I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
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l' indicazione del nome.
TORNÒ AD ESSERE
QUELLA DI PRIMA
Sento il dovere di esprimere
pubblicamente il mio più vivo
ringraziamento al Signore
per aver conservato mia
mamma fino alla bella età di
95 an ni e di averle co ncesso
una morte serena, illumi nata
dalla speranza cristiana del-
l'incontro con Dio. Avendo lei
letto la vita di suor Eusebia
Palomino , provò una pro-
fonda simpatia per questa
religiosa semplice e buona,
per cui nei momenti più diffi-
cili della sua lunga malattia
quando i dolori sem bravano
veramente insopportabili , ne
invocava l'intercessione, rica-
vandone sempre rassegna-
zione e conforto. Attribuisco
all 'intercessione di questa
Venerabile, invocata da me
e da mia sorella, la liberazio-
ne piena di mia madre da
uno stato di allucinazione , e-
stremamente pietoso per lei
e per i suoi cari , che la rende-
va irriconoscibile .. . lei sem-
pre cosciente e padro na di
se stessa! Quando questa
situazione sembrava ormai
irreversibile cadde improvvi-
samente in un sonno profon-
do per ore. Svegliatasi , con
meraviglia di tutti ritornò ad
essere quale era sempre
stata, comp letamente lucida
e padrona di se stessa; e
così co ntinuò per i giorni che
ancora visse , nonostante i
forti dolori che provava .
Don Giuseppe Groppo,
Roma
r 1:-A SUA IMMAGINE
E AL POSTO
D'ONORE
Sento che è un dovere, ma an-
che un'esigenza del cuore, ren-
dere pubblica una grazia, otte-
nuta mediante l'intercessione di
Don Bosco. La sera del 31 gen-
naio 1997, mio fratello Piero ven-
ne ricoverato d'urgenza all'o-
spedale di Ghilarza (OR), a cau-
sa di una bronco-polmonite , ini-
zialmente non riconosciuta. Le
sue condizioni apparvero subito
molto gravi , per cui fu necessario
il trasferimento immediato all'o-
spedale di Oristano, attrezzato
per le cure del caso. Fu sottopo-
sto a terapia intensiva: secondo
i medici il paziente era gravissi-
mo. Trovandomi lontana, pur
essendo continuamente aggior-
nata di notizie, mi rivolsi a Don
Bosco e subito sentii dentro di
me la certezza della sua inter-
cessione. Dopo qualche giorno,
trascorso tra trepidazioni e spe-
ranze umanamente sempre più
deboli, decisi di partire, per vive-
re insieme ai miei familiari quel-
le ore di angoscia. All 'ospedale
mi fu concesso per pochi istanti
di vedere mio fratello attraverso
il vetro. Capii subito che soltan-
to un miracolo poteva salvarlo e
r
LEI ÈUN
DISASTRO!
allora più che mai , insieme ai
ma don Ceria aggiunse : "Danne
una dimostrazione pratica". In
ve rità non avevo mai fatto un
lavoro simile , però avevo parte-
cipato varie volte a portare i
petali dei fiori per preparare i
quadri . Con alcuni compagni
raccogliemmo i fiori nella nostra
campagna; con pazienza e
attenzione dividemmo i petali
secondo i colori e componem-
mo il quadro : sullo sfondo rosso
di papaveri , nella metà superio-
miei cari , alle suore e a tutta la Nel mese di ottobre del 1970, a re , spiccava un agnello a gran-
comunità parrocchiale, lo affidai
a Don Bosco con tutte le forze.
Nei brevi istanti in cui a ognuno
di noi veniva concesso di entra-
re in sala di rianimazione , non
mancavamo di accostare alle
sue labbra e sulla sua persona,
la reliquia del santo. Date le
condizio ni molto gravi , sempre
confermate dai medici che lo
seguivano con affettuosa com-
petenza, non sapevamo se per-
Latina, ebbi il primo infarto , se-
guito da vari altri negli anni suc-
cessivi. Uno mi colpì il 29 mag-
gi o 1990 , mentre iniziavo la
celebrazione della messa. Il 2
giugno avrei dovuto festeggiare
il cinquantesimo di ordinazione.
