a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani


a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani



2416 / Ricaldone Pietro / 1940-1-1 /




L’anno 2600!1


Miyazaki, 1 gennaio 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Anno nuovo! Buon anno a Lei e a quanti amano l’avvento del Regno di Dio in Giappone e cooperano per realizzarlo.

Questo anno è per questo gran paese l’anno giubilare della sua fondazione. Duemila e seicento anni fa il Giappone inizia la sua storia. Senza entrare in disquisizioni sulla veridicità storica della data, eccoci di fronte ad una data antica, che nel suo svolgersi si snoda nella storia di un popolo, il quale per le benedizioni di predilezione ricevute da Dio, nel secolare succedersi delle sue vicende, trova la sua forma, il suo costituirsi, il suo progresso, il suo divenire definitivo, così come si presenta oggi, 2600 anni dopo. Meraviglioso invero un popolo, che si considera figlio di una grande famiglia, le cui origini s’innestano nella divinità, di un popolo che sta strettamente unito all’autorità, impersonata nell’Imperatore, il quale per mandato divino guida i membri di questa grande famiglia alle realizzazioni delle vaste idealità latenti nel suo spirito; di un popolo che vanta il susseguirsi ininterrotto delle generazioni dei suoi 124 imperatori; di un popolo che non ha permesso ad alcun nemico l’entrata sul sacro suolo della patria; di un popolo infine, che dotato di uno spirito potentissimo di assimilazione, è riuscito ad acquisire in ogni campo, quanto il mondo ha saputo inventare di utile al benessere ed al progresso sociale e contemporaneamente si è mantenuto giapponese nel suo spirito, nelle sue idealità, pur servendosi abbondantemente di quanto di più moderno la civiltà di tutti i popoli gli presenta.

La profusione delle benedizioni di Dio nelle bellezze estrinseche del paese, nelle sue montagne, nei suoi fiumi e laghi e mari pescosi, nella molteplicità dei suoi figli e produttività delle sue terre, nella numerosa popolazione, che più non cape nelle isole dell’Arcipelago, ricco d’incanti e che è forzata ad espandersi nelle terre vicine, nel carattere di questo popolo laborioso, tenace, desideroso di sapere, adattabilissimo alle più svariate circostanze della vita, che gli vengono richiamate di quando in quando nel lato doloroso della realtà da sconquassi tellurici di terremoti, tifoni, inondazioni.

La profusione delle benedizioni nello svolgersi storico delle vicende di questo grande impero fino alla costituzione attuale – nell’aver elargito anche a questa terra per mezzo di S. Francesco Saverio il seme della fede cattolica, innumerevoli martiri sul cui sangue viene fondandosi saldamente la Chiesa attuale.

Ben a ragione dunque si celebri questa data che dà modo di meditare tante belle cose, data che richiama a forti esami sul passato e sul presente, e che in unione di spirito domando sia ricordata con abbondanti preghiere da Lei, amatissimo Padre, e da tutta la grande famiglia salesiana. Specialmente i suoi figli missionari in Giappone hanno dovere di ricordare questa data, anche perché la nostra Prefettura Apostolica è appunto nella zona che vide le iniziali manifestazioni della vita e delle imprese del 1° Imperatore, Jimmu (= valore divino).

È difficile tener dietro alle tradizioni locali sull’origine, imprese e definitiva conquista dell’Imperatore; si tratta senza dubbio di un’emigrazione dall’Isola Kyushu (Hyuga) verso l’isola grande (Yamato), e tale movimento segna l’inizio delle lotte per l’unione del Giappone sotto un’unica dinastia. Le tradizioni locali della provincia di Miyazaki ricordano molti luoghi che sarebbero stati sede di questi movimenti e imprese, e che in questo anno giubilare saranno meta di pellegrinaggi provenienti da ogni parte dell’Impero. (Il nostro Don Marega nella sua traduzione del Kojiki mette in rilievo il quadro delle immigrazioni nel Kyushu, determinando chiaramente le teorie relative alle imprese del capostipite della dinastia imperiale).

Anche noi in unione attiva col Governo e con il popolo, porteremo il nostro contributo alla buona riuscita delle fissate manifestazioni: si parteciperà ufficialmente con le cristianità; si faranno gite commemorative ai luoghi più celebri, e specialmente tutti colla preghiera domanderanno al Signore le più elette benedizioni sulla Famiglia Imperiale, sul Governo e sul popolo, affinché questo grande Impero assolva per il bene comune quanto la provvidenza ha stabilito e affinché presto sia attratto tutto al dolce invito di Gesù.

Volli anche a nome dei missionari salesiani portare un modesto contributo di affetto, di ammirazione alla nostra nuova patria con la composizione di una sonata fantastica per piano2, che all’inizio dei festeggiamenti, il 3 Gennaio, fu trasmessa per radio a tutto l’Impero, unitamente al nostro deferente saluto. Ispirandomi ai concetti esposti precedentemente, nelle tre parti in cui è divisa la sonata descrissi la discesa in Kyushu del reggitore del Giappone, inviato dagli dei – il viaggio per mare del primo Imperatore per l’unione di tutto il Giappone – e l’incoronazione di Jimmu – mentre le note festanti della marcia dell’incoronazione e delle danze sacre determinano il rito, si sentono, come eco, gli inni attuali della patria, che vogliono dire coll’antico e col nuovo – l’unione indissolubile degli ideali dello spirito giapponese, che non muta per variar di secoli.

La musica semplice, ricavata da melodie giapponesi antiche e recenti, espressa con sentimenti italiani, piacque, e privati e giornali colla gentilezza propria di questo popolo espressero la loro soddisfazione. Deo gratias!

Anche questi contatti fan del bene a tutti. Ah! Se riuscissimo davvero ad essere giapponesi perfetti, e se anche noi (come dicevano i cristiani residui delle persecuzioni ai missionari cui rivelavano il loro stato: “Anche noi abbiamo il vostro medesimo cuore”) potessimo convincere questi cari giapponesi, che vogliamo avere ed abbiamo il loro medesimo cuore nell’amarli, nell’amare il loro gran paese, e che con loro come missionari e come salesiani di Don Bosco (Oh! I nostri cari giovani!) vogliamo lavorare per la vera grandezza del loro paese, e vorremmo vederlo ornato per la grazia di Dio della gemma più fulgida: la fede.

L’inno popolare d’occasione delle feste giubilari svolge questi pensieri: “È il 2600 dell’era imperiale. Da mille e mille petti ardenti d’amore e di gioia, di ossequio devoto e di forza erompe il canto. L’ampia distesa del mare, l’alta vetta del Fuji, il nostro bel Paese, i nostri bei ciliegi vedono ancora la civiltà dei secoli. Oh nostra patria, scintillante di gloria, mostra ora il tuo genio e il tuo valore all’ombra del labaro della giustizia. Oh! Il sole s’eleva fra scrosci d’evviva!”.

E concludo anch’io: si elevi presto su questo popolo il vero sol justitiae Christus Deus noster.

Suo

Don V. Cimatti



2417 / Ziggiotti Renato / 1940-1-1 /


1 a Don Renato Ziggiotti, Consigliere Generale delle Scuole salesiane

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Tokyo, 1 gennaio 1940


Carissimo Don Ziggiotti,

Rispondo alla carissima del 15/9.


  1. Ringrazio i Superiori di tutto e del tuo interessamento e di quanto fu concesso.

  2. Mio pensiero non fu portare ragioni per implorare dai Superiori l’abolizione per noi dei trienni: ma solo, date le circostanze, occorrendomi necessità, né potendo per dispense ricorrere in tempo utile ai Superiori, domandavo l’autorizzazione a fare.

  3. Chiarisco a tua informazione et quos spectat:


  1. In Giappone lo straniero non è ammesso (in pratica anche se titolato) ad insegnare nelle scuole, per cui il grado – e le concessioni fatte finora (lingue straniere o altro) van sempre più scomparendo. (Principio: il Giappone ha le forze per fare da sé, e vuol formare i suoi secondo il suo spirito, né ammette inframmettenze estere). Quindi è in pratica inutile fare prendere i titoli dai nostri stranieri qui in Giappone. È utile li abbiano perché si possono equiparare.

  2. È possibile a titolo di cultura, come uditori (studenti liberi specie scuole Superiori e Università).

  3. Il ministro giapponese di culto per compiere il suo mandato deve avere il minimo di cultura legale (diploma di scuola media – tipo ginnasio nostro, più tecnico che classico e per varie materie come il liceo. Quello straniero, l’equivalente della sua nazione), più quello di cultura generale giapponese da subire presso le curie. Andrà bene che d’ora innanzi preti e chierici che vengono abbiano questo minimo di cultura – quella giapponese l’avranno sul posto – equivalente alla scuola media e relativo diploma. Penso che i Seminari avendo in Italia o altrove riconoscimento legale possano rilasciare tale attestazione: così mi disse anche l’Arcivescovo di Tokyo.

  4. Volevamo quest’anno incominciare il primo corso di teologia in casa, ma non è possibile al momento perché con le nuove disposizioni di legge, unica scuola riconosciuta di teologia è il Gran Seminario di Tokyo ed in seguito per poter lavorare attivamente (come persona giuridicamente riconosciuta) occorre o venire dall’estero già preti (dando gli esami di cui sopra) oppure subire il corso in Seminario.


Non vi è che attendere dunque a che si formino altre scuole riconosciute. Si farà il possibile di far riconoscere la nostra, ma per ora non c’è che continuare così:

1. Fare nel Gran Seminario gli studi fondamentali, rafforzandoli, se del caso, con ripetizioni in casa.

2. È da prevedere che per la cultura si verrà sempre più stringendo la rete e per i giapponesi e per i non giapponesi e può darsi che avvenga o di peggio o di meglio: siamo nelle mani di Dio.

Naturalmente se dovessimo prendere qualche disposizione nel genere studi “inauditis superioribus” sarà perché necessitati.

Un baseto al tuo naso puntato e prega.

Tuo

Don V. Cimatti

2418 / Zerbino Pietro / 1940-1-1 /


2 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 1 gennaio 1940


Carissimo Don Pietro,

Grazie delle notizie. Prego prego per tutti i benefattori.

E tu fa’ pregare per noi e per il buon assestamento di tutto.

Ti abbraccio di cuore:

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2419 / Barbaro Federico / 1940-1-1 /


3 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 1 gennaio 1940


Carissimo Barbaro,

Sei stato ammesso al Suddiaconato. Mentre ti faccio le mie più vive congratulazioni, non ti posso non dire: “Ringraziamo il Signore e preparati bene”. Preparazione! Non fu e non è la cosa di un giorno. La meta l’hai avuta presente: ora intensifica e colla preghiera e colle vittorie sul tuo io.

Ricorda i nostri colloqui e formati come ti vuole Gesù, anche nelle piccole cose – il piccolo è la base del grande – rafforza la volontà – sappi dir di sì e no a tempo opportuno – et poenitentia mea maxima vita communis.

Fra poco sarai sul candelabro e di te quanti altri si formeranno – praebe te ipsum exemplum bonorum operum… e il resto della predica a voce.

Allegro, Federico, benedici il Signore.

Tuo

Don V. Cimatti

2420 / Doriguzzi Luigi / 1940-1-1 /


4 a Luigi Doriguzzi, studente a Valsalice

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Miyazaki I/I/40


Carissimo,

Una delle prime lettere dell’anno (2600 della fondazione del Giappone e anno del drago) voglio sia per te tanto più che mi scrive il bravo D. Grigoletto della tua recente carità per acquisto di libri. Deo gratias e a te e ai tuoi.

Prego e faccio pregare per la buona riuscita dei tuoi studi: ricordati però che occorre anche la tua buona cooperazione: aiutati che Dio ti aiuta. Quando mi scrivi, mi fai sempre piacere. Non mi costa nulla rispondere: credi anzi che per chi è lontano, il comunicare per lettera è una delle più grandi consolazioni: tu fa’ in modo che non ne scapiti negli studi, se dovessi impiegare troppo tempo a scrivermi: per me dovere e per te


4.1 Manca la continuazione

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2421 / Grigoletto Giuseppe / 1940-1-2 /


5 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice e grande benefattore

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Miyazaki, 2 gennaio 1940


Carissimo,

In risposta alla tua o vostra del 4 dic. ringrazio di cuore. Siamo entrati nel nuovo anno 2600° della fondazione dell’Impero giapponese ed anno del serpente (o drago). Grandi feste e cose.

Domani eseguo per radio una suonata d’occasione e il 24-25 a Tokyo sarà eseguita l’operetta “Grazia Hosokawa”. Le parole del Direttore dell’Università P. Heivers: vedremo se saranno patate o zucche che volano.

Bravo, bravo! Lavora ad occasionem e senza preoccupazioni per me: fa’ pregare, questo sì. I miei desideri o bisogni librari li conosci, afferra le occasioni.

Salutami singulatim i tuoi. Non ricordo più quanti siano, ma se si fanno vivi, anche il barbone si desterà. Saluta omnes e al solito un bacino… a Don Galbusera.

Tuo

Don V. Cimatti

2422 / Ferrari Giacomo / 1940-1-2 /


6 a Giacomo Ferrari, salesiano laico, missionario in Giappone

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Miyazaki, 2 gennaio 1940


Carissimo Ferrari,

Sempre graditissime le tue lettere che mi assicurano del tuo stato di salute materiale e spirituale.

Avanti con calma. Che vuoi? Siamo tutti uomini ed oggi a me, domani a te, dopo domani ad altri, tutti abbiamo i nostri alti e bassi: un giorno in Cielo – e un altro in terra. Che vuoi farci? E siamo tutti così dal Papa all’uomo di posizione infima sociale… Dunque far quel che si può con buona voglia… e quando non se ne ha la voglia, proprio allora dire al Signore che lo si fa per Lui.

Ricordi Mamma Margherita che per il suo orticello e galline voleva andarsene… e Don Bosco mostrò il crocifisso… E noi siamo un po’ tutti così.

Coraggio dunque e avanti sempre.

Per le tue Messe ho disposto così: 1 Messa per babbo; 2 per i fratelli; una per mamma e 1 per Giacomo. Se mi dici con comodo i giorni che desideri sarà fatto anche quello.

Grazie della carità e prega per me che ti ricordo cotidie.

Tuo

Don V. Cimatti

2423 / Tassinari Vasco / 1940-1-3 /


7 al chierico Vasco Tassinari, fratello di Clodoveo missionario in Giappone

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Miyazaki, 3 gennaio 1940


Carissimo Vasco,

Grazie delle belle notizie e della tua salute e del tuo spirito. Don Cimatti non domanda che preghiere, non preoccuparti di altre cose. Vedi di realizzare più che puoi (e se ci riesci in questo periodo di formazione sei a posto per sempre) l’unione con Dio – identità di pensiero, parola e azione di ogni tuo pensiero, di ogni tua parola, di ogni tua azione in Lui, per Lui, con Lui.

Poi sforzati di dilatare – direbbe S. Paolo – gli “spatia charitatis”.

Si ama così poco e così male in questo povero mondo… Beh! Vedo ho finito col farti la predica: non so che dar consigli agli altri, mentre ho tanto bisogno di pensare a me.

Oggi suono alla radio una suonata commemorativa del 2600 (fondazione del Giappone): l’altra sera Clodoveo mi pregò di farla sentire ai seminaristi e fece la spiegazione… e di tanto in tanto cantava (orrore!)3 i temi della medesima... Così quaggiù si gode e la strada del Ciel si trova aperta.

Prega, Vasco mio, per questo povero:

Don V. Cimatti

2424 / Circolare Salesiani / 1940-1-3 /


ai Confratelli della Prefettura Apostolica e della Ispettoria Salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 3 gennaio 1940


Carissimi,

Il Signore ci conceda ogni benedizione per il nuovo anno che vogliamo passare tutto nella sua grazia.

Accogliete colla vostra carità consueta alcune comunicazioni: sforziamoci tutti di metterle in pratica, ognuno per la sua parte.


  1. Non dimentichiamo la prescritta lettura delle nostre Regole. È buona occasione per fare un serio esame sul modo con cui le pratichiamo.

  2. I Capi-residenza faranno bene (pur non essendovi strettamente obbligati) ad osservare il can. 306 per l’applicazione della Messa pro-populo. La S. Congregazione di Propaganda Fide consiglia di attenervisi.

  3. In missione abbiamo la facoltà di poter esporre il SS.mo dal mattino alla sera more 40 ore con Messa cantata o letta e poter lucrare le indulgenze concesse per le 40 ore. Non è possibile in tutte le residenze (che hanno chiese ed oratori semipubblici) ma sarebbe certo fruttuoso in tutti i sensi se potessero combinare che in ogni domenica vi fosse un luogo della nostra Missione ove Gesù riceve questo tributo di adorazione e dove anime pie pregassero per tanti bisogni della Chiesa e della nostra Missione. Nakatsu, Beppu e Miyazaki e Tano lo possono certamente: sappiatemi dire il vostro pensiero al riguardo e quale domenica vi sarebbe comoda. (Potrebbe sostituire l’ora santa).

  4. A Tokyo-studentato si legga l’INSTRUCTIO di cui in Atti del Cap. Sup. N° 58; così pure si faccia la presentazione al Console di eventuali soggetti alla leva del corrente anno.

  5. Vi unisco pure i prescritti moduli di Rendiconto all’Ispettore.


Siamo soliti a considerare il mese di Gennaio consacrato in modo speciale al nostro S. Patrono San Francesco e al nostro caro Don Bosco: prepariamoci alle rispettive feste con un intenso amore a Gesù e con la maggior esattezza nell’osservare le nostre Ss. Regole.

Da Torino mi domandano preghiere per il nostro amatissimo Don Berruti, assai ammalato.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2425 / Cecchetti Albano / 1940-1-3 /


8 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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3 gennaio 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie di tutto – accoglienza, alloggio ecc. Dimenticai:


    1. Don Bovio mi disse: “Ricevuto giornali – conserviamo i vecchi e restituiremo”.

    2. Lei saprà di che si tratta. Penserei di mettere Don Mukai a Tano Comunità formata di vecchi cristiani, quindi elemento a Lui noto. Pian piano potrebbe formarla anche in modo da poter prendere da loro il necessario per il sostentamento.


In pratica si è là per i lavori agricoli e così si può avere l’assistenza religiosa assicurata anche quotidianamente.

Mi esponga il suo parere. E preghi per me.

Suo

Don V. Cimatti


2426 / Zerbino Pietro / 1940-1-4 /


9 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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4 gennaio 1940


Carissimo Don Pietro,

Grazie di tutto. Il chierico è felicemente arrivato.4 Non l’ho ancora veduto, ma mi ha inviato la tua cui rispondo ora. Quanto fai tu è sempre ben fatto. (…)

Ho fatto pregare subito tutte le case per il nostro amat.mo Don Berruti. Oh, come mi dispiace per la posta non consegnata, perché è da tempo che aspettavo comunicazioni per il personale… Pazienza.

Anche questo è disposizione di Dio e così sia. (…)

Prega per me. Al solito un po’ di lavoro.

Tuo

Don V. Cimatti


2427 / Cecchetti Albano / 1940-1-4 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Miyazaki, 4 gennaio 1940


Carissimo Don Albano,

Non so che cosa abbia visto in me Don Margiaria… Mi pare di essere al solito.

Validissimi i voti e funzioni in giapponese.

Penso che la roba del ’38 servirà per carta: ad una prossima occasione vedremo…

Se v’è occasione (al ritorno di Sato o sua venuta) mandi giù omnia.

Il Signore rimeriti di tutto e preghi per me.

Suo

Don V. Cimatti


2428 / Grigoletto Giuseppe / 1940-1-6 /


10 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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6 gennaio 1940


Carissimo,

I re magi vi portino ogni dono più gradito. Trovo che ho da rispondere ancora alla vostra del 1 u. s. in cui vi era il biglietto rosso valevole pel passaggio. Fate le mie parti presso la triade che ricordo ogni giorno: il mio buon Don Francesco (se festeggia il Salesio, rappresentami), Don Rota (sa il Signore quanto gli devo per molteplice carità), e Don Scianca che ha voluto ancor colla tua assicurarmi nuova carità. Grazie, non so che pregare, né posso far altro.

Per Pordenone sarà provveduto. Parte proprio fra non molto un chierico cui darò… Anzi se posso in questo aiutare, dimmelo, è roba che non costa molto, ma purtroppo non ho tempo a classificare. Dunque buon anno a te, ai tuoi scolari e agli amici di Verona.

Tuo

Don V. Cimatti


2429 / Barbaro Federico / 1940-1-8 /


11 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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8 gennaio 1940


Caro Federico,

Grazie di tutto. Che vuoi? Le prediche sono il mio debole, il “locus minoris resistentiae” e finché il Signore mi darà fiato… D’altra parte vedi anche tu che non posso far altro come missionario… e bisognerebbe predicare a mane usque ad vesperas.

C’è anche il “medice cura te ipsum” e l’altro “che è facile dar consigli… ma poi Don Cimatti li osserva?”. Ed ecco allora che, come son solito dire dovrò stare in Purgatorio fino al suono di quelle trombe terribili…

Bravo: esami di coscienza e abbandonarsi al Signore… completamente… anche senza capire…

Tutti i filosofi sono come te; vogliono capire tutto…

Per il babbo preghiamo – è certo che è così come dici: è certo legato al precedente. Per il catechismo venendo su parleremo.

Un baseto… e avanti.

Tuo

Don V. Cimatti


2430 / Circolare Salesiani / 1940-1-11 /


12 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 11 gennaio 1940


Carissimi,

Avendo già parlato dell’argomento vi comunico senza commenti quanto ricevo dalla Delegazione Apostolica.5 […]

E passando a notizie nostre:


      1. Don Tanguy mi comunica la decisione del suo non ritorno6. Desidera di essere sempre ricordato. Gli ho scritto del nostro fraterno quotidiano ricordo e delle preghiere riconoscenti che faremo sempre per lui, ritenendolo come della nostra famiglia. Il caro nostro confratello ha davvero lavorato assai nella missione e a Tokyo, e merita la nostra imperitura riconoscenza: ha bene meritato della Chiesa e della Congregazione in Giappone, ed il Signore gli darà a suo tempo la ben meritata ricompensa. Preghiamo.

      2. Come sapete il 30 del c. m. si inizia il noviziato per i nostri ascritti giapponesi: quattro chierici e un coadiutore. Il 21 c. m. cominceranno i loro Santi Spirituali esercizi: vogliate tutti accompagnarli con speciali preghiere.

      3. Buone notizie dei nostri soldati, salvo di Tateishi di cui non abbiamo ancora notizia alcuna.

      4. È morto a Miyakonojo improvvisamente il Prof. Yamase, direttore di quella scuola media. Fu sempre amico e benefattore della missione, ricevette il Battesimo sub condicione. Vi domando una preghiera per la sua anima.

      5. Se sarò vivo mi propongo nel mese di Febbraio di passare in tutte le residenze per la gara locale di catechismo, là dove si è potuto preparare. I nostri studenti di Tokyo stanno preparando un congressino catechistico. Se poteste aiutarli con l’invio di proposte od idee che potessero servire alla loro futura formazione fate certo la cosa più utile per loro e meritoria per voi. La vita pratica missionaria vi ha date tante norme di esperienza sulla maniera di presentare le verità della fede al fanciullo, al giovane, all’adulto pagano, ecc., che possano davvero riuscire preziose per i nostri chierici e per i giovani sacerdoti? Su da bravi dunque, cerchiamo di corrispondere agli inviti pressanti del Santo Padre e del nostro Rettor Maggiore al riguardo.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti


2431 / Zerbino Pietro / 1940-1-11 /


13 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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M., 11 gennaio 1940

Carissimo Zerbino,


Al solito un po’ di posta. Gli stampati al Sig. Don Berruti (gli faranno capire meglio le nostre situazioni).

Continua ad aiutarmi colle tue preghiere.

Sei ricordato cotidie dal

Tuo

Don V. Cimatti




Saluta gli amici: Don Pellegrini, Sig. Luigi, Aprili e Ufficio Missioni, Don Tranquillo ecc.

Importante: fammi inviare qualche libro (sillab. libro lettura elem. o di religione per elem.) ben illustrato.



PRO-MEMORIA A DON ZERBINO,


  1. Trasmettere a chi di ragione la pagella di Don Tanguy che mi scrive non torna più. È vero o no: ne ho scritto ripetutamente ai Superiori, ma in questo subbuglio le loro e mie lettere chissà dove sono andate! In archivio non ho nessun documento suo.

  2. Al Direttore di Pordenone un pacco di erbe (per l’erbario della sua scuola). Sono portati dal Ch. Cella.

  3. I documenti del ch. Cella spediti raccomandati per posta, qui unisco quanto mi rimane. Dalli a chi di ragione.


E… prega per me affinché si adempia la volontà di Dio per me e per i miei e per le cose nostre.

Tuo

Don V. Cimatti

2432 / Arri Carlo / 1940-1-11 /


14 a Don Carlo Arri, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 11 gennaio 1940


Carissimo Don Arri,

Se già tutto è combinato, mi dispiace rompere il fatto, ma mi trovo così: Don Braggion non so quando torna – se Don Cimatti e Baratto partono rimane solo Don Tassinari e molte scuole senza insegnante proprio in questi ultimi tempi dell’anno.

Anch’io ho vari lavoretti urgenti che devo fare in posto (relazione shadan, ecc.).

Quindi sono in shinpai (= sono preoccupato).

Domandai per telegramma se si può procrastinare, e se si può, Deo gratias.

Prego dire al nostro Don Cecchetti:


  1. Grazie di tutte le informazioni.

  2. Le pianete e roba di chiesa inviate mi dimenticai di dire che erano per l’“Hikari no sono”.

  3. Ha ancora bisogno di pissidi?

  4. Avevo bisogno della valigia per portare roba a Tokyo: pazienza! Ne cercherò un’altra.

  5. Se accompagnare i novizi a Tokyo vuol dire essere Maestro, Don Braggion li ha accompagnati, ma… e preghi per me.


Prega per me

Tuo

Don V. Cimatti

2433 / Berruti Pietro / 1940-1-13 /


15 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 13 gennaio 1940


M. R. Sig. Don Berruti,

So della sua indisposizione ed attribuisco a questa il ritardo della corrispondenza delle pratiche inviate, specie per l’assetto del personale: tutti preghiamo.

Affido al cuore paterno dei Superiori il Ch. Cella di cui ho già inviato i documenti che però non so se arriveranno prima o dopo di lui.

È un bravo figliuolo – da un po’ di tempo sofferente di stomaco, ma specialmente che ha bisogno di essere sorretto nelle sue difficoltà personali, e qui non posso metterlo in condizioni di dargli quegli aiuti che ha bisogno di avere sia per la sua particolare formazione sia per curarlo in tutto.

Gli ho fatto rinnovare i voti ad annum anche per saggiare la sua volontà per un tempo non troppo lungo, qualora la prova che supplica, gli sia concessa, non desse i risultati sperati.

Penso che nell’ambiente caldo di salesianità presso i Superiori le ferite si rimarginino assai più facilmente e le operazioni chirurgiche (se necessarie) riescano meglio. Il chierico parlerà ed i Superiori decideranno nel Signore.

E preghi per noi tutti.

Suo

Don V. Cimatti

2434 / Padovan Francesco / 1940-1-18 /


16 a Francesco Padovan, benefattore

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Miyazaki, 18 gennaio 1940


Ill.mo Sig. Francesco,

Don Giuseppe mi comunica l’andata in Paradiso della sig.ra Giustina, sua amatissima sorella.

Pur sicuro che non ha bisogno dei nostri suffragi farò un triduo di mementi speciali nella Santa Messa, anche per riconoscenza della benevolenza dimostrata verso la nostra missione.

Si consoli Sig. Francesco: la buona sig.ra Giustina dal Paradiso prega certo per noi.

Il Signore le conceda ogni bene.

Dev.mo

Don V. Cimatti

2435 / Cecchetti Albano / 1940-1-21 /


17 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Tokyo, 21 gennaio 1940


Carissimo Don Cecchetti o Don Arri,

Ho bisogno urgentissimo (prima certo del 30 c. m.) di informazioni sul Sig. Kanemoto Miyoji che fu battezzato a Betlemme (opera P. Flaujac) nel 1934 (29 anni).

Mons. F. mi ha dato qualche informazione – mi scrive che la Sig.ra Nagata me ne può dare assai di più: è per l’accettazione al noviziato (famiglia – precedenti – come fu che ricevette là il battesimo, carattere, ecc. ecc.).

Mi urge e pregate per me.

Qui tutti bene.

Vostro

Don V. Cimatti

2436 / Cecchetti Albano / 1940-1-25 /


18 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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[25 gennaio 1940]


Carissimo Don Albano,

  1. Continuiamo a pregare per il buon Nishida. Oh, se davvero diventasse apostolo quante anime salvate! Lo metta più che può nell’occasione.

  2. Il documento così com’è sufficit essendo stato fatto nel tempo in cui eravamo col titolo di Missione Indipendente. Guai se al variare di denominazione di ufficio tutti i documenti anteriori dovessero essere ribollati!

Aggiungo come suo desiderio la data, che nel genere di documento (è un avviso) non è necessaria. È un’intesa generale fra gli Ordinari.

Lei andando in qualsiasi missione può confessare e predicare senza bisogno di giurisdizione locale.

  1. Per il bravo Masiero speriamo bene e per l’anima e per il corpo: l’importante è che sappia tacer molto e ascoltar assai, se no non concluderà – e che freni i sensi interni ed esterni. Preghiamo.

Quanto a Don Antonio deve andare fino ad Osaka, ma non so se si potrà fermare… Ad ogni modo per Masiero disponga in Domino.

  1. Non so chi abbia sparsa la notizia di malattia. Che sia ammalato e molto finanziariamente, è noto a tutti – spiritualmente che si soffra perché non possiamo realizzare la carità e la salvezza delle anime – cosa nota – ma siamo venuti in missione per unirci a LUI. A me pare di essere come prima. Se poi il Signore mi vuole anche subito, canterò il laetantes imus. Stia tranquillo che tutto andrà meglio: nessun imbarazzo da qualsiasi mia dipartita.


S. Francesco e Don Bosco le diano sanità, sacrificio e carità: è la preghiera che fa per Lei il

Suo

Don V. Cimatti, sales.

2437 / Ricaldone Pietro BS / 1940-1-31 /


19 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Una bella pagina di storia della chiesa cattolica in Giappone7


31 gennaio 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Dal titolo può capire che il lupo perde il pelo, ma non il vizio… Musica! E questa volta non nelle modeste proporzioni di un concerto, ma addirittura azione scenica8. Deo gratias! Anche questo mezzo produrrà i suoi frutti.

D’altra parte l’azione educativa del teatro e della musica secondo i principi e direttive del nostro Don Bosco è innegabile: ecco perché si è fatto anche questo tentativo, che grazie a Dio, è riuscito: a Lui l’onore e la gloria e a Lui il dare ottimo esito al buon seme sparso.

La figura di un’eroina cattolica giapponese esempio e tipo di fedeltà coniugale e di fortezza cristiana sceneggiata con intelletto d’amore dal P. Heuvers S. J. Rettor Magnifico, dell’Università cattolica di Tokyo, ha fatto la sua comparsa per due sere in una delle più belle sale pubbliche della capitale (Hibiya Hall) con gran successo. Gli attori della Compagnia teatrale Toho, i cantori dell’associazione del teatro popolare e del Gruppo gregoriano di Tokyo – il Maestro Yamamoto che curò l’orchestrazione – e gli auspici della Lega delle donne di Tokyo e dei giornalisti furono i coefficienti del successo.

Le melodie che rivestono l’azione scenica in due atti e cinque quadri, tratti dal dramma in cinque atti del P. Heuvers e fattura dei Sigg. Takagi e Kanmuri, sono di puro tipo italiano ma naturalmente adattate all’ambiente e colorito locale, intrecciate con spunti caratteristici di melodie giapponesi. Tentativo per la futura “Opera giapponese” che nelle forme europee ha ancora da nascere in Giappone, che però ha già ab antiquo un’importante produzione teatrale assai caratteristica, tragica, lirica e comica, purtroppo pochissimo nota all’estero. Il nostro Don Marega sta al riguardo facendo traduzioni interessantissime.

Il lavoro più che un’opera è dramma lirico – in scena agiscono gli attori ed i cantori principali – i cori sono coll’orchestra in platea, e accompagnano e commentano le varie situazioni, avvicinando così la composizione alle tradizioni giapponesi.

Può essere interessante la bella pagina di storia, che va naturalmente inquadrata nella condizione politica di quei tempi, ma che dimostra assai bene la forza di carattere della persona e il meraviglioso influsso della grazia in quest’anima.

Tolgo da appunti storici del Papinot e dal lavoro dell’Heuvers i tratti più salienti.

La nobile cristiana giapponese del sec. XVI chiamata GRAZIA HOSOKAWA era stata allevata dalla nobile famiglia con tutte le cure possibili e univa all’educazione propria della sua condizione un’istruzione rara a quell’epoca fra le giovani.

Sposata al valoroso Hosokawa Tadaoki se ne viveva nella piena felicità familiare, quand’ecco il padre di Grazia, per le competizioni politiche, che erano all’ordine del giorno in quei tempi, si macchia di un grave delitto, uccidendo un grande benefattore della famiglia Hosokawa. “La figlia di un miserabile non è degna di essere mia sposa!”, le aveva detto il marito: fu relegata fra le montagne di Imino, sotto vigile e severa custodia di servitori fedeli. La giovane accetta coraggiosamente la sua sorte e si sottomette senza mormorare alla volontà dello sposo.

Dopo poco tempo si ha notizia dello sterminio della famiglia di Grazia. “Voi siete la figlia del traditore, che ora è scomparso con tutta la sua discendenza: piuttosto che attendere la morte a cui sarete condannata, non è più nobile e coraggioso, che voi stessa ve la procuriate?”. “Uccidendomi prima di aver ricevuto l’ordine del marito mancherei al mio dovere di sottomissione. Non temo la morte, ma attendo l’ordine del marito”. L’ordine non venne. Grazia nei due lunghi anni di esilio, lavorava, scriveva e beneficava.

Finalmente è richiamata dal marito e si riinizia la vita di famiglia, estrinsecata in massima parte nell’educazione dei figliuoli. Fra i compagni d’armi più affezionati del marito vi era un tal UKONTAYU fervente cristiano, che veniva spiegando a Tadaoki le verità religiose: avrebbe desiderato vederlo cristiano, ma questi, pur riconoscendo la beltà del cristianesimo, non cedette agli impulsi della grazia, non fu mai cristiano; anzi più tardi fu persecutore: eppure nei disegni della Provvidenza doveva contribuire ad una conversione, che certo né prevedeva né desiderava. Con l’intenzione di distrarla, il marito ripeteva a Grazia quanto sentiva dall’amico: alla semplice curiosità succede l’interesse, a questo il desiderio irresistibile verso la verità che sempre più chiara si faceva strada in quell’anima.

Le vicende di guerra obbligano il marito a traslocarsi qua e là, e la famiglia è condotta a Osaka. L’assenza del marito è occasione propizia per istruirsi nella religione: nonostante la stretta sorveglianza cui è sottoposta, riesce ad andare alla chiesa cattolica ed in una lunga intervista col missionario P. Gregorio de Cespedes ed il catechista Vincenzo, viene sempre più rafforzandosi nel desiderio e nella decisione di abbracciare la religione cattolica – coll’intermediario delle sue serve, diciassette delle quali ricevettero il battesimo, continuava la sua istruzione ed attendeva il momento opportuno per divenire effettivamente cristiana – intanto la sua famiglia era diventata – si può dire – una fervente comunità cristiana.

Il conquistatore Hideyoshi nel luglio del 1587 aveva emanato il decreto di proscrizione del Cristianesimo e l’esodo di tutti i missionari stranieri entro 20 giorni.

Il missionario non dimenticò la fervente catecumena, ed istruita una delle cristiane del seguito di Hosokawa per nome Maria sul modo di amministrare il battesimo le fu conferito in casa, e le fu imposto il nome di GRAZIA.

Maria, strumento della grazia di Dio, si consacra in perpetuo al Signore non volendo più vivere la vita del mondo e si recide la chioma. Tutte poi prevedendo le prossime lotte per la fede giurano costanza e fedeltà nel servizio di Dio.

Al ritorno di Tadaoki, conosciuta la conversione della sua signora, infuriato ordina a lei e alle persone del suo seguito di abiurare – e piuttosto che venire ad un divorzio formale tenta tutte le vie per fiaccare la sua resistenza – vessazioni, tormenti servirono a nulla. Grazia e la sua fervente comunità di palazzo, in previsione del martirio, venivano confezionando abiti magnifici che dovevano servire “per il giorno del loro comune trionfo”.

Le vicende politiche obbligano di nuovo Tadaoki a partire da Osaka – ma il partito a lui contrario vuole impadronirsi come ostaggi della famiglia Hosokawa. Grazia riesce a far fuggire tutti i suoi cari. Il marito le invia uno dei suoi fedeli emissari, che le presenta il pugnale coll’alternativa di uccidersi o di essere uccisa. “Voi ben mi conoscete: non temo la morte. Sono cristiana e non posso compiere quanto mi si domanda. Fate pure, non vi chiedo che qualche istante”. Mette in salvo ancora qualcuno della servitù e la sua fedele Maria cui affida i suoi figliuoli – inginocchiata in preghiera offre al Signore la sua vita per i suoi – e mentre pronuncia i nomi benedetti di Gesù e di Maria, le viene recisa la testa. Viene appiccato il fuoco ai quattro angoli del castello, e i Samurai fedeli al loro padrone investiti essi pure dal fuoco si danno, secondo l’uso del tempo intrepidamente la morte. All’indomani i cristiani di Osaka raccolte le ossa di Grazia le portano alla chiesa ove il P. Gnecchi fece uno splendido servizio funebre.

Su questa tela venne ricavato il libretto in cinque quadri (introduzione e due atti) che si rappresentò a Tokyo il 24-25 Gennaio, con musica del sottoscritto… musica gustata… Diamine! non vorrà che mi faccia l’elogio da me! E di questo basta…

Mi trovai tra i nostri confratelli di Tokyo per le nostre feste salesiane: S. Francesco e Don Bosco. Può pensare come i suoi figli abbiano festeggiato il Patrono e il Padre: feste di famiglia, in cui ha sempre massima parte la riconoscenza, la preghiera, la carità che affratella. Il Signore ci ha regalato per l’occasione cinque bravi novizi giapponesi, e l’assicurazione dell’approvazione governativa della nostra scuola professionale di Tokyo. Oh, quanto ci vuol bene il Signore!

Le feste svoltesi colle massime manifestazioni religiose in chiesa, con belle accademie musico-letterarie-drammatiche si chiusero colla benedizione della nuova biblioteca del nostro studentato, che penso ci verrebbe invidiata da non pochi studentati salesiani. Un grazie di cuore e preghiere riconoscenti a quanti ci hanno caritatevolmente soccorso, ed invito a quanti potessero, di venirci in aiuto per il miglioramento progressivo di questa importante branca di attività.

E mi permetta di concludere con una notizia (ma non rida, veh!) che i nostri bravi chierici teologi hanno scoperto, e che pur prestandosi ad eleganti discussioni (e furono fatte… e non poche), ci pare potersi interpretare così, come tolgo dalle loro affermazioni, espresse in una magnifica tesi latina e relative prove con le risposte alle obiezioni degli avversari dal ch. Barbaro: notizia che porta a noi grande consolazione.

A Lei e ai Superiori e specialmente al nostro caro Don Ceria, il determinare l’attendibilità. Don Bosco, nel profetico sogno-visione del Luglio 1885 (Vol. XVII di M. B.) accompagnato da un angelo splendidissimo, vede il prodigioso sviluppo che prenderanno le missioni salesiane; vede (come egli si esprime) tutti i suoi figli chiamati a combattere le lotte per il Signore fino agli ultimi confini della terra e radunati i popoli nei granai del Signore da tutte le tribù e genti.

Ai suoi figli missionari in Giappone era sempre sembrato strano e inesplicabile come Don Bosco non li avesse veduti nell’Impero del Sol Levante. In nessun altro sogno infatti Don Bosco parla del Giappone; in questo però, contrariamente a quanto ha potuto pensare Don Lemoyne, sembra proprio parli di noi, è per noi cosa tanto consolante sapere che da allora eravamo sotto gli occhi del buon Padre, che ora combatte e spera qui con noi. Seguendo la visione, Don Bosco, guidato dall’Angelo, lasciate le coste dell’Africa, si dirige verso l’estrema Asia. Vede Ceylon, Hong Kong e poi… eccoci al punto che ci interessa, Macao: però nota prudentemente e fedelmente il buon Don Lemoyne, Don Bosco invece di Macao diceva sempre Meaco, poiché di molti nomi non si ricordava con sicurezza. Noi invece pensiamo e con fondatezza che Don Bosco non si sia sbagliato, dicendo “Meaco”, ma abbia voluto significare il Giappone e precisamente la Capitale. Se Don Bosco sa dir bene d’aver visto Hong Kong, allora poco conosciuta certo, come mai si sarebbe sbagliato riguardo alla pronuncia di Macao, città notissima nella storia delle missioni, giacché i missionari fin dal 1557, epoca dell’occupazione da parte dei Portoghesi, ne avevano fatto centro d’irradiazione in tutto l’Oriente?

Non è far torto alle concezioni storiche e geografiche di Don Bosco e alla sua memoria feracissima il pensare che abbia sbagliato la pronuncia di Macao, e questo diverse volte? Ma vi ha di più. Questa Meaco nel sogno di Don Bosco ha innanzi a sé un mare sterminato ed alle spalle la grande montagna, che pensiamo non possa riferirsi a Macao, che non è in tale posizione, mentre si può riferire assai bene alla Capitale dell’Impero giapponese.

Meaco o Miyako in giapponese significa la città ove risiede l’Imperatore. Ai tempi del Saverio la capitale era Kyoto (ed il Saverio parla appunto di Meaco) che però non ha i requisiti di posizione indicati nel sogno). Tokyo invece ha di fronte a sé il più gran mare del mondo e alle spalle la montagna sacra, il Fujiyama, la più celebre in Estremo Oriente.

Dal Fuji non si vede certo ad occhio nudo la Cina, ma Don Bosco narra un sogno profetico: non bisogna dimenticarlo. Don Bosco dal Giappone vede la Cina (e questo è cosa tanto consolante per noi e piena di promesse…), quasi a dire che i suoi figli dal Giappone forse andranno a svolgere l’Opera loro nella Manciuria e nella Corea che già da anni attendono i Salesiani.9

Permetta, amato padre, che noi pensiamo così, e ci aiuti a diventare quali ci ha visti Don Bosco, e come desidera che noi siamo.

Preghi per noi.

Don V. Cimatti

20 2438 /Dal Fior Luigi / 1940-1-… /

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a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone



[gennaio 1940ca]


Carissimo Don Dal Fior,

Un saluto speciale per la festa dei nostri santi. Ti penso sempre in buona salute, allegro, laborioso e buono; prego ogni giorno per te. Domanderò per te e per me nella bella occasione la grazia della forza e dello zelo per fare sempre il bene. Coraggio, mio caro Luigi.

Prega sempre per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti sales.




2439 / Ricaldone Pietro / 1940-2-3 /


21 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 3 febbraio 1940

Amat.mo e Rev.mo Sig. Don Ricaldone,


Almeno in stile telegrafico notizie nostre e mie.


    1. Mio rendiconto. Anche per questo mese nulla di speciale né materialmente, né spiritualmente. Più sentito e forte il desiderio di santificazione e uniformità alla volontà di Dio. Mi aiuti colle sue preghiere. Vorrei efficacemente: ma non sempre le ali permettono di volare.

    2. Chiudo e apro l’anno con consolazioni e dolori (come già le scrissi in precedenza). Ho rinviato il ch. Cella per non lasciarlo senza voti, gli ho fatto rinnovare i voti ad annum, per dar modo ai Superiori di vedere se valga la spesa di assaggiare la sua volontà – ma temo, che si concluderà poco, perché troppo tardi per la sua taciturnità giunge la medicina e d’altra parte mi pare che anche fino all’ultimo non mi diede grande affidamento. Mah! Fiat voluntas Dei.

Anche il coad. Yamamoto, compiuto il suo triennio, non si sente di rinnovare i voti, e anche come Lei suggerisce, di rinviarlo con buona grazia e da buoni amici, così ho fatto. Essendo il primo caso, non so se ci sia nulla di speciale da fare, canonicamente parlando (salvo il prescritto dalla regola) – nel caso mi faccia dire.

Penso sia anche questa una grazia, date le condizioni dell’individuo: che però ha mantenuto usque in finem la sua promessa temporanea.

    1. Il Signore ci ha benedetto in altro. Cinque novizi giapponesi (4 chierici e 1 coadiutore) hanno iniziato il noviziato il 30 c. m., secondo le nuove prescrizioni. Avevo scritto ai Superiori per il Maestro dei Novizi, ma questa ed altre pratiche o non giunsero o per la malattia del Sig. Don Berruti, rimasero arenate.

Comunque alla partenza del Sig. Don Tanguy i Superiori scelsero Don Bovio e fece quanto poté per condurre a termine i novizi d’allora (italiani). Ora sono giapponesi e ci vuole naturalmente chi possa parlare – pensai: “Canonicamente Don Bovio è scelto – i Superiori non rispondono – bisogna incominciare. Lui non può parlare e assumersi decorosamente l’incarico – gli do come socio Don Felici, che mi pare abbia i numeri, in attesa che i Superiori convalidino questi o altri”. L’assistente dei novizi è un ottimo confratello giapponese che potrà dare un ottimo aiuto e così per ora si è incominciato colla massima regolarità, secondo le belle norme da Lei inviate, vero “Vademecum” e che davvero fa tranquillizzare le anime dei maestri.

D’altra parte non sapevo come fare – e se così non va, i Superiori avranno una nuova prova della mia… Ad ogni modo prego, se necessaria una sanatoria affinché non ne vada di mezzo chi non ne ha colpa. Forse per vicende guerresche i Superiori non hanno ricevuto…

    1. Inoltre il Governo ha dato l’approvazione alla Scuola Professionale (sezione stampa, sarti e falegnami): non abbiamo ancora i decreti in mano, ma ha autorizzato a fare la réclame, e così fu fatto.

    2. Il giorno pure di Don Bosco ho benedetto la nuova biblioteca dello Studentato filosofico e teologico che tentiamo di ordinare secondo i criteri da Lei indicati: penso siano rari gli studentati così ben forniti di patristica e S. Scrittura… e di altro: mi è costato anni di lavoro per raccogliere… e pian piano la perfezioneremo. Ah, potessi essere a Tokyo fra quei cari studenti!… Ma il Signore ha disposto che i Superiori “oculos habent et non vident epistolas meas super hoc argumentum… aures habent et non audiunt…” e così sia.

    3. Per i confratelli, come sa ne ho due sotto le armi – si cerca attuare per essi e per i miei 5 seminaristi soldati quanto suggerisce caritatevolmente nell’ultimo numero degli Atti.


Come pure assicuro che tutti preghiamo per i nostri cari confratelli di Polonia, tanto più che due confratelli polacchi sono fra noi ed è più facile il richiamo.

Le cose nostre? Difficoltà della vita materiale, che per le condizioni del momento si fanno sempre più gravemente sentire. Come Lei mi disse in Italia, crede che mi possa mettere d’accordo col caro Don Rossi per eventuale andata di qualcuno di noi (Don Margiaria è già pratico) per un po’ di elemosina?

Siccome sono cose che vanno preparate alla lunga qualora Lei potesse o meglio credesse opportuno autorizzarmi…

Nelle forme poi possibili ai Superiori anche aiuti minimi sono per me una vera carità: scrissi anche al Sig. Don Giraudi in proposito.

Il 16 Marzo, Deo adjuvante, avremo cinque nuovi sacerdoti. Oh, preghi per loro: alcuni di loro sono veri miracoli della grazia, cui hanno saputo e voluto generosamente corrispondere.

Scrivo per il Bollettino Salesiano della nuova Opera musicale “Grazia Hosokawa” ed anche di una nostra interpretazione del sogno di Don Bosco sulle missioni in relazione al Giappone… Chissà che Lei non rida dell’una e dell’altra cosa, ed il riso fa buon sangue.

Ed ora una grande benedizione per me e per i miei.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti



P.S. - Una nuova spina. Forse sarò costretto a rinviare un altro chierico, che mi manifesta ancora motivi del genere, ma forse più gravi. Deus me adjuvet.

2440 / Grigoletto Giuseppe / 1940-2-6 /


22 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Miyazaki, 6 febbraio 1940


Carissimo Giuseppe,

Eccoti il frutto della mia prima corrispondenza con tuo fratello. Son sempre pronto ad aiutarti in quel che posso.

Ricevo oggi la tua, colla dolorosa notizia che mi comunichi e che trasmetto a Tokyo.

Unisco quanto mi chiedi per il benefattore.

Il giorno della festa di Don Bosco benedissi la nostra biblioteca in cui hai avuto e hai tanta parte: ho parlato naturalmente di te. Ci hai guadagnato molte preghiere riconoscenti.

Al momento nulla di nuovo.


  1. L’Operetta Grazia Hosokawa ha fatto furori a Tokyo per due sere. Se pubblicano, leggerai sul Bollettino.

  2. I chierici hanno scoperto (Vol. XVII delle M. B.) che Don Bosco in un suo sogno parla chiaramente del Giappone… Vide Ceylon, Hong Kong, Macao, ma diceva Meaco che ha davanti l’immenso mare e alle spalle l’alta montagna… proprio Tokyo.


Anche questo, se pubblicano, interessa qualcuno. Tu che ne dici? Meako o Miyako è la residenza Imperiale – ai tempi del Saverio era Kyoto – ma non ha i caratteri indicati dal sogno.

Devo poi ringraziarti delle correzioni latine: alcune diciture sono certo errate, altre sono quelle che usa la S. Sede.

Prega assai per me e saluta omnes, specie la triade Ispettoriale e la multipla casalinga.

Un baso e una benedizione dal

Tuo

Don V. Cimatti

2441 / Circolare Salesiani / 1940-2-7 /


23 ai Confratelli della Prefettura Apostolica e dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio

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Prefettura A. & Ispettoria.

Miyazaki, 7 febbraio 1940


Carissimi missionari e confratelli,

Coll’aiuto del Signore siamo giunti alla S. Quaresima. Permettete che vi faccia d’ufficio alcune raccomandazioni che serviranno, se ben eseguite, a farci compiere sempre più e sempre meglio i nostri doveri.

Il tempo della S. Quaresima sia per ognuno di noi tempo di assiduo lavoro spirituale per l’anima nostra e per le anime a noi affidate. È tempo di semina feconda o di lavoro assiduo intorno a tante anime per prepararle convenientemente alla S. Pasqua.

Vi suggerisco ciò che già altre volte ho raccomandato e che ci fu tanto insistentemente inculcato dai Visitatori. In qualche momento di seria riflessione domandiamoci davanti al Signore: “Che cosa ho fatto finora per l’anima mia? Che cosa ho fatto per le anime dei cristiani a me affidati? Che cosa ho fatto per i non cristiani?”. Ricordate l’esito non molto brillante (numericamente parlando) dell’anno decorso. Se fosse dipeso dalla nostra poca corrispondenza alla grazia, certo dobbiamo riparare con tutte le nostre forze. Cerchiamo dunque, miei cari missionari e confratelli tutti, di fare il nostro possibile in questo tempo per buttarci nelle opere di apostolato con tutte le forze e la buona volontà possibile. La strenna di questo anno: “Catechismo e formazione cristiana” ce lo richiama anche con insistenza: mettiamola in esecuzione.

Ed ancora un punto sento il bisogno di raccomandarvi: le VOCAZIONI. Si avvicina la fine dell’anno scolastico e tutte le nostre opere attendono buoni elementi. Voi lo conoscete. Vi raccomando in modo speciale il SEMINARIO che a tutt’oggi è anche il vivaio per le vocazioni alla nostra Società. Tutti dobbiamo interessarci ad aiutarlo in tutte le forme possibili, anche a costo di sacrifici; fatelo comprendere ai cristiani e ai confratelli. È volere della Chiesa e della Congregazione, necessità impellente che non ammette ritardi né tregua, e tutti, nessuno eccettuato, deve portare il proprio contributo di preghiera, di consiglio e di mezzo per sostenerlo. Vi domando questa carità: meglio l’esecuzione di questo dovere, a nome di Gesù.

Prepariamo dunque le anime nostre e quelle dei nostri ad una buona Pasqua con lo studio della religione, colla preghiera, coll’osservanza più esatta delle nostre Regole e dei doveri quotidiani e coi sacrifici giornalieri.

Se avete qualche buon elemento da affidare alle nostre opere mettetevi presto in relazione coi dirigenti responsabili.

Il M. E. N. ha assicurato l’approvazione della nostra Scuola di Tokyo: in caso consigliate e approfittate della notizia.

Tutto vostro nel Signore

Don V. Cimatti sales.




2442 / Grigoletto Giuseppe / 1940-2-13 /


24 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Miyazaki, 13 febbraio 1940


Carissimo Giuseppe,

Ricevo molta tua posta d’un colpo solo. Grazie di tutto. Dio ti rimeriti di tutto anche se dici di non far niente: continua pure, ché nella via del bene numquam satis. Andiamo per ordine.


  1. In primis: buon onomastico. Vorrei dirti un mondo di cose: riconoscenza, preghiere, ecc. anche a nome dei non pochi tuoi beneficati. Tu comprendi tutto e puoi essere sicuro delle preghiere che tutti faremo per te: tutto il mese di marzo è ipotecato per te. Unisciti in spirito. E basta, perché tu sai che mi commuovo facilmente, anche per una zucca (in giapp. = kabocha) baruca come te. Et de hoc è [sat].

  2. Grazie del bel articoletto del giornaletto. Chissà quante cose ancora ignote del nostro Don Bosco e Don Rua… Bravo! Anche queste ricerche sono atti di amore al nostro padre.

  3. Grazie pure delle comunicazioni Ss. Messe. Se in qualche modo posso venirvi in aiuto… e se potete aiutare noi… Deo gratias. Tu fa’ pure uso, come credi, di quanto ricevi. Grazie delle buone notizie sui libri.

  4. Grazie pure delle intenzioni di Ss. Messe. Ho scritto a Don Del Santo assicurando…

  5. Grazie pure del Lagrange… Altri commenti sulla Bibbia, mi domandi. Non me ne intendo… Ti ricordo che ti avevo domandato un buon commento chiestomi da un confratello (Don Tassan) che pare riesca davvero in questo genere di studi, e che gli avrei dato come ricompensa per il lavoro fatto per la biblioteca: non si tratta di grandi cose, ma di un libro che gli serva di guida, ecc. ecc. Se ti capita per mano.

  6. Invio un ricordino per i tuoi scolari e scrivo all’avv. Fontana per la sua carità.

  7. Fatto per il ch. Scrazzolo.

  8. Ricorderò Don Angelici, anche lui, come me del ’79… Ricevo ora altro tuo plico di lettere e… rispondo subito.

  9. Per il dizionario di Teologia fa’ tu in Domino; soldi non ne ho… Alleati? Per scopo librario in pratica sei solo tu. Si può? Bene; e sarà volontà di Dio, i soldi verranno. Niente vieta di attendere quanto credi… Insomma fa’ tu: quanto è ben fatto… sempre inteso, come dici bene, il fiat voluntas Dei.


[Manca il seguito]



2443 / Ricaldone Pietro BS / 1939-11-15 /


25 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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SITUAZIONI SANTAMENTE SFRUTTATE E CONSEGUENTI ATTIVITÀ10


Miyazaki, 15 febbraio 1940



M. R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

È troppo naturale che da molte parti mi si domandi: “In questo dissesto mondiale che cosa capita fra voi in Estremo Oriente?”.

Questione un po’ delicata e a cui non si può tanto facilmente rispondere: ma lasciando tutta la parte che non interessa il missionario, dirò [che] “al momento attuale il popolo giapponese lavora e prega – riunisce gli sforzi comuni per sfruttare a bene la situazione presente, dando luogo a multiformi attività destinate al bene comune. Gli avvenimenti e i necessari sacrifici del momento lo educano ancor più fortemente al vero spirito giapponese di calma, di padronanza di sé, di attività laboriosa, di tenacia nel dovere”. E se tutto questo riuscirà a fissarsi nell’abitudine della vita quotidiana, non è certo poco.

Non è difficile comprendere come si ecciti in tali occasioni il sentimento religioso: pellegrinaggi, visite ai templi nazionali e locali, offerte, funzioni speciali, ecc. Le sette religiose, specialmente buddistiche, lavorano attivamente in Giappone e Cina per stringere relazioni e cooperare insieme alla formazione di opere di cultura spirituale (gruppi di associazioni giovanili, asili di infanzia, scuole, dispensari, organizzazione dei servizi per i soldati morti in guerra, ecc.). Insomma si deve pur constatare che gli avvenimenti attuali hanno provocato nel mondo religioso giapponese un movimento d’idee, che bisogna pure sfruttare santamente ed il più fortemente possibile: l’interessante è pure constatare che tal movimento tende sempre più ad armonizzare le religioni esistenti con lo spirito ed il culto nazionale.

Ai cattolici, alle manifestazioni di vario genere nell’ambito dell’azione cattolica, a persone religiose ed associazioni cattoliche che si segnalano nel campo della educazione e nelle opere di assistenza sociale, si guarda pure con simpatia crescente, specie in questi momenti di mobilitazione spirituale di tutte le forze della nazione. Così sono citati all’ordine del giorno, dai giornali della Capitale il bel libro “Speranze di cristiani in Giappone” di S. Ecc. Mons. Marella, Delegato Apostolico in Giappone; le conferenze del missionario P. Gemeinder, organizzatore dell’Associazione giovanile femminile cattolica; le opere di azione cattolica delle Dame di San Mauro di Tokyo e Yokohama e delle giovani cattoliche di Beppu – la vita di preghiera, di lavoro e penitenza delle Trappistine dello Hokkaido e delle Domenicane di Morioka – le conferenze alla radio dei nostri Don Margiaria e Don Marega – la rappresentazione della prima opera scenica “Grazia”, libretto del Rev. P. Heuvers, S. J. direttore della Università cattolica di Tokyo, musica del sottoscritto, orchestrazione del M. Tadaoki Yamamoto11 – e le ricerche archeologiche e traduzioni del nostro Don Marega.

Maggior attenzione dunque, maggior interesse, maggior avvicinamento e desiderio di conoscere anche quanto si fa dai cattolici. È seguita con attenzione l’opera che i missionari cattolici, religiosi e religiose svolgono per i giapponesi residenti all’estero. Degno di nota quanto avvenne in Perù in occasione del 50.mo di professione di Suor Francesca delle Suore della Carità, che per 33 anni prodigò le sue cure ai giapponesi residenti in Perù.

Alle insistenze che volesse indicare un dono, le sarebbe gradito rispose, suggerendo la costruzione di una chiesa per i loro compatrioti. La pubblica sottoscrizione diede subito 18.000 Yen, e la stampa commentava con gioia l’avvenimento, che “su una base religiosa stringerà i vincoli di amicizia fra Giappone e Perù, dove numerosi giapponesi appartenenti alla seconda generazione della colonia sono già cattolici”.

A questo rifiorire di sentimento e pratica religiosa corrisponde una vigilanza più severa per l’educazione morale del popolo e della gioventù per parte del Governo.

Così il Ministero degli Interni ha dato preziose direttive per l’elevazione del livello morale delle Riviste: abolizione di romanzi o articoli ad intreccio tendente a far disprezzare la modestia e provocanti al male – di romanzi il cui intreccio spinge la donna alla crudeltà – di descrizioni sensazionali del suicidio o di scene sentimentali – di romanzi e articoli tendenti ad eccitare il linguaggio volgare o plateale fra gli studenti – di annunci compromettenti i buoni costumi.

Non tutto il male dunque viene per nuocere e le vie della Provvidenza per trarre dal male il bene ovunque si manifestano, anche in Giappone.

E i suoi figli? Lavorano e pregano e si sforzano di fare il loro dovere fino al sacrificio totale di sé, se sarà necessario, per la loro Patria adottiva, per la salvezza di queste care anime e per l’avvento del regno di Dio in questo gran Paese.

Lei, i fratelli, gli allievi, i cooperatori e cooperatrici nostre ci aiutino in tutte le forme per realizzare questo intento.

Suo come figlio

Don V. Cimatti




2444 / Tirone Pietro / 1940-2-15 /


26 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale

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Miyazaki, 15 febbraio 1940

Rev.mo Sig. Don Tirone,


Ricevo oggi la nomina a Maestro dei Novizi del nostro Don Tassinari12 – scelta ottima, che però mi mette in grave condizione per il Seminario. Ad ogni modo il bene della nostra cara Congregazione farà sopportare questo periodo di difficoltà con gioia pensando al bene futuro. Spero che i Superiori mi aiuteranno a fare sì che finito il mandato possa riaverlo per la missione nella direzione del Seminario che a tutt’oggi è anche il vivaio delle vocazioni per noi.

Ed ora alcune questioni della massima importanza per la validità del nostro noviziato. Abbia la bontà di risolvermi i dubbi al più presto possibile.

ANTEFATTI. Il nostro Don Tanguy che fin dall’inizio del Noviziato fu Maestro dei Novizi (non trovo i decreti al momento) per salute e per l’occasione del Capitolo Generale come delegato dei confratelli, tornò in Italia, ed ora si trova in Francia a Maretz e penso che non tornerà più in Giappone e per la salute e specialmente al momento attuale per la scarsità del personale in Francia.

I Superiori mi scrissero di sostituirlo con Don Bovio e pel Noviziato e per lo Studentato (non penso che sia stato fatto un decreto speciale, ad ogni modo ho eseguito l’ordine) e Don Bovio ha continuato a fare il suo ufficio fino a condurre in porto i novizi ed ha continuato pure a fare l’ufficio di Direttore. (Oggi ricevo il decreto). Nel frattempo fra gli allievi del corso ultimo del seminario si delineano alcune belle vocazioni – nell’attesa del ritorno di Don Tanguy, che sembrava imminente e per rafforzarli nel latino si sono tenuti ancora quasi un anno in Seminario; non si potevano mandare l’anno prima perché da noi l’anno scolastico finisce in marzo.

Quest’anno poi feci le pratiche per la nomina del Maestro, visto che Don Tanguy non compariva, per poter iniziare il noviziato, secondo i suggerimenti del nostro Ven. Rettor Maggiore il 30 gennaio.

Non arrivando la nomina e pensando che Don Bovio non possieda a sufficienza la lingua, ed essendo i novizi tutti giapponesi, pensando che Don Bovio fosse il Maestro regolare, e non arrivando la nomina, datogli in aiuto Don Felici, si iniziò regolarmente il noviziato in quella data. Oggi 15 Febbraio mi arriva il decreto di nomina del nostro Tassinari datato dall’11 Gennaio.


  1. È valido il tempo di noviziato fatto dal 30 Gennaio finora dai novizi sotto la guida precedente (Don Bovio-Felici) o si dovrà ritenere valido dal giorno in cui l’eletto regolarmente entra in carica? E quindi, quando Don Tassinari entra in carica?

