Bollettino_Salesiano_199205cooperatori


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ANNO 116- N. 9 • 2• QUINDICINA • 15 MAGGIO 1992
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
MAMMA MARGHERITA
La mamma di Don Bosco
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Suile&seunuuww
Qui ndicina le di informazio ne
e di cultura re lig iosa fond ato
da San Giovanni Bosco nel 1877
Anno 116 - N. 9 - 2• Quindici na
15 MAGGIO 1992
SOMMARIO
2 MAMMA MARGHERITA
Don Pasquale Massaro
3 LA PAROLA DEL PAPA
4 FAM IGLI A SALESIANA
Don Antonio Martinelli
5 vocazio ni
VI DARÒ PASTORI
6 CALEN DARIO GIUGNO-OTTOBRE 1992
7 Conosciamo la Famiglia salesiana
CONFEDERAZIONE MONDI ALE
EXALLIEVEII DELLE FIGLIE
DI MARIA AUSI LI ATRICE
8 Istruzione Pastorale
sul le Comunicazioni sociali
9 Conosciamo il RVA Art. 4:
UNA VOCAZIONE:
DUE MODI DI VIVE RLA
Lello Nicastro
10 ATTIVITÀ DEI CENTR I
13 Conosciamo i nostri Santi
MONS. VERSIGLIA e
DON CARAVARIO
Don Pasquale Liberatore
15 CONOSCERE LA
CENTESIM US ANNUS
Liana Cuozzo
16 CENSIMENTO ACS 1992
Direzione e Amm inistrazione:
Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092
00163 ROMA Aurelio
tel. 06165.92.915 - Fax 06/65.92.929
Direttore Responsabile:
UMBERTO DE VANNA
L'Edizione di metà mese è partico larmen-
te destinata ai Cooperatori Salesiani ed è
curata dall 'Ufficio Nazionale ACS
(Pasquale Massaro)
Via Marsala, 42 - 00185 ROMA
te l. 06/44.60.945 - Fax 06/44.63.614
Per riceverla ri vo lgersi al proprio Centro
ACS , che, tramite l' Ufficio lspettoriale, in-
vierà la rich iesta all 'Ufficio Nazionale.
Registrazione:
Tribuna le di Torino n. 403 del 16.2.1949
Stabi limento Grafico SEI - Torino
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Mamma Margherita
D omenica 29 marzo u.s. al Colle
Don Bosco il Rettor Maggiore Don
Egidio Viganò ha inaugurato so-
lennemente il MONUMENTO A
MAMMA MARGHERITA. La sta-
tua di Enrico Manfrini la rappre-
senta, contadina pronta al lavoro,
con il secchio nella mano destra,
vicino al pozzo, serena perché im-
mersa in Dio.
In questi giorni l'Editrice LDC
ha pubblicato un'ampia biografia
di Margherita Occhiena, la madre
di Don Bosco, ricostruita dal com-
pianto Don Aldo Fantozzi sui do-
cumenti storici che ci sono per-
venuti.
La Famiglia Salesiana ha deci-
so di produrre un film (videocas-
setta a colori di 60') su Mamma
Margherita, «figura esemplare,
... che è stata, di fatto , la prima
grande Cooperatrice dell'Oratorio
di Don Bosco». Il Comitato Orga-
nizzativo si è riunito a Torino Val-
docco il 22 febbraio u.s. è ha dato il
«via» al film, affidandosi alla gene-
rosità ...della Divina Provvidenza
(...siamo tutti invitati a dare una
mano alla Divina Provvidenza!).
Ecco tre «fatti» - Monumento,
Biografia, Film - che possono con
facilità essere interpretati come
«segni» di un rinnovato interessa-
mento per la figura e il messaggio
educatico, cristiano e salesiano di
Mamma Margherita.
I Cooperatori Salesiani voglio-
no essere in prima linea per contri-
buire alla realizzazione di queste
iniziative, che mirano a far cono-
scere meglio la persona della Mam-
ma di Don Bosco e a promuovere,
se Dio vuole, il processo di ricono-
scimento delle sue. virtù.
Mamma Margherita è una fi-
gura affascinante per la sua since-
rità e schiettezza, per l'integrità
della sua fede cristiana. «Don Bo-
sco - scrisse il Lemoyne - rico-
piò in se stesso la madre» e in lui
rifulsero «la stessa fede , ...la stes-
sa pazienza, ...l'operosità instan-
cabile, .. .la tranquillità nelle cose
avverse».
Fin da adolescente manifesta-
va nei tratti della sua personalità
risolutezza di volontà e squisito
buon senso. «Retta nella coscienza
- scrive Desramaut - negli affet-
ti, nei pensieri, sicura nei suoi giu-
dizi intorno a uomini e cose, spi-
gliata nei modi, franca nel parlare,
non sapeva che cosa fosse esitare
o temere».
E queste belle doti erano arric-
chite da un carattere sereno e alle-
gro, che si esprimeva anche nel .
canto lieto con cui accompagnava i
lavori della campagna. Don Bosco,
ricordando gli anni della giovinez-
za, diceva spesso: «La mamma can-
tava con dolcezza».
Margherita fu una mamma
catechista: si riteneva la prima re-
sponsabile dell'insegnamento del-
la fede ai suoi figli. Tramandava
la sua solida fede attraverso la
scuola di famiglia, assieme al sen-
timento del divino che i figli respi-
ravano nella vastità della creazio-
ne, nella voce profonda della co-
scienza, nello stupore delle notti
stellate. Dio non era un lontano
Signore, perché i richiami di
Mamma Margherita lo avvicina-
vano ai suoi figli.
Mamma Margherita fu una
mamma educatrice, che proponeva
i valori del coraggio, della fatica,
del dovere, del rigore morale, del-
l'onestà, del risparmio, del rispetto
degli anziani. Fu un'educatrice sa-
lesiana «ante litteram», perché era
guidata da amore preventivo, sem-
pre calma, sempre affabile, sempre
sorridente.
Ecco quale Mamma Margheri-
ta ci presenterà il fùm in videocas-
setta: siamo invitati, con la nostra
offerta, a diventare tutti «produtto-
ri» di questo film che porterà il vol-
to sorridente della Mamma di Don
Bosco in tutti i nostri Centri e in
tutte le nostre famiglie.
Don Pasquale Massaro

