Bollettino_Salesiano_199305cooperatori


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RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
ANNO 117 - N. 9 • 2• QUINDICINA 15 MAGGIO 1993 • SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
7 Aprile 1993. Il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro , Cooperatore Salesia-
no, incontra al Palazzo del Quirinale una delegazione dell'Associazione Cooperatori Sale-
siani d'Italia.
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Momento storico
Quindicinale di informazione
e cultura religiosa ed ito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Anno 117 - N. 9 - 2• Quindicina
15 MAGGIO 1993
SOMMARIO
2 MOMENTO STORICO
Pasquale Massaro
3 I COOPERATORI SALESIANI
AL PALAZZO DEL QUIRINALE
L'UOMO DEL COLLE
Pompeo Sartorelli
4 UN FRATELLO MAGGIORE
CHE SEGNA LA STRADA
Pierangiolo Fabrini
6 PREGATE PER LA PATRIA
Daniele Siddi
7 Conosciamo il RVA Art. 10:
NELL'AMBIENTE DI VITA
E DI LAVORO
Lello Nicastro
8 MONDO NUOVO: LA COLLANA
CHE HA FATTO CENTRO
Enzo Bianco
9 PASTORALE DELLA FAMIGLIA
1° Incontro Nazionale
12 PREGARE IN FAMIGLIA
13 Conosciamo i nostri Santi
VENERABILE
DON LUIGI VARIARA
Pasquale Liberatore
14 L'ACS SULLE STRADE
DITERRASANTA
Maurizio Gavazza
16 MONDO NUOVO
· Statistiche 1977/92
Direzione e Amministrazione:
Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092
00163 ROMA Aurelio
lei. 06165.92.91 5 - Fax 06/65.92.929
Conto Corrente Postale 46 20 02
Direttore Responsabile:
UMBERTO DE VANNA
L'Edizione di metà mese, destinata ai
Cooperatori Salesiani , è curata dall'Uffi-
cio Nazionale ACS (Pasquale Massaro)
Via Marsala, 42 - 00185 ROMA
lei. 06/44.60.945 - Fax 06/44.63.614
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Per riceve rla rivolgersi al proprio Centro
ACS, che, tramite l'Ufficio lspettoriale,
invierà la richiesta all 'Ufficio Nazionale.
Registrazione:
Tribuna le di Torino n. 403 de l 16.2.1949
Officine Grafiche Subalpine Torino
2/50
Il primo Incontro nazionale
dei Responsabi Ii ispettorial i del-
la Pastorale della Famiglia (vedi
servizio a pag. 9), svoltosi a
Roma S. Cuore il 24-25 aprile
scorso, ha segnato certamente,
e per diversi motivi , un momen-
to storico per l'Associazione
Cooperatori Salesiani in Italia.
È la prima attuazione del DE-
CENTRAMENTO approvato nel-
la Il Conferenza Nazionale di
Rocca di Papa del 5-8 dicembre
1922. Decentramento significa
- è stato detto - che «Roma
non è più il centro di tutto» , ma
che ogni lspettoria è «centro»,
soprattutto per quanto riguarda
il settore apostolico che essa si
impegna ad animare. La Pasto-
rale della Famiglia inaugura il
decentramento: essa, come è
stato già comunicato, è stata af-
fidata al Consiglio lspettoriale
della Sicilia, che ha individuato
in Franco Parrino e nella sua fa-
miglia i Responsabili Nazionali
per questo «servizio» pastorale.
È la «via nuova» per l'anima-
zione dell 'Associazione nei set-
tori più importanti del suo lavo-
ro apostolico: Famiglia, Missio-
ni , Giovani , Formazione, Labo-
ratori Mamma Margherita, Am-
ministrazione, Comunicazioni
Sociali. Ed è la via che, sull'e-
sempio della Pastorale della Fa-
miglia, tutti i settori sono invitati
a seguire per dare vita a organi-
smi vivi di animazione. Concre-
tamente ci si aspetta che tutti i
Consigli lspettoriali segnalino
alla Segreteria Tecnica i nomi-
nativi dei Responsabi Ii Ispetto-
ri al i dei vari settori e che tutti i
Consigli locali segnalino ugual-
mente ai Responsabi Ii Ispetto-
ri al i i nominativi dei Responsa-
bili locali. Questa organizzazio-
ne permetterà anche un colle-
gamento settoriale privilegiato
ed efficace di «andata e ritor-
no», tanto necessario per la vita
del l'Associazione.
È la prima volta che il Sussi-
dio formativo viene studiato e
discusso dai Responsabili lspet-
toriali e realizzato con il contri-
buto di tutti: si spera , in questo
modo, di offrire un sussidio più
aderente alle esigenze dei Coo-
peratori e dei Centri locali, ricco
di esperienze stimolanti e di
proposte concrete e realizzabili.
È un «servizio pastorale» che
l'Associazione organizza non
solo per i Cooperatori , ma an-
che per gli altri gruppi della Fa-
miglia Salesiana, per la Chiesa
(Parrocchia e Diocesi) e per la
Società (concretamente per il
«territorio» e la realtà sociale in
cui il Centro è inserito). Ciò vuol
dire «diventare esperti» e met-
tersi generosamente al servi-
zio; offrire la propria disponibi-
lità senza aspettare di essere
chiamati; farsi conoscere e par-
tecipare ai vari organismi ec-
clesiali e civili che riguardano
la famiglia.
Tutto questo presuppone un
impegno fondamentale e priori-
tario: fare della propria famiglia
una cellula viva di spiritualità
cristiana e salesiana, perché
possa con la sua stessa presen-
za e testimonianza vivificare le
altre famiglie. Il RVA all'art. 8
precisa con parole chiare que-
sto impegno: «Ogni Cooperato-
re forma con i propri familiari
una 'chiesa domestica'»: forma-
re chiesa significa anche vivere
con responsabilità la dimensio-
ne «m issionaria» della propria
fede. L'obiettivo fondamentale
della Pastorale della Famiglia è
di formare a tutti i livelli Coope-
ratori che siano autentici «mis-
sionari della Famiglia».
Pasquale Massaro

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I COOPERATORI SALESIANI
AL PALAZZO DEL QUIRINALE
Giovedì 1° aprile Don Massaro riceveva dal Quirinale questo tele-
gramma: «Ml EST GRADITO INFORMARLA CHE CAPO STATO LA RICEVE-
RÀ QUIRINALE MERCOLEDÌ 7 APRILE 1993 A T ORE 10.30 UNITAMENTE
DELEGAZIONE ASSOCIAZIONE COOPERA TORI SALESIANI. PREGOLA
CORTESEMENTE CONFERMARE A T CERIMONIALE INVIANDO TEMPESTI-
VAMENTE NOMINATIVI PARTECIPANTI UDIENZA ET TESTO BREVE INDI-
RIZZO DI SALUTO. CORDIALMENTE - SEGR. GEN. PRES. REPUBBLICA
GAETANO GIFUN/».
Nella stessa giornata lo comunicava ai Coordinatori /spettoriali, assi-
curando che non si trattava di uno degli scherzi classici del 1° aprile e
scusandosi di non poterli accompagnare, perché la mattina del 7 sarebbe
partito per la Terra Santa con 160 pellegrini.
All'udienza i Coordinatori lspettoriali erano accompagnati da tutta la
Segreteria Tecnica, dal Consultore Mondiale e da Don Giovanni Battista
Bosco, Segretario della CISI.
A ricordo di questo avvenimento «storico», pubblichiamo, assieme a/-
l'indirizzo di saluto di Pierangiolo Fabrini, le riflessioni di due partecipanti.
L'Uomo del Colle
L' avevamo chiesta per la Confe-
renza Nazionale di dicembre '92,
l'abbiamo ottenuta il 7 aprile di
quest'anno . L'udienza con il Pre-
sidente della Repubblica Oscar
Luigi Scalfaro ci è stata comuni-
cata con telegramma il primo di
aprile. Chi mi annunciava la noti-
zia premetteva che non si trattava
del solito «pesce» primaverile, ma
di una attesa e bella sorpresa.
