Bollettino_Salesiano_195912


Bollettino_Salesiano_195912



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Noi non ci fermiamo mai;
vi è sempre cosa che incalza cosa...
Dal momento
che noi ci fermassimo,
la nostra Opera comincerebbe·
a deperire
DON D'OSCO
16 BMGRO 1959 ANNO LXXXIU N. ll
EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SALESIANI
DIREZIONE GENERALE: TORINO 714 VIA MARIA AUSILIATRICE 32 TELEF. 22-117
Nella molteplicità e ''"rietà delle manifestarioni del riostro Convegno Nazionale uno dei numeri
più Ìllteres,çanti fu senza dubbio l'incontro dei Consiglieri Ispettoriali d'Italia, che si tenne il
4 maggio u. s. presso la Basilica del Sacro Cuore in Roma. ll fc1.1nili.are i11contro si svolse in
1m clima di cordialità che piacque a tutti: ci si se1itt membri della stessa famiglia., legati dagli
stessi interessi, animati dallo stesso idea.le, quello del Padre, il Da mlhi animas. Ma ciò che
colmò di gioia il Rettor Nlaggiore che presiedeva, fu la proposta, accolta all'unanimità dai pre•
senti, di trovarsi insieme per alcuni giorni cli preghiera e di studio. Si vide iii essa il grado di
maturitèì raggiunto da questi nostri preziosi collaboratori nella loro preparazione cristiana e sa-
lesian.a all'apostolato.
Prendiamo la lezione dai più qualificati Cooperatori. I membri della Terza Famiglia sono
chiamati a svolgere un'auit,it,ì grande e molteplice, ma è impossibile compiere un lavoro fe-
condo di .frutti senza. dare al proprio apostolato un'a.nima; e l'cmima di ogni apostolato, lo
sappiamo, è l'abituale contatto con Dio, quel contatto che in Don Bosco era divenuto così per-
fetto da meritare, a un solo mese dalla. morte, che il Card. Alitrwnda gli rendesse questa,pubblica
testimonianza: Don Bosco fu la continua unione con Dio.
Durante il Convegno Romano ·vi;i.ri Oratori tornarono su quesio co,icetio, come si potrà vedere
nell'ampia relazione che u.scirà nel Bollettino del I 0 luglio. Noi ci limitiamo a raccomandare
vivamente ai nostri Dirigenti il mezzo principale per formare i Cooperatori all'u11ione con Dio
e alla vita interiore, quello degli Esercizi Spirituali, che Don Bo~co non esita ci definire la
parte fondamentale delle pratiche di pietà, quella che in certo modo tutte le ahbraccia.
Ecco ~erchè nili fasistiamo tanto sugli Esercizi Spirituali dei nostri Cooperatori e delle nostre
Cooperatrici; ecco perchè i Dirigenti non debbono darsi pace finchè non abbiano ottenuto che
molti dei Cooperatori affidati aUe loro cure godano cli questo dono divino, di q1iesta gra:da cli ec-
cezione, che suole essere il primo aruillo d'innu.merc·voli altre grazie.
E questo è il momento propizio per convincere molti Cooperatori e Cooperatrici a concretare
l'entusiasmo e i propositi di santità e ili apostolato concepiti, durame le celebrazi01ii romane,
partecipando ad 1m corso di Esercizi Spirit1wli, Anche la 2a Conferenza annuale offrirà ottimi
p ,,·omuovere con zelo la p,·atfoa deyli ESERCIZI SPIRITUALI:
impegno del mese insistere, illuminare, faeiJita1•ne, anche con aiuti mate-
riali, la parteci1•azione ai Cooperatori clel p1·op·rio Centro

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la Chiesa eil lavoro dopo il Medio Evo
Spunti
per la Con!erenza
mensile
P.RlDlltESSA. - «Nellit bottega [artigiana. del
Meclio Evo] per i lavori generici o grossolani,
erano a&srmti dei lavoratori che, non essendo
del mestiere, non partecipavano all'azienda e
ai suoi utili, ma venivano compensati con r>aga
a cottimo o a giornata: erano dei veri salariati.
Poti:emmo dirli niem,bri passivi dell'Arte, in
q1mnto la loro prestazione e la loro vita era
minutamente regolata dall'Arte, ossia wnilale-
nilm.ente dai maestri [di bottega]. Essi non a,ve-
vano voce nell'Arte; e, però, neppure l'avevano
nellà, vita pubblica del Comune. Anzi, neppure
era loro r·iconosciuto il diritto d-ì a~sociaz-ione. Il
UllIDero di costoro, trascurabile agli inizi, andò
aumentando con l'aumentare e l'estendersi delle
aziende, e giungerà a costituire una massa- im -
ponente~ (P. l\\IoRONE).
Fedele alla sua rnissiou,e evangelica di predi-
ligere i più umili e i più bisognosi per, difenderli
e per aiutarli, fa Chiesa si preoccuperà materna-
ment.e ili assistere con ogni mezzo a s1u1, dispo-
sizione questa. nuova specie di schiavitù, del la-
roro. E non potendo disporre dei mezzi coerei-
Li 1-ri che può vantare lo Stato, easa impugnerà
- come sempre - le due grand.i armi che le ha
poste in n1ano il suo Divino Fondatore: l'arma
della giustizia e quella della carità, l'una e l'altra
destinate il.d as1>icurare la vittoria dello spirito
sulla brn_ta materia.
I.,1.
t '" I ' • 11·u. iLI~
È l'arma che la Chiesa impugna col suo inse-
gnamento pastorale, da tutte le cattedre e ùa
t.uUe le altezze: ùal Sommo Pontefice al ph"t
umile Parroco di campagna. E non si limita aù
inculcare, come ha fatto sempre, la dignità e la
preziosità del la,voro considerato quale mezzo di
elevazione spirituale per il :raggi1mgimento della
vita eterna; ma interviene soprattuU.o a con-eg-
gere abusi e a condannare arbitl'ii clei datori di
lavoro o in genere dei pit\\ 1'icchl a danno ùei più
poveri.
