Bollettino_Salesiano_199001cooperatori


Bollettino_Salesiano_199001cooperatori



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ANNO 114 - N. 2 2• QUINDICINA • 15 GENNAIO 1990
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
' 31 GENNAIO
I
FESTA DI S. GIOVANNI BOSCO
<<A nove anni ho fatto un sogno,
che mi rimase
profondamente impresso
nella mente tutta la vita>>

1.2 Page 2

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Umorismo
è Santità
In D. Bosco l'umorismo è segno di
amor di Dio: genera amicizia, sereni-
e... tanta simpatia!
D on Bosco faceziava volentieri. Da tempo aveva
conferito titoli nobiliari con feudi ai più antichi
dei suoi collaboratori laici. I feudi erano piccole
pezze di terreni appartenenti alla sua famiglia.
C'era il conte dei Becchi, il marchese di Valcappo-
na, il barone di Morialdo e il Commendatore ...
non so più di quale commenda.
Con questi titoli era solito a chiamare Rossi,
Gastini, Enria, Pelazza, Buzzetti; né solo in casa,
ma anche fuori, specialmente quando in tempo di
vacanze viaggiava con qualcuno di essi. Costoro,
vestiti con semplicità decorosa, erano felici di con-
tinuare la burla e riuscivano a rappresentar bene
la loro parte. Con maniere disinvolte e serie scher-
zavano chiamandosi coi loro titoli rispettivi, fa -
cendo allusione a possessioni, villeggiature, e co-
noscenze che stavano nel regno della luna. Talora
chi viaggiava con loro nello stesso vagone, resta va
meravigliato di trovarsi con persone così cospicue.
Altra volta giungendo alle stazioni eran trattati
con molti riguardi, poiché i conduttori del convo-
glio, ai quali Don Bosco .non di rado dava una
ma_ncia graziosa, si facevano un onore di far loro
cortesia, preferenza, o servigio. Accadde pure che
giunti in qualche paesello, 11011 avendo ivi persone
conoscenti, dovessero andare in qualche albergo
per vitto ed alloggio. Don Bosco incominciava a
dire:
- Ha fatto buon viaggio, signor conte? Non è
forse troppo stanco, signor marchese? che cosa de-
sidera per cena? E lei, barone, non troverà qui cer-
tamente i lauti pranzi delle sue cucine! Bisognerà,
signori miei, che abbiano pazienza e che si conten-
tino di ciò che potrà trovarsi in questi luoghi!
Naturalmente egli parlava in tono burlesco,
ma lo faceva con tanta grazia che l'oste, la sua fa-
miglia e i soliti oziosi nell'udire ripetere questi tito-
li di nobiltà restavano sbalorditi , e si davano d'at-
torno per trattare il meglio che potessero quei si-
gnori forestieri , ai quali erano pronti a cedere per-
fino i propri letti.
L' oste s'avvicinava a Don Bosco e gli diceva
sottovoce:
2
- Come! quel signore è un conte? Quell'altro
è un marchese?
- Sono persone distintissimPI
- Oh poveri noi! E come faremo a trattarli
secondo il loro stato?
- Non datevi pena, brav'uomo! Essi si con-
tentano facilmente: sanno compatire.
Per i nostri era una commedia da scoppiar dal-
le risa! E talvolta anche lo scherzo faceva buon
gmoco.
Un giorno il Santo si recò alla stazione di Por-
ta Nuova per fare un viaggio con Rossi Giuseppe
che gli portava la valigia. Al solito arrivò quando
il treno era sul partire, e tutti i carrozzoni pieni di
gente che stava già con gli sportelli chiusi , o affac-
ciata ai finestrini come se lo scompartimento fosse
tutto occupato, quasi a impedire che altri salisse
con loro. Non potendo Don Bosco trovar posto, si
volse a Rossi scherzevolmente ad alta voce escla-
mando:
- Oh , signor Conte, mi rincresce che si pren-
da tanto incomodo per me! Degnarsi di portarmi
la valigia!
- S'immagini, Don Bosco, rispose Rossi con
voce abbastanza chiara. Io mi tengo fortunato di
poterle prestare questo piccolo servigio.
Alcuni viaggiatori che udirono quelle parole si-
gnor Conte e Don Bosco si guardarono in faccia , le
ripeterono meravigliati, quindi uno di essi chiamò
i due che non erano ancor riusciti ad entrare sul
treno:
- Don Bosco! sig. Conte salgano qui; ci sono
ancora due posti.
- Ma io non vorrei dar loro incomodo! dice
Don Bosco!
- Salgano! È un onore per noi; ritiro le mie
valigie, ci staremo tutti benissimo (M.B. , VIII ,
199).
San Giovanni Bosco! Questo
nome è un poema di grazia e
di apostolato! Da un piccolo
borgo del Piemonte ha
portato la gloria e i successi
della carità di Cristo ai
confini più lontani della
terra.
Giovanni X XIII

1.3 Page 3

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OQ®
Il 3 marzo
inizia il
Capitolo Generale
dei Salesiani
Paolo Santoni ha intervistato il
Rettor Maggiore D. Egidio Viganò
1. Ci potrebbe fare in sintesi una rifles-
sione sui suoi 12 anni di servizio come
Rettor Maggiore della Congregazione
salesiana?
Sono stati gli anni della piena entrata
della Congregazione salesiana nell'orbi-
ta del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Furono elaborati ed approvati i docu-
menti fondamentali della nostra identi-
tà.
C'è stato un dinamico rilancio della
Famiglia Salesiana.
Si è curata in molti modi l'unità nel
decentramento.
E, soprattutto, si sono progettati e
realizzati due grandi eventi i cui frutti
continuano a crescere: il grande Proget-
to-Africa e le celebrazioni del DB88 per
rinnovare la missione giovanile e popo-
lare della Congregazione.
2. Come si presenta nella sua globalità la
Congregazione salesiana a questo
XXIII Capitolo generale?
Il CG23 vede una Società Salesiana
che gode di buona salute; ben incammi-
nata, anche se con problemi di percorso,
con situazioni ambientali difficili e con
alcune regioni rallentate dall'invecchia-
mento. Ha chiara la coscienza della pro-
pria identità nella Chiesa e si impegna
generosamente nel lungo cammino del
rinnovamento.
3. Il tema del prossimo Capitolo sarà:
«Educare i giovani alla fede: un com-
pito e una sfida per la comunità sale-
siana oggi». Perché questo tema?
Il tema capitolare è stato scelto per
due motivi principali: il primo è l'urgen-
za culturale e sociale, oggi, dell'educa-
zione alla fede; il secondo è perché que-
3

