Bollettino_Salesiano_198902cooperatori


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ANNO 113 - N. 4 • 2• QUINDICINA • 15 FEBBRAIO 1989
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRU PPO 2° (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
«Giornata Missionaria Salesiana» 1989
MESSAGGIO DEL RETfOR MAGGIORE
La GIORNATA MISSIONARIA SALESIANA per l'anno 1989 in-
tende far conoscere e privilegiare il progetto «LUFUBU», nello Zambia.
La locale necessità di sviluppare l'agricoltura e di preparare i gio-
vani ad un lavoro qualificato ci ha fatto scegliere questo progetto.
È significativo che i confratelli e le consorelle che ivi operano, sono
Missionari e Missionarie delle Ispettorie della Polonia, che si sono lanciate
generosamente verso l'Africa.
Invito tutti: Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice e membri della Fami-
glia, a il)tensificare l'interesse per questa Giornata Missionaria.
Sarà - come sapete - il 25 febbraio, festa dei nostri protomartiri
in Cina: i beati Mons. Luigi VERSIGLIA e Don Calisto CARAVARIO.
Che ci sia una adeguata animazione tra i giovani, che si faccia cono-
scere il progetto LUFUBU, che si promuova un fraterno collegamento
con i missionari, che si approfondisca la sensiblità e la corresponsabilità di
evangelizzazione!
Mi rivolgo particolarmente ai confratelli giovani ed agli animatori di
gruppi giovanili, perché impegnando tutta la loro forza e il loro entusiasmo,
sollecitino la generosità, abbiano spirito di iniziativa nel preparare momenti
forti, invitino alla preghiera, e curino degne celebrazioni liturgiche.
Don Bosco, con gioia, osserva e premia.
Don Egidio Viganò
Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco
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La dimensione
m1ss1onana
è parte viva
e irrinunciabile
di quel
«cuore oratoriano»
che palpita
in ogni membro
della
Famiglia Salesiana
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TESTIMONIANZE
CLAUDIO EANNAROSA BONVICINI
COOPERATORI SALESIANI
A nnarosa e Claudio sono partiti un anno dopo
il matrimonio, celebrato nella chiesa parrocchia-
le di Forette il 9 settembre 1984, per recarsi ad
Areia Branca (Mossorò) in Brasile, presso un cen-
tro salesiano di pastorale giovanile. Il 24 ottobre
scorso hanno avuto una bambina a cui è stato im-
posto il nome di Lara. Ora, dopo un triennio di la-
voro oltreoceano, la cresciuta famiglia Bonvicini
tornerà al paese natale.
Cooperatori con due sacerdoti salesiani di Va-
leggio sul Mincio, i cugini don Giuseppe e don Gio-
vanni Venturelli, e con don Carlo Vitacchio, rien-
trato giorni fa in Italia per motivi di salute, gli spo-
sini di Forette hanno avviato in quell'angolo sper-
duto dell'America una miriade di attività tra le mi-
gliaia di ragazzi del povero «Centro Juvenil».
Claudio ha tenuto corsi professionali di salda-
tore, meccanico, tornitore ed elettrecista; Anna-
rosa corsi di taglio, cucito ed economia domestica
per le ragazze. E ancora hanno allenato squadre
di calcio (gli amici di Claudio gli hanno spedito
laggiù serie di magliette con i colori gialloblu),
pallavolo e altri sport, hanno formato gruppi di
pastorale operaia e di catechismo frequentati da
circa 700 ragazzi e gruppi giovanili per l'anima-
zione liturgica.
«Stiamo terminando un corso di alfabetizza-
zione - hanno scritto in una loro lettera - per
bambini che non hanno accesso alla scuola per
vari motivi».
Tutta questa animata attività inizia all'alba e
non termina mai prima delle dieci di sera. «Da
qualche mese è stato abbozzato un nuovo progetto
missionario per laici impegnati che avranno la
possibilità di fare un'esperienza in comunità anco-
ra più carenti di interventi formativi, dove è stata
constatata grande necessità di laici brasiliani (vi-
sto che italiani non ce ne sono) che facciano un la-
voro di promozione umana e allo stesso tempo di
evangelizzazione. Sarà un'esperienza molto bella.
«In questi anni il tempo è volato - hanno scrit-
to in una delle ultime missive indirizzate alle loro
famiglie - e ci stiamo affezionando molto a questa
città, a questa terra che nella sua povertà ci sta in-
segnando e impartendo vere lezioni di vita.
Claudio e Annarosa Bonvicini sono i primi lai-
ci della comunità parrocchiale di Forette-S. Mar-
tino andati in terra di missione. La giovane cop-
pia di sposi ha saputo affrontare con coraggio
un'esperienza unica, mettendosi al servizio dei
più bisognosi, contribuendo così allo sviluppo so-
ciale della parte più povera del Brasile.
E con altrettanto coraggio Annarosa ha vissu-
to l'evento della maternità, per tutte le donne un
momento delicato e di apprensione, tanto più per
lei, lontana dalla propria casa e dai propri fami-
liari. Sicuramente per loro, presi com'erano in
servizi ben più impegnativi, non c'è stata la corsa
alla carrozzina firmata o al biberon super acces-
soriato. Hanno ricevuto in dono dai ragazzini bra-
siliani i giochini poveri costruiti con le canne e
qualche dolce di manioca.
Don Bosco, vieni in Africa!
La casa dove vivo provvisoriamente si affaccia su
un cortile abbastanza ampio. È dei salesiani, i quali
da pochi anni hanno assunto la Parrocchia «San
Paolo»: tra le più popolate e popolari del luogo. La
borghesia coloniale aveva altre chiese in Luanda
con più di quattrocento anni di vita.
Lasituazione privilegiata in cui mi trovo mi per-
mette di osservare con discrezione ed a lungo il me-
todo ormai rinomato dei Salesiani, come educatori.
L'afflusso continuo di gente sconosciuta che viene,
spontaneamente, a parlare coi salesiani è interrotto
soltanto dalla necessità di riposo. Come la Chiesa
predilige i poveri, così i Salesiani preferiscono la
gioventù povera. Vorrei che notaste il fatto che i gio-
vani fin dal mattino presto vengono dai sacerdoti ed
è sera inoltrata, quando ritornano e si separano da
loro. C'è sempre chi gioca al pallone, chi corre, chi
