Bollettino_Salesiano_193912


Bollettino_Salesiano_193912



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1.1 Page 1

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Edi:tion" rldoll:t secondo le prescrbelonl m1nlsteri:ili.
Bollettino
Anno LXIII - numero 12
1° DICEMBRE 1939-XVIII
SpedlL In 4bbonamento postale -Gruppo 3

1.2 Page 2

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PERJODlCO MEN.
SILI, PER I COO-
PERATORl DELLE
OPERE E MrSSIONC
DI s. GIO. BOSCO
BOttET~flNO
SJ.\\tESJ J.\\N O
Anno LXlll. N. 1 2
D ICEMBRE
x939 - XVIII
Spedizione in
abboo1Jmenco postale
S0.'lllMA.RIO: Nel p r imo annlve,sarfo della Beat ificazi one di Maria M azzar e llo . • Crociata m issionaria. • I n
famiglia: Ad on ore d ella Beat a M az1JarelJo • Con vegno dJ D ecurioni sa lesiani. • Dalla p r ima E n ciclica del Sa n to
Padre Pio xn. • Dalle n ostre M issioni: Equ atore, Giapp o ne, • Necrologio - Indice gene.-nle d e ll' a nnata 1939.
Nel" primo anniversar10
della Beatificazione di Maria Mazzarello
Questo numero del Bollettino esce mentre nella Generale Jl1adre Luisa Vaschetti la Jmbblica-
bas·ilica di Alaria Ausiliatrice s'inaugura la na- zione di un elegante opuscoletto con bre'lJi no-
•vata centrale, restaurata ed abbellita in 11110 tizie storiche mila lrasla...-ione, esumazione e com-
splendore di marmi e di ori, co11 cui ar11101tizza posizione dei. resti mortali della Beata e la d. -
111irnbilrncntF la n11ova decora$Ìone delle cappe/I.e scrizione artistica partii olareggiata della cappella
del Sac,o Cuore e di San Francesco di Sales e e t!Pll'altare, dru;;mzentata da numerose illustra-
sopratttitto la sistema-
tÌ<mi. Da questa ù1teres-
:tioue della cappella della
umte prtbblica:::ione, che
Beata Mazzm·ello, arti-
tornérà certamente gra-
stico 111aiuoleo di gloria
dita ai delJoti dt lla Bea•
alla Salma venerata.
la, togliamo pei. nostri
Le Clrimonie i11aug11rali
Cooperatori e le nostre
clz> assurgono ad 1111 mw-
Cooperatrici le pagine
110 omaggio di divoJ:::ione
che 1iguardano la de-
verso la prima Sup:trio-
scrizione generale della
ra e Crmf011datrice del-
t:app:-lla e dell'altare,
/'Istituto delle Figlie di
clte antici'pertmno anche
l'flaria Ausiliatrice, c11l-
ai lontani tm'idea ade-
111i11a110, nel corso di 1111
guata del lavoro com-
triduo predicato dal 30
piuto.
novembre al 2 dicembre,
<:olla traslazio11!! e collo-
ca,m>nlo thlla Salma del-
La cappella de lla
la Beata, col/n brnedi-
Beata n ella Basi -
zione dell'altare impnr-
lita la sera dPL 30 110-
vembre dal Rev.mo Ret-
Jica di Maria Au-
s i l iat r ic e.
to, A!aggiore de-i Sale-
A distanza di tm am,o
siani, e colle gm11diose
appena dalla sua bea-
f1111J:::ioni pontificali del
tifica::ione, avve1mta il
3 dicembre, di cui dare-
20 110'l>embre 1938, Jl,la-
mo la cronaca nel pros-
dre Maria J\\1/azzaullo
simo numero.
ha 11ell'ampliato sa,1/ua-
Per l'occasione l'Eco-
rio - basilica ài Maria
11omo Generale, rtfJ.1110
Ausiliatn'ce mia cappella
dott. Do11 Fedele Girau-
di, offre alla S1tpe,iora
U quadro della Beata Mazzarcllo n e lla Basilica
di Maria AllSiliatrlce.
(p1tt. CRIDA).
cd 1w altare veramente
degni della sua gloria. La
339

1.3 Page 3

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cappella è la prima a destra per chi entra nel
sa11htario, q11el/a stessa che per nove amu accolse
provvisoria11umte l'llma di Sa11 Giovamli Bosco,
nell'attesa che glifosse eretto l'altare mo-rwmental~
che ora trovasi nl'l cap<>-croce destro della basi-
lica. Dedicata prima a sant' Anna e, successiva-
111e11te, ai santi !11arliri Solutore, Avventore ed
Ottavio, che sono oggi venerati ì11 u110 dei nuovi
a/Jari creati nella paite ampliata, e ricordati
pure nella cappelletta dell'Apparizio11e, aggiurua
alla vmta cappella delle Reliqvie, occupa ,ma po-
sizione priuilegiata, p1::rchè sorge ùi com·spon-
dtnza dell'area benedetta dall'apparizione della
Vrrgine Ausiliatrice a S. Giovanni Bosco.
L'opportuna dl.'molizio,w ddla grande lrihm1a
dtll'orclzestra, capace di oltre duecento ca11ton',
la cui impafcnl11Tt1, pesantt ed ingombrante,
stendtva dalla parete d'i11gresso fi110 alle colonne
portanti gli archi délle prime cappelle, mm ha
solamente liberata, illumi11ata e valorizzata una
parte dél sa11l11ario finora quasi nascosta al pub-
blico, ma anche aperta la vmwle sulla navata
pri11ripalc che ora appare mbito in tutta la sua
ampiezza e in tutto il .mo nn(/llO splendore, <1p-
pe11a varcate le soglie del tentpio. Sire/tè la cap-
pt Ila della B1•ota viene a trovarsi, nel suo fronte,
111 migliori cfJ1'ldisio11i di luce e di spa-::io, tra ele-
mç11ti architettonici. e decor<itivi perfettamente
simmet1'ici, subito dopo la porta d'itigre-sso alla
scala 11um11orea che scrnde alla cappella delle
Reliq11ie. Si apre tra due pilastri di broccatello
i1111estali alle grandi colormi sca1U1late della na-
vata principale, cofl specchi di onice del Marocco
a macchia aperta.
L 'altare.
L'a/lare, come quello di San GiO'IJan11i Bosco,
ha 1111a duplice destina,;;ione: quella di celebrare
la gloria della Beata e qtJe!la di accogliere e di
esporre al!t1 venerazione d,>i fetkli l'1m1a che 11e
custodisce I.e Re/Ùjuie. Sotto la me11sa, s(lsletmta
da quCtttro eleganti co/01111i11e di hro11:::o, fi11a-
111eute disegnare e cesellate, è collocata l'urna che
co11tie11e le sacre spoglie raccolJe i11 1m cofa110
che .forma il guanciale s1t cui poggia l'artistica
maschera del volto della Beata. L'unta è di
lmm~o e posa m ,m basamento di verde Issorie
che ha per postergale ,ma preziosa lastra di
onice del Marocco; fu disegnata dal_l'architrtto
Valotti ed eseguila dai fratelli Chiampo di To-
rino m modelli deifratelli Luiso11i prtre di Torino.
Un motivo che si i11fo.glia ai quattro angoli,
111odelfoto con gra-::ia ed agilità, si svolge dalla
h<1se con intrecci cordo11ati e a1111odati a frangia,
soste1u!tldo sr1pt>riormente ,m leggero coperchio
ce~ellato co11 fogliette aderenti a picco/p 111oda11a-
t11re. Attraverso i preziosi cristalli dell'unza ap-
pare la figura della Beata tanto gentilmente rap-
presentata nella pace serena drl so11110 dei giusti.
111 alto la s11a immagine si ripresenta a noi
nel bel quadro del Crida. Ri'tta 11ella persona,
fra angeli ven.erabo11di, nei tratti del sw, viso e
nel portamento opparr la donna forte che del
lavoro e dli sacrifizio avet1a fatto un mito, fa
madre b11011a che prodigava alle Aglie le più de-
licate te11erezze del more, la sa11ta, come Do11
Bos.,o, conq 1tistatrice di anime, di cui molte già
Le fanno corona in cùlo.
Quattro grandi colonne wrin::ie di verde ls-
sorie, co11 rispettive ltsene di broccatello, omate
rulle basi da fregi di brrmzo con fogliette d'olivo
e 11ei capitelli con foglie di acanto, si ltva110 ai
lati dtl quadro sopra un basamento a riquadri
con onice e comici di bronzo. la robresta zocco-
latura è i11 giallo di Sietu, cou specchi a bassori-
lievi in bnmzo recanti i simboli del giglio e dtlla
rosa. I gradi11i sono di verde lssorie e il pavimento
a mamii policromi intarsiati è chiuso da elega11le
halau.strata con attistico ra11ccllo di bro11zo.
Sopra le colonm del'altare riposa la trobea:::ione
in giallo chiCtro arricchita da intrecci di spighe
e di pampini in bro11:::o. Al centro w1 gra11dc?
scudo, con festoni di fiori e fnitti, porta l'imma-
gine musiva e sempre cara della celeste Ausiliatrice.
Nella povera cajYpella dell'Istituto di Mornese,
accanto ali'altar maggiore dedicato all'Addolo-
rata, la 1l1azzarello aveva collor.ato il quadro
dell'Ausiliatrice che Don Bosco le aVef.'O in<i,•iato
da Tori110. Oli, qrumle 't'Olie la Beata, dinanzi li
quel quadro, supplicò la Ve,-gi11e cl~ voltsse es-
sere Lei lo vera Madre dltle sve Figlie l la Sup~-
riora generale dell'Istituto! E qu<"sta sua pre-
ghiera lo trt,ducC'i,a in un gesto di filùde co11Ji-
den':fa: ogni Stra deponeva ai piedi dell'Ausilia-
trice la chiave della cmcz. Oggi, ai piedi dell'Au-
siliatn"ce e sotto il suo sgilardo maLemo è deposta
essa stessa nei suoi resti mortali, e dal ciclo i11voca
a11cora sili/e sue Figlie la protezio14& di tanta
Madre!
I quadri con episodi storici de lla vita
della Beata.
Anche le pareti ai fati dtll'altare sono rico-
pttte di marmi· preziosi ed arricchite di figure
scolpite o artisticamente ritralfe su tela.
l'ì u11a festa di colori. Una larga fascia di fior
di pesco, leggtnnente contornata da a/Ira di
giallo Mori, gira tutl'intomo alla parete: i11cor-
11iria S11perior111r,1te i qulltb-i con ef1'isodi della
vita della Beata e in basso racchiude le efegonti
nicchie di bell'onice di Sù:na a macchia operla
e segnate a spicchi da strisc-ie di rosso del Gàrda.
Le nicchie sono aT!a lor v..·olla inquadrate da
34°

