224 /Sordo Antonio / 1926-12-23 / |
al chierico Antonio Sordo, ex-allievo di Valsalice
1 Miyazaki, 23 dicembre 1926 |
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Mio buon Antonio,
Vorrei che questa ti arrivasse nel giorno di S. Antonio (pensando che faccia quel di Gennaio) per farti gli auguri e dirti l’immensa consolazione provata nel leggerti. Davvero che avevo messo il cuore in pace, non ricevendo tue nuove, come non se ne ricevono dalla casa “Istituto Card. Cagliero” e non sappiamo davvero spiegarcene il perché… Ora il cuore si è aperto nuovamente alla speranza, che dico? alla certezza di essere ricordati anche per scritto, perché di tutto il resto non ne dubito.
Veniamo a te. Bene, bene, niente paura, sei sempre il mio buon Antonio. Tu hai solo bisogno di questo:
Allegria e lavoro, lavoro, lavoro;
Sta’ unito a Dio con giaculatorie,
E poi tenere bene legato il muscolo boccale innervato dall’ipoglosso (mi capisci?).
Coi giovani: a) ama pregando; b) vigila e riferisci quos spectat; c) sacrificati nel lavoro per loro.
Posto per te c’è, ma alle condizioni suddette e anche per le altre birbe che conosci.
Ho saputo del bravo Bovio: delle peripezie di vari di voi. Niente paura: siate bravi salesianetti. Le bastonate vi fanno bene; il Signore ve le manda per quello, come ne ha mandate a me quando ero più manigoldo di voi. Nelle nostalgie una boccata di aria di chiesa, e là da solo a solo con LUI maneggia pure l’ipoglosso.
Quanto alla mancata visita a Penango non fu certo per colpa mia: riparerò al ritorno; ma tu sai che siamo figli dell’obbedienza.
So di Bava, gli ho fatto le mie congratulazioni. Di Colombo e Kruger non sapevo.
Quanto a mie notizie: ottime in tutti i sensi, sano, allegro; sono di nuovo sui banchi di scuola per apprendere questa terribile lingua, ho dato già 5 concerti in teatri, fatto due conferenze (in italiano) in teatri a oltre due mila persone su S. Francesco e l’Italia. Nel prossimo anno spero funzioneremo prima cercando i cristiani, rafforzando e ampliando quel che c’è – poi fondando ex novo e propagandando Maria A. e Don Bosco
I miei piccoli musici cantano già l’inno di Don Bosco e di Maria, non rimangono per nulla storpiati…
Freddo discreto, ma a stufe non ci si pensa, pioggia, vento come da noi (non così lunghe), verde dappertutto, allegria, sorrisi, inchini. Quanto alla musica dimmi cosa desideri e ben volentieri. D’altro? Continua a pregare per me che non ti dimentico mai insieme agli altri di Valsalice di quei tempi: non potevate però essere diversi perchè avevate per direttore la cima dei matti.
Saluta nominatim tutti. Ti benedico.
Il tuo
don Vincenzo Cimatti