salta, chi fa prove di canto. Tempo fa ho assistito ad
una accademia allestita da questi giovani che cre-
scono sotto l'influsso educativo dei figli di Don Bo-
sco. Durante questo mese di ottobre, alle otto e mez-
za della sera, si riuniscono una cinquantina di gio-
vani di entrambi i sessi, i quali passeggiando avanti
e indietro per il cortile, recitano il rosario. Alla fine,
poi, c'è una breve esortazione di carattere spiritua-
le, dopo di che se ne ritornano, rispettosamente e in
ordine, alle loro case. Osservando questo spettacolo
provo un po' di consolazione anch'io che vivo angu-
stiato per il problema della gioventù in una citta che
supera il milione di abitanti e dove, indiscutibil-
mente, la maggioranza della popolazione ha meno di
trent'anni. V-atmosfera di incertezza che la guerra
prolungata ha finito per istaurare: l'aumento della
criminalità minorile, l'avvilimento, la seduzione
dell'ateismo. Chi non vede che tutto questo toglie il
sonno a noi che amiamo la Chiesa ed abbiamo
un'idea di Patria? E se volgo lo sguardo all'intero
continente africano, non penso che il grido possa es-
sere altro se non questo: «Don Bosco, vieni in Afri-
ca! Vieni per aiutarci e darci una mano per questa
gioventù di qualità (valori) esimie. Veri diamanti
che hanno bisogno d'essere levigati!».
Alessandro do Nascimento
Cardinale Arcivescovo di luanda (Angola)
Presidente «Caritas» internazionale
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Il Rettor Maggiore
ai membri
della Famiglia Salesiana
e a tutti gli amici
di Don Bosco
Carissimi,
il 1989 comincia con la conclusione dell'Anno di
Grazia indetto dal Santo Padre per il centenario della
morte di Don Bosco. Tutti noi lo abbiamo vissuto con
grande partecipazione e commozione. Lodiamo insie-
me il Signore, Datore di ogni dono. Diciamo poi il no-
stro grazie al Papa Giovanni Paolo Il, il quale ha dato
forza alle celebrazioni con la lettera apostolica sul si-
gnificato della commemorazione e con il pellegrenag-
gio personale, così paterno e vivo, ai luoghi di Don
Bosco all'inizio di settembre.
Sento però anche il dovere di dire un GRAZIE a
tutti voi, che tanta parte avete avuto nella riuscita del-
le celebrazioni, da quelle più importanti e centrali, a
quelle quasi anonime, ma non meno sentite, di tante
ispettorie, centri e parrocchie di ogni parte del mon-
do, come io stesso ho potuto con gioia constatare più
d'una volta. Davvero è stato un coro di ammirazione,
di devozione e di invocazione: Don Bosco è stato chia-
mato in causa in molte forme, per la sua originale san-
tità e in riferimento alla situazione della nostra società
e in particolare della gioventù, che ha oggi bisogni
non meno impellenti che nel secolo scorso.
Proprio questo appello mi dà lo spunto per un pen-
siero che è anche un augurio e un impegno: se è così
attraente la figura di Don Bosco e sono così richiesti il
Suo intervento e la Sua opera, noi sappiamo che oggi
il Don Bosco che deve testimoniare e intervenire, fa-
cendosi carico di persone e situazioni, siamo noi! Noi,
tutti, siamo il Don Bosco in atto, che continua a vivere
il Vangelo e a prendersi cura dei giovani. È un'affer-
mazione che si fonda su quella stessa fede che Egli ha
dimostrato in circostanze difficili, pensando che «nulla
è impossibile a Dio» .
Si tratta di fare della conclusione del centenario un
nuovo inizio, rafforzati da quanto in questo anno ab-
biamo visto, udito e constatato. È nelle nostre mani la
lettera del Papa «Juvenum Patris», piena di suggeri-
menti e di inviti, così protesa verso l'avvenire, che si-
gnifica soprattutto GIOVENTÙ. E quante cose ancora
ci ha detto il Santo Padre nelle indimenticabili giorna-
te di Torino e del Colle delle Beatitudini giovanili!
Se Egli ha parlato a tutti - è Maestro della Chiesa
e, possiamo dirlo, dell'Umanità - , noi dobbiamo ri-
sentire e meditare tutto ciò come detto in particolare
per noi. La santità, l'azione, lo zelo, la bontà di Don
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Bosco infatti devono rivivere soprattutto in noi, che
siamo e vogliamo essere Suoi Figli e continuatori.
Nella Strenna '89 mi richiamo a un aspetto parti-
colarmente urgente di questo nostro impegno. Una
delle caratteristiche di Don Bosco fu la volontà di
coinvolgere il numero più grande possibile di perso-
ne nel suo apostolato giovanile, tanto Egli era per-
suaso dell'essenziale importanza di esso. È su questa
linea che Vi invito a operare : «le speranze suscitate ci
sollecitano»! Si trata di fare in modo che molti senta-
no la spinta interiore a seguire la via del Signore
con Don Bosco nelle diverse e geniali forme che Egli
ci ha lasciato in eredità: c'è la vita consacrata, c'è
l'impegno laicale, ci sono le mille iniziative che da
molte parti uomini e donne di buona volontà metto-
no in atto per aiutare la gioventù. Aggiungiamo dun-
que al nostro rinnovato impegno personale e di Fa-
miglia, una più mordente azione per individuare e
sostenere le vocazioni. Il Padrone della messe non
manca di seminare in mezzo al mondo. Sta a noi pre-
gare, curare, promuovere e operare, perché quanto
Dio semina abbia un seguito e concorra a portare
aiuto a tanti giovani che il mondo va emarginando in
sempre nuove maniere.
Dobbiamo convenire che oggi quanto compie l'in-
tera Famiglia Salesiana nel mondo è assai grande, ma
quello che bisognerebbe fare è ancora molto di più.
Urge darci da fare per le vocazioni, tutte, della nostra
Famiglia e della Chiesa: è uno dei modi più efficaci
per dare verità ulteriore ai «sogni» di Don Bosco. Così
la conclusione del centenario diventa inizio, gioioso e
impegnato, perché il dono che Dio ha fatto alla Chiesa
e all'umanità in Don Bosco continui con rinnovato vi-
gore e amore la stessa Sua opera.
Con particolare affetto auguro a tutti un Felice
Anno 1989 . Il nostro buon Padre ci ottenga dal Si-
gnore la magnanima operosità del suo «cuore ora-
toriano ».
Don Egidio Viganò