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La parola del Papa
nella strada di questa vocazione,
e per poi compiere bene questa
vocazione divina e nello stesso
tempo umana.
Giustizia e solidarietà
Pace e dignità
La pace e la riconciliazione
iniziano sempre con uno sguardo
di benevolenza che rispetta nel-
l'altro la sua dignità.
Evangelizzare
Missione primaria della
Chiesa è quella di evangelizzare,
irradiando dappertutto la parola
di Cristo. Collegato con questa è
il compito di difendere il valore
della vita, della famiglia, della
persona umana. Stare dalla par-
te dei deboli, dei poveri, degli
emarginati; interessarsi delle in-
numerevoli situazioni di povertà
e di difficoltà che oggi colpiscono
gli uomini come singoli e come
collettività; educare i giovani al
senso della vita associata; ricu-
perare coloro che vivono ai mar-
gini della società.
P r eg h i e r a
Chiunque è chiamato a com-
piere una misssione deve far
leva sulle potenzialità della pre-
ghiera, se vuole superare gli
ostacoli e trionfare su ogni forma
di scoraggiamento.
Vocazione alla famiglia
La famiglia è la vocazione
della maggioranza delle persone
umane, uomini e donne, è una
vocazione fondamentale. È una
vocazione sacra e sacramentale
per noi cristiani e ci vuole una
buona preparazione per entrare
Tutti devono promuovere la
giustizia e la solidarietà nella
loro vita quotidiana, nell'ambito
delle loro responsabilità sociali
concrete, nell'attività economica,
nell'impegno sindacale o politi-
co, nell'attività educativa e cul-
turale, nelle istituzioni al servi-
zio della salute, nelle iniziative al
servizio della famiglia, nei pro-
getti di promozione umana inte-
grale di settori emarginati della
popolazione, nei mezzi di comu-
nicazione sociale, ecc.
Dottrina sociale
Nella catechesi sul ruolo che
i laici svolgono nella Chiesa e
nel mondo non deve mancare
un'adeguata conoscenza della
dottrina sociale cattolica, che
deve ispirare la condotta cristia-
na a una continua conversione
ai valori evangelici.
Maria modello
di evangelizzazione
Maria è modello di evange-
lizzazione, anzi il modello assolu-
to di ogni evangelizzazione, in
virtù del privilegio, veramente
unico, di Madre di Dio, che ha
concepito, portato in seno e do-
nato al mondo il Divin Redento-
re. A questo modello impareggia-
bile devono guardare tutti coloro
che nella Chiesa lavorano nel va-
sto campo apostolico, nella vigna
di Dio. La Chiesa, nel suo insie-
me, partecipa della stessa mater-
nità di Maria, portando Cristo al
mondo.
Santità
La nuova evangelizzazione
deve avere come primo obiettivo
quello di rendere vivo tra i fedeli
l'ideale della santità. Una santità
che si manifesti nella testimo-
nianza della propria fede, nella
carità senza limiti, nell'amore
vissuto ed esercitato nelle attivi-
tà di ogni giorno. Una santità cui
tutti i cristiani, senza eccezione,
sono chiamati.
Laici
I laici, per la loro condizione
secolare, sono chiamati a svilup-
pare nella società la nuova vita
che hanno ricevuto nel battesi-
mo. Ad essi spetta di «permeare
e perfezionare l'ordine delle real-
tà temporali con lo spirito evan-
gelico» (AA,5), esercitando «a
modo di fermento... nel mondo il
loro apostolato» (AA,2). A parti-
re dalle loro attività quotidiane,
essi devono «testimoniare come
la fede cristiana costituisca l'uni-
ca risposta veramente valida...
dei problemi e delle speranze che
la vita pone ad ogni uomo e ad
ogni società» (Chf, 34)
Costruttori di pace
La loro stessa vocazione im-
pegna i laici a vivere immersi
nelle realtà temporali come co-
struttori di pace e di armonia e,
al tempo stesso, sentendo sempre
la Chiesa come patria spirituale.
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Famiglia Salesiana
Importanti riflessioni
t/,el Consigliere generale
della Famiglia Salesiana
(Roma 18-19 febbraio)
Don Antonio Martinelli
In occasione dell'incontro nazio-
nale dei Delegati dei Cooperatori e
degli Exallievi, Don Martinelli ha
avuto modo di presentare impor-
tanti spunti di riflessione che pro-
poniamo a tutti coloro che si ricono-
scono appartenenti alla Famiglia
Salesiana.
1. LA FAMIGLIA SALESIANA
COME SPECIFICO
MOVIMENTO ECCLESIALE
Sono le Costituzioni (C. 5) che
parlano di «VASTO MOVIMENTO
DI PERSONE». Dobbiamo prender-
ne coscienza. Non si possono ridur-
re i confini, le possibilità della Fa-
miglia Salesiana ai soli gruppi elen-
cati nell'articolo costituzionale.
Sarebbe riduttivo in rapporto al
pensiero di Don Bosco. Ci sono tan-
te persone amiche, simpatizzanti,
benefattrici che non pensano di en-
trare a far parte di nessuno dei
Gruppi, che però camminano insie-
me con noi in tante cose. Si ispira-
no alla pedagogia di Don Bosco e si
rifanno al suo «carisma».
Il termine «MOVIMENTO» ha
un significato spirituale, interiore,
dinamico: tutti coloro che si lascia-
no coinvolgere da un particolare
dono dello Spirito (e quello di Don
Bosco è un grande dono dello Spi.ri-
to alla Chiesa!) sono già «in comu-
nione tra loro» e formano un parti-
colare «movimento spirituale» nel-
la Chiesa. Quanto più si intensifica
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la comunione tra coloro che sono
attratti dal medesimo dono, tanto
più il «movimento» diventa dina-
mico e trainante, come forza viva
della Chiesa.
Da qui deriva un primo impegno:
VIVERE L'ASPETTO SPIRITUA-
LE E APOSTOLICO DELLA NO-
STRA FAMIGLIA SALESIANA,
INTENSIFICANDO LA COMU-
NIONE TRA I GRUPPI E LE PER-
SONE IN MODO DA FARCI CON-
NOTARE COME MOVIMENTO
ECCLESIALE.
La «Famiglia salesiana» è un
VERO MOVIMENTO CARISMATI-
CO NELLA CHIESA.
Il «nostro carisma» è di operosi-
tà, di equilibrio, di profondità spi-
rituale, di lavoro, di normalità, di
buon senso, di coscienza del concre-
to, di metodologia pratica, di quoti-
dianità realista, di santità di popo-
lo, di predilezione apostolica per la
gioventù.
Nel postconcilio l'espressione
«MOVIMENTO ECCLESIALE» ha
acquistato un significato abbastan-
za ben definito: - la riunione di
parecchie persone - attorno a uno
specifico ideale vivo di Chiesa -
da testimoniare nella società.
Ciò comporta due elementi ag-
glutinanti:
- a) uno SPIRITO COMUNE
- b) alcune IDEE-FORZA.
Da qui deriva un secondo impegno:
NELLE SINGOLE PERSONE E
IN OGNI COMUNITÀ O GRUPPO
SI ESIGE LA CURA DI QUESTO
«SPIRITO COMUNE» E L'APPRO-
FONDIMENTO E IL RILANCIO DI
QUESTE «IDEE-FORZA».
Oggi la Chiesa ci chiama a saper
esprimere qualcosa di agglutinan-
te e dinamico che manifesti la co-
mune identità apostolica. Far co-
noscere ed apprezzare, soprattutto
ai laici della Famiglia il genuino
SPIRITO SALESIANO, quello delle
origini, LO SPIRITO DI VALDOCCO
e le IDEE-FORZA che si concentra-
no nel «DA MIHI ANIMAS» che è:
- dedizione alla profondità spiri-
tuale
- grande sensibilità al mistero
della salvezza
- intensa carità pastorale, zelo
- forte sensibilità per la condizio-
ne giovanile
- bontà e speranza, gioia ed otti-
mismo
- inventiva apostolica e senso di
Chiesa
2. LA FAMIGLIA SALESIANA
È UN DARE E UN AVERE
- La Famiglia Salesiana pre-
cede i singoli gruppi e ad essa
tutti devono fare continuamen-
te riferimento.
- Ciascun gruppo, quindi, ha
bisogno degli altri gruppi, per
vivere seriamente il dono di ap-
partenenza alla Famiglia Sale-
siana. L'originalità del gruppo
non esclude la comunione!
- Solo la fedeltà alla Fami-
glia risulta come fedeltà a Don
Bosco. Egli vive nell'intera Fami-
glia e non tutto nei singoli gruppi
che la compongono.
- Si comprende allora la parola
del Capitolo Generale Speciale: i
Salesiani si rinnoveranno se
rinnoveranno la Famiglia!
- Nasce per ogni gruppo l'esi-
genza di una ricerca più appro-
fondita del proprio «essere» e
del proprio «offrire».

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Vocazioni
GRUPPI VOCAZIONALI
Vi darò Pastori
L'Esortazione Apostolica di Giovanni Paolo II «PA-
STORES DABO VOBIS», sulla formazione dei sacerdo-
ti, al n. 41 - di cui di seguito riportiamo i brani più si-
gnificativi - ricorda che tutti siamo responsabili delle
vocazioni sacerdotali. I Cooperatori salesiani si sentono
in sintonia con questo impegno vocazionale: il RVA,
infatti, dice che i Cooperatori prestano attenzione ai
giovani che danno segni di una vocazione apostolica
specifica (18,1); aiutano i giovani a scoprire la loro voca-
zione (14,3); riconoscono il lavoro della pastorale voca-
zionale come attività tipica (16,1); partecipano ai piani
pastorali vocazionali della Chiesa locale (18,2).
«U na responsabilità partico- ce di far luce sulla dimensione
larissima è affidata allafamiglia vocazionale come valore nativo
cristiana, che in virtù del Sacra- e fondamentale della persona
mento del Matrimonio partecipa umana. In tal senso, se opportu-
in modo proprio e originale alla namente arricchita di spirito cri-
missione educativa della Chiesa stiano (sia attraverso significati-
maestra e madre. Come hanno ve presenze ecclesiali nella scuo-
scritto i Padri sinodali, "la fami- la statale, secondo i vari ordina-
glia cristiana, che è veramente menti nazionali, sia soprattutto
'come chiesa domestica', ha sem- nel caso della scuola cattolica),
pre offerto e continua ad offrire può infondere "nell'animo dei ra-
le condizioni favorevoli per la gazzi e dei giovani il desiderio di
nascita delle vocazioni. Poiché compiere la volontà di Dio nello
oggi l'immagine della famiglia stato di vita più idoneo a ciascu-
cristiana è in pericolo, grande no, senza mai escludere la voca-
importanza dev'essere attribuita zione al ministero sacerdotale".
alla pastorale familiare, così che
le famiglie stesse, accogliendo ge- RESPONSABILITÀ
nerosamente il dono della vita DEI LAICI
umana, costituiscano 'come il pri-
mo seminario', nel quale i figli Anche i fedeli laici, in partico-
possano acquisire dall'inizio il lare i catechisti, gli insegnanti,
senso della pietà e della preghie- gli educatori, gli animatori della
ra e l'amore verso la Chiesa". pastorale giovanile, ciascuno con
le risorse e modalità proprie,
SCUOLA:
COMUNITÀ EDUCANTE
hanno una grande importanza
nella pastorale delle vocazioni
sacerdotali: quanto più approfon-
In continuità e in sintonia con diranno il senso della loro voca-
l'opera dei genitori e della fami- zione e missione nella Chiesa,
glia deve porsi la scuola, la quale tanto più potranno riconoscere
è chiamata a vivere la sua identi- il valore e l'insostituibilità della
tà di "comunità educante" anche vocazione e della missione sacer-
con una proposta culturale capa- dotale.
Nell'ambito delle comunità
diocesane e parrocchiali sono da
stimare e promuovere quei grup-
pi vocazionali, i cui membri of-
frono il loro contributo di pre-
ghiera e di sofferenza per le vo-
cazioni sacerdotali e religiose,
nonchè di sostegno morale e ma-
teriale.
Sono qui da ricordare anche i
numerosi gruppi, movimenti e
associazioni di feleli laici che lo
Spirito Santo fa sorgere e cresce-
re nella Chiesa in ordine a una
presenza cristiana più missiona-
ria nel mondo. Queste diverse
aggregazioni di laici si stanno ri-
velando come un campo partico-
larmente fertile alla manifesta-
zione di vocazioni consacrate,
veri e propri luoghi di proposta e
di crescita vocazionale. Non po-
chi giovani, infatti, proprio nel-
l'ambito e grazie a queste aggre-
gazioni hanno avvertito la chia-
mata del Signore a seguirlo sulla
via del sacerdozio ministeriale e
hanno risposto con confortante
generosità. Sono, quindi, da va-
lorizzare perché, in comunione
con tutta la Chiesa e per la sua
crescita, diano il loro specifico
contributo allo sviluppo della pa-
storale vocazionale.
PARROCCHIA
Le varie componenti e i diversi
membri della Chiesa impegnati
nella pastorale vocazionale ren-
deranno tanto più efficace la loro
opera quanto più stimoleranno
la comunità ecclesiale come tale,
a cominciare dalla parrocchia, a
sentire che il problema delle vo-
cazioni sacerdotali non può mini-
mamente essere delegato ad al-
cuni "incaricati" (i sacerdoti in
genere, i sacerdoti del seminario
in specie), perché, essendo "un
problema vitale che si colloca nel
cuore stesso della Chiesa", deve
stare al centro dell'amore di ogni
cristiano verso la Chiesa».
5/53

