1591 / Cossu Pietro / 1936-1-16 /
a Don Pietro Cossu, consulente Diritto Canonico presso il Capitolo Superiore
Visitatoria S. Francesco Saverio
Miyazaki, 16 gennaio 1936
Rev. Sig. Segretario, amatissimo Don Cossu,
Non so se sia Lei il Segretario… Ad ogni modo se lo è, congratulazioni vivissime… E pensare che supponevo nominassero me… Sarebbe proprio il mio mestiere… ma quando si nasce sotto cattiva stella… Ed ora agli affari segretariali:
Accuso ricevuta dei decreti inviati con lettera del compianto Don Gusmano 19/11/35 per il riconoscimento canonico delle case di Miyakonojo e piccolo Seminario (Miyazaki). Nulla di contrario per Takanabe a che sia casa filiale – si figuri che al momento non c’è nessuno e vi fa le scorribande Don Cimatti. Al Sig. Don Gusmano relativamente a Takanabe avevo ricordato che esiste il decreto canonico di casa di studentato e avevo suggerito se non era il caso di farlo trasportare a Tokyo, dove definitivamente penso sia trasportato lo studentato filo-teologico, ma non ebbi risposta.
Per l’erezione canonica del Seminario avevo solo ricordato la cosa per quanto è detto nella regola delle relazioni nostre coi Seminari. Se è necessario permesso speciale dell’Ordinario per tali cose… il sottoscritto… molto Ordinario… scriverà quanto è necessario. L’importante è che Don Cimatti Ordinario, vada nel massimo accordo con Don Cimatti Visitatore… presto scadente.
In risposta poi alla sua del 2/12/35. Grazie delle consolanti parole… Lei è perfetto segretario… più di me… e delle preghiere… e del DILATA… Sono passati 10 anni e ne possono passare anche altri di DILAZIONE… Certo con nessun frutto, salvo quello dell’obbedienza. Se verrà il Visitatore toccherà con mano. Per me, salvo che pregare, ormai non posso far nulla di efficace per le opere nostre. Adesso faccio il missionario vagante e chi mi piglia è bravo. Don Cavoli ammalato e per molto sarà fuori combattimento. Ho tre residenze senza missionario e la zona Nord e Sud della provincia di Miyazaki abbandonata… Non posso in coscienza lasciar soli i poveri cristiani e vado qua e là… Ecco la mia vita attuale… venga quel che vuole… sono nelle mani di Dio.
Per il catalogo facciano i Superiori, come già dissi. Nello stato attuale delle cose qui in pratica faremo come potremo. Per me è assurdo (salvo l’obbedienza) governare in tal modo. Idem per le nomine dei Direttori. Veda Lei col catalogo alla mano come si possono fare i capitoli delle case… e paragoni la nostra povera missione colla più povera di personale… e vedrà l’assoluta inferiorità nostra.
O chiudere tutto e perdere tutto o fare quel che si può… Ma Lei ne capisce le conseguenze… Ma sarei felice se per me e per i miei confratelli si verificasse quanto diceva Don Bosco sulle sorti dei salesiani…
Per PAOLIN scrissi così da quanto mi fu scritto. Correggo. I Superiori mi annunciarono un tipografo e arrivò un cuoco. Mi promisero un buon lavoratore di campagna e mi arrivò un decoratore. Che vuole che le dica… Piani scombussolati e quindi per Catalogo facciano i Superiori – per me firmo e mi prendo tutto le conseguenze… Non merito altro.
Quanto ai due coadiutori inviati poi abbia la bontà di riferire ai Superiori che essi domandano con insistenza di ridiventare chierici come lo erano prima (o meglio, come domandarono prima dei voti). La pratica del Paolin fu spedita al Sig. Don Tirone ed unisco ora la domanda che mi fa FERRARI. Non sono in grado di sapere i motivi che indussero alla loro ammissione come coadiutori. Le loro carte dicono poco o niente. Quindi domando ai Superiori quid respondendum… È doloroso però che debbano venire in missione in queste condizioni questi cari confratelli. Don Cimatti non merita altro, ma la Visitatoria e l’avvenire dell’Opera nostra meriterebbero altro trattamento. Pazienza e fiat voluntas Dei anche in questo. Non desidero altro che si verifichi in me e nei miei la volontà del Signore. Purtroppo la natura reagisce fortemente… Non badi alle mie parole, ma alla sostanza delle domande: è per il bene e per la pace di questi cari confratelli, che per forza di cose piombano in una missione che non ha personale che possa attendere come si deve alla loro formazione.
Per le case di Tokyo che vuol che le dica? Sono gli eventi che hanno portato questo stato di cose.
Inizialmente a Mikawajima si sperava di poter installarsi colla scuola tipografica; ed anche l’Arcivescovo desiderava questo – ed in tal senso diede la sua approvazione. Ma poi la ristrettezza del posto, la questione finanziaria che non ci permise di stare alle promesse fatte a Monsignore per l’acquisto del terreno cambiarono le cose in modo che Monsignore permise e ci aiutò per l’acquisto del terreno della Scuola altrove e desiderò continuassimo a Mikawajima per la cura della parrocchia e Oratorio festivo-quotidiano.
Installandoci a Suginamiku colla scuola e Noviziato e studentato, ho fatto presente ai Superiori la convenienza della separazione delle cose dal punto di vista amministrativo, se no non avremmo avuto la pace in casa.
Quando là risiederà l’Ispettore potrà essere che le cose cambino, ma al momento attuale va bene così. Questione di persone? Questione di principio? L’una e l’altra. Per me le opere hanno una facies nettamente propria ed è male considerarle come sezioni, che non andranno mai d’accordo. Bisogna pensare che tutte le opere sono agli inizi ed hanno bisogno di sostenersi su basi proprie e non su basi di attesa che la scuola sussidi il noviziato. Al momento attuale la scuola per formarsi ha bisogno di enormi capitali e il noviziato di forti sussidi specie per lo studentato. Penso non sia difficile ottenere dall’arcivescovo quanto mi chiede per regolarizzare la detta questione, e scrivo a Don Tanguy che veda di interessarsi della cosa.
Amatissimo Don Cossu scusi la libertà e voglia nei limiti del possibile a Lei aiutarmi affinché possa fare un po’ di bene. Dica agli amici che si ricordino e Lei non mi dimentichi a Maria A. e a Don Bosco.
Tutto suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.