  2. Le circostanze del momento portano all’accettazione per il noviziato di alcuni pochi (due certo e forse tre) nostri allievi del Seminario, ritardatari, che unirei a quelli che già sono a Tokyo. Il vantaggio è di esserci a maestro chi li conosce assai bene (Don Tassinari), e che al prossimo anno potremo avere un primo corso filosofico discreto di soli giapponesi (e proprio il prossimo anno il nostro Don Barbaro finirà la teologia e così potrà dedicarsi bene a loro, anche perché possiede bene latino e giapponese) ed il vantaggio di non avere una classe in seminario per pochissimi allievi e più per assicurare queste vocazioni in questi momenti pare siano tutte ragioni che convalidano la deliberazione, e che non ci sia niente di irregolare, anche se dovranno tardare il relativo tempo per l’ammissione dei voti.


Se poi mi si dichiarasse che il precedente tempo di noviziato di quelli che incominciarono al 30 gennaio non è valido, ricominciandosi da tutti insieme, non ci sarebbe luogo ad altra questione.

Non so se sarò riuscito a spiegare bene il mio povero pensiero, ma penso che sia sufficientemente chiaro. Attendo dunque al più presto una sua risposta che quieti le nostre ansietà e che metta al sicuro la validità del noviziato. Siccome l’anno scolastico inizia al 1° Aprile, anche se devono rifare qualche tempo arriviamo in tempo per il nuovo anno scolastico; d’altra parte è in facoltà far prorogare, ecc.

Voglia dire una parolina buona alla Mamma e al nostro Don Bosco per queste care vocazioni. Lo sforzo di quest’anno ha lo scopo di assicurare questo nucleo discreto che forse per la circostanza del momento potrebbe perdersi; domando che mi si faciliti al possibile la pratica.

Preghi per questo povero uomo.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti


P.S. - Dopo la risposta, invierò i documenti di rito già pronti, colle opportune correzioni.

2445 / Circolare Salesiani / 1940-2-16 /


ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki



Miyazaki, 16 febbraio 1940


Carissimi,

Ricevo comunicazioni dalla Delegazione Apostolica che subito vi trasmetto:


  1. L’esposizione d’arte sacra sarà tenuta in Vaticano nel 1942. I missionari e gli Istituti Religiosi che credono concorrere si mettano in relazione col P. Heuvers, Rettore dell’Università Cattolica di Tokyo.

  2. Alcune autorità scolastiche di alcune Prefetture hanno invitato scuole tenute da Istituti Religiosi di mettere nelle scuole il “TAIMA” (che è una figurazione del tempio shintoista di Ise, che si mette nelle scuole a scopo educativo e patriottico). Non essendo problema religioso, ma patriottico ed educativo, nulla di male aderirvi, facendo prova di comprensione e di buona volontà specie in questo anno.

  3. La S. C. di Propaganda Fide ha inviato anche alle Superiore Madri Generali di Istituti che hanno scuole in Giappone delle direttive che si riferiscono al noto tema: preparazione del personale giapponese capace di essere messo alla testa delle scuole, ecc.

  4. Mi scrive infine il nostro Vener.mo Rettor Maggiore: “Avvisi costì affinché tutti siano riguardosi nel parlare, nello scrivere onde cooperare in tutti i modi al bene generale”.


Ormai la censura è mondiale. Prudenza in tutti i sensi.

Pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2446 / Circolare Salesiani / 1940-2-21 /


ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki


Miyazaki, 21 febbraio 1940


Carissimi,

Sia che l’abbiate cominciato il giorno 18 c. m., sia che lo incomincerete col prossimo mese di Marzo, non dimentichiamo il mese consacrato a S. Giuseppe, ed al prescritto del regolamento all’artic. 22. Abbiamo davvero bisogno che il nostro S. Patrono ci venga in aiuto con tutte le risorse della sua bontà e per tanti, tanti motivi che certo vi sono noti. Con gran fede preghiamo e propaghiamo la devozione a questo caro Santo.

Il M. E. N. mi comunica un breve accenno da trasmettere a voi tutti e ai vostri dipendenti, cioè prendendo occasione delle feste del 2600 di questo anno si insista per inculcare quanto può servire alla formazione del carattere e dello spirito giapponese. Mi raccomando si partecipi di cuore alle varie manifestazioni locali e potendo promuovetene e consigliatene.

Notizie dei nostri cari soldati salesiani: non mi riesce ancora ad averne di Tateishi. Nishimura annuncia il suo arrivo per il 25 c. m. per un po’ di mesi di convalescenza, e poi? È chiamato alle armi anche il confratello ch. Maki.

I soldati seminaristi tutti bene secondo le ultime notizie. Preghiamo per tutti ed aiutiamoli nelle forme possibili, come pure non dimentichiamo le loro famiglie.

Si avvicina sempre di più la Pasqua. Indesinenter approfittiamo di questo tempo per l’istruzione religiosa dei nostri dipendenti.

È il tempo utile per far richieste di libri al Ministero degli Esteri per il tramite del R. Console. È probabile abbiate ricevuto i moduli relativi. Volendo approfittatene secondo le indicazioni annesse.

Pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2447 / Cecchetti Albano / 1940-2-24 /


27 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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24 febbraio 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Viva Maria Ausiliatrice.

Grazie della sua. Don Tassinari parte oggi per Fukuoka e Nagasaki per la ricerca definitiva delle vocazioni del Seminario.

Non ho difficoltà per il 2-4 marzo: basta che sappia con precisione l’orario al più presto e come si fa per andare a quel paese, Yanagawa.

E preghi per me.


Suo

Don V. Cimatti



P.S. - È morto P. Bertrand che lavorò a Nakatsu e ci aiutò negli inizi.

2448 / Arri Carlo / 1940-2-24 /


a Don Carlo Arri, missionario salesiano in Giappone



Miyazaki, 24 febbraio 1940

Carissimo Don Arri,


  1. Quid retribuam per il bello e utilissimo dono?

  2. Spero per lunedì avrai i documenti.

  3. E grazie del valido aiuto per i concerti. Il Signore ti rimeriterà di quanto fai per Lui.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. - Parlando con Don Baratto della Grammatica latina mi dice che avrebbe utili osservazioni. Nella sua prossima venuta parlatene.

2449 / Grigoletto Giuseppe / 1940-2-24 /


28 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Miyazaki, 24 febbraio 1940

Carissimo,


Rispondo alla tua del 29 gennaio 1940.


  1. Grazie delle Ss. Messe, proprio ieri Don Liviabella mi diceva che eravamo senza. Unisco assicurazione agli offerenti e domanda al tuo direttore.

  2. Per i libri già ti dissi, non me ne intendo. Il nostro Don Romani mi indicò come utili quelli inviati: tu fa’ secondo le possibilità, forze, mezzi, occasioni, ecc. ecc. Tu insomma aggiustati. Al parroco di Mogliano non potrei scrivere io, come se la cosa venisse da me per l’acquisto del Migne? Siccome sono stato in casa sua ecc. ecc.

  3. Pel dizionario di Teologia in quantum possum et tu indiges fa’… e il Signore (se è pel bene nostro) provvederà.

  4. Bene, bene… Adoperino tutti il conto corrente… Consiglia.

  5. L’Ispettoria Lombardo-emiliana è affidata a noi: se credi che sia utile un primo scasso, sono pronto a farlo. Quale sarebbe il mezzo migliore? Una mia circolare?

Dammi delle idee e faccio tutto quello che mi dici.

  1. Prego e faccio pregare per te. Se non ottieni è segno che non è per il bene o tuo o degli altri.

  2. Scrivo al Direttore e a Don Galbusera.

  3. Invio fazzoletti.

  4. S. Giuseppe ti esaudisca in omnibus.


Prega e fa’ pregare per me.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. - Un pugno ai due Giuseppe: Oldani e Gobbato.

2450 / Circolare Salesiani / 1940-2-26 /


29 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 26 febbraio 1940


Carissimi,

La Delegazione Apostolica comunica che la Segreteria di Sua Santità propone di anticipare la commemorazione dell’incoronazione di Sua Santità al Marzo 3, cadendo la data anniversaria nella domenica di Passione. Dispongo dunque, secondo il desiderio della Delegazione, che siano avvisati i cristiani e che nella Messa e Benedizione si facciano preghiere speciali per il S. Pontefice e per la pace.

Ricevo pure dal M. E. N. preghiera di ricordare a tutti la data del primo del mese (giornata di servizio per la Patria)… Quanto facciano i soldati, e quanto hanno fatto, sia soggetto di riflessione, di riconoscenza e di preghiera.

Non dimentichiamo i soldati nostri tanto salesiani che della Prefettura.

È ritornato per un periodo di riposo il nostro caro Nishimura. Desidera inviare a tutti il suo saluto e manifestare la sua riconoscenza per le preghiere fatte per lui. Fra due mesi dovrà ripresentarsi al Reggimento che deciderà per l’avvenire.

Il nostro Guaschino pure desidera salutare tutti i confratelli, raccomanda sé e vari suoi parenti ammalati alla comune preghiera. Non è improbabile un suo pronto ritorno. Andrà bene che chi desiderasse affidargli delle commissioni scriva al più presto e direttamente o per mezzo del sottoscritto e sarà ben felice di accontentare nelle forme a lui possibili.

Non dimentichiamo di onorare S. Giuseppe nel prossimo mese e di attivarci nel lavoro dell’apostolato per la prossima Pasqua.

Pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2451 / Bernardi Angelo / 1940-2-28 /


30 a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone

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28 febbraio 1940


Carissimo,

Speravo trovarti al ritorno.


  1. Conduco Don Mukai a Tano Giovedì.

  2. Bisognerà che tu vada un giorno per la consegna e spiegazione di tante cose.

  3. Mi dispiace che le cose non siano troppo in ordine, ma pazienza!


Vi fu un po’ di fretta per parte di tutti et fìat voluntas Dei.

Prega per me.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti


P.S. - Saluti al bravo Maccario.

2452 / Ricaldone Pietro / 1940-2-29 /


31 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Massaggi, punture, bruciature e… apostolato!13


29 febbraio 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Non rida… Qualche accenno ad alcune pratiche mediche scientifico-empiriche, che recentemente hanno dato modo al missionario di attrarre al Signore qualche anima. Località: Prefettura Apostolica di Miyazaki.

Persone: missionari, che lavorano con zelo, e tentano tutte le forme per farsi tutto a tutti e tutti far salvi.

Nell’Estremo Oriente, e specialmente in Giappone, la medicina è in grande onore.

Sono note fra noi le forme più moderne di cura per ogni genere di malattia, e in ogni branca della scienza medica il Giappone eccelle per tanti aspetti: notissimi nel campo scientifico mondiale gli studi microbiologici dei dotti giapponesi e la cura di malattie caratteristiche locali.

Accanto a queste forme note e in uso in tutto il mondo vi sono poi pratiche locali che, pur basate su principi scientifici, si estrinsecano in forme caratteristiche, che per i profani possono anche sembrare forme di medicina empirica, ma che in realtà, attuate bene, producono degli ottimi risultati, raggiungibili colle forme ordinarie di cura.

Non mi è possibile discendere a particolari, ma ad esempio per le cure reumatiche e per le malattie congeneri o di origine reumatica sono in uso pratiche mediche dai risultati efficacissimi; fra le più comuni i massaggi praticati in forme svariatissime secondo che interessano la circolazione generale o il sistema nervoso e di cui non saprei dire i nomi corrispondenti in italiano, ma soprattutto le cure con aghi (agopuntura) e fuoco. Gli esercitanti tali cure sono sparsi in tutto il Giappone: studiano a fondo la teoria anatomica del corpo umano – fanno la pratica presso una clinica medica – danno un esame e poi alla condizione di non distribuire medicine, possono esercitare.

La cura è attuata con aghi finissimi capillari, che fatti penetrare dall’abile mano del dottore a seconda della malattia nella pelle ai punti stabiliti (se ne contano ben 650) hanno come risultato di attivare e dilatare la circolazione, compiere – sto per dire – un utile drenaggio, da cui un benessere generale e locale pel paziente.

Identicamente la cura delle punture, che avrebbe per scopo di aumentare i globuli bianchi del sangue e neutralizzare gli eccessi di sali e acidi nell’organismo, si compiono col porre nei punti prescritti un pizzico di foglie di artemisia e darvi fuoco. Mi dirà: “E che c’entra tutto questo coll’apostolato missionario?”. Ed eccomi al punto.

Un bravo giovanotto che lavorava nelle fabbriche di Nobeoka cade ammalato e per le cure del caso viene a stabilirsi nella nostra Prefettura, dove dimora la sua famiglia. Il personale dell’Oratorio presta dei libri pel tramite della sorella che frequenta l’Oratorio. Si tenta di fargli qualche visita, ma i parenti non permettono assolutamente – più gli si danno libri, più ne legge e ne desidera.

E finalmente guarisce. In persona si reca allora alla missione e domanda una prima volta libri da leggere, libri, sempre libri.

Ma che ne vuoi fare?”. “Voglio studiare la religione”.

Che ne pensi tu in fatto di religione?”. “Che la religione ci vuole; è chiaro, è necessaria per l’uomo”.

Quale religione?”. “La cattolica!”.

Chi te l’ha detto?”. “L’ho imparata dai libri che gentilmente mi avete dato”.

Ad ogni modo questo non basta; bisogna parlare, spiegare… Vuoi?”.

E si fa catecumeno, fervente catecumeno, costante catecumeno, e si avvicina sempre più il momento desiderato da lui e dal missionario per l’amministrazione del battesimo. Ma come vincere il categorico diniego della famiglia?

Le insistenze del figlio a nulla valgono: “No voglio!”, gli aveva detto recisamente il padre – “la fede basta averla nel cuore”. Si inscenò dal giovane e dai missionari una santa congiura a base di punture e di fuoco. Il giovane in un colloquio serotino a bruciapelo aveva detto al missionario: “Padre, come sta di salute?”.

Discretamente bene”, e andava pensando fra sé: “Dove va a parare l’amico?”. “Ma non ha di tanto in tanto qualche indisposizione?”. “Sì, qualche forma reumatica… vagolante… secondo i tempi, dalle braccia alle gambe…”. “Mio padre è proprio medico per queste forme… L’agopuntura, le bruciature… le farebbero bene… Venga a casa dal babbo!...”. “Eh! Giovinotto mio, al momento non ne ho davvero bisogno… Può essere che più tardi…”. “Vedrà che colla cura di mio padre anche queste indisposizioni passeranno…”.

Bisogna accontentare il giovane. “Oh, se avvicinando in tal modo il padre possiamo ottenere l’assenso!…”, soggiunse un altro missionario. “Ma è fastidioso andare là… Con questi freddi spogliarsi per la cura… I reumi aumenteranno certo”.

Oh, se è per questo solo, non tema: mio padre ha un occhio clinico e intuito speciale… Basta uno sguardo in faccia e sa subito identificare il malanno e applicare la cura a dovere”. “Dunque se è così, andiamo”. Lampi di gioia sul volto del giovane – strizzatine d’occhio col missionario connivente – rassegnazione per chi fa la parte dell’infermo. La comitiva giunge alla casa: convenevoli d’uso, vicendevoli presentazioni. Si parla di tutto un po’, e dopo lunga attesa si entra nell’argomento della malattia, sulla necessità della visita accurata per determinare i punti deboli. Scena magnifica: il medico alle prese coll’ammalato, che non desidera né la visita in quelle forme e tanto meno la cura di aghi da introdursi nella schiena o delle bruciature sul petto o sui polpacci – e che con occhiate espressive dice ai due: “Ma che mi avete dato da intendere?”. Gli altri due, che in un angolo della camera, se la ridono saporitamente ad ogni occhiata o parola di chi è sotto i ferri, attendendo il momento buono per l’assalto al padre.

Il padre, che non sa di che si tratta e non sa darsi la spiegazione del come ad ogni bruciatura o puntura, alla sua interrogazione: “Sente male?” al “Eh! Eh! Così! Così!” del paziente corrispondono scoppi di risatine dei due.

Il brav’uomo confessava: “Ma è la prima volta che entra in mia clinica gente allegra come voi… Mai trovato un ammalato così calmo come questo!”.

Si avanza finalmente il missionario seguito dal giovane e col linguaggio proprio orientale, esclama rivolto al padre: “Oh, tu sei veramente grande e ammirabile! Valente nell’arte tua, come ne hai anche dato ora un saggio magnifico su questo mio compagno. Ti ringrazio anche a nome suo, e delle tue cure e più per aver dato il permesso a tuo figlio di ricevere il battesimo”. Ed agli sforzi del padre che avrebbe voluto interloquire con dei “Ma…” dei “Se…” di non acconsentimento continuava imperterrito: “Mai trovato un uomo come te…”. Alle lodi facevano eco le domande e i desideri del figlio e la conclusione del padre: “Fate quel che volete! Ma che mio figlio diventi bravo e buono”.

L’intento è ottenuto: punture e bruciature indesiderate per parte del missionario, ma accettate per fare del bene a un’anima – gioia del giovane che col nome di Luca riceve il S. Battesimo – fortuna spirituale di una famiglia avviata così alla religione.

Il Signore si serve davvero di tutto e di tutti come strumenti nell’esecuzione della sua volontà – anche di circostanze amene pel conseguimento dei suoi fini.

Preghi per noi.

Suo aff. mo

Don V. Cimatti



2453 / Circolare Amici dell’Opera salesiana in Giappone / 1940-2-… /


32 agli Amici della Missione e dell’Opera salesiana in Giappone

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PREFETTURA APOSTOLICA “MIYAZAKI” - GIAPPONE

ISPETTORIA SALESIANI DON BOSCO

Relazione N. 4

Febbraio 1940


Tempi di preghiera, di sacrificio e di azione per tutto il mondo, per i missionari specialmente, che fermi al loro posto, cercano in tutte le forme di continuare il loro lavoro, di alleviare dolori, aiutare, rincuorare, consolare. Vi offrono tutti i loro auguri pasquali di pace, di prosperità materiale e spirituale – Vi offrono i loro sacrifici – Vi domandano di non venir meno nella vostra carità. Non vi siano discare le nostre notizie di famiglia che, ispirandosi alle necessità del momento, sono formate da brevi accenni, continuando la cronaca precedente.


1)In novembre arriva il gradito rinforzo di 5 chierici e 3 coadiutori, inviato dai nostri Superiori, sa il Signore con quanti sacrifici e per la generosa vostra carità.

2)Le feste dell’Immacolata e del Santo Natale furono festeggiate in tutte le cristianità con fede e amore e consolate da vari battesimi.

3)I nostri Seminaristi continuano in casa e fuori a prestarsi per lavori di utilità pubblica.

4)Buone notizie dei nostri Seminaristi soldati (8 della Prefettura e 3 Salesiani). Vogliate offrire al Signore preghiere speciali per loro.

5)Il Signore chiama in Paradiso uno dei nostri Seminaristi del primo corso di Teologia, Ch. Tsuruda Martino. Pace all’anima sua bella, purificata dalle lunghe sofferenze.

6)Si apre il nuovo anno 1940, per il Giappone commemorativo del 2600º della Fondazione dell’Impero. Le circostanze del momento daranno a tutte le feste un carattere familiare e l’impronta formativa dello spirito nazionale, più necessario e sentito in queste condizioni. La missione e le Opere nostre vi concorrono con la più stretta collaborazione colle Autorità alle manifestazioni prescritte (visite ai monumenti nazionali, funzioni commemorative, discorsi, riunioni ecc.) ed anche con manifestazioni proprie nelle singole residenze. Fu eseguita per radio per tutto l’Impero la “Suonata Commemorativa del 2600” di Mons. Cimatti, e Don Margiaria tenne sull’argomento un discorso trasmesso per radio all’estero. Nella zona di Beppu furono tenuti concerti commemorativi in tutte le scuole della città. È ottimo mezzo di propaganda.

7)Ebbe successo a Tokyo per due sere la rappresentazione dell’opera “Grazia Hosokawa” con musica di Mons. Cimatti. Buon seme anche questo, come si viene spargendo a piene mani con la buona stampa, pubblicazioni della Tipografia Don Bosco, di Don Marega (lavori letterari e sul Buddismo), di Don Arri (letteratura patristica, apologetica, ecc.), della libreria Miyazaki (Vangelo…).

8)Don Bosco per la sua festa ci regala 7 novizi Giapponesi. Deo gratias!


Unitevi a noi tutti per invocare sulla Nazione giapponese le benedizioni più elette del Signore in queste ricorrenze bi-millenarie. Le vicende storiche secolari attraverso cui è passata, il progresso meraviglioso conseguito, venga coronato coll’amplesso indefettibile di Gesù.

Mons. Vincenzo Cimatti, salesiano

Prefetto Apostolico di Miyazaki

2454 / Merlino Alfonso / 1940-3-1 /


33 ad Alfonso Merlino, salesiano laico già missionario in Giappone

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Miyazaki, 1 marzo 1940 [?]


Carissimo Alfonso,

Grazie dei shinpai (= grattacapi) per cui ti sei occupato della pratica per i titoli nobiliari, ecc.

Le novità nostre le apprendi dal Bollettino Salesiano: molte e diversissime – fra cui però rimane sempre la difficoltà della lingua e delle conversioni.

Bravo! Ti dimostri salesiano nel tuo piccolo Oratorietto. Invio ricordino per i tuoi amici. Grazie.

Le altre accluse al Sig. Don De Bonis P., S. Cuore.

Colgo l’occasione per gli auguri pasquali a te e agli amici tutti della procura.

Prega per me sempre come ti ricorda cotidie il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti


2455 / Marella Paolo / 1940-3-3 /


34 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 3 marzo 1940


Eccellenza Reverendissima,

La generosa carità dell’ E. V. si è nuovamente e generosamente manifestata verso la nostra povertà, e sia davvero benedetto il Signore.

Così pure so da S. E. l’Ambasciatore Auriti del caritatevole interessamento dell’E. V. nella distribuzione del recente sussidio concesso alle Missioni cattoliche del Giappone dal Capo del Governo, ed anche di questo, grazie, ed al tempo opportuno l’adeguata ricompensa dal Signore.

Pur sperando di aver la fortuna di poter rivedere prossimamente l’E. V. desidero fin d’ora esternarle a nome anche di noi tutti i nostri auguri per le prossime feste pasquali ed assicurare speciali preghiere secondo le intenzioni di V. E. colla promessa di voler lavorare sempre più perfettamente secondo le direttive della Chiesa così bene presentateci da V. E.

Ed ora un consiglio per una questione abbastanza importante e delicata.

Crede V. E. che sia giunto il tempo di presentare alla S. Sede la domanda della Nagata per l’autorizzazione della erigenda Congregazione che ha ideata e di cui mi presentò elementi? Le condizioni della richiedente (pur avendone parlato alquanto, non conosco a fondo la situazione della persona, specialmente nei riflessi dell’opinione pubblica per i precedenti) sono tali da garantire un’approvazione? Alla Sig.ra Nagata ho detto che non è il caso dì accelerare, tanto più che non ha ancora combinato definitivamente per il Noviziato, e che desideravo anche consultarmi coll’E. V.

Al momento esse sono costituite in Pia Associazione, si comportano inappuntabilmente e fanno certo del gran bene. La base su cui intende costruire la nuova Congregazione è l’azione cattolica.

Che la nuova Congregazione possa far del bene, che non abbia difficoltà per i mezzi di sussistenza, che sia per essere ben vista dalle autorità civili mi pare non c’è luogo a temere, se si deve tener conto degli inizi. Per sapersi barcamenare e assai bene, la sig.ra Nagata è più che pratica. Mi pare di aver detto tutto. Ad ogni modo, siccome anche l’E. V. dovrà aver parte per l’approvazione o meno, ho creduto opportuno chiedere il consiglio dell’E. V. al riguardo. Con tutta sua comodità un consiglio sull’argomento mi aiuterà assai. In foglio a parte accenno ai dati di conversazione sulla regolarizzazione della proprietà Oita-Beppu, proprietà completa della Missione la prima, della Congregazione salesiana la seconda.

E voglia perdonarmi i continui disturbi e non ci dimentichi nelle sue preghiere.

Con rispettoso ossequio:

Obbl.mo

Sac. V. Cimatti, salesiano

2456 / Circolare Salesiani / 1940-3-10 /


ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki



Miyazaki, 10 marzo 1940


Carissimi,

Notizie e comunicazioni telegrafiche.


  1. A voi tutti e ai vostri cristiani buona e santa Pasqua, ricca delle benedizioni del Signore e apportatrice di pace in tutti i sensi.

  2. Il prossimo sabato (16) a Tokyo vi sarà l’ordinazione sacerdotale dei nostri confratelli… Preghiamo di cuore per loro e tutti siano presenti in qualche modo, ma soprattutto ringraziamo il Signore del grande dono che fa alla nostra Società.

  3. Il Delegato Apostolico il 5 c. m. ricevuto in speciale udienza da S. M. l’Imperatore offrì un dono speciale offerto dal S. Padre (riproduzione del Mappamondo cinese di P. Ricci, secondo l’esemplare del Vaticano), S. M. ha testimoniato l’alta sua soddisfazione per il dono e più per il Donatore.

  4. Per la fine dell’anno scolastico al Gran Seminario si fece per la prima volta l’assegnazione e distribuzione dei premi. In tal occasione (cui si diede la tonalità di festa del Papa) S. E. il Delegato tenne un discorso di cui invierò copia.

  5. Continuano le raccomandazioni del M. E. N. di non lasciar passare le occasioni delle feste civili o ricordi storici, comunicandoli nelle forme opportune ai dipendenti ed intonandole alla data della festa del 2600°.

  6. Col prossimo aprile entrando in vigore la nuova legge sulle religioni, si consiglia di riallacciare sempre più forti le nostre relazioni colle autorità specie nella Prefettura, dovendo la più parte delle determinazioni passare per essa.


La prossima festa di S. Giuseppe sia da noi celebrata con fede e profitto.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2457 / Ricaldone Pietro / 1940-3-11 /


35 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 11 marzo 1940


M. R. Sig. Don Ricaldone,

Auguri di Pasqua da parte di tutta la famiglia missionaria salesiana in Giappone.

Preghiere e promesse di indefettibile pratico amore a Don Bosco.

Ottenuta l’approvazione legale della Scuola Professionale. Deo gratias!

Per il mio rendiconto: nihil novi – salvo le mie difficoltà solite.

Mitte, mitte, Domine… veniat qui missurus est… Pluribus intentus minor fit ad singula sensus.

Ci vuole l’Ispettore. Ma Lei che può, se vuole, mi tolga dai fronzoli Prefetturali.

Il giorno 16 c. m. cinque nuovi sacerdoti. Osanna.

Mi benedica colle migliori benedizioni e preghi per me e per i miei.

Ossequi e auguri di buona e s. Pasqua a tutti i Superiori.

Suo figlio

Don V. Cimatti

2458 / Berruti Pietro / 1940-3-11 /


36 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 11 marzo 1940


Rev.mo Sig. Don Berruti,

Ho, finalmente!!!, potuto finire il catalogo. Alcune osservazioni a Lei o a chi di ragione: abbia la bontà di definire – o almeno di capire i motivi per cui ho scritto o non ho scritto alcune cose che possono saltare agli occhi ed essere fonte di osservazioni che esigono spiegazioni.

Ad esempio veda: Tokyo-Studentato. Non vi è il Consigliere scolastico: finora fu Don Romani. Ho creduto opportuno (fu anche suo desiderio) di metterlo in missione, affinché quando i Superiori ci potranno aiutare per la teologia, Don Romani torni con un corredo anche pratico e di giapponese e più di pastorale giapponese, così necessaria per formare i futuri missionari.

Si ferma allo studentato per un po’ e m’istrada qualcuno dei preti novelli e per l’insegnamento di materie secondarie in cui riescono per le future cariche.

Don Tassan può fare bene da Consigliere Scolastico, ma è il caso di metterlo subito in catalogo? – Se non osta, abbia la bontà di far scrivere…

Se no, così com’è e faranno poi di fatto quel che potranno – Lei comprende (e incomincio a capirlo chiaramente – ce ne vuole, vero?) che devo fare tela col filo che ho.

Identicamente per la Scuola Professionale, se non osta la giovinezza sacerdotale…

Ed infine a Miyazaki (Missione) ho messo in appendice: COLONIA AGRICOLA MIYAZAKI.14

Non è casa giuridicamente riconosciuta, ma i Superiori sanno la cosa: i confratelli indicati, per necessità, vivono insieme e fanno quanto devono della vita di comunità, pur non essendoci il riconoscimento, in una casa che non è quella della Missione. Sarà ad tempus? Mah! Non so neppure io, e aspetto che la Provvidenza aggiusti le cose per bene. Avevo scritto che avevo pensato di trasportare tutto a Tano, ma molteplici cause l’hanno impedito e sono allo statu quo ante e quest’anno aumentano i ragazzi e per saggiare a che possiamo riuscire con essi, provo a mettere anche un chierico. Ad ogni modo con più calma, scriverò.

Ora è questione del catalogo. Veda Lei, caro Don Berruti – o da un frego a quella colonia agricola e lascia com’è nel personale della casa di Miyazaki, oppure se i Superiori vogliono tener conto della casa, bisognerà cessare i tre nomi (Bealessio, Levrino, Rosso) dal personale di Miyazaki. Ho lasciato Guaschino e Ragogna non sapendo quali disposizioni intendono prendere i Superiori per loro.

Ed infine la cosa più importante e su cui insisto con tutte le forze.

Sa il Signore con quali sacrifici mi sono sobbarcato a presentare Don Tassinari come Maestro e godo sia stato accettato perché ne verrà un bene ai novizi. Ma lo reclamo per il Seminario appena finito il suo mandato annuale per questi cari giapponesi.

Lei mi scrive che Guaschino tornerà presto: ascolti un mio consiglio: gli unisca il bravo Don Leder, così venendo potrà impratichirsi, studiare la lingua, e per il prossimo anno (se ci saranno i novizi) entrare in carica. Penso sia la migliore.

Certo in quantum me est per l’Aprile 1941 Don Tassinari (se non viene in Italia) deve tornare in Seminario.

E grazie di tutte le disposizioni di cui in lettera 23/1/40.

Buona e Santa Pasqua a Lei, ai suoi aiutanti. Abbia la bontà di presentare i miei auguri (li ha a tiro a tavola… possono guardarle nel piatto!) al Sig… Una parolina alla Mamma e Don Bosco per me e per i miei.

Suo

Don V. Cimatti

2459 / Tranquillo / 1940-3-11 /


37 a Don Tranquillo, segreteria Economato Generale

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Miyazaki, 11 marzo 1940


Carissimo Don Tranquillo,

Nell’ultimo conto generale trovo fattura 31-12 Brenta-Cancelleria di Lire 509.

Se si può sapere a che si riferisca che qui non riesco a sapere.

Buona e santa Pasqua a Lei, a Don Gallo e a tutto il vicinato… anche a Don Valle… cui può dare un pugno in segno di affetto.

Suo

Don V. Cimatti



2460 / Zerbino Pietro / 1940-3-11 /


38 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 11 marzo 1940


Mio caro Don Pietro,

A te e agli amici (Don Pellegrini, Don Bisi e l’altro nome difficile, al sor Luigi, a Don Franchini e Sig. Aprili, ecc.) buona Pasqua.

Sai che farò per te.

Aiutami a salvarmi l’anima.

In fretta

Tuo

Don V. Cimatti

2461 / Figura Giuseppe / 1940-3-11 /


39 a Don Giuseppe Figura, missionario salesiano in Giappone

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+ Miyazaki, 11 marzo [1940]


Caris.mo D. Figura,

Buon S. Giuseppe! Che cosa posso offrire in regalo? Preghiere e sacrifici! Chissà se può fare una scappatina a Miyazaki? prima dell’adunanza?

E preghi per me e faccia pregare affinché con una buona vita possa fare una S. morte.


Suo D. V. Cimatti, sales.



Saluti a D. Bernardi, se c’è, e gli dica che abbia ancora un po’ di pazienza e intanto aiuti in qualche cosa.


2462 / Barbaro Federico / 1940-3-16 /


40 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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Tokyo, 16 marzo 19401


Mio buon Federico,

Niente ti turbi… Tenta di realizzare alla perfezione l’unione con Dio nei pensieri, parole e opere.

Sunt qui scire volunt ut aedificent et caritas est; et item qui scire volunt ut aedificentur, et prudentia est…

Il poco è inizio di molto… passo passo… e non più lungo della gamba…

Chi ama Dio non neglige nulla, neppure le piccole cose…

Tuo

Don V. Cimatti

2462 / Lucchesi Mario / 1940-3-16 /


41 a Mario Lucchesi, novello sacerdote

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Tokyo, 16 marzo 1940


Mio carissimo Mario15,

Ecco la via che ti indica Gesù… per aspera ad astra!

LABOR indeficiens – che il demonio non ti trovi mai disoccupato.

HUMILITAS, della tempra dell’“ama nesciri et pro nihilo reputari”.

LATITUDO CORDIS tanquam arena quae est in litore maris.

Tuo

Don V. Cimatti


2464 / Marella Paolo / 1940-3-18 /


42 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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18 marzo 1940


Eccellenza Reverendissima,

Permetta di ringraziarla ancora una volta di quanto ha fatto e fa per noi16 e presentare a nome di tutti i nostri più fervidi auguri e preghiere per le feste Pasquali.

Imploro su di me e per i miei la più bella delle sue pastorali benedizioni.

Don V. Cimatti

2465 / Grigoletto Giuseppe / 1940-3-22 /


43 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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22 marzo 1940


Carissimo Don Giuseppe,

[Parlando degli allievi della scuola]… Quante anime belle e che belle speranze per la religione, per la patria e anche… per la Congregazione.

Insisti che siano giovani: di preghiera (e preghino ovunque), di lavoro (falli sgobbare… è la loro salvezza), e di sacrificio (almeno uno al giorno in minimis)…

2466 / Cecchetti Albano / 1940-3-24 /


44 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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[24 marzo 1940]


Carissimo Don Cecchetti,

I Superiori mi comunicano la sua nomina a Direttore di Beppu. Omedeto! (= Auguri).

All’arrivo del decreto poi…

Deo gratias!

Al momento nihil aliud.

Suo

Don V. Cimatti

2467 / Tassinari Clodoveo / 1940-3-24 /


45 a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone

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[24 marzo 1940]17

PRO-MEMORIA, Don Tassinari,


  1. Prima della partenza di Don Felici si faccia il primo scrutinio (anche nell’ipotesi che il noviziato non sia valido) degli ascritti: sentirai così i pareri, ed è anche modo di constatare quanto si siano interessati i confratelli e quanto dovranno interessarsi (vedi di regolare per la scuola, ecc. ecc.),

  2. Avrai occasione (o la si cerca) di andare al Gran Seminario o verranno i Seminaristi. Vedi di capire com’è questo benedetto insegnamento di latino per nostra norma.

  3. A Tokyo oltre il tuo lavoro di noviziato,

    1. Procura di finire “Petro no fune” (= La barca di Pietro – prima parte di breve storia ecclesiastica), e altri lavori di pubblicazione.

    2. Informazioni precise sugli studi superiori universitari per giapponesi e nostri.

    3. Ti prego di accettare le confessioni alla Scuola – la Messa alla scuola è in un’ora che penso non ti disturbi da altre occupazioni – se puoi ogni giorno.

Ho scritto a Don Bovio non ti si diano altre occupazioni.

  1. Norme per l’indirizzo generale nel Noviziato le hai in quelle date dai Superiori: seguile in pieno e con fede, adattandole ai bisogni dei singoli.

Data la felice circostanza, cura la traduzione di quanto può essere necessario per i confratelli giapponesi (regole, regolamenti, ecc. ecc.) e rivedi quanto fu fatto finora.

  1. Spiega a Don Margiaria il ritardo del Ch. Akimoto.

  2. Cerca di decifrare la Messa del Venerdì Santo.


Caro Clodoveo, hai fatto il tuo dovere e non c’è bisogno per sé di ringraziamenti, ma questo povero prete vuol ringraziarti di quanto hai fatto per la Chiesa e per la Congregazione18.

Vedrai attorno a te le nostre miserie salesiane, come hai veduto quelle della missione, e quello che più mi addolora è l’impotenza in cui mi tr19ovo di provvedere e riparare. Deus scit: è la mia vera e massima penitenza in cui il Signore, ma più la mia insufficienza, mi tengono. Deus scit.

Se puoi, consigliami e consiglia. Per te leggi il manuale del Direttore e i ricordi confidenziali di Don Bosco e regolati a norma.

Ai novizi spiega anche bene il sogno: “Le cose future della Pia Società Salesiana” (21 Nov. 1881) – e formali (come hai fatto finora) ai tre grandi amori di Don Bosco.

Preghiamo ad invicem cotidie. Quando potrai una visita anche per me a Don Piacenza e Filippa.

Sempre pronto ad aiutarti in quanto posso.

Tuo

Don Cimatti

2468 / Berruti Pietro / 1940-3-25 /


46 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 25 marzo 1940


Amat.mo Sig. Don Berruti,

Proprio ieri, giorno di Pasqua, mi giunse la sua del 24/2/40 (colla copia conforme del 13/1) spedita per via aerea.20 Non so che via seguono le lettere, ma ad ogni modo il postale del Lloyd Triestino a tutt’oggi ha funzionato regolarmente, e penso che anche la Transiberiana, perché qui la posta ordinaria: giornali, Bollettino, ecc. arriva regolarmente. La sua partì da Torino il 22/2 e giunse qui il 24/3, tutto regolarmente: mi pare di aver pure ricevuto regolarmente tutte le comunicazioni, decreti, ecc. dei Superiori. Ogni mese da Genova o Trieste parte uno dei “Conti” triestini. Non riesco a capire se siano giunte le mie lettere-risposte (che per sistema ho di fare così).

Da questa sua risulterebbe che no – oppure non riesco a spiegarmi – o non so capire: insomma, ieri pomeriggio, dopo una mattinata di gioia – Pasqua, battesimi, due vestizioni di Seminaristi della diocesi – funzione di partenza di due nuovi novizi giapponesi per il nostro noviziato a Tokyo, ecc. – i crucci del nostro Don Cavoli – le solite di Don Marega verso di Lui – la partenza di Don Tassinari e più la sua lettera mi hanno amareggiato non poco. E pazienza. Mi è abituale: “Bonum mihi quia humiliasti me, Domine!”.

Dunque in breve, anche per il doveroso rispetto alla censura rispondo punto per punto…


  1. Per Miyakonojo è incaricato Don Bernardi. Forse riuscirò a mettere un terzo confratello. Poi si vedrà, perché temo che dovrò fare altri scombussolamenti per stare in sella. Mi parte Don Dupont – sono senza prefetto allo Studentato, ecc… e i Superiori vogliono le case colla minima regolarità se non si può colla massima…

E così, in Missione, si fa come si può… Ad ogni modo tento di ubbidire, e poi vada come vuole il Signore, ma in questa forma l’apostolato va a farsi benedire.

  1. Grazie dell’elezione – non so più quanti decreti o altro abbia avuto – ma dalla partenza di Don Carò ho sempre fatto anche questo mestiere e posso continuare.

Le conseguenze? Il Signore sa Lui quel che fa o permette. Spero riceverà la mia in cui le parlo di Don Tassinari…

  1. Nuova opera di Miyazaki – ho scritto ripetutamente rispondendo ai Superiori.

La lettera del 13/7/39 fu ricevuta e risposi il 14/8 (forse un po’ fortemente al punto indicato) rispondendo a tutte le domande, ma forse non giunse la mia. Comunque ecco in breve schematicamente la questione:21

::::

    1. Don Cimatti Ispettore riceve le angustie di Don Cimatti Prefetto Apostolico perché

    2. Vi è l’Opera dell’Ospizio (ora 140 ricoverati) a Miyazaki, vista, encomiata dai Visitatori. Ma ha un peccato originale, che non riesce a cancellare:


      1. Essere stato attivatore Don Cavoli, che non è nelle grazie dei Superiori e di vari confratelli (specie Don Margiaria e Don Marega);

      2. Il non essere passata alle dipendenze delle Figlie di Maria A. (che non l’hanno voluta);

      3. L’essere sembrato forse una novità, che in una missione affidata ai Salesiani si sia fatta un’opera così. E se anche Don Cavoli facesse dei miracoli, non crederebbero. È doloroso dirlo, ma è così (almeno Don Cimatti pensa così).22


    1. Il Prefetto Apostolico domanda all’Ispettore “nutrimi questi figliuoli (una cinquantina) – nutrimi i figliuoli dell’Ospizio delle Figlie di Maria A. (altra cinquantina) – quando questi non possono essere sotto la direzione delle Suore”. L’Ispettore dice: “È un’Opera conforme al nostro spirito”; ma per tema di sbagliarsi Prefetto Apostolico e Ispettore si rivolgono ai Superiori e supplicano gli dicano come devono fare, perché non possono mettere questi ragazzi sulla strada. Forse non fu ricevuta la mia del 14/8: ripeto in breve quello che dissi allora:


      1. Non si può parlare di posizione canonica di una casa o autorizzata dai Superiori, dal momento che domando come devo fare;

      2. Nella vicinanza dell’Ospizio vi è una casa campagnola dove sono ricoverati (oggi) una diecina di ragazzi, che sotto la guida di Don Cavoli, coad. Bealessio e Rosso – e se posso darò un chierico – lavorano terreni propri dell’Ospizio o presi in affitto. Bisogna pur vivere e insegnare a vivere…

      3. I confratelli fanno come meglio possono le loro pratiche di pietà – rendiconti – conferenze (mi pare) come nelle altre case. In generale all’esercizio di b. m. va Don Cimatti dal vicino Seminario, cui si reca anche Don Cavoli per le confessioni.


Rincresce ancor più a Don Cimatti il seguito “rincresce che non possiate dare…”23. Anche qui quanta incomprensione, tutto tutto quello che si è detto e scritto e che i Visitatori hanno veduto, e dopo i sacrifici (che solo sa il Signore) che si sono fatti e si fanno per le Figlie di Maria A.!

Ho stabilito un prete per Beppu per aderire al desiderio dei Superiori, e venire in aiuto ai nostri cari ammalati Don Arri e Don Cecchetti. Et hic finis. Non commento il resto, perché mi farebbe troppo male e correrei il rischio di trasmodare, e disgustare di più i Superiori.24

Finché le cose sono così, cercherò di tirare avanti come posso. Supplico i Superiori (non so per quante ennesime volte) a nominare questo benedetto attesissimo Ispettore – non voglio avere sulla coscienza rimorsi per andamento di cose, che non sono ritenute conformi allo spirito salesiano.

Ne ho già troppo nel passato, che mi furono appioppate… Don Carò, Don Lucioni... e altri… Per me stimo e amo Don Cavoli, nonostante il suo carattere, perché i Superiori me lo hanno affidato – come stimo e amo Don Marega nonostante il suo carattere, perché i Superiori me l’hanno affidato – idem Don Margiaria per gli stessi motivi. Ma ne soffre la carità ed il Signore renderà ancor più sterile la nostra già sterile missione…

La via per aggiustare tutto è unica, e bisogna addivenirci: mettano l’Ispettore: Don Margiaria, Don Bovio o altri, è così chiaro! E tolgano Don Cimatti da ingerenze direttive. Ma perché vogliono farmi morire senza la possibilità di dare questo buon esempio? Vado ovunque, e, meglio, se in altri lidi.

Bene per Don Cecchetti25. Sarà felice. Meglio ancora lo facessero Prefetto Apostolico…

E preghi per me, amatissimo Don Berruti. Mi scriveva olim il Sig. Don Rinaldi: “Mi pare che andavate meglio quando vivevate in maggior semplicità!”.

Mi sforzerò di farlo per me e per gli altri.

Preghi per me.

Don V. Cimatti

2469 / Berruti Pietro / 1940-3-26 /


47 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 26 marzo 1940

Rev.mo Sig. Don Berruti,


A schiarimento o complimento della lettera spedita ieri, per la questione, penso che se al momento non è il caso di pensare (ed è giustissimo andare coi piedi di piombo anche in vista dell’avvenire) ad un’opera salesiana (col. Agricola o altro) è un’opera della Missione in cui lavorano i salesiani (tanto, quanto avremo in missione, in pratica dovremo lasciarlo al clero giapponese).

Si farà il possibile a che i confratelli non ne soffrano nello spirito.

Ad ogni modo io ho domandato e domando consiglio ai Superiori e più supplico totis viribus quanto in lettera: bisogna mettere la scure alla radice doppia, che è il caso.

Don V. Cimatti

2470 / Berruti Pietro / 1940-3-28 /


48 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 28 marzo 1940


Mio amat.mo Sig. Don Berruti,

Nel ricevere la mia ultima compatisca certe espressioni, forse un po’ aspre, se non spiegate: non è certo cattiva volontà, né cattivo cuore. Ad ogni modo i Superiori vedano di consigliarmi e di compatirmi, ma credano che se possono fare questo benedetto Ispettore, e togliere di mezzo nelle forme che credono (ne sarei felice) questo benedetto Don Cimatti, che già tanti grattacapi ha dato ai Superiori, e tante fesserie ha già fatto e continua a fare, ne verrebbe davvero un gran bene.

I Superiori non mi vogliono credere, ma non ho testa per pensare e specialmente per agire, e finisco col non potere concludere nulla.

Non pensino a pompa di umiltà in queste affermazioni: è purtroppo la realtà di cui tutti sono convinti (e me lo fanno capire in tante forme) ed io non so, né posso metterci rimedio.26

Mi perdoni dunque l’amarezza della lettera e preghi, preghi molto per me.

Amo troppo i miei confratelli – no, sbaglio – il Signore li ama incomparabilmente più di me, ma vorrei amare loro e i miei Superiori, come Lui.

Suo

Don V. Cimatti



2471 / Tassinari Vasco / 1940-3-28 /


49 al chierico Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone

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Miyazaki, 28 marzo 1940


Carissimo Vasco,

Grazie della tua e delle notizie. Come vedi scrivo sul retro della tua carissima, così la utilizzo ed altre volte puoi scrivere anche tu con risparmio di carta.

Renato27 è ormai insediato a Tokyo e spero che farà bene, anzi ne sono sicuro, Deo adjuvante.

Grazie degli auguri: sei ben gentile e buono nell’avermi ricordato.

Per buttar via di casa l’io, Don Bosco ti suggerisce (nella bella biografia del Colle) “di saper dir di sì e saper dir di no” (io parafraso il suo pensiero).

Non ti farebbe male la lettura di questo libro… Per Renato (venuta) ho messo la cosa nelle mani dei Superiori e… chi vivrà vedrà. Prega per me che ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti

2472 / Circolare Salesiani / 1940-3-28 /


ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki



Miyazaki, 28 marzo 1940


Carissimi,

Mentre vi prego di riempire con cortese sollecitudine gli acclusi formulari, vi comunico:


  1. Il desiderio mensile del M. E. N. il primo del mese colle solite raccomandazioni: unione di spirito e di cuore, spirito di sacrificio in unione ai soldati, aiuto ai bisognosi.

  2. Il Santo Padre ha gradito assai il modesto obolo di S. Pietro (Yen 42,69) raccolto l’anno scorso ed invia di gran cuore l’apostolica benedizione. Comunicate il fatto ai cristiani.

  3. Il prossimo 16-17-18 si tiene a Tokyo l’annuale adunanza dei Vescovi e Capi-Missione. Qualora aveste qualche proposta da presentare sarò felice di essere vostro interprete. In quella occasione farò pure l’annuale visita alle tre case di Tokyo.

  4. Ovunque le feste Pasquali riuscirono con grandi frutti spirituali, ed il Signore ci ha consolato con alcuni battesimi, con la vestizione di due chierici per il Gran Seminario e con due nuovi novizi chierici. Deo gratias.


Non desistiamo dal lavoro e specialmente teniamo dietro a quanti non avessero ancora potuto compiere il dovere Pasquale.

Sia così lodato il Signore e si salvino le anime.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti



P.S. - Notizie solite dei nostri soldati. Nulla ancora di Tateishi. Nishimura fu colpito da violenti dolori artritici; ora va migliorando. Vi raccomando il ch. Dalkmann e Makino obbligati per motivi di salute a sospendere temporaneamente gli studi.

2473 / Barbaro Federico / 1940-3-28 /


50 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 28 marzo 1940


Carissimo Don Barbaro,

Pensa tu a segnalare al tuo parroco, secondo il prescritto dei canoni, la tua ordinazione al Suddiaconato.

Allegro, buono… e recita un salmo per me… il 108…28 con una serie tua di moccoli… santi… per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2474 / Zerbino Pietro / 1940-3-29 /


51 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 29 marzo 1940


Mio carissimo Don Pietro,

Al solito sii buon postino. Mi sei presente sempre… Grazie mio buon Pietro. Vedrai il Signore che buon pagatore.

Tuo

Don V. Cimatti



Ricevo oggi la tua del 29/2. Grazie delle notizie. Se credi, di’ al Sig. Don Berruti (ma lo saprà) [che] Cella ha bisogno di lavorare, lavorare, fiaccarsi nel lavoro, se no non si salva – lavoro, preghiera e temperanza.

Per Don Tanguy chi vivrà, vedrà. Per ora è inutile contarlo.29

Per quei libri sta’ tranquillo e non ordinare nulla né spedire nulla. Per le bottiglie… non ricordo neppur più… È meglio le bevano i Superiori… Al più dimmi chi le ha date, per ringraziare – ma è meglio non darle ai partenti.

Non preoccuparti per gli indirizzi del Bollettino.

Ricevuto e risposto (purtroppo un po’…) al Sig. Don Berruti.

Capito e già ricevuto nota per la cera e l’accredito.

Bravo Scoppello – non ho l’indirizzo e quindi fagli tenere il mio ringraziamento.

Ricevuto le copie del lavoro lirico… Eh! Caro, ormai… calco i teatri del Giappone e quelli sono friccioli… Sentissi e vedessi l’Opera Grazia Hosokawa… peccato non capiresti una forca… ma che musica! (ne ho introdotto anche brani di note in Italia). In maggio tre rappresentazioni a Osaka – due già a Tokyo. Buona propaganda anche questa.

Bravo! Prega e fa’ pregare per me. La Mamma e Don Bosco ci vogliono bene. Mi hanno regalato due seminaristi per la diocesi – 7 novizi e 5 preti nostri salesiani.

Ti abbraccio e benedico con un pugno a Don Pellegrini.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. - Ringrazia il bravo Sig. Aprili delle notizie che mi dà dietro le lettere. Saluti a Guaschino.

2475 / Ricaldone Pietro BS / 1940-3-31 /


52 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Libri, libri, libri30


31 Marzo 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Ho sott’occhio il catalogo, edito dalla nostra tipografia salesiana di Tokyo, delle pubblicazioni che in un decennio, come buon seme, abbiamo tentato di spargere in tutto il Giappone. Escludendo i libri o riviste stampati per conto d’altri e i singoli volumetti della collezione delle LETTURE cattoliche, sono un 120 volumi appartenenti a varie categorie, atte alla buona propaganda stampa in terra di missione ed alle forme della medesima secondo lo spirito salesiano. Un inno di grazie al Signore che ci ha procurato i mezzi allo scopo e ai generosi e sacrificati lavoratori della penna ed ai compositori e stampatori, che ci hanno ammannito tanto bene di Dio, che produrrà certo i suoi buoni frutti in patientia.

La scuola professionale Don Bosco, santa fucina di questo grande apostolato di bene proprio il 24 del mese di Febbraio riceveva l’approvazione governativa parificandola alle scuole dello Stato: è un passo avanti che ci dà fondata speranza e di nuove ascensioni nella buona propaganda e di un’allargata sfera di bene per tanta gioventù operaia. Il bravo Don Margiaria può davvero essere contento, Lui che da tanti anni lavora indefessamente in questa santa impresa; e con lui i suoi bravi collaboratori.

Ed ora urge il “sempre più e sempre meglio” di Don Bosco. Non voglio accennarle all’apostolato stampa dall’inizio del nostro lavoro in Giappone a tutt’oggi – né quanto specificatamente si fa in missione al riguardo, ma con una rapida corsa al catalogo, intrattenere Lei ed i nostri cari lettori del Bollettino salesiano in questa multiforme manifestazione di bene, uscita dalla nostra tipografia o sotto l’egida sua.

Sono già note ai nostri lettori e il Bollettino Salesiano e le Letture Cattoliche in lingua giapponese. Si preferiscono naturalmente libri in collana o collezione, perché obbligano ad un lavoro più costante ed intenso e forse più fruttuoso.

Così s’iniziò e si continua una modesta collezione “patristica”, un’altra Apologetica, un’altra per ammalati con centro a Beppu. Non manca l’inizio della collana drammatica, amena e musicale. Si è pure iniziata la collana dei libri latini (grammatica e autori). Gli altri libri sono Agiografie, di devozione, di studio della religione (Vangelo, storia ecclesiastica, ecc.). Sfogliando il catalogo mi pare di trovarmi in un vago giardino, dove il solerte giardiniere ha seminato con cura…

Quali saranno i frutti? Non è da dubitarne. Buoni, perché il libro buono, come dice il nostro Don Bosco “è uno dei mezzi atti a mantenere il regno del Salvatore in tante anime… Entra nelle case ove non può entrare il sacerdote… È tollerato anche dai cattivi come memoria o come regalo… Nell’ora della solitudine o della mestizia o del dolore o della noia o della necessità di svago o dell’ansia dell’avvenire è un amico fedele…”.

Oh, com’è perfettamente vero in questi paesi non cristiani; in questo grande Impero, ove l’opera della stampa è elevata alla sua estrema potenza! Oh, quando potremo dire con Don Bosco: “Avremo molte tipografie?”. Ci aiutino i nostri amici e benefattori in questa opera di estrema necessità assoluta.

Giacché sono in tema di propaganda di bene non le sarà discaro conoscere una forma che mi segnala da Tokyo il nostro confratello Don Felici.

Un suo buon amico giapponese può andare nelle scuole elementari per registrare dischi per grammofono con canti e saluti in italiano e giapponese, da inviarsi poi alle scuole d’Italia a titolo di relazione culturale. Per insegnare la pronuncia italiana fu invitato il nostro confratello, che, arrepta occasione, procura di ammannire a quei bravi giovani qualche pensiero religioso e qualche gustoso episodio della vita di Don Bosco educatore. Strano come anche, tra questi frugoli sia sentita con gusto e simpatia la vita di Don Bosco!

L’udito dire acuì il desiderio pure di vedere ed ecco che già in varie scuole elementari di Tokyo si poterono proiettare dal nostro confratello belle diapositive colorate della vita di Don Bosco. Semi gettati a piene mani colla parola e per la vista in queste care anime semplici e belle.

Quali i frutti? Il Signore disponga per il bene. Intanto alcuni di questi ragazzi hanno scritto al missionario, con quella gentilezza che avvince fin dai primi incontri e che è così propria del giapponese: “Anche finito il lavoro dell’impressione dei dischi, non dimenticarti di noi”.

Come può il salesiano dimenticare i giovani?

In preparazione alla Pasqua il Signore ci ha regalato cinque preti novelli salesiani.

Hanno compiuto la loro preparazione in Giappone, e abbastanza attrezzati iniziano il loro lavoro salesiano missionario ed hanno buone attitudini al lavoro della propaganda stampa, di cui hanno già dato prova con discrete pubblicazioni.

Oh, ci conceda il Signore d’essere anche in questo degni figli ed imitatori di Don Bosco.

Ci benedica, amato Padre, e voglia il Signore che la mia povera relazione faccia sorgere qualche mecenate per la buona stampa cattolica salesiana in Giappone.

Suo come figlio

Don V. Cimatti



2476 / Ricaldone Pietro / 1940-3-31 /


53 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Settantacinquesimo memorabile!31


Miyazaki, 31 Marzo 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

La data non interessa direttamente la nostra cara Missione, che non ha al suo attivo neppure quindici anni compiuti, ma è una data storica per la Chiesa in genere e per la Chiesa Cattolica in Giappone in specie, che fu celebrata solennemente a Nagasaki il 31 Marzo, il settantacinquesimo della scoperta dei cristiani dopo le persecuzioni.

È una pagina fra le più belle e interessanti nella storia della Chiesa, che merita di essere ricordata ai nostri cari Cooperatori e Cooperatrici – le meravigliose vie che tiene la Provvidenza nel conservare e propagare la fede tra i popoli vi sono mirabilmente delineate – è questa scoperta che contribuì validamente a far cessare la persecuzione e fu movente primo della concessione della libertà religiosa al nuovo Giappone.

Date e ricordi salienti. S. Francesco Saverio resta due anni e cinque mesi in Giappone. Dall’estremità sud del Giappone si spinge fino a Kyoto, allora capitale, e viene a finire la sua corsa apostolica a Oita. Alla sua partenza (tra il 15-20 Nov. del 1551) i risultati sono assai modesti – piccole oasi in un gran deserto di anime, sono quattro o cinque cristianità: ma il seme è gettato. I bravi padri della Compagnia di Gesù seguono i solchi tracciati, ed è una vera corsa al Vangelo dal 1549 al 1640. Segue il periodo di un violento, sistematico, organizzato incessante arresto, come una morsa che viene lentamente, ineluttabilmente chiudendosi dal 1614 al 1873, e che schiaccia fra le sue maglie. Il Giappone resta isolato da tutto il mondo – proibito assolutamente l’ingresso ai missionari stranieri – impossibile ai giapponesi di recarsi all’estero – si poteva pensare all’annientamento della Chiesa cattolica in Giappone.

Ma il fuoco sacro della fede dei primi umili cristiani sfuggiti alle persecuzioni è solo nascosto, non distrutto – un’organizzazione forte e semplice ne è la difesa, ed in pratica è l’organizzazione catechistica che tradizionalmente si trasmette. Le speranze della Chiesa per il Giappone non sono perdute: si tratta di risuscitare.

La Società delle Missioni Estere di Parigi, così gloriosa nei fasti della storia delle missioni in Oriente, prende la direzione di questo movimento e si assume l’impegno della rievangelizzazione del Giappone.

Altra data memorabile 28 Aprile 1844: il primo missionario (P. Forcade) approda in Giappone. Da quel giorno quanti eroici sacrifici, dolori, ansie, tentativi…

Ma un fatto aveva vivamente impressionato i missionari cattolici. Un giorno l’archimandrita ortodosso russo, cappellano della nave ammiraglia, era disceso a diporto, rivestito delle sue insegne colla croce pettorale. Un paesano gli si accosta e gli mostra una piccola croce che teneva nascosta, dicendogli che era uno di quelli che erano rimasti fedeli, essi ricordavano i nomi di Gesù e Maria e conservavano la croce come simbolo della loro fede. Ma poi non si seppe più nulla dell’individuo né si verificarono altri incontri.

Finalmente nel 1858 il Giappone apre ufficialmente i suoi porti alle potenze straniere e permette costruzione di chiese da servire solo per gli stranieri, e nel 1864 è costruita a Nagasaki l’attuale cattedrale, inaugurata il 19 febbraio 1865 e dedicata ai martiri giapponesi. Ne è parroco il P. Petitjean. Sua preoccupazione è trovare qualche discendente di antichi cristiani e mediante questi mettersi in relazione cogli altri.

Il venerdì 17 marzo 1865 un gruppo di una quindicina di persone giapponesi va a visitare la nuova chiesa, e mentre il buon missionario pregava il Signore affinché gli volesse mettere parole appropriate per la conversione di quelle anime, una donna sulla sessantina si avvicina e a bassa voce quasi temesse di essere ascoltata sussurra: “Quanti siamo qui presenti abbiamo il tuo medesimo cuore”. “Ma voi di dove venite?”. “Da Urakami (ora è una parte della città di Nagasaki): e là quasi tutti hanno il cuore nostro”. E subito la donna domanda: “L’immagine della Madonna S. Maria dove è?”. A queste parole il missionario non ha alcun dubbio: egli è certo presente ai discendenti degli antichi cristiani. E di fronte alla statuetta della Vergine tutti s’inginocchiano, mentre le brave donne si effondono in atti di ammirazione: “Oh, sì, è davvero Santa Maria… Guardate sulle braccia il suo Figlio divino Gesù!”, e parlano al missionario di quanto sanno di religione.

La scoperta è fatta: la chiesa e la croce su di essa inalberata fu il primo richiamo – la Vergine guida a Gesù i suoi figli, che sono a migliaia nascosti nei villaggi, nelle isole, fedeli alle tradizioni dei loro antenati. Il missionario incomincia le sue relazioni. Sparsasi la voce, a piccoli gruppi, per non destare sospetti, vengono i cristiani da varie parti. E quello che più interessa e che certifica la trasmissione esatta delle note caratteristiche della Chiesa è l’insistenza con cui i cristiani domandano al missionario: “Tu e Roma avete il medesimo cuore? Chi ti invia è il gran Capo di Roma?”. “Non hai dei figli?”, domanda timidamente. “Voi e i vostri fratelli non cristiani sono i figliuoli che il buon Dio mi ha dato. Come i vostri primi missionari, noi dobbiamo conservare per tutta la vita il celibato”.

Esplosioni di gioia tra profonde inclinazioni: “Ah, Santa Maria, sono Vergini, sono Vergini! Grazie, grazie!”. Culto della Vergine, primato della S. Sede, il celibato ecclesiastico, ecco i segni a cui i discendenti dei cristiani riconobbero i nuovi missionari per i veri successori degli antichi.

Dal 1865 in forme diverse si ripigliano le vessazioni contro i cristiani, fino al regime di tolleranza (1873) – alla libertà di culto (1889).

La data del 75° della scoperta fu celebrata cristianamente con un solenne triduo, uso missione, e culminò col solenne pontificale nella Chiesa massima di Nagasaki e con la rievocazione commossa di quanto ho sopra sunteggiato dal bel discorso tenuto. Fra i presenti vi erano non pochi che da ragazzetti avevano partecipato al doloroso stato di cose degli ultimi anni e si può pensare con quale commozione partecipavano alla maestosa rievocazione.

Alla sera per le colline di Urakami si veniva snodando la magnifica processione eucaristica con la partecipazione di oltre 10.000 cristiani, dei Vescovi e Prefetti Apostolici o loro rappresentanti del Giappone. Gesù trionfa fra quelle terre che furono benedette dagli eroismi dei martiri. Un monumento-ricordo sarà eretto sulla collina del martirio ed un busto commemorativo del P. Petitjean vicino alla Chiesa dove avvenne la felice scoperta.

Il Signore, che così mirabilmente guida gli avvenimenti, aiuti anche gli attuali missionari a scoprire le vie per far penetrare in abbondanza Gesù e i suoi insegnamenti fra questo gran popolo.

Ci benedica tutti e mi creda:

Obbligatissimo

Don V. Cimatti



2477 / Crevacore Alfonso / 1940-3-… /


54 al chierico Alfonso Crevacore, missionario salesiano in Giappone

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Marzo 1940


Carissimo Alfonso,

Non sapendo a che punto preciso sei degli studi: pensa da te alla storia e alle scienze, studiate possibilmente su testo giapponese.

Storia: da dove sei rimasto in Studentato in avanti. Scienze: comincia dalla chimica (sono due volumetti). Anche se già l’hai studiata ripassala in giapponese, e finitala mi dirai e assegnerò altro.

