1146 ricaldone


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1146 / Ricaldone Pietro / 1933-8-28 /


1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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28 agosto 1933

Amatissimo Sig. Don Ricaldone,

Ed anche le mute degli esercizi sono finite predicate da Don Suppo (venuto da Shanghai), Don Cecchetti, Don Marega e Don Cimatti (1 per le Figlie di Maria A. – 2 per i confratelli). Mi sembra, per la grazia di Dio, ben fatte da tutti. Si è cercato di intonare le mute al bel ricordo: “Santità e purezza”. Il Signore ratifichi e consolidi. I miei propositi, quelli passati, rinnovati (unione con Dio – esame – miglioramento delle azioni – ora sono alle piccole preghiere) e consolidati.

Salute: grazie a Dio sempre buona e che mi permette di attendere alle mie occupazioni.

Studio e lavoro: mi pare sufficiente, ci fossero altre forze e testa potrei fare di più: mi accontento di quanto mi ha dato il Signore, perché mi domanderà conto di quello. Ho bisogno di studiare di più le scienze sacre e mettermi al corrente di più dei miei doveri come Superiore religioso ed ecclesiastico. Desidero che tutti i fratelli stiano bene e lavorino salesianamente – prego Dio accumuli su di me le miserie di tutti, salvo il peccato e cerco di tirare avanti nel nome di Dio. Non [reso] laborem, pure vedendo che l’attuale non è il mio, salvo in quanto affidato dall’obbedienza. Non attendo altro che i Superiori mettano anche per me in esecuzione la regola del sessennio, altro che passato, che Propaganda (ma sono i Superiori che debbono farlo capire) capisca che ci vuole ben altri alla testa della Missione. Scit Deus et fiat voluntas Dei.

Notizie del nostro lavoro, e dei nostri bisogni: le conosce e dagli articoli del Bollettino Sales. che invio regolarmente ogni mese (è dal 1926) – certo non tutti pubblicati – e va bene che [ci] sia la censura… Ho sempre dato ampia facoltà… Le conosce dal nostro foglietto “Amici della Missione” che facciamo uscire quattro volte all’anno – risparmia molte lettere ai confratelli e tiene uniti [agli] amici. Serve? Spero faccia un po’ di bene.

Il mio lavoro: visita alle case, se posso mensili (eccetto Tokyo) – corrispondenza interna ed estera (non lascio lettera senza risposta) – scuola regolare – direttorato – superiorato. Ripeto: avessi i numeri e più tempo, potrei fare di più. Afferro l’occasione di un po’ di apostolato quando si presenta, ma, salvo un po’ più di estensione di zona, non so che cosa ci sia di più di quel che facevo in Italia. Ho più responsabilità, e forse la mia nullità (e ne comprendo tutta la portata) non ne fa capire il senso pieno – Dio mi aiuti!

Pratiche di pietà: regolari colle solite difficoltà che combatto come so e posso.

S. Regole e Voti. Mi pare di essere a posto. Da un po’ di tempo calma di spirito in moralitate, compensato da piccoli acciacchi fisici. D’altra parte, pur più giovane di Lei, si invecchia anche in Giappone.

Carità: pieno e massimo accordo con tutti. Mi par di voler bene a tutti e debbo frenarmi nelle manifestazioni esterne, in ogni caso fatte sempre, mi pare, con purità d’intenzione. Però in gamba, che sono vetro fragilissimo!

Stato dei confratelli. Chierici: mi pare tutti a posto. ...Uno balbetta, né è riuscito finora a correggersi (è il ch. Lucchesi. La mamma scrive di necessità di famiglia – ha scritto anche a Lei. Non conoscendo i criteri dei Superiori al riguardo – né essendo in grado di qua di valutare le vere condizioni della famiglia, non saprei che fare. Per me non ho difficoltà a che si dia un sussidio – desidero norme).

Nessun ingegno vero, mi pare però diano quel che possono. Sei ad Hong Kong per la teologia. Si lavora per formarli come meglio si può.1 Il ch. B. è meglio ritorni (invierò in tempo utile, dati ecc.) e sarà accompagnato da Don Cavoli.

Coadiutori: al momento tutti calmi e tranquilli, e vari nell’annata hanno fatto vero profitto spirituale (Merlino, Ragogna e anche il povero Maccario).