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CALENDARIO GIUGNO-OTTOBRE 1992
COMITATO
DEI COORDINATORI
3-4 ottobre
*
*
Si svolgerà a Roma, Via Marsala, e
tratterà specificamente i problemi relati-
vi alla Conferenza Nazionale (5-8 dicem-
bre) e all'Itinerario formativo.
INCARICA TI FORMAZIONE
20-21 giugno
È un incontro programmato dal Comi-
tato dei Coordinatori per elaborare il
Sussidio Formativo per aspiranti Coope-
ratori. Devono partecipare tutti gli Inca-
ricati lspettoriali della Formazione (o, in
sostituzione, un altro membro del Consi-
glio lspettoriale); possono partecipare
anche i Delegati/e e i Coord inatori lspet-
toriali . L' incontro si svolgerà a Roma,
via Marsala.
FONTANAZZO
4 luglio-1° agosto
Come di consueto l'Associazione offre
ai Cooperatori e ai loro familiari , non-
chè, nel limite dei posti disponibili, agli
Amici di Don Bosco , l'opportunità di un
soggiorno sereno in clima di amicizia e
spirito salesiano. La prima settimana
(4-11 luglio) riservata alla Formazione è
animata anche quest'anno da Don Nico-
la Palmisano e prevede la partecipazio-
ne di almeno un- Cooperatore per lspet-
toria. Per informazioni e prenotazione
rivolgersi alla Segreteria Nazionale.
CONFRONTO '92
9-15 agosto
tezzato la sera del 17 agosto nella
Parrocchia Sant'Andrea di Castelnuovo
d'Asti dal vicecurato Don Giuseppe Fe-
sta. Mamma Margherita ricordando quel
giorno fece a Don Bosco questa conff[
denza: «Quando sei venuto al mondo ti
ho consacrato alla Beata Vergine ».
SAN GIUSEPPE CAFASSO
23 giugno
Insieme a molte iniziative di carità,
sostenne anche materialmente le opere
di Don Bosco, di cui fu per molti anni
confessore e direttore spirituale, e a cui
confermò che la vocazione per i giovani
era di origine divina. Arricchito da Dio di
«doni straordinari di carità e di sapien-
za», la sua vita è una scuola di miseri-
cordia e di accoglienza per essere testi-
moni vivi dell 'amore di Dio.
SANT'EGIDIO
1° settembre
Affidiamo all 'intercessione dell'Abate
Sant'Egidio la nostra preghiera e i nostri
auguri per Don Egidio Viganò, Padre e
centro di unità della Famiglia Salesiana,
Superiore della nostra Associazione.
BEATO LUIGI GUANELLA
24 ottobre
Incontrò Don Bosco nel 1875 e per tre
anni fu salesiano . Nel 1886 fondò la «Ca-
sa della Divina Provvidenza» e curò par-
ticolarmente l'educazione della gioven-
tù l'assistenza ai minorati, l'ospitalità ai
v~cchi. Lo invochiamo per «progredire
nella via della carità e imitarne la piena
dedizione nel servizio dei fratelli ».
BEATO MICHELE RUA
29 ottobre
Entrò nell'Oratorio di Valdocco nel
1852 ed ebbe la fortuna di vivere 36 anni
con Bosco, di cui divenne Successore.
Ritenuto «Regola vivente» per la sua au-
stera fedeltà, mostrò sempre una pater-
nità piena di delicatezza, tanto da esse-
re defin ito «un sovrano della bontà». La
Chiesa ci invita a guardare a Don Rua
come a un modello per diventa re come
lui «vigilanti nella prudenza, operosi
nella carità, disponibili nel servizio dei
piccoli e dei poveri ».
*
Circa 2.000 giovani si incotreranno al
Colle Don Bosco, Mornese e Valdocco
per confrontars i sul tema: «La solidarie-
tà via di educazione alla Fede per una
nuova Europa».
NASCITA DI DON BOSCO
16 agosto
Giovanni Melchiorre Bosco è nato la
sera del 16 agosto 1815 ed è stato bat-
6/ 54
PASQUA 1993 IN TERRA SANTA
L'Associazione Cooperatori Salesiani organizza nel 1993
da mercoledì santo 7 aprile a martedì dopo Pasqua 13 aprile
un PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA
per vivere nella terra di Gesù gli eventi più importanti della
Redenzione .
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria Nazionale
Via Marsala, 42 - 00185 Roma - tel. 06/44.60.945

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Conosciamo la Famiglia Salesiana
CONFEDERAZIONE MONDIALE EXALLIEVE/1
DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE
Istituita nel 1908
CONFEDERAZIONE MONDIALE
Rosadele REGGE BERZERO
M . Georgina McPAKE
Sr. Teresita OSIO
Silvana ALOISI
Laura SEMPRINI
Isa DANIELE LARATTA
Donata FIORE
Marisa CASTELLAZZO
Elisabetta PEDEMONTE
Maria Rosa FRIGERO
Amalia GARCIA CAMPOS
Concetta ZECCHINO APOLITO
M. Louise VANHUMBECK
Rosmarie WACKERLE
Victoria FERRER MORENO
Lily HADDADE ABRAHO
Alessandra RIVA ZANELLO
Maria LOPEZ
Victoria T ACDERAS
- Presidente
- Consigliera G. per le Exallieve/i FMA
- Delegata Confederale
- Vicepresidente per la formazione
e le Exallieve sofferenti
- Segretaria
- Tesoriera
- Consigliera per l'amministrazione
- Consigliera per il volontariato
- Consigliera per l'animazione dei giovani
- Consigliera per l'animazione dei giovani
- Consigliera per l'animazione dei giovani
- Consigliera per rapporti F.S. e
istit. ecclesiali/civili
- Consigliera rappresentante OMAAEEC
- Consigliera Coordinamento Federazione
Europa Centrorientale
- Consigliera Coordinamento Federazione
America Cono Sud
- Consigliera Coordinamento Federazione
America Brasile
- Consigliera CoÒrdinamento Federazione
America Zona Andina
- Consigliera Coordinamento Federazione
America Centrale e Nord
- Consigliera Coordinamento Federazione
Asia
L'animazione e l'attività delle Exallieve/i delle FMA si ispirano allo Statuto della Confederazione
Mondiale promulgato dalla Presidente Rosadele Regge e dalla Superiora Generale dell 'Istituto
delle Figlie di Maria Ausiliatrice il 24 maggio 1989 ed entrato in vigore il 24 maggio 1990.
Indirizzo: Confederazione Mondiale Exallieve/i delle Figlie di Maria Ausiliatrice
Via Ateneo Salesiano, 81 - 00139 Roma - Tel. 06/87 .19.36.80
7/55