1.4 Page 4

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ima seconda e più vivace fascia di fior di J>esco
e da altra più ampia di man110 portasanta. Due
angeli artisticammte scolpiti e riccamente dorati,
guardano dalle nicchie fa pala dell'altare.
IntMessantisrimi i quath·i dtl Crida che ria,r-
dano d,,ue importanti avoenimenti della vita della
1Wa-:::1arello.
J,i q,,ello a sinistra è 10pprrse11tata l'elezi.011e
della Beata a Srtperiora generale dell'Istituto
delle Figlie di Maria i1.rtsi/iatrice, Q!O'lJenuta a
Mornese il 15 giugno 1874, prrsente Do11 Bosco.
Il q1tad10 a rkstra ritrae la scma dell'udien:::a
pontificia concessa da Pio IX, il 9 novembre T877,
alle prime Suo,·e che da Jllomese partivano per
le missioni d'America. Esse erano accompagnate
dalla llladre Jllazzarello e fttrono presentate al
Santo Padre da Don Gi()'l)a1111i Cagliero che da
poco era ritornato in Italia e che doveva divM1-
tare l'apostolo della Patagonia, primo t•escovo
e primo cardinale della Società Salesiana.
Il disegno dell'altart e la sistt>mazio,w d11lla
cappella sono opm·a dell'architetto salf'sia110 Giulio
Valotti, che ha arricchito la basilica di 1m nuovo
gioiello artistico.
I f ortunat.i che ogm· gum10 ha11110 la pos$ibi-
lità e la gioia di pregare nel devoto sa11tuario
ddl'Ausiliatrice, i fedeli che vi ace-0rro110 sempre
pùì wm1erosi, il p1,bblico che si affolla iniomo agli
altari particolarml'1lte nei giorni festivi, le schiere
di pellegrini che da ogni parte vengono e verranno
ad implorare la prote..,"'ione della Vergine Santis-
sima, si f er11u•rat1110 d'ora imum:::i anche dava11ti
alfa cappella della Beata lvlaz~arello, 11011 solo
plr ammfrare il 1nom11ne11to che, con manni, ori
e bro11,zi, l'amore e la riconoscenza della Famiglia
Salesiar1a le ha in11alzato, ma soprattutto per
pregarla onde ottenere per la sua intercessione le
gra,.,"'ie desideratr.
Crociata missionaria
Borse complete.
llorsa GARDELLONE C/IV. GIOVANNI
Somma prc<:.: 10.3:z5 - Magliano Laura Maria,
Torino, a compimento, come da disposizione te-
~tamentaria, .10.000 - Tot. L. 20325.
Borse da completare.
Borsa M.4MMA MARGHERITA (3~) - Somma
prc:c.: 1035,75 - Oehionatti Maria, 10 - Riccio
Luigi, 10 - Tot. L. 1855,75.
Borsa MARIA AUSILIATRICE (29•) - Somma
prec.: 1273,10 - Au1tusta Pangrazi, 50 - I. ì\\lf.
I., 30 - Tot. L. 1353,10.
Borsa MARIA AUSILIATRICE, a cura del Cav.
D'Urso Sebastiano - Somma prec.: 4220 -
Tieri Te.resa, 10 - Tot. L. 4230.
Bo.-sa MARTA A USILTATRICE E S. GIOVA NNl
BOSCO (6") - Somma prec.: 16457 - Pcdrusu
Delfina, 30,30 - NarduZ1.o Severina, - Pa-
viato Egilda, 10 - Tot. L. 16502,30.
Dorstt l'EDUSSiil. DON LUIGI - Somma prec.:
5563,35 - C. V. Volterra, 51,6o - E. L., 5 -
Silvia Manzi, 30 - Diomira Mannucci, 10 -
Spinelli Ida, ro - Sofia Bruni, ro - Marietta
Bruni. s - Giorgi Lidia, 10 - Famiglia Fivizzoli,
4,6o - StefaninaPelo, 5 - Berti.Lucia, s - Cor-
tèSi Elvira, 10 - I. G. Volter.-;, 5 - Cardellini
Augusta, 25 - Tot. L. 5749,55.
Eorsa PERARDI C1lV. LUIGI, CAPITANO DE-
GLI ALPINI - Somma prec.: 27ro - Avv.
Emilio Perardi, 500 - Tot. L. 3210.
Borsa PEDRANI - versamento, L. 10000.
Borsa REGINA DEL SOGNO - Somma prec.:
6640 - Antonio Velia, 5000 - Tot, L. n640.
Bocsa ROMANO PROF. DOTT. BENEDETTO,
a curo di D. R. Cuneo - veraamento, L. 10000.
Dorsa RUA DON MICIIELE (4") - Somma
prec.: 60 - P. Ferrnris, 100 - Borsalino lrma, 1co
Tot. L. 260.
Borsa RUIZ ELISA DI ARUBA - Somma prec. :
4500 - Ter.<() versamento, 1550 - Tot. L. 6oco.
Boraa S -'1VTO DOMENICO (4•) - Somma prec.:
12289,30 - Agradi Mariuccia, s - Tottrle
L. 12:u;4,30.
Boraa S. CUORE DI GESÙ CONFIDO IN VOI
(3&) - Somma prec.: S832 - Snc. Salvatore Con-
sig)iQ, 25 - Tot. L . 8857.
Borsa S. CUORE, MARL4 AUSILIA1'R1CE,
DON BOSCO - Somma prec.: 145 - Sac.
Salvatore Consiglio, 24 - Fiorasi Maria, 10
Aida Riccardi, 7 - Fontanari Umberto, s -
Guido Mari:, Sardo, 25 - Tòt. L. zr6.
Borsa S. GIUSEPPE, ALTO ORINOCO, a cura di
Mons. De Fermri - Primo \\'e.rsamentc,, L. r4R28.
Borsa S. GIUSEPPE (J•) - Somma prec.: 17642
- Pardo Prof. Michele, 130 - Tot. L . .17772..
Borsa S. GIOVANNI BOSCO (s") - Somma
prec.: 1450 - Anru1 Saccone, 12.5 - DracceLJj
Ubaldo, 50 - Suor Raffaella Galassi, 5 - Rodo-
mont.? Cappelletti, 10 - Felice D'Anidlo, 10 -
Giardini Vittoria, 15 - :\\forchetti Lucia, 50 -
Rigolctti Rina, 10 - Unia Marta, 32. - Anna
Canonica, 50 - Gli inquilini in memoria del
sig. Antonio Puddu, padre del nostro coopcrutou
Dott. Arturo, Roma, L. 2+5 - Tnt. L. 2052
Bors11 S. FRANCESCO DI SALES (2•') - Sommn
prec.: 10264 - Lami Guido, 100 - Tot. L. 10364-
Borsa S. RITA DA CASCIA - Somma prec.:
3171 - Protti Giuseppina, 10 - Tot. L. 3181.
Borsa S. TERESA DEL BAMBINO GESU (11•)
- Somma prcc.: 7560,6o - Dott. Massern Dino,
so - Tot. L. 7610,6o.
Borsa SISTO DON COLOMBO - Somma prcc..
200 - Pozzi Francesco, 100 - Tot. L. 300.
Borsa VOSTI DON SA.Jl.1.UELE - P. F., L. 100.
341

1.5 Page 5

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IN FAMIGLIA
La consacrazione dei nostri Ve-
scovi.
La domenica 29 ottobre u. s. festa di N. S.
Gesù Cristo Re, il Santo Padre Pio XII, con
rutta la solennità del rito, nello splendore della
Basilica Vaticana, ha consacrato dodici nuovi
Vescovi missionari, scelti fra i pii) diversi po-
poli e le più varie stirpi, per inviarli, rivestiti
della pienezza del sacerdozio, alle lontane terre
di missione a diffondere e consoli(lare il Regno
di Cristo. Fra i dodici, il nostro nuovo Vescovo
di Krishnagar (I ndia), S. E. Rev.ma Mons.
Luigi Laravoire Morrow.
Gli altri undici, le LL. EE. Rev.me: Mons.
Rocco Ag11iswami, della Compagnia di Gesù,
Vescovo residenziale di Kottar (India); Mons.
lg11a.,,o Ramarosa11dratana, del clero secolare,
Vescovo titolare di Tiava, Vicario Apostolico
di Miarinarivo (M;idagasear); Mons. Giuseppe
Kiwdnul~a, dei Missionari d'Africa, Vescovo
titolare di Tibica, Vicario Apostolico di M3-
saka (Uganda); ~Mons. GiQ'Vanni Larregain,
della Società delle Missioni Estere di Parigi,
Ves.covo titolare di Aricanda, Vicario Aposto-
lico di Yiinnanfu (Cina); Mons. Giacomo Colbert,
del clero secolare, Vescovo titolare di Olbia,
Vicario Apostolico di Port Elizabeth (Sud
Africa); Mo11s. Enrico J\\llartino Mekkelholt, d-=i
Sacerdoti del Sacro Cuore (St-Quentin), Ve-
scovo titolare di Atira, Vicario Apostolico di
Palembang (Isola Sumatra, Indie Orientali
Olandesi); Mons. Guglielmo O'Shea, della So-
cietà Americana per le Missioni Estere di Mary-
knoll, Vescovo titolare di Naisso, Vicario Apo-
stolico di Heijo (Corea); Mons. Tommaso Tièn,
della Società del Verbo Divino, Vescovo tito-
lare di Ruspe, Vicario Apostolico di Yangku
(Cina); Mons. Biagio Sigibaldo Kllrz, dei Frati
Minori, Vescovo titolare di Terenuti, Vicario
Apostolico di Kokstad (Sud Africa); Mons.
Urbano Mor!io11, dei Missionari d'Africa, Ve-
scovo titolare di Tarasa di Numidia, Coadiu-
tore con successione di S. E. R.ma Mons. Vit-
tore Roelcns, Vicario Apostolico di Baudoin-
ville (Congo Belga); Mons. Fra11cesco Bene-
detto Cialèo, dei Frati Predicatori, Vescovo re-
sidenziale di Mult:in (India).
Assistevano il S. Padre come Vescovi con-
consacranti le LL. EE. Rev.me Mons. Celso
Costantini, Segretario della Sacra Congrega-
zione di Propaganda Fide, e Mons. Enrico
Streicher, dei Missiona~i d'Africa, già Vicario
Apostolico dell'Uganda. Cardinali, Arcivescovi,
Vescovi, dignitari ecclesiastici insieme al Corpo
Diplomatico, a personalità e rappresentanze
d'ogni nazione gremivano l'abside ed una folla
cosmopolita innumerevole s'assiepava nella
navata centrale e nelle crociere donde poteva
~eguire tutta la sacra cerimonia radiodiffusa
dagli altoparlanti. La Famiglia Salesiana era
rappresentata dallo stesso Rettor Maggiore,
dal Prefetto Generale, dal Procuratore e da
numerosi Confratelli e Figlie di Maria Ausi-
liatrice con distinti Cooperatori ed ex-allievi.
Al termine cl.ella funzione, il Santo Padre
scese, cogli Em·nentissimi Cardinali e coi nuovi
Vescovi alla tomba del Principe degli Apostoli,
ove, dopo fervida preghiera, cantò l'orazione
Pro pace per impetrare ai popoli travolli dalla
guerra il sospirato dono deUa pace. Compiuta
l'intronizzazione, Sua Santità tenne in latino
un'elevata omelia illustrando la missione dei
nuovi Vescovi per la salvezza e la felicità del!e
anime nel trionfo del Regno di Cristo.
Felice l'uomo - Egli disse - che obbedisci'
alla legge di Cristo e uuiforma ai su(Ji co11umdi ed
alle ispirazioni della sua grazia, tutto e-io che
pensa e opera. L'anima di w, tale uomo, umile
nella prospen'tà e tr{lfzq14illo nelle s,m,ture, sa··à
ir-raggiata dal puro l1lme della Fede, e rallegrata
da tma serena leti::::ia; la sua volontà, riscaldata
dalla carità verso Dio e verso il prossimo, si lancia
verso opere glon·ose; ed anche le stesse me•nhra
dt l corpo, divenute slr11me11ti di azioni sante,
stan.110 soggette ed obbediscono all'anima.
Beute le f mniglie, m/le quali domina il giustis-
si:1110 scettro di Cri.sto Re. Queste in/atti sono ce-
mentate da un vice,uievol,e a,oore, sono rafforzate
da un mirabile ordine, godono pare e prosperità,
e si allietano di mm1erosa figliolanza su mi ri-
pone la patria le sue migliori speranze, ed in cui
rivivono gli esempi della virtù dei padri, in una
costante imitazione.
Felicissimi poi quegli Stati, che stahilìscono
leggi i.spirate alla dottrina del Vangelo, e 110n si
rifiutano di prestare pubblico ossequio alla 111a,•stà
di Cristo Re. In tali Nazioni infatti gli interessi
e le mtlt11.e relazi<mi, dei cittadini sono armoniz-
zate secondo le 11orme Mila morale e della giu-
stizia: in esse ,ion si conos. e tirannia, nè vien
me110 il rispetto verso l'autorità, 11è manca quella
giusta libertà che è dovuta alla dignità dell'umana
persona; in esse infine in vfrttì della c/Jncordia,
cresce la potenza e si compiono grandi imprese, e
ogni cosa b11ona riceve sempre maggiori sviluppi.
Se aà,mque il ric<moscere la regale dignità di
Cristo, e l'attttartie fJolenterosamente i precetti
sia nella vita pubblica che in quella privata,
342