Si ric01·dino per questo periodo le famose
Lettere Pastorali di S. C'arlo Borromeo, dove - fra
l'altro - troviamo l'ammonimento preciso ri-
volto al padrone cli bottega di -pagare ai suoi
dipendenti t la dovuta mercede prontamente n
debiti /empi b, e di trattare i • s11oi minist1:i,
garzoni e lavoranti co1i oaq•i:tà,1. Nelle norme
emanate in alcune Bolle dei Pontenci, acl esempio
di Paolo IV, di Pio IV, di Gregorio XIII, si
riscontrano poi disposizioni precise e severe
contro i commeroia1iti che fanno uso 1lisonesto
dei libri di commercio o coreano ili ottenere
illeciti guadagni, alterando prezzi e misure o
provocando artificialmeute un loro rialzo.
Soprattutto grave è la conclanna del preslrito
tMuraio; come pure oggetto di attento esame e
di non minore conda11na è l'arte oamb-ìaria, sotto
la quale si nai;cou1leva sovente lo stesso prestito
acl usura: basta ricordru:e, fra tutte, la famosa
bolla di San Pio V, dal titolo Omnbiorum. i/,lici-
toru,m dao/,arafJio et prohibitio. tali norme erano
p1·ive di efficacia, se si pen&a che non miiaca-
vano - tra le sa,nzioni applicate dalla Chiesa ai
contravventori - il rifiuto dei Sacramenti e
della sepoltura ecclesiastica, e la stessa nullità
dei contratti. E uu tale rigorn della Chiesa è
giusti.fìcato dal fatto che le sue misme miravano
a colpire, ad esempio, quei prestiti, che abitual-
mente non erano llll mezzo di potenziamento
economico, ma piuttosto avrebbero dovuto e,,•
sere un aiuto per i miseri, ed erano invece solo
un facile mezzo ili arricchimento per coloro che,
disprezzando le angustie dei viaggi pericolosi
eguada,,."'Ill meno sicuri, preferivano la t1:anquil-
lità ososa di un banco di cambio.
Anche negli scritti dei teologi e moralisLi e dei
giuristi del tempo si trovano trattati gli argo-
menti che, affrontando i problemi più. urgenti
del tempo per i casi in cui l'azione economica
urta.va contro le leggi della giustizia e della ca-
rità, forni8cono ai propri contemporanei l'inse-
gnamento sociale veramente adeguato alle esi-
genze del tempo. Uasti pensare alla trattazione ùol
spunti per raggiungere lo scopo: il tema propo.~to e ampiwne11te sviluppato nel Bolletlio.o Di-
rigenti di aprile ci pDITe indicatissimo per stimofore i mèmbri della nostra Terza Famiglia a
rendersi meritevoli di essere parte 1Jiva di ima Congregazio~ così prodigiosamente benedetta
da Dio, così grande, così santa, così feconda di frntti per le anime.
° Il compito dei Dirigenti è triplice: 1 insistere « opportune et importU,ne », sicuri di avere poi
il gra.zie e le be1iedizioni degli interessati; illuminare: la partecipazione ag{i esercizi. esigé
spesso un complesso di SMrifici e di s1Lpera.menti che solo un'altissima stimi, dei medesimi in-
duce a compiere; aiutare: è ormai freqiiente il caso di Cooperatori che promrano questa grazia
non solo a se stessi, ma a.riche ad un fratello che r1on ha mezzi; e di altri che, impossibilàati a
pa.rteciparvi:vogliono averne il merito e la gioia, offrendone la possibilità ad un altro Cooperatore.
All'apostolato del numero i Dirigenti non manchino di associare l'apostolato della buona orga-

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gt11Uto pezzo nella dottrina medievale; poi dei
problemi sorti in seguito allo svih1p_po dell'atti-
1,'ità cambiaria, nonchè dei numerosi problemi
inerenti all'11so dei beni, di quello del g-iusto sa-
lario, ed altri ancora. Problemi tutti, cbe trovano
ancora, oggi il loro posto nei trattati della Momle
qegli affari.
BI J)Oslol,1 di cin it:1
Dove la Chiesa non può arrivare eon l'arma
della semplice giustizia, vi giunge con quella
assai più forte e penetrante della carità. È stato
ùet1,o che di carità si può veramente parlare solo
col Cristianesimo, poichè nel mondo pagano vi
è l'assenza completa della carità e del suo stesso
concetto, conoscendo esso soltanto lo sfrutta-
mento e l'opportunismo. Nel Cristianesimo in-
vece, e q_uindi nella storia della Chiosa, il capi-
lo/o stilla carità e sull'assistenza ai bisogrwsi di
ogni categoria ha inizio, si può dire, con la sua
nMcita e si sviluppa di pari passo con quello dellfl<
sua, attività evangelizzatrice e missionaria.