Tuo

Don V. Cimatti

2478 / Arri Carlo / 1940-4-2 /


55 a Don Carlo Arri, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 2 aprile 1940


Carissimo Don Arri,

A quanto so io entro i 14 giorni c’è da segnalare le residenze Missionarie che non hanno l’approvazione, come associazione (kessha), pena multa ecc. Mi pare non sia il caso né di Beppu né di Morie.

Quelli coll’approvazione (ninka) sono automaticamente approvati e nel termine di due anni debbono fare poi pratiche.

Siamo tutti (così mi dissero i Vescovi a Nagasaki) in attesa degli ordini da Tokyo.

Non ho risposta ancora di alcuni dei nostri centri per studio, ecc. della Provincia di Miyazaki.

Per questi se non arriva l’approvazione, domanderò l’autorizzazione come “Associazione” (Kessha) colle relative pratiche.

Ecco quanto so dirti. E… prega per me assai.

Tuo

Don V. Cimatti

2479 / Castiglioni Alberto / 1940-4-2 /


56 al chierico Alberto Castiglioni, missionario salesiano in Giappone

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[2 aprile 1940]

Carissimo Castiglioni,

Buon onomastico (6 aprile). Servite Domino in laetitia e va avanti da buona pecorella del Signore e vedrai che tutto andrà bene.

Prega per me e fa’ un bel duetto con Petracco cui darai un pugno di affetto.

Tuo

Don V. Cimatti

2480 / Grigoletto Giuseppe / 1940-4-4 /


57 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Miyazaki, 4 aprile 1940


Carissimo Don Giuseppe,

Grazie delle due magnifiche foto. Farò pubblicare. Mi pare di averle già, perché anni fa disturbai molti per un lavoro su Ito Mancho32 e mi pare di aver ricevuto proprio quella. Ho dato tutto il materiale che avevo a Don Tassinari a Tokyo e fra poco saprò.

Unisco il primo frutto della corrispondenza col fratello. Mi inviò anche un giornalino di Vicenza che penso conoscerai. Farò il possibile per la corrispondenza mensile.

Hosokawa si darà a Osaka in maggio per tre sere nel massimo teatro, si fecero varie aggiunte e speriamo riesca bene per la gloria di Dio e per un po’ di bene agli uditori, che nella rievocazione delle loro glorie storiche, possono sentire la predica modica e… fatta per loro… in una nuance impercettibile.

I due solisti cantano benino, a Osaka ci saranno forse cori e orchestra migliori di Tokyo – gli attori sono del primario teatro giapponese (Kabuki) di Tokyo e fanno in maniera impagabile… e sono non cristiani.33

Beh! Prega per me che ti ricordo cotidie coi tuoi inscritti a esperimenti di ortaggio e giardinaggio… Se vogliono possono trovare buone norme nelle mie lezioni di agricoltura!!! (Vol. 2°). Anche le zucche sono buone… Ah, gustassi le kaboche giapponesi… E poi chi è più buono di te… zucca Baruca?

Allegro sempre.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. - Saluta omnes. Ad occasione al buon Don Debelli – non ricordo dov’è. – Un pugno al tuo direttore e prefetto.


2481 / Barbaro Federico / 1940-4-4 /


58 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 4 aprile 1940


Carissimo Barbaro,

Grazie di tutto… tu capisci… e non mi perdo in sbrodolamenti.

In un’opera musicale c’è chi canta “E dilla dunque la parola…”. Mi pare così naturale che debba dirla, che non capisco davvero, come tardi tanto. Ma è naturale che Gesù è meticoloso… meglio zelotes ed è detto tutto.

L’inferno (è il James che lo dice) è selciato di velleità (non di buoni propositi). La velleità si frantuma ad una condizione sola: “abbandonarsi…”.

Se ammiri S. Teresa del Bambino Gesù devi ammirarla perché si donò come giocattolo a Gesù, e Lui ne ha fatto quel che ha voluto. La sposina?… Digne attente ac devote… e possibilmente in Chiesa. Allegro.

Tuo

Don V. Cimatti


2482 / Ricaldone Pietro / 1940-4-6 /


59 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 6 aprile 1940

Rev.mo Sig. Don Ricaldone,


È l’anniversario del transito del nostro amat.mo Sig. Don Rua: al solito un po’ di rendiconto.

Salute: buona, disturbi, forse prodotti dagli anni (pur essendo più giovane di Lei…), specialmente quando vado a riposo e non riesco ad addormentarmi subito. Mah! Mi metto nelle mani di Dio e avanti.

Lavoro: pensi pure che ce n’è – e quando non ce ne fosse ne cercherei; ma non pensi che ne sia sopraffatto. Il solito mio pensiero: la lontananza da Tokyo e le occupazioni della missione non mi permettono di assolvere bene né l’una né l’altra mansione. Vedano i Superiori ed anche in questo… avanti finché a Dio piace.

Per lo studio, nel rileggere il manuale del Direttore ho preso qualche proposito in relazione agli studi sacri.

Pratiche di pietà e regole e Ss. Voti: nulla di speciale.

Carità e relazione coi confratelli: per parte mia nulla. Debbo frenarmi a tutto potere nelle manifestazioni esterne e coi confratelli e giovani – verso tutti mi sento più portato che respinto. Che farci se il Signore mi ha dato questo povero cuore fatto così?

Per i confratelli: ho una decina di seminaristi soldati – e tre cari confratelli. Ch. Nishimura (spero presto congedato – ferito di guerra) e Ch. Maki (è agli inizi) e coad. Tateishi (di cui da troppo tempo non abbiamo notizie).

Una benedizione e preghiera speciale per loro. Può capire! Si cerca di eseguire quanto i Superiori raccomandano, tanto più che i nostri cari non possono avere neppur lontanamente l’ombra dei conforti spirituali e materiali, che si possano pensare da noi.

Temo che il ch. Dalkmann si avvii a malattia polmonare. Ora è in riposo. Davvero un santo confratello.

Gli altri benino tutti. Spiritualmente dissesti non ci sono. Ho qualcuno che ha bisogno di puntelli, e se non riuscirà a sostenersi bene, non c’è che la cura di Via Cottolengo, 32. Ah, se i Superiori fossero lì dietro l’isola Kyushu o a Tokyo!… Quante malattie si potrebbero curare con una visita anche ordinaria.

La mia apprensione è di non aver trovato una soluzione da proporre ai Superiori per i nostri orfanelli, uscenti dall’Ospizio di Miyazaki e dalle Figlie di Maria A. di Beppu. Sono di condizioni così disparate: normali e meno – riuscenti o no negli studi – non mancano disgraziati di costituzione. Fino a bocce ferme si cerca di smistare come meglio si può, un po’ qua un po’ là. Feci la proposta ai Superiori dell’istituzione di qualche cosa a Miyazaki da affidare alla Congregazione, ma mancano ancora gli elementi chiari a noi per l’avvenire, che illuminino i Superiori per una decisione concreta.

Intanto sta il fatto che bisogna pure che qualcuno si occupi di loro – questi confratelli che lavorano per questi poveri figliuoli hanno pure diritto di essere nelle condizioni degli altri, come casa, ecc. – naturalmente i Superiori dicono: “Ma che razza di casa è?”, perché dai dati non risulta la regolarità, ecc., ed il povero Don Cimatti è tra l’incudine e il martello, tanto più che questo stato di cose essendo un logico corollario dell’Ospizio (che non ha trovato nel mondo salesiano giapponese che troppo scarse simpatie fin dagli inizi) viene a trovarsi in difficoltà anche maggiori.

La casa è una più che modestissima casa giapponese (che ora si sta un po’ allargando) con una ancor più modesta stalla, con vacche, ecc. Vi abitano Don Cavoli, coad. Bealessio, Rosso e gestiscono e lavorano campi il cui provento serve a mantenere in parte la famiglia dei miei poveri vecchi e fanciulli. Fosse possibile aggiungere qualcuno è l’embrione di una piccola modesta colonia agricola, che permetterebbe una vita più regolare e fruttuosa spiritualmente. Non bisogna dimenticare però che siamo in missione. Le modalità sostanziali della vita di comunità e per le pratiche di pietà (si fanno nella chiesa dell’Ospizio) ci sono – potessero farle in sede propria sarebbe meglio certo – se al posto di Don Cavoli, che ha già tanto lavoro, potessi trovare uno che fosse davvero disposto al sacrificio (al momento non lo trovo) e se avessi i mezzi per trasportare altrove tutto questo (che al momento è necessariamente legato all’Ospizio – e lo sarà finché la nuova Congregazione non potrà prendersi la gestione di tutto) forse ci si potrebbe vedere anche più chiaro per l’avvenire, dato, ripeto, le condizioni di questi poveri ragazzi:


      1. Di vari non posso pensare (anche se sembrasse avessero vocazione) ad avviarli alla vita sacerdotale o religiosa, perché irregolari.

      2. Altri non posso avviarli ad arti o mestieri (uso scuola) che non riuscirebbero negli studi.

      3. Altri sono difettosi organicamente.

      4. Non sempre si possono fare adottare da famiglie.


Ecco al momento il mio cruccio più grande per queste povere anime che, come missionario devo pur accudire – che, come salesiano, non trovo modo di presentare come opera che dia affidamento di riuscita, data la natura dei giovani (che di tanto in tanto anche scappano) – coi quali ci vuole l’applicazione assoluta del sistema preventivo, e per disgrazia in Giappone si diventa nervosi che è un piacere (Don Cavoli e il coad. Bealessio… e dovrei continuare una lunga lista… ne sanno qualche cosa …).

Non so se sarò riuscito ad esprimere la mia pena e far capire la mia necessità.

Lo smistamento lo faccio in Seminario (che a tutt’oggi è anche aspirantato) o alla scuola di Don Margiaria o a Nakatsu o (difficilmente) presso famiglie – ma per chi non può partecipare a questa categoria non rimane che la terra – d’altra parte (come dico) alcuni non possono frequentare scuole e occorrerebbe lavoro spiccio di cucito, scarpe et similia.

Ho cercato di aprire l’animo mio per consiglio e conforto. Si tratta d’inizi – si tratta di missione – e c’è bisogno di gran carità, pazienza, verso questo povero uomo… È quella che invoco… deplorando l’ultima mia lettera al Sig. Don Berruti in cui qualche frase un po’ forte ha bisogno di essere spiegata alla luce di quanto le ho detto. Quanto all’Ospizio, alle suore indigene della Carità e al Seminario non ho cercato che di applicare gli insegnamenti di Benedetto XV e Pio XI sulle missioni come opere della Missione e così Nakatsu, Beppu (ammalati) e Asilo di Oita.

Deploro altamente che le Figlie di Maria Ausiliatrice si siano allontanate da Miyazaki, perché abbiamo perduto una bella opera di bene, e sono tutte storie le paure di non aver vocazioni o far ombra ecc. Francamente penso così.

Ecco il problema poi che bisogna collegare colla permanenza di Opere salesiane nell’attuale Prefettura, e che fa (penso) trattenere i Superiori da una soluzione decisiva – e far trattenere pure Don Cimatti. Fra non molti anni, se tutto procede bene regolarmente – una diecina, se non prima – si potrà cedere la missione al clero indigeno. Assumerà pure tutte queste opere? Per alcune, è chiaro, non c’è difficoltà: asilo, Seminario, Ospizio (suore della Carità) – ma per gli orfanelli uscenti? Ecco il mio dubbio e la necessità di pensare ad una buona soluzione locale o dove?

Mi scusi, amatissimo Sig. Don Ricaldone, se le ho fatto perdere tanto tempo, ma che vuole, da una boccia come me, più che disturbi…

Preghi affinché riesca a fare una buona vita ed una santa morte. Mi benedica coi miei.

Suo

Don V. Cimatti


2483 / Caviglia Alberto / 1940-4-6 /


60 a Don Alberto Caviglia, salesiano e studioso di Don Bosco

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+ Miyazaki 6 aprile 1940

Amat.mo D, Alberto,

Viva viva D. Alberto

viva viva in questo dì

al Caviglia offro un serto

di preghiere. Lì per lì

ripensando ai tempi antichi

ben vissuti a S. Giovan

in altri anni ben aprichi

di lavori e senza affan

ripensando la figura

dell’Alberto e compagnon

allorquando “chi non tura”

si cantava con frastuon,

il mio cuore si ridesta

a gran gioia ed emozion

ed in questa bella festa

scioglie lieto la canzon.

O Caviglia, o gran Caviglia

vivi a lungo, a lungo ancor

finché morte non ti piglia

per condurti al tuo Signor.

Ed allora D. Pagella

sul bel tema della lancia

risplendente come stella

e così di seguito, come si faceva allora…

Non pensi che D. Caviglia e gli amici di S. Giovanni siano passati nel dimenticatoio. Più invecchio e più si acuisce l’affetto riconoscente per Lei e per ognuno dei singoli con cui ebbi speciale relazione allora… Ho sott’occhio i nomi di tutti i cari amici di S. Giovanni: nomi di benefattori insigni, di colleghi amatissimi, di allievi indimenticabili, di miei superiori fin dalla mia fanciullezza (oh, mio buon D. Brezza!), di mie guide spirituali (mio ottimo D. Notario!) e di altri che se a quei tempi non erano presenti a S. Giovanni, aiutarono il povero D. Cimatti, sempre (come potrò dimenticare il mio amatissimo D. Vallino?). Insomma se dovessi dire dei presenti ed assenti (i nostri cari morti di San Giovanni) non me la sbrigherei troppo presto. A tutti il grazie e la quotidiana preghiera, anche se non riesco a scrivere a tutti.

E Lei D. Caviglia come sta? La vedo, la penso con frequenza – e prego sempre per Lei.

Mie notizie: le solite – salute buona – lavoro ce n’è, grazie a Dio, sì da non aver tempo ad ammalarsi – per il resto “oh D. Cimatti fa bene” – direi meglio “tenta di far bene” pur non imbroccandone una. Ad ogni modo il Signore mi aiuti a far meno fesserie possibili, ed anche Lei mi aiuti colle sue preghiere, cui tanto ci tengo e conto! Le notizie nostre di un certo rilievo le apprende dal Bollettino. E… avanti! Avanti sempre anche se apparentemente non si vedono risultati. Per me penso che il lavoro missionario in Giappone è un po’ come quello di Roma antica: un bel giorno si sveglieranno e si meraviglieranno di esser cristiani. Oppure mi piace paragonare il lavoro missionario in Giappone a quello delle formiche bianche… insomma in silentio, in spe et in patientia.

Cogli auguri più vivi a Lei e a quanti conosco e anche agli altri assicuro ricordo, indimenticabile riconoscenza, quotidiana riconoscenza.L’abbraccia e bacia il suo aff.mo

D. V. Cimatti

2484 / Ferrari Giacomo / 1940-4-8 /


61 a Giacomo Ferrari, salesiano laico missionario in Giappone

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Miyazaki, 8 aprile 1940


Mio carissimo Ferrari,

Mi dicono che sei ferito ad un dito. Fa’ attenzione…

Spero il 15 essere a Mikawajima, quindi un mestolo di più… e così ci parleremo.

Ho detto le due Messe pregando assai per te, mamma e le vostre intenzioni.

Preghiamo ad invicem.

Tuo

Don V. Cimatti


2485 / Faustino Grigoletto / 1940-4-9 /


62 a Padre Faustino Grigoletto, francescano, fratello di Don Giuseppe

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Miayzaki, 9 aprile 1940


Amatissimo Padre,34

Rispondo subito alla sua e partecipo con abbondanti preghiere al vostro vivo dolore. E avendo occasione di scrivere a Don Giuseppe voglio assicurarlo della commissione fatta e della partecipazione nostra al vostro gran dolore.

Ero in relazione epistolare con la zia: non ricordo se era presente a Bolzano alla bella sua festa. Continuiamo a ricordarci ad invicem.

Suo

Don V. Cimatti



2486 / Serié Giorgio / 1940-4-13 /


63 a Don Giorgio Serié, Consigliere Generale per gli Oratori

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Miyazaki, 13 aprile 1940


Amatissimo Sig. Don Serié,

Nel suo bel giorno onomastico stia sicuro che tutta la famiglia missionaria salesiana del Giappone e anche i nostri poveri Oratoriani pregheranno per Lei; non so dirle altro, perché purtroppo non sono poeta o scrittore. Accetti il ben poco che possiamo fare per Lei.

I nostri oratorietti al solito: altalena, flusso e riflusso – l’elemento cristiano poco; quello non cristiano, difficile.

Ci aiuti il Signore. Ho sotto le armi 8 seminaristi e 3 confratelli (2 chierici e 1 coad.) cerchiamo di far per loro quel che si può, anche secondo i desideri dei Superiori, ma qui non siamo in paesi cattolici.

Preghi per noi, carissimo Don Serié, e più per me, che ogni giorno più concludo nulla.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti

2487 / Circolare Salesiani / 1940-4-13 /


64 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 13 aprile 1940


Carissimi,

Dall’inizio di questo mese si è incominciato in Giappone un movimento per il rimboschimento là dove è possibile ed il M. E. N. raccomanda di favorirlo in tutte le forme possibili. Passo a voi l’esortazione affinché, arrepta occasione, col consiglio e coll’esempio vogliate portare il vostro contributo.

A Tokyo spero di aver notizie più esatte della nuova legge delle religioni. Al momento non abbiamo da presentare domande speciali. Alcune residenze sfornite di riconoscimento hanno il semplice “todoke” (segno di pratica inoltrata) come associazione ed otterranno il riconoscimento dopo che la religione Cattolica avrà ottenuto il riconoscimento ufficiale.

Quanto vi sarà da fare in seguito vi sarà comunicato; urgendo qualche pratica fatemelo sapere oppure domandate direttamente al Centro Cattolico, presso l’Arciv. di Tokyo.

Finalmente si hanno notizie buone del nostro confratello Tateishi: sta bene e si raccomanda alle preghiere di tutti.

Non dimentichiamo di accudire i cristiani che non avessero ancora potuto compiere il dovere pasquale.

Pregate per il vostro aff.mo Don Cimatti che domanda pure preghiere speciali per il buon esito della visita annuale e per gli esercizi spirituali dei nostri confratelli dello studentato di Tokyo.


2488 / Bernardi Angelo / 1940-4-13 /


65 a Don Angelo Bernardi, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 13 aprile 1940


Carissimo Don Bernardi,

  1. Il bravo Don Mukai mi parla di un mondai (problema), che ti prego di chiarire a Don Liviabella, affinché egli possa chiarire a sua volta la cosa a Don Mukai35. Se vi fu sbaglio da parte tua, cerca di ripararlo (restituzione e scuse): se non vi fu, chiarire che non vi fu. Tutto fatto con gran carità e larghezza d’animo – tanto più che disgraziatamente voi due non andate troppo d’accordo – (ed è già dagli inizi delle vostre relazioni) – tanto più che ne andrebbe di mezzo anche del tuo buon nome, ed i giapponesi sai che parlano. È l’unico prete giapponese con cui dobbiamo avere relazione – e se fin da principio non si va d’accordo, dame (non va bene…) Il fatto è di una lettera contenente intenzioni di Ss. Messe, che per sbaglio d’indirizzo andò a Miyakonojo – è di un amico di Don Mukai che le inviava. A te ora la questione ut supra, perché l’amico domanda a Don Mukai se ha ricevuto, ecc.

  2. Così pure ab initio avendo detto a Don Mukai nello stabilire le cose, quali erano le probabili entrate, ecc. gli accennai anche ai fitti dei terreni, che se da riscuotere ancora andavano al missionario di Tano. Ti prego non insistere più su quell’argomento: dirai senza timore a Don Cimatti quanto è la somma, e se non ti fu data ti sarà data intuitu nuova costruzione di Miyakonojo, e se già fu da te riscossa, sarà da me data. Anche di questo ti prego di trattare con Don Liviabella che non avrei informato (e avrei trattato direttamente la cosa con te e con Don Mukai) se non avessi stasera da partire per Tokyo.

  3. Così (ed è naturale che succeda così) i cristiani dalla povertà in cui si trova il prete, cominciano a dire che tu hai portato a Miyakonojo molta roba di biancheria, coperte, ecc. Certo che la povera Tano che era discretamente fornita, ora è al corto di tutto. Come già ti dissi e per la pulizia e per il disordine di tante di queste cose, abbiamo davvero fatto davanti a tutti una figura ben meschina, colpa mia, lo so, nel trapasso al sacerdote giapponese.


Idem dicono che tu dicevi che oltre i soldi pel vitto ricevevi Yen 28 circa – e quindi lui pensa che non gli si dia quanto si dà agli altri, ecc. ecc.

Don Cimatti crede un fico secco a queste dicerie, ma ti prega di chiarire pro bono pacis et charitatis et ad vitanda pejora.

Coraggio, mio Angelo! Uomini come siamo, tutti abbiamo difetti – il riconoscerli in noi, è dovere – il sopportarli in noi e negli altri è virtù!

Tu sai quanto voglio il bene dell’anima tua e sono disposto a sopportare tutto perché regni fra noi la carità.

Come vedi anche in questo caso è sempre fonte di disordini quel benedetto soldo. Beh! Preghiamo ad invicem e ci benedica il Signore.

Salutami Maccario – fissami poi per tempo la domenica per la visita e inaugurazione della Chiesa. (Ho già impegnato Domenica della Trinità e 1 Giugno).

Tuo

Don V. Cimatti



2489 / Solari Carmela F.M.A. / 1940-4-22 /


66 a Suor Carmela Solari, missionaria delle F.M.A. in Giappone

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Mikawajima Tokyo,36 22 aprile 1940

Rev.ma Madre,37


In merito a quanto accennavo l’altro giorno, eccole il pensiero nostro (Don Cimatti e Consiglio) per ciò che si riferisce al problema asilo.


    1. Nell’attuale condizione di cose mondiali i Superiori nostri non permettono istituzioni nuove di qualunque genere.

    2. Le opere sociali di Mikawajima quindi bisogna continuino nelle attuali condizioni,

    1. Per non perdere il frutto del riconoscimento

    2. E perché non si potrebbe ora sostituire con altra opera, in un’eventuale sottrazione dell’Asilo.

    1. Si pregano quindi le Figlie di Maria Ausiliatrice:


    1. Di lasciare in posto l’attuale takujisho (opera per l’affidamento giornaliero di bambini)

    2. Presentando alle autorità il nuovo o come


      1. Nuovo asilo (tenendo il presente come takujisho) o come

      2. Sdoppiamento dell’attuale, continuando le Figlie di Maria Ausiliatrice a tenere le due sezioni.


Per eventuali sussidi concessi alle opere sociali di Mikawajima non vi è difficoltà a farne parte alle Figlie di Maria A.

Pare che così non ne verrebbero perdite materiali da ambo le parti.

Qualora poi le Figlie di Maria A. avessero altre proposte in merito ben volentieri verrebbero di comune accordo studiate.

Qualora infine le Figlie di Maria A. domandassero in blocco di avere la diretta responsabilità di tutte le opere sociali, non si ha difficoltà a concederla: ma si domanda allora (finché almeno le opere rimangono nelle sedi attuali) che le Figlie di M. A. corrispondano ai pesi di proprietà in forme da stabilirsi dalle due parti.

Il cambiamento dei direttori della casa ha portato a che dovessi trattare direttamente la questione. Il nuovo pure, non essendo al corrente, non potrà risolvere in fretta le questioni. Al solito in mia assenza Don Margiaria mi sostituisce.

Penso di partire (se sarò vivo) il 25 c. m. alle 11 di notte.

Il bravo catechista di Mikawajima che alle volte è interpellato per pratiche presso le autorità, non può naturalmente agire se non conforme alle direttive ed ordini che riceve da noi: mi manifestò le sue shinpai (= preoccupazioni), i vostri desiderata. Ecco anche il motivo che m’indusse a scrivere per vedere di metterci su una linea di comune intesa, ed affinché non sembri, extra, che si agisca non di comune accordo.

E preghiamo per il buon esito degli esercizi e per le vestizioni dei nostri.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti

2490 / Lea (?) / 1940-4-24 /


67 alla Sig.ra Lea, benefattrice

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+ Miyazaki, 24 aprile 1940


Ill.ma Sig.ra Lea,

Il buon D. Liviabella mi comunica le sue notizie e la sua carità di preghiere e i suoi aiuti. Il Signore rimeriti e centuplichi. Mi trovo a Tokyo ove domani 6 giapponesi vestiranno l’abito per farsi salesiani.

Preghi per loro e per noi. Come vede la carità dei buoni ci aiuta a fare un po’ di bene. Deo gratias! nel mese di maggio faremo speciali preghiere per Lei e per la sua famiglia.

Ossequi a suo marito che ringrazio di cuore per quanto fa per noi. Preghino anche per il loro riconoscente

D. V. Cimatti, Pref. Ap. Miyazaki




2491 / Direttrice F.M.A. Tokyo / 1940-4-27 /


alla Direttrice delle F. M. A. di Tokyo



Nagasaki, 27 aprile 1940


Rev.ma Madre,

Scrivo da Nagasaki dopo il 1° concerto – non ho altra carta né inchiostro. Non potei rispondere subito alla sua carissima del 24 c. m.

Potei parlare solo un po’ colle due suore, spiegando il mio concetto (che è quello pure del Consiglio) perché avevo da predicare, ma so che si sono intese con Don Margiaria che è ancor più di me al corrente della questione.

Chiarisco il mio pensiero pel resto della lettera.

La soluzione dei due asili o takujisho deve essere solo provvisoria – finché cioè


  1. Le Figlie di Maria A. non assumeranno in pieno le opere (cosiddette) sociali di Mikawajima

  2. Finché i salesiani non sostituiranno qualche altra opera alle uscenti.


Quando questo possa avvenire il Signore solo lo sa perché è in relazione


  1. Alla fine delle attuali condizioni giapponesi e mondiali – al momento i Superiori nostri non permettono nuove istituzioni

  2. E alla questione del personale e del locale per le Figlie di Maria A.


Penso che dobbiamo pensare così, perché, suppongo che i Superiori insistano a che al più presto si venga ad una totale cessione per le ragioni note – tanto più che Mikawajima è ora un’opera totalmente salesiana. Come dissi in lettera, qualora le Figlie di Maria A. fossero in grado di assumersela subito in pieno, la cosa è fattibile. Se questo avvenisse i salesiani domandano solo (mi sembra naturale) un compenso finché i locali sono gestiti per queste opere, i cui cespiti sarebbero totalmente percepiti dalle Figlie di Maria A.

Se poi per il prolungarsi delle cose fosse necessario addivenire per un tempo notevole ai due asili, penso che la soluzione della cessione dell’amministrazione, responsabilità ecc. alle Figlie di Maria A. sia per noi la migliore: su per giù, come è ora (con modificazioni che si credessero utili dalle due parti).

Nelle questioni amministrative a me piace la semplicità. È anche per questo, che dopo la visita fatta, la pregherei vivamente di prendere disposizioni a che l’acquisto del pane, carne o altro sia fatto direttamente da voi.

Inizialmente per aiutare e facilitare le cose i salesiani, penso, aiutarono anche in quella forma, ma ormai penso che non sia più necessario – si eviteranno così tanti piccoli inconvenienti che, pur di piccola entità, se si possono evitare è certo meglio.

Capito tutto per il catechista: il bravo Don Dupont preoccupato in questi ultimi giorni per la partenza, per molte cose faceva e non faceva.

Scusi gli shinpai (preoccupazioni) causati, e ci aiuti il Signore e Maria A. nel suo bel mese a far sì che tutto vada bene.

Pregate assai assai assai per me.

Aff.mo nel Signore

Don V. Cimatti

2492 / Zerbino Pietro / 1940-4-30 /


68 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 30 aprile 1940


Carissimo Don Pietro,

Viva Maria nel suo bel mese e… Grazie di tutto.

Intanto altro lavoro.


  1. Distribuzione posta. Mi pare che la vostra giunga regolarmente, quindi non saprei che dire perché sia sicura più di quel che è.

  2. Lista di oggetti da falegname. Quest’anno chi venga non so – se non sono cose costosissime (qualche cosa di usato meglio ancora – regali di falegnami ex-allievi – dell’Oratorio S. Luigi). Rosso cerca di racimolare o tutto o parte. Naturalmente non siano tutte nella stessa cassa.


Se poi venisse un falegname portando con sé i ferri del mestiere non è molto difficile (penso).

Ti regolerai come puoi.

Nelle forme solite o col mio conto corrente o con articoli di Bollettino (se ce n’è) favorisci estinguere le accluse [fatture: materiale stamperia (Nebbiolo, Libri SEI)].

Naturalmente ordinare se c’è sul conto corrente modo di pagare, non fare debiti. Ed il Signore ti rimeriti anche di questo.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti

2493 / Ricaldone Pietro / 1940-5-1 /


69 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 1 maggio 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Comincio la lettera nel nome di Maria cui intendo consacrare me, i miei e le cose mie in modo specialissimo in questo caro mese.

Nostre notizie e mie:

Salute – al solito, grazie a Dio, buona.

Studio e lavoro: non manca. Lei conosce le mie difficoltà per le due cariche. Pluribus intentus… Faccio quel che posso, non sempre riesco ad accontentare gli uomini (è così difficile!), mi sforzo di accontentare il Signore.

Pietà: nulla di speciale. Ho bisogno di spoltrirmi un po’ in tutto. Non manca la buona volontà. Oh, se il Signore me la raddoppiasse!

Ss. Voti e Regola: mi pare nulla di speciale.

Carità: Lei conosce il mio carattere: vorrei riuscire all’“omnibus factus”… Ma sono troppo uomo ancora ed ho da stare bene in guardia.

Per il resto:


  1. Ho alcuni confratelli non bene in salute, un ottimo teologo Dalkmann tedesco che è sulla strada polmonare.

  2. E più recentemente il bravo Don Baratto che mi va in campanella, e se il Signore non mi concede la grazia, dovrò purtroppo rinviarlo – straparla, come potrà rilevare dall’acclusa che le scrive. Il Signore ci aiuti. Naturalmente prego pensare all’esaltazione dello scrivente per le notizie. Quid dicam et faciam? Al momento l’ho messo a riposo e prego.

  3. Don Dupont è stato chiamato alle armi. Dove? Non so. Il Signore aiuti Lui e noi. Lo sostituisco con Don Dumeez che dovevo togliere da Nakatsu per compiuto sessennio.

  4. Ho fatto la visita alle quattro case di Tokyo… Mi pare ci sia da ringraziare e benedire il Signore – ci si sta organizzando, pur essendoci da perfezionare assai.


Deus nos adjuvet. La sostanza e lo spirito c’è e buono e volenteroso in tutti.

C’è qualche ammalato di nervi – mah! Come si fa?! La perfezione fisica e morale non sono davvero di questo mondo.

Pian piano si regolarizzano anche le questioni burocratiche – liturgiche, ecc.

In missione si fa quello che si può – per la chiesa, quello che mandano i benefattori, amici, e che il più delle volte non corrisponde alle belle norme del prezioso prontuario “Visita Canonica” – le costruzioni di cappelle, ecc. devono adattarsi a tante esigenze locali di spazio, ecc. I registri et similia presentano pure le loro difficoltà pratiche.

Ad ogni modo ho trovato buona volontà in tutti, e, ripeto, non siamo in tutte queste cose a terra, anzi… Sa che cosa ci sostiene? La povertà e per qualche parte la miseria nostra.

Grazie ai nostri cari Superiori, e specie a Lei, delle attenzioni materne che hanno avuto per noi.

Non ho potuto (pluribus de causis) fare la visita nelle dettagliate formalità indicate 1°, 2°, 3° ecc., ma fu fatto il possibile per farla meglio che potevo.

D’altra parte, grazie a Dio e alla confidenza dei confratelli, mi pare d’essere bene al corrente di tutto (in generale faccio 4 volte la visita a Tokyo).

E per il momento chiudo il mio rendiconto mensile, affidandolo per le mani di Maria e di Don Bosco a Lei affinché mi serva di vantaggio spirituale.

Mi raccomandi alla Mamma nel suo mese e più nella sua festa – le mandi per me un bel bacio.

Mi benedica.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti

2494 / Grigoletto Giuseppe / 1940-5-7 /


70 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Miyazaki, 7 maggio 1940


Carissimo,

In omaggio anche ai consigli del governo giapponese agli allievi delle scuole di usare anche per scuola la carta stampata da una parte e bianca o utilizzabile dall’altra ti scrivo, come vedi…

Grazie di tutto: sono solito rispondere sempre a quanto nella tua carità e dei tuoi m’invii. Il ritardo è dovuto certo alla posta più o meno regolare, date le distanze, il dissesto generale… Dunque pazienza! In caso ripeterò dietro tua richiesta.

Grazie della tua circolare: mi servirà per i bei pensieri ai benefattori.

Idem per i dizionari. Vedessi com’è già utilizzato il Lagrange, speditomi dalla SEI. Deo gratias!

Prego di cuore e sempre per le tue intenzioni specie per le anime che devi avvicinare. Ti prego di dire ai tuoi allievi: “Grazie, amici miei, per le preghiere fatte in occasione dell’onomastico. Vi auguro di esser sempre e in tutto vincitori:


  1. Di voi, la cosa più difficile, eppure la più importante, se no se va a ramengo anima e corpo,

  2. Del diavolo, basta saper scappare e correre via, come sapete correr voi, e allora si verificherà per voi ‘Vincenti dabo manna abscondita et nomen novum’. Don Grigoletto spiegherà”.


Scrivo a Gobbato.

Per Pordenone e Nave qualche cosetta ho già mandato, ma non avendo avuto riscontri dubito se hanno o no ricevuto, comunque se in qualche cosa ti posso aiutare eccomi pronto: dimmi solo quid faciendum.

Ho letto con vero gaudio spirituale la lettera del nostro caro Francesco: quello sì che andrà su in Paradiso e noi con tutte le nostre storie… Mah! Il Signore ci aiuti.

Ricevo ora la tua del 26 marzo e rispondo:


  1. Conosco la forza esecutiva ed espressiva del bravo Don Dal Santo, udita nella mia permanenza in Italia. Deo gratias!

  2. Più che accordate le 10 Ss. Messe per la zia; scritto agli offerenti e per Battesimi e per Sante Messe.

  3. Per l’Ispettoria Lombardo-Emiliana poco a poco: ma non è il caso di affannarsi troppo perché non so a che punto siano le conclusioni dei Superiori sull’argomento. Ad ogni modo, la zona è buona e non va male entrarci.

  4. Scrivo al Parroco di Mogliano.

  5. Pensa pure al Dict. de la Bible… Come ti dissi Lagrange è già arrivato e utilizzato assai a Tokyo.


Unisco a questa quanto chiedi o di cui non so indirizzo e… prega per me.

Tuo

Don V. Cimatti


P.S. - Per norma leggi e fa’ leggere al Direttore quanto scrivo…

2495 / Tassinari Clodoveo / 1940-5-7 /


71 a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 7 maggio 1940


Carissimo,

Invio due numeri di Riviste date dal Prof. Okamoto – un libro di commedie di Don Uguccioni.

Scrutando il tuo benedicamus,38 non è brutto (dubito che esista nella raccolta ufficiale) – è un tono (diremmo noi) ipodorico non privo di un senso di sonora festività che attraverso alla tua gola deve aver allibito il pubblico… Ma in Paradiso i seniori e gli animali dell’Apocalisse avranno detto “Amen” perché tanto non veniva fuori altro… e Deo gratias.

Mah! Per ora continua a fare il maestro e poi si vedrà… Capirai! Non vorrei avere un competitore.

Coraggio! La Madonna ci faccia buoni tu, i tuoi e il

Tuo aff.mo

Don Cimatti



2496 / Dell’Angela Stefano / 1940-5-10 /


72 al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 10 maggio 1940


Carissimo Dell’Angela,

Prego di cuore per il babbo. Hai voluto filialmente consolarmi in questa dolorosa occasione: gran conforto per me e gran merito per te.

Deo gratias! Per la Compagnia invitate (d’accordo col Sig. Don Frantzen) il Sig. Don Tassinari.

Maria sia Ausliatrice tua. Coraggio e allegro.

Tuo

Don V. Cimatti

2497 / Tassinari Clodoveo / 1940-5-10 /


73 a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki 10 maggio 1940


Carissimo Don Tassinari,

  1. Faccio ritornare Don Manhard, qui vedremo di aggiustarci fino al prossimo (?) ritorno di Nishimura.

  2. Il Prof. Okamoto mi dà due fascicoli della Riv[ista] franc[ese] – il 2° l’avevo (forse è di Don Arri) e l’unisco al 1° e 3°.

  3. Due nuovi seminaristi, uno inviato da P. Kataoka e un Coreano, frutti dei tuoi lavori.

  4. Sta’ tranquillo pel mio lavoro (purtroppo assai debole in realtà, nonostante sia intensissimo nel desiderio). Vuoi ti dica il vero? Ho mai lavorato così poco come in Giappone: non riesco neppure a stancarmi materialmente.


Poi non sono fatto per le parti decorative monsignorali e ispettoriali: ho rimorso che si perde tanto tempo in storie inconcludenti, che capisco ci vogliono, ma a cui non mi so adattare. Che vuoi? Sopportatemi come sono. Potrei dire con S. Ignazio… quello martire… “Ah! figlioli miei, so quello che mi abbisogna… non mettetemi per la vostra carità, inutili impedimenti”.

Lavoriamo e avanti sempre… per Lui, in Lui e con Lui… e lascia dire il mondo. Comprendo che così…


[Manca il seguito]

2498 / Antolini Mario / 1940-5-12 /


74 al chierico Antolini Mario, missionario salesiano in Giappone

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+ Miyazaki, 12 maggio [1940ca]

Carissimo Antolini,

Ti giungerà questa mia ancora in sede? Ad ogni modo sempre vicino a te di pensiero e di cuore, nel giorno onomastico lo sono ancor di più… e puoi capirlo.

S. Mario fu un martire! Siilo anche tu nell’adempimento del tuo dovere e della regola, nell’occupazione del tempo.

Prega per me che sempre ti ricordo.

Tuo aff.mo D. V. Cimatti, sales.



Un pugnetto dolce dolce a Stefano e a Matsuo



2499 / Console d’Italia / 1940-5-13 /


al Regio Console d’Italia a Yokohama



Al R. Console d’Italia,

Yokohama


Miyazaki, 13 maggio 1940


In risposta alla circolare N° 22739 mi pregio informare il R. Console che i salesiani di Don Bosco e le Figlie di Maria A. (Suore di Don Bosco, entrate nel 1929) in Giappone fin dal 1926 come missionari non hanno nella zona loro affidata (Prov. Oita e Miyazaki) nessuna istituzione scolastica, sanitaria, culturale e ricreativa per italiani, dato che in tale zona non vi sono italiani: quindi il loro lavoro viene esplicato nella forma di apostolato per la propagazione della fede cattolica e con le istituzioni che vi hanno diretta o indiretta relazione (scuole, opere assistenziali varie di beneficenza, stampa) secondo lo spirito delle rispettive Società. Con queste opere e con altri mezzi culturali (musica, rappresentazioni sceniche, proiezioni fisse e film) hanno contribuito certo alla propagazione della conoscenza della loro patria.

Dal 1933 avendo poi iniziato le loro opere a Tokyo (Parrocchia e Oratorio a Mikawajima, Scuola Professionale a Suginami-ku, Studentato filosofico e teologico a Itabashiku) hanno prestato eventualmente e a richiesta la loro opera di ripetizione scolastica per i figli d’Italiani degli addetti alla R. Ambasciata di Tokyo.

Nelle zone del loro lavoro educativo per i G. non si trovano italiani.

In fede e col più profondo ossequio:

Don V. Cimatti



2500 / Del Col Luigi / 1940-5-13 /


75 al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 13 maggio 1940


Carissimo Del Col,

Grazie. I soci risponderanno. La vostra attività fa piacere. Le associazioni devono impostarsi sempre sul trinomio di azione cattolica: preghiera, azione, sacrificio.

Bravi! Maria sia la ragione piena della nostra speranza. Saluta singulatim tutti.

Tuo

Don Cimatti

2501 / Antonio / 1940-5-13 /


76 ad Antonio40

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+ Miyazaki, 13 maggio 1940

Ill.mo Sig. Antonio,

E in primis auguri cordiali di buon onomastico con l’assicurazione di vivissime preghiere in quel giorno per Lei (si assicuri però che la ricordo cotidie).

Rispondo alla sua carissima del 10/4 per ringraziarla anche a nome dei missionari per aver pensato alla nostra cara e povera missione.

Dunque è inteso che per le £. 500 offerte diremo per la Sig.ra Pratelli n. 100 Messe di suffragio, lasciando al Signore che disponga per l’eventuale moltiplicazione dell’offerta.

Cariss.mo Sig. Antonio, davvero sempre nostro benefattore, come le dissi, prego e faccio pregare ogni giorno per i suoi figlioli e per la sua buona signora e manco a dirlo anche per Lei, specie nel bel mese di Maria e in quello prossimo del S. Cuore.

Il Signore rimeriti di tutto. La benedico con tutta l’anima.

Suo nel Signore

D. V. Cimatti, Pref. Ap. Miyazaki



2502 / Ricaldone Pietro / 1940-5-14 /


77 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 14 maggio 1940


M. R. ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Inizio della nostra cara novena. Ricevo la sua carissima del 23/4. Grazie delle sue parole di incoraggiamento per tutti.

Non possiamo fare altro per loro tutti che pregare; tutto sommato stiamo meglio di Voi. Il Signore ad ogni modo ci tiene svegli colle prove – alla gioia di 5 sacerdoti fa seguire la partenza di Don Dupont soldato e la malattia del nostro caro Don B. (come già le avevo accennato in precedente: alienazione mentale) che mi obbligò a cercare di farlo rimpatriare al più presto. Non so in che condizioni avrà potuto essere imbarcato, non avendo sue notizie del viaggio che fino a Shanghai. Al sicuro dell’imbarco telegraferò.

Al suo ritorno in Giappone scrissi ai Superiori che, salvo l’ordinazione, il bravo Don B. aveva cambiato nulla del suo carattere. Il clima, lo studio disordinato (e feci di tutto per regolarizzarlo), le preoccupazioni sue intime spirituali, le sue inutili apprensioni per l’andamento delle cose lo hanno determinato ad uno sforzo che produsse lo squilibrio. È cosa – penso – passeggera, ma qui per noi impossibile a curare (che non ci sono istituti del genere) ed assai imprudente la permanenza come sacerdote e come straniero in tali condizioni. Fino a Shanghai accompagnato da Don Bovio, andò bene – poi non ho altre notizie. Grazie a Dio è una forma relativamente calma – di idee (cerca la Trinità in tutto) – ma preoccupante data anche la sua forza erculea e più la sua qualità sacerdotale.

Il Signore permise così e così sia. Ho detto alla sorella Suora che avvisasse la famiglia e ho scritto a Monteortone che avvisino il fratello.

Ho promesso Lire 500 alla nostra Mamma e segnalo a chi di dovere la cosa. Siamo noi che dobbiamo ringraziare Mamma e Don Bosco e i Superiori; e sperimentiamo ogni giorno che più si dà sulla base della povertà, più si riceve.

La presente poi è anche per augurare al nostro Padre buon Onomastico – grazie di quanto fa per noi come Rettor Maggiore colle circolari, Commenti, ecc., ma più come Padre per questa povera Missione, per aiutarci maternamente in tutti i sensi e materiali e spirituali, e più per aiutare il povero scrivente. In Paradiso il Signore aggiusterà tutti i conti, che certo Don Cimatti non ci riesce.

E ci benedica tutti tutti tutti. Lei domanda preghiere. Le assicuro che di gran cuore si prega e si offrono a Dio le nostre sofferenze. Una parolina per me alla Mamma, a Don Bosco e alla Madre Mazzarello.

Tutto suo nel Signore

Don V. Cimatti

2503 / Berruti Pietro / 1940-5-14 /


78 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 14 maggio 1940


Molto Rev. Sig. Don Berruti,

La presente per dire a nome di tutti l’augurio cordiale e la preghiera in occasione della festa Onomastica anche come tributo di riconoscenza di quanto fa per noi. Vorrei essere poeta – se vuole una canzonetta in musica mi è più facile (mi mandi le parole), posso offrire insalata e fra poco pomodori – quindi scusi se non so trovare altre parole, ma Lei ci capisce tutti.

Ho scritto al nostro Ven.mo Rettor Maggiore che ho dovuto rimandare Don B. per alienazione mentale. Come già avevo scritto, tornò qui ottimo confratello per l’osservanza della Regola, buon prete, ma sempre lui per il resto – salva l’ordinazione era come prima – infatuato della Somma – dello studio a suo modo – con idee di riforma (in bene si capisce), sregolato nello studio – preoccupato spiritualmente – e messo a far da Consigliere e catechista pensava che tutto dovesse andare come avrebbe voluto lui – vedendo ombre anche dove c’era sole – finché forse lo sforzo, la preoccupazione diede di volta e fu più forte di lui e non capì più nulla.

Ora è stranamente in un mondo di idee – si crede inviato per una missione speciale, ecc. Qui non vi sono istituti per tali malattie, d’altra parte come sacerdote e straniero al momento destava vera preoccupazione per cui fui obbligato a dare il via. Preghiamo.

Oltre le… le Sante Messe celebrate ad intentionem del Rettor Maggiore. Sull’elemosina ritenga Lire 500 per il nostro caro Santuario, altro modesto contributo d’affetto devoto dei poveri missionari e cooperatori giapponesi alla nostra Ausiliatrice. La Madonna ci aiuta in forme ammirabili: ho promesso ed ecco che godo di poter poveramente contribuire. E preghi preghi preghi per noi.

Suo

Don V. Cimatti



P.S. - Insisto sull’invio del scelto Maestro dei Novizi per aver libero al più presto Don Tassinari. Venendo presto potrebbe studiare bene il giapponese.

2504 / Zerbino Pietro / 1940-5-15 /


79 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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[15 maggio 1940]


Carissimo Don Pietro,

  1. Sta’ tranquillo per la cera.

  2. Bene per il bravo Don Fava cui scrivo – e sempre caritatevole il Sig. Maffei.

  3. E bene per tutto il resto. Vedi! Lavora per Lui e nel bel mese di Maria, per le mani di Lei, e vedrai che concluderanno bene per il Paradiso.

  4. Non sapevo del caro Borghi con cui ero in ottime relazioni da tanti anni.

Ah, il bravo Cenci! Ma che vuoi? Bisogna che ci prepariamo anche noi due.

  1. Assicura il Sig. Don Berruti che si prega speciatim per Lui.

  2. Bene per tutto il resto. Un pugno ai due Uguccioni (ringrazia il grosso… il più musico… del “Piccolo gregge”). Digli che si trovi il 21-22-23 Maggio ad Osaka a sentire la mia nuova Opera “Hosokawa Grazia”. Che cose!… E con la solita musica di 4 soldi…


Per te: “Amiamo svisceratamente la Mamma nostra, che ama svisceratamente noi” (non ne abbiamo l’idea).

Tuo

Don V. Cimatti

2505 / Cecchetti Albano / 1940-5-16 /


80 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 16 maggio 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie delle notizie sul nostro Makino. Speriamo in bene.

Per gli esercizi mi pare avevo detto istruzioni alle due mute di Miyazaki – Suore di Maria A. (penso che si possa parlare in italiano che anche le giapponesi capiscono).

Quanto è accordato con Don Liviabella va bene.

I suoi seminaristi al momento, bene, preghi assai per loro, specie per Sato, che è il più bisognoso.

Saluti a Don Arri.

Sempre suo

Don V. Cimatti

2506 / Novizi salesiani in Giappone / 1940-5-20 /


81 ai Novizi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio

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Miyazaki, 20 maggio 1940


Ai Novizi,

Voi nella vita religiosa siete come dei bambini: per questo siete oggetto della bontà di Maria Santissima. Rallegratevene.

Inoltre come ci insegna Don Bosco sforzatevi di acquistare una incrollabile devozione alla Madonna. In qual modo? Chiedetelo al Maestro.

Don V. Cimatti

2507 / Circolare Salesiani / 1940-5-21 /


82 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Prefettura Apostolica di Miyazaki

Miyazaki, 21 maggio 1940


Carissimi,

Si avvicina la festa della nostra Mamma e vorrei avere il cuore di Don Bosco per animarci vicendevolmente a celebrarla meglio che ci sia possibile. Sono sicuro che nessuno lascerà intentato nessun mezzo per riuscirvi personalmente e per animare tutti i nostri dipendenti in casa e fuori.

Dove è possibile si tenga in questa occasione la prescritta conferenza ai Cooperatori.

E la nostra Ausiliatrice ci ottenga quanto è per noi necessario affinché si adempia in noi e per quanto ha relazione a noi la S. Volontà di Dio.

Il nostro caro Don B., non essendo in grado di sopportare il viaggio fino in Italia fu ricoverato in casa di salute tenuta da religiosi a Shanghai. Grazie di quanto avete fatto e pregato per Lui: cerchiamo di continuare fino a guarigione completa.

Grazie pure a quanti pensando alle condizioni di lavoro in cui ci troviamo si sono dichiarati disposti a sacrificarsi per venire in aiuto. Conoscete gli spostamenti fatti del personale – grazie pure a questi buoni confratelli che certo con sacrificio si sono prestati a queste nuove occupazioni. Oh, il Signore tiene conto di tutto…

Per la festa di Maria Ausiliatrice vogliate pure ricordare l’Istituto delle Figlie di Maria che spera iniziare in quel giorno l’Opera di Tokyo in sede propria – i confratelli della casa di Miyazaki e Beppu l’onorano come patrona speciale – ed anche la Congregazione delle Suore della Carità di Miyazaki che in quel giorno aumenta le sue file di tre nuove religiose e di tre novizie: domando per tutte queste istituzioni speciali e ferventi preghiere.

Buone notizie dei nostri soldati tanto confratelli che Seminaristi: sarà per loro di grande consolazione ricevere qualche vostra notizia.

E pregate per me, che davvero ne sento forte bisogno.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2508 / Cecchetti Albano / 1940-5-21 /


83 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 21 maggio 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Buona festa... Lei comprende tutto e basta.

Se non muoio: sabato 1 Luglio col primo treno arrivo e al solito vado dalle Figlie di Maria A. e faccio visita lassù – finito, farei una scappatina dalla Nagata – poi in casa – avrei bisogno di partire domenica nel pomeriggio.

Veda se può ordinare le cose in questo senso.

E preghi per me.

Suo

Don V. Cimatti

2509 / Barbaro Federico / 1940-5-21 /


84 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 21 maggio 1940


Carissimo Barbaro,

Tu vuoi bene alla Mamma nostra Maria. Ricordati che essa è Regina Sacerdotum. Fin d’ora sia ispiratrice, forza e consiglio dei tuoi lavori di apostolato e di studi.

In angustiis, in bello, in necessitatibus Mariam invoca. Ma specialmente imitala.

E prega per me.

Don V. Cimatti

2510 / Ferrari Giacomo / 1940-5-21 /


85 a Giacomo Ferrari, salesiano laico missionario in Giappone

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Miyazaki, 21 maggio 1940


Carissimo Ferrari,

Maria SS.ma ti conceda salute e buona volontà nel bene. Consacrati a Lei totalmente nella preghiera, nel lavoro e nell’osservanza delle Regole, cerca la calma e serenità di spirito e la salvezza dell’anima tua.

Tuo

Don V. Cimatti

2511 / Felici Domenico / 1940-5-22 /


86 a Don Domenico Felici, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 22 maggio 1940


Carissimo,

Ecco quanto chiedi (Facoltà, manuale del Direttore). Grazie di quanto fai.


  1. Non andrà male all’occasione faccia una scappatina a Shindebaru per salutare P. Gerard e P. Lagreve da parte mia e con quest’ultimo intenderti per le facoltà, perché spesso i confinanti della sua circoscrizione vengono a Nakatsu per le loro cose o da Nakatsu si va presso di loro in zona non nostra.

  2. Invio Facoltà e Manuale: abbiamo anche facoltà di binare ritenendo l’elemosina della seconda Messa. Di dire alla domenica anche la Messa coram SS.mo, uso adorazione 40 ore. Usare qualsiasi sorta di cera anche per la Messa. E in scarsezza di vino, di usare acqua nelle due abluzioni dopo la Comunione.


Per il 2600° si può far venire Don Margiaria se ce ne fossero vari di concerti. Penso che si presterebbe anche il Sig. Shimada.

Saluta omnes e fatti animo che la Madonna ci aiuterà.

Tuo

Don Cimatti



P.S. - Ossequi a Don Carlo… lo ricordo sempre.

2512 / Berruti Pietro / 1940-5-23 /


87 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 23 maggio 1940


Rev.mo Sig. Don Berruti,

Facendo seguito alle comunicazioni precedenti (giunte o no) non potendo il nostro Don B. fare il viaggio fin in Italia per la malattia mentale da cui è affetto, fu ricoverato a Shanghai in un ospedale ad hoc tenuto da religiosi tedeschi (è una specie di Fatebenefratelli).

Speriamo e preghiamo. Scrissi a Monteortone al fratello della malattia affinché informasse la famiglia.

Preghi per noi.

Suo

Don V. Cimatti

2513 / Dal Fior Luigi/ 1940-5-25 /


88 a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone

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25 maggio 1940


Pro Memoria D. dal Fior:

  1. Essendo cominciate le Domeniche S. Luigi potresti annunciare a quelli di 1a - 2a il Piccolo Clero sotto la protezione di S. Luigi. Il Chierico può aiutare in questa associazione.

  2. Adunanze della Compagnia dopo la 2a Messa. Regolare il tempo in modo da finire per mezzogiorno. vedere che da oggi la Compagnia della Madonna completi programma Accademia e lo presenti.

Non conosco ancora i motivi ma presidente e segretario hanno presentato le dimissioni (che avverranno dopo la festa): devono essere le solite questioncelle di disunione. Se viene fuori la questione, di’ loro di guardare al bene, all’amore alla Madonna non alle personalità e ad ogni modo la Compagnia è associazione libera. Poi in particolare con calma puoi sentire Honda e Maeda.

Siccome fra i numeri del programma c’è un tōron [discussione] cui partecipano i soci delle due compagnie, andrebbe bene trovare modo di riunirle insieme.




Alla Compagnia del S. S.,


Domani triduo del Corpus Domini – fuoco.

In quel giorno pur essendoci scuola bisogna far qualche cosa – potremmo fare Messa coram SS. al mattino oppure adorazione alla sera (ma vi è già l’accademia). Vedi un po’. Eccita. Ecc. ecc.

Se credi, come avvisi o simili, accennare a tue impressioni, paragonando a Tokyo: “avvicinamento ai superiori. Discorsi o parole…” et similia, proponendo loro come programma di lavoro di…

Falli parlare e lasciali parlare molto.

Don V. Cimatti

2514 / Cecchetti Albano / 1940-5-28 /


89 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 28 maggio 1940


Carissimo,

Inteso per sabato, se non muoio. Grazie delle comunicazioni.

Nello spirito della Chiesa è meglio per la Cresima al mattino prima della Messa per dare comodità della Comunione.

Urge che le Figlie di Maria A. e la Nagata (se è considerata come casa religiosa) inviino subito tre copie delle Regole a Mons. Doi – il M. E. N. le domanda.

Penso non sia tutto il libro dei regolamenti (oppure inviare tre copie in italiano), Mons. Doi piglierà poi quanto è utile presentare.

Prego sollecitare l’invio. Ho scritto a Don Margiaria che chiarisse.

Saluti Don Arri.

Suo

Don V. Cimatti

2515 / Chierici salesiani in Giappone / 1940-5-30 /


90 ai Chierici teologi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio

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Miyazaki, 30 maggio 1940


Carissimi Teologi,

Cor Jesu Sacratissimum! Vi propongo per tutto il mese di ispirarvi alla vita di preghiera e di sacrificio di Gesù nel S. Tabernacolo.

Coraggio! Ogni giorno una preghiera speciale e un sacrificio di quanto ci costa di più.

Vostro

Don V. Cimatti

2516 / Ricaldone Pietro BS / 1940-5-31 /


91 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Il mese dei fiori…41


Miyazaki, 31 maggio 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Veramente è difficile stabilire quale sia il vero mese dei fiori per il Giappone, perché se ne viene adornando tutti i mesi… Ad ogni modo in omaggio al nome chiamiamolo così. Anche nella nostra cara missione non mancarono i fiori materiali e più spirituali per onorare la nostra cara Mamma, e se anche le manifestazioni non riuscirono imponenti, date le condizioni attuali, quanto possono essere riuscite altrove, l’ardore del cuore, la devozione verso l’Ausiliatrice nostra non fu certo minore. In ogni residenza, in ognuna delle nostre opere si fece il possibile per amare e far amare Maria – là dove fu possibile si tenne pure la prescritta adunanza dei cooperatori – si fece conoscere l’Associazione dei devoti, canonicamente eretta dappertutto, e la Mamma ci inviò molte consolazioni spirituali, paragonabili ai bei fiori che distinguono questo mese anche in Giappone. Ed è di queste consolazioni di cui voglio far partecipe il suo cuore e quello dei nostri benefattori, amici e cooperatori, perché so con quanto affetto paterno Lei vi partecipi, e quanto siano gradite a tutti le nostre notizie, anche se di non grande importanza.

All’inizio della Novena i confratelli di Miyazaki fecero sentire alla radio cittadina un bel concerto di Laudi spirituali in giapponese, quasi tutte inneggianti alla Vergine santa.

È per voi difficile pensare alla gioia che si prova in paese non cristiano, quando si ha la possibilità di propagare coi discorsi, colla buona stampa e anche col canto e colla musica, i nomi santi di Dio e della Vergine sua Madre, tanto più quando l’occasione vi viene direttamente dal loro invito: mi pare che la parola, l’accento, la tonalità sia più viva, più sentita e penetrante. Provare per credere. È quello che pensavo giorni fa in una grande manifestazione musicale data di fronte a migliaia di persone a Fukuoka con corale cattolica: le suore della Visitazione, le allieve delle scuole tenute da religiose e i Seminaristi, che in una rievocazione storica dai primi albori delle manifestazioni musicali ai giorni nostri, in perfetto gregoriano, in perfetta riproduzione di musica polifonica ed esecuzione di una Messa, tennero avvinto per oltre due ore e mezzo un scelto pubblico, che attraverso le esaurienti spiegazioni del P. Martin delle Missioni Estere di Parigi, e la traduzione alla mano dei brani latini (eseguiti con perfetta pronuncia romana), gustava quel mondo spirituale inneggiante a Dio, a Gesù, alla Vergine, e così diverso dalle ordinarie insipide canzonette da strada e da caffè.

In questi luoghi da secoli non è risuonato il nome santo, che siamo proprio qui per predicare, mi pare che la voce sia più forte, espressiva e che la manifestazione sia più gustata da tutti.

In missione vennero ad assumere uno splendore speciale le feste mariane in Seminario e all’Ospizio. La Compagnia dell’Immacolata in Seminario ha davvero lavorato, e le varie manifestazioni alla salesiana (funzione in chiesa, accademia, teatro, processione, ecc.) coronarono gli sforzi di queste anime belle, su cui noi mettiamo tutta la nostra speranza avvenire.

Costatiamo con mano quanta efficacia esercitino le Compagnie religiose volute da Don Bosco nei suoi Istituti e organizzazioni come ci ha insegnato Lui.

L’Ospizio vide nel giorno della festa di Maria Ausiliatrice aumentare il numero delle religiose della carità: tre novizie fecero la professione, e tre nuove novizie con 6 postulanti subentrarono. Oh, Maria SS.ma ci conservi e perfezioni queste vocazioni e dia modo alla giovane Congregazione di espandersi a vantaggio di tante anime.

Il 25 a Beppu si compiva la funzione cosiddetta del MUNEAGE (innalzamento del tetto) trasportata dal 24, perché giorno di pioggia. Quando in Giappone si vuol costruire una casa, i falegnami in cantiere preparano tutti i pezzi; finita tale lavorazione, in generale in una giornata, montano tutta l’intelaiatura della casa fino al tetto. A tale funzione intervenne tutta la popolazione della circoscrizione, aiutando, gli uomini all’innalzamento, le donne a confezionare i dolci, che si gettano dall’alto agli intervenuti.42

La partecipazione di questa brava gente dice a sufficienza le buone relazioni in cui si trova la missione con loro. Con questa costruzione si realizza, sia pure modestamente, la casa del missionario che venendo in questa città a cercare salute (nelle acque, bagni e fanghi termali) [troverà] presso i Figli di Don Bosco un modesto alloggio. I nostri confratelli finora vivevano in una vera capanna e minacciavano davvero di fare quanto prima la morte del topo sotto la cadente costruzione. La carità generosa di anime buone e dei nostri Superiori ci vennero in aiuto in questa vera necessità, nonostante le critiche condizioni del momento. E fra non molto si potrà abitare la modesta costruzione, che nata dalla carità, continuerà a servire per le opere di carità, specie verso gli ammalati.

Il caro Don Arri, egli pure ammalato, può godere per l’aumento davvero consolante del Segretariato infermi, da lui diretto, e che raggiunge ormai il migliaio di soci.

Pose fine alle manifestazioni Mariane, la bella processione eucaristica tenuta alla Missione di Miyazaki: sia pur contenuta nei ristretti limiti della Missione, riuscì una manifestazione devota, ordinata e sentita di fede. Vi partecipò tutta la cristianità e le opere cattoliche della città. Le cerimonie religiose, la musica vocale e strumentale, gli angioletti spargenti fiori, i paggi, i ceroferari e il servizio d’onore e d’ordine, tutto funzionò in modo inappuntabile.

Sia gloria a Gesù e sparga Egli le sue benedizioni su queste care anime e su questo grande Impero.

Sopra di una collina prospiciente la città di Miyazaki si è inaugurato in occasione delle feste bi-millenarie della fondazione dell’Impero un bel monumento, su cui è scolpito a grossi caratteri: “Tutto il mondo una sola famiglia”. Nel consacrare la nostra Missione e l’opera salesiana in Giappone a Gesù e alla Mamma nostra abbiamo pregato, che davvero si effettui questo sublime ideale nel suo nome, VIA, VERITÀ e VITA e nel nome della Madre sua e nostra, causa intera della nostra speranza.

Ci benedica e preghi per noi, amato Padre, mentre ci prepariamo pel prossimo mese a raccogliere i dati del lavoro annuale, che fin d’ora le offriamo, come modesto dono nel suo onomastico.

Suo come figlio

Don V. Cimatti



.

2517 / Cecchetti Albano / 1940-5-31 /


92 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 31 maggio 1940


Carissimi,

Permettete che all’inizio del mese consacrato al S. Cuore vi esorti a passarlo il meglio possibile per onorare Gesù che tanto ci ama. Riconsacriamo a Lui noi e i nostri e memori delle sue promesse lavoriamo con fede e costanza nelle opere dell’apostolato e propaghiamone la devozione.

È il mese dei rendiconti generali alla S. Sede e alla Congregazione e riceverete presto i moduli generali da riempire.

E arrivederci.

Vostro

Don V. Cimatti



P.S. - Per le comunità religiose da voi dipendenti pure fate analoghe pratiche.

2518 / Zanusso Guglielmo / 1940-6-3 /


93 al chierico Guglielmo Zanusso, Ispettoria Veneta

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Miyazaki, 3 giugno 1940


Carissimo Zanusso e Soci Compagnia Savio Domenico,

Grazie a te e ai cari soci della nuova carità per Battesimi. Mi unisco alle vostre preghiere per ottenere i favori indicati.