Alle ore dieci di un mattino ina-
spettatamente pieno di sole siamo
saliti al Quirinale dove il Presidente
era pronto a riceverci con il suo
eterno sorriso stampato sul faccio-
ne bonario da piemontese «doc».
Ventidue strette di mano, un
abbracccio (quello con Don Scala-
brino Piero, suo fedele amico da
sempre) e la consegna di due do-
ni: una monografia artistica su
Don Bosco a Torino e una scatola
di dolci tipici da parte dei Coope-
ratori della Sicilia.
Una qualificata e variegata dele-
gazione in rappresentanza di tutti
i Cooperatori d'Italia si è stretta
attorno al Presidente, il quale ha
voluto ascoltare subito l'indirizzo
di saluto letto dal Consultore
Mondiale per l'Italia e il Medio
Oriente, Pierangiolo Fabrini.
Una panoramica necessaria-
mente essenziale sull 'Associazio-
ne, le sue origini, la sua storia, il
suo presente e le prospettive nel-
1'immediato futuro.
Il Presidente, intanto, appunta-
va qualche parola e seguiva con
manifesto interesse e attenzione.
La risposta al saluto è stata
chiara, senza orpelli né sfumature
di dubbia interpretazione:
- nessuna ombra sul fine; buo-
ni cristiani e onesti cittadini;
- nessuna scusante sull 'impe-
gno; ·
- nessun cedimento sul fronte
della testimonianza personale:
morale ed etica;
- nessun rimpianto;
- nessuna voglia di riformismo
indiscriminato.
La Regola di Don Bosco è e ri-
mane la radice, il tronco, il ramo
principale. Otto articoli a base di
un movimento di portata mondia-
le a cui ne sono stati aggiunti qua-
rantadue «forse inutili se non dan-
nosi» per usare la locuzione in
tono scherzoso del Presidente,
che comunque sottolineava un ri-
chiamo preciso alle origini e alla
fonte pura.
Il Capo dello Stato, poi, ha ri-
pensato a voce alta alcuni qua-
dretti-ricordo vissuti a contatto
con il mondo salesiano. Occasioni
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Il Presidente della Repubblica ricorda con simpatia i momenti «salesiani» della sua vita.
che lo hanno visto partecipe a
momenti importanti, a incontri
costruttivi, a discussioni e confe-
renze disseminate un po' dapper-
tutto che hanno lasciato un segno
di rilievo. E, infine, le immancabi-
li battute di spirito a condimento
del suo parlare e di quello dei suoi
interlocutori.
Insomma, un piccolo bagno di
salesianità ali 'interno di quel Pa-
lazzo che continua a essere il più
importante di un'Italia che sta
tentando di rinnovarsi con i suoi
uomini migliori. Tra gli ori, gli
stucchi, i parquet scricchiolanti,
le vetrate e i giardini del Quirinale
passeggia l'Uomo del Colle: l'illu-
stre inquilino Oscar Luigi Scalfa-
ro, sincero e trasparente amico di
Don Bosco.
A suggello dell'udienza, p1ima
della rituale foto di gruppo, un'Ave
Maria corale. Sarà foriera di novi-
tà strabilianti per i Cooperatori Sa-
lesiani come quella dell '8 dicembre
del 1841?
Pompeo Santorelli
Un fratello maggiore che segna la strada
Roma, mercoledì 7 Aprile 1993
Eccellentissimo Signor Presidente della Repubblica,
provenienti da tutte le Regioni
italiane, in rappresentanza del-
1'Associazione dei Cooperatori
Salesiani e della Famiglia Sale-
siana, desideriamo ringraziarLa
. con vivissima riconoscenza per
averci concesso questa meravi-
gliosa opportunità di poterla in-
contrare, pur in momenti di così
gravi impegni per Lei, e porger-
Le il nostro più rispettoso e calo-
roso saluto, anche a nome del
nostro caro Coordinatore gene-
raie Paolo Santoni, che oggi, es-
sendo convalescente, non può
essere qui con noi. E lasci che
Le porgiamo il nostro saluto con
grandissimo piacere, dal più
profondo del nostro cuore, e an-
che con un «pizzico» di orgo-
glio, perché vediamo in Lei non
solo il rappresentante supremo
della nostra Nazione e il più au-
torevole garante delle istituzioni
democratiche che ne regolano la
civile convivenza, ma anche un
punto di riferimento concreto
per il nostro agire come cristiani
che sono impegnati nella realtà
sociale con stile salesiano.
Come Lei ben sa, Signor Pre-
sidente, l'Associazione dei Coo-
peratori Salesiani, quale terzo
ramo della Famiglia Salesiana
formato da fedeli laici e secolari,
è stata fondata da S. Giovarmi
Bosco nel 1876, e da allora i
Cooperatori, «associati» alla
Congregazione salesiana, harmo
partecipato al suo slancio apo-
stolico e si sono diffusi rapida-
mente nel mondo intero, insie-
me con le Figlie di Maria Ausi-
liatrice - che cronologicamente
parlando - formano i primi tre
gruppi della Famiglia Salesiana.
E nel Regolamento, che scrisse
per noi lo stesso Don Bosco -
come lo chiamiamo semplice-
mente noi con affetto - , indicò
molto chiaramente i modi della
cooperazione salesiana: fare del
bene alla gioventù, preparare
buoni cristiani e onesti cittadini.
In questi momenti non facili
per il nostro Paese, in cui si trat-
ta forse anche di riscoprire i va-
lori che ne rappresentano la lin-
fa vitale, in cui si tratta di ali-
mentarsi alla humus culturale e
storica in cui affondano le radici
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della convivenza civile che sono
il presupposto per ogni reale pro-
gresso, scopriamo la vitale e pre-
ziosa eredità di questo nostro pa-
trimonio spirituale scaturito dal-
1'energia apostolica del nostro
Fondatore, che ci unisce e ci ac-
comuna in un vincolo ideale.
Ci sentiamo, quindi, per no-
stra stessa vocazione, chiamati a
operare concretamente nei con-
fronti del «problema morale»
che oggi è all'attenzione di tutti,
e Lei, persona autorevolissima,
impegnato nella realtà sociale e
politica proveniente da una for-
mazione cristiana e salesiana,
rappresenta un'autorevole e fi-
duciosa guida, quasi - se ci con-
sente dirlo - un nostro fratello
maggiore che segna la strada
più sicura da percorrere.
Certamente la Sua realtà quo-
tidiana abbraccia un orizzonte
vasto e deve dominare un pano-
rama che coinvolge tutto un
mondo vario e ampio. Ma, dal
momento che ci unisce uno stes-
so stile originale di vita e di azio-
ne - lo spirito salesiano - , desi-
deriamo accennarLe brevemen-
te alle nostre piccole cose, ma
importanti per noi, che stiamo
facendo in questo periodo.
Nel dicembre scorso, riuniti in
Conferenza Nazionale, abbiamo
elaborato e approvato le linee
del tema formativo per il prossi-
mo triennio: «Famiglia: nuova
evangelizzazione - nuova edu-
cazione»; esso vuole indicare alla
famiglia il cammino di spirituali-
tà salesiana, offrire, nello stile del
«sistema preventivo», forme ag-
gregative e partecipative tipiche
e originali, e suggerire l'inseri-
mento della famiglia nei processi
evolutivi della società italiana,
con l'apporto della ricchezza
propria degli sposi cristiani che
vivono nella grazia sacramentale.
ln questi mesi stiamo, inoltre,
preparando il Congresso della
Regione Italia e Medio Oriente,
che si celebrerà a Roma dal 4
all'8 settembre di questo anno,
su un altro tema - di respirò più
ampio - che riteniamo di estre-
ma attualità: «Nuove povertà e
nuove solidarietà: società plu-
rietnica e cultura dell 'acco-
glienza». E servirà a tracciare le
prospettive ideali e concrete del
nostro impegno per i prossimi 7
anni, alle soglie del terzo millen-
nio, aprendosi alla sempre più
urgente necessità di solidarietà
(da pensare non in termini di
semplice «sentimento» ma come
«mistero cristiano» che fa vede-
re l'altro non come uno stru-
mento per se stessi, ma come
un'altra persona con cui vivere
in comunione); alla sempre più
urgente necessità di educazione
ad accogliere la differenza e a vi-
verla come ricchezza, come pre-
ziosa possibilità offerta nelle no-
stre mani per costruire l'esisten-
za, per scoprire nel fratello un
dono per noi e con gioia e stupo-
re scoprire di essere generoso
dono per chi ci sta accanto, e di
educazione a tradurre concreta-
mente la fede in fatti impastati
di solidarietà. Giacché siamo
convinti che occorre forgiare i
nuovi fondamenti della convi-
venza umana, perché sono cam-
biate le modalità del vivere uma-
no: i valori essenziali di ieri ri-
mangono i valori di sempre - e
quelli evangelici hanno la sicu-
rezza della perennità-, ma devo-
no adeguarsi nei modi di attua-
zione alla realtà in evoluzione.