Basterà ricordare, quasi punti di riferimento,
le Diaconie (veri centri di assistenza) subito
create dagli Apostoli per ·sovvenire ai bisogni
dei poveri; la instancabile attività caritativa,
- dottrinale e pratica - di S. Leone Magno,
cbe giustifica l'espressione usata dagli storici
nei suoi rigua,rdi quando padano clei Fasti papali
deUa beneficenza cristiana; l'opera prodigiosa e
geniale di S. Gregorio Magno, che in epoca cli
rovina della civiltà roma,na e di ferocia barbarica
concepisce ed attua un grandioso disegno cli
carità e di assistenza stabile per tutti i poveri,
nei cui ospizi serve egli stesso f:tcenùosi chiamare
Servo dei 8ervi di Dio; le Dotnuscu/;tae, diffuse
da papa Zaccaria (sec. VIII) nella campagna
romana, costituenti vasti fondi ecclesiastici rag-
gruppati ciascuno attorno ad un centro abitato,
provvisto di chiesa, mulino, depositi e qua.nt'al-
t.ro si richiedeva per la vita spirituale, economica
e sociale: vera opera di bonifica delle campagne
abbandonate e di elevazione umana e cristiana
ùclle smarrite popolazioni rurali; l'istituzione di
$cuole grafluitll per la gioventù bisognosa e la
erezione di ospizi per i pellegrini e per i poveri,
sia accanto ai Monasteri come aécanto alle chiese
_parrocchiali e ai Vescovadi; l'azione coragg'iosa
e lungimimnte di S. Gregorio VII, che riafferma
l'wniversaiità, del!a benejicema, dandone esempio
in Roma, dove sono accolti e assistiti membri
di tutte le nazioni, da quelli dei diversi Stati
italiani ai Teutoni, dagli Illirici agli Annoni ed
agli Abissini.
Sotto Innocenzo l i .,i ha lo stabilirsi e Lo
sviluppo degli Oroolli Mendicanti, che vivono
di carità. e diffondono La carità: «come il mare,
che - aJ dire di Fm Galdino - riceve acqua
da tutte le parti, e la torna a distribuire a tutti
i fiumi». Insieme cou gli Ordini Mendicanti sor-
gono pure nella Chiesa Ordini Religiosi per la
reden;,;ione degli schiavi e dei prigionieri, per
l'assistenza agli ammalati di ogni genere ed. a.gli
appestati e moribondi, per 1:i salvezza dei po-
veri dalla, miseria dell'ignoranza e della vecchiaia
abbandonata, per 1a protezione delle orfanelle
e delle giovani pericolanti o per la riabilitazione
delle cadute, per la evangelizza,zione dei .pagani.
I nomi di un S. Girolamo Emiliani, di un S. Ca-
milio de Lellis, di un S. Giovanni di Dio, di un
S. Vincenzo de' Paoli, di tm S. .A.. M. Zaccaria
richiamano una vera epopea di cMità cristiana.
Opere di assistenza vengono pure promosse o
fondate dalla Chiosa e dai fodeli clappertutto. Si
ricordino, in Roma, l'Ospedale di Santo Spirito e
quello di S. Giacomo rletto degli incurabili;
fuori di Roma: a Lucca, il famoso Xonodochio
oho fu forse il primo ospedale italiano: a .illilano,
l'antiohlssimo orfanotrofio dell'A.rcipreto Dateo,
nel lontano see. VIII; a, Firenze, la Compagnia
dellli l'lfisericordia, fondata nel l:l26 e ancora
esistente. E di simili istituzioni risultil,Ilo cli mano
in mano fornite non soltanto le grandi èiLtà,
ma persino i più sperduti paesini di montagna.
Vi è poi una geniale opera di assistenza ai
bisognosi, che ci dice come la. Chiesa sappia
rulattarsi ad ogni necessità nuo,Ta. Quando l'isti-
tuto del credito divenne strumento necessario
per l'espansione economica, la Chiosa si preoc-
cupò che il capitale non prenclesse un ingiusto pre-
dominio - come si disse; ma. nello Rt-esso tempo
per venire incontro alle necessità di credito per il
consumo dei bisognosi e per sottrarli a,lla schia-
vitù dell'usura, favorì a tutto l)Otere il sorgere
e l'estendersi nelle varie città dei cosl detti
Monti di pietà che, ideati e fondaU da Fran-
cescani italiani, trovarono nel B. Bernardino
da Feltra (sec. XV) il loro apostolo infati-
cabile.
(continua a paulun segn entel
11izzazione, convinti che gli Esercizi Spiri,t,~ali sono sopra!Lutto preghiera, riflessione, raccogli-
mento, silemrio. Si segua in proposito il Manuale Dirigenti.
Dagli Esercizi Spirituali, dal numero dei partecipanti, dalla serietà con cui si svolgono dipenc/e
in gruri parte l'attività dei Cooperatori della propria lspettoria: molti Cooperatori entrano ,,egli
Eserci,zi Spirittu,li buoni cristiani e ne escono anche apostoli; altri entrano apostoli mediocri
e ne esc1mo apostoli ardenti e ge1ierosi.
Per questo le fatiche dei Dirigenti non saranno spese invano; per questo li esortiamo ad espli-
care tutto il loro zew per estendere il ben~ficio degli Es11rcizi Spirituali al maggior numero pos-
sibile di Cooperatori, organizzandoli « aperti » per chi non piiò Ja,rli « chiusi »; per questo
osiamo assicurare la paterna predilezione di Don Bosco e graz·ie straordinarie a tutti i Diri-
genti eh.e si prodigheranno in questo apostolato, che è Ira i doveri essenziali della loro missione.

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Convegni di Decurioni dei Cooperatori Salesiani
Lo scorso aprile nell'lspettoria
Ligure-Toscana si tennero due
Convegni di Decurioni di Coope-
ratori Salesiani: il I6 aprile a F ì-
renze, il 23 aprile a Sampie.rda-
rena. Li presiedette il Rev.mo
Don Luigi Ricceri, coadiuvato dal
Segretario Generale Don Faviai e
dal Delegato Ispettoriale Don CQ-
lom.bara.
Aperse il primo Convegno la
Meditazione predicata da S. E.
Mons. Giuseppe Franciolini, Vo-
scov.o di Cortona, ex allievo sale-
siano, che parlò del cuore di
Don Bosco e del suo amore per
le anime, specie per i giovani. A
Sam.pierdarcna la Meditazione fu
predicata dall'Ecc.mo Mons. Fe-
derico Emanuel, allievo dell'Ora-
torio di Valdocco vivente il santo
Fondatore: il venerando Vescovo
salesiano incantò l'uditorio col rac-
conto prodigioso delle origini sa-
lesiane.