  1. Per te, caro Zanusso, penso che per un eczema alle mani, se non ti impedisce i doveri attuali non sarà di impedimento per il resto: gli eczemi sono guaribili. Vi sono depurativi del sangue, causa ordinaria di questi, sotto forma pure di iniezioni, tutti gli altri (pomate, ecc.) sono sedativi. Ad ogni modo preghiamo.

  2. Per i soci: “Savio Domenico ardeva di amore verso Gesù Eucaristia”. Così voi in questo mese dovete fare (e poi continuare in seguito):


    1. Ascoltare bene la Messa

    2. Far bene la Comunione

    3. Far bene la Visita.


Per essere buoni Missionari come desiderano alcuni di voi, occorre preghiera e spirito di sacrificio e laboriosità.

  1. Per i Battesimi (amministrati a Beppu il 2/6/40) state tranquilli e grazie del ricordo per aver voluto ricordare anche Vincenzo.

Vostro in tutto

Don V. Cimatti

2519 / Caviglia Alberto / 1940-6-7 /


94 a Don Alberto Caviglia, salesiano, studioso di Don Bosco

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+ Miyazaki, 7 giugno 1940

1° Ven. del mese


Caris.mo D. Caviglia,

Non posso non rispondere subito alla sua. Ma che mi conta? Si può pensare D. Alberto che non può muovere l’arto stenosato destro? e che piglia i nitriti… guai se piglia i nitrati che sono buona base per gli esplosivi e per i concimi… Ma venga qui… ai fanghi o sabbie di Beppu. Si sta fabbricando la casa e Lei ci starebbe a pennello. Poi ogni giorno massaggi speciali per cui i Giapp. sono davvero insuperabili oppure le punture con gli aghi… ma che diamine mi conta? Res miranda!

P rego e faccio pregare subito affinché il Signore disponga per quanto è il meglio per Lei, e per i lavori che ha tra mano. Lei, caro D. Alberto, sa con quanta passione sto seguendo specie il nuovo lavoro – quanto mi ha dato di gustare nei troppi brevi colloqui avuti con Lei! Ho la persuasione che il Signore lo lascerà in vita fino almeno al compimento del lavoro… e se non erro ce n’è ancora dei libri di D Bosco… da esaminare. Ma che ritirarsi a vita solitaria? No, no. Lei sta bene in mezzo al lavoro, alla gioventù cui può parlare tanto di D. Bosco, all’allegria, alla musica, su in orchestra a cantare ancora come una volta e ad ammicarci col Pagella (sempre bella!) coi famosi temi, o su un palcoscenico a far nascere i funghi… insomma Lei deve essere sempre il Caviglia anche a 82 a 92 anni… e poi si vedrà. Dunque pigli i nitriti – e i raggi (benché sia convinto che…), ma stia allegro. Buone mangiatine, dormitine – buono studio – poi uno sguardo in su, molto in su e… avanti! Adesso sì che è il tempo di dirlo.

E voglia far le mie parti a tutti: all’ottimo D. Vallino: lo assicuri che non potendo far altro, prego per Lui e per i suoi.

Al Pagella… ma perché non viene in Giappone: qui si farebbe celebre… Non sapevo di D. De Bonis: evviva! Saluti a Merlo e Ferrero miei antichi aiutanti a S. Luigi.

Che dire ai singoli altri? Il Signore sa che li ricordo cotidie et singulatim: lo dica pure loro. Non mi è possibile dimenticare S. Giovanni e i miei benefattori, specialmente il Sig. D. Notario, D. Brezza, D. Calvi, D. Felice, D. Zuretti, D. Faccaro, D. Grosso, D. Pompignoli etc. non s’adontino i non nominati: è come se…

E preghi per me. Un caldo abbraccio e bacio dal suo aff.mo

D. V. Cimatti

2520 / Circolare Salesiani / 1940-6-9 /


ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki



Miyazaki, 9 giugno 1940


Carissimi,

Vi invio una serie di moduli da riempire: il dovere annuale per poter compilare la relazione alla Santa Sede e al nostro Rettor Maggiore. Voi ne comprendete l’importanza, e mi dispenso dal diffondermi sull’argomento.

Alcune vivissime raccomandazioni.


  1. Ho assolutamente bisogno che tutto mi arrivi per il 30 Giugno. Vi prego dunque di chiudere i conti in tempo utile, trasferendo al mese seguente il conto del mese rimanente.

  2. Ho scritto in matita quanto risulta nel mio archivio in relazione ad alcuni dati: se del caso correggete secondo dati che potete avere voi più recenti; ma è necessario fissarsi definita su cifre che rappresentano meglio che sia possibile i valori delle proprietà, perché bisogna denunciarle e possono controllare. I dati in matita furono quelli comunicati al M. E. N. nella prima revisione delle proprietà.

  3. Per i rendiconti ai Superiori, salvo per il Direttore spirituale a cui si riferisce di tutto il personale, si riferisca o dei coadiutori o degli insegnanti o chierici dello studentato o del Seminario.


A Miyakonojo si è inaugurato un ben riuscito ampliamento della Cappella, dedicandola al S. Cuore di Gesù, fonte di grazie materiali e spirituali di cui abbiamo tanto bisogno.

Pregate anche per me.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2521 / Casa di Miyakonojo / 1940-6-9 /


95 Visita canonica alla Casa di Miyakonojo

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Osservazioni visita alla Casa di Miyakonojo

9 giugno 1940


In occasione dell’inaugurazione del piccolo ampliamento della Chiesa, dedicata al S. Cuore (la casa è intitolata a S. Francesco di Sales) faccio la visita.

Anche questa dedicazione vuol avere lo scopo di affidare al S. Cuore questa cristianità e che Gesù ci aiuti ad attirargli molte e molte anime, e a ricondurre all’ovile alcune pecorelle disperse. Accetti Gesù l’omaggio e ci esaudisca.

Il lavoro è riuscito bene, e Gesù ha così un’abitazione meno indecorosa. Formulo gli auguri ed inculco le direttive della visita precedente (3-4/6/1939).

Trovo la casa ordinata, pulita. La vita spirituale regolare salesiana in fiore.

Che cosa voglia il Signore per l’avvenire di questa casa e missione, si degni mostrarcelo, mentre i confratelli in silentio, in spe et in paupertate si sforzano di far del loro meglio per la gloria di Dio e salvezza delle anime.

Don V. Cimatti

2522 / Cecchetti Albano / 1940-6-10 /


96 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 10 giugno 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie della sua prestazione per predicazione.

Non posso fissar nulla finché quelle anime buone di Tokyo non mi dicono quando possono fare gli esercizi.

Nel rispondere si vede che vogliono ponderare bene perché minacciano di fare come a Roma… eterna! (Che satire!).

Preghi per me. Aiuti Maccario per facilitargli il transito (pare preferisca per mare): vedete voi che siete pratici.

Un salutone a Don Arri.

Suo

Don V. Cimatti

2523 / Cecchetti Albano / 1940-6-10 /


97 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 10 giugno 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie delle belle foto e delle non poche consolazioni provate nella breve permanenza a Beppu.

Non mancherà occasione di completare quanto non fu possibile allora.

Per il “Don Bosco” ne ho sempre inviate 70 copie – aumenterò nel possibile – ma è sempre la questione soldo.

L’Associazione di Maria Aus. è canonicamente eretta in ogni casa e aggregata alla centrale di Torino.

Basta tener nota dei nomi in apposito quaderno.

E preghi per me.

Suo

Don V. Cimatti



P.S. - Il coad. Maccario va a sostituire Ferrari passato a Miyazaki.

2524 / Casa di Miyazaki - Visita / 1940-6-12 /


98 Visita canonica alla Casa di Miyazaki

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Visita casa di Miyazaki

12 giugno 1940


Grazie a Dio la vita salesiana missionaria viene svolgendosi regolarmente nei singoli e nel complesso: osservo in tutti la buona volontà di voler realizzare la gloria di Dio e la salute delle anime nelle forme possibili.

La riorganizzazione della casa fatta come d’intesa precedente, porta i buoni frutti e per la pulizia della casa e per il disimpegno dei doveri dei singoli. Idem per quanto si riferisce ai consigli del Visitatore straordinario.

Coll’augurio di ulteriori progressi in ogni campo, prego per la perseveranza di tutti nel bene.


Don V. Cimatti

2525 / Arri Carlo / 1940-6-13 /


99 a Don Carlo Arri, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 13 giugno 1940


Carissimo Don Arri,

Eccoti il bel tuo “Pater”. Vedrai le correzioni: attento ai diesis, bequadri…

Ho messo degli accordi d’oro. Sentirai gli effetti…

Bravo! Loda il Signore in timpanis et choris… ed ogni nota sia un atto d’amore per Lui.

Per la Minami scrivo al Sig. Don Tranquillo, ma che cosa capiterà con questa guerra?

Per le Messe sto pensando, scrivendo ed attuando.

E prega per me che sempre ti ricordo.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti



P.S. - Per Nakatsu non so dirti nulla. Don Felici, se del caso ti avviserà: anch’io so solo che hanno combinato dei concerti.

2526 / Nakatsu - visita / 1940-6-17 /


Visita canonica all’Opera salesiana di Nakatsu


17 giugno 1940


Alla fine della visita esprimo la mia soddisfazione, a nome del Signore, nel vedere il buono spirito dei confratelli e la buona volontà nel mantenersi nella regola e nello spirito della medesima.

Riattata la casa, aumentano le camerette, resta a organizzare lavandini e luoghi per i giovani; si studi il meglio e si progetti. Così sarà possibile miglior pulizia della casa.

Per necessità si è dovuto ricorrere al servizio di una donna per la cucina (in ore stabilite) per questa e per gli affittuari si seguano le norme date dal Sig. Don Candela nei limiti del possibile.

Non si dimentichi l’oratorio, la visita ai cristiani, ammalati e per richiamare gli erranti, per aumentare i catecumeni, ecc.

Si propaghi a tutto potere la devozione al S. Cuore, si viva di spirito di preghiera e di sacrificio e nell’osservanza esatta dei ricordi di Don Bosco ai missionari e della regola.

Don V. Cimatti

2527 / Cecchetti Albano / 1940-6-20 /


100 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 20 giugno 1940


Carissimo Don Albano,

A nome mio, di tutti i confratelli e allievi del Seminario auguri e preghiere.43

La Chiesa e la Congregazione sanno quanto fa il buon Don Albano. Deo gratias!

A tempo opportuno la rimunerazione abbondante in Paradiso.

La preghiera e l’augurio dal povero Don Cimatti è che si compia perfettamente in me ed in Lei la volontà di Dio.

Saluti a Don Arri.

Suo

Don V. Cimatti



2528 / Del Col Luigi / 1940-6-22 /


101 al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone

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[22] giugno 1940


Carissimo Del Col,

Convinto e dubbioso nello stesso tempo di averti inviato gli auguri… ripeto o faccio ora.

Ti ho ricordato e anche commemorato col bravo Nishimura che oggi rinnova i suoi voti.

Anche Mons. Versiglia (mio amicissimo) si chiamava Luigi: ecco perché ti invio…44

Potessimo noi due essere come Lui e come Lui vivere e morire…

Coraggio Luigi, e avanti sempre nel Signore.

Tuo nel Signore

Don V. Cimatti

2529 / Zerbino Pietro / 1940-6-23 /


102 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 23 giugno 1940


Carissimo Don Pietro,

Grazie della tua del 16/4/40, delle varie notizie e spiegazioni che mi dai. Sta’ tranquillo! Quanto fai è sempre ben fatto. Risponderò alla lettera di quella povera madre: l’interessato è un nostro allievo di Valsalice: proverò a scrivere ed il Signore farà il resto, ché tutto dipende da Lui.

Grazie delle tue preghiere: continuale e trova dei buoni amici che preghino.

Qui tutto regolare. Non posso per ora consegnare la tua al nostro Don Baratto, che, come forse sai, ho dovuto farlo ricoverare d’urgenza in un ospedale di alienati a Shanghai, non essendoci qua la possibilità.

Quando potrà, leggerà la tua. Di nuovo buon S. Pietro. Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2530 / Colombara Vincenzo / 1940-6-24 /


103 a Don Vincenzo Colombara, Direttore a Foglizzo

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Miyazaki, 24 giugno 1940


Carissimo Don Vincenzo,

Auguri vincenziani!

Stavolta i chierichetti

si sono fatti onore

mandandomi i foglietti

riempiti ben di cuore

e con onore.

Ed or alziamo il verso

per collaudare quel nome…

Oh, verso mio, sii terso

e canta di Vincenzo Colombara,

di quel brav’uomo

che mangia dorme e suda

e vive lavorando, ormai crepando

per quelle gemme preziose e belle

speranze della Chiesa e della Pia,

che per lor si leverà fino alle stelle.

Dimmi di lui che piccolo,

pelato in testa,

con viso incinabrato (!)

oggi riceva in versi e in prosa

e canti e suoni,

gli omaggi dei chercuti foglizzesi

mentre dal distanziato suol d’Oriente

un altro vecchio amico,

anche lui piccolo,

e più pelato in testa

col viso in bianco pelo,

invia versi prosa e canti

e sulle ali delle corte onde

e canta e canta e canta

Vincenzo Vincenzin ti voglio bin

ti voglio bin, … [i due ultimi versi in musica].

Tuo

Don V. Cimatti



Grazie a quanti hanno inviato. Invierò altri foglietti. Saluti a tutti. Un pugno a Don Roberto e a Scotti e uno più forte al mio amico Casalegno. Al buon Foralosso, continui a soffiare nel fuoco dell’apostolato. Auguri a tutti a tutti gli altri non pochi amici.

2531 / Cecchetti Albano / 1940-6-24 /


104 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 24 giugno 1940


Carissimo Don Cecchetti e Arri,

  1. Grazie delle belle ore passate insieme… e dei boati di Arri!

  2. Il M. E. N. in occasione del prossimo anniversario (Luglio) entrata in guerra si raccomanda ad una forte cooperazione nostra e dei nostri dipendenti alla mobilitazione spirituale.

  3. Col 1° luglio lettura regole e regolamenti ex integro.

  4. La prossima domenica si ricordi il S. Padre, le vocazioni e il Seminario: anzi l’elemosina del giorno sia chiesta e devoluta per questo scopo. In quel giorno in Seminario si fa solenne processione eucaristica.


Unitevi in spirito e consacrate voi e i vostri al S. Cuore.

Partecipate queste cose alle vostre rispettive comunità.

Vostro

Don V. Cimatti

2532 / Tassinari Clodoveo / 1940-6-24 /


105 a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 24 giugno 1940


Carissimo Don Tassinari,

  1. Sono a Oita per la visita. Penso al passato tuo, il povero B.… Nel mettere a posto le mie povere cose trovo che ti sono debitore di risposta alla tua del 5/6 che mi si era nascosta. Perdona. Grazie di quelle notizie sui novizi, mese di Maria, ecc.

  2. Per lo scrutinio fate pure, potete invitare Don Margiaria, così è già informato.

  3. Per le confessioni penso che ora siete a posto. La decisione sarebbe stata immediata, ma Don Bovio mi pregò di sospendere perché voleva parlare con Don Erdö.

  4. Bene per i Seminaristi: ti dirò quanto potrebbe essere utile quando essi mi scrivono.

Ho scritto a Iwamura esortandolo a metter il cuore in pace e scegliere altra via. Fui a Sendai pel concerto, ma non si fece vivo, né scrive. Il missionario dice che è molto ammalato.

  1. Per Sato tento di fare come dici e indettato pure Don Dal Fior. Mi pare che alle 11 va alla visita a Tano.

  2. Inteso che non trascurando il dovere novizi e confessione (1° dovere) devi lavorare su Sidotti45 e finire la “Nave di Pietro” (= volumetto di storia Ecclesiastica). Come vedi: ordini chiari.


Salutami tutti e, se a Dio piace, arrivederci: venendo il sottoscritto tu ti piglierai la libertà e riposo: va’ dove vuoi.

Tuo

Don V. Cimatti




Data incerta 46


Invece della sommessa melodia giapponese-gregoriana me n’è venuta una che mi pare caratteristicissima (orientale giapponese). Sia cantata a mezza voce (mi pare sia Yamaguchi) e a piacere (non proprio a tempo) e con finali lunghette. Mi sono proprio stretto la mano… Ah, è bella!

Ma anche la gregoriana è bella… Vedi tu… Per la tonalità si adatta alla voce alzando o abbassando. Don Lucchesi… e specie, tu… capirete il da farsi”.

2533 / Dell’Angela Stefano / 1940-6-26 /


106 al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 26 giugno 1940


Carissimo Dell’Angela,

  1. Congratulazioni: il Signore ti ha dato un nuovo mezzo per fare del bene: servitene.

  2. Sta’ calmo e proponiti di far subito quanto il buon pensiero ti ispira: non perdere cioè le molteplici occasioni di bene che il Signore ti manda. E toties quoties imponiti una piccola penitenza.

  3. Quando vedi far cose imperfette dirai: “Quando io mi troverò in quella circostanza, io farò così (ossia secondo le regole, dirò la Messa con decoro, ecc.)”, scusa sempre almeno l’intenzione che non vedi e… avanti senza paura. Se gli altri non fanno bene, facciamo bene noi: non sei tu che renderai conto della loro anima, ma della tua.


Allegro dunque e avanti con gran semplicità.

Prega per me e credimi

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti



P.S. - Salutami Fortuna: dagli un pugno (non forte).

2534 / Tassinari Vasco / 1940-6-27 /


107 a Don Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone

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Miyazaki, 27 giugno 1940


Carissimi Vasco T., Bechis, Baratto,

Questa arriverà quando il grande avvenimento sarà compiuto. Te Deum! Benedicamus Domino! Nella fretta della gioia scrivo cumulative. Fiat voluntas Dei.

Siete sacerdoti – alteri Christi – possiate avvicinarvi a Gesù sempre come si avvicinava Don Bosco. Il segreto: siate tutti di Gesù e lasciatevi guidare da Lui in omnibus.

Il buon Tateishi è sul campo di guerra, tutti gli altri si uniscono e pregano. Tu, caro Baratto, prega per Don Giacomo non ancora guarito – tu Vasco, per Renato – tu Bechis per tutti. Per il resto rimettetevi tutti in tutto ai Superiori.

Vostro

Don V. Cimatti

2535 / Ricaldone Pietro BS / 1940-6-30 /


108 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Fine e principio47


Miyazaki, 30 giugno 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

La ricorrenza del suo Onomastico coincide colla resa dei conti dell’anno missionario ed i suoi lontani figli del Giappone col loro modesto rendiconto annuale vogliono aver parte al concerto armonico di mille cuori, che inneggiano al padre buono, al padre che dà a tutti esempio di attività, al padre che vuol innestare nei suoi figli il genuino spirito di Don Bosco, che non vuole se ne disperdano le minime tracce.

Fra i magnifici doni a Lei presentati per l’occasione, questo è il meno vistoso, il meno appariscente, ma, penso, non sarà meno gradito. Lei, amat.mo Sig. Don Ricaldone, conosce le nostre difficoltà, le nostre personali, quelle proprie dell’ambiente in cui viviamo, e quelle create dal momento che attraversiamo.

L’incubo del fattore economico sempre più assillante, l’emigrazione delle masse ai centri di lavoro, la chiamata della gioventù alle armi determinano uno stato d’animo speciale, che si polarizza con forza verso la necessità presente – determinano un orientamento di masse, per la realizzazione dell’ideale, che necessariamente deve perseguirsi da tutti al momento – e che distoglie o non lascia tempo a far ponderare i problemi per cui noi siamo qui a lavorare.

Non desistere, dunque, ed ottenere quanto si può. Offriamo al Signore e alla Chiesa e a Lei come regalo dei salesiani del Giappone 250 Battesimi e 150 catecumeni che con vero fervore vengono preparandosi a ricevere il santo Battesimo.

Le attività principali svoltesi nell’annata tanto nella Prefettura Apostolica di Miyazaki, che nelle Opere salesiane a Tokyo, sono note ai lettori del Bollettino.

Penso che tutti gradiranno un riassunto generale, che attesti il nostro modesto lavoro e manifesti parte degli effetti dovuti alla loro carità: dico “parte”, perché quanto costi il condurre a Dio un’anima in Giappone, penso che Dio solo può valutarlo. Ai nostri benefattori tutti il grazie riconoscente e la preghiera quotidiana.


Nella prefettura apostolica di Miyazaki


  1. Ampliamento della Cappella di Miyakonojo dedicata al S. Cuore. Benedizione del cimitero cattolico di Beppu, ed erezione della casa della Missione. Le Figlie di Maria A. a Beppu hanno messo mano alla fabbrica del padiglione della S. Infanzia e Chiesa – e nella medesima città la Pia Associazione femminile di carità (Hikari no sono) ha costruito la casa per le consorelle e per il cappellano.

  2. Propaganda stampa in tutte le forme: distribuzione di 1100 copie del settimanale del giornale cattolico fra i non cristiani – dell’Angelo delle famiglie (500 copie), del Bollettino salesiano giapponese (500 copie), delle Letture cattoliche – libri di propaganda apologetica, patristica, per ammalati e per mezzo della collana drammatica – discorsi di propaganda culturale, discorsi alla radio di Don Margiaria e Don Marega. Continuano gli studi di Don Marega sul Buddismo e le ricerche storiche sulla Chiesa cattolica nella zona evangelizzata da S. Francesco Saverio. I risultati sono pubblicati o sui giornali locali o sul giornale cattolico, o sui “Monumenta Nipponica” di Tokyo o sugli Acta del Laterano.

  3. La propaganda per mezzo della musica: hanno suscitato molto interesse le serate mensili di audizione grammofonica a Beppu; i concerti commemorativi del 2600° della fondazione dell’Impero, dati in ogni ordine di scuole, in teatri e saloni; la suonata per piano commemorativa dell’avvenimento e l’Opera Hosokawa Grazia del sottoscritto che a Tokyo e Osaka ebbe lusinghieri successi.

  4. La propaganda per mezzo della carità ed opere d’assistenza sociale, mentre ha condotto allo sviluppo delle opere già esistenti a Beppu, (Figlie di Maria A. e ospedale cattolico), ha dato l’apertura di una succursale delle suore giapponesi della Carità a Tano, e tre suore e tre nuove novizie alla nascente Congregazione. Sempre fiorente il segretariato degli infermi diretto dal nostro Don Arri, ed in aumento le conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli.

  5. In ogni residenza missionaria partecipazione attiva del missionario e della cristianità alla mobilitazione spirituale della nazione, indetta dal Governo per far fronte con unione di menti e di cuori, con costanza e sacrificio alla situazione locale e mondiale.

Cordiale e attiva partecipazione pure ai festeggiamenti del 2600° della fondazione dell’Impero.

  1. Preziosi doni di Gesù. Vestizione di tre seminaristi giapponesi e sei novizi salesiani, e consegna della medaglia ad un novizio coadiutore, e ordinazione di cinque preti salesiani.

  2. Commemorazioni solenni per il 50° dell’Opera S. Pietro per il clero indigeno, giornate della buona stampa e della propagazione della fede.

  3. Un tifone si rovescia su Miyazaki. Grazie a Dio non danni di persone fra noi. Abbattimento del magazzino e scoperchiamento della stalla dell’incipiente colonia agricola.

  4. Consacrazione della Prefettura Apostolica al S. Cuore di Gesù, chiusa con la splendida processione eucaristica in Seminario.


Nelle opere salesiane di Tokyo


  1. Benedizione della nuova Chiesa di Don Bosco a Tokyo e dei locali per interni della scuola professionale.

  2. Riconoscimento legale della nostra Scuola professionale Don Bosco, come scuola media di primo grado (sez. tipografia, sarti, falegnami).

  3. Le Figlie di Maria A., lasciato l’Asilo di Miyazaki, nei pressi della nostra Parrocchia di Mikawajima a Tokyo, stanno erigendo un altro asilo ed opere sussidiarie, mentre continuano ad aiutare i Salesiani col lavoro tra quelle fiorenti opere sociali.

  4. Nello studentato filosofico-teologico nostro, per la carità di speciali benefattori, si è potuto inaugurare la biblioteca, che ci può essere invidiata dalla massima parte degli studentati del genere.


In missione e a Tokyo poi si continua l’Opera degli Oratori (al Signore determinarne i frutti!), ma specialmente, dietro gli incitamenti, prescrizioni e suggerimenti suoi, o amato Padre, nessuno dei suoi lontani figli ha voluto star con le mani in mano per cooperare al buon esito della Crociata catechistica. Molto modestamente, sia pure, ma anche noi tutti vogliamo trovare posto vicino al suo cuore per la buona volontà, che intendiamo dimostrare colla partecipazione attiva a questo movimento salutare e di prima necessità per il missionario.

Gare, mostre, organizzazione dell’insegnamento catechistico nelle case, scuole e negli oratori, che culmineranno col Congressino di Tokyo nel prossimo agosto, tutto fu messo in opera; e tutti vi hanno prestato mente e cuore, missionari e giovani confratelli.

Come già dissi, è per noi un sogno pensare a quanto si può e si deve fare altrove. C’è ancora molto, per quasi dire tutto da fare, e molti altri missionari del Giappone lavorano anche in questo campo, tentando vie, metodi, preparando materiale catechistico adatto alle varie categorie di persone.

Abbiamo quasi nulla, ma anche quel poco che si ha serve assai poco se non lo si fa passare attraverso una trafila, direi, opposta alla nostra. È così difficile penetrare la mentalità del Giappone e assimilarsela, ed è così difficile imporsi e rendere in atto costante la legge dell’adattamento dell’ambiente e più alle inclinazioni, intime aspirazioni, disposizioni speciali dello spirito di questo gran popolo.

Ed è perché non si è ancora riusciti a questo che, secondo me, si va così a rilento nel problema missionario in Giappone. E libri al riguardo non ci sono – qualche tentativo fatto dai primi missionari dell’epoca di S. Francesco Saverio, scomparso o incompreso – si ricomincia – si fanno saggi – pazienza e costanza e preghiere.

Oh, che il Signore si degni di concedere ai poveri figli di Don Bosco di poter portare un contributo efficace allo stabilirsi della Chiesa in Giappone. E fu d’immenso conforto per noi il vedere che il Santo Padre, come manifestazione del suo grande amore verso della nostra povera missione, concesse alla nostra catechista più anziana, Sig.ra Enami, che da 45 anni continua nell’insegnamento del catechismo ai fanciulli e fanciulle cristiani di Miyazaki un diploma di benemerenza con speciale benedizione, e ai coniugi Kurita la decorazione Pro Ecclesia et Pontifice per il loro disinteressato lavoro nelle opere cattoliche di beneficenza e assistenza sociale.

Il modesto elenco delle cose più salienti dell’annata le dicono una parte del lavoro apostolico dei missionari suoi figli in Giappone. Ma Lei pensi poi questo e tutto il resto del lavoro, materiale e imbevuto di sacrifici, contrarietà di ogni genere, e ci benedica.

Sono grazie anche queste del Signore, che fra tante prove, ha anche chiamato a sé un giovane seminarista all’inizio del corso di teologia. Preghi e benedica i nostri confratelli salesiani sotto le armi (tre) e i cari seminaristi della Prefettura (nove). Non dimentichi i suoi figli lontani che, mentre con effusione di cuore ringraziano quanto hanno fatto per loro i Superiori in quest’anno a costo di veri sacrifici, quanto per loro hanno fatto i fratelli, i nostri allievi ed ex-allievi e i caritatevoli amici e benefattori, vogliono continuare a lavorare sempre più e meglio nell’adempimento del loro dovere.

Per tutti riconoscente

Don Vincenzo Cimatti



2536 / Circolare Amici della Missione del Giappone / 1940-6-30 /


agli amici della Missione e Opera salesiana in Giappone



Miyazaki, 30 Giugno 1940


Rivolgo a voi tutti un caloroso appello per un’opera, che mi sta più a cuore di qualsiasi altra, l’Apostolato cioè per le Vocazioni Giapponesi, tanto per la Prefettura Apostolica, quanto per la Congregazione Salesiana in Giappone.

Tutti, nessuno escluso, potete e dovete portare il vostro contributo – ve lo domando insistentemente a nome della Chiesa e di Gesù stesso.

La soluzione di tale problema è urgente e si impone come necessità assoluta, specialmente per il Giappone, dato il progresso, la cultura, e l’organizzazione di questo grande Impero, data la difficoltà della lingua e di adattabilità ai costumi, e data la scarsezza del personale missionario. Sulla soluzione di questo problema è fondato il ritmo d’accelerazione delle convezioni, il costituirsi della Chiesa Cattolica e dell’Opera Salesiana in Giappone.

Fin dall’inizio del nostro apostolato missionario in Giappone ci siamo prospettati questo problema: la Casa di Aspiranti a Nakatsu (20 allievi) ed il Seminario di Miyazaki (50 allievi) incominciano a dare i loro frutti di vocazione e per il Clero secolare (già 9 studenti nel Gran Seminario di Tokyo ed un Sacerdote) e per la Congregazione Salesiana (già 6 confratelli e 7 novizi). Le critiche condizioni economiche in cui si trova il mondo, rendendo sempre più difficile il sostentamento di queste Opere, specie del nostro Seminario, oso domandare un valido soccorso, sicuro della vostra cooperazione.

Modo di venirci in aiuto:


a) Preghiera

b) Iscriversi alle Opere Pontificie per la Propagazione della Fede

c) 1. Quotarsi per un anno o per il corso completo (5 anni) per le spese particolari di vestito, calzatura, libri, cancelleria, ecc. di un seminarista (£ 30 mensili – 300 anime). Si entra così a far parte del Gruppo “Amici delle Vocazioni”.

2. Idem per la retta semplice £ 100 mensili – 1000 annue) “Gruppo Benefattori”.

3. Idem per l’adozione completa (£ 130 mensili – 1500 annue) oppure una borsa missionaria (vedi Bollettino Salesiano) “Gruppo Benefattori insigni”.

Agli offerenti s’invierà un diploma ricordo e periodicamente una lettera d’informazione della vita e avvenimenti del Seminario. Tutti partecipano delle quotidiane preghiere e nella Giornata della riconoscenza ogni mese la S. Messa, Comunioni e preghiere per tutti i Benefattori ed Amici delle Vocazioni.

Oh, possa questa lettera avere nel cuore di ognuno di voi la stessa risonanza che ebbe nel cuore della Signora Bigard, quella del Vescovo di Nagasaki, e che la determinò a fondare l’Opera di San Pietro per le Vocazioni. .


Miyazaki, 30 - VI - 1940 - XVIII

Vostro riconoscente

Mons. Vincenzo Cimatti, salesiano

Prefetto Apostolico di Miyazaki


2537 / Circolare Salesiani / 1940-7-1 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana e Prefettura Apostolica di Miyazaki



Miyazaki, 1 luglio 1940

Carissimi,


Col primo Luglio comincia il nuovo anno d’apostolato missionario. Ieri nella bella processione fatta al Seminario, ho consacrato ognuno di voi, ognuna delle nostre Opere, e le singole anime a noi affidate al S. Cuore di Gesù.

Vi comunicherò presto i risultati del lavoro dell’anno passato; se tutti avessero potuto eseguire quanto insistentemente vi avevo raccomandato, sarebbe già un fatto compiuto; ad ogni modo penso che se tutti ci metteremo con vero slancio al lavoro anche i risultati visibili aumenteranno a comune consolazione.

Domandiamoci ogni giorno nel nostro esame: che ho fatto oggi per la mia anima? Per quella dei cristiani a me affidati e per quella dei non cristiani? Penso che ne ricaveremo un bene immenso e grande forza d’azione.

Vi ricordo di eseguire quanto il nostro Rettor Maggiore ha prescritto in data 1/l/1940: cioè le quattro riunioni cui devono intervenire tutti i confratelli per studiare il modo di praticare quanto è stabilito nel COMMENTO su Catechismo.

Della relazione che m’invierete ho necessità per fare adunanze prescritte sull’argomento in occasione degli Esercizi.

Miei buoni missionari e confratelli eseguiamo con fede quanto inculcano i nostri Superiori. Anche in questo sia il gran segreto della nostra forza e della riuscita, perché non ci mancherà la benedizione di Dio. (Cfr. Atti Cap. N° 97).

Pregate sempre per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2538 / Cecchetti Albano / 1940-7-1 /


109 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 1 luglio 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Lettere nostre certo incontratesi… Penso avrà capito, come pure capito da quanto mi ha inviato. Grazie.

Bene per le Messe ed altri avvisi. A Miyazaki istruzioni (regole, regole, regole). Poi a Tokyo se si sentirà istruzioni, idem idem.

Per le Suore nulla. Per le Suore S. Infanzia provveduto.

Dunque allegro in Domino e con Don Arri fatevi santi.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti

2539 / Ricaldone Pietro / 1940-7-9 /


110 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 9 luglio 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Chiuso l’anno missionario e amministrativo, colla relazione della Visita, unisco il mio rendiconto.

In primis un vivo grazie al Signore e ai nostri amati Superiori: siamo tutti vivi… Si è potuto lavorare e la Provvidenza non ci lasciò né ci lascerà mancare il necessario.

Invierò presto relazione dettagliata per il Bollettino, ecc.

Per me.


    1. Salute, grazie a Dio, bene.

    2. Lavoro ce n’è, pur non riuscendo a stancarmi. Ricordi però il solito ritornello: divide et impera. Per me non riesco, data la lontananza ad accudire bene Tokyo.

    3. Pietà, regole e Ss. Voti regulariter e lavorio per migliorare. Ho bisogno (me lo dicono tanti) di più energia di comando… Mah! Che vuole? Nemo dat quod non habet.

    4. Carità: mi pare di volerla in me e negli altri.


La relazione della visita le dice le nostre cose – ho molti ammalati (stanchi), bisognosi di riposo, per alcuni, più spirituale che materiale… Ah! Quando Torino sarà più vicino: mi pare che però in tutti ci sia buona volontà e desiderio di bene. Deo gratias!

Don Dupont: Indocina. Ch. Maki e coad. Tateishi (Giappone e Cina) e i miei seminaristi (7) tutti bene.

Anche il 1° scrutinio dei Novizi ha dato buoni risultati. Si lavora anche qui come si può pel Catechismo: la massima manifestazione sarà pel congressino di Tokyo, che pare riuscirà interessante perché il lavoro principale è per i non cristiani. Il Signore ci aiuti a realizzare i desideri manifestatici dal Superiore, suo rappresentante, a suo tempo la relazione.

Fine di Luglio e agosto esercizi: preghi a che ci facciamo davvero santi.

Tutti vogliono salutarla e abbracciarla: mi benedica e preghi per chi cotidie la ricorda.

Suo

Don V. Cimatti

2540 / Cecchetti Albano / 1940-7-9 /


111 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 9 luglio 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Veda di aiutarmi, ché non riesco a fare il calcolo dei suoi cristiani.

L’anno scorso erano 196 + 28 immig. + 78 + 19 = 321, accrescimento di quest’anno.

Poi 60 morti + 37 emig. = 97, diminuzione di quest’anno 321 – 97 = 224 che dovrebbe essere il numero dei suoi. Trovo invece 294… Si tratta di 66 individui che non so come tirar fuori.

Veda se… e salutando Don Arri preghi per me.

Suo

Don V. Cimatti

2541 / Circolare Salesiani / 1940-7-13 /


ai Confratelli della Prefettura Apostolica e Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 13 luglio 1940


Carissimi,

Rispondo a quesiti fattimi dopo le ultime disposizioni emanate dal nostro Ven.mo Rettor Maggiore come dagli Atti del Capitolo Superiore che penso abbiate ricevuto.

Quanto alla Crociata di preghiere che ci si domanda mi pare non ci sia difficoltà di sorta né per la visita speciale, né per la benedizione col SS.mo, colle preghiere indicate (anche nelle case irregolari o piccole residenze con un po’ di buona volontà si può dare la benedizione privatim: non si può effettuare decorosamente solenne, è chiaro allora non si dà).

Quanto alla parte economica mi pare che siamo in regola dappertutto: ad ogni modo vi sia la minestra buona e la pietanza buona (penso che una semplice verdura non costituisca la cosiddetta seconda pietanza) e avanti nel Signore. In quante nostre case non si conosce la seconda… Ed il Signore ha aiutato ed aiuta questi nostri cari confratelli e permette loro di fare tanto bene e nella Prefettura e a Tokyo. Però si faccia ogni sacrificio e non manchi nulla agli ammalati.

Per gli altri consigli economici e di lavoro ognuno faccia quello che può.

Le disposizioni del Superiore interessano noi pure e nei limiti del possibile vogliamo uniformarvicisi.

Quante del genere ci vengono inculcate anche dal Governo Giapponese! Ma ricordiamoci, miei cari confratelli, che ancor più efficacemente si raggiungeranno gli scopi con la nostra condotta santa.

Vostro

Don V. Cimatti

2542 / Circolare Salesiani / 1940-7-13 /


112 ai Confratelli dell’Ispettoria S. Francesco Saverio

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13 luglio 1940


PRO-MEMORIA ESERCIZI SPIRITUALI (26/7 - 1/8 a Miyazaki)



  1. I sacerdoti non dimentichino le RUBRICHE e i CASUS Conscientiae.

  2. Gli altri confratelli il libro delle Pratiche di Pietà e le Costituzioni.

  3. Si dia uno sguardo ai libri della Biblioteca per la verifica di opere incomplete, Riviste estere e Giapponesi o di libri dati in prestito e non restituiti.

  4. I Capi-residenza ricordino di avvisare i cristiani per la Domenica 28 o provvedano per la sostituzione o per casi urgenti che potessero occorrere in loro assenza.


27/7: adunanza dopo la prima Istruzione per il ripasso delle cerimonie della S. Messa.

l/8: pomeriggio: adunanza catechistica per tutti.

2/8: adunanza missionaria dei capi-residenza e sacerdoti. Ordine del giorno:


  1. Che cosa abbiamo fatto in quest’anno e che vogliamo fare per i nostri cristiani e non cristiani?

  2. Che abbiamo fatto in quest’anno per migliorare l’esecuzione delle norme emanate in quest’anno dai Superiori nelle loro circolari? (Castità, povertà…).

  3. Comunicazioni varie del Superiore e dei presenti.


Saranno gradite comunicazioni anche di quelli che non partecipano a questa muta.

Don V. Cimatti

2543 / Cecchetti Albano / 1940-7-13 /


113 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 13 luglio 1940


Mio carissimo Don Cecchetti,

  1. Quid dicam? L’istruzione del Superiore mi pare chiara nel senso che ogni casa… quindi… Lei farà come può. Potreste anche fare così, parlate fra voi ed inoltre Lei colle Figlie di Maria A., Don Arri coll’Hikari no sono, raccogliendo materiale: Don Arri specialmente può dare indicazioni preziosissime.

Nelle adunanze in comune basta ci sia uno di poca volontà e tutto va a gambe levate o inutilizzato.

  1. Per Don De Kruyf è Don Marega che deve… A me domandò nulla lui – a Don Marega scrissi esponendo le difficoltà intrinseche. Scrivo a Don Margiaria nel senso da Lei indicato e attenderemo, che non so come si siano là aggiustati per gli esercizi.

  2. Per le finestre si tratta di 500 Lire di più per ciascuna o tutte insieme? Se per tutte insieme e se davvero è utile, volentieri do le 500 Lire.

  3. Per le Figlie di Maria A. mi scrisse Madre Carmela del terreno che cede. Preghiamo.

  4. Deo gratias per l’Hikari. Pel noviziato sono sicure e per quando delle suore che si assumono la direzione? E d’altra parte se la Nagata non è libera, come può fare il Noviziato con calma? Per settembre la Dottoressa ci sarà? Intanto preghiamo e pensiamo – e veda di saper chiaro sul 1° punto (quando le adoratrici…).

Ed ora al 3° prete… Se tutto procede secondo i calcoli alla prima metà di settembre Don Antolin potrebbe essere in sede, ma nella mia vita salesiana ho fatto tanti calcoli, ipotesi, sodan (preso accordi) e pochissimi mi sono riusciti o quando ne annunciavo la riuscita erano già caduti; ne parlavamo ieri con il bravo Don Antolin che fa davvero assai bene. Dunque preghiamo e lasciamo fare al Signore.

  1. Ed ora un’altra questione che prego di regolarizzare al più presto: senta anche Don Arri ed anche specialmente la Nagata.


Il nostro bravo Don Erdö per fare un lavoro speciale (scritto) ha bisogno di calma. Domanda di poter andare all’Hikari no sono. Si adatterebbe a stare in sacrestia e così potrebbe prestarsi per il servizio religioso. È prudente? Voi conoscete l’ambiente. Per il vitto e alloggio, quid? Non vorrei mettere un confratello in pericolo: tanto più che si tratta di una città ove è una casa salesiana.

Il confratello avrebbe bisogno di un mese per il suo lavoro: dopo l’Assunta deve fare gli esercizi. Veda se può a me o direttamente a Tokyo dare risposta urgente.

Ricevo ora i suoi calcoli: Deo gratias! Niente paura… Poveretti non bisogna sopprimerli, anzi li aumenti.

Sì, caro Don Cecchetti, sa perché non si corre in missione. Forse non siamo ancora santi… e quindi non possiamo santificare… e specialmente non è santo chi scrive. Aiutiamoci a vicenda per diventarlo.

Saluti ad Arri. Risponda a me o a Tokyo per espresso (in caso Don Erdö se tornasse comodo per vostro alloggio potrebbe venire a fare gli esercizi a Miyazaki).

Suo

Don Cimatti


P.S. - Mi rappresenti per Madre Carmela…

2544 / Barbaro Federico / 1940-7-13 /


114 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 13 luglio 1940


Carissimo Federico,

Mi pare un secolo che né ci vediamo, né ci scriviamo.

Si avvicina il tuo onomastico. Ho la consuetudine (se non mi dimentico) di passare nell’intimità spirituale coi miei fratelli quel giorno: affetto, ricordo, preghiera, tanto più col mio bravo Federico.

Non sei ancora perfetto, come assai meno di te lo è chi ti scrive e ti potrei fare l’argomentazione…

Bisogna che prima della Messa migliori anche con un taglio netto e con uno di quei volli alfieriani (vero o no che l’abbia detto) il solito punto in cui sei ancora debole, le piccole cose… Sento già un soffio sbuffante e sto per dirti anche in queste condizioni snervanti che “T’amo o pio bove!” (come vedi stasera mi fioriscono le reminiscenze letterarie): ma sbuffa fin che vuoi, è per il tuo bene.

Dunque, Federico, allegro e buono e… preparati al gran passo.

Saluta omnes. Dirai al buon P. Anouilh che ho ricevuto i conti e Don Liviabella risponderà.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti

2545 / Tassinari Clodoveo / 1940-7-13 /


115 a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 13 luglio 1940


Mio carissimo Don Tassinari,

Grazie della tua relazione… perfetta, come e più delle tue esecuzioni musicali. Bravo e Deo gratias! per l’esito.

Per Emi spero si ridurrà sulla via: lo sarà già, ma esortalo a pregare per avere questa grazia.

Per Kanemoto idem. Non c’è che da continuare quello che fai per lui e che fa lui.

Caro Don Tassinari, è un male un po’ comune nelle case nostre di tutto il mondo: aspiranti e chierici e coadiutori del triennio pratico e di voti, lasciati a sé. Nei limiti del possibile reagire è dovere e carità.

Bene per riposi… Direi anche che una mezza giornata o anche una giornata alla settimana (anche i Gesuiti fanno così) non faccia male. Ah, quando avremo a Tokyo una casa speciale… Tu, in gamba, se lavori con ordine e calma e col Signore e diversificando (quando ti senti stanco) andrà bene.

Le circolari cadute in mano al Direttore le troverai fra un anno allo stesso posto (che satira!… Per fortuna che Don Bovio è a Tokyo).

Le avevo mandate a te per… Mandale al fratello (penso abbia preso Messa il 30 giugno).

Il Sig. Chukanji si siede già in sedia, ma la gamba destra non regge ancora, saranno fatti i tuoi saluti.

Per i tuoi lavori, calma: quel che non puoi fare oggi lo farai domani.

Per l’articolo su Sidotti non è necessario farmelo vedere… Mi fido.

Domani in compagnia parleranno del programma d’azione vacanza, rimangono una ventina in Seminario.

Oggi esami di catechismo: Hiramatsu, Iwanami (piccolo), bocciato. Ma la più grossa è che ho finito col congedare Igisu: non buon esempio di vita cristiana; ha scritto in italiano sul giornale giapponese in arrivo qualche frase compromettente, e poi… è sempre in continue ricerche e noi in ansie… Con Mori e Nishimura ci aggiustiamo: poi si vedrà.

T’ipoteco già per un libretto sulla vocazione. Ne abbiamo olim pubblicato uno sulle letture Cattoliche (deve essere o il 1° o 2° anno).

Dunque Renato, allegro e buono e con calma, mentre tenti di far del bene agli altri non dimenticare te stesso.

Preghiamo ad invicem cotidie.

Tuo

Don V. Cimatti

2546 / Ricaldone Pietro / 1940-7-15 /


116 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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ISPETTORIA SALES. GIAPPONE

Miyazaki, 15 luglio 1940


Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Facendo seguito alla mia ultima:


  1. Secondo il prescritto in Strenna, Commento alla Povertà per l’anno 1/7/40, Giugno 1941, come revisori salesiani rimangono in carica i medesimi dell’anno scorso.

  2. Mentre di cuore ringraziamo tutti delle belle notizie ricevute specie nel N° 99 Atti e si prega con Crociata di preghiere, per nostra tranquillità, “la visita di cui si parla a pag. 99 deve comprendere anche la coroncina?”.


Per la sola pietanza penso che in pratica in Giappone abbiamo sempre fatto così, ed è da tempo che la seconda non si sa… Semplice verdura pure penso che non si debba considerare come seconda pietanza, e perciò in pratica ho pensato che si può permettere.

Il Governo Giapponese è da tempo che ha organizzato la mobilitazione spirituale della nazione, ed emanate esemplari norme economiche in tutto.

Molte economie poi si fanno necessariamente perché certi generi non ci sono. Del resto l’andar scalzi in Giappone non fa meraviglia a nessuno, anzi…

Quindi, grazie a Dio, non abbiamo da cambiare nulla. Evviva la povertà che nelle necessità attuali ci fa sembrare di essere allo stato normale…

Preghi per me, amatissimo Sig. Don Ricaldone. Entro oggi nei 62 (alla giapponese), 63… Quante responsabilità!

Ah, che mi salvi l’anima… et dives sum satis nec quidquam aliud posco.

Suo

Don V. Cimatti

2547 / Berruti Pietro / 1940-7-15 /


117 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 15 luglio 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Berruti,

Rispondo alla sua del 15/7/40, oggi mio natalizio.

Preghi per me affinché si compia in me e nei miei in tutto e per tutto la volontà di Dio.

Quando ricevo le sue e in genere le lettere dei Superiori, sussulti di gioia e sempre il solito sentimento della realtà delle cose per la mia incapacità riconosciuta ormai a lippis et tonsoribus. Per me faccio come mi si dice, ma è ben chiaro e lo vedo così chiaro anche da quanto mi scrive in sua carissima. Beh… fiat voluntas Dei. Per me penso al bene che non si fa per colpa mia… e perché quanto lamentano i Superiori è il risultato della mia nullità e i Superiori non potevano farmelo meglio capire e darmi (se era necessario) una convinzione di più48.

Fiat voluntas Dei… e con questo po’ po’ di roba mi si lascia ancora in queste condizioni… O Signore, bonum mihi quia humiliasti me… Oh, come sarei riconoscente ai Superiori, se mi dicessero che dovrei fare per rimettere le cose che i Superiori e Confratelli dicono non essere a posto dal punto di vista salesiano; che davvero ormai non ci capisco proprio più… Perché se i confratelli scrivono ai Superiori non so di che, a me non dicono (uno o due) che le solite rifritture contro l’Ospizio.

Se Don Cimatti ha dovuto rallentare la corsa, è perché ho ricevuto tirate di redini e morso e spronate dai Superiori, e quindi ho dovuto chiudere case e attività… Ma Deo gratias anche di questo. Non riesco a capire come facciano le altre missioni per accontentare il Signore. Avanti…

Dopo gli esercizi spero dare un po’ di spinta ed il Signore mi aiuti a diventare più salesiano… Mi accorgo, dopo quel che mi scrive, che sono assai lontano dall’esserlo… Ma bisogna che i Superiori mi aiutino…

E la prima è che diano il ben servito al sottoscritto da Prefetto e Ispettore… È così naturale… Oppure mandino un Visitatore con pieni poteri o ritorni Lei o qualcuno dei Capitolari.

Come le dico non rispondo né al primo né al secondo numero, perché non sono in calma. Dico solo che domandavo ai Superiori che cosa mi consigliavano di fare di fronte a questo problema missionario salesiano che interessa noi e le Figlie di Maria A…

Beh! È meglio che Don Cimatti vada a prendere un po’ di “You speak English”… Appena sarò calmo, in modo di non spropositare, cercherò di ripetere49

Per il nostro povero Don B., come scrissi, ho dovuto farlo ricoverare a Shanghai. Le unisco lettera che desidera sia vista dai Superiori. Fra molte stranezze l’unica verità è a mio riguardo, e gli ho scritto ringraziandolo. Che fare?…

Grazie di tutto, amatissimo Sig. Don Berruti; creda che quanto ho scritto sopra non diminuisce neppure di uno jota la venerazione, l’affetto che nutro verso singulos et totos.

Scusate, ma non posso dare quello che non ho. Mi usi la carità di grandi preghiere per me e per i miei.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti



P.S. - Ossequi ai suoi valorosi aiutanti vicini e a quelli lontani del corridoio in fondo.

2548 / Serié Giorgio / 1940-7-15 /


118 a Don Giorgio Serié, Consigliere Generale per gli Oratori

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Miyazaki, 15 luglio 1940

Rev.mo Sig. Don Serié,

Grazie delle parole consolanti proprio giunte in un momento un po’ angoscioso per parole scrittemi da Torino. Deo gratias, che conterà a merito suo la carità fraterna.

In generale ho cercato di tener informato i Superiori sui confratelli militari, ma il suo richiamo in Atti mi dà modo di passare qualche momento con Lei.

Dei confratelli salesiani sono ora sotto le armi:

Don Dupont Sac. Francesco, richiamato ad Hanoi (Tonchino). Mi scrive che è addetto ad un ufficio. Abita presso la Missione Cattolica (V. della Missione, 33) e può dire ogni giorno la S. Messa. Per provvedere ad eventuali necessità materiali si è stabilito conto corrente con la Procura M. E. P. Mi dice che ha comodità di lavorare in parrocchia occupandosi della gioventù, ecc.

Il Ch. Maki. È ancora in periodo di istruzione, né sa prevedere che avverrà. Al momento può fare le cose sue. Si tiene in relazione. Al primo del mese (giornata dei soldati in Giappone) Superiori e compagni scrivono. Nelle grandi feste si manda pacco.

Il Coad. Tateishi. È in linea: dove, non si sa. Scrive e gli si scrive come agli altri ma non ha comodità naturalmente di fare le cose sue, se non nel caso che capiti dove c’è una missione. Anche a lui come agli altri.

Prossimamente altro coadiutore andrà alla visita: il coad. Yano. Vedremo il risultato.

Vi era tempo fa il ch. Nishimura, ma è ritornato gloriosamente ferito ed ora è al lavoro in Seminario. Ottimo, si comportò sempre bene, ha rinnovato i suoi voti ed è in piena regola. Ne ho poi 4 del Gran Seminario, e 3 del piccolo sotto le armi e in zona di guerra. Al momento tutti bene e speriamo. Uno non è più tornato al Seminario: dato l’individuo è migliore la presa decisione. Altri hanno passata la visita (già due) e si vedrà… Ed ora al lavoro degli Esercizi-Congressino catechistico et similia, cercando di fare quel che si può… Che vuole? Con niente si fa niente. Ma il Signore provvederà a tutto. Preghi preghi e faccia pregare per questo povero

Don V. Cimatti

2549 / Zerbino Pietro / 1940-7-15 /


119 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 15 luglio 1940


Carissimo Don Zerbino

  1. Grazie a te. Bravo, prega, se no sono perso.

  2. Il povero Don B. è al manicomio a Shanghai.

  3. Per il corso di disegno sta’ tranquillo. Godo che il bravo Scopello sia così ben piazzato.

  4. Per gli strumenti da falegname farai come potrai: ho già ricevuto nota.

  5. Bene per gli Articoli sul Bollettino Salesiano, accreditati all’ufficio Missioni. Ringrazia il buon Don Bordas. A giorni butterò giù la relazione annuale.

Bravo, fa’ sempre le cose regolari nei conti: l’importante è [che] non ci siano debiti.

  1. Oh! Sì, l’ultima lettera del Sig. Don Berruti era proprio molto dolorosa… Ma fanno assai bene per mettere a posto l’io… e Deo gratias anche di quello. In paradiso quante belle cose capiremo.

  2. Tu prega per me e di tanto in tanto qualche scrollone alla Madonna e a Don Bosco e alla Mazzarello (per le Suore) non va male.

  3. Allegro, Don Pietro mio… Oh, in Paradiso sarai ben su…


Ti abbraccio di cuore.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2550 / Cecchetti Albano / 1940-7-15 /


120 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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[15 luglio 1940]


Carissimo Don Cecchetti,

È di passaggio il nostro Prof. Akabae che va a Nagasaki per condurre i seminaristi e reclutare.

Non so di preciso il suo programma. Penso però che partirà subito. Se pernottasse lo affidi al catechista… E arrivederci a Dio piacendo.

Con affetto.

Suo

Don V. Cimatti, sales.

2551 / Barbaro Federico / 1940-7-15 /


121 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 15 luglio 1940


Carissimo Barbaro,

Si vede che pensieri e cuore pulsano per noi all’unisono…

Le nostre si sono incontrate. Alcuni minuti di nuovo insieme. Grazie di cuore.

Scrivo a quanti Suor Geltrude dice di scrivere, ma fa’ anche tu la tua parte.

Bene per tutto il resto: sicuro mordere e stroncare un po’ (correggere: tutto) di noi stessi. È quello che dobbiamo fare perché se no “…ostrega digo mi, ostrega digo mi…”50 non se conclude… un’ostrega…

Deh, prega per me e… buon Diaconato. Ti sentirai dire: “Esto nitidus, mundus, purus, castus sicut decet ministros Christi et dispensatores mysteriorum Dei…”. “Cura ut Evangelium ore annuntians vivis operibus exponas”. E riceverai la stola candida, la dalmatica di giocondità e giustizia ed il potere di annunziare il Vangelo… Medita da adesso.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti

2552 / Ricaldone Pietro / 1940-7-16 /


122 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Prefettura Apost. di Miyazaki e Ispettoria Sales. S. F.


Relazione annuale Cooperatori Salesiani


16 luglio 1940


Rev.mo Sig. Don Ricaldone,

Secondo il prescritto dei regolamenti invio la relazione sui Cooperatori in Giappone. Varianti notevoli non ci sono per ciò che si riferisce all’aumento dei medesimi, ma qualche elemento in tutte le varie case fu inscritto.

Il Bollettino nostro, sia pur più modesto ha una tiratura di un migliaio di copie, trecento delle quali vengono distribuite in missione, e le altre in Giappone; se ne inviano pure copie in Corea e Manciuria.

Certo che tale movimento è da farsi colla massima prudenza in terra di missione, ad ogni modo anche con questo modo la buona parola e lo spirito di Don Bosco viene diffuso; in Seminario ho alcuni seminaristi coreani che chissà che non possano essere la base per future fondazioni in Corea.

Invio ogni mese le prescritte 4 copie al Sig. Don Berruti, cercando di seguire il Bollettino italiano, più le notizie locali. Come ebbi a dire ripetutamente, sarà possibile un movimento coordinato e forte quando l’Ispettore potrà attendere a questa importante attività… Ma purtroppo mi si dice sempre che non è ancora giunta l’ora. Preghi, amato Padre, per tutti questi cooperatori.

Per la festa di S. Francesco e Maria A. si cercò di fare le prescritte conferenze.

Ci benedica tutti.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti

2553 / Cecchetti Albano / 1940-7-19 /


123 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 19 luglio 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Un consiglio ed una preghiera. Come far passare le ferie a Sato. La sua presenza qui non fa del bene (a voce i particolari) e bisognerebbe trovare il modo di… La pregherei quindi di trovare modo di occuparlo a Beppu.

Avrebbe da rinforzarsi per un’eventuale chiamata alle armi, essendo stato fatto abile (sia pure in seconda linea) e curare un ginocchio reumatico.

Abbia la bontà di rispondere subito perché Domenica nel pomeriggio i seminaristi sono in libertà.

Saluti a Don Arri.

Suo

Don V. Cimatti

2554 / Cecchetti Albano / 1940-7-21 /


124 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 21 luglio 1940


Carissimo Don Albano,

Grazie per Sato. A voce faremo. Mi faccia ancora questa carità, cioè dia anche il vitto (non a tavola dei confratelli, ben inteso) in modo che a casa abbia solo l’alloggio. Per lavoro se Don Arri avesse da dargli da scrivere, copiare, ecc. andrebbe bene – deve fare una cura (gamba). Se Lei avesse occasione di andare a Nakatsu si potrebbe forse occuparlo là per dar riposo al Chierico (è vero che vi è Nani). Ma è tutto per vedere se possiamo salvare lui e noi – a voce faremo tutti i sodan (= prenderemo gli accordi) e decideremo perché una decisione bisogna pur prenderla. Quale sarà la migliore?

Naturalmente sarà rifuso di tutte le spese. Lo so, è un disturbo che vi do – lo dica pure anche ad Arri, ma finché non ho parlato con Lei non posso decidere.

Honda benone – non viene. Nishida bene, è andato presso lo zio prete a Nagasaki.

Solo in previsione: si sta combinando una radunata di studio (koshukai) a Miyazaki e forse per una serata di conferenza e saggi musicali inviterei Don Arri. Se son rose fioriranno ed avviserò in tempo.

Beh! Preghi per me e… se non moriamo, arrivederci.

Saluti a Don Arri. L’abbraccio.

Suo aff.mo

Don Cimatti

2555 / Berruti Pietro / 1940-7-25 /


125 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 25 luglio 1940


Rev.mo Sig. Don Berruti,

È per il carissimo Don Dupont che scrivo, mentre unisco resoconto annuale missionario, che spero vada bene.

Insisto da tempo presso la sede, affinché pensino anche a venire in aiuto per le case salesiane di formazione del personale. Ad ogni modo i Superiori vedano e mi diano sempre suggerimenti del caso, perché più zucca di Don Cimatti non ne trova certo.

Il buon Don Dupont (cui scrivo di rivolgersi anche Lui direttamente ai Superiori) mi propone di rimpatriare e per vedere i parenti – per aggiustare varie cose di famiglia, riposo dal servizio militare in paese caldissimo – Indocina – e, pur non dicendolo, sentendosi in condizione d’animo per gli avvenimenti politici molto cambiato specie verso il Giappone e l’Italia.

Ed è troppo naturale per un Francese. Per me, nessuna difficoltà, pieno permesso e dopo tutto è a metà strada: penso che faccia bene e per l’anima e per il corpo, poi i Superiori disporranno.

Gli ho detto in genere: “Scriva ai Superiori – mi sembrano buone le ragioni”.

Certi stati d’animo non si curano che con questi bagni. Penso che possa essere rimpatriato come soldato. Al momento null’altro.

Si è potuto trovare un posticino in montagna per i nostri poveri chierici di Tokyo. Deo gratias, perché ne hanno veramente bisogno.

Siamo a Miyazaki in 18 in pieni esercizi (pomodoro, insalata… e Don Cecchetti con le sue barzellette che gli facciamo ripetere…).

A Tokyo dopo l’Assunta col Congresso Catechistico. Gli altri bene… Il più nervoso Don Marega, ma Deus scit.

E preghi per me e si guardi dal caldo; qui al solito, caldo, ma in genere, vento.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti

2556 / Ricaldone Pietro / 1940-7-30 /


126 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 30 luglio 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Fine mese: mio rendiconto.

In questo mese nulla di nuovo. Finite relazioni, rendiconti, cronache, ecc. invio ai singoli responsabili, e spero arrivi tutto.

Esercizi 1a muta (in corso) a Miyazaki – 2a a Tokyo – come chiusa il congresso catechistico.

Tutti i confratelli bene (Don Marega, nervoso – gli altri un po’ stanchi, ma si va avanti benino da tutti).

Cerchiamo nel mese di agosto, secondo i suoi consigli, di eseguire con più perfezione quello che si è sempre fatto – la disposizione pel cibo ci ha trovati più che preparati.

Don B. comincia a scrivere – pare venga orientandosi, ma…

I confratelli soldati (2 giapponesi) bene – Don Dupont in Indocina e per stanchezza, e per vedere i parenti e per affari di famiglia e nelle condizioni attuali (per quello che è successo tra le tre nazioni) non sentendosi di comparire subito tra i confratelli supplica di rimpatriare. Per me non ho difficoltà di sorta; è a metà strada, può rimpatriare forse come soldato ed è una buona occasione. Per il ritorno stabiliranno i Superiori. Ho detto scrivesse anche Lui direttamente ai Superiori.

E mi voglia benedire, coi miei, delle sue migliori benedizioni, che ne ho un bisogno estremo.

Suo nel Signore come figlio

Don V. Cimatti

2557/ Cecchetti Albano / 1940-8-5 /


127 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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[5 agosto 1940]51


  1. Sul totale dei cristiani al Luglio il M. E. N. desidera separatamente il numero dei maschi- femmine – tanto per Beppu che per Morie.

Inviare al più presto a Miyazaki.

  1. Gli atti ufficiali devono essere firmati alla giapponese anche col timbro. Se non l’ha farlo fare subito.

  2. È Don Cimatti che a nome della Chiesa e della Congregazione deve ringraziare Don Cecchetti e lo faccio a nome di tutti, di tutti i confratelli, che mi pare ne abbiano approfittato assai. Deo gratias.


Anch’io ho raccomandato a Don Arri il riposo. Ottima l’idea della settimana all’Hikari.

Pel concerto, come vede, l’uomo propone e Dio dispone. Vedremo di combinare come meglio si può.

Bene per Sato.

Per Don Antolin attendo la risposta dalle Figlie di Maria A.

Per la Nagata parlai alle suore che devono riceverle in noviziato. Sarebbero disposte in Ottobre ma a Tokyo dove avrebbero posto per 4-5: esse proporrebbero un noviziato duro (regolarissimo) per 6 mesi da loro.

E auguri per il padiglione di 84… 840… e 8400. Preghiamo.

Sì, il S. Cuore deve aiutarci tutti a realizzare il suo regno nelle anime.

Ed eccole un nuovo saggio della mia insipienza. Le rinvio la lettera che ho dimenticato di dare a Don Livia, che era venuto alla stazione. La spedisca subito insieme alla qui unita. Grazie.

Domando 4 sen per la cartolina che abbia la bontà di spedire.

E per oggi basta. Saluti al Sig. Muraoka e amici.

E preghi e faccia pregare per me. Sempre la ricordo.