1.6 Page 6

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S. E. Mons, Laravoire Morrow, Ve,,co,•o dJ Krlshnagar.
S. E . .Mow.. Luc310, Vkarlo Apostolico di D,rna.
Rom:1.• ll Santo l'aclrc rio XU ln1rcniaa I dodici Vescovi n1issionad da Lui consacrau.
(Muo~. L.ara,·olre è U secondo da slnls.r.i).
343

1.7 Page 7

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arreca tanti e si grm1di benefici ai singoli citta-
di,1i, è assolutamente necessario, Venerabili Fra-
telli·e diletti Figli, che tutti coloro che si gloriano
del 11ome di afrtia11i si sfor:m10 secondo le pro-
priP possibilità di pattare il loro contrib11to al
raggi,mgimmto di questo importantissimo scopo.
E ciò sptcialmente ai giorni nostri, mentre gli
uomini, tr<>'PPO spesso assorbiti mll'at,·ida rice,ca
delle cose terrene, sono distolti dal t;mueguimento
dei beni celesti: di ma11iera che ~ il regno di ve-
rità e di uita, il regtt.o di santità e di grazia, il
regno di giustizia, di amO'Te e di pare » o viene
negletto e dimenticato, o del tutto infeliceme,1te
respinto.
Che se co11 animo potei no esortiamo tutti i p,e-
$l!11ti ad attuare q".esti santi propositi, i,1 modo
speciale esortiamo voi, che oggi, qui nella maestà
della Basilica Vaticana, presso il sepolcro del
Principe degli Apostoli, abbiamo imialz.ato alla
dignità episcopale. Come tm giomo il Divino
Redentore mandò una piccola schiera di Apostoli,
pn'va di ogrti mezzo umano, a conquistare l'i11-
tl'To tt101Jdo, non c011 la f or:za tklle armi, 111a cm,
la potenza della ·verità e della carità, così Nui
oggi, clze teniamo mila terra le di Lui veci, man-
diamo 'l;'Oi dodici araldi della divina pccrola; voi
che, 11011 aJ>l>oggiati mlle VJOstre o sulli• altmi
forze, ma jidl.'11ti unicamente i11 quella gra:::ia
divi11a rhe trasforma gli animi, dQVrete, a cos-to
di q,,alunque sacrificio, re,ide,p partecipi della
dottrina eva11gelica e della dviltcì cristiana tante
Nazim1i, lontane nello sptaio, ma così 1.:ici11e al
Nostro cuore.
Spettacolo gra,ule invero - conchiuse - è
quello che, per il fausto awenimento odierno, la
Nostra mente affisa e che, commovendo viva-
merite il Nostro animo, lo co11sola c011 la spe-
ranza di abbondanti futuri fruUi. Mentre in-
/atti, col volgere degli amu· e con l'alttrna vi-
cenda degli avuemmniti, innumerevoli cose sor-
gono, crl'scono e cad01w, poi, 11111tate e rùmO'Date
,movarrunte emergono, oppure, del tutto co11~mte,
pruipitano e periscono, la Chiesa Cattolica in-
vtce non è scossa dai flutti del tempo, non è
vinta dalle difficoltà, mm è tramutata dalle in-
calzanti flicetule, ma avanza con passo fermo
e sicuro, ed ancor oggi,, per la sua vocazi<me
l missione divina, compie per il bem del ge-
11t'fl' uma11O quanto già compiva vmti secoli or
sono. E mentre i desideri di cose terrene, gli
odi intestini e le gelosie troppo spesso scindono e
dividono g li animi degli 1,umini, la Chiesa di
Dio, madre amantissima di tutti i popoli, abbrac-
cia con immensa carità tutta l'umat1a famiglia,
senza distinzione di stirpe e di grado, e pr=de,
sia con la preghiera che con l'opera esterna, alla
salvezza e alla vera felicità di tutt;...
L'indomani i neoconsacrati furono ricevuti
in udienza privata. Il Santo Padre fece dono
a ciascuno d'una croce pettorale e d'una co-
spicua offerta pe.i bisogni delle loro missioni.
Nel pomeriggio vennero festeggiati al Collegio
U rbano di «Propaganda Fide», ed al magni-
fico discorso di S. Eminenza il Cardinal Pre-
fetto Pietro Fumasoni-Biondi rispose, rin-
graziando a nome anche degli altri Vescovi,
il nostro Ecc.mo Mons. Laravoirc-Morrow,
cui la Famiglia Salesiana tributò solenni di-
mostrazioni nel nostro Istituto Sacro Cuore.
Solenne e commoventissima fu pure la con-
sacrazione del nostro Vicario Apostolico di
Dema S.E. Mons. Giovanni Lucato nella sua
parrocchia dedicata a Nostra Signora della
Neve a La Spezia, il 5 novembre. Compì il
sacro rito iJ Vescovo di La Spezia S. E. Mons.
Giovanni Costantini, assistito da S. E. Mons.
Candido Moro, Vicario Apostolico di Bengasi
e dal nostro Ecc.mo l\\fons. Salvatore Rotolo.
Il Rettor Maggiore, tornando da Roma, sostò
espressamente a La Spezia per la funzione che
gli rinnovò la gioia della domenica precedente.
Il vasto tempio, sfarmsamente addobbato
ed illuminato, era gremito dai parrocchiani e
dalle rappresentanze. Appositi altoparlanti
provvidero a soddisfare la folla dei fedeli che
non potè entrare. Ai primi posti erano S. E.
il Prefetto, colla mamma ed il fratello di Mons.
Lu.sato; il Federale; il Podestà, l'Ammiraglio;
le altre autorità civili, politiche, nùlitari, am-
ministrati,·e e scolastiche; il Podestà di Cor-
nedo Vicentino col rev. D. Albioro; le presi-
denze delle Associazioni <li Azione Cattolica,
dei Cooperatori e dc,gli ex-allievi. In presbi-
terio, tutti i Parroci della città. li sacro cito
si svolse fra la più viva attenzione dei fedeli,
che dall'emozione passarono all'entusiasmo al
momento dell'intronizzazione e della prima
benedizione del nuovo Vescovo. Applausi ir-
refrnnabili Io accompagnarono in tutto il per-
corso della navata centrale. S. E. Mons. Co-
stantini in una elevata omelia rievocò i sogni
e la missione di Don Bosco, le visite del Santo
a La Spezia, e ne trasse auspici di benedizione
pel figlio prediletto che dalla parrocchia di
N. S. della Neve, nella pienezza del Sacerdozio,
fu chiamato a reggere il Vicariato Apostolico
di Dema irrorato dai sudori e dal sangue dei
martiri e dall'apostolato dei Padri Francescani.
Dopo 1a funzione, l'Azione Cattolica offerse al
nuovo Vescovo un ricevimento nel salone par-
rocchiale e la memoranda giornata si chiuse
nel pomeriggio con discorso di S. E. Mons.
Rotolo e la benedizione eucaristica pontificale
impartita da S. E. Mons. Lucato.
344

1.8 Page 8

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NOVARA - Inaugurazione della
cappella e dell'altare di San
Giovanni Bosco.
Il 24 settembre u. s., dopo un tri-
duo predicato da Mons. Lino Cas-
sani, nel nostro Santuario di l\\Iaria
Ausiliatrice, vepne solennemente
inaugurato l'artistico altare dedicato
a S. Giovanni Bosco, e la devota
cappella tanto cara ai giovani ed ai
fedeli.
Un vero gio:ello d'arte ·n cui lo
scultore Domenico Pecora, dai ca-
pitelli delle colonne mnggiori, agli
angeli che reggono la cartella al
sommo dell'altare, ai mosaici fioren-
tini preziosissimi, ha diffuso i colori
con una diligenza e con urut discre-
zione veramente geniale I fiori dei
pannelli hanno una policromia cosi
secca e timbrata che si direbbero
anche per qu~to, oltrec.hè per la
resa tecnica, opera di pittura; tutto
l'alt.are canta, nella luce dei bian-
chi, nelle variazioni dei gialli, del
rubro, dell'oro, i toni più soffusi
e lievi. Le colonnine del ciborio,
in onice de! Messico, sembrano
di cera e qua;si non sopportano
i! peso del diadema d'oro con cui
esse incontrano La cornice del ta-
bernacolo.
La pala dell'altare dipinta dal
Dalle Ceste con una lievità di ma-
no che è tra spuma e nube, ritrae
il Santo assistito da Don Rua in
atto di dare la Comunione al giovi-
t-.o,•nra. • L'artistica cappella di S. Giovanni Bosco.
n ~tto Domenico Savio. Moderni di
un sintesismo prossimo alh tradizione classica, pallidamente policromi. I preziosi mosaici fio-
sono gli altorilievi maggiori, quelli minori del- rcntioi che decorano l'altare ai lati del cibor o
l'angelo che legge il Vangelo e dell'angelo e le lesene a fianco delle due colonne maggio: i
che prega, il bassorilievo sulla porta del ci- form.mo ricchissimi fregi con foglie e frutti di
borio. Il primo trittico rappresenta la carità, querci1, tralci d'arancio fiorito, rose, caprifoj!I;,
la fede e la speranza; il ~ccondo l'obbedienza, passiflore, olivi e lauri. Tutta la base del-
la castità, la povertà.
l'altare a filo della Sacra Mensa ha la cornice
Le figure sono chiuse in una veste di pacata in mosaico fiorentino e rosì pure è di mo,-.aico
castità, gli altorilievi si valgono di reminiscenze la fascia del primo arco al cui sommo si svolge
robbiane, senza attenuare il carattere perso- il cartiglio col motto di Don 13osco. Un ri-
nale dello scultore. Tra le altre figurazioni fa quadro di nodi di paJrru e d'olivo d~corl! la
Povertà è accanto a un pozzo e la corda sembra fascia che incomicia il dipinto. Se è vero che
un rosario lasciato cadere alla ricerca delle fonti l'architettura è la crist:ùizzazione di un pen-
che dissetano.
siero, a questo deve aver pensato Domenico
Al primo sguardo l'occhio corre in alto al Pecora: alla vita um..ma di Don Bozco e alla
centro della più alta cornice, ove l'insegna cli sua missione divina. P erc:ò su u na architt.ttura
Don Bosco è sostenuta da putti bellissimi, che del periodo aureo fanno fregio di limpidi volti,
1:ospendono suIla Sacra Mensa festosi tralci di canti ~ sorrisi, legioni di angeli. Sopra an-
345