Ebbene, già nelle fasi prepara-
torie, in cui abbiamo avuto
modo di iniziare il dibattito su
questo tema, che coinvolge l'es-
senza stessa dell'essere cristiani
abbiamo tratto motivi di ottimi-
stiche speranze per il nostro fu-
turo nel constatare il genuino
entusiasmo con cui tutti, e so-
prattutto i giovani, hanno mani-
festato la volontà di impegnarsi
concretamente e in prima perso-
na nel progetto di vita che inse-
gna la Scuola di Don Bosco, in
particolare nelle prospettive a
cui ho accennato.
Signor Presidente, nel dichia-
rarLe il nostro impegno quoti-
diano di salesiani laici nel mon-
do, nella famiglia, nell'ambiente
di vita e di lavoro, nella realtà
sociale e politica a fare «per
amore quello che dipende da
noi», e nel ringraziarLa per la
testimonianza che infonde fidu-
cioso ottimismo e coraggio in
tutti noi, La preghiamo gradire i
nostri migliori fervidissimi e, ci
consenta, affettuosi voti augura-
li di una S. Pasqua ricca di sere-
nità, di pace e di gioia interiore
nel Cristo Risorto.
Pierangiolo Fabrini
Il Presidente ascolta con interesse il saluto di Pierangiolo Fabrini.
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Pregate per la Patria
nale fa trasparire la spiritualità
dell'Onorevole Scalfaro: «Quan-
do prego non sto ad elencare i
I 1Presidente è in casa. Lo indi-
disoccupati .. .Dio sa certamente
Proprio oggi questo si impone e certamente provvede, ma do-
ca la bandiera tricolore che come un obiettivo primario del- mando specialmente di riuscire
sventola nel cielo terso sul colle 1'educazione salesiana. Così il ad adeguarmi alla sua legge».
del Quirinale. Sono le 10.00 del discorso arriva a «tangentopoli» Ed infine una raccomandazione
7 aprile scorso: è l'ora del cam- con un paragone tratto dal mon- che non ha più il sapore di altri
bio della guardia. Poliziotti a ca- do della Scuola: «Siamo caduti tempi: «Pregate per la Patria, ne
vallo, commessi, vigili urbani e non su un arduo problema di in- ha tanto bisogno!».
corazzieri completano la cornice terpretazione del paradiso dan- Era passata mezz'ora, intensa
di immagine e di sicurezza che tesco all'esame di Maturità, ma e indimenticabile. Quasi per
circonda la residenza del primo sulle aste e ~ull' ABC della prima bloccare l'attimo fuggente qual-
cittadino della Repubblica.
Elementare. Purtroppo in certi cuno chiede con precipitazione
Noi, Coordinatori Ispettoriali
provenienti da tutta Italia, atten-
diamo pazientemente l'espleta-
mento delle ultime formalità pri-
ma dell'udienza. Minuti carichi
di trepidazione per tutti. Consa-
pevolezza di vivere un momento
unico. Umana curiosità per am-
mirare dal di dentro il prestigio-
so Palazzo e le sue stanze.
Finalmente la chiamata, l'in-
gresso silenzioso, il saluto del
corazziere, l'ampio scalone a
struttura elicoidale, il pavimento
in parquet intarsiato, l'antica-
mera con gli affreschi e gli stuc-
chi dorati ... e lui, Oscar Luigi
Scalfaro, Presidente della Re-
pubblica, Cooperatore Salesia-
no, cortese e visibilmente lieto
nello stringere la mano a ciascu-
no di noi.
Ci fa accomodare. Pierangiolo
Fabrini, Consultore Mondiale
dell'Associazione, gli rivolge un
indirizzo di saluto. Il Presidente
ascolta. Quindi, familiarmente e
Al Presidente viene offerto un volume su Don Bosco e Torino.
con buon senso dell'umorismo
che crea subito confidenza, con- ambienti cattolici ho sentito .dire la cortesia di una foto di gruppo.
versa rievocando la sua giovi- che in politica bisogna saperci E Scalfaro ci dà un'ultima lezio-
nezza vissuta con puntuale rife- fare, che bisogna essere furbi ne chiedendoci prima di recitare
rimento a Don Bosco ed ai Sale- ...ma la furbizia è orientata al insieme a lui un'Ave Maria. Do-
siani. Poi la domanda sul nuovo proprio tornaconto; non ci sono po, solo dopo, la foto, i saluti, la
Regolan1ento dei Cooperatori: furbi altruisti!». E di seguito una discesa per le scale, i corazzieri
«Quanti articoli ha?». «Cinquan- considerazione che suona come .. .i ricordi.
ta» ..: gli rispondiamo - . Quello doveroso impegno per tutti i
scritto da Don Bosco appena ot- Cooperatori: «Il nostro non è un
Daniele Siddi
to. «Dunque 42 articoli sono inu- problema di moneta o di disoc-
tili o dannosi». Al di là della celia
Scalfaro ci invita a tornare alle
radici: onesti cittadini e buoni
cristiani. Già, «onesti cittadini».
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cupazione ...è invece un proble-
ma di norma morale: è vostro
compito aiutare la gente a ritro-
varla». Un accenno molto perso-
*

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ARTICOLO
Conosciamo il REGOLAMENTO DI VITA APOSTOLICA
NELL'AMBIENTE DI VITA EDI LAVORO
Nel lavoro, nello studio, nel tempo libero il Cooperatore è continuatore
dell 'opera creatrice di Dio e testimone di Cristo: - con l 'onestà, /'ope-
rosità e la coerenza della vita; - con una professionalità seria e ag-
giornata; - con la condivisione fraterna delle gioie, dei dolori e delle
giuste aspirazioni di chi gli sta accanto; - con /'apertura generosa al
servizio del prossimo in ogni circostanza.
D opo quello della fami-
glia un altro vasto campo
dell'impegno apostolico del
Cooperatore è certamente
rappresentato dalla stessa
società, o meglio dall'am-
bito sociale e politico nel
quale il Cooperatore stesso
si trova ad operare.
Di questo ambito l'art.
10 del Regolamento di Vita
Apostolica sceglie di privi-
legiare l'ambiente di vita e
di lavoro facendo riferi-
mento, per così dire, a una
dimensione più personali-
stica dell'apostolato di
ogni associato: dove non
solo il lavoro in senso
stretto ma anche lo studio
e il tempo libero devono
essere per ciascuno occa-
sione di testimonianza
che, nella linea della cari-
tà fraterna, miri a far di-
ventare tutti «buoni cristia-
ni e onesti cittadini» come
Don Bosco immaginava.
Le virtù che vengono in-
dicate come caratterizzan-
ti un serio impegno in que-
sto campo d'attività, e che
oggi vanno diventando
merce sempre più rara,
sono individuate, nell'arti-
colo in questione , anzitutto
nell 'onestà, operosità e
coerenza di vita, quest'ulti-
ma intesa come riconcilia-
zione piena dei valori
umani con quelli cristiani ;
si tratta di evitare, cioè ,
quel distacco che molto
spesso si nota tra la fede
che si professa e la pro-
pria vita : un pericolo dal
quale lo stesso Papa Gio-
vanni Paolo Il ha più volte
messo in guardia e che ha
anche codificato nella pri-
ma parte della «Christifi-
deles laici».