Al Convegno di Firenze inrer-
venncro i Direttori Diocesani e i
Decurioni di varie diocesi della
Toscana, da Cortona a Lucca, fra
i quali spiccò la figura entusiasta
di Mons. Icilio Felici di Pisa.
Al Convegno di Sampierdarena
furono presenti Direttori Dioce-
sani e Decurioni di varie diocesi
della Liguria, da Ventimiglia alla
Spezia, e di Acqui. Spiccava la ve-
neranda figura di Mons. Stagno
.Nicolò, Parroco del Carmine a
Genova, cx allievo di Valdocco.
L'ordine del giorno dei due Con-
vegni portava la relazione e lo
studio di due argomenti: ro 1
Cooperatori Salesiani tiella me11te
di Don Bosco e déi Papi. Sviluppo
storico della Pia Unione; z o Con-
trilmto di buo11 esempfo e di zelo
apostolico che il nucleo dei Coope-
ra/on" deve dare nella parrocchia.
Alle _relazioni se~uirono interes-
santi discussioni. Ci fu chi chiese
come mettere d'accordo, all'atto
pratico, Cooperatori e Azione Cat -
rolica. Il sig. Don Ricccri rispose
che I'A. C. è al vertice delle orga-
nizzazioni, ma non è l'unica; essa
è una élite, ma non tutti hanno
la stessa vocazione. Come ci sono
vari Ordini religiosi e ognuno ha
una sua vocazione, così è per le
organizzazioni cattoliche. Inoltre il
programma dei Cooperatori è meno
impegnativo di quello dell'A. C.
Si può aggiungere che chi è nel-
l'A. C. può avere potenziamento
dall'iscrizione tra i Cooperatori,
percbè lo spirito di Don Bosco è
simpatico e incontra tra la gente;
l'attività di un iscritto al!'A. C.
svolta nello spirito e col metodo di
Don Bosco può avvantaggiarne. Ma
di regola non bisogna puntare sulle
stesse persone. [ Cooperatori hanno
un loro apostolato specifico: gio-
ve11t,ì nbbartdonata, povera e ope-
raia - stampa - vocazioni ecclesia-
stiche e religiose. Il Parroco saprà
distribuire i vari compiti. C'è posto
per tutti. Poi Don Bosco si ac-
contenta di quello che uno può
fare, non esige come è richiesto
per l'A. C.
Si discusse pure con vivo inte-
resse del problema della stampa,
che per chi ba cura di anime va
diventando sempre pii., angoscioso.
La gente s'imbeve della stampa
agnostica, immorale e va verso
una completa scristianizzazione.
Fuori di dieci minuti di Vangelo,
non sente più nulla di buono... In
Olanda nessun cattolico compra un
giornale non cattolico... La percen-
tuale della stampa cattiva è.altis-
sima... M(!J'idiano 12 tenta qual-
cosa: è catechismo camuffato... An-
che S. E. Mons. Franciolini insiste
sulla necessità di affrontare il pro-
blema stampa e di portare il proprio
contributo alla sua soluzione.
I due Convegni si chiusero con
la proiezione di interessanti docu-
mentari salesiani. Segui un fra-
terno banchetto che accrebbe la
cordialità e la giara dell'incontro.
Convegni di Sacerdoti
ex allievi cooperatori
delle Tre Venezie
11 primo Convegno si tenne a
Verona il 7 aprile; il secondo a
Mogliano il 14 aprile; il terzo
a G orizia il r5 aprile.
Furono presieduti dal Rev.mo
Ispettore Don Michelangelo Fava.
lntervcnnero il Delegato Ispetto-
LA CHIESA E U. LAVORO DOPO IL MEDIO EVO (contm,,a:,:io11e da paft. 251)
CONCLUSIONE. - Si ha il diritto storico ili
aliexmare ohe i lavoratori e le vittime di 11n
lavoro o mancato o mal retribuito sono stati
~cmpre l'oggetto clelle speoia.li predilezioni della
Chiosa di Cristo. E lo aono oggi ancora.. Agli
uni e agli al tri, iufatti, S. S. Giovanni XXlll,
nel imo iliscorso del 1° maggio, rivolgeva, la sua.
p11rola. e il s110 pensiero cQmmo~so. Ai primi co-
raggiosamente diceva: «Coraggio, dunque, di-
lott,i figli e figlie! I l Signore i) COll voi!... Sap-
p ia,te che il Papa è con voi!~- E a favore Llei se-
condi paternamente affermava: « Resta ancora
molto da fare: lo sappiamo bene, pernhè quoti-
dianamente giunge a .Noi il grido 1loloroso di
tanti Nostri figli, che cbiedono pane pèr sè- e- per
i propri l'~ri, cercano lavoro. <'hiedono una
siste.rna.z;ioue Ric•ura. Il Nostro pensiero, il Nostro
u,ffett.o va, iu primo luogo a que8ti uomini amareg-
giati <lllilU clisoccupazioue o soUo-occnpazione.
Jd essi 11ert(rnlo c1eve anà<.ire la comiine wlle<Yil11-
di1tf/ 11.
01'.r. U. Muti.• Ul'istitdtcsiJno e viltt sociaLe ed e<.'01ti)1h.iL·ti{ 1956)

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riale degli Ex allievi, il Delegato
lspettoriale dei Cooperatori e i
Direttori che organizzarono i ~ud-
detti convegni di zona.
ln ogni Convegno erano in
programma:
r 0 La meditazione, tenuta dai
monsignori: Claudio a Verona, Fu-
saro a Mogliano, Soranzo a Gorizia.
L'assemblea, di cui fu parte
centrale la commemorazione di l'vii-
chele Magone, tenuta a Verona
da Mons. Emilio Claudio; a Mo-
gliano da Don G. Del Favero, sale-
siano; a Gorizia da Don F. Bassi,
salesiano.
