Cimatti|Ricaldone Pietro / 1936-12-31

1783 / Ricaldone Pietro / 1936-12-31 /


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



SULLA FINE DEL 1936 E ALL’INIZIO DEL 19371



31 dicembre 1936

Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,

L’avvicendarsi dei giorni, dei mesi e degli anni con ritmo regolare è risentito in missione, come altrove, colla caratteristica che si desidererebbe dal missionario fosse sempre segnato da nuove conquiste di anime a Dio, di nuovi orientamenti fruttuosi nel campo dell’apostolato, di belle novità che rompano il monotono tran tran della vita ordinaria. Alla fine d’anno poi, chiusa dei bilanci nelle relazioni umane, materiali – rivista dei bilanci nelle relazioni spirituali con Dio – regolarizzazione insomma dei bilanci consuntivi – speranze nei preventivi, anche al missionario arridono tante belle visioni di lavoro che si desidererebbero compiute o che bisognerebbe aver compiuto, ma…

Già altra volta le ho sottoposto i nostri modesti bilanci spirituali. Il bilancio consuntivo a fine d’anno per noi (e penso che sia così per la massima parte dei missionari salesiani… perché deve essere un po’ male di famiglia) non si chiude alla pari, ma in senso negativo.

La Provvidenza, spero pareggerà il disavanzo con la carità dei nostri cari benefattori che non venne mai meno. Non mi provo neppure a far bilanci preventivi… É meglio stare nella realtà del pane quotidiano, che certamente la Provvidenza ci somministrerà.

Il riassunto di care notizie di fine d’anno, che aprono orizzonti di speranze future e che consolano il cuore del missionario… [N. B. non si riesce a leggere alcune parole]… non sarà certo sgradito, e cronologicamente riassumo.

24 Novembre. Arrivo del forte nucleo di 17 salesiani inviatici dai Superiori. Materiale preziosissimo, che giunto a preparazione sarà base di azione assai importante nel lavoro di apostolato. Buoni e zelanti sacerdoti, giovani chierici e novizi pieni di volontà, forti coadiutori, appartenenti a nazioni diversissime, ma tutti uniti nel nome di Don Bosco per combattere la buona battaglia “conquista di anime al Signore”, siate i benvenuti in questa grande nazione, che già vi attira cogli incanti della sua natura, colla gentilezza delle sue popolazioni, o più perché è il campo assegnatovi dall’obbedienza per la vostra e altrui santificazione. Ed insieme mettiamoci subito al lavoro.

8 Dicembre. Le Figlie di Maria Ausiliatrice a Beppu aprono il loro Noviziato con cinque reclute indigene, ottime figliuole che intendono consacrarsi al Signore e lavorare con lo spirito di Don Bosco fra i loro connazionali. La suggestiva funzione della vestizione è seguita con interesse e commozione intensa dai parenti, dai buoni pagani intervenuti e più dalle suore, che vedono aggiungersi al gruppo iniziale di consorelle indigene queste nuove speranze.

15 Dicembre. L’Opera di beneficenza per l’infanzia abbandonata, che le Figlie di Maria A. svolgono a Beppu fra l’ammirazione di quanti hanno a cuore i problemi di assistenza sociale, ebbe un prezioso riconoscimento nella visita che S. E. il Prefetto della Provincia di Oita, accompagnato dalla sua gentile consorte e da autorità provinciali e locali, volle fare all’Opera. Ne fu ammirato ed espresse in termini lusinghieri la sua ammirazione: oltre una generosa offerta, volle con delicatissimo pensiero offrire in regalo ai poveri bambini tutti i giocattoli, indumenti di un suo angioletto morto alcun tempo prima, pensando che avrebbero servito ottimamente ad allietare e sollevare questi bambini privi del conforto dei loro genitori. Mediante poi l’aiuto indefesso dei due capi delle opere assistenziali della città e del rione, che si prodigarono per la riuscita colla opportuna réclame e per la città e per le scuole, riuscì imponente un bazar di beneficenza, visitato da oltre un migliaio di persone. Sono manifestazioni che servono anche di ottima propaganda religiosa, mentre danno modo a tanti pagani di buona volontà di compiere in varie forme la carità. Per lo svilupparsi dell’opera si sente il bisogno di un ampliamento, di cui fu benedetta la prima pietra dal nostro Don Cecchetti nelle feste natalizie.