Sacerdoti: quasi tutti con acciacchi fisici, pieni di buona volontà di lavoro e mi sembra tutti contenti (salvo il povero Don Lucioni… che pure lavora e… benino) spiritualmente.

Stato del nostro lavoro. Se i Superiori non mi aiutano almeno con qualche prete siamo a terra completamente. Siamo d’avviso non potremo mantenere le posizioni, che ci sembra necessario mantenere ne irrideant inimici nostri: si assottiglieranno le già piccole famigliuole. Forse posso pensare a riunire in una casa e sguinzagliare… gli apostoli. Avrò gente in giro in disagio materiale (non possono mangiare alla giapponese) e spiritualmente ancora più grave. Mah! Così vede e capisce Don Cimatti.

Come fare? So ufficiosamente che verranno 6 chierici (due pel tirocinio e 4 per la filosofia). Deo gratias! Piglio chi mi dà, ma insisto anche su qualche sacerdote. Badi, caro Sig. Don Ricaldone, che dopo l’asciutta dell’anno scorso, Lei promise…

Per Tokyo. Le condizioni sono chiaramente indicate nella convenzione. Siamo liberi di fare o sul posto o altrove quanto i Superiori desiderano. Qui si sarebbe d’accordo col Consiglio:

  1. Visto che sul posto un’opera corre rischio di rovinare sé e l’Oratorio,

  2. Pregare l’Arciv. che coi Yen diecimila che dovremo dargli per gli edifici (e che si sarebbero rimborsati qualora andassimo altrove) ci permetta comprare nella zona a noi affidata, terreno sufficiente per l’opera e per erigere la chiesa. Non dovrebbe essere malcontento, perché in pratica egli viene ad avere così due chiese in una zona di oltre 450 mila abitanti. Don Margiaria griderà “Lavoriamo per l’Arcivescovo”. Noi diciamo: “Lavoriamo per le anime”.


Per Osaka. Attendo. Anche qui in pratica siamo liberi di scegliere la scuola che vogliamo. Bisogna prendere il terreno che ci danno.

Per i nostri conti: sono già in relazione col Sig. Don Giraudi. Grazie. Ricordi che i Superiori hanno ancora da risolvere sulle proprietà della Congregazione. Attendo.

Per Kobe: non so proprio cosa le possa aver scritto: ho frugato nella testa – ho guardato ai verbali del Consiglio – ho domandato ai consiglieri… Ma non riesco a ricordare quanto ho scritto su Kobe (non tengo copia se non di memoriali o atti ufficiali). Sarà un sogno… e Lei dice bene “i sogni sono sogni”… Se crede ricordarmi la cosa, chissà che non sia un sogno di quelli di Don Bosco.

Per lo studentato di Takanabe. Fatto concreto. È da tre anni che siamo in casa di fitto, capace per tutti (ci si sta benino in 20-25 persone) con pagamento di Yen 48 al mese. Se il padrone vendesse a un prezzo buono, comprarla sarebbe stato bene. Ma il padrone non vende e Lei comprende che per 4 chierici è un po’ di personale abbiamo speso nel solo fitto in tre anni 1728 Yen – in altri due anni, in 10 anni…

Nel nuovo Seminario a Miyazaki penso ci sia posto per tutti, e mi trasporterei là, e così aiuto Don Carò nel Seminario, e spero ne verrà un vantaggio vicendevole (giapponesi, stranieri che fraternizzano).

A Takanabe si affitta una casa più modesta per la missione e avanti. Così pure la pensa il Consiglio. D’altra parte penso che non sarà molto lontana l’erezione dell’Ispettoria giapponese, ed è probabile che l’Ispettore metterà lo studentato nella sede fissatagli dai Superiori, ed allora il trapianto dei cavoli sarà finito.

Sapessi già con precisione chi viene, sarebbe semplice organizzare… Attendo, pregando la Provvidenza e i Superiori che ci vengano in generoso aiuto.

Preghi per me, amato Padre, affinché mi salvi e non guasti, ma si assicuri che finché alla testa c’è la cima (dei) matti (era uno dei miei nomignoli in collegio) in Giappone si conclude niente.

Preghi per me. L’abbraccio a nome di tutti. Con affetto filiale:

Obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.



P.S. - Ricevo ora dal Sig. Don Fascie la concessa grazia della dispensa per il ch. Floran, e di cuore ringrazio.

1 Erano partiti da Nagasaki il 20 agosto.