Suo

Don V. Cimatti



2558 / Tassinari Vasco /1940-8-7 /


128 a Don Vasco Tassinari, fratello di Don Clodoveo missionario in Giappone

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Miyazaki 7 agosto 1940



Carissimo Vasco,

Partecipo ( puoi capirlo) alla tua gioia vivissima. Gesù sia sempre con te più fortemente per tutta la vita. Grazie delle preghiere, che penso onnipotenti: vero regalo di cui modestamente ti contraccambio. E grazie dell’immagine (bella davvero e ottima pel contenuto). Coraggio, Vasco, sii di Gesù ora e sempre. Renato, benone… diventa celebre.

Tuo D. Cimatti





2559 / Circolare Salesiani / 1940-8-10 /


129 ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. Francesco Saverio

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[10 agosto 1940]

Carissimi,


Un semplice saluto che vi dica la preghiera d’augurio e per la festa della Mamma glorificata e per l’anniversario natalizio del nostro Don Bosco.

Come cristiani e salesiani esultiamo e prendiamo l’occasione di rinnovarci in tutto.

I prossimi Esercizi sono un’ottima occasione: prepariamoci e proponiamoci di farli meglio che sia possibile. Prepariamoci bene anche per il Congressino Catechistico che spero riuscirà assai utile per tutti.

E pregate per me che ho immenso desiderio di vedervi e lavorare per quanto posso per le anime vostre, se il Signore mi lascerà in vita fino a quel tempo.

Pregate per il

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti, sales.

2560 / Cecchetti Albano / 1940-8-12 /


130 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 12 agosto 1940


Carissimo Don Albano,

  1. Dica al bravo Sato che abbia pazienza. I Superiori del Seminario sono in giro e non posso interrogarli. Alla peggio pare che non ci sia difficoltà per stare alla missione e lavorare al Kosei [colonia agricola annessa all’Ospizio]. Lui e lo zio abbiano pazienza.

  2. Per Lei stia calmo più che può: è un buon esercizio di pazienza. D’altra parte le intenzioni del confratello sono buone – non vede i soldi spesi in dolci e nelle troppe fotografie. Lei faccia nel Signore e avanti.


Nell’assentarsi veda di comunicargli eventuali ordini che avesse dato a Muraoka o altri e così le cose andranno bene – lo esorti a dar la buona notte o farla dare a chi ci fosse.

Quando abbiamo fatto quanto abbiamo potuto e dovuto avanti calmi anche se cascasse il mondo.

Al momento non ho altro. Esorterei che:


1. Nella prossima muta parlasse della confessione nel primo o secondo giorno – creda che non se ne parla mai abbastanza.

2. Insistesse specie per i confratelli chierici e coadiutori nella distinzione di voto (mezzo) e virtù (punto di arrivo) – difficile infrangere il voto di obbedienza – più facile assai assai venire meno a quello della povertà – non parlo della castità. Anime buone pensano di aver infranto il voto di obbedienza perché non hanno la virtù dell’obbedienza, forse neppure al primo grado (non fanno con perfezione quello che devono fare).


Sono due pensieri che volevo dirle e che non potei.

Nell’assentarsi pensi al servizio e confessioni per le Figlie di Maria A., siccome non so in che condizioni di ospiti si trovi – penso che Don Figura potrà aiutare (intendersi con Don Marega).

Non so quando potrò andare su, potendo mi fermerò a Beppu o nell’andata o ritorno.

Suo

Don V. Cimatti

2561 / Cecchetti Albano / 1940-8-13 /


131 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 13 agosto 1940


Carissimo Don Albano,

Noi ci vogliamo così bene che non potendoci incontrare con frequenza, s’incontrano le lettere.

Grazie della sua di ieri. Già detto a Don Livio (= Liviabella) pel compenso Don Margiaria – idem bene per compenso Don De Kruif.

Ossequi e saluti all’amato P. Heuvers – non so ancora il mio itinerario.

Avverto Don Cavoli. Fate pure kantan (senza apparati) e modestamente l’inaugurazione. Lei mi rappresenti.

Quanto a Sato scriverò – tutto sommato se accettasse Nakatsu sarebbe per noi e per lui il meglio. In Seminario o a Miyazaki si corre rischio di fare una frittata… et erit error pejor priore. È uno dei massimi dispiaceri dell’annata perché amo a dismisura Sato (la sua anima), ma non riesco a trovar la via di salvezza secondo i suoi desideri. Preparare in tal senso.

Preghi per me. Saluti a Don Arri.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti


Passiamo le due feste Assunta e natalizio di Don Bosco con cuore di salesiani.

2562 / Dell’Angela Stefano / 1940-8-13 /


132 al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 13 agosto 1940


Carissimo Dell’Angela,

Grazie. Ama la Madonna e proponiti a modello Don Bosco in tutto nel suo natalizio.

Tuo

Don Cimatti

2563 / Del Col Luigi / 1940-8-13 /


133 al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 13 agosto 1940


Carissime,

Respondebo latino sermone. Gaudio quod cognoscas sulphur, sed puto quod etiam per sola signa extrinseca non cognoscas perfecte hanc creaturam Dei: bona et mala, si est strumentum iustitiae Dei in inferno.

Adhibetur in medicina ad purificandum sanguinem et in industriis diversissimis et in bellorum instrumentis.

Recole, meditare et utere.

In anniversario Nativitatis patris praebe te ipsum ut filium dilectissimum.

Ora pro me.

Don V. Cimatti

2564 / Dal Fior Luigi / 1940-8-28 /


134 a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone

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+ Tokyo 28 agosto 1940

Festa di S. agostino

Era un bel tomo… altro che te…e si è fatto santo e che santo!


Caris.mo Luigi,

Sta’ calmo. Tu pensi che a Tokyo o nel mondo si parli delle cose tue… mai sentito. Dunque tu sei in piena allucinazione che bisogna ad ogni costo infrangere e subito. Il tuo posto è dove sei – e non sognare altrove – più che pensare, lavora, lavora, lavora e prega – A voce il resto. 52

Fa’ il tuo dovere con semplicità con tutti – il modo di trattare è chiarissimo nei regolamenti. Non timore dei giovani, ma amore delle loro anime. Dunque, punto fermo e… a capo. Allegro: ripeto laetare et benefacere e lasciar cantar le passere e i grilli della tua fantasia.

Preghiamo ad invicem. Saluta Nishimura, manganelli e Tano.

Tuo D. V. Cimatti



2564-2 /Dal Fior Luigi / 1940-…-… /


135 a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone

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[1940ca]


Carissimo Don Dal Fior,

Nella bella festa della Mamma un pensierino anche per te. La Madonna desidera che ti sforzi sempre più a migliorare i tuoi doveri sacerdotali (Messa, breviario, prediche, confessioni, ecc.): è il mezzo più bello per farci davvero santi, e ti prego di chiedere anche tu per me queste grazie alla Madonna sicuro che ne guadagnerò assai assai. Allegro sempre nel Signore e laborioso.

Ti ricorda sempre il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti sales.



2564-3 /Dal Fior Luigi / 1940-…-… /


136 a Don Luigi Dal Fior, missionario salesiano in Giappone

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[1940ca]


Carissimo Don Dal Fior,

Un saluto speciale per la festa dei nostri santi. Ti penso sempre in buona salute, allegro, laborioso e buono; prego ogni giorno per te. Domanderò per te e per me nella bella occasione la grazia della forza e dello zelo per fare sempre il bene. Coraggio, mio caro Luigi.

Prega sempre per il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti sales.


2565 / Ziggiotti Renato /1940-8-30 /


137 a Don Renato Ziggiotti, Consigliere Generale delle Scuole salesiane

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Tokyo, 30 agosto 1940


Carissimo Don Ziggiotti… nonché Renato,

Scrivo dalla Capitale, ove mi trovo per Esercizi e il Congresso Catechistico (il primo certo da che esiste il Giappone) di cui farò relazione. Ed ora alcune questioni interessanti il tuo dicastero.

    1. Ho inviato, secondo il desiderio dei Superiori, la nostra Ratio Studiorum (anche a tutti quelli stabiliti dal Superiore). Molto modesta e corta: comprendi i motivi. Non mi è possibile ora permettermi quanto fanno gli altri Istituti: tempo, carta, soldi… Ho creduto (sempre dal punto di vista economico) inutile il Calendario (che non capisco del resto a chi possa servire). Tu vedrai e farai osservazioni, ecc. ecc. e si farà meglio un’altra volta… quando, se al Signore piace, si potrà avere lo Studentato interno. La Tipografia Don Bosco, avendo lavori urgenti, l’ho fatta comporre in missione… e quindi non è un capolavoro, ma è economico (mi costa la carta)… e forse potreste dire anche una buona parola su certe Ratio che penso costino a questi chiari di luna…

    2. Problema studi dei confratelli chierici giapponesi. Col prossimo primo aprile ho sei novizi chierici che spero escano dal noviziato confratelli e devono cominciare gli studi. Sottopongo piano e attendo istruzioni: ritengo necessario essere facilitato nell’approvazione. Il Consiglio mio approva.

Uscendo dal Seminario (5 anni) prima del noviziato, se non sono vocazioni tardive, alcune delle quali hanno già titoli di studio legali, i nostri non hanno la licenza ginnasiale, che apre la via agli altri studi e diplomi. Per il bene futuro della Congregazione urge dare a costoro modo di prendere i titoli. Vi sono due vie più o meno lunghe, che saranno realizzate tra breve e già in parte saggiate. Siccome mi urge non perdere tempo, essendovi la possibilità di potersi presentare ad esami straordinari, per ogni grado, usufruendo di varie lezioni, vorrei farne approfittare. Ciò importa che, a parte religione, filosofia, latino, questi esami naturalmente siano in giapponese. Quest’anno non vi sono italiani (e anche se ne venissero) bisogna assolutamente che in avvenire per i giapponesi fare corsi in giapponese – tutto sarà più che equivalente ai corsi in Italiano che si possono fare qui da quelli inviati dall’Italia.

    1. Inoltre per la serietà degli studi, non è possibile continuare con uno studentato filosofico misto di varie nazionalità. Come si fa a far lezione in italiano? Per chi non lo sa? Danno per tutti. Prego tener conto nell’invio del personale.

    2. Potrebbe darsi che i Superiori nel problema teologico pensino che Don Cimatti non usa del personale a dovere. Don Marega e Don Romani che hanno i titoli: uno è a Oita, l’altro l’invio a Miyazaki.

Non so quando avrò un gruppo di inizianti un primo corso. Al momento pluris de causis non conviene piantare il Gran Seminario. Il bravo Don Marega farebbe bene e starebbe bene in uno studentato pareggiato in Italia; Don Romani al momento (per un anno o due) lo metto a Miyazaki nel santo ministero. Potrà più efficacemente compiere poi il suo ufficio allo Studentato, quando avremo un gruppo pronto.

    1. Oh, se i Superiori s’inducessero ad imprestarmi anche solo per alcuni anni un po’ di personale formativo! Un buon confessore, un buon assistente e qualche insegnante. Quanto ho domandato! Se non c’è chi forma allo studentato – e non c’è – non avremo personale formato in seguito.

I Visitatori l’hanno constatato ma…

E per ora basta, caro Don Ziggiotti. Presto ti verrò a disturbare per alcune dispense che ritengo necessarie per l’inizio della teologia… non tremare! Al più mi dirai di no… e ti aggiusterai poi tu col Signore.

E prega per me, e se puoi porta il tuo contributo per la nomina dell’atteso Ispettore. Allo stato attuale tu sai che è alla testa chi non riesce a concludere nulla. Si chiama

Tuo Don V. Cimatti

2566 / Ricaldone Pietro / 1940-8-31 /


138 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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La finale delle manifestazioni catechetiche dell’annata


Miyazaki, 31 agosto 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Avrei desiderato ardentemente che nei giorni 29-30-31 agosto avesse potuto trovarsi in mezzo ai nostri cari chierici studenti di teologia, filosofia e novizi giapponesi a Tokyo.

Avrebbe passato ore e giornate di paradiso, e, pur avendo altrove partecipato a manifestazioni del genere, fatte certo con maggiori mezzi e possibilità di preparazione, avrebbe certo conchiuso: “Bravi figliuoli del Giappone, la vostra FINALE chiude davvero bene le varie manifestazioni del genere tenute in tutto il mondo”. Il sottoscritto certo ha chiuso così, tenendo conto delle accurate modalità della preparazione, dello svolgimento regolare, del contenuto interessantissimo ed importantissimo delle trattazioni e della portata delle conclusioni, di cui si sta preparando la redazione completa.

Fattori della buona riuscita: un organizzatore impareggiabile nella persona del nostro Don Romani, un comitato, che davvero ha dato prova di laboriosità costante, paziente, devota; i relatori che non badarono a fatica per la conveniente ricerca, la massima parte della quale non si trova sui libri; la carità dei missionari, che misero a disposizione del Congresso i tesori della loro esperienza o per iscritto o partecipazione diretta alle discussioni; il concorso di tutti, secondo le proprie attitudini, per le decorazioni, pitture, disegni, grafici, raccolte, ecc. e la buona volontà di tutti, attori e spettatori, nel volere realizzare il meglio possibile il desiderio di Lei, buon Padre, e cooperare nelle forme migliori per noi alla grande Crociata catechistica. D’altra parte per noi era una necessità fare questo primo tentativo; tentare questo primo orientamento d’assieme; radunare il materiale e l’esperienza di questi anni di lavoro; studiare, valutare, classificare, correggere, ampliare, e, quel che è più, adattare all’ambiente, che dobbiamo evangelizzare.

Il mondo non cristiano è sotto tanti aspetti toto coelo diverso dal mondo cristiano, e nei problemi religiosi poi ci troviamo davanti a stati mentali e a disposizioni d’animo così opposte all’anima e alla mente nostra, che davvero bisogna ricorrere ad una catechesi tutta speciale.

Fortunatamente la base è ben solida; c’è il Vangelo; fare come faceva Gesù benedetto. È presto detto, non facilmente fattibile, date anche le condizioni di fatto in cui si trova il missionario in Giappone:


  1. La difficoltà della lingua, e senza il possesso di questo magico strumento manca la chiave per l’apertura dei cuori e delle anime – mancando questa corrispondenza d’anime, in pratica si conclude nulla, umanamente parlando.

  2. La mancanza di mezzi e la mancanza di mezzi appropriati allo scopo. Non già che i missionari fin dai tempi di S. Francesco Saverio ai giorni nostri non si siano preoccupati di questo problema importantissimo, e non vi abbiano tenuto dietro nelle forme loro possibili anche con pubblicazioni numerose atte a facilitare l’insegnamento della religione. Si rimane meravigliati della ricchezza di pubblicazioni in materia fatte dai PP. Gesuiti nel periodo precedente le persecuzioni.

Ma il Giappone che da un settantennio in qua ha rinnovato e riformato tutta la sua cultura, prendendo quanto gli conviene dalle culture straniere e mirabilmente adattandole al suo spirito e alle sue necessità, data la scarsezza dei missionari, non ha potuto di pari passo orientarsi nettamente al cattolicesimo, che non gli poteva essere presentato nelle forme di assimilazione pratica e di utilità immediata e di adattamento alle sue costumanze e al suo spirito rinnovato.

In multis si rimane dunque in arretrato – in multis ci si trovò di fronte ad incomprensioni, che non facevano che ritardare il raggiungimento delle anime, che negli altri campi correvano senza riserve e impacci… e corrono ancora.

  1. Il Giappone ha piena coscienza del suo stato, della sua cultura, della sua forza, della sua missione nel mondo.


Non è il caso di dedurre conseguenze nei riflessi delle difficoltà dell’apostolato e degli effetti relativi.

Col nostro modesto Congresso abbiamo voluto rivedere il lavoro catechistico, espletato a tutt’oggi usato, sia per l’istruzione dei cristiani, e più per quella dei non cristiani, non vi sia da migliorare, da riformare, da riadattare, specialmente pensando che come missionari, dobbiamo propagare la fede, con lo scopo ben definito della nascita (già un fatto compiuto) e prosperità della Chiesa Cattolica in Giappone e renderla capace a sua volta di trasformare poco a poco l’ambiente, dove essa è stata chiamata a svilupparsi. In un paese così complesso e progressista come il Giappone è necessario un rinnovamento continuo anche nei metodi di apostolato cristiano. Che cosa ci ha detto il nostro Congresso?


  1. Ci ha manifestato chiaramente questa necessità allargandoci così assai più gli orizzonti e facendoci toccar con mano l’importante problema, ed acuendo sempre più il desiderio di riuscire alle soluzioni pratiche.

  2. Ci ha fatto comprendere il vero significato delle difficoltà in cui si trovano il catechista e il catechizzando nell’ambiente giapponese; ed il rimedio alle medesime. Ce lo dicevano le riflessioni accorate o calorose dei missionari, o la parola pratica dei catechisti nostri (rari purtroppo come le mosche bianche) che ci narravano il risultato dei loro saggi, i tentativi, le disillusioni, gli effetti buoni ottenuti o la nullità dei loro sforzi… Vera rappresentazione realistica dell’apostolato catechistico in Giappone.

  3. Ci ha detto della necessità di lavorare sfruttando per l’insegnamento tutto il buon materiale che si può desumere dalla storia giapponese, dalla morale giapponese, dai detti, proverbi, similitudini, costumanze, cerimonie giapponesi, dai fenomeni naturalistici o dalla vita delle piante o animali caratteristici giapponesi, dalla letteratura giapponese.

Ricchezza impensata, che messa a servizio della religione prontamente viene assimilata dalla mentalità giapponese e facilitata non solo, ma renderà assai più attraente l’insegnamento catechistico. Adattamento insomma del catechismo alla vita, nel senso che le manifestazioni di questa vita quotidiana giapponese trovano il loro addentellato naturale nella legge di Dio, negli insegnamenti della Chiesa, manifestati nell’insegnamento catechistico.

  1. E specialmente il Congresso ha detto ai giovani missionari salesiani, ai nostri cari novizi giapponesi, la nobiltà della missione che sono venuti a compiere, la necessità assoluta di questo spirito di adattamento cordiale, di unisono perfetto di anime, fuse in un solo intento, di conoscere e donarsi a Dio; ha rivelato i sacrifici di ogni genere che dovranno sopportare per la diffusione del regno di Dio; insomma li ha persuasi a guardare in faccia al problema missionario senza timori, ma nella sua realtà.


CRONACA DEL CONGRESSO. Per tener vivo il pensiero al lavoro del congresso durante l’anno, distinti conferenzieri della città di Tokyo si alternarono nello svolgimento di interessantissimi argomenti legati ai temi del Congresso. Alla vigilia il nostro Don Marega svolse il tema: “Buddismo indiano e giapponese nelle sue relazioni col Cattolicismo”, importante argomento perché si tratta di una dottrina e morale che hanno un’influenza assai grande sulla mentalità giapponese, tanto più che in questo tempo le aspirazioni dei buddisti si volgono a fare della loro religione uno strumento di rinnovazione e conquista spirituale in Estremo Oriente.

Il programma, che unisco, mi pare dica a sufficienza le intenzioni degli organizzatori. Sul fondo una rappresentazione pittorica fantastica, ideata ed attuata dai nostri Mantegazza-Rossi, ci mostra Don Bosco che dall’alto del Fuji si rivolge al Giappone. Ai piedi sta aperto il Vangelo. Le pareti della sala sono ornate da schizzi, saggi, riproduzioni allegoriche, che richiamano punti fondamentali dell’insegnamento catechistico. Il nostro Castiglioni e compagni possono essere contenti del pieno successo. Non mancavano saggi bellissimi, che meriterebbero spiegazioni particolari, di un concorso di disegno su argomenti catechistici, svoltosi fra i nostri allievi della scuola professionale. Apposite vetrine e mensole raccoglievano la biblioteca catechistica incipiente, con tanto di opere straniere come giapponesi, e su di esse dominavano i bei quadri liturgici catechistici del nostro Don Frantzen, illustranti il metodo storico psicologico.

Non posso passare sotto silenzio il bel lavoro esposto, già in parte compiuto dai nostri cari filosofi della Compagnia del SS.mo Sacramento, e che viene completandosi, della raccolta cioè di un ottimo materiale di esempi, desunti dalla storia del Giappone, da avvenimenti locali – detti celebri ecc. che debbono servire come sussidio didattico all’insegnamento del catechismo presentato ai giapponesi.

Già i quaderni vengono riempiendosi e le centinaia di esempi si moltiplicano.

In questa sala si tennero le sedute: l’ambiente esterno così disposto, e più i cuori di tutti, compresi dell’importanza delle trattazioni, diedero fin dal principio un’intonazione di serietà e di volontà di lavoro, che non lasciò dubbio alcuno della riuscita ed efficacia del Congresso.

Non mi è possibile neppure schematicamente seguire le trattazioni, che si spera quanto prima poter rendere di pubblica ragione, tutte interessantissime, e quel che è più, intonate tutte all’ambiente giapponese, e che si prestavano a lettura finita ad una pratica discussione familiare che venne a costituire anzi la parte più istruttiva del convegno.

Un numero caratteristico, fuori programma, fu dato da un saggio pratico di discorso, fatto ai giovani, come commento di immagini (lezione per aspetto), tanto in uso in Giappone, tenuto da uno dei più bravi del mestiere della città di Tokyo: interessantissimo oltre ogni dire – vero saggio di attivismo moderno, che incatena l’attenzione dei giovani di fronte ad immagini semplicissime e di efficacia incontestabile, se usato anche per le spiegazioni di immagini catechistiche o proiezioni luminose: ne risulta e per il tono della voce cangiante secondo i personaggi e per la musica che alle volte accompagna tali spiegazioni una drammatizzazione vivificata, che ha il suo corrispettivo solo o nella rappresentazione scenica o cinematografica.

Gli organizzatori per destare un maggior interesse al lavoro preparatorio del Congresso, ebbero la geniale trovata di bandire concorsi a premio di vario genere: disegno decorativo, drammatico ed anche poetico per l’inno del Congresso.

Quest’ultimo fu vinto dal novizio giapponese Yamaguchi e musicato sul tema fondamentale “BENEDICAMUS DOMINO” dal sottoscritto.

Mi piace concludere questa relazione coi concetti assai interessanti svoltivi: “Anime giapponesi, cantiamo per l’eternità. Il grande apostolo S. Francesco Saverio ci ha fatto conoscere il Verbo di pace e verità, Verbo che da due millenni, puro, incorrotto si trasmette a noi attraverso la vita esemplare di carità e di sacrificio dei santi. O nostri fratelli, questa dottrina, questa stretta via che conduce al Cielo noi vogliamo cantare e propagare. O fratelli tutti del Giappone, del paese che si ammanta di fedeltà, che è smagliante di bellezza per i bei fiori di ciliegio, che è candido come la neve del Fuji, noi imporporati del sangue dei nostri padri, vi presentiamo la Parola di luce per tutte le generazioni”.53

E ci aiuti davvero il Signore ad ottenere questo per opera dei nostri cari seminaristi e novizi giapponesi, che vengono compiendo la loro formazione.

Comincia da oggi il lavoro, che deve rendere fruttuoso il più presto possibile quanto si è fatto, e comincia da oggi la preparazione ad un Congresso catechistico pubblico, che se il Signore ci darà forze e vita, vogliamo organizzare nell’anno centenario, come apoteosi dell’apostolato catechistico di Don Bosco e del suo metodo.

Grazie o buon Padre, di essere stato strumento incitatore del bene che ne è venuto a noi tutti, e di quello che verrà certo a tante anime. Accolga questo modesto contributo alla Crociata catechistica dei suoi lontani figli del Giappone, e ci benedica tutti; dica una parolina speciale per noi a Don Bosco, affinché impetri per ognuno di noi il genuino suo spirito catechistico che come lo fu per Lui, sia per noi pure propulsore massimo dell’apostolato per la salvezza delle anime.

Suo come figlio

Don V. Cimatti

2567 / Berruti Pietro / 1940-8-31 /


139 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Accettazione lasciti per messe


Miyazaki, 31 agosto 1940


M. R. Sig. Don Berruti,

Vorrei fare una proposta che mi pare pratica e che regolarizzerebbe per ora e per l’avvenire una questione importante, quella dei lasciti di Ss. Messe che vorrei accettassero i Superiori, non essendovi annessa condizione che tali Ss. Messe debbano essere dette in Giappone.

Sono pie persone che vollero beneficarci anche con questo mezzo.

L’accettazione fu fatta sempre d’intesa e col permesso dei Superiori, ed è per questo che pensando sia questione salesiana, mi rivolgo a loro.


  1. Legato di Lire 3.500 per una Messa perpetua (Sigg. Torta Lucia e Giuseppe) offerta dalla Sig.ra Clemente Otta, Corso Vinzaglio 58 bis, Torino.

Si iniziò la celebrazione nel 1938. Propongo che i Superiori prendano dal conto corrente la somma e pensino a far celebrare la S. Messa.

  1. Legato Lire 3.000 dalla famiglia Liviabella per tre Ss. Messe perpetue di suffragio per il figlio Lauro (una) e due per le sante anime del Purgatorio (Sig. Vissani).


Vivente Don Liviabella se si crede potrebbe celebrarle lui come fece finora.

Che della grazia

Obbligatissimo

Don V. Cimatti, sales.

2568 / Cecchetti Albano / 1940-9-3 /


140 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 3 settembre 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Vedo arrivare il seminarista Sato, mi dice che Lei è informato. Certo che nelle condizioni in cui egli è – durante gli esercizi ho dovuto dirgli che non si faccia vedere – non parli ché non è il momento.

Chi l’ha consigliato a venire non ha certo scelto buona occasione. Mi dice che accetta ad andare a Nakatsu – gli dia anche Lei monita salutis e preghiamo.

Spero che dal servizio militare verrà rinforzato.

Saluti Don Arri e preghi per me. Penso che Don Antolin non urga che venga – voglia che prima le Figlie di Maria A. chiariscano la situazione economica del Cappellano.

Ora poi Don Dal Fior per il male alle gambe non può fare fukyo (= apostolato) – Don Braggion è assorbito dal lavoro in Seminario – Don Cimatti fa quello che può.

Preghi assai pel

Suo aff.mo

Don V. Cimatti

2569 / Circolare Salesiani / 1940-9-4 /


ai Confratelli dell’Ispettoria S. F. Saverio e Prefettura Apostolica di Miyazaki



4 settembre 1940


Carissimi,

Nell’approssimarsi dell’approvazione (ninka) delle religioni, bisogna cominciare le pratiche burocratiche che non saranno poche.

Mi raccomando prontezza nel rispondere a quanto domando, considerando queste pratiche come privilegiate.

Tutte le copie richieste dal Centro di Tokyo, ne riterrò pure copia per me e per voi. Ed anche su questo punto raccomando che si tengano in ordine queste pratiche in apposita cartella o cassetto.

Oggi si domandano i nostri dati personali…

Si cerchi di fare più completo che si possa. Ogni ulteriore modificazione o cambiamento deve essere segnalato al Centro.

In attesa di vostra sollecita risposta vogliate pregare per me.

Don V. Cimatti

2570 / Berruti Pietro / 1940-9-7 /


141 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 7 settembre 1940


Rev.mo Sig. Don Berruti,

Il nostro bravo Don Cecchetti mi fa vedere una lettera del padre implorante aumento sussidio.

Per me, se i Superiori ne vedono la vera necessità – assicurandosi de visu – anche perché vi è già chi aiuta tra i suoi figliuoli – siccome sto colla teoria del “date et dabitur” appoggio per parte mia la domanda.

Che della grazia:

Suo nel Signore

Don V. Cimatti



P.S. - Ricevo oggi (9/11/40) telegramma dell’uscita del nostro caro Don B. dal manicomio. Deo gratias! Ora al problema del ritorno, difficilissimo per le attuali circostanze. Mah! Il Signore c’ispiri ed aiuti. Preghi per questa povera missione e più pel povero soprascritto.

Scrivo al Rettor Maggiore e l’urgenza del momento non mi permette di scrivere più a lungo a Lei: penso, anzi sono certo, che il Rettor Maggiore la terrà informato. Ma speriamo sia un tifone benigno et post nubila Phoebus.

Dia una buona tirata di manto alla Madonna e un buon scrollone a Don Bosco.

2571 / Tirone Pietro / 1940-9-7 /


142 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale

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Miyazaki, 7 settembre 1940


Rev.mo Sig. Don Tirone,

Ad tuendam tranquillitatem conscientiae dell’attuale maestro dei novizi Don Tassinari, mi prega di assicurarlo se egli è in regola per la dispensa di età.

Gli ho detto quello che sarebbe sufficiente a tranquillizzarmi: “c’è il decreto di nomina del Superiore e mi pare che basti”. Siccome pare che non gli basti…

Che della grazia

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.



Grazie delle ultime risposte. Riuscitissimo il Congresso catechistico (invierò relazione) allo Studentato – tre giorni pieni. Deo gratias.

2572 / Grigoletto Giuseppe / 1940-9-7 /


143 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Miyazaki, 7 settembre 1940


Carissimo,

Rispondo alla tua del 2 ibi vel ubi. Unisco lettera del fratello, fedele alla consegna scrivo ogni mese e t’invio per norma quanto mi risponde.

Già scrissi all’indirizzo datomi per cartolina. Hai fatto bene come hai fatto per l’uso di materiale e distribuzione.

Per la foto: ricordo… Ad ogni modo se l’hai, per vedere il tuo volto fiero…

Grazie delle notizie militari tue. Oh, se potessi dare notizie di pace!

Godo che ha conosciuto Don Prandi, antico mio superiore a Faenza e generoso benefattore della nostra Missione. Conosco anche Don Airali e gli scriverò, come pure al contino.

Se senza incomodo puoi fare qualche cosa nel campo librario, non perdere occasioni… Pensa anche alla filosofia. Esercizi e congresso catechistico assai ben riusciti. Al Prof. Okamoto consegno a giorni i numeri di Pensiero missionario giunti. Grazie. Stamperanno la traduzione in Giapponese dell’opera di P. Schilling fatta da lui, competitissimo in materia.

E per oggi basta. Cerca di far bene quanto più puoi, e preghiamo ad invicem, vicinissimi di mente e di cuore.

Tuo

Don V. Cimatti

2573 / Zerbino Pietro / 1940-9-13 /


144 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 13 settembre 1940


Caro Don Pietro,

Lettere brevi, ma urgenti che cerca di far avere al più presto.

Di’ alla Madonna che allarghi ben bene il suo manto…

In fretta.

Don V. Cimatti

2574 / Caccia Giuseppe / 1940-9-16 /


145 al Comm. Giuseppe Caccia, salesiano laico, Direttore Generale della SEI

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Tokyo, 16 settembre 1940


Ill.mo cav. comm. Caccia,

Faccio mia la domanda del Bravo Padre54 – se mi autorizza a dire il (a meno che ci siano cose speciali in contrario) fa certo un’opera di carità e di bene.

Se crede, Lei metta condizioni che crede e può rispondere o al sottoscritto o alla Società S. Paolo direttamente all’indirizzo di Tokyo.

Sempre riconoscente ricordandola con ossequio insieme a tutti gli amici.

Suo

Don V. Cimatti



2575 / Ricaldone Pietro / 1940-9-18 /


146 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 18 settembre 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Sono in ritardo per il mio rendiconto mensile. Grazie a Dio alla fine dei nostri esercizi spirituali, debbo constatare che se non sono montato molto in su in realtà, non diminuì la buona volontà di bene e di perfezionamento.

Altre notizie speciali di me, che meritino speciale considerazione e fuori dell’ordinario, non ce ne sono, salvo il lato debole solito mio, di cui non riesco a districarmi: il comando, ecc. ecc.

Si fecero gli esercizi spirituali (due mute) e mi pare con vero frutto spirituale di tutti. L’ultima muta a Tokyo coronata con un ben riuscito congresso catechistico di tre giorni, organizzato dai nostri teologi e filosofi cui farò speciale relazione appena potrò.

Notizie certo consolanti per Lei, unite anche a quella del nostro Don B., che è già uscito dall’ospedale e che cerco di far rimpatriare, perché e per la malattia e per quanto sto per dire non può ritornare, o meglio, non è conveniente torni in Giappone.

Ed ora ad altre notizie che per le solite ragioni non posso sviluppare a lungo; sono determinate dal periodo in cui ci troviamo, e mondiale e locale. Ne sono concordemente al corrente e la Delegazione e l’assemblea dei Vescovi e il Consiglio.

Il Giappone viene recentemente orientandosi alle idee e modalità tedesche, naziste in pieno (pensi a questo e comprenderà tutto) cogli adattamenti propri al suo spirito, e sotto l’aspetto di allontanamento dello straniero (punto critico attuale) ma fino in fondo. Lei comprende… Dunque si può essere alla vigilia di avvenimenti imprevedibili, salvo lo scopo finale, ottenuto più o meno rapidamente.

Per il bene della Chiesa si sono domandate dai Vescovi facoltà speciali a Roma, che potrebbero – se affermative – preludere ad una riorganizzazione delle circoscrizioni, mettendo a capo un sacerdote giapponese – si passa più che volentieri da tutti in seconda o terza linea –; se sarò libero, finché i Superiori non abbiano deciso, posso ritirarmi a Tokyo e continuare il lavoro salesiano. I missionari, qua e là vengono così a trovarsi come agli inizi, sotto la giurisdizione ecclesiastica e legale, di fronte alla legge, di un giapponese: il passaggio definitivo poi quando vi saranno i soggetti e il beneplacito delle autorità contraenti.

Si domanderà altro, da questo nuovo orientamento? Lo sa il Signore.

La nuova legge delle religioni (di cui non si ha ancora autorizzazione) dirà la posizione precisa delle residenze ed opere… Avessimo una pleiade di buoni missionari giapponesi, sarebbe tutto risolto, ma la formazione non si fa in un giorno e la guerra ha sottratto elementi buoni con conseguente ritardo.

Dunque varie possibilità:


  1. Passaggio della Prefettura all’autorità ecclesiastica giapponese, rimanendo naturalmente il personale missionario salesiano.

  2. Graduale eliminazione dell’elemento straniero (e fin qui è il programma noto).

  3. O eliminazione anche totale più accelerata (e questo lo sa solo il Signore).


Si renderà necessario:


  1. Per il prossimo anno arrestare (se si aveva in animo) l’invio e ritorno di nuovi elementi o di vecchi (almeno per il momento).

  2. Colla nuova legge i missionari devono avere il grado d’istruzione media locale, e gli stranieri l’equivalente della regione da cui provengono: quindi bisognerà d’ora in avanti tener conto anche di questo: ne scriverò a Don Ziggiotti.

  3. Ho bisogno dal Rettor Maggiore che per alcuni ottimi elementi giapponesi, chierici salesiani, già provati, di età e di virtù, mi venga l’autorizzazione di passare sopra alle disposizioni regolamentari del triennio, per riuscire ad accelerare il ritmo della loro formazione, che in contrario si corre pericolo di restare con un pugno di mosche in mano.


Terrò informati i Superiori dei singoli particolari, ma in caso di “mangiar questa minestra o saltar questa finestra” penso che il Superiore non mi negherà quanto domando, o altre più ampie facoltà, come dà la Chiesa.

Maria Ausiliatrice e Don Bosco aiuteranno certo i loro figliuoli; avanti dunque con calma, ma l’attuale direzione se non cambia, purtroppo è questa – ad ogni modo le linee generali d’azione e il motivo del lavoro per le vocazioni giapponesi non li ho mai nascosti ai Superiori. Ed ora siamo in ballo.

Preghi preghi e faccia pregare per noi, affinché tutto si compia per la volontà di Dio.


Tutto suo e per tutti come figlio

Don V. Cimatti

2576 / Cecchetti Albano / 1940-9-23 /


147 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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23 settembre 1940


Carissimo Don Cecchetti,

  1. Eccole quanto desidera: spero vada bene così55. Ed il S. Cuore ci benedica. Intanto può subito iscrivermi – la mia ora è dall’1-2 del pomeriggio.

  2. Grazie delle belle ore passate a Beppu in mezzo alle armonie paradisiache…

  3. Veda di interessarsi presso la Nagata per la risposta all’acclusa. Le ho scritto che riceverà direttamente la risposta da Beppu. È uno di cui hanno le carte e che vorrebbe provare a lavorare. Don Arri è informato.



PRO-MEMORIA DON CECCHETTI


Preparare con Don Arri il terreno per la questione Sato.

Se non muoio arrivo verso le 4 pomeridiane a Oita – se qualcuno c’è che possa venire, nel ritorno si chiacchiera. Verso le 6 conterei di essere a Beppu.

Dire a Don Margiaria che ho ricevuto l’ultima sua. Porterò musica. Combini le sue cose in modo (se può) di fare una scappata fino a Miyazaki. Ci sono fagioli da mettere… e i confratelli desiderano vederlo. E grazie di tutto e preghi per me.

Saluti ad Arri.

Suo

Don V. Cimatti

2577 / Circolare Salesiani / 1940-9-25 /


ai Confratelli della Prefettura Apostolica e dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 25 settembre 1940


Carissimi,

Nell’approssimarsi della festa del gran Patrono del Giappone, S. Michele, vi esorto a pregare con fede affinché si degni di concedere alla Chiesa cattolica in Giappone tutte le grazie necessarie specie in questi momenti di nuovo orientamento per tante cose.

Si avvicina pure la festa di S. Teresina del Bambino Gesù: Essa, protettrice speciale delle Missioni, protegga davvero tutte le missioni giapponesi, che vanno attraversando un periodo di prova fortissimo e di cui non si vede ancora chiara soluzione.

Ma specialmente per il prossimo mese d’Ottobre, miei cari confratelli, diamo mano alla Corona del Rosario e con quest’arma spirituale cerchiamo di far pressione fortissima sul cuore della Madonna. Noi personalmente usiamo di questo mezzo e consigliamolo a tutte le famiglie cristiane: sia davvero una santa crociata di preghiere che ottengano l’attesa pace, e un buon assetto alle missioni del Giappone ed alla Chiesa Cattolica.

Mi avete certamente compreso, miei buoni confratelli: è questo anche il desiderio della nostra buona Mamma che con tal efficacissima devozione vuol essere onorata. Sono sicuro che così facendo potremo in santa tranquillità continuare nel nostro lavoro.

Per le feste di S. Michele e di S. Teresina si osservi quanto è prescritto nell’Ordine.

Per ciò che si riferisce all’atteggiamento che dobbiamo prendere rispetto allo “Shintaisei” (nuovo ordinamento nazionale) è indicato chiaramente da quanto è comparso sul giornale cattolico di Domenica. In pratica:


    1. Seguiamo esattamente le prescrizioni dei nostri Superiori.

    2. Attendiamo con calma e serenità al nostro lavoro.

    3. Si lavori da tutti per formare buone vocazioni e chiederne molte e buone.

    4. Giapponesizziamoci sempre più, e ricordiamoci… “nos autem oportet minui…” senso profondo di umiltà e deferenza in tutto…

    5. Preghiera e poi continua preghiera e poi intensa preghiera affidando noi e le nostre cose alla Mamma Aus. e a Don Bosco.

    6. E specialmente tenere lontano il peccato d’ogni genere.


E avanti nel nome del Signore. Pregate per me. Quanti avessero proposte da farmi per far fronte alle nuove situazioni, lo facciano con tutta libertà o direttamente e per il tramite del proprio Direttore.

È probabile che andranno sempre più moltiplicandosi le pratiche burocratiche nelle relazioni nostre colle autorità: sono norme elementarissime ma necessarissime:


  1. Prudenza in TUTTI nel parlare e nello scrivere: si osservino le regole nostre ad litteram quanto alla revisione di qualsiasi scritto.

  2. Rispondere con prontezza alle pratiche e nei dubbi informarsi da chi di ragione (a Tokyo non mancano persone ad hoc).

  3. Tenere copia di ogni pratica.


I Direttori informino i confratelli di queste direttive, e siano essi soli a dare informazioni alle autorità o ai richiedenti che venissero in casa, o affidino tali relazioni a persona che sappia fare bene tali comunicazioni. Tutti ricordino lo scopo per cui siamo in Giappone e che la nostra politica è quella, e solo quella, del PATER NOSTER.56

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2578 / Cecchetti Albano / 1940-9-27 /


148 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 27 settembre 1940


Carissimo Don Albano,

Per Don Antolin:


  1. Stia tranquillo, ora è occupato bene qui – le Figlie di Maria A. non hanno risposto come domandavo.


Per Mayocchi:


  1. A me deve nulla – nella somma che dovevo consegnare a Lei (da dividersi fra Don Bovio, Don Liviabella – centro) vi erano anche 10 dollari (pari a Yen 90) che devo consegnare ad altra persona, quindi non sono miei e quindi…


Per Muraoka, finchè può stare alla Missione è meglio (lo sposi presto).

Giacché mi nomina l’olio pensi che la Chiesa autorizza in queste circostanze qualsiasi altra luce più economica.

E più a lungo alias. Saluti ad Arri per cui sto preparando la musica.

Preghi.

Don Cimatti

2579 / Ricaldone Pietro / 1940-9-28 /


149 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 28 settembre 1940


Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Nello stile telegrafico più breve, mie e nostre notizie.

Per il mio rendiconto mensile, anche in questo mese, nulla di nuovo né per la salute materiale né per quella spirituale: la buona voglia continua. Scopro in me deficienze a cui non davo troppo peso nella vita passata e che bisogna che corregga, se no, il Purgatorio minaccia di essere molto lungo.

Se ha ricevuto la mia precedente, può aver pensato non so come del G. e della nostra situazione. Voglio brevemente e più chiaramente possibile spiegare, al fine di aver consiglio e direttive nel caso ipotetico per ora peggiore.

In Giappone viene istituendosi il nuovo regime, le cui norme direttive sono note nelle linee generali – non chiare ancora bene quelle in relazione alla religione – ma il cattolicesimo che in certi principi non può ammettere attenuanti o compromessi, si sa già come può essere considerato. Come dissi: “tinta alemanna”, orientata naturalmente a questi paesi.

Principi (in fondo giusti e per realizzare i quali tutti devono lavorare secondo lo spirito della Chiesa) sono questi specialmente: si desidera che gli elementi direttivi e amministrazione delle opere di ogni genere, tenute ora dagli stranieri, siano affidate a personale giapponese – nelle società amministrative, che questo abbia la preponderanza – diminuiscano le circoscrizioni ecclesiastiche tenute da stranieri fondendole sotto la direzione di elemento giapponese.

Il denaro che viene dall’estero per sovvenire alle opere di beneficenza o assistenza sociale, crea un legame, sia pur spirituale, indecoroso per la nazione. Secondo le nuove leggi delle religioni (non si sa ancora se saranno approvate) il personale missionario ufficiale deve avere la cultura media, idem per gli stranieri…

Queste al momento le cose note. Si possono tirare le conseguenze (e Lei più competente in materia ne tirerà più delle mie). Eccone alcune: instabilità di permanenza dell’elemento straniero, per lo meno come elemento direttivo… Nos autem oportet minui… e fin qui nulla di male.

Ad es. in Missione si passa sotto un Vescovo o Prefetto Apostolico indigeno; noi salesiani ci adattiamo, mi pare, assai bene a tutto questo. Agli inizi siamo ben stati sotto la dipendenza di altri Ordinari, come missionari…

In caso di necessità e in un primo tempo, per la scuola di Tokyo, per il Seminario, per l’Ospizio, non è difficile trovare tra gli insegnanti giapponesi uno che faccia la parte del Direttore (uso direttore del liceo di Valsalice et similia) – l’Ospizio può passare l’Opera alle suore indigene – le Figlie di Maria A. hanno già qualche buon elemento – una parrocchia è già affidata all’unico prete giapponese che abbiamo… e se sarà indispensabile (come fece del resto negli inizi) in una forma o in un’altra penso che ci aggiusteremo.

Ma se la pressione fosse forte, quid per il personale in formazione, specie filosofi o nel tirocinio? I teologi, penso che siccome frequentano il Gran Seminario, che presto sarà tenuto dai preti giapponesi, per il momento non siano causa di allarme. Il bravo Don Braga, che ha trasportato tutto a Shanghai non ha difficoltà ad accettare i nostri: penso che i Superiori non abbiano difficoltà.

In caso di altri esodi, per il momento non sembrando opportuno o se non sembrasse opportuna la Corea o la Manciuria, pensano i Superiori che sarebbe carta sbagliata che qualche confratello andasse in Brasile o in altri punti dell’America del Sud, dove essendo numerosi i giapponesi, potrebbero mettere a profitto la lingua e costumanze apprese? Oppure in altre parti?

Tutto questo ha del catastrofico, e penso che non succederà tanto presto, specialmente dopo i patti recenti, ma in un’eventuale necessità, per non perdere la calma, se potessi avere anche solo direttive generali, sto più tranquillo.

Poi ho bisogno che i Superiori mi aiutino a che per la formazione del personale giapponese mi autorizzino (per fare prendere diplomi e regolarizzare gli studi) a passar sopra a disposizioni programmatiche, adattando i programmi al posto e agli esami che bisogna far prendere ai nostri confratelli giapponesi, e per alcuni di essi abbreviare il curriculum.

Quanto domando è necessitato dalla svolta forte, che vengono prendendo le cose in Estremo Oriente. La S. Chiesa è informata e stiamo alle direttive da essa emanate: ma io ho bisogno anche delle direttive dei Superiori.

Tutti desideriamo formare un buon personale missionario e salesiano indigeno, ma occorre accelerare il ritmo, piuttosto che perdere tutto.

Non so se sarò stato chiaro (non è il mio forte) ma Lei sa leggere e capire anche le mie oscurità.

Notizia dolorosa. Il nostro caro Don Baratto, che era già uscito dall’Ospedale è dovuto ritornarvi peggio di prima. Preghiamo.

Gli altri confratelli bene – naturalmente siamo, come dice il nostro S. Francesco di Sales, dei religiosi, siamo – dico – un po’ tutti ammalati; e non sempre tutti si lasciano curare bene dal medico…

Mah… Preghi assai per noi tutti e specialmente per me. Lei conosce le mie necessità.

Dulcis in fundo. Faccia pregare Maria Ausiliatrice e Don Bosco. Pare che un bravo benefattore voglia fare qualche cosa di grosso per aiutarci a stabilirci a Osaka (scuola agraria e meccanica)… e se vuole è uno che può farlo senza scomodarsi.

Mah!… Preghiamo. Mi benedica.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti

2580 / Marella Paolo / 1940-9-28 /


150 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 28 settembre 1940


Eccellenza,

Mentre di cuore piglio nota della comunicazione, e ringrazio sentitamente a nome anche dei miei missionari e salesiani del prezioso aiuto di consiglio e di suggerimenti che ci vengono dalle sue comunicazioni, sono in grado di dare le informazioni che si domandano, e per il poco tempo di lavoro, e anche per le attitudini che al momento non si rivelano tali da dare affidamento per la carica direttiva d’importanza e responsabilità.

Ad ogni modo se V. E. crede che sia utile non ho difficoltà a fare la relazione domandata. Nel caso poi che si venga ad una fusione di Prefettura Apostolica (come già dissi, tutti volentieri e subito siamo pronti a lavorare sotto direttive di Giapponesi) bisognerà che V. E. abbia la bontà di tracciare qualche norma di massima per regolare le cose, specie dal punto di vista amministrativo… perché è nei soldi che vanno sempre a finire le stonature.

Vi sono le norme pure della Chiesa per la determinazione dei poteri ecclesiastici e religiosi, ma anche norme di V. E. saranno utili e gradite da tutti.

Col più profondo ossequio e raccomandandomi alle preghiere di V. E. godo professarmi…

Obbligatissimo

Don Vincenzo Cimatti

2581 / Marella Paolo / 1940-9-28 /


151 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Risposta alla lett. Prot. N° 505/40

Miyazaki, 28 settembre 1940


Eccellenza Reverendissima,

Mentre accuso ricevuta della graditissima comunicazione pensando al problema importantissimo della formazione del clero indigeno, pensai non tanto al Gran Seminario quanto al nostro Seminario di Miyazaki, che così com’è non può dare ai suoi allievi il diploma della Scuola Media (= chuugakko).

Nel Kyushu, essendovi due Seminari che hanno la possibilità di dare tali titoli ai loro allievi, in un’eventuale ripartizione o fusione delle Circoscrizioni ecclesiastiche (= kyoku) non si potrebbe tener conto, che e Kagoshima e Miyazaki non hanno tale possibilità, mentre l’hanno Fukuoka e Nagasaki? Si può dire e “tu manda i tuoi o nell’uno o nell’altro posto”.

V. E. comprende che cosa potrei rispondere, e che è assai diverso avere una scuola pareggiata nella Prefettura A. che inviare dal di fuori. Perciò Nagasaki-Kagoshima? Fukuoka-Miyazaki? Posso anche sempre dire, il nuovo Superiore Ecclesiastico (kyokucho) si aggiusterà e farà… Non te incarica [dialettale]… È anche vero. Ma consigliare o esporre un pensiero non è certo male, né a V. E. sgradito.

Per il Gran Seminario, i Salesiani potessero portare qualche contributo, sono sempre pronti… Tanto per dirne una, se il sottoscritto fosse in permanenza a Tokyo… potrei fare musica orientale finché voglio, anche in Seminario… et similia…

Accolga l’E. V. questi pensieri per il valore che possono avere e mi benedica con tutti i miei.

Dell’E. V. Rev.ma

Obbligatissimo

Don Vincenzo Cimatti

2582 / Ricaldone Pietro / 1940-9-30 /


152 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Echi catechistici. La prima festa della dottrina cristiana in Giappone



Miyazaki, 30 settembre 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Sarà stato certo consolato il suo cuore nel leggere nella relazione precedente quanto hanno tentato di fare in questo anno i suoi lontani figli del Giappone in favore della crociata catechistica da Lei bandita, chiusasi col ben riuscito Congresso catechistico di Tokyo.

Si è pur voluto tentare nel centro della Missione, a Miyazaki, la Festa della dottrina cristiana, e bisogna dire che, grazie a Dio e alla buona volontà di quei cari confratelli, riuscì imponente, interessantissima e assai fruttuosa e di piena soddisfazione per tutti i cristiani.

Sono sicuro di farle piacere, e di far piacere anche ai lettori del Bollettino Salesiano, accennando specialmente quanto vi fu di caratteristico, starei per dire, di colorito locale, e che servì specialmente a impressionare quanti parteciparono a detta festa.

Premetto che a Miyazaki, dato il numero dei cristiani, sotto la direzione del nostro Don Liviabella, l’insegnamento catechistico si è venuto organizzando benino, e avessimo locali e ottimo materiale, potremmo anche noi parlare di vera scuola di catechismo attuata coi criteri moderni voluti dalla Chiesa e così ben presentati a tutta la famiglia salesiana dal nostro amato Rettor Maggiore.

Ma si fa tela col filo che si ha – si tenta di avvicinarsi alla perfezione, non desistendo dal lavoro, nonostante le difficoltà sempre crescenti.

Per questo lavoro e per l’oratorio coadiuva validamente tutto il personale della casa, e per l’elemento femminile il personale delle suore indigene della Carità.

Con vero zelo ogni domenica tutti sono al loro posto di lavoro, anche se i gruppi di studiosi sono esigui di numero; anche se i locali di studio non sono davvero ideali: si fa insomma come si può, tentando di far del bene.

Il bravo Don Antolin dirige il movimento, e va dato a lui la lode speciale per l’organizzazione della riuscita manifestazione.

Scopo della medesima: far capire al popolo cristiano e non cristiano l’importanza e la bellezza dell’istruzione religiosa, la sua possibilità e facilità, le varie modalità di studio; farla apprezzare ed amare sempre più, sfatando, specie per i non cristiani, le viete scuse che tentano di nascondere la propria ignoranza o la poca voglia o la persuasione di saperne già anche troppo o il voler restare in quel quietismo che uccide la vita cristiana. Sono i lati caratteristici questi, che si riscontrano anche nel mondo cristiano e non cristiano giapponese.

Ma trattandosi di doveri e responsabilità, bisogna batter sodo e chiaro: gli effetti che ne derivano ai figli, alle famiglie e alla società sono troppo evidenti.

Funzioni solenni in Chiesa, discorso intonato all’occasione, ed una magnifica tornata accademico-catechistica, ben preparata e ben riuscita.

La Schola femminile, che così bene si era prodotta colla Messa cantata in chiesa, condecorò assai bene l’accademia. Dialoghi vivi e spigliati tra fanciulli cristiani e non cristiani, mettevano in luce chiarissima gli scopi sopra enumerati; i discorsi diretti ai babbi e alle mamme pure ambientavano chiaramente l’animo dei genitori ai loro doveri. Ma soprattutto riuscirono interessantissime le scenette di sapore tutto giapponese, che venivano alternandosi sul palcoscenico, ove a brani del S. Vangelo, letto dal catechista o declamato ritmicamente dal coro, rispondevano le graziose danze coreografiche giapponesi, sempre intonate con decoro perfetto al significato delle parole.

Efficacissimo fra le altre il Pater e l’Ave, musicati per la circostanza dal nostro Antolin, di vero mirabile effetto d’assieme e l’indovinatissima rappresentazione musico-coreografica del Segno della Croce. Lode incondizionata a tutti, anzi per venire in aiuto anche alle altre missioni, ho stabilito di dare alle stampe il fascicolo contenente questo ed altro materiale accademico, che entrerà a far parte della Collana drammatica Don Bosco.

Benedica il Signore anche questi tentativi: sono primizie del genere, che saggiate dapprima nel nostro piccolo, entreranno a far parte del patrimonio missionario a vantaggio di tanta gioventù, che speriamo comincerà anche con questi mezzi a conoscere il Signore o a rafforzarsi sempre più nella fede e formare più saldamente la Chiesa cattolica in questo grande Impero. Quod Deus faxit.

In altre forme e in modo più modesto, dove c’è il materiale uomo sufficiente, si tennero feste analoghe a Tano, Nakatsu, Mikawajima e in Seminario. Faremo meglio in seguito, specialmente se Lei troverà modo che quanto è per noi al momento un sogno diventi una realtà. Al nostro Oratorio di Mikawajima a Tokyo è già un fatto compiuto la Sala Catechismo, che, decorata a dovere, mette in bella mostra quanto quei bravi confratelli hanno saputo raccogliere e che può servire all’insegnamento e anche ai visitatori di instradamento a tale studio… Mah quanto manca ancora… Come norma per Lei e per i desiderosi di venirci in aiuto, avendo poco o nulla a noi tutto serve.

Benché non entri nell’argomento, mi sento in dovere di ringraziare pubblicamente il Prof. Genocchi, dell’orchestra Internazionale di Shanghai, nostro connazionale, che in occasione del suo riposo a Beppu con senso di squisita bontà volle portare il suo generoso contributo di valente suonatore di violino all’inaugurazione della nuova casa della missione e aprire così la serie delle audizioni mensili musicali, che si sogliono tenere alla missione a scopo di propaganda cattolica e di cultura.

Come sa, coll’aiuto dei benefattori e dei Superiori si è potuto costruire una modesta abitazione, la “Casa del missionario”, che, mentre mette riparo [a] quei nostri confratelli dal non far più la morte del topo, per la cadente catapecchia di prima, darà pure ai missionari e confratelli la comodità di trovare un conveniente alloggio in caso di malattia o di cura nella città, famosa in tutto l’Oriente, per le sue acque termali, sabbie calde, e fanghi. Il nostro benefattore, dimenticando il legittimo riposo che era venuto a prendersi diede un concerto di musica classica italiana che avvinse il numeroso e scelto uditorio in una forte unione spirituale indimenticabile. Le spiegazioni fatte dal nostro Don Arri, diedero maggior valore ancora alla magnifica audizione che il giorno dopo fu ripetuta alla scuola normale alla presenza dei numerosi allievi e di tutti i direttori delle scuole elementari della provincia che si erano radunati proprio per trattare anche dell’incremento da darsi alla musica nelle scuole secondo le nuove direttive del Governo. Si festeggiò così pure la data memorabile dell’anno bi-millenario della fondazione dell’Impero coll’audizione della Suonata d’occasione, di cui già scrissi che ormai ha fatto e fa il giro un po’ dappertutto. E Deo gratias di queste possibilità di propaganda che fanno del bene in tutti i sensi a tutti.

Accetti dunque, o buon Padre, la volontà di voler agire nella propagazione della fede nel senso tracciato ed attuato da Don Bosco, col suo metodo; ci venga in aiuto col consiglio e coi mezzi, e specialmente preghi e faccia pregare assai assai per noi.

Suo come figlio

Don V. Cimatti, sales.

2583 / Zerbino Pietro / 1940-9-30 /


153 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 30 settembre 1940


Carissimo Don Pietro,

Al solito un po’ di posta… Al momento per me niente di nuovo: cupio dissolvi… o meglio di fare la volontà di Dio. (…)

Ossequi all’amatissimo Sig. Don Berruti – presto penso scrivergli… Mah!… Tanto da fare (cerco di darmi dell’importanza)!

Allegro Pietro e buono sempre. Un pugno a Don Pellegrini.

Tuo

Don V. Cimatti

2584 / Tassinari Clodoveo / 1940-9-30 /


154 a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone

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[30 settembre 1940]


Carissimo Don Tassinari,

Qui comincia a far caldo ed è finita l’esercitazione contro l’attacco aereo. Abbiti cura e fa’ attenzione… Metti la maglia come Don Marega… sarai più grasso… o fa’ alla lotta come Don B.. Ne ha fatto di tutti i colori, poveretto. Si è vestito da brigante con due spade… È andato a finire in una fabbrica: gli operai l’han bastonato per bene, è tornato a casa che piangeva come un vitello.

La parola d’ordine che ho dato a tutti è “si continui nel lavoro come e più di prima”.

Intanto ho messo Don Antolin in zona Takanabe e Nobeoka e fa bene.

Di’ ai novizi che preghino e ottengano di realizzare quanto c’è in aria…

Deo gratias! e auguri per Sidotti e se il Signore vorrà arriveremo anche a casa Sidotti.

Attenti al ventre e ai colpiti dirai: “Attenti… quello è il locus minoris resistentiae… vostro… in guardia…”. È esperienza igienica di prim’ordine.

Allegro, caro mio. Nel prossimo mese spero indurre Don Braggion a venirsi a riposare materialmente e spiritualmente.

Saluta omnes et singulos.

Tuo

Don V. Cimatti

2585 / Cecchetti Albano / 1940-10-2 /


155 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 2 ottobre 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Le unisco il decreto di nomina per Don Felici, che Lei al solito avrà la bontà di insediare giuridicamente alla prima occasione.

Grazie delle foto e preghi per me.

Per gli altri mondai (= problemi), vale a dire soldi, vino, ecc., penso che con Don Liviabella siano intesi.

E preghi assai per me.

Suo

Don V. Cimatti

2586 / Grigoletto Giuseppe / 1940-10-2 /


156 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Miyazaki, 2 ottobre 1940


Carissimo Don Giuseppe,

Grazie delle tue buone notizie e dell’aiuto davvero apostolico che hai per noi. A Doriguzzi avevo scritto o a Valsalice o a casa: riscrivo.

Per te: sta’ unito a Dio, il prete è sempre prete… e avanti senza timore.

Non riesco a capire che cosa sarebbe utile fare con B., P., scusa, divento vecchio…

P. Faustino mensilmente riceve il tuo saluto e quando risponde cose interessanti te ne faccio parte.

A Tokyo il bravo Don Tassan sta ordinando definitive i libri. Mi ha inviato un lungo elenco di libri (ora incompleti) per completare alcune opere.

Allegro, Giuseppe, e buono.

Tuo

Don V. Cimatti

2587 / Ricaldone Pietro / 1940-10-7 /


157 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Ispettoria S. Francesco Saverio, Giappone

Oggetto: Risposta al N° 97ACS


Miyazaki, 7 ottobre 1940

Festa della B. V. del Rosario


Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Conforme al prescritto della sua lettera 1/1/1940 faccio la relazione del lavoro fatto nelle riunioni dei Direttori, col breve sunto delle cose trattate nelle case.

RIUNIONI DEI DIRETTORI. Furono tenute in occasione delle due mute di Santi Spirituali esercizi a Miyazaki (fine di Luglio) e Tokyo (fine di Agosto).

Sentite le relazioni dei singoli in relazione alla loro casa, oratorio, si constata un po’ dappertutto la crescente difficoltà della propaganda catechistica sorgente da tante cause, fra cui la nostra qualifica di stranieri – il maggior tempo che la scuola dà all’istruzione ed assistenza dei fanciulli (per cui è sempre più difficile la riunione quotidiana dei fanciulli) – nei giorni festivi pure va crescendo il numero delle occasioni di riunione dei fanciulli per manifestazioni di vario genere indette dalle competenti autorità – ed anche, può darsi da un po’ di stanchezza o sfiducia.

Si propone, consiglia e delibera:


  • Di rinfocolare lo zelo e il coraggio per il nostro dovere, non badando tanto alle difficoltà, ma proseguendo in ritmo costante e possibilmente accelerato quanto si è fatto finora;

  • Non lasciar perdere occasione per dare opera all’istruzione religiosa in tutte le forme possibili, anche se non idealmente perfette;

  • Là dove è possibile (per numero di allievi, locali e materiale, ecc.) orientare l’insegnamento sulle norme indicateci dal nostro Ven. Rettor Maggiore a cui tutti vogliono tributare un riverente omaggio di ringraziamento e manifestare la volontà di uniformarsi al possibile a tali direttive, nonostante le condizioni davvero difficili in cui ci troviamo (ambiente, personale, locali e materiale): dove non è possibile far quanto e più si può tendendo al meglio;

  • Insistere assai per il catechismo in famiglia fatto dai genitori o dal catechista, rafforzare il catecumenato, rivedere in proposito le norme del Direttorio;

  • Fra i mezzi moderni uno che attira assai la gioventù è il KAMI SHIBAI (lezioni per aspetto su piccoli cartelloni che da un piccolo palcoscenico vengono man mano svolgendosi all’occhio dei fanciulli); occorre però uno che spieghi bene.


Nelle parrocchie ed opere regolari il catechismo si fa regolarmente – nelle scuole e opere secondo i nostri programmi ed anche più abbondantemente – in alcune, tutti i giorni. In qualche missione (Oita ad es.) i premi producono l’effetto contrario. Dove fu possibile adunare un gruppetto di concorrenti, si tennero pure gare locali; difficile, date le distanze e le condizioni, fare gare interispettoriali. Anche le gare locali non dappertutto riuscirono (specie per non cristiani) che all’ultimo momento o non si presentarono o si perdettero per strada durante la preparazione (ad es. Miyakonojo).

Si deve pensare che le nostre riunioni giovani sono per la gran parte formate da non cristiani… con tutte le difficoltà annesse e connesse. Guai se dovessimo lavorare solo in proporzione dei risultati…






RELAZIONE SULLE RIUNIONI TENUTE NELLE CASE



ZONA DI TOKYO:


STUDENTATO E NOVIZIATO. In preparazione al Congresso catechistico si fecero molte adunanze d’assieme, iniziando la prima il 27 nov. 1939, con l’elezione di apposito Comitato esecutivo. Se ne tenne una seconda generale il 2 Gennaio, poi il 5 marzo - 10 marzo, oltre le numerose fatte dal Comitato.

