1096 ricaldone


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1096 / Ricaldone Pietro / 1933-5-6 /


1 a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

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6 maggio 1933

Amat.mo Sig. Don Ricaldone, buon Padre nostro,

Ho scelto il giorno di S. Giovanni! Ah, che il Signore conceda a Don Cimatti e ai suoi l’amore dell’apostolo prediletto a Gesù, a Maria: alla s. purità e carità, e, se ne fossimo degni, il martirio. Un po’ di rendiconto.

Salute: optime in tutto e Deo gratias.

Studio e lavoro: mi pare di attendervi. Non riesco a fare bene tutto quello che vorrei e come vorrei. Mi pare che la buona volontà non sia mai data giù. Certo ho bisogno di maggior sforzo nell’adempimento dei miei doveri di studio, ecc.

Pietà: regolare. Continuo la cura di perfezionare le azioni ordinarie. Lotto ancora per il s. Breviario. Il resto benino.

Frequenza ai Sacramenti regolare.

Ss. Voti e Regole: nulla di speciale. Al solito ho bisogno di frenare il cuore. Estremamente sensibile mi basta pensare a persone con cui sono in relazione perché l’essere mio ne sia totalmente preso. Mi sono buttato in Lui, sotto il manto di Maria e sotto l’efficace protezione di Don Bosco, et ideo non sum confusum in vase fictile. Mi aiuti Maria SS.ma pel suo mese.

Carità in omnibus et cum omnibus. Inconvenienti: in questi due mesi sto facendo la visita canonica e salesiana, più calma (pur ogni mese, salvo che fino a Tokyo, facendo una scorreria per le case). Da quello che mi consta mi pare si sia a posto da tutti. Il più… è il sottoscritto.

Mi aiuti colle sue preghiere e consigli attesissimi e desideratissimi.

Rendiconto dei confratelli. Accenno alle cose principali.

Nakatsu: il Seminario è giunto a 26 candidati (altri aspiranti sono nelle case – 1 a Miyakonojo, 1 a Tano – 1 a Miyazaki – 2 a Takanabe – 1 a Oita – due a Beppu). Vari dalle case ed altri mandati dalla Provvidenza.

I confratelli al lavoro. Ho mandato Maccario con Don Tanguy e al suo posto ho messo Fogliani. I due ch. Zanarini e Arri leggerini, ma lavorano. I preti bene. Casa piena, alla salesiana, un ambiente che serve a molte cose. Ad agosto trasbordo in zona di Miyazaki e allora lascerei Don Dumeez con un chierico e coadiutore all’apostolato in questa zona importantissima. Si è in ottima armonia coi vicini Padri delle Missioni Estere. Userei Nakatsu o come aspirantato preparatorio al Seminario o per i figli di Maria.

Beppu: ben avviato il lavoro. Attendo i pensieri dei Superiori per la destinazione dell’opera.

Per le Suore (se come pare ad Agosto avranno le prime vestizioni) nel prossimo anno avessi un prete che potesse aiutarle un po’ nello spirito; ora tutti i giorni vanno e vengono alla missione. Se non arriverà nessuno, che sia prudente incaricare Don Cecchetti?

Oita: mi pare benino. Bisognerebbe decidere se convenga trasportare a Tokyo. Veda anche Lei di insistere a che Margiaria torni presto. Forse avrà sottoposto a Lei un altro progetto che allungherebbe troppo la cosa. Avevo proposto, come massimo, salvo l’approvazione dei Superiori, che passando per l’Ispettoria del Nord – dovendo aggiustare questioni di famiglia – eventualmente scendesse in Italia e accompagnasse (spero) la numerosa spedizione di quest’anno. Se no, ormai è al termine delle sue missioni, ed è meglio torni.

Gli allievi sono 16 e non si sa dove metterli. Si è aperto l’asilo della Missione con l’autorizzazione dell’autorità con 35 allievi, perché non si sa dove metterli. I Superiori devono ancora decidere che intendano di fare per il terreno dato dal Sig. Don Torquinst e su cui sorge la tipografia, ecc.

