Bollettino_Salesiano_199201cooperatori


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ANNO 116 - N. 2 • 2• QUINDICINA • 15 GENNAIO 1992
SPEDIZIONE IN ABB ONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
DON BOSCO NOSTRO MODELLO
Il Signore ci ha donato Don Bosco come padre e maestro.
Lo studiamo e lo imitiamo, ammirando in lui uno splendido
accordo di natura e di grazia. Profondamente uomo, ricco
delle virtù della sua gente, egli era aperto alle realtà terre-
stri; profondamente uomo di Dio, ricolmo dei doni dello
Spirito Santo, viveva «come se vedesse l'invisibile».
Questi due aspetti si sono fusi in un progetto di vita f or-
temente unitario: il servizio dei giovani. Lo realizzò con
fermezza e costanza, fra ostacoli e fatiche, con la sensibi-
lità di un cuore generoso. «Non diede passo, non pronunciò
parola, non mise mano ad impresa che non avesse di mira
la salvezza della gioventù... Realmente non ebbe a cuore
altro che le anime».
Costituzioni SDB - Art. 21

1.2 Page 2

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Cooperatori Salesiani nel territorio
GRAZIE,
DON BOSCO! L'ICONA DEL BUON SAMARITANO
Grazie Don Bosco,
è certamente bello poter ringrazia-
re una persona, un amico, un cono-
scente .
Quando si ringrazia è perchè si è
ricevuto qualcosa di bello, di impor-
tante.
Sento il grande dovere di ringra-
ziare l'amico della mia vita spiritua-
le: Don Bosco , e di esternare questa
mia gioia perchè ho ricevuto molto.
Dall'età della fanciullezza ne fui
attratto per i Suoi prodigi giovanili; in
Lui vedevo un maestro di vita ed è
stato veramente così. Se oggi la mia
fede è così radicata, è dovuta certa-
mente all 'amico Don Bosco .
Una pianta viene piantata e poi il
contadino la cura , la segue con amo-
re affinchè cresca e porti molti frutti.
Ebbene, io sono certo di essere
cresciuto nell'amore e questo amore
cerco di diffonderlo agli altri.
Ogni giorno cerco di poter essere
d'aiuto a qualcuno, anche forse per
cose molto semplici. Diventa in me
una costante di vita il voler donare
qualcosa di mio ai fratelli.
Pensate quanto è bello e gioioso
per un papà vedere i propri figli , in
questo mondo di sventura, di corru-
zione, di povertà e miserie spirituali,
essere esempi di umanità nelle scel-
te principali della vita. Sicuramente
è una gioia immensa.
Ve lo assicuro, quale papà di due
bambine, oggi sono contentissimo
perché le vedo proiettate nel bene;
noto cioè che hanno capito cosa vuol
dire donare.
È per me motivo di felicità se pen-
so al giudizio espresso dall'inse-
gnante sulle pagelle di Alessia (1"
Elementare): « ... Sa condividere con
gli altri i piccoli momenti di gio ia e di
dolore , è sempre pronta ad aiutare i
compagni ... ».
Per i genitori è grande commo-
zione!
Ogni giorno ringrazio Don Bosco
perché la mia felicità, la mia fami-
glia, il lavoro, gli amici, le gioie e i
dolori sono tutte componenti che mi
mantengono sempre vivo, che mi
spronano ogni momento della gior-
nata e donare agli altri quanto ricevo
abbo ndantemente dal Padre Nostro
che è nei cieli.
Angelo Montalbetti
(Da NUOVA PROPOSTA - Lombardia)
2
«... un Samaritano, che era in viaggio, passando... accanto (all'uomo
lasciato mezzo morto dai briganti) lo vide e ne ebbe compassione. Gli si
fece vicino, gli fasciò le ferite versandovi olio e vino; poi caricatolo sopra
il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno se-
guente, estrasse due denari e li diede all'albergatore dicendo: Abbi cura
di lui...».
Questa parabola, narrata da Gesù e riportata da Luca nel suo Vange-
lo (Le 10,30-37), rappresenta l'ICONA evangelica più significativa dei
COOPERATORI SALESIANI NEL TERRITORIO. Presenta «l'itineraio
della carità» che deve essere percorso con criteri evangelici e con sapien-
te fedeltà.
Il Samaritano della parabola è un... laico, perciò icona realistica del
Cooperatore Salesiano.
era in viaggio nel suo territorio. Non se ne stava chiuso in casa, nel
Centro locale, in Parrocchia;
passandogli accanto: viveva a contatto con gli altri uomini e con i loro
problemi. Non si disinteressava o rimaneva indifferente alle urgenze dei
più bisognosi;
lo vide:jece attenzione, ebbe occhio, non fece il distratto, si lasciò colpi-
re dalla situazione di grave difficoltà di quel malcapitato;
ne ebbe compassione; non solo ebbe occhio, ebbe anche cuore. Si imme-
desimò e compat~ partecipò vivamente al dolore del fratello; non passò ol-
tre dopo qualche vuota parola di commiserazione o promessa di aiuto;
gli si fece vicino: si fece prossimo, si lasciò attirare - non respingere
- dalle miserie umane. Si accostò con amore, pronto a lasciarsi interpella-
re e coinvolgere;
fasciò le ferite: prestò il suo aiuto immediato, senza prima organizza-
re Convegni o Tavole Rotonde, ma mettendosi «in maniche di camicia».
Diede una risposta di amore alla necessità urgente. Non fece un consulto;
fece quello che era nelle sue possibilità, con i poveri mezzi che aveva: olio,
vino e tanto amore;
lo caricò sopra il suo giumento: si rese conto che dopo l'aiuto imme-
diato era necessario «progettare» qualche intervento ulteriore, senza la-
sciare agli altri la preoccupazione o il compito di organizzare gli aiuti;
lo portò a una locanda: il progetto di intervento comincia a prendere cor-
po: trova una soluzione adeguata, usando le strutture presenti nel territorio;
si prese cura di lui: non lo abbandonò, non disse: «Ora ci pensino gli
altrin. Fece capire a tutti che si preoccupava di lui, che era uno sconosciuto,
come di una persona cara;
diede due denari: alla fine compaiono anche i soldi; ma solo allafine,
all'ultima tappa dell'itinerario della carità. I soldi sono l'ultima cosa da
utilizzare da chi vuole veramente aiutare il fratello in necessità. Dare subi-
to i soldi, l'elemosina - come facciamo noi - non serve: non sarebbero ser-
viti a nulla a quell'uomo mezzo morto. Noi spesso pensiamo di tranquilliz-
zare la nostra coscienza mettendo mano al portamoneta. La mano prima
che al portamoneta deve attingere alla coscienza e al cuore. L'offerta in de-
naro spesso può essere un alibi o un tranquillante: lo è certamente se si li-
mita solo al gesto dell'elemosina e non significa coinvolgimento personale.
Il Samaritano si impegna nel territorio, aiuta chi è nel bisogno non
perché viene inviato dalla USL, ma perché è un volontario.
Dio sifa uomo, si inserisce nel territorio degli uomini per insegnarci e
incoraggiarci a essere per tutti buoni samaritani, volontari della carità
«in maniche di camicia)), come voleva Don Bosco.
Don Pasquale Massaro
Delegato Nazionale

