Cooperatori di Dio:
un originale... telecomando
Daqualche tempo si ha la sensa-
zione di una positiva riscoperta, nel-
1'Associazione, della dimensione
spirituale. Incontri di preghiera, ve-
glie, ritiri ed esercizi spirituali, brevi
momenti di riflessione comunitaria,
offrono un vasto ventaglio di scelta
con lusinghieri bilanci di adesione.
Le valutazioni dei partecipanti sono
confortanti sia sotto il profilo orga-
nizzativo, sia per la conduzione, sia,
soprattutto, per i benefici che cia-
scuno ne trae.
Perché il frutto di queste iniziati-
ve si conservi nel tempo è necessa-
rio mantenere un contatto frequen-
te puntando le antenne dello spirito
nella giusta direzione.
Una più attenta analisi può farci
considerare due aspetti essenziali
del problema:
- Necessità di tenere sempre
aperto il «canale» spirituale.
- Modo di gestire il «telecoman-
do».
Ciascuno di noi, anche se in una
visione personale, sa darsi delle li-
nee di demarcazione entro le quali
coltiva una certa vita interiore.
Agli esempi di veri maestri ai qua-
li si affiancano sempre più numerosi
coloro che vogliono fare esperienze
forti o vogliono percorrere gli angu-
sti sentieri di una spiritualità che
oserei definire di «mistica salesia-
na», si contrappone a volte la sem-
plice e lineare prassi fatta di stirac-
chiati adempimenti . La preghierina
della sera prima di coricarsi, la con-
fessione non troppo regolare, l'Eu-
carestia domenicale a fase alterna,
una testimonianza che non lascia
dubbi sull'identità ma che lascia a
desiderare nella pratica, una son-
necchiante partecipazione alle atti-
vità, sono atteggiamenti che vanno,
anche se non è semplice, superati.
In questo alveo scorre lentamente
il fiume delle occasioni piccole e
grandi che ciclicamente vengono
proposte all'attenzione di tutti.
Dopo qualche «mea culpa», una
corroborante iniezione di ottimismo
affiancata dalla effervescente aspiri-
na dell'entusiasmo, ridonano le for-
ze che permettono di continuare il
cammino. Ma quando durerà?
L'ottimismo è una pianticella de-
licata bisognosa di molte attenzioni,
soprattutto in tempi come questi. I
facili entusiasmi sono come i fuochi
artificiali: fanno sempre un gran ru-
more, rallegrano la vista ma durano
poco. Allora cosa fare?
Il suggerimento ci viene dagli in-
segnamenti conciliari che soltanto
oggi riconosciamo quali precursori
di un profondo can1biamento e dalle
indicazioni luminose delle encicli-
che, a così vasto respiro, proposte
da questo papato. L'impegno laicale
sta rispondendo con tutte le sue for-
ze migliori, straordinariamente fe-
deli ai principi evangelici.
Per conservare nel tempo l'effica-
cia di una formazione c'è bisogno di
uno «stimolatore» che nei momenti
di stanca convogli le acque nelle
turbine dello spirito.
Ed ecco che entra in azione il «te-
lecomando».
In quest'era così tecnologicamen-
te avanzata, uno strumento del ge-
nere diventa indispensabile. Nuovo
di zecca, presentato in diversa veste
cromatica, ha pure il guscio sal-
vaurti. Per noi si chiama C.d.D. una
sigla che sintetizza la scoperta di
un'insieme di «mezzi di comunica-
zione». Vuol dire «Cooperatori di
Dio». Sì, è proprio lui il nostro «tele-
comando».
Amici carissimi, a parte la perifra-
si, gli assiomi e le metafore, credo
che il valore di questo strumento sia
molto elevato ma può esserlo di più
Interiorità apostolica
«Credo sia fondamentale richia-
mare l'attenzione su un'altra "no-
vità" - perché è sempre tale - che
sta alla base di tutto: la condizio-
ne di rinnovamento personale de-
gli evangelizzatori. Da anni stia-
mo martellando sull"'interiorità
apostolica". Vale la pena riconsi-
derare brevemente qui questo ar-
gomento con l'ottica della nuova
evangelizzazione.
Il Papa ha parlato, al riguardo,
di un "nuovo ardore". Si tratta del
cuore e della mente di colui che
"evangelizza". Non c'è mai stata
né ci potrà mai essere evangelizza-
zione senza validi evangelizzatori:
pensiamo agli apostoli e ai disce-
poli tutti.
La nuova evangelizzazione è te-
stimonianza. "La forza dell'evan-
gelizzazione - scrive il Papa - ri-
siede al tempo stesso sia nella veri-
tà che si annuncia, sia nella con-
vinzione della testimonianza con
cui viene proposta. Per questo mo-
tivo oggi la nuova evangelizzazio-
ne necessità che gli araldi siano fe-
deli nella predicazione della verità
e siano testimoni della/orza salvi-
fica della Parola della vita".
Di fronte alla sfida della nuova
evangelizzazione la Chiesa neces-
sità oggi di maestri e di santi aper-
ti al potere illuminante dello Spi-
rito Santo.. .».
(D. Egidio Viganò)
nell'uso costante che se ne fa sia a
livello personale che comunitario. Il
segreto è nella estrema semplicità
d'uso. Ci troviamo tutto quello ché
serve per ogni occasione.
Dalle preghiere più semplici ai
canti ricorrenti, dalla preghiera lita-
nica e salmodiata a quella per parti-
colari circostanze. C'è un po' della
nostra storia, gli insegnamenti del
magistero e le intime confidenze di
molte personee che abbiamo impa-
rato a stimare per la loro coerenza e
per la loro santità.
Infine consideriamo: «dove due o
più sono uniti nel mio nome, lì sono
anch'io» dice il Signore. Un'anten-
na parabolica marcata Gesù è di
gran lunga la migliore di tutte. E,
possiamo esserne certi, con Lui fa-
remo sempre maggioranza assoluta.
Pompeo Santorelli
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