Bollettino_Salesiano_198811


Bollettino_Salesiano_198811



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ANNO 112 - N. 11 2" QUINDICINA 15 GIUGNO 1988
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO (70)
RIVISTA FONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NEL 1877
MESSAGGIO Al GIOVANI
NEL CENTENARIO DELLA MORTE DI DON BOSCO
«Beoti voi,
giovani,
se saprete
appassionarvi
allo vita!
Beoti voi,
giovani,
se saprete
riconoscere
il Signore
dello vita!
Beoti voi,
giovani,
quando riuscirete
o fare
di ogni incontro
uno Festa
e di ogni festa
un Servizio!,,.
Beoti voi!
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MESSAGGIO
AI GIOVANI
Don bosco è vissuto regalandosi ai giovani fino
alJ 'ultimo respiro, perché la loro vita acquistasse
in pienezza dignità e gioia. È stata una stupenda
invenzione di Dio per i giovani di Torino, deUa
Chiesa e del mondo intero.
A cent'anni daUa sua morte noi che viviamo
l'attualità della sua proposta, sentiamo di dover
dire dal profondo del cuore: GRAZIE!
Grazie a Dio perché ci ha fatto dono di Don
Bosco!
Grazie a Don Bosco perché ha offerto a noi
giovani la possibiJità di far diventare il nostro
quotidiano una festa di speran za.
Oggi, radunati in esultanza attorno al santo
dei giovani, raccogliamo la sua preziosa eredfrà e
vogliamo ritrasmetterla a quanti sono giovani
come noi e a coloro che coprono significativi
spazi di responsabilità.
A VOI GIOVANI che condividete con noi età,
speranze, delusioni, incertezze, ideali, dkiamo:
- AMATE LA VITA. In essa è iJ germe di
queUa intramontabile felicità che insieme cer-
chiamo sia pure tra ansie e paure, nella misterio-
sa attesa del futuro.
- SERVITE LA VITA. La nosh·a vita diventi
speranza operosa che vince ogni violenza, ogni
egoismo perché il mondo si riscopra ancora ca-
pace di amare.
- COLTIVATE I VALORI ch e danno senso
aU'esistenza: l'amore che è il primo e massimo
comandamento di Cristo. L'impegno nella vita
quotidiana. La verità ricercata alle sue radici con
invincibile tenacia. Il senso religioso dell'esisten-
za che parte da Dio e a Lui ritorna per un miste-
rioso ed esaltante mistero di amore da Dio stesso
rivelato aU'uomo . La speranza che la vita e il
M .G.S. Festa e gioia nel Lazio.
bene vinceranno sulla morte e suJ male: la pre-
senza operante di Dio e la materna assistenza di
Maria Madre di Clisto e Ausiliatrice dei Cristiani
daranno certezza alla nostra speranza.
Noi, giovani salesiani, eredi di un messaggio
stupendo nato da un cuore «grande come le
spiagge del mare» siamo con voi e con voi vo-
gliamo condividere quanto potrà servire per dare
al nostro futuro un più visibile segno di speran-
za.
Ma anche a voi Autorità della Chiesa, della
Civica Amministrazione, a voi uomini della
cultura e del potere, a voi che governate i ca-
nali della pubblica opinione, a voi Operatori
di mass-media, vogliamo dire:
Grazie per quanto avete fatto perché noi gjo-
vani possiamo guardare con fiducia al nostro do-
Pubblichiamo perché tutti lo conoscano il messaggio giovanile che è par-
tito dai giovani salesiani europei riuniti al Palasport per il Don Bosco 2000. Il
messaggio è stato recapitato la mattina del 1 febbraio ai Consolati di Francia
e Spagna, al Comune di Torino, all'Arcivescovado, al Ferrante Aporti, e alle
autorità della Chiesa e della civica amministrazione, agli uomini di cultura e
di potere, a quanti governano i canali della pubblica opinione, agli operatori
dei mass-media.
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mani e per quanlo tarete perché i giovani di do-
mani trovino maggiori certezze... Ma non ferma-
tevi! Paw-osi vuoti e interminabili tunnel impau-
riscono ancora troppi che incominciano appena
a vivere la loro giovinezza. Date, secondo le vo-
stre competenze, prospettive di vita nel lavoro,
nella cultura aperta ai grandi ideali al di sopra
delle provvisorie ideologie, nella condivisione
delle responsabilità, nella ricerca sincera di ciò
che serve all'uomo oltre le parli perché cresca la
libertà e con la libertà, la vita. Difendete i giova-
ni dalla corruzione e dallo sfruttamento. È vo-
stro dovere primario. Soprattutto, noi giovani, vi
chiediamo l'esempio di una vita limpida e di un
servizio trasparente. Noi che oggi diciamo con
entusiasmo: «Vogliamo essere come D. Bosco»,
vorremmo poter dire con altrettanta convinzio-
ne: «Domani, al vostro posto, vorremmo essere
come voi!». E se credete di chiamarci al vostro
fianco per condividere responsabilità, eccoci!
Noi ci siamo.
Dio, nel quale crediamo, accompagni questo
nostro messaggio che, se pur mediato dalla no-
stra inesperta presenza, parte dal cuore di un
Santo che «tutto diede, fino all'ultimo respiro,
per i suoi cad giovani».
INCONTRI INTER-REGIONALI
CONSIGLI ISPETTORIALI
Nell'ultimo incontro del Comitato dei
Coordinatori, si è proposto di favorire
incontri zonali tra vari Consigli Ispetto-
riali:
- Aiuta a crescere lo spirito di appar-
tenenza alla Associazione;
- Facilita la comunicazione e l'infor-
mazione;
- Semplifica la circolazione degli
orientamenti comuni dal livello nazionale
a quello Ispettoriale;
- Stimola l'azione e crea maggiore
entusiasmo.
In tale prospettiva si sono svolti con
buoni risultati i seguenti incontri tra Con-
sigli Ispettoriali:
14 maggio - Torino-Valdocco:
«Centrale, Novarese, Supalpina».
15 maggio - Brescia:
«Lombardia, Ligure, Veneta Est, Vene-
ta Ovest, Emiliana».
29 maggio - Roma:
«Adriatica, Romana, Toscana».
MAMMA
MARGHERITA
La prin1a
Cooperatrice!
/ 1 I aprile 1788 a Capriglio nacque Margherita
Occhiena comunemente conosciuta come Mamma
MargJieriLa.
La figura di Mamma Margherila è legata al cam-
mino straordinario di Giovanni Bosco di cui fu ma-
dre, educatrice, consigliera e «cooperatrice».
Rimasta vedova dopo circa 5 anni di matrimonio
M.M. deve pensare all'educazione dei figli ed alla
conduzione del piccolo podere. Ai Becchi essa era
riuscita a creare quel tipico ambiente di «famiglia» in
