1319 ricaldone |
1319 /Ricaldone Pietro / 1934-11-15 /
1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani |
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Fior di crisantemo1
Miyazaki, 15 novembre 1934
Amatissimo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,
Nel caro mese dei morti in Italia s’infiorano le tombe col fiore dei morti. Qui è uno sfavillio di colori e di forme, dal modesto crisantemo azzurro e bianco, che occhieggia in ogni dove nei boschi, sulle ripe montane, sui bordi delle strade, a quelli coltivati in forme le più diverse, a quelli sforzati a curve magnifiche e sostenuti da maglie di fil di ferro, a quelli che intessono vestiti di “mannequin” imitando a perfezione qualsiasi oggetto o persona.
Non ho visto i parchi magnifici di Tokyo – solo qualche discreta esposizione locale, che però dà l’idea chiara della coltivazione multiforme di questa pianta e fiore; dico pianta e fiore, perché l’una e l’altra esigono cure di cui non abbiamo idea, per raggiungere la perfezione di forme, di tinte che si ammirano qui; coltivazione che viene effettuata non solo da giardinieri di professione, ma anche da privati, che a tempo opportuno, e di giorno, e di sera, in ambienti illuminati con buon gusto, inviteranno per ammirarli, amici e conoscenti.
Festa di famiglia, trionfo di colori multiformi, in gara coi non meno multiformi colori dei vestiti dei visitatori. Le scuole pure hanno le loro mostre, in cui gareggiano maestri ed allievi, ed i numerosi visitatori volentieri comprano a beneficio della scuola i migliori esemplari.
Come il fiore di ciliegio è simbolo del cuore popolare così il crisantemo è il simbolo dell’aristocrazia e raffinatezza, e fra i fiori è il più rispettato, perché emblema della famiglia imperiale.
Il preambolo è un po’ lungo… ma penso a questo quando visito il nostro cimitero di Miyazaki, mentre mi aggiro fra le tombe che ormai riempiono quel sacro luogo, mentre mi soffermo in preghiera di fronte alle modeste croci o ai monumentini, che vanno erigendosi e ornandosi con buon gusto dai nostri cristiani… Ogni nome richiama note vicende speciali… Angioletti rigenerati alla grazia nei pochi giorni di vita – vecchi, chiamati alla fede negli ultimi anni di vita – giovanili speranze stroncate – un seminarista giapponese… Anche qui fiori magnifici, sfioriti per abbellire la giocondità eterna del paradiso.
Fermo sulla porta del campo santo, mi provengono dalla destra i giovanili clamori del cortile del nostro Seminario indigeno, le armonie del loro concerto… Fiori viventi, future speranze su cui si fanno tanti progetti per l’avvenire, richiamati alla realtà vera dal sacro luogo ove mi trovo.
Una squadretta dei nostri orfanelli si avanza cinguettando per visitare le tombe dei fratellini e pregare… Fiori viventi, fin dal loro inizio inconsciamente colpiti dalla prova più dolorosa… Babbo, mamma dove sono? Chiamano sorelle le loro istitutrici, che con amore materno sostituiscono, chi non hanno conosciuto né forse conosceranno mai. Chiamano i compagni fratelli, tali solo per vincolo della carità di Gesù, che ha procurato loro per mezzo dei nostri benefattori questa nuova grande famiglia. Che sarà di questi fiori, così provati fin dal loro nascere? Li seguo coll’occhio, e mi unisco alla loro preghiera…
Giungo a casa dove trovo fra la corrispondenza buone notizie da Tokyo. I nostri oratoriani tutti pagani si sono fatti onore. L’annuale gara catechistica è riuscita magnificamente. Le autorità fra cui Sua E. l’Arcivescovo di Tokyo, S. E. l’Ambasciatore d’Italia soddisfattissimi; gli amici nostri cooperatori entusiasmati; la folla degli intervenuti, i parenti, gli oratoriani ammirati… Canti, declamazioni, recita teatrale e gara a perfezione… Fiori silvestri non meno belli di quelli coltivati in serra, che pur pagani delibano le verità della Fede, i cui semi deposti in cuori che si vanno aprendo all’amore, non potranno non produrre frutti copiosi in patientia.
Dalle due del pomeriggio alle sei, ogni giorno a centinaia si succedono i nostri cari giovani nel cortile, nelle sale… I confratelli con spirito di vera abnegazione che impressiona tutti, là, in mezzo alla folla chiassosa, salesianamente lavorano… O fiori silvestri, crescete, prosperate, fruttificate.
Trovo pure fra la corrispondenza, saggi di arte cattolica giapponese editi dalla libreria cattolica di Tokyo, con preghiera di propaganda. Desidero che Lei, amato Padre, di tale propaganda sia il primo beneficiato. Da vari anni a questa parte il Giappone cattolico viene dando buone manifestazioni anche in questo campo, sempre conservando le sue caratteristiche locali e adattando il pensiero cristiano ai suoi costumi. La ricchezza di bellezze naturali, che circondano ovunque lo sguardo, non possono non riflettersi anche nelle manifestazioni artistiche. I sei quadretti ne sono una bella manifestazione, pur confessando la mia incompetenza in materia. Sono inspirati alle feste natalizie. In uno “Nostra Signora del Giappone” il bel cielo giapponese si abbellisce della Vergine, ammantata di ricchissimo “Kimono”, in atto di abbracciare teneramente l’adorato Gesù, e nello sfondo sottostante viene profilandosi il paesaggio montagnoso più gradito ai Giapponesi. “Il Natale al nord del Giappone” presenta il bambinello allattato dalla Vergine santa in una povera baracca, avvolto nel “futon” caratteristico di quei paesi, mentre un giovane e una ragazza pregano. Ai piedi di Gesù, l’offerta della frutta di stagione: un canestrino di mele. “La Betlemme giapponese” presenta la S. Famiglia in atto di prestare a Gesù le prime cure (il bagno tiepido). I vicini specie i fanciulli hanno già portato o vengono portando i doni caratteristici del Natale giapponese. “Il Natale del missionario” rappresenta una delle tante scene che capitano al missionario ambulante quando porta i conforti della religione alle sue pecorelle disperse.
Nella festa di Natale e Capodanno colla rinnovazione dei propositi di vita migliore, rinnovazione di abiti, offerta di doni goduta nell’intimità della vita familiare… Fioritura di pensieri, di affetti, di propositi.
Relazione fiorita, dirà. O buon Padre, nel paese dei fiori, non si può non pensarvi. Nel paese del simbolismo dei fiori non si può non essere richiamati alla meditazione. Ai fiori però debbono seguire i frutti – ed è, penso per questo, che i fiori debbono essere ammirati. Per ottenere in abbondanza questi frutti siamo qui a lavorare… Ma né chi pianta, né chi irriga… “sed qui incrementum dat, Deus”. Ci aiuti anche Lei, unito agli amati cooperatori, a pregarlo più intensamente, con maggior spirito di fede per realizzare un abbondante raccolto.
Come figlio per tutti:
Don V. Cimatti, sales.
1 R. M. 655 manoscritto, inedito.