Le comu11icazioni rn/la Pia
Unione, tra le quali il pellegrinaggio
e il Convegno dei Cooperatori a
Roma e le celebrazioni romane in
onore di Don Bosco. Parlò il De-
legato Ispettoriale Don G. Cle-
mente!.
Le cmmmicazioni sulla Fe-
derao;:io11e Ex allievi. Si ebbe una
interessante discussione sul com-
portamento degli ex allievi e allievi
fuori della casa salesiana. Parlò il
Delegato lspettoriale degli Ex. al-
lievi Don Busato.
Progetto per un Pèllegrinag-
gio di Sacerdoti Ex allievi e Coope-
ratori ad .Ars per la prossima estate.
Seguirono il pranzo, il gruppo
fotografico e la Benedizione Eu-
caristica.
n Delegato Ispettoriale, interve-
nendo a questi Convegni su invito
del sig. Ispettore, ha preso l'oc-
casio1,1e per spiegare brevemente
la natura e la finalità della Pia
Unione come forza viva nel Corpo
Mistico della Chiesa, ne ha illu-
strato la storia e i progressi nelle
Diocesi venete e ha chiesto ai Sa-
cerdoti Ex allievi di ricambiare
l'educazione salesiana con un va-
lido appoggìo ai gruppi di Coope-
ratori rifiorenti nelle parrocchie,
in qualità di Decurioni. Inoltre ha
annunciato che il prossimo anno
sarà appunto dedicato a organiz-
zare i centri indipendenti, special-
mente là dove il Decurione Ex al-
lievo potrà pià che ogni altro sa-
cerdote - per lo spirito salesiano
di cui è imbevuto e per il suo
grande amore a Don Bosco - far
fiorire una vera piccola comunit.\\
salesiana di Cooperatori. Ha con-
cluso dicendosi convinto di aver
additato ai Sacerdoti Ex allievi
quelio che possono fare per qualifi-
carsi - tra la massa degli Ex al-
lievi - di fronte a Don Bosco e
alla Chiesa.
TI Delegato lspettoriale ha poi
verificato i loro inclirizzi, ha con-
trollato l'iscrizione di ciascuno dei
presenti alla Pia Unione e al Bol-
lettino, ha ricostruito per alcuni
l'antica nomina a Decurione.
Ha in fine consegnato una busta
con stampati vari riguardanti la
Pia Unione, la festa di Don Bosco
Patrono degli Apprendisti, la de-
vozione a San Domenico Savio, ecc.
Tutti i convenuti furono lieti di
questa dpresa di contatti con la
P. U., tanto concreta e cicca di
sviluppi e di realizzazioni.
ARGENTINA - Un comitato
di Cooperatori a, Cordoba per
la difesa morale della gioventù
Ci scrive il Delegato Ispettoriale
Don Tersilio Gambino: «Qui a
Cordoba il lavoro per i Coopera-
tori è bene avviato. Essi sono stati
regolarmente schedati e ogni mese
alla Conferenza intervengono in
buon numero. L'ultima volta erano
presenti una sessantina di Coope-
ratrici, fra cui molte signore tra le
più rappresentative della città; e
in altro giorno UI;la ventina di Coo-
peratori. La frequenza e m con-
tinuo aumento, grazie al lavoro
degli Zelatori.
L'anno scorso abbiamo fatto gli
Esercizi Spirituali •aperti•; que-
st'anno stiamo organizzandoli
chiusi ~-
Ogni mese i lettori del Bollrl.tinn
Salesimw aumentano .di un centi-
naio: merito anche questo di at-
tive Zelatrici. Quattto anni fa erano
150 numeri in tutta la città; oggi
sono circa 1000.
Stiamo anche organizzando un
Laboratorio tra le Cooperatrici.
l\\fa l'attività che speriamo sia
per dare i frutti più preziosi per
le anime è quella che svolgerà,
con l'aiuto di Dio, il Comitaf() per
la difesa morale dell'i11fam::ia e della
giowmtù., composto di clementi tra
i più rappreRentativi, per far fronte
all'impressionante dilagare della
corruzione... I>.
Pellegrinaggio dei Cooperatori
Salesianì lombardi a Torino
(Domenica, 24 mAggio 1959)
Sl1 invito del Rev.mo Direttore
Generale della P. U., Don L1,1.igi
Ricceri, il Delegato lspettoriale
Don Rodolfo Vignato organizzò
un pellegrinaggio di Cooperatori
Salesiani alla Basilica di Maria Au-
siliatrice in Torino per la dome-
nica 24 maggio scorso.
Con la efficace collaborazione di
vari Delegati e Delegate locali si
formarono dodici torpedoni, pro-
venienti: due da Milano, via Co-
pernico; uno da Milaoc), via Bon-
vesin; uno da Bergamo; uno da
Chiari; uno da Iseo; uno Lecco;
( oopm·,ifori ripostoli n eh" n6llt ret, ovir
Rev.do Padre,
S . Apollinare (Frosinone/ 28-1v.- r95Q
giorni fa Gesù. ha voluto farmi un bel regalo: que/1.o di farmi
appartenere alla grantù Famiglia Salesiana, per cui da tempo
11u:tro tà11ta stima e tanto affetto. Mi è gi.unlo il libretto della
Pia U11ione dei Cooperatori. Quanta gioia in me! ma anche
quant.e- lacrime, sapendomi inferma e senza possibilità di potermi
nwovere per lavor(lre come il R ego!amanto ci impone!
Però rengo n: dirvi che offrirò ima cosa più preziosa a Gesù
cioè le mie sofferenze per il bene della Famiglia Salesiana. Gesù'.
mscita vocazioni! Gesù, converti gl'infedeli! Ges,ì sa,.tifica il
lavoro dei Cooperatori Salesiani!
