1103 DGFMA


1103 DGFMA



1103 / Direzione Genererale F.M.A. / 1933-5-21 /


1 alla Madre Economa della Direzione Generale delle F.M.A

▲back to top




Missione Indip. di Miyazaki

Takanabe, 21 maggio 1933

Rev.ma Madre Economa,

Mi faccio premura di rispondere alla sua del 19 Marzo, ritardata per prendere le opportune informazioni di massima in relazione al problema della proprietà delle Figlie di M. A. in Giappone.

Riassumo le cose più essenziali.


  1. Gli Istituti Italiani per legge di similarità possono possedere in Giappone e compiere atti relativi di proprietà, come lo possono in Italia i Giapponesi.

  2. Non è ben visto ed è difficile possedere per procura. Lo ritengo possibile per aziende commerciali o per gli Stati, ma non è ben visto e nelle missioni lo straniero ha sempre la peggio.

  3. I passaggi di proprietà fra vivi e morti sono tassati fortissimamente, come e forse più che in Italia.

  4. Sono forme di possessione legale uso società i cosiddetti “Shadan”, specie per immobili, e i Zaidan (per i beni mobili e immobili). Sono riconosciuti dallo Stato come enti morali con tutte le conseguenze. Tutte le missioni hanno il loro Shadan ed anche quella di Miyazaki l’ottenne l’anno scorso. Le famiglie religiose maschili e femminili hanno tutte il ZAIDAN (così mi dicono).

I vantaggi sono che si è riconosciuti con la capacità giuridica solita – il pagamento dei diritti statali è assai ridotto più che tra i privati – vi possono entrare come soci anche tutti i membri della comunità e in caso di morte, sostituzione, assenza dei capi dello SHADAN o ZAIDAN automaticamente vengono eletti altri a beneplacito dei soci.

Obbligo unico di segnalare annualmente il movimento sociale dei beni entrati od usciti per l’opportuna tassazione o eventuale esenzione dalle tasse (certi terreni sono esenti).

Le proprietà in zone di difesa non possono essere collocate nei soliti SHADAN o ZAIDAN che alla condizione che la metà dei soci siano giapponesi e che oltre la metà dei beni appartengano a Giapponesi.

Vantaggio non indifferente della istituzione poi è che per contratti i cui beni passano allo Shadan e Zaidan le tasse sono assai esigue.

5.In pratica le attuali proprietà delle Figlie di M. A. sono intestate al sottoscritto, Don Cavoli e Don Margiaria, se non erro. L’Istituto delle Figlie di M. A ha in mano la mia dichiarazione di tale verità – ed anche questa dichiarazione è nel mio testamento.

Certo che si può fare il passaggio legale, e ne sarei contentissimo perché regolarizzerebbe definitivamente questa questione e ci toglierebbe dall’incubo delle eventuali responsabilità in caso di morte. Penso che con Lire 20 mila si potrebbe definire tutto, ma certo Don Cimatti non può sborsarle.

Non rimane che la soluzione che le suore facciano il loro Shadan e se, come pare, agli ordini religiosi è permesso il solo Zaidan, facciano questo. Ottenuta l’autorizzazione noi passiamo come regalo allo Zaidan le proprietà intestate a noi e con poche decine di Yen si aggiusta tutto.

Non saprei suggerire altro e così pure risposero avvocati e persone amiche interrogate. Resta però sempre la possibilità di fare anche subito il passaggio legale e davvero ne sarei contentissimo.

La Madre Suor Letizia probabilmente andrà a giorni a Fukuoka per abboccarsi con un impresario di lavori e ha la possibilità di parlare con la superiora delle Suore della Visitazione che proprio in questi giorni sta facendo le pratiche per Shadan o Zaidan e così potrà capire meglio le cose e sapersi regolare.

Quanto tempo occorra per averlo approvato dipende da un mondo di cose che non è facile prevedere, ad ogni modo questa è la via che tutti gli stranieri missionari, religiosi e religiose hanno seguito e seguono. Che possa poi avvenire di questa società in caso di persecuzione, lo sa solo il Signore. Ma quando vi siano nell’Istituto delle suore Giapponesi, penso che sia tutto assai facilitato e assai ben visto; più degli attuali proprietari stranieri, che sono davvero un pruno negli occhi per i Giapponesi… È una delle massime difficoltà anche per la propaganda missionaria.


Eccole, Rev.ma Madre, esposto come meglio sapevo la faccenda. Don Cimatti per dovere e col più vivo piacere cercherà di aiutare le brave Figlie di M. A. anche in questa faccenda. Certo in Giappone non bisogna aver fretta nel disbrigo di questioni anche importantissime in cui sia necessario il concorso dei Giapponesi.

Più Lei ha fretta più loro vanno adagio e bisogna adattarsi se non si vuole andare a rischio di compromettere tutto. Affidiamo la cosa alla nostra cara Ausiliatrice.

Dunque in attesa di qualche loro decisione spero che presto Suor Letizia potrà dire anch’essa il suo parere.

Nella prossima festa dell’Ascensione farò la prescritta visita a Beppu, come ho già fatto a Miyazaki ed allora scriverò relazione alla Madre Generale, che per ora prego Lei, buona Madre Arrighi, a salutare e assicurare che Don Cimatti farà il possibile per essere per le sue figliuole un altro Sig. Don Rinaldi… Presunzione, vero? Ma mi pare di sentire il cuore per esserlo… Purtroppo manco troppo di altro… e farò quello che potrò.

La buona Suor Carmela va migliorando assai da una indisposizione che fortunatamente fu trovata più leggera di quello che si temeva.

Non finisco più… Già tanti fastidi ha dato a voi questo povero prete… e chissà quanti ancora ne darà se i Superiori non si decidono a mandarmi a quel paese! Abbia la bontà alla prima occasione di far una visita per me alla Mamma Aus. e a Don Bosco e, cuore a cuore, dica una parolina per questa povera missione e per questo povero prete che desidererebbe santificarsi e santificare.

Col più profondo ossequio.

Obbl.mo

Don V. Cimatti, sales.

Super. Miss.