Ma altri elementi rendo-
no credibile il Cooperato-
re, così come ogni cristia-
no, nell'ambiente nel qua-
le opera: una professiona-
1ità seria e aggiornata che
lo porta a essere stimato
per la sua competenza,
preparazione e dedizione,
ma anche la condivisione
delle «giuste aspirazioni»
di chi gli sta accanto nel
fare le sue stesse espe-
rienze lavorative, associa-
tive, di volontariato e così
via, e la partecipazione
alle gioie così come ai do-
lori degli altri.
Nella misura in cui con
la nostra presenza riuscire-
mo a esprimere tutto que-
sto, allora saremo per gli
altri «prossimo attendibile»
di cui ci si può fidare, e per
Dio collaboratore della sua
opera creatrice che non fi-
nisce mai di meravigliare.
Ma perché questa pre-
senza sia segno, deve es-
sere anche una presenza
«attiva», fatta di coraggio e
di intraprendenza.
L'obiettivo sopra indivi-
duato, infatti, può essere
raggiunto , o ci si può illu-
dere di raggiungerlo, an-
che solo non facendo del
male mentre, ed è cosa
ben diversa, a noi è richie-
sto di fare il bene: solo in
questo secondo modo pos-
siamo dire di essere «Coo-
peratori di Dio», per la
realizzazione del suo Re-
gno «nell'attesa della sua
venuta» .
Léllo Nicastro
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<<Mondo Nuovo>>: la collana
che ha fatto centro
Sci milioni di libretti in giro per
l'Italia dicono il successo di una ini-
ziativa che i Cooperatori Salesiani
hanno voluto e continuano a pro-
muovere. Nei centri, oratori, par-
rocchie. Sulla linea di una moderna
Catechesi degli adulti.
Centoquaranta titoli entro l'anno,
quasi sei milioni di opuscoli stampa-
ti, cinque milioni e mezzo già disse-
minati per l'Italia in 16 anni di vita:
la collana «Mondo Nuovo» ha fatto
centro.
Gli opuscoli, sulle 32-48 pagine
ciascuno, presentati in bella veste ti-
pografica, scritti in linguaggio popo-
lare, costano meno di un giornale:
1.000 lire appena. Autori validi, a
volte illustri, mettono a disposizione
la loro penna. E i libretti nascono
così, snelli, appetitosi, con il loro
messaggio schiettamente cristiano.
L'iniziativa era stata ideata da Don
Armando Buttarelli, e lanciata dal-
!'Associazione dei Cooperatori Sale-
siani nel 1977. Si avvale dei servizi
editoriali del Centro Catechistico Sa-
lesiano di Torino (Editrice Elle Di
Ci). E propone una vera e propria
catechesi popolare, un'evangelizza-
zione che può raggiungere anche chi
di solito non bazzica troppo in chie-
sa. Negli opuscoli infatti si affronta-
no i temi caldi del nostro tempo in-
quieto, visti alla luce del Vangelo.
La collana risponde a un'esigenza
oggi fortemente sentita nella Chiesa
italiana: le editrici cattoliche sforna-
no un'abbondante produzione di li-
bri e riviste impegnate, testi adatti a
gente di una certa cultura; ma a li-
vello popolare mettono stù mercato
una produzione piuttosto scarsa, e
non sempre di qualità. Proprio in
questo vuoto è venuta a inserirsi
con pieno successo la collana «di
Don Bosco».
«Mondo Nuovo» è infatti ideal-
mente - e dichiaratamente - la con-
tinuazione di una collana diffusa ai
suoi tempi da Don Bosco, le «Lettu-
re Cattoliche».
Quando Don Bosco lanciò la sua
collana, quell'iniziativa dette subito
fastidio a qualcuno: giunsero ad ag-
gredirlo, a sparargli schioppettate
perché rinunciasse ... Ma Don Bosco
con le sue «Letture Cattoliche» in-
tendeva - come scrisse - «alla stam-
pa cattiva opporre i libri buoni, per
alimentare lo spirito e i cuori di
princìpi morali», voleva diffondere
pubblicazioni «che siano di piccola
mole per non affaticare troppo, e di
tenue prezzo per non domandare
che sacrifici leggeri». E ci riuscì.
Milioni di opuscoli delle sue «Lettu-
re Cattoliche» circolarono in Italia
per oltre un secolo, fin verso il 1960.
Ora le nuove «Letture Cattoli-
che», pensate in questa stessa linea
tipicamente salesiana, risultano un
indovinato strumento di apostolato
messo in mano ai Parroci e ai Grup-
pi d'impegno più vari.
L'Editrice Elle Di Ci diffonde
«Mondo Nuovo» attraverso i suoi
normali canali (librerie religiose,
vendita per corrispondenza); ma la
maggior diffusione passa attraverso
le mani dei Cooperatori Salesiani,
che hanno costituito alcune centi-
naia di «rivendite a domicilio». Essi
sono a contatto con la gente di me-
dia e scarsa istruzione, che dispone
di poco tempo per leggere e di poco
denaro per acquistare, ma che pure
sente e vive i problemi di tutti. E fra
queste persone i Cooperatori realiz-
zano la diffusione capillare degli
opuscoli, col sistema cordiale e per-
suasivo delJ '«a tu per tu».
L'iniziativa di «Mondo Nuovo» ri-
sulta accolta con molta simpatia.
Scrivono Vescovi ringraziando, scri-
vono Parroci e Cooperatori raccon-
tando come diffondono gli opuscoli,
e quanto essi tornano graditi. Effet-
tivamente gli argomenti trattati
sono trovati di vivo interesse (come
può risultare da una anche rapida
lettura dei titoli che si trovano in
collana).
C'è il best-seller degli opuscoli,
«Risposta cristiana ai Testimoni di
Geova», di cui si sono già vendute
660.000 copie. «Prevenire la droga»,
compilato dagli specialisti del Grup-
po Abele, e «La Bibbia, lettera d'a-
more», hanno superato le 200.000
copie ciascuno. Ma sono oltre le
centomila copie di diffusione parec-
chi altri opuscoli sulla Bibbia, l'edu-
cazione dei figli, l'esistenza di Dio,
la figura di Gesù Cristo, e il Sistema
Preventivo.
Ecco dunque una collana fresca e
simpatica, che piacerebbe a Don Bo-
sco. In fondo l'ha inventata lui.
Enzo Bianco
Gli amici della Famiglia Salesiana sono invitati a contribuire all'iniziativa, diffondendo negli ambienti popolari
questa lettura cristiana dei problemi del nostro tempo. Possono acquistare gli opuscoli di «Mondo Nuovo» presso le
librerie religiose (scegliendo in una rosa di oltre cento titoli). Possono chiedere di istituire la «Rivendita 1993» (mi-
nimo dieci copie di ciascun opuscolo, otto opuscoli nell'anno, e sconti sul già modesto prezzo di copertina).
Informazioni e richieste presso: «Editrice Elle Di Ci - Rivendita Mondo Nuovo - 10096 Leumann (TO)».
Telefono: 011/95.91.091 - Fax: 011/95.74.048.
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Primo Incontro Nazionale dei Responsabili lspettoriali della Pastorale della Famiglia
Pastorale della Famiglia
Nei giorni 24 e 25 aprile c. a., i
Responsabili Ispettoriali della
P.F. si sono riuniti a Roma, al
Sacro Cuore, su invito del Re-
sponsabile Nazionale, FRANCO
PARRINO, per il «PRIMO IN-
CONTRO NAZIONALE DEI RE-
SPONSABILI ISPETTORIALI
DELLA PASTORALE DELLA
FAMIGLIA».
Questo è da considerare un
avvenimento «STORICO» e noi,
facenti parte «VIVA» ed «INTE-
GRANTE» della Famiglia Sale-
siana, abbiamo partecipato con
gioia e spirito di responsabilità,
perché la famiglia è la prima vi-
vificante cellula da cui partire
per tessere rapporti di umanità
nella vita sociale. Noi desideria-
mo che essa sia in grado con
gioiosa serenità di affrontare
l'impegno del matrimonio, rive-
lando nell'esperienza quotidiana
l'amore con cui Dio ci ama.