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Nel ventesimo anniversario della promulgazione
della «Communio et progressio»
Pubblicata
dal Pontificio Consiglio
delle Comunicazioni Sociali
l'Istruzione Pastorale
<<Àetatis novae>>
A vent'anni dalla Communio et
progressio è stata pubblicata mar-
tedì 17 marzo un'altra Istruzione
pastorale sulle comunicazioni so-
ciali. Ha per· titolo Aetatis novae, è
stata elaborata dal Pontificio Con-
siglio delle Comunicazioni Sociali,
redatta in sette edizioni per altret-
tante aree linguistiche, ed è frutto
di un intenso lavoro durato cinque
anni.
È significativo tra l'altro il respi-
ro internazionale del documento,
che dedica speciale attenzione alle
comunicazioni sociali nel Terzo
Mondo, alla Chiesa dei poveri,
dove è più facile che i mass media
manipolino le coscienze, dove è più
difficile educare i consumatori di
suoni e immagini a un uso intelli-
gente.
Ha lo scopo di integrare la Com-
munio et progressio tenendo conto
dei mutamenti avvenuti nel mondo
e nel campo delle comunicazioni in
vent'anni. Integrazione, e non so-
stituzione. «Ci siamo proposti -
ha detto Mons. Pastore - proprio
di risvegliare, con questo docu-
mento, l'attenzione sulla Commu-
nio et progressio, di rilanciarla». La
Aetatis novae non ha carattere in-
novativo, ma supplementare. Nul-
la è stato cambiato; molto è stato
aggiunto.
Il documento si apre con un'in-
troduzione il cui titolo, «Una rivo-
luzione nella comunicazione», sug-
gerisce immediatamente al lettore
la chiave di lettura del testo. Non a
caso i primi documenti citati sono
la Centesimus annus e la Redempto-
ris missio. Il primo capitolo è dedi-
cato al contesto delle comunicazio-
ni sociali, dal punto di vista cultu-
rale, sociale, politico ed economi-
co. Vi si analizza tra l'altro la ten-
denza alla deregulation dell'emit-
tenza radiotelevisiva e si richiama
l'attenzione sui rischi della colo-
nizzazione culturale. Gli altri quat-
tro capitoli sono dedicati rispetti-
vamente ai compiti dei mass me-
dia, alle sfide attuali, alle priorità
di intervento e alla necessità di
una programmazione pastorale.
Una rilevante novità è costituita
da una lunga appendice, ad uso
delle conferenze episcopali e delle
singole diocesi, in cui si dettano
analiticamente gli elementi di tale
programmazione.
8/56
Manuale dirigenti
per i Cooperatori
Nella Casa Generalizia dei sa-
lesiani una commissione di Coo-
peratori salesiani ha curato la
revisione dei materiali che in un
prossimo futuro costituiranno il
«Manuale del dirigente" per i
membri che guidano l 'associa-
zione. L 'elaborazione di detto ma-
nuale risponde a una decisione
presa dalla Consulta Mondiale
dei Cooperatori nella sessione di
giugno 1991.
La commissione era formata
da Luigi Sarcheletti, Daniela
Beretta, Pierangelo Fabrini,
Paolo Santoni, coordinatore ge-
nerale dei Cooperatori e da
don Giuseppe Reinoso , delega-
to centrale per i Cooperatori.
Don Antonio Martinelli, consi-
gliere generale per la Famiglia
Salesiana e la Comunicazione
Soc iale, ha offerto alla commis-
sione alcune linee-guida per
orientare il lavoro affidatole
dalla Consulta Mondiale dei
Cooperatori salesiani.
La consulta , nella sessione
del giugno scorso, aveva chie-
sto di accelerare i tempi per
l'elaborazione e pubblicazione
di un «Manuale del dirigente»
ad uso dei Cooperatori salesia-
ni dirigenti.
Il Manuale sarà composto da
otto capitoli, che descrivono il
profilo dell'animatore dei Coo-
peratori salesiani - sia laico
che religioso-; si identificano
le sue funzioni secondo i diver-
si tipi di attività; si offrono stru-
menti necessari per una anima-
zione efficace dell'associazio-
ne; l'intenzione dei redattori è
di elaborare un 'opera di carat-
tere pratico e di facile uso e
consultazione.
La commissione di redazione
terrà ulteriore conto delle os-
servazion i dei membri dell'As-
sociazione, dopo un periodo di
prova, prima di procedere alla
pubblicazione definitiva. La
commissione calcola di poter
concludere la redazione speri-
mentale entro il dicembre 1992.

1.9 Page 9

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ARTICOLO
Conosciamo il REGOLAMENTO DI VITA APOSTOLICA
UNAVOCAZIONE: DUE MODI DI VIVERLA
Don Bosco ha concepito l'Associazione dei Cooperatori aperta sia ai
laici che al clero secolare. Il Cooperatore laico attua il suo impegno e
vive lo spirito salesiano nelle ordinarie situazioni di vita e di lavoro, con
sensibilità e caratteristiche laicali, e ne diffonde i valori nel proprio
ambiente. Il Cooperatore sacerdote o diacono secolare attua il proprio
ministero ispirandosi a Don Bosco, modello eminente di vita sacerdo-
tale. Nelle scelte pastorali privilegia i giovélni e gli ambienti popolari,
arricchendo in questo modo la Chiesa nella quale opera.
e ontinuando nella descrizio-
ne dell'identità del Cooperato-
re salesiano l'art. 4 del Rego-
lamento di Vita Apostolica indi-
ca due modi diversi di vivere
questa vocazione, che corri-
spondono a due diverse situa-
zioni ecclesiali: quella del cri-
stiano laico e quella del cristia-
no ordinato, cioè il Cooperato-
re sacerdote.
COOPERATORE SACERDOTE
È chiaro che questa seconda
figura è presente in Associa-
zione in numero assai ridotto
rispetto alla prima; ciò non to-
glie che per fedeltà alla volon-
tà di Don Bosco e per auspica-
re un incremento dell'Associa-
zione in questo settore il RVA
ha mantenuto questa distinzio-
ne , riportandola addirittura in
uno dei suoi primi articoli e
mettendo in risalto la comple-
mentarietà delle due distinte
qualifiche .
Non è da dimenticare, a tale
proposito , che nel la categoria
del clero secolare va ricompre-
so anche il Cooperatore diacono
permanente che può assumere
in sè le caratteristiche di en-
trambe le figure sopra citate, va-
lorizzando ancora di più quanto
riportato nel presente articolo.
Il Cooperatore sacerdote
vive la sua salesianità ispiran-
dosi al modello di vita sacer-
dotale realizzato da Don Bo-
sco, ed è, quindi, portato a fare
le stesse scelte che furono del
Fondatore, rappresentate par-
ticolarmente dal privilegiare,
nella propria azione pastorale,
i giovani e gli ambienti popo-
lari ; arricchisce, inoltre, con la
sua presenza la Chiesa nella
quale opera, diffondendo in
essa i valori tipici salesiani.
COOPERATORE LAICO
Relativamente , invece, alla
figura del Cooperatore laico,
sull a quale il RVA si sofferme-
rà a lungo nel corso degli arti-
coli successivi , il secondo pa-
ragrafo dell'art. 4 mette in evi-
denza alcuni lineamenti fonda-
mentali che riguardano la com-
partecipazione alla missione
salesiana: in primo luogo che
questo impegno viene vissuto
nelle ordinarie situazioni di
vita e di lavoro, per cui il Coo-
peratore è chiamato ad essere
«sale» e «lievito» nell'umiltà e
nella limitatezza del proprio
agire; in secondo luogo lo spi-
rito salesiano e il conseguente
impegno apostolico devono es-
sere vissuti con sensibilità e
caratteristiche prettamente lai-
cali, senza cedere al rischio di
conformarsi a comportamenti
di tipo clericale; e infine, che
questa testimonianza è resa
fondamentalmente nell'am-
biente in cui il Cooperatore lai-
co si trova.
Sugli aspetti specifici di que-
sto impegno il RVA tornerà
dettagliatamente nel Capitolo
Il: resta il fatto che questo
tema dell'indole secolare del
Cooperatore è uno di quelli
che merita maggiore attenzio-
ne, sia per la riflessione che si
è venuta sviluppando in questi
anni sulla figura del fedele
laico, s_ia per la necessità che
nella Famiglia salesiana esso
sia coinvolto sempre più cor-
responsabi Imente nell' elabo-
razione e nella realizzazione
dell'unico progetto apostolico
salesiano.
Lello Nicastro
9/ 57