Fui curato al "S. Eugenio" di Ro-
ma. Verso la metà del mese mi
fecero la coronarografia. Tutto
bene. Ma, verso le ore 16,00 di
quel giorno accusai un forte
dezza naturale; dal suo cuore
sgorgava sangue raccolto in un
calice . Semplice ma significati-
vo . Don Rinaldi ne rimase sod-
disfatto e pochi giorni dopo mi
inviò "La filotea del Sacro Cuo-
re " di don Giu lio Barberis ed
una immagine della Madonna
nel cui verso era scritto : "Maria
Ausiliatrice e il Beato Don Bo-
sco benedicano il chierico Gio-
vanni Fagiolo , perché possa
cepisse la nostra presenza; inol-
tre , incombeva il pericolo che il
cuore cedesse da un momento
all'altro . Oppure, se ci fosse sta-
to un risveglio, come sarebbero
state le sue facoltà intellettive ,
dolore al petto. Feci appena in
tempo ad avvertire l'infermie-
re .. . e mi ritrovai di nuovo in
camera di rianimazione . I con-
fratelli avevano saputo dell 'e-
stremo pericolo della mia condi-
corrispondere alla sua vocazio-
ne . In Corde Jesu don F. Rinal-
di". Trascorsero molti anni e io
passai per molte case della con-
gregazione. Dell'immagine e del
volume persi ogni traccia. Ebbe-
dal momento che per qualche
istante il sangue non aveva irro-
rato il cervello? Trascorremmo
così diciannove giorni nell'ango-
scia e nella fiduciosa preghiera,
finché una sera, giunti all'ospe-
dale , un medico si fece incontro
a mia cognata , annunziando
che il marito sì era svegliato e,
inspiegabilmente , non aveva più
bisogno delle apparecchiature
sino allora indispensabi li per te-
nerlo in vita. Queste infatti era-
no già state rimosse . Una sola
realtà ci apparve in quei mo-
menti: Don Bosco aveva ~ispo-
sto alle nostre preghiere. E tra-
scorso più di un anno da quei
giorni terribil i; mio fratello sta
bene, ha ripreso il suo lavoro e
vive nella consapevolezza di
essere stato oggetto di un mira-
colo per intercessio ne di Don
Bosco ; continua a portare la sua
reliquia e la sua immagine è al
posto d'onore in casa. Come
promisi , voglio ripetergli pubbli-
camente il mio "grazie" attraver-
so questo Bollettino , perché tutti
coloro che ne hanno bisogno
ricorrano fiduciosi a Lui , a cui
Dio ha dato "un cuore grande
come le sabbie del mare"
zione. Nei mesi seguenti subii
altri due infarti. Uno a Frascati ,
ove mi trovavo per un po' di
convalescenza, e anche qui non
sfuggii l'ospedalizzazione. Il se-
condo a Ferentino : subito dopo
la mezzanotte, avvertii un forte
dolore al petto, non calmato ,
come al solito, dalle pillole di
"Carvasin". Scattò l'allarme.
Un 'ambulanza mi portò prima
all'ospedale locale poi a quello
di Frosinone. Là seppi che do-
vevo rassegnarmi ad un even-
tuale intervento chirurgico. Tor-
nato a Roma, il professor Nigri ,
cardiologo , dopo un 'accurata
visita, l'esame dei nastri degli
elettrocardiogrammi e lo studio
delle cartelle cliniche rilasciate
dai vari ospedali ove ero stato
ricoverato , sentenziò : "Lei è un
disastro"! Non mi impressionai.
Risposi semp licemente: "G io-
chiamo il tutto per tutto. Decida
quello che si deve fare". Rima-
nemmo d'accordo per l'interven-
to . I miei confratelli si meravi-
gliavano della tranquillità con la
quale gestivo la questione, ma
c'era una spiegazione.
Pochi mesi prima , il 29 aprile
'90 , era stato beatificato don
ne pochi giorni prima della bea-
tificazione , per caso , in mezzo
ad un libretto la ritrovai. Mi com-
mossi : don Rinaldi mi vuole aiu-
tare, dissi a me stesso . Non
pensai in che cosa, perché in
quei giorni stavo bene e svolge-
vo tranquillamente il mio lavoro.
Poi , alla fine di maggio, avven-
ne quel che ho detto sopra. Nei
vari ospedali io pensavo a don
Rinaldi e gli parlavo con confi-
denza: "lo le feci un favore. Lei
ne fu contento. Non le pare che
ci debba essere un contraccam-
bio ?" . Fui operato il 18 ottobre
del 1990. Mi dissero che aveva-
no messo 5 by-pass in 8 ore e
15 minuti. Non ebbi alcuna sof-
ferenza , né prima né dopo l'o-
perazione tanto che, appena
ripresi conoscenza, domandai
quando mi avrebbero operato.
Due giorni dopo venne in came-
ra un dottore in camice bianco.
Mi disse: "Sono il chirurgo che
l'ha operata. Sono venuto a rin-
graziarla". Meravigliato gli rispo-
si: "Sono io che debbo ringra-
ziare lei , professore!". "No, pre-
cisò lui , la debbo ringraziare per-
ché mi ha fatto eseguire l'opera-
zione come è scritta sui libri .
Sr. Giulia Tronza, FMA, Roma
Filippo Rinaldi. A lui , nel lonta-
no giugno 1931, ebbi la fortuna
Non ho incontrato alcu na dif-
ficoltà : in seguito faccia le cure
di fare un favore . Ero al novizia- prescritte e non avrà più infarti".
to di "Villa Maglia", a Chieri. Don Sono passati più di sei anni e le
Rinaldi venne in visita con don parole del chirurgo non hanno
Ceria, già direttore di Genzano, avuto smentita. Dopo ogni con-
mia città natale. Fu lui a presen- trollo, mi sento dire : "Perfetto!".
tarmi al superiore che disse : "Tu Sono grato al beato Filippo Ri-
che sei di Genzano, mi sapresti naldi per la protezione elargitami.
spiegare che cosa è l'infiora-
Sac. Giovanni Fagiolo, S08,
ta?". Gli diedi una spiegazione,
Roma
BS DICEMBRE 1998