1.4 Page 4

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sto aspetto costituisce la punta più avan-
zata e il metro di tutta l'attività salesia-
na: «questa Società - lasciò detto Don
Bosco - era fin dall'inizio un semplice
catechismo».
4. Come ha visto Lei il cammino dell'As-
sociazione Cooperatori salesiani in
questi 12 anni di Rettorato?
Per l'Associazione dei Cooperatori è
stato, questo, un periodo di approfondi-
mento d'identità e di più concreto impe-
gno apostolico. L'approvazione, da parte
della S. Sede, del «Regolamento di Vita
apostolica» ne ha assicurato la crescita.
Un aspetto da privilegiare durante
questi anni fu la cura per il cambio di
mentalità al riguardo tra non pochi con-
fratelli salesiani. Il Sinodo-87 e l'Esorta-
zione apostolica «Christifideles laici»
hanno spianato il cammino. Non rimane
che impegnarsi molto di più.
5. In questo Capitolo oltre al tema verrà
discussa la tematica laicale nella Fa-
miglia salesiana? In quali termini?
Si desidera concentrarsi sul tema e
rimanervi fedeli; tutto dovrà essere trat-
tato nell'ottica dell'educazione dei giova-
ni alla fede.
In questo senso sarà affrontata anche
la tematica laicale, soprattutto quando si
tratterà della comunità salesiana come
«nucleo animatore» di tante altre forze
evangelizzatrici.
6. Chi parteciperà al prossimo Capitolo?
Saranno presenti per la prima volta i
rappresentanti dei confratelli dell 'Eu-
ropa dell'Est?
I capitolari saranno 206, rappresen-
tanti di tutte le Ispettorie del mondo.
Con il vento favorevole della «perestroi-
ka» è da augurarsi che non manchi pro-
prio nessuno. Ma non ne siamo ancora
sicuri; penso, per esempio, alla Visitato-
ria del Vietnam.
4
il capitolo generale
Il Capitolo generale è il principa-
le segno dell'unità della Congrega-
zione nella sua diversità. È l'incon-
tro fraterno nel quale i salesiani
compiono una riflessione comunita-
ria per mantenersi fedeli al Vangelo
e al carisma del Fondatore e sensibi-
li ai bisogni dei tempi e dei luoghi.
Per mezzo del Capitolo generale
l'intera Società, lasciandosi guidare
dallo Spirito del Signore, cerca di co-
noscere, in un determinato momen-
to della storia, la volontà di Dio per
un miglior servizio alla Chiesa.
Il Capitolo generale in via ordina-
ria si raduna ogni sei anni e nel caso
previsto dall'articolo 143 delle Costi-
tuzioni; in via straordinaria tutte le
volte che lo richiede una qualche
grave ragione, riconosciuta tale dal
Rettor Maggiore con il consenso del
suo Consiglio.
Il Capitolo generale detiene nella
Società l'autorità suprema e la eser-
cita a norma del diritto.
In particolare, spetta al Capitolo
generale stabilire leggi per tutta la
Società, trattare gli affari più impor-
tanti, eleggere il Rettor Maggiore e i
membri del Consiglio generale.
7. Mentrf la ringraziamo per i suoi 12
anni di Rettorato e per l'impulso che
ha dato in mille modi all'Associazione
dei Cooperatori, Le chiediamo, se vuo-
le, un 'ultima fatica: vuole lasciare un
messaggio per i Cooperatori italiani?
Mi piace offrirvi come messaggio
l'espressione caratteristica di Don Bo-
sco, posta a conclusione del vostro Rego-
lamento di Vita apostolica: Voi, cari Coo-
peratori salesiani, siete presenti nella
Chiesa e nella nostra Famiglia «per
scuotere dal languore nel quale giaccio-
no tanti Cristiani, e diffondere l'energia
della carità» (art. 50).
Roma, 14 dicembre 1989

1.5 Page 5

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ROMA '90
<<GIOVANI PER I GIOVANI>>
Convegno Nazionale COOPERATORI GIOVANI
ROMA - D. Bosco - Cinecittà - 6-7-8 Aprile 1990
Un incontro che tenta, attraverso l'esperienza del Centenario
della morte di D. Bosco, una verifica storica del cammino della
fascia giovani della ACS, confrontando l'identità dei Cooperatori
Giovani, con la realtà ecclesiale, sociale e culturale di oggi.
Obiettivo operativo del Convegno è anche una riflessione CC.GG.
- MOVIMENTO GIOVANILE - ASSOCIAZIONI SALESIANE.
PROGRAMMA _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
6 APRILE: 15.30 - Accoglienza
17.00 - Apertura Convegno - Preghiera - Saluti
Presentazione del Convegno (Iolanda Masotti)
1a Relazione (Lello Nicastro)
«COOPERATORI GIOVANI, TRA PASSATO E FUTURO»
Discussione
19.30 - Cena
21.00 - Esperienze - Compieta - Buonanotte
7 APRILE: 9.00 - Preghiera di Lodi
2a Relazione (D. Riccardo Tonelli)
«GIOVANI PER I GIOVANI»
Lavoro di Gruppo - Intervallo - Assemblea
13.00 - Pranzo - Tempo libero
15.30 - 3a Relazione (D. G.B. Bosco)
«IL MOVIMENTO GIOVANILE SALESIANO IN ITALIA»
Intervallo
17.30 - Tavola Rotonda: Associazioni salesiane a confronto
(PGS - CGS - TGS - VIS - VIDES)
19.30 - Cena
21.00 - Festinsieme - Compieta - Buonanotte
8 APRILE: 9.00 - In Piazza S. Pietro - Partecipazione alla PASQUA dei
GIOVANI!
13.00 - Pranzo - Partenze
NB. Informazioni-prenotazioni presso gli uffici lspettoriali. Prenotazioni: en-
tro e non oltre il 6 marzo.
5