cui Don Bosco maturò la sua personalità.
Questo 1,ambiente di famiglia» si impresse tal-
mente nella mente e nel cuore di Giovanni, che per
LUtla la vita si sforzerà di farlo rivivere a Valdocco,
per i suoi ragazzi orfani e senza casa, con lui/i quei
valori umani e religiosi: la pace, la sicurezza, la dol-
cezza, la semplicità, la presenza di Dio, il lavoro, il
sacrificio. Il metodo educativo che Don bosco userà
verso i suoi ragazzi, più che dai libri, l'irnparò dalla
mamma.
All'Inizio della sua meravigliosa avventura,
quando Don Bosco approdò alla Casa Pinardi a Val-
docco, aveva bisogno di una persona prudente e ca-
pace, che sapesse tenere le cose in ordine, rammen-
dare i cenci di quei ragazzi, fare per loro cucina. Don
Bosco pensa a sua mamma; e Mamma Marglierita
lascia la Casetta dei Becchi e della pace dei campi,
scende a Valdocco nella povertà e nella baraonda dei
ragazzi dell'Oratorio appena iniziato.
Per dieci anni lavorò a fianco di Don Bosco fedele
e preziosa cooperatrice. ll 25 novembre 1856 Mamma
Margherita muore lasciando un esempio ed una le-
stimonianza che non resta un fatto isolato. Qualche
giorno dopo il eh. Michele Rua va dalla mamma e di-
ce: «Da quando M.M. è morta, all'Oratorio non sap-
piamo più come fare; non c'è nessuno che faccia la
minestra, che rammendi le calze... Mamma vuoi ve-
nirci tu?». La signora Giovanna dice di sì, e diventa
la seconda mamma dell'Oratorio. Qualche tempo
dopo si aggiungerà la mamma di Michele Magone,
poi la mamma di Mons. Castaldi, e poi altre ancora.
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FORMAZIONE
II INCONTRO ISPETTORIALE DI FORMAZIONE IN SICILIA
I I discorso della formazione, che il Consiglio
lspettoriale ha individuato come obiettivo priori-
tario per il rilancio e la crescita dell' Associazione,
sta trovando una positiva risposta nei Cooperatori
di Sicilia. Dopo il primo Incontro ispettoriale di
formazione, tenutosi a Catania il 13 dicembre
1987, anche il secondo Incontro (Palermo. 13 mar-
zo 1988) ha soddisfatto per la ricchezza dei conte-
nuti comunicati non solo nel corso deJla Relazio-
ne, tenuta dal noto giornalista e scrittore Nino
Barraco, ma anche nei lavori di gruppo e nell' ln-
tergruppo conclusivo della Giornata. Rispetto al
primo Incontro, anzi, si è registrata una maggiore
partecipazione di Cooperatori, provenienti da
quasi tutti i Centri dell'Isola.
Non è facile riassumere una Giornata ispetto-
riale ricca di tanti momenti (dalla preghiera inizia-
le alla Relazione e ai lavori di gruppo, dalla Santa
Messa al pranzo, alla fraternità, ai Lavori assem-
bleari), soprattutto se, più che fare una cronaca
dei momenti stessi, si vuole comunicare anche in
parte l'esperienza vissuta in profondità dai parte-
cipanti e l'arricchimento ricavatone. Credo che
l'Incontro abbia comunicato a tutti una forte esi-
genza~ un bisogno di crescere nella propria vita di
fede per una risposta sempre più piena alla chia-
mata del Signore. Siamo tornati da Palermo più
consapevoli degli impegni esigenti a cui il Signore
ci chiama in quanto laici, più consapevoli dell'ur-
genza di un insostituibile apostolato che ci compe-
te qui e adesso, senza rimandi e senza fughe. Siamo
tornati anche più carichi, più decisi a vivere, in
questa terra di ferite e i11 questo tempo di lacera-
zioni e di attese, la nostra vocazione laicale sale-
siana.
<<Secolarità: Laici in pieno mondo» è stato il
tema della Relazione e iJ filo conduttore delle ri-
flessioni di tutta La Giornata. Tema certamente
non nuovo per nessuno dei partecipanti (sicura-
mente già affrontato un po' in tutte le comunità
ecclesiali, in occasione dell ' ultimo recente Sinodo),
ma che l'Associazione non poteva trascurare in un
programma formativo incentrato sui tre capisaldi
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della nostra vocazione e della nostra identità: l'Ec-
clesialità, la Secolarità, la Salesianità. Eppure le ri-
flessioni sviluppate su questo tema nel corso del-
l' Incontro (in primo luogo quelle fatte da Nino
Barraco, che hanno orientato e guidato le rifles-
sioni fatte nei Gruppi) hanno avuto il sapore e la
sostanza di una novità e di una originalità, quali
forse la vigilia era difficile attendersi.
Anzitutto la Relazione, ricca non solo di con-
tenuti dottrinari ed ecclesiologici, ma di una carica
comunicativa che sgorgava da un cuore apostoli-
co, da una fede viva e incarnata, da una vita di im-
pegno e di donazione, da una lettura meditata e
sofferta dei <<segni dei tempi». Si sentiva che quelle
parole non venivano solo dalla mente, ma anche
dal cuore, che erano le parole di uno che parla del-
le cose che vive, che erano «parole di vita», di vita
vissuta e di vita da vivere.
Si direbbe che la Relazione di Nino Barraco
mirasse a illuminare e a correggere due errali at-
teggiamenti spirituali da cui i laici possono essere
tentati: un attivismo non profondamente motivato
da scelte di fede, una spiritualità di appagamento
del bisogno religioso che non si lascia attraversare
daJl'urgenza di trasformare la storia dell'uomo ad
immagine del Regno. Dovendo sintetizzare, pos-
siamo dire che tre sono stati i punti-cardine delJa
riflessione di Nino Barraco: il laico è uomo di pre-
ghiera e di contemplazione; incontra la storia del-
l'uomo per trasformarla daJ di dentro, nel tempo e
nel luogo in cui si svolge la sua esistenza; nel co-
struire la storia di oggi si fa testimone delle cose
future.
Uomo di preghiera e di contemplazione: TI laico
non può non avere un profondo rapporto col Si-
gnore. Deve meditare, deve contemplare, deve ri-
scoprire il silenzio adorante, deve lasciarsi pene-
trare dalJo stupore religioso, dal mistero, deve sen-
tirsi afferrare dal miracolo di un Dio che crea e
che salva, deve sentirsi parlare da un Dio che chia-
ma alla comunione d'amore con Lui e con i fratei-
li. Un pregare che non si riduce a dei momenti di
preghiera, ma che, par tendo da questi, penetra