Gli argomenti trattati sfociarono nelle trattazioni del Congresso, di cui ho inviato relazione a parte. Gli insegnanti nelle scuole poi e con conferenze speciali, con proiezioni o con trattazioni speciali o con conferenze tenute da esimi missionari di Tokyo, tennero calda la mente e il cuore. Gli esercizi di metà anno dettati dall’Ispettore, furono nelle istruzioni tutti orientati a questo tema.

SCUOLA PROFESSIONALE DON BOSCO. Le sedute furono tenute in occasione dell’Esercizio di buona morte nei mesi precedenti il 2 giugno in cui fu tenuta la solenne gara catechistica presenziata da Mons. Doi, Arciv. di Tokyo.

La difficoltà sorge per l’insegnamento ai non cristiani – si stabilisce che oltre il catechismo regolare per i cristiani, a titolo di esperimento, si fa per tutti sotto forma di racconti dal direttore la lezione di Storia Sacra. Così a dare vita al languido Oratorio sarà incaricato D. Moro, il catechista della Scuola.

La Questione dell’insegnamento per i non cristiani è sempre orientata nel senso dei discorsetti morali, proiezioni cinematografiche o teatrini. Qui cristiani non ce ne sono (salvo allievi interni della scuola) e quindi non vi è altro a pensare.


ORATORIO DI MIKAWAJIMA. La partenza del nostro Don Dupont, il cambio di tutto il personale della casa e il cambio del Direttore hanno dato un colpo non indifferente alle opere sociali iniziate. La regolarizzazione di tali opere da affidarsi alle Figlie di Maria A. pure è stato un motivo di un disorientamento momentaneo. Le questioni furono trattate sotto la direzione di Don Dupont al 3 Nov. in preparazione alle manifestazioni del S. Natale e all’inizio dell’anno (3 Gen.). Le seguenti furono fatte all’arrivo del nuovo Direttore Don Dumeez (30 Aprile, 1 Giugno) in preparazione alla gara catechistica tenuta l’otto luglio sul lavoro della precedente direzione e personale, assunto dalla nuova direzione. L’acclusa relazione dà idea di quanto, date le speciali circostanze in cui si trovò la casa, si è potuto realizzare. Bisogna pensare che non si tratta di cristiani.

Al momento attuale si constata che per i non cristiani non vi è che questa forma (catechismo come materia di studio, non per apprendere propriamente la religione – studio come esercizio di memoria – ordinamento oratorio come in vita di Don Piacenza e Filippa). Si è concretizzato anche il lavoro fatto nella sala del catechismo che serve e di scuola e di museo catechistico e quindi di propaganda.


ZONA DELLA PREFETTURA APOSTOLICA


MIYAKONOJO. Le vere adunanze, e per la mancanza del personale, non ci furono, ma il missionario inviò il suo contributo e di esperienza e di pensiero alla Commissione del Congresso e partecipò vivamente alle adunanze. Principi seguiti nell’Oratorio e cristianità: porta aperta a tutti – il “kamishibai” è buona attrattiva – pure lo sono i premi – gara come esercizio di memoria e ordinamento oratorio come sopra (Tokyo) – figli di cristiani rarissimi – cristianità sparsa, e quindi mensilmente il missionario fa il suo giro catechistico o di tanto in tanto fa il giro il catechista di Miyazaki.

TANO. Il parroco giapponese è zelantissimo nell’insegnamento del catechismo ai fanciulli tutti cristiani, ogni giorno. Si serve e di cartelloni e proiezioni, quando può averle.

TAKANABE. Non vi risiede il missionario che partecipò alle adunanze nel Seminario. Ragazzi cristiani rarissimi – cristianità sparsa – si cerca di fare qualche cosa la domenica, coi minuscoli oratorietti per non cristiani. Muore il catechista che li sosteneva, e siamo anche per questo a terra. Col mese di ottobre ho incaricato un missionario per la zona che tenterà fermarsi in qualche posto alla domenica ed anche andare una volta in settimana. Non si può al momento fare di più.


MIYAZAKI


    1. Missione. Le sedute prescritte furono fatte nei giorni 18, 19, 22, 23 luglio rispondendo a tutte le domande indicate dal Rettor Maggiore. Le cose più notevoli fatte notare sono le difficoltà inerenti ad ogni oratorio per non cristiani in Giappone. L’ordinamento dell’oratorio per non cristiani è quello in uso in tutte le residenze e la riunione più importante avviene la domenica e specie nella serata. S’insiste sulla necessità di provare a far andare in chiesa anche i non cristiani: problema difficile a risolvere sulla convenienza o no, perché vi sono ragioni forti e per l’una e l’altra parte; dipende molto dai luoghi e dagli individui. Per i fanciulli cristiani si può organizzare l’oratorio, specie per l’insegnamento, come si crede opportuno: è questione di locali, mezzi didattici e insegnanti. Ad ogni modo si cerca alla stregua dei consigli del Rettor Maggiore di modellare, almeno nel centro della missione, tutto l’insegnamento, mirando in alto più che si può contentandosi di riuscire dove si può.

    2. OSPIZIO. In occasione dell’esercizio di buona morte nei mesi precedenti il Congresso si fecero le parlate: data la natura dell’Opera, nell’interno dell’Ospizio l’insegnamento è fatto dal personale religioso dell’Ospizio – e si fa ogni giorno. Il Prefetto Apostolico nelle lezioni di catechismo alle allieve le dirige alle modalità indicate dal Rettor Maggiore. Al piccolo reparto agricolo si fa regolarmente secondo le prescrizioni. Il personale inviò anche proposte al Congresso catechistico.

    3. SEMINARIO. Si tennero le adunanze l’11, 13, 15, 19 di luglio. Passato punto per punto lo schema indicato dal Superiore si decise di aumentare di un’ora l’insegnamento in ogni classe, ampliando così la spiegazione ed estendendola a tutto il programma completo della religione (Catech. Storia Sacra e della Chiesa – Vangelo – Liturgia – Canto Eccles., ecc.). Inoltre di abituare gli allievi, futuri preti o religiosi, a spiegare ai loro compagni le cose studiate (sotto forma di recita della lezione). Adattare alla mentalità giapponese l’insegnamento servendosi dell’abbondante materiale che si può desumere dalla Storia, consuetudini, feste, ecc. giapponesi. (Il confrat. Nishimura scriverà in proposito utili informazioni). Si esprime da tutti il desiderio che almeno il Seminario sia fornito di una buona biblioteca catechistica.


OITA e BEPPU. Data la natura delle istituzioni e degli individui non fecero speciali adunanze, ma inviarono i loro pensieri sull’argomento al Congresso, sulle basi dettate dal Rettor Maggiore. Specialmente Don Marega (ed è autorizzato a tali studi) insiste sulla necessità, e tutti ne conveniamo, che i missionari per capire qualche cosa in questo guazzabuglio di religione è necessario conoscano specialmente la religione Shintoista e Buddista.

A Oita e Beppu l’oratorio è organizzato sullo stesso piano degli altri. Ragazzi cristiani pochi e in condizione di distanza da esigere che il missionario si rechi lui presso le famiglie.

Le Figlie di Maria A. per i loro dipendenti hanno le lezioni regolari in casa fatte da loro o dai missionari. In parrocchia, come nelle altre, la domenica si fa il catechismo ai cristiani, dopo la Messa.

NAKATSU. Per il cambio del personale si è trovato press’a poco nelle condizioni di Mikawajima. Ad ogni modo il personale uscente aveva fatto già due adunanze nel mese di Febbraio-Marzo in preparazione all’esame-gara catechismo di fine d’anno (in marzo), fatta con grande solennità. La nuova direzione e personale si è proposta nelle adunanze seguenti: maggio-giugno di riorganizzare l’Oratorio, che fu, per tanti dolorosi motivi, in stato di languore – come pure fu inviato materiale ottimo al Congresso. Godo dire che l’Oratorio ha ripreso e pare con buon esito, come pure per il collegetto aspiranti si è sempre fatto regolarmente l’insegnamento catechistico regolare, tentando con proiezioni ecc. di supplire alla povertà del materiale.


Per noi la gran difficoltà del materiale è che se non è adattato a queste mentalità, anche se bello, serve a poco. Vi si può supplire facendo le traduzioni, ma se i giovani non vedono scritta la loro lingua, buona parte dell’effetto buono è perduta. Poi pensi che si tratta delle mentalità non cristiane, che sono ben lontane dai nostri concetti.

La nostra tipografia ha fatto ben un tentativo per le pubblicazioni di quadri da spiegarsi in forma drammatica, sentita, che affascini… se no i giovani non s’interessano… Ma siamo alla solita eterna questione dei soldi… e il tentativo si è limitato ad un racconto e non è ancor finito… La letteratura giapponese catechistica è ancor allo stato dell’infante in fasce. Si lavora ma… E anche per formare una biblioteca catechistica è utile, occorrono libri giapponesi, ché per loro altre lingue… Non leggono… come noi stentiamo a leggere la loro.

La relazione del Congresso (spero presto inviare i consideranda e le proposte e il lavoro pratico fatto o in corso) le dirà altre gravi difficoltà, molte delle quali (quelle estrinseche) si risolveranno, con un buon personale catechistico (la cosa più difficile in Giappone) e con mezzi pecuniari che ci faciliteranno la stampa di libri e materiale giapponese. Il più di tutti poi è l’urgenza della continuazione ed intensificazione del lavoro di formazione di numerose e sante vocazioni tanto per la prefettura apostolica che per la congregazione.

Ecco quanto i suoi lontani figli hanno tentato di fare in omaggio alle sue direttive. Hanno fatto quel che hanno potuto ed assicuro che nelle condizioni in cui ci troviamo non si poteva fare di più: ecco perché dappertutto non si sono potute fare le quattro adunanze, tutti però hanno lavorato o direttamente o indirettamente (in posto o per il congresso), e quindi tutti meritano un bell’elogio.

Non so se è sufficiente in questa forma quanto Lei chiede: sempre disposto a comunicare quanto desidera.

Ci voglia benedire tutti ed aiutarci specialmente colla sua benedizione e con speciali preghiere per il periodo d’assestamento che attraversiamo.

Ossequi a tutti i cari superiori. E benedica particolarmente il sottoscritto, come


Suo figlio

Don V. Cimatti, sales.

2588 / Circolare Salesiani / 1940-10-8 /


158 ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki

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Miyazaki, 8 ottobre 1940


Carissimi,

Trasmetto due comunicazioni del M. E. N. di cui vi prego dare comunicazione ai cristiani e dipendenti.


  1. La prima concerne l’economia della carta, per le pubblicazioni periodiche.

Il M. E. N. pone come principio: si fondino pubblicazioni che hanno carattere analogo, dando consistenza a poche principali, che così possono assolvere meglio il loro compito. Se si crede necessario conservarle, diminuire formato, numero delle pagine e copie.

Ciò posto, cessiamo in missione la pubblicazione del Settimanale “Angelo delle Famiglie” ringraziando di cuore quanti a tutt’oggi hanno cooperato alla sua pubblicazione. In Missione non esistono altre pubblicazioni periodiche (altre cessarono in precedenza).

Per quelle edite dalla nostra Tipografia di Tokyo, Don Margiaria si regolerà coll’Arcivescovo di Tokyo (per la parte diocesana) e col M. E. N. (per la parte scolastica). Lo spirito dell’ordinanza poi è che in tutte le aziende, scuole, istituti, si cerchi di economizzare la carta quanto più si può. Norme pure furono emanate per le scuole. Diamo in tutte queste disposizioni esempio a tutti e cooperiamo anche colla parola a far sì che tali disposizioni siano osservate dai dipendenti.

  1. La seconda è che tutti cooperiamo per la consegna di eventuale materiale metallico in abbandono o non usato nelle nostre case. Tale raccolta è fatta dai giovani della città che passano e a cui si può inviare.


Il M.E.N. invita noi tutti a segnalare ai nostri cristiani anche queste disposizioni, consigliando la cosa in sé e il da farsi.

Penso che non sia inutile una ricerca fra le cose abbandonate o fuori uso. Trovando qualche cosa si consegni al recapito indicato. Faremo vedere anche con questo la nostra buona volontà.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2589 / Marella Paolo / 1940-10-8 /


159 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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[8 ottobre 1940]


Eccellenza Rev.ma,

La lettera di V. E. del 4 ottobre né mi ha meravigliato, né spaventato. Nelle mani di Dio, anche se sballottati (come faceva S. Teresina) si sta bene e tutto va bene.

Alcuni pensierini, di cui con sua comodità, risposta anche brevissima, ma penso non necessaria.


  1. Per mia tranquillità di coscienza, ho informato così in genere (principi e direttive del nuovo ordinamento del Governo) i Superiori, affinché in caso di esodo, saper dove mandare i giovani.

  2. Idem, per la rinuncia desidererei più che un suo può inviare, un invii: è più nello spirito e pratica del voto e virtù d’obbedienza.57

  3. Per la Prefettura Apostolica di Miyazaki non si potrebbe avere un qualche prete giapponese?

  4. Avendone vari soldati (idem per altre circoscrizioni) non si potrebbe ottenere un anticipo di ritorno per questi, e così accelerare formazione, ecc. ecc.?

  5. Non si potrebbe per individui meritevoli sotto tutti gli aspetti anticipare gli ordini o accelerare i corsi?… Nel 1620 la S. Congregazione di Propaganda con decreto si rivolgeva all’ultimo vescovo giapponese “pour l’engager à éléver au sacerdoce tous les Japonais qu’ils en jugeraint dignes” e l’estese poi a tutte le missioni.


[Manca il resto]

2590 / Berruti Pietro / 1940-10-9 /


160 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 9 ottobre 1940


Amatissimo Sig. Don Berruti,

Non pensi male se da tempo non scrivo: è sempre presente in fractione panis e specie quando sono negli imbrogli in cui avrei bisogno di consiglio. Preghi per me, e mi perdonino i Superiori. Dirò col santo mio Don Piscetta: “Invecchio e rimbecillisco”.

Già informai nelle linee generali il Sig. Don Ricaldone; scrivo oggi al Sig. Don Ziggiotti per questioni scolastiche, ed anche a Lei, per l’informazione generale e al Sig. Don Giraudi.

Situazione generale oscura – nuvoloni preannuncianti – è difficile prevedere – cicloni o simili. Si cammina più che mai sui rasoi. Il nuovo regime viene organizzando il Giappone, ed è difficile prevedere le conseguenze. Per la parte che può interessare specialmente Lei, come conseguenza pratica di pensieri, tante volte espressi e non ignoti ai Superiori:


  1. Nos autem oportet minui, illos (Japonenses) autem crescere. E se ci lasciano bisogna lavorare in seconda, terza linea (e per questo niente di male);

  2. Gli aiuti materiali dall’estero sono un’onta per la nazione, su questo anche è basata l’eliminazione straniera.


POSTI QUESTI PRINCIPI:


  1. Urge aver personale giapponese – e prepararlo bene e più in fretta che si può.

  2. Date specialmente le condizioni mondiali, è forse prudente quest’anno sospendere l’invio (certo potesse venire Don Leder…) di personale. Al momento questo solo; se la pressione forte obbligasse ad un ritiro di personale,

  3. Bisogna che i Superiori determinino per il personale in formazione, specialmente quid agendum.


Non pensi ad un cataclisma, ma preveda perché potrebbe avvenire.

Ho domandato al Signor Don Ricaldone (e invio al Sig. Don Ziggiotti dati) dispense, si necessariae sint, per i nostri giapponesi e per altri, per accelerare al possibile la formazione e giungere allo scopo. Attendo direttive. Se mi si propone dai Superiori Ecclesiastici la rinuncia per dar luogo alla nomina di un Prefetto Apostolico giapponese, penso che i Superiori non abbiano difficoltà.

Per me è da anni che son disposto a farla. Ah! Se i Superiori mi avessero esaudito!

Al momento non c’è che pregare e fortemente pregare per parare colpi: ma anche agire e la mia povera testa nello svolgimento affrettato di queste novità non sa trovare altro da proporre; mi si consigli e aiuti.

E preghi e faccia pregare specie per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti


P.S. - Non voglio essere profeta di malaugurio, ma insista, insista, insista nelle missioni, specie orientali: clero indigeno, clero indigeno… Il movimento autonomo di questi popoli è più forte e più vicino di quel che si pensi anche dai missionari…

2591 / Ziggiotti Renato / 1940-10-9 /


161 a Don Renato Ziggiotti, Consigliere Generale delle Scuole salesiane

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Miyazaki, 9 ottobre 1940


Carissimo Don Ziggiotti,

Et in primis: a nome di tutti, buon Onomastico, con l’assicurazione di molte preghiere, ci sono le quotidiane anche per te, ma in quel giorno…

Penso di averti già scritto qualche cosa, ed ora più chiaramente domando norme e consigli urgenti, per i fatti nuovi che vengono succedendo fra noi.

Anche il Giappone sta orientandosi con un nuovo regime che, salvo l’adattamento locale, richiama l’organizzazione italo-tedesca (e purtroppo più inclinata a questa).

Ora, il punto più saliente e urgente è la scuola:


  1. Nei riflessi religiosi – ed è un bene – si vuole che il ministro di culto – di qualsivoglia religione – e chi lo coadiuva (catechisti, ecc.) sia anche istruito coll’istruzione del Paese, oltre quella propria della sua religione. Minimum: licenza ginnasiale (anche lo straniero).

  2. Col nuovo regime, in pratica, lo straniero (finché lo lasceranno) lavorerà in seconda, terza linea. Posti questi due principi:


    1. Urge dare ai nostri giapponesi il titolo richiesto.

    2. Urge accelerare la loro formazione per non rimanere con nulla fra le mani, qualora i due principi vengano applicati in fretta e con senso esclusivista.


Ad primum: sono da tempo allo studio e nella pratica saggi e tentativi e altri se ne stanno studiando per facilitare quanto al numero “a” sia per i salesiani che per i seminaristi – perché non si entra nel Gran Seminario per la filosofia se non c’è il titolo. Ma ora per i nostri novizi, che terminano in Gennaio, domando (come già forse scrissi) che a parte lo studio fondamentale (religione, filos., latino) mi si autorizzi a ordinare tutti gli altri studi in funzione all’accelerata preparazione ad esami per il conseguimento del titolo richiesto.

Ad secundum: domando, almeno per i giapponesi a passar sopra al triennio filosofico e di tirocinio, contentandosi iniziare la teologia col prossimo Aprile. Si tratta dei due chierici giapponesi, Nishimura e Akimoto: hanno più di un biennio di filosofia e due di tirocinio – sono stagionati sotto tutti gli aspetti. Se i progetti disposti dagli uomini si verificano, Nishimura è un soggetto da mandare in Italia; ma con quello che bolle da voi, e più da noi non è il caso di pensarvi. Se, date le condizioni del momento, i Superiori credessero beneficiare anche non Giapponesi, che si trovano in identiche condizioni, per il ch. Scrazzolo (data la sua età) si sarebbe da tutti contenti.

Al momento non trovo altra soluzione: vi sarebbe quella di ordinarli preti, e, salva la scienza teologica, tutto il resto i due e molti degli altri l’hanno: ma i miei poteri non arrivano fin lì, pur essendo cosa che farei.

Ecco il mio povero pensiero, su cui invoco i lumi tuoi e dei Superiori. Meglio – salvo i miracoli – pensare ad agire sotto il pensiero e la realtà pessimistica in questo caso.

Prega prega prega e fa’ pregare ut Deus nos dirigat, illuminet et defendat nos et opera nostra.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti

2592 / Circolare Salesiani / 1940-10-9 /


ai Missionari salesiani della Prefettura Apostolica di Miyazaki



Miyazaki, 9 ottobre 1940


Carissimi,

La domenica 20 c. m. è stabilita dalla Chiesa per la festa della Propagazione della Fede. Nel Direttorio trovate quanto è prescritto da farsi in questo giorno. È pure vivissimo desiderio della Santa Sede si faccia conoscere e s’introduca presso i Cristiani l’Opera Pont. S. Pietro Apostolo pel clero indigeno, allo scopo della formazione del medesimo e per i Seminari.

Vi prego di far conoscere l’una e l’altra istituzione e di fomentare l’iscrizione alle medesime o di una quota libera, anche fatte per famiglie o gruppi, oppure con la modalità prescritta, come vedrete da immagine che riceverete e che potrete dar come ricordo della festa.

Fate pregare assai, specie in questi momenti in cui le nuvole più spesseggiano sul nostro cielo giapponese e in cui bisogna camminare sui rovi; con queste commemorazioni e più colla festa prossima di Cristo Re dimostrino tutti il loro attaccamento alla fede.

La Patrona delle Opere S. Teresina ci ottenga tutte le grazie necessarie e la protezione speciale della Madonna e di Gesù sui nostri cristiani e sulle nostre opere.

Concludo con le parole del Papa delle Missioni: “Non abbiate vergogna… né vi rincresca di farvi mendicanti per Cristo e per la salute delle anime...”.

È preannunciata (non conosco però il tempo e le modalità) la visita di Mons. Chambon, inviato dal Delegato per chiarire la situazione; qualora si fermasse nelle residenze non dimentichiamo che è uno dei massimi nostri benefattori.

Mi siano poi segnalate le raccolte fatte (per i cristiani distanziati potete servirvi al solito delle buste) che devo inviare al centro di Tokyo.

Unisco il modulo trimestrale che vi prego di riempire e inviare con cortese sollecitudine.

E pregate per chi vi ricorda sempre, sempre.

Don V. Cimatti

2593 / Barbaro Federico / 1940-10-9 /


162 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 9 ottobre 1940


Carissimo Don Barbaro,

Grazie. La mia risposta pensavo fosse chiarissima: dissi “secondo le circostanze”, “se fosse stato necessario”… anche l’episcopato.

Dunque calmo… I frutti maturati naturalmente, ex integra causa, ottimi – maturati artificialmente… deduci.

Allegro! Se è per il bene dell’anima tua, S. Teresina ti esaudirà: se no, perché lo desiderasti e vorresti che Don Cimatti cooperasse con una firma o un fagiolo?

Niente ti turbi e… prega per me.

Tuo

Don V. Cimatti

2594 / Cecchetti Albano / 1940-10-12 /


163 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 12 ottobre 1940


Carissimo Don Albano,

Il nostro Don Arri ritorna contento per ripigliare il suo lavoro. Mi accennava in una conversazione alla questione Don Antolin. I punti – penso – li abbia ben compresi, perché a voce e per lettera ce li siamo scambiati.


  1. Le Figlie di Maria A. e specialmente la Superiora di Sh. [Shanghai?] mi è sembrato non si siano scaldate troppo della questione – perché scaldarci noi? Ed anche Lei fu sempre di questo parere: chiarire cioè bene la questione di fatto (mantenimento del missionario) per non aver poi recriminazioni inutili in seguito…

  2. Al momento attuale, Lei stesso ripetutamente mi ha detto che non urgeva – dato anche le discrete condizioni di salute vostra.

  3. E visto questo, ho preso la palla al balzo, provvedendo alle cristianità abbandonate di Takanabe e Nobeoka.


Don Braggion e Don Dal Fior non possono assolutamente. A tutt’oggi il più disoccupato è Don Cimatti.

Pel Don Bosco sarà stato uno sbaglio – mia intenzione era darne di più. Non so se sia nell’elenco delle pubblicazioni periodiche soppresse. Vedremo.

E preghiamo assai col S. Rosario.

Suo

Don V. Cimatti


P.S. - Se Lei va presto a Nakatsu porti la lettera: se no favorisca spedire presto.

Non so quale Elisabetta fa la Nagata…

2595 / Tirone Pietro / 1940-10-14 /


164 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale

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Miyazaki, 14 ottobre 1940


Rev.mo Sig. Don Tirone,

Mentre invio l’acclusa memoria, nella speranza di aver almeno in parte concluso quanto Lei domandava e sempre più disposto a rispondere a quanto fosse ancor utile, la prego di dirmi chiaro il suo pensiero (se crede, auditis superioribus) in relazione a questo desiderio ardente del gruppo studenti teologia 3° corso.

Non conoscendo chiaro le mie facoltà sull’argomento, sottopongo ai Superiori, con preghiera di risposta urgente anche con semplice cartolina: “expedit – non expedit”.

Il 6 giugno 1941 è il centenario della Messa di Don Bosco e naturalmente questi figliuoli desidererebbero far coincidere la loro Messa per quella data.

Domandano di anticipare l’ordinazione suddiaconale a Natale – diaconato a Marzo, Messa a giugno.

Finiscono il 3° corso nel prossimo marzo – iniziano il 4° al 1 Aprile 1941.

I Superiori del Gran Seminario non hanno difficoltà. Parte del Consiglio desidera il parere dei Superiori.

Domando: dato che siano in regola cogli esami e che abbiano i requisiti per essere ammessi, domando si videtur expedire l’anticipo, data la circostanza.

Naturalmente continuerebbero regolarmente fino ad esaurimento il 4° anno di studio.

Che della grazia…

Preghi per noi tutti e specie per il

Suo aff.mo

Don V. Cimatti


Prego risposta urgente.

2596 / Tirone Pietro / 1940-10-14 /


165 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale

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Ispettoria S. Francesco Saverio del Giappone

Miyazaki, 14 ottobre 1940


Rev.mo Sig. Don Tirone,58

Ho sott’occhi la sua bella circolare del 31/1/40, anzi due copie. Non avendo più le buste a cui si riferiscono, né sapendo se sia un lavoro che deve fare l’Ispettore o altri, ho pensato di buttare giù qualche idea in carta sull’argomento:


MOVIMENTO CATECHISTICO DELLA NAZIONE (in una)

MOVIMENTO CATECHISTICO NAZIONALE SALESIANO (nell’altra)


Pensando che siano due argomenti o trattazioni differenti rispondo separatamente al duplice quesito. Le mie povere relazioni al Bollettino se furono conservate anche se non pubblicate, gettano molta luce storica anche su quest’argomento.


1. MOVIMENTO CATECHISTICO DELLA NAZIONE


La conquista spirituale del Giappone s’inizia con S. Francesco Saverio alla sua entrata il 15 agosto 1549, festa dell’Assunta. Sbarca nell’isola Kyushu a Kagoshima con due missionari e 3 neofiti giapponesi. Sono sue armi l’umiltà e la mortificazione, la preghiera e la confidenza assoluta in Dio, la predicazione e discussione pubblica e privata.

È rapito dalle qualità naturali di questo popolo forte ed attivo, intelligente e generoso, fino a chiamarlo “sua delizia”. Resta 27 mesi in Giappone.

Non sono estremamente facili le sue peregrinazioni, né in apparenza brillanti i risultati, ma dovunque semina a piene mani, e in definitiva lo stendardo di Gesù Cristo è piantato fra un’accolta di fervorosi neofiti, che sanno emulare l’austerità dei penitenti, la purezza delle vergini e lo zelo degli apostoli, riproducendo i fasti dei primi tempi della Chiesa.

S. Francesco Saverio come in India, così in Giappone si dimostrò abile catechista. È interessante conoscerne le modalità che i missionari possono trovarvi anche ai nostri giorni degli utili insegnamenti, e d’altra parte rappresentano la prima organizzazione catechistica in Giappone.

S. Francesco Saverio insegna fin da principio ai neofiti il Segno della Croce, il Pater, l’Ave affinché si sforzino di domandare a Dio l’accrescimento della loro fede e la grazia di osservare la sua legge. Passa in seguito al Credo e ai Comandamenti di cui redige una succinta spiegazione. Dà una grande importanza alla recita del Confiteor, spiegato da un trattatello importantissimo della contrizione perfetta, perché in mancanza del Confessore vuole che questa confessione quotidiana dei peccati tenga luogo della confessione sacramentale.

La recita poi del S. Rosario, colla meditazione della vita di Nostro Signore Gesù Cristo, abbevera le anime di quei primi cristiani giapponesi alle acque della grazia.

Infine, per assicurare la perseveranza al cristiano, in mancanza di missionario, S. Francesco Saverio così organizza la cristianità: “Lascio dappertutto un catechista che continui l’opera incominciata… Lascio pure in ogni villaggio un formulario di preghiere. Comando a quelli che sanno scrivere di riprodurne varie copie, di impararle a memoria e recitarle tutti i giorni. Dispongo poi che la domenica tutti si riuniscano per recitarle ed il catechista è incaricato di sorvegliare”.

Nella prima piccola cristianità di Kagoshima il catechista impara a battezzare, riceve un piccolo libro di preghiere, un calendario liturgico, i sette salmi penitenziali per le riunioni di venerdì, e il testo della passione per quelle della domenica.

Come segni religiosi da opporre ai segni superstiziosi degli idolatri, in mancanza di reliquie o Agnus Dei, consegnava borsette con entro scritti di sua mano i nomi di Gesù e di Maria e il Credo. Oppure l’immagine della Madonna e una disciplina. “Quando voi desiderate il perdono dei peccati e non potete confessarvi, inginocchiatevi davanti all’immagine e pregate Nostra Signora ad ottenervi il perdono dei vostri peccati dal suo Figlio”.

La disciplina era per la sanità del corpo. “Se qualcuno, cristiano o pagano, sarà colpito da febbri, gli darete, o egli si darà, tre colpi di questa disciplina assai dolcemente, invocando i santissimi nomi di Gesù e di Maria ed il malato sarà guarito”.

E i discendenti dei martiri, anche nel periodo più duro delle persecuzioni per oltre due secoli tennero fede all’inquadramento stabilito da S. Francesco Saverio e dei suoi missionari.1

Non è possibile, neppur per summa capita, seguire i fasti dell’apostolato dei PP. Gesuiti così gloriosi sotto ogni rispetto per la fondazione della Chiesa cattolica in Giappone.

Bisognerebbe riprodurre la Storia del Giappone, e non è nel mio modesto programma.

Coll’insegnamento pubblico e privato; colla fondazione di scuole; per mezzo della stampa che diede in mano ai missionari e cristiani tutto il fabbisogno per l’apostolato e per l’istruzione e pratica religiosa; coll’attirare nella loro orbita personalità di ogni campo sociale, i Gesuiti lasciarono ovunque un’impronta indelebile dello zelo che li animava, dell’efficacia del loro sistema di apostolato, coronato da molte conversioni, che verranno poi aumentate dall’entrata in campo anche dei Francescani (1593), dei Domenicani e Agostiniani spagnoli (1601), tutti distinti per un grande zelo ed eminenti virtù.

I singoli ordini religiosi hanno pubblicazioni pregevoli che delineano metodi e sistemi di apostolato, anche in funzione all’insegnamento catechistico, che viene sempre meglio organizzandosi col moltiplicarsi delle cristianità, specie nei centri importanti, usando forme in uso in quei tempi per le singole nazioni.

Chi potesse avere il materiale al riguardo, impossibile ad aversi dal sottoscritto, potrebbe certo portare un contributo non indifferente alla storia della Catechesi missionaria, nei riflessi dei popoli d’Oriente.

Gli studi del salesiano Don Marega e dei salesiani Don Arri e Don Tassinari e Don Romani, che con intelletto d’amore da vari punti di vista vengono studiando problemi storici della Chiesa cattolica in Giappone e delle relazioni di questa colle altre religioni, getteranno a disposizione molto prezioso materiale per una sintesi futura di questo interessante ed importante argomento.

Scoppia la persecuzione. Uno dei periodi più dolorosi e nello stesso tempo gloriosi per la Chiesa cattolica in Giappone. Si può dire che dal 1590 al 1860 le forze del male sono coalizzate fino all’annientamento apparente della Chiesa, tormentata in modo che ha dell’indicibile. Dalla persecuzione cruenta a quella sistematica: tormenti, esilio, confisca dei beni, impossibilità di emigrazione, lucro dovuto alla delazione, perfezionata dallo spionaggio complesso di disposizioni che rendevano difficilissimo per non dire impossibile ogni manifestazione di religione e che bollava perfino quelli che in passato avevano avuto relazioni coi cristiani, per molte generazioni.

Ma la Provvidenza non permise che il lavoro dei missionari ed il sangue dei martiri fosse per andare a vuoto. Ed anche in questo avvenimento, unico nella storia della Chiesa, risplende la forza dell’organizzazione catechistica dei primi missionari e i buoni effetti della medesima, quando si diffondono in anime che sanno corrispondere alla grazia.

In ogni villaggio, ove erano i cristiani, vi era un capo, custode fedele del Calendario composto nel 1634 dal catechista Sebastiano, in cui si fissavano le domeniche e feste dell’anno. Era aiutato dai battezzatori e da numerosi informatori.

I battezzatori ogni sabato andavano dal capo, prendevano la lista delle feste della settimana seguente e comunicatele agli informatori, questi alla loro volta le comunicavano alle famiglie.

Il capo presiedeva alle riunioni, tenute o in casa privata o alla montagna, di giorno o di notte. Il battezzatore durava in carica non più di 10 anni e aveva sempre con sé un sostituto, che doveva sapere bene quanto era da farsi per l’amministrazione del battesimo ed aver fatto pratica per cinque anni: si rileva così in qual conto fosse tenuto il battesimo e affinché non venisse alterata la formula.

I mezzi spirituali in uso presso i cristiani erano il libro della Contrizione, composto nel 1603, un estratto del Catechismo in 10 artic., preghiere per assistere i moribondi, tolte dal rituale, i misteri del Rosario, comandamenti della legge di Dio, preghiere (Atto di contrizione, Pater, Ave, Credo, Confiteor, Salve Regina e Segno della croce). Conservavano e conservano ancor gelosamente corone, medaglie, immagini ecc.

Praticata e solennizzata in modo speciale la festa di Natale e la Quaresima2.

Dal 1640 al 1844 si tenta di forzare le porte del Giappone. L’entrata era chiusa assolutamente ai missionari stranieri, preclusa l’uscita ai Giapponesi. È in questo periodo che si registrano i tentativi dei missionari degli ordini precedenti per entrare, ma muoiono tutti fra i più atroci supplizi, scrivendo le più belle pagine dell’aspostolato missionario.

Nel 1844 la direzione di questo apostolato è assunta dalla Società delle Missioni Estere di Parigi, che avrà la felicità di piantare la croce su questa terra così cara alla Chiesa e di ridonare la figlia risuscitata tra le braccia della Madre. La data del 17 Marzo 1865 è fra le più care ai cristiani e missionari del Giappone, che ricorda la scoperta dei discendenti degli antichi perseguitati, che sulle basi degli insegnamenti di S. Francesco e dei primi missionari, senza i mezzi ordinari della fede, si sono tramandati gli insegnamenti e l’osservanza dei medesimi, e ai piedi della Vergine hanno riconosciuto nei missionari i legittimi pastori, che osservano il celibato ecclesiastico e inviati dal Papa di Roma, di cui riconoscono il primato.

E finalmente dopo alternative di periodi di tolleranza e di persecuzione, la Costituzione del 1889 assicura la libertà di diritto e di fatto a tutti i cittadini.

Si può così iniziare il nuovo periodo di apostolato missionario, che si estende fino ai giorni nostri.

Al progresso materiale economico e all’organizzazione civile e politica dell’Impero giapponese è andata di pari passo (non certo per lo splendore dei risultati) anche l’organizzazione ecclesiastica, che, benché iniziata anche fin dal periodo precedente le persecuzioni (anche Funai-Oita ebbe la nomina di un Vescovo che però non potè raggiungere la sede), viene ad avere la sua piena efficienza a partire dal 1846. All’unico vicariato iniziatosi allora e venuto successivamente suddividendosi si raggiunge l’attuale efficienza di un’arcidiocesi, di cinque diocesi, due Vicariati e otto Prefetture Apostoliche con una popolazione cattolica (vedi tabelle), il lavoro dell’apostolato è fraternamente diviso fra il clero indigeno e missionari delle Missioni Estere di Parigi, Francescani tedeschi e canadesi e polacchi, Domenicani spagnoli e canadesi, Gesuiti tedeschi e spagnoli, Salesiani di Don Bosco, Missionari del Verbo divino di Steyle, Missionari Maryknoll degli Stati Uniti.

Fiancheggiano poi questo lavoro dei missionari propriamente detti altri ordini religiosi e Congregazioni dell’uno e dell’altro sesso, che nelle varie manifestazioni dell’azione cattolica, con scuole e istituzioni integrative l’opera della scuola, o con opere di assistenza sociale e di beneficenza, vengono in efficace aiuto all’opera missionaria, la completano o la preparano o la consolidano.

Non mancano le istituzioni contemplative di efficacia indiscutibile nelle missioni.

L’elenco sommario delle medesime, mentre dà un’idea della cattolicità della Chiesa, trattandosi di Congregazioni note, dà pure un’idea del lavoro della propagazione della fede mediante il Catechismo, che viene fatto naturalmente colle modalità e metodi e risorse conformi allo spirito dell’Ordine o congregazione, e tutte convergenti all’unico scopo: “far conoscere ed amare Nostro Signore Gesù Cristo e la sua dottrina e farla praticare”.

Colla molteplicità delle manifestazioni religiose in Giappone singole istituzioni cattoliche trovano modo di esplicare molte delle attività corrispondenti allo scopo per cui furono istituite. Così pure la necessità delle opere di misericordia metterà le Congregazioni insegnanti o di beneficenza nelle condizioni migliori per esplicare in pieno il loro scopo.

Il Signore benedice questa terra di martiri e regala buone vocazioni alla Chiesa per la formazione del Clero indigeno; regala molte buone vocazioni agli ordini e congregazioni religiose, e quello che è più consolante anche vocazioni per la formazione di Congregazioni indigene, destinate certo a fare un bene immenso per la propagazione della fede e per l’attuazione completa della fondazione della Chiesa in Giappone.

A comprendere lo spirito e le modalità dell’apostolato di questi missionari o congregazioni religiose maschili e femminili bisognerebbe fare uno studio sommario delle loro costituzioni e vite dei Fondatori.

Servono poi assai bene le Riviste missionarie pubblicate dai principali Ordini e istituzioni religiose o Bollettini missionari, Relazioni ecc. e i loro resoconti annuali. Nelle mie condizioni non mi è possibile trattare anche solo sommariamente quanto sarebbe utile per dare una chiara idea del problema catechistico svolto da questi ordini o congregazioni.


Congregazioni indigene


Seishin Aishikai (Figlie del divinissimo Cuore)

Nippon Charitas shujokai (Suore della carità del Giappone)

Homon-kai (Suore della Visitazione)

Seibo-kai (Suore della Beata Vergine Maria)

Bernardette shimai-kai (Sorelle di Bernardette)

Otsuge no Sei Francisco-kai (Suore Francescane dell’Annunziata).


Tutte hanno scopo molteplice: insegnamento, beneficenza e assistenza sociale.


Congregazioni e Ordini maschili e femminili


Benedettini – Francescani – Domenicani – Gesuiti – Trappisti – Frati minori conventuali – Salesiani di Don Bosco – Marianisti – Società di S. Paolo – Maryknoll – Padri di Steyle – Fratelli delle scuole cristiane.

Dame del S. Cuore, Dame di S. Maur – Suore di N. S. de Namur – Suore N. S. della Mercede – Suore di S. Paolo di Chartres – Suore Francescane mission. di Maria – Trappistine – Francescane missionarie di S. Giorgio – Suore della Visitazione – Carmelitane – Ancelle del S. Cuore – Adoratrici e serve della Carità – Serve dello Spirito Santo – Suore di Cristo Re – Suore di S. Anna – Ausiliatrici delle anime del Purgatorio – Suore del preziosissimo sangue – Suore di Maryknoll, Suore di Steyle – Suore della carità e dottrina cristiana di Nevers – Suore di N. S. della carità di S. Vincenzo de’ Paoli – Congregazione di N. S. di Montreal, Suore dell’Immacolata di Montreal – Figlie di Maria Aus. di Don Bosco – Domenicane di Nancy Suore dell’Assunzione de Nicolet – Monache domenicane di Dinant – Religiose orsoline – Suore della carità e buon Pastore d’Angers – Suore del Bambino Gesù di Chauffailles.

Tutte queste istituzioni oltre ad avere, secondo le possibilità, noviziato e case di formazione per il proprio personale, secondo lo spirito della regola loro e in quanto missionarie, si votano all’insegnamento della religione in tutte le loro opere (scuole di ogni genere, dall’Università – Licei e ginnasi maschili e femminili, scuole professionali maschili e femminili o di preparazione a corsi superiori o integranti gli insegnamenti. Scuole elementari – Asili – pensionati – circoli di studio svariatissimi). Inoltre lavorano con svariatissime opere di assistenza sociale e beneficenza, come opere varie della S. Infanzia – orfanotrofi, laboratori di lavori femminili – Case della Madre – Ospedali – Sanatori – Lebbrosari – Sale di custodia – Asili per vecchi – Dispensari, ecc. ecc.

Hanno pure un discreto sviluppo le scuole domenicali (alla salesiana: Oratori). Non potendo specificare nelle forme proprie di ogni singolo Istituto le modalità dell’insegnamento religioso catechistico, rilevo quanto in generale è in uso presso i missionari ed istituti per tale insegnamento.

Bisogna distinguere naturalmente l’insegnamento catechistico impartito ai cristiani e ai non cristiani.

Nell’insegnamento catechistico ai cristiani, poi distinguere ancora l’insegnamento ai cosiddetti vecchi cristiani (discendenti dei cristiani del periodo delle persecuzioni) ed ai neofiti, venuti dal paganesimo.


  1. Dato il numero dei primi, tale insegnamento è fatto un po’ all’antica, come ripetizione mnemonica (inteso colle dovute spiegazioni) e anche coll’insegnamento della storia ecclesiastica. L’insegnamento – dove è possibile – è anche quotidiano o almeno domenicale, diviso per sezioni, prendendo in genere per base la scuola, più o meno numerose a seconda del numero. Più nutrito [il] catechismo durante il periodo quaresimale ed in preparazione alla prima comunione. È pure in uso il catechismo di perseveranza, che in alcuni luoghi si prolunga (liberamente) anche agli adulti, con esami alla fine dell’anno su quesiti dati dall’Ordinario. In genere il corso è triennale secondo la divisione del catechismo giapponese. A quelli che riescono, si rilascia un diploma.

In varie diocesi sul calendario diocesano sono indicate domenica per domenica le domande del catechismo, e alla fine della Messa, i cristiani adulti, tenendo il catechismo in mano ripassano o col sacerdote o col catechista la parte prescritta: per i fanciulli si fa a parte.

  1. Per gli altri il sistema adottato è che dovendo fare l’insegnamento secondo le esigenze culturali e spirituali del catecumeno adulto, non c’è che la conversazione privata sulla base del catechismo spiegato nell’ordine di facilità (comandamenti, sacramenti, credo) e più secondo le domande del catecumeno adulto, fatto apprendere a memoria, secondo le condizioni di età, di mentalità, e sussidiato colla lettura di altri libri adattati.


Vi sono due libri di catechismo: il piccolo, che insieme alle preghiere del buon cristiano deve essere saputo da quelli che fanno la prima comunione.

Dalla prima comunione alla fine delle scuole elementari si fa studiare tutto il catechismo comune. Per gli altri delle scuole medie e superiori, oltre al catechismo (libro più nutrito) con conferenze pubbliche o private, si cerca di rafforzare la fede e con la lettura di libri adattati alla loro cultura ravvalorarlo.

Presso vari e in varie forme si tengono esami e premiazioni.

Vera scuola di catechismo, quale si desidera modernamente non mi consta che ci sia, ma dovunque vi è l’equivalente o in chiesa o nei locali della parrocchia.

L’insegnamento della religione per i giovani delle scuole domenicali si fa com’è accennato nelle Biografie di Don Piacenza e Ch. Filippa. In generale il giovane o la ragazza non cristiani, se studiano il catechismo nelle scuole domenicali, è come esercizio di memoria o studio di una materia come un’altra.

In Giappone è pressoché inutile lo studio del catechismo per i ragazzi, se non si convertono i parenti o se non ne danno un permesso esplicito, specialmente per le ragazze, data la costituzione della famiglia non cristiana e le conseguenze che ne verrebbero per il matrimonio.


L’Opera della stampa nell’insegnamento catechistico


Le varie istituzioni religiose che coadiuvano i missionari e i missionari stessi sanno quale sia il valore che ha la stampa in questo Paese e con tutti gli sforzi possibili vi danno opera.

Per restare nel campo di cui parliamo: sono editi catechismo grande e piccolo con relative spiegazioni (per il popolo e per il ceto intellettuale)

Catechismo secondo il metodo psicologico (per fanciulli)

Storia Sacra del V. e N. Testamento (per fanciulli e adulti). Storia della Chiesa

Vite di Nostro Signore Gesù Cristo ″ ″

Opuscoli vari per la S. Messa e amministrazione dei Sacramenti

Messalino romano

Opuscoli per varie funzioni speciali

Nuovo Testamento (per persone di studio)

Vangelo Unificato (in lingua popolare), primizia sales.

Catechismo illustrato per piccoli

Catechismo ″ per adulti (riprod. Bonne Presse)

Vite dei Santi (12 voll.) e vite dei Santi in particolare

Libro di preghiere

Il catechismo spiegato col Vangelo (dei sales.).


Dal semplice elenco il fabbisogno indispensabile per poter fare anche in forma attraente il Catechismo nelle sue varie parti c’è.

Per i catecumeni vi sono spiegazioni speciali di catechismo, orientate ai metodi moderni, come vi sono pure opuscoli ed opere che rispondono alle principali obiezioni o in forma popolare o scientifica a seconda delle condizioni delle persone.

Per opera dei Benedettini vien prendendo buon piede anche la liturgia; come pure vi è il libro di canto (lodi e canti giapponesi o latini).

Il Giornale cattolico e varie Riviste in forma popolare o scientifica vengono a coordinare e a divulgare specie fra i non cristiani, gli insegnamenti della religione.


Quanto al materiale didattico i missionari, secondo le regioni da cui provengono ed i mezzi di cui dispongono, possono mettere in bella mostra e cartelloni e illustrazioni e diapositive e film prettamente religiosi. Per il cinema si trovano risorse belle e sicure nei film scolastici giapponesi, che per insegnamenti di morale naturale vengono in aiuto al missionario, che può star pienamente tranquillo sul contenuto e la presentazione del medesimo.

Anche il teatro sacro presso alcune istituzioni (rare, specie femminili) ha qualche buon saggio. Dirò in seguito del teatro salesiano.

Non deve far meraviglia che in Giappone si possono trovare anche queste ed altre manifestazioni o che facilmente entrino nello spirito giapponese, perché la loro scuola in ogni grado ha quanto di più moderno può pensarsi in metodologia e materiale didattico. Il missionario non può certo competere colle sue povere cose a quanto il fanciullo trova ordinariamente nelle scuole. Anche questo rappresenta una difficoltà non indifferente all’apostolato.

Recentemente trovano favore in Giappone i quadri spiegati da un buon insegnante: questo si fa con gran concorso di gioventù anche nelle pubbliche vie.3

Pur essendo solo agli inizi non è da trascurare il movimento che si viene effettuando anche per le arti in servizio dell’insegnamento religioso.

Già si hanno buone esecuzioni di pittura e scultura prettamente giapponese indirizzate al cattolicismo. Come pure tentativi di adattamento dell’edilizia sacra giapponese alle chiese od oggetti del culto cattolico. Si nota anche qualche tentativo nel campo della musica sacra popolare.

La scarsezza dei missionari, la difficoltà della lingua, l’educazione familiare e scolastica giapponese, l’attaccamento alle tradizioni e i principi religiosi delle altre religioni, che favoriscono la natura giapponese snaturandola, il presentarsi del cattolicismo come religione che viene dall’estero e predicata da stranieri, le antiche accuse radicate ancor fortissimamente tra le popolazioni specie delle campagne sono fra le principali difficoltà, che, se anche ci fossero ed edifici e materiale catechistico, si opporrebbero all’efficacia completa di tale insegnamento.

La scarsezza per non dir assoluta mancanza dei catechisti poi è un altro fattore che rende ancor più difficile la soluzione del problema. In Giappone il catechista deve per lo studio, zelo e spirito di sacrificio equivalere al sacerdote, e questo elemento di prim’ordine è scarsissimo in Giappone (è la regione che ne ha di meno). Le conclusioni?…

Non mi lusingo di aver sviscerato il problema anche perché le generalità enunciate dal tema, lasciano in forse sull’interpretazione esatta. Ad ogni modo il modesto contributo raccolto, non è difficile, come dissi, rimpolpare colle altre relazioni del Bollettino e con un particolareggiato formulario di domande, che se mi saranno fatte mi daranno modo di fare un lavoro più completo sull’argomento.


2. MOVIMENTO CATECHISTICO NAZIONALE SALESIANO


I Figli di Don Bosco, ultimi missionari venuti in Giappone, nel quindicennio di lavoro nel campo loro affidato (Kyushu, Prov. di Miyazaki e Oita) si sono sforzati evidentemente di compiere il loro dovere, basandosi sulle direttive della S. Chiesa, ma sempre in conformità al loro spirito.

Nelle opere poi che sono alla diretta dipendenza della Congregazione, ispirandosi alle direttive dei Superiori hanno cercato, specie per il movimento catechistico di portare il loro contributo che ha avuto certo la sua risonanza anche in tutta la Nazione.

Si può dire che questo è tutto dipeso dall’istituzione degli Oratori festivi, conosciuti in Giappone sotto il nome anche di scuole domenicali, o come diciamo noi, riunioni di giovani.

Trovo utile seguire il formulario di domande inviate dal Venerato Rettor Maggiore. Vi rispondo cogli ampliamenti occasionali suggeriti dal nostro modesto lavoro (1).


  1. Vi è l’oratorio festivo? Si dica quali sforzi si siano fatti per fondarlo. E quali ostacoli si siano incontrati. Se non vi è se ne adducano le ragioni.

Ed anzitutto occorre chiarire bene che cosa possa essere fra noi l’Oratorio, dato l’elemento fondamentale fra cui lavoriamo. Fatte poche eccezioni (Miyazaki, Tano) in cui l’elemento cristiano essendo abbastanza numeroso può dare un materiale discreto di ragazzi e ragazze, ed allora si può parlare di vero oratorio nel senso inteso fra i salesiani – negli altri casi si tratta di riunioni di giovani, che vengono attirati nelle solite forme, e si cerca di intrattenerli, e pian piano metterli in relazione cogli insegnamenti religiosi e più come richiamo delle loro famiglie, senza delle quali non si può concludere niente di serio.

In ogni residenza e casa nostra vi è l’Oratorio, adunanza giovani, eccetto che nel piccolo Seminario e nel Noviziato e studentato di Tokyo; le ragioni sono ovvie.

Inizialmente gli sforzi fatti per aprire tali oratori non furono difficili; naturalmente, la quasi novità e in alcune località la novità: stranieri che vogliono bene ai giovani e che giocano con loro, ecc. ecc. non poteva non attrarre.

Difficoltà:


  1. Per parte dell’elemento cristiano l’accomunarsi coll’elemento non cristiano, specialmente per parte dei vecchi cristiani abituati ab antiquo a star separati.

  2. Per parte alle volte dei nemici della religione cattolica che trovavano buon gioco a spargere le viete accuse verso il cattolicismo ed impaurire i frequentatori.

  3. Alle volte la scuola, basta un ordine del maestro per determinare l’esodo o permettere ad allievi più grandi, che in varie forme, anche violenti, distolgano i compagni dalla frequenza.

  4. Le famiglie, che se alle volte permettono ai figli la frequenza, quando si accorgono che s’insegna religione, o che i figli portano a casa libri od oggetti religiosi, finiscono col proibire.

  5. L’incostanza propria della gioventù, che si affeziona alle novità e poi ab assuetis non fit passio.

  6. La scuola che in breve volger d’anni si è presa più cura dell’assistenza dei giovani nelle ore extrascolastiche – la domenica o feste gli scolari sono occupati in molteplici manifestazioni.

  7. Il solito punto… mancanza di mezzi e locali adatti… specie in un Paese in cui le istituzioni scolastiche e sociali circondano il fanciullo di tante cose, a cui la missione non può contrapporre che cose miserelle.

  8. Imprudenza per parte del personale insegnante o assistente, che nel parlare od agire non si mostri all’altezza della sua missione, specie poi dato il carattere suscettibilissimo giapponese, tanto più in relazione collo straniero.

  9. Impreparazione del personale e nella lingua e nelle costumanze… Si dimentica troppo che si è ospiti… Se si vogliono dettar leggi…


  1. Come funziona l’Oratorio festivo?

Come già dissi tra noi l’oratorio a tipo non cristiano funziona come è descritto nelle biografie di Don Piacenza e Ch. Filippa.

Per i cristiani sommariamente come da noi. Una difficoltà è quella che dopo la Messa e la lezione di catechismo, i ragazzi difficilmente si fermano fino a mezzogiorno. Quelli che fecero la comunione devono pur fare un po’ di colazione…

Per i locali si fanno servire quelli della missione. In tutte le residenze vi è un salone e qualche camera che alla domenica si trasforma in aula… Ma siamo assai lontani dalla costituzione di locali ad hoc…

Pulizia ed ordine sono della pretta educazione domestica giapponese e quindi si fa tutto il possibile per…

Sussidi didattici principali:

Proiezioni [Bonne Presse, case tedesche, Unitas – films stop (case Belghe)]

Cinema (collez. italiane e francesi, plate Baby relig., comiche… Vecchie…)

Kamishibai giapponesi (cartelloni formato protocollo)

Alcuni album religiosi

Biblioteche catechistiche, magroline (Libri noti in Italia…)

In occasione di gare o piccole esposizioni si è fatto qualche disegno, riproduzione o invenzione.


CATECHESI


I confratelli poi provenienti da varie nazioni hanno qualche libro caratteristico delle loro nazioni.

Ecco quanto in genere è presso quasi tutte le residenze e scuole, seminario: ben poco, e dove non c’è si cerca di imprestarlo per l’occasione – mancando poi locali appositi, manca la possibilità di metterlo in mostra. A Tokyo-Mikawajima si è allestita la stanza catechistica.

  1. Quale valore ha portato l’Oratorio nel movimento nazionale Catechistico?

Pur non dovendo farci illusioni sulla portata dei risultati, perché bisogna confessare, che non è detta ancora l’ultima parola sull’Oratorio per non cristiani, né si può dire ancora trovata la chiave dell’organizzazione del medesimo, pur essendo persuasi che tale oratorio, se pervaso dello spirito di Don Bosco e del suo sistema, deve riuscire come tra noi a portare i suoi frutti – e ne abbiamo gli esempi – dobbiamo dire che gli altri missionari ne furono meravigliati e contenti; vennero sul posto a studiare e vedere le modalità – e imitarono nelle loro parrocchie e residenze, ed anche questo è un bene, sia pur modesto.

Il nostro Bollettino Salesiano (= Don Bosco) pure, ammannendo ai lettori le idee educative di Don Bosco e della sua istituzione principe, ha portato un buon contributo anche in questo senso.

A tutt’oggi le riunioni specialmente serali domenicali raccolgono in ogni residenza una media da 200-300 persone per la massima parte non cristiane che sentono o quotidianamente o almeno settimanalmente o in forma di discorsetto morale, di proiezione o figure spiegate – di accademie o di teatrino, ecc. la buona parola.

È seme che penso non è sparso invano… Altri raccoglieranno, se non raccogliamo noi… L’esperienza ce lo dice chiaro. Le difficoltà sopra accennate, unite alla stanchezza dei missionari – ché uccide più la sterilità del lavoro che qualsiasi fatica – fanno sì che non si possa pensare a moltitudini… ma vengono stabilizzandosi gruppi, su cui si può fare un lavoro più proficuo… A Mikawajima e altrove basta dare dei premi… e si possono radunare a migliaia… altrove, dando premi, fuggono…

  1. Personale dell’oratorio: è sufficiente?

Dove vi è vero Oratorio, i confratelli si prestano tutti – e dove fosse necessario, anche Congregazioni religiose locali.

Nei piccoli centri fa tutto il missionario, aiutato da qualche buon cristiano.


  1. CATECHISTI


Già ne ho accennato parlando delle difficoltà. Il nostro Congresso di Tokyo ha sviscerato questa questione. Tutti siamo convinti della necessità, e nessuno ha ancor trovato la soluzione per dare alla nazione buoni catechisti. M’illudevo colla fondazione del Seminario di avere dei buoni tra quelli che eventualmente non furono chiamati alla vita sacerdotale o religiosa. Nessuno… Si tentarono in Giappone tante vie: nessuno è riuscito praticamente allo scopo, date le qualità che si richiedono nel catechista e la povertà di mezzi del missionario, e più il missionario straniero.

In tutta la missione ne abbiamo uno (vecchio) e un aiutante. Uno a Tokyo. Fungono da catechisti o simili i nostri chierici, qualche coadiutore (ripetizione meccanica del Catechismo) e qualche suora o ragazza. Per i non cristiani ci vorrebbero tanti insegnanti, rari in tutto il Giappone come le mosche bianche…


  1. NEGLI ISTITUTI


Mi pare siamo in regola e rispondendo anche ai quesiti 7-8 siamo, mi sembra, sulla linea direttiva consigliata dai Superiori.

Anche fra i cristiani il q. 9 è attuato. Nelle scuole vere (Seminario, Studentato, ecc.) si sa [?] parte anche ai lavori, tanto più che gli esami alla giapponese sono a base di quesiti scritti. Noi certo preferiamo l’esame orale e il tipo di gara.

In preparazione alle mostre ideate dai superiori si conservano parte di tali lavori, di cui alcuni sono interessanti davvero.

Il q. 10 è pure da prendere in considerazione. Certo l’istruzione giapponese nelle scuole non comporta come da noi insegnamento mnemonico su vasta scala.

Quanto al q. 11, come già accennai nella relazione fatta sul congresso di Tokyo, è in elaborazione la raccolta di fatti tolti dalla storia, letteratura giapponese in servizio dell’insegnamento catechistico. Sarà questo certo un buon contributo al lavoro salesiano nazionale, come lo fu quello ottenuto colla stampa del VANGELO UNIFICATO in lingua popolare (già alla terza edizione) e colla traduzione di un’opera preziosa assai IL CATECHISMO MEDIANTE IL VANGELO, che ha fatto davvero furore, e la traduzione degli elementi apolog. “FONDAMENTI DELLA RELIGIONE” del nostro Don Bosco.

Buoni pure i contributi del teatro salesiano (Collez. drammatica) fatta anche a questo scopo e che ha dei lavori davvero interessanti e di altro che dirò nel riassunto.

Negli istituti e in genere i q. 12-13 sono osservati e mantenuti.

Dal 14 al 20 l’impulso dato dalla Crociata catechistica viene orientando in tal senso, ma si pensi che in missione non è possibile riuscire ad attuare quanto si può pretendere altrove. Ad ogni modo l’orientamento c’è.

Mi pare pure che i quesiti seguenti davvero formativi abbiano qua e là avuto la sufficiente illustrazione, e penso pure che i Superiori comprendano che nelle nostre piccole residenze, alcune sfornite da anni di titolare, non si può per ora neppure pensare a quanto sarebbe nel desiderio e nella volontà di tutti…

Ah, che vuol dire lavorare in terreno sterile o quasi, e in mezzo alle difficoltà accennate, a comprendere le quali bisogna trovarsi in mezzo… Ma il Signore vede le nostre miserie e comprende…


Riassumendo dunque, e se ho ben compreso il pensiero che dovevo svolgere, conchiudo: i salesiani di Don Bosco nel loro lavoro di apostolato nella Prefettura Apostolica dal 1927 e a Tokyo dal 1933 hanno contribuito al movimento catechistico in Giappone:


  1. Colla fondazione di Oratori festivi, specialmente frequentati per la gran massa da non cristiani col sistema di Don Bosco – novità in Giappone.

  2. Coll’organizzazione del catechismo nelle residenze ed opere da loro iniziate o loro affidate.

  3. Col promuovere la stampa catechistica col VANGELO unificato e in lingua popolare (novità per il Giappone) e coll’opera CATECHISMO MEDIANTE IL VANGELO, i FONDAMENTI DELLA RELIGIONE, di Don Bosco e con numerosi fascicoli delle LETTURE CATTOLICHE su argomenti catechetici – od anche fascicoli a parte od articoli per giornali e riviste. La Collana Drammatica pure fu intonata a questo scopo.

  4. Si segnalano in questo lavoro specie Don Margiaria, Don Marega, Don Tassinari. Merita una menzione speciale Don Arri che con pubblicazioni di vario genere e assai apprezzate dirige un’incipiente COLLANA a tre sezioni Patristica, Polemica, e per ammalati (ha messo in circolazione una ventina di volumi, di cui vari ristampati e che producono un bene immenso).

Anche i giovani confratelli (specie Don Tassan, Don Barbaro, Don Moro, Don De Kruyf) hanno dato buone traduzioni e cooperano alla formazione del Bollettino salesiano e alla Collana delle Letture Cattoliche.

In Missione fu pubblicato per molto tempo il settimanale ANGELO DELLE FAMIGLIE (ideato da Don Cavoli) che ogni domenica dava il Vangelo e la spiegazione del catechismo. In omaggio alle prescrizioni restrittive della stampa (per parte del governo) se ne è sospesa ora la pubblicazione.

Furono tenute nei limiti del possibile (per varie residenze manca la materia uomo cristiano e non cristiano il quale sempre non si presta) gare, esami solenni, piccole esposizioni e il riuscitissimo Congresso di Tokyo, secondo il suggerimento dei Superiori. Di queste manifestazioni il giornale cattolico ne parlò – visitatori assistettero – vi concorse anche l’elemento non cristiano – parenti, ecc. Anche questo servì certo a fomentare questo movimento.

Naturalmente non si deve dimenticare in queste manifestazioni la prudenza per non aver l’aria di invadenti et similia. Non sempre è prudente fare quanto si desidererebbe di fare e che alle volte sarebbe bene fare.

  1. Funziona assai bene anche per questo argomento la LIBRERIA CATTOLICA di Miyazaki, che oltre avere a sua disposizione tutto il materiale estero, che viene propagato in Giappone, e anche in Corea e Manciuria. Ne è animatore massimo Don Liviabella.


Mi lusingo di aver risposto a tutto; ad ogni modo come dissi, se non avessi svolto appieno l’argomento e se si desiderassero altri schiarimenti prego farlo sotto forma di quesiti. Mi rimane più facile rispondere.

Accolga, amatissimo Superiore, non fosse altro la buona volontà dei salesiani del lontano Giappone che in mezzo a difficoltà di cui non possono rendersi conto se non chi vive qui, e del perché delle medesime neppur noi lo sappiamo, intendono di portare anche questo contributo, doveroso specie per un missionario, alla divulgazione del Catechismo secondo il genuino spirito di Don Bosco.

E voglia fare per tutti noi e specialmente per il sottoscritto una calda preghiera a Maria A. e a Don Bosco.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

Ispettore in Giappone



2597 / Zerbino Pietro / 1940-10-15 /


166 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 15 ottobre 1940


Carissimo Don Pietro,

Ho saputo dal bravo Comm. Martinengo dell’andata in Paradiso di Mamma, e coi più abbondanti suffragi, ho cercato di pregare e far pregare, anche come atto di riconoscenza per quanto ti debbo.

Continuo a pregare per tutto il mese di Ottobre e Novembre in modo speciale per la mamma. In paradiso avrà già fatto conoscenza colla mia vecchietta… e pregherà per noi.

Al solito un po’ di posta. (…) Prega e fa’ pregare per me.