1.9 Page 9

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cora, su la chiave dell'arco, una conchiglia, da
cui sorge il simbolo della croce, è fermata da
due testine cli angioli oranti e s'adorna alla base
con festoni di olivo e foglie di acanto.
Dal sommo l'occhio discende alla base
dell'altare: su la pala un delicato bassori-
lievo ritrae Don Bosco fanciullo in mezzo
al suo gregge nel sogno fatidico; s'accenna
lontano un paesaggio di montagna che ap-
pare, come tutta la scena, in nna visione.
Nel cielo l'immagine cli Maria S8. Aunilia-
trice svela il miracolo per cui i lupi, già lan-
ciati a predare, si mutano in pecore. Intorno
al bassorilievo un ricchissimo motivo affaccia
visi d'angeli su un festone che intreccia petali
di giglio, spighe di grano e grappoli d'uva.
Due piccole colombe portano col becco ra-
metti d'ulivo. Le quattro colonne di marmo
intagliato che reggono la mensa s'adornano
di foglie d'ulivo graziosamente stilizzate e i
capitelli d'oro h81'no a corona una teo1 ia d'an-
geli cantori. Ai lati della pala i due bassorilievi
d':mgeli oranti. Sui pilastrini che sostengono le
basi delle grandi colonne laterali, altri due bas-
sorilievi a trittico. Le due colonne maggiori
hanno ancora sui capitelli una teoria d'angioli
daii festoni dei quali prende significazione il
simbolo del trionfo pienamente espresso nel-
l'arco che le congiunge. Tutto l'altare è di puro
stile cinquecentesco e alterna il marm<> sta-
tuario di Carrara, al broccatello di Siena e al
rosso di Francia con cui son costruiti i pilastri
delle colonne maggiori.
Un particolare cenno merita il ciborio la cui
architeltura è quella di un tempietto classico:
il frontone che accoglie l1D bronzo ceseUato e
dorato sul quale angioli genufl.:ssi adorano
l'Eucaristia, è retto da due sottili colormine
d'onice terminanti con capitelli di bronzo do-
rato su cui occhieggiano volti d'angelo. Anche
i pilastrini di contrasto sono d'oniCf!. Sulla
porticina del ciborio il bassorilievo con l'im-
magine del buon Pastore.
Ad onore della Beata Mazzarello.
ITALIA
A Borgomasino. - Borgom."lsino, che vanta
una delle ultime case delle Figlie di Maria
Ausiliatrice fondate da Madre Mazzarello, ha
tributato alla Beat,1 solenni festeggiamenti dal
21 al 24 set~embre u. s. nella restaurata chiesa
parrocchiale artisticamente addobbata., illumi-
nata e decorata dei grandi arazzi della bea-
tificazione. Predicò il triduo mattino e Eera
Don Paolo Giacomuz-ti che trovò la popola-
zione già tutta infervorata dallo zelo deU'Arci-
prete Teo!. Barbero. Alle funzioni della feHa
intervennero tutte le Autorità e Gerarchie.
_Una vera Comunione generale precedette la
Messa solenne celebrata dal!'Arciprete e can-
tata egregiamente dalla cantoria parrocchiale.
La giornata si chiuse con un'imponente pro-
cessione e con un'accademia musico-letteraria
nel salone dell'Asilo. Col clero locale erano
anche i Provinciali dei Domenicani e degli Sca-
labriniani, ambedue ex-allievi dell'opera delle
Figlie di Maria Ausiliatrice.
A Pella N ovarese la I3eata Madre ebbe pure
il suo trionfo dal 21 al 24 settembre. Tutto il
paese, preparato dallo zelo del Rettore D. Ra-
vedoni, ha testimoniato la sua divozionc inter-
venendo in massa alle funzi<>ni ed alla predica-
zione del triduo e dando alla Comunione gene-
rale il carattere d'una seconda Pasqua. li giorno
della f~ta concorsero al decoro delle sacre fun-
zioni il Rettore e vari profess<>ri del Seminario
cliocesano di S. Giulio. La scuola di canto par-
rocchiale accompagnata all'organo dal Can.
Anichini, e la banda del Dopolavoro svolsero
magnificamente il loro programma. La fe3ta
culminò nella pittoresca processione che, co-
steggiando il lago, trasportò il quadro della
Beata dalla chiesa parrocchiale alla Casa delle
Figlie di Maria Ausiliatrice. Il predicatore
D. Favini chiuse la giornata con una Confe-
renza sulle Opere salesiane allietata dal canto
degli irmi e clelle lodi alla Beata Madre nel
cortile dello stesso Istituto.
A Verona le feste si son svolte nella cappella
del nostro Istituto dal 10 al 14 maggi<>. Predicò
il triduo Padre Bcntivoglio dei Francescani.
Grandissima l'affluenza di fedeli a tutte le fun-
zioni con partecipazione di Collegi ed Istituti
della città, rappresentanze di sodalizi e ordini
religiosi.
Dopo la Messa della Comunione generale ce-
lebrata dall'Ispettore D. AntoJ'\\i<>li, celebrò per
gli Istituti femminili Mons. Zcnati. Alla Messa
cantata assì&tette pontificalmente S. Ecc. Mons.
Girolamo Cardinale, Vescovo diocesano. La
Schola canlomm dell'Istituto eseguì le parti
variabili e la Messa dello Stehlc Salve
Regi11a.
Nel pomeriggio, dato lo straordinario con-
corso cli popolo, furono installati vari altopar-
lanti che pennisero cli seguire le funzioni dalle
adiacenze della chiesa. Dopo il canto del Ji1a-
gnificat tenne il panegirico il filippino Padre
Giulio Bevilacqua di Brescia.

1.10 Page 10

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Segul la Benedizione Eucaristica impartita
da S. Ecc. Mons. Vescovo.
La folla intervenuta, prima di lasciare l'Isti-
tuto sostò dinanzi alla ricostruzione della ca-
setta di D. Bosco e nella visita alla Mostra
Salesiana.
A Rimini la festa, celebrata nella nostra
chiesa parrocchiale il 1 2 marzo u. s., fu pre-
ceduta da un triduo predicato mattina e sera
dal Direttore dell'Istituto salesiano <e Penna-
Ricci » di Perugia, Don Arturo Carìa. Anche i
fanciulli delle scuole elementari ebbero, nei tre
giorni del triduo, un'apposita predicazione
tutta per loro.
Straordinario il concorso dei fedeli, special-
mente nel giorno della festa, in cui l'affluenza
alla santa Comunione la fece sembrare generale
ad ogni Messa.
Il venerando Vescovo S. E. Mons. Vin-
cenzo Scozzali si degnò di celebrare la Messa
delle ore 8, accompagnata dal canto di sacri
mottetti, eseguiti dalle oratoriane delle Figlie
di M. Ausiliatrice, ed illu<1trò con la sua pa-
terna parola l'umile figura della nuova Beata.
Alle ore 11 pontificò solennemente S. E.
Rcv.ma Mons. Basilio Trifone, Abate benedet-
tino. I cantori dell'Istituto salesiano eseguirono
la parte musicale con accompagnamento cli
t>trumenti ad arco.
Nel pomeriggio, dopo il canto dei Vespri
solenni, l'oratore del triduo tenne il panegirico,
a cui intrecciò il pensiero dell'incoronazione
di S. S. Pio XII avvenuta nella mattinata; e
S. E. Rev.ma Mons. Trifone impani la Bene-
dizione Eucaristica, seguita dal bacio della
reliquia della B~ata.
Le feste si conclusero con l'illuminazione
della chiesa parrocchiale e con un'accademia
tenuta nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausi-
liatrice dalle loro alunne e oratoriane, e onorata
dalla presenza di S. E. Rcv.ma Mons. Trifone e
da illustri personalità cittadine.
A Macerata le feste si svolsero dal 2 r al 23
aprile u. s. nel tempio di S. G. Bosco, annesso
aJ fiorente Collegio salesiano della città. Il
nostro Don Gaggino, che in preparazione alla
festa della Beata aveva già dettato un corso di
Esercizi Spirituau alle giovanette dell'Orfano-
trofio « Buon Pastore n affidate alle Figlie di
1\\IL Ausiliatrice, tenne pure la predicazione del
triduo, in cui si susseguirono Comunioni gene-
rali, Messe cantate e funzioni vespertine ono-
rate dalla panecipazione dei Canonici del
Duomo.
Il giorno ddla festa l'Ecc.mo Vescovo Mons.
Argnani celebrò la Messa della Comunione
generale, additando all'imitazione dei fedeli il
fervore eucaristico della Beata.
Anche le funzioni pomeridiane furono illu-
strate dalla presenza di S. E. Rev.ma Mons.
Vescovo, il quale, dopo il pan.egirico tenuto
dall'oratore del triduo, e il canto del Te Deum,
imparti la Benedizione Eucaristica.
Durante il triduo eseguirono scelta musica
sacra le scuole di canto dell'Istituto salesiano e
dell'I stituto P rovvidenza, nonchè le orfane del-
l'Istituto « Buon Pastore,,, dirette dal M.o Li-
viabella.
A sera, grazie al cortese interessamento dj
quella Spett. Amministrazione, l'orfanotrofio,
situato in uno dei punti •migliori della città,
venne graziosamente illuminato.
A Pavia nella chiesa di S. Maria delle Grazie
il Direttore dell'Oratorio salesiano, D. Augusto
Raschi, predicò il triduo, concluso il giorno
4 giugno u. s. con unà solenne festa, in cui
fece candida ala, accanto all'altare, la schiera
dei bimbi del Nido Vittorio Emanuele III,
affidato alle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Numeroso il concorso dei fedeli e l'affluenza
alla Santa Comunione durante tutte le Me~se.
A queHa cantata, la Schola Cantomm di San
Primo, interpretò la Missa II Pontifìcalis del
Perosi.
Nel pomeriggio, dopo le fUJ1zioni religiose,
alle quali intervenne il Vicario Generale Mons.
Carlo Maiocchi, che tenne il panegirico della
Beata e impartl la Benedizione eucaristica, le
feste si chiusero nel ~alone dell'Oratorio sale-
siano con una riuscitissima accademia eseguita
dai piccoli del uNido~ con mirabile grazia e
spontaneità.
A Vigevano, negli stesr,i giomi dal al
4 giugno nel santuario dell'Immacolata predicò
il triduo ju onore della Beata il rev.mo P. Cei.
Imponente l'affluenza dei fedeli in tutti e tre
i giorni, specie nel di della festa, in cui il san-
tuario presentava l'aspetto delle maggiori solen-
nità. La santa Comunione fu veram.nte gene-
rale. Tenne il panegirico il rev.mo P. Balduzzi,
e onorò con la sua presenza la funzione pome-
ridiana lo stesso Ecc.mo Vescovo Mons. Gio-
vanni Bargiggia, il quale, dopo aver impartita
la trina Benedizione eucaristica, passò a visi-
tare il Convitto operai.e e l'Oratorio femminile
diretti, da quasi quarant'anni, dalle Figlie di
Maria Ausiliatrice, compiacendosi di ammirare
il crescente sviluppo di quelle opere, «che -
come egu disse - onorano veramente la ciuà
di Vigevano>>,
3 47