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nella vita, la reinterpreta, la colloca e la innesta nei
piani del Signore. U n pregare che continua nella
vita, che diventa vita di preghiera, non perché tra-
scorsa unicamente a pregare, ma perché impegna-
ta, sostanziata, orientata dal rapporto con Dio,
dall'Unione con Dio.
!neon.tra la storia dell'uomo: L'u nione con Dio
non al iena il laico dalla storia, anzi ve lo immerge
più profondamente. Se Dio ha voluto e vuole in-
contrare l'uomo, l'unione con Dio induce ad una
più profonda solidarietà con la storia dei fratelli.
Il laico si sente mandato nel mondo io cui vive
(nella sua fetta di mondo) per animarlo dal di den-
tro e rinnovarlo coi fermenti del. Vangelo. Egli si
lascia interpellare dai bisogni di tanti fratelli , dalle
ingiustizie, dalle emar ginazfoni, dalle violenze,
dalle attese e dalle legittime aspirazioni, per dare
risposte di solidarietà, per trasformare una storia
spesso intrisa di peccato e di male in storia di co-
munione, in storia di fratellanza. E questo lo fa
anzitutto dall'interno di quelle realtà temporali
(lavoro, scuola, servizi sociali, organizzazioni poli-
tiche, economiche, sindacali, istituzioni pubbliche,
ecc.) che è compito suo specifico animare cristia-
namente, impregnare cioè dei valori evangelici di
giustizia, di carità, di servizio all'uomo.
Testimonia Le cosefuture: In questo impegno di
costruire una storia di solidarietà e di comunione,
il laico si fa annunciatore della speranza cristiana
di <<cieli nuovi e terre nuove». Egli sa e testimonia
che il Regno, che egli stesso contribuisce a costrui-
re nel tempo e nella storia, avrà il suo compimento
nell'eternità di Dio. E perciò, mentre si impegna a
costruire un ordine temporale giusto e a misura
d'uomo, resta sempre in attesa e confida in quella
«pienezza di vita» che solo l'intervento definitivo
di Dio potrà realizzare.
Questa l'ossatura della Relazione di Nino Bar-
raco. Su questi punti cardine si è poi sviluppata la
riflessione nei lavori di gruppo; riflessione che, con
premesse così stimolanti, non poteva non essere
proficua.
Se a quanto detto aggiungiamo la profonda
semplicità della preghiera iniziale, la partecipata
Celebrazione eucaristica, la familiarità del pranzo
modesto consumato insieme, deduciamo facilmen-
te che l'Incontro è stato veramente arricchente.
U n a rricchimento per il quale è stato spontaneo
dire «grazie». Grazie soprattutto a te, Signore, che
ci hai chiamato e ci chiami, che ci ricolmi dei tuoi
doni, che ci dai la gioia di farli circolare e di met-
terli a frutto per il bene di tutti.
Nino Sammartano
LA GIORNATA DEL «SI» A DON BOSCO
IL 14 MAGGIO TUTTI GLI S.D.B. HANNO RINNOVATO LA LORO
PROFESSIONE RELIGIOSA, DOPO UNA OPPORTUNA PREPARAZIO-
NE SUL VALORE DELLA CONSACRAZIONE. È STATO UN MOMEN -
TO SOLENNE E PROFONDAMENTE SIGNIFICATIVO. SI È CERCATO
ANCHE PER I COOPERATORI UN GIORNO PARTICOLARE, IL PIÙ
OPPORTUNO È SEMBRATO L'8 DICEMBRE: UN GIORNO GIÀ RICOR-
DATO DALLA ASSOCIAZIONE CON IL «CERCHIO MARIANO». SARÀ
PER TUTTI I COOPERATORI UN IMPEGNO A RINNOVARE LA PRO-
PRIA «PROMESSA» DI FEDELTÀ A DON BOSCO.
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CON I GIOVANI PER «EDIFICARE» LA SPERANZA
Oltre l'egoismo, l'apatia e il nichilismo «debole» dei
giovani nel quale il problema del «senso» viene eluso,
perché ritenuto inutile, è indispensabile rielaborare la
proposta politica a partire da quella energia e da
quella speranza che è la S0LIDARIE.TÀ.
Solidarietà naturalmente, non è la conservazione
dello status quo, riccoprendolo di buone intenzioni e
di parole tranquillanti. Solidarietà è anche la modifica-
zione coraggiosa di dati di fatto, di privilegi acquisiti,
de demagogie finora vincenti.
Solidarietà è soprattutto scelta popolare e di ser-
vizio. Essa richiede un reale, profondo sforzo di creare
le condizioni perché la gente si senta e sia davvero
partecipe di una comunità civile preoccupata di un
bene comune, non teorico ed asettico, ma vero, con-
creto, verificabile quotidianamente. E in un progetto
di servizio che in vista della solidarietà muova «dagli
ultimi», cioè dai più deboli ed oppressi, dobbiamo
porre in primo piano I GIOVANI.
Al di di ogni demagogico giovanilismo e di ogni
inadeguato paternalismo, dobbiamo avere il coraggio
di lasciarci mettere in discussione dal mondo giovani-
le e insieme con i giovani aprire ad essi le strade della
cultura e del lavoro dei tempi nuovi.
Non può più bastare - e qui mi rivolgo partico-
larmente agli animatori della pastorale giovanile - la
semplice riproposta di «aggregazioni mistiche o inti-
mistiche».
La generazione della memoria perduta chiede pa-
dri credibili ma chiede anche nuovi Tommaso, nuovi
Mounier. Chiede cioè di essere ricondotta alla cono-
scenza storica e al senso profondo della vita oltre il
frammentario e il provvisorio.
E ciò in questa stagione priva di punti di riferimen-
to orientativi sul piano politico, economico, sociale,
antropologico, non è possibile senza rifondare le pro-
prie fondamenta su una speranza costruita non sul-
l'argilla tenera dell'ottimismo facilone e perciò becero,
«Contro l'indifferenza e la cultura
di morte. Quale proposta per i gio-
vani degli anni '80» (con antologia
dei messaggi del Papa ai giovani).
A cura di Giuseppe Ceci.
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o della spirituale giovanilistica, ma sull'essenza di un
messaggio non indulgente né securizzante, quanto
piuttosto sapienziale e prospettico.
La generazione della memoria perduta non ha bi-
sogno orizzonti giovanilistici, di idoli e pensatori,
analisi e strumenti, di riviste e libri «giovani» o per i
giovani.
Ha bisogno di educatori all'uomo interiore, di
educatori del carattere, di Mounìer, Tommaso per
tutti.
La cultura giovanile è destinata ai sotterranei.