Tuo

Don V. Cimatti

2598 / Marella Paolo / 1940-10-16 /


167 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 16 ottobre 1940


Eccellenza Reverendissima,

Mi dispiace di essere stato causa della lunga bellissima lettera ricevuta, cui coscientemente rispondo.

Per me avevo solo bisogno di qualcuna di quelle sue parole. Grazie a Dio mi pare di vedere così chiaro il problema e le necessità che non ho bisogno di altro.

Eccole la domanda, certo da me desideratissima anche per tanti altri motivi che ho lasciato fra le righe… e sono disposto anche subito ad avere il sostituto. Faxit Deus!59

Qui nulla di nuovo; tutto calmo nei problemi che premono. Tento di trovare le soluzioni più eleganti che si possono trovare per realizzare il piano… dei sette punti.

Ho scritto anche ai Superiori domandando poteri… e se non venissero… più che pigliarseli, non vedo altra via.

So che ha aiutato il nostro Don Margiaria. Quando potrà è meglio Don Bovio60.

Naturalmente per non far piangere Don Margiaria ho lasciato a lui e d’altra parte anche lui… è salesiano… in necessitatibus.

Nel prossimo mese, se ci siamo ancora devo venire a Tokyo per suonare e cantare… Spero che non sarà la suonata “Canto del cigno…”.

E voglia ricordare chi cotidie la ricorda fraternamente.

Con profondo ossequio…

Don Vincenzo Cimatti

2599 / Fumasoni-Biondi / 1940-10-16 /


168 a Sua Em. il Card. Fumasoni-Biondi, Prefetto di Propaganda Fide

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Miyazaki, 16 ottobre 1940


Eminenza Reverendissima,

Prostrato al bacio della S. Porpora mi sento in stretto obbligo di coscienza di rassegnare le mie dimissioni di Prefetto Apostolico di Miyazaki.

Già in altra occasione feci tale proposta, che non fu accettata, ma nelle attuali circostanze, nell’inevitabile succedersi degli avvenimenti, nella chiara posizione presa dalle autorità civili contro quanto è direzione, preminenza, autorità, influenza straniera sopra sudditi giapponesi anche nei riflessi della religione, intendo rinnovarla e presentarla con maggior senso di responsabilità e coscienza, ritenendola della maggior gloria di Dio e necessaria per salvare in questi momenti critici il salvabile dell’esistenza della Chiesa in Giappone.

Non si tratta d’altra parte che di anticipare quanto si sarebbe fatto con maggior regolarità fra non molti anni.

L’animo degli Ordinari in Giappone da tempo preparato a questo orientamento di avvenimenti dalle sagge direttive di S. E. il Delegato Apostolico, non può non rendersi conto della realtà e della necessità della pronta azione in questa circostanza.

Ed è per la chiara visione di questa necessità, e per portare il mio sia pure modesto contributo alla pronta soluzione, che umilmente prego di essere esaudito.

Mi pare anzi che il lavorare nostro sotto la direzione di un Superiore giapponese sarà un magnifico esempio di vero apostolato cattolico, che chiarirà tante false supposizioni, tanti preconcetti e che riuscirà a valorizzare sempre più il missionario cattolico.

I Salesiani di Don Bosco, che finora hanno lavorato nel campo Evangelico loro affidato, saranno ben lieti di lavorare guidati dal Superiore ecclesiastico giapponese che loro sarà affidato dal Signore, nelle varie mansioni che saranno loro affidate, ed il sottoscritto sarebbe davvero nel colmo della gioia, se gli fosse concesso di continuare a lavorare nell’occupazione anche più modesta ad esempio e dei confratelli e dei missionari e specialmente dei nostri buoni giapponesi.

Affido la mia domanda all’E. V. nel bel mese del S. Rosario. Ho l’intima e chiara e precisa convinzione che questo si debba fare; l’ho ritenuto come obbligo di coscienza, e l’ho fatto.

Supplico per il bene della Chiesa Cattolica di essere esaudito: non altri motivi, né di età, né di salute, né di lavoro, né di sfiducia mi hanno mosso.

Quando il bene delle anime lo esige la Chiesa ha sempre dimostrato che non teme la rapidità saggia delle soluzioni.

Non credo di sbagliarmi dicendo che al momento siamo proprio in tali circostanze.

E supplico altresì l’E. V. a disporre che i poveri figli di Don Bosco siano i primi a dare questo buon esempio.

Prostrato…

Umilissimo servo

Don Vincenzo Cimatti

Prefetto Apostolico di Miyazaki e Ispettore dei Sales.

2600 / Circolare Salesiani / 1940-10-16 /


169 ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. Francesco Saverio

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Miyazaki, 16 ottobre 1940


Carissimi,

Scrivendo ai missionari ho loro espresso fra le altre cose questo pensiero, che vi prego meditare e comunicare nelle forme più opportune ai confratelli, o meglio farne tema di conferenza, naturalmente non presente personale Giapponese.

Bisogna capire la pressione attuale in questo senso. Si vuole che elementi o capitali stranieri non abbiano direzioni, sopraeminenze, autorità su cittadini giapponesi”.

Questo è uno dei principi, per attuare il quale bisogna trovare rapidi mezzi per passare in mano ai giapponesi la responsabilità materiale e amministrativa delle nostre missioni e opere.

È questo il nuovo orientamento cui dobbiamo prepararci, praticamente disposti a lavorare per il bene delle anime in posizione anche ausiliaria: l’essenziale della vita missionaria è annunziare Gesù Cristo…

Vi prego dunque di orientare l’animo vostro e dei vostri a questo criterio fondamentale, e se avete qualche utile suggerimento, usate la carità di comunicarmelo.

Calma dunque e si continua nel lavoro, e si preghi molto.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti



P.S. - Allo studentato e alla Scuola consiglio che il Direttore legga questa coi confratelli sacerdoti. Posto quel principio, potete vedere quante conseguenze gli altri e noi possiamo dedurre… Preghiamo.

2601 / Kanemoto Antonio / 1940-10-17 /


170 ad Antonio Kanemoto, salesiano laico giapponese

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Miyazaki, 17 ottobre 1940


Carissimo Kanemoto,

Spero stia bene. Durante questo mese per mezzo del Rosario chiedi alla Madonna che fortifichi la tua vocazione.

Ti ricordo ogni giorno. Emi mi ha fatto sapere delle zucche che hai coltivato. Auguri. Vedi di continuare a stare sempre meglio.

Don V. Cimatti


[Traduzione dal Giapponese]

2602 / Ricaldone Pietro / 1940-10-18 /


171 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 18 ottobre 1940


Rev.mo ed amat.mo Signor Don Ricaldone,

Una notizia di cui penso non mi sgriderà, anzi approverà. Dopo riflessione e preghiera ho spedito alla Delegazione per Propaganda Fide la domanda di dimissioni da Prefetto Apostolico, Delegazione annuente e sto per dire consigliante.

Già le scrissi recentemente del momento difficile che si attraversa – siamo di fronte ad una malattia, che per salvare l’organismo, bisogna rapidamente curare con medicina che attenui… lasciando tutto il resto nelle mani di Dio.

Posto il principio che su sudditi giapponesi non ci devono essere autorità (e si arriverà anche alla questione mezzi e sussistenza) straniere, Lei comprende dove si può andare a finire. Presto o tardi? Lo sa il Signore: ma parare i colpi, e colpo per colpo, è dovere nostro, ed ecco che in piena coscienza, e conscio che con questo cachet si riuscirà forse bene, e d’altra parte non è che un’anticipazione di quanto doveva avvenire regolarmente fra non molto, feci quello che ho fatto.

Penso che anche tutti gli altri colleghi faranno lo stesso – nel fare la mia domanda avevo sott’occhio quella diretta al S. Padre dell’Arcivescovo di Yokohama, il nostro grande benefattore Mons. Chambon, gentilmente concessami dalla Delegazione Apostolica. Accetterà la Congregazione? Ho voluto avvisare contemporaneamente anche Lei nel caso che sarà dalla medesima avvisato o interrogato.

È necessario, ad evitanda pejora. Non ho detto nulla ai confratelli, che però, per preavvisi precedenti attendono che forse, per fusione di circoscrizione, avremo un Superiore giapponese, e non lo trovano strano, nelle attuali situazioni.

Si continua da tutti in gran calma e preghiera fidente col S. Rosario. Siamo sicuri che anche Lei pregherà e farà pregare per noi.

Sono sofferenze morali… in mezzo ai sorrisi… Pensi che il 23 Novembre a Tokyo suonerò la “Sonata” commemorativa del 2600 in [un] gran salone. Don Margiaria col concorso di due dei più celebri artisti giapponesi, pure canterà ed il sottoscritto accompagnerà. È a beneficio della nostra scuola. Penso a due cose:


  1. Don Bosco che fonda la sua Congregazione quando…

  2. E al “Ridi pagliaccio…” cose di questo mondo, che in mano a Dio sono fonte di bene. Si compia in me, nei miei e in tutto la S. Volontà di Dio, e si compia sempre.


E per oggi null’altro. Mi benedica di speciale benedizione e preghi e faccia pregare per il suo davvero sempre più povero:

Don V. Cimatti

2603 / Cecchetti Albano / 1940-10-21 /


172 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 21 ottobre 1940


Carissimi,

Il 20 c. m. è morto il papà del nostro buon Nishimura.

Anch’egli ora non sta bene. Domando preghiere.

Don V. Cimatti

2604 / Tittarelli Enrico / 1940-10-22 /


173 a Don Enrico Tittarelli, ex-allievo di Valsalice e salesiano

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Miyazaki, 22 ottobre 1940


Carissimo Don Tittarelli,

Non sapendo se la posta giri regolarmente, anticipo per gli auguri natalizi e di Capodanno. Tu poi farai a tempo quel che credi.

Non posso naturalmente dimenticare Valsalice dei miei tempi, né quello dei tempi presenti, perché pieno di benefattori miei.

Ti prego a tutti, confratelli e giovani (tu che sai farlo meglio di me) di assicurare la mia riconoscenza e le mie (meglio le nostre) preghiere.

Gesù ricompensi tutti secondo le necessità dei singoli e ci aiuti in omnibus.

E prega per me, caro Don Tittara. Ti benedica il Signore e con te tutti i tuoi.

Tuo

Don V. Cimatti

2605 / Lussiana Clemente / 1940-10-22 /


174 a Don Clemente Lussiana, ex-allievo e suo collega a Valsalice

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Miyazaki, 22 ottobre 1940


Carissimo Don Lussiana,

Si avvicina l’onomastico. Non potendo dimenticare il bene ricevuto, perché penso che gli oratoriani con immutato animo pregano, è mio dovere dimostrarti – almeno annualmente – la riconoscenza di parole, di cuore e di preghiere.

Ti penso in salute e con te i tuoi giovani. Qui si vive come si può, certo risentiamo del nervosismo di tutto il mondo e si cammina (soglio dire) sui rasoi; essendo la situazione nostra estremamente delicata. Ad ogni modo siamo nelle mani di Dio e ho l’abitudine di abbandonarmi (penso non fatalisticamente) in Lui, quindi avanti.

Conto assai sulle tue preghiere e dei tuoi. Coraggio, Clemente. Facciamo del bene fin che si può. Accetta i miei poveri auguri, espressione di sentimenti di affetto e riconoscenza e prega per me.


Tutto tuo

Don V. Cimatti


P.S. - Se vedi Don Ruffini un pugnetto… per sapere se è ancor vivo. All’occasione a te e ai tuoi Buon Natale e Capodanno.

2606 / Liceisti Valsalice / 1940-10-22 /


175 al Gruppo Missionario e Studenti liceisti di Valsalice

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Miyazaki, 22 ottobre 1940


Carissimi amici del gruppo missionario, Liceisti tutti,

Non vorrei arrivare tardi per gli auguri Natalizi e di Capodanno, e preferisco anticipare.

Voi pensate di riceverli proprio nel giorno di Natale ricolmi di benedizioni e grazie del Signore.

Vi devo riconoscenza per quel che avete fatto e fate per noi, il Signore ha segnato in vostro attivo la vostra carità.

Don Cimatti non può se non pregare per voi. Non vi dico altro che: “Continuate a lavorare per il Signore; Egli non vi lascerà senza ricompensa!”.

Desiderate nostre notizie. Novità non ci sono, manifestazioni di gioia per l’unione triplice, ma tutti in questo momento hanno da pensare a cose importanti per cui è difficile dare notizie interessanti a chi è lontano: all’arrivo è già roba passata.

Il ritmo della vita è regolare. A Miyazaki, culla della dinastia, in questo 2600° si passa di festa in festa, esposizioni, pellegrinaggi ai luoghi celebri… ecc. E noi fermi al nostro lavoro. Voi, amici cari, continuatemi la vostra carità e specialmente pregate per noi.

Pel vostro album qualche foto, ma ormai anche questi generi vengono ad avere prezzi proibitivi.

Allegri sempre ed ossequi ai vostri cari e ringraziamenti per me, come pure ai Vostri Superiori omnibus et singulis.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2607 / Liceisti Valsalice / 1940-10-22 /


176 agli Studenti liceisti di Valsalice

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Jizo e Kishibojin, gli amici dei fanciulli

[22 ottobre 1940]


Tra le miriadi di migliaia di divinità giapponesi ve n’è una popolarissima: il protettore, l’amico dei fanciulli (Jizo). Quando i bambini piangono è loro vicino e li aiuta a far spuntare i denti. Quando i parenti, desolati per la perdita di un fanciullo, impiegano molto tempo ad andare a visitare la tomba e trascurano i loro doveri, i fanciulli sono obbligati (secondo l’idea buddista) ad accumulare mucchi di pietre lungo la riva del fiume infernale. Ma allora i giapponesi per facilitare il lavoro a “Jizo”, che corre ad aiutare i fanciulli, accumulano pietre vicino alla sua immagine.

Kishibojin è un altro bel tipo creato dalla fantasticheria buddista, che merita qualche considerazione. Era una demonessa costretta a mangiare ogni giorno uno dei suoi cinquecento figli… Budda riuscì con un ingegnoso stratagemma a convertirla dalla sua antropofagia. Ogni giorno le portava delle melagrane, che sembravano pezzi di carne umana, ed ecco perché “Kishi-bojin” è rappresentata conducente per mano un fanciullo ed avente nell’altra una melagrana.

Credenza comune a molte religioni orientali: i giapponesi danno molta importanza agli dei della felicità, che furono riuniti in un gruppo di sette divinità.

Fururokuyu: simbolo della vecchiaia saggia e felice e in buona salute; è rappresentato da un vecchio con un bel testone, coperto di una Cappellina.

Jurojin: quasi come il precedente è accompagnato da un corvo o da gru.

Ebisu: simbolo del lavoratore onesto, ha in mano la lenza per pescare un pesce.

Daikoku: simbolo della ricchezza, ha con sé delle balle di riso.

Hotei: grasso, panciuto, faccia tonda, è simbolo del buon umore.

Bishamon: è armato di tutto punto, ha in mano la lancia, dall’altra una piccola pagoda; rappresenta la guerra ben riuscita.

Benten: divinità femminile, simbolo dell’arte, è quasi sempre a cavallo d’un serpente o di un dragone e sta suonando la biwa, gran mandolone.

Miei buoni amici, se voi pensate che ci sono milioni di persone che credono e adorano queste povere cose, e si affannano per piacere loro fino ad ossessionarsi, come non vi muoverete a pietà di queste anime? Natale! Forse quando voi leggete o sentite raccontare dai missionari queste descrizioni, vi mettete a ridere e forse finisce tutto lì.

Soddisfatta la curiosità per la cosa nuova che avete letto o sentito, una risatina di commiserazione, e intanto le anime rimangono come sono: le vostre, e quelle dei poveri adoratori di queste miserie.

E allora? Quando leggete e sentite queste panzane, che per milioni di uomini sono verità di fede, pregate e aiutate nelle forme che vi sono possibili le missioni.

Don V. Cimatti

2608 / Speranza Federico / 1940-10-25 /


177 a Federico Speranza, ex-allievo di Foglizzo, colonnello

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Miyazaki, 25 ottobre 1940


Carissimo Speranza,

Buon anno e buon Natale. Chissà a quante battaglie avrai partecipato da quando ci siamo scritti l’ultima volta!

Il Signore ti mantenga sempre il buon Federico d’un tempo e ti conceda ogni bene. Non dimenticare Don Bosco e Don Bianchi e chi cotidie ti ricorda.

Tuo

Don V. Cimatti

2609 / Tassinari Clodoveo / 1940-10-26 /


178 a Don Clodoveo Tassinari, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 26 ottobre 1940


Carissimo Don Tassinari,

Bravo! Avrai, penso non molto tardi, la consolazione di non potermi più nominare col dolce titolo! Mi dispiace per te, ché forse qui non potrai più aspirarvi… Il Signore può tutto, ma la direttiva è questa (e tanti purtroppo non ci credono e non se ne danno per intesi!) “nos autem oportet minui”… se basterà! Ad ogni modo, lavoriamo come se fosse tutto regolare, anzi direi, con più intensità, perché in definitiva si vuol fare a meno di Lui: ed è proprio quando avviene questo che non bisogna desistere, anzi intensificare.

Così, se le cose continuano, non si sarà perduto tempo (e tu ne converrai con me, che se n’è perso, e se ne perde tanto).


    1. Per la teologia, è naturale, il primo corso: il mio pensiero, che non so se era chiaro (mi dicono tutti che sono oscuro, e finirò per convincermene) era questo. Si tratta, prudentissime, di tastare il terreno per sapere se, date le attuali circostanze, sarebbe interpretato non bene il nostro assenteismo anche solo parziale, perché la logica anche più semplice, finisce col far capire che non si manderanno più.

Come può darsi anche che, essendo ora i giapponesi alla testa, preferiscano non aver controlli. Dunque fiuta e a base del risultato col tuo mirabile schioppetto punterai… e o vita o morte o ferimento o gabbia… qualche cosa risulterà.

    1. Piglia pure le informazioni del passaggio: scuola tecnica, scuola normale (Kogyo-chugakko).


Per il resto penserà Don Margiaria. Dico anche a te (pur non avendone bisogno) quanto dico ad altri: ad alcuni che interpello per pareri, viene l’idea che mi allarmi inutilmente, che mi scaldo la testa, ecc.

Ah, caro Clodoveo, la lotta della mia vita è di togliermi dallo stato di apatia scettico-agnostica in cui mi sono sempre trovato da giovane a tutt’oggi…

Beh! Mi diresti se spiegheresti, che sono un bel tipo, come già mi hai detto –: è solo per parare botte che sono più che vicine di quel che pensiamo e per non restare in oca quando sia necessario agire: solo questo.

Ora, avanti, secondo il solito e più del solito.

Pel Seminario, mi piangeva il cuore lo stato del salone (= Kodo) e di alcune parti della casa… tali migliorie serviranno sempre e a noi o ad altri. Se poi si dovesse vendere…

Pel Seminario che penserà chi verrà lo sa il Signore; è certo che non gli rimangono che due vie:


  1. Affidarlo ai Salesiani che vi penseranno in tutto, ed entriamo in altro problema,

  2. O lo ridurrà, forse affibiando quelli che ritiene abbiano buoni numeri, ad altri Seminari (Nagasaki, Fukuoka, Tokyo) o lo abolirà.


La proprietà? È opera della Missione. Se la Congregazione possa accampare diritti et similia? Si può far la questione, ma si concluderà poco, penso.

Per quel che so io a tutt’oggi: ora urge mettere i capi (finché ci sono persone adatte)… ed il resto prosegua come prima.

Bravi novizi… Salutameli: ardo dal desiderio di rivederli.

Tu, chiudi poi tutti gli occhi per la festa (preparativi)… Di tanto in tanto, va’ a spasso… l’aria ti fa bene! Teresa Neumann vive ben di quella…

Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2610 / Circolare Salesiani / 1940-10-27 /


179 ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. Francesco Saverio

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Miyazaki, 27 ottobre 1940


Carissimi,

Buona festa dei Santi e ottimo mese di intenso apostolato per le anime sante del Purgatorio.

Vediamo di rendere questo mese fruttuoso per noi e per le anime sante in tutte le forme che ci sono possibili. Non siamo avari con queste anime e nelle proporzioni della nostra generosità esse lavoreranno per noi. Vi propongo di affidare ai buoni uffici delle medesime l’appianarsi delle difficoltà in cui versiamo, e sono sicuro che lavoreranno assai bene per noi e per le opere nostre e per la Chiesa in Giappone.

Come sono solito dire in queste circostanze, rendiamoci degni delle grazie di Dio con il più esatto adempimento dei nostri doveri, colla fuga dal peccato e con qualche mortificazione. In questi tempi in cui si vuole da tanti misconoscere Gesù, la sua Chiesa e le Opere cattoliche, noi dobbiamo lavorare ancor di più per Lui. Avanti dunque e sempre nel nome di Dio, senza paure o abbattimenti inutili: siamo nelle mani di un buon Padre che sa quanto è bene per noi.

Da quesito fattomi, rispondo secondo le decisioni prese in altri tempi dai Superiori. “La recita del Rosario di cui all’Art. 21 dei Regol. è da intendersi per il Rosario intero (le tre parti), la sera di Tutti i Santi e non si modifica nulla nelle preghiere nella festa di Tutti i Santi e nel giorno dei morti”.

E stringiamoci tutti più fortemente sotto il materno manto di Maria e del nostro Don Bosco.

Vostro

Don V. Cimatti


P.S. - Si ricordi poi la disposizione capitolare della celebrazione della S. Messa per i genitori defunti dei confratelli, prescritta per il 25 Novembre.

2611 / Del Col Luigi / 1940-10-27 /


180 al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 27 ottobre 1940


Carissimo Del Col,

Godo delle belle notizie tue e della Compagnia. Bravi!

Queste attività interne (accademie, studi speciali) vostre e con partecipazione di altri fanno molto del bene.

Il Signore vi benedica tutti. Il mese di Novembre e le condizioni in cui ci troviamo ci danno modo di pregare assai: facciamolo volentieri.

E prega tu pure per chi ti ricorda cotidie.

Tuo

Don V. Cimatti

2612 / Ricaldone Pietro / 1940-10-28 /


181 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 28 ottobre 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Per tenerla informata per quanto è possibile delle nostre cose – nella persuasione che abbia ricevuto le lettere precedenti (ne inviai anche al Sig. Don Berruti, Don Giraudi, Don Ziggiotti) e degli avvenimenti in genere in questo mese, la Prefettura Apostolica affidata ai Francescani del Canada ha avuto per capo (Pref. Apost.) un giapponese, et idem al Vicariato Apostolico di Hiroshima tenuto dai Gesuiti è proposto un giapponese (gesuita) e penso che pian piano se ne verranno stabilizzando altri.

Al momento nessun’altra notizia. Tengo dietro anche alle Figlie di Maria A. Esse hanno già un discreto personale giapponese per cui, in caso di necessità, penso possano fronteggiare discretamente la situazione.

Non andrà a lungo che verrà in ballo anche la questione del vestito – per ora si continua come si vuole, ma le insegnanti (suore – gli altri religiosi già facevano – hanno dovuto vestire l’abito giapponese, molto decoroso) durante l’insegnamento.

Preghi e faccia pregare molto per noi e specie per chi è la causa di tutti questi dissesti, cioè per il

Povero

Don V. Cimatti

2613 / Zerbino Pietro / 1940-10-28 /


182 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 28 ottobre 1940


Carissimo Don Zerbino,

Eccoti un po’ di lavoro.

Vedi un lungo elenco di libri: si tratta di opere che si desiderano per la nostra biblioteca studentato, Tokyo o per completare opere monche o per arricchirla di nuove.

Direi di fare così. Siccome quest’anno difficilissimamente verrà qualcuno così, se, arrepta occasione, per eventuali offerte che ricevessi, o se amici si prestassero per regali, o se trovassi le medesime usate, ecc., cominciare a raccogliere e mettere al sicuro in una cassa, oppure spedire a piccoli pacchi sarebbe l’ideale.

In ogni caso spedisci o metti chiaro sulla copertina: “Biblioteca Studentato, Tokyo”.

?


2614 / Grigoletto Giuseppe / 1940-10-28 /


183 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Miyazaki, 28 ottobre 1940


Carissimo Don Giuseppe,

Grazie della tua del 26/9 e delle buone notizie che mi dai di te e della carità che ti invia il Signore, per noi. Il Signore ti rimeriti di tutto.

Prega e fa’ pregare. Un nuovo regime (tipo Nazista) minaccia missioni ed opere: urge più che mai l’aiuto di Dio; in pratica si tratta di affrettare quanto sarebbe avvenuto alla cessione di tutto al Clero indigeno. Ci si riuscirà forse con rinunce e sacrifici e forse no: e allora? Leggi fra le righe, pensa a che è Nazismo, e se puoi cerca di capire. Ma, quel che è più, prega e fa’ pregare. Siamo nelle mani di Dio… e non meravigliarti di quanto può accadere. Ad ogni modo avanti senza paura sempre.

Da Tokyo m’inviano un lungo elenco di libri (o per completare opere incomplete o altri fricciuoli per cui non ti disturbo. Mi si parla (di questi solo ti parlo, perché tu solo sai dirmi se quanto domando è in corso di invio o c’è possibilità d’acquisto):


    1. Études bibliques. Ed. Lethielleux...

    2. Cursus S. Script. Ed. Gabaldar…


La foto splendida e ammirata, non par vero che sii tu…

Allegro e buono e fa’ tutto il possibile per far del bene.

Date le cose per assicurarmi di arrivare a tempo, puoi comprendere gli auguri che ti vogliamo fare (Don Cimatti specialmente) per Natale e Capodanno. Grazie Don Giuseppe! Il bene che hai fatto è incalcolabile e il Signore te ne tiene conto pel paradiso.

Prega, te ne scongiuro, che in me si adempia in pieno, ora e sempre la S. Volontà di Dio.

Ti abbraccio e benedico.

Tuo

Don V. Cimatti

2615 / Marella Paolo / 1940-10-29 /


184 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 29 ottobre 1940


PRO-MEMORIA A S. E. IL DELEGATO APOSTOLICO


Come da colloqui precedenti e allo scopo di addivenire a facilitazioni amministrative (specialmente in vista della nuova legge sulle religioni) colla fusione di alcune porzioni di terreno in un unico shadan (ente morale), faccio le seguenti considerazioni e proposte:

Ad Oita su tsubo 557,10 – 217 sono dell’ente salesiano ed il resto in quello della missione. Il donatore vi spese Yen 472,50 pel terreno e concorse per Yen 20.000 per la costruzione dell’incipiente tipografia Don Bosco (ora trasportata a Tokyo). L’edificio ora è adibito dalla Missione.

A Beppu i 335,85 tsubo di terreno comprati per la Congregazione salesiana costarono Yen 20.527,50 e furono offerti Yen 1000 per la costruzione. La Missione per casa e chiesa concorse con Yen 4.000 circa.

Concludendo: le somme di Yen 2.500 versate per Oita e l’edificio restato alla missione mi pare possono equilibrare gli Yen 4.000 spesi dalla Missione di Beppu.

Se l’E. V. può dare questo permesso, farei le pratiche per introdurre nei rispettivi “Enti” i terreni ora divisi ad Oita e Beppu. Ciò faciliterebbe assai assai le pratiche amministrative presenti e future, perché Oita resterebbe tutta dell’Ente della missione e Beppu in quello della Congregazione.

Inoltre la pratica, perché l’E. V. mi diede a sperare che forse non c’è bisogno di ricorrere a Roma. Alla futura cessione definitiva della Prefettura al Clero indigeno, che possa avvenire della proprietà della Congregazione, mi pare che sarà un altro problema, che al momento non interessa l’attuale, anzi la soluzione che si domanda ora, lo faciliterà assai…

Sac. Vincenzo Cimatti,

Prefet. Apost. di Miyazaki,

Ispettore salesiano di Don Bosco

2616 / Marella Paolo / 1940-10-29 /


185 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki 29 ottobre 1940


Eccellenza,

Come da precedente colloquio, inoltro alcune considerazioni sulla regolarizzazione di alcuni pezzi di terreno e costruzioni di Oita e Beppu inseriti in due diversi Shadan (enti morali).

La fusione di un unico “shadan” con opportuno scambio faciliterebbe assai le pratiche amministrative che ora bisogna duplicare con dispendio inutile di tempo e di soldi.

V. E. esamini e, se ne ha la possibilità, mi esaudisca. Sin autem abbia la bontà di dirmi come potessi fare.

Nel colloquio mi diede speranza che forse le pratiche potevano entrare tra le attribuzioni della Delegazione, ed ecco il motivo dell’inoltro.

Ieri, a ricordo della Consacrazione di V. E., la famiglia salesiana di Don Bosco e specialmente Don Cimatti fu colla preghiera e col ricordo riconoscente vicino a V. E. Mi sono assai note le condizioni e di salute e le preoccupazioni del momento di V. E.

Vi aderiamo con tutto il cuore e colla preghiera e colla cooperazione più forte per noi possibile per alleviare e consolare ed aiutare almeno spiritualmente.

Accolga i nostri poveri omaggi e ci benedica tutti e specialmente il

Suo riconoscente

Sac. Vincenzo Cimatti

2617 / Cecchetti Albano / 1940-10-29 /


186 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 29 ottobre 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Nella prossima settimana domanderei il permesso che il bravo Don Arri (che ha qualche affare a Kobe) accompagnasse il nostro coad. Maestro, che da solo non se la cava, fino a Kobe per la visita militare. Attendo dal console l’indicazione del giorno.

Se lui non potesse o Lei o Don Felici… Favorisca pure dire a Don Arri che ho scritto a Roma per quel libro.

E pregate per me sempre: vi ricordo cotidie.

Suo

Don V. Cimatti

2618 / Ricaldone Pietro / 1940-10-31 /


187 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Un cinquantenario

31 ottobre 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Non si meravigli se il pensiero e la riflessione mensile sono rivolti questa volta a una data storica assai degna di ricordo per il Giappone: il cinquantenario cioè del rescritto imperiale sull’educazione, emanato proprio 50 anni fa (31 Ottobre 1890) dal grande Imperatore Meiji. Fu il decreto, si può dire, fondamentale per la nazione nel periodo della sua restaurazione; è il decreto basilare dello spirito giapponese attuale, che vien letto nelle massime funzioni civili e scolastiche e nelle feste nazionali, ascoltato dai presenti coi segni della massima deferenza e rispetto, in assoluto silenzio, di fronte alla effigie dell’attuale sovrano, esposta con speciale funzione; è il decreto direttivo dello spirito nazionale giapponese, che viene attraverso a quelle norme a inquadrarsi sempre più nell’unità di mente e di cuore indispensabile al buon andamento e al progresso della nazione.

Penso che solo in Giappone, così frequentemente, la volontà del Sovrano venga fatta sentire agli allievi, agli insegnanti, ai responsabili delle pubbliche aziende o associazioni; penso che solo in Giappone la legge, che promulga i principi educativi formativi della nazione, sia fin dalle classi elementari spiegata e fatta studiare a memoria; la ripetizione solenne in occasione delle feste fatta anche agli adulti, non può non risuonare che come eco dolcissima nel cuore di tutti, e richiamare tutti all’osservanza esatta di questi principi che, trasmessi di generazione in generazione, danno al cittadino giapponese la sagoma caratteristica secondo lo spirito del suo paese.

Giusto dunque venga (e lo fu) commemorata questa data. La lettura solenne del decreto nelle pubbliche adunanze – discorsi d’occasione – e inaugurazione di opere sociali o di beneficenza o anche di semplici ricordi della data nelle famiglie, nelle scuole, nelle aziende ecc. furono le principali manifestazioni.

All’entrata del nostro Seminario, anche noi abbiamo voluto ricordare la data: si piantarono due begli esemplari di tasso ed ai piedi di ognuno una bella colonna-base con la data commemorativa; così il nostro bel Seminario ha un’entrata più decorosa che richiama a noi e ai visitatori le direttive educative giapponesi.

Non le sarà discaro conoscere nelle linee generali l’importante decreto imperiale; è una buona materia di riflessione.

L’essenza gloriosa del carattere fondamentale e indefettibile dei sudditi è nella fedeltà al sovrano e nella pietà filiale del loro impero e di qui emana la sorgente dell’educazione, fondata quindi sull’amore familiare, su una vita morigerata e laboriosa in cui ha parte lo sviluppo perfetto intellettuale e morale e il pubblico bene, sul rispetto alla Costituzione e l’osservanza delle leggi, e sul principio di tutti per la prosperità della nazione e per la conservazione del genuino spirito giapponese, trasmessoci dagli avi, e che deve durare eternamente”.61

A comprendere la portata del rescritto imperiale bisognerebbe a questo punto fare un largo riassunto di storia giapponese che descrivesse la condizione della società giapponese prima dell’era Meiji – ma non è mio compito, e d’altra parte qualsiasi buon testo di storia, può chiarire meglio delle mie povere parole.

Quando il Giappone ricominciò (un’ottantina d’anni fa) a rimettersi in contatto cogli stranieri, come è naturale, si svilupparono due forti tendenze: una ligia tenacemente alle tradizioni del paese ed aliena dalle relazioni coll’estero, e l’altra all’opposto adoratrice all’eccesso della civiltà straniera.

Il grande Imperatore con felice intuito e con larghezza di vedute sa conciliare le due tendenze, e col rescritto, tutto improntato ad intenso affetto di padre verso i suoi figli, di cui ama la felicità completa, traccia al popolo con mano sicura la via da seguire.

Gli effetti ottenuti sono evidenti: basta considerare lo sviluppo della sua vita, della sua cultura e del suo spirito. E quel che più importa è capire che il Giappone non intende chiudersi a quanto gli sembra progresso, ma polarizza sempre più in alto le sue aspirazioni nazionali. Le sue forti tradizioni, che vengono mirabilmente adattandosi alle esigenze del momento, pur rimanendo nella loro sostanza intangibile, le forme d’esteriorizzamento e del pensiero e delle opere e delle cerimonie civili e religiose create dalla sua storia e dalla sua civiltà, l’ideale animatore della famiglia, le leggi della vita sociale, il gusto della carità, della giustizia, dell’onore, le virtù comunitarie che fanno reagire lo spirito giapponese contro l’individualismo e contro la sociologia materialistica ed atea, l’ardente e profondo patriottismo, un gusto per la natura delicato e intelligente e profondo nella sua semplicità posto a base della sua letteratura e arte, la diffusione dell’istruzione in ogni ramo dello scibile e per ogni condizione di persone, sono, mi pare, le principali caratteristiche del popolo giapponese, vedute nella luce degli effetti pratici del rescritto imperiale, di cui si commemora il cinquantenario.

In quest’anno in cui il Giappone commemora pure il 2600° della sua fondazione, la coincidenza della data cinquantenaria si presta pure ad utili riflessioni e propositi.

Ogni manifestazione di queste date è pervasa da uno spirito di ritorno agli antichi principi, coordinati in un’organizzazione e pratica adattata ai tempi moderni.

Nella nostra Miyazaki, che si pensa terra d’origine del 1° Impero, si susseguono intanto le manifestazioni commemorative della data bi-millenaria condecorate dall’intervento di principi e dignitari e numerosi pellegrinaggi, da una riuscita esposizione storica antica e moderna che mettono in bella luce il cammino progressivo della Nazione giapponese in sé e nei suoi rapporti col mondo.

Al Signore benedire e far fruttificare per il bene e per la sua gloria anche gli sforzi di questo popolo per compiere la sua missione nel mondo.

Suo come figlio

Don V. Cimatti

2619 / Articolo / 1940-10-31 /


188 Articolo

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La festa della Propagazione della Fede nella Pref. Apostolica di Miyazaki62


Miyazaki, 31 ottobre 1940


Al solito d’ogni anno i cristiani hanno celebrato la festa della Propagazione della Fede in unione a tutti i cristiani del mondo per ringraziare il Signore della fede avuta e impetrare tal dono a tante anime che ancora non conoscono Gesù, specialmente fra i loro connazionali, nelle forme solite, funzioni religiose, discorsi d’occasione, iscrizioni all’Opera, ma con cuore ancor più ardente data la situazione mondiale.

Non mancarono all’occasione qua e là i soliti episodi di gentile carità e sacrificio, ma specialmente è da ricordare che s’iniziò quest’anno anche l’iscrizione all’Opera di S. Pietro per il clero indigeno di cui è più che mai sentita la necessità per tutto il Giappone.

Il Signore benedica anche questi inizi e li fecondi per il bene. Notevole la manifestazione avuta nel Seminario di Miyazaki, in cui i Seminaristi svolsero un’accademia davvero interessante, in cui con le carte geografiche sott’occhi, si passarono a rassegna le varie missioni sparse in mezzo al mondo, si parlò dei missionari a cui sono affidate, si rilevò il sempre crescente aumento del lavoro dei sacerdoti indigeni; il tutto alternato con canti deliziosi intonati alla circostanza e concluso collo studio della divisione ecclesiastica del Giappone. Due ore deliziosissime che stamparono certo in cuore dei futuri sacerdoti giapponesi l’alto postulato cui sono chiamati, reso ancor più profondo da buoni films-stop illustranti i momenti più salienti della vita del missionario vagante e della preparazione dei chiamati alla vita sacerdotale.


Contributo Missionario alle manifestazioni per il 2600 della fondazione dell’Impero


La città di Miyazaki a perennare l’anno bi-millenario della fondazione dell’Impero ha eretto sulla collina prospiciente la città e da cui si domina la massima parte dei luoghi che furono primo teatro delle imprese del primo Imperatore, un monumento in pietra.63

Il Salesiano Coad. Ferrari di Milano, come contributo di partecipazione cordiale dei missionari alla data, ha riprodotto in magnifica e riuscitissima oleografia detto monumento, che esposto nella vetrina della Libreria cattolica forma l’ammirazione di quanti passano.

Si spera fra poco di metterlo in miglior situazione nell’esposizione regionale che si è aperta da poco a Miyazaki.

L’opera fa onore al pittore e per lui alla missione, attirando sempre migliori e maggiori simpatie fra la cittadinanza e i numerosi visitatori per l’occasione delle feste.

Le altre fotografie illustrano attuali momenti della vita giapponese, intonata come in tutto il mondo a venire in aiuto alla patria in forme gentili ed utilitarie.

Ecco i fiori gentili che all’invito del Missionario pregano per i fratelli lontani; altre che nelle forme loro possibili vengono in aiuto ai soldati; e in sede brave donne che indossano una tenuta di fatica per poter liberamente attendere a lavori di utilità sociale.

Don V. Cimatti, Pref. Apost.



2620 / Ruffini Costantino / 1940-10-31 /


189 a Costantino Ruffini, ex-allievo di Valsalice

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+ 31 ottobre 1940



Mio buon Costantino e gentilissima e buona Sig. Flora,

Rimango confuso per la vostra carità e bontà verso il povero D. Cimatti che non può ringraziare che con preghiere. Grazie a nome dei Missionari del Giappone, dei cristiani e pagani nostri.

Il Signore vi benedica. Siate buoni, fedeli ai vostri doveri, laboriosi, ed il Signore spanderà le Sue benedizioni su di voi.

Ho passato a Spezia ore di paradiso presso la famiglia della buona Flora, vero giardino di anime belle.

Ottima Flora, ami Costantino che davvero lo merita, e tu Costantino mio, ringrazia il Signore che ti ha concesso una gemma, che dico, una fiorita nella tua sposa. Pregate per me e per i miei giapponesi.

Riconoscentissimo

D. Vincenzo Cimatti, salesiano





2621 / Cecchetti Albano / 1940-11-1 /


190 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 1 novembre 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie della sua del 29 u. s.


  1. Bene le foto.

  2. Note per la Propagazione della Fede. Deo gratias.

  3. È davvero un momento in cui il S. Cuore deve benedire in modo speciale - ammalati di Beppu e Oita – Nishimura – tante faccende in aria… Fiat voluntas Dei.

Aiuti Don Figura e più Don Marega, perché per me non so davvero che soluzione prendere. Se davvero stesse volentieri a Beppu… per me non ho certo difficoltà.

  1. Preghiamo tutti per Arri e che Gesù ce lo conservi ad multos annos. In questi casi per aiuto scriva e faccia sapere a Don Marega: penso faranno volentieri.

  2. E Lei abbia riguardo e preghi pel

Suo aff.mo

Don V. Cimatti



P.S. - Mi rappresenti il 4 presso Don Arri [Onomastico].

2622 / Barbaro Federico / 1940-11-1 /


191 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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1 novembre 1940


Caro Barbaro nonché carissimo Federico,

Se il trono vacilla ci metteremo una broca… il guaio è che vacilla di più chi ci sta sopra…

Beh! Sono di quelle cose che valgono proprio un fico secco. Dunque… l’altra notizia è accettata a piene mani ed è naturale con tutte le conseguenze… finanziarie. Di dove trarla? Ceria – Auffray – Lemoyne. Guarderò se trovo… Auffray in italiano penso che non esista – è in francese ed è apprezzatissimo da tutti i missionari francesi – ci deve essere da voi.

Per la prefazione di Don Bosco educatore64 mi pare andrebbe bene quella del mio povero lavoro con un po’ di cappello e finale: mi pare comprenda bene tutto Don Bosco come educatore presentato fra gli educatori. Quid?

Allegro e a voce tante e tante e tante cose. Giudizio e allegro.

Tuo

Don V. Cimatti

2623 / Danilo Fortuna / 1940-11-1 /


192 a Don Danilo Fortuna, missionario salesiano in Giappone

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+ 1 novembre 1940

Fortuna carissimo,

Ti sono stato vicino tutto il giorno colla preghiera e coll’affetto pensando al tuo santo patrono (un qualche Danilo sarà pure in Paradiso!). è nostro dovere farci santi: la via è semplice: amare Dio e il prossimo a fatti portando la nostra croce.

Coraggio, Danilo mio e avanti sempre.

Tuo D. V. Cimatti


2624 / Cecchetti Albano / 1940-11-5 /


193 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 5 novembre 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Eccole il nostro caro Romelli che deve andare a Kobe per la visita. Non posso determinare se Don Arri (che doveva andare, prendendo occasione per altre cose) possa accompagnarlo.

Il Sig. Don Cavoli gli ha fatto biglietto riduzione andata e ritorno anche per Lui.

Lei decida sulla possibilità ed opportunità ed in caso telegrafatemi se devo pensare di qua.

Al momento null’altro, preghi per me.

Suo

Don V. Cimatti


P.S. - I soldi acclusi sono per eventuali spese di viaggio di Don Arri, ecc. e per pagare la visita medica.

2625 / Berruti Pietro / 1940-11-6 /


194 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 6 novembre 1940


Amatissimo Sig. Don Berruti,

In possesso della sua carissima del 10/10/40 rispondo subito telegraficamente per i noti motivi.


    1. Come scrivo al Ven.mo Rettor Maggiore, Don Baratto pare migliori davvero – si vedrà in seguito il da farsi.

    2. Si sta studiando come mettere a posto i nostri due irlandesi Curran e Drohan che hanno ricevuto invito dal Console di ritirarsi.

    3. Per Don Dupont si è in diretta comunicazione ed ho spedito subito la sua – in settimana può ricevere, essendo le comunicazioni rapide fra Tonkino e Giappone. Fiat voluntas Superioribus.

    4. Penso che i Superiori avranno ricevuto le mie e quindi per l’invio del personale al momento non è il caso di affrettarsi – al massimo andrebbero bene subito Don Leder e Don Vasco, perché potendo apprendere la lingua sarebbero di pronto aiuto – idem per il falegname e sarto (ma ora non è ancor possibile pensarlo).

Tengano presente i Superiori, il principio direttivo del nuovo regime: “Indipendenza da autorità straniere nel campo religioso, educativo, economico”. Nos autem oportet minui, illos autem crescere. Occorre intensificare al 100% la preparazione del personale indigeno. Beati quelli che ne hanno molto.

    1. Attendo perciò norme richieste ai Superiori per gli studi dei nostri giapponesi e di altri di cui scrissi e genericamente e particolarmente al Ven.mo R. M. e al Sig. Don Ziggiotti.

    2. Gran calma, ma azione rapida è necessaria; e, come scrissi, per il bene della S. Chiesa e della Congregazione, insista opportune et importune, insista, insista sulla formazione del personale indigeno: è l’assestamento rapido di tutto l’Oriente, anche se apparentemente si dorma.

    3. Displicet per le Ss. Messe: le avevo accettate naturalmente cum beneplacito orale e scritto dei Superiori: non si può? Faremo noi, ed il Signore ci aiuterà. In caso di esodo si regolarizzerà anche questa partita.


E Deo gratias! Com’è però bello che in qualche momento Gesù si ricordi e ci faccia ricordare che siamo suoi soldati. E preghi e faccia pregare assai per noi…

La nostra condizione (specie la mia) è identica al sogno delle rose di Don Bosco: sembra che si cammini su quelle… Intelligenti pauca.

L’abbraccio nel Signore.

Suo

Don V. Cimatti

2626 / Cecchetti Albano / 1940-11-6 /


195 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 6 novembre 1940


Carissimo Don Albano,

Solo per informazione. Uno mandato dal M. E. N. è venuto ad ispezionare le opere dipendenti dalla Missione (mi disse che veniva anche a Beppu).

Domande solite. Allievi, numero, mantenimento, programmi, orari ecc., che si fa nelle feste civili.

Lo scopo è che il Governo vuol assicurarsi se tali opere hanno modo di vivere per determinare se aiutarle o sopprimerle…

Tutte le religioni provenienti dall’estero devono uniformarsi allo spirito giapponese.

Espresse pure il suo pensiero (personale) che se si tiene in permanenza esposta l’effigie del Sovrano, è meglio sia velata. Comunichi a Madre Carmela, e Hikari.

Suo

Don V. Cimatti

2627 / Grigoletto Giuseppe / 1940-11-6 /


196 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Miyazaki, 6 novembre 1940


Carissimo,

Rispondo subito alla tua del 5 Ottobre, giunta oggi. Scrivi così bene che ho capito Pusterla… Sai… Margherita Pusterla…


    1. Spedito le foto a P. Faustino. Tutti hanno ammirato la prima foto… Chi direbbe che sei diventato così, forte, in gambe…

    2. Fi1osofia quel che trovi. Il nostro Maestro sarà S. Tommaso. Penso che se ci sono Enciclopedie (specie cattoliche) va bene. Molta pedagogia, buoni libri, vi sono ottime collezioni (Paravia, Bocca, ecc.).

    3. Scritto pure al Comm. Marchesi.


Bravo, lavora e abbandonati nelle mani di Dio. Spedizione di libri non urge. Ad ogni modo Don Leder Mario e Don Tassinari Vasco sono stabiliti per il Giappone, quando potranno venire?

Ti abbraccio e benedico e prego nominatim ogni giorno coi nostri soldati, fra seminaristi e confratelli ne ho una quindicina.

Tuo

Don V. Cimatti



P.S. - Se per farti amici ti serve qualche cosa, dimmelo.

2628 / Suore F.M.A. in Giappone/ 1940-11-8 /


alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone



Prefettura Apostolica di Miyazaki

Miyazaki, 8 novembre 1940



[Dà le norme come comportarsi in relazione della nuova Legge sulle Religioni. Trattandosi di cose burocratiche si omettono. Si riporta solo la parte conclusiva dello scritto].


Grazie della sua. Calme e tranquille. Sto pensando per gli esercizi – in un modo o nell’altro qualche cosa combineremo…

Don V. Cimatti

2629 / Castiglioni Alberto / 1940-11-13 /


197 al chierico Alberto Castiglioni, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 13 novembre 1940


Carissimo Castiglioni,

Avevo saputo del tuo stato di salute: ma penso che sia cosa da poco e che ti permetta di finire regolarmente i tuoi studi.

Non c’è che da star calmo e sereno – mangia, bevi e dormi – e più santificati: non puoi studiare? Prega: è il meglio ed offri a Dio la tua indisposizione.

Pregherai così meglio “fiat voluntas tua!”.

Tieni dietro come puoi, e possibilmente dà gli esami – saranno esami da guerra – esami da ammalati… da vaselina insomma.

Bene per la banda: ringrazia i tuoi buoni genitori e col Sig. Don Bovio vedremo il da farsi: ne parleremo a Tokyo.

Allegro e suffraga bene le anime del Purgatorio. Saluta omnes.

Tuo

Don V. Cimatti

2630 / Ricaldone Pietro BS / 1940-11-15 /


198 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Cambia la guardia!… Ma sempre venga il tuo regno, Signore, e si salvino le anime65



Miyazaki, 15 novembre 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Fui in forse se comunicare la notizia ai nostri amici, cooperatori e benefattori; e perché no? Assistiamo in tutto il mondo a dei cambiamenti, di cui nessuno avrebbe sospettato l’imminenza, e che fanno passare nel dominio dei fatti quanto era programma a lunga scadenza. Così nel nostro bel Giappone, la formazione del clero nazionale, ardente meta di aspirazione dei vecchi e nuovi missionari, la vera necessità per la formazione della Chiesa in Giappone, viene coi nuovi avvenimenti col nuovo orientamento di unificazione delle forze dell’Impero, ad avere un ritmo accelerato, coll’affidare a capi giapponesi la responsabilità della direzione delle diocesi, Vicariati e prefetture Apostoliche.

Senza diminuire né la potenzialità né lo slancio d’apostolato dei collaboratori attuali. Anche per la nostra cara Prefettura Apostolica di Miyazaki cambia la guardia, ma sempre per l’avvento del Signore in tutte le anime che ancora non lo conoscono. E resta così accelerato il passaggio completo a mani giapponesi del timone della navicella della Chiesa. Sembrano a prima vista buffi di vento, onde minacciose, che possono anche far gridare: “Domine, salva nos, perimus”, ma nel piano armonico della Provvidenza tutto coopera per il bene, e a poppa s’innalza sempre maestoso Gesù, che esclama: “Uomini di poca fede, perché temete?”.

Dunque con fede ognor più viva i figli di Don Bosco continueranno a lavorare in seconda, in terza, in quarta fila… La formalità dei ranghi (in gergo militare) non cambia quando “servire Deo regnare est”. Convinti che l’adattamento della Chiesa alle nuove aspirazioni del Giappone è compito del clero giapponese, convinti che queste nuove e giovani e fiorenti energie (per usare il linguaggio della Chiesa) “che per nascita, ingegno, sentimento e per studio potendo più facilmente affiatarsi coi loro connazionali, potranno anche meglio insinuarsi nelle anime per insegnare loro la fede” e per tutte le altre ragioni, magistralmente espresse nella Magna Charta delle Missioni dettate dai Sommi Pontefici Benedetto XV e Pio XI, ove sembrano divinate le attuali contingenze del Giappone, convinti di questo, dico, sia pure in anticipo, i padri missionari hanno consegnato ai loro figli spirituali la guida della nascente Chiesa cattolica in Giappone.

Liberi così da preoccupazioni esterne, più fortemente si potrà attendere all’apostolato delle anime, a rafforzare le opere esistenti, e specialmente nel lavoro umile, sacrificato, diuturno, trovare e formare dei collaboratori e continuatori giapponesi. Seminare, seminare dunque a piene mani: a più tardi ed attuarla da altri, la raccolta. D’altra parte, il Vangelo e la storia della Chiesa fin dal suo inizio ci dicono chiaro che via hanno seguito Gesù, gli Apostoli… Gesù lancia quei dodici… E vanno per il mondo… Ed essi stabiliscono nei luoghi evangelizzati, capi responsabili e Vescovi, ieri ancora neofiti… Dunque confidenza, fiducia piena nei nuovi dirigenti, umiltà e gioconda serenità nell’apostolato che continua e deve anzi intensificarsi. Anche alla testa del Seminario regionale a Tokyo la S. Chiesa ha autorizzato un capo giapponese: così la verità cristiana e cultura giapponese, stringendosi fortemente la mano, realizzano finalmente l’infrangimento dei vieti pregiudizi, che ostacolano la marcia al Redentore Gesù, alla sua completa cittadinanza in questo paese.

In una riunione degli ordinari del Giappone S. E. il Delegato Apostolico così si esprimeva in relazione al compito loro: “Il lavoro di adattamento non è mai finito; vi è sempre da ripigliarsi e migliorare, e tale necessità sarà sempre più sentita quanto più la Chiesa progredirà. Non è dunque criticare o biasimare il lavoro fatto, da quanti precedettero se si cambia tattica, ma piuttosto riprendere il loro slancio per condurlo ad ottimi risultati più in fretta e in pieno. Proprio come succede all’agricoltore quando lavora annualmente il suo campo: non disonora certo i suoi predecessori, anzi li onora; così succede nel campo dell’apostolato missionario”. Non vi è che da sottoscrivere; e quanto più il lavoro missionario saprà adattarsi alle contingenze del tempo, del luogo, delle costumanze, della cultura dei popoli in cui si effettua, migliori saranno i risultati. Sì, sì: “JESUS CHRISTUS HERI ET HODIE, IPSE ET IN SAECULA”, ma i suoi insegnamenti si dirigono ad anime unite a materia, che esplicano le loro energie in determinati ambienti; ed il missionario se non sa adattarsi spiritualmente a quanti l’attorniano e in quelle tradizionali modalità in cui vivono gli uomini sarà sempre uno che lavora a distanza, e l’anima non è conquistata.

Adattamento materiale e spirituale dunque. Ah, se sapessimo (come diciamo noi in italiano) metterci nei panni di queste care anime… qual magnifico sviluppo d’attivismo in favore della buona causa!

Alle volte a voler tenacemente star legati a schemi, a modalità di vedute nostre, apprese nei nostri anni giovanili, rischiamo di alienarci le anime… E allora?

Io sono pienamente d’accordo con chi pensa che i nostri grandi filosofi cattolici, ad esempio, se venissero ora in Giappone concepirebbero certo in modo diverso le loro formalità d’esposizione scolastica delle verità; e come in questo, così in altri campi.

Tutta la forza di penetrazione del cattolicismo in questo campo così caratteristico d’azione missionaria che è il Giappone deve provenire dall’interno, dallo spirito giapponese, perché questo popolo come ha trovato in sé, nelle risorse intime elargitegli dal Signore, quanto è stato necessario a condurlo al punto in cui ora si trova, così anche nel campo religioso la nascente Chiesa deve trovare nelle intime risorse spirituali quanto è necessario al suo sviluppo, al suo propagarsi, al suo stabilizzarsi in pieno.

Il Giappone si è assimilato tutta la tecnica moderna in ogni campo: quanto gli può essere utile è accolto e fatto proprio e ripresentato come proprio; ed anche nel campo dell’apostolato missionario deve essere ormai inquadrato in pieno nell’insieme della vita nazionale, e una rinascita dello spirito giapponese, che rigetta dal suo spirito quanto può aver la marca od etichetta straniera, se il cristianesimo si presenta come tale, lascio ai lettori il dedurre le conseguenze.

Belle parole” mi sento dire, ma voi che avete fatto, che fate in queste condizioni? I pensieri sbozzati in precedenza, sanciscono all’evidenza, mi pare, il passo, davvero storico, fatto dalla Chiesa per la nascente Chiesa in Giappone. Ed intanto ecco quanto noi facciamo: preghiamo, preghiamo, preghiamo; e applicando le direttive della Chiesa, cerchiamo in silentio et in spe di continuare direttamente o indirettamente a compiere il nostro dovere, e lo continuiamo con semplicità salesiana usque in finem.

E Lei, amatissimo Padre, e voi fratelli, amici e cooperatori carissimi, fate altrettanto: pregate, pregate, pregate e lavorate a tutto potere per le vocazioni indigene di tutto il mondo.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2631 / Berruti Pietro / 1940-11-16 /


199 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 16 novembre 1940


Rev.mo Sig. Don Berruti,

Accolga a nome di tutto il personale salesiano-missionario del Giappone gli auguri più sinceri di ottimo S. Natale e di Capodanno, colle preghiere più vive e sentite per Lei e per tutti i venerati Superiori e per quanti lavorano per le missioni, fra cui i suoi valorosi aiutanti d’ufficio e dell’ufficio missioni.

Voglia porgere i medesimi auguri al Sig. Don Tirone, al Sig. Don Candela, al Sig. Don Serié ed al felicissimo segretario Don Puddu.

Ricordiamo sempre tutti di gran cuore, riconoscenti per quanto fanno per noi.

Come scrivo al Rettor Maggiore il momento attuale va calmandosi, ma bisogna arrivare al più presto e bene al punto indicato in mie precedenti che spero avranno ricevuto.

E per ora niente di nuovo. Preghi e faccia pregare per noi.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

2632 / Ricaldone Pietro / 1940-11-16 /


200 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 16 novembre 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Su carta piccola e povera e in stile telegrafico voglia gradire gli auguri natalizi e di capodanno dei suoi lontani figli, con l’assicurazione vivissima di partecipazione attiva a quanto ci consiglia nell’ultima circolare. Grazie di quanto fa per il bene delle anime nostre.

Qui situazione solita: a quanto pare, gli animi si rasserenano e quindi quanto scrivevo pare si vada attuando lentamente.

Ad ogni modo da tutti si continua a lavorare come se niente fosse – ma è certo che bisogna arrivare presto e bene a quanto scrivevo nelle ultime.

Avanti dunque nel nome del Signore!

Le Figlie di Maria A. in occasione delle feste del 2600° hanno ricevuto un grazioso sussidio da Sua M. l’Imperatore. Deo gratias!

Preghi e faccia pregare per noi e per i nostri soldati (fra salesiani e seminaristi ne ho una quindicina – ed è davvero la prova del fuoco!).66 Già un seminarista si è squagliato: non piango, no, ma...

Al momento null’altro. Parto per Tokyo per un gran concerto a favore della nostra Scuola Professionale – vi concorrono gentilmente anche i due più celebri artisti del canto giapponese.

L’abbraccio nel Signore e mi benedica con tutti i miei. “Frangar, non flectar” è anche il motto da questi tempi per noi.

Le raccomando le anime degli affidati a Don Cimatti e specialmente quella del

Suo aff.mo figlio

Don V. Cimatti

2633 / Opera S. Pietro Apostolo / 1940-11-16 /


201 all’Opera S. Pietro Apostolo per il Clero Indigeno

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Opera S. Pietro Apostolo

Per il Clero Indigeno


Miyazaki, 16 novembre 1940

Monsignore Reverendissimo,67


Le do la notizia che finalmente si è potuto iniziare anche nella nostra Missione e Prefettura Apostolica l’Opera del clero indigeno: non siamo ancora al punto preciso e perfetto, ma si è incominciato, e chi ben comincia è a metà dell’opera.

Per essere la prima volta, per essere nelle circostanze che solo noi siamo in grado di valutare, essendo sul posto, mi pare c’è da ringraziare il Signore, essere soddisfatti e prendere nuovo slancio per far meglio in seguito.

Per quanto sono solo N°… iscrizioni annuali (per cui si raccolsero Yen 35 che ho inviato al Centro del Giappone per la Propagazione della Fede).

Mi pare che gli animi vadano sempre più orientandosi all’Opera di cui specie in questi momenti in cui lo straniero deve passare in seconda linea sentono l’importanza.

Non dimentichi la nostra Prefettura anche con sante Messe. Ho ancora debiti verso il Gran Seminario: voglia venirmi in aiuto, ma specialmente preghi per chi si professa

Di Mons.re Rev.mo

Sac. Vincenzo Cimatti, sales.

Pref. Apost. di Miyazaki, Giappone



2634 / Zerbino Pietro / 1940-11-16 /


202 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 16 novembre 1940


Mio carissimo Zerbino,

Permetti ti faccia i miei più sentiti auguri di Natale e Buon Anno coll’assicurazione di molte preghiere che ti dicano la nostra piena riconoscenza e specie quella del povero Don Cimatti. Prega e fa’ pregare per noi.

Al solito un po’ di lavoro. Estendi i miei auguri e preghiere al car.mo Don Pellegrini e al gruppo segretariale dei Superiori, al bravo Sig. Aprili, Sig. Luigi e specie all’ufficio missioni. Sii anche tanto gentile di far lo stesso col Direttore dell’Oratorio e con quanti specialmente sono miei amici e conoscenti speciali – tutta la casa Lemoyne, specie il Comm. Caccia e Don Ruffillo. Ricordo tutti tutti e prego prego prego.

Ti abbraccio e benedico, buon Don Pietro.

Tuo

Don V. Cimatti

2635 / Cecchetti Albano / 1940-11-21 /


203 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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21 novembre 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Lei o Don Arri non dimentichi di dire alla Sig.ra Nagata di inviare subito il documento richiesto (dati personali = rirekisho) al Sig. Mori, Seminario, entro il mese i documenti debbono essere a Tokyo.

Sarà bene aggiunga anche quello di quelle sue suddite che esercitano o dovranno esercitare in seguito un insegnamento pubblico catechistico. Suggerire, ad es., per la sua vicaria o chi è alla testa delle opere della Nagata, quasi fossero catechiste. Venendo l’approvazione, i presentati sono approvati (così mi dice Mons. Doi): in seguito occorre l’esame.

E preghi per me. Per le Figlie di Maria A. ho già provveduto; si assicuri che hanno inviato.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti

2636 / Ricaldone Pietro / 1940-11-25 /


204 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Tokyo, 25 novembre 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Il bravo Don Casetta (Siam) mi prega inviarle l’acclusa che non riesce – pare – per altra via.

Ed ora in stile telegrafico nostre notizie.


    1. Per me (rendiconto mensile) nulla di nuovo né nel campo materiale né nello spirituale: vorrei essere santo, in attesa della grande chiamata. Preghi per me, che non venga meno la buona volontà.

    2. Confratelli ed opere regolari. Riuscitissimo un concerto tenuto a Tokyo a favore della Scuola. Vari confratelli stanchi o che non riescono ad adattarsi al clima.

    3. Spero avrà ricevuto le mie sulla situazione e su varie autorizzazioni che domandavo. Situazione immutata nelle linee generali. La “Nuova struttura” cerca di realizzare la piena indipendenza dallo straniero. Bisogna che tutti si persuadano di quanto già comunicai: “Il primo atto sarà il cambio del Superiore ecclesiastico; penso che da Roma avrà ottenuto notizie. Avvenendo anche questo non c’è da modificare al momento nulla: poi si vedrà”.

    4. Veda se può dire una parolina al Sig. Don Giraudi. Lo studentato ha bisogno.

Penserei di mandare il buon Don Bovio a collettare: al momento mi pare il più indicato.

    1. Per Don Bosco, ho le professioni di alcuni novizi giapponesi. Oh, fossero già preti!

    2. I nostri confratelli soldati bene. Deo gratias!

    3. E per il momento null’altro che raccomandarmi vivamente alle sue preghiere, rinnovando a Lei e a tutti gli auguri delle Ss. Feste e di Capodanno.


Mi benedica.

Tutto suo

Don V. Cimatti


P.S. - Anche al buon Don Ziggiotti una parolina per i quesiti sugli studi fattigli: invoco larghezza di autorizzazioni, perché sono necessarie data la situazione attuale.

2637 / Zerbino Pietro / 1940-11-28 /


205 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 28 novembre 1940


Carissimo Don Pietro,

Grazie della tua del 27/10. La notizia della dipartita pel paradiso della tua buona mamma, come penso avrai ricevuto, mi fu comunicata dal buon Comm. Martinengo, e già ti scrissi: ho pregato e fatto pregare. Certo la mamma in paradiso prega per te, per Tommaso e per Secondo e avrà fatto conoscenza con la mia vecchietta.