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Caro Don Bosco,
ti voglio fare una domanda che, mi pare sia nella mente e sulle labbra di tanti genitori
ed educatori della nostra diocesi.
Abbiamo capito che dobbiamo aiutare i ragazzi a essere «onesti cittadini e buoni cri-
stiani», e che dobbiamo educarli alla purezza dell'amore perché la propria valorizzazione e
la trasformazione della società avviene prima di tutto per ciò che si è. Ma poi, che cosa gli
facciamo fare? Che mestiere dobbiamo insegnare loro? In quale attività dobbiamo impegnar-
li perché esprimano sé stessi e collaborino alla costruzione di un mondo nuovo?
È il problema della vocazione, il tema della professione.
Ogni educazione umano-cristiana deve sfociare necessariamente nella scelta di una pro-
fessione, di un ministero, di un mestiere, e nella sua realizzazione.
lo non ho mai proposto ai ragazzi di scegliere la professione in base ai soldi che
avrebbero guadagnato e agli onori terreni. Sono una paga che a tempo lungo non paga,
non basta a nessuno.
Li ho sempre invitati a scoprire la chiamata del Signore, a individuare il servizio che
Lui ci chiede in favore della comunità umana.
Sono certo che il Signore affida a ciascuno una missione da compiere nel mondo, in-
dica a tutti la strada per la quale camminare per arrivare alla salvezza eterna nel Para-
diso di Dio.
È Dio che chiama.
Non basta quindi scegliere una strada perché piace, oppure perché spinti a intrapren-
derla. Ma guardare un po' quanti si avviano a una professione che poi abbandonano; contate
quanti s'iscrivono all'università e quanti sono quelli che la concludono!
...Accogliete questa lettera come una ripetuta proposta educativa a cui mi impegno an-
ch'io come espressione del mio coinvolgimento nella vostra vita quotidiana fatta di gioie e fa-
tiche; e anche come avvio a un dialogo schietto e sereno dentro ogni famiglia, e che voi conti-
nuerete, aggiornerete, completerete.
Vorrei esporvi una mia convinzione, a conclusione di questa chiacchierata: i falli-
menti educativi hanno origine principalmente dalla crisi della famiglia. Per evitarli dob-
biamo curare la famiglia, rafforzare i legami, creare uno spirito familiare in ogni am-
biente educativo.
Durante la mia vita di educatore ho sempre cercato di riprodurre la struttura della fa-
miglia, ma soprattutto il suo spirito.
Un corrispondente parigino in visita a Valdocco aveva perfettamente intuito in poche
ore che tutti quei ragazzi e adulti «vivevano insieme in famiglia».
Oggi si rischia di trasformare la famiglia in albergo. Riscopriamo il valore della fami-
glia, difendiamola, costruiamola. Sentitevi della vostra famiglia, non estranei o nemici. La
familiarità porta amore, e l'amore produce confidenza, convivenza, unione.
(da «Don Bosco ci scrive» del Card. C.M. Martini)
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«COOPERATORI DI DIO»
Don Aubry ci presenta la terza edizione del
MANUALE
DI FORMAZIONE E DI PREGHIERA
DEL COOPERATORE
Carissimi fratelli Cooperatori,
Carissime sorelle Cooperatrici
foderina di plastica per una buona
conservazione del Manuale; lo ren-
de anche più facilmente tascabile.
Il carattere di stampa scelto è lo
stesso delle edizioni precedenti.
L'illustrazione è stata particolar-
mente curata.
Queste illustrazioni non sono state
introdotte solo per rendere il Ma-
nuale più «bello» o più «vario» o per
completare l'informazione (come nel
caso dei ritratti dei nostri santi). Do-
vrebbero aiutare alla contemplazione
e alla preghiera, un po' come le ve-
trate o i mosaici in una chiesa.
È uscita nel febbraio 1989, come
un frutto maturo dell'Anno cente-
nario, la nuova edizione del «vo-
stro» Manuale. È la terza edizione
«moderna», dopo quella del 1977 e
del 1981.
Forse non sapete che il «Manua-
le di formazione e di preghiera» del
Cooperatore non è una novità di
questi anni di rinnovamento. Il pri-
mo vide la luce nel lontano 1905
(diciassette anni appena dopo la
morte di Don Bosco) e portava la
firma illustre di mons. Pasquale
Morganti, fervente Cooperatore,
vescovo di Bobbio, poi arcivescovo
di Ravenna. Il secondo nel 1957
era dovuto alla penna e all'espe-
rienza di Don Guido Favini, allora
«segretario generale» dei coopera-
tori. Il rinnovamento postconcilia-
re e il rilancio dell'Associazione
rendevano necessaria una edizione
«moderna»: venne nel 1977 in oc-
casione del Centenario della fonda-
zione dei Cooperatori (1976), a
cura di Don Armando Buttare/li,
delegato nazionale, e di Don Jo-
seph Aubry, della Casa Generalizia,
sotto il titolo ormai ben conosciu-
to: «Cooperatori di Dio».
Stampato con cura dal nostro Isti-
tuto di Arti Grafiche del Colle Don
Bosco, a due colori, con belle illu-
strazioni, fu subito accolto con gran-
de piacere. La tiratura era di 5.000
copie: non tardarono ad essere diffu-
se in tutta Italia. Così che nel 1981 fu
necessaria una ristampa, con pochi
ritocchi (detta 2a edizione), tirata a
4.000 copie... Si capisce che, dopo
otto anni, una 3a edizione si faceva
aspettare: i «nuovi» Cooperatori ri-
manevano senza Manuale!
Ecco dunque questa nuova edi-
zione, ordinata da Don Alfonso Al-
fano, delegato nazionale della Con-
ferenza nazionale, curata dallo
stesso «amico dei Cooperatori» che
aveva già curato le due edizioni
precedenti, tirata questa volta a
10.000 copie, segno che i Coopera-
tori si vanno moltiplicando!
I. ASPETTO ESTERIORE
E CARATTERISTICHE TECNICHE
Si è voluto un Manuale non
meno bello di quello delle edizioni
precedenti, perché il Cooperatore
abbia piacere a usarlo anche per la
sua bellezza esteriore. Il formato re-
sta lo stesso 10,4 x 15 cm., giudi-
cato comodo. La carta è di qualità
migliore: tipo «india» satinata (50
grammi), che permette una buona
riproduzione delle numerose foto,
di colore leggermente giallo, che dà
eleganza al rosso stampato, abba-
stanza fine per non aumentare lo
spessore delle 576 pagine. La rile-
gatura è solida. La copertina rigida
con balacron (specie di plastica) si
presenta in cinque colori a scelta,
non troppo vivi per un manuale di
preghiera, ma salesianamente at-
traenti. Si è verificata l'utilità della
II. IL CONTENUTO
E L'ORIZZONTE SPITUALE
1. Tre caratteristiche fondamentali
Per utilizzare al meglio possibile il
Manuale e non cercarvi ciò che non
si è voluto mettere, occorre tener
presenti queste sue tre caratteristiche.
a) È destinato al Cooperatore Sa-
lesiano. Quindi non sostituisce il
messale, né i libri di preghiera conce-
piti per semplici cristiani (ad esempio
quelli che offrono lodi e vespri per
tutta una settimana), nè i libri di
canti... Offre invece abbondante ma-
teria propriamente salesiana: infor-