Alle ore 9,15 del 24 c.m., ha
avuto inizio l'incontro nella Sala
«Famiglia Salesiana». Don Mas-
saro, Delegato Nazionale dei
CC, con la preghiera iniziale, ha
messo subito a fuoco l'argomen-
to chiave polarizzando la nostra
attenzione su un punto essenzia-
le: «La presenza di Dio nella fa-
miglia: se manca non ci può es-
sere unità».
È seguito il saluto di Jolanda
Masotti, Coordinatrice Naziona-
le che, come al solito, ci ha ar-
ricchiti con la semplicità delle
sue parole, che denotano la
grandezza della sua vocazione di
mamma e di sposa e la ricchez-
za della sua missione nell'Asso-
ciazione.
Franco Parrino, Responsabile
Nazionale, presentandosi ha evi-
denziato di aver accettato l'inca-
rico per un doveroso servizio
verso· l'Associazione. È entrato
subito nel vivo dell'argomento,
affermando di voler mettere a
frutto ciò che si è appreso a
Rocca di Papa, creando qualco-
sa di originale per il bene della
società e della famiglia in parti-
colare (RVA 7-8).
Si è passati poi alla presenta-
zione delle varie Ispettorie i cui
rappresentanti, contemporanea-
mente, hanno partecipato le
proprie esperienze ed eventuali
progetti.
RELAZIONI
DEI RESPONSABILI
ISPETTORIALI
Riva Pier Mario, dell'ILE
LOM, ha evidenziato le vacan-
ze-studio del mese di agosto con
il Delegato Ispettoriale. Due do-
meniche, scelte nei mesi di no-
vembre e marzo, si ritrovano
come «Famiglia Aperta» e trat-
tano il tema della «Famiglia».
Collaborano con quei Centri del-
l'Ispettoria Veneta più vicini al
confine con la Lombardia.
Semprini Bambini Carla,
dell'ILE EMI, ha riportato l'e-
sperienza di Bibiano, dove le
coppie si dedicano ai bambini
bisognosi. Un grosso problema è
come avvicinare persone che
soffrono per difficoltà familiari,
senza urtare la loro sensibilità.
Come insegnante spesso viene a
contatto con delle situazioni
particolari che creano danni psi-
cologici agli alunni. Nella Scuola
Salesiana in cui insegna in occa-
sione degli Esercizi Spirituali
che si tengono a metà anno sco-
lastico, ha cercato di coinvolge-
re molti genitori.
Bazzano Giuseppe e Anto-
nietta, dell'IME CAL, eviden-
ziano i loro trentadue anni di
vita matrimoniale rallegrati dal-
la nascita di cinque figli, per cui
sono stati scelti a rappresentare
«la famiglia» al Sinodo dei Ve-
scovi. Anche loro incontrano
delle difficoltà con i Consigli
Locali, nei quali necessita la
presenza di un rappresentante
della P.F.
A Soverato, nel febbraio
scorso, è stato organizzato un
Convegno sul tema: «Dialogo
genitori e figli» .
Fiori Flora, dell'IME PU-
GLIA, ha messo in rilievo che
più volte ha sollecitato la desi-
gnazione, per ogni Centro, del
Consigliere Responsabile della
P.F. Ha anche consegnato una
programmazione da lei stilata
come sollecitazione e puramen-
te indicativa. Da Santeramo in
Colle (BA) è stato comunicato
che, nella programmazione an-
nuale, il Centro ha previsto un
incontro-dibattito per genitori a
cura di Don Salvatore Barbetta.
Era stato anche programmato
un Cineforum scegliendo una
serie di films sulla promozione
della donna che sarebbe stato
guidato da Don Nicola Palmisa-
no, ma la sua improvvisa scom-
parsa non ha permesso di rea-
lizzarlo. Nel Centro di Coriglia-
no d'Otranto è stata nominata
la Responsabile. Si dialoga, spe-
cialmente con le coppie di fi-
danzati che si sposeranno entro
9/57

1.10 Page 10

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l'anno commentando il libro
«SÌ ALL'AMORE, SÌ ALLA VI-
TA» di Maria Pia e Nino Sam-
martano.
Per il mese di maggio sono
previsti alcuni incontri con una
coppia di sposi facente parte del
gruppo «Famiglia piccola Chie-
sa» operante in un paese limi-
trofo: Martano. Inoltre, ogni se-
ra, sarà lanciato un messaggio
preso dal libretto «PREGARE IL
MATRIMONIO» di Gaetano
Gatti, proponendo anche alcu-
ne domande su cui ognuno ri-
fletterà in famiglia. Flora pro-
pone, inoltre, come riflessione,
il libro «LA FORMAZIONE DEL
SACERDOTE E LA PASTORA-
LE DELLA FAMIGLIA». Alcune
coppie, da varie parti del mon-
do, propongono le loro espe-
rienze ed inoltre il volume evi-
denzia la necessità di una pre-
parazione più profonda del sa-
cerdote su tutto ciò che riguar-
da il matrimonio e la famiglia.
Per Mainero Luigi, dell'I-
RO, assente, espone Jolanda la
programmazione: come Parroc-
chia vengono indette con caden-
ze, frequenti e partecipate, riu-
nioni di famiglie che hanno pro-
blemi, su argomenti vari a cui
partecipano anche medici, psi-
cologi, ecc . Iolanda mette in evi-
denza che la prima sera della
Settimana di Spiritualità di que-
st'anno si sono presentati i ra-
gazzi dei vari Oratori di Roma
che hanno messo in risalto la
scarsità o mancanza di dialogo
con i genitori in special modo
sul sesso. Bisogna, perciò, parti-
re dai ragazzi per giungere alle
famiglie, tenendo presente che
non si può pensare un ragazzo
avvulso dalla famiglia.
Espone poi le proprie espe-
rienze di ARCINAZZO. Gli in-
contri sono preparati nei minimi
particolari. Il tema trattato è
«l'umanità della famiglia», poi si
conversa sulla salesianità e su
Don Bosco. Mainero rende gli
incontri ricchi di festa gioiosa
col suono della sua chitarra.
Parrino Francesco, dell'ISI,
il nostro caro Responsabile Na-
zionale, ci propone la sua espe-
rienza decennale nei campi esti-
vi della durata di quattro giorni
(ALCAMO). Gli incontri si svol-
gono in un clima di semplicità
per offrire qualcosa, in special
modo, alle famiglie «lontane».
Si parte dalle esperienze di una
famiglia che apre il discorso per
un confronto con il pensiero
della Chiesa e della F.S. I figli
sono assistiti da giovani anima-
tori che organizzano conversa-
zioni sullo stesso argomento dei
genitori.
La serata finale è rallegrata da
uno spettacolino a cui tutti par-
tecipano.
Bortolotto Giorgio, dell'IVE,
mette in evidenza la necessità di
offrire a GG.CC. dei contenuti
salesiani nella realtà della Par-
rocchia e dell'Oratorio.
Porta Annalisa, dell'IVO,
espone quanto e come si lavora
a Bardolino, ma non conosce la
realtà della Pastorale nell'Ispet-
toria.
Pistoia Sandro afferma che,
per meglio conoscere le diverse
esigenze, l'unico luogo sarebbe
Fontanazzo, augurandosi che le
varie Ispettorie mandino delle
presenze che poi, ritornate in se-
de, possano riferire quanto ap-
preso.
Don Massaro esprime la sua
soddisfazione per l'incontro e
ringrazia per le varie esperienze
esposte. Come per gli SDB e
FMA, l'obiettivo è la Comunità
Religiosa, per i CC deve essere
la Famiglia. Dobbiamo comuni-
care con essa con vero spirito
salesiano, perché questa è la no-
stra «grande ricchezza». Dob-
biamo metterci al servizio della
Chiesa, dell'Oratorio, della
Scuola, del Territorio: allarghia-
mo così, come tanti cerchi con-
centrici, il nostro operare. Per
meglio svolgere la missione,
Don Massaro invita i Responsa-
bili a porsi al servizio della Par-
rocchia e della Diocesi.
Sr. Anna Ronchetti evidenzia
che la crescita del CC avviene
anche attraverso le esperienze
delle coppie: è tutto un dare e ri-
cevere.