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La parola del Papa
Comunità cristiana «soggetto di carità»
L unedì 16 novembre 1991 il S.
Padre Giovanni Paolo IL riceven-
do i partecipanti al Convego della
Caritas Italiana, ha sottolineato
la necessità di «educare l'intera
comunità cristiana a diventare
'soggetto di carità 'n. Riportiamo
le parole più significative dell'in-
tervento del S. Padre, utile rifles-
sione per il tema formativo «Coo-
peratori Salesiani nel territorion.
"Questa occasione deve stimo-
larvi sempre più nella convinzio-
ne circa la «centralità» della cari-
tà nel quadro del messaggio e
della pratica cristiani.
Si tratta di educare non solo i
singoli fedeli, ma anche l'intera
comunità cristiana a diventare
nel suo insieme «soggetto di cari-
tà», assumendo in prima persona
il compito di testimoniare l'amo-
re di Dio per gli uomini, con un
tratto di speciale preferenza per i
poveri. Come hanno indicato i
Vescovi italiani, occorre «far ma-
turare delle comunità parroc-
chiali che abbiano la consapevo-
lezza di essere, in ciascuno dei
loro membri e nella loro concor-
de unione, soggetto di una cate-
chesi permanente e integrale
(...), di una celebrazione liturgica
viva e partecipata, di una testi-
monianza di servizio attenta e
operosa» (Evangelizzazione e te-
stimonianza della carità, n. 28).
Una speciale attenzione sarà
da riservare ai giovani, nativa-
mente aperti e disponibili ad
ogni forma di generoso impegno
per gli altri, ricordando loro, pe-
raltro, con evangelica chiarezza
che se la loro dedizione non è
animata dall'autentica carità
c10e dalla partecipazione al-
l'amore stesso di Dio, che la gra-
zia alimenta nel cuore dei cre-
denti, anche il gesto più ardi-
mentoso «nulla giova» (cfr. 1 Cor
13, 3). In questa linea meritano
speciale apprezzamento la propo-
sta di un anno di volontariato so-
ciale rivolta alle ragazze e il ser-
vizio civile prestato nel settore
caritativo-assistenziale dai giova-
ni obiettori di coscienza.
Il fenomeno del volontariato
ha conosciuto in questi anni un
rigoglioso sviluppo, al punto che
recentemente s'è avvertita l'op-
portunità di disciplinarne e favo-
rirne anche con una legge civile
l'organizzazione e l'attività. Sap-
piamo che molti tra i gruppi e gli
organismi di volontariato trova-
no nella comunità cristiana la
loro radice e la fonte di ispirazio-
ne e di sostegno. Sarà bene per-
ciò alimentare con puntuale im-
pegno formativo questa risposta
delle forze più vive della società
ai mali che la travagliano: pro-
prio perché si caratterizza per
uno stite di spontaneità, di gra-
tuità, di solidarietà, il volontaria-
to va continuamente animato
con i valori cristiani, che ne so-
stengono la tensione ideale e la
fedeltà operosa.
La carità cristiana tende, per
natura sua, a farsi condivisione e
soccorso anche attraverso le ope-
re e le istituzioni, di cui è ricca la
tradizione cristiana, risponden-
do così ai nuovi bisogni emergen-
ti in una società che nasconde,
nelle pieghe di un apparente be-
nessere, emarginazioni, solitudi-
ni e sofferenze. La Chiesa deve
apprezzare e sostenere queste
opere, stimolandone il continuo
aggiornamento e nutrendone
l'autentica ispirazione evangeli-
ca, e deve favorirne l'azione
coordinata sul territorio, perché
la molteplicità dei doni e dei ser-
vizi giovi all'efficacia dell'inter-
vento e renda meglio percepibile
e più esemplare il segno di credi-
bilità che esse rappresentano in
mezzo alla società. È perciò da
incoraggiare l'azione di cono-
scenza, di scambio, di program-
mazione comune tra istituzioni,
perché diventino un utile stru-
mento di ossevazione dei proble-
mi e dei bisogni emergenti e, al-
l'occorrenza, una voce autorevo-
le che richiami l'attenzione delle
strutture pubbliche e concorra a
orientarne gli indirizzi in uno sti-
le di vera collaborazione.
Vi incoraggio a perseverare in
questo impegno. Poiché il vostro
apporto specifico non è disgiunto
da quello educativo, vi esorto a
far diventare sia le contingenze
straordinarie sia la quotidiana
azione promozionale in favore
dei poveri punti qualificanti di
una visione dell'uomo e della vi-
ta, che assuma la solidarietà
come criterio originale e decisivo
alla luce del messaggio evangeli-
co. Abbiamo bisogno soprattutto
di famiglie che, vivendo gene-
rosamente secondo le istanze
evangeliche, si facciano sempre
più concretamente accoglienti,
aprendo la mente e il cuore e,
quindi, anche la propria casa, al-
l'impegno della condivisione con
chi soffre".
3

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Messaggio dei Vescovi italiani per la Giornata del 2 febbraio '92
Il diritto alla vita
fondamento dl democrazia e di pace
Lapace e la vera democrazia sono impossibili senza il
rispetto della dignità e dei diritti di ciascuno; il primo,
fondamentale diritto è la vita, sin dal suo concepimento:
rivolgendosi «al cuore di ogni persona>i i Vescovi italiani,
nel messaggio per la XIV Giornata per la Vita che si ter-
come ogni anno la prima domenica dijebbra io, invita-
no alla preghiera e all'impegno concreto. Ai gravissimi
delitti contro la vita umana, come l'aborto e l'eutanasia,
si aggiungono gli omicidi, gli abusi sull'infanzia, i ricat-
ti, i rapimenti, la droga, le violenze di ogni tipo perpetra-
te ai danni dei più deboli. La risposta, ferma e corale,
non può venire che dalla riaffermazione della cultura
della vita sulle pseudoculture della morte. La CEI, in vi-
sta della prossima Giornata, rivolge un fermo appello
alla comunità cristiana affinché in ciascuna diocesi, par-
rocchia, e comunità si dia testimonianza di accoglienza,
di solidarietà, di condivisione. L'Associazione dei Coope-
ratori Salesiani, inserita nel territorio, accoglie con con-
vinta adesione il Messaggio dei Vescovi e si impegna
ad annunciare il Vangelo della carità, che è il Vangelo
della vita.
1. La vita umana è un bene da difendere e da promuo-
vere sempre e da tutti.
Lo riaffermiamo , nella XIV Giornata per la Vita, con
la forza dell'amore che abbiamo per ogni uomo e per
l'intera società. In particolare invitiamo tutti e ciascuno
a riconoscere che il diritto alla vita è fondamento di de-
mocrazia e di pace. Questa è la testimonianza che ci vie-
ne dalla storia passata e presente del nostro Paese, del-
l'Europa e del mondo.
Non ci può essere vera democrazia se non si ricono-
sce la dignità di ogni persona e non se ne rispettano i di-
ritti e i doveri.
Non ci può essere vera pace se non nella giustizia e
nella solidalietà, e dunque nel pieno rispetto dei diritti
dell'uomo, dei popoli e delle nazioni.
Per questo democrazia e pace esigono anzitutto il ri-
conoscimento del diritto alla vita quale fondamento e
presupposto di tutti gli altri diritti della persona.
2. Nel nostro tempo «la coscienza morale sembra of-
fuscarsi paurosamente e faticare sempre di più ad av-
vertire la chiara e netta distinzione tra il bene e il male
in ciò che tocca lo stesso fondamentale valore della vita
umana» (Giovanni Paolo Il, Lettera del 19 maggio 1991 a
tutti i Vescovi della Chiesa cattolica). La legislazione ci-
vile, gravemente permissiva su questo punto, mentre è
segno dell'oscuramento della coscienza morale, contri-
buisce ad accrescerlo.
Questa situazione sollecita più fortemente la Chiesa
ad essere fedele al «Vangelo della vita» che Gesù Cristo
le ha affidato. Essa sente, oggi più che mai, la responsa-
bilità di proclamare a tutti, in parole e in opere, la digni-
tà di ogni persona. I cristiani perciò devono avere la
chiarezza e il coraggio della verità e affermare: che la
vita di ogni uomo viene da Dio; che la vita è vocazione
all'amore e al dono di sé; che la vita deve trovare acco-
glienza e cura sempre, in ogni istante della sua esisten-
4
za, soprattutto nei momenti salienti del suo iniziare e
del suo morire.
3. Con l'annuncio del diritto inviolabile alla vita la
Chiesa si rivolge al cuore di ogni persona, credente e
anche non credente, perché sa che la vita è un bene così
fondamentale da poter essere compreso e apprezzato
nel suo valore da chiunque, anche alla luce della sem-
plice ragione.
L'aborto, come l'omicidio, non è mai un diritto. L'eu-
tanasia non può essere, mai, segno di pietà. La crimina-
lità, il consumo e lo spaccio della droga, l'abuso sui mi-
nori, ogni violenza contro le persone, il ricatto, il seque-
stro sono tutti attentati alla vita. A poco o a nulla può
l'impegno delle forze dell'ordine e della magistratura se
non si impone una nuova cultura della vita. Urge il co-
raggio morale di scelte controcorrente. Specialmente
nell'attesa di un bambino già concepito o accanto ad
una persona giunta al termine della vita terrena, quan-
do la solitudine, la sofferenza, la paura del futuro sugge-
riscono tentazioni di morte, è necessario rispondere con
la solidarietà vera, nel rispetto assoluto della vita di
ogni uomo.
4. Mentre oggi tutti si interrogano sulle vie e sugli
strumenti della legalità e della democrazia, perché cia-
scuno possa esprimersi e lavorare con dignità e con
onestà, insieme con il Papa riaffermiamo che «una vera
democrazia può fondarsi solo sul coerente riconosci-
mento dei diritti di ciascuno» e che «non c'è pace se
l'uomo e il diritto sono disprezzati, se i diritti di tutti i
popoli non sono rispettati».
L'intero edificio della legalità e le stesse libertà fonda-
mentali vengono compromesse se le istituzioni non di-
fendono dall'arbitrio del più forte la vita anche di un so-
lo uomo dal concepimento fino al suo termine naturale.
5. Negli anni '90 la Chiesa italiana vuole dare impulso
nuovo all'evangelizzazione e alla testimonianza della
carità. Perciò a tutti i credenti chiede di operare sulle
frontiere di un nuovo impegno sociale in cui si fondono
in armonia carità e giustizia, verità sull'uomo e libertà
democratiche per una crescita morale delle persone e
delle istituzioni. In questo modo essi daranno il loro
contributo più significativo allo sviluppo di una Europa
unita, da costruire con gli strumenti della pace e non
della guerra, nella libertà e nel rispetto della dignità sia
delle persone che delle nazioni.
In un contesto sociale e culturale segnato da norme
sottili e diffuse di egoismo e di conflittualità, le comuni-
tà parrocchiali, le associazioni, i movimenti e i diversi
organismi cattolici sono chiamati dal Signore ad annun-
ciare il Vangelo della carità e a mettere in atto vere e
proprie strategie di servizio alla vita e alla famiglia , con
iniziative anche permanenti di volontariato.
A tutti e in particolare a quanti operano nei servizi
sociali, nelle istituzioni politiche e nell'amministrazione
pubblica, chiediamo un impegno unitario e coerente in
difesa del diritto alla vita di ogni essere umano. In gioco
non è un interesse particolare della Chiesa, ma il senso
della giustizia e la stessa civiltà della società italiana.