mazioni, devozioni, orizzonti della
nostra Famiglia..., quasi una piccola
somma di salesianità.
b) Non è solo un libro di pre-
ghiera; è anche un libro di forma-
zione iniziale e permanente e persi-
no di meditazione. È la ragione per
cui vi si trovano lunghe pagine di
riflessioni spirituali e dottrinali, le
preghiere stesse essendo spesso in-
trodotte da spiegazioni o didascalie
che vanno meditate. Il sotto-titolo
del Manuale è: «Per vivere e prega-
re da vero salesiano nel mondo».
c) È stato concepito innanzitut-
to per l'uso personale. Certo, non
mancano gli elementi per l'uso co-
munitario: lodi, vespro, incontri di
preghiera per il 24 e il 31 del mese,
tutta la 7a parte «essere insieme», i
canti, tante preghiere che possano
essere dette in gruppo. Il «Manua-
le» vorrebbe essere il compagno
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quotidiano «nelle mani» del Coo-
peratore singolo, che vi trova ali-
mento per informarsi, formarsi, ri-
flettere, pregare, crescere.
2. Cambiamenti e novità
di quest'ultima edizione
Per non aumentare né lo spesso-
re né il prezzo del Manuale, è stato
mantenuto il numero di pagine del-
le edizioni precedenti: 576 già
molto); ma l'impaginazione è cam-
biata. E siccome si dovevano intro-
durre alcune novità, si è dovuto an-
che togliere alcune cose delle edi-
zioni precedenti.
a) Un Manuale più salesiano
Dietro domanda di alcuni di voi
sono stati introdotti nuovi elementi
direttamente salesiani, in particolare:
- elenco più completo dei
Gruppi della Famiglia Salesiana;
- la maggiore novità: J20 pen-
sieri di Don Bosco ai suoi Coopera-
tori e Cooperatrici, sempre con in-
dicazione dei destinatari, della data
e delle fonti .
b) Il problema dei canti
Il primo progetto di questa 3•
edizione non prevedeva più nessun
canto: per le riunioni di Cooperato-
ri ci sono sempre libri e libretti di
canti! Poi si è cambiato idea: «Met-
tiamone alcuni per cavar d'impiccio
in certe celebrazioni o riunioni». Ma
quali?... I canti salesiani, va bene.
Ma quali altri?... Un gruppo di
Cooperatori romani ha fornito una
lista. Non si può sperare che con-
venga a tutti per tutte le circostanze.
Conclusione: prendete conoscenza
dei 31 canti che sono stati inseriti,
utilizzateli al meglio, e non cercate
ciò che non si è potuto mettere!
c) Il cartoncino volante
Il Manuale contiene una scheda vo-
lante di 4 paginette ( come nell'edizio-
ne dell'81), che vorrebbe rendere il
servizio seguente. Nelle riunioni (ma
anche indiividualmente), quando si
vuol pregare le Lodi o il Vespro, di-
venta un po' fastidioso utilizzare
sempre la stessa formula. Il cartonci-
no vi offre indicazioni per «costrui-
re» voi stessi, con un po' di santa im-
maginazione, delle Lodi e dei Vespri
nuovi, che però conservano la strut-
tura liturgica, utilizzando elementi
presenti nel Manuale.
CONCLUSIONE
1. Il Manuale è stato concepito e
fatto per i Cooperatori. Ma certa-
mente molti altri membri della Fa-
miglia Salesiana lo possono usare
con frutto, in particolare Exallievi
ed Exallieve, amici e benefattori vi-
cini al nostro spirito, ragazzi e ra-
gazze attratti da Don Bosco. Può
essere un bel regalo da offrire, con
discernimento .
2. Questo Manuale corrisponde
a una delle principali idee e realiz-
zazioni di Don Bosco prete educa-
tore: mettere nelle mani dei giovani
e degli adulti uno strumento adatto
e stimolante · per la loro vita e la
loro preghiera. Con tali intendimenti
Don Bosco stampò il Giovane prov-
veduto per i giovani, e la Chiave del
Paradiso per gli adulti. Ma uno
strumento, per quanto perfetto,
non è mai magico! Il Manuale, per
servire veramente, va usato con
umile fede, con autentica «pietà»
salesiana, con desiderio di «vivere»
i suoi contenuti.
3. Non so quanto tempo ci
vorrà per esaurire le 10.000 copie
stampate. Comunque, l'esperienza
insegna che non è mai troppo pre-
sto per mandare ai responsabili i
suggerimenti di miglioramento, per
proporre formule o testi che si au-
spica di trovare nella prossima
edizione. Se alcuni cambiamenti
vengono suggeriti da un uso fre-
quente del Manuale, altri invece_
appaiono meglio al primo fresco
contatto. Non esitate a scrivere a
Don Alfano o a me.
4. Qualche volta, sfogliando il
Manuale, pregate per me. Grazie
di cuore.
Joseph Aubry
Pisana, 31 gennaio 1989
PREGHIERA SEMPLICE E VITALE
1. Le esigenze della chiamata evangelica e l'esperienza personale insegnano al Coo-
peratore che, senza l'unione con Gesù Cristo non può nulla. Da lui riceve lo spirito che lo
illumina e gli dà forza giorno per giorno.
2. Caratterizzata dallo spirito salesiano, la sua preghiera è semplice e fiduciosa,
gioiosa e creativa, impregnata di intenso ardore apostolico: soprattutto è aderente alla
vita e si prolunga in essa.
3. Trasforma la sua vita in una liturgia di lode: il lavoro, il sollievo, le iniziative apo-
stoliche, le gioie e le sofferenze sono così vissute nel Signore e diventano un dono a Lui
gradito e un «inno alla sua gloria».
(RVA, 32)
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POLISPORTIVE
GIOVANILI
SALESIANE
AMBIENTE
ESTRUTTURA
PRMLEGIATA
DI ANIMAZIONE
PER ICOOPERATORI
SALESIANI
Concorrere alla progressiva formazione
integrale e sociale dei ragazzi e dei gio-
vani valorizzando la loro domanda edu-
cativa e la prassi di promozione umaniz-
zante dello sport.
8/40
Identità giuridica
L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE «POLI-
SPORTNE GIOVANILI SALESIANE» è pro-
mossa da due Enti che hanno come finalità di
tradurre nel contesto socio-politico italiano
quelle iniziative che aiutano i giovani a matura-
re scelte di libertà attraverso itinerari educativi:
l'Ente C.N.O.S. (Centro Nazionale Opere Sale-
siane) e l'Ente C.I.O.F.S. (Centro Italiano Ope-
re Femminili Salesiane). Essi sono garantiti del-
la serietà e della legittimità con cui l'Associazio-
ne P.G.S. svolge la sua attività.
La loro responsabilità, di fronte allo Stato e
agli altri Enti, è che la P.G.S. presenti, attraverso
lo sport, una proposta educativa originale con
una specifica identità, e sia ad essa fedele, pur
nella consapevolezza operativa che ciò comporta
un continuo ripensamento ed approfondimento
delle motivazioni che ci fanno scegliere l'ambito
sportivo come «ambito educativo».
L'Associazione P.G.S. è riconosciuta dal
C.O.N.I. quale ENTE DI PROMOZIONE
SPORTIVA (Delibera n. 17 del 22 febbraio
1979) e dal Ministero dell'Interno quale ENTE
NAZIONALE A CARATTERE ASSISTENZIA-
LE (Decreti del Ministero dell'Interno n.
106255/ 12000.A (78) del 22 febbraio 1984 e
n. 14116/ 12000.A (78) del 17 ottobre 1985).
L'Associazione Nazionale P.G.S. ha sede a
Roma in Via Marsala n. 42.