1.6 Page 6

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Cooperatori di Dio:
un originale... telecomando
Daqualche tempo si ha la sensa-
zione di una positiva riscoperta, nel-
1'Associazione, della dimensione
spirituale. Incontri di preghiera, ve-
glie, ritiri ed esercizi spirituali, brevi
momenti di riflessione comunitaria,
offrono un vasto ventaglio di scelta
con lusinghieri bilanci di adesione.
Le valutazioni dei partecipanti sono
confortanti sia sotto il profilo orga-
nizzativo, sia per la conduzione, sia,
soprattutto, per i benefici che cia-
scuno ne trae.
Perché il frutto di queste iniziati-
ve si conservi nel tempo è necessa-
rio mantenere un contatto frequen-
te puntando le antenne dello spirito
nella giusta direzione.
Una più attenta analisi può farci
considerare due aspetti essenziali
del problema:
- Necessità di tenere sempre
aperto il «canale» spirituale.
- Modo di gestire il «telecoman-
do».
Ciascuno di noi, anche se in una
visione personale, sa darsi delle li-
nee di demarcazione entro le quali
coltiva una certa vita interiore.
Agli esempi di veri maestri ai qua-
li si affiancano sempre più numerosi
coloro che vogliono fare esperienze
forti o vogliono percorrere gli angu-
sti sentieri di una spiritualità che
oserei definire di «mistica salesia-
na», si contrappone a volte la sem-
plice e lineare prassi fatta di stirac-
chiati adempimenti . La preghierina
della sera prima di coricarsi, la con-
fessione non troppo regolare, l'Eu-
carestia domenicale a fase alterna,
una testimonianza che non lascia
dubbi sull'identità ma che lascia a
desiderare nella pratica, una son-
necchiante partecipazione alle atti-
vità, sono atteggiamenti che vanno,
anche se non è semplice, superati.
In questo alveo scorre lentamente
il fiume delle occasioni piccole e
grandi che ciclicamente vengono
proposte all'attenzione di tutti.
Dopo qualche «mea culpa», una
corroborante iniezione di ottimismo
affiancata dalla effervescente aspiri-
na dell'entusiasmo, ridonano le for-
ze che permettono di continuare il
cammino. Ma quando durerà?
L'ottimismo è una pianticella de-
licata bisognosa di molte attenzioni,
soprattutto in tempi come questi. I
facili entusiasmi sono come i fuochi
artificiali: fanno sempre un gran ru-
more, rallegrano la vista ma durano
poco. Allora cosa fare?
Il suggerimento ci viene dagli in-
segnamenti conciliari che soltanto
oggi riconosciamo quali precursori
di un profondo can1biamento e dalle
indicazioni luminose delle encicli-
che, a così vasto respiro, proposte
da questo papato. L'impegno laicale
sta rispondendo con tutte le sue for-
ze migliori, straordinariamente fe-
deli ai principi evangelici.
Per conservare nel tempo l'effica-
cia di una formazione c'è bisogno di
uno «stimolatore» che nei momenti
di stanca convogli le acque nelle
turbine dello spirito.
Ed ecco che entra in azione il «te-
lecomando».
In quest'era così tecnologicamen-
te avanzata, uno strumento del ge-
nere diventa indispensabile. Nuovo
di zecca, presentato in diversa veste
cromatica, ha pure il guscio sal-
vaurti. Per noi si chiama C.d.D. una
sigla che sintetizza la scoperta di
un'insieme di «mezzi di comunica-
zione». Vuol dire «Cooperatori di
Dio». Sì, è proprio lui il nostro «tele-
comando».
Amici carissimi, a parte la perifra-
si, gli assiomi e le metafore, credo
che il valore di questo strumento sia
molto elevato ma può esserlo di più
Interiorità apostolica
«Credo sia fondamentale richia-
mare l'attenzione su un'altra "no-
vità" - perché è sempre tale - che
sta alla base di tutto: la condizio-
ne di rinnovamento personale de-
gli evangelizzatori. Da anni stia-
mo martellando sull"'interiorità
apostolica". Vale la pena riconsi-
derare brevemente qui questo ar-
gomento con l'ottica della nuova
evangelizzazione.
Il Papa ha parlato, al riguardo,
di un "nuovo ardore". Si tratta del
cuore e della mente di colui che
"evangelizza". Non c'è mai stata
né ci potrà mai essere evangelizza-
zione senza validi evangelizzatori:
pensiamo agli apostoli e ai disce-
poli tutti.
La nuova evangelizzazione è te-
stimonianza. "La forza dell'evan-
gelizzazione - scrive il Papa - ri-
siede al tempo stesso sia nella veri-
tà che si annuncia, sia nella con-
vinzione della testimonianza con
cui viene proposta. Per questo mo-
tivo oggi la nuova evangelizzazio-
ne necessità che gli araldi siano fe-
deli nella predicazione della verità
e siano testimoni della/orza salvi-
fica della Parola della vita".
Di fronte alla sfida della nuova
evangelizzazione la Chiesa neces-
sità oggi di maestri e di santi aper-
ti al potere illuminante dello Spi-
rito Santo.. .».
(D. Egidio Viganò)
nell'uso costante che se ne fa sia a
livello personale che comunitario. Il
segreto è nella estrema semplicità
d'uso. Ci troviamo tutto quello ché
serve per ogni occasione.
Dalle preghiere più semplici ai
canti ricorrenti, dalla preghiera lita-
nica e salmodiata a quella per parti-
colari circostanze. C'è un po' della
nostra storia, gli insegnamenti del
magistero e le intime confidenze di
molte personee che abbiamo impa-
rato a stimare per la loro coerenza e
per la loro santità.
Infine consideriamo: «dove due o
più sono uniti nel mio nome, sono
anch'io» dice il Signore. Un'anten-
na parabolica marcata Gesù è di
gran lunga la migliore di tutte. E,
possiamo esserne certi, con Lui fa-
remo sempre maggioranza assoluta.
Pompeo Santorelli
6

1.7 Page 7

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PROGETTO STAMPA
Rilevamento
Cooperatori
Insegnanti
R iprendiamo in questo nume-
ro la presentazione del PRO-
GETTO STAMPA, già avviato
nel Bollettino del mese di No-
vembre.
I consensi e i risultati, anche
se è prematuro dirlo, non sono
stati pochi o di scarso interesse.
Anzi ci auguriamo che il rilancio
della «Collana Mondo Nuovo» di-
venti anche un segno della cre-
scita della vita associativa.
Il conoscere la consistenza
dei Cooperatori Insegnanti ci
consentirà di riprendere uno
degli impegni più interessanti e
certamente tanto incarnato nel-
la nostra vocazione di educato-
ri. Cultura ed educazione sono
parte di un binomio inscindibi-
le ed in modo del tutto partico-
lare oggi per la situazione di
precarietà in cui versa in Italia
la scuola.
Esperienze analoghe non
sono mancate nel passato, ma
oggi la richiesta è diversa ed oc-
corre un 'organizzazione, con
chiarezza non solo di obiettivi,
ma anche di offerta di contenu-
ti e forme e tempi di coinvolgi-
mento.
Non è quindi il rilevamento
una forma le indagine con fini
puramente conoscitivi, ma è un
punto di partenza necessario
per un contatto più organico, e
quindi più valido educativa-
mente.
È un progetto molto «senti-
to»: la sua realizzazione è stata
auspicata non solo dagli inse-
gnanti Cooperatori, ma anche
da operatori scolastici e dalle
strutture parascolastiche. Con-
fidiamo tantissimo in questo
avvio di progetto.
Perciò occorre, sia a livello
personale che a livello di re-
sponsabili di Centro, che ad
esso si dia tutto il sostegno pos-
sibile.
D. Alfo11s0 Alfano
Il PROGETTO INSEGNANTI è
avviato in collaborazione con
la SEI: è un impegno a condivi-
derne finalità comuni e anche a
ricercare in seguito mezzi e
modi per un rapporto di inter-
scambio, quanto mai necessa-
rio per una presenza concorda-
ta nell'ambito scolastico.
Si auspica infatti di poter
aver in uno spazio di tempo
non lontano occasioni per ri-
cercare una via per giungere
alla realizzazione di alcuni
obiettivi immediati.
La SEI, SOCIETÀ EDITRICE
INTERNAZIONALE, è una delle
espressioni culturali della Con-
gregazione Salesiana. La sua
attività si innesta direttamente
sulle iniziative editoriali avviate
da D. Bosco con la fondazione,
nel 1859, della «Società per la
diffusione della buona stampa»,
di cui la Sei rappresenta il natu-
rale sviluppo. Proprio a questa
memoria storica sono legati im-
pegni di collaborazione a diver-
so titolo di Cooperatori di ogni
nazione e su questa scia viene
rinnovato oggi lo stesso impe-
gno, in umile servizio alla Chie-
sa e in fedeltà alla volontà del
nostro FONDATORE.
Nome e Cognome .. ..................... ......................................... .................. .. ............... ...... ..
Data di nascita
Indirizzo
....... .................. ........................................................... Tel ......................... .. ........... ............ .......
Scuola-Istituto (dove insegna attualmente) ...................... ..... ................... .... .
I
I
I
I
I Materia d'insegnamento .... ....................... ... ............. ............................. ..... ... ..... ...... ..
I
·I ---------------------------------------------
7