Takanabe: bisognerà pensare ai nostri chierici. È ormai assodato che il proprietario della casa non vende: bisognerà dunque presto o tardi per le ragioni altre volte esposte sloggiare. Dove mettere la sede della futura Ispettoria, Tokyo? È per ora lontano. Oita potrebbe essere più centrale, come via di comunicazione.

Don Lucioni abbastanza calmo. Lavora bene nell’apostolato, ed il Signore benedice i suoi sforzi.

Miyazaki: si sta lavando la vecchia casa rabberciandola dai guasti dell’ultimo terremoto. In genere i confratelli sentono il peso del nervosismo di Don Cavoli (di cui accludo domanda). Non manca il lavoro.

Le suore con il primo Aprile presero la gestione dell’Asilo. Mi pare siano soddisfatte: mi sforzo di aiutarle in tutto. Quello che si potè fare di fronte a Dio mi pare si sia fatto. Può essere che ci siano stati sbagli per parte nostra (il massimo sbaglio è Don Cimatti) – si può pensare a qualche intemperanza di modo da parte di Don Antonio (ma non si è riuscito a combinare efficacemente neppur a Beppu con Don Pedro), devo ben sostenere i sacerdoti. Sono convinto che le suore faranno miracoli di bene, ed è per questo che non mi pento di averle chiamate. Mi sono pentito di averle chiamate a conto della missione che non poteva rispondere materialmente delle loro esigenze per la vita. Grazie a Dio anche questo è tolto e spero che la pace che ora c’è continuerà. La questione della diplomazia delle lettere fu voluta dalle suore, e fui obbligato a mettere nero sul bianco, perché mi si cambiavano le carte in mano. Tutta la questione in breve fu qui: “Le suore avrebbero voluto avere casa e mezzi come volevano – avrebbero voluto sapere il giapponese senza studiarlo troppo – avrebbero voluto un prete che piacesse a loro e che non dicesse troppe verità, ecc.”. Don Cimatti potè dar loro quello che poteva – per far asilo e casa (accordato con loro pel disegno, e poi accusato di aver cambiato tutto), si è indebitato e Lei sa che siamo passati per ignem et aquari – hanno voluto le convenzioni ecc… Oh, buon Padre, sa Don Cimatti e sa il Signore quanto si è sofferto. Fiat voluntas Dei. Ho subito umiliazioni fortissime – la più forte di essere Superiore – ma se può mettere un superlativo più forte lo metta in questa questione. E pace anche di questa che ormai è finita. E sia benedetto Gesù.

Tano: nulla di speciale. Don Cecchetti staffilato un po’ per diritto e un po’ per traverso dal sottoscritto, si è calmato. Ma se non studia – certo è ammalato – non conclude. Don Bernardi debole di salute…

Ed ora, amatissimo Padre, un piccolo sfogo. Può essere che dalle relazioni di Don Cimatti sia apparso che incolpo i Superiori del noviziato-studentato di non aver visto, ecc. ecc. Certo questa non fu la mia intenzione, e domando scusa dell’involontario male. Sono ormai 37 anni di Congregazione e sono vissuto quasi sempre nell’ambiente formativo. Sono enormi le difficoltà per conoscere gli individui, e non ho mai osato pronunciare un giudizio senza tremare, e continuo ora. Se qualche parola un po’ forte potesse essere uscita, l’intenzione per me è di mettere a giorno e in chiaro storicamente quanto mi sembra di vedere. Abbia la bontà di pensare così, amato Padre, e solo così. Oh, mi sta troppo presente, e lo predico “nolite judicare et non judicabimini”. Perdono dunque se involontariamente ho potuto aver l’aria di voler fare osservazioni ai Superiori o ai maestri di novizi, ecc. Per la teologia fermo stabilito come norma Hong Kong? Tokyo ha certo molte difficoltà. Nel caso farò come mi dice… Mi aiuti col consiglio e colla preghiera e mi ottenga da Maria A. la santità.

Suo aff.mo

Don V. Cimatti, sales.