(…) Spero presto di essere sostituito da Prefetto Apostolico giapponese e così si potrà – finché ci lasciano – dar impulso alla nostra opera.

Prega e fa’ pregare. Per i tuoi momenti… impara a rifugiarti in Gesù e sotto il manto di Maria e di Don Bosco. Ti abbraccio e benedico.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2638 / Marella Paolo / 1940-12-2 /


206 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Seligendis candidatis


Miyazaki, 2 dicembre 1940


Eccellenza Reverendissima,

In relazione alla pratica annuale secondo la lettera N° 300/39: in questa Prefettura Apostolica a tutt’oggi essendovi solo un sacerdote giapponese, che pur presentando buone doti di zelo e buon senso pratico nell’adempimento dei suoi doveri sacerdotali e apostolici, mi pare non ancor ben maturo per cariche direttive (data anche la sua recente ordinazione e mediocrità di cultura) non penso sia necessario addivenire alle informazioni richieste. Qualora però ciò sarà utile o necessario, non ho alcuna difficoltà a farlo.

Il trapasso che viene effettuandosi al clero indigeno della direzione della Prefettura Apostolica darà certo modo anche di regolarizzare questa importante pratica, potendo il nuovo Prefetto Apostolico conoscere meglio gli elementi che ha a sua disposizione.

Per me e per i miei la sua pastorale benedizione.

Dell’E. V. Rev.ma

Con profondo ossequio

Sac. Vincenzo Cimatti, sales.

2639 / Marella Paolo / 1940-12-2 /


207 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 2 dicembre 1940


Eccellenza,

Venerdì scorso consegnai la lettera, e parlai a lungo con Monsignore68, che mi assicurò avrebbe fatta rinunzia pura e semplice, dolendosi che non potesse fare a Roma le sue osservazioni – dato che per la censura non si può fare.

Ho cercato di spiegare la situazione, ma i fatti che succedono intorno a Lui, non gli permettono di convincersi, che quanto ora gli Ordinari hanno fatto, metteranno le cose a posto.

Inoltre chi è vicino a V. E. non ispira fiducia in un certo numero tra gli Ordinari e si teme che V. E. non possa agire con piena libertà, sembrando troppo precipitate le decisioni.

Questi in blocco i pensieri, che del resto sono già noti all’E. V.

Però Mons. Breton comprende che al momento non c’è che da seguire quanto si fa, pur preferendo di mostrare che il Cattolicesimo non si sarebbe comportato come le altre religioni. Non mi ha detto se invierà direttamente a V. E., ma mi assicurò [che] avrebbe fatto subito. E scusi se non ho saputo far meglio.

Ricevo oggi il suo consolantissimo espresso, che ho annunciato alle residenze69, che così gli invieranno le loro congratulazioni, preghiere e auguri. L’ho comunicato ai Seminaristi in chiesa, pregato e cantato l’inno dei Martiri giapponesi.

Gioia per me (non voglio farci entrare l’egoismo però); vantaggio per la Chiesa, approvazione della Chiesa; tanto basta perché tutti debbano accogliere bene la cosa, e perché ne vengano copiose benedizioni di Dio sulla Prefettura.

Per me sono ringiovanito di 15 anni, tanti quanti ne ho passati come superiore ecclesiastico.

Se ci fossero speciali modalità da compiere abbia la bontà di farmelo conoscere: al più presto mi abboccherò con Mons. Ideguchi.

L’otto prossimo, la data della fondazione della nostra Società salesiana: voglia fare un memento speciale per noi tutti figli di Don Bosco in Giappone.

Unisco (e con questo chiudo le mie relazioni come Prefetto Apost.) l’annuale pratica de eligendis candidatis.

E mi benedica in modo speciale, mentre assicuro quotidiane preghiere per V. E…

Suo allegrissimo nel Signore

Don Vincenzo Cimatti, sales.



P.S. - Ed ora alcune domande, cui pregherei [che] V. E. rispondesse con franchezza romanesca. Finché non perderò anche gli altri galloni dovendomi occupare della nostra società salesiana:


  1. Crede V. E. [che] non ci siano inconvenienti a che mandi un confratello negli U.S.A, per collettare?

  2. Crede V. E. (e lo domando a Lei perché non posso prevedere che mi risponderebbe Mons. Ideguchi) sia bene che (anche se non immediate) mi ritiri dal Kyushu, stabilendomi ad es. a Tokyo o altrove, e andando passim a far visita? Per me non ho difficoltà, anche per il buon esempio, a rimanere in campo, ma non vorrei dare ombra a nessuno.

  3. Olim ebbi richiesta per la Manciuria, crede sia buona cosa riallacciare?… Che della grazia… anche stile telegrafico.

2640 / Ricaldone Pietro / 1940-12-4 /


208 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 4 dicembre 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Grazie della sua ultima telegrafica. Il Signore rimeriti. Penso [che] avrà ricevuto anche varie mie lettere. Di esse attendo nelle solite forme telegrafiche (capisco benissimo!) risposte.

Nello stesso stile:


  1. Per me, corpo e anima bene. Cupio dissolvi, secondo la volontà di Dio, perché sono il guastamestieri.

  2. Ho ricevuto l’annuncio nomina del nuovo Prefetto Apostolico di Miyazaki, tal Mons. Ideguchi, santa persona, anche lui verso 58-59. Penso che la santa Sede abbia informato. Niente paura, per ora tutto come prima e avanti nel Signore.


Si vires Superiorum et inspectoris non deficiunt – ci daremo dentro per la parte salesiana.

Pregare, tacere ed agire. In silentio et in spe… come per il Sig. Don Rua.

Don B. migliora, ma è sempre all’ospedale.

E per il momento, nulla d’altro che non abbia comunicato.

Preghi – faccia pregare e ci benedica.

Suo nel Signore

Don Vincenzo Cimatti

2641 / Zerbino Pietro / 1940-12-4 /


209 a Don Pietro Zerbino, segretario di Don Pietro Berruti Vicario Generale

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Miyazaki, 4 dicembre 1940


Carissimo Don Pietro,

  1. Invio documenti dei confratelli che hanno rinnovato i voti.

  2. Ed i documenti del ch. Cella, che rimpatria (vi sono le motivazioni – il Sig. Don Ricaldone è già informato): consegna al Sig. Don Berruti o a chi ne fa le veci o al Direttore spirituale.

  3. Come pure (ma ci penserà, penso, chi di ragione) inviare poi i documenti all’Ispettore cui sarà assegnato.


E per ora basta. Attendo le disposizioni per personale (direttore, N° novizi, ecc.) forse le pratiche saranno rimaste arenate o per la malattia del Sig. Don Berruti o per il disguido della mia posta.

Buon anno e… prega per me.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti




2642 / Cecchetti Albano / 1940-12-4 /


210 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 4 dicembre 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Abbia la bontà di fare al solito da buon postino.

Per ora nulla di nuovo. Pare che l’approvazione non verrà che alla nomina dell’Ordinario giapponese ex integro. Lo dica anche a Don Felici.

Approfitto per augurare a Lei a Don Arri e a tutti i suoi, buona festa della Madonna. Ci aiuti a mantenerci nello spirito salesiano coll’osservanza esatta delle regole.

D’intesa coll’Ordinario, incomincerà alla venuta dei decreti di Roma – ora nihil innovetur di quanto si faceva – anzi è da intensificarsi il lavoro (anche questo è dello spirito del nuovo ordinamento nazionale).

E preghiamo ad invicem, caro Don Albano.

Suo

Don V. Cimatti



P.S. - Mi rappresenti alla festa presso le Figlie di Maria A. e all’Hikari no sono.

2643 / Suore F.M.A. in Giappone / 1940-12-4 /


alle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice di Beppu



Miyazaki, 4 dicembre 1940




Alle Figlie di Maria A. di Beppu,

Viva Maria! Viva Maria Immacolata! Viva Maria iniziatrice della Congregazione nostra.

Auguri a tutte!

Preghiere,

Rinnovato amore alla purità,

Rinnovato slancio nell’esecuzione delle Ss. Regole.

Vostro

Don V. Cimatti

2644 / Chierici salesiani in Giappone / 1940-12-4 /


211 ai Chierici teologi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio

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Miyazaki, 4 dicembre 1940


Carissimi teologi,

Ho tra mano il ricco “gochiso” (banchetto) spirituale offerto.

Grazie! Vale più di qualsiasi tesoro materiale. Grazie.

Guadagnaste voi – guadagnai pure io e per quanti furono offerte queste ricchezze. Deo gratias!

La festa della Mamma vi rinnovi nel fervore sacerdotale – nello spirito salesiano coll’osservanza della regola – schietta – senza mezzi termini – nello spirito missionario come altrettanti Don Bosco.

Vostro

Don Cimatti

2645 / Chierici salesiani in Giappone / 1940-12-4 /


ai Chierici filosofi dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



4 dicembre 1940


Carissimi filosofi,

La festa della Mamma vi rinnovi nello spirito salesiano coll’adempimento integrale della regola – col donarvi filialmente a Lei senza riserva, coll’affidare a Lei le vostre difficoltà.

Pregate, pregate, pregate per me.

Vostro

Don V. Cimatti

2646 / Berruti Pietro / 1940-12-6 /


212 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Miyazaki, 6 dicembre 1940


Rev.mo e car.mo Sig. Don Berruti,

Ricevo da Montevideo la sua carità: il Signore rimeriti e quando potrà, sarà sempre accetta.

Cose nostre:


  1. Materialiter, niente di speciale – confratelli (alcuni) un po’ stanchi, ma si va avanti.

  2. Spiritualiter – mi pare – benino, grazie a Dio.

  3. Penso sappia della nomina del nuovo Prefetto Apostolico, Mons. Ideguchi, sant’uomo, con cui si andrà fraternamente d’accordo.

  4. Nuovi orientamenti esigono nuove attività, fresche e non a passo di lumaca: insisto a che i Superiori mi aiutino consigliandomi e rispondendo ai quesiti fatti (sullo studentato e tirocinio, specie giapponesi) e per la regolarizzazione degli studi, specie dei nostri giapponesi.


Bisogna allungare il passo se no si rischia di morire.

Ma specialmente pregare pregare pregare e far pregare Maria A. e Don Bosco.


Suo nel Signore

Don V. Cimatti

2647 / Marella Paolo / 1940-12-7 /


213 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 7 dicembre 1940


Eccellenza Reverendissima,

In risposta alla sua carissima del 4 Dicembre:


  1. Il guaio è che buona parte dei Capi e dei missionari sono nella forma mentis che si deplora…70

Eppure sono così chiare, anche al riguardo, le encicliche di Benedetto XV, di Pio XI e quelle di Propaganda e quelle di V. E. Mah!

  1. Parlato con Mons. Ideguchi,71 per me simpaticissimo, sant’uomo di Dio e con cui, come Superiore religioso, andrò d’accordo benissimo (mi pare andrei d’accordo con chiunque)72.

Gli ho fatto sommaria relazione, gliela farò anche per iscritto, ed abbiamo trattato (senza ancora risolverlo) del problema delle vocazioni, per me fondamentale.

In attesa della presa di possesso “Nihil innovetur”.

  1. Per l’America non domandavo quanto V. E. pensa, per i permessi, ecc., ecc. già tutto inteso e là s’impegnano a dar lavoro nelle nostre Chiese, ecc. né raccomandazioni: solo il parere sull’opportunità del momento date le relazioni dei due Paesi.

  2. Mi veniva in mente la sinfonia sull’argomento, ma per tutti i Monsignori ed Eccellenze… ma è meglio pregare, tacere ed agire: è una parola d’ordine che ho dato a tutti i salesiani missionari.


E preghi per noi e specie pel

Suo aff.mo e riconoscente

Don Vincenzo Cimatti



P.S. - Avevo inviato a P. Iwashita il solito resoconto annuale e la raccolta della Giornata. Chissà se avrà ricevuto? Ecc. ecc. Per lebbrosari (se fosse necessario) penso che i Salesiani accetterebbero, n’abbiamo molti in Colombia… ma forse come stranieri…

2648 / Suore F.M. A. in Giappone / 1940-12-7 /


alle Suore Fglie di Maria Ausiliatrice missionarie in Giappone



Miyazaki, 7 dicembre 1940


Rev.ma Madre Carmela,

Grazie della sua del 4 c. m. È naturale che non mi è possibile muovermi nel bel giorno della Mamma, ma sono presentissimo nel mio rappresentante Don Cecchetti.

Prego per tutte e singole.

Per la novità, nulla di cambiato nelle nostre relazioni – non mi direte più Monsignore. Mons. Ideguchi, santa persona, stagionata, è il nostro nuovo Ordinario. Salesianamente sono il rappresentante per voi del Rettor Maggiore e quindi… Niente di cambiato.

All’entrata ufficiale (forse in gennaio) si vedrà. Essendo un buon giapponese potrà certo dare direttive ottime. Intanto prosegua, buona Madre, a formare il cuore e la testa delle sue figliole allo spirito di carità e umiltà – dobbiamo lavorare in 2a, 3a, 4a fila… Pregare, tacere, agire per Lui e per le anime.

Tutto il resto di titolame, kazari (ornamenti), ecc., robe che non devono toccare.

Allegra sempre, anche in mezzo ai fastidi – calma e serena sempre… si metta a cantare.

Vi benedico tutte.

Vostro nel Signore

Don V. Cimatti

2649 / Chierici salesiani in Giappone / 1940-12-7 /


214 ai Chierici salesiani della Compagnia dell’Immacolata

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Miyazaki, 7 dicembre 1940


Carissimo Gallo e soci dell’Immacolata,

Il Signore vi rimeriti della fiorita carità che avete devoluto al nostro caro Seminario.

Grazie a Dio sono davvero buoni e tutti animati a corrispondere alla loro vocazione.

Ricordatevi che oggi il problema vitale dell’avvenire è quello delle vocazioni. Vi propongo [che] invitiate Don Tassinari a tenervi una conferenza sull’argomento.

E poi aiutate colla preghiera, e anche col consiglio, questo pover’uomo a dare alla Congregazione un buon aspirantato giapponese.

Vi benedico con tutta l’anima.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti

2650 / Toigo Antonio / 1940-12-8 /


215 a Don Antonio Toigo, ex-allievo di Valsalice e salesiano

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Miyazaki, 8 dicembre 1940



Carissimo Don Toigo,73

Proprio nel giorno della Mamma ricevo il tuo saluto. Grazie. Rispondo subito nello stesso giorno. Grazie. Prega per me.

Gesù mi ha esonerato dal peso di Prefetto. Deo gratias! Dirai per me un’Ave di ringraziamento.

Per te… l’esperienza dice che facendo quel che ci dicono, anche se sbagliamo, non ci si perde mai né di fronte a Dio, né di fronte agli uomini.

Allegro.

Tuo

Don Cimatti



2651 / Cecchetti Albano / 1940-12-9 /



a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Miyazaki, 9 dicembre 1940



Carissimo Don Cecchetti,

Grazie del nuovo titolo… che però dovrei elevare a non so quale potenza, perché dacché sono salesiano fui deposto da tante cariche e tante volte. Le assicuro che Don Cimatti tenta desiderare che si faccia la volontà di Dio in omnibus: è meglio e più semplice e più facile… e dopo tutto non c’è via di far diverso (salvo che per il male).

Mi dispiace che ci sia chi si preoccupa per l’avvenire, che nessuno sa come sarà: meglio buttarsi in Dio. L’unica spiegazione del momento è attendere i decreti di Roma e poi si vedrà. Per il buon Moriwaki (anche a me non ha fatto ottima impressione).

Lei non tema o di invitarlo o accettarlo in casa, è dei nostri, e il centro pagherà quanto è necessario.

Giovedì o venerdì o sabato penso fare una scappata. Saluti a Don Arri.

Suo

Don Cimatti




2652 / Circolare Salesiani / 1940-12-12 /


ai Confratelli dell’Ispettoria salesiana S. F. Saverio



Miyazaki, 12 dicembre 1940


Carissimi,

Il venerato Rettor Maggiore ha stabilito, come omaggio della famiglia salesiana nella crociata mondiale di preghiere indette dal Sommo Pontefice, che in tutte le case i direttori applichino una santa Messa secondo l’intenzione del Sommo Pontefice.

Si sappia eccitare un’efficace adesione di spirito nei nostri confratelli.

A voi la scelta del giorno che vi sembra più conveniente.

Buona festa del S. Natale.

Vostro aff.mo

Don V. Cimatti



2653 Cecchetti Albano / 1940-12-16 /


a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone



Miyazaki, 16 dicembre 1940


Carissimo Don Albano,

A bocce ferme, vedremo anche per la visita, prima bisogna che il nuovo Kyokucho ( = Ordinario) prenda in mano il volante… e poi vedremo.

Sto cercando, ma anch’io sono forse più all’asciutto di Lei. Provi a muovere il cuore di Don Liviabella… ed anche sollecitare dall’Italia per mezzo di qualche buona persona. Una sua lettera scuoterà molti – anche rivolgersi a qualche comunità religiosa. Invio intanto quod habeo, che è davvero molto poco.

Per il problema futon (trapunta) vedrò se potrò trovare qualche briciolo – ma al momento sono spremuto.

Per il bravo Moriwaki sorge il problema del suo avvenire, data la povertà della mamma che (direbbe quel nostro cotale)


Non ha pane se non da me

ed io non ho danaro per mantenerla

almeno per domane…


Così mi scrive. Quid respondeam?

A Miyazaki può venire quando vuole, ma il problema posto non si aggiusta venendo qui, anzi, se venisse qui, e poi non potesse tornare a Tokyo sarebbe peggio.

Ed ora questi figliuoli, in pratica, non sono più in mia mano. Per ora gli scrivo:


  1. Preghi

  2. Che ne pensa la mamma? Lo lascia libero per la sua vocazione? Ed egli come si sente al riguardo?

  3. È possibile trovare sostentamento per la mamma? (pie persone, cristiani, ecc.)

  4. Parli con Don Cecchetti, e poi caro Don Cecchetti preghiamo, preghiamo, preghiamo.


Per Obata Deo gratias! Intanto anche per lui, piano piano, prepari le carte. Ma se è cristiano da poco tempo, non si può avviare alla vita religiosa troppo presto.

Con Don Cavoli ho già parlato e l’ho insistentemente pregato a venire (e se non viene l’obbligo): sente i sintomi dell’itterizia – si è messo a regime – e avrà bisogno di riposo un po’ lungo. Mi ha detto che gli lasci finire le feste, e faremo così: ed anche in questo il Signore ci benedica.

Per la pompa più che comprarne una nuova… Guardi! Facciamo così. Lei mi celebri 24 Sante Messe di cui le mando l’equivalente (un po’ più di 2 Yen), ma veda di non impiegarli che per quanto mi dice (futon, pompa). Trovandoci in tempi difficili tutti capiscono che non possiamo largheggiare in cose superflue… e Lei adoperi per le necessarie.

Domanderò a Don Braggion per la tinta a dose… ma pensi prima al necessario poi alle vernici. Il buon Don Arri sa che quando Don Cimatti può non nega nulla: anche Lei lo esorti a non temere di domandare. L’abbraccio e benedico con l’anima.

Tutto suo

Don V. Cimatti



Legga pure la lettera che scrivo a Moriwaki – penso che Lei e Lui capirete.

Se non trova altro al momento, dia buona stampa come piccoli doni.

La tinta si chiama chako (in vendita dai coloristi, drogherie, forse circa tre Yen la scatola). Si versa in acqua bollente e si rimescola finchè diventi tinta quasi nera e così calda con pennello si dà al pavimento – una, due, tre volte secondo che è più o meno carica, attendendo sia asciutta la prima mano.

Prima di dare la tinta pulire bene il pavimento. Con due scatole Don Braggion l’ha data a tutto il Seminario.

In fine si dà un po’ di cera. In caso Lei cominci dal basso, magna cum economia: se vuol poi mantenere pulito naturalmente non si può entrare colle scarpe.

2654 / Del Col Luigi / 1940-12-16 /


216 al chierico Luigi Del Col, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 16 dicembre 1940


Carissimo Del Col,

Grazie della tua. Godo della tua contentezza.

Alla Compagnia pensiero natalizio. Far nascere Gesù cotidie e farlo crescere più che si può.

Allegro.

Tuo

Don V. Cimatti

2655 / Chierici salesiani in Giappone / 1940-12-16 /


217 ai Chierici salesiani della Compagnia dell’Immacolata

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Miyazaki, 16 dicembre 1940


Carissimi soci dell’Immacolata,

Mi si riferisce della vostra attività e amore grande con cui avete solennizzato la festa della Mamma. Siate benedetti tutti e singoli nelle proporzioni della vostra carità. Non faccio elogi particolari: bravi tutti, e attori, e autori (bozzetto di Don Barbaro – non parlo del Sidotti!) e lavoratori e musici.

Deo gratias! Non dimenticate! Qui elucidant me… e la Chiesa lo applica a Maria SS.ma. Ma quel che conta, è che il vostro lavoro vi ha fatto del bene all’anima, salesianamente… Ecco quel che vuole Don Bosco; ecco quello che dovete realizzare voi quando in mezzo ai giovani lavorerete per le compagnie… Eccitarli, farli lavorare (come fate voi), insegnare come si fa, ecc.

E non basta: avrete fatto delle promesse. Ohé! Che non siano di marinaio (come si suol dire).

Dunque con Maria Immacolata e Don Bosco accogliete il mio sincero plauso che comunicherò ai Superiori che ne saranno felici.

Vi abbraccio singulatim e benedico.

Vostro

Don V. Cimatti

2656 / Dell’Angela Stefano / 1940-12-16 /


218 al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 16 dicembre 1940


Carissimo Dell’Angela,

Buon Onomastico: speravo darti un pugno di presenza… ma… vedremo. Per ora accetta le preghiere e gli auguri.

Santo Stefano ti dia la fortezza nel confessare la fede e nel volere il bene delle anime. Allegro e buono.

Saluta tutta la compagnia.

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti




2657 / Marella Paolo / 1940-12-17 /


219 a S.E. Mons. Paolo Marella, Delegato Apostolico

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Miyazaki, 17 dicembre 1940


Eccellenza,

L’avvicinarsi delle Sante Feste natalizie e Capodanno mi danno lo spunto per gli auguri e l’assicurazione di preghiere a nome di tutta la famiglia salesiana di Don Bosco in Giappone.

Accetti la modesta, ma cordiale offerta, e contraccambi con una buona benedizione, specie per me.

Grazie degli ultimi suggerimenti, ho scritto (e penso di buon inchiostro) a Roma, e ora avanti nel nome del Signore.

V. E. tenga poi presente per eventuali circostanze che i Salesiani sono disposti ad accettare qualsiasi lavoro, anzi ne cercano.

Abbiamo anche incominciato una pubblicazione musicale (è uscito un fascicoletto per Natale) ed ora ne sto preparando un altro su temi giapponesi per mottetti di Chiesa: è un tentativo, penso che nessuno rimarrà scandalizzato… Facevano così anche i grandi compositori dell’epoca palestriniana.

Chissà se V. E. potrà poi sapere chiaro quale sarebbe l’impressione sul Gran Seminario, se i Salesiani iniziassero nel loro studentato il corso Teologico.

Domando il consiglio dell’E. V. al riguardo.

Preghi per noi tutti e ci benedica…

Ossequientissimo

Sac. Vincenzo Cimatti sales.

2658 / Cecchetti Albano / 1940-12-21 /


220 a Don Albano Cecchetti, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 21 dicembre 1940


Carissimo Don Cecchetti,

Grazie della sua del 19 c. m.

Per Hashimoto vedremo all’arrivo delle carte e domanderemo le notizie. Se è uscito di là, quei buoni frati francescani han buon naso, e le informazioni avute finora corrispondevano bene e battevano nel segno. Ad ogni modo noi proviamo e poi si vedrà. Spedisco pacchetto.

Quanto a Moriwaki, ha scritto anche a me. Deo gratias. Per il ritorno a Tokyo e per le spese, come la Prefettura fece finora, penso che anche cambiando l’Ordinario questi continuerà – per un sussidio mensile alla madre non so che dire; non posso impegnarmi in ciò che non dipenderà da noi. Ma finora i nostri (e penso tutti i seminaristi) furono sempre provveduti dai loro Ordinari di quanto era necessario. Quanto a rimanere a Beppu, dovendo fare una scappata a Tokyo, parlerò col nuovo Direttore del Seminario, ma io direi (e Lei lo dica a mio nome a Moriwaki) andrebbe bene che Lui scrivesse a Don Noda, che Lui conosce, dicendogli:


  1. Del suo ritorno dal servizio militare

  2. Il suo desiderio fermo di continuare

  3. Domandando se conviene vada pel 3° trimestre o se è più conveniente, intuitu riposo, ecc. fermarsi a Beppu.


Certo che se avesse ottima volontà di studio e l’energia sufficiente, se gli concedessero, andando subito, di guadagnare l’anno, sarebbe l’ideale, ma… Lei senta, ma è necessario scriva subito al Rettore se non l’ha fatto – ed anche al nuovo Ordinario come ho esortato quelli di Tokyo a farlo.

Se sta a Tokyo bisogna che studi, se no all’arrivo a Tokyo non si mette a posto.

Sotto questo rispetto l’ambiente regolare di Tokyo gli conferisce di più.

Mi pare però che scrivere ai superiori suoi sia il meglio.

E Deo gratias di tutto il resto. Auguri e preghiere.


Don V. Cimatti



P.S. - Ringrazi Moriwaki e gli dica: Don Cimatti ti dice “sta’ tranquillo – scrivi a P. Noda e all’Ordinario ed eseguisci sullo stare o andare quanto ti diranno”.

Auguri a Bellocchio e al vecchio.

2659 / Ricaldone Pietro / 1940-12-24 /


221 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Notizie varie di cronaca


Miyazaki, 24 dicembre 1940


Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Perché non vadano disperse o dimenticate alcune notizie per la storia della nostra cara Missione le raccolgo a conclusione le notizie mensili di quest’anno.

Certo quest’anno, che per la grazia di Dio abbiamo potuto finire, è stato per la nostra Prefettura Apostolica ricco di molte manifestazioni che tutte cooperano naturalmente all’adempimento del nostro dovere: gloria a Dio, salvezza delle anime.

La nazione giapponese ha celebrato sia pure in forma familiare il 2600° anniversario della sua fondazione; e non ho mancato di formulare a Lei, amato Padre, e a tutti i nostri amici e benefattori, le notizie principali e la partecipazione che la nostra famiglia cristiana e salesiana ha avuto in questo avvenimento: partecipazione cordiale ed attiva alle manifestazioni pubbliche indette dai poteri centrali, provinciali e locali; partecipazione attiva, come corpo cattolico con visite ai pubblici monumenti, esposizioni, intervento ai congressi o convegni o concorsi artistici o di cultura, ecc.; partecipazione attiva alla formazione nei cuori e nelle menti di tutti i nostri dipendenti dello spirito cristiano più profondamente sentito e praticato.

Lo sforzo poi del Governo, che si estrinseca, nel nuovo orientamento di tutta l’attività dell’Impero, in unione alla Manciuria e alla Cina organizzata, per l’assestamento definitivo dell’Estremo Oriente, ha portato anche alle conseguenze, enunciate nella precedente relazione, per l’inquadramento che tutte le religioni vengono assumendo nei rapporti colla nuova struttura: conseguenze di cui è difficile prevedere la portata per l’avvenire.

Ma, come dissi, fedeli alle direttive della Chiesa e tenacemente uniti ai nostri Superiori nello spirito di Don Bosco, i poveri suoi figli, ispirandosi a quanto farebbe Lui se fosse qui (e penso che si divertirebbe un mondo nel rintracciare mezzi, modalità per… cavarsela, come riuscì a cavarsela nella sua tattica movimentata), cercano di far quanto possono nello svolgimento del loro programma.

Il mese di agosto, mese delle ferie scolastiche, fu impiegato nei nostri esercizi e di varie nostre cristianità ed opere.

La base dell’attività apostolica è in gran parte qui, come punto di partenza: frutti consolanti per tutti.

Per l’Assunta, le buone Figlie di Maria A. con vero coraggio e fede nella Provvidenza mettono mano alla costruzione di nuove loro fondazioni per lo sviluppo (Beppu) o inizio (a Tokyo) di opere di beneficenza.

Ed anche per la nostra missione coll’inaugurazione della casa missionaria di Beppu, e di altri ricordi della data bi-millenaria in Seminario, all’Ospizio (Colonia Agricola), e più col lavoro dell’apostolato, che si cerca di attivare in tutte le zone e che si viene intensificando specie nella zona di Takanabe per opera del nostro Don Antolin, si è cercato di ispirarsi al grido antico dei primi giapponesi “okiyo” (svegliatevi!) richiamato fraternamente in queste date commemorative.

Lo spirito di unificazione delle forze e degli intenti, voluto dalla nuova struttura ha portato nel campo della stampa cattolica, al concentramento di tutte le forze dei cattolici nel solo giornale cattolico e in una sola rivista cattolica “La Voce”, colla sospensione delle altre stampe locali (foglietti, riviste, ecc.).

Il nostro Bollettino Salesiano, pur ridotto secondo le prescrizioni del momento, continua, considerato come manifestazione della scuola professionale Don Bosco.

Rimarrà data da ricordare (23 Nov.) il gran concerto organizzato nel gran salone militare a Tokyo (= Gunjin Kaikan) dalla nostra scuola professionale e dai cooperatori nostri per il 2600° e sotto l’alto patronato del R. Ambasciatore d’Italia, a beneficio della scuola medesima, col gentile e generoso concorso dei più illustri cantori del Giappone: il Sig. Fujiwara tenore e la Sig.ra Mikami, soprano, noti anche in Italia.

Ad essi in modo speciale e a quanti contribuirono alla buona riuscita della manifestazione il nostro speciale ringraziamento e le benedizioni più elette del Signore. Fu una serata indimenticabile di arte e di carità, di cui l’infaticabile nostro Don Margiaria, che vi concorse anche colle manifestazioni della sua bella voce, può essere contento.

Al 27 a Miyazaki la nostra missione vide raccolta in serata familiare il fior fiore della città per la venuta del Hitler Jugend. La società di cultura Italo-giapponese, organizzata dal prof. Okamoto (nome notissimo in Giappone per i suoi studi sugli antichi cristiani) e dai nostri insegnanti del Seminario trovò modo di intrattenere lietamente con discorsi, musica, danze ecc. gli illustri ospiti. Ottima occasione di farsi degli amici e preziose conoscenze.

Il dicembre ci ha portato la nomina del nuovo Prefetto Apostolico (= Amministratore Apost.) Mons. Ideguchi e le feste indimenticabili dell’Immacolata, celebrata ovunque dai suoi figliuoli con manifestazioni che meriterebbero tutte una descrizione particolareggiata, vera gara di anime per onorare la nostra Immacolata nella data iniziale dell’Opera salesiana: si segnalarono in missione i nostri cari seminaristi e l’Ospizio, e a Tokyo i nostri studenti e novizi.

Oh, pregammo tanto che Maria SS.ma ci concedesse tutti di essere per virtù e per attività apostolica altrettanti Don Bosco.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice a Tokyo (Mikawajima) videro appagati i loro desideri ardenti coll’inaugurazione della loro costruzione, che darà modo di svolgere in quel quartiere popolare poverissimo in unione coi salesiani, un’opera importantissima di bene.

Grazie a Dio, tutte le nostre opere salesiane e Figlie di Maria A. e in missione e a Tokyo sono ben viste ed apprezzate dalle autorità, meta di visite e di adunanze per parte di competenti e studiosi (come recentemente all’Ospizio di Miyazaki e nel nostro Seminario).

L’occasione poi delle feste natalizie, ha dato modo a magnifiche manifestazioni di fede delle comunità cristiane, cogli alberi di Natale, bazar di beneficenza, ecc. e alla rievocazione della grotta di Betlemme con bei presepi, fra cui meritatamente eccelse quello dei nostri chierici a Tokyo, sia dal punto di vista storico che artistico: fatti meta di visite interessantissime per parte del pubblico.

Di tutto grazie al Signore e ai nostri cari benefattori e amici, che colla preghiera e colla loro carità non ci lasciano mancare il necessario, grazie pure al lavoro sacrificato dei nostri cari confratelli, delle Figlie di Maria A., delle Suore giapponesi della Carità e di quanti li coadiuvano.

Su tutti e singoli invochi anche Lei per noi le più elette benedizioni del Signore per l’intercessione dell’Ausiliatrice e di Don Bosco.

Amato Padre, buon anno di lavoro intenso nella carità e nella pace.

Suo come figlio

Don V. Cimatti

2660 / Grigoletto Giuseppe / 1940-12-24 /


222 a Don Giuseppe Grigoletto, ex-allievo di Valsalice

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Miyazaki, 24 dicembre 1940


Carissimo Don Giuseppe,

Poco prima di andare ad intonare il Gloria rispondo alla tua del 15/11.

Omedeto, ossia congratulazioni pel tuo ritorno. Deo gratias! L’ho comunicato anche a P. Faustino che è trasferito a Hankow: anche lì troverà giapponesi e così potrà studiarlo.


    1. Per la distribuzione Ispettorie missionarie di ufficiale so niente. Bravo! Aiuta tutti. La carità non distingue.

    2. Faccio spedire per i tuoi fringuelli quanto ho sotto mano.

    3. E grazie della tua continua carità. Vedi, Giuseppe, se tutti avessero un briciolo della fede che vuole Gesù in noi… ah!, sì che starebbero a vedere se adoperavi lo stipendio per Tizio, Caio, Sempronio o Giappone (tu hai fatto il tuo dovere… bravo!). Per quattro poveri soldi si teme che manchi la terra… per seppellirci. Tira dritto!

    4. Per il Dizion. Teol. Dominus dedit, Dominus abstulit… Sit nomen Domini benedictum, più i soldi ricevuti. Fa’ in Domino.

    5. Per la filosofia non ho indirizzi. Arrepta occasione, fa’, ed anche pensa alle scienze naturali (tutte)… Per la filosofia, opere, è meglio, più una buona enciclopedia. Figurati che vogliono tradurre tutta la collana della SEI (letture filosofiche)… Fa’ tu…


Non so se ti ho detto che ho perduto il Monsignorato con mio gran dolore!… e così allora m’immergerò di più con tuffi arditi nel mare salesiano… finché sarò vivo.

Sei poi un bel tipo! Mi domandi se sono laureato in filosofia? Tu sai il mio sistema agnostico-scettico e viceversa, e sono convinto che è il vero (spiegato a mio modo). Come posso prendermi delle responsabilità della scelta?

Dunque allegro e buono, prega sempre e fa’ pregare.

Siamo a svolte di cui non potete farvi idee, e che danno dei risultati, quali ad esempio la nomina di elementi giapponesi nelle gerarchie ecclesiastiche tenute finora da stranieri.

Allegro e prega per me, che sono più allegro di te: è bello trovarsi in campo di lotta. Ti abbraccio e benedico coi tuoi merlotti… lo sono davvero? Vediamo: il merlo ha il becco… ha le penne… e zufola… Sono così i tuoi?

Buon anno a quanti conosco.

Tuo

Don V. Cimatti

2661 / Merlino Alfonso / 1940-12-24 /


223 ad Alfonso Merlino, salesiano laico già missionario in Giappone

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Miyazaki, 24 dicembre 1940


Carissimo Alfonso,

Viaggi anche tu. Godo sia alla Procura in mezzo a tanti santi confratelli, tutti miei amici. Salutameli tutti e assicurali delle mie continue preghiere. Grazie delle preghiere e della benedizione del S. Padre e dell’offerta: bravo continua che è tutta vera carità.

Le novità della missione è che abbiamo il Prefetto Apostolico Giapponese. Deo gratias: tutti benino, salvo il povero Don B. ricoverato a Shanghai.

Quanti ti conoscono, vogliono esser ricordati.

Ed ora un favore: di’ a mio nome a Don D’Alessio che cosa occorre per fare le pratiche per ottenere:


    1. Un’onorificenza discreta presso la S. Sede per un nostro esimio benefattore

    2. Per un altro (in Giappone) che desidera un titolo nobiliare dalla S. Sede (ital.).


Prega per me.


Tuo

Don V. Cimatti


2662 / Barbaro Federico / 1940-12-26 /


224 al chierico Federico Barbaro, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 26 dicembre 1940


Caro Federico,

Che, che, che sulla barba (con quei begli aggettivi che sai tu… Mi sembrava sentire il Prof. Graf che appioppava tre o quattro aggettivi ai nomi)74… Il basone va fatto sulle gote o in fronte, benedetto figliolo…

Grazie, grazie delle preghiere e anche del frate francescano cui dirai che anche Don Cimatti lo ricorderà cotidie.

Per te… Pensavo proprio ti rispondevo (se il treno non dondolava troppo, ti rispondevo in rima… per emularti… ostregheta… non scrivo mica male…) pensavo dire a S. Stefano e che se tu vuoi essere un prete devi amare come lui (vedi lezione VI del Brev.).

Nel calice? Ma ci sei, e nominatim, tutti i giorni.

Ciao, filosofo mio.

Tuo agnostico scettico

Don Cimatti75



Lo scritto di Mons. Cimatti fu vergato nel retro di quello stesso che aveva ricevuto. Lo riportiamo.


Tokyo, 21 dicembre 1940

Rev.mo papà Cimatti,


Gesù Bambino certo voleva bene ai vecchietti buoni come Lei… dalla lunga barba luccicante argento e… vetusta esperienza d’anni… perciò le porterà certo i suoi più bei doni. Lui d’altronde non sente la crisi, perciò non sarà, spero, costretto a limitare la sua generosità verso di Lei e verso di noi tutti. Quando avrò ancora la gioia di rivederla? Giorni fa mi scrisse da Nanchino un mio caro amico, padre francescano, e mi prometteva di celebrare la Messa di Natale proprio per Lei. Vede? Anche nel centro della Cina si pensa a Don Cimatti – chissà… Gesù nei cieli. Lei però non si dimentichi di me, mi metta nel suo calice, mi offra a Gesù tutto, tutto quanto sono – ormai sono prossimo “iam hiems transit – Dominus prope est!”.

Un bel Natalino dunque e a Lei… me lo permetta, né lo dica a nessuno, un baseto! sulla barba veneranda.

Tutto e sempre suo

Federico M. [Barbaro]

2663 / Castiglioni Alberto / 1940-12-26 /


225 al chierico Alberto Castiglioni, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 26 dicembre 1940


Carissimo Castiglioni,

Ringrazio di cuore il Signore. Ad ogni modo quanto è succeduto ci serva di esperienza.


a) Sei anche tu vulnerabile – quindi est modus in rebus – ossia lavora con ordine e secondo obbedienza.

b) Nello studio non stancarti – ossia quando la testa non serve, cambia materia, leggi, scrivi, ecc.

c) E specialmente grande abbandono in Dio che se dispose così, e se disporrà cosà è per tuo e bene di tutti.


Bravo! Prega e impariamo a pregare bene, ossia con Gesù.

Al bravo Martelli firmatario un pugno affettuoso e a te un abbraccio dal

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2664 / Dell’Angela Stefano / 1940-12-26 /


226 al chierico Stefano Dell’Angela, missionario salesiano in Giappone

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Miyazaki, 26 dicembre 1940


Carissimo Dell’Angela,

Proprio in questo giorno a te caro (ti abbiamo ricordato a tavola, ma più nelle preghiere) rispondo.

La confidenza ti è indispensabile se vuoi essere buon Salesiano… Correggi il tuo sentimento:


  1. Colla preghiera, ogni volta buttandoti nel Signore.

  2. Con piccoli atti di volontà e con buoni esami. Sempre contraddicendo con un lato buono il lato meno perfetto.

  3. Lavoro, lavoro e allegria.


Ti benedice il

Tuo aff.mo

Don V. Cimatti

2665 / Ricaldone Pietro / 1940-12-30 /


227 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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Tokyo, 30 dicembre 1940


Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Grazie della sua del 7/11. Scrivo da Tokyo dove mi trovo allo studentato per gli esercizi di metà anno, approfittando del riposo dei teologi (ferie di Natale e Capodanno).76


  1. Mio rendiconto: corpo e anima regolarissimi. Qualche disturbo organico passeggero: anche Don Cimatti invecchia. Ma avanti sempre usque in finem cum cruce Domini et in Cruce, secundum solam voluntatem Dei.

  2. Don B. pare migliori realmente.

  3. Per la nuova situazione:


  1. Ormai tutte le circoscrizioni ecclesiastiche sono dalla S. Sede affidate al clero giapponese – e date le nostre relazioni precedenti, la massa di costoro ci è amicissima, anche perché da noi aiutata olim coi concerti musicali di propaganda.

  2. Attendo col nuovo Prefetto Mons. Ideguchi (forse andrebbe bene una lettera – in latino – dei Superiori, non saprei dire, di omaggio o simili) le norme per la residenza, per il nome – per me chissà!… La porpora!!!

  3. A proposito di residenza, sarà il caso che instradato tutto e fatta la consegna, il sottoscritto (se deve continuare ad essere Ispettore) si traslochi altrove, ad es. Tokyo, o almeno ad Oita più centrale o Beppu (ove tutto è della Congregazione)?

Potrò illuminare di più e far proposte concrete arrivati i decreti, che penso i Superiori conosceranno meglio di noi. Ad ogni modo pensarci… Avendo opera ad Osaka o Kobe (chissà! Preghiamo!) sarebbe un centro ispettoriale migliore, finché si è in missione. Dominus providebit.

  1. Seguiamo le sue sapienti direttive: prudenza, costante carità, lavoro generoso e santa allegria.

  2. Per altre notizie particolari interessanti i singoli dicasteri scrivo a parte: certo informeranno il Rettor Maggiore.

  3. E per ora nulla di speciale di altro.


Ci benedica con la più forte benedizione e faccia pregare. Sono sicurissimo che Maria A. e Don Bosco ci otterranno i miracoli necessari… Ed è proprio ora il tempo di farli. Sugli articoli mensili del Bollettino tento di specificare anche la situazione. Buon Anno a tutti. Mi compatisca nelle mie deficienze e mi creda suo povero (davvero il più povero in tutti i sensi!) figliuolo:

Don V. Cimatti

2666 / Berruti Pietro / 1940-12-30 /


228 a Don Pietro Berruti, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

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Tokyo, 30 dicembre 1940


Rev.mo e car.mo Sig. Don Berruti,

Rispondo alle sue carissime del 14-15/11 e grazie della fìducia; per quanto dipende da me, desidero assai più che i poteri per agire, il consiglio dei nostri cari Superiori.


    1. Ormai tutte le circoscrizioni ecclesiastiche sono affidate al Clero Indigeno, e Deo gratias. Penso che ne verrà del bene: così tolta anche questa preoccupazione, si potrà lavorare di più. Entra così in vigore il Reg. per le missioni in pieno.

    2. Seguiamo il principio da Lei suggerito: si cede quando non v’è altra via, e sempre indipendentemente dalle convenienze puramente umane; il passo fatto dal sottoscritto fu fatto da tutti i Vescovi, Vicari e Prefetti per salvare la Chiesa.

    3. Per il personale verde (chierici, novizi, ecc.) è bene non pensare fino al prossimo anno: se le cose si aggiusteranno sarebbe utile, almeno in parte, personale attivo, meglio a piccole riprese per non impressionare troppo.

    4. E tutto questo ritardo è certo provvidenziale per il riassettamento generale che si viene operando in Giappone: preso l’aire generale i nuovi, più facilmente si adatteranno.

    5. Data questa nuova struttura, eccole un principio che potrà servire per la scelta del futuro personale.

Tutto il clero indigeno in attività di servizio deve avere [il diploma di] scuola media (corrispondente al nostro ginnasio e specie per la scienza matematica quasi come il nostro liceo). Senza questo, non si entra nel Gran Seminario (unica istituzione anche per gli stranieri). Molti devono ora sospendere la filosofia e teologia per prendere il diploma… E non è facile. Gli stranieri devono avere il diploma equivalente del proprio paese, e dovranno subire (per essere ammessi al servizio attivo pubblico) un esame di cultura giapponese (presso le rispettive curie). Ne scrivo per dettagli al Sig. Don Ziggiotti.

    1. Oggi come oggi questo. Si va avanti passo passo, di conseguenza in conseguenza per il cambio di posizione, pur il lavoro essendo identico, anzi bisogna intensificarlo, perché (ecco un altro principio) le istituzioni non redditizie, in qualsiasi campo, materiale e spirituale, vengono soppresse. Al lavoro, al lavoro.


E Lei ci aiuti colle preghiere ardenti a Maria A. e a Don Bosco.

Suo

Don V. Cimatti

1 R. M. 968: manosc. pubblicato in Bollettino Sales., Maggio 1940.

2 Si tratta della sonata per piano intitolata “Origine dell’Impero”, n. 784 del Catalogo musicale, la più lunga composizione per piano di Don Cimatti. Si noti che pur essendo i primi 3 giorni dell’anno le più importanti feste nazionali, la trasmissione sulla rete nazionale NHK fu fatta dal vivo proprio nell’ora di maggior ascolto alle 12 e 5` dopo il notiziario. Erano gli anni dell’Asse Tripartita Tokyo-Roma-Berlino.

3 Don Clodoveo ha la fama di essere stonato. Anche lui lo racconta ridendo.

4 È Martelli Corrado arrivato il 1 gennaio in ritardo rispetto ai compagni. Fu l’ultimo arrivato prima della guerra.

5 Si omette il contenuto della comunicazione del Delegato A.: riguarda la partecipazione dei Cattolici alle feste del 2600 dell’Impero.

6 Fu uno dei missionari del primo gruppo. Partecipò al Capitolo Generale del 1938 come delegato dell’Ispettoria e rimase in patria per malattia.

7 R. M. 983: manosc. Eccetto l’ultima parte pubblicata in Bollettino Sal., Giugno 1940.

8 Si tratta della composizione musicale “Hosokawa Grazia”, n. 22 del catalogo musicale. Composta come dramma lirico, dopo la guerra fu trasformata in vera opera in 3 atti, e come tale fu eseguita la prima volta nel 1960. In quanto tale è la prima opera in assoluto in lingua giapponese, ed è la piú grande composizione musicale di don Cimatti. Della prima esecuzione è rimasto solo un programma stampato in 6 pagine con la presentazione dello scrittore del testo e del compositore Don Cimatti e le parole musicate. Ci sono anche ritagli di giornali che ne fanno grandi lodi.

9 Su questo problema lo scrivente (Don G.Compri) pubblicò nel 2001 una relazione sul Bollettino Salesiano. Si noti che tutte le carte geografiche dei tempi degli antichi cristiani e anche alcune dei tempi di Don Bosco, al posto di Kyoto segnano Meaco. Nella prima edizione della “Storia ecclesiastica” di Don Bosco la parola Meaco non esce. Però nel 1862 ci fu la canonizazione dei 26 martiri giapponesi, poi nel 1865 la scoperta dei cristiani a Nagasaki, e nel 1867 la beatificazione dei 205 martiri. Queste notizie ebbero una grande risonanza nella Chiesa e nell’Oratorio di Torino, come si può vedere nelle Memorie Biografiche. Don Bosco nell’edizione della “Storia ecclesiastica” del 1871 aggiunse in una lunga nota una breve vita di ciascuno dei 26 martiri giaponesi, e in questa nota ben 7 volte esce la parola “Meaco”. È chiaro che ai tempi del sogno Don Bosco la conosceva e non può essersi sbagliato.

10 R. M. 960: manoscrit. pubblicato in Bollettino Salesiano, Aprile 1940. La data 15 novembre 1939 che si trova nel Boll. Salesiano, evidentemente è sbagliata, dato che l’opera “Hosokawa Gratia” fu eseguita nel gennaio 1940. Il numero romano II della lettera fu interpretato per 11, mentre significa 2. Don Cimatti quasi sempre segna il mese con i numeri romani.

11 Per quanto si sia cercato, non siamo riusciti a trovare questa prima orchestrazione. Tadaoki Yamamoto era un musico molto conosciuto. Dopo la guerra prese il Battesimo. Lo stesso si dica del figlio.

12 Con questa nomina Don Tassinari si recherà a Tokyo dove resterà per lungo tempo.

13 R. M. 988: manos. Inedito.

14 Questa colonia agricola era necessaria per i ragazzi che uscivano dall’orfanotrofio delle suore della Carità dopo finite le scuole elementari e non potevano ancora essere mandati nè al lavoro, nè alla scuola media. I salesiani ne pigliavano cura. Dopo la guerra fu chiusa.

1 Ricordo per l’ordinazione al Suddiaconato.

15 Manca il cognome del destinatario di questo biglietto: c’erano allora 3 Mario nello studentato. Di questi Don Lucchesi fu ordinato sacerdote proprio in questo giorno, insieme con D. Tassan, D. De Kruyf, D. Moro, Si pensa che sia indirizzato a lui.

16 Aveva ordinato i novelli sacerdoti e suddiaconi.

17 Lo stesso Don Tassinari fa notare di aver ricevuto lo scritto nell’atto di essere mandato a Tokyo come Maestro dei Novizi.

18 Dice ancora egli: “Al piccolo Seminario di Miyazaki avevo lavorato appena due anni. Ero alle prime armi e quindi pieno di baldanza giovanile, ma non ritenevo di aver fatto cose fuori dell’ordinario, e quelle parole del buon padre che ci teneva ad assicurarmi che avevo fatto il mio dovere e voleva ringraziarmi, allora mi sembravano un complimento, un po’ esagerato… Rileggendo quelle parole a 30 anni di distanza ho provato grande sollievo… Quando parlava, facilmente dissimulava sotto un fare noncurante o rude, ma quando scriveva risultava in tutta la sua autenticità”.

19 Vuol dire: “Fa’ visita al cimitero” dove i due erano sepolti.

20 Non mi consta che prima di questa sia uscita notizia di “posta per via aerea”.

21 La lettera in questione si trova nella raccolta conservata presso l’Archivio della Congregazione: non dovette essere stata ricevuta.

22 Si intuiscono dietro le righe le difficoltà in cui si trovava la nuova Congregazione della Carità a cui era affidata la direzione dell’ospizio.

23 Don Berruti continua così nel suo scritto: “Rincresce che non possiate dare il prete alle Figlie di Maria A. a Beppu, che è un’opera già esistente e fiorente; invece potete fondare una nuova casa. Giungono a noi dei lamenti che qualcuno del Consiglio è troppo influente quando si tratta dell’Opera sua. Non vorremmo che questo fosse uno dei casi che i confratelli deplorano. In vista di ciò non possiamo fare la nomina a Direttore di detta casa. Lei incarichi chi crede meglio in Domino”. È chiara l’allusione a Don Cavoli. Chi volesse essere imparziale dovrebbe riconoscere che anche i Superiori possono prendere degli abbagli.

24 Don Berutti che era stato visitatore, avrebbe voluto che in ogni casa ci fosse il numero canonico di confratelli, il che era impossibile per mancanza di personale.

25 Era stato nominato direttore di Beppu. Si scherzava sul fatto che Don Cecchetti avesse aspirazioni a cariche superiori. Disgraziatamente nel copiare questa lettera si sono lasciati alcuni passaggi: certo perché non si ritennero importanti. Intanto mancano.

26 La lettera del 25/3/40 a Don Berruti, con le due appendici del 26 e 28 possono spiegare bene la ragione per cui Mons. Cimatti soffrisse tanto la superiorità.

27 Renato è il secondo nome di Clodoveo. A secoda delle occasioni vengono usati tutti e due i nomi.

28 Notare l’umorismo di Don Cimatti che gli chiede di recitare un salmo per lui: il salmo 118 (ora 119) è il più lungo del Salterio, con 176 versetti: si può immaginare la faccia di Don Barbaro...e i suoi moccoli!

29 Don Tanguy rimase per sempre in patria.

30 R. M. 989: manos. pubblicato in Bollettino Sales. Ottobre 1940. Una copia dei libri pubblicati dai salesiani fino al 1949 in cui Don Cimatti finì la carica di Ispettore, si trova nel Cimatti Museum di Tokyo.

31 R. M. 993, manosc. inedito.

32 Ito Mancho (si scrive anche Mansho) è uno dei quattro ragazzi della Prima Ambasciata giapponese venuta in Italia nel 1585 che fu ricevuta da Gregorio XIII e da Sisto V, ed ebbe grandiose accoglienze in varie città d’Italia.

33 Di queste tre esecuzioni dell’opera “Hosokawa Gratia” fatte a Osaka nel salone Asahikaikan il 21,22,23 maggio, non abbiamo altre relazioni dettagliate. Neppure nella cronaca-diario personale Don Cimatti se ne fa cenno. Probabilissimamente non potè parteciparvi. Però abbiamo trovato il manifestino stampato a colori, da cui risulta che il direttore d’orchestra fu Asahina Takashi, a quei tempi il più famoso del Giappone, con i cori dell’Università di Musica, e fu sposorizzata dalla Società Nissen. Don Cimatti dice che vi fece delle aggiunte, ma non si riesce a trovare lo spartito, che molto probabilmente fu utilizzato nel rifacimento del dopoguerra.

34 Si tratta del P. Faustino Grigoletto, fratello di Don Giuseppe Grigoletto, alla cui prima Messa presenziò Mons. Cimatti. Fu destinato poi in Cina. Di lui si fa frequente menzione negli scritti di Mons. Cimatti al fratello, e a lui Mons. Cimatti scrisse più volte dal Giappone.

35 Sacerdote ordinato l’anno precedente. Dopo un anno alla Missione di Miyazaki era stato incaricato della cura della cristianità di Tano, fin allora tenuta contemporaneamente con quella di Miyakonojo da Don A. Bernardi.

36 Era in un periodo in cui Mons. Cimatti si trovava a Tokyo. Alla partenza di Don Dupont, richiamato alle armi era subentrato nella direzione delle opere di Mikawajima Don Dumeez.

37 Suor L. Begliatti dalla primavera dell’anno 1939 era andata a Shanghai. La ricevente dello scritto potrebbe essere stata la responsabile diretta dell’incipiente opera di Tokyo: in tal caso non era Suor C. Solari.

38 Nel suo scritto Don Tassinari dice fra l’altro: “Stamattina ho cantato la Messa… ho felicemente inventato un nuovo benedicamus (mette un rigo con le note – da ricordare che era molto stonato). Non so se è scritto bene, ma più o meno deve essere così. Che ne dice? E se mi dessi alla musica? Forse riuscirei meglio che a fare il maestro dei novizi…”.

39 Lo scritto sopra riportato è la minuta di uno scritto al R. Console, in risposta ad una sua lettera in cui si chiedevano precise informazioni.

40 Non identificato.

41 R. M. 1003: manosc. fotoc. pubblicato in Bollettino Sales., Settembre 1940, pag. 209 e segg.

42 La casa di Beppu di cui si parla, fu costruita grazie a una eredità ricevuta da Don Arri.

43 Naturalmente si tratta di auguri onomastici.

44 Invia un’immagine con la reliquia del Servo di Dio Mons. L. Versiglia.

45 Padre Sidotti fu l’ultimo missionario penetrato in Giappone nel 1708 in piena persecuzione. Subito preso fu trasportato a Tokyo (allora Edo), interrogato e poi rinchiuso nella prigione riservata ai cristiani, dove morì. Don Tassinari ne scrisse un teatro tradotto anche in italiano “L’ultimo missionaro” edito dall’Editrice Ancora, n.200.

46 Su un biglietto autografo, probabilmente di questo tempo, certamente accompagnando una composizione fatta dietro richiesta di Don Tassinari. Su alcuni teatri scritti da Don Tassinari, ci sono canti composti da Don Cimatti.

47 R. M. 1007: manosc. pubblicato parzialmente in Bollettino Salesiano, Settembre 1940.

Da Giugno in avanti non esiste più alcun manoscritto di articoli inviati da Mons. Cimatti. Ci furono certamente, come si può arguire dalle sue lettere al Rettor Maggiore e da qualche cosa uscita sul Bollettino Salesiano. Dove andarono a finire?.

48 Don Berruti – fra l’altro – aveva fatto notare la diminuzione degli oratori.

49 Il problema che si trascinava senza soluzione era quello dei bambini che uscivano dall’Ospizio, ecc. e che non potevano essere curati in altra opera esistente. In questo anche Don Berruti certamente prese degli abbagli.

50 Queste parole sono in musica. Da tener presente che il ricevente era veneto.

51 Si tratta di uno scritto probabilmente scritto in treno.

52 Si trovava al Piccolo Seminario di Miyazaki.

53 L’Inno del Congresso Catechistico qui tradotto si trova al numero 515 del Catalogo Musicale. Si conserva pure copia del Programma stampato diviso in 7 adunanze, con le relazioni fatte in ogni adunanza e i nomi dei singoli relatori. Si vede bene come Don Cimatti sapeva valorizzare il personale che aveva a disposizione.

54 Il Comm. Caccia era il direttore Generale della SEI. Lo scritto di Mons. Cimatti è per appoggiare la domanda di autorizzazione di traduzione (senza oneri) di un libro della SEI: “La piccola Giovanna” di Dadone, fatta a nome della Società S. Paolo del Giappone dal P. Guido Paganini.

55 Si tratta della domanda per la confraternita della Guardia d’Onore.

56 Si sente dal tenore della lettera che aveva coscienza chiara di quello che stava per capitare per gli stranieri.

57 Si tratta della rinuncia a Prefetto Apostolico.

58 Dattiloscritto, qua e là corretto a mano da Don Cimatti. Le note unite a questa relazione si trovano nell’originale.

1 Per dettagli sull’argomento consultare le Lettere di S. Francesco Saverio e le relazioni dei primi missionari gesuiti, come anche le belle pubblicazioni dell’AUCAM (Belgio), La vita di S. Francesco Sav. Si trovano pure studi bellissimi in “Pensiero missionario”, Rivis. ital. - in Annali Lateranensi e in Monumenta Nipponica (Tokyo).

2 Su questi argomenti leggere specialmente le Opere del Page-del Charlevoix, Villion e le numerose pubblicazioni dei PP. delle Missioni Estere, il loro Bollettino e Comptes Rendus annuali (Parigi).

Si vanno anche moltiplicando le opere o le tradizioni in Giapponese su questi argomenti. Esistono pure Circoli di studio, specie a Nagasaki, cui partecipano anche notabilità in materia giapponesi non cristiani.

Studi dei Salesiani, specie di Don Marega pubblicati in Acta Lateranensi e Monumenta Nipponica e degli altri confratelli in Articoli di giornali e raccolta copiosa di materiale, che sarà a tempo opportuno reso di pubblica ragione. Numeroso materiale inedito antico vien catalogato dal nostro Don Marega – parte (assai preziosa) è presso i Superiori da cui dipendono le missioni salesiane. Fu e vien raccolto anche materiale per il museo, e dato l’indirizzo catechistico delle feste centenarie si cercherà anche di tener d’occhio questa branca.

3 Nell’enumerazione delle pubblicazioni sono stato sulle generali, perché si tratta di libri dai titoli giapponesi, che penso non interessano al nostro scopo, se non nel loro contenuto.

59 Si tratta della domanda di dimissione da Prefetto Apostolico. Fu presentata a Mons. Doi che in qualità di capo dell’ente religioso Chiesa Cattolica Giapponese la accettò in data 11 dicembre 1940.

60 Era Direttore dello studentato dove regnava la povertà più di qualsiasi posto.

61 Il testo qui e in qualche altro punto è di difficile lettura a causa delle molte correzioni. Si noti bene come Don Cimatti si sforzi di interpretare in senso positivo il Rescritto dell’Imperatore, che dopo la guerra venne eliminato come antidemocratico. Purtroppo non si può dire che al suo posto si sia trovato una base migliore per la vita morale e sociale.

62 L’articolo – accompagnato da fotografie – deve essere stato mandato in Europa, probabilmente all’agenzia “Fides”. È certamente uno fra i tanti.

63 Il monumento che esiste ancora adesso, ha inciso sopra in grandi caratteri “Hachiko-ichiu”, che vuol dire “8 direzioni-un solo mondo”. Era il simbolo dell’imperialismo giapponese che voleva unificare l’Asia. Tali erano i tempi. Adesso lo chiamano “Heiwadai”, che vuol dire “Monumento della pace”. Don Cimatti, su domanda della città di Miyazaki, per l’inaugurazione compose ed eseguì una sonata per piano, numero 785 del Catalogo Musicale.

64 Don Barbaro stava traducendo il libro di Don Fascie “Del metodo educativo di Don Bosco” che venne pubblicato nel maggio 1941, e per molti anni servì a far conoscere l’educazione di Don Bosco in Giappone.

65 Dal contenuto si presume che fosse per il Bollettino Sal. ma non risulta che sia stato pubblicato.

66 Salesiani sono i professi, seminaristi sono quelli che, pur avendo studiato nel Piccolo Seminario di Miyazaki, scelsero di studiare a nome della Prefettura Apostolica, ed erano i più numerosi.

67 Da una minuta conservata in archivio. In margine si trova scritto a mano da Mons. Cimatti: “Rispose ringraziando ed assicurando che avrebbe anche continuato appoggio presso Mons. Ideguchi”.

68 Il giorno 25/11 Mons. Cimatti lasciò Tokyo dopo essere stato a visitare il Delegato Apostolico il quale “lo prega di andare a Fukuoka” a far visita a quel Vescovo, che aveva difficoltà a dare le dimissioni. Vi fu il giorno 30/11. Scrive al riguardo: “A Fukuoka conversazione con Mons. Breton sulla questione del momento. È fra il fuoco: e si vede la piega che potrebbero prendere le cose dal punto di vista religioso”.

69 A Miyazaki, l’annuncio della nomina del Nuovo Superiore della Missione nella persona di Mons. Ideguchi arrivò il giorno 2/12. Mons. Ideguchi non era vescovo, ma solo Amministratore, sia della Prefettura di Kagoshima, sia della Prefettura di Miyazaki-Oita. In quel momento era imprevedibile l’andamento che avrebbero preso le cose.

70 Per comprendere quanto qui è insinuato cfr. lettera al mdesimo D. A. 2/12/40 all’inizio.

71 Andò a trovarlo il giorno seguente di aver ricevuto il telegramma della sua nomina.

72 In questo non fu profeta: ma la colpa certo non fu lui.

73 Don Antonio Toigo: già allievo di Don Cimatti a Valsalice, Direttore e Ispettore Salesiano per molti anni. Nel 1980 conservava nel proprio portafoglio, sempre con sé, questo scritto.

74 Arturo Graf, discreto poeta fu professore di letteratura all’Università di Torino di Mons. Cimatti. Da notarsi che Mons. Cimatti scrisse al ch. Barbaro in viaggio verso Tokyo dove pur egli si trovava.

75 Agnostico scettico era la definizione che il professore aveva dato a Don Cimatti studente.

76 Abbiamo gli appunti delle istruzioni di questi Esercizi tenute da Don Cimatti. Ci sono gli appunti scritti da lui stesso, e quelli scritti dal chierico Del Col che vi partecipò. Affronta in forma accorata il problema dell’inculturazione dei missionari stranieri specialmente in questi momenti critici, e quello della necessità urgente di formare il clero indigeno. Sono importanti per conoscere il suo pensiero.