1.8 Page 8

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- -Vi prego - - - - - - - - - - - .
e vi scongiuro!
PROGETTO STAMPA
« ... Quante anime furono salvate dai libri buoni ,
quante preservate dall'errore, quante incoraggiate
nel bene.
Chi dona un libro buono, non avesse altro
merito che destare un pensiero di Dio , ha già
acquistato un merito incomparabile presso
Dio.
Un libro in una famiglia, se non è letto da colui cui
è destinato o donato, è letto dal figlio o dalla figlia ,
dall'amico o dal vicino. Un libro in un paese talora
passa nelle mani di cento persone.
ldd io solo conosce il bene che produce un li-
bro in una città, in una biblioteca circolante , in
una società di operai , in un ospedale, donato
come pegno di amicizia.
Fu questa una fra le precipue imprese che mi affi-
dò la Divina Provvidenza , e voi sapete come io do-
vetti occuparmene con istancabile lena, nonostan-
te le mille altre mie occupazioni ... » (D. Bosco)
RILEVAMENTO
COOPERATORI
INSEGNANTI
Al COOPERATORI E
ASPIRANTI COOPERATORI
EX-ALLIEVI/EX-ALLIEVE
AMICI DI D. BOSCO CHE
OPERANO NELLA SCUOLA
COME DOCENTI,
OPERATORI VARI DALLA
SCUOLA MATERNA
ALL 'UNIVERSITÀ,
L'INVITO
A COMPILARE CON
URGENZA QUESTA
SCHEDA, RITAGLI ARE E
INVIARE :
UFFICIO NAZIONALE
COOPERA TORI SALESIANI
VIA MARSALA, 42 - 00185
ROMA
_t____ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Note varie
Titolo di studio (Laurea o diploma) ................. ................................................. .
Anno di conseguimento ........ ... ...... ... .............. ... ................ ................................ ........ .
Sede
Posizione giuridica (Cattedra, incarico ... ) ............ ........ .... .. .............................
··· ····· ·· ······· ··· ······· ···· ········ ········ ·················· ······ ···· . ···························· ··· ············· ···························· ···
Centro Cooperatori di appartenenza ................................................................
---------------------------------------------
8

1.9 Page 9

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CON
GIOIA
PER ESSERE
FAMIGLIA
TREVISO
Il nostro Centro ha due gruppi:
giovani e anziani e un unico consi-
glio di sei membri. Entrambi assi-
stono un promettente numero di
aspiranti.
Dalla costituzione di questo cen-
tro (1971) ci si raduna regolar-
mente ogni mese, ad eccezione di
quelli estivi. La riunione si svolge
nelle due parti, formativa e prati-
ca, confo rmandoci al sussidio, che
ci è stato favorito dal Centro Na-
zionale, al quale siamo cordial-
mente riconoscenti. Non mancano
mai un richiamo alle festività litur-
giche, ed eventuali rilievi su av-
venimenti religiosi e sociali. I gio-
vani si impegnano soprattutto nel-
1' animazione di g ruppi giovanili
nelle loro parrocchie. Gli anziani,
tutti del paese, gestiscono un La-
boratorio Mamma Margherita, per
la raccolta di indumenti, per la
confezione e spedizione di pacchi
vestiario, cui attendono 5 coope-
ratrici coadiuvate da 4 collabora-
trici.
Altre attività sono la raccolta di
medicine, francob olli e la diffusio-
ne di «Mondo Nuovo». Impegno
delle cooperatrici è pure la rac-
colta di cartoni e stracci, a cui
danno man fo rte diversi signori
con i loro mezzi d i trasporto. Il
materiale viene accastato per la
vendita. Il ricavato, avvalorato
dalle offerte manuali di coopera-
tori e simpatizzanti, ci ha permes-
so quest'anno di inviare 74 pacchi
vestiario a 18 centri missionari.
CENTRO «COLLE 88»
Il lievito, nella gran pasta del
movimento pellegrini che ha affol-
lato il Colle nell'anno centenario,
è sempre stato lo spirito di don
Bosco, il carisma donato da Dio a
lui e ai suoi figli . Carisma trasmes-
so anche agli ottanta cooperatori
che in varie tappe dall'82 all'88 si
sono associati, con una buona pre-
parazione spirituale e con varie
iniziative apostoliche, al centro
dei cooperatori. Di essi, 23 sono
giovani exallievi dell'Istituto. Altri
aderenti non ancora associati sono
in gran parte giovani.
La preparazione di quasi tutti
questi cooperatori ha una base
eguale:
l 0 Adulti che, per tre anni han-
no seguito i loro figli, iscritti alla
scuola media o professionale del-
l'Istituto, e mediante otto-dieci riu-
nioni annuali su temi pedagogici e
spirituali e frequenti incontri con i
Salesiani, hanno potuto essere co-
nosciuti come persone valide e
preparate. Ad essi fu proposta
l'adesione e , dopo varie frequen-
ze alle assemblee, l'iscrizione alla
Famiglia salesiana come coopera-
tori.
2° Giovani exallievi che hanno
trascorso in Istituto almeno tre
anni di formazione, durante i quali
si sono distinti per partecipazione
a gruppi di impegno spirituale e
apostolico e si sono orientati a
continuare tale linea di scelta di
vita. Alcuni anni d opo il termine
degli studi, se hanno trasferito
nella parrocchia, nel paese o sul
lavoro lo stesso stile di bontà e di
apostolato, sono invitati a frequen-
tare come aderenti le assemblee
dei cooperatori, e dopo due anni
sono invitati a presentare la do-
manda per far parte dell'associa-
zione .
. Il principio quindi a cui si ispira
11 Centro è di costituire una «unio-
ne di buoni», che ben formati, cia-
scuno nel proprio ambiente socia-
le od ecclesiale, continuano tale
scelta vocazionale. Tra di essi
due hanno già fatto la scelta del
sacerdozio.
Il Centro quindi, dopo la loro
promessa e iscrizione, continua
ad alimentarli spiritualmente e
apostolicamente con due assem-
blee annuali di una o mezza gior-
nata, con l'invio di circolari, rivi-
ste e opuscoli arricchenti lo spiri-
to e stimolanti l'iniziativa apostoli-
ca, con l'incontro personale e oc-
casionale, con l'offe rta di ritiri e
giornate indetti dal Centro ispet-
toriale e dalle rispettive parroc-
chie.
È caratteristica del Centro che
ogni cooperatore adulto e special-
mente giovane, abbian una espli-
cita e ben definita attività di apo-
stolato, in modo da essere lievito
e fermento là dove vive ed agi-
sce. Di essa parlano col Delegato,
e _a turno fanno un breve rapporto
nelle assemblee.
Gli ultimi approcci per le ade-
sioni sono fatti con giovani impe-
gnati nelle attività sociali, nell'in-
segnamento e nelle iniziative col-
legate ai luoghi storici di don
Bosco.
NOVARA
Domenica, 22 ottobre, presso
l'Istituto Salesiano S. Lorenzo, in
Novara, si sono incontrati alcuni
membri dei Consigli locali dei
Centri Cooperatori. In numero di
65, dopo il momento di accoglien-
za e d1 saluto _scambiato da tutti
con cordialità, la preghiera ha
dato inizio alla Giornata.
9

