questo povero buono a niente. Allegro, Don Carlo, tutto per Lui, in Lui con Lui. Ti abbraccio e benedico. Saluta omnes.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Partono il 20 agosto sul Kitano-maru. Forse più tardi passerà diretto al Brasile il Prof. Sato. Se viene: lavorò con noi… Sa inglese, tedesco, ecc.
1288 /Tassinari Clodoveo / 1934-8-4 /
2.74 al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hong Kong |
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4 agosto 1934
Carissimo Tassinari,
Ho sott’occhio i tuoi voti e la relazione dei tuoi superiori.
Don Cimatti non sa che dirti: “Coraggio e avanti e se permetti ti do un bel bacione in fronte a nome di Gesù come farebbe babbo tuo”. Deo gratias!
Continua a lavorarti e vedi di attirare nella tua sfera quanto puoi, specie Zanarini come ti avevo raccomandato.
Il Signore ti benedica, ti aumenti l’ardore dei desideri di bene, consacra a Lui ogni attimo di pensiero e di azione e avanti.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1289 /Berruti Pietro / 1934-8-8 /
2.75 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 8 agosto 1934
M. R. ed amat.mo Sig. Don Berruti,
In risposta alla sua carissima del 8/7/34 in relazione alle decisioni dei superiori per lo studentato filosofico teologico e noviziato: quid respondendum?
Capisco che si va alle calende greche in qualsiasi soluzione e… pazienza.
Anche per lo Studentato teologico cominciamo le stazioni come il primo Oratorio di Don Bosco, dico anche per lo studentato teologico, perché siamo ancor in aria per quello filosofico.
Ormai i Superiori hanno approvato Hong Kong. Ha per noi molti molti inconvenienti (e se ne vedranno le conseguenze dopo), ma ad ogni modo almeno lo studio – penso – l’abbiano come si conviene e Deo gratias! Per iniziare Tokyo, a) ci vuole la casa; b) i Superiori mi dicono di pensare ad un vero direttore di Teologi, e non ne ho, non ne ho, non ne ho.
La base è sempre la stessa, in che modo i Superiori possono aiutarci per mezzi e personale? Dei mezzi non si parla – del personale “al presente né lei, né noi ne abbiamo disponibile” quindi niente studentato salesiano.
Per la combinazione Seminario di Tokyo per quest’anno essendo ormai combinato con Hong Kong, studieremo la possibilità per il prossimo anno. Ma rimane la scelta del Direttore dei teologi.
Concludendo: finché non ci sono e mezzi e personale non so come fare per queste opere che sono pure necessarie. Per alcuni giapponesi ho fatto fare i voti privati, a due ho messo la veste e mi hanno tenuto su tutto il Seminario. Uno lo mando ad Hong Kong per la teologia.
Capisco, sono irregolarità, ma mi dica Lei, come debbo fare. Tutto questo personale che queste opere richiedono da dove lo prendo? Dalla Missione? E in missione chi lascio? Le anime.
La conclusione definitiva è che occorrono mezzi e personale: non essendoci, quid faciam? Lei sa che ho domandato ai Superiori e alla S. Sede che mi esonerino dal Superiorato: vedrà che lavoro per dieci.
Quanto al secondo punto (Don Cavoli); non so quali siano i lamenti pervenuti ai Superiori sul conto del nostro Don Cavoli Antonio21 – le mie osservazioni sono sui rendiconti, ed ho sempre consigliato e lasciata piena libertà ai confratelli di scrivere ai Superiori.
Gli avevo consigliato accordo pieno alle direttive dei Superiori – non mi meraviglia la cosa, pur riuscendomi dolorosissima. Nessunissima difficoltà per il prolungamento di permanenza, pur essendo le cose nostre come sono.
Considerazioni:
In sua assenza le cose sono procedute bene lo stesso,
Mi scrive che non dorme… Non fa che pensare a soldi da raccogliere e all’Ospizio. Gli ho ricordato che fu inviato in Italia intuitu salutis (mal di cuore) – si faccia visitare e stia alle prescrizioni dei medici…
non venendo può essere che le cose dell’Ospizio si aggiustino più naturalmente,
ha domandato di procrastinare fino alla fine dell’anno.
Ho voluto dirLe questo per darle in mano, se fossero necessari: motivi per facilitare la cosa. Prego per il buon esito della medesima.
Don Antonio è carattere forte, ma zelante e specialmente caritatevole e portato alle opere di carità – non gli spiacciono neppure i lebbrosi.
Molte cose vanno come vanno sia perché Don Antonio è venuto da noi prete, e più perché alla testa c’è Don Cimatti. Ho sempre ammirato e favorito Don Antonio… È anche un buon direttore di anime – forse un po’ stretto: meglio energico.
Penso sappia che uno zio di Don Antonio, se non erro, per incompatibilità di carattere, lasciò la nostra Congregazione, né mi meraviglierei se fosse in un momento di crisi nervosa che desse in qualche escandescenza, e Dio non voglia in qualche non buon proposito.
Ripeto: prego perché tutto riesca bene e per la salvezza delle anime, avendo tutti in vista questo e solo questo.
Preghi e faccia pregare e grazie di quanto fa per noi.
Con vivissima riconoscenza:
Obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
1290 /Tirone Pietro / 1934-8-9 /
2.76 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale |
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9 agosto 1934
M. R. Sig. Don Tirone,
Grazie della sua ultima da Budapest, tanto più cara perché arricchita anche dalla chiara calligrafia del buon Don Antal.
Non ricordo che cosa le abbia scritto nell’ultima perché non tengo copia delle lettere intime. In generale ai singoli Superiori raccomando le nostre cose, affinché sentendole trattare in Capitolo, si muovano – anche se non sono cose del loro dicastero e così ci vengano in aiuto.
L’insistenza di Don Cimatti in tante cose fu interpretata non so come – ma sta il fatto che se non insisto non si ottiene, né si può farsi capire, e perciò mi compatiscano e ascoltino.
Per gli studi si fa come si può, ma è chiaro che con niente si fa niente, e la colpa sarà certo non nostra.
Per i miei piagnistei le posso garantire che non sono tali. È chiara visione, chiarissima visione del mio stato, dello stato delle nostre anime per quello che dipende da me – dello stato delle cose nostre – è per me un dovere di coscienza, e non posso non farlo – non lo debbo. Ne ho anche scritto a Roma. Don Cimatti non è capace di fare il Superiore – ma mi lascino lavorare tranquillo, che con la grazia di Dio lavorerò per dieci – non domando che questo e mi pare che il Signore e i Superiori mi esaudiranno.
Ma per questo bisogna pregare e prego – non sono dunque piagnistei, ma preghiere e queste non fanno male. I Superiori non credono opportuno ascoltare? E le cose vanno come vanno? Stia certo che Don Cimatti tenta di fare e non riesce, la colpa non è certo sua. È stato il pensiero direttivo di tutta la mia vita. Se non riesco a farmi capire quid faciam? Lei mi cita fraternamente il “nemo judex in causa propria” ed ha ragione. Don Cimatti con la stessa fraternità le dice l’articolo della regola in cui quando il confratello crede che una cosa sia utile o necessaria, ecc. ecc. ed è indicato anche quanto deve fare il Superiore.
Ad ogni modo la mia parte (ritenendola cosa necessaria) è di domandare, e domando. Quanto al fare presto, molto, grandi cose (vedesse la piccolezza delle nostre cose) secondo le possibilità reali; è necessità e purtroppo piange il cuore, bisogna piegarsi.
Ma converrà con me che il non fare (e sono obbligato così) quando va a sbattere contro la salute spirituale delle anime, e quando si vede che altri ottengono (ma mi dica dove vanno i 100 - 200 e più missionari che partono ogni anno? Andranno bene a vantaggio delle missioni… e sono solo chierici?) sono bocconi amarissimi a trangugiarsi. Ad ogni modo debbo ringraziare i Superiori – farei male a lamentarmi – ma che vuole? Penso che avremmo potuto fare il doppio – o se fossero stati altri alla testa della missione giapponese si sarebbe fatto.
Senta, amatissimo Sig. Don Tirone, o diamo lavoro ai confratelli e lavoro adatto a loro, e li salviamo, o non possiamo? E allora è meglio chiudere e tornare. Ecco perché Don Cimatti chiede per sé e per gli altri. Non capisco il punto delle iniziative private e quindi passo sopra.
L’amatissimo Don Ubaldi! Sia fatta la volontà di Dio. Esempi per noi. Per le qualità dei confratelli… francamente… il più delle volte i Superiori non sono informati del reale stato delle cose – coloro che li cedono non dicono con franchezza il loro giudizio, perché non domandato dai Superiori. Provino a domandare per es. al Sig. Don Antoniol il suo parere su Don Lucioni e Don Cecchetti – al Sig. Don Terrone il giudizio sul coad. Fogliani, e potrei continuare…
Deo gratias: ad ogni modo prego il Signore che mi aiuti a correggere i miei difetti che non sono pochi.
Preghi per me.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1291 /Tassinari Clodoveo / 1934-8-10 /
2.77 al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hong Kong |
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10 agosto 1934
Carissimo Tassinari,
Arrivano gli amici. Grazie della tua del 25/6 e delle buone notizie spirituali che mi dai, che rassodano sempre più in me la convinzione di quanto già ti ho scritto: “Il Signore e i Superiori sono contenti di te, coraggio e avanti sempre”.
Ho parlato chiaro ai nuovi che vengono. Bravi! Aiutatevi ed aiutate Mukai.22
Esperienza di vita.
Cercherò se trovo il vocabolario inglese, niente di male per l’inglese, un’infarinatura non fa male. Cerco anche il Papinot e il Nipote della Regina.
So di Braggion, deve fare una cura speciale.
Bravi, allegri e buoni e laboriosi. Lasciatevi dirigere e ubbidite e avanti senza paura.
Prega e fa’ pregare per me.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. – Fa’ le mie parti a Don Randi. Mi aveste preavvisato avrei fatto un mottetto speciale. Digli che ho pregato e per prego per Lui.23
1292 /Begliatti Letizia / 1934-8-13 /
2.78 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone |
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13 agosto 1934
Rev. Madre,
Secondo promessa eccole qualche cosa cui vorrei potere almeno aggiungere uno zero, ma al momento (e prevedo quest’anno terribile) sono totalmente all’asciutto che sono obbligato a fare i conti ferocemente.
Eccole dunque Lire 3000 per l’adozione di una bimba (in perpetuo o meglio, fino a che la bimba non sia in qualche modo a posto).
La lira l’ho computata al massimo (Lire 100 = Yen 29) che darebbero (se non erro) un totale Yen 870 + debito precedente + Yen 50 (offerta di S. E. l’Ambasciatore): totale Yen 770 che trova nell’accluso.
Le accludo pure il desiderio dell’offerente. Andrà bene preghino anche loro secondo le intenzioni e Lei scriva una bella lettera e possibilmente invii fotografia.
Si tenga in relazione. Chissà che non sia una buona loro benefattrice. Scrivo anch’io dicendo che riceverà notizie dirette da Loro.
Vorrei poter fare di più, ma al momento nuoto maluccio. Do giocondamente, perché sono sicuro che il Signore darà il 100% e la vita eterna. Per gli esercizi:
Se Don Pedro trova il sostituto si faranno dopo la nostra muta che finisce il 24 c. m. Viene il Sig. Don Cecchetti (e nel frattempo fa i fanghi).
Se non lo trova, Don Cecchetti arriva il giorno 16, stando fino al ritorno di Don Pedro. Quindi Lei abbia la bontà di disporre secondo l’eventualità delle due date. Per il giorno dell’Assunta Lei può certo sapere la cosa e disporre. Ossequi e saluti a tutte – che spero siano davvero tutte sante.
Preghi per il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
A tutte:
Maria Assunta ci addita il Paradiso,
Il giorno l6 è genetliaco di Don Bosco, e il nostro Don Bosco ce ne addita la via.
1293 /Grigoletto Giuseppe / 1934-8-16 /
2.79 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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16 agosto 1934
Caro Giuseppe,
Grazie della tua. Certo anche pel lato scientifico non bisogna essere di peso a nessuno. Spero fra un paio d’anni (se vivrò) di avere a posto Tokyo, studentati perfetti (ora noi siamo ancora alla Cappella Pinardi) e allora tutto servirà optime. Dico se vivrò, perché per tanti motivi, avrei bisogno di morire, ma fiat voluntas Dei! Anche il nostro Don Ubaldi è partito. Arrivederci in Ciel! Ricordi le corone?
Continua a pregare e far pregare per me. Oh, la preghiera non dà ombra e non fa male a nessuno. Saluti cari all’ottimo Sig. Direttore e al caro Don Angelini e a te un abbraccio e la benedizione col vivo ringraziamento per quanto fai per questo scalcinato di
Don V. Cimatti, sales.
1294 /Berruti Pietro / 1934-8-17 /
2.80 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 17 agosto 1934
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Berruti,
Grazie della sua carissima del 14/6/34 che ha gettato tanta luce su tante cose. Rispondo telegraficamente, ad alcune cose richieste.
Non essendo sicuro di aver scritto (ma certo al Rettor Maggiore) accuso ricevuta delle Lire cinquanta mila che hanno reso oltre Yen l4 mila.
Fu già approvato il progetto di un impresario cattolico, noto per le sue costruzioni a Tokyo e che eseguirà il progetto presentato ai Superiori, più il necessario per l’acqua per Yen 13 mila. Con qualche cosa del precedente che servirà all’arredamento, ecc. dunque si può incominciare nel nome di Dio. Spero che per Novembre, se non prima, sia tutto finito e certamente per l’Immacolata si potrà inaugurare la nuova scuola. E di tutto questo sia ringraziato Iddio ed i Superiori che ci hanno procurato il necessario.
Mi parla dell’accettazione affermativa per parte mia delle condizioni dell’imprestito. Ho tanti debiti, che 500 di più annuali per 10 anni, non mi sbilanciano di più di quello che lo sono attualmente. Spero di vivere ancora 10 anni e di non dovere addossare ad altri… benché abbia già fatto domanda formale (e la farò anche alla Santa Sede) per essere esonerato dalle cariche. Comunque accetto, e d’altra parte anche se dicessi di no o mettessi delle riserve, i Superiori si pagano colle offerte… e non ho certo modo di fermare le mani audaci… La vita missionaria insegna fra le tante cose che bisogna fare di necessità virtù.
Per le proposte Studentato e Noviziato ricordi che ho sempre insistito su questi due punti: PERSONALE e MEZZI. Con niente non si fa niente.
Se dobbiamo mettere in fiore la Missione (e la Santa Sede insiste) come posso togliere personale dalla Missione per le fondazioni nostre? A tutt’oggi la missione si priva di sei confratelli. Nove chierici andranno alla teologia. Cinque sono in filosofia. Ne ho quattro che dovrei allogare per otto o nove posti. Fortuna che per il Seminario indigeno mi aggiusto coi giapponesi. Da dove posso prendere il personale per il Noviziato e lo Studentato? Avessi avuto tale personale da anni il Noviziato e lo studentato sarebbero fatto compiuto.
Idem per i mezzi, che la missione attualmente non ha risorsa alcuna per far fronte alle proprie necessità, salvo il sussidio di Propaganda e la propaganda che si tenta di fare da ogni confratello e dal sottoscritto.
Come potrei sostenere tali Opere? Sanno i Superiori quante tribolazioni costano le Lire 25 mila che danno per il nostro povero studentato. Quid se Don Cimatti domandasse di più per le altre opere?
Speriamo nella tipografia, ma penso che finché un salesiano non abbia la possibilità come Ispettore, di fare propaganda per le opere nostre e finché la tipografia o altre opere salesiane non daranno modo di venire in aiuto a queste opere che non possono rendere, e finché non ci sarà personale che possa formare intellettualmente e spiritualmente i nostri giapponesi e stranieri, costruiremo sulla sabbia.
Ho sempre gridato a Roma e a Torino: siamo missione e opera bambina… Se non ci date il latte cresceremo rachitici…
Persuadiamoci che il Giappone non può essere trattato alla stregua delle altre missioni. Siamo in un Paese civilissimo (a modo suo) e che tiene testa alta a tutte le modernità del mondo – e che sa dire il fatto suo in ogni ramo. Siamo in un Paese spiritualmente il più bisognoso. I selvaggi dei selvaggi. È il paese più povero di missionari…
Lei, amatissimo Sig. Don Berruti, mi ha già chiaramente indicato le vere difficoltà del problema. Ne sono più che persuaso. Domando solo che finché il povero cireneo dovrà portare la croce mi si inviino dei santi salesiani. Il Signore illumini, guidi, e aiuti i nostri cari Superiori.
Unisco desiderata carta di Tokyo. Altri dettagli può rilevarli, se del caso, dalla pratica inviata all’Economato Generale.
Speravo davvero come era stato promesso, nella visita. Metto le mani avanti.
Chiunque venga abbia la bontà di non aver fretta. Anche in questo sia fatta la volontà di Dio.
Preghi e faccia pregare per noi e specialmente per il
Suo povero
Don V. Cimatti, sales.
1295 /Circolare salesiani / 1934-9-2 /
ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki
Miyazaki, 2 settembre 1934
Carissimi nel Signore,
Ancora sotto l’impressione delle belle giornate passate insieme durante gli Esercizi Spirituali ne ringrazio di cuore il Signore e prego per me e per voi la FEDELTÀ nei propositi presi e nell’esecuzione dei ricordi lasciatici dal nostro Veneratissimo Rettor Maggiore.
Ed ora alle dolenti note che purtroppo in quest’anno non saranno le ultime del genere. Il Signore ci aiuti e non venga meno colla sua Provvidenza.
Al ricevere questa mia si sospenda di celebrare secondo l’intenzione del Superiore, essendo ormai sfornito di intenzioni di Ss. Messe. Mi vo arrabattando per trovarne e sarà vera carità se potrete trovarne non solo per le vostre residenze, ma anche per la Missione. Prego vivamente che tutti si diano attorno per trovarne. In mancanza di intenzioni celebreremo in suffragio delle anime del Purgatorio.
Il centro per molteplici ragioni non è più in grado di fornire le Ostie per la S. Messa e Comunione. Consiglia o a farsele in casa o fornirsi presso qualche Istituto religioso di suore, come hanno fatto finora così la casa di Nakatsu e il Seminario, con piena soddisfazione per la puntualità del servizio e per la perfetta riuscita.
Per risparmio di spesa di porto le case vicine potrebbero far venire in pacco unico come si farà per le case di Miyazaki e dintorni. Il Centro farà l’ultima spedizione col 15 Settembre.
Vogliate pregare per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1296 /Marella Paolo / 1934-9-3 /
2.81 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 3 settembre 1934
Eccellenza Reverendissima,
Pensando alla sua autorizzazione ho risposto affermative al buon P. Taguchi che mi invita per la metà del mese in Manciuria con Don Margiaria per un po’ di propaganda.24
Annuncio pure all’E. V. che sono senza intenzioni di Ss. Messe, da oggi cominciamo ad applicare in suffragio delle anime del Purgatorio.
Se per caso l’E. V. potesse venirci in aiuto sarebbe una vera carità.
In omnibus fiat voluntas Dei.
Col più profondo ossequio, dell’E. V. Rev.ma
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1297 /Superiora Generale F.M.A./ 1934-9-14 /
alla Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice
Verso Dairen, dal mare 14 settembre 1934
Rev.ma Madre,
Mentre il mare fa il buono (ieri era in furia) portandomi in Manciuria, dove vado a fare un po’ di propaganda cattolica, che risulterà anche in propaganda salesiana, rispondo alla sua venerata del 16/8 ultimo scorso.
Grazie di tutto. Credo opportuno per il bene buttare in carta, qualche idea di cui Ella terrà quel conto che crede nel Signore.
Congratulazioni e auguri dopo le elezioni – la continuità di direzione generale darà modo ad un più proficuo lavoro.