Unisco qtre,ta piccola offerta per il bene che fate alle anime e
voi ricordatemi a Do11 Bosco.
Dev.ma nel Signore
llST&l'IL'lA SALVATORE
Rev.mo,
Uoorio di Gromo (Bergamo)
mi scusi se oso disturbare la sua perso11àlità. Sono ammalato
da 25 anni. [o so1to molto affezionato alla Fami'.glia Salesia11a.
Vorni essere ricco per aiutare le Opere di D011 Bosco, ma pur-
troppo non posso farlo cori mezzi materiali. Se possono essere
utili le mie preghiere e soffere11z e, le offro con ,i:;ioia per la Fa-
mi1!lia di Don Bosco. È nel dalare che si vede se si ama davvero
il Sig11ore e io ne i:;/Jdo perchè più mi fa soffrire, più nu sento
unito a Lui. Con questo i11te11do fare domanda per essere iscritto
tra i Cooperatori Salesitmt. Gradisca i 111iei ossequi a wtta. la
Fa.miglia Snlesùma..
SERAFINO O!ISrNI
Due lettere che non esigono commenti, ma il grazie»
che viene dall'intimo del cuore di chi sa quale tesoro ~ia il
I dol_ ore_sa_ ntif_ icat_ o p_er_il _ Co_ rpo_mi_ stic_o _ di C_ris_to._ _ _ __...1
253

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I
uno da Lodi; due da Sesto S. Gio-
vanni; uno da Sondrio; uno da
Varese.
SecoI)dO l'accordo preso, per le
ore 8,30 i Cooperatori si trovarono
a Torino in Piazza Sassari, donde
si mossero in corteo verso la Basi-
lica, dove furono accolti dal Segre-
tario Generale Don Guido Favini
e assistettero alla S. Messa, cele-
brata dal Rev.mo Don Ricceri,
accostandosi ai Ss. Sacramenti.
Quindi si suddivisero nei vari
gruppi, chi per continuare a pre-
1,,are in Basilica e chi per visitare
l'Oratorio, il Gottolengo, la Cap-
pella della Sànta Sindone o altri
monumenti insigni di Torino.
La pioggia, sopravvenuta du-
rante là S. Messa dei Cooperatori,
i:mpedl loro di fare un'adunata
plenaria nel cortile 11er un omaggio
ai Superiori.
Dopo pranzo, tornato il sereno,
si fece un giro turistico per la
cittìi. Ricondotti a Valdocco alle
ore 17130, poterono dare sfogo alla
loro pietà mescolati tra la folla
devota.. Era desiderio comune
quello di partecipare alla Proces-
sione, ma l'ora troppo tarda trnt-
tenne la maggioranza. Solo un
gruppetto di volontari, decisi a la-
sciare Torino all'ultima ora, si
presero l'incarico di rappresentare
tutti. Gli altri assistettero al pas-
saggio della Processione sul corso
Regina Margherita, riportando una
profonda, soave, edificantissima
impressione.
La giornata ha l..àsciato n·ell'animo
di tutti il desiderio di ritornare,
sensi di più vivo attaccamento al}a
Famiglia Salesiana e sinceri pro-
positi di bene.
ROMA - Attività dei Coopera-
tori e delle Cooperatrici del
Testaccio
La Sezione del Testaccia dei
Cooperacori e Coo1>cratrici ha or-
ganizzmo e portato a termine le
seguenti attività:
I) Per le Vocazioni Sacerdo-
t<1li: è stata istituita una giornata
di preghiere mensile (terzo gio-
vedì: S. Messa al mattino e ora
di adorazione nel pomeriggio).
2) Sono istituiti dtte laboratori,
dove si radunano alcune Coope-
ratrici per la confezione di indu-
menti liturgici per le Missioni e
di abiti. per i fanciulli poveri.
3) Assisteriza ccmtnalati: un
gruppo di Cooperatrici ogni 24 del
mese visita gli ammalati della Par-
rocchia portando loro biscotti, zuc-
chero, frutta e stampa cattolica.
Cercano cosl di spianare la via al
s3cerdotc.
4) Un gruppo di Cooperatrici
cura l'assistenza ai fanciulli e adbl.e-
Da una •tfern ,lei 1/inisfro della .',l1.tiri11a ,'lfrr,·an#ilfl
11 tlf :,t, ~ I' fl l'fl I f! ptfo, lf1 ggiol
I
...una serie di impegni di natura varia mi terranno lontano da
Roma da domani mattina venerdì a lu11edì sera quattro maggio,
a Dio piacendo. Il' die nti nega la gioia di partecipare alle ma-
I
nifestazioni ùuielte per la co11mcrazione tlel Tempio ded,:cato
a San Giova1111i Bosco e per il Convegno Nazionale dei Coope-
I
•·atori Salesiani.
Chi c011osce fef.fetto che nutro per Don Bosco fin da quando
ero Presi.dente Generale della Gioventù Cattolica Italiana,
I
può comprendere quanto mi costi tale forzata ammza materiale.
Dico materiale perchè con il cuore sarò vicino a bitti quelli
I
che avranno la fortuna di elevare la loro voce alleluia,1te e plau-
dente, per queste 1111ove glorie del grande Educqtore della gio-
ve11tù, qui a Romrt dove Egli operò e dov.e torna per ribadire
I
con la .ma presenza quegli insegnamenti eh.e talvolta anche noi,
jìgli di tanto Padre, dfoumtu:hianzo.
I
Tl sacrificio, che compio, mi ottenga la speciale protezione di
Don Bosco dal quale - come padre, come cittadfoo, come uomo
I
politico, come correspomabile del Governo d'Jtalia - ho tanto
da imparare tutti i giorni ed in tutte le circostanze della vita.
Le sarò molto riconosce11te se vorrà - al Cmwegno dei Coope-
I
ratori - /art'. conoscere la ragione della mia assenz(l di necessità.