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Conosciamo la Famiglia Salesiana
Figlie di Maria Ausiliatrice - F.M.A.
Titolo ufficiale: FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE
o Salesiane di San Giovanni Bosco
Fondate da Don Bosco e da Madre Maria Domenica Mazzarello il 5 agosto 1872
Approvate dalla S. Sede il 7 settembre 1911
CONSIGLIO GENERALE
Madre CASTAGNO Marinella
Madre PEROTTI Rosalba
Madre NOVARES Matilde
Madre McPAKE Georgina
Madre CHIANDOTTO Lina
Madre CURTI Mariagrazia
Madre MARAVIGLIA Laura
Madre BARRETO Maria de Lourdes
Madre COLOMBO Antonia
Madre DEUMER Anne-Marie
Madre HERNANDEZ Ciriaca
Madre MAIOLI Elisabetta
Madre MATTIUSSI Anna Maria
Madre PINO CAPOTE Maria Lourdes
Madre ZUCCHELLI Anna
Superiora Generale
Vicaria generale
Consigliera per la Formazione
Consigliera per la Pastorale Giovanile
Consigliera per le Missioni
Consigliera per la Comunicazione Sociale
Consigliera per l'Amministrazione
Consigliera Visitatrice
Consigliera Visitatrice
Consigliera Visitatrice
Consigliera Visitatrice
Consigliera Visitatrice
Consig li era Visitatrice
Consigliera Visitatrice
Segretaria generale
Incarichi per l'Associazione Cooperatori Salesiani:
Madre PEROTTI Rosalba, Vicaria Generale
Sr. COLLINO Maria, Delegata centrale ACS
Sr. RONCHETTI Anna, Incaricata Nazionale per l'Italia
FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE nel mondo 17.003 (di cui 523 Novizie) ISPETTORIE DELLE F.M .A. 73 • VISITA-
TORIE 6 • CASE NEL MONDO 1.534 NAZIONI in cui sono presenti le F.M.A 51.
5

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CALENDARIO FEBBRAIO 1992
S. MESSA PER I
SALESIANI DEFUNTI
Sabato 1 febbraio 1992
Il calendario liturgico dei Salesiani
alla data di sabato 1° febbraio 1992 ri-
porta questa annotazione: «Tutti i sacer-
doti della nostra Società {lodevolmente
anche i Cooperatori) celebreranno la
Messa per i Confratelli defunti ». Il Mes-
sale Proprio della Famiglia Salesiana
(1990) alla data del 1° febbraio presenta
la s. Messa da celebrare nella Comme-
morazione di tutti i Confratelli salesiani
defunti e in appendice propone due for-
mulari per la Preghiera Universale. È
una disposizione contentuta nell 'art. 76
dei Regolamenti Generali SDB : «... per i
confratelli defunti tutti i sacerdoti cele-
breranno la messa nel giorno seguente
alla solennità liturgica di San Giovanni
Bosco». Nella celebrazione dell 'Eucare-
stia la memoria dei Confratelli defunti
non è solo un suffragio, ma anche un
rendimento di grazie a Dio per aver do-
nato alla sua Chiesa tanti uomin i gene-
rosi che hanno risposto alla voce del Si-
gnore impegnandosi a lavorare con San
Giovanni Bosco, nella pratica dei consi-
gli evangelici, per il bene dei giovani.
Tutti i Cooperatori sono invitati a unirsi
nella preghiera di suffragio e nel rend i-
mento di grazie per tutti i Confratelli sa-
lesiani defunti, particolarmente per
quelli che hanno conosciuto personal-
mente e per quelli che hanno lavorato
per l'Associazione.
FONTANAZZO
8/15 febbraio 1992
29 febbraio/7 marzo 1992
Anche quest'anno l'Associazione
Cooperatori Salesiani, in spirito di servi-
zio, organizza due settimane bianche a
FONTANAZZO in Val di Fassa {TN} nel
cuore delle Dolomiti occidentali. L'i ni-
ziativa ha lo scopo di offrire ai Coopera-
tori e ai loro familiari e agli Amici di Don
Bosco un soggiorno sereno in clima di
sana amicizia, familiarità e gioia nello
spirito salesiano, nella tranquillità di un
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Veduta invernale dell'Hotel Soggiorno Don Bosco
ambiente sufficientemente confortevole
e libero dalla schiavitù del consumismo.
L'HOTEL Soggiorno DON BOSCO , che
ospita questa esperienza, è situato a
circa 1 km da Campitello di Fassa e a 4
km da Canazei , ai piedi dei massicci del
Catinaccio, Marmolada, Sella, Sassolun-
go e Manzoni, in rinomata zona sciistica
fornita di moderni impianti di risalita. La
Valle di Fassa offre incomparabili intine-
rari escursionistici , facil i passeggiate e
classiche escursioni in roccia e ghiac-
cio. Nello stile delle vacanze salesiane
gli Animatori organizzano escursioni ,
gite, giochi, iniziative sportive e offrono
il servizio religioso nella chiesetta inter-
na, sollecitando la partecipazione ai
momenti di amicizia e di vita comunita-
ria. L'esperienza, come gli altri anni , sa-
rà ripetuta nel mese di luglio.
COMITATO
DEI COORDINATORI
Roma 15/16 febbraio 1992
Il 15 e 16 febbraio 1992, a Roma S.
Cuore, Via Marsala 42, si rad unerà il
Comitato dei Coordinatori lspettoriali
dell'Associazione Cooperatori Salesia-
ni . L'i ncontro è stato programmato du-
rante le Giornate di Studio della Pisana
delI ' 1/4 novembre 1991 e ha lo scopo di
attivare quel la corresponsabilità previ-
sta dall 'art. 7 del Regolamento inte rno
della Conferenza Nazional e.
INCONTRO NAZIONALE
DELEGATI ACS ed EX
Roma S. Cuore
18/ 19 febbraio 1992
Organizzato dal Settore Famiglia Sa-
lesiana della CISI , si svolgerà a Roma S.
Cuore il 18 e 19 febbraio 1992, l'Incontro
Nazionale congiunto di tutti i Delegati
lspettoriali della Associazione Coopera-
tori Salesiani e della Federazio ne Italia-
na Exallievi di Don Bosco . Sono 26 Dele-
gati e 9 di essi assolvono al doppio inca-
rico di animazione dei due gruppi. L'in-
contro prevede momenti di riflessione
guidati dal Consigliere Generale per la
Famiglia Salesiana Don Antonio Marti-
nelli (11 Delegato dei Cooperatori Sale-
siani/degli Exa lli ev i e la Famiglia Sale-
siana), da Don Giovanni Battista Bosco
(Pastorale Giovanile e Cooperatori Gio-
vani/Giovani Exa ll ievi) e da Don Gian
Luig i Pussino Ispettore della Romana e
Delegato Cisi per la Famiglia Salesiana.
Sono previsti anche due momenti per in-
contri separati dei Delegati ACS ed EX.

