621 propaganda fide


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1.1 621 /Propaganda Fide / 1930-8-27 /

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alla Congregazione romana di Propaganda Fide1



MISSIONE INDIPENDENTE DI MIYAZAKI, GIAPPONE


Miyazaki, 27 agosto 1930


OGGETTO: Domanda di sussidio straordinario per il Piccolo Seminario.


Eccellenza,


Mentre dal più profondo del cuore ringrazio ancora una volta il Consiglio Superiore per la squisita carità con cui ha voluto coll’annuale sussidio venire in aiuto alla nostra povera missione, permetta che Le esponga le condizioni in cui viene a trovarsi il Piccolo Seminario della Missione.


2 Antefatti

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I Salesiani di Don Bosco cui nel 1928 fu affidata definitivamente la Missione indipendente di Miyazaki, dietro le direttive di Propaganda Fide si misero subito al lavoro per la questione più vitale della missione, cioè le vocazioni indigene.

Privi di Seminario e nuovi nel campo di lavoro loro affidato, pregarono il Vescovo di Nagasaki affinché si degnasse di designare per la futura diocesi di Miyazaki alcune delle numerose vocazioni che aveva nel suo Seminario, l’unico esistente nell’Isola ove si trova la nostra Missione.

Il Vescovo benignamente annuì, e nel 1929 designò due dei suoi seminaristi per Miyazaki e questa missione sostenne le spese di mantenimento.

Ma siccome il Vescovo non fa le accettazioni che ogni tre anni, così, avendoci il Signore inviato alcune vocazioni (otto), frutto del lavoro dei missionari delle varie residenze, così decisi di aprire in una delle residenze della Missione un piccolo seminario provvisorio (Aprile 1929).


3 Ragioni di tale apertura

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        1. Non lasciare perdere le vocazioni che si presentassero nel periodo di non accettazione in Seminario.

        2. Ridurre al minimo le spese di mantenimento, data la povertà dell’incipiente missione.

        3. Colle frequenti visite conoscerne e studiarne meglio la vocazione, ed educarli al nostro sistema di lavoro.

        4. Affezionarli alla missione che sarà il futuro campo di apostolato.

Vantaggi tutti che non possono realizzarsi in un Seminario lontano e fuori della missione.


4 c) Effetti

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Nell’anno 1930 dieci nuove reclute si presentarono, e venuti meno per morte o per malattia alcuni, sono attualmente sedici che nel secondo anno di fondazione formano il nostro piccolo Seminario. Ho dovuto allargare il locale provvisorio per fare posto ai nuovi venuti, ma nel prossimo aprile 1931 non so come né dove mettere i pochi o molti che alla Provvidenza piacerà inviare, perché il provvisorio locale è assolutamente insufficiente.


Richieste varie di sussidio ed esito delle medesime


Dall’inizio del Seminario feci per lettera varie richieste di sussidio straordinario per la costruzione definitiva del Piccolo Seminario, e venuto a Roma per le feste della Beatificazione di Don Bosco, insistetti anche oralmente, e sia che le mie domande fossero prive delle formalità di rito (ma nessuno mi diede norme), o che le mie richieste non siano state comprese, ho a tutt’oggi ricevuto solo espressioni di lodi, assicurazioni che si sarebbe tenuto conto delle richieste, promesse di aiuto e null’altro.

Avvicinandosi a grandi passi l’Aprile 1931, inizio del nuovo anno, né potendosi improvvisare locali, invoco dalle competenti autorità un sussidio straordinario per la costruzione del Piccolo Seminario.

Per una costruzione in legno (alla giapponese) per una cinquantina di seminaristi, terreno compreso, penso siano sufficienti lire Trecento mila.

Invoco dall’E. V. aiuto e consiglio, e qualora non ritenga possibile che la domanda possa essere esaudita, supplico mi si dica come debbo fare nella critica situazione in cui mi trovo.

Perdoni E. R. la mia inesperienza e lo sfogo del cuore che piange nel vedere l’esito finora negativo di una pratica da cui dipende l’avvenire della missione, e voglia essermi largo di aiuti, di preghiere e di benedizioni per me e per i miei missionari e cristiani.

Dell’E. V. Rev.ma

Obbligatissimo servo

Don Vincenzo Cimatti, sales.

Superiore della Missione



1 Da una copia conservata presso l’ACS: non viene indicato alcun nome. Forse era destinata all’Opera di S. Pietro A. per il Clero indigeno.