1.10 Page 10

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Attività dei Centri chiamo di dare a questi ragazzi
qualcosa di valido in cui credere,
un modo di vivere che non sia
ignoranza e violenza.
È un lavoro lungo e difficile, ma
questa è vera prevenzione, quella
CONFERENZA ANNUALE
a Corigliano d'Otranto
In occasione del 90° anno di fon-
dazione della Casa salesiana di Co-
rigliano d'Otranto (Lecce), la pri-
ma fondata in Puglia nel 1901, i
Cooperatori Salesiani hanno orga-
nizzato la Prima Conferenza an-
della pedagogia salesiana e del Si-
stema preventivo. Il programma
prevede anche lezioni di spiritua-
lità salesiana, di ecclesiologia, di
storia della Congregazione. Un nu-
trito programma di formazione sa-
lesiana per laici che vogliono impe-
gnarsi seriamente, per rispondere
alla chiamata di Don Bosco.
voluta da Don Bosco. La risposta
positiva dei ragazzi e il loro affetto
sono un grande stimolo per andare
avanti.
GIOVANI COOPERATORI
a Pordenone
nuale, invitando il prof. Giuseppe
Ceci, Coordinatore Ispettoriale del-
la Campania. È stata illustrata in
modo magistrale la Strenna del
Rettor Maggiore, preceduta dalla
Relazione annuale del Centro, alla
presenza di numerosi Cooperatori,
Exallievi e giovani. Il dibattito ha
approfondito la tematica e l'incon-
tro si è concluso con un momento
di fraternità salesiana.
CENTRO SOCIALE
a Cagliari
Lunedì 2 dicembre 1991 ha preso
il via nei locali dell'oratorio di via-
le sant'lgnazio il sostegno scolasti-
co educativo, organizzato dall'As-
sociazione «Mamma Margherita»
in convenzione col comune di Ca-
Domenica 12 gennaio a Pordeno-
ne si è tenuto l'incontro ispettoria-
le Cooperatori giovani e aspiranti.
La giornata è stata ricca di conte-
nuti, soprattutto grazie al brillan-
tissimo intervento del nostro Ispet-
tore, Don Gianni.
Il tema era «le provocazioni del
Disagio Giovanile ai Cooperatori
Giovani». Dopo aver affidato la
giornata nelle mani del Signore, D.
gliari e destinato a preadolescenti Filippin ci ha proposto la relazione
con difficoltà scolastiche e sociali. di D. Juan E. Vecchi alla Conferen-
INCONTRI FORMATIVI
I ragazzi provengono da varie za Nazionale SDB di Roma 1991,
scuole medie ed elementari pubbli- con una chiave di lettura che po-
a Perugia
che di Cagliari. Un nostro pulmino tesse però far riflettere noi Coope-
li prende all'uscita dalla scuola e li ratori su quello che dev'essere il
Due appuntamenti importanti accompagna in viale sant'lgnazio. nostro ruolo nella società di oggi.
hanno animato ultimamente il no- Dopo il pranzo, si fanno compiti, È emerso chiaramente che in
stro Centro: l'incontro con il Dr. giochi ed altre attività sportive questa società, a livello giovanile,
Paolo Santoni, Coordinatore della (calcio, basket, volley), musicali esiste un certo disagio, riscontrabi-
Consulta mondiale e l'incontro con (chitarra, batteria), cineforum. le in tutte le classi sociali. Ed è un
il Prof. Gaetano Mollo, docente di Alle 18.30 il pulmino accompagna disagio che non nasce dai giovani,
Pedagogia e Didattica presso l'Uni- tutti a casa.
ma dalla società stessa.
versità degli Studi di Perugia.
Questi minori provengono da fa- Come riuscire ad essere, noi
Dalla relazione di Paolo abbiamo miglie con vari gradi di povertà, Cooperator i, portatori di «nuova
appreso quanto si sta facendo a li- materiale e soprattutto morale, e vita»? Ora come nel passato assu-
vello mondiale perché l'Associazio- di carenza di valori educativi. Qua- me grande importanza la PRE-
ne dei Cooperatori si adegui ai se- si nessuno di loro ha entrambi i ge- VENZIONE.
gni dei tempi, per essere una via nitori o perché separati o perché Tutti noi sappiamo bene che la
autenticamente cristiana e salesia- morti. Solo due hanno il papà (ma forma fondamentale e più efficacie
na da percorrere al servizio di Dio un papà è malato mentale, l'altro è di prevenzione è l'educazione, inte-
e dei fratelli.
alcolizzato).
sa in forma piena e totale.
Il Coordinatore Centrale ha co- La situazione scolastica è altret- A quest'intervento è seguito il
municato che il «censimento» e la tanto tragica: quasi tutti hanno momento centrale di tutta la gior-
preparazione del «Manuale per Di- perso anni, alcuni ripetono per la nata: la S. Messa, resa ancor più fa-
rigenti», di prossima pubblicazio- terza o quarta volta la stessa clas- migliare e partecipata dalÌ'annun-
ne, saranno due momenti per la se. Molti non hanno nemmeno il cio di matrimonio (il 25 aprile) di
crescita e il collegamento nell'As- materiale scolastico (libri, penne, Anna e Roberto di S. Donà.
sociazione. Il Prof. Mollo prosegue etc.).
Dopo aver salesianamente condi-
con costanza e metodicità nello Il nostro lavoro consiste in un viso il pranzo, il lavoro è ripreso in
svolgimento del programma di for- approccio scolastico, soprattutto due gruppi: gli aspiranti con Don
mazione per gli aspiranti Coopera- nel recupero delle enormi lacune Aldo hanno continuato il loro
tori. A lui è affidata la trattazione pregresse. Ma principalmente cer- cammino sul tema «Missionarietà»
10/58

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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mentre noi Cooperatori oltre a ve- In qualche Casa si ha un discreto vunque funziona la segreteria. Per
dere alcune date, ci siamo interro- fiorire di giovani cooperatori, in al- migliorare questo aspetto il Consi-
gati sul perché di una così scarsa
presenza e di una generale stan-
chezza a livello ispettoriale.
tre invece si trova qualche difficol-
tà a far maturare i giovani verso
questa vocazione laicale, anche se
glio ispettoriale ha elaborato una
serie di sussidi (Schede, Elenco dei
soci, Modulo di censimento annua-
le) che certamente favoriranno un
lavoro più organico e una visione
più dettagliata e preoìsa dei singoli
Centri.
È stato toccato anche il proble-
ma economico dell'Associazione. È
necessario che in ogni Centro si
prenda coscienza del dovere del-
l'autofinanziamento dell'Associa-
zione. Il primo dovere di ogni Cen-
tro è quello di far vivere l'Associa-
zione cui appartiene, sia livello
mondiale, che nazionale, ispetto-
riale e locale.
Le modalità possono essere tan-
te. Per esempio, si può promuovere
un'attività specificamente destina-
ta per l'autofinanziamento, si pos-
sono reperire liberi contributi dai
soci, dagli Enti locali... Se l'Asso-
ciazione e i Centri dispongono di
Un momento di sosta dei Cooperatori Salesiani di Bardolino in cammino con
un ricco programma di iniziative.
mezzi finanziari adeguati, più facil-
mente è possibile far partecipare i
soci ai momenti formativi che l'As-
VISITA STRAORDINARIA
DI DON FEDRIGOTTI
ad Ancona
A chiusura della Visita straordi-
naria, Don Fedrigotti ha voluto in-
contrarsi, nel pomeriggio del 7 feb-
braio in Ancona, con i membri del
ovunque si nota un positivo e favo-
revole cambio di mentalità nei con-
fronti dell'Associazione dei Coope-
ratori: Per l'incontro mensile di
formazione si nota la difficoltà di
reperire un orario unico, adatto
contemporaneamente ai giovani e
agli adulti. Si è d'accordo che i coo-
peratori giovani seguano un ritmo,
sociazione promuove in sede ispet-
toriale o nazionale o mondiale, più
facilmente si possono realizzare
iniziative di grande respiro e di
maggiore risonanza. Don Bosco
non ha disdegnato l'aiuto finanzia-
rio, anzi lo ha promosso per coin-
volgere le persone ad incrementa-
re senza sosta la causa del bene.
Consiglio ispettoriale dei Coopera- uno stile e un orario diverso per le
tori. Ne è scaturito un colloquio ar-
ricchente, una presa di coscienza
della realtà e delle prospettive del-
1'Associazione.
Il Coordinatore ispettoriale, Sig.
Zampini, con la sua relazione ha
messo in luce gli aspetti positivi e i
problemi inerenti alla vita dei sin-
goli Centri.
Si è sottolineata la disponibilità
e il fattivo impegno dei Coopera-
tori un po' ovunque, specialmente
per quanto riguarda l'appoggio ed
il sostegno economico alle missioni
in genere e alla missione di Onit-
sha in particolare. La presenza
operosa dei Cooperatori si riscon-
tra anche nella conduzione ed ap-
poggio delle varie attività giovanili
nell'ambito delle Case salesiane.
loro adunanze formative.
Rimane il problema di trovare
salesiani preparati e con disponibi-
lità di tempo per seguire la vita dei
Centri e la formazione permanente
dei soci con più regolarità e con
maggiore dedizione.
Altra difficoltà è l'estensione del-
l'Ispettoria che non facilita l'incon-
tro tra i componenti del Consiglio
ispettoriale. Si è detto che i respon-
sabili regionali e i salesiani del
Centro ispettoriale dovrebbero
passare con più regolarità e con
maggior frequenza nei Centri, per
garantire una adeguata anima-
zione.
ùna qualche carenza è stata ri-
scontrata nell'organizzazione tec-
nica dei Centri. Non sempre e do-
FESTA DELLA FAMIGLIA
a Caserta
Nel Duomo di Caserta, in occa-
sione della celebrazione della festa
della Sacra Famiglia, si è svolta,
presieduta da sua Eccellenza Mon-
signor.Raffaele Nogaro, una veglia
di preghiera sul tema «La famiglia
progetto di Dio».
Il momento liturgico, vissuto da
un cospicuo numero di famiglie, è
stato guidato da rappresentanti di
coppie dell'Azione Cattolica e da
coppie di Cooperatori Salesiani del
centro di Caserta.
Esso fa parte delle attività che si
vanno svolgendo nell'ambito della
pastorale promossa dal settore fa-
11 / 59