Franco Parrino ringrazia tut-
ti i presenti e afferma che il sus-
sidio che sarà «sale» e «luce» do-
vrà rivolgersi preferibilmente ai
CC, poi alle famiglie, ma anche
ai «lontani» che non si avranno
negli incontri formativi, ma che
si dovrà «ricercare» .
COMPITI DEI RESPONSABILI ISPETTORIALI
PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIA
1) Sensibilizzare le Ispettorie ad organizzare momenti per famiglie,
comunicando le esperienze fatte al Responsabile nazionale.
2) Prendere contatti con i Centri locali, per scegliere un Responsabile
della P.F.
3) Programmare incontri, anche zonali, con i Responsabili dei Centri
locali per presentare il tema, sensibilizzandoli al discorso famiglie.
4) Prendere contatto a livello ispettoriale e locale con i Responsabili
diocesani e parrocchiali della pastorale della famiglia.
5) Offrire la propria disponibilità ai Gruppi della Famiglia Salesiana
per il servizio pastorale familiare.
6) In occasione delle prossime Giornate di studio per Delegate, Dele-
gati e Coordinatori Ispettoriali, si prevede, per il giorno 31 ottobre,
la presenza dei Responsabili Ispettoriali della P.F.
10 / 58

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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CRITERI PER LA REDAZIONE DEL SUSSIDIO PER
«LA FORMAZIONE PERMANENTE DELLA FAMIGLIA»
(Triennio 1993 -1996)
I. Il sussidio deve essere uno strumento formativo diretto a tutti i
Cooperatori, non solo a Cooperatori sposati.
Il suo contenuto deve:
- essere propositivo;
- cercare consensi;
- dare valori.
Deve tener presente che è diretto ad educatori ed animatori.
Deve essere impregnato di spiritualità salesiana.
2. Il sussidio non si limiti ad essere una presentazione del Magistero
della Chiesa sulla famiglia, ma sia uno strumento formativo che af-
fronti alcune tematiche che interpellano oggi, fortemente, la fami-
glia, muovendo da situazioni concrete per calare in esse la Parola
di Dio, gli orientamenti del Magistero ecclesiale e salesiano.
Esso deve dare orientamenti sul modo di svolgere l'incontro, tenen-
do presente i tempi liturgici e i documenti ecclesiali, con attenzione
particolare a quelli che saranno offerti nel 1994 in occasione del-
l'Anno Internazionale della Famiglia.
3. Sia uno strumento semplice da leggere, adatto a tutti, molto sche-
matizzato e possibilmente con un vocabolario che spieghi alcune
parole chiave.
GLIA» (triennio 1993-96); le arti-
colazioni dei temi da trattare.
Infine alla luce di ciò che si è
detto e con i preziosi suggeri-
menti di Don Giuseppe Anfossi
si stila il sussidio per il 1° Anno
cui viene dato il titolo «FAMI-
GLIA, LUOGO PRIVILEGIATO
DI RELAZIONE».
I sussidi mirano a far vivere
agli sposi generosamente il loro
amore, a testimoniare in manie-
ra autentica la LIETA NOVEL-
LA rendendo la loro vita quoti-
diana strumento di apostolato e
dare, così, un primo annuncio
della PAROLA di Dio ai loro
figli .
Don Bosco e la Vergine Santa
siano accanto a tutti in questo
arduo lavoro e lo Spirito Santo
offra la Sua assistenza.
Flora Fiori
SUSSIDIO 1993-94
I lavori, sospesi per il pranzo,
vengono ripresi alle ore 14,45. Si
lavora sul sussidio per il prossi-
mo anno 1993-94.
Bisogna tener presente le va-
rie esigenze delle coppie per
«costruire» col dialogo, anche
fuori dalla famiglia, il rapporto
con la natura, la presenza di
Dio, cui si giunge maturando; il
ruolo della donna, che oggi ha
acquistato maggior consapevo-
lezza di sè.
Don Giuseppe Anfossi, Di-
rettore dell'Ufficio Nazionale
per la P.F. della CEI, ci dona dei
preziosi suggerimenti. La Chiesa
non deve essere pensata come
«agenzia morale». San Paolo af-·
ferma che il matrimonio è «un
sacramento grande» . Don Giu-
seppe evidenzia che 1'83% delle
coppie si sposa in Chiesa, anche
se solo il 19% dei giovani la fre-
quenta; il 48% accoglie la fede
cnst1ana come la propone la
Chiesa cattolica. Si dovrà partire
dalla PAROLA, per passare alle
TRADIZIONI e giungere così
agli insegnamenti della Chiesa
per aiutare la coppia a «scopri-
re» l'Amore di Dio. Molte cose
non le possiamo testimoniare se
non le viviamo intensamente.
Don Giuseppe invita a trattare
i terni del sussidio secondo i
tempi liturgici e ad esaminare la
rivista TANDEM dei Cappuccini
di Torino e i quaderni BORLA.
Alle 19,45 termina la giornata
dell'incontro.
Domenica 25, alle ore 9,15 cir-
ca si riprendono i lavori che ven-
gon sospesi per la partecipazio-
ne alla S. Messa in Basilica, alle
ore 11,00; quindi ripresi per ter-
minare definitivamente alle ore
12,45.
Nella giornata si sono eviden-
ziati i criteri per la redazione del
sussidio per «LA FORMAZIONE
PERMANENTE DELLA FAMI-
'V~i 50 VOLONTARIATO
INTERNAZIONALE
PER
-
LO SVILUPPO
00179 Rom■ VlaApj>la Antica 126- Tel. (06) 513.02.53- Fax(06)513.0V6
IV.Settimana
di Educazione alla Mondialitì
21 - 29 agosto 1993
Pri St. Didier - Aosta
11 / 59

2.2 Page 12

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Pregare in Famiglia
N on capisco perché, quando uno «scopre la preghiera», normalmente va a pregare in
un eremo, col gruppo, in parrocchia, in un cenacolo «esclusivo», e non condivida la sua
scoperta con quelli di casa.
Non capisco perché quando ci sono dei guai in vista, si spedisce qualcuno ad accen-
dere una candela in chiesa, a far dire una Messa, a dare un'offerta al Ricovero, a far
pregare le monache, e non venga in mente che si potrebbe correre ai ripari in famiglia.
Non capisco perché quando si creano delle difficoltà nei rapporti, non si sia sfiorati
dal sospetto che sarebbe il caso di mettersi a pregare insieme.
Non capisco perché, quando si parla di «luoghi di preghiera», non viene il dubbio
che uno dei più antichi e sempre nuovi luoghi di preghiera, anzi il primo, possa essere
quello domestico.
Non capisco perché ci si lamenta che la famiglia è in crisi, e nessuno degli interes-
sati pensa che, se ci si mettesse a pregare insieme, la famiglia, certo, sarebbe ancora in
crisi, ma un po' meno.
Non capisco perché si scatenano conflitti tra i membri della famiglia per l'uso di un
canale televisivo piuttosto di un altro a seconda degli interessi di ognuno, e non si ha l'i-
dea che, almeno per la preghiera, ci si potrebbe mettere d'accordo e dedicarvi un quar-
to d'ora a televisore spento per tutti. E sarebbe un bellissimo programma.
Non capisco perché si continui a propugnare «nuove forme di preghiera» e la fami-
glia non venga scelta quale laboratorio privilegiato per gli esperimenti.
Non capisco perché una famiglia dove si prega insieme viene additata come esem-
pio, quasi fosse un'eccezione, e non ci si rende conto che l'eccezione, l'anormalità è
rappresentata da una famiglia dove è assente la preghiera.
Non capisco perché succede di incontrare amici che ti dicono: «Sono in ritardo ...
Mi aspettano a casa per la cena» . E non mi è mai capitato di trovarne uno che mi an-
nunciasse: «Ho fretta. Scusami ... Ma voglio essere a casa per l'ora della preghiera».
Non capisco perché si stipulano contratti di assicurazione per ogni genere di inci-
denti che possono colpire la casa. E non ci si preoccupi di «sentirsi al sicuro» stabilendo
un contatto «collettivo» con l'alto.