Le sue figliuole, bene spiritualmente e materialmente (salvo una di cui sarà informata, che sarà meglio ritorni). Hanno fatto gli Esercizi ultimi bene in tutto il senso della parola. Quindi sotto questo rispetto, optime: la Rev.ma Madre dorma tranquilla. Le tre novizie, da quello che posso capire, sono ben avviate, come pare le aspiranti.
Certo la visita di Madre Tullia fu fulminea coll’aggravante che era indisposta di salute. A capire il Giappone bisogna fermarvisi e specialmente visitare i grandi centri e conoscere bene le opere congeneri esistenti.
Fu per questo che ho insistito sempre presso Madre Letizia affinché s’informasse e de visu capisse. Mi pare che per le massime cose fu fatto. Per quanto la conoscenza, molto incompleta che abbiamo del Giappone può permettere di dire (ripeto cose per Lei note):
Il Giappone è perfettamente organizzato ed attrezzato nel campo educativo e maschile e femminile, non solo nelle forme essenziali, ma anche negli annessi e connessi, così che difficilmente noi possiamo fare come nelle altre missioni. (Non misuri quindi il lavoro educativo e le opere che si possono fare in Giappone, con quelle dell’India, Siam, Cina), occorre pensare alla medesima modernità di mezzi. Ed ecco una prima condizione: personale scelto.
Dato poi il carattere nazionale, il massimo lavoro è da spingersi alla formazione di buon personale indigeno. È vero che in una Congregazione tutto serve, ma nel reclutamento insista a che si osservi anche la necessità futura (quindi oltre la sanità – assai debole in genere – anche alla riuscita negli studi, ecc.).
Lo sviluppo di opere poi potrà avvenire specie in grandi centri. L’Opera che abbia il bollo della Capitale è certo di valore in sé e per quante si potranno fondare in seguito.
Alla domanda dei terreni, se le Figlie di Maria A. vogliono stabilirsi in Tokyo, è certo il tempo di approfittare. Si trovano ancora terreni a prezzo mite (Yen 5 allo tsubo, e Lire 100 = Yen 29), nell’interno di Tokyo immensa.
Per una scuola femminile va bene in qualunque punto data la comodità dei trasporti – nel cuore di Tokyo i terreni sono a prezzi favolosi (Yen 200-300 allo tsubo). Per un’opera di beneficenza bisogna mettersi in un centro povero (e penso che i terreni non costino molto). Per una scuola occorre il capitale pel terreno, costruzione e poi il fondo per la scuola (pel riconoscimento) e per il pagamento insegnanti. Per un’opera di beneficenza occorre molto meno. Nei grandi centri è facile trovare la beneficenza.
Che cosa in pratica sia da farsi per le Suore nel presente e nel futuro?
Continuino ad essere sante,
Lavorino a tutto potere per il personale indigeno, numeroso e ben scelto. In Giappone le vocazioni non mancano.
La piccola missione di Miyazaki non può dar sviluppo ad opere in grande – noi stessi ci domandiamo: quali opere potremo fare in piccoli centri?
Occorre mirare a grandi centri. Se i Salesiani si fermeranno a Mikawajima e nei pressi le Figlie di Maria A. pensassero alle ragazze, quid?
Per opere scolastiche occorrono capitali enormi.
Si preparino fortemente collo studio della lingua e abitudini del luogo.
La missione potrebbe forse venire incontro per affidare qualche opera, ma francamente (povera com’è) non può soddisfare alle richieste di mantenimento davvero forti e preferisce certo personale giapponese ed istituzioni giapponesi, che come tali incontrano di più la simpatia e sbrigano con poco ogni lavoro. Insista adunque ad un maggior fiducioso abbandono alla Provvidenza.
Mi pare di aver risposto alle richieste di Madre Rev.ma e vorrà perdonare se non sono stato chiaro o completo. La base però è questa: personale specialmente indigeno e grandi capitali. Tutto il lavoro di preparazione, di propaganda, ecc. che ora fanno è tutto buono.
Noi agli inizi abbiamo preso come base: “fare come fece Don Bosco”.
Dia alle direttive questa pratica intonazione e pian piano anche in Giappone l’Opera di Don Bosco si affermerà.
Preghi e faccia pregare per me. Spero che il Signore mi tenga lontano di dover venire nel prossimo anno in Italia.
Con vero ossequio.
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1298 /Ricaldone Pietro / 1934-9-18 /
2.82 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Oltre i confini della missione25
[18 settembre 1934]
M. R. ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Le scrivo da Mukden (Manciuria) dove è la tappa di ritorno da una tournée di concerti musicali, tenuti successivamente con Don Margiaria a Dairen, Fushun, Mukden e Shinkyo, la capitale del nuovo impero Mancese.
Sulla via del ritorno per la Corea, Shingishu, a Heijo, Keijo (Seoul) e Taikyu faremo ancora udire le nostre melodie, per ricominciare dopo poco il lavoro ordinario nella nostra cara missione.
La Manciuria è grande e bella, la Corea ha buone attrattive, ma la nostra povera e piccola missione ruba di più il nostro cuore e possiamo cantare con persuasione profonda e con affetto sentito “Casa mia, casa mia – per piccina che tu sia – tu mi sembri una badia”.
Ma che cosa andate a fare in Manciuria? Non certo per sport, non perché vi si voglia emigrare, come fanno tanti dei nostri cari giapponesi (e del posto ce n’è), ma per fare un po’ di bene. Invitati dalle autorità ecclesiastiche locali, i suoi figli credettero doveroso obbedire anche perché sapevamo di fare cosa gradita alle autorità civili e politiche, che ci furono larghe di protezione, gentilezze e carità. Ci fu concesso il passo gratuito sulla ferrovia e dovunque fummo trattati con quella squisitezza di modi così caratteristici e a noi ben noti in Giappone, e a cui si ispira il nuovo regime della Manciuria. Non le parlo della carità fraterna con cui Mons. Lane e i PP. Maryknoll a Dairen e a Fushun, e PP. delle Missioni Estere di Parigi e specialmente Mons. Blois a Mukden, e Mons. Gaspais alla nuova capitale Shinkyo, vollero trattare i poveri figli di Don Bosco. Quando mi trovo di fronte a questi campioni dell’apostolato, molti dei quali contano a loro attivo 25-30 anni e più di missione, molti dei quali provarono le sofferenze delle persecuzioni e furono fondatori di rigogliose istituzioni, mi sento profondamente commosso, e mi viene voglia di slanciarmi ed abbracciare con effusione di carità gli strumenti di tanto bene.
È bello e glorioso per la Chiesa e per i missionari riassumere le tappe di questo mirabile apostolato in Manciuria. Fin dal l696 questa regione era unita alla diocesi di Pechino, alimentata nella vita cristiana da emigrati e da cristiani esiliati e sfuggiti dalle persecuzioni del 1796, 1805, 1815. Finalmente fu confidata nel 1838 alla Società delle Missioni Estere di Parigi l’immensa regione (grande più volte l’Italia).
La popolazione superò di poco i 20 milioni. Le nascenti cristianità formate con elementi cresciuti nella persecuzione, e ripetutamente provati con massacri ed ogni genere di sofferenze, pullulano, prosperano, ingrandiscono; già si pensa ad una divisione di missione, quando la persecuzione del 1900 (Boxer) sembra annientare tutte le magnifiche speranze. Ma il Signore vede e provvede. Dopo gli anni di pace relativa, che seguono la guerra russo-giapponese, le rovine accumulate dalla persecuzione risorgono; chiese, residenze, scuole, opere di carità si ricostruiscono più numerose e vaste.
La Manciuria conta ora circa 25 milioni di abitanti. I 2000 cristiani cattolici del 1840 sono ora quasi 200 mila, ed il lavoro dell’apostolato è ora diviso in 7 circoscrizioni ecclesiastiche, tenute dai PP. delle Missioni Estere di Parigi, delle Missioni Estere Maryknoll di America, di Quebec (Canada) e di Bethlehem (Svizzera) e dei Benedettini della Congregazione di S. Odile. Congregazioni femminili delle rispettive regioni dei missionari e indigene condividono il lavoro di apostolato, specialmente mediante opere di beneficenza. Se si pensa alla Manciuria di un tempo, alle lotte cui dovettero sottostare i primi missionari per il clima rigido, le difficoltà di comunicazioni, le persecuzioni numerose, nascoste e patenti, il piccolo numero di missionari, si deve dire prodigioso il progresso sicuro e continuo dell’evangelizzazione. E c’è davvero da ringraziare il Signore.
Il nuovo Impero viene organizzandosi, e la Manciuria è destinata ad un grande avvenire. Una comoda rete ferroviaria, che va sempre più intensificandosi, la percorre in ogni senso, portando ovunque facilitazioni di trasporto e commercio. I doni di natura, di cui è stata dotata dalla Provvidenza questa regione (prodotti minerari di prima qualità, terreni agricoli ad alta produzione, ecc.) assicurano la vita e il commercio materiale. Il nuovo impero va organizzandosi sotto tutti gli aspetti (religioso, intellettuale, amministrativo, giuridico) e non si può negare che il Giappone vi porta i suoi forti contributi in tutti i sensi, ed i giapponesi a migliaia vi emigrano. È un momento delicatissimo, in cui se i cattolici sapranno organizzarsi e farsi valere, potranno ottenere vantaggi incalcolabili pel presente e pel futuro. È un momento importantissimo in cui si tratta di formare tutto e in ogni campo – oppure di coordinare quanto c’è colle nuove direttive – e fortunati quelli che, senza venir meno alle necessità della coscienza, sapranno trovare la vera formula per fiancheggiare e dar mano salda col governo alla buona organizzazione. È bello constatare che i cattolici, obbedienti ai loro pastori, vanno comprendendo la loro nuova posizione giuridica. È da pregare il Signore che i reggitori e gli ispiratori della cosa pubblica siano guidati almeno da quei dettami naturali, che vivificati e santificati poi dalla religione cattolica, condurranno a formare del nuovo impero una potenza materiale e morale di prim’ordine.
Appunto per cooperare, sia pur modestamente, a realizzare parte di questo stato di cose, per mettere la nostra religione in vista presso le autorità e notabilità, per stringere relazioni preziose, per far conoscere le residenze cattoliche ai numerosi giapponesi e abitanti di Manciuria, approfittando della RECLAME giornalistica, che abbocca facilmente alle novità, specialmente quando si tratta di stranieri, e di musica italiana, appunto per questo, eccoci venuti per breve soggiorno in Manciuria.
I saloni pubblici o degli alberghi delle città e delle scuole, i teatri, due ospedali militari, istituti religiosi e chiese, ecco il teatro delle nostre tenzoni più o meno artistiche. Affollamento al completo, una sera per un’ora la radio ha trasmesso dalla capitale i nostri saggi in tutto l’impero e in altri siti.
Réclame assicurato per il patronato dei giornalisti. Il provento consegnato alle autorità, devoluto per le opere di beneficenza dell’Impero. E in quest’opera santa, in cui lavoravano come membri promotori le più alte dignità dell’Impero, e l’associazione, che riunisce in unità d’intenti nazionali tutte le forze della Manciuria, i cattolici hanno fatto ovunque la più bella figura, perché massimi organizzatori dei concerti e sostenitori della magnifica iniziativa di carità.
E così anche in Manciuria il nome di Don Bosco, già noto ai missionari e agli istituti religiosi, ha avuto una buona risonanza, e se Lei, amato Padre, presterà orecchio e cuore alle preghiere dei cattolici della Manciuria, non sarà lontano il giorno in cui i suoi figli si affermeranno anche nel grande impero mancese, che abbiamo incominciato a conoscere e ad amare. L’avvenire è nelle mani di Dio: a noi il meritarlo favorevole colla preghiera, affinché si realizzi la sua santa volontà e la sua gloria in tutto.
A giorni i suoi due artisti in erba si affermeranno anche nei grandi centri della Corea: anche in questa zona, consacrata dal sangue di tanti martiri, o Signore, si affermi sempre più il tuo nome e si effettui la tua volontà. Anche qui come in Manciuria sarà la prima affermazione pubblica salesiana.
Oh, vorremmo anche noi, come Don Bosco, far risuonare in tutto il mondo il nome di Dio. Ci benedica tutti e specialmente il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1299 /Ricaldone Pietro / 1934-9-22 /
2.83 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Dalla Manciuria, 22 settembre 1934
M. R. ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Non si meravigli della località… Scrivo da Shinkyo, capitale della Manchuria ove con Don Margiaria mi sono recato fermandomi a Dairen, Fushun, Mukden e Shinkyo per un po’ di propaganda cattolica mediante i nostri concerti.
Il nuovo Impero, la situazione delle relazioni fra Giappone e nuovo Manciukuo, la nuova situazione dei missionari, rende la situazione molto delicata per la religione cattolica. Per fare qualche affermazione in senso cattolico, ecco il motivo della nostra venuta, pregati dai Vicari Apostolici e Vescovi della zona.
Fu un sacrificio l’assenza di una ventina di giorni, i lunghi viaggi, i raffreddori presi, ma si fa volentieri per amor di Dio e della buona causa.
Ho creduto opportuno anche accettare per imparare, e de visu constatare per eventuali richieste di fondazioni. Ed anche di questo desidero sommariamente parlare, anche dietro consiglio del Vicario Apost. Mons. Gaspais, che anni sono venne a Torino per trattare di fondazioni in Manciuria, e parlò col M. R. Sig. Don Rinaldi di s. m. e anche con Lei.
I Superiori, mi dice, non mi dissero né di sì né di no – ed è naturale. Ora crederebbe bene venire a trattative, ma desidera prima conoscere il pensiero dei Superiori (se cioè sono disposti a trattare) prima di avanzare proposte.
Le considerazioni dal mio punto di vista che farebbero pesare dalla parte affermativa sono:
È una zona in cui non c’è ancora nulla del nostro genere. Pensi alla Cina.
Al momento attuale i terreni costano ancor poco, e le autorità vedrebbero assai volentieri la cosa (fondazioni di scuole), faciliterebbero e aiuterebbero in ogni senso;
Se si prende la palla al balzo, si rimane (penso) nella posizione dell’America del Sud, padroni della situazione;
Pel personale occorre sapere cinese e giapponese.
Monsignore propenderebbe per ora a scuole piccole: arti e mestieri – e scuola agricola (terreni fertilissimi, coltivati con sistemi primitivi).
Vi sono possibilità di affermarsi in tutto il nostro campo, perché non vi è ancora nulla, ed il momento è propizio – fra vari anni è tardi e si arriverebbe quando molte cose non si potrebbero più cambiare.
L’elemento fondamentale popolare è cinese, identica mentalità e costumanze, pur avendovi i giapponesi portato più pulizia e civiltà.
Nei grandi centri vi sono stranieri, ma non in gran numero – aumentano i giapponesi, che lavorano fra le quinte e dominano la situazione.
L’organizzazione ad inspirazione giapponese porta che anche gli stranieri missionari sentano l’irregimentazione e pensino sia tolta loro molta di quella libertà d’azione di cui finora usarono. Penso però che se sapranno lavorare a fianco delle autorità potranno ottenere molto e coadiuvare assai al benessere del nuovo impero.
Mons. Gaspais funge da Delegato Apostolico e lavora in questo senso.
Per noi salesiani il contatto colle autorità è naturale (ed in Giappone le lagnanze che fa il governo è che finora il cattolicismo non si è avvicinato alle autorità – esse non capiscono nulla di religione – e legiferano senza volerlo contro il cattolicismo – sorge allora il coro degli assenteisti) – ma per questi buoni missionari… Coi nostri concerti si sono avvicinati alle autorità – perché la musica entra dappertutto – e speriamo che qualche vantaggio si realizzi.
Anche il Console generale giapponese che ci invitò ad una cena intima volle che ci fosse pure la rappresentanza dei missionari locali – era la prima volta che entravano in casa giapponese e che mangiavano alla giapponese.
Certo il momento è delicato – per la sicurezza del nuovo impero penso non vi sia a temere – ci sarà la guerra colla Russia? (Dio lo sa – ma mi pare se ne parli troppo perché ci possa essere) – è il momento in cui si effettua l’organizzazione religiosa, giuridica, amministrativa, giudiziaria, scolastica – e badi che per la parte del nuovo impero non vi è ancor nulla di scuole moderne e non vi sono istituzioni religiose maschili – buone suore francescane di Maria francesi, suore indigene che si occupano specie di opere di beneficenza (tipo cinese) – i terreni fertilissimi permetterebbero ottime affermazioni [non vi è industria del latte (il burro viene dalla Russia)] e allevamento di bestiame, ecc. – nulla di scuole professionali – il governo locale e quello giapponese aiuterebbero assai.
In poco più di una decina di giorni si comunica coll’Italia.
Mi pare di aver detto quanto Monsignore desiderava fosse detto – Don Margiaria la pensa identicamente. Se Lei credesse bene o scrivere direttamente o pel tramite del sottoscritto (indicandomi le basi che i Superiori desiderano siano poste) penso che ne verrà un gran bene al nuovo Impero, alla nostra Società ed alla Chiesa (e so che a Roma si desidera la cosa – così mi disse Monsignore). Ma occorrerebbe agire con una certa sollecitudine. Mi benedica e preghi pel
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1300 /Ricaldone Pietro / 1934-9-29 /
2.84 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Oltre i confini della Missione – Corea26
Taikyu (Corea), 29 settembre 1934
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Non pensi che i suoi figli siano esulati dal Giappone. Faccio seguito all’ultima mia in cui, dopo averle narrato del nostro giro di propaganda in Manciuria, le annunciavo il nostro passaggio in Corea. Ho trovato in questa zona presso gli zelanti missionari e le comunità religiose un tal amore a Don Bosco, che non posso trattenermi dal farle una breve relazione del nostro percorso.
E la conoscenza, la devozione e l’amore a Don Bosco culmina nel fatto che uscirà tra poco, edita in Coreano, la vita del nostro S. Padre. Mentre questo fatto deve essere certo da noi salutato con intima gioia, perché costituisce una nuova glorificazione del padre nostro, presso questo popolo, in cui sono così profonde le radici del cristianesimo, chissà che non serva anche ad affrettare il giorno dell’entrata delle opere nostre in Corea. È il Padre che precede i suoi figli… e prepara…
Ho detto che in questo popolo i germi religiosi sono innestati profondamente in queste anime, né valsero le persecuzioni più atroci a strappare o inacidirli nell’anima di questo popolo, chiamato così mirabilmente alla fede.
È meravigliosa ed unica penso, nella storia della Chiesa e delle missioni, la nascita spontanea, senza evangelizzazione diretta, per la sola azione della grazia di Dio su anime avide della verità religiosa, della Chiesa cattolica in Corea.
Libri cristiani portati da Pechino dagli ambasciatori del re di Corea, furono studiati da anime assetate di verità del solitario impero della Corea. E tre di loro specialmente, battezzati a Pechino, divulgano le verità religiose in Corea, dirigendosi verso persone sagge, intelligenti ed influenti e riescono a convertirli. Cominciano le prime persecuzioni, ma nel 1794 quando il primo sacerdote cattolico cinese penetra in Corea, vi trova già quattromila cristiani. Le nuove pecorelle, formate così senza sacerdoti, si rivolgono al gran pastore di Roma, affinché voglia inviare un Vescovo e preti per fortificarli e guidarli nella fede. Ed è propriamente solo nel 1831 che questo desiderio ardente dei Coreani fu potuto ascoltare dalla Chiesa coll’erezione in Corea del Primo Vicariato apostolico, affidato ai Missionari delle Missioni Estere di Parigi.
Ora la Corea è divisa in quattro circoscrizioni ecclesiastiche tenute e dai PP. Missionari Maryknoll, e dai Benedettini di S. Odile e dai PP. delle Missioni Estere di Parigi, coadiuvati da Congregazioni religiose femminili straniere ed indigene, e non è certo lontano il giorno in cui nuove circoscrizioni saranno affidate al clero coreano, che ogni giorno più cresce di numero. Ed è davvero meraviglioso il lavoro che i missionari di Parigi hanno fatto e fanno per la propagazione della fede e per la formazione del clero indigeno anche tra questo popolo. Ho potuto visitare i loro fiorenti seminari e fui ammirato dell’ordine, della pietà e serenità dei giovani seminaristi.