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L'aurora
di un giorno nuovo
«Con i giovani raccogliamo
e continuiamo l'eredità del Concilio»
LA CHIESA NEL MONDO CONTEMPORANEO
PRINCIPALI CONTENUTI DEL DOCUMENTO
Una novità: il metodo
prevalentemente induttivo
Una prima caratteristica di que-
sta costituzione nei confronti degli
altri documenti è la novità del me-
rodo con cui procede. In tutti gli al-
tri il metodo è quello classico della
deduzione. Posti dei principi. presi
na turalmente dalla rivelazione, se
ne traggono le logiche conclusioni.
Gautlium et Spes» è indubbiamente
uno dei documenti più densi e significa-
tivi del concilio.
Tocca tematiche fondamentali: che
cosa è l'uomo? quale la sua vocazione?
quale il senso deU'attività umana nel-
ll'universo? quale l'aiuto che la chiesa
dà al mondo e riceve da esso?
li documento non rimane ncU'aslratto.
Si parla - spesso in termini molto
immediali e concreti - di matrimonio e
famiglia, di cultura e di vita economica-
sociale, di politica e di solidarietà tra le
nazioni, di pace.
J <<grandi» dell'economia, della politi-
ca, della scienza, sono accostati alla
donna di casa, all'operaio: tutti sono io
grado di dare ugualmente il loro contri-
buto alla creazione di un mondo più
umano e fraterno.
«Per i credenti una cosa è certa: l'at-
tività umana individuale e collettiva...
corrisponde alle intenzioni di Dio... Ciò
vale anche per gli ordinari lavori quoti-
diani>>, mediante i quali si «un con-
tributo personale aJla realizzazione
del piano provvidenziale di Dio nella
storia».
A differenza della costituzione sulla
chiesa, lumen Gentium, denominata
dogmatica, questa viene chiamata pa-
storale.
Suddii•i.sione
e scelte tematiche
La Gaudium et Spts si suddivide in
due parti beo distinte. La prima propo-
ne in quattro capitoli la visione che la
Chiesa ha dell'uomo: «La Chiesa e la
vocazione deU'uomo»:
1. La dignità deUa persona umana.
2. La comunità degli uomini.
3. L'attività umana nell'universo,
4. La missione della Chiesa nel
mondo contemporaneo.
La seconda parte si .sofferma su al-
cune problematiche particolarmente ur-
genti del nostro tempo: <<Alcuni proble-
mi più urgenti» . Consta di cinque ca-
pitoli:
1. Dignità del matrimonio e della
famiglia.
2. La promozione del progresso
della cuJtura.
3. Vita economico-sociale.
4. La vita della comunità politica.
S. La promozione della pace e la
comunità dei popoli.
Qui, invece, il metodo è prevalente-
mente indut1ivo. Soprattutto nel-
l'esposizione introduttiva, che apre
l'intero documento, e nella prima
parte che, come si disse, è quella
più caratterizzante. L'esposizione
introduttiva è nient'altro che una
descrizione approfondita della si-
tuazione storica in cui si trova
l' umanità attuale, segnata dal fatto
di una profonda metamorfosi so-
ciale e culturale che ha i suoi ri-
flessi anche nella vita religiosa (cf.
n. 46).
È questa situazione quella che
crea i più grossi problemi che inte-
ressano l'umanità intera. e che co-
stituisce il punto di partenza della
riflessione della costituzione.
Nella prima parte, poi, i tre pri-
mi capitoli riguardanti la dignità
della persona umana, la comunità
degli uomini. e l'attività umana
nell'universo, hanno un andamento
identico: partono dalla situazione
umana in quanto tale e dopo, alla
fine, ricorrono al dato rilevato per
trovarvi l'illuminazione definitiva.
A sua volta questi tre capitoli costi-
tuiscono come la piattaforma del
quarto, nel quale il tema è la mis-
sione della Chiesa nel mondo con-
temporaneo. e che situa tale mis-
sione in risposta ai suaccennati
problemi. La seconda parte della
costituzione, benché non così li-
nearmente, imposta le cose in
modo simile, affrontando «alcuni
aspetti più urgenti» della situazione
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storica attuale (matrimonio e fami-
glia, cultura, vita economico-
sociale. vita della comunità politi-
ca, promozione della pace e comu-
nità dei popoli).
Accentuazioni fondamentali
Attorno alla transecclesialità ap-
paiono nella GS una serie di allre
caratteristiche che vengono ad
esplicitarla e a renderla più eviden-
te. Ne prendiamo in considerazione
le principali.
L'attenzione ai «segni dei tempiN
Anzitutto, fa presa in considera-
zione dei «segni dei tempi». Appun-
to perché la costituzione è tutta
permeata da uno spiccato senso
storico, eco della diffusa sensibilità
contemporanea, ha sentito il biso-
gno di fare attenzione a questa te-
matica. I segni dei tempi, sociologi-
camente parlando, sono quegli av-
venimenti, fugaci o durevoli, che
p untano verso una situazione nuo-
va dell'umanità, quindi verso il fu-
turo, anticipandola già parzialmen-
te e imperfettamente nel presente.
Ovviamente, l'agente operatore di
tali segni è la libertà collettiva degli
uomini, in stretta vincolazione con
la natura. Ora, seguendo u na linea
teologica che si era andata affer-
mando in questi ultimi decenni, il
Concilio ha voluto evidenziare la
valenza teologale di tali segni. E la
costituzione pastorale è il luogo
dove ciò è avvenuto in forma pale-
se (cf. nn. 4a, l la). Essa sottinten-
de che questi segni sono il materia-
le privilegiato del servizio ecclesia-
le, appunto perché è in essi che si
gioca prevalentemente il futuro del-
l'umanità e, in esso, la realizzazio-
ne del progetto di Dio.
L 'accentuazione
della dimensione profetica
In secondo luogo, e in streno
collegamento con quanto è stato
appena detto; si deve registrare
l'accentuaz ione della dimensione
profetica della comunità ecclesiale.
Due testi lo ribadiscono chiara-
mente. Il n. 4a, che sostiene che per
svolgere il suo servizio di salvezza è
dovere permanente della Chiesa di
scrutare i segni dei tempi e di inter-
pretarli alla luce del vangelo, e il n.
l la che, concretizzando ancora
maggiormente le cose, dice che il
popolo di Dio deve cercare di di-
scernere negli avvenimenti, nelle ri-
cerche e nelle aspirazioni cui pren-
de parte insieme con gli altri uomi-
ni del suo tempo, i segni veri della
presenza o del piano di Dio. Q uesti
due testi traducono, in forma at-
tuale e comprensibile, ciò che fu la
funzione profetica già nell'antico
popolo d'Israele e anche nelle co-
La Chiesa italiana ha intrapreso con
coraggio il cammino delineato dalla
GS. Nel 1975 la CEI ha voluto eviden-
ziare il fatto che il suo programma, in-
centrato su «evangelizzazione e sacra-
menti», implicava l'intrinseca connes-
sione tra evangelizzazione e promozione
umana. ln tal modo la scelta dell'evan-
geliz.zaziooe recuperava la sua dhnen-
sione integrale e si apriva all'impegno
nella realtà temporale. n Convegno ec-
clesiale dcl 1976 è significativo per que-
sto, anche se non ebbe molto seguito
ncJJe iniziative pastorali.
Esemplare per tanti aspetti è poi il
documento La Chiesa italiana e le pro-
spettb•e del paese ( 1981).
Per concludere - è storia recente -
ha rilievo singolare il Il Convegno ec-
clesiale, a Loreto nell'aprile 1985: Ri-
conciliazione crfrtiana e comunità degli
uomini.
Nella su.a allocuzione, Papa Giovanni
Paolo Il ricordava che aspetto fonda-
mentale del convegno è il contributo .;,e
la Chiesa riconciliata può e deve dare,
in Italia, alla costruzione della «comu-
nità degli uomini». E ricordava il pen-