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SPECIALE
GIOVANI
Campi-scuola: Si cura la professionalità, lo
stile educativo dell'animazione, la spiritua-
lità giovanile come motivazione e la sinto-
nia con il sistema educativo di Don Bosco.
Il cortile è «luogo privilegiato di educazione».
Identikit P.G.S.
Secondo le premesse su esposte l'Associazio-
ne P.G.S. esprime nel mondo sportivo l'identità
di una ASSOCIAZIONE CRISTIANA CHE
PROPONE UN ITINERARIO EDUCATNO.
L'Associazione P.G.S. esprime nel mondo
sportivo un progetto educativo ispirato a S.
Giovanni Bosco. Nascendo da una centenaria
esperienza originale tra i giovani, la P.G.S. fa
suoi il rispetto e l'accoglienza di tutte le genui-
ne istanze della situazione giovanile, che pone
alla base della sua progettazione educativa.
L'attività P.G.S. privilegia il MONDO GIOVA-
NE, maschile e femminile, dal periodo della pri-
ma formazione alla giovinezza matura, pur non
trascurando di esprimere le sue potenzialità an-
che nel settore degli ADULTI e degli ANZIANI.
Per i giovani studia e propone - in modalità
che riflettono l'impegno educativo sempre pre-
sente - una PROPOSTA SPORTNA capace di
dare senso alla domanda di vita dei giovani e di
far maturare il loro bisogno di aggregazione, fino
a sfociare in scelte libere di VOLONTARIATO.
Nel contesto odierno in cui i ruoli maschili e fem-
minili sono chiamati a completarsi, nell'interno
dell'Associazione si vive un sincero desiderio di
complementarietà e di reciprocità, collaborando
agli obiettivi di fondo :
1) aiutare il ragazzo nel suo processo di
crescita, partendo dal punto in cui si trova:
scelte e interessi che lo caratterizzano;
2) dare continuità e convergenza ai propri
interventi educativi, così da essere, per i giovani,
«modelli di riferimento» ed «educatori credibili»;
3) favorire sempre di più la partecipazione,
sia a livello di «dirigenti-animatori», sia a livello
di «giovani», perché questi ultimi condividano
sempre più consapevolmente il PROGETTO
EDUCATNO in cui sono inseriti e gli adulti si
pongano loro accanto avendo chiaro lo spirito
che li anima in questa «presenza tra i giovani»;
in modo che l'attività sportiva non si esaurisca
nei «carripionati» o nelle «feste» ma, nella loro
programmazione, ci sia spazio per la crescita
armonica di tutta la persona.
Itinerario sportivo-educativo
Nel suo programma di formazione sporti-
va, la P.G.S. è attenta alle esigenze delle va-
rie tappe dell'età evolutiva. Per questo si ispi-
9/41