2.2 Page 12

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miglia dell'Azione Cattolica dio-
cesana in accordo con il Piano Pa-
storale annunciato dal Vescovo. I
Cooperatori Salesiani di Caserta,
da lungo tempo sensibili ed impe-
gnati nella promozione dello svi-
luppo della Famiglia Cristiana, da
quest'anno hanno inteso affiancar-
si al gruppo diocesano per conti-
nuare il cammino intrapreso in
una prospettiva di maggiore inte-
grazione tra le organizzazioni cat-
toliche della Diocesi.
La celebrazione è consistita nel
riflettere su temi offerti da alcuni
brani delle Sacre Scritture: la
Creazione dell'uomo e della donna
a immagine di Dio la gratuità e la
carità nell'amore coniugale, il va-
lore della famiglia inteso come inti-
ma comunità di vita e di amore.
Quindi Sua Eccellenza Mons.
Raffaele Nogaro nella sua ricca ed
illuminante omelia ha tracciato un
profùo della famiglia umana riper-
correndo le Sacre Scritture ed i Do-
cumenti Conciliari e ponendo l'ac-
cento sul matrimonio come sacra-
mento della Chiesa.
Il sacramento è una realtà che
entra dentro il matrimonio e lo tra-
sfigura. L'amore coniugale quando
si fa amore sacramentale, pur ri-
manendo autenticamente umano
diventa anche divino.
La veglia si è conclusa con un
momento di grande suggestione:
gli sposi hanno rinnovato le pro-
messe coniugali attr averso il rito
del matrimonio guidato dal Ve-
scovo.
CENTRO DI SOLIDARIETÀ
a Conegliano
Sorto alla fine di un anno impor-
tantissimo per tutta la Famiglia
Salesiana, il 1988, è stato sognato,
pensato e avviato da un gruppo di
giovani exallieve e cooperatori di
Conegliano, che hanno voluto rea-
lizzare qualcosa di concreto che ri-
spondesse al bisogno di giovani
presenti nel territorio della cittadi-
na e comuni limitrofi. Conegliano
risulta «ricca» di associazioni va-
rie, di centri sportivi, giovanili, del
Centro Informagiovani, di due co-
12/ 60
munità di recupero delle tossicodi-
pendenze, di un grosso centro della
Nostra Famiglia per la cura dei
portatori di handicaps; però è ca-
rente di centri di prima accoglien-
za, di alloggi e di attenzione «con-
creta» a giovani professionalmente
poco preparati che hanno abbando-
nato la scuola anzitempo con con-
seguente difficoltà per un inseri-
mento nel mondo del lavoro.
A questo problema ha tentato di
rispondere il nostro Centro di Soli-
darietà nei tre anni della sua atti-
vità. Inizialmente era stato pensato
come Cooperativa di servizi, poi,
per intoppi burocratici e la man-
canza di leggi specifiche sul volon-
tariato, si è scelto di avviarlo come
Associazione.
Il motore di tutto il nostro agire
è stata l'attenzione costante ai gio-
vani nello stile di Don Bosco.
L'avvio è stato duro anche finan-
ziariamente... per pagarci materia-
li e attrezzature, semplici e indi-
Incontro
Delegate ispettoriali
dei Cooperatori
Madre Rosalba Perotti, Vica-
ria Generale , e Responsabile
dei rapporti con la Famiglia Sa-
lesiana, ha animato il 7-8 e il
21-22 marzo , insieme con la
Delegata centrale Sr. Maria
Collino, due incontri con le De-
legate ispettoriali dei Copera-
tori Salesiani .
Il tema di riflessione è stato:
«I/ Magnificat e la prospettiva
di fondo della nostra missione».
Questi incontri , oltre ad esse-
re un momento formativo per le
Delegate Cooperatori , offrono
spunti .per..in·contri di «famiglia»
che aiutino i Cooperatori Sale-
siani a tòno;,cere più diretta-
mente l'lstitufo .
Oggi -si- ha consapevolezza
della grand.e.forza che essi co-
stituiscono nel mondo: condivi-
dono la missione educativa e la
passione per la vita in quello
stile di semplicità che don Bo-
sco e madre Mazzarello ci han-
no lasciato.
spensabili e le telefonate per i col-
legamenti i soci fondatori si sono
autotassati. Tutt'ora manteniamo
l'obiettivo di non chiedere mai un
pagamento seppur minimo per il
nostro servizio, per non annullare
l'impegno preso di volontariato
gratuito.
Dal gennaio 1989 a settembre
1991 sono passate circa 430 persone
regolarmente registrate, chi per
cercare lavoro, chi per offrirlo. Ab-
biamo sistemato 310 giovani in set-
tori vari (a livello di impiegati,
operai, lavori estivi, collaboratrici
domestiche, baby sitters). Abbiamo
ascoltato ragazzi/e in conflitto con
la famiglia, con fallimenti scolasti-
ci e lavorativi alle spalle, giovani
donne con cause di separazioni in
corso (sempre in aumento) nel-
l'emergenza di trovare un alloggio,
lavoro, collocazione dei figli. Quan-
do ci è possibile coinvogliamo i gio-
vani utenti a divenire nostri colla-
boratori: fatta l'esperienza di at-
tenzione e di aiuto li incoraggiamo
alla disponibilità di un po' del loro
tempo al Centro.
Da un anno abbiamo affrontato
anche il problema degli Extraco-
munitari, perché tanti di loro han-
no iniziato a bussare anche da noi
soprattutto alla ricerca disperata
di un alloggio, di un punto di riferi-
mento per poter dire le loro proble-
matiche e condividere un po' della
loro vita.
CONVEGNO ANNUALE
a Como
Ci siamo incontrati a Como saba-
to 12 e domenica 13 ottobre per
l'annuale convegno dei Consigli
locali.
La relazione introduttiva sul te-
ma: «Cooperatori Salesiani nel ter-
ritorio» ci è stata proposta da Jo-
landa Masotti, coordinatrice nazio-
nale, che ci ha veramente coinvolti
tutti con quella sua carica tipica di
una «romana de Roma». Non solo
la simpatia della relatrice, ma so-
prattutto i contenuti sono stati per
tutti un forte stimolo a ripensare
continua a pag. 14

