Suo affezionato


Suo affezionato



131 /Rinaldi Filippo / 1926-1-28 /


a Don Filippo Rinaldi, Rettor Maggiore dei salesiani



28 gennaio 1926


M.R. Sig. Don Rinaldi, padre mio amatissimo,


È la vigilia della festa del nostro dolcissimo Santo! Dovremmo essere a Hong Kong, e invece il mare mosso di questi giorni obbliga il nostro colosso a fare il giro più lungo e a rallentare la corsa. Perciò… ritardo, e malessere generale in tutti più o meno, colle solite conseguenze. Mi dispiace per quelli che soffrono… non si può dare loro che il sollievo della preghiera. Tento di farlo, ma intanto essi soffrono! Cerco di dir loro che offrano tutto a Gesù! Quindi nessuna notizia speciale, amatissimo Sig. Don Rinaldi.

Come le annunciai, a Singapore ci attendeva l’amatissimo Don Canazei1 di ritorno dalla visita al Siam. Può immaginare il conforto di tutti. Ci condusse parte in carrozzelle e parte in auto alla missione cattolica portoghese, facendoci visitare le chiese cattoliche principali e gustare le finezze della carità cristiana.

Fatte le necessarie provviste, ritornammo a bordo. Al solito mi trovavo in quello stato per me inesprimibile di nausea e sconforto nel vedere la fierezza superba dei dominatori… Nel riconoscere sempre meglio il mio carattere superbo. Stanchezza fisica, forse, nausea di me, di tutte quelle miserie che allontanano sempre di più quegli indigeni da Dio, perché vedono il benessere materiale degli altri e vi si adagiano e se ne lasciano a loro imitazione impossessare… Basta, basta!

Tutta la notte fu un continuo carico e scarico di merci, che alleggerì d’assai il nostro Fulda… forse è anche per questo che ora si balla assai di più. Alle 8 partenza per un’isola vicina per il rifornimento di olio e alle 14 il Fulda si dirige risolutamente verso la Cina. Il 24 ricordiamo la nostra Ausiliatrice come meglio possiamo. I giorni 26, 27, 28 triduo di S. Francesco. Si pensa a Torino, a Don Bosco, alla Chiesetta di San Francesco, alle funzioni di Maria A.

Siamo all’altezza del Tonkino, terra di martiri, salve! Date a noi tutti la forza di compiere tutti e fino alla fine il nostro dovere! I confratelli che sbarcano in Cina celebreranno solennemente la festa del nostro dolcissimo Patrono il 7 Febbraio a Macao. E noi? Non so prevedere cosa faremo, né dove saremo. Ma se anche non potremo fare nulla di esterno, le assicuro che il cuore dei suoi figli giapponesi fu in quel giorno unito a Lei, a tutti i Superiori e confratelli, nella preghiera, nell’auspicare ad ogni fratello nostro la carità del nostro S. Patrono nella salvezza delle anime e nell’applicazione del sistema educativo del nostro Venerabile Padre Don Bosco. A nome di tutti le protesto i sentimenti più teneri, la volontà più tenace ed efficace di attaccamento alla nostra amata Società, il lavoro più accurato per mantenere ed accrescere in noi lo spirito salesiano e di propagarlo colle opere che coll’assistenza e protezione della Mamma nostra Ausiliatrice, speriamo presto di iniziare nella missione affidataci. Offra il santo della carità a Gesù per noi questi poveri sentimenti che nel caro giorno della sua festa presentano a Lei i suoi figli del Giappone.

Se non succedono contrattempi il piano stabilito coll’Ispettore è il seguente:


  1. Egli mancando da troppo tempo da Macao, dovendo aprire il noviziato col nuovo Maestro, ecc. non viene con noi.

  2. Noi proseguiamo fino a Shanghai, poi a Moji. Se come pare il Fulda si ferma a Shanghai due giorni, il sottoscritto con Don Tanguy piglia il piroscafo giapponese e va a Nagasaki a riverire Monsignore per una prima presentazione. Poi corre a Moji e accompagna tutti alla residenza più grande di Miyazaki, ove ci fermeremo finché non si sia capito bene la nostra situazione: si studia lingua, costumi, ecc. e alla domenica o festa qualcuno può andare alle altre residenze e impratichirsi. Certo non vi sarà molto da fare perché i cristiani sono pochissimi.

  3. L’Ispettore ha già preparato telegrammi per Mons. Combaz e i religiosi di Moji, preannunciando l’arrivo.

  4. Egli verrebbe più tardi, cercando di accordarsi per venire insieme a Mons. Giardini.


Per ora nulla di nuovo. Ossequi ai singoli Superiori maggiori. Voglia con abbondanza della sua carità sussidiare di preghiere, di benedizioni e di grande compatimento chi vuole essere sempre nell’amore di Gesù.

don Vincenzo Cimatti



P.S. - Il ritardo causato dal mare mosso ci dà la soddisfazione di celebrare tutti uniti la festa di San Francesco di Sales nostro Patrono. Siamo così i primi a lodare il nostro patrono, come meglio ci è possibile. Messa della comunità cui hanno partecipato tutti, anche gli indisposti dei giorni passati.

Alle 10 Messa solenne cantata dal Sig. Ispettore, iniziata con una nuova lode d’occasione a San Francesco.

La parte musicale è affidata alla nostra cantoria aiutata dai bravi artisti italiani, e il gregoriano è eseguito inappuntabilmente dai cari figli di S. Francesco. Certo che musicalmente S. Francesco fu solennizzato bene, come a poche nostre case è dato attuare. Deo gratias! Dissi brevi parole al Vangelo sul nostro Santo, sull’opera sua apostolica e spiegai il motivo per cui Don Bosco lo volle patrono della sua Società. A pranzo allegria salesiana, saluto ai confratelli giunti ormai alla meta, suoni, canti cui partecipano tutti i cattolici e dagli usci laterali fanno capolino i protestanti e gli altri passeggeri.

Mentre scrivo il Fulda passa davanti all’isola di Sanciano.2 Oh, quanti ricordi! S. Francesco Saverio! Mi pare di vedere la sua persona sorridente salutare i protetti di un altro S. Francesco e augurare sulle loro missioni l’abbondanza dei doni celesti. Faxit Deus!

Domani nel raccoglimento e nella preghiera ricorderemo i nostri cari confratelli defunti, come ricordammo in questi giorni il confratello coadiutore cinese e i giovani periti nel disastro marino di Shanghai, come certo le fu annunciato.

Mi benedica e mi ottenga da Gesù umiltà, laboriosità e lo spirito di carità di S. Francesco di Sales.

Suo e tutto figlio:


1 don Vincenzo Cimatti

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1 Don Canazei era il superiore salesiano da cui dipendeva la nuova missione del Giappone. Siccome la Cina era ancora Visitatoria e non Ispettoria, che comprendeva anche il Siam, Don Canazei era Visitatore. In tale qualitá era giá stato due volte a visitare la nuova missione per vedere le condizioni in cui si sarebbero trovati i nuovi missionari.

2 San Francesco Saverio, dopo aver evangelizzato il Giappone, era morto nell’Isola di Sanciano, mentre attendeva l’occasione per entrare in Cina.