1.10 Page 10

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ra ad un itinerario educativo che parte dalla
FORMAZIONE DI BASE LUDICO-MOTO-
RIA (Centri Olimpia) , awia alla FORMAZIO-
NE PRE-SPORTNA (Propaganda Mini) e
realizza ESPERIENZE SPORTNE SPECIFI-
CHE (Tomei a livello regionale, con finali
nazionali) , finalizzate alla formazione globale
della personalità.
La P.G.S. è aperta a servizi sportivi diffe-
renziati, in risposta alle esigenze del territorio
(Cf. STATUTO P.G.S. art. 6) .
Collaborazione aperta
L'Associazione P.G.S. per la realizzazione
di queste sue finalità è aperta alla collaborazio-
ne con gli altri ENTI DI PROMOZIONE SPOR-
TNA, con le FEDERAZIONI SPORTNE NA-
ZIONALI e con il C.O.N.I., impegnandosi a
portare il proprio contributo:
- nel mondo ecclesiale offrendo la pro-
pria collaborazione educativo-pastorale alle
comunità cristiane impegnate nella pastorale
giovanile;
- nel mondo salesiano ponendosi tra le
«proposte associative» offerte ai ragazzi e ai
giovani, in sintonia con le loro esigenze di pro-
tagonismo, in un processo di socializzazione e
di maturazione della loro personalità (Cf. STA-
TUTO P.G.S. art. 3).
Formazione e qualificazione
degli operatori P.G.S.
Un particolare prodigarsi è attuato dall'As-
sociazione P.G.S. nella formazione e qualifica-
zione degli «operatori», nella varietà dei ruoli
sportivo-educativi, nel contesto del suo Proget-
to, s'impegna alla PROMOZIONE DEL VO-
LONTARIATO nel servizio educativo-sportivo.
Per questo ne cura la professionalità attraver-
so i CAMPI SCUOLA ESTM (regionali e nazio-
nali), animati secondo lo stile della spiritualità
giovanile salesiana e in sintonia col sistema edu-
cativo di Don Bosco (STATUTO P.G.S. art. 5).
...e apertura al seroizio
L'art. 9 dello STATUTO P.G.S. apre le pos-
sibilità di ADESIONE ALL'ASSOCIAZIONE
10/42
lA SCELTA DELLO SPORT
Nel programma di formazione sportiva l'As-
sociazione è attenta alle esigénze delle varie
tappe dell'età evolutiva; predispone, quindi,
un itinerario educativo che parte dalla for-
mazione di base ludico-motoria, avvia alla
formazione pre-sportiva e realizza esperien-
ze sportive specifiche, anche agonistiche, fi-
nalizzate alla maturazione globale della per-
sonalità. È aperta a servizi differenziati in ri-
sposta alle esigenze del territorio.
P.G.S. a tutte le Associazioni e Gruppi Sportivi
che condividono la cultura sportiva P.G.S. e le
sue finalità educative nell'esperienza sportiva.
Se è vero quanto è stato affermato che
«noi adulti siamo gli amministratori dei desideri
di vita dei giovani», è comune responsabilità
continuare nel cammino che Don Bosco ci ha
indicato, donandoci ai giovani con responsabi-
lità e gioia, competenza ed entusiasmo.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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CON
GIOIA
R ESS
MIGLI
LORETO
momento (23 novembre), abbiamo prattutto alla presenza delle suore
avuto in ispettoria 77 nuovi Coo- di Maria Ausiliatrice che , a San
Domenica 23 novembre si sono peratori così distribuiti:
Giovanni, hanno animato la scuola
riuniti a Loreto i componenti del
Comitato responsabili regionali
ANCONA
CANNARA
10
materna e l'oratorio fin dal ,1949
15
chiamate dall'allora decano Don
dei Cooperatori, una équipe ri-
FUSIGNANO
9
stretta del Consiglio ispettoriale,
GUALDO T.
5
che ha il compito di coordinare
LUGO
2
l'attività dei Centri nelle varie re-
ORTONA
28
gioni della nostra ispettoria.
Nella riunione tutti sono stati
messi al corrente di quanto è
emerso nella Scuola Delegati di
Torino. Sono stati presentati i sus-
sidi formativi per l'anno in corso.
Uno dei sussidi di cui si sentiva
la necessità era proprio questo
«itinerario». Da tempo si auspica-
Altre promesse sono previste
per la chiusura del centenario. I
nuovi Cooperatori (un buon terzo
sono giovani!) ci danno la certezza
che Don Bosco continua ad avere
il suo irresistibile fascino. Occor-
re solo proporre questa interes-
sante vocazione laicale.
va un cammino omogeneo di pre-
parazione alla promessa per colo- FASSA
ro che aspirano a diventare coo-
peratori.
Un bassorilievo
A tutti i responsabili regionali per Don Bosco
ne sono stati dati degli esempla-
ri in modo che possano farli co-
noscere ai Centri della propria
regione.
Ogni responsabile regionale
dovrà contattare i Centri della sua
regione per organizzare un incon-
tro regionale tra i Consigli locali
Don Bosco ha lasciato una im-
pronta indelebile per tutti i tempi.
Una testimonianza del vivissimo
ricordo a cent'anni dalla morte è
stata fissata nelle rocce del Vajo-
let. Quasi a voler sottolineare
quanto la sua figura e il suo spirito
per uno scambio di esperienze,
un momento di preghiera, e un
confronto in rapporto alla organiz-
zazione e funzionamento dei sin-
goli Centri.
A questo proposito i Consigli
siano imperituri.
Un bassorilievo del santo, dona-
to dai cooperatori salesiani di
Roma è stato cementato nella roc-
cia dalla guida alpina Tonj Rizzi
lungo il sentiero che da Gardeccia
locali della Romagna hanno fissato
il loro incontro per il giorno 11 di-
cembre a Forlì.
Da un esame della situazione
degli iscritti, risulta che in que-
st'anno centenario, fino a questo
porta al Vajolet.
Questa una delle iniziative pro-
mosse con entusiasmo per ricor-
dare il centenario anche in Val di
Fassa ove la Figura è particolar-
mente viva e venerata, grazie so-
Fortunato Rossi.
Una suggestiva cerimonia di
inaugurazione del segno devozio-
nale posto in un punto strategico e
che sarà, pertanto, motivo di ri-
flessione per i numerosi turisti, è
stata appunto organizzata dalle
suore di San Giovanni in collabo-
razione con i giovani del Centro
Fassa e del parroco di Pera Don
Bruno. L'ora insolita (19,30), la
bassa temperatura e l'oscurità non
hanno intimorito i molti parteci-
panti giovani e meno giovani: una
processione di... lanterne si è av-
viata dal Gardeccia per giungere
fin sotto le rocce del Vaiolet ove
da quest'anno Don Bosco è diven-
tato di... casa. Un falò ha raccolto
tutti intorno al Santo dei giovani
contribuendo a creare un atmosfe-
ra ricca di sentimento e stupenda-
mente adatta alla riflessione.
«Don Bosco ha scalato la monta-
gna della santità attraverso un
camminare difficile da alpinisti
dello spirito». Con queste parole
si è ape..-ta la riflessione presiedu-
ta da Don Bruno che è scesa nel
cuore di tutti grazie anche ad una
appropriata animazione. Una ri-
flessione che ha rivelato quanto
sia in sintonia Don Bosco con le
nostre montagne. Concetto poi ri-
preso dalla preghiera comune:
«... Don Bosco, ora sei in mezzo at
nostri monti, alla nostra valle. Be-
nedici e proteggi coloro che pas-
11/43