siero di Giovanni X:XUI, secondo il
munità neotestamentarie, ma in-
quadrandola sullo sfondo di quella
apertura lransecclesiale che carat-
terizza il modello ecclcsiologico
della GS. Si viene così a dire che,
per una Chiesa impegnata preva-
lentemente sul fronte dei grossi
problemi storici dell'umanità, il di-
scernimento profetico risulta indi-
spensabile. Non solo, ma che esso
la tonalità propria a tutta l'at-
È il documento che raccoglie e ripropone il meglio di una riflessione più volte decennale
sulla natura della missione della Chiesa e sul servizio che essa è chiamata a rendere agii uo-
mini e ai regno di Dio nella fedeltà al Vangelo.
li testo è ispirato da un grande ottimismo e apre su nuove possibilità d'incontro e di dia-
logo con tutti gli uomini di buona volontà.
Apprezzabile è soprattutto lo sguardo sereno e positivo con cui il documento guarda
alle realtà terrene e all'impegno quotidiano dell'uomo di trasformazione e edificazione del
mondo.
Riconoscendo nei frutti della ricerca e del lavoro di tutti gli uomini e nell'apporto delle
differenti culture il compiersi di un disegno provvidenziale di Dio, La Chiesa si unisce con
umiltà allo sforzo di tutti e offre con discrezione il suo conrributo, pur nella chiara consape-
volezza del tesoro inestimabile che essa reca con sé e che partecipa agli altri: Gesù Cristo,
luce del mondo, principio e ricapitolazione di tutto il creato in D io.
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quale «l'ordine etico-religioso incide più
di ogni valore materiale sugli indirizzi e
le soluzioni da dare ai pro blemi della
vita individuale cd associata nell' interno
delle comunità nazionali e nei rapporti
tra esse» ( Mater et magistra, n. 193).
Va superata la frattura fra vangelo e
cultura; e bisogna por mano a un' opera
di inculturazione della fede, affmché ìl
Cristianesimo «continui ad offrire, an-
che all'uomo della società, indu'.ltriale
aYanzata, il senso e l'orientameto del-
l'esistenza►> (Allocuzione, 7).
La Chiesa, nella città dell'uomo, ha
funzione di fermento e di animazione
aJJa riconciliazione, di provocazione
aJJa speranza. «...E il sentirci interpel-
lati dalla città degli uomini, daJJa cultu-
ra e dalla ch'iltà, è qualcosa che ci deve
fare del bene, in quanto ci impedisce di
di"Ventare acque stagnanti e ci obbliga,
volenti o nolenti, a contemplare questo
mondo non come giudici o come spetta-
tori, ma come «presenze» che lo amano
e lo fannq con la potenza, con la grazia
e con l'amore del Signore Gesù Cristo»
(Card. presidente, «Commiato>), in La
Chie.va in lralia dopo Loreto, Roma
1985, p. 91, n. 11).
tività ecclesiale, anche a quella
culturale.
La centralità del dialogo
In terzo luogo è da rilevare l'insi-
stenza con cui la costituzione parla
di uno dei modi concreti in cui la
Chiesa deve realizzare il suo servi-
zio al mondo, e cioè il dialogo (cf n.
3b, 4a). Già la LG aveva superato
quella concezione secondo la quale
la realtà veniva spaccata in due, ri-
ponendo nella Chiesa la totalità
della verità e nel resto l'errore e
l'inganno. Ma lo aveva fatto nel-
l'ambito ecumenico dei rapporti tra
le diverse confessioni cristiane. Qui
il superamento è molto più largo,
poiché viene fatto nell'ambito dei
rapporti della Chiesa con il mondo.
Dialogare significa ricercare insie-
me la verità. E ricercare la verità
suppone che si abbia coscienza di
non possederla, o almeno di non
possederla pienamente. Il mondo, e
cioè la storia umana in quanto tale,
non è unicamente una congerie di
errori e di menzogne; c'è molto di
verità in esso, nelle sue ricerche, nei
suoi tentativi di miglioramenti in
umanità. li fatto di avere in mano
il Vangelo, verità ultima sull'uomo,
non dispensa la Chiesa dallo sforzo
di cercare la sua realizzazione stori-
ca. E in questo tentativo può rice-
vere molto dalla storia e dallo svi-
luppo del genere umano (cf n. 44a).
Ecco la ragione ultima del dialogo.
Non più quindi un atteggiamento
di semplice magistero, ma atteggia-
mento di condivisione nella ricerca,
sempre guidata dalla luce che alla
Chiesa viene dal Vangelo di Gesù
Cristo. Tutto ciò finalizzato, come
dice la stessa costituzione, ad un
unico e supremo scopo: "Che ven-
ga il Regno di Dio e si realizzi
la salvezza dell'intera umanità»
(n. 45a).
L'autonomia
delle realtà terrene
Un'ultima istanza è da rilevare
nell'ecclesiologia di servizio al-
l'umanità proposto dalla GS, e cioè
l'importanza del riconoscimento
dell'autonomia delle realtà terrene.
Parlando del rapporto Chiesa-
mondo nella LG ne abbiamo fatto
un cenno, sostenendo che le cose
erano appena abbozzate. Ora
sono apertamente affermate, so-
prattutto nel n. 36 del capitolo de-
dicato all'attività umana nel mon-
do: «Le cose create e le stesse socie-
tà hanno leggi e valori propri. che
l'uomo gradatamente deve scopri-
re, usare e ordinare». Quest'auto-
nomia sottrae le realtà del mondo
da quella tutela teocratica e sacrale
alla quale sono state sottoposte per
secoli, in altri progetti ecclesiologi-
ci. Un caso emblematico, al quale
fa un velato riferimento la stessa
costituzione, è quello di GaWeo,
nel quale in nome della fede si è vo-
luto imporre delle prese di posizio-
ne scientifiche.
Nel servizio al mondo la Chiesa
non può non tenerne conto, anzi
dovrà procedere con grande mode-
stia e discrezione, sapendo che non
per il fatro di avere la luce della
fede possiede anche la conoscenza
deUe leggi che reggono le attività
mondane.
L'ecclesiologia di fondo
L'impostazione ecclesiologica di
fondo del GS non è esattamente
quella della LG, benché non la con-
traddica.
Essa è stata magistralmente
espressa da Paolo VI nella sua
omelia del 7 dicembre 1965, in cui
questo papa tentò di fare un primo
bilancio, a caldo ancora, dei lavori
conciliari in fase di chiusura. Ad un
certo momento affermò, quasi a
modo di proclama: <<La Chiesa si
dichiara quale serva dell'umanità>>.
Queste parole. lette sullo sfondo
della costituzione appena approva-
ta dal Concilio, traducono il nuovo
orientamento ecclesiologico assun-
to. E implicano un autentico «giro
copernicanm>.
Per secoli la Chiesa era vissuta
nella convinzione di essere il centro
del mondo, di essere una realtà del-
l'ordine dei fini. La concezione del
suo rapporto con il Regno di Dio
in chiave di identità o coincidenza
aveva contribuito in buona misura
a questo. Ciò la portava a quell'ec-
clesiocentrismo che neppure la
svolta provocata dalla LG era riu-
scita a smuovere. La comunionalità
della costituzione dogmatica è an-
cora, infatti, una com'unionalità ri-
piegata su se stessa, che vede il
mondo come qualcosa da conqui-
stare e da, almeno in qualche mo-
do, «ecclesializzare» affinché arrivi
ad essere quel regno di Dio sogna-
to e cercato. L 'ordine delle doman-
de che la Chiesa si pone è ancora
quello ricordato sopra, nel quale
quella riguardante la natura prece-
de quella della missione, e può in
realtà essere risposta senza questa.
La Chiesa prima è, e poi agisce. U
suo essere è definito senza un riferi-
mento intrinseco al suo fare.
La Chiesa è nel mondo
e per il mondo
Nella GS le cose cambiano pro-
fondamente. La Chiesa non si pen-
sa più come un fine, ma come un
mezzo, come uno strumento. Il fine
9/73