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La piccola enciclopedia popolare della fede
124 fascicoli finora pubblicati
5,5 milioni di copie diffuse
MNUO
TRE
PROPOSTE
DI ACOUISTO·:
1. PROPOSTA <<RIVENDITA>>
per la diffusione degli opuscoli in parrocchia e nei gruppi.
2. PROPOSTA <<COLLEZIONE>>
i 98 opuscoli oggi disponibili, per la biblioteca,
l'aggiornamento personale, le conferenze, la predicazione.
3. PROPOSTA <<MISCELLANEA>>
fascicoli sciolti per la catechesi degli adulti,
la formazione nei gruppi, l'insegnamento della religione.
Collana di tascabili • Ogni fascicolo 32·48 pagine
7

1.8 Page 8

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CHE COS'È «MONDO NUOVO»
La collana, con i suoi 124 fascicoli già pubblicati (di cui 98 oggi in catalogo) , forma
una «piccola enciclopedia popolare della fed e cristiana». Creata nel 1977 come mo-
derna versione delle «Letture cattoliche• fondate da san Giovanni Bosco nel lontano
1854 per la formazione religiosa del popolo, ne conserva le finalità . In 15 anni di esi-
stenza la collana ha diffuso più di 5 milioni e mezzo di opuscoli. Ciascun opuscolo,
di 32-48 pagine, sviluppa un unico tema di viva attualità e risonanza, letto in chiave
cristiana e con intento «catechistico».
Nella collana vengono affrontati i grandi interrogativi della fede oggi , i temi morali più
discussi, i problemi della famiglia e dei figli, le tematiche sociali più calde.
I testi sono firmati da noti esperti , e presentati in stile agile e scorrevole, per favorire
la lettura anche di chi non ha una specifica preparazione.
LUCIANO CIAN
Donna: persana
creativa e singolare
COME UTILIZZARE GLI OPUSCOLI
RIVENDITA. Una destinazione naturale di questi opuscoli è la «rivendita• all ' ingresso
della ch iesa. Rispetto ad altre pubblicazioni essi hanno un doppio vantaggio: costa-
no poco, e non diventano •vecchi• alla fine della settimana. Un calibrato «avviso» al
termine della messa spesso è sufficiente per esaurire la scorta.
INCONTRI. RITIRI. CONVERSAZIONI. Svariati opuscoli sono adatti per l'incontro cul-
turale, di formazione, di catechesi , per adulti e giovani. Per il ritiro spirituale.
l'.animatore vi trova idee e proposte sufficienti per svolgere un tema. Il libretto, se di-
stribuito a ciascun partecipante da portare a casa, assicura l'efficacia dell 'incontro.
SCUOLA DI RELIGIONE. Per i molti temi trattati , «MN» diventa un prezioso sussidio.
BENEDIZIONE CASÈ. Molti fascicoli sono a~atti come dono-ricordo (si può scegliere
secondo gli interessi di ciascuna famiglia: dove ci sono figli , o anziani ecc.).
BIBLIOTECA . In quella parrocchiale, delle associazioni, nella sala dei catechisti ecc.
PICCOLO REGALO. Un modo cordiale di dire grazie a chi lavora al nostro fianco...
ROSINA t Gll'{O COSTA
li grande balz0
dagli 11 ai f4 anni
COME ADERIRE ALLE PROPOSTE 1992
l'.Editrice pubblica ogni anno una serie di 8 opuscoli, con copertina a colori , di carat-
tere monografico. Prezzo di copertina, per una larga diffusione: lire 1.000 ciascuno.
1. PROPOSTA RIVENDITA. Chi apre una rivendita si impegna a ricevere durante l'anno
un minimo di 10 copie di ciascun opuscolo, cioè 80 libretti all'anno. Ovviamente può
richiederne di più.
Costi. Ciascun opuscolo viene inviato al rivenditore al costo ridotto di lire 850 (invece
di 1.000), fisso fino al 31 dicembre 1992. Quindi l'impegno.economico annuo pùò es-
sere contenuto entro lire 68.000 (80 fascicoli a lire .850 ciascuno).
Ulteriori sconti sul costo di lire 850 vengono concessi alle Rivendite che richiedono
almeno 20 serie di otto opuscoli:
- sconto del 10% a chi richiede da 20 a 49 serie;
- sconto del 20% a chi richiede 50 o più serie.
Per aprire la rivendita è sufficiente darne comunicazione all'Editrice, compilando la
cedola della pagina accanto e indicando quante copie s'intende ricevere.
L'impegno della rivendita , se non viene disdetto a fine anno, si intende rinnovato per
l'anno successivo.
2. PROPOSTA COLLEZIONE. Chi desidera acquistare la serie completa degli opu -
scoli attualmente in collana (98, su 124 pubblicati), la può ottenere con lo sconto del
20% (entro il 31 dicembre 1991, a Lire 70.500; dopo, a Lire 78.400) .
3. PROPOSTA MISCELLANEA. È possibile acquistare gli opuscoli di Mondo Nuovo
elencati nella pagina accanto, nei quantitatLvi che si desiderano, con sconto. A chi
ha aperto la Rivendita verrà praticato lo sconto del 20%.
GlllStrr t CROctTTI
Lo Spirito Santo
nella nostra vita
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TUffl GLI OPUSCOLI DISPONIBILI
Gli opuscoli si trovano in libreria al prezzo di Lire 900
ciascuno. Da gennaio 1992, a lire 1.000.
BIBBIA
87. La Bibbia parola dell'uomo, parola di Dio
103. Tu conosci Gesù?
105. La Bibbia «lettera d'amore» di Dio agli uomini
120. Lo Spirito Santo nella nostra vita
TEOLOGIA
2. Ma c'è poi questo Dio?
14. La fede e la speranza dei cristiani (doppio, L. 1.400)
21 . Mistero della fede
48. Che cosa c'è dietro l'angolo? (Aldilà)
82. Dibattito sul diavolo
86. Inchiesta sugli angeli
94. Facciamo il punto sulle apparizioni mariane
96. Pensieri per Maria (mese di maggio)
101. Che cosa significa dire «Credo».
107. Ma Dio a cosa serve?
109. Piccolo catechismo mariano
111. 365 pensieri di fede e d'amore
RELIGIONE E RELIGIONI
23. Di fronte ai Testimoni di Geova
62. Nuove religioni in Italia
75. Una relig ione vale l'altra?
91 . Processo alla religione
95. I Testimoni di Geova: origine, storia, dottrina
117. Risposta cristiana ai Testimoni di Geova (L. 500)
SACRAMENTI
29. Mi alzerò e andrò da mio padre (la confessione)
30. La domenica andando alla messa...
37. Commensali di Dio
46. !.:amore si costruisce (il matrimonio)
63. Riconciliàti in Cristo e nella Chiesa
78. Quando un matrimonio è nullo
97. Confessione, festa del perdono
108. Problemi di coppia e di famiglia
PREGHIERA
32. La preghiera rivoluzione dell'uomo e del mondo
40. t.:Ave Maria
81 . Il Rosario, preghiera giovane?
88. Benedire
116. Osiamo dire: «Padre nostro•
118. Revisione di vita. Cos'è, come si fa
MORALE
33. Che male c'è?
38. Creati per amare (riflessioni sulla vita)
53. Uomo, progetto 2000
55. Famiglia, diventa ciò ch e sei
57. Con una guida lungo le vie dello Spirito (la direzione
spirituale)
71 . Eutanasia la •dolce morte•
73. Tra oroscopi e magia
112. La «compagnia della buona morte» (eutanasia)
121 . Aborto: il punto di vista cristiano
122. Vivere le Opere di Misericordia
VITA DELLA CHIESA
12. Perché i missionari?
18. Il messaggio dei primi martiri
25. Un papa venuto da lontano
39. Credere alla bontà
47. Finestra su Lourdes
49. Ho visto la luce (storia di una non vedente)
64. Cristo si, Chiesa no?
66. Parrocchia aperta
69. Giovani non siate i grandi assenti
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70. La sfida di sentirsi fratelli
90. Il laico: fermento e testimone
92. Dialogare
100. Madri sante e madri di santi
110. Giovani , diventate «progetto di Dio•
114. Dossier cristianesimo
124. Famiglia, sei stata pensata da Dio
PROBLEMI SOCIALI
7. Marxismo, comunismo e cristianesimo (lire 1.400)
44. La famigl ia .e gli anziani
51. Il lavoro secondo Papa Wojtyla
56. ·IL cristiano e la pace
58. Ma· libeFaci. dalla solitudine
72. Venticinque anni tra mafia e camorra
83. Violenza sui bambini
84. Responsabili della creazioné (ecologia)
102. Come prevenire la droga
106. Conosciamo i diritti dei bambini?
113. Donna: persona creativa e singolare
123. Cristiani e fame nel mondo
EDUCAZIONE
CAPIRE I FIGLI CHE CRESCONO
52. Primi passi (anni 0-3)
35. Questo nostro bambino (anni 3-6)
36. Noi e il nostro bambino (anni 3-6)
42. Un cammino insieme (anni 6-8)
43. Quota dieci (anni 8-11)
115. Il grande balzo dagli 11 ai 14 anni
1. Aiutiamoli a crescere (anni 11-14)
60. I nostri figli adolescenti (anni 14-16)
67. Quando i figli hanno 16-20 anni
104. •Lascerà suo padre e sua madre• (i figli si sposano)
SUL MODELLO DI DON BOSCO
19. I giovani e la società (l'esempio di Don Bosco)
20. Una gabbia per ragazzi (centro di rieducazione di Arese)
61 . Tra i giovani con coraggio (Don Bosco educatore)
80. Mamma Margherita educatrice
85. Educare oggi come educava Don Bosco?
93. Nella scuola con lo stile di Don Bosco
98. «Stare con• gli adolescenti a rischio
ALTRI TEMI EDUCATIVI
22 . Messaggeri di Dio nella famiglia (l'educazione alla fede)
26. Lettera aperta alle ragazze di oggi
41. Due generazioni a confronto: dall'accusa al dialogo
76. La libertà della scuola
89. I nostri figli e la televisione
99. Alla tv con senso critico
119. La «nonnità•
ARGOMENTI IN PREPARAZIONE
PER L'ANNO 1992 <titoli provvisoril
125. Sei f(?rte, papà! Di Umberto De Vanna
126. A cena con il Signore. La Comunione. Di pad~e-Andrea
Gasparino
127. Le Beatitudini del cristiano. Del card. Godfried Danneels
128. Quando lo sport diventa violento. Di Eugenio Fizzotti -
Enzo Romeo
129. Adolescenti e problemi sessuali . Di Alfredo Orlandi
130. Decalogo: una legge che libera. Di Guido Gatti
131. Mat urare, come. E perché.. .
132. Ma t u ci credi agli spiriti?
10