2.2 Page 12

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sano su questo sentiero e che,
come Te , amano la natura e il
creato. Fa' che la tua presenza sia
sorgente di impegno per scalare
la montagna della santità».
Poi un momento di allegria nel-
l'accogliente rifugio Gardeccia
per ritemprare anche le membra
intirizzite. Un momento di fraterni-
proprio come vuole lo spirito
salesiano.
**
Locale, base e fulcro dell'Associa-
zione, in cui il Cooperatore si for-
ma per poter svolgere all'esterno
un servizio sempre più qualificato
ed autenticamente salesiano. I mo-
menti di preghiera, la Buonanotte
data da Don Alfonso, la Celebra-
zione eucaristica, sono stati vissuti
con intensa partecipazione sen-
tendosi in comunione con tutti i
Cooperatori che cercano di vive-
re nel mondo il carisma lasciatoci
dal nostro Fondatore Don Bosco.
FIGLINE VALDARNO
Il 7 dicembre, vigilia della so-
lennità dell'Immacolata Concezio-
ne, durante la Celebrazione Euca-
ristica delle 17 ,30, nella Chiesa
dei Salesiani di Figline Valdarno,
si è svolto un evento eccezionale;
trenta nuove Cooperatrici hanno
emesso la loro Promessa nelle
mani dell'Ispettore Don Pasquale
Liberatore, alla presenza del de-
legato Regionale Don Alfredo
Fabbroni e del direttore della
Casa Salesiana Don Antonio Orsi.
Le cooperatrici, preparate da
Don Giuseppe Bandini loro Dele-
gato e da Maria Barbieri, Coordi-
natrice Regionale, venuta per
l'occasione da Livorno, hanno vis-
suto un momento di grande spiri-
tualità e commozione insieme a
tutti i presenti.
Maria Ausiliatrice e Don Bosco,
a conclusione dell'Anno Centena-
rio , si sono mostrati verso Figline,
generosi di grazie e benedizioni.
Giulia Nella Russo Simonti
Lucca. 7-8 geIIIl.aio 1989. Scuola animatori Toscana .
Lucca. I Cooperatori Gisella e Mari-
no e Sr. Maria Grazia animatori de
L 'Isola D'Elba. V
LUCCA
Scuola Anim.atori
Ha avuto luogo ad Arliano il 7 e
8 gennaio la Scuola Animmatori
per Coordinatori, Consiglieri dei
centri Locali, Delegati e Delegate.
Erano presenti 8 Centri su 11 eret-
ti canonicamente nella nostra re-
gione. Relatore Don Alfonso Alfa-
no Delegato Nazionale, che ha
svolto i temi: «Itinerario formativo
permanente e per l'Aspirante
Cooperatore» e «Identità e strate-
gie di rilancio».
Attraverso i gruppi di studio i
partecipanti hanno avuto modo di
tentare una verifica del cammino
formativo nel Centro alla luce del
Regolamento di Vita Apostolica.
Interessante e animata la discus-
sione nei vari gruppi con uno
sguardo sempre puntato al Centro
12/ 44
Possiamo considerare questi
giorni un segno del Centeario nel-
la nostra Ispettoria dove i Coope-
ratori come tali non hanno assunto
in proprio alcuna iniziativa pur
partecipando attivamente a quelle
proposte dalla Famiglia Salesiana.
Gli animatori della Associazione
iniziano insieme questo cammino
di formazione che si svilupperà in
altri incontri, il 5 marzo e il 28
maggio, per concludersi l' 11 giu-
gno col Convegno Regionale al
quale sono chiamati a partecipare
tutti i Cooperatori. Al lavoro ora
nei Centri e, visto l'entusiasmo e
l'impegno dei partecipanti c'è da
ben sperare.
Maria Barbieri

2.3 Page 13

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L'ISOLA D'ELBA
In occasione del centenario di
Don Bosco, le Suore di Maria Au-
siliatrice e le animatrici dell' Istitu-
to Sacro Cuore di Rio Marina han-
no dato prova di passione educati-
va e di desiderio di unità, coinvol-
gendo l'Isola d' Elba in una lode-
vole iniziativa. Con lo slogan
«Giovani in festa camminano con
Don Bosco verso... », si è svolta
una festa salesiana che ha visto la
partecipazione di persone di ogni
età, in modo particolare di ragazzi
e giovani.
L'attenta e capillare preparazio- L 'Isola D'Elba. «Giovani: Don Bosco è vivo!». Sfilata tra le strade dell'isola.
ne ha dato i risultati sperati, supe-
rando anche resistenze psicologi-
che e «pastaorali» che molto spes-
so sono all 'orig ine del fallimento
delle iniziative.
«Don Bosco è vivo - ci ha detto
suor Maria Grazia - e noi voglia-
mo ricordarlo lasciandoci pene-
trare dalla sua via e dal suo amore
instancabile , che ci fa percorrere
le strade della storia per dire an-
che oggi, dopo cento anni, che
vogliamo vedere i giovani felici ,
adesso e per sempre».
Questo desiderio di servizio au-
tentico alla gioventù scaturisce
dall'essere profondamente impre-
L 'Isola D'Elba. Si prepara la marcia!
L'Isola D 'Elba. In marcia... con allegria.
13 / 45

2.4 Page 14

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gnante dello spirito salesiano.
Don Bosco , infatti, seppe essere
profeta nel suo tempo, sapendo
dare risposte educative adeguate
per liberare i giovani dalla schia-
vitù del bisogno, dell 'ignoranza,
della dipendenza.
Possiamo affermare che l'intui-
to profetico si è avvertito anche
domenica, proprio per il modo
con cui è stata proposta e vissuta
la festa.
Si sa: oggi la festa rappresenta
il trionfo del consumismo e della
chiusura in se stessi. Quella di
domenica, invece, è stato l'esatto
contrario: un'esplosione di gioia
nella semplicità delle forme e
delle «cose» usate e nel massimo
di apertura gli uni nei confronti
degli altri.
Centinaia di giovani, con stri-
scioni, cartelli, palloncini e cap-
pellini colorati, hanno sfilato da
Carpani al Centro dando vita ad
uno spettacolo di intensa ed alle-
gra partecipazione.
In piazza della Repubblica (pre-
cedentemente preparata con gu-
sto e semplicità, ma nella ricchez-
za dei colori) , grande festa con
canti, balli e rinfresco. Un plauso
particolare va agli animatori: il
gruppo musicale salesiano di Li-
vorno e l'instancabile Don Pier
Dante di Roma.
Tutto, dunque, nello spirito di
Don Bosco: un allegro e autentico
servizio ai giovani.
Pernate (Novara). Centro Cooperatori Salesiani, nuove promesse.
E alle sue «figlie» va un grazie
di cuore per la testimonianza.
Continuate così! ...
Nunzio Marotti
PERNATE (Novara)
Giovedì 8 dicembre, solennità
dell'Immacolata, nella nostra chie-
sa parrocchiale, alla presenza del
Sacerdote Salesiano Don Giuliano,
guida e animatore del nostro
gruppo di giovani all'oratorio,
cinque giovani pernatesi hanno
solenemente manifestato il loro
impegno cristiano con la promes-
sa di fedeltà all'associazione dei
cooperatori salesiani.
I loro nomi sono: Massimo Ro-
sa, Elena Bozzola, Stefania Mella,
Laura Ruzza e Barbara Uglietti.
Ad essi la nostra comunità augu-
ra di poter sempre gioiosamente
servire ai fratelli nello spirito di
generosa dedizione. Li accompa-
gnano al loro impegno con la no-
stra fraterna preghiera e solida-
le amicizia.
SICILIA
Marina cli Pisa. Un m omento cli festa, animato dai dinamici Cooperatori del Centro.
14/46
Il Centro CC dell'Istituto Don
Bosco di Messina , allo scopo di
rendere ancor oggi vivo lo spirito
ed il carisma del Santo dei giova-
ni, ha allestito una rappresentazio-
ne teatrale sugli episodi più signi-
ficativi' della sua vita.
Inoltre , in occasione della beati-
ficazione di Laura Vicufi.a ha offer-
to gratuitamente il viaggio ed il