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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A Cogno cli Brescia, ove da trent'anni le più di 100 chilometri, e per lo più jmpervi.
Figlie di Maria Ausiliatrice attendono all'edu- Tutti gli altri aderirono affettuosamente.
cazione della gioventù femminile con un Con- Diresse il convegno il nostro Don Fasulo, il
vitto e l'Oratorio festivo, la festa in onore della quale ne illustrò gli scopi, il tema e i car.atteri;
Beata si celebrò 1'8 ot1obre. La popolazione portò il saluto del Rettor Maggiore e presentò
venne preparata da un triduo predicato da un il nuovo Direttore Diocesano dei Cooperatori
Salesiano del Collegio Don Bosco di Ve1ona. di Potenza, Mons. Vincenzo d'Elia.
Celebrò la Messa della Comunione generale lo . L'Ispettore Salesiano Don Festini espose
zelante Curato. Cantò quella solenne il Guar- quindi il programma tracciato dal Rettor Mag-
diano dei Cappuccini dell'Annunziata assistito giore in preparazione al centenario dell'Opera
da un eletto stuolo di sacerdoti della Vicaria. Salesiana, e diede un interessante resoconto del
Nel pomeriggio, Vespri solenni, benedizione lavoro già fatto e in corso negl'Istituti dell'fapet-
l;!UCaristica e bacio della reliquia. La scuola di toria meridionale.
canto delle Convittrici interne e~guì scelta mu- I temi po3ti all'ordine del giorno furono bril-
sica liturgica. La sera della vigilia e della festa lantemente svolti dal Can. Mauro Dente <li
la facciata del Convitto ,·enne tutta illuminata Tricarico, dal Can. Giuseppe Catalani di Mu-
alla veneziana.
ro Lucano e dal Can. Federico Bévere di
Melfi.
L'assemblea deliberò,
all'unanimità, di ri-
tornare a raccogliersi
nel nome di San Gio-
vanni Bosco, periodi-
camente, almeno ogni
biennio. Commovente
la chiusa di S. E. Mom.
Bertazzoni che ricordò
gli anni della fanciullez-
z:;i passati con Don Bo-
sco nell'Oratorio di To-
rino, ringraziò i Sale-
siani di aver indetta la
1-ctenza. Dlrellori e Decurioni salesiani ln1ervenu1I aJ convegno.
provvida crociata cate-
chistica, ùi averla por-
tata nella Lucania, ed
CONVEGNI DI DECURIONI SALESIANI
invitò tutti, presenti ed
assenti, Cooperatori,
Decurioni, a lavorare
IN LUCANIA
secondo il suo spirito nel campo additato
dal grande Apostolo della gioventù.
Il 24 agosto u. s. si svolsr folicemente a Po- Simili sentimenti di compiacenza, di grati-
tenza, nel Seminario Pontificio, il primo Con- tudine, di incoraggiamento espresse l'Ecc.mo
vegno di Decurioni sale~iani della Lucania, Vescovo Mons. Petroni.
promosso dall'Ecc.mo Vescovo di Potenza e All'agape fraterna offerta ai convenuti nel
Marsico Nuovo, .l\\fons. Augusto Bertazzoni, refettorio del Seminario, al levar delle mense, il
sotto gli auspici dell'episcopato lucano.
Prof. Don Michele Cillo, con una calda, felice
Vi parteciparono personalmente S. E. Mons. improvvisazione, volle rendersi interprete della
Bertazzoni e S. E. Mon5. Domenico Petroni riconoscenza di tutti i presenti per S. Gi.ov.
Vescovo di Melfi, Rapolla e Venosa.
Bo;co e per i. suoi figli.
Inviarono affettuose adesioni l'Arcivescovo Telegrammi di affettuoso omaggio furono
di Acerenza e l'vlatera, l\\llons. Anselmo Pecci; inviati: al Santo Padre e al Rev.mo sig. Don
il Véscovo di Muro Lucano, Mons. Bartolomeo Ricaldone;
Mangino; il Vescovo di Tricarico, Mons. Raf- Don Fasulo coronò la giornata con una confe-
faele Delle Nocche.
renza a proiezioni, sull'opera di S. Giovanni
La panecipazione dei Parroci delle Diocesi Bosco aH'apcrto, nel cortile dell'episcopio, gre-
lucane fu cordialissima. Convennero a Potenza mito di pubblico attorno all'Ecc.mo Vescovo
una cinquantina di essi anche da paesi distanti Mons. Bertazzoni.

2.2 Page 12

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NEGLI ABRUZZI
L ettera di D. Giulivo ai giovani.
Si svolse felicemente il 20 settembre u. s.
nell'Istituto S. G. Bosco di Aquila.
Vi parteciparono, coU'Eec.mo Arcivescovo
1\\fons. Gaudenzio Manuelli, una cinquantina
di Decurioni Parroci e un'eletta rappresen-
tanza di Cooperatori e di Cooperatrici.
Più di 200 le adesioni da tulte le diocesi
degli Abruzzi.
Carissimi,
i11 questo mese di dicembre che ci ricorda il
Natale di Nostro Sig11or Gesù. Cristo, e quindi
l'inizio del grande mistero della nostra Retùn-
:n.'one che fit la missione specifica del Figlio di
Dio fatto uomo, vi propongo il bel programma
di vita che il lvlares~iallo Cadoma traccw in
Colla benedizione, inviarono affettuose let- una lettera-testamento al mo figliolo:
ten: l'Arcivescovo di Chieti e Vescovo di Vasto
S. E. Mons. Giuseppe Venturi, l'Arcivescovo
di Lanciano e Vescovo di Ortona S. E. Mons.
Pietro Tesauri; gli Ecc.mi Mons. Pio M. Ba-
gnoli Vescovo dei l\\11arsi, Mons. Carlo Pensa
Vescovo di Penne e Atri, Mons. Luciano
l\\Iarcante, Vescovo di Valva e Sulmona,
Mons. Epimenio Giannico Vescovo di T ri-
vento.
Diede il benvenuto ai graditi ospiti, ringra-
ziando sentitamente, il Direttore del!'fstituto,
don Michele Purita.
L'ordine del giorno fu trattato in tono di
1, Si ricordi soprattutto m=o figlio che se D:o
ha voluto .fargli la grazia di tante belle doti,
non è punto merito suo; ma sarà inerito suo
- e grande - se, a forza di lavoro, di costanza,
di abnegazione, di caratttre, sen.za insuperbirsi
della buona fortuna e senza avvilirsi nella cat-
tiva, saprà indirizzare tali sue facoltà al rag-
giungimento del fine ultimo dell'uomo che è
Dio: il qual fine non si ottiene se, nel passaggio
attraverso questo mondo, non si ha per norma
continua di tutti i giorni e di tutte le ore ciò
che, con una sola parola, si chiama: il dovere n.
familiarità e praticità.
Magmfico programma, come potete facilmente
Il primo tema: « Necessità d<!l catechismo ?
fu illustrato dall'Ispettore don Evaristo Mar-
coaldi; il secondo: «S. G. Bosco maestro
esemplare cd Apostolo del catechismo i> dal
regolacore del convegno, don Antonio FasuJo;
il terzo: e, La crociata catechistica» dall'Arci-
vescovo Mons. Manuelli.
L'Ecc.mo Presule, chiudendo il riuscito con-
vegno, volle rileva.re con compiacenza e par-
ticolare gratitudine il gran bene fatto dal-
co111pre11dere anche dall'a1utera semplicitt'l dello
stile del Co111a11da11te che seppe essere in tutta la
ma vita« /'1101110 del dovere» fedele a Dio, alla
Patria, alla fa111iglia in tutte le ore. Proponett-
'llelo anche voi coraggiosamente, e vi alle-11erefe
alle twbili battaglie della vita cristiana colla cer-
tezza delle più grandi e decisive vitt()l'ie.
Cw che vi augura di cuore i.l
vostro aff.mo
l'Opera salesiana in Aquila.
Don Gmuvo.
ALi'agape fraterna si
resero interpreti della
comune soddisfazione,
auspicando al successo
della crociata catechi-
stica e alla diffusione
detlo spirito e dell'ope-
ra di S. G . Bosco negli
Abruzzi, il Direttore
Diocesano dei Coope-
ratori, rev. parr. prof.
don Giuseppe Quajan-
nì, e il pn.sidente degli
ex-allievi dottor Elia
Agnifi.li.
Questi sentimenti fu-
rono anche espressi nei
telegrammi di omaggi"
al Santo Padre e al
rev.mo signor Don Ri-
éaldone.
/\\quila. - Direttori e Dccurlonl salesiani intervenuti al con vegno.
349