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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ARTICOLO Conosciamo il REGOLAMENTO DI VITA APOSTOLICA
ILFONDATORE:UN UOMO MANDATO DA DIO
...
"Per contribuire alla salvezza della gioventù, «porzione la più deli-
cata e la più preziosa dell 'umana società», lo Spirito Santo suscitò, con
l 'intervento materno di Maria, san Giovanni Bosco. Formò in lui un cuo-
re di padre e di maestro, capace di una dedizione totale, e gli ispirò un
metodo educativo tutto permeato dalla carità del Buon Pastore.
Lo stesso Spirito, al fine di continuare ed estendere questa missio-
ne, lo guidò nel dar vita a varie forze apostoliche, tra cui i Cooperatori
salesiani. Don Bosco, convinto che «le forze deboli quando sono unite
diventano forti», li volle presto collegati in una «Pia Unione», in seguito
denominata Associazione. In essa la Chiesa, con la sua approvazione,
ha riconosciuto /'autenticità dell 'ispirazione evangelica ".
« Lamano di Dio la sostiene (l 'opera dei Cooperatori) »: da questa affermazione di Don
Bosco e dagli interventi della Chiesa fra cui , ultimo, l'approvazione ufficiale del Regola-
mento di Vita Apostolica (RVA), riconosciamo l'iniziativa di Dio nella costituzione della no-
stra Associazione e, ovviamente, nello stesso suo Fondatore.
L'Associazione Cooperatori Salesiani (ACS), dunque, non è dovuta al semplice impe-
gno di fedeli laici o a un intervento particolare della gerarchia ecclesiale: è una realtà cari-
smatica della Chiesa, una rea ltà di fede nata dall invito che originariamente Don Bosco ha
fatto a uomini e donne (ma anche a membri del clero diocesano) di cooperare alla missione
di salvezza dei giovani ».
Dal Proemio e dall 'art. 1 del RVA si evince , come ha dimostrato la storia, che questo
nostro Fondatore po i si è fatto anche Maestro: per cui si può ben dire che i Cooperatori Sa-
les ian i sono quelli che intendono vivere il Vangelo alla «scuola» di Don Bosco nella speran-
za di pote rsi «lau reare » anch 'essi in santità ; e questo nostro Regolamento di Vita Apostoli-
ca può avere la presunzione, se ben studiato e vissuto, di essere al riguardo un buon libro
di testo .
Già dall'inizio del RVA si possono, perciò , individuare gli elementi fondamentali del no-
stro essere sales iani: quello della vocazione , che qui è quella di Don Bosco («lo Spirito
Santo suscitò San Giovanni Bosco»), ma che poi diventerà quella di ogni Cooperatore, e
que llo della missione giovanile («formò in lui un cuore di padre e maestro ») caratterizzata
da un metodo educativo basato sulla carità pastorale («gli ispirò un metodo educativo ... »).
Ma questa m issione non poteva essere portata avanti da volenterosi «isolati », per cui è
subito evidente la preoccupazione del Fondatore di unire in Associazione quelli che sareb-
bero diventati i Cooperato ri; l'«Unione » dei Cooperatori Salesiani è, quindi , quell unione
tra i buoni per giovarsi nel fa re il bene e tenere lontano il male» nella convinzione, che fu di
Don Bosco, che «le forze deboli quando sono unite diventano forti».
Gli stessi Cooperatori sono, però, solo una parte di quelle «forze apostoliche» che Don
Bosco ha voluto coinvolgere in questa grande opera educativa : con gli SDB e le FMA sono
parte importante del l'unica Famiglia salesiana che negli ultimi anni è stata oggetto privile-
giato della nostra riflessione (cfr. per tutte la lettera del Rettor Maggiore, La Famiglia Sale-
siana, 1982) ma che Do n Bosco aveva già chiara nella sua mente fin dall 'inizio del lavoro
apostolico fra la gioventù.
Lello Nicastro
11