1.10 Page 10

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unico è il Regno Dio. Si traggono
così le conseguenze ultime di quel
rinnovato modo di concepire jl
rapporto Chjesa-Regno cuj abbia-
mo accennato precedentemente.
Già durante l'intervallo tra il pri-
mo periodo conciliare e il secondo
(anno 1962-1963) l'allora card.
Montini aveva affermato, cercando
di sintetizzare il senso della ricerca
ecclesiologica conciliare in corso:
«La Chiesa va in cerca del mondo
per autodefinirsi»». Il che vuordire
che, in questa rinnovata coscienza
ecclesiale, il mondo entra nella dejì-
nizione stessa della Chiesa; essa non
può definire il suo essere senza te-
ner conto del suo rapporto con il
mondo. Ora qui, nella GS, si viene
a proclamare a voce alta questa
convinzione: la Chiesa è nel mondo
e per il mondo. È nel mondo, anzi-
tutto, e non al di fuori di esso -
sia sopra, sia accanto, sia, ancora
meno, contro di esso - come è ca-
pitato in altri momenti storici. Ed
essendo nel mondo, è per il mondo,
è a suo servizio (cf. n. 3d). Quindi,
tutto ciò che essa è, ha e fa, tutto
deve essere ordinato a questo servi-
zio. Come in ogni strumento, il suo
essere interno viene definito da
questo scopo per il quale esiste. Si
può perciò dire che il suo «da fare»
nel mondo definisce il suo «essere».
Ma quale servizio? Ecco le paro-
le letterali di risposta deUa costitu-
zione stessa: mettere <<a disposizio-
ne deglj uomini Je energie di salvez-
za che la Chiesa, sotto la guida del-
lo Spirito Santo, riceve dal suo
Fondatore. Si tratta di salvare la
persona umana, si tratta di edi-
ficare l'umana società» (n. 3b). Un
servizio di salvezza, dunque; ma
di una salvezza concepita in .forma
rinnovata.
Le due caratteristiche menziona-
te nel testo ne danno il senso fon-
damentale: integrale, sociale. Si
tratta di una salvezza che prende di
mira ruomo in tutte le sue dimen-
sioni, senza escludere - anzi inclu-
dendole - quelle sociali. Poco più
avanti, al n. 4, il testo mette forte-
mente in evidenza un'altra dimen-
sione, quella storica, che è presa
fortemente in considerazione nel-
l'intera costituzione. Si tratta,
quindi, di una concezione della sal-
vezza che supera i dualismi che la
contrassegnano in altri momenti
culturali: anima-corpo, individio-
società, terra-cielo. Salvare signifi-
ca portare a pienezza l'uomo inte-
ro, singolo e collettivo.
Una ecclesiologia «transecclesiale»
Se si volesse condensare in una
sola parola la caratterizzazione fon-
damentale di questa ecclesiologia
della GS, lo si potrebbe fare me-
diante la parola «transecc/esialità».
Essa sta ad indicare, appunto,
che la Chiesa è tutta protesa a co-
gliere e a cercare di dar soluzioni ai
problemi che interessano gli uomi-
ni in quanto tali. Una Chiesa che in
certo qual modo dimendica se stes-
sa. i suoi propri problemi interni,
per accudire a quelli dell'umanità
nella quale è inserita e che, di con-
seguenza, toccano anche i suoi
membri. O, se si vuole dire forse in
forma più severa, una Chiesa che,
pur senza tralasciare i suoi proble-
mi di indole intraecclesiale, concen-
tra prevalentemente la sua atten-
zione su quelli transecclesiali e ridj-
mensiona i primi alla luce di questi
secondi.
Torniamo a ribadirlo: non è che
questa impostazione ecclesiologica
deUa GS ignori o sopprima le ric-
chezze straordinarie di quella della
LG. Le riconosce e le accoglie, ma
per aprirle in una nuova direzione,
quella del servizio all'umanità. È
per questo che essa dà per scontata
l'accettazione di tutte le novità
apportate intraeclesialmente dal
Concilio, e che non discute mi-
nimamente.
Per la Chiesa interessarsi all'uomo non significa distrarsi da Dio, come interessarsi a
Dio non distrae dall'uomo. L'interessamento della Chiesa per il mondo è fatto però in modo
evangelico, e non semplicemente etico. Unica è infatti l'economia della salvezza, che si salva
nell'umanità di Cristo, Gesù di Nazaret, colui a causa del quale Dio e l'uomo si incontrano
senza più separarsi, e pur senza confondersi. È un incontro dentro la storia, sempre in diveni-
re, dinamico e perciò aperto al futuro dell'esistenza, scoperto e praticato continuamente.
Ma cosa pensa la Chiesa dell'uomo? La risposta si fonda su due certezze: l'uomo è
creato ad immagine e somiglianza di Dio ( GS 12); Cristo è l'uomo nuovo, e in lui trova vera
luce il mistero dell'uomo (GS 22).
Ciò signffica che Dio si è donato a una creatura, l'uomo, per un incontro ne/La storia:
tra l'uomo e Dio, per diritto di creazione, esiste un rapporto dialogico. L 'uomo è creatura
aperta, disponibile, pronta per /'incontro, perché è persona; in Dio l'uomo è chiamato a esse-
re «con» e «per» gli altri.
10/74

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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CON
GIOIA
R ESS
MIGLI
CASSOLNOVO
NUOVI COOPERATORI
A Cassolnovo da 90 anni gli ulti-
mi giorni gennaio sono dedicati
al ncordo di S. Giovanni Bosco.
Quest'anno le celebrazioni han-
no assunto una solennità particola-
re per celebrare il Centenario
della morte del!'Apostolo dei gio-
vani. Celebrazione più viva anche
perché domenica 31 gennaio il
Gruppo di Cooperatori Salesiani
si è maggiormente allargato.
Infatti 7 nuovi «salesiani» hanno
fatto la loro «promessa» nel cuore
della S. Messa dei giovanL
Don Sergio Accornero, Salesia-
no d1 Novara, ha sottolineato l'im-
portanza di di questo gesto, invi-
tando alla testimonianza e alla fe-
deltà.
Cassolnovo. Il momento della «promessa;,.
E la fedeltà di questi nuovi Coo-
peratori sarà sostenuta dall'affetto
e dalla solidarietà dei «vecchi
cooperatori cassolesi».
Cooperatori don Guido P1etro-
grande ha poi tratteggiato la figu-
Don Bosco fu un uomo pratico e
intraprendente, animato da una
ininterrotta e profonda vita inte-
ra di «Don Bosco giovane» riscuo-
tendo unanimi consensi e propo-
nimenti da parte dei giovani di
riore. Noi Cooperatori ci sforziamo
di essere come Lui, convinri del
valore dell'azione , radicati nel-
portare avanti e farlo conoscere il
sistema pedagogico del grande
santo.
re andando, senza dubbio al di là
delle previsioni. Infatti la Missione
a San Benigno continua, l'anima-
zione è viva e l'accoglienza alla
Parola di Dio è sincera e cordiale
e non mancherà di portare frutti
spirituali tra la popolazione.
l'unione con Dio attuando i nostri
compiti e mansioni con decisione e
zelo, disponibili e generost.
MISSIONE
PARROCCHIALE
CICLO DI LEZIONI
SU DON BOSCO A ROMA
BARDOLINO
A SAN BENIGNO
Nella sede del Sacro Cuore in
Via Marsala a Roma, il Delegato
In occasione dell'Anno centena- nazionale dei Cooperatori Don Al-
«Ho scelto di diventare coope- rio di Don Bosco si è svolta a San fonso Alfano, ha tenuto una serie
ratrice perché i cooperatori sono Benigno la «Missione Parrocchia- di lezioni sulla vita e le opere di
Chiesa viva che opera con una le», alla quale sono stati invitati a Don Bosco, articolate in un pro-
specificità propria nel mondo pre- dare il loro prezioso contributo, i gramma veramente geniale e
valentemente giovanile», ha di- Cooperatori salesiani. Sono state adeguato per tutti, secondo le esi-
chiarato Sandra Zemignan di Bar- visitate 1.870 famiglie e, talmente genze di lavoro e familiari di cia-
dolino nel corso della Promessa intenso è stato l'impegno, fatto in scuno. Don Alfonso ha saputo lu-
fatta davanti ad un folto stuolo di spirito di obbedienza, che il suc- meggiare efficacemente, con ar-
amici e di giovani. 11 d e legato cesso non poteva davvero manca- guta presentazione, lospirito e
11/75