2.3 Page 13

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Conosciamo nostri santi
Mons. VERSIGLIA eDon CARAVARIO
I PRIMI DUE MARTIRI SALESIANI
«Tumi porti il calice visto dal
Padre: a me il riempirlo di san-
gue per l'adempimento della vi-
sione ». Così ebbe a dire Mons.
Versiglia a chi gli consegnava in
dono, da parte del Rettor Mag-
giore Don Paolo Albera , un cali-
ce. Don Bosco aveva profetizza-
to che «in Cina un calice si sa-
rebbe riempito di sangue ».
«Vado in Cina dove mi attende
il martirio ». Così Don Caravario
disse a un gruppo di missionari
in viaggio dall ' isola di Timor a
Shangai.
Misteriose premonizioni? Cer-
to si è che Mons. Versiglia e Don
Caravario sono diventati i primi
due martiri salesiani e come tali
Giovanni Paolo Il li ha Beatificati
il 15 Maggio 1983.
Mons. Versiglia nacque a Oli-
va Gessi (Pavia) il 5 Giugno
1873. Aveva dodici anni quando
varcò la soglia dell'Oratorio di
Valdocco , ancora vivente Don
Bosco. Gli resterà il rammarico
di un m isterioso invito. «Vienimi
a trovare» gli aveva detto Don
Bosco. Ma questi morì senza
che il giovane avesse potuto an-
dare da lui .
Si fece Salesiano. Da sacerdo-
te, giovanissimo, fu Direttore e
Maestro dei novizi a Genzano.
«Sempre allegro - riferisce un
testimone - sebbene avesse
l'aspetto serio di un asceta. Gio-
cava con noi, si curava delle im-
mancabili questioni di gioco...
Dolce nei modi , forte nel richie-
dere». Lo chiamavano «il martel-
lo ovattato». Si rivelò un ottimo
formatore, ma il suo anelito an-
dava in altra direzione: sognava
le missioni . Il sogno fu realizzato
nel 1906 quando gli fu affidata la
guida del primo gruppo missio-
nario in Cina. Aveva 33 anni : si
gettò nel lavoro apostolico con
tutta la freschezza delle sue
energie . Nel giro di un decennio
sorsero 15 residenze missiona-
rie, 16 cappelle, 23 scuole ... Nel
1920, a 47 anni di età , viene no-
minato Vescovo di Schiu-Chow.
Tre anni dopo viene in Italia e
passa da Torino. Un giovanissi-
mo salesiano viene preso da
questa affascinante figura di
missionario. «La seguirò in Cina
- gli dice - Sarò di parola. Ve-
drà». È Callisto Caravario.
Nato a Cuorgnè 1'8 Giugno
1903, entrò subito nell 'orbita di
Don Bosco frequentando la
scuola salesiana del S. Giovan-
nino. I suoi compagni lo ricorda-
no devoto, riservato, calmo, in-
telligente, amabile e soprattutto
«limpido». «Mi fissava sempre
gli occhi buoni in volto , con
un ' aria lieta, raccolta, attenta,
con così sentita cordialità da es-
sermi di sollievo» dirà di lui Don
Braga. A 21 anni mantiene la pa-
rola data e parte per la Cina. Sa-
lo stesso Mons. Versiglia a or-
dinarlo sacerdote nel 1929 men-
tre a Roma veniva Beatificato
Don Bosco. «Sarà lungo o breve
il mio sacerdozio?» annotò tra le
sue riflessioni.
Sarebbe stato solo di otto
mesi!
L'appuntamento col martirio si
colloca nel quadro della sangui-
nosa e confusa situazione di
guerriglia che tormentava, in
quegli anni, il sud della Cina.
Il 25 febbraio 1930 Mons. Ver-
siglia e Don Caravario sono in
viaggio in barca sul fiume Pak-
Kong, diretti a Li Thau Tseul.
Con loro due allievi, due loro so-
relle e una catechista. Stavano
recitando l'Angelus quando un
gruppo di uomini armati , sbucati
improvvisamente, ordina loro di
approdare. Accortisi della donne
decidono di portarle via. Le in-
tenzioni sono chiare. Mons Ver-
siglia e Don Caravario con i loro
corpi sbarrano il passo ai pirati.
Tentativo inutile. Vengono trasci-
nati nel bosco per essere uccisi.
Le ragazze seguono impietrite
gli ultimi istanti della vita dei
loro missionari. Racconteranno:
«Don Caravario, chinato il capo,
parlava sottovoce a Monsignore.
Credo che si confessassero a vi-
cenda. lo guardavo Monsignore:
il suo volto aveva costantemente
un aspetto di pace e di grazia.
Monsignore e Don Caravario ci
guardavano, ci indicavano con
gli occhi il cielo. L'aspetto loro
era gentile e sorridente, prega-
vano ad alta voce ... ». «lo sono
vecchio - dice Mons. Versiglia
- ammazzatemi pure. Ma lui è
giovane: risparmiatelo». Le ra-
gazze vengono allontanate.
Dopo pochi passi sentono cinque
colpi di fucile. Sono stati uccisi
tutti e due, nel tentativo di salva-
re la loro innocenza!
«Se il Signore nella sua Prov-
videnza - ha detto un giorno
Don Bosco - volesse disporre
che alcuno di noi subisse il mar-
tirio, forseché per questo ci
avremmo da spaventare?» . I due
martiri non si sono lasciati spa-
ventare ma hanno vissuto fino in
fondo il «Toglimi tutto il resto»:
anche la vita!
Don Pasquale Liberatore
13 / 61

2.4 Page 14

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Una salesiana
Carmelitana
Riceviamo dal Carmelo S. Anna
di Carpineto Romano questa lette-
ra indirizzata a tutti i Cooperatori
Giovani.
Carissimi Giovani Cooperatori,
Come promesso, vi scrivo
una letterina prima di entrare
in ritiro in occasione dell'ap-
prossimarsi della Professione.
Il 22 febbraio alle ore 15.00
nella nostra chiesa di S. Gio-
vanni si svolgerà la cerimonia
della mia «vestizione,, ed io
emetterò i voti : incredibile ma
vero! Ci terrei tanto che per
quel giorno foste presenti an-
che voi , anche se penso che
sarà una sorpresa per me ve-
dervi dopo più di un anno e per
voi rivedermi così cambiata
dopo gli esami ormai tanto lon-
tani e quasi persi nel tempo ...
Mi avete conosciuta in jeans
e maglione (lungo e largo!) ed
ora mi ritrovate in tonaca e
velo! Mi chiamavo «Lilli" ··· e
adesso sono diventata Sr. M.
Eliana!
A me stessa fa un po ' «im-
pressione,, dirlo; ma vi assicu-
ro che sono rimasta sempre io
anche se certamente la Grazia
del Signore ha fatto per certi
vers i veri e propri MIRACOLI in
cosi «breve ,, tempo! Esterior-
mente mi sembra di essermi un
po ' «allungata ,, e «ristretta,,
(ma quello che conta è l'inter-
no) , e poi forse è solo una mia
impressione, visto che qui al
Carmelo non c'è una «collezio-
ne,, di specchi! Comunque io
sto bene, e questa mia lettera
vuole essere una semplice con-
divisione di tutta la pace che
provo in attesa di donarmi com-
pletamente a Gesù : Gli restitui-
rò la mia giovane vita aderendo
al Suo disegno d'Amore e sul-
l'altare della Sua Volontà de-
porrò con gioia i miei voti. Ora
sono veramente felice e desi-
dero esserlo insieme a voi.
Un abbraccio fortissimo in
Gesù,
Eliana
14/62
alla nostra presenza di Cooperatori
nel territorio in cui siamo chiamati
a vivere quotidianamente.
Dopo i lavori di gruppo e la cena
è stato bellissimo incontrarci per
un breve momento di preghiera e
per vivere insieme una serata di
fraternità magistralmente organiz-
zata dal nostro carissimo Michele,
in stile veramente salesiano.
Certamente dobbiamo migliora-
re e perfezionare questa «giornata»
perché manca un po' la riflessione
della propria identità spirituale.
Penso che dovrebbe essere prece-
duta da un ritiro spirituale, per
non vanificare e banalizzare i no-
stri sforzi.
Le nostre attività si concluderan-
no a giugno con un pellegrinaggio
mariano, in cui cerchiamo di coin-
volgere la Comunità, offrendo la
possibilità di una giornata di spiri-
tualità mariana.
CENTRO SALESIANO
DON BOSCO
a Maddaloni
Consegna dell'attestato a Jo/anda
M asotti.
La mattina seguente, dopo la ce-
lebrazione delle lodi, e le relazioni
dei vari gruppi di lavoro, si è svi-
luppato un proficuo dibattito in as-
semblea, in cui, ancora una volta
la carissima Jolanda ha fatto la
parte del leone, anzi della leonessa.
La celebrazione eucaristica, pre-
sieduta dal Sig. Ispettore Don Sca-
glioni, a conclusione del Convegno,
ci ha poi rimesso in cammino ver-
so i nostri Centri, perché l'incon-
tro vissuto insieme si faccia an-
nuncio per ogni persona che incon-
treremo nella nostra quotidianità.
GIORNATA
DEL COOPERATORE
a Brindisi
Domenica 1° dicembre abbiamo
organizzato l'ormai tradizionale
«Giornata del Cooperatore» (siamo
già alla terza edizione). È una gior-
nata in cui il Cooperatore si pre-
senta alla Comunità nella sua iden-
tità con volantini, dépliants, car-
telloni, divulgazione della buona
stampa e principalmente con una
mostra mercato di lavori realizzati
dai Cooperatori con la collabora-
zione del Laboratorio «Mamma
Margherita».
Qualche stanza alla parrocchia
di S. Martino ai piedi di un campa-
nile antichissimo. La gente ci chia-
ma «i ragazzi di S. Martino».
Qualcuno ci prende per pazzi; si
lavora in Chiesa e non si è bigotti,
si prega e non si è tristi, si è giova-
ni e ardenti e si compie un'opera
religiosa.
È la pastorale di Don Bosco che
si confronta con l'ambiente come il
piccone con la roccia... e gli anni
passano e la roccia comincia a ce-
dere!
La gente capisce, si può essere
cristiani laicamente con gioia e col
sorriso alla Don Bosco.
Molti diventano amici del Centro
senza farne parte direttamente, ma
sempre disponibili.
Il Centro diviene segno della
Chiesa, del Concilio che arriva, dei
laici che sono Chiesa, della Chiesa
che sta nella società e le propone
una vita di pace e di amore.
Poi il segno diventa voce alta che
ammaestra, scuola per la città.
Si sta insieme, si vivono con la
città i suoi problemi, si cerca di
rendere umano l'ambiente. Lo Spi-
rito soffia e si cammina fiduciosi
perché sentiamo Don Bosco e Ma-
ria Ausiliatrice vicini a noi, che ci
incoraggiano sempre.
La città dialoga e se non segue
almeno ascolta e risponde. E il
seme della speranza sta nella terra
per dare frutti più grandi quando il
Signore vorrà.