2.2 Page 12

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ATTIVITÀ DEI CENTRI
LEGGE E MORALE
a Locri
I Cooperatori della Calabria si
sono incontrati a Locri domenica 15
dicembre u.s. per riflettere sul tema:
«LA LEGGE E LA MORALE CORSIA
PREFERENZIALE DELLA SANTI-
TÀ». Ha guidato la riflessione, illu-
strando la Nota Pastorale della CEI
«Educare alla Legalità», il salesiano
Don Giorgio Pratesi, Delegato della
Commissione diocesana «Iustitia et
Pax». L'incontro, animato dall'indi-
menticabile Don Mario Cogliandro, è
stato arricchito dalle Esperienze dei
centri nel ricordo dei 150 anni del-
l'Oratorio, dal tradizionale scambio
dei doni e dal ricco offertorio per il
FONDO DI SOLIDARIETÀ per i gio-
vani, i profughi, gli immigrati.
ESERCIZI SPIRITUALI
nel Triveneto
minile di Conegliano per verificare la
sua totale donazione a Dio per i gio-
vani. Prima di partire Mara ha la-
sciato questo messaggio: «Con gioia
annuncio a tutti voi il mio nuovo
cammino! Dopo quasi quattro anni di
vita vissuta in mezzo a voi, cari ami-
ci Cooperatori, ora il Signore mi
chiama per una scelta più radicale,
più compromettente. Mi chiede di es-
sere «tutta sua». È stato un dono del-
la Madonna di Czestochowa, dove
proprio ai suoi piedi, davanti al suo
dolcissimo volto, ho saldamente raf-
forzato l'impegno di consacrarmi al
Signore. Vi ringrazio perché con voi
ho condiviso in particolar modo Cri-
sto nella preghiera, nella gioia, nel
dolore, nel confronto e anche nel gio-
co: per tutto questo , grazie!».
ASSOCIAZIONE
MAMMA MARGHERITA
a Cagliari
Dal 18 al 25 agosto si è svolto il
campo formativo dei Cooperatori gio-
vani. Un tradizionale appuntamento
che ritrova ogni anno una sessantina
di amici a riflettere sui più nuovi
orientamenti della Chiesa. Il tema di
quest'anno è stato: «La dimensione
sociale della nostra fede». Relatore
d'eccezione il Delegato mondiale dei
Cooperatori Don Josè Reinoso, che
con il suo simpatico accento e le sue
barzellette, ma soprattutto con la sua
competenza ha attirato l'attenzione
di tutti anche quando si trattavano
argomenti particolarmente impegna-
tivi.
La casa famiglia per ragazzi in dif-
ficoltà che dovrà sorgere nell'Istituto
salesiano di Cagliari potrà essere
rappresentativa dell'intera realtà dei
cooperatori sardi. È stato infatti ri-
volto a tutti i coordinatori locali l'in-
vito a divenire soci effettivi dell'As-
sociazione Mamma Margherita che
gestirà la struttura sociale: in tal
modo ogni centro sarà coinvolto di-
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rettamente nella conduzione del-
l'opera.
Il progetto è strutturato in tre pun-
ti: comunità-alloggio, gruppo fami-
glie affidatarie, sostegno scolastico
educativo.
LA COMUNITÀ ALLOGGIO potrà
ospitare sei minori di sesso maschile
di età compresa tra i 10 e i 14 anni'.
Due posti saranno inoltre riservati
per i casi di pronta accoglienza. Si in-
dirizza verso ragazzi che, per situa-
zione sociale o familiare , o per com-
portamenti già attuati, necessitino di
un'azione di prevenzione educativa.
Gli educatori saranno sei, tutti con ti-
tolo valido per esercitare tale profes-
sione: sarà loro compito svolgere
quelle funzioni adulte che sono man-
cate o sono state precarie nella prece-
dente esperienza di vita dei minori.
Ogni ospite verrà inserito in comuni-
con un progetto educativo perso-
nalizzato, predisposto dagli operatori
del Servizio sociale e dall'équipe edu-
cativa della comunità-alloggio.
IL GRUPPO FAMIGLIE AFFIDA-
TARIE: l'Associazione si propone
un'ampia opera di sensibilizzazione,
a livello regionale, tra tutte le perso-
ne che gravitano intorno ad opere sa-
lesiane sull'importante istituto del-
l'affidamento familiare, legiferato
nel 1983 ma purtroppo ancora poco
applicato. Per le famiglie che si di-
chiareranno disponibili ad approfon-
dire il problema, si organizzerà un
corso di formazione , con la partecipa-
zione di esperti, di operatori sociali,
di famiglie che hanno già vissuto o
vivono l'esperienza dell'affidamento
familiare. I servizi sociali potranno
servirsi di queste famiglie, adeguata-
mente formate, per i minori che, di-
messi dalla comunità, non possono
far rientro in famiglia.
IL SOSTEGNO SCOLASTICO
EDUCATIVO si rivolge a minori di
Segue a pag. 14
DA COOPERATRICE A FMA
a Castello di Godego
Ancora una volta la nostra Asso-
ciazione è stata campo di maturazio-
ne verso una più grande apertura
alla specifica chiamata di Dio. Infatti
quest'anno i Cooperatori giovani
vengono «privati» della presenza del-
la Segretaria Mara Mazzoccato, che
entra nella Comunità Proposta Fem-
12
Cooperatrici del Laboratorio Mamma Margherita a Lecce

2.3 Page 13

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Conosciamo i nostri santi
S. MARIA DOMENICA MAZZARELLO
M ornese: 9 Maggio 1837, nasce Maria Domenica Mazzarello. Valdocco: 12 Aprile 1846, nasce l'Oratorio
di Don Bosco . Mornese-Valdocco: un binomio che presto la storia si incaricherà di unire in modo tale da
«non poter capire Mornese senza Valdocco» (Don E. Viganò).
«Le pareva che la parola di Don Bosco fosse l'eco di un linguaggio che sentiva in cuore senza sa-
perlo esprimere, come la traduzione del suo stesso sentimento, come una cosa aspettata sempre e final-
mente venuta».
In questa confidenza ricevuta nel 1864, troviamo rive lato quel misterioso segreto che intrecciò la
missione della Mazzarello alla missione di Don Bosco.
Due esistenze così diverse - la Grazia addita sentieri sempre originali! - e pur non prive di grazio-
se analogie. Pensiamo all'amicizia con la Petronilla. «Non sappiamo se Maria senza Petronilla , avrebbe
fatto tutto quello che ha fatto » annota il Maccono. Come non richiamarsi all'amicizia di Don Bosco per
Comollo? Pensiamo alla visione del 1860: «Le pareva di vedersi di fronte un gran caseggiato con tutta
l'apparenza esteriore di un collegio con numerose giovinette... E sentì una voce: «A te le affido ». Come
non richiamarsi al sogno dei nove anni? Ma fu soprattutto la passione educativa a convogliare in un uni-
co carisma le due esistenze. Determinante il suo primo in contro con Don Bosco: «... una cosa aspettata
sempre e finalmente venuta». I successivi 17 anni che avrà da vivere , saranno un susseguirsi serrato di
tappe importanti. Nel '65 nasce la Comunità delle Figlie dell'Immacolata. Nel '69 le prime norme dettate
da Don Bosco . Nel '72 l'i nizio ufficiale dell'Istituto delle FMA. Nel '74 è eletta Superiora Generale . Nel '77
la prima spedizione missionaria. Quando nel 1881 muore, lascia un Istituto di 27 Case e 200 consorelle.
Il segreto di tanti frutti? La sua santità. L'eroismo bussò presto alla porta di Maria Domenica Mazza-
rello . Due date particolarmente significative , quasi date di nascita. La prima: a Mornese dilaga il tifo . Le
vien proposto di curare dei parenti ammalati. «lo ci vado - risponde - ma son certa che prenderò il
male » Così fu. La malattia la segnò per tutta la vita. Ma si operò anche quel collaudo che Dio chiede
sempre ai suoi santi , prima di affidare loro una grande impresa. Seconda data: è convalescente, il futuro
quanto mai incerto, lei osa pregare così: «O Signore, se mi date ancora un po ' di vita , fate che sia da tutti
dimenticata. lo sono contenta di essere ricordata soltanto da voi». È espressione pregnante di quella che
sarà poi la spiritualità del «coetera tolle ».
Nella tavolozza della santità della Mazzarello, alcuni colori spiccano in modo più vivo. Appartengo-
no al codice genetico del suo spirito e spiegano la fecondità del suo car isma di educatrice.
Ebbe spiccato il colloquio con Dio: permanente e struggente. «O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti
cerco ... ». È il salmo 62 oggi significativamente riportato vicino alla celebre finestrella della Valponasca
che ci ricorda un cuore permanentemente orientato verso il Tabernacolo.
Ebbe il dono del discernimento. Molto prezioso per il suo ruolo di educatrice. «Chi di voi vorrebbe
farsi suora? ». E nell'imbarazzo creatosi, lei stessa risponde: «Tu , e anche tu , e poi tu» indicandole una
per una. Così avverrà. Caterina Daghero (colei che le succederà nel governo dell'Istituto) deve alla sua
chiaroveggenza il non essersene tornata a casa. La ribelle Maria Belletti , l'ostinata Corinna Arrigotti ...
seguono, recalcitrando , proprio la strada indicata dalla Madre. Alle aspirazioni invece di Agostina Sim-
beni , pur condivise da tanti , lei oppone un no deciso , convalidato poi dalla storia.
Conferì alla sua vita un raro senso di austerità. Il futuro motto di Don Bosco - lavoro e temperanza
- la trovò già abilitata perché sin da bambina aveva prediletto la penitenza, la laboriosità, la povertà:
nella traduzione del quotidiano e in un clima di gioia. L'ultima sua conferenza - quasi a mo' di testa-
mento - riporta il 'suo grande timore ': «lo temo che la vita comoda indebolisca il fervore e che il deside-
r io di una vita sempre più comoda entri anche nella casa di Nizza. Temo che ciascuna si fo rmi un mondo
nel proprio cuore , più pericoloso di quello che ha lasciato . Ecco il mio grande timore».
A tutti noi , tentati quotidianamente dal consumismo , giunge come un messaggio particolarmente at-
tuale.
Don Pasquale Liberatore
13