1.10 Page 10

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Il Delegato ispettoriale, Don
Tommaso Durante, ha presentato
l'oratore nella persona dell'avv.
Gianfilippo Casanova che ha of-
ferto un chiaro e lineare commen-
to all'Esortazione apostolica
«Christifideles laici».
Ha fatto piacere il suo dire sem-
plice e profondo insieme, che ha
sottolineato con acutezza i collega-
menti dell'Esortazione con il no-
stro RVA Lo ringrazio di cuore.
Don Tommaso Durante , in sosti-
tuzione del Coordinatore ispetto-
riale, a Roma per un incontro a li-
vello nazionale, presenta poi la
programmazione annuale sottoli-
neandone i punti focali; offre un
breve commento per colorare di
vita i prossimi incontri e con sod-
d isfazione evidenzia due avveni-
menti: la Professione religiosa di
Salesiano di Claudio Cellerino e
l'entrata in Noviziato di Marco Ca-
sanova, entrambi giovani coope-
ratori della nostra Ispettoria.
A loro il più bell'augurio di
camminare con gioia, con i ragaz-
zi, sulle strade di Don Bosco.
Nel pomeriggio la Celebrazio-
ne Eucaristica, vissuta con fede,
conclude questa giornata che por-
terà, nei vari Centri locali, i suoi
frutti.
Ci lasciamo con l'augurio prio-
ritario di chiedere al Signore e di
promuovere giovani vocazioni lai-
cali salesiane.
L'Ausiliatrice , sempre vigile
Maestra e Guida, ci benedica!
N.N.
BARDOLINO
Un Centro attivo e ricco di ini-
ziative. Abbiamo ricevuto il vo-
stro programma annuale: com-
plimenti! Simpatico e ben fatto il
vostro foglio di collegamento: è
segno di una saggia organizza-
zione, che sa privilegiare i mo-
menti essenziali della vita asso-
ciativa, quale la formazione nei
suoi vari risvolti, da quella cri-
stiana, ecclesiale e salesiana. In-
teressante anche l'esposizione,
ben chiara e significativa, degli
obiettivi pastorali e degli itine-
rari specifici dell'anno. Date la
dovuta importanza all'incontro
di Consiglio: è la ruota senza la
quale un Centro non cammina.
Saremmo lieti di avere anche
qualche -notizia circa l'iniziativa
del campo «SEME». Qualche vo-
stra foto ... non guasterebbe sul
Bollettino. Aspettiamo.
Per l'invio del Bollettino dove-
te rivolgervi all'Ufficio Ispetto-
riale dei Cooperatori, che hanno
avuto le opportune indicazioni
in merito. Potrete anche richie-
dere nel frattempo copie al sud-
Cooperatori del Lazio... insieme per un ritiro spirituale.
10
detto Ufficio, che ne riceve 50
copie in più.
La Redazione
BOLOGNA
Domenica, 29 ottobre 1989, si è
tenuto a Bologna, presso l'Istituto
Salesiano B.V. di S. Luca, il CON-
VEGNO DEI COOPERATORI SA-
LESIANI dell'EMILIA, appunta-
mento ormai tradizionale in quan-
to si ripete da diversi anni. Que-
st'anno però, ci sembra di poter
dire, che è stato più ricco del soli-
to, sia per la numerosa partecipa-
zione (oltre 80 persone) sia per
l'entusiasmo e lo spirito di fami-
glia che l'ha caratterizzato.
Preparato dal Consiglio Ispetto-
riale in tutti i particolari, il Conve-
gno si è svolto con ordine e con
comune soddisfazione. L'acco-
glienza è stata curata dal Centro
di Bologna, S. Cuore, così pure il
momento di preghiera con cui si è
aperto il Convegno.
I diversi rappresentanti della
Famiglia Salesiana, SDB, FMA,
VDB ed Exallievi hanno presenta-
to i saluti e gli auguri da parte dei
Gruppi della F.S. a cui apparten-
gono.
Ha preso poi la parola il Coordi-
natore Ispettoriale, Vincenzo Ba-
ratta, che si è compiaciuto per la
numerosa partecipazione e, dopo
aver fatto una breve relazione sul
lavoro svolto dal Consiglio Ispet-
toriale nel decorso anno sociale
1988/89, ha affermato che, meta
del nuovo anno, è quella di essere
maggiormente presenti nei Cen-
tri, per animarli, sostenerli, aiutar-
li a vivere realmente la promessa
del Cooperatore. Ricorda di far
conoscere il bene che si fa per
coinvolgere altre persone. Per
questo motivo il programma del
Convegno prevede, nel pomerig-
gio, alcune testimonianze da parte
di Cooperatori dei Centri Emilia-
ni.
La parte centrale del Convegno
che ha per tema «Vocazione e
missione del Cooperatore Salesia-
no alla luce dell'esortazione apo-
stolica Christifideles laici» è stata
affidata al Vice Coordinatore Na-
zionale Lello Nicastro, giunto ap-
positamente da Napoli. La sua fa-

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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cilità di parola, il suo grande amo-
re a don Bosco, che si percepisce
fin dalle prime battute, rendono
l'assemblea particolarmente at-
tenta ed interessata.
Il Relatore chiarisce che la
«Christifideles laici» non dice
cose nuove, ma insiste su alcuni
principi che devono formare il lai-
co, renderlo consapevole del po-
sto che occupa nella Chiesa e sti-
molarlo ad assumersi la missione
che gli compete: essere presente
nel mondo, per santificarlo dal di
dentro privilegiando perciò l'im-
pegno sociale, come ci ricorda
anche l'art. 17 del RVA.
Lello conclude con una felice in-
tuizione: «I fedeli laici stanno alla
Chiesa come i Cooperatori stanno
alla Famiglia Salesiana».
All'interessante relazione segue
una discussione partecipata e vi-
vace. Alle 12 la S. Messa è cele-
brata dal Delegato ispettoriale
Don Guido Zanoni. Alle 13 il pran-
zo-insieme! Nel pomeriggio la co-
municazione di diverse testimo-
nianze tutte validissime, colme di
operosità e di amore a don Bosco
e ai fratelli nel bisogno, evidenzia-
no la vitalità apostolica presente
in Associazione.
Lello si compiace per lo stile fa-
miliare, tutto salesiano, che ha di-
stinto il Convegno e auspica che
cresca sempre di più il senso di
corresponsabilità e di apparte-
nenza all'Associazione, tanto da
rendere spontanea la solidarietà
economica, sancita dal RVA e che
tuttora stenta ad essere compresa
ed attuata. I convegnisti esprimo-
no la loro soddisfazione per la
giornata trascorsa nella gioia sale-
siana e concludono cantando il
loro amore e don Bosco: «sempre
giovane nel cuor!».
Luisa R.
LECCE
A pagina tre del vostro giornali-
no parrocchiale apprezziamo la
riflessione del delegato sull'iden-
tità del Cooperatore e il «taccuino
del Cooperatore» , intenso, detta-
9liato, e preciso ... come sempre!
E un'organica programma, che fa
crescere e consolida lo spirito di
appartenenza al Centro. Il ricordo
dei momenti lieti e di quelli meno
lieti della vita dei singoli associati,
fa sentire profondamente il senso
della famiglia, che gode dei bene-
fici della comunione spirituale e
della gioia della fraternità.
Anche al vostro Consiglio chie-
diamo qualche relazione di alcune
iniziative con... foto! A voi non
mancano i «tecnici della penna».
La Redazione
ROM.l\\,
In occasione della festa dell'Im-
macolata, è stata offerta una serata
tutta musica e riflessioni mariane.
Un quartetto di professori di Sas-
sofoni ha eseguito brani classici,
alternati da declamazione di poe-
sie, di racconti, di monologhi,
coordinati un tema unico «Omag-
gio a Maria». L'aspetto più inte-
ressante di questa tradizionale
«accademia» è stata l'apertura
agli esterni, una prassi ormai ac-
quisita anche per altre iniziative. Il
proporre un messaggio religioso,
in modo «gradevole» e valido an-
che come qualità artistica, a per-
sone lontane da un clima «salesia-
no» è stato apprezzato ed ha an-
che gettato le basi per un ulterio-
re dialogo, soprattutto per i colla-
boratori musicali.
Novità di operatori
«L'Esortazione apostolica "Christifideles laici" ci ha ricordato che il compito di
evangelizzare è proprio di tutto il Popolo di Dio. Nel suo capitolo il documento elen-
ca i differenti gruppi di "operai della vigna" e conclude citando una bella pagina del-
l"'Introduzione alla vita devota" di San Francesco di Sales: "Nella creazione Dio co-
mandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna secondo la propria specie. Lo stesso
comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché produca-
no frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione".
L'Esortazione è tutta rivolta alla vocazione e missione dei laici. Devono, perciò,
essere essi stessi concreti evangelizzatori dei loro ambienti di vita e di lavoro. Sono
chiamati a collaborare anche in altre iniziative evangelizzatrici della Chiesa. La missio-
narietà del laicato è stata rilanciata dal Concilio Vaticano II e costituisce, di fatto, una
"novità" pastorale che abbisogna di più convinto impulso.
Si percepisce chiaramente, in conseguenza, che un serio "Progetto-Laici", da par-
te nostra, non è solo una fedeltà alla mente apostolica del Fondatore, ma una esigenza
fondamentale di quella rinnovata ecclesiologia, che costituisce lo stimolo dottrinale di
un profondo cambio pastorale. Bisognerà perciò intensificare con più forte convinzio-
ne l'impegno a favore delle nostre associazioni laicali» .
Dalla lettera del Rettor Maggiore - Atti n. 331
11