2.2 Page 12

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l'apostolato di Don Bosco tra i gio-
vani. Per l'8 maggio prossimo è
revista una Giornata di ritiro per i
futuri Cooperatori che dovrà svol-
gersi alle Catacombe di san Calli-
sto, località ideale di pace e di ri-
storo spirituale.
PASQUA
DELLA FAMIGLIA
SALESIANA
APACOGNANO
Con una riflessione di Don Gre-
gorio Varrà domenica 10 aprile si
è svolta a Seiano di Vico Equense
una Giornata che ha visto riuniti
numerosi cooperatori, amici e
simpatizzanti per la Pasqua della
Famiglia salesiana. Il terna dell'as-
sise è stato: «La redenzione: rive-
lazione d'amore, opera d'amore».
L'iniziativa, improntata nel quadro
delle celebrazioni in onore di Don
Bosco, è stata coronata da vivo
successo, sia per la partecipazio-
ne che per la ricchezza spirituale
che ha prodotto. Un particolare
grazie va a Margherita Bruno e a
Lidia Gravina instancabili collabo-
ratrici che hanno operato con
vero spirito salesiano.
Alessandria. Nuove promesse al Centro «M. Ausiliatrice».
SECONDA GIORNATA
DI SPIRITUALITÀ
PER COOPERATORI
SPOSI E FIDANZATI
A CASTELLAMMARE
Organizzata dalla Famiglia sale-
siana dell'Italia Meridionale ha
avuto luogo a Castellammare, do-
menica l O maggio, il II Incontro a
livello ispettoriale dei Cooperato-
ri. Questo Incontro però ha avuto
una specificità tutta particolare: è
stato organizzato per Cooperatori
Sposi e Fidanzati con un richiamo
alla spiritualità. Don Nicola Palmi-
sano ha trattato, tra i vari argo-
menti in discussione, il tema del-
1'«Affidamento», come proposta di
un impegno concreto. La presen-
tazione del capitolo 3° della «Fa-
miliaris Consortio» è stato il piatto
forte della Giornata che ha visto
coinvolti un po' tutti nell'affrontare
i vari aspetti di questa rmportante
Enciclica.
12/ 76
Alessandria. La consegna dell'Attestato a una giovane Cooperatrice.
L'Incontro si è. chiuso con la ce-
lebrazione Eucaristica, caratteriz-
zata da una partecipazione molto
intensa dei presenti.
LUGO DI ROMAGNA
IN ONORE
DI DON BOSCO
Il 31 gennaio di quest'anno, ini-
zio delle manifestazioni in onore
di Don Bosco, Lugo in Romagna
ha dato una particolare impronta
di salesianità nonostante che i sa-
lesiani, dal 1960, non operino più
in quella diocesi. È rimasto però
un lembo del grande Educatore
rappresentato dall'Istituto delle
Suore Figlie di Maria Ausiliatrice!
Massicio e a livello diocesano è
stato il contributo con il patrocinio
di S.E. Mons. Luigi Dardani e la
collaborazione degli otto Vicari
pastorali che presiedono le 140
parrocchie. Non è mancata l'azio-
ne preziosissima degli ex allievi e
dei cooperatori nell'organizzazio-
ne del programma in onore di
Don Bosco. Alle singole parroc-
chie è stata fatta pervenire una gi-
gantografia del santo per esporla
nella giornata del 31 gennaìo. Due
emittenti private hanno trasmesso
per settimane comunicati informa-
tivi relativi all'avvenimento.
Sul settimanale «Il nuovo dia-
rio - Messaggero» è stata appron-
tata una pagina interna dedicata a
Don Bosco. Manifesti e volantiru
hanno informato la cittadinanza
circa le celebrazioni del 31 gen-
naio. L'on. Prof. Franco Ricci, pre-
senti il Vescovo e Autorità, ha
aperto le manifestazioni illustran-
do la figura del grande apostolo.
Sono stati inaugurati poi la mostra
degli elaborati presentati al «Con-

2.3 Page 13

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ta l'animazione salesiana in un pic-
colo paese del Viterbese con la
inaugurazione di un Centro Gio-
vanile, dedicato a Don Bosco.
ASTI
Colle Don Bosco. Con le nuove (211) promesse cresce la... famiglia del Centro
Cooperatori.
Carissinù,
siamo responsabili del settore
famiglia all'interno del consiglio
ispettoriale Subalpina e sono pa-
recchi anni che lavoriamo per riu-
nire giovani coniugi amici di Don
Bosco, simpatizzanti e Cooperato-
ri in momenti di festa e di rifles-
sione.
Muzzano (VC). Giovani coniugi astigiani in... ritiro.
corso ragazzi del Don Bosco 88» e
il cippo con il volto bronzeo di
Don Bosco, offerto dalla Cassa ru-
rale e artigiani di Lugo. Un gruppo
di giovani ha poi messo in scena
un recital di grande valore creati-
vo, artistico e spirituale dal titolo
«Tra i giovani ancor», incentrato
sugli effetti di Don Bosco-Oratorio
in questi nostri giorni.
SPECIAL DON BOSCO
ARCINAZZO
(FROSINONE)
Continua nel Lazìo l'impegno di
alcuni Cooperatori che in questo
«Centenario DB» si sono offerti di
far conoscere lo spirito del Santo
dei giovani.
In questo clima di servizio si è
svolto nella casa salesiana di Arci-
nazzo uno «Special Don Bosco», un
intenso incontro proposto e realiz- In occasione dell'anno centena-
zato dal gruppo «Missionari DB rio abbiamo organizzato presso la
88», dal pomeriggio del zg aprile casa di spiritualità di Muzzano
al pomeriggio dell'l maggio,
(VC) due giorni di studio per
Partecipazione al massimo... giovani coniugi sul sistema pre-
consentito dall'ambiente.
ventivo.
Clima di famiglia e di impegno Don Bosco è certamente inter-
ormai acquisito per gli abituali in- venuto perché l'iniziativa è riusci-
contri di Arcinazzo.
ta in pieno, 99 i partecipanti, Don
Sono stati giorni particolari, de- Giuliano Palizzi è stato meraviglio-
dicati totalmente ad approfondire so e i salesiani della casa ci hanno
la figura di Don Bosco.
trattati proprio come membri del-
Per molti è stata una felice e la stessa famiglia,
commovente. .. scoperta! Per g li Quattro giovani cooperatrici in-
altri, «della famiglia salesiana», segnanti hanno intrattenuto per i
una ulteriore occasione per me- due giorni i 34 bimbi con giochi,
ditare il messaggio del Santo e canti, passeggiate e tante sorpre-
confrontarsi con la ricchezza apo- se, hanno dormito con loro in ca-
stolica.
merata in modo che i genitori, se-
Un auspicio: realizzare in segui- reni, potessero concentrarsi sul
to, specialmente per i... lontani, tema proposto.
una esperienza del genere.
I genitori sono stati entusiasti e
Altro impegno di particolare ri- hanno espresso il desiderio di ri-
lievo dei «Missionari DB 88» è sta- petere quest'esperienza.
13/77