2.4 Page 14

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Seg ue da pag. 12
ambo i sessi, di età compresa tra i 10
e i 15 anni, che necessitino di un aiu-
to in campo scolastico e che abbiano
anche bisogno di un ambiente affetti-
vamente significativo in cui trascor-
rere parte della loro giornata. I mino-
ri frequenteranno la scuola pubblica
ed ogni giorno, alla fine delle lezioni,
verranno accompagnati all'Istituto
salesiano in viale fra Ignazio. Qui,
tra pranzo e doposcuola, si tratter-
ranno fino alle 18.30, quando saranno
riaccompagnati a casa. Un gruppo di
giovani volontari seguirà i minori
nello svolgimento dei compiti scola-
stici e nei giochi del tempo libero, or-
ganizzando attività manuali, musica-
li, teatrali, sportive. Un educatore
dell'équipe della comunità-alloggio
coordinerà il lavoro degli assistenti
con i minori, terrà i contatti con la
scuola, con le famiglie e con il servi-
zio sociale del comune.
Il Coordinatore Da11iele Siddi saluta i partecipanti al Co11veg110 «I ragazzi, la legge,
l'amore»
L-..,-
U11 a11golo... suggestivo del Laboratorio
Mamma Margherita di Arborea con la Si-
gnora Ida Selva al lavoro
UNA TESTIMONIANZA
da Genova-Sampierdarena
Sono una cooperatrice che, dopo
un lungo periodo di preparazione con
don Paolo e suor Milena, ha fatto la
promessa solenne nel maggio del
1985.
Da allora ho continuato a far matu-
rare la mia vocazione salesiana e lai-
cale attraverso la formazione perma-
nente con il mio Centro e l'apostolato
con i ragazzi del catechismo e del-
l'oratorio; il tutto senza trascurare la
realtà quotidiana della mia famiglia
che mi coinvolge a tempo pieno in un
esercizio costante di testimonianza
cristiana e salesiana.
Ed è proprio l'importanza della te-
stimonianza nella realtà che ci cir-
conda che intendo far scoprire ai
bimbi del catechismo e a quelli del
gruppo missionario: testimonianza
della carità che si espleta in modo
concreto attraverso gli incontri del
martedì con suor Tersia per «lavora-
re» per le missioni e per i ragazzi che
più di altri hanno bisogno di amicizia
e di aiuto.
14
Il nostro gruppo missionario-
ragazzi ci ha visti attenti anche verso
quei giovani che, dopo brutte espe-
rienze, si trovano in prigione a Geno-
va: ricevere risposte alle nostre lette-
re ci rende felici, perché significa che
siamo riusciti nel nostro intento di
portare un piccolo conforto di amici-
zia a chi ne ha più bisogno. Senza
grandi pretese viviamo da parecchi
anni rinnovandoci ed arricchendoci
sempre di nuovi amici e quindi di
idee, collaborazione e risultati signi-
ficativi.
(Luisa)
CONVEGNO SUI MINORI
IN DIFFICOLTÀ
in Sardegna
Organizzato dall'Associazione Coo-
peratori della Sardegna, si è svolto
nell'Aula Magna del Palazzo di Giu-
stizia di Cagliari il convegno regiona-
le I RAGAZZI, LA LEGGE, L'AMO-
RE. La manifestazione, che ha avuto
notevole consenso del pubblico e va-
sta eco sulla stampa e sulle TV locali,
ha inteso promuovere una riflessione
sulle problematiche giuridiche ed
educative del minore in difficoltà alla
luce del nuovo codice di procedura
penale. I lavori sono stati introdotti
dal responsabile regionale dell'Asso-
ciazione, Dr. Daniele Siddi e coordi-
nati dal giornalista della RAI France-
sco Biracchi.
CONFERENZA ANNUALE
a Bardolino
La Conferenza annuale, oltre che
trattazione di un tema, è anche in-
contro di famiglia. Lo stesso Don Bo-
sco la considerava un incontro per
trattare interessi comuni, ritrovarsi
insieme per parlare di cose «nostre».
Per questo motivo al Centro Cope-
rato di Bardolino quest'anno la Con-
ferenza annuale è stata un'occasione
per stare insieme non solo tra Coope-
ratori e simpatizzanti ma anche con
gli stessi Salesiani e Figlie di Maria
Ausiliatrice, tutti riuniti attorno al-
l'Ispettore Don Gianantonio Bonato.
È stata un'esperienza nuova, un
passo avanti.
Dopo un'accoglienza allegra e fra-
terna, abbiamo incominciato col mo-
mento di preghiera comunitaria: un
foglio ciclostilato preparato per tutti
da Don Guido ritmava la lode, la ri-
flessione e il canto accompagnato
dalla chitarra di Roberto.
Poi il momento q_ualificante: la
Strenna sulla CARITA NEL SOCIA-
LE commentata dl nostro Ispettore.
Con fantasia e coraggio - ha detto
- occorre recuperare il cuore orato-
riano facendo dono, per le strade del
mondo, del nostro carisma salesiano.
Al momento della fraternità abbia-
mo fatto onore a un rinfresco con i
fiocchi, preparato con cura dalle coo-
peratrici a base di prodotti genuini e
casalinghi innaffiati da un immanca-
bile «Bardolino» di cantina.
Oltre ai complimenti per la novità
dell'esperimento, ci siamo sentiti
suggerire di allargare l'esperienza
d'incontro agli Exallievi, agli inse-
gnanti esterni dell'istituto e agli ani-
matori del M.G.S. Senz'altro l'anno
prossimo punteremo su questo mag-
gior coinvolgimento.
Sono piccoli passi ma che acquista-
no il sapore di un cammino comune
di semplicità verso la santità.