Oh, come sussulta il cuore delle più liete speranze per l’avvenire di queste fiorenti popolazioni e della Chiesa cattolica.
I nostri concerti di propaganda tenuti in quattro grandi centri della Corea, culminarono in quello tenuto alla capitale e speriamo che anche qui, questa cooperazione indiretta all’apostolato, abbia prodotto i suoi buoni frutti.
Ci benedica tutti e mi creda
Aff.mo come figlio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1301 /Ricaldone Pietro / 1934-10-5 /
2.85 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Tokyo, 5 ottobre 1934
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Sono volato di ritorno dalla Manciuria e Corea (come le ho scritto in altra precedente) a Tokyo chiamatovi telegraficamente.
Il nostro Don Piacenza per appendicite trascurata fu ricoverato d’urgenza all’ospedale cattolico ove fu operato felicemente (almeno a tutt’oggi da martedì).
Appendice purulenta – sembra però esclusa la peritonite e quindi vi è speranza di bene. Eccole le laconiche notizie che a tutt’oggi posso darle, nella speranza, voglio dire nella certezza, di poterle dare migliori notizie fra poco. Fiat voluntas Dei.
So che anche la sua salute non è troppo florida. Le assicuro che tutti i confratelli pregano di gran cuore per il completo ristabilimento.
Posso anche dirle che il terribile tifone scatenatosi su Osaka, pur partendo dalla zona di Miyazaki, ha disturbato un po’ le Figlie di M. A. a Beppu, senza però fare gravi danni, ma in altri luoghi della missione nessun danno né di cose, né di persone.
Così pure a Tokyo: solo un grosso pino del bosco della scuola Don Bosco fu stroncato. Deo gratias!
Al momento attuale in missione nulla di nuovo. Siamo in attesa del nuovo personale che speriamo dalla sua carità. Tutti discretamente bene – pur non mancando le piccole croci né materiali, né spirituali, e qualche volta anche le grosse. Deo gratias!
Non avendo novità speciali in questo mese anche a mio riguardo (temevo morire in Manciuria e Corea), limito il mio rendiconto, col proposito rinnovato di farmi santo.
Mi permetto di unire qualche francobollo commemorativo che forse può servire per le sue collezioni (salesiane) e per fare contento qualche benefattore.
Penso saprà che col 20 c. m. a Tokyo vi è il Congresso della Croce Rossa Inter. Il R. Ambasciatore mi pregò di delegare uno per parte dell’ordine di Malta. Credetti bene (come scrissi in precedenti) delegare Don Margiaria che ha ricevuto la Croce e diploma di Cavaliere Cappellano dell’Ordine. Non sapendo come regolarmi se vi sono pratiche speciali per parte sua o mia da fare (non trovo nulla sulle regole e regolamenti) prego di dirmele.
Per ora, amatissimo padre Sig. Don Ricaldone, ho finito. Mi benedica e mi creda:
Don V. Cimatti, sales.
1302 /Circolare ai Missionari salesiani in Giappone / 1934-10-8 /
ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki
8 ottobre 1934
Carissimi,
Già sapete delle ultime notizie. Dopo il ritorno dal riuscitissimo giro di propaganda in Manciuria e Corea, la malattia del nostro Don Piacenza mi obbligò ad una corsa fino a Tokyo. Il nostro caro ammalato accenna a migliorare, occorre però continuare nelle preghiere per la completa guarigione se è della volontà di Dio e per il bene delle anime.
Notizie da Torino per ora nessuna.
Prego quanti hanno ancora da inviare i rendiconti amministrativi a volerlo fare entro il 15 c. m.
Inoltre, dovendo effettuarsi il trasbordo della tipografia a Tokyo prevedo che sarà difficile stampare gli “AMICI DELLA MISSIONE” nel mese di Dicembre. È bene quindi che si invii al sottoscritto o al Sig. Don Marega subito quanto si desidera pubblicare in occasione delle feste natalizie; così la pubblicazione non subirà ritardi. Per il giorno 12 c. m. la scuola sarà eretta e si spera che si possa per l’Immacolata o al più tardi per la festa di Don Bosco fare l’inaugurazione solenne. Preghiamo.
Ma quello che più mi sta a cuore è raccomandarvi di fare una buona preparazione per la domenica 21 c. m. festa della Propagazione della Fede. Non vi nascondete certo l’importanza spirituale e anche materiale di detta commemorazione, e non spendo quindi parole al riguardo. Lascio all’iniziativa dei singoli lo studiare le modalità per renderla fruttuosa. Dal punto di vista liturgico stiamo a quanto dice il nostro calendario; autorizzo la Messa de Prop. Fide in quel giorno.
Insistete altresì per le iscrizioni all’Opera con offerte libere, e tali offerte o elemosine mi siano inviate, dovendo renderne conto a Tokyo.
Può darsi che dal centro dell’Opera di cui è eletto nuovo presidente il P. Iwashita giungano comunicazioni, e vi saranno inviate. Prega pure la nostra tipografia (se sarà possibile) a fare un foglietto d’occasione. Gli Istituti Religiosi (Seminario, Figlie di Maria A.) facciano speciali preghiere in quel giorno.
È per noi l’anno santo. Eccitiamo anche con questo pensiero i nostri cristiani a compiere bene questa commemorazione. Nella serata di quel giorno si parli anche ai pagani dell’opera missionaria in tutto il mondo.
Il Signore benedica gli sforzi di tutti per realizzare la propaganda del suo Nome fra le genti. Non dimenticate nelle vostre preghiere chi si professa
Vostro
Don V. Cimatti, sales.
1303 /Begliatti Letizia F.M.A. / 1934-10-8 /
2.86 a Suor Letizia Begliatti, Superiora delle F.M.A. in Giappone |
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8 ottobre 1934
Rev. Madre,
Proprio ieri al ritorno da Tokyo ricevevo lettera graditissima dalla Rev. Madre Generale con copia del decreto della nomina della nuova Ispettrice.
Stamane ricevo la sua graditissima e stasera Suor Carmela obbediente alle sue indicazioni viene ad annunciare il lieto avvenimento. Ne ringrazio di cuore il Signore perché penso sarà un nuovo passo per le opere vostre tanto dal punto di vista spirituale che materiale.
Grazie delle preghiere per il nostro Don Piacenza che va migliorando. Ora è il ch. Lucchesi colpito – spero in forma leggera solamente. Raccomando anche questo caro chierico alle loro orazioni. Così il Signore ci tiene svegli, e un po’ colle malattie, un po’ colle prove di vario genere ci fa pensare più a Lui. Deo gratias et fiat voluntas Dei.
La lettera della Elisabetta è la conferma di quanto mi disse agli esercizi, di quanto pure Lei conosce, cioè di aver provato queste difficoltà di vario genere, ma che ora assolutamente sono scomparse e per aver parlato con Lei e per avere pregato. Speriamo che il tempo restante sia prova assoluta della sua risoluzione.
Per quanto conosciamo noi, pare si possa essere tranquilli della sua vocazione, ma solo il Signore può garantire la perseveranza.
Ad ogni modo c’è ancor tempo a provarla bene.
Prego di cuore cotidie anche per questo e anche per Lei. Oh, sì che possiamo andare in Paradiso. Preghi per chi si professa:
Aff.mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
Veda quanto scrivo alle novizie.
1304 /Figlie di M. A. / 1934-10-8 /
alle Figlie di Maria Ausiliatrice di Beppu
[8 ottobre 1934]
Alle fortunate abitanti di Beppu,
Figlie di Maria A., Novizie, aspiranti
È il mese del Rosario. Ogni giorno circondate di bianche e rosse rose il Capo di Maria e con in mano il S. Rosario vincete i vostri nemici spirituali e materiali.
Il giorno 21 è per volere della Chiesa consacrato alla Propagazione della fede. Sia giornata di intensa preghiera affinché ovunque si effettui più fortemente possibile l’adveniat regnum tuum.
Oh, immoliamoci umili vittime di sacrificio per la salvezza delle anime, e regni Gesù Cristo nostro Re.
Don V. Cimatti, sales.
1305 /Ricaldone Pietro / 1934-10-11 /
2.87 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 11 ottobre 1934
Amatissimo Padre,27
Anche i poveri suoi figli lontani del Giappone hanno udito l’appello del Padre per offrire a Don Bosco Santo, nell’ampliato Santuario dell’Ausiliatrice, un trono meno indegno della sua gloria; e, uniti di cuore, hanno domandato alle loro cristianità l’obolo per concorrere a quest’omaggio tanto desiderato. Le cristianità hanno risposto, e noi siamo lieti di poterle inviare la modesta offerta. È l’obolo della vedova; e come l’ha gradito ed apprezzato Gesù, così, credo lo gradirà anche Lei che conosce le condizioni finanziarie della nostra povera Missione. Mentre glielo invio, io penso istintivamente al fruttivendolo di cui si parla nella vita di Don Bosco, all’epoca della costruzione del tempio di Maria Ausiliatrice…
Don Bosco ci benedica, e Lei preghi, amato Padre, e faccia pregare per noi.
Per tutti i suoi figli ed amici di Don Bosco Santo in Giappone
Aff.mo in G. C.
Don Vincenzo Cimatti,
Missionario salesiano
1306 /Tirone Pietro/ 1934-10-11 /
2.88 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale |
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Maternità di Maria
Miyazaki, 11 ottobre 1934
Rev.mo Sig. Don Tirone,
Le invio secondo il prescritto i documenti relativi alla professione perpetua o rinnovazione di voti di sette nostri confratelli.
Proprio in questo momento mi giunge la sua carissima. Tutti ringraziamo il Signore del miglioramento della salute del nostro Ven.mo ed Amat.mo Rettor Maggiore e continuiamo a pregare.
Anche i nostri ammalati Don Piacenza (operato di appendicite) ed il Ch. Lucchesi, pure sofferente del medesimo male, grazie a Dio, migliorano.
La ringrazio dal più profondo dell’anima delle belle osservazioni e paterni consigli, che mi convinsero ancor più della giustezza del mio stato davanti a Dio e FIAT VOLUNTAS DEI… Ma vedrà che mi ascolterà il Signore.
Nonostante le reiterate osservazioni non pensi mica che io sia infelice… Tutt’altro; se parlo – per obbligo di coscienza, o che almeno Don Cimatti ritiene tale.
Lei amat.mo Don Tirone ha tutte le ragioni… ma se non si domanda non si ottiene neppure presso il Signore… Figurarsi presso gli uomini…
Da tutta questa (dirà Lei) cocciutaggine, pensi quanto ho bisogno delle preghiere di tutti.
Mi raccomando dunque. Mi creda tutto
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1307 /Ricaldone Pietro / 1934-10-16 /
2.89 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Duemila seicento anni fa28
Miyazaki, 16 ottobre 1934
Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,
Non si meravigli del titolo… In questo paese dei grandi cataclismi (e non è poca cosa l’ultimo sperimentato, il rovinoso tifone che si riversò su Osaka il mese passato, da cui grazie a Dio siamo stati risparmiati) è un continuo succedersi di manifestazioni commemorative, più o meno importanti; più o meno chiassose, più o meno adatte allo scopo, ma che tutte valgono a far vivere questo popolo in quell’atmosfera di gioconda varietà, di gusto dell’imprevisto, del meraviglioso, del cangiante che è tanta parte della sua vita.
La nazione giapponese così attenta e studiosa a fissare anche gli elementi minimi, che servono a valorizzare la sua attività nel mondo, non poteva non ricordare la data gloriosa dell’inizio della conquista del Giappone, fatta da Jimmu, colui che a impresa compiuta sarà coronato Imperatore, primo della serie ininterrotta di quanti gli succederanno nel governo fino alla dinastia attuale.
Non entro nella questione storica. Assistiamo ad un fatto che è ricordato in forma solenne, assistiamo ad un fatto che ricorda ad una nazione la sua prima origine, che per una serie di secolari trasformazioni è giunta allo stato attuale; assistiamo alla glorificazione delle gesta di un conquistatore che ha condotto un popolo sulla via della grandezza. Non può questo fatto, pur discutibile nella data, non essere ricordato; non essere ricordato con riverente ossequio da ogni buon giapponese, ed anche il missionario, che deve vivere della vita della sua nuova patria adottiva, non può rimanere indifferente ed insensibile.
Ecco perché ho voluto fare partecipe anche Lei ed i nostri ottimi cooperatori e cooperatrici di questo avvenimento, perché ciò che interessa o che deve interessare noi non può non interessare chi con intelletto d’amore e con viscere di carità segue la vita dei figli e missionari lontani.
Le feste commemorative ebbero la massima manifestazione nella provincia di Miyazaki. Qui nacque Jimmu, di qui partì per la conquista delle parti orientali: ed è questa data della partenza (che secondo la cronologia giapponese sarebbe avvenuta 2600 anni fa il 5 ottobre) che si volle ricordare. Centro della manifestazione Miyazaki che, manco dirlo, per la circostanza si rivestì a festa: archi di trionfo con ornamentazioni simboliche, bandiere, luminarie. Manifestazioni di second’ordine nei luoghi che ricordano il primo imperatore. Da Tokyo e dall’isola grande numerose comitive, ufficiali e a scopo di studio e sport vennero ad accrescere splendore alle feste.
Ma quello che colpì l’animo di tutti fu l’interesse che manifestò S. M. l’Imperatore stesso, facendosi rappresentare alle feste dal suo fratello, S. A. Imper. il principe Chichibu.
Il tutto fu concretato in ricevimenti ufficiali alle stazioni d’arrivo e ai luoghi storici, meta delle visite; in discorsi commemorativi, tenuti nel massimo salone di Miyazaki; in funzioni ai vari templi o monumenti, ricordanti in qualche modo l’Imperatore Jimmu o i suoi antenati; in banchetti d’occasione, in luminarie, in concerti musicali (vennero da Tokyo elementi dell’orchestra imperiale) e in saggi di danze le più antiche nei costumi dell’epoca.
Anche la missione cattolica di Miyazaki partecipò a queste manifestazioni, riscuotendo il plauso e l’ammirazione delle autorità e della popolazione. Oltre che trovarsi ai ricevimenti con rappresentanti ufficiali, in chiesa i cristiani vollero fare una solenne funzione, che diede loro modo di pregare in modo speciale per S. M. l’Imperatore, la sua imperiale famiglia e per la prosperità della loro nazione. A sera poi in un riuscitissimo corteo aux flambeaux cui parteciparono tutte le scuole e associazioni, in gruppo compatto, preceduti dai nostri seminaristi e dalla piccola banda-orchestra del Seminario, che in automobile graziosamente ornata ritmava gli inni d’occasione e i canti della patria, si recarono anch’essi colla popolazione a rendere omaggio all’illustre ospite. La cosa attirò gli sguardi di quanti assistevano al passaggio, che applaudivano ai cattolici giapponesi e stranieri, uniti in un vincolo solo in questa bella manifestazione patriottica.
La gioconda manifestazione popolare, armonizzata dai canti e dai suoni, resa fantastica a notte dalle migliaia di lampioncini dai colori nazionali bianco-rossi, dalle migliaia di bandierine agitate ed elevate al cielo dai giovani giapponesi nell’imponente triplice “Evviva – BANZAI” gridato al principe davanti all’albergo, facevano un caratteristico contrasto al silenzio solenne delle manifestazioni ufficiali. È cosa davvero impressionante. All’arrivo del Principe, fra la moltitudine che accorre e che al passaggio profondamente s’inchina sì da vederne le sembianze, non una voce si eleva. Cuori e menti raccolti, con un silenzio imponente esprimono il benvenuto, la gioia riconoscente, il rispetto incondizionato.
Belle giornate dunque di amor patrio e di propaganda anche per noi. Si cerca di afferrare tutte le occasioni per poter entrare in queste menti e in questi cuori, e far loro capire (sono le vecchie accuse che ci muovono… Proprio solo giorni fa lo gridava in una conferenza) che non vi è contrasto fra l’insegnamento di Gesù e amor patrio, e che il Cattolicismo non è in Giappone per scopi politici, ma per salvare le anime. Oh, come è lunga e lenta la via della persuasione, specialmente quando è studiosamente rivestita da altri dall’insistente ribadirsi da queste manifestazioni che, ufficialmente civili, presentano specialmente al popolo l’appiglio religioso.
A goccia, a stille si lavora in Giappone; ma il buon Dio vede e sa. Scarso rendimento diretto; non c’è che appigliarsi con coraggio, assaporando gli amari bocconi della non riuscita, al lavoro indiretto, occasionale, tutte le volte che si può.
Ho spiegato tante volte nelle lezioni di pedagogia a Valsalice (oh! Cari ricordi dei buoni nostri allievi normalisti!) l’efficacia del metodo indiretto in educazione: lo sperimento ora in pratica…
Conceda a noi tutti il Signore la grazia di essere saldi nel nostro dovere, anche se circondato d’insuccesso o solo di piccoli risultati. E Lei, amato Padre, unitamente ai nostri cari fratelli, allievi e cooperatori, ce ne impetri l’attuazione.
Penso che anche con questo, molto più in fretta dell’impresa di 2600 anni fa, il Giappone sarà condotto completamente a Gesù.
Benedica chi con cuore di figlio si professa,
Suo obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
1308 /Braga Carlo / 1934-10-22 /
2.90 a Don Carlo Braga, missionario e Ispettore salesiano in Cina |
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Tokyo, 22 ottobre 1934
Carissimo Don Carlo,
Buon onomastico di nuovo e assicurazione di preghiere Ho sott’occhi la tua di Hong Kong dell’otto Ottobre 1934. Mi ha consolato profondamente e profondamente afflitto.
Consolazione, nell’avere una nuova chiara conferma della mia assoluta incapacità a tutto a tutto a tutto a tutto. Dio sa quanto faccio ed ho fatto per farla comprendere a chi di dovere. Tu mi parli (ed altri pure) di Croci… di fiat… per me guazzo di gioia nella precedente contemplazione di nullità. Ma quando vedo che per questa vanno di mezzo le anime, non posso non addolorarmi nel non riuscire a fare ciò che dicono essere ed è certo la volontà di Dio. Tu, penso, mi comprendi. Che dirti? Fa’ e fate quel che potete per mettere a posto queste anime. Avrete aggiustato quanto Don Cimatti ha…
Tu e voi avete tutte le ragioni in tutto.
Per la parte dei doni o provviste, è un po’ l’usanza giapponese di non lasciare mai i figli (arrepta occasione) senza piccoli donativi. Don Cimatti ha sbagliato più di tutti – domanda venia e riparerà.
Don Cimatti paga: è la Provvidenza in ogni caso – bisogna raccomandare economia che quest’anno non so come faremo, anche per questa parte.
Quello che più mi ha ferito è il loro assenteismo nei lavori materiali… Obbligatori…
Mi prude la penna e il cuore… Ma non voglio scrivere prima di una tua per non guastare la frittata di queste uova, di cui ci sono elementi… Ti prego di tagliare senza timore.
Per la formazione dei nuovi che trovate non formati alla pietà e vita spirituale non so davvero che dire. Penso che per tutti il difetto è nel manico: non ho ancora lo studentato sotto la tettoia Pinardi, né uomini. Don Cimatti… Vedi sopra i miei motivi di consolazione, e la conclusione è chiara. Terra dedit fructum. Deus scit e penso alle responsabilità…
Dunque Don Carlo, leggi tra le righe; sappi compatire ed aiutare. Per Mukai proviamo e poi decideremo. Se non può per la difficoltà di lingua e tardezza di testa non c’è che farlo ritornare.