Non capisco perché , quando si accenna alla preghiera in famiglia, ci si riferisce
sempre a un passato assai lontano, irraggiungibile, da frequentare al massimo con la
memoria nostalgica e sospirosa («bei tempi, quelli ... »), e non ci si decide, una buona
volta, a ricominciare a pregare in famiglia («bei tempi, questi... »).
Non capisco perché io debba scrivere questo capitolo dedicato alla «preghiera in fa-
miglia», quasi potesse esistere una famiglia - che cerchi almeno di essere cristiana -
senza preghiera in comune.
(da «PREGARE , dove, come, quando, perché» di A. PRONZATO -
Piero Gribaudi Editore - Torino 1992)
12/ 60

2.3 Page 13

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Conosciamo i nostri Santi
VENERABILE DON LUIGI VARIARA
S ettant'ann i fa, il 1° febbraio
1923, si concludeva a Cùcuta in
Colombia, l'esistenza terrena di
Don Luigi Variara.
È stato un PIONIERE. nell 'apo-
stolato tra i lebbrosi di Agua de
Dios . È stato anche un FONDA-
TORE: il primo di una dozzina di
Salesiani fondatori di Congrega-
zioni religiose.
Il 2 Aprile scorso, il Papa lo di-
chiarava, insieme a Simone Sru-
gi , VENERABILE.
Don Variara nacque il 15-
1-1875 a Viarigi (Asti). Nel 1856
vi era stato Don Bosco per predi-
care una missione. Il papà di
Luigi lo aveva quindi conosciuto.
E fu a Don Bosco che affidò il
suo figliuolo conducendolo a
Valdocco I'1-X-1887. Il Santo mo-
rirà quattro mesi dopo. Ma la co-
noscenza che Luigi ne fece fu
sufficiente a segnarlo per tutta la
vita. Co~ì descrive lui stesso il
primo incontro: «Mi avvicinai più
che potei, e nel momento in cui
lo aiutavano a salire sulla car-
rozza, mi rivolse un dol ce sg uar-
do, e i suoi occhi si posarono
dolcemente su di me. Non so
cosa provai in quel momento.. .
Ero sicuro che aveva letto nella
mia anima qualcosa che solo
Dio e lui potevano sapere».
Chiese di farsi Salesiano ed
entrò in novi z iato il 17 Agosto
1891 . Erano in 140 (!) , sotto la
guida di quel grande Maestro
che fu Don Eugenio Bianchi (ben
cinque suoi novizi sono attual-
mente avviati agli onori degli al-
tari) . Variara fece gli studi di Fi-
losofia a Valsalice dove conobbe
Don Andrea Beltrami . Qui nel
1894 si stava preparando la XXVI
spedizione missionaria, quando
vi passò Don Unia, il celebre
missionario che da poco aveva
cominciato a lavorare tra i leb-
brosi di Agua de Dìos. «Quale
non fu il mio stupore e la mia
gi oi a - racconta lo stesso Don
Vari ara - quando, tra i 188 com-
pagni che avevano la stessa
aspirazione, fissando il suo
sguardo su di me, d isse : " Que-
sto è mio .
In Venerabile giunse ad Agua
de Dios il 6 Agosto 1894. Il lazza-
retto comprendeva 2.000 abitanti
di cui 800 lebbrosi . Si immerse
totalmente nella sua missione.
Cominciò con l'organizzare una
banda musicale. Quando inse-
gnava a suonare, non cambiava
l'imboccatura degli strumenti!
L'inaugurazione avvenne alla
presenza del Presidente della
Repubblica il quale vide, com-
mosso, la «città del dolore» ani-
marsi per la prima volta di un in-
spe rato clima di festa .
Nel 1898, dopo quattro anni
dal la sua venuta, fu ordinato sa-
cerdote : era il primo Sa lesiano
ad esser ordinato in Colombia .
Si rivelerà presto un ottimo di-
rettore di spirito. Era so rta ad
Agua de Dios presso le Suore
della Provvidenza I'Associazio-
ne delle Figlie di Maria, un grup-
po di 200 ragazze. Egli era il loro
co nfessore. Non tardò ad indivi-
duare nel gruppo, alcune chia-
mate alla vita religiosa. Un so-
gno irrea lizzab ile! Nessuna Con-
gregazione avrebbe accettato
una figlia di lebbrosi e tanto
meno un'ammalata di lebbra. Da
questa reale impossibilità nac-
que l'ardito progetto - cosa uni-
ca nella Ch iesa - di un Istituto
che permettesse di accettare an-
che malate di lebbra. Oggi la
Congregazione delle «Figlie dei
SS. Cuori d i Gesù e Maria» conta
600 rel igiose.
Costruisce per i bambini più
bisognosi un Asilo che intitola al
compianto Don Michele Unia. Si
sente sempre più entusiasta del-
la sua missione. «Mai mi son
sentito contento di essere Sale-
siano come quest'anno - scrive
nel 1901 - e benedico il Signore
per avermi mandato in questo
lazzaretto, dove ho imparato a
non lasciarmi rubare il cielo ».
Per i suoi lebbrosi, più che un
padre, era una madre. «Ricordo
- afferma un testimone - un
piccolino consunto dall'infermi-
tà; gli cadevano le dita dalle ma-
ni, oltre ad essere tubercoloti-
co... Padre Luigi era attaccato a
lui e lo trattava come un figlio».
E un altro: «Ai bambini prestava
persino i servizi più umili e ripu-
gnanti, curando le loro piaghe.
Ai più invalidi che nell'ambiente
venivano chiamati "decaduti" ,
faceva la toletta personale come
una mamma ».
Un giorno sembrò che anche
lui si fosse ammalato di lebbra.
Nel saperlo , si limitò a dire: «To-
do viene de Dios y todo va a
Dios ».
Ebbe molto da soffrire a causa
dei continu i e non giustificati
cambiamenti che lo allontanava-
no dai suoi cari lebbrosi : Mo-
squera, Contrataciòn, Bogotà,
Barranquilla... Non gli fu rispar-
miato neppure la calunnia.
«Quando ne venne a conoscenza
- riferisce un testimone - il
Servo di Dio senza pronunciar
parola, andò in chiesa e rimase
lungo tempo davanti al Taberna-
colo».
Morì lontano dai suoi diletti
ammalati , come l'obbedienza
aveva voluto. Ora riposa ad
Agua de Dios nella cappella del-
le sue Figlie.
Pasquale Liberatore
13/6 1

2.4 Page 14

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L'ACS sulle strade di Terrasanta
U n'esperienza davvero unica,
straordinaria, irripetibile: sem-
brano aggettivi troppo forti, in-
vece è stato davvero così il Pelle-
grinaggio che i 160 soci del TGS
(di cui la metà anche Cooperato-
ri) hanno vissuto in Terrasanta
durante la settimana di Pasqua,
un'esperienza soprattutto dell' a-
nima.
È difficile riferire le parole che
abbiamo ascoltato, descrivere i
luoghi che abbiamo v1s1tato o
raccontare le emozioni che ab-
biamo provato a chi non c'era.
La méta dei primi tre giorni
del nostro Pellegrinaggio è stata
la città «santa» per eccellenza.
Gerusalemme, crogiuolo di rab-
bia e di devozione. Particolar-
mente suggestivo è stato cele-
brare i momenti «forti» della
Passione, Morte e Risurrezione
di Gesù proprio in quei luoghi
14/62
che lo hanno visto protagonista,
ricalcare quasi le orme che ha
lasciato nel percorrere quella via
dolorosa che avrebbe portato
alla nostra salvezza. Non posso
dimenticare la testimonianza di
una fede sincera da parte di
moltissime persone che ho visto
pregare in ginocchio sul Santo
Sepolcro, come non posso scor-
dare un certo disagio che ho av-
vertito vedendo altrettanti cri-

2.5 Page 15

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stiani «sgomitarsi» a vicenda per
poter celebrare ciascuno il pro-
prio rito: latini, ortodossi, arme-
ni, etiopi, copti.
