662 tirone


662 tirone



1

▲back to top


1.1 662 /Tirone Pietro / 1930-11-17 /

▲back to top



a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale



Miyazaki, 17 novembre 1930

Amatissimo Sig. Don Tirone,


Sono in ritardo assai nella consegna, ma meglio tardi che mai. Vari motivi ci furono, ma potrebbero avere l’aria di scuse ed è meglio tacere.

Ho postillato come meglio potevo. Aggiungo:

        1. Mi pare che spiritualmente i fratelli siano a posto e che per la pietà e osservanza religiosa si vada per grazia di Dio bene.

        2. Non manca il lavoro e questo è ottimo coefficiente.

        3. Siamo la Missione più povera perché non abbiamo nulla di nostro – neppur le case – e la Provvidenza ci aiuta.

        4. Le difficoltà sono date non tanto dall’ambiente, quanto dalle condizioni dei confratelli:

  1. la massima parte reliquati di guerra, quindi nervosi, nevrastenici o aventi altri malanni,

  2. alcuni (Don C., Don L.) formati in seminario e quindi portanti con sé…,

  3. alcuni (Don E., Don L., Don M.) che esprimono un po’ mordacemente i loro pensieri,

  4. qualche disaccordo tra Don Cavoli e gli altri per voler fare del bene, e per i modi un po’ aspri di Don Cavoli,

  5. e trovo i coadiutori sempre un po’ di vedute strette (difetto di educazione).


Ma sono cose di tutto il mondo. Certo che tutti hanno desiderio di migliorare e davvero alcuni hanno migliorato assai e migliorano: ci vuol pazienza, tempo e gran carità!

Don Cimatti ha più difetti di loro – mi sopportano e Deo gratias, in attesa che il “laqueus contritus sit” “et liberatus ero…” e allora, allora solo la missione fiorirà.

I due che ora mi danno più a pensare sono Don L. che però col cambio fatto è alle dipendenze di Don Tanguy – dimostra di essersi messo in calma. È ammalato, debole di costituzione – aveva domandato l’America e fu mandato in Giappone.

Ha urtato con Don Cavoli – e non ha il cuore in pace. Per me lo ritengo ottimo, ma è ammalato di testa. Ha domandato non so che cosa ai Superiori – se lo esaudiranno faranno, credo, il bene suo.

Ora è calmo. Ha lavorato a Tano (Missione) assai, con veri sacrifici ed ora pare lavora.

Il Ch. B. è ammalato, stanco di testa. L’ho fatto troncare gli studi. Da giovane, in collegio, in parte in noviziato non ebbe mai l’abitudine di stare in riga, disgraziatamente ora non può starci. L’esperienza mi ha fatto sempre vedere costoro come ossa fuori posto. Se non guarisce ho proposto il ritorno e credo sia l’unica via per salvarlo.

Preghi affinché per la mia insufficienza e cretineria questi cari confratelli non ne perdano nell’anima.

I nostri piccoli aspiranti e seminaristi promettono assai bene (contando qua e là e specie a Nakatsu, sono una quindicina).

Tutto suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.