L’invasione di cui mi parli fu pacifica…29 con Gesù e Maria alla mano… con canti latini, italiani e giapponesi… tre dei quali di nuova composizione sul posto… Oh, quanto ho pensato a te e al campo magnifico che si prepara in Manciuria in cui senza la lingua cinese per ora non si fa nulla, ma senza la giapponese ora (e fra poco ancor di più… se il mondo non si rovescia) non si fa nulla. Dalla Corea i Capi-missione mandano già alcuni dei loro seminaristi in Giappone: non è possibile far diverso, ed ormai anche chi sa il Coreano, se vuol capire il coreano moderno, non può non sapere il giapponese. Deus scit.
Grazie delle buone notizie dei Superiori e dei tuoi nuovi acquisti. Ma il motivo della presente eccotelo in tutta confidenza ed a cuor largo. Sai che si apre Tokyo-Scuola, trasportando la tipografia di Oita, così è vera fondazione salesiana – la prima parrocchia affidata ai… fu il motivo di entrata.
I Superiori hanno dichiarato che quest’anno non inviano nessun elemento per la tipografia. Ecco la proposta e preghiera. A Tokyo potremmo trovare lavoro a casa se avessimo un compositore pel romaji (latino, inglese, ecc.) che pel giapponese siamo a posto. Non avresti uno in gamba ad hoc per imprestito ad annum alle condizioni che credi? Allora la tipografia si imposterebbe bene e l’avvenire è assicurato. Non ti domando i capi-maestri, ma uno che sappia far bene – sai che i giapponesi lavorano assai bene nella loro parte – potrebbe darsi ne venisse un utile indiretto anche a te per l’avvenire. Mi pare che per regolamento possiamo inter nos fare la cosa, pur non avendo nessuna difficoltà ad avvisare i Superiori.
In ogni caso affermativo o negativo ti prego rispondermi con una certa premura perché la casa fra un mese o due sarà pronta.
Don Carlo, ti sono sempre vicino nell’affetto e nella preghiera: fa’ tu pure altrettanto per il
Tuo povero
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Saluta omnes e un pugno onomastico a Don Frigo.
1309 /Dal Fior Luigi / 1934-10-23 /
2.91 al chierico Luigi dal Fior, tirocinante e compagni |
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+ 23 ottobre 1934
carissimi,
Arrivato benissimo…senza freddo (treno riscaldato) a Shimonoseki.
Grazie di tutto e scusate i dérangement che vi ho dati. Spero anche che abbiate fatto o farete tutte le commissioni ricevute. Tenete allegro D. Margiaria30 e non dategli fastidi. Mentre c’è lui, d’accordo con Don Piacenza pensate all’esercizio di buona morte.
Buona festa dei santi e nel prossimo mese suffragate le anime del Purgatorio.
Saluti ai due giovani e a D. Margiaria. Pregate per chi vi ricorda sempre.
D. V. Cimatti, sales.
1310 /Tirone Pietro / 1934-10-25 /
2.92 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale |
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Miyazaki, 25 ottobre 1934
M. R. Sig. Don Tirone,
Le domando per favore se le è possibile rispondere o sugli Atti o a me in particolare su questo punto.
La recita del VENI CREATOR e dell’AVE MARIS STELLA è prescritta solo per le case di formazione o per tutte le case? Quando si devono dire? Ad libitum o in sede speciale? (Prima della meditazione il VENI CREATOR, e l’AVE MARIS STELLA, prima della benedizione, ove si dà, oppure dopo la lettura?).
Non posso avere alla mano disposizioni che siano state emanate dai Superiori e non so come regolarmi.
Già domandai se si potessero avere delle norme concrete per la benedizione col SS.mo Sacramento. Quanti Oremus ecc. Tot capita tot sententiae.
Il Signore la rimeriti anche di queste seccature.
Il nostro Don Vismara non potrebbe dare dei chiari suggerimenti?
Sempre la ringrazia e ricorda nel Signore il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1311 / Circolare salesiani / 1934-10-25 /
2.93 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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25 ottobre 1934
Carissimi,
Per vostra norma gli Ordinari della Corea hanno stabilito per i loro emigranti in Giappone e Manciuria:
Il missionario da cui dipendono deve dare loro il certificato che non hanno impedimenti a ricevere i Sacramenti.
Ed il catalogo di tutte le Chiese del Giappone e della Manciuria. Non darà però il foglio dello “Status animarum” all’emigrante.
Inoltre il missionario li ammonirà gravemente dell’obbligo di avvisare immediate il missionario del nuovo domicilio (anche se temporaneo) e quale è la chiesa più vicina (anche se non poté presentarsi al Parroco). Non potendo fare questa segnalazione al suo parroco, lo faccia ai suoi parenti.
Conosciuto questo il missionario di Corea manda il foglio dello “Status animarum” al missionario del luogo, e non lo affiderà mai all’emigrante.
Ho creduto opportuno segnalarvi queste disposizioni, perché anche nella nostra missione vanno aumentando (e penso aumenteranno sempre più) i Coreani Cattolici.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1312 /Circolare alle Figlie di M. A. / 1934-10-25 /
alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice in Giappone
25 ottobre 1934
Rev. Figlie di Maria Ausiliatrice,
Mentre vi comunico alcune preziose indulgenze concesse dalla S. Sede, mi permetto ricordarvi la prossima festa dei Santi come nuovo eccitamento alla nostra perfezione.
Se si sono fatti santi tanti che ci hanno preceduto perché non potremo riuscirci noi! Basta che lo vogliamo sul serio.
Ma specialmente pensiamo alle anime care del Purgatorio che possono essere così efficacemente da noi aiutate in questo prossimo mese.
Noi tutti siamo qui in Giappone come missionari. È assai problematica per parte nostra la conversione di una sola anima, ma è certo che noi efficacemente possiamo liberare qualche anima dal Purgatorio coi mezzi che la Chiesa mette a nostra disposizione.
Animo adunque, care Figlie di Maria, della Madonna di Don Bosco, nel prossimo mese cerchiamo di essere tutti missionari delle anime purganti.
Pregate sempre per il
Vostro obbl.mo
Don V. Cimatti sales.
1313 /Dal Fior Luigi / 1934-10-29 /
2.94 al chierico Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone |
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29 ottobre 1934
Caro Dal Fior,
Mandami un po’ delle belle immagini di M. A. (quelle dello stendardo). Scrivo a te perché Don Piacenza forse sarà all’ospedale.
Mi abbisognano presto. Se ce ne fossero anche altre (ad es. Maria Stella Maris – come quel quadro che c’è a Tano) ne avrei bisogno… ma al più presto.
Allegro e buono… e non farmi disperare. Emilio. Saluta caramente i due. Attendo notizie di Don Piacenza.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1314 /Circolare salesiani / 1934-11-1 /
2.95 ai Salesiani della Visitatoria S. F. Saverio |
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Miyazaki, 1 novembre 1934
Carissimo confratello,
Ho il piacere di annunciarle che col prossimo anno si aprirà in Tokyo la scuola professionale DON BOSCO, limitata per ora alla tipografia.
Invito i buoni allievi, operai e specialmente i tipografi a venirmi in aiuto anche con piccola offerta.
Desidererei di poter annunciare ai nostri tipografi giapponesi che gli allievi di tutte le scuole Professionali Salesiane di Don Bosco, hanno cooperato in qualche modo alla formazione di questa scuola intitolata a Don Bosco, nell’anno della sua canonizzazione ed inaugurarla nella sua festa (31 Gennaio).
Accetto l’offerta di qualsiasi entità e sotto qualsiasi forma (anche in intenzioni di Ss. Messe di cui sono totalmente sfornito).
Il Signore rimeriti la carità che sono sicuro vorrà fare, destinata ad aiutare una grande opera di bene per la conversione di queste povere anime.
La riconoscenza di noi tutti e specialmente di Don Cimatti sarà estrinsecata in ardentissime preghiere e offerte di sacrifici per Lei e per le sue opere.
Suo aff.mo in C. J.
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1315 /Berruti Pietro / 1934-11-5 /
2.96 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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5 novembre 1934
Rev. mo Sig. D Berruti,
Ricevo ora la sua consolantissima. Con questi dati possiamo lavorare.
per preparare il posto ai nuovi,
per il prossimo noviziato. Oh, il Signore, se lo vuole, mi manderà i mezzi… e mi do già d’attorno per cercarli.
Grazie poi delle intenzioni di Ss. Messe e farò quanto mi dice in caso di asciutta.
Avevo scritto così (domandando), perché era uscita la circolare del Sig. Don Giraudi di non celebrare ad intentionem superiorum se non si aveva ricevuto assicurazione.
Quanto al Sega31, che non so chi sia, già gli avevo risposto abbastanza secco, che lasci in pace la gente. Purtroppo che il povero Don Cecchetti, non tanto per la malattia, ma e perché non riesco indurlo ad uno studio efficace della lingua e per poco rendimento, posso adoperarlo in pratica assai poco per la missione… Deo gratias! Era uno dei tanti… (beh, alla prima occasione interroghi il Sig. Don Antoniol! …).
Stia tranquillo – riscrivo al Sega. Come ho fatto sempre, quando il bene spirituale di un confratello esige un ritorno, ne scrivo direttamente ai Superiori.
Può essere che la frase sia il contentino finale… che mi dispiace abbia dato la seccatura ai Superiori.
Grazie dunque a Dio – grazie a Don Bosco e a Maria A. e grazie ai Superiori.
A Lei un abbraccio cum osculo sancto Dei.
Tutto suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1316 /Circolare salesiani / 1934-11-9 /
2.97 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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9 novembre 1934
Carissimi confratelli,
Ringraziando il Signore posso darvi un complesso di notizie di cui dobbiamo consolarci e rinnovare la buona volontà di lavoro e di perfezione per meritarne altre.
Il nostro Don Piacenza già si alza e spera di potere a giorni tornare sul suo campo di lavoro. Per chi ha potuto conoscere le condizioni vere della malattia non può non riconoscere una vera grazia, di cui, dopo Dio, il nostro caro Don Piacenza vuol dire grazie ai singoli confratelli e a quanti hanno pregato per Lui.
Giunge la notizia ufficiale dell’invio (non si conosce ancora la data della partenza) di otto confratelli, di cui sette chierici e un coadiutore. Vari di questi hanno da compiere i loro studi; altri inizieranno il loro tirocinio.
La scuola tipografica di Tokyo è già a buon punto e spera entro il mese di Dicembre di poter aprire e i suoi battenti per inaugurarsi ufficialmente nel giorno della festa di Don Bosco.
I Superiori poi hanno approvato per il prossimo anno il Noviziato a Tokyo.
Non vi parlo ancora di altre cose consolanti che si vanno maturando e che se non verrà meno la vostra attività, il desiderio di propagare la nostra missione e l’opera salesiana in Giappone, e specialmente l’impegno di tutti per essere al possibile perfetti missionari e perfetti religiosi, e se non verrà meno l’aiuto dei nostri amici e benefattori, saranno presto un fatto compiuto.
Ringraziamo il Signore di tutto e nello stesso tempo vogliate venire in forte aiuto al sottoscritto in tutte le forme che vi siano possibili. Ve ne suggerisco alcune:
Desidererei che tutti i confratelli mi trovassero in quest’anno un’offerta per il futuro Noviziato che grava tutto sulle spalle di Don Cimatti.
Si apre la casa di Tokyo. Vedete se in qualche modo potete venire in aiuto con l’invio di materiale o di chiesa o di studio o di biancheria. Inviate al sottoscritto o meglio alla prima occasione consegnerete e penserò ad aggiungere a quanto sto preparando. Tutto sarà ricevuto colla più viva riconoscenza.
Si veda da tutti e in tutti i modi di fare una ben intesa economia. Le nostre opere finora sono state frutto di enormi sacrifici di quante anime buone ci sono venute in aiuto, e per questo il Signore le benedirà, ma fioriranno e si moltiplicheranno in misura dei sacrifici anche nostri dal punto di vista dell’economia. Ammiro ed è per me della massima consolazione nel vedere già quanto si fa a questo riguardo. Non mi stancherò di ripetere che il Signore ci farà ricchi quanto più ci sforzeremo di essere perfetti poveri.
Per informazione: la raccolta del danaro di S. Pietro e della Propagazione della Fede diedero rispettivamente Yen 52,74 e Yen 96,50 già inviati ai centri rispettivi.
Per i chierici del tirocinio in attesa dei libri prescritti di latino, quest’anno leggeranno in giapponese il “Katorikku kotaeru” del nostro Don Marega ed il Catechismo spiegato col Vangelo, editi dalla nostra Tipografia di Oita e che prego di procurare agli interessati.
Ho a disposizione alcune pietre sacre di formato piccolo e grande. Domandate al sottoscritto al più presto.
Nuova indulgenza: colla recita di cinque Pater, Ave, Gloria in onore delle cinque piaghe di Gesù e la giaculatoria: “Sancta Mater…” si lucra l’indulgenza parz. di tre anni e se si recita per un mese l’indulgenza plenaria.
Usatemi la carità di molte molte preghiere specialmente in questo periodo di tempo.
Il Signore ci aiuti a realizzare per la sua gloria e per la salvezza delle anime quanto vogliamo fare specialmente in quest’anno santo, anno della CANONIZZAZIONE DI DON BOSCO.
Tutto vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1317 /Zerbino Pietro / 1934-11-10 /
2.98 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale |
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10 novembre 1934
Carissimo Don Zerbino,
Grazie della tua: scrivo agli offerenti. Quest’anno devo erigere il noviziato, è l’avvenire! Dunque vedi di raggranellarmi una bella somma, mettendo sotto quanti puoi…
Ai tuoi giovani che preghino, preghino assai. Requiem all’amatissimo Maestro: pregherà anche Lui per noi.
Allegro, allegro! Ti anticipo il buon Natale.
Tutto e sempre tuo
Don V. Cimatti, sales.
1318 /Berruti Pietro / 1934-11-14 /
2.99 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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14 novembre 1934
M. R. Sig. Don Berruti,
La presente, non per dare nostre notizie, ma (come sono solito) per informare i Superiori delle nostre posizioni speciali di fronte a dati avvenimenti. Può essere che le notizie siano sapute dai giornali… Ad ogni modo… Scrivo a Lei per non affaticare il nostro amat.mo Rettor Maggiore.
Momento politico attuale: governo militare.
Fatti recenti. Per tante cause precedenti (lunghe a dirsi), per recenti imprudenze di cattolici (che vollero fare della politica), il partito militare ha cominciato a fare conferenze nella missione a noi vicina di Kagoshima, tenuta dai Padri Francescani Canadesi (quindi americani) facendo pressione sulla popolazione per firmare petizione per l’espulsione degli stranieri dall’Isola. Pensano con ciò di premere sull’opinione europea nella conferenza ed ottenere quanto chiedono.
Dolorosamente un villaggio cristiano ha firmato pure, sotto la pressione militare, detta espulsione.
I Padri sono obbligati a ritirarsi – andrà qualche prete giapponese.
Si dice che a colorire la cosa metteranno la legge marziale per espellere i missionari stranieri, che vogliono fortificare.
Potrebbe darsi che la cosa abbia ripercussione anche altrove. Miyazaki? Nella nostra missione abbiamo luoghi di difesa (ma tutto il Giappone è tale) ma in essi non vi è ancora residenza missionaria, né certo è prudente metterla per ora.
Ho voluto accennare la cosa, perché delicata e che potrebbe…
Don Cavoli mi scrive dicendo di aver avuto ordine dai Superiori di fermarsi per curare la salute, e di quanto Lei ha parlato e del suo carattere (che ammette pienamente) e delle relazioni fra Lui e Don Cimatti e della benedetta questione dell’Ospizio, che forse non è chiara davanti agli occhi dei Superiori, perché trattandosi (al punto attuale) di opera della Missione non fu certo trattata, come quando si tratta di opera salesiana. So però che ne scrissi ed anzi mandai lo schema delle leggi che favorivano tali fondazioni in Giappone.
In breve schematizzo:
In Giappone l’opera dell’apostolato non può correre come in altre missioni… Si pesca coll’amo e rari abboccano;
perciò la malattia più grossa è la delusione e scoraggiamento dei missionari;
le opere sono quelle che in gran parte favoriscono di più la propaganda, e destreggiano e attivano sia per la ricerca dei mezzi, sia per l’organizzazione;
proposi dunque alle case che si dessero attorno per… ed ecco che sorsero dopo l’inizio del Seminario e Scuola Tipografica a Oita, altri progetti, vari dei quali ancora allo stato di progetto, per mancanza di mezzi;
Miyazaki che già aveva la Conferenza di S. Vincenzo de’ Paoli si diede attorno per riunire in un luogo i poveri vecchi che si visitavano – e poco per volta riunire gli orfanelli che fin dagli inizi si mantenevano presso famiglie cristiane.
Don Cavoli, Don Liviabella, il personale della casa si diedero attorno – gli animi erano uniti in quell’ideale, l’idea incontrò presso i benefattori e si raccolsero offerte, e si continuano a raccogliere per dare consistenza all’opera.
Saputosi che la legge favoriva e si potevano avere sussidi e per la costruzione e per il mantenimento, si fecero le pratiche relative. Il Consiglio esaminò, ma essendoci punti o incerti o dubbi, fece osservazioni cercando di chiarire. Ma in conclusione approvò. Naturalmente Don Antonio, caldo per la realizzazione, insisteva.
I miei missionari (e li lodo) vogliono tutti poter dire di fare qualcosa e lasciare impronte, orme. Don Cimatti non sa dire di no, finché c’è da far del bene, e per quanto sa e può aiuta.
Può essere che questo stato di cose abbia fatto apparire che i membri del Consiglio non erano entusiasti per l’opera e che la preponderanza del pensiero di Don Cavoli abbia trascinato. Che vuole? Sono fatto così. Non so dire di no – e sono il primo a dar la spinta a fare, quando ci vedo il bene, e quando vedo che i confratelli lavorano. Non è sistema di governo, lo so, ma non so fare diverso, ed è per questo anche che i Superiori conoscono le mie domande.
Certo Don Antonio è stato colpito da quanto ha udito: desidera che io chiarisca le cose, e lo faccio ben volentieri. È una conferma di quello che penso di me. Deo gratias!
L’Ospizio conta attualmente 75 persone:
Una ventina di vecchi mantenuti dal sussidio mensile che ricevono dal municipio – altri mantenuti dalla missione.
Una quindicina di giovani (ragazze) ed alcune adulte per i lavori di casa: assistenza ecc. forse col tempo inizio di Congregazione indigena; tutte mantenute dalla missione, come
il restante poveri bambini e fanciulli.
Anno per anno uscendo i ragazzetti che non hanno più bisogno di cure materne, daranno (insieme ad altri) il contingente per un ospizio a varie sezioni. Si è già iniziato qualche cosa a Nakatsu.
L’Opera così com’è ora, non può essere affidata ai Salesiani (forse alla Figlie di Maria A., ma costano troppo…). Il vero ospizio che sorgerà sarà opera della Congregazione, ma occorrerà ancor tempo: benché il sottoscritto, se ci fossero i mezzi, l’avrebbe già fatto.
Mi pare di aver chiarito il mio pensiero. La realtà delle difficoltà è tutta in questo povero uomo che non sa… Il Signore perdoni che anche questa volta fui causa di dolore a Don Cavoli. Preghi per me.
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
P.S. - Ricevo notizia da Don Piacenza: guarito dall’appendicite, è divenuta forte la flebite. Il Signore ci aiuti. Verso la fine del mese si entra nella nuova casa a Tokyo. Inaugurazione 31 Gennaio. Ed al prossimo anno, se siamo vivi, Noviziato e Studentato.
1319 /Ricaldone Pietro / 1934-11-15 /
2.100 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Fior di crisantemo32
Miyazaki, 15 novembre 1934
Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Nel caro mese dei morti in Italia s’infiorano le tombe col fiore dei morti. Qui è uno sfavillio di colori e di forme, dal modesto crisantemo azzurro e bianco, che occhieggia in ogni dove nei boschi, sulle ripe montane, sui bordi delle strade, a quelli coltivati in forme le più diverse, a quelli sforzati a curve magnifiche e sostenuti da maglie di fil di ferro, a quelli che intessono vestiti di “mannequin” imitando a perfezione qualsiasi oggetto o persona.
