1961 ricaldone |
1961 / Ricaldone Pietro BS / 1937-12-15 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
1 Due rinnovati focolari di grazie e di amore1 |
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Miyazaki, 15 dicembre 1937
Rev.mo ed amatissimo Sig. Don Ricaldone,
La gioia del missionario erompe quando può contare nuovi mezzi a sua disposizione per l’apostolato, ed anche questa volta devo sfogare la mia gioia con Lei, amato Padre, comunicandole le grazie che il Signore ha voluto donarci in questo mese.
I nostri cari novizi nel giorno della festa salesiana dell’Immacolata si sono consacrati al Signore coi santi voti. Otto nuovi confratelli, fra cui due giapponesi, che vengono ad unire le forze loro alla causa della Redenzione in questo grande Impero.
Due nuove Chiese-Cappelle, rinnovate, abbellite, ampliate; due nuove fonti di grazie: richiamo efficace ai cristiani, incitamento ai pagani, dimora di Gesù.
Goda con noi, godano quanti hanno cooperato a tanto bene. In mezzo all’arsura che tormenta continuamente il missionario in Giappone, queste gelate di freschissima acqua fanno del bene…
La formazione in posto del personale che in futuro ci aiuterà e sostituirà (ah!, fosse un immediato presente!) viene poco a poco a prendere piega definitiva e a dare i suoi primi risultati, tanto per la parte missionaria che salesiana.
È un piccolo santo esercito che viene formandosi, che non desidera altro che il via per lanciarsi al lavoro; che viene attrezzandosi il meglio possibile per effettuare il “sempre più e meglio”, che se è il motto del nostro Don Bosco, non lo è meno di questo popolo per cui vogliamo lavorare con tutte le nostre forze. Ed intanto bisogna moltiplicare i centri di lavoro per queste forze giovanili, ed invadere così santamente con pacifica occupazione queste anime e donarle a Dio. Ed è già un gran passo che viene realizzandosi.
Risuonano sempre all’orecchio insistenti le parole del grande missionario S. Paolo: “Ma come invocheranno uno in cui non hanno creduto? E come crederanno in uno di cui non hanno sentito parlare? Come poi ne sentiranno parlare senza chi predichi?”.
Ed è la vera miseria di questo gran popolo… La scarsezza dei missionari. Il Giappone, la regione più povera di missionari. Ed ecco la ragione del nostro affanno quotidiano: formare numerosi e buoni missionari, specialmente indigeni.
Oh, con quale gioia si saluta oggi la nuova Arcidiocesi di Tokyo, affidata al clero indigeno giapponese, bella testimonianza fra le più significative del magnifico lavoro compiuto dai missionari, e prezioso segno di fiducia nel clero, che essi hanno formato.
Gesù poi ha bisogno della sua abitazione in mezzo a questo caro popolo; vuol anche qui vivere sempre in mezzo a loro… anche se non lo conoscono ancora tutti… Ed ecco la necessità della Chiesa, luogo di richiamo continuo ed in tante forme, tanto per i cristiani che per i pagani. Oh, sì! Gesù si adatta dappertutto in terra di missione; Lui, vero missionario! Ma pur nostro dovere preparargli meno indegne abitazioni spirituali e materiali.
Con sforzi, che Lei amato Padre può valutare, perché conosce a fondo le nostre finanze, si è riusciti ad attivare ex novo due focolari di luce e carità per tante anime, voglio dire la Chiesa-Cappella del nostro Oratorio di Mikawajima a Tokyo e la Chiesa di Nakatsu. A Tokyo la primitiva Cappella dell’Oratorio serviva un po’ da tutto; ora trasportata in sede propria ha almeno l’aspetto esterno di Chiesa, e nell’interno per le decorazioni del nostro bravo coad. Ferrari fu trasformata in un vero gioiello che forma l’ammirazione di quanti la visitano.
L’altare, il soffitto a cassettoni, le vetrate, il pavimento dell’altare trasportano il devoto in un mondo spirituale eccitato dalle figurazioni simboliche (la SS.ma Trinità, l’Eucaristia, gli Evangelisti) e dalle decorazioni così care ai giapponesi (fiori, uccelletti) che attrae e nello stesso tempo raccoglie, tutto convergendo al Sovrano Signore che domina nel centro dell’abside.
Benedetta solennemente dal nostro grande benefattore Mons. Chambon, alla presenza di S. Ec. Ambasciatori, di tutta la cristianità e di numeroso popolo e da un nugolo di fanciulli dell’Oratorio, sorga e protegga la moltitudine del buon popolo di Mikawajima.
L’infaticabile Don Escursell può davvero essere soddisfatto delle sue non lievi fatiche per realizzare al nostro buon Gesù un’abitazione meno indegna; alla sua cristianità il luogo della preghiera comune ed alla città di Tokyo un bel gioiello d’arte. Ed anche nella missione di NAKATSU il bravo Don Dumeez ha cantato l’inno di ringraziamento per aver potuto condurre a termine la bella Chiesa che si erge maestosa nel luogo più centrale della città.
Autorità, cristianità e popolo accorse all’inaugurazione, bene augurarono per il diffondersi del Cattolicismo in queste terre un tempo così fiorenti di fede. La chiesa è intitolata a Don Bosco: è la prima in Giappone dedicata al santo nostro Fondatore; omaggio dei suoi figli e cooperatori, affinché Don Bosco protegga e conduca a Gesù tutta la gioventù giapponese specialmente quella affidata alle nostre cure.
Focolari di luce e di amore per le anime le nuove chiese possano essere presto riempite da moltitudini di fedeli, trovino in esse la casa di Dio e la porta del Cielo. Amato Padre, chiudo con un accenno alla nuova opera del tubercolosario di Beppu.
Come da altre precedenti relazioni, la prova del fuoco, che distrusse la prima costruzione dell’Ospedale, la povertà e i sacrifici inauditi degli inizi dell’opera, non fiaccarono la fede e la volontà di queste giapponesi buone e vere sorelle di carità. In casa provvisoria curano i loro cari ammalati, ed a giorni iniziano la nuova costruzione, aiutata dal generoso concorso di autorità e benefattori.
Passai vere ore di paradiso coi ricoverati, amministrando Comunioni e cresime.
È un nuovo campo di apostolato di carità, che se dobbiamo giudicare dalle realtà attuali, è destinato a dare frutti ubertosi di salvezza di anime. Oh, ci aiutino le preghiere e la carità dei buoni, affinché colla salute del corpo, che a migliaia e migliaia i giapponesi vengono a cercare fra queste acque e fanghi termali, possiamo dare anche la salute dell’anima.
Il titolo della nuova istituzione è “Giardino di luce”: mi pare dica tutto il programma spirituale, che è nel cuore della fondatrice e dei collaboratori.
La fine d’anno sia preludio dell’auspicata pace di tutti, e di nuovi impulsi di bene, che, colla grazia di Dio e colla carità dei nostri benefattori, ci proponiamo di fare nel prossimo anno.
Ci benedica tutti e specialmente il
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
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1 R. M. 850: manoscritto, pubblic. in BOLLETTINO SALESIANO, MAGGIO 1938.