1187 ricaldone |
1187 / Ricaldone Pietro / 1933-12-31 /
1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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I parafulmini della missione1
Miyazaki, 31 dicembre 1933
Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Sul chiudersi del vecchio anno e coll’aprirsi dell’Anno Santo, anno della Canonizzazione del nostro Don Bosco, cogli auguri, preghiere e filiali promesse dei suoi lontani figli del Giappone, accetti l’omaggio di tutta la nostra famiglia cristiana ed in particolare di quelli che godono più dell’amore di Gesù, di cui oggi voglio darle notizie, cioè dei nostri frugoli più piccoli. Li paragoni ad angioletti a fiori vaghissimi di giardino, li paragoni a parafulmini che tengono lontano dalla missione le avversità materiali e spirituali, ed oggi mi piace considerarli sotto questo aspetto. Per la maggior parte sono pagani è vero, ma sono redenti anch’essi dal nostro buon Gesù. Di questi è il regno di Dio, ed anche per essi deve lavorare il missionario. Se in questo mondo tutti amano naturalmente i piccoli, in Giappone poi formano le delizie e le cure di tutti, starei per dire, fino all’esagerazione.
È difficile esprimere in poche parole l’educazione dell’infanzia giapponese. Nutrizione e riposo abbondanti; quando ne sarà in grado vita libera, all’aria, al sole, fra i giuochi e tra il cinguettìo dei fratellini e sorelline che se lo portano in groppa. E il piccino è il re in famiglia – ornato di vestiti a colori variopinti e rubato dai vezzi e dalle carezze di tutti, e gli si perdonano volentieri gli involontari disturbi e gli strappi che per necessità di cose dà o fa dare all’etichetta giapponese. In aiuto alle famiglie e come prima preparazione alla scuola, anche in Giappone sono istituite le sale di custodia o giardini o asili di infanzia propriamente detti: pur non essendo obbligatori sono numerosi, generalmente assai frequentati.
Anche le varie missioni lavorano in questo campo di educazione, tra i più facili a realizzarsi, e che affidato alle famiglie religiose femminili, o a maestre giapponesi produce buoni effetti, non foss’altro un buon contatto colle famiglie ed una penetrazione sia pure indiretta, dei principi e dello spirito cristiano nelle medesime. In qualche posto l’asilo fu il mezzo migliore della propaganda religiosa: furono i piccoli che condussero alla missione i genitori… ed il missionario fece il resto.
Anche nella nostra missione si volle tentare questa forma di apostolato e l’attestano due fondazioni dell’Asilo di Miyazaki, affidato alle Figlie di Maria A. e quella di Oita, affidata ad insegnanti giapponesi.
Le due istituzioni vanno prendendo piede e già si verificano buoni risultati in ogni senso. Recentemente in occasione della festa di S. Francesco Saverio gli allievi di Oita si produssero in un magnifico saggio pubblico… facendo meravigliare l’affollatissimo pubblico con saggi perfetti di canto, danza, ginnastica, ecc.
All’OSPIZIO di Miyazaki poi la cura d’infanzia è piuttosto a tipo familiare sotto la guida delle brave ragazze giapponesi, che con vero spirito di sacrificio intendono di consacrare se stesse a questo mirabile apostolato di carità. Sono già una trentina che il Signore ci ha inviati e che attendono dal missionario colla vita dell’anima anche quella del corpo. Poveri orfanelli godano le predilezioni del Signore, ed anche, oso sperarlo, quella dei nostri generosi benefattori e delle nostre buone mamme benefattrici, mentre le quotidiane preghiere di questi angioletti per i loro benefattori, non possono non ottenere dal Signore grazie e benedizioni per tutti.
L’Opera benefica, suscitata dalle locali conferenze di S. Vincenzo, viene a essere conosciuta in Giappone e già da varie parti riceviamo domande di accettazione di poveri orfanelli tanto che penso saremo obbligati ad allargare il già stretto locale.
Oh, venga presto il giorno. Fosse qua in Giappone “Mamma Margherita” quante volte avrebbe già detto a Don Bosco l’impossibilità di spazio… “Tu vuoi accettare tutti…”. E già si è risolto il problema alla Don Bosco: graziose amache per i più piccoli dondolano in aria, e Don Bosco dal Paradiso indicherà a Mamma Margherita che non era poi sbagliata la sua idea del canestro.
Ma di un’altra infanzia voglio parlare, che forma essa pure le delizie del cuore di Dio e che costituisce parafulmini per la nostra missione. Voglio dire l’infanzia spirituale di vecchi generati col battesimo alla vita cristiana. Come regalo di Natale, Gesù buono, in mezzo alle difficoltà in cui ci dibattiamo, ci ha voluto consolare con 25 nuovi battesimi, vari dei quali hanno davvero dello straordinario, e di cui spero intrattenerla in altra mia. Cinque di questi furono dati a ricoverati dell’ospizio, e qualcuno batte sugli ottanta… Oh, santa infanzia come sei bella e semplice e ingenua, e come piace al cuore di Dio! Amato padre; bisogna vivere con questi poveri e con questi angioletti per convincersene.
Il Signore ce li conservi, ce li accresca, ce li fortifichi nella fede.
Nelle belle feste natalizie il Signore ha voluto consolare anche tutta la nazione giapponese col concedere a sua M. l’Imperatore il desiderato figliuolo, erede del trono.
Può immaginare il giubilo della famiglia imperiale e dell’intera nazione – le solenni feste e cerimonie fatte in questa circostanza, fra cui caratteristica quella dell’imposizione del nome compiutosi il 29 c. m. nel palazzo imperiale.
La cerimonia consta di tre parti: imposizione del nome, lettura di un brano del Kojiki (la prima storia del Giappone) e presentazione dell’arco e frecce a fugare gli spiriti cattivi del fanciullo. Gli fu imposto il nome di AKI (chiaro, splendente). 2L’augurio che tutti i buoni possono formulare è che davvero questo fanciullo possa essere per il proprio paese splendore e chiarezza di opere materiali e spirituali.
Affido alla carità delle sue preghiere e di quanti hanno a cuore la gloria di Dio e la salvezza delle anime i nostri piccini.
Col più grande ossequio,
Aff.mo figlio
Don Vincenzo Cimatti, sales.
1 Manoscritto, inedito
2 È l’Imperatore attuale (2007) Akihito, succeduto a Hirohito.