2.3 Page 13

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Dalla prima Enciclica del S. Padre Pio XII
Gli errori del tempo presente.
Il tempo presente, Venerabili Fratelli, aggiun-
gendo alle dema-:titmi dollri11a1i dd passato nuooi
errori, li ha spinti ad estremi, dai quali non po-
teva seguire se non smarrimento e rovina. E in-
111J.ttzi tulio, è certo che la radice profonda ed ul-
tima dd mali, che deploriamo nella società mo-
derna, è la ntgazione e il nfi11to di ,ma norma
di m-0ralità imii,ersal.e, sù1. della vita ù1dividuale
sia della vita sociale e dellt rela~io11.i 1·11teniazio-
11ali; il misco11oscimento cioè, così difJttso ai nostri
lémpi, e l'oblio della stessa legge naturale, la
quale trova il suo fondamento in Dio, creatore
onnipotente e padre di tutti, supremo ed asso/11to
legislatore, on11isciente e gi·1,sto vindire delle azioni
umane. Quando Dio viene rinnegato, rimane anche
srossa og11i base di moralirà, si soffoca, Q al11uno
si affitvo/i,sce di 111olt6, la voce <h-lla natura, che
insegna, p61sù10 agli i11dotti e alle tribù 11011 per-
venute a civiltà, ciò che è bene e ciò che è male,
il lecito e l'ì/lécito, e fa smtire la rnp· o11sabilità
delle prop,ie azioni davanti a tm Giudice m-
pre11w.
Orbene, la 11Rgazùme della base fondamentale
della moralità ebbe in Europa la ma originaria
rndice 11el distacco da quella dottrina di C,isto,
di mi la Cattedra di Pietro è depositaria e mae-
stra; dottrina, che 1m tempo (l'l)etJa dato roesù;me
spirituale ali' Eu,·opa, la quale, educala, nobili-
tata e ingmtilita dalla Croce, era peml-1iuta a
~al ,,ado di progresso civile da di1Jentare maestra
di alt,i popoli e di oltri contùie:rdi. Dìstaccatisi
imJlce dal 1\\/agistero infallibile della Chiesa, non
pochi frattlli separati so110 arrivati a s()'l)Verti-re
il domma cnitrole del Cristianesimo, la divinità.
del ,Salvatore, accelerando così il processo di spi-
rituale dissolvimento.
Segni di paganesimo.
Narra il santo Va11gelo che quando Gesù venne
crocifisso, si fece buio per tutta la terra (MATT.,
27, 45): spavmtoso simbolo di ciò che avve1111e
e co,itimia ad avvt-nirt' spiritualmente dovu1,q1,e
l'incredulità cieca r orgogliosa di sè, ha di fatto
escluso Cristo dalla vita moderna, specialmente
dalla vita pubblica, e co11 la fede in Cristo ha
scossa anche la fede in Dio. I valori morali, se-
condo i f/1,ali, i11 altri tempi si giudìcavaM I.e
azioni pn·t,ate e pu.bbliche, SOILO andati, per con-
seg1,e11za, come i11 disuso; e la tanto vantata lai-
ci::::::azione della società, che ha fatto sempre più
rapidi progressi, sottraendo l'uomo, la f mmglia
e lo Stato all'ùifl11sso bull!fico e rigtncratore del-
l'idea di Dio e dtl/'insegna11m1to <h-lla Chiesa,
ha fatto riapparire anche in regioni, nelle quali
pi'T' tanti secoli brillaro110 i ft,lgori della civiltà
c,isliana, se111pre più chiari, sempre più distinti,
sempre più angosciosi i seg11i di un paganesimo
corrotto e corrompitore: Quand'ebbero croci-
fisso Gesù, si fece buio (Brev. Rom., Parasc.,
rtspons. V).
Molti forse, 11ell'allonta11arsi dalla dottrina di
Cristo, no11 ebbero piena coscif'fl:::a di venire i11-
g01mati dal falso miraggio di frasi lt1ccicm1ti,
che proclamavano simile distacco q!lale libera-
:::ione dal seroaggio, i7i cui sarebbero stati prima
n"tem,ti; 11è prevedevano le amare co11s1,g1u11.::e
del triste baratto tra la verità, che lihera, e l'er-
rore che astl>rvisce; nè pensavano che, rinun-
z iando all'infi,u.tammte saggia e patenta legge
di Dio e all'unifica,ite ed elevante dottrina di
amore di Cristo, si co11seg11av.,1a,io ali'arbitrio di
una povera ,m,tabile saggez-::a umana: parla-
rono di progresso, quando retrocedevano; di ele-
vazio11e, quando si degradavano; di ascesa alla
malttrità, q11a11;do cadevano in seroaggio; mm
percepivano la vanità d'ogui sfor::::o 11ma110 per
sostit1'ire la legge di Cristo con qualche altra
cosa che la uguagli: divennero fatui nei loro
ragionamenti (Rom., 1, 21).
Afjfovolitasi la fede in Dio e in Gesù Cristo,
ed oscuratasi negli animi la luce de.i p,ùicipii
morali, venne scalzato l'unico e i11sostituibile
fo11dm11.mto di quella sta(Jilità e traruplillit<Ì, di
qu.ell'ordine interno ed 1,stemo,.privato e pubblico,
che solo può generare e salvaguardare la prospe-
rità degli Stati.
Certamc11te anche quando l'Europa era aff,'a-
tellata da idn1tici ideali ricev1.1ti dalla predica-
zione cristiana, non mancarono dissidi, sco,wol-
gi111e11ti e guerre, che la desolaro110; ma forse 11(111
si s-perimentò mai pir, awta111e11te lo scoramento
dei nostri giorni sulla possibilità di comporli, es-
sendo allora viva quella cosci, w::a d,tl giusto e
dell'ingiusto, dd lecito e iùll'illecilo, eh!' agroola
k i11:tese, mentre frena lo scaletiarsi dellt passioni
e lascia aperta la via ad una onesta composizione.
Ai 1Wstri giomi, al contrario, i dissidi non pro-
vengono soltanto da impeto di passione ribelle,
che ha sconvolto i sani principii della morale
privata e pubblica.
L'oblio della legge di carità.
Fra i molteplici errori che scaturiscono dalla
fonte avv~l.e,wta d~ll'agnosticismo religioso e m o-
rale, vogltamo attirare la vostra atte11.zio11e, Ve-
nerabili Fratelli, sopra due in modo partic<>lar,,
come quelli elle rendono quasi impossibile, o al~
35o

2.4 Page 14

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111e11O precaria e incerta, la pacijìca com;ivenza
d/li popoli.
Il primo di tali perniciosi errori, oggi larga-
mente diffuso, è la dimenticanza di quella legge
di 1mta11a solidariaà e carità, che viene dettala
e imposta sia dalla comm1a11:::a di origint e dalla
eguaglillJl::a della natura ra...--io1lQ./e in tutli gli
1,omi11i, a qualsiasi popolo appartengano, sia dal
sacrifuio di red/1,izione offerto da Gesrì Cristo
sull'ara della croce al Pad,e suo celeSte Ì1l favore
dtll',mumità peccatrice.
bifa,tti, la prima pagina della Scrittura, con
grandiosa semplicit<,, ci 11orra come Dio, quale
coro11a111u11O d"lla sua opera creatrice,fece l'uomo
asuaimmagineesomiglian-:::a(rf. Gen., 1, 26-27);
e la sttsstz Scrittura ci ÌTlSegna che lo arricchì
di doni e pnvilegi sopram1aturafi, destinandolo
od una eterna ed ineffabile felicittì. Ci mostra
i11oltre come dalla prima coppia trassero origine
gli altri 110111i11i, di cui ci fa seguir<', con insuP.e-
rafa plasticità di li11g11.aggio, la divisio1ie in vtJri
gmppi e la dispersion4 trelle va,it parti del 111011.do.
Anche quaudo si allontanarono dal loro Creatore,
Dio 11011 cessò di considerarli come figli, i quali,
sl'Condo il suo misericordioso di.seguo, dovt1Jn110
un giomo essere ancora 1111a volta riumti ,u,1/a
ma amici::.ia (cfr. Gen., 12, 3).
L'Apostolo delle 1;enti poi si fa l'araldo di
questa verità, che affratella gli u<>mi1ti in una
grande fa,m'glia, g1tarUÙJ amum.zia al 11umdo
,f!1CCO che Dio " tra.ue da w1O stesso ceppo la pro-
1;nde tufla degli uomini, percl1è popolasse l'in-
tera mpufiae drlla terra, <' determmò la durnla
ddla lorn esiste,iza e i confini della lqro abita-
::.io11e, affinchè cercassero il Signore» (Act., 17,26).
Fondam.entale unità della famiglia um.ana.
Mera'IJÌ.Kliosa visione, che ci fa contemplare il
genere umano ndl'rmità di una co1111me origine
in Dio: un solo Dio e Padre <li tutti, Colui che
è sopra tutti e per tutti e in lutti (E/es., 4, 6):
nell'unità di natura, uguabnrnte costituita in
tutli di corpo m11.teriale e anima spirit11ale ed
ùmnurtale; tzell'unità d<'I fine immediato e dtlla
sua missione nel mondo; 11ell'1mità di 1Wita:::io11e,
la ltrra, dei cui beni tutti gli uomini possono per
diritto naturale giovarsi, affi11e di sostentare e
sviluppare la vita; 1u•Ll'mutà del fine sopra.mw-
turale, Dio stesso, a cm· tutti debbono te11de1e;
nella unità dei mezzi, per COTlSeguzre tale fine.
E lo stesso Apostolo ci mostra nell'rmit,ì dl!i
rnpporti co1i il Figlio di Dio, immagine del Dio
invisibile, in C'lli tutte le cose sono state create
(Col., 1, 16); nell'unità del mo riscatto, operato
per tutti da Cristo, i'/ quale restit11l l'infrmrta
origiuan·a a111icù:ia co11 Dio mediante la sua santa
acerbissima passio/le, f ace11dosi mediatore tra Dio
e gli uomini: poichè uno è Dio, uno è anche
il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo
Gesù (1 1'-im., 2, 5).
E per re11.dere più intima tale amicizia tra Dio
e l'u111a11i.tà, qu,esto stesso Jl.lediatore diviTJo e
,miversale di salvez:::a e di pa;,e, 11el sacro si-
/e,u:;io del Cenacolo, prùna di consumari• il sa-
c,i.ficio supremo, lasciò cadere dalle sue labbra
divine la parola che si mpercu.ote altissima attra-
verso i secoli, suscitando eroismi di carità i11
mezzo ad tm 1110,ul.,, vuoto d'amore e dilaniato
dall'odio: Ecco il mio comandamento: ama-
tevi gli uni gli altri, come io ho amato voi
(Giov.., 15, 12).
Verità soprmmaturali sono queste, che sta-
biliscono profonde basi e f orli.ssimi comuni vincoli
di uni011e, rafforzata dall'amore di Dio e del
R1dmtQrp divino, da Clii tutti dcevo110 la salute
"per l'edifica:::ione del corpo di Cristo, jittChè
non gitmgia1110 ttLlti insieme alla unità della fede,
alla piena CO'IU>set'tiza del Figtio di Dio, allo
stato. di uomo perfetto, secondo la 11tisura drlla
pienezza di Cristo» (,,Jr. Efcs., 41 12-13).
Al lume 4i qi1esla unità 11, diritto e in fatto
dell'u111a11itcì intera, gli i,uiividui non ci appa-
iono slegati tra loro, quali granelli di sabbia;
ma blnsÌ. uniti ìri organiche, armoniche e 111ut1t1J
rPlazùmi, varie con il vmiar <ki tempi, per 11,1-
t11rale e sopran11alurale destinazione td impulso.
E le genti, t'Volvendosi e difleren:::ianàosi se-
condo condizioni diverse di vita e di mltura, 11011
so1to dntinate a spezzare la unitrì del gme re
11111auo, mt, ad ;zrricchirlo ed abbellido con la
comunicazione delle loro peculiari doti e con
quel reciproco scambio dei beni, che può essere
possibile e<I- insieme efficace, solo qr,a,ulo 1111
amore mutuo e 1111a carità vivame11t.e sentita
unisce tutti i figli dello stesso Padre e ttltti i re-
dmti dal med1:simo Sa11gue divino.
L'amore della Chiesa per tutti i popoli.
La Chfrsa di CTisto, fede/issi.ma depositaria
dtlla divùui educalJ·ice sagg~za, 11011 può pen-
sare nl! pensa d'intaccare o disistimare le carat-
teristiche particolari, che ciascun popolo con
gefo.m piftà e comp]'(msibile fi1m:zza custodis,e
e considera qual prezioso pal1'Ìmonio. Il Sito scopo
è L'unità sopram1at1trale mdl'amore 1miversale
smtito e praticato, non l'umformità, esclusiva-
mt1tte esterna, superficiale, e per ciò stesso de-
bilitante. Tritte qt1elle direttive e cure, che ser-
vano ad 1m saggio e ordinato svolgimento di forze
e tmdim::e particolari, le quali han1to 1adice nei
più riposti penetrali d'ogni stirpe, pu:rcl~ non si
qppon.ga11O ai doveri derivanti all't1111a11ità dal-
l'u11ità d'origine e com1111e desti11a::w1w, la Chiesa
35 1