2.2 Page 12

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I
FAMIGLIA, SALESIANA
UNA VIA
CHE PORTA
ALLA SANTITÀ
La beatificazione del cooperatore D.
Giuseppe Baldo, avvenuta il 31 ottobre
nella Basilica di S. Pietro, in Roma.
D on Giuseppe Baldo nacque il 19 febbraio
1843 a Puegnago (BS) in Diocesi di Verona. Al
manifestarsi della vocazione la madre lo am-
monì: «Ricordati, o prete buono o nulla».
Entrato in Seminario si distinse per pietà,
disciplina e studio. Consacrato sacerdote il 15
agosto 1865, fu per un anno zelante Vicario
cooperatore a Montorio, e per undici anni ap-
prezzato Vicereggente del Collegio Vescovile.
Il 17 novembre 1877 entrò quale Parroco
in Ronco all'Adige, ove rimase sino alla
morte.
Furono trentotto anni ricchi di innumere-
voli iniziative pastorali, caritative e sociali.
Non ultima, e certamente la più significativa,
la fonda zione delle Piccole Figlie di S. Giusep-
pe, eredi del suo spirito. Consumato dalle fa-
tiche, purificato da lunga malattia e ricco di
virtù e di meriti, passò al Signore il 24 ottobre
1915, all'età di 72 anni. Con il riconoscimen-
to delle virtù eroiche, a conclusione del Pro-
cesso canonico per la sua Glorificazione, il 26
gennaio 1987 Don Giuseppe Baldo è stato pro-
clamato «venerabile».
Approvato il miracolo ottenuto m ediante
l'intercessione del Venerabile Don Giuseppe
Baldo e data lettura del Decreto il 18 febbraio
1989, Giovanni Paolo II lo scrive solennemen-
te all'albo dei Beati il 31 ottobre 1989. La sua
festa ricorre il 24 ottobre.
Le reliquie del suo corpo si venerano
a Ronco dell'Adige (VR) nella Cappella di
Casa Madre delle Piccole Figlie di S.
Giuseppe.
12
È volontà di Dio che ci facciamo tutti
santi. Qualunque sia il nostro stato possia-
mo e dobbiamo farci santi.
È il tempo presente che dobbiamo
santificare. Triste è colui che dice: farò, fa-
rò. Il futuro è incerto e ben di rado arriva.
Non vi è santità senza sacrificio.
Santità senza sacrificio è vanità, santità
cioè di apparenza, di esteriorità, di soddi-
sfazione, di sentimentalismo.
Fra i santi del cielo abbiamo un po-
sto anche noi e lo otterremo se sapremo
combattere a dovere e vivere da buoni cri-
stiani osservando i doveri del proprio stato
a costo della vita.
Morire sì, peccare no: ecco il proposito
che dobbiamo avere nel cuore fermo, fer-
missimo.
Don Giuseppe Baldo
RILANCIATO IL LAVORO
PER LA CAUSA DI BEATIFICAZIONE
DI DOROTEA DE CHOPITEA,
Madre di famiglia, Cooperatrice
Lacausa della nostra venerabile ha proseguito
gli studi ordinari fino all'importantissimo passo
della dichiarazione dell'eroicità delle sue virtù.
Adesso soltanto manca, come tutti i lettori san-
no, un miracolo che gli organismi competenti
considerino valido per procedere alla sua beatifi-
cazione. Cosa possiamo fare noi? Siamo una
grande famiglia.. . crediamo che la presentazione
delle virtù eroiche e della fama di santità di que-
sta donna laica impegnata può risultare di gran-
de beneficio per tutta la Chiesa. Pertanto conti-
nueremo a diffondere con maggiore intensità la
sua figura e i suoi esempi di coerenza con il Van-
gelo, invitando quanti la conoscono a ricorrere
alla sua potente intercessione davanti al Signore.
L'avvicinarsi del centenario della sua morte,
1991, ci stimola a vivere autenticamente i nostri
impegni e a fare un rinnovato sforzo per pro-
muovere la sua causa.
Per comunicare qualunque grazia ottenuta
per sua intercessione o per chiedere informazio-
ni su di essa scrivere a: P. Vice Postulatore, Cau-
sa di Dorotea di Chopitea - Plaza Artòs, 3 y 4 -
08017 Barcellona (Spagna) .