2.5 Page 15

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soggiorno a Torino a due allieve
dell 'Istituto, distintesi per impe-
gno e disciplina.
«Anch' io mi chiamo Giovan-
ni» è il titolo del musical presenta-
to dal gruppo CGS «Life» di Bian-
cavilla, la cui prima è stata data a
Catania.
Tra belle musiche ed ottimi testi
è stato ben focalizzato l'anelito che
ha motivato tutta la vita di Don Bo-
sco: i giovani.
Il Delegato Ispettoriale, Don
Giuseppe Falzone, ha presenziato
le celebrazioni eucaristiche per la
consegna dei nuovi attestati.
A Mascali una cooperatrice ha
fatto la solenne promessa; a Sira-
cusa una cooperatrice ha fatto
promessa ed il marito ha presen-
tato domanda di iscrizione all 'As-
sociazione.
Ad Altofonte, presente anche la
Delegata ispettoriale, Suor Teresa
Vicari, si è svolta una simpatica
cerimonia per la consegna degli
attestati a dieci cooperatrici che
da tempo avevano chiesto di far
parte d e lla FS. Don Falzone, du-
rante l'omelia, ha spiegato come il
Cooperatore salesiano deve vive-
re il Vangelo ed operare per il
bene della Chiesa e della società,
avendo un'attenzione privilegiata
alla gioventù bisognosa.
Dopo la celebrazione eucaristi-
ca, le cooperatrici si sono strette
in allegria attorno ai propri dele-
gati, brindando per lo sviluppo
dell 'Associazione e per la realiz-
zazione delle mete fissate nel pro-
gramma 88-89 dal Consiglio Ispet-
toriale.
·
Per celebrare la giornata mis-
sionaria mondiale i CC di S. Teo-
doro hanno organizzato una fie ra
del dolce, mostrando così le loro
doti gastronomiche. La vendita ha
superato le aspettative! Non pote-
va mancare la preghiera che ha
fatto riflettere sul tema «Vocazio-
ne missionaria».
*
La Commissione
per l'università
e la r icerca
Tra le varie Commissioni di
stu dio costituite dalla Consul-
ta Nazionale dell'Apostolato
dei Laici ha iniziato i suoi lavo-
ri quella per l'Università e la
Ricerca.
Da una prima sommaria anali-
si , le priorità a cui fare inizial -
mente riferimento per le attività
della Commissione sono risulta-
te le seguenti: un'indagine volta
a ricercare tutti quegli organismi
e quel le realtà cattoliche che
operano, con modalità e finalità
di verse, in Università, affinché
ess i stessi possano prendere co-
noscenza dell'iniziativa e contri-
buire ai lavori.
Un tentativo di collaborazione
e coinvolgimento dei docenti , at-
traverso la promozione di incon-
tri e riflessioni sul rapporto
fede-cultura, tese a facilitare un
di alogo ed lJn confronto .
Un approfondimeto ed un'ana-
lisi contestualizzata alla situazio-
ne dell ' Università italiana, riper-
correndo i principali e più signi-
ficativi interventi legislativi in
materia, al fine di un più qualifi-
cato e proficuo intervento.
Successivamente a questo ini-
ziale lavoro la Commissione indi-
viduerà e approfondirà quegli
abiti e settori ritenuti più sign ifi-
cativi per un servizio effettivo
alla comunità ecclesiale, in linea
con le attività della Consulta.
Giornata Mondiale
della Gioventù
«lo sono la via, la verità e la vi-
ta» (Gv 14,6).
«I giovani cristiani, alle soglie
del 2000, riscoprono le radici apo-
stoliche della propria fede e si im-
pegnano attivamente nell'evange-
lizzazione del mondo contempora-
neo» ( Giovanni Paolo Il).
È questo il tema di fondo del-
la GMG che si articolerà in due
tempi:
- la celebrazione nelle Chie-
se particolari la Domenica delle
Palme;
- l'incontro mondiale col
Papa i I 19-20 agosto a Santiago di
Compostela.
Nel tema lanciato dal Papa si
possono i nd ivid uare tre idee
fondamentali che and r anno svi-
luppate e fatto oggetto di rifles--
sione e di preghiera:
IL CAMMINO VERSO IL
DUEMILA: questo può essere ri-
collegato all'antico cammino di
Santiago, come continuità stori-
ca del cammino della cristianità.
LA RISCOPERTA DELLE
RADICI APOSTOLICHE: è il
senso del pel Iegri naggio al sepol-
cro del grande Apostolo.
L'EVANGELIZZAZIONE DEL
MONDO CONTEMPORANEO: il
grande impegno dei giovanni. «lo
sono la via, la verità e la vita» di-
venta la pista di questo cammino,
in un mondo dove troppo spesso
prevale la cultura della morte a
quella della vita, della confusione a
quella della verità.
Renzo
15/ 47

2.6 Page 16

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Quindicinale di informazione e di cultura religiosa
L'edizione di metà mese del 85 è particolarmente de-
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Roma Aurelio - Tel 69.31. 341.
Direttore responsabile : GIUSEPPE COSTA
Redattore: ALFANO ALFONSO - Via Marsala, 42 -
00185 ROMA - Tel. 44.50.185; 49.33.51.
Autorlzz. del Trib. di Torino n. 403 del 16 febbraio 1949 - e .e . Po-
stal e n. 2-1355 intestato a: Direzione Ge nerale Opere Don Bosco -
Torino - e .e .P. 462002 intestato a Dir. Gen. Opere Don Bosco - Ro-
ma. - Per cambio d'Indirizzo inviare anche l'Indirizzo precedente.
Queste pagine non vogliono dare
una risposta (mai possibile genera-
lizzata, in quanto sempre relativa
alla persona, inserita in un preciso
contesto). Ma, nella consapevolez-
za della realtà di un fenomeno che,
col passare del tempo, è sempre
più difficile definire e circoscrivere,
intendono offrire uno stimolo agli
educatori , in particolare ai genitori:
per una riflessione il più possibile
seria, documentata e serena sulla
fondamentale importanza che, in
questo come in altri campi, può e
deve assumere l'azione educativa.
Se è sempre difficile, soprattutto
come genitori, un intervento tardivo
di recupero , è invece possibile una
più efficace opera di prevenzione,
che si realizza nella quotidianità
dei rapporti, dove non sono possibi-
li deleghe ma ci si «mette in gioco»
ogni momento con i nostri gesti, le
nostre scelte, i nostri esempi.
16/ 48