2.4 Page 14

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Nel salutarvi rinnoviamo l'invito
di una vostra visita ad Asti alla
scuola materna e doposcuola ele-
mentare diretto e gestito da coo-
peratrici salesiane chiamate dieci
anni fa dal Vescovo (presidente
della scuola) a continuare l'opera
educativa delle FMA che per mo-
tivi di carenza di vocazioni aveva-
no dovuto dopo 75 anni lasciare
l'opera.
Sentiteci vicinissimi in Don
Bosco.
Vanda e Ma.rio Scap parino
MESSINA
A nome dei Cooperatori del-
l'Istituto salesiano femminile «S.
Giovanni Bosco» di Messina, nel-
l'ambito delle celebrazioni del
centenario della morte del Santo,
chi scrive, ha voluto che nel sud-
detto giorno si rappresentasse il
lavoro teatrale «Giovanni Bosco
apostolo della gioventw>, scritto,
su sua richiesta, dalla scrittrice
lgnazie lla Bianca Cusimano e por-
tato sulle scene dalla compagnia
«Adele Cusirnano».
I commenti per il lavoro e per
l'interpretazione sono stati supe-
riori alle aspettative, l'affluenza
degli spettatori, nonostante l'in-
clemenza del tempo, ha ripagato
tutti i sacrifici affrontati.
di tutti i centri che desiderano sia
Continui e calorosi gli applausi rappresentato il succitato lavoro.
per i bravi attori.
S.E. Mons. Amoroso, Vescovo
Maria Santisi
Cooperatrice Salesiana
Salesiano, ha entusiasticamente
accettato di assistere alla rappre-
sentazione.
Ci sia consentito di dire un 'ulti-
ma cosa: riteniamo che l'omaggio
TOSCANA (LIVORNO)
più gradito a Don Bosco, per il
centenario della sua morte, sia, far
conoscere attraverso il teatro, che
egh tanto amò, la sua vita. La com-
pagnia, pertanto, è a disposizione
Il 15 maggio si è tenuta a Livor-
no l'Assemblea dei Cooperaton
della Toscana: un appuntamento
prezioso per verificare il lavoro
dell'anno ed offrire opportune in-
dicazioni per la programmazione
delle attività del nuovo anno asso-
ciativo.
La presenza di Don Reinoso,
della Consulta Mondiale, è stata
inoltre un'occasione di profonda
comunione con ]'Associazione a li-
vello mondiale ed anche a riceve-
re orientamenti e suggerimenti
per l'animazione vocazionale laica
e salesiana.
Nella stessa giornata si è radu-
nato il Consiglio Ispettoriale per
un confronto con l'incaricato mon-
ctiale, e per una analisi della situa-
zione dei vari Centri della lspet-
toria.
Centro di Fusignano (RA). Dieci sorridenti promesse del Centenario.
14/ 78
ROMA
CENTRO PROVVIDENZA
Continua, dopo una «fase» al-
quanto difficile, la delicata opera
di «Accoglienza» al Centro Prov-
videnza.

2.5 Page 15

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Francobolli vaticani
per il Centenario
della morte di Don Bosco
In occasione dell'anno centenario
della morte di San Giovann i Bosco, le
poste vaticane hanno emesso una serie
di francobolli commemorativì. la serie
si compone d i tre valori che illustrano
rispettivamente alunni di varie razze
assistiti da una suora dell'Istituto Figlie
di Maria Ausiliatrice, il Santo con bam-
bini in atteggiamento d i preghiera e
ragazzi delle scuole professionali.
Nuovo libro di testo
di religione cattolica
per la scuola media superiore
È stato pubblicato in questi giorni il
nuovo libro di testo per la scuola me•
dia superiore, edito dalle Dehoniane
di Bologna. Pubblicato con l'approva-
zione della Conferenza Episcopale ita•
liana, il libro d i testo è intitolato «L'al-
tro perché. Elementi di cultura rel i-
giosa». L'opera è stata elaborata da
Giovanni Del Bufalo, Agostino Qua-
drino e Pasquale Troia e comprende
C'è aria di crescita! Cooperatori
di fresca promessa sono entrati
nel Centro, altri amici hanno dato
segni concreti di collaborazione.
Anche le strutture esterne sono
state messe a nuovo. Sono arriva-
ti... prefabbricati per potenziare e
migliorare il Progetto!
Significativa in questo clima di
rilancio, la «Promessa» di Coope-
ratore del primo giovane, accolta
e maturata la vocazione laica ac-
canto a Lillina e Carlo.
Certo... restano sempre aperte
le difficoltà di un servizio apostoli-
co, che richiede ogni giorno la
forza di una fede profonda,
Tra le iniziative in corso va ri-
cordato lo sforzo di sensibilizza-
zione al problema «emarginazio-
ne-giovani» con una serie di tavo-
le rotonde tenute in Roma.
È uno sforzo per coinvolgere al-
tre persone nel progetto di servi-
zio, come fedeltà a una memoria e
profezia di S. Giovanni Bosco.
due volumi rispettivamente per il
biennio e il triennio della scuola media
superiore.
Per la ricorrenza
del millennio della conversione
della Rus' di Kiev
Per sottolineare la felice ricorrenza
del millennio della conv_j!rsione e del
battesimo della Rus' di Kiev, un coro
russo nella Basilica di San Pietro ha
cantato in lingua paleoslava l' Akàti-
stos, un antico inno pasquale bizanti-
no, denominato «Stichi e Stichirà»
(cioè «Salmi e versetti poetici»), che
veniva eseguito a Roma davanti al Papa
fin dal IX secolo. L' ultima strofa di
questo splendido inno pasquale, tra i
più belli di tutto l'Oriente cristiano,
canta: «È il giorno della risurrezione,
irradiamo gioia per questa festa, ab-
bracciamoci gli uni agli altri, chiamia-
mo fratelli anche coloro che ci odiano,
perdoniamo tutto per la risurrezione
di Cristo».
Non abbiate paura
dei media
«Non bisogna temere le nuove tec-
nologie della comunicazione sociale,
d'altro canto coloro che fanno comuni-
cazione di massa, debbono rispettare
un «codice d'onore» che promuova ve-
rità, libertà e dignità dell'uomo». Lo
scrive il Papa nel messaggio per la 22•
Giornata mondiale delle comunicazio-
ni sociali che si è tenuto il I5 maggio
sul tema «Comunicazioni sociali e pro-
mozione della solidarietà fra gli uomi-
ni e i popoli».
«Se si potesse dire un giorno che
"comunicare" equivale veramente a
fraternizzare, che "comunicazione" si-
gnifica veramente "solidarietà umana"
non sarebbe questo il più bel traguar-
do raggiunto dalle comunicazioni di
massa1».
Il Papa, dopo aver precisato il signi-
ficato profondo della «fraternità» e
della «solidarietà» e della loro dimen-
sione spirituale come valori fondanti
della unità fra tutti gli uomini, valori
che sono comuni anche ad altre cultu-
re, prosegue: «La fraternità e la solida-
rietà sono fondamentali ed urgenti:
dovrebbero oggi contrassegnare i po-
poli e le culture.
«La scoperta, nella gioia, di rapporti
felici fra popoli e culture non sarebbe
la più bella "festa" offerta dalle comu-
nicazioni di massa, il loro "spettacolo"
più riuscito nella migliore accezione di
questi ter~mini1».
Esemplare istituto
contemplativo indiano
La Congregazione dei Rosariani,
fondata dal Padre oblato Thomas An-
thonipilla nel 1928, è l'unico Istituto
contemplativo indigeno dell'India e
dello Sri Lanka. La Regola della Con-
gregazione ispirata a quella dei Trappi-
sti, prescrive il silenzio e la solitudine,
la preghiera contemplativa, il lavoro
manuale e un regime alimentare vege-
tariano. Come pratica particolare il
Fondatore prescrisse la recita medita-
ta del Rosario, giorno e notte davanti
al Tabernacolo. L"Istituto ha oggi 11
monasteri in India e Sri Lanka.
Mostra internazionale d'arte
a Roma degli ex allievi
di Don Bosco
È stata aperta a Roma una Mostra in-
ternazionale d'arte allestita con opere
firmate da ex allievi di Don Bosco e da
ex allieve di Maria Ausiliatrice, riuniti
nella Confederazione mondiale. La ma-
nifestazione, promossa sotto l'alto pa-
tronato del Presidente della Repubbli-
ca Italiana e del Consiglio d' Europa
rientra nell'ambito delle celebrazioni
per il centenario della morte di San
Giovanni Bosco. Le opere sono state
poste all'asta e il ricavato è stato devo-
luto in favore degli ex allievi del Terzo
Mondo.
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