2.5 Page 15

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STRENNA 1992
Conoscere la Centesimus annus
A conclusione del suo interven-
to di commento alla Strenna '92,
«La Dottrina Sociale della Chiesa
è strumento necessario di educa-
zione alla fede», il Rettor Maggio-
re Don Egidio Viganò invita la Fa-
miglia Salesiana a intraprendere
iniziative concrete per «mettere in
pratica» la Strenna stessa. Tra le
altre, suggerisce di studiare e assi-
milare i contenuti profetici della
Centesimus annus: nelle Comuni-
tà, con i laici della Famiglia, con i
giovani». Il Bollettino Salesiano -
edizione Cooperatori vuole rende-
re tale servizio all'Associazione e a
quanti seguono con puntualità i
contenuti formativi del giornale,
proponendo una lettura dell'Enci-
clica pontificia da cui trarre rinno-
vati stimoli per il lavoro apostolico
proprio della Famiglia Salesiana.
Un annuncio del Vangelo, allo-
ra che non può essere sradicato
dalle concrete esigenze degli uo-
mini, dai bisogni della vita, dalle
attese e speranze, dai valori acqui-
siti e da riacquisire.
«La nuova evangelizzazione, di
cui il mondo moderno ha urgente
necessità, - dice il Papa - deve
annoverare tra le sue componenti
essenziali l'annuncio della dottri-
na sociale della Chiesa, idonea
.., Jn ricordo di
DON FERDINANDO
BERGAMASCO
DOVE ANNUNCIARE
IL VANGELO
L'urgenza di un tale studio e
approfondimento è subito eviden-
te fin dal momento in cui si pren-
de tra le mani il ricco testo del-
l'Enciclica. Le risonanze attraver-
so i mezzi di comunicazione so-
ciale - televisione, radio e gior-
nali soprattutto - suscitata dalla
sua pubblicazione, danno un'idea
delle attese del mondo cattolico e
non circa indicazioni chiare da
porre a fondamento di un «nuova
concezione della società e dello
Stato» (cfr. CA 4). Nella Centesi-
mus annus, infatti, si trovano in-
dicati i «luoghi» del vivere umano,
dove occorre annunciare il vange-
lo: il lavoro, la famiglia, la cultu-
ra, i mezzi di comunicazione so-
ciale, l'educazione, e ancora la
solidarietà, la pace, lo sviluppo di
tutti i popoli della terra, l'econo-
mia, l'ecologia, la democrazia.
Sacerdote di Dio per i giova-
ni , vive la sua missione sale-
siana soprattutto a Verce lli
come professore, guida spiri-
tuale degli scout, animatore
estivo in Val Formazza. Studio-
so e profondo conoscitore di
Don Bosco, il suo parlare è ric-
co di citazioni della sapienza
contadina del Santo. Segue con
passione come guida spirituale
gli Exallievi e da settembre era
Delegato Regionale dell'Asso-
ciazione , ma il Signore lo vo le-
va con sè a pregare per noi.
tuttora a indicare la retta via per
rispondere alle grandi sfide del-
l'età contemporanea: non c'è vera
soluzione alla questione sociale
fuo ri dal Vangelo» (CA 5) .
Non è più pensabile considerare
in maniera facoltativa la dottrina
sociale della Chiesa da parte degli
operatori pastorali, delle varie com-
ponenti ecclesiali, di quanti vivo-
no un impegno di apostolato ed
evangelizzazione, missione fonda-
mentale della Chiesa.
IMPEGNO DEI LAICI
Ancor più i laici devono sentire
pressante l'invito a divenire «veri
soggetti di pastorale sociale, capa-
ci dell'annuncio e della testimo-
nianza della carità di Cristo nel so-
ciale, nel lavoro, nella economia,
nella politica, nella cultura, nei
mezzi di comunicazionè di massa,
nell'educazione, nella comunità
nazionale e mondiale».
È il motivo per cui Giovanni
Paolo II ha scritto l'Enciclica.
È la scelta che il Rettor Maggio-
re ha fatto per l'anno '92 con la
sua Strenna.
È l'impegno concreto da assu-
mere alla luce del magistero eccle-
siale e salesiano, perché attraverso
la Centesimus annus, «nuova car-
ta sociale per il prossimo secolo»,
«il messaggio sociale del Vangelo
non sia considerato una teoria,
ma diventa fondamento e motiva-
zione per l'azione» (CA 57) .
La vocazione del Cooperatore
salesiano è fatta proprio di azione
perché apostolica, cioè «progetto
di vita cristiana impegnata» (cfr.
Don Egidio Viganò nella Presenta-
zione al Regolamento di vita apo-
stolica dell'Associazione Coopera-
tori).
Liana Cuozzo
15/63

2.6 Page 16

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CENSIMENTO ACS 1992
LaSegreteria Esecutiva Cen-
trale della Consulta Mondiale
dell'ACS ha avviato l'operazio-
ne Censimento dell'Associazio-
ne, che dovrà essere necessa-
riamente conclusa entro e non
oltre il 31 dicembre 1992.
•<'••........ co .. ,., ,, ,. ,.o,..,,,.., 0.0C:I.UIO,,(CGOl'Lll.UG&lS..U1<,uot
arr,~.-c, , n...u
Il censimento si svolgerà a li-
vello locale: ogni Centro riceve-
rà dal proprio Consiglio Ispet-
toriale tre copie della scheda
che, debitamente compilate,
dovranno essere così distribui-
te: la prima deve essere inviata
alla Segreteria Esecutiva Cen-
trale della Consulta Mondiale
(via della Pisana llll - C.P.
9092 - 00163 ROMA Aurelio); la
seconda al proprio Consiglio
Ispettoriale e la terza conserva-
ta nell'archivio del Centro loca-
le. Per l'Italia occorre inviare,
da parte dei Centri locali, una
fotocopia della scheda compila-
ta anche all'Ufficio Nazionale
(via Marsala, 42 - 00185 ROMA).
B. _ I:
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La scheda si sviluppa in cin-
que parti e chiede i dati del
Centro, del Coordinatore loca-
le, del Delegato/a locale, dei
Consiglieri locali e dei singoli
Cooperatori del Centro. Si chie-
de anche il numero degli aspi-
ranti Cooperatori. Nell'ultima
pagina della scheda sono indi-
cate con precisione le Note
esplicative che ne facilitano la
compilazione.
TUTTI I CENTRI LOCALI
ACS SONO VIVAMENTE
PREGATI DI COMPILARE
LE SCHEDE IN FORMA
VERITIERA E COMPLETA
E INVIARLE
CON URGENZA
ALLE SEDI INDICATE.
*
16/64
AS SOC IAZI ONE COOPERATO RI SA LESIANI CON S ULTA M O NDIAL E SEG RETER IA ESEC UTI VA CENTRA LE
CENTR O
REG ION E SAL ESIAN A
SCII EDA N•
IL CENTRO LOC AL E ALLA. DATA Dl::L 31.03.92 IIA. A.SPIRA.NTI COOPERATORI N1
Hombn, ,f~llJCoop,irci111Unda,u/1Con.Ul«Dl llll dala du J I.0J.92 _ _
Pit C-,-01;WJt,~t, #l •locolCMirt°"lhlldM1,J I.Ol92,..,..
DC.mll'l>l.xt1l ""fadi" J/,11>Qn(l l 9'2 11WH1aJptrantwCoop,.rcidonu1r' _
Am J I. Man 1992 ·"" dJ,J KO/lf>U"- ltn ,\\i,JtJ/Jwwi:r:aJI ""I Orb::w..,.,,m ar.......wJ
ELENCO COOPERATORI (LJ.m DES COOPtRATE.URS - USTA DE LOS COOPERADORU - L!STOF COOPUA.TORS - USTE DER KOOPERATOREN) (Cfr. ~g. 4 n' 1)
E ::1:;:;:,QMI
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