Siamo un'Associazione eccle-
siale ufficialmente riconosciuta, si
vota a norma del diritto canonico
e viene fatta la domanda di rito
per l'accettazione dell'incarico.
Allora cosa si può fare di meglio
se non essere aperti e disponibili
all'azione dello Spirito?
È un «rischio» che va accettato
incondizionatamente.
Nel circuito, poi, della chiamata
specifica trovano spazio tutti gli
ambiti a cui sono chiamati i buoni
cristiani e quindi i Cooperatori se-
condo le attitudini, la preparazio-
ne e le doti di ciascuno: famiglia,
lavoro socio-politico, volontaria-
to, cultura ecc.
4. Ogni struttura organizzativa
deve essere consapevole del pro-
prio ruolo e dei propri compiti.
L'Associazione non distribuisce
cariche ma affida incarichi. E
questi devono avere il peso «con-
diviso».
Non si può demandare ogni in-
combenza al Coordinatore, né
fare affidamento esclusivo sul De-
legato. C'è una diversità di ruoli,
di mansioni e di competenze che
va rispettata secondo le norme
dettate dal RVA: decisioni ponde-
rate e collegiali, iniziative comuni
che vedano coinvolti tutti i com-
ponenti del Centro con compiti
specifici, partecipazione a tutti i
livelli alla vita di Centro, non sot-
tovalutando quegli aspetti di ca-
rattere economico che permetto-
no una gestione operativa conve-
niente al Centro stesso e all'Asso-
ciazione tutta.
Di capitale importanza, inoltre,
l'informazione e il collegamento
organizzativo e decisionale corre-
lato alla dinamicità della nostra
struttura:
- i Consigli locali con il Coor-
dinatore locale, e questi con il
Consiglio ispettoriale;
Eeducazione dei giovani all'amore è certamente uno dei
punti nodali dell'educazione alla fede. Se c'è un aspetto dove
i cambiamenti culturali hanno portato uno sfascio nella con-
dotta e insieme una necessità di ripensamento è proprio que-
sto. A causa di una visione distorta dell'amore, molti giovani
non sono più capaci di vivere la grazia di Cristo; ecco un
ostacolo deleterio per la crescita nella fede e per orientare la
vita verso mete vocazionali.
D. E. Viganò
- i Consiglieri ispettoriali con
il Coordinatore ispettoriale, e que-
sti con il Comitato dei Coordina-
tori, i quali, a livello nazionale, in-
sieme al Conduttore, che si avvale
di una segreteria tecnica specifica,
vigilano sulla qualità, sulla bontà,
sulla necessità, sulla organizzazio-
ne e sulla verifica delle iniziative
generali intraprese. Opportuna,
infine, nelle riunioni di vertice na-
zionali la partecipazione dei mem-
bri della Consulta.
La «professionalità» del coope-
ratore salesiano è commisurata
alla sua capacità di «produrre» ri-
sultati su un progetto comune,
collegialmente approvato.
5. A - Spiritualità
le mancate occasioni o le negate
possibilità che hanno impedito o
limitato l'innesto privilegiato del-
la forma zione: la spiritualità.
Ciò che forse allontana o «rici-
cla» una parte di Cooperatori dei
nostri Centri è proprio questo ele-
mento, di cui l'esperienza salesia-
na ha fatto tesoro, ma che proba-
bilmente non riesce a ridistribui-
re, nella maniera giusta, opportu-
na e appropriata.
Verrebbe quasi la voglia di inse-
rirlo tra le «nuove povertà», dibat-
tuto tema dell'ultimo congresso.
Saper coniugare, allora, i due
termini del concetto significa dila-
gare a dismisura nel plasmare
l'uomo nuovo, il cristiano nuovo,
il Cooperatore nuovo: formazione
spirituale e spiritualità formativa.
Troppo spesso si è fatto passare
il termine e il concetto di forma-
zione, con esclusivo riferimento
all'ascolto accademico di confe-
renze, alla preparazione di studi,
convegni e tavole rotonde, alla
partecipazione a giornate di ap-
profondimento su tematiche di at-
tualità o di indirizzo pastorale.
Occorre, intanto, saper distin-
guere i vari momenti di quello che
si potrebbe definire «aggiorna-
mento professionale». Ma la for-
mazione va intesa come «educa-
zione integrale del governo dello
spirito» .
Ci si trova ora a fare i conti con
B - Momenti formativi
Ambiti formativi sono e devono
diventare le assemblee tra più Cen-
tri locali, auspicabili raduni interi-
spettoriali, le consolidate giornate
del Cooperatore e della Famiglia
salesiana anche tra più ispettorie.
Non limitarsi a momenti cele-
brativi, ma accomunare iniziative
apostoliche dello stesso tipo scam-
biandosi esperienze, suggerendo
proposte, realizzando progetti co-
muni, nell'armonia della preghie-
ra assembleare.
Inoltre, quale indirizzo genera-
le, _deve ormai poter essere presa
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