A buon ragione, dunque,
quella che dovrebbe essere il
simbolo più alto del Cristianesi-
mo viene chiamata la «Chiesa
dello scandalo». Accanto all'im-
magine di città santa, per gli av-
venimenti che essa evoca in sé,
di Gerusalemme mi porto via
anche l'immagine di una città
profondamente divisa, quasi
un'arnia di odio. Da un lato i Pa-
lestinesi, che si sentono defrau-
dati dei loro territori e che fanno
sentire la loro voce disperata
nelle cantilene del muezzin, dal-
l'altro gli Ebrei, che rivendicano
una terra promessa dal Dio dei
loro padri, la cui frangia più in-
transigente esprime il proprio la-
mento contro le persecuzioni su-
bite dalla storia sotto il Muro del
Pianto.
Dopo aver celebrato la Pasqua
nella sede del patriarcato abbia-
Ci sono momenti nella nostra vita che ci sollevano lo spirito, ci
offrono esperienze di grazia; ed è qui, su questa terra straordinaria,
unica al mondo, segnata dal dito di Dio, dove camminarono i pastori,
i profeti, i giudici che io ho rivissuto le opere di nostro Signore.
Camminò il Figlio di Dio. Mistero di un Dio venuto sulla terra
per chiamare ciascuno di noi, annunziarci che ogni uomo è amato dal
Padre. Per questi luoghi camminarono gli Apostoli con Gesù, e milio-
ni di pellegrini ogni giorno visitano i luoghi Santi.
Nel viaggio in Terra Santa ci si incontra con il personaggio prin-
cipale, Gesù. È vero, le cose da vedere, le cose che ho visto sono tan-
te, ma tornando a casa, il mio viaggio non può fermarsi al semplice
racconto. Deve andare oltre, devo far trasparire la gioia del mio in-
contro con la sconvolgente divinità di Colui che mi ha dato la VITA.
L'esperienza più bella di Gesù accanto l'ho vissuta sul Monte del-
la Trasfigurazione, il Tabor, dove il Cristo ha fatto trasparire un po'
della sua divinità, si è manifestato in tutto il suo splendore agli uomi-
ni, bellezza e luce che godremo nell'altra VITA.
Daniela di Napoli
Avevo già fatto altri pellegrinaggi ed avevo già avuto la possibilità
di fare esperienza di vita comune, di stare in un gruppo e di stringere
amicizia con persone che non avevo mai visto prima d'ora, ma questi
luoghi hanno un fascino particolare. Pensare che qui, proprio su que-
sta terra ha camminato Gesù è meraviglioso e ci aiuta ad essere più
vicini a Lui, il nostro Padre. Dobbiamo sentirci suoi figli e queste
esperienze ci aiutano. Poter rileggere o, come dice don Antonio, poter
rivivere quei passi evangelici proprio dove si presume che siano acca-
duti mi ha permesso di poter approfondire la Parola di Dio.
Quando apriamo il libro Sacro, Lui si rivolge proprio ad ognuno
di noi e dobbiamo essere aperti ad accogliere il suo messaggio. Que-
sto forse è il dono che ho ricevuto qui, in Terra Santa, la terra di Ge-
sù: potermi accostare alla Bibbia con uno spirito diverso, più aperto e
disponibile alla Sua Parola. Quest'esperienza mi ha fatto capire che il
Vangelo deve essere vissuto nella vita di ogni giorno non solo con le
parole, ma soprattutto con le opere.
Alessia di Napoli
mo accolto l'invito che il Cristo,
appena risorto, rivolse agli Apo-
stoli: «Andate in Galilea, là mi
vedrete!». E così anche noi ci
siamo messi in viaggio: dopo
aver sostato sulle rive del Mar
Morto, abbiamo attraversato il
deserto di Giuda, per arrivare fi-
nalmente alla «città fiorita», Na-
zaret, che appunto come un fio -
re sboccia sulla pianura di
Esdrelon. Adagiata su dolci va-
riazioni collinari, offre un qua-
dro di piacevole serenità e deli-
catezza, quasi una visione prese-
piale.
Qui abbiamo colto i tratti es-
senziali della vita della Sacra Fa-
miglia: l'umiltà e la semplicità di
cuore.
Ma la perla della Galilea per
me resta la zona intorno al Lago
di Tiberiade: Cafarnao, Tabga, il
Monte delle Beatitudini. Mi re-
sterà sempre impresso nella me-
moria lo scorcio del lago che si
vede da quello che era il luogo
prediletto da Gesù. Splendido è
poi il panorama che si gode dal-
le sommità del Monte Tabor,
dalla quale si controllava il traf-
fico lungo «la via del mare»,
anello di congiunzione tra Occi-
dente e Oriente. Entusiasmante
è stata la discesa a piedi del
monte intrapresa dai più giovani
del gruppo, giovani di età ma
soprattutto di spirito.
Il rinnovo delle Promesse Bat-
tesimali lungo il fiume Giordano
e il rinnovo delle promesse ma-
trimoniali a Cana sono state le
ultime due tappe del nostro Pel-
legrinaggio. Quando ormai ripo-
savamo comodamente sull'ae-
reo che ci riportava a Roma,
ognuno di noi provava una pro-
fonda nostalgia e un forte desi-
derio di tornare sulle strade del-
la Terrasanta, di abbeverare an-
cora lo spirito alla fonte della
nostra Fede.
Maurizio Gavazza
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STATISTICHE 1977-1992
TITOLI PUBBLICATI: 132
1977 numeri
1978
1979
1980
1981
1982
1-9
10-18
19-27
28-35
36-43
44-52
1983
1984
1985
1986
1987
1988
numeri
53-60
61-68
69-76
77-84
85-92
93-100
1989
1990
1991
1992
1993
numeri
101-108
109-116
117-124
125-132
133-140
OPUSCOLI STAMPATI
E DIFFUSI
NEL PERIODO 1977-1992
Opuscoli stampati :
5.977.813 (media annua: 373.613)
Opuscoli diffusi:
5.442.442 (media annua: 340.152)
OPUSCOLI STAMPATI
NEL 1992
Nuovi
161.422
Ristampa ti
171.490
Totale
332 .890
OPUSCOLI DIFFUSI
NEL 1992
Totale copie 313.845.
Libretti dell'anno:
1977 copie
1978
1979
1980
1981
1982
4.587
1.092
6.273
10.107
12.134
6.912
1983 copie
1984
1985
1986
1987
1988
5.777
11.344
6.315
7.600
11.002
16.585
1989 copie
1990
1991
1992
37.753
22.971
55 .163
98.230
TIRATURA PER ANNATE
DI OPUSCOLI
1977 (n . 1-9)
1978 (n . 10-18)
1979 (n. 19-27)
1980 (n. 28-35)
1981 (n. 36-43)
1982 (n. 44-52)
1983 (n. 53-60)
1984 (n. 61-68)
796.634
542.591
542.088
488.652
345.610
542.591
272 .045
870.680
1985 (n. 69-76)
1986 (n. 77-84)
1987 (n. 85-92)
1988 (n. 93-100)
1989 (n. 101-108)
1990 (n. 109-116)
1991 (n. 117-124)
1992 (n . 125-132)
234.935
222.335
262.175
229 .950
297.507
191.465
261.507
161.422
DIFFUSIONE PER ANNATE
DI OPUSCOLI
1977 (n. 1-9)
1978 (n. 10-18)
1979 (n. 19-27)
1980 (n. 28-35)
1981 (n . 36-43)
1982 (n . 44-52)
1983 (n . 53-60)
1984 (n . 61-68)
791 .813
524.424
519.653
462.035
318 .000
257 .151
234.088
865 .024
1985 (n. 69-76)
1986 (n. 77-84)
1987 (n. 85-92)
1988 (n. 93-100)
1989 (n . 101-108)
1990 (n. 109-116)
1991 (n. 117-124)
1992 (n 125-132)
213.515
173.699
229.819
182.839
250.021
155.625
175.690
98.230
OPUSCOLI DIFFUSI
ANNO PER ANNO
1977
1978
1979
1980
1981
1982
copie
1983
1984
1985
1986
1987
1988
copie
1989 copie
1990
1991
1992
249.460
369.698
316.020
309.031
390.000
30i .561
281.904
258 .598
525.996
449.821
323.291
317.120
33 .313
312 .230
329.682
313.845
16/64