1275 tirone


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1275 /Tirone Pietro / 1934-6-… /


1 a Don Pietro Tirone, Direttore Spirituale Generale

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[Giugno 1934]

Molto Rev. Sig. Don Tirone,

Non può credere come mi abbia consolato la sua e quanta luce abbia messo sulle questioni proposte. Grazie di cuore. Oh, se i Superiori potessero rispondere sempre e subito alle questioni, quanto vantaggio per le anime e per le opere!


  1. Molte proposte sono allo studio presso i Superiori e spero che non tarderanno a dare il loro responso. Per l’ennesima volta ripeto: “Don Cimatti domanda tutto a tutti (guai se non domandasse!) e più ai Superiori”.

Desidererebbe (e quanto ha insistito lo sanno i Superiori) avere risposta: “Sì può – non si può – si concede – non si concede”. Strano che si dica che ho fretta e che i Superiori non sono di questo parere! Ma se le lettere dei Superiori che mi dicono di fare adagio… “che vuol dire in fretta” (così il Sig. Don Ricaldone). La Missione ha tentato qualche cosa – ma finora la Congregazione, qua tale, quid fecit? Nulla. Sono otto anni: non vi è ancora la sede dello studentato. Attendo ordini precisi per il Noviziato, per la casa di Tokyo. Non si può; non si crede opportuno? Ma lo scrivano. Ci darò dentro nella missione come si può. Lei mi parla di frenare lo zelo… Ah, amat.mo Sig. Don Tirone, bisogna che diamo lavoro ai confratelli.

Lo zelo purtroppo non l’ho – e me ne sento tanto sfornito che ho domandato formalmente di essere rimpiazzato e insisterò anche presso la S. Sede, e presso il Signore che mi prenderà presto in Paradiso. Non voglio rovinare le anime.

  1. Sono persuaso delle strettezze dei nostri amati Superiori. Ma creda pure che non ho né impazienza, ne sfiducia, né irritazione contro nessuno. Domandai soldi che spettavano alla Visitatoria, ed i Superiori diedero. Domando per Tokyo perché è opera della Congregazione e ci sono promesse scritte dei Superiori. Non si può? Abbiano la bontà di significarlo. Certo tutti attendono, e ci facciamo della nomea… Per me sono del parere “quod vis facere, fac cito”. Ma come dico ne guadagnerà la Visitatoria e Missione quando non ci sarà Don Cimatti.

  2. Evviva Don Bosco! Anche qui dove ci siamo sforzati di celebrarlo nelle nostre residenze, è riuscito un qualche cosa di incomprensibile per noi pure – la riuscita – l’affluenza, il bene. Oh, Don Bosco, oh, Don Bosco! E pensare che i Superiori vogliono si vada adagio. Né noi, né il Sig. Don Ricaldone, né i Superiori conosciamo il Giappone – ma queste tregue volute, ah, creda, sono la rovina di tutto il lavoro fatto. Fiat voluntas Dei! È meglio questa che tutti i pensieri di Don Cimatti. Ed ora ne dico una che è nel cuore di tutti i missionari. Stabiliscano un Superiore della missione, ma che abbia solo quella da accudire. Era il voto ardente che rimase inascoltato all’ultimo Capitolo; sarà la salvezza delle missioni. Oh, come ne guadagnerebbero le missioni!…

  3. Grazie per le idee su Fogliani. Penso che non si concluderà nulla. Oh, è ben grave il problema dei coadiutori che ho – tre dovrei rimandarli subito.

Ma me li hanno dati i Superiori. Ma conoscevano a Torino Fogliani? Maccario, ecc. Ma perché mandarli in missione?


Preghi per me e perdoni lo sfogo: anch’io le parlo di mia iniziativa e private.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.