Mi sia co11se11tito come Coope:ratore Salesiano di antica data
I
gridare: viva D1m BoscQ; vivano sempre i Figli suoi per le mag-
_giori glorie della Chiesa, per le migliori fortune dell'Italia, per
il bene del moudo!
I
ANCBLO RAl'FAP.Lli JERVQLINO
scenti orfani segnalandoli ai vari
centri.
5) Eurcizi spirituali: Alcune
cooperatrici hanno curato, nel pe-
riodo pasqu(lle, la preparazione al
precetto in tre laboratori femminili
della Parrocchia tenendo le confe-
renze di preparazione: alla fine dei
tre giorni la oomunione fu generale.
Tutte le Cooperatrici e Coope-
ratori parteciparono poi agli Eser-
cizi Spirituali aperti tenuti in
Parrocchia.
6) Per l'anno centenario di
Lourdes furono organizzati i se-
guenti Pellegrinaggi:
Genazzano (25 persone) - Ma-
donna del Divino Amore (250 per-
sone) - Pompei (90 persone)
Assisi e Loreto (50 persone) -
Lourdes (60 persone).
7) Buona stampa: è stata lan-
ciata - tra l'altro - la campagna
per il periodico Con Roma e si
sono già raccolti diversi abbo-
namenti.
Pruna giornata salesiana nella
parrocchia di
VILLA FOGLIANO (Reggio E.)
Si tenne la domenica 12 aprile.
L'invito era stato diramato non
solo aUe famiglie del piccolo nucleo
dei Cooperatori, ma anche a tutte
le famigUe della Parrocchia.
Intervenne il Delegato Regionale
Don Pietro Ceresa.
Moltissime le sante Confessioni
e Comunioni.
Sull'altare parato a festa troneg-
giava un bel quadro di San Gio-
vanni Bosco ed era esposta la re-
liquia del Santo.
Alla messa delle mamme, il De-
legato parlò dell'opera educatrice
di Mamma Margherita nella sua
piccola famiglia prima, e nella
grande famiglia dell'Oratorio poi.
Alle ore 10 tutti i bambini e le
bambine, nel teatrino parrocchiale
ebbero la loro conferenzina con la
proiezione della filmina di San Do-
menico Sa,1io.
Alle ore I I il Delegato celebrava
l'ultima S. Messa e parlava del &i-
stem;i di educazione giovanile con-
cepito ed atn1ato da Don Bosco.
Canti liturgici e popolari accom-
pagnarono tutto lo svolgersi del
S. Sacrificio. Dopo la Messa si
impartl la benedizione con la re-
liquia di San G. Bosco. Al pome-
riggio si cantarono i Vespri solenni,
tenninati i quali il Delegato teneva
la Conferenza Salesiana svolgendo
il tema: «Don Bosco patrono degli
Apprendisti •·
Dopo la Denedizione con il
SS. Sacramento, si dava da baciare
la reliquia -di Don Bosco e si fa-
ceva la questua prescritta.
Terminata la funzione in chiesa,
molti desiderarono vedere qualche
filmina salesiana ed il Delegato li
accontentò.
La cara giornata ha lasciato in
rutti un ottimo ricordo ed il desi-
derio di presto risentire parlare
delle opere del grande Educatore
dell'epoca nostra.

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VERONA - Il Crocifisso nelle
officine ferroviarie
Per interessamento dei nostri
Cooperatori di Verona, il 23 aprile,
il Deleguto locale Don "-lcrco Gi-
lardi accompagnato d11l Capo Rip.
Approvv. Cav. Rag. Ferroni e dal
Capo Magazz. Appcow. Dott. At-
t.i!iQ Naso, Ex allievo, btmedisse
uffici e depositi delle FF. SS.,
quindi nel salone allestito per l'oc-
casione rivolse la sua !!(ICerdotale
parola alle màestranze ivi riunite e
benedisse 25 cr0cifissi da porsi
negli uffici e deposito. 11 Cuv, Fer-
roni porse a nome di tutti il suo
ringrnziamento.
li 24 apri.le u. s., durante la
S. Messo vespertina che si è.- soliti
tenere in occasione della Comme-
morazione di ~!aria Ausiliatrice, lo
stc,;so Rev.mo Don Ziggiotti, di
passaggio a Verona, rivolse In suo
pau-m1< parola e donò In Uenedì-
zione di Maria Ausiliatrice al folto
s tuolo di Cooperatrici e Coopcrn-
tori intervenuti.
Allo fine consegnò I'nttcsrnto ai
nuovi iscritti e si congratulò con
la nostra Unione veronc,;c, sempre
in cammino e ben rappresentata in
ogni manifestazione salesiano, sa-
pendone già più di cinqunntn pre-
notati per il Convegno di Roma.
l,a seconda Conferenzn Salesiana
fu tenuta il z4 maggio con In Consa-
Crò7.ione di tutta l'Unione Veronese
al Cuore Immacolato di Maria.
A TERZIGNO (Napoli) i Coo-
peratori e le Cooperatrici lavo-
rano c:on zelo
Presso l'Istituto delle Figlie
cil j\\1nrin Ausiliatrice ln festa cli
Ran Giovanni Bosco fu nhbinnta
allo festa dei Cooperatori Salesiani,
che reclamavano giustamente un
proprio vessillo Per l'occnsìone
S. E. Mons. Binm onorò con la
sua presenza l'Assemblea dei Coo-
penuori. prÌml'I benedicendo la
nuovo Bandiera, poi distribuendo
a, molti iscritti il Diploma di ap-
purccncm:a alla Pia Unione dei
Cooperatori. Dopo brevi parole di
prolusione del DclcJ,t8lO lspettoriale
Don Vncalebre, e dopo l'offerta
flon>0h: all'Ecc.mo Presule fatta da
una bimba a nome di tutta la
terza famiglia salesiàna, il prof. Te-
sta, Presidente dello Giunro Par-
rocchiale cil A. C. e zelante Coope-
rntore $(l\\esiano, rivolgeva n S. E. il
Vescovo un doveroso ringrazia-
mento, assicurando eh<· le opere
di bene promosse delle Coopera-
trici Salesiane per aiutare il Par•
roco nell'istruZione cateclw,tica in
quattro rioni periferici e nella dit-
fusione della devozione mariana,
sarebbero in un futuro pros~imo
potenziate con altre proficue ini-
ziative per il bene di tante ooimt.