Non ho visto i parchi magnifici di Tokyo – solo qualche discreta esposizione locale, che però dà l’idea chiara della coltivazione multiforme di questa pianta e fiore; dico pianta e fiore, perché l’una e l’altra esigono cure di cui non abbiamo idea, per raggiungere la perfezione di forme, di tinte che si ammirano qui; coltivazione che viene effettuata non solo da giardinieri di professione, ma anche da privati, che a tempo opportuno, e di giorno, e di sera, in ambienti illuminati con buon gusto, inviteranno per ammirarli, amici e conoscenti.
Festa di famiglia, trionfo di colori multiformi, in gara coi non meno multiformi colori dei vestiti dei visitatori. Le scuole pure hanno le loro mostre, in cui gareggiano maestri ed allievi, ed i numerosi visitatori volentieri comprano a beneficio della scuola i migliori esemplari.
Come il fiore di ciliegio è simbolo del cuore popolare così il crisantemo è il simbolo dell’aristocrazia e raffinatezza, e fra i fiori è il più rispettato, perché emblema della famiglia imperiale.
Il preambolo è un po’ lungo… ma penso a questo quando visito il nostro cimitero di Miyazaki, mentre mi aggiro fra le tombe che ormai riempiono quel sacro luogo, mentre mi soffermo in preghiera di fronte alle modeste croci o ai monumentini, che vanno erigendosi e ornandosi con buon gusto dai nostri cristiani… Ogni nome richiama note vicende speciali… Angioletti rigenerati alla grazia nei pochi giorni di vita – vecchi, chiamati alla fede negli ultimi anni di vita – giovanili speranze stroncate – un seminarista giapponese… Anche qui fiori magnifici, sfioriti per abbellire la giocondità eterna del paradiso.
Fermo sulla porta del campo santo, mi provengono dalla destra i giovanili clamori del cortile del nostro Seminario indigeno, le armonie del loro concerto… Fiori viventi, future speranze su cui si fanno tanti progetti per l’avvenire, richiamati alla realtà vera dal sacro luogo ove mi trovo.
Una squadretta dei nostri orfanelli si avanza cinguettando per visitare le tombe dei fratellini e pregare… Fiori viventi, fin dal loro inizio inconsciamente colpiti dalla prova più dolorosa… Babbo, mamma dove sono? Chiamano sorelle le loro istitutrici, che con amore materno sostituiscono, chi non hanno conosciuto né forse conosceranno mai. Chiamano i compagni fratelli, tali solo per vincolo della carità di Gesù, che ha procurato loro per mezzo dei nostri benefattori questa nuova grande famiglia. Che sarà di questi fiori, così provati fin dal loro nascere? Li seguo coll’occhio, e mi unisco alla loro preghiera…
Giungo a casa dove trovo fra la corrispondenza buone notizie da Tokyo. I nostri oratoriani tutti pagani si sono fatti onore. L’annuale gara catechistica è riuscita magnificamente. Le autorità fra cui Sua E. l’Arcivescovo di Tokyo, S. E. l’Ambasciatore d’Italia soddisfattissimi; gli amici nostri cooperatori entusiasmati; la folla degli intervenuti, i parenti, gli oratoriani ammirati… Canti, declamazioni, recita teatrale e gara a perfezione… Fiori silvestri non meno belli di quelli coltivati in serra, che pur pagani delibano le verità della Fede, i cui semi deposti in cuori che si vanno aprendo all’amore, non potranno non produrre frutti copiosi in patientia.
Dalle due del pomeriggio alle sei, ogni giorno a centinaia si succedono i nostri cari giovani nel cortile, nelle sale… I confratelli con spirito di vera abnegazione che impressiona tutti, là, in mezzo alla folla chiassosa, salesianamente lavorano… O fiori silvestri, crescete, prosperate, fruttificate.
Trovo pure fra la corrispondenza, saggi di arte cattolica giapponese editi dalla libreria cattolica di Tokyo, con preghiera di propaganda. Desidero che Lei, amato Padre, di tale propaganda sia il primo beneficiato. Da vari anni a questa parte il Giappone cattolico viene dando buone manifestazioni anche in questo campo, sempre conservando le sue caratteristiche locali e adattando il pensiero cristiano ai suoi costumi. La ricchezza di bellezze naturali, che circondano ovunque lo sguardo, non possono non riflettersi anche nelle manifestazioni artistiche. I sei quadretti ne sono una bella manifestazione, pur confessando la mia incompetenza in materia. Sono inspirati alle feste natalizie. In uno “Nostra Signora del Giappone” il bel cielo giapponese si abbellisce della Vergine, ammantata di ricchissimo “Kimono”, in atto di abbracciare teneramente l’adorato Gesù, e nello sfondo sottostante viene profilandosi il paesaggio montagnoso più gradito ai Giapponesi. “Il Natale al nord del Giappone” presenta il bambinello allattato dalla Vergine santa in una povera baracca, avvolto nel “futon” caratteristico di quei paesi, mentre un giovane e una ragazza pregano. Ai piedi di Gesù, l’offerta della frutta di stagione: un canestrino di mele. “La Betlemme giapponese” presenta la S. Famiglia in atto di prestare a Gesù le prime cure (il bagno tiepido). I vicini specie i fanciulli hanno già portato o vengono portando i doni caratteristici del Natale giapponese. “Il Natale del missionario” rappresenta una delle tante scene che capitano al missionario ambulante quando porta i conforti della religione alle sue pecorelle disperse.
Nella festa di Natale e Capodanno colla rinnovazione dei propositi di vita migliore, rinnovazione di abiti, offerta di doni goduta nell’intimità della vita familiare… Fioritura di pensieri, di affetti, di propositi.
Relazione fiorita, dirà. O buon Padre, nel paese dei fiori, non si può non pensarvi. Nel paese del simbolismo dei fiori non si può non essere richiamati alla meditazione. Ai fiori però debbono seguire i frutti – ed è, penso per questo, che i fiori debbono essere ammirati. Per ottenere in abbondanza questi frutti siamo qui a lavorare… Ma né chi pianta, né chi irriga… “sed qui incrementum dat, Deus”. Ci aiuti anche Lei, unito agli amati cooperatori, a pregarlo più intensamente, con maggior spirito di fede per realizzare un abbondante raccolto.
Come figlio per tutti:
Don V. Cimatti, sales.
[
1320 /Zerbino Pietro / 1934-11-16 /
2.101 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale |
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16 novembre 1934
Don Pietro carissimo,
Grazie della tua nuova carità.
Prego per te e per gli offerenti. Se puoi fammi quest’anno un po’ di campagna pro noviziato e studentato in Giappone che sarà fatto compiuto pel prossimo anno.
Tu conosci l’importanza della cosa: persuadi quanti puoi per questo unico scopo indispensabile.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1321 /Marella Paolo / 1934-11-16 /
2.102 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 16 novembre 1934
Eccellenza Rev.ma,
Mentre la ringrazio vivamente delle continue prove di benevolenza che l’E. V. dimostra ai figli di Don Bosco, le annuncio prossimo l’arrivo del primo gruppetto di salesiani, che inizieranno la nuova scuola professionale Don Bosco a Tokyo, Hachinari-cho, 90 Suginami-ku e li raccomando vivamente all’E. V. Voglia pregare per noi, consigliarci, correggerci. I figli di Don Bosco sono per quel che possono a disposizione di V. E. in cui vedono impersonata la dolce figura del S. Padre.
Trova pure acclusa una pratica in cui domando un sussidio per costruzione della chiesetta di Oita. Vorrei farlo come omaggio a Gesù al chiudersi dell’anno santo ed anche per onorare un po’ San Francesco Saverio proprio in Oita, la città del suo massimo apostolato in Giappone.
Spero cavarmela con ¥ 3000, ma bisogna che li cerchi. V. E. appoggi caldamente in un bell’inglese… come maneggia V. E.
Questa costruzione risponde ad una vera necessità… Se vedesse l’attuale…
Unisco pure alcune aggiunte alle osservazioni sul Directorium.
Voglia benedirci e mi creda,
Dell’E. V. Rev.ma
Obbligatissimo
Don V. Cimatti, sales. Sup. Miss.
1322 /Governo Italiano / 1934-11-17 /
agli Onorevoli Ministri del Governo Italiano
Miyazaki, 17 novembre 1934
Cenno sommario dell’Opera salesiana in Giappone
Il primo gruppo di salesiani Italiani che approdarono in Giappone, partì dall’Italia il 29 dicembre 1925 e venne a stabilirsi nella zona di Miyazaki (Kyushu), prendendosi cura dei cristiani di questa zona e sviluppando il lavoro di apostolato missionario affidato a loro dalla S. Sede. I risultati finora ottenuti sono elencati nell’accluso specchietto.
Nel 1929 a fianco dei Salesiani si trovarono pure le Figlie di Maria A. (suore di Don Bosco) che in favore della gioventù cominciarono a lavorare in campo analogo dei salesiani per il ceto maschile.
Fino a questo punto era più che altro un lavoro missionario, sviluppato però alla salesiana e quindi diretto più che altro alla gioventù sia nelle riunioni domenicali, nelle scuole serali, ecc., finché nel 1930 si diede inizio a Oita ad una piccola Tipografia (scuola tipografica Don Bosco) e nel quartiere più povero di Tokyo un Oratorio frequentatissimo ogni giorno e che incomincia a dare già consolanti frutti di bene materiale e spirituale per quella popolazione.
Si viene pure espandendo l’Opera Salesiana, e prossimamente la piccola Scuola Tipografica sarà trasportata in sede propria a Tokyo ove si spera potrà assumere uno sviluppo proporzionato all’importanza della scuola stessa.
Nel prossimo anno, per dare definitivo assetto all’Opera salesiana ed assicurarne l’avvenire, è necessario aprire a Tokyo lo studentato e Noviziato salesiano che assicurerà per l’avvenire il personale formato indigeno in unione a quello che ci viene dall’Italia.
La Pia Società Salesiana che viene sviluppandosi per opera della carità pubblica, e implora a mezzo dell’E. V. presso il nostro Governo un sussidio straordinario per quest’ultima opera specialmente, che permetterà la stabilizzazione dell’Opera nostra in Giappone.
I Salesiani di Don Bosco in Giappone, fedeli agli insegnamenti del loro Fondatore, oltre al lavoro specifico proprio dell’Opera loro e come missionari e come educatori della gioventù, non dimenticano la patria lontana e pur non potendosi occupare – come in altre nazioni – dei connazionali, che in Giappone sono pochissimi, hanno cercato di far del loro meglio per far conoscere sempre più la loro patria, che fortunatamente in Giappone è circondata di vera simpatia, specie per opera del Capo del Governo e del Regime.
Nelle nostre scuole tanto dei salesiani, come in quelle delle Figlie di Maria A. si insegna l’Italiano, e già vari di quelli che convivono con noi, lo parlano o lo comprendono discretamente.
Con materiale scolastico donatoci nelle distribuzioni annuali si poté anche fare assai buona propaganda.
Assommano a oltre 400 i concerti di musica in prevalenza italiana dati in ogni parte del Giappone e recentemente in Manciuria e in Corea.
La scuola per cui domando un sussidio straordinario deve servire in modo speciale per i Giapponesi che desiderano far parte della nostra Pia Società. Collo studio dell’Italiano vorrei giungere al punto di poter inviare i migliori a perfezionarsi in Italia, tanto dal punto di vista degli studi classici e professionali e specialmente per investirsi dello spirito italiano, tanto necessario a chi vuol lavorare con noi.
Le risorse della missione sono risorse di povertà. Il superiore della missione, che è anche superiore dell’Opera salesiana in Giappone si trova ad avere a suo carico gran parte delle Opere di beneficenza elencate nello specchietto. Le risorse interne al momento attuale mancano, perché in Giappone bisogna prima imporsi colle opere; le risorse dall’estero sono scarsissime, data la dolorosa situazione economica mondiale.
Faccio appello per il tramite del R. Ambasciatore d’Italia in Giappone33 al nostro R. Governo affinché nelle misure del possibile mi venga in aiuto per un’opera che servirà assai per noi italiani a valorizzare il nostro lavoro presso il Governo Imperiale e presso le autorità locali e presso il popolo giapponese.
Coi sensi della più distinta osservanza:
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
Superiore Opera Sales. in Giappone
1323 /Grigoletto Giuseppe / 1934-11-17 /
2.103 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice |
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Miyazaki, 17 novembre 1934
Carissimo Giuseppe,
Sia ringraziato il Signore che ti ha messo in condizioni di lavorare per il bene. Quanto al lavoro missionario, intenditi col tuo Ispettore e direttore, e poi “fa’ e lascia dire” è il consiglio di Don Bosco, l'ho letto solo giorni fa sulla sua vita.
Ah, Giuseppe! Ma tutto il mondo vorrei girare per Lui… Ma lasciamo lì.
Ti do una buona notizia. Al prossimo anno Noviziato a Tokyo (e ti dico perché l’ho in cuore “Studentato”), ma la condizione è che mi aggiusti per la fabbrica. Ho bisogno di Lire 50.000, una vera miseria! Sono già in moto per cercarle. Tu hai i tuoi impegni coll’Ospizio, ma naturalmente ci deve anche essere almeno qualche cosa per quest’opera, che completa il Seminario, che mi darà già quest’anno i primi frutti. Intanto uno è in teologia, uno in filosofia ed altri entreranno quest’anno. Prega che siano buoni e si mantengano sotto tutti i sensi.
Ah, se fossimo santi davvero! Dunque fa’ le cose bene e non dimenticare la parola d’ordine di quest’anno: “Noviziato”.
Non ridere. Sono anche disposto a un prestito a lieve interesse con capitale rimborsabile in x anni. Colle offerte annuali ci riesco. Se per caso…
È in vista dello studentato che terrò molti dei magnifici fossili ammirati in foto per Tokyo, ove trasporterò anche parte del materiale di Miyazaki, quando… il Signore mi aiuterà a trasportare. Poi “Nunc dimittis”, ma prima Studentato filosofico e teol. Così le fondamenta ci sono e costruire non è più problematico.
Grazie di quanto fai. Spero che l’aver imballato i fossili in fieno non sarà impedimento alla dogana. Una legge recente vieta introduzione di paglia (che non è fieno) dall’estero.
Se trovi doppioni niente di male, trovo e mi faccio amici, e tenterò di fare réclame anche al tuo raccomandato, ma bisogna essere a Tokyo: e ci andremo. Niente paura…
Animo dunque, Giuseppe. Lavora per il Signore ed il Signore lavorerà per te… e meglio di te e di me.
Novità, tante, ma per stavolta stop. Pensare che se avessi un milione l’adopererei subito. Allegro dunque. Saluta omnes (non so chi vi sia…) e prega per me. Ti invio biglietti e immagini e qualche altra cosa e… prega per me.
Tuo sempre aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1324 /Fogliani Mario / 1934-11-17 /
2.104 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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17 novembre 1934
Mario carissimo,
I preparativi per l’affrettata partenza non ci hanno dato il tempo di parlare a lungo come avrei desiderato. Supplisco con questi ricordi che vorrai conservare e meditare, spero ti faranno del gran bene.
Grazie, a nome del Signore e di Don Bosco di aver accettato con rassegnazione l’obbedienza. Ricorda che quanto più costa, tanto più è meritoria.34
Sai attraverso a quali fasi è passata la tua permanenza in missione. Lavori in fondazioni iniziali tanto più per te meritorie, perché materiate di sacrificio e i Superiori ti ringraziano di cuore e il Signore ti ricompenserà. La parentesi dei ripresi tuoi studi, chiusasi coll’arresto fattone dai tuoi Superiori che ti portò nella sfera del lavoro dei nostri confratelli coadiutori.
Non devi quindi meravigliarti che il Signore:
abbia disposto che i Superiori ti scegliessero per questa nuova fondazione salesiana in Giappone,
e che Don Cimatti ti invitasse a fare tutti i lavori necessari, secondo le indicazioni del nostro Don Margiaria, che confida assai assai nella tua buona volontà e capacità. Certo inizialmente dovrai fare un po’ di tutto – man mano che le cose verranno stabilendosi, tutto si regolarizzerà. Occhio a tutto, casa, campagna, provviste, ecc. Sai che siamo nella povertà: come in Seminario, cerca di saggiamente economizzare in tutto. Le piccole industrie di casa, di campagna non ti mancano e ti faranno risparmiare molto.
Non temere il lavoro, anche quello materiale propriamente detto. Vedrai che il Signore ti benedirà anche per la salute: lavora solo con ordine e secondo obbedienza e di cuore.
E permettimi ora un ultimo sfogo cordiale per il bene dell’anima tua.
Per me vedi, è dolorosissimo parlare agli altri dei difetti, quando vedo di esserne pieno io. Ma il dovere mi impone di ripeterti brevemente quanto Don Cimatti ed altri ti hanno ripetutamente detto in altre occasioni.
Ciò che ti ha fatto male e che ha fatto tanto male ad altri, sai che è la lingua. Non voglio ricordare il passato – l’ha certo perdonato il Signore – ed è inutile che lo ricordiamo noi. In guardia, mio buon Mario, non ricominciare una nuova catena, ora che la prima voglio sia seppellita nell’oblio. Dunque:
Non sparlare del prossimo né del lavoro del prossimo né delle nostre case od opere se non in bene. Parla pure liberamente in ogni senso coi Superiori di Torino, con Don Cimatti e con Don Margiaria, e basta.
E fa’ questo sforzo (che, nota bene, è stretto dovere di giustizia) per riparare il passato. Ricorda che anche ottenuto il perdono di Dio e degli uomini, non è finito il nostro lavoro: è strettamente obbligatoria la riparazione.
Se non erro quest’anno devi definitive consacrarti al Signore. Al momento chi deve giudicarti per l’ammissione sarebbe alquanto dubbioso. Fa’ in modo di togliere questi dubbi, affinché tutti possiamo senza esitazione spingerti alla definitiva realizzazione di quanto tu e noi desideriamo.
Parti nel giorno della festa di S. Gregorio Taumaturgo, l’uomo di fede che trasportava le montagne.
Ti auguro che collo stesso spirito di fede incominci la tua nuova vita.
Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1325 /Circolare ai Benefattori / 1934-11-21 /
2.105 ai Benefattori dell’Opera salesiana in Giappone |
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Missione Salesiana – Giappone
Miyazaki, 21 novembre 1934
Carissimo,
Il tuo vecchio amico non ti dimentica quotidianamente nelle sue preghiere e ricorda con particolare affetto te, le tue necessità materiali e spirituali: spera di esserne contraccambiato.
Pel prossimo anno 1935 ho bisogno di costruire a Tokyo il Noviziato e Studentato Salesiano. Già si vengono delineando belle vocazioni fra questi Giapponesi e tu comprendi che tutto l’avvenire della Chiesa Cattolica e lo sviluppo dell’Opera Salesiana in Giappone dipende dalla possibilità di condurle in porto per formarne buoni preti e buoni religiosi. Ti domando dunque con fiducia, certo di essere esaudito e in nome di Don Bosco nell’anno della Sua Canonizzazione, molte preghiere ed un aiuto pecuniario anche minimo per quest’opera santa.
Invia quanto puoi al nostro Don Lussiana a Valsalice.
Dio ti rimeriti e conceda a te e ai tuoi cari il centuplo e la vita eterna.
Tuo
Don V. Cimatti, salesiano
1326 /Fogliani Mario / 1934-11-26 /
2.106 a Mario Fogliani, salesiano laico missionario in Giappone |
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26 novembre 1934
Carissimo Fogliani,
Tu non desideri che Don Cimatti ti risponda ed egli invece lo desidera moltissimo, perché per molti motivi fu impedito di parlarti prima.
Conserva pure e rileggi le sue lettere, e se qualche cosa ci trovi che possa farti del bene, servitene meglio che sai e puoi.
La lettera scritta doveva richiamare necessariamente tante cose passate, perché Don Cimatti o dubitava di avertele espresse chiaramente o che Mario le avesse esattamente comprese. Sono del tuo parere, come lo era Don Bosco: “acqua passata non può macinare più”.