2.3 Page 13

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L'ASSOCIAZIONE DI
MARIA AUSILIATRICE
entra a far parte
della Famiglia Salesiana
Origine storica. Subito dopo la consacrazio-
ne della Chiesa di Maria Ausiliatrice, Don Bosco,
per diffondere in profondità la devozione, fondò
la «Confraternita dei devoti di Maria Ausiliatri-
ce», che venne «canonicamente eretta» , cioè uf-
ficialmente approvata e riconosciuta, il 5 aprile
1870 da Papa Pio IX. L'idea da cui Don Bosco
era partito - come del resto per altre sue inizia-
tive apostoliche - era la ferma convinzione che
i «buoni devono unirsi per fare del bene». Ripe-
teva spesso: «noi cristiani dobbiamo unirci in
questi difficili tempi»; «l'essere tra molti che fan-
no il bene ci anima senza avvedercene» (M.B.
VII, 602).
«Bisogna riconoscere che alla rapida diffusio-
ne di questa devozione molto ha contribu,ito an-
che la santità di Don Bosco e l'attualità indiscus-
sa, nel contesto dei tempi, della dottrina conte-
nuta nell'invocazione stessa di Ausiliatrice, che
evoca il suo intervento materno in favore della
Chiesa, del Papa e dei Pastori, del popolo e della
gioventù in difficoltà» (Lettera del Rettor Mag-
giore 24-7-1988).
Le finalità. È lo stesso Don Bosco a precisar-
le. «Scopo principale è di promuovere la venera-
zione a SS. Sacramento e la devozione a Maria,
aiuto dei cristiani: titolo che sembra tornare di
vivo gradimento all'augusta Regina del Cielo».
Per Don Bosco, come si vede, non è pensabi-
le una devozione alla Madonna fine a se stessa;
essa trova la sua ragione di esistere nel riferi-
mento al mistero di Cristo, secondo quanto dirà
anche il Concilio Vaticano II: «Le varie forme di
venerazione verso la Madre di Dio fanno sì che,
mentre è onorata la Madre, il Figlio(... ) sia debi-
tamente conosciuto, amato, glorificato e siano
osservati i suoi comandamenti» (Lumen Gen-
tium, 66).
Sono molto significative, a questo proposito,
le affermazioni che Don Bosco ripeteva con fre-
quenza: «Vi supplico di fare prima l'adorazione a
Gesù Sacramento e poi l'ossequio a Maria SS.».
«Per essere a Lei cari, bisogna onorare il Figlio»
(M .B. XII, 578; XVI, 212).
Identità devozionale. L'identità vocazionale
viene così precista dal Rettor Maggiore: «L'Asso-
ciazione è chiamata a testimoniare e a diffonde-
re una devozione a Maria - "Colei che ha cre-
duto" - che accresca purifichi e difenda la fede
cristiana nella gente. Anche il Papa Giovanni
Paolo II, meditando sulla figura di Don Bosco
durante il suo centenario, ha notato appunto che
egli vedeva in Maria "il fondamento della pro-
mozione e difesa della fede" (Angelus, 31 gen-
naio 1988). La religiosità popolare trova in que-
sta specifica devozione mariana dei contenuti
dottrinali di attualità, delle espressioni culturali
di vita pratica e delle iniziative valide di evange-
lizzazione che la rendono autenticamente eccle-
siale. È una devozione che comporta un vivo
"senso di Chiesa"; contempla in Maria il Modello
profetico della Chiesa e la sua Madre sollecita
che ha aiutato ed aiuta i fedeli nelle difficoltà
della storia lungo i secoli. Assicura nei devoti
una sincera adesione al Successore di Pietro e ai
Vescovi nel loro Magistero e una operosa colla-
borazione al loro ministero di pastori» (Lettera
del 24-7-1988).
Gli impegni. Gli iscritti alla Associazione si
impegnano:
- a prendere come modello e guida Maria
nel suo servizio al Signore, per testimoniare il
Vangelo nel proprio ambiente, con la parola e
con una vita autenticamente cristiana;
- a partecipare alla vita liturgica, vivendo
con coerenza i sacramenti della Riconciliazione
e dell'Eucaristia;
- ad approfondire gli impegni di preghiera e
di ascolto della Parola di Dio;
- a diffondere la devozione a Maria, aiuto
dei Cristiani e Madre della Chiesa, e ad impe-
gnarsi nella preghiera del Rosario, specialmente
il giorno 24 di ogni mese, per la Chiesa e per il
Papa;
- a collaborare alle iniziative apostoliche lo-
cali, nel servizio del prossimo con particolare at-
tenzione alle vocazioni sacerdotali, ai giovani e
al ceto popolare.
Obiettivi che persegue
- L 'Associazione promuove la partecipa-
zione all'azione liturgica della Chiesa - espres-
sione suprema della sua vita - soprattutto con
la frequenza dei sacramenti dell'Eucaristia e del-
la Riconciliazione. Addita in essi la sorgente della
13

2.4 Page 14

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capacità di testimoniare le Beatitudini nel pro-
prio ambiente di vita e di lavoro e lo stimolo vita-
le per un apostolato di base nella famiglia, nel
quartiere e tra la gente.
- Favorisce una pietà semplice, attenta
lungo l'anno alle celebrazioni delle solennità di
Maria, specialmente della festa dell'Ausiliatrice
(e dei 24 del mese); ama la recita del Rosario,
meditando con Maria i misteri dei grandi eventi
della salvezza.
Mentre si ispira continuamente a Don Bosco,
modello di devozione mariana operosa, predili-
ge, con metodo appropriato, l'educazione cri-
stiana della gioventù e si preoccupa delle fami-
glie, minacciate costantemente da tentazioni de-
vianti. È una pietà cosciente che intende diveni-
re oggi una forza di «nuova evangelizzazione».
- Assicura un'atmosfera globale di spiri-
tualità, sostanziale e pratica, che ravviva la fe-
deltà a Cristo e alla sua missione di salvezza. In-
fatti promuove, in particolare, la cura dellè voca-
zioni, laicali religiose e ministeriali, sia per la Fa-
miglia Salesiana (per i suoi Cooperatori, i suoi
Istituti di vita consacrata, i suoi diaconi e presbi-
teri), sia per qualunque altro tipo di vocazioni
nel Popolo di Dio.
- Impegna i membri a condividere le gioie,
le speranze, ma anche gli ostacoli e le sfide che
emergono nel mondo attuale; a sentirsi uniti alla
Famiglia Salesiana, in comunione di preghiera e
di azione, per la sua missione a favore della fede.
Speciale comunione con il centro mariano
di Valdocco. - Infine, l'Associazione coltiva
una vibrante solidarietà con la vita devozionale
della Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino.
Ispirandosi ovunque a Don Bosco e al suo
Santuario, rafforza la propria identità e persegue
i suoi specifici obiettivi, arricchendo la devozio-
ne con una crescente dimensione di universalità.
In questa peculiare comunione con il tempio
mariano di Valdocco, impara a sviluppare, nella
pluriformità delle espressioni locali, il patrimo-
nio dello spirito e della missione di tutta la Fami-
glia Salesiana nel mondo.
Don Eugenio Ceria, storico di Don Bosco, ha
affermato che l'erezione del tempio di Maria Au-
siliatrice a Valdocco ha nella tradizione della Fa-
miglta Salesiana un'importanza eccezionale:
proclama la certezza dell'intervento materno
dell'Ausiliatrice («Maria si è costruita questa»), si
costituisce in «luogo privilegiato» di un messag-
gio spirituale e apostolico (cuore del patrimonio
spirituale del Fondatore) e diviene centro di coe-
sione e di diffusione universale («Qui è la mia ca-
sa, di qui la mia gloria»). Con questo tempio Don
Bosco accese, dice il Ceria, «un mistico focolare,
a cui si sarebbero scaldate e sarebbero tornate a
ritemprarsi generazioni di operai evangelici,
mandati largamente a lavorare nella vigna del Si-
gnore» (E. Ceria, «Annali» I, pag. 89; cf. tutto il
cap. 9) .
Quanti altri templi, chiese e cappelle filiali
costituiscono oggi la concreta possibilità di una
piattaforma di rilancio di questa devozione!
- I pensatori della fede parlano di una «teo-
logia del tempio» quale luogo speciale di presen-
za del sacro con forti proiezioni spirituali e apo-
stoliche. Il Santuario di Valdocco trascende la
geografia locale ed è centro fecondo che estende
al mondo le ricchezze di un carisma dello Spirito
Santo custodite e animate dalla sollecitudine del-
la Vergine Maria, Madre di Dio.
Auspico che tutta la Famiglia Salesiana si
renda sempre più cosciente dell'importanza del-
la vostra Associazione per la diffusione della de-
vozione all'Ausiliatrice-Madre della Chiesa. La
missione giovanile e popolare, di cui è portatrice
questa Famiglia, ne acquisterà in genuinità spiri-
tuale e in efficacia apostolica.
(Dalla-lettera del Rettor Maggiore ai Soci dell'Associazione)
Modalità per l'iscrizione. Chi desidera
prendere parte ali'Associazione deve presenta-
re domanda alla sezione locale, se già fosse
esistente nella propria parrocchia, o presso gli
Istituti Salesiani e delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice, oppure scrivere direttamente alla sede
centrale:
CENTRO MARIANO SALESIANO
Via Maria Ausiliatrice, 32 - 10152 Torino
Tel. 52.24.200; 52.24.216 (Don Viotti).
Ai nuovi gruppi che si costituiranno in sede
locale, verrà inviato il diploma di aggregazione
all'Associazione di Torino; ai nuovi soci verrà
inviata la pagellina con il regolamento.
14