Prese quindi la parola S. E. il
Vescovo, che fece risaltare In fi.
guru poliedrica di San Giovanni
Bosco, quale Patrono degli nppren-
disti in una luce fulgidissima in
quel suo tempo tanto oscuro di
lotte religiose e di ingiustizie socinli
SAN GIOVANNI DI FASSA
(Trento) - Co.mmemorazione
di Don Bosco Patrono degl;
Apprendisti
Nell'occasione di uno serie e.li
conferenze alle Cooperatrici su • il
costumo cristiano nelle famiirtie •!
il Decano di FIISSa Don Fortunato
Rossi, Cooperatore Salesiano. ha
preso l'iniziativa della Commemo-
razione d, Don Bosco Patrono degli
Apprendisti • .alla • Scuola d'Arte
$tntnh!.
Prcscntnto dal Direttore dello
Scuola, parlò il Delegato Ispcrto-
riale dei Cooperatori, che incorag-
giò docenti ed allievi - attraverso
la devozione al nuovo Patrono -
a conoscere. am,rre e servire sempre
meglio il Divino Artista.
HONGKONG - I Cooperatori
e le Cooperatrici vanno orga-
nizzandosi
11 nostro confratello cinese
Don Andrea Wu da flongko11,:-Chai
Wan scrive; • Il nostro Bol/e.ui110
cmese esce ogni ere mesi. Finora
ne sono usciti cinque numen e
ha susciuito vasta eco di consensi.
Gli iscritti nlla Pia Unione sono
circa 400. Si spera che alla pros-
sima venuta del Rev.mo sig. Visi-
rotore Don Fcdrigotti si possn ra-
dunare i Cooperatori e distribuire
i diplomi. Quanto bene s1 spero
di poter fare per mezzo dei nostri
buoni Coopemrori ! li .lla1111ale Di-
rig1mri è molto bello, pratico e
utile e servirà per una migliore
organizzazione dei Cooperaton e
delle Cooperatrici di llonitkong... •·
A Barco (Rrggio Emilia), dopo
la parten:::a delle Figlie di ,,taria
Ausiliatrice, i Cooperatori, dirti/i
dallo ::ela11te Arciprete Decurio11e
Don Paolo Ghini, si rn11n impegnati
di re11dere durevole il bene operato
dalla Suorl', alimentare le divo::tio11i
salesia11e e 11umtenere vwo e oper<mfe
il Ce11tro Coopuatori. L',.sito della
Prima Co,,Jere1i:sa Saluia11a t dtlle
feste di Sa11 G. Bosct1 e d, .\\/aria
.4u.siliatriu dit:e che quei bUQni Coo-
peratori t Coopt!ratrici hm, te,1111,>
.fede agli imJugni ammti.
Nello Parrocchia Sm,tn l\\lforùi
Ausiliatrice di Caselle, Sdvazzano
(Padova) ilR!m.moParrocoDon Ric-
cardo Dt ,\\fori, ajJeziolUrù> Coopl!-
ratort, i11 occario11e della festa di
Jl. Ausiliarrice, titolare della Par-
rocd11n, ha ftmulo 1111 Convegno di
Cooperatori, presieduto da 1111 Sa-
cerdote Salesia110.
I Cooperatori Salesia11i di Mi-
lano, asst'co11dando un voto del
Com1eg110 11ule110 dalla Co11s11/ta
DiOUJa11a \\,/i/1111ese e presie1/11to Ju
S. E. ,\\lom. Suirio P{ir,iedolì, ft-•ol-
tosi a Ga::rmda (Vares") il 25 apri/,.
11. s., hamw affidato l'incarieo di
rapprese11tort la Pia Unione i11 w10
a detta Co11s11/to Diocesa11a ad 1111
Co11si'gliere !spettoriale, nella per-
so11a del doti. Giuseppe Zuccaro.
A Busto Arsizio (Varese) il
Delegato lspl'troriale Don frignato ha
pre.<ieduto "" l11cor1tro degli Zelatori
Salesin11i, 111!1 quale si è deciso di
partecipare ujfici11/mente alla Messfl
d'Oro del Prevosto Mom. Gnliu1-
berti, di c11i è noto l'affetto rhe lo
kga alla Famirtlia Salesiana.
A Faenza ha =to buo11 wc-
cesso la , 1'\\llasa del Coopl!l'atore
Salesiano •, cht si celebra nella cop-
pella del/' Istituto alle n ,30 con
breve istruzione uligioso ,. sult1t
esecuziom 11111sicali.
,,._ .l\\1el centenari<, della nwrte del Sauto Cm'ato <l', lt-s
..,. IU!.'IÉ POURRF.Y \\'B$COVO DI BllLU!Y
Pr~tozione del Cord. Piotro M. Gor!icr - Fotot:talic tll René Perrln
Commoniare da Jean Serve! - 'rràdw:ionu di Mor,o E'l<lobar
'I,; 1111 libM clrr ha 1/ f,r<flln d1 una jndùcutlb,/11 ort11inn/irà, ,t,a pe, il m1rabll•
la,,(>ro d; nnkn e&mp,1110 dnl/1Ecc.mo Au~ore, no pn l, moltr artisttch~ e. or,-
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