ze profonde e nobili, che quasi mezzo secolo di op-
pressione materialista non è riuscito a spegnere. E
ciò proprio quando, ad Ovest, ogni tensione mora-
le risulta allentata sotto il peso distruttivo del con-
sumismo trionfante, un materialismo pratico che
- alla lunga - si è rivelato peggiore di quello sto-
rico-dialettico.
È come se l'Est, congelato sotto il ghiaccio dei
vari «socialismi reali», avesse conservato quei valori
(rispetto della dignità altrui, primato dell'essere sul-
l'avere, senso rigoroso della giustizia, solidarietà so-
ciale) che appartengono al passato dell'Europa, che
soli possono essere l'anima ed il senso di qualsiasi
processo comunitario e che purtroppo l'Occidente
si è giocati.
Qui - a nostro parere - le basi della possibilità
di un cammino comune dell'Est e dell'Ovest europei
affratellati: solo con l'Est l'Europa può ritrovare la
sua anima storica, può recuperare la sua identità,
che non può e non deve essere distrutta dalla men-
talità americana, che purtroppo finora ha celebrato
in Occidente il suo trionfo, sulle ali della duplice vit-
toria nelle due guerre mondiali.
Riscoprendo i valori cristiani, maturati nel corso
dei secoli, si potrà costruire un'Europa di persone
che si amano.
È l'amore, essenza del cristianesimo, che solo
può fare da cemento alla costruzione della città co-
mune europea; le formule politiche per questa città
comune si troveranno dopo. Oggi il problema è
amarsi. Mille insidie, dal nazionalismo al razzismo,
dalle disparità economiche a quelle culturali, ostaco-
lano il cammino comune e sono tutte riconducibili
alla mancanza di accoglienza dell'altro, diretta conse-
guenza della mancata accoglienza di Dio. Senza
l'amore non saranno superate o, se anche lo saran-
no apparentemente, genereranno realtà segnate dal-
l'ingiustizia e dal dolore dei buoni, come è awenuto
finora, non solo ad Est.
Cogliere il «vento dell'Est» significa recepire
l'istanza della civiltà dell'amore, una civiltà europea
per l'Europa, che, se saprà fiorire qui, potrà esten-
dersi agli altri continenti e il mondo - finalm~nte -
potrà essere la dimora della pace, quella che tutti ci
auguriamo in questo Natale. Gli umili allora potran-
no - finalmente - essere innalzati, i prepotenti po-
tranno cadere dai loro troni.
All'Est ciò è già awenuto. Dio voglia che possa
presto verificarsi anche nel resto d'Europa e nel
mondo intero.
In questa ottica si scopre (e si deve continuamen-
te meditare ed approfondire) il destino storico, la
missione, delle giovani generazioni europee, così lu-
cidamente additata dal Sommo Pontefice ai piedi di
San Giacomo di Compostela: essere testimoni di
Cristo nel terzo millennio.
Peppe Ceci
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SEGNI DEL PROFETA!
Reverenda Madre,
riscrivo! Lei anzitutto mi chiederà: - A Mosca
come è andata? Ed ecco i fatti più significativi
che Le daranno la risposta.
1. Ho fatto un discorso (sul disarmo) che ho
chiuso con la grande invocazione di san Giovan-
ni: «veni Domine Jesu et noli tardare». Le man-
derò il testo della conclusione.
2. il giorno 2 novembre (giorno della comme-
morazione dei defunti) ho chiesto di visitare il ci-
mitero ove è sepolto Krusciov. Ho detto: - Devo
andare presso la tomba di Krusciov (col quale fui
in rapporti tanto profondi) per pregare. Mi ci
hanno condotto: questa «visita di pietà» ha mol-
to impressionato ed ha destato simpatia profon-
da. Ho cercato anche la moglie di Krusciov (dal-
la quale avevo ricevuto la lettera che già ho in-
viato), ma non l'ho trovata.
3. Ho potuto «vedere» grandi aperture di spe-
ranza e di grazia in tante anime giovanili:
- ho capito che Dio è nel cuore, mi ha detto
una giovane «laureata in ateismo»;
- cerchiamo (noi giovani) «i valori verticali»,
mi ha detto un altro giovane laureato;
- senza Isaia non si capisce Marx. mi ha det-
to una persona di notevole peso politico;
- capisco che c'è un'acqua che sgorga dalla
terra e sale verso il cielo, mi ha detto la stessa
persona!;
- mostriamo agli stranieri i nostri monasteri,
mi ha detto un altro giovane;
- ci spieghi la storia di Isaia, mi hanno detto
(a tavola) altri. E potrei continuare!
Vede? La terra a primavera si apre: la semente
ha la potenza di «spezzarla»! Così la grazia: sta
operando in tutta la terra russa (io credo) per
aprirla verso una nuova misteriosa primavera di
orazione e di pace.
La Madonna è all'opera: «Finalmente il mio
Cuore Immacolato trionferà; la Russia si conver-
tirà e vi sarà pace nel mondo.
Come vede, Madre Reverenda, anche questo
viaggio ha un posto ed un significato nella «stra-
tegia della speranza» che il Signore e la Vergine
perseguono per la unità, la pace e la fioritura del-
la Chiesa e del mondo!
E cooperatori tanto efficaci di questa strategia,
siete voi: è l'orazione piena di amore e di speranza
- di certezza! - che sale al cielo dai monasteri di
clausura! Le piccole, pure, povere, monachine di
clausura hanno nel loro cuore e nelle loro mani la
potenza vincitrice di Dio: «quidquid omntes petitis
credite quia accipietis et fiet vobis».
Gerico - ovunque sia - è sempre accerchiata
e le sue porte sono sempre aperte con la virtù in-
vincibile della preghiera (della vostra preghiera!).
lA PIRA
(da «Lettere alle claustrali»)