2.5 Page 15

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le salnta con gioia e le accompagna dei moi voti
materni. Essa ha ripetutamente mostrato, nella
sua attività missionaria, che tale norma è la
stella polare del suo apostolato universale. In-
numerevoli ricerche e indagini di pùmieri, com-
piute con sacrificio, dedizione e amore dai 1m".s-
sionari d'ogni tempo, si sono proposte di agevo-
lare l'interna compr0 11sione e il rispetto delle
civiltà più svariate, e di renderne i valori spiri-
tuali fecondi per u11a viva e vitale predicazione
del Vangdo di Cristo. T11tto ci.ò che i11 tali 11si
t costumi 1w1i è indissolubilmente legato con er-
rori religiosi troverà se111p1e benevolo esame f',
quando riesce possibile, verrà lutdato e promosso.
E il Nostro immediato Predectssore, di santa e
venerala memoria, applicando tali norme ad
w1a questione, particola1111e11te deli.çata, prese
generose decisioni, che innalza,w 1m mommumt,
alla vastilà del stUJ 1'.ntuito e all'ardore del mo
spirito apostolico. Nè è necessario, Venerabili
Fratelli, anmmzriarvi che Nui. vogliamo iru:ed re
senza esita,zza per q11e.tta via. Tutti qu•lli che
e11tra110 nella Chiesa, qualwique sia la lor oli-
gine o la f wella, devono sapere che hanno 11guale
diritto di figli nella casa del Signore, dove do-
mina la legge e la pace di Cristo. In con/ormità
con queste norme di uguaglianza la Chiesa con-
sacra le me cure a formare un elevato clero in-
digeno e ad aumentare grad11al111~me le fila dei
Vescovi indigeni. E alfine di dare a queste Nostre
intenzioni espressione esteriore, Noi abbiamo
scetto l'imminente festa di Cristo Re pe,· elevare
alla dignità episcopale, sul sepolcro del Principe
d~gli Apostoli, dodici" rappresentanti dei più di-
versi popoli e sti1pi. Tra i laceranti contrasti,
che dividono la umana famiglia, possa quest'atto
solenne proclamare a t11lli i Nostri figli, sparsi
nel mondo, che lo S'pirito, l'insegname,llo e l'o-
pera della Chiesa non potrà mai esser diverso
da cio che l'Apostolo delle Genti predicava:
,,Rivestite'/Ji dell'uomo nuovo, rhe si rùmO'fJella
dimostrandosi co11forme all'immagine di Colui,
che lo ha creato; in esso 11011 esiste più greco e
giiuieo, circonciso e incirco11ciso, barbaro t scita,
schiavo e libero, ma tutto e i11 t11tli è Cristo »
(cfr. Col., 3, to-n).. .
DALLE NOSTRE MISSIONI
EQUATORE
Onorificenza Equatoriana a Don Albino
Del Curto.
Una bella cerimonia ha fatto convenire alla
sede della Legazione d'Equatoi:e presso la Corte
d'Italia iJ 25 ottobre u. s. un eletto stuolo di
personalità della colonia equatoriana in Roma
per la consegna della Commenda del Numero
che, di 1110/rt proprio, S. E. il Presidente della
Repubbljca Equatoriana ha conferitQ al nostro
caro mi3sionario don Albino Del Curto, il qu·1le
da tanti anni esplica il suo zelo apostolico nel
Vicariato Apostolico di Mendcz e Gualaquiza.
Lo decorò delle insegne S. E. il Ministro
Herrera, presente pure il Ministro presso la
Santa Sede, S. E. Guzman.
L'alta onorificenza intende premiare non
solo il missionario, ma il pioniere della civiltà
cui tanto debbono le opere pubbliche del-
l'Equatore, per le strade da lui aperte verso
le foreste, che hanno facilitato le comunica-
7,ioni ed il layoro umàDO.
Dun Del Curto, ringraziando, ha ricordato la
cordiale collaborazione sempre avuta dal Gover-
no cquatoriano ed ha esteso l'onore ricevuto al
merito di tutti i suoi confratelli di Missione.
Rose...
Rev.mo Signor Don Rica/don.e,
dopo tanti anni di fatiche profuse con gene-
rosità eroica dai suoi figli, il nome di Don Bosco
trionfa 31\\che in mezzo ai nostri Kiv-aros. Non
ho mai visto la festa del nostro Santo Fonda-
tore celebrata con più entusiasmo da questi
figli della selva. Da ieri la missione pare un
campo di battaglia. Tutti, grandi e piccoli,
vogliopo razzi da sparare. I piccoli li accen-
dono, m:mtre i grandi li tengono in mano e poi...
corrono lontano... e fanno una grande festa
quando odono la detonazione... La mattina si
svegliano tutti presto per continuare lo sparo
dei razzi. Poi, seri e quieti, vanno in chiesa a
confessarsi. Tl canto Lodate 11!ari-a in lingua
kivara mi commove. Son certo eh.e se ne com-
muove anche la nostra cara Madre Celeste.
All'udire il verso <( ami.gnamme Maria 11 mi
vengono le lacrime agli occhi. «Madre mia
ùokissima, benedici tutti questi miei cari figlioli
ed estendi la tua benedizione a tanti altri che
ancora non conoscono Te, non conoscono
Diol 1>. Numerm,a la Comunione, preceduta
dalle preghiere in kivaro. Vent'anni fa, in
questi stessi luoghi, non mi sarei aspettato
tanta buona messe. Sia benedetto Iddio1
352

2.6 Page 16

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Tre fanciulle Kivarc e un Kivaretto ricevono disagi lo sa Jddio, e chi ha provato ad eserci-
Gesù per hl pnma volta. l\\f'incanta la loro tare l'atti,·ità apostolica nel vasto labirinto di
vi'libile devozione che edifica gli altri. Con- foreste come queste. Ma, almeno questi due-
dotti a Dio, questi piccoli rimarranno con Dio, mila fossero tutti raccolti a formare il gregge
io spero, e saranno i futuri apostoli dei loro di Cristo I Sono invece ben pochi. Il maggior
compagni I La speranza me l'accresce lo spet- numero ode la chiamata, ma continua a non
tacolo dei grandi, onnai padri di famiglia e fame tutto il conto che dovrebbe. Noi l\\Iissio~
madri, che son convenuti anch'essi a festeg- nari siamo troppo pochi per l'ingente Javorc.,,
giare S. Gio. Bosco. Li ricordo piccoli, '.l!unni non possiamo abbracciare tutto il campo che
imerni nella nostra Ca:;a di l\\lìssione. Le donne il nostro zelo vorrebbe, date le imperfettissim<-'
furono educate dalle buone Figlie di Maria vie di comunicazione: scnticrucoli per luoghi
Ausiliatrice. Oggi ci edificano colla loro pietà. scoscesi o \\"aliate strette, paludose, coperte tLt
Si sono accostati anch'essi stamane in buon una vegetazione intricatissima di cespugli e di
numero al banchetto eucaristico - cosa che alberi giganteschi.
non mi sarei mai aspettato - hilnno voluto Ci vorr~•bbcro molti e buoni mi~ionari pei
esSère essi, i grandi, gli cx allievi, 1 promotori K1varos. Invece, tolti coloro che devono lavo-
della festa. .Mi si presentarono offrendomi rare nei centri dei coloni cristiani bianchi,
danaro e frutta della terra per sostenere le restano ben pochi per evangclizzae- i Ki-.·aros;
spe:.c della festa.
e anche questi pochi dc\\·ono attendere ai
Animatissima la colazione. Di!>tribuii gal- cristiani cd ai Kivaros, a st~.1p1to, naturalmente,
lette a tutti. Le grida di « ViY,1 Don Bosco ~. del progresso nella conquista dei selvaggi.
«Viva Monsignore n ed anche di... ff Viva i Quante volte mi son sentito chiedere che il
.,
Ki",1ros • riempivano la Missione.
Missionario li visiti, o me~lio, vada a stal>1lir:;i
La l\\lessa solenne fu cantata dai Kivaretti tra loro, a prendersi cura dei loro bamb·ni! A
interni e dagli alunni cristiani. Dopo la Messa, Chinimbi, a Sevilla Don Bosco, nel lontano
la processione: una lunga fila di coloni cristiani Yaupi, nel Chup1anza ccc. domandano almeno
e di Kivaros al canto di Do11 Burcu ritorna. delle visite frequenti. Alcuni si muovono e
Alcuni Kivaretti porta\\'ano il quadro di D. Bo- \\·anno a visitare il 1\\-lissionario nel centro; ma
sco, ed io la Reliquia. Il nostro !-ianto, dal i più non si muovono, non possono muover.;i
ciclo, guardava certo con compiacenza e bene- c... non vi ha chi porti loro il Pane della vita.
diceva questi luoghi da lu.i visti in sogno nel Si è pur constatato cl1e sarebbe utilissimo
gennaio 1885.
educare i Kivaretti in piccoli internati: asili,
Terminata la processione si fece un gruppo ospizi, collegi. .Ma ci vuol personale anche
fo1ogr.1.fìco. \\'crso M:ra cominciarono a pren- per questi educandati. Se si potessero riunire
dere la via del ritorno alle loro capanne. In tutti que:'ltì Kivaretti in un solo ospizio sarebbe
tutti i volti era dipinta la soddisfazione per le già q,1alchc cosa. Ma è impossibile: se in una
belle ore passate nella Missione.
casa si accetta uno di Wl3 tribù nemica, fuggono
Ma, come la luce fa risaltare le ombre, cosl tutti gli altri. Bisogna quindi riunire insieme
quL-sta riuscitissima fosta di Don Dosco in solo quelli che se l'intendono bene.
noi acuì il senso dell'arduità e della snervante Il problema degli internau pei ragazzi Ki~
lentezza della penetrazione missionaria tra \\'ari o.<:erei chiamarlo la salvezza di tutta IJ
queste po\\'ere tnbù.
nostra azione l\\lissionaria. Sotto questo aspetto,
:\\li limito a tracciare qualche quadro della sono evidenti i progressi fatti specialmente in
nostra attività più per implorare l'aiuto della questi ultimi anni, grazie al buon personale
sua preghiera e quello della preghiera e che ci ha inviato, amato Padre, e grazie nllc
dd1'oholo dei nostri Cooperatori, che per dare preghiere delle anime buone amiche della no-
una completa rclallionc ùcl nostro favoro mis- stra 1\\l1ssione.
sionano.
Lascio la parola ai numeri:
1 Kivaros del Vicariato sono circa diecimila:
vivono non raggruppati in città o villaggi, ma
sp~i in ben 25.000 chilometri quadrati,
quant'è l'estensione del nostro territorio. Vi-
vono come pecore smarrite che non pensano
INTERNATI
Mtua~
Suc,ia
Kivaretti 50
n
20
Kivarette 50
25
affatto in massima parte ad entrare nell'ovile. Mende~
I
25
15
Dobb:amo pensarci noi, pastori, missionari. A GwulalaJJui::a
tutt'oggi non ne abbiamo potuto avvicinare
35
li
20
che un duemila; con quali difficoltà, con qllllnti
- Tot. 130
Tot. 110
353

2.7 Page 17

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MENDE: Z (Equatore) - /J,1.' ,,lto· Gruppo eeoerale
dei Kh••rcu i dopo la feo.ta di S. Giovanni Bosco. • S. E.
l-lon•. Co1nin <,ol dlret1orl delle C.a,,e l\\,ll&&ionarle. Alla
bUa d...,.tr.i Don Del Curto. - S. E. Monh. Com!n tlrm.1
I decreti di nomina dei c,apl Klvarl, • Una pane d~•
IC!vnrl lnruvenuti alla lesta dell'Indipendenza.