24-25 Dicembre. La simpatica festa del Natale, ormai nota e celebrata anche in tutto il Giappone, ebbe in quest’anno un ritmo ascensionale per il numero di intervenuti alle nostre adunanze e religiose e di beneficenza. Il Signore ci consolò con una quarantina di battesimi amministrati nelle varie residenze – coll’affluenza dei cristiani che si radunarono per l’occasione anche da lontani luoghi di ordinaria abitazione – e colla vera invasione di ragazzi, che accorrono a ricevere il dono di Gesù. Centinaia nelle residenze ordinarie, raggiunsero il migliaio a Miyazaki, a Miyakonojo, e 2700 a Tokyo-Mikawajima.

È Gesù che si circonda dei suoi piccoli amici, beneficati da tante anime buone d’Oriente e d’occidente.

Andrei per le lunghe se volessi raccontare le geniali iniziative a cui i confratelli, allievi delle varie istituzioni e amici hanno dato fondo per rendere gradita la festa e circondarla di quelle attrattive che valgano ad avvincere quanti possono essere a tiro. La musica, il teatro, le danze, le proiezioni fisse e cinematografiche, la confezione di lotterie con premi a sorpresa, vendita a prezzo insignificante di oggetti utili, la confezione di pacchi, e per passare le ore precedenti la funzione un complesso attraentissimo di giuochi di famiglia in cui i giapponesi sono abilissimi, ecc. tutto fu messo in opera, e gli sforzi degli organizzatori furono coronati dal più splendido successo. Il buon Pastore vedeva le pecorelle de longe venientes anche quelle da tempo sbandate… ed il cuore tremebondo di commozione ringraziava Gesù… Vedeva le famiglie pagane estasiarsi meravigliate, senza nulla comprendere, di fronte a quanto si faceva per onorare Gesù, che sorrideva anche a loro, e forse più a loro… Vedeva le miriadi di innocenti fanciulli che facevano i loro commenti davanti ai presepi (a Nakatsu i nostri allievi fecero perfino un concorso di presepi… e non fo per dire, ve n’erano dei belli e caratteristici). Così a Miyazaki Missione e Seminario, a Beppu e a Tokyo. Ah, la forza attrattiva di Gesù e il buon pastore non poteva fare a meno di dire: “E fino a quando, o Signore?!”. Si consolava alquanto pensando: “Ma là, a Betlemme, anche con la musica e lo splendore di angeli, non così tanti ti hanno circondato, o Gesù!”. Oh, il mistero della grazia. Seminiamo, seminiamo. Presto o tardi frutterà… Dopo tutto quanto si fa per Lui non va perduto.

29 Dicembre. I nostri primi novizi in Giappone, europei ed indigeni fanno la loro prima professione. Per la storia della nostra cara Società in Giappone è certo una data indimenticabile e di alto significato.

Misuri Lei, amato Padre, la nostra gioia: noi pensiamo a quella che proverà Lei e gli altri Superiori, e quanti fra i nostri confratelli, allievi e benefattori hanno cooperato a preparare questa gioia, meglio a preparare questa realtà concreta di valore incalcolabile per l’avvenire della nostra Società in Giappone. Tra i professi i tre primi giapponesi salesiani (due chierici e un coadiutore), dopo dieci anni completi di lavoro proprio nello stesso giorno della prima partenza dei salesiani pel Giappone, iniziano la serie; vogliano augurarci numerosa e della tempra di S. Francesco Saverio.

Nello stesso giorno tre altri indossavano l’abito sacro per iniziare il loro noviziato.

Accolga, amato Padre, e consegni a Maria Ausiliatrice e Don Bosco questi nuovi suoi figli – benedica questi e quelli in formazione, affinché diventino davvero sicut novellae olivarum in circuitu mensae Domini.

Si è iniziato il nuovo anno colle tradizionali cerimonie, auspicanti anche per il Giappone prosperità e pace. Le auguriamo davvero per tutti e Lei l’ottenga per noi con le preghiere sue e degli amici nostri. Non la dimentica mai il

Suo aff.mo

D. V. Cimatti, sales.


1 R. M. 790: manoscritto, inedito.