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CONVEGNO ANNUALE
Dal 1° al 4 novembre 1991 alla Pisana di Roma
in Emilia
Domenica 27 ottobre 1991: a Bolo-
gna si sono incontrati i Cooperatori
le Giornate di studio per Delegati/e e Coordinatori lspettoriali
Un appuntamento veramente importante per l'Associazione Cooperatori Salesiani quello
fra i Delegati , le Delegate e i Coordinatori di tutte le Ispettore d'Italia. Si vive una dimensio-
ne più vasta , una visione unitaria, nazionale e internazionale dell'Associazione Cooperatori
dell'Emilia, rappresentanti dei centri
di Carpeneto, Reggio, Bibbiano, Casi-
nalbo, Parma, Ferrara, Corticella,
Bologna Don Bosco e Sacro Cuore.
È presente l'Ispettrice suor Nanda
Filippi e l'Ispettore don Arnaldo Sca-
glioni. Il pubblico è numeroso: 80
persone che formano una grande fa-
miglia unita in Don Bosco.
Dopo le presentazioni, don Palmi-
sano prende la parola sul tema for-
mativo: COOPERATORI SALESIANI
NEL TERRITORIO. Il Vangelo della
Carità viene annunciato attraverso
San Paolo «... voi siete il Corpo di Cri-
sto e ciascuno di voi ne fa parte...».
È l'inno della Carità che indica
la «VIA MIGLIORE» e l'oratore com-
menta: «L'amore alla vita in tutte le
sue espressioni genuine e all'uomo in
particolare dalla sua nascita alla sua
morte, deve combattere la cultura
dell'annullarsi, che avanza con la
tecnica e che è generata dall'egoismo
e dalla superbia dell'uomo».
Il Nostro Santo ha amato la vita ed
ha insegnato ad amarla ai giovani.
Non era un intellettualista, ma ha fi-
nalizzato tutto per la vita, perché la
vita va amata, nobilitata, innalzata...
e Don Bosco con la sua Opera ha in-
vaso l'intero pianeta!».
«Non nell'uomo ma nella Fede si
trova la forza per superare tutti i
mali e la Fede è sempre da conquista-
re, è un cammino continuo da supe-
rare».
Salesiani. Lo scambio delle esperienze ispettorali è davvero arricchente e stimolane. Le
giornate di studio sono intense, quasi senza respiro, in un alternarsi di momenti di preghiera
e di riflessioni sul tema formativo 1991 /92: I Cooperatori Salesiani nel territorio.
Il profilo economico e sociale del territorio è stato presentato dal Cooperatore Salesia-
no Giuseppe Acocella, professore di storia delle dottrine politiche presso l'università di Na-
poli , nonché dirigente regionale sindacale. Lo spazio territoriale assume un nome: La Città
degli uomini. La città dei poteri , delle opere, dei servizi che marcia a due velocità, separan-
do sempre di più chi vive nell 'opulenza e nei consumi da coloro che vivono una condizione
marginale e spesso precaria, una spirale che avvolge anche i giovani . Lo sviluppo nella
solidarietà e l'impegno di partecipazione nel sociale sono i sentieri di speranza per la città
degli uomini.
Don Nicola Palmisano ha trasmesso una forte carica di ottimismo e di futuro nell'Asso-
ciazione Cooperatori Salesiani , evidenziando le realtà di impegno dei Cooperatori Salesiani
nel territorio in vari ambiti: dalla catechesi all 'accoglienza di nuove famiglie , alla gestione di
oratori , al volontariato internazionale, al recupero scolastico dei ragazzi, all 'impegno per gli
extra-comunitari. Questa realtà di presenza nel territorio deve diventare Notizia, Annuncio,
Cultura. La Cultura della Vita e dell 'Amore .
È il Vangelo della Carità, delle opere, della diaconia della testimonianza che deve gui-
dare l'azione del Cooperatore e dell 'Associazione Cooperatori Salesiani nel territorio. Dob-
biamo imparare da Don Bosco a «comunicare " le nostre opere buone perché «vedano e ren-
dano grazie al Padre vostro che è nei cieli».
La Relazione di Don G.B. Bosco sottolineava i motivi ispiratori del 'azione evangelizza-
trice sul territorio: «È l'uomo storico, concreto , in situazione che è la prima e fondamentale
via della chiesa tracciata da Cristo» . Il territorio diventa luogo teologale di salvezza. Evange-
lizzare il territorio significa «trasformare dal di dentro, rendere nuova l'umanità.. . sconvol-
gere mediante la forza del vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti , le linee di pen-
siero... ». La scelta operativa di fondo del Cooperatore Salesiano è quella di Don Bosco: Edu-
care ed evangelizzare.
Il dibattito in tutte le giornate è stato ampio e ha coinvolto tutti , sia in assemblea plena-
ria che nei gruppi e si è arricchito della presenza e del contributo della Madre Rosalba Pe-
rotti, dell'Ispettore Don G.L. Pussino, della Consulta mondiale dei Cooperatori con Don Rei-
noso, Suor Collino, Paolo Santoni , Pier Luigi Fabbrini. Il clima era davvero salesiano, fatto di
lavoro e di gioiosa fraternità. L'Associazione Cooperatori Salesiani è proiettata verso un fu-
turo ricco di speranza lun go la linea tracciata dalla Consulta Mondiale e segnati per l'Italia
da due appuntamenti importanti : La Conferenza Nazionale di dicembre '92, il nuovo piano
pastorale, l'itinerario di formazione, il rilancio della dimensione missionaria dell 'Associazio-
ne Cooperatori Salesiani. Quest'incontro del 1991 dei Delegati , delle Delegate e dei Coordi-
natori proietta e rilancia in ciascuna ispettoria la sfida per l'Associazione Cooperatori Sale-
siani nella nuova evangelizzazione. L'impegno rinnovato nel presente della storia diventa
Se nuovo e vivificante è lo sprone
nelle parole di Don Palmisano, non
estranei a questo stile di vita si dimo-
strano gli operatori dei vari Centri.
così l'inizio di un nuovo futuro per l'Associazione Cooperatori Salesiani, per la Chiesa e per
il mondo.
Piero Quinci
Raccolti in preghiera, durante la
Concelebrazione dell'Eucarestia,
hanno rinnovato il loro impegno, ani-
mati dall'omelia dell'Ispettore:
«... stupore e fervore devono spingere
all'azione» .
Nel primo pomeriggio, superati i
momenti di disagio e di discreto pu-
dore, si è presto venuti a conoscenza
dell'impegno generoso dei Cooperato-
ri dell'Emilia verso i fratelli: attività
sportive, scuole di sostegno, acco-
Cagliari 1 dicembre 1991 - Convegno Regionale dell'Associazione Cooperatori Salesiani
della Sardegna
1- r-
_1,_
glienza agli emigranti, attività in Dio-
cesi, catechesi negli Oratori, soste-
gno agli extossicodipendenti, assi-
stenza agli anziani, evangelizzazione
negli ambienti di lavoro, diffusione
della Buona Stampa. Quanta gratui-
tà, esercitata con naturalezza, nel
quotidiano! Il più delle volte senza
rendersene conto, perché l'amore è
autentico.
Fra applausi e commozione, Don
Palmisano commenta ed invita ad
uscire allo scoperto: «... sono queste
le cose buone, quelle che fanno buo-
no il mondo! È necessario fare sapere
ciò che si fa: anche Don Bosco si è
fatto propaganda! Pure voi fate cono-
scere le vostre opere, affinché gli uo-
mini le conoscano. Ciò che conta è
rendere testimonianza a Gesù Cri-
sto».
Carla Semprini
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Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicinale di informazione e di cultura religiosa
L'edizione di metà mese del BS è particolarmente de-
stinata ai Cooperatori Salesiani. Direzione e ammini0
strazione: Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092 - 00100
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sta le n. 2-1355 in testato a: Direzione Generale Opere Don Bosco -·
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ma. - Per cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente.
MONDO NUOVO A cena col Signore:
la Comunione
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Sei forte, papa.
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~ccogllere, far festa, offrire,
as<oltare, chiedere.
Galateo e spirlt Utà per
l'incontro eucaristico
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