Ma fui obbligato a richiamare Mario al passato, perché gli effetti delle nostre azioni passate durano, e per eccitarti quindi a quanto ti dicevo nella conclusione della lettera.
L’essere salesiano dipende da te. “Si vis”. Mi dici: “che non fosti compreso… Che ti promisero mari e monti…”. Oh, no, Mario. Tutti e Don Cimatti specialmente, ti abbiamo compreso benissimo. Sta’ tranquillo. Quanto alle promesse, non so a quali tu voglia alludere, ma Don Cimatti ti ha sempre detto chiaramente che (se vuoi ricordare i tuoi studi) erano condizionate alle disposizioni dei Superiori, cui anch’egli deve sottostare.
Come pure non comprendo quanto si riferisce a Tateishi,35 né che cosa avresti desiderato che i Superiori facessero in quella circostanza, che dopo tutto era una formalità estrinseca e senza valore giuridico.
Mario, Don Cimatti ti dice: “Poniamo pure che in quella circostanza i Superiori non abbiano pensato a te”: ebbene ecco il momento buono per dire con S. Paolo: “Qui me judicat Dominus est” (non aspettare dunque la lode o l’approvazione degli uomini), e coll’Imitazione di Cristo: “Ama nesciri et pro nihilo reputari.”
Ringrazia il Signore se sei riuscito a fare del bene e anche questo te lo troverai al tuo attivo in Paradiso. Nessuno te lo toglie, sta’ certo.
La Congregazione certo non può non gioire del bene che si fa nel fomentare le vocazioni. Dopo tutto è dovere, e non sempre del dovere si ha in questo mondo la ricompensa – e può essere che nel tuo caso sia così capitato a te.
Dunque, Mario, Don Cimatti dal profondo del cuore ti ringrazia di quanto gli hai scritto e ha pensato sia dovere risponderti e l’ha fatto.
Gli sei sempre presente nel pensiero, nell’affetto e nella preghiera, e spera di essere corrisposto – e credilo, ti è vicino più che non pensi.
Quanto ti scrissi prima ed ora ha lo scopo appunto di prepararti ai tuoi Ss. voti, perché Don Cimatti desidera ardentemente il bene dell’anima tua. Prega per lui, Mario.
Tutti ti ricordano e a Miyazaki in Missione e in Seminario e vogliono unirsi a me che ti abbraccio e benedico di cuore.
Nel Signore
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1327 /Circolare alle F. M. A. / 1934-11-27 /
alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice in Giappone
Miyazaki, 27 novembre 1934
Rev. Madre e Figlie di Maria A.,
Nell’approssimarsi di quella che deve in modo speciale essere festa vostra, non posso non inviarvi come sono solito a fare in queste occasioni, qualche pensiero.
La festa di Maria Immacolata, preceduta da quella di S. Francesco S., l’Apostolo del Giappone, amantissimo di Maria e di Gesù, dice a noi e a voi missionari e missionarie che la forza del nostro apostolato deve essere nella PUREZZA, che purezza e santità si corrispondono: la forza del nostro apostolato deve essere Gesù che si umilia nella grotta di Betlemme per noi.
Oh, buone Figlie di Maria A. vogliate lasciarvi guidare da queste considerazioni e santificarvi coi mezzi continui che il Signore mette a vostra disposizione.
Coraggio sempre. Non si arriva però all’apostolato se non attraverso ai dolori, e S. Francesco ne domandava sempre al Signore: “Domine, plura… plura!”.
E Maria Madre dei dolori: voi piamente ne andate meditando nella giornata le fasi più importanti. E Gesù è l’Uomo dei dolori.
La lotta per noi religiosi più forte è certo quella che abbiamo da sostenere contro il nostro IO carnale e spirituale: sensibilità e superbia.
E S. Francesco ha lottato tutta la vita per questo; Maria è Madre di purità e di umiltà. “Quia respexit humilitatem ancilla suae…”, e Gesù si pasce tra i gigli e vuole che impariamo da Lui “a essere miti ed umili di cuore”.
Coraggio buone Figlie di Maria A., coraggio novizie amatissime e buone aspiranti, Maria ci addita il giglio che abbiamo a Lei tante volte offerto. S. Francesco Saverio divorato dalla sete delle anime ci grida: “Ancor più, ancor più!”, e Gesù dal suo trono di povertà, di umiliazione e di sofferenze ci grida: “O mie predilette figliuole, amatevi e fatemi amare e conoscere!”.
Perdonate lo sfogo cordiale; ma mi sta tanto bene colle anime che amano il Signore.
Pregate per il
Vostro aff.mo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1328 /Merlino Alfonso / 1934-11-28 /
2.107 ad Alfonso Merlino, salesiano laico missionario in Giappone |
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[28 novembre 1934]
Carissimo Merlino,
Grazie dei tuoi saluti e più dell’ottimo bento (= cestino da viaggio)… Perfino il risotto! Grazie.
Ti ricordo di cuore. Allegro sempre ed il Signore ti aiuti.
Prega S. Francesco che ti dia salute e santità.
Tuo
Don V. Cimatti, sales.
1329 /Circolare salesiani / 1934-11-29 /
2.108 ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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29 novembre 1934
Carissimi confratelli,
L’avvicinarsi della festa di S. Francesco Saverio e quella per noi così piena di soavi ricordi, la festa dell’Immacolata, mi muovono ad esortarvi caldamente a rinnovarci nel fervore dell’apostolato e nell’esercizio della più bella fra le virtù, per riuscire a compiere sempre meglio il nostro dovere di missionari e di salesiani. Nel bel giorno consacrato a Maria pensiamo all’umile inizio della nostra Pia Società, pensiamo attraverso a quali peripezie passò Don Bosco, pensiamo a Don Bosco Santo: ecco la trama di tutta la nostra vita, che se sarà vissuta sotto questa luce, non potrà non essere abbondante di frutti.
Non ho ancora notizie ufficiali, ma da lettere accreditate pare che i venienti partano il 15 dicembre prossimo sul “Conto Rosso”. Preghiamo ad ogni modo per loro in modo speciale.
Il nostro Don Piacenza tiene ancora l’ospedale per la flebite che lo tormenta con febbre alla sera, con insonnia e col non potersi reggere in piedi. Supplichiamo la Madonna che ce lo voglia rendere presto in pieno vigore delle sue forze, per poter ripigliare le sue importanti occupazioni. La Madonna non deve negarci questa grazia segnalata.
Col mese di Dicembre potete applicare secondo l’intenzione dei Superiori le Sante Messe che avete disponibili. Alla fine di ogni mese vi chiederò il numero.
Per onorare Maria Immacolata, da promessa fatta l’anno scorso, nel nostro Seminario si è costruita una devota grotta, in cui domina Maria. Che Essa protegga le vocazioni tanto per la Missione che per la nostra Pia Società.
Si stanno riparando d’urgenza alcune travature della casa di Nakatsu, minaccianti rovina, per l’invasione delle formiche bianche: occhio a dare in tempo utile il BOFUZAI, e a fare entro l’anno almeno una visita da persone esperte alle travature.
Sapete poi che sono in progetto tante cose necessarie alle nostre residenze, per cui occorrono mezzi rilevanti. Miei buoni confratelli, aiutiamoci caritatevolmente colle preghiere, col domandare per queste opere l’elemosina a quanti possiamo senza timore, col fare bene intese economie, ma specialmente, se vogliamo attirarci le benedizioni di Dio, coll’essere buoni e fedeli esecutori della regola.
Specialmente poi in quest’anno santo desidererei che tutti, coi mezzi proporzionati ad ognuno, lavorassimo ancor più intensamente per la conversione delle anime, in maniera da potere, colla grazia di Dio, registrare un numero ancor più grande di battesimi – ad estendere al più gran numero possibile di anime gli insegnamenti di Nostro Signore.
Voi sapete che il momento attuale è per molti rispetti difficilissimo per le opere di apostolato. Si sia prudenti nel parlare in pubblico ed in privato, si sia prudenti nello scrivere, si inculchi ai nostri dipendenti confratelli e cristiani la medesima prudenza, la si inculchi in modo speciale ai catechisti.
Non immischiamoci in altre questioni che non siano religiose cattoliche, predichiamo Gesù.
Il Signore vede la nostra buona volontà, vede i nostri santi desideri e ci aiuterà a fare del gran bene nonostante le difficoltà del momento.
Vogliate pregare per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1330 /Circolare alle F. M. A / 1934-11-29 /
alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice in Giappone36
29 novembre 1934
Rev. Madre,
È una circolare per i salesiani, ma, essendovi molte cose che le possono servire di norma penso utile inviarne copia.
Insista molto sulla prudenza nel parlare e nello scrivere (anche in lettera) sulle cose giapponesi – apprezzamenti, ecc. ecc.
Leggono tutto e vengono a sapere tutto.
Preghi per me.
Don V. Cimatti, sales.
1331 /Ricaldone Pietro / 1934-12-1 /
2.109 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 1 dicembre 1934
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
I suoi figli lontani godono nel saperla ristabilita in modo da aver potuto ripigliare i lavori. Hanno pregato e pregano per Lei cotidie.
Nell’attesa dei nuovi doni che per la sua bontà stanno per giungere, i cinque chierici stanno dando il loro esame finale. Le osservazioni date loro ieri li fanno vedere buoni, amanti dello studio, osservanti della Regola. È il primo anno che si constata di avere un gruppetto in queste condizioni.
L’aumentato numero dei seminaristi mi obbliga a toglierli dal Seminario. Ho affittato una casetta a due passi dalla Missione per l’alloggio e studio, e così li trasporto alla missione ove potranno essere più accuditi in tutto, in attesa che al prossimo anno trovino tandem a Tokyo la Cappella Pinardi e così siano definitive a posto. Ne farò prossimamente relazione ai Superiori.
A giorni Don Margiaria col ch. Lucchesi e col coad. Fogliani va a occupare la scuola professionale Don Bosco a Tokyo, che spero ufficialmente inaugurare al 31 Gennaio, cominciando subito dopo i lavori per il Noviziato, e voglio sperare che il Signore darà i mezzi anche per lo studentato. Preghi e faccia pregare per noi, e raccomandi a qualche anima buona la nuova opera vitale del noviziato. Aspettano con ansia già quattro santi (e non sbaglio) coadiutori e qualche chierico… Ma non preveniamo gli avvenimenti!
Il nostro Don Piacenza guarito per vera grazia dall’appendicite, soffre ora assai per la flebite, e non è ancora uscito dall’ospedale. L’apertura di Tokyo prende tre altri confratelli della Missione, che è davvero stremata di forze – mah! Il Signore sa che i Superiori hanno fatto tutto il possibile per venirci in aiuto, e quindi ci aiuterà.
Avremmo estremo bisogno di un tipografo e almeno di un agricoltore – ne ho scritto a Don Berruti.
Grazie a Dio gli altri confratelli tutti bene di corpo e mi pare anche di spirito. In conclusione il più ammalato in tutti i sensi è Don Cimatti.
Sono diventato sensibilissimo, ho bisogno di essere più che guardingo nelle mie relazioni col prossimo. Ho davvero un cuore di ricotta, che vorrebbe donarsi tutto a tutti. Ma chissà perché il Signore mi ha fatto così!
È da tempo che prego intensamente Don Bosco che mi ottenga la purezza, per cui sono pronto a dar la vita e ad addossarmi (salvo il peccato) le miserie di ogni genere di tutti i miei confratelli, e a togliermi da Superiore (salvo sempre la volontà di Dio – ed è una vera lotta corpo a corpo collo “stimulus carnis”). Preghi per me. Per il resto niente di nuovo. Sarei felice di non essere Superiore, per sacrificarmi di più, ma Deus scit!
Non mi dilungo per non farle perdere tempo preziosissimo. Preghi e faccia pregare per noi.
Ah, se i Salesiani ci potessero aiutare, che miracoli si farebbero in Giappone!
A nome di tutti:
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1332 /Circolare ai Salesiani nel mondo / 1934-12-1 /
2.110 ai Salesiani delle Scuole Professionali Grafiche |
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Opera salesiana di Don Bosco in Giappone
[1 dicembre 1934]
Carissimo confratello,
Con l’aiuto di Dio e con quello dei nostri cari Benefattori, fra cui primeggiano i Superiori ed i buoni confratelli delle case di America del Nord, la nostra prima scuola professionale a Tokyo in Giappone è un fatto compiuto. Per ora si è iniziata la sezione stamperia, cui spero faranno seguito le altre sezioni.
I confratelli ed i primi allievi vi entreranno l’8 dicembre, ed il 31 Gennaio si farà la festa familiare della benedizione della casa. In Aprile poi si farà l’inaugurazione ufficiale con invito alle Autorità della Capitale.
Si vorrebbe per l’occasione fare una mostra del libro delle nostre Scuole tipografiche, sparse in tutto il mondo.
Il motivo della presente è appunto di pregarla a volere permettere che la Sua scuola sia rappresentata alla mostra, che farà certo onore alla nostra cara Congregazione, e alla sua Scuola, sarà un’ottima propaganda per la nostra Santa Religione, e sarà poderoso incitamento ai nostri allievi.
Non posso, data la nostra povertà, rifonderLe le spese di spedizione, ma Le sarà inviato un artistico ricordo giapponese come segno della nostra grande riconoscenza.
La prego dunque di degnarsi di far inviare al seguente indirizzo:
Scuola Professionale DON BOSCO
Sugunami-ku Hachinarimachi 90
TOKYO – JAPAN
saggi di stampati di ogni genere (libri, programmi di feste, foglietti, libri rilegati, ecc. – fotografie della scuola e specie della sezione tipografia – diagrammi e quanto altro creda utile per la buona riuscita della mostra).
Coll’augurio delle buone e sante feste di Natale e Capodanno e coll’assicurazione di quotidiane preghiere, mi dico
Suo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
Visitatore
1333 /Chambon Jan Alexis / 1934-12-3 /
2.111 a S.E. Mons. Jan Alexis Chambon, arcivescovo di Tokyo37 |
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Opere di Don Bosco, Giappone
Miyazaki, 3 dicembre 1934
Eccellenza,
Il prossimo 8 dicembre Don Margiaria con la sua piccola truppa si installerà nei nuovi locali della Piccola scuola Professionale Don Bosco ad Hachinari-cho.
Se i Salesiani nell’anno della canonizzazione del loro fondatore possono lavorare in questo ramo della loro attività è grazie alla carità della E. V. Rev.ma.
Siate per noi un buon Padre, consigliere, monitore e se sarà possibile aiuti quest’opera con del lavoro: specialmente all’inizio sarà una vera carità.
Debbo comunicare ai Superiori la risposta di V. E. in relazione a Mikawajima, imploro una parola per iscritto perché sia così in grado di inviarla a Torino.
Specialmente nel giorno 8 Dicembre pregheremo per V. E. ricorrendo la data della fondazione della nostra Società (l841).
Imploro per me e per i miei confratelli la vostra paterna benedizione.
Di V. E. Rev.ma
Dev.mo
Don V. Cimatti, sales. Super.
P.S. - Sono tre i Salesiani che vengono a Tokyo: Don Margiaria, il ch. Lucchesi e il coad. Fogliani.
1334 /Marella Paolo / 1934-12-7 /
a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico
Miyazaki, 7 dicembre 1934
Eccellenza Reverendissima,
Sono dolente di doverla disturbare per cose materiali, ma non saprei a chi rivolgermi: abbia la bontà di ascoltarmi.
Ho ricevuto gli ORDO: a chi dovrei rivolgermi per la provvista delle NUOVE MESSE che dovremo dire secondo il nuovo Ordo?
Perché penso che nessuna delle nostre residenze è nella condizione dei veri conventi.
Ad ogni modo per evitare imbrogli si degni di dirmi se, essendo la missione concredita alla Pia Società Salesiana, devo interpretare i seguenti decreti nel senso di poter usare del calendario salesiano, o se nonostante questi dobbiamo attenerci a quello inviato?
Raccomandandomi alle preghiere di V. E. , godo professarmi:
Obbl.mo
Don V. Cimatti, Sup. Missione
1335 /Tassinari Clodoveo / 1934-12-10 /
2.112 al chierico Clodoveo Tassinari, studente teologia a Hong Kong |
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[10 dicembre 1934]
Carissimo Tassinari,
Bravo! Quella è la via, nonostante che vi sia un po’ di onde all’intorno… e un po’ di mal di mare. S. Francesco di Sales consiglia così: “Prega affinché tu possa amare il Signore come vuole Lui e coi mezzi che mette a tua disposizione”. Tu felice se praticherai sempre la tua formazione in questa maniera.
Sto cercando qualche cosa per te di quello che domandi, ma al momento non trovo. Domanderò anche per il “Nipote”.
Notizie sulle nostre opere: grazie a Dio si procede, ma siamo esauriti ed ora la missione avrà un nuovo salasso coll’apertura del Noviziato. Dio ci aiuti.
L’accordo con le Autorità è perfetto. Si è inaugurata il “porta bandiera” ed un generale ha fatto il discorso – ed un capitano ha parlato ai seminaristi.
Il malessere viene da gruppi militari che vogliono fare del fascismo e incolpano il cattolicismo di essere nemico della patria. Storia vecchia e che sarà sempre così. Bisogna pregare e che i cristiani (specie di Nagasaki) si affiatino di più coi pagani e colla patria, l’assenteismo non è certo un bene, quando non c’è del male a esser presenti.
Allegro, allegro, allegro. Dio è con noi. Ti abbraccio e benedico.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1336 /Zanuso Guglielmo / 1934-12-10 /
2.113 al chierico Guglielmo Zanuso |
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10 dicembre 1934
Carissimo Zanusso,
Grazie della tua carissima. Non dubitare! Se è per il bene dell’anima tua, il Signore disporrà di quanto desideri.
Per la s. veste, ogni giorno ripeti la preghiera che hai fatto nell’indossarla e le promesse.
Ti ricordo cotidie e prega pel
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti sales.
1337 /Circolare salesiani / 1934-12-11 /
ai Salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki
11 dicembre 1934
Carissimi confratelli,
Anche quest’anno per la grazia del Signore posso farvi gli auguri per le prossime feste di Natale e capodanno. E godo in modo speciale di farveli in quest’anno per noi ANNO SANTO, e desidererei che le mie povere parole fossero fra le più espressive per dirvi tutta la riconoscenza a nome della Chiesa e dei nostri amati Superiori che conoscono il vostro zelo per compiere il dovere che vi è affidato. Siate benedetti e con voi le vostre cristianità (cui prego porgere i miei auguri e l’assicurazione delle mie quotidiane preghiere), tutte le vostre opere e le vostre necessità materiali e spirituali.
Come già vi ho detto sia quest’anno per noi e per i nostri cristiani, davvero ANNO SANTO in tutto il senso della parola. Santità di vita e di fecondo apostolato, per noi: mezzi della grazia dati abbondantemente ai nostri cristiani, sforzo nostro di aumentare in tutte le forme possibili il nostro piccolo gregge.
Avrò bisogno in quest’anno per fare fronte alle opere in corso, per completare le iniziative, per rassodare le fondate, di domandarvi anche qualche sacrificio materiale. Vi prego dunque di intensificare la vostra buona propaganda per venire in aiuto alle esauste forze della Missione.
Posso darvi finalmente notizia ufficiale della partenza di quelli che attendiamo. Partono il 15 c. m. sul Conte Rosso. Sono in numero di otto (sette chierici e un coadiutore: un jugoslavo, due tedeschi, uno spagnolo, un francese e tre ital.). Preghiamo durante il loro viaggio affinché il Signore ce li conduca sani e salvi alla meta. [Riporta alcune notizie da “Acta S. Sedis” che omettiamo]…
Vi prego di leggere sempre queste circolari pubblicamente o in refettorio o nelle regolamentari conferenze ai confratelli.
