1331 ricaldone |
1331 /Ricaldone Pietro / 1934-12-1 /
1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Miyazaki, 1 dicembre 1934
Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
I suoi figli lontani godono nel saperla ristabilita in modo da aver potuto ripigliare i lavori. Hanno pregato e pregano per Lei cotidie.
Nell’attesa dei nuovi doni che per la sua bontà stanno per giungere, i cinque chierici stanno dando il loro esame finale. Le osservazioni date loro ieri li fanno vedere buoni, amanti dello studio, osservanti della Regola. È il primo anno che si constata di avere un gruppetto in queste condizioni.
L’aumentato numero dei seminaristi mi obbliga a toglierli dal Seminario. Ho affittato una casetta a due passi dalla Missione per l’alloggio e studio, e così li trasporto alla missione ove potranno essere più accuditi in tutto, in attesa che al prossimo anno trovino tandem a Tokyo la Cappella Pinardi e così siano definitive a posto. Ne farò prossimamente relazione ai Superiori.
A giorni Don Margiaria col ch. Lucchesi e col coad. Fogliani va a occupare la scuola professionale Don Bosco a Tokyo, che spero ufficialmente inaugurare al 31 Gennaio, cominciando subito dopo i lavori per il Noviziato, e voglio sperare che il Signore darà i mezzi anche per lo studentato. Preghi e faccia pregare per noi, e raccomandi a qualche anima buona la nuova opera vitale del noviziato. Aspettano con ansia già quattro santi (e non sbaglio) coadiutori e qualche chierico… Ma non preveniamo gli avvenimenti!
Il nostro Don Piacenza guarito per vera grazia dall’appendicite, soffre ora assai per la flebite, e non è ancora uscito dall’ospedale. L’apertura di Tokyo prende tre altri confratelli della Missione, che è davvero stremata di forze – mah! Il Signore sa che i Superiori hanno fatto tutto il possibile per venirci in aiuto, e quindi ci aiuterà.
Avremmo estremo bisogno di un tipografo e almeno di un agricoltore – ne ho scritto a Don Berruti.
Grazie a Dio gli altri confratelli tutti bene di corpo e mi pare anche di spirito. In conclusione il più ammalato in tutti i sensi è Don Cimatti.
Sono diventato sensibilissimo, ho bisogno di essere più che guardingo nelle mie relazioni col prossimo. Ho davvero un cuore di ricotta, che vorrebbe donarsi tutto a tutti. Ma chissà perché il Signore mi ha fatto così!
È da tempo che prego intensamente Don Bosco che mi ottenga la purezza, per cui sono pronto a dar la vita e ad addossarmi (salvo il peccato) le miserie di ogni genere di tutti i miei confratelli, e a togliermi da Superiore (salvo sempre la volontà di Dio – ed è una vera lotta corpo a corpo collo “stimulus carnis”). Preghi per me. Per il resto niente di nuovo. Sarei felice di non essere Superiore, per sacrificarmi di più, ma Deus scit!
Non mi dilungo per non farle perdere tempo preziosissimo. Preghi e faccia pregare per noi.
Ah, se i Salesiani ci potessero aiutare, che miracoli si farebbero in Giappone!
A nome di tutti:
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.