2.5 Page 15

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Alla preghiera per la pace han-
no preso parte il Vicario Patriarcale
greco-cattolico, il Muffi musulmano
di Gerusalemme e un gruppo di
15 pacifisti ebrei.
di Renzo Giustini
Messaggio di pace
consegnato dai francescani
di Assisi al sindaco di Betlemme
Il Natale in Lituania
Il 25 dicembre, Natale, è stato
riconosciuto festa nazionale della
Repubblica Sovietica di Lituania, al
pari del 1° novembre, giorno dedi-
cato alla memoria dei defunti. Il
Natale 1989, quindi, è stato festeg-
giato in Lituania a casa, come in al-
tre parti del mondo e come vuole
la tradizione, in questa che è la più
cattolica delle tre Repubbliche balti-
che.
La XII Giornata
per la vita in Italia
La Conferenza Episcopale Italia-
na ha reso noto che la XII Giorna-
ta per la vita che si celebrerà in Ita-
lia il 4 febbraio del 1990 avrà per
tema: «Vivi per sempre la vita». Il
messaggio della CE! afferma che la
vita umana è segno di benedizione
da parte di Dio, è dono suo anche
quando è velata e condizionata
dalla fragilità e dalla sofferenza. Dal
concepimento nel grembo materno
fino all'ultimo respiro è affidata a
ciascuno la responsabilità di tutti.
I giovani di Taizè
si incontrano in Polonia
Per la prima volta l'incontro eu-
ropeo di giovani che Taizè prepara
alla fine di ogni anno e che riuni-
sce decine di migliaia di giovani da
tutta Europa, si svolgerà in un pae-
se dell'est e precisamente a Bresla-
via in Polonia, dal 28 dicembre
1989 al 2 gennaio 1990. Riuniti
per cinque giorni sul tema: «Vita in-
teriore e solidarietà umana», i par-
tecipanti si ritroveranno per la pre-
ghiera comune due volte al giorno
nelle più grandi chiese della città e
il palazzetto dello sport, adornato e
illuminato, sarà trasformato in una
grande cattedrale.
La Chiesa non condanna
il parto indolore
«Il parto indolore non è in con-
trasto con quanto si legge nella
Genesi (3,16): "Donna partorirai
nel dolore". L'opinione tradizional-
mente diffusa nasce da un'errata
interpretazione del testo scritturale.
È impensabile credere che Dio ab-
bia condannato la donna alla soffe-
renza» afferma il domenicano pa-
dre Raimondo Spiazzi, decano del-
la Facoltà di Scienze Sociali alla
Pontificia Università di San Tom-
maso d'Aquino.
Sconsigliata l'usanza
di imbalsamare i defunti
Il cardinale Pietro Palazzini, a
proposito della imbalsamazione dei
defunti che prende sempre più pie-
de in America, ha detto che «biso-
gna guardarsi dal trasformare an-
che il culto dei defunti in un atto di
orgoglio e di superbia. La moda
dell'imbalsamazione rischia di dif-
fondersi anche tra noi e non è altro
che una ostentazione di ricchezza e
di un inutile mezzo di distinzione
sociale. La Chiesa non è contraria
a questa usanza ma la sconsiglia».
Preghiera per la pace
in Cisgiordania
Cristiani, musulmani ed ebrei
hanno partecipato ad una «Pre-
ghiera per la pace» in una chiesa
parrocchiale cattolica di rito latino
a Beit Sahùr, vicino a Betlemme,
nella zona occupata da Israele.
«Siamo venuti da Assisi non
solo per portare un messaggio di
pace, ma anche per riceverla dal
luogo ove sono le origini della no-
stra vita spirituale ove è nato Cristo
Salvatore»: così il rettore della Basi-
lica della Porziuncola e capo della
delegazione del Centro internazio-
nale per la pace tra i popoli di Assi-
si ha detto al Sindaco di Betlem-
me. Un messaggio di pace è stato
consegnato anche al Primo Mini-
stro israeliano Shamir.
Inaugurato a Napoli
un centro giovanile
I valori trasmessi dall'istruzione
scolastica devono tendere alla pro-
mozione ed allo sviluppo integrale
della personalità del fanciullo, non-
ché ad una formazione matura del-
le coscienze che consenta di fuggi-
re alle tentazioni del secolarismo
dilagante: è quanto ha ricordato il
Cardinale Michele Giordano, Arci-
vescovo di Napoli, intervenendo al-
l'inaugurazione di un centro socia-
le per la gioventù nel popoloso e
degradato quartiere periferico di
Barra.
Grazie all'ausilio di una quindi-
cina di volontari, il centro si propo-
ne di prevenire e rimuovere le cau-
se dell'evasione scolastica, che in
questo distretto riguarda più di un
bambino su tre ed è spesso all'ori-
gine di perniciose patologie sociali:
sono previsti corsi di doposcuola
pomeridiano, attività ricreative e
culturali, momenti di spiritualità co-
munitaria, tutti «strumenti» per
combattere le devianze minorili ed
attivare nuove correnti di solidarie-
tà nel quartiere.
15

2.6 Page 16

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o
.So
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cn
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(.!)
Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
Quindicinale di informazione e di cultura religiosa
L'edizione di metà mese del 85 è particolarmente de-
stinata ai Cooperatori Salesiani. Direzione e ammini-
strazione: Via della Pisana, 1111 - C.P. 9092 - 00100
Roma Aurelio - Tel 69.31 . 341.
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Educarsi al discernimento
e alla generosità
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Il cristiano deve abilitarsi a fare il
discernimento della volontà di Dio,
prima di ogni decisione, prima di
ogni parola, prima di ogni azione .
Dire: «Signore, nella massima li-
bertà interiore, io ti domando: qual è
il meglio che tu vuoi da me, in que-
sto momento?». E, poi, analizzando i
segni che Dio depone in lui e attorno
a lui, deve discernere la sua volontà
per poterla eseguire.
Tanto più, due coniugi cristiani de-
vono abilitarsi a fare il discernimen-
to della volontà di Dio, quando si
tratta di dare la vita a un bambino:
«Signore (vinto ogni egoismo e rea-
lizzata la massima libertà interiore),
ti domandiamo: qual è il meglio che
tu vuoi da noi, riguardo al ministero
della procreazione?».
E poi, analizzando i segni della
volontà di Dio, devono discernerla,
per attuare l'esito del discernimento.
Senza questa formazione al di-
scernimento e alla generosità, lo
stesso uso dei metodi naturali si ri-
duce a un egoismo protratto e immo-
rale.