Il Signore conceda a noi tutti di poter chiudere nella sua grazia quest’anno e con rinnovato ardore a Lui piacendo iniziare il nuovo anno che, ripeto, auguro per me e per voi SANTO sotto tutti gli aspetti.
Non dimenticate di presentare in quest’occasione gli auguri speciali alle autorità locali e a quanti hanno particolari relazioni colla Missione, possibilmente non si manchi alle manifestazioni che la provincia o i municipi fanno in quest’occasione. Cerchiamo insomma di vivere in queste feste non solo la vita spirituale inculcataci dalla Chiesa, ma anche la vita nazionale. Accostiamoci alle anime che dobbiamo salvare.
Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1338 /Circolare alle F.M.A. / 1934-12-11 /
alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone
Miyazaki, 11 dicembre 1934
Venerande Figlie di Maria Ausiliatrice,
L’avvicinarsi delle belle feste di Natale e di capodanno mi danno la dolce occasione di presentarvi gli auguri cristiani più affettuosi e l’assicurazione delle mie continue preghiere.
I Superiori vi daranno certo consigli, strenne per rafforzare sempre più le anime vostre. Se è possibile aggiungere qualche cosa vi suggerisco per il nuovo anno per noi SANTO:
SANTITÀ di pensiero, parole e opere.
Spirito di unione con GESÙ nelle orazioni giaculatorie.
Operosità per correggere anche solo un difetto.
Penso che se riuscirete ad attivarvi tutte il prossimo anno in questo farete un gran passo nella perfezione.
Alle buone Novizie raccomando ALLEGRA OBBEDIENZA, ALLEGRO LAVORO, PREGHIERA CONTINUA.
Le ricordo sempre. Si faranno SANTE? Sì, se vogliono.
Alle aspiranti si lascino guidare e formare in tutto.
Buone Figlie di Maria A., cerchiamo di amare assai assai assai il Signore che tanto ci vuol bene; amiamo e facciamo amare la Madonna e abbiamo fiducia nell’osservanza delle nostre Ss. Regole che sono la via per condurci al Paradiso.
Il Signore vi benedica tutte, le vostre opere e le vostre intenzioni e pregate per me e per tutti i nostri.
Il 15 dicembre parte il gruppetto di otto diretto al Giappone: vi prego di ricordarli nelle vostre preghiere quotidiane specie durante il viaggio.
Coll’otto di dicembre la scuola Professionale di Tokyo è iniziata… Deo gratias et Mariae.
Vostro nel Signore
Don V. Cimatti, sales.
1339 /Superiori Maggiori / 1934-12-12 /
2.114 ai Superiori Maggiori della Congregazione Salesiana |
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Visitatoria S. Francesco Saverio del Giappone
Casa Mikawajima, Tokyo
Miyazaki, 12 dicembre 1934
Coll’aprirsi della nuova casa a Tokyo, non avendo noi nel frattempo potuto compiere quanto si era stabilito nel primo accordo coll’Arcivescovo di Tokyo, secondo la prima convenzione (pagamento cioè degli edifici valutati in 10.000 Yen), si credette opportuno da questo Consiglio di domandare a Monsignore che si degnasse di manifestare chiaramente il suo pensiero in relazione alla prima fondazione di Tokyo. Le ragioni fondamentali furono:
i Salesiani al momento non possono certo pagare detta somma, né si può prevedere vicino il tempo di poterlo fare (e Monsignore insiste sempre per il pagamento);
alla Congregazione d’altra parte non poteva piacere di avere un’opera sua su un terreno d’altri;
il terreno attuale non avrebbe permesso grande espansione per il futuro o sarebbe stato, con spese rilevantissime, che non potendosi far subito, avrebbero ritardato di anni e anni lo sviluppo dell’opera nostra;
non sarebbe stato possibile sul medesimo terreno l’opera dell’Oratorio e la Scuola, perché avrebbero basito ambedue.
Accludo la lettera di S. E. di cui conservo copia, pregando i Superiori che se avessero qualche pensiero da comunicare a Monsignore lo facciano pure liberamente. Penso che a Monsignore tornerebbe gradita una lettera dei Superiori; davvero fummo aiutati e siamo aiutati da S. E. per quanto gli è possibile. Ci ha Lui indicato il terreno della nuova scuola e protegge l’opera di Mikawajima in modo paterno, e penso che quando la stamperia sarà ben impiantata ci aiuterà certo secondo le promesse precedenti.
Ad ogni modo sono sempre ai cenni dei Superiori per qualsiasi risposta e schiarimento. Preghino i Superiori per la nuova nostra, veramente nostra fondazione. Se poi i Superiori lo desiderano, certo si può riscattare quando che sia l’Opera di Mikawajima – e Don Cimatti fa voti ardentissimi che avvenga al più presto, perché è il vero S. Paolo di Torino (d’una volta) quel posto là, ed i salesiani sono davvero in casa loro, ma occorrono capitali forti. Utinam…
Mi benedicano e credano nel Signore:
Obbligatissimo
Don V. Cimatti, sales. Visit.
1340 /Ricaldone Pietro / 1934-12-15 /
2.115 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Inventari e bilanci di fine d’anno38
Miyazaki, 15 dicembre 1934
Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
L’avvicinarsi della fine d’anno mi mette nelle condizioni di far l’inventario, di chiudere i conti e di fare il bilancio preventivo, come fanno tutti i buoni commercianti per regolare i loro interessi. Diamine! Il missionario non deve trattare gli interessi di Dio e commerciare santamente le anime? Non voglio ripetere cose note: già i lettori del Bollettino hanno letto il nostro modesto bilancio attivo annuale. Ho sott’occhio la statistica ufficiale della Chiesa cattolica nell’Impero giapponese del corrente anno.
In Giappone su 63.306.329 abitanti (censim. 1930) i cattolici sono 103.271 contro 100.491 del 1933 un aumento assoluto dunque di 2.780 anime, cui fu data la grazia. La nostra cara missione sui suoi due milioni di abitanti conta 1224 cattolici, con un aumento assoluto in quest’anno di 182. Goccioline nel mare magnum pagano!
Corea e Formosa su 25.932.712 ab. contano 147.476 cattolici con aumento assoluto in quest’anno di 6.452 anime, rigenerate alla grazia.
Concludendo su oltre 89 milioni di pagani 250.747 cristiani. Amato Padre, amici e cooperatori nostri, quanto resta ancora [d]a fare! Quanta bella possibilità a voi tutti di cooperare in quest’opera di redenzione di anime; opera necessaria, data l’importanza del paese che viene evangelizzato; opera evidentemente lenta, date le difficoltà che si incontrano; indispensabile, perché si viene così realizzando il massimo degli interessi: la gloria di Dio.
Tra noi l’apostolato missionario vagante viene sempre più estendendosi, e sono più pochi i centri importanti della missione, in cui il missionario non abbia posto piede – e se non può penetrarvi di persona, vi penetra col giornale cattolico, col foglietto volante, col libro, colla circolare, colla lettera, con tutti i mezzi possibili insomma.
Opera di penetrazione diretta, opera di penetrazione indiretta, costante; metodica, per quanto è possibile, instancabile. Si riesce come si può e fin dove si può: cuori che si spalancano, cuori che si rinchiudono: cuori che si donano, cuori che vi disprezzano… Credo che il libro più interessante che potrebbero scrivere i nuovi cristiani sarebbe intitolato: “Come mi sono convertito”. Mirabili le vie di Dio!
Una funzione religiosa, un funerale solenne, una predica, un divertimento alla missione; un concerto musicale udito, un libro letto, un consiglio di un amico; un’elemosina ricevuta; una guarigione, un dissesto finanziario; un’insistenza da parte di contrari al cattolicismo a non farsi cattolico, questi o motivi consimili inducono un’anima ad abbracciare la nostra santa religione. Sul nostro “Don Bosco” scrive rudemente un brav’uomo: “Finora ho fatto la scimmia, facendo come facevano gli altri… Ora ho capito che JIZO (divinità protettrice dei bambini) è un idolo di pietra, che le “tavolette” in cui mi dicevano essere rinchiusi gli spiriti dei morti, sono pezzi di legno, e che “Inari” (altra divinità) è la volpe… e tante altre ridicole superstizioni cui scimmiescamente ho creduto e cooperato. Qualcuno si meraviglierà come io sia diventato cattolico, ma io se professo le verità della fede, è perché sono stato salvato dall’amore di Cristo, ed ora desidero ardentemente trasmettere a tanti altri che non la conoscono la felicità del mio cuore”.
E potrei continuare per un pezzo, perché tutti casi capitati fra noi e all’ordine del giorno. Non mancano le persone che alla lontana e per lungo tempo osservano la vita del missionario, e ne studiano le parole e le opere. Grazie poi allo spirito salesiano di serena giocondità, di schietto interessamento per la gioventù, si riesce [ad] attirare aderenze e simpatie.
E finalmente è iresistibile il fascino della carità: le opere di misericordia non possono lasciare indifferente il pagano. Ed eccole una nuova iniziativa, coronata di splendido successo, ideata a Miyazaki dal nostro Don Liviabella. Lei sa che l’Ospizio, che già conta 75 ricoverati va sempre più incontrando le simpatie del pubblico e delle autorità. Per far vedere in pratica i frutti della carità, fu fatto un bel film illustratore dell’Opera. Proiettato davanti ai giornalisti della città che ne fecero i più ampli elogi sui quotidiani, davanti ai capi delle opere di beneficenza della provincia di Miyazaki riuniti per l’adunanza annuale, davanti a numeroso pubblico grande e piccino, proiettato qua e là nelle scuole, servì di ottima propaganda di carità e di religione. E già si inizia la beneficenza pagana a pro dei nostri vecchi e dei nostri cari orfanelli. È anche questa opera di penetrazione cattolica sui generis se vuole, ma Iddio si serve di tutto per farsi conoscere e amare.
Che vuole? In questa oscurità di idee sulla religione cattolica, nel guazzabuglio di sette in cui è diviso e lo Shintoismo e il Buddismo e il Protestantesimo ed altre manifestazioni a tinta più o meno religiosa (mi diceva un bel tipo: “la mia religione sono gli elettroni!!!). Bisogna pure con tutti i mezzi buoni possibili tentar di far luce… Senta quanto succede in un paese della zona battuta dal nostro Don Lucioni; Tsuno, cittadina di un 10.000 abit., ha la scuola elementare più grande della provincia di Miyazaki, 2500 allievi con oltre 60 maestri. Il direttore (senza religione), è convinto che l’educazione senza la religione è una pianta morta; ne parla ai maestri (tutta gente cresciuta in scuola atea!…) ma non riesce a concludere; cerca fra la gioventù della cittadina, e trova che molti, nauseati della civiltà attuale materialista, vorrebbero trovare un pane spirituale. Dove però? Certo nella religione. Ma in quale? Qui è il guaio. In città vi sono 13 religioni differenti con relativo tempio, e tutte addormentate, ad eccezione di una setta protestante, che gira di tanto in tanto per le vie battendo una grancassa, e della cattolica, la quale è senza chiesa, è predicata da un europeo piccolo, sempre in giro colla bicicletta tanto da non trovarlo mai fermo, che distribuisce giornali, libri, foglietti a tutti, non chiede mai nulla in compenso, desideroso solo di far del bene.
Qual è la religione che fa per noi? Si chiede il buon direttore. Bella idea! Invitiamole tutte ad esporre la loro dottrina (non questioni, non propaganda: esporre la propria fede e lasciar ad ognuno lo scegliere). Domanda a tutti gli interessati e… solo i bonzi lasciano intravvedere di voler essere pagati per parlare… Inoltre il piccolo prete europeo è irreperibile!
Alla sera stabilita, la sala si riempie; spaccando il minuto il pretino è là, in prima fila; la ressa è tale che non entra più gente nella sala. Nessuno aspettava un simile concorso per sentire parlare di religione… E pensare che era a pagamento.
Fu una serata felice! Una setta protestante espose la sua fede e rispose alle domande; cinque ore di discussione senza una parola irriverente o stonata.
Quanti errori ha sentito il missionario: le sue richieste di spiegazione rimasero senza risposta. Questo fatto decise nettamente verso di lui alcuni catecumeni che erano ancora incerti. Meno male!
Tutti furono soddisfatti, anzi meravigliati, e a una voce consigliarono di fare le adunanze più spesso di una volta al mese. Così è sorto a Tsuno il circolo delle Religioni! Certo darà frutti copiosi ed attirerà su quella cittadina le benedizioni del Signore, facendo sì che molti trovino la via della verità. Anche il missionario pur non avendo né chiesa, né cristiani in città, fu quella sera stessa invitato a mettersi in turno per esporre la dottrina cattolica, e sia durante l’adunanza, sia nei discorsi privati sentì parlare con deferenza di noi e della Chiesa cattolica…
Chi può contare i kilometri fatti nell’anno dai nostri missionari e catechisti vaganti, fatti con tutti i mezzi possibili di trasporto per terra e per acqua (ah, nella nostra missione non abbiamo ancora a disposizione l’aeroplano!) per portare fin dove si può il nome di Gesù, i suoi insegnamenti a tanti che non lo conoscono, per portare a tanti cristiani lontani dai centri i conforti della religione? Chi può dire le ansie, le delusioni, le lotte di parola e di penna del missionario?
Bilancio consuntivo incalcolabile: bilancio preventivo chiaramente visibile, che bisognerebbe moltiplicare sulla base del moltiplicarsi necessario del personale e dei mezzi. Ma intanto guardandosi attorno qualche cosa si vede. Si sente in tutti i missionari della nostra missione il desiderio e la necessità di dilatare la sfera di attività e quindi dei locali ormai insufficienti: lo vuole la frequenza degli oratoriani in tutte le residenze, istituzioni iniziate (Ospizio di Miyazaki, Asili di Miyazaki e Oita, collegetto di Nakatsu, ecc.) il sorgere di nuove.
Don Piacenza a Tokyo, rabberciata alla meglio la malferma salute, sta preparando l’albero di Natale per 1500; l’otto dicembre Don Margiaria entra con due confratelli ed una decina di allievi tipografi a prendere possesso della nuova scuola professionale Don Bosco a Tokyo. Altrove… Ma non voglio prevenire avvenimenti che sono sicuro diverranno presto realtà, se, colla grazia di Dio, non ci verrà meno l’aiuto dei Superiori e benefattori.
A chiusa dei conti dunque, poche passività, qualche attivo, desiderio e volontà intensa di attività crescente di bene per la gloria di Dio e delle anime. Penso che sia Don Bosco che dal Paradiso incita e attiva i suoi figli anche in Estremo Oriente, e non solo i suoi figli, ma anche gli altri missionari e cattolici di buona volontà.
Ne vuole una prova? Recentemente, sotto gli auspici di S. E. Mons. Marella, Delegato Apostolico e sotto la presidenza del nostro grande benefattore S. E. Mons. Chambon, Arcivescovo di Tokyo, si è costituita in Giappone la Commissione Nazionale della stampa cattolica per l’azione cattolica. Il primo articolo dello Statuto di detta commissione dice: “La commissione venera S. Giovanni Bosco celeste patrono zelatore della stampa cattolica e dell’azione cattolica”.
Oh, amato Padre, benedica i suoi figli lontani, preghi per loro, affinché la resa dei conti del prossimo anno, che chiuderà il primo decennio del loro lavoro in Giappone, sia attiva sotto tutti gli aspetti.
Come figlio, per tutti:
Don V. Cimatti, sales.
1341 /Marella Paolo / 1934-12-19 /
2.116 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico |
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Miyazaki, 19 dicembre 1934
Eccellenza Reverendissima,
Secondo le intese generali, eccole altri dettagli della nostra situazione.
A Oita continuano visite della polizia – può essere per il libro su Cristo Re, che, come le avrà detto Don Margiaria, fu requisito dalla polizia.
Ed ecco un fatto nuovo non di questo genere. A Tsuno (Takanabe) dove c’è qualche cristiano e catecumeno, il direttore della scuola ha fondato un’associazione di istruzione religiosa, essendo persuaso che non può esserci educazione senza base religiosa, invitando le numerose religioni o sette (13 in una città di 10 mila abitanti) a esporre, non discutere, le proprie idee. Venendo presto il turno del prete cattolico, certamente sarà interrogato sulla questione “Jinja” (templi shintoisti): il missionario mi domanda come comportarsi.
Dopo le istruzioni absolute negative dell’adunanza dell’anno scorso, e non potendo certo il missionario stare in silenzio, cosa potrei consigliargli (sia pure dicendogli di evitare la questione) di dire? Bisognerà pure in questa delicata questione stabilire anche positivamente qualche cosa.
Di fronte a tutto questo tafferuglio che va delineandosi sempre più chiaro e che potrebbe avere ripercussioni un po’ dappertutto (sia pure che i più sacrificati siamo – a quanto pare – noi del Sud) non sarebbe bene, anche per coordinare con unità d’azione la responsabilità, riunire i Vescovi e Superiori di Missioni?
So che P. Taguchi è sul posto e potrà inviare a Lei dei dati assai interessanti per coordinare le cose.
Preghi per noi e specialmente per i poveri e buoni PP. di Kagoshima, che davvero soffrono assai in questi dolorosi momenti e benedica in modo speciale chi si professa nel Signore
Obbl.mo
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1342 /Circolare ai Direttori salesiani in Giappone / 1934-12-21 /
2.117 ai Direttori della Visitatoria salesiana S. F. Saverio |
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Miyazaki, 21 dicembre 1934
Carissimo [direttore],
Prego comunicare ai confratelli la riconferma dei Consiglieri della Visitatoria, come nel Catalogo.
Mi scrivono da Torino che furono inviati alle singole residenze una copia del nostro Ordo, le altre copie sono portate dai venienti. In ogni caso sapete come fare per supplire alla mancanza.
Rinnovo la raccomandazione economica dell’uso delle candele di stearina nelle funzioni non liturgiche ed in genere sforziamoci di economizzare al possibile in ogni cosa alleviando Don Cimatti dei pesi fortissimi che ha su di sé in quest’anno, che sarà il più critico per lui di quanti passò in Giappone…
Per il bene della Missione e della Congregazione vi supplico quanto so e posso che specialmente in quest’anno (così critico in tutti i sensi) ci sforziamo di eseguire la strenna del Ven. Rettor Maggiore: “FEDELTÀ NEL SEGUIRE IN TUTTO E PER TUTTO GLI INSEGNAMENTI DI SAN GIOVANNI BOSCO”.
Come missionari eseguiamo per quanto è possibile alla lettera i RICORDI di Don Bosco ai missionari.
Buone feste natalizie e di Capodanno. Pregate per il
Vostro aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1343 /Circolare ai Sacerdoti missionari salesiani in Giappone / 1934-12-21 /
2.118 ai Sacerdoti salesiani della Missione Indipendente di Miyazaki |
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21 dicembre 1934
RISERVATA AI SACERDOTI
Carissimi missionari,
Vogliate prendere in benevola considerazione quanto vi comunico. Parte è disposizione liturgica e parte è intensa raccomandazione per voi personalmente, ma più affinché mi aiutiate fraternamente per farle osservare dai vostri dipendenti tanto religiosi che estranei. È il frutto di lunghe conversazioni con persone autorevoli e che sono alla testa del movimento attuale così doloroso che attraversiamo al Sud della nostra Isola, quindi di gran valore per capire lo stato attuale.
Col nuovo anno in ossequio alle autorità Ecclesiastiche dispongo che in OGNI SAGRESTIA delle nostre cappelle (anche delle Figlie di Maria A.) sia esposto il nuovo Ordo Missae obbligatorio in tutto il Giappone, ed al medesimo ci atteniamo per la celebrazione della S. Messa (eccetto quando abbiamo feste proprie del nostro Calendario).
Riceverete le Messe proprie (dei Santi Giapponesi).
Troverete notate le Messe che per desiderio della S. Sede dobbiamo applicare pro-populo.
Si leggano con cura i preliminari a detto Ordo.
Difesa nazionale e formazione dello spirito giapponese sono il fulcro della questione attuale. Quale cooperazione vi ha avuto l’Opera dei Missionari Cattolici?
Leggete le seguenti raccomandazioni, pensando come correttivo a quanto si pensa e si dice in alto loco di noi e capirete l’importanza dell’esecuzione esatta e rapida al possibile.
Leggere con cura e ispirarsi all’azione a quanto scrive S. E. il Delegato in Actio missionaria (fascic. 15, 1934).
Prudenza nel parlare, scrivere, andare in giro con macchine fotografiche (in luoghi sorvegliati), prudenza somma nelle relazioni colle persone di altro sesso.
Unione cordiale colle Autorità di ogni genere, partecipazione a manifestazioni patriottiche, storiche, civili, benefiche, scolastiche, ecc.
Nelle prediche, conferenze non si dimentichi l’istruzione ai Cristiani su questi punti importanti dal punto di vista cattolico: amor patrio nelle manifestazioni estrinseche, partecipazione personale, contributi, bandiera, ecc.
Studiamo lo spirito giapponese nella Storia civile, letteratura, costumi ecc. e ad ogni costo adattiamoci. Quelli poi che hanno educazione diretta degli allievi sono ancora più strettamente obbligati ad entrare risolutamente in quest’ordine di idee.
Tutti poi cerchiamo di farvi entrare, specie in pratica, i nostri dipendenti.
Non si può affidare alla carta quanto si vorrebbe, ma persuadiamoci che se ci mettiamo volenterosamente per questa via, riusciremo a qualche cosa, ed il Signore voglia che siamo ancora in tempo.
Fortunatamente, mi sembra di poter dire, che già marciamo in questa via; occorre perfezionarla quanto più è possibile alle nostre forze.
Come Salesiani seguendo i ricordi del Padre ai Missionari e le nostre tradizioni, non ci è difficile.
Coraggio adunque e avanti nel nome di Dio.
In quest’anno santo SANTIFICHIAMOCI E SANTIFICHIAMO quanto e quanti più possiamo.
Pregate pregate pregate per chi MAI vi dimentica.
Vostro
Don V. Cimatti, salesiano
1344 /Dal Fior Luigi / 1934-12-25 /
2.119 al chierico Luigi dal Fior, tirocinante |
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+ 25/ dicembre/ 1934
caris.mo Dal Fior,
Grazie di cuore di tutto. Siamo sempre intesi e uniti di cuore e di mente e di preghiera.
Allegro e non temere che il Signore ti aiuterà per diventare un vero Suo sacerdote.
Tutti tutti tutti ringraziano e vogliono esser ricordati.
Con vero affetto ti abbraccio e benedico
Tuo aff.mo
D. V. Cimatti
1345 /Berruti Pietro / 1934-12-28 /
2.120 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 28 dicembre 1934
Rev.mo Sig. Don Berruti,
Auguri di nuovo buon anno ricco di grazie spirituali e materiali che anche di queste abbisognamo.
Qualche notizia che determini sempre meglio la situazione nostra desidero sempre dare ai Superiori.
La nostra Missione vicina di Kagoshima affidata ai Francescani del Canada sta passando una forte crisi. Già i missionari, consigliati dal Delegato Apostolico, hanno lasciato le loro residenze e si sono ritirati in città. Motivi di ordine militare (non si sa bene se di iniziativa del Comandante la divisione del Sud dell’Isola, o se provenienti da Tokyo). Le lamentele sono: “Sono stati scoperti segreti militari – in 25 anni di lavoro missionario, i missionari non hanno formato che dei giapponesi contrari al vero spirito giapponese, dunque bisogna mandar via i missionari”.
Un partito nazionalista sfegatato soffia nel fuoco, e già si è avuto un bruciamento di chiesa.
Ai cristiani si è fatto firmare carte – si dice furono obbligati a calpestare immagini, ecc., molti cristiani firmarono l’esodo dei padri, ed altri cristiani li accusarono di cose non belle.
Come andrà a finire la questione, lo sa il Signore. Ma se si trattasse di un moto militare che ha la testa a Tokyo, potrebbe avere delle ripercussioni anche nelle altre missioni e specialmente a Miyazaki che è sotto il medesimo comando militare. Grazie a Dio, seguendo scrupolosamente il nostro spirito salesiano, noi siamo in ottime relazioni coll’autorità, ma coi militari si può ragionare poco. Stiamo dunque fiduciosi nelle mani di Dio, e avanti nel Signore.
Una seconda cosa di cui già parlai in altre occasioni è che si faccia attenzione quos spectat a quanto avviene di tanto in tanto sul Bollettino Salesiano. Ad es. nel B. S. francese, mese di Dicembre vi sono delle cose un po’ grosse. Ad esempio si pubblica l’apertura di una libreria cattolica a Tokyo (cosa che ancor nessuno pensa), con la fotografia della piccola libreria di Miyazaki.
Si pubblica come una nuova cristianità di Don Tanguy a Miyakonojo una vecchia cristianità in parte massima emigrata in Brasile. Il Bollettino francese è letto avidamente da quasi tutti i missionari francesi in Giappone e da molti benefattori, che sono al corrente di tutte le nostre cose (perché tutti i missionari seguono con vero interesse tutto il nostro piccolo movimento) e non possono rimanere ben impressionati di questo, che dopo tutto non corrisponde a verità.
Ed ancora un’ultima cosa. La questione cioè del nostro Studentato specialmente teologico. Dalle relazioni che ho dai Superiori e da qualche cosa che ho dai chierici di Hong Kong, devo concludere che non vanno bene. Fortunatamente quest’anno hanno finalmente il Direttore (Don Bardelli), ma non si trovano ambientati – per il giapponese non riesco a far concludere nulla.
I superiori di Hong Kong si sacrificano, e fanno capire questo loro sacrificio per i nostri, che in definitiva non possono certo venire educati ad essere sacerdoti che possono servire immediatamente per il Giappone. Così la prova della formazione del personale andrà a farsi benedire.
Supplico i Superiori a nome altresì di tutto il Consiglio e di tutti i missionari che ci vengano in aiuto per assestare anche questo lato essenziale dell’avvenire della missione.
Non possono fare i Superiori un prestito, alle condizioni che crederanno, almeno di Lire cento mila per la costruzione (si farebbe anche lo studentato filosofico che da cinque anni è ancor vagante)?
Non potrebbero i Superiori prestare almeno uno o due insegnanti per numero di anni X?
O almeno sia per questo come per gli altri importantissimi problemi non potrebbero al più presto inviare il sospirato Visitatore, prima in Giappone che altrove?
Non mi sembrano però difficili neppure i due primi punti. Siamo nell’attesa dei nuovi di cui ho solo la laconica notizia ricevuta da Lei. Giunti, spero che portino con sé quanto valga ad averne una prima e chiara idea per metterli subito al lavoro.
Preghi preghi per questo povero suo confratello che si professa nel Signore,
Obbl.mo
Don V. Cimatti, sales.
1346 /Ricaldone Pietro / 1934-12-30 /
2.121 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 30 dicembre 1934
M. R. Sig. Don Ricaldone,
Buona fine d’anno e miglior principio da parte di tutti. Al solito il mio rendiconto mensile e quello dei confratelli (nelle cose essenziali).
Salute. Bene, salvo l’eccessiva sensibilità corporea, alle volte la sola vicinanza a persone o pensieri (e proprio nelle pratiche di pietà) mi eccitano… Fiat voluntas Dei. Ho bisogno di castigare “corpus meum ed redigere in servitutem”, frenare sensi ed affetti del cuore. Benvenuti – specialmente per me – i suoi continui richiami alla santità che è purezza.
Lavoro e studio: al solito. Colla venuta dell’insegnante di filosofia avrò qualche ora di più a mio attivo e voglio consacrarla allo studio delle materie sacre. Ne ho tanto bisogno.
Il lavoro solito, ma insisto a che presto i Superiori decidano o la separazione o stabiliscano uno che in modo speciale curi lo sviluppo dell’opera salesiana. Miyazaki dista 30 ore di direttissimo da Tokyo e quando si deve andare – anche facendo in fretta e furia – se ne va una settimana.
Gli interessi della Congregazione “differunt toto coelo” da quelli della Missione. Ora che già due punti sono a Tokyo (parrocchia e scuola… Pensi a Don Piacenza con 2000 giovani per Natale) se non si lavora sodamente capiterà come alla povera missione rachitica di Miyazaki, che non ebbe il latte sufficiente ed ora… tiratela su… tanto più con quello scavezzacollo che deve dirigerla.
Non riesco a fare tutto il mio dovere, perché non ho le qualità, lo vedo e lo vedono chiaramente i confratelli. Non ho comando – non dico il no, perché vedo che quanto gli dicono è bene – ho gran cuore e desiderio, pur soffrendo ed essendo il più bisognoso, di accontentare tutti e che nessuno soffra. E le cose non vanno come dovrebbero andare ed i Superiori lo sanno perché i confratelli certo scrivono e li esorto a scrivere. Il Signore mi aiuti e illumini…
Pietà. Mi pare regolare, ma ancora lontano dalla perfezione. Insisto cotidie e settimanalmente e mensilmente.
Ss. Voti: nulla di speciale, salvo il riflesso organico di cui al punto salute. Mi pare null’altro. Desidero e domando soldi… Per mettere a posto le nostre cose.
Difficoltà generali. I Superiori hanno rieletto il Consiglio. Mi suggeriscano come possiamo radunarci. Ogni mese non c’è da pensarci. Don Piacenza e Don Margiaria sono lontani dalla Missione, come Don Tanguy e quando arriverà Don Cavoli, lo sono da Tokyo.
Ho in animo di scegliere qualche consigliere, o meglio fare il consiglio della missione con elementi che siano in missione.
Notizie sulle case
Le fondazioni di Tokyo mi pare siano avviate bene. Don Margiaria canta sempre miseria per tutti i toni.
A Nakatsu ho autorizzato l’aggiustamento della casa (in parte guasta dalle formiche), e di un piccolo riattamento.
A Oita Don Marega fa una chiesetta. Finora si era in una camera sconveniente.
Tento di acquistare per Takanabe e Miyakonojo terreno proprio – i fitti in poco tempo ci mangiano un capitale. Sono nuovi buchi, ma che fare? O morire di inedia o fare, e con niente si fa niente.
La salute dei confratelli discreta per tutti. Al momento tutti benino anche spiritualmente, per quel che mi consta.
Ho già scritto anche al Sig. Don Berruti informandolo:
Dei movimenti di Kagoshima: i militari contro i francescani, accusati di spionaggio e di aver creato nei cristiani uno spirito contrario allo spirito giapponese, in pratica si sono ritirati dalla missione e concentrati a Kagoshima. Che succederà?
Mi pare che i nostri ad Hong Kong non camminano bene: ho notizie sconfortanti e supplico i Superiori che mi vengano in aiuto per dare a questi cari chierici una posizione definitiva. Si assicurino i Superiori che Hong Kong è Cina… con tutte le conseguenze.
Non so che dire “Supplico i Superiori!”.
Almeno – se non riesco a convincerli della necessità dello studentato in Giappone – inviino quanto citius e prima che altrove, il Visitatore straordinario in Giappone. Non oso tediarla oltre. Preghi per me e mi benedica con tutta l’anima.
Tutto suo nel Signore,
Aff.mo figlio
Don V. Cimatti, sales.
1347 /Dal Fior Luigi/ 1934-…-… /
al chierico Luigi dal Fior, tirocinante
+ [1934ca]
Dal Fior caris.mo, 39
Grazie della tua e delle belle notizie.
Invio Marco perché qui tradussero a memoria e quindi…
Pel danaro i casi sono due:
- o la cugina ha in mano il denaro e può inviarlo o al Sig. D. Cavoli o ai Superiori colla precisa indicazione che è per te in Giappone,
- o non l’ha alla mano (come motivo più che dire che è roba tua e che tu come missionario ne hai bisogno per le tue opere di lavoro).
non saprei che suggerire d’altro.
A Bechis credo non ci sia bisogno di spedire libri di musica – Ha altro da fare, ne ha e ne può trovare.
Un pugnetto gentile a Emilio – salutissimi a Hosoi (ringrazio per gli auguri) e all’altro. A te un abbraccione e una benedizione.
Tuo D. V. Cimatti, sales.
1347-2 /Dal Fior Luigi / 1934…-… /
al chierico Luigi dal Fior, tirocinante
+ [1934ca]
[Carissimo] Dal Fior,
Coraggio in questi primi momenti. Tota ratio spei meae Maria.
Affiatati coi giovani, domanda a Don Piacenza, accordati con Emilio e Hosoi e avanti senza timore né per la salute materiale né per quella spirituale.
Devi farti santo ad ogni costo, ad ogni costo. Ricordati che il piccolo lavorio delle azioni è la via maestra. Mortificati nel vero senso della parola.
Allegro e buono sempre.
Tuo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1348 / Lorenzoni Livio / 1934-…-… /
Al chierico Livio Lorenzoni, salesiano
+ [1934]
Mio Lorenzoni,
Allegro sempre. Graditissimo il tuo saluto e ti assicuro il continuo ricordo, vivo quotidiano per l’anima tua.
Niente ti turbi. Prega, prega, prega
dal tuo aff.mo
Don Vincenzo Cimatti, Salesiano
1348-2 / Lorenzoni Livio / 1934-...-...
al chierico Livio Lorenzoni, salesiano
[1934ca]
Carismo Lorenzoni
Dies advenit…Dies tua. Oh se ti ricordo, mio buon figliolo!
Si, si. Possa essere come D Bosco!
Sii umile e generoso con Gesù e vi riuscirai.
Tuo aff.mo
D V Cimatti sales
1 Lettera timbrata da Segreteria della S. C. Propaganda Fide - Prot. N° 4351 / 1934.
2 La comunicazione riguarda la sua riconferma in carica di Visitatore.
3 Dal francese. Insieme venne inviato il regolamento circa le vocazioni tardive.
4 Manoscritto su immagine di D.Bosco
5 Don Margiaria, dopo un giro in America e in Italia per trovare aiuti era tornato il 25 gennaio.
6 Manoscritto, fotocopia, riprodotto parzialmente in B. S. di agosto.
7 Si tratta del terreno dove poi sorse la Scuola Professionale Ikuei.
8 In una esibizione teatrale dei chierici giapponesi a Hong Kong, il palco si era sprofondato.
9 Si pensa che gli incartamenti di cui sopra siano quelli riportati.
10 I personaggi mitici giapponesi che combatterono in singolare tenzone. Vinse Ushiwakamaru pur con la spada meno grande.
11 Manoscritto R. M. 600, fotocopia; qualche piccola cosetta è stata pubblicata in B. S. Agosto 1934.
1 Di questa lettera manca la parte introduttiva. Si riporta qui come si è trovata presso l’ACS.
12 Difatti con la seguente circolare datata 3/5/34 comunica in dettaglio i punti principali della Costituzione e le condizioni per lucrare le indulgenze.
13 Nella cronaca della casa è così scritto: “Domenica. Festa del novello San Don Bosco il Sig. Don Cimatti giunse alle ore 5,30 del mattino e celebrò due Messe. Compì anche la visita ispettoriale. Alla sera serata in onore del novello santo nella sala della città. Ci furono canti, discorsi, proiezione del film di Don Bosco ecc. La parte del suono e del canto riuscì perfettamente e riscosse reiterati applausi”.
14 Dato che parla della Visita recente della Madre Ispettrice e che i confessori straordinari sono Don Tanguy e Don Cecchetti, si deve far risalire la relazione alla fine Maggio 1934, tempo in cui potevano realizzarsi le condizioni sopra ricordate.
15 Manoscritto, pubblicato ridotto in Bollettino Sales., Settembre].
16 Hyuga è il nome antico della zona di Miyazaki. Qui sta per il Piccolo Seminario di Miyazaki.
17 La grazia ricevuta di cui qui si parla deve essere il prestito ricevuto per dei Superiori per l’erigenda Scuola Professionale di Tokyo.
18 Deve essere per l’ordinazione sacerdotale.
19 Seguono statistiche: si omettono. Manoscritto, pubblicato in parte su Boll. Sales. di Novembre].
20 Utae D. Bosco = Cantate a D.Bosco
21 La lettera di Don Berruti a cui fa cenno Don Cimatti, datata 8/7/34, dice fra l’altro: “Ella conosce i lamenti che ci giunsero su Don Cavoli, sul suo carattere e sulle difficoltà che si trovano per armonizzare con lui, ecc. A noi non piace l’indipendenza con cui lavora qui in Italia. Non ci tiene al corrente, ci comunica nulla, sembra un forestiero. Sarebbe ella d’accordo che lo teniamo in Italia qualche anno, per farlo più nostro e poi glielo restituiamo? Mi basta il suo parere: la responsabilità la prenderei io, senza accennare a Don Cimatti, pregandola di un uguale riserbo nel caso che ella credesse di non annuire a questa proposta…”.
22 Era arrivata a Hong Kong l’ultima spedizione di chierici andati per la teologia: con essi c’era il chierico giapponese non salesiano Mukai, che però resistette poco e ben presto fece ritorno in Giappone
23 Confratello salesiano romagnolo dell’Ispettoria cinese che era stato ordinato sacerdote.
24 Si tratta di un giro per concerti per fine missionario insieme con Don Margiaria. Si tenga presente che la Manciuria come la Corea del Nord e del Sud erano sotto la dominazione del Giappone. Vi erano molti giapponesi emigrati.
25 R. M. 626, manoscritto, pubblicato nel B. S. Gennaio 1935.
26 R. M. 632, manoscritto, pubblicato in B. S. Gennaio 1935 insieme a R. M. 626. Da notare che fu l’unica volta che Don Cimatti potè visitare questi paesi. Come ricordo di questi avvenimenti ci sono nel Museo di Tokyo articoli di giornali, foto e programmi di concerti.
27 La lettera non è stata trovata nel suo originale che dovette essere andato perso. È stata pubblicata nel Bollettino Salesiano nel numero di Gennaio 1935. La copia coi commenti presentata sotto il titolo: “Esempi che strappano le lacrime” nel volume “La stampa periodica italiana” sotto la medesima data.
28 R. M. 636, manoscritto, inedito.
29 L’invasione di cui qui si parla allude al giro di concerti per la Manciuria e Corea di quell’anno. Evidentemente, l’occupazione della Manciuria e della Corea da parte del Giappone, non era vista ugualmente da parte del Giappone e della Cina. Quel “Deus scit” di don Cimatti, lascia sottinteso quello che non poteva scrivere per lettera. Attualmente sia la Cina sia la Corea non perdonano al Giappone questo fatto.
30 Don Margiaria doveva essere a Tokyo per iniziare la nuova Scuola Professionale.
31 Individuo di cui non si hanno notizie e che insistentemente aveva chiesto il rimpatrio di Don Cecchetti.
32 R. M. 655 manoscritto, inedito.
33 L’Ambasciatore Giacinto Auriti, ottimo cristiano e grande amico dell’Opera salesiana in Giappone fu certamente colui che consigliò Don Cimatti a rivolgersi al Governo italiano per avere aiuto. Lo scritto riportato è secondo la minuta conservata.
34 Fu tra i primi che andarono alla Scuola professionale di Tokyo. Nella testata è scritto per mano di Don Cimatti: “Perdona la carta sconveniente”, di fatto – come soleva fare – usa il retro di carta stampata
35 Gregorio Tateishi fu tra i primi novizi e professo coadiutore salesiano in Giappone, veramente esemplare; morì per malattia in un ospedale di guerra. Don Cimatti ne scrisse la vita.
36 Accompagnando copia di lettera circolare ai confratelli.
37 Lo scritto a Mons. A. Chambon, M. E. P. è riportato tradotto dall’originale francese, di cui si conserva copia.
38 Manoscritto, inedito. Quello che riguarda la speciale attività religiosa di Tsuno è su un foglio dattiloscritto e con parecchie correzioni di Mons. Cimatti. È probabile sia stato steso da Don Lucioni, il missionario in questione.
39 Il chierico Dal Fior era in tirocinio alla parocchia di Mikawajima (Tokyo).