2.8 Page 18

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SCUOLE ESTERNE PER T FTGLI DEI
COLOXI CRJSTTA?-: I
~Macas
Allievi 120
S11c1ia
»
40
Iluamby (Sucua) »
30
Jltle11dez
»
50
Tres Ra11c!U>S
(Mendez)
ij
20
Limòn (Tndanza) "
25
Irzdanza
»
15
S . Miguel de
Aguacate
li
15
Gualaqrti::a
~
r5
S. José
))
r5
Allieve 80
»
30
» 15
»
30
))
15
))
25
» 15
»
10
11
15
15
Tot. 345
Tot. 250
Benedica, sig. Don Ricaldone, questi figli
che cresciuti all'ombra deUa Casa di Don
Bosco, speriamo diventino, domani, apostoli
<lei loro fratelli. Aff.mo in C. I.
!i,fe,uiez, 30 aprile 1939.
~ DOMENICO COMIN
Vie. Apost. di 'Nlendez e Gualaquiza.
. . . Spine.
Rev.mo ed amat.mo Padre,
il Signore ci continua a provare, special-
mente la prospera e promettente Missione di
Macas. Ma Ja prova di quest'anno è assai più
dura di quella dell'incendio dell'anno scorso I
Abbiamo terminato or o.ra qui in Menùez, alla
presenza del nostro amatissimo e afflittissimo
Vicario Apostolico Mons. Comin, le esequie
dei carissimi confratelli Don Angelo Rouby
e coadiutore I sidoro Bigatti, e oon ci pare ancor
vera la loro scomparsa. Erano partiti da Mdcas
il ro agosto in compagnia di Don Britto per un
"Viaggio di ricognizione al fiume Moronas, desi-
deroso il caro D . Angelo d i portare il suo apo-
stolato in q1;ella regione, anche perchè da
qualche tempo il governo manifestava il desi-
derio che vi stabilissimo una residenza. Ieri
ci giunse la triste notizia che Don Rouby
ed il coadiutore :Bigatti eran periti affogati
nel fiume Unda-Mangoriza e che Don Britto
si era salvato miracolosamente, riportando però
contusioni e ferite.
Non sappiamo ancora i precisi particolari
dell;i tragedia. Un soldato della guarnigione di
queUa regione ci riferisce che mentre i confra-
telli attraversavano il fiume in canoa, questa
si sfasciò urtando contro ui:io scoglio. Non fu
ancora possibile rintracciare i cadaveri. Appena
giunse la notizia a Macas, dieci uomini, ci si
dice, partirono pel luogo del disastro anche per
ricondurre o portare a l\\1acas il povero Don
Britto, che fu ricoverato nella guarnigione mi-
litare. In Don Rouby abbiamo perso, io credo,
i.I miglior missionario; possedeva mirabilmente
la lingua kivara non solo, ma sapeva anche
cattivarsi lo spirito dei kivari e guadagnarli al
Signore. In Sevilla D. Bosco aveva fondato
una colonia (cosa che una volta era follia spe-
r-òre) fiorente di famiglie kivare cristiane e vi
aveva costruito, colla coopuazione dei suoi ki-
vari, una bella chiesetta dt.dicata a D . Bosco,
che s'accingt:va ad abbellire. Ora quella colvnia
ha puso il suo amato Padre; quelle anime cri-
stiane non hanno più colui a cui si erano cvnfi-
date, e non c'è chi le possa cornprtndere, cLi
possa parlar loro nel loro idioma! l oi non
troviamo altro conforto in qut,sti momenti di
dolore che il Fiat volimtas Dei e la fiducia
nella bontà dei Superiori che certamente non
ci abbandoneranno. O se vedesse, amatissimo
Pa.cfr~, quanta speran7.a di bene e di frutti ci
dà questo campo di lavoro, c-he una .-olta,
perchè non ben conosciuto, si giudicava steri!.:.
Era sterile perchè mancava chi lo coltivasse.
Basta vedere come va aumentando il numero
dei nostri interni ki-,ari in tutte le Missioni.
Qui in Mendez, in un anno, si è più che tripli-
cato. Oggi abbiamo ro ragane e 30 ragazzi,
buoni, docili, applicati che formano l'ammi-
razione dello stesso Ministro della dif~a na-
zionale, del Capo del dipartimento del Ministrro
di difesa incaricato di queste regioni orientali,
del colonnello Gioacchino Samaniego, nostro
grande ammiratore e sostenitore, e di altre auto-
rità militari e civili. Il giorno 10 agosto, festa
nazionale, festa dell'indipendenza, quest'anno
qui in l\\'1endez , i ebbe una cerimonia speciale:
l'investitm a d i alcuni capi tribù da parte del
governo che consegnò loro la divisa di capitani
delle tribù e il decreto di nomina consistente
in un bello scudo nazionale colle fiane del Mi-
nistro di difesa, del Vicario Apostolico e di
altre autorità. Per questa circostanza vedemmo
accorrere tanti kivari che giammai ci saremmo
immaginati. Eran più di 300 quelli ai qu:14 il
Governo fece distribuire vestiti, camicie, tela
ed altro. Molti poi, molti altri che non poterono
venire per quel giorno, Affluirono nelle setti-
mane seguenti. Quanta gioventù si è vista, che
manifesta con segni visibili una properuione
ad abbracciare la civiltà! Queste centinaia di
indi vennero da lontano, ma tutti dalla regione
che appartiene a questa .Missione di Mendez.
Or chissà quante centinaia saranno quelli che
355

2.9 Page 19

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appartengono alle altre Missioni di Macas,
Sucua, Limon, Gualaquiza! Questo spettacolo,
questa propensione alla civiltà, questo crescere
di numero dei nostri interni, lo spirito buono
che manifesta questa nuova gioventù, ci per-
suade che è giunta l'ora di Dio, che la messe
biondeggia. E gli operai ? An7-ichè aumentare,
diminuiscono... Fa pena il pensare a tanto bene
che si potrebbe fare e vedere che le forze non
sono suffic·enti; mentre purtroppo tanta gio-
ventù da noi lontana si raggruppa attorno a
certi bianchi propagandisti di ideologie anti-
cristiane. La festa si chiuse la sera del giorno
,o agosto, coll'inaugurazione della radio che
ci mette in C()municazione col mondo civile.
Ciò che ba commosso gli ascoltatori, e di cui
parlarono i giornali, fu l'udire la voce di questi
r,elvaggetti della Missione cantare a perfezione
l'inno patrio, ed alcune parole di un kivaretto
in lingua spagnola che esprimeva la sua grati-
tudine pel bene che ricevono dal la Missione,
dal Governo e dai benefattori. Le belle conso-
bzioni vennero soffocate dal dolore del disastro
del Mangoriza! Amato Padre, le lacrime non
mi penn!ttono di proseguire... Aggiungo un bi-
glietto di L. 10, per 10 mattoni della Basilica
della nostra Mamma Ausiliatrice. Ci benedica
h Vergine dal Cielo; ci mandi, la buona Mam-
ma, operai Sacerdoti!. ..
Gradisca i nostri filiali ossequi e ci ricordi al
Signore, amatissimo Padre, perchè ci consoli
e ci aiuti in tante prove dolorose.
Suo aff.mo in G. C.
Mende::, 28 agosto 1939.
Sac. TELESFORO CoRBELUN'I
ft1issionario Salesiano.
GIAPPONE
Catechismo!
Rev.mo sig. D. Ricaldo11.e,
se in ogni parte del mondo salesiano è ri-
suonata forte e sentila .la parola del Padre, che
eccita i suoi figli alla grande crociata catcchi-
i.tit-a, destinata a coronare di gemme preziose
le pro5Sime feste centenarie, penso che in
nessun'altra parte debba sentir3i ed attuarsi
con tanta premura quanto nelle Missioni. Qui
davvero tale insegnamento è e dev'essere il
nostro pane quotidiano. Grazie dunque, ama-
tissimo Padre, e dei preziosi incitamenti e
degli opportuni consigli, che a vantaggio di
tante anime a noi affidate tenteremo di at-
tuare. Dico tenteremo, perchè in m1ss1one,
come lei sa, entrano in giuoco tali e tanti ele-
menti (non ultimo il guastafeste missionario...
mc--.1:zi e personale) che non sempre si riesce a
fare quanto si vorrebbe.
Ad ogni modo i suoi figli lontani vogliono
anche in questo essere veri figli di Don Bosco.
Fare il Catechismo, cioè formare, costruire,
innestare nella testa e nel cuore l'edificio della
vita cristiana è per noi lo scopo fondamentale
della nostra vocazione-, il no!ltro primo essen-
zia!e dovere. Come lo assolviamo? Posso dire:
col massimo impegno, curando assiduamente
non Eolo il Catechismo per i cristiani, ma il
Catechismo ai catecumeni (nel senso che dava
S. Agostino alla parola catechismo: preparare
il catecumeno all'istruzione delle \\'erità della
fede, alle cerimonie e pratiche del santo Bat•
tesimo); e il Catechismo ai pagani, specialmente
ai fanciulli dei nostri cosiddetti oratori, frequen-
tati si può dire in massa dai fanciulli. I fanciulli
r,ono la via più di.retta per raggiungere il cuore
dei papà e delle mamme. B1sta che si riesca a
guadagnarne la fiducia, e si trasformano in
piccoli missionari, con due vantaggi: azione sui
parenti; preparazione in loro dei germi ùi ge-
nerazioni cristiane. È quanto vediamo ogni do-
menica alle nostre riunioni: fanciulli che con-
ducol\\o compagni e amici, ed anche parenti che
alle volte dicono: « Bisogna pure accondiscen-
dere alle insistenti pressioni del figliuolo... non
fosse altro che per fargli piacere... S. Fran-
cesco Zav'erio non pensava e non faceva diver-
samente. Don Bosco ha consigliato proprio
questa via ai suoi primi missionari.
L'insegnamento catechistico, didatticamente
parlando, è fatto fra noi con procedimenti di-
versi a seconda del luogo, del tempo disponi-
bile, della qualità delle persone cui si fa, delle
risorse di cui dispone il missionario. Si co-
mincia a trovare buon materiale didattico cate-
chistico anche in Giappone, ma si è anc.o:a
agli inizi.
Tutta la stampa cattolica, com-.! è naturale e
doveroso, è praticamente orientata in Giap-
pone a fare il catechismo: i1 giornale cattolico
settimanale, non poche riviste, libri di apolo-
getica, storia sacra, liturgia, agiografia ed a2ce-
tica hanno anzitutto questo scopo. Abbiamo poi
dei buoni catechismi per tutti; uno co;iddetto
psicologico pci catecumeni; catechismi pei fan-
ciulli e pei giovani. Vi è anche un'edizione per
i ciechi, ed edizioni illustrate e senza illustra-
zioni del catechismo biblico e del catechismo
spiegato; buone storie sacre popolari, storie
ecclesiastiche (traduzione del Marx) e<l i popo-
larissimi Lami Shibai. Non è difficile incontrare

2.10 Page 20

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per le vie gruppi di
persone,specialmente di
ragazzi, i quali ascoltano
narrar.ioni di vario ge-
nere, imperniate su qua-
dri illustrati, che ven-
gono mano mano pre-
sentati dal narratore su
un minuscolo palco-
scenico. È una forma di
réclame, che si può
usare con profitto -e lo
facciamo - anche per
l'insegnamento Ilei ca-
techismo. Noi Salesia-
ni abbiamo contribuito
a questa missione edito-
Beppu (GlappÒne). - Chie~a e tubercolosario cat,ohco.
riale con varie pubblica-
zioni a stampa edite dalla nostra scuola tipo- sacra che c-.mterellano. La base dell'insegna-
grafica di Tokyo: Il Catechismo spiégato col mento è o la spieg-azione e recita (collettiva o
Vangelo; Fondamenti della S. Religio11e (Don singola) del catechismo, o la forma indiretta
Bosco); Il Vangelo 1111ifìcalo (D. Anllini) già (più in uso per i fanciulli pagani) per mezzo di
,ilta terza edizione; con molti volwnctti delle racconti di cui sono avidissimi, di spiegazioni
Lett11re Cattob:che (D. Margiaria, D. Marcga); di favole illustrate, o di proiezioni luminose, o
con foglietti di propaganda a intento premt- di filmi sacri. Di ottimo esito le recite dram-
mentc catechistico; con l'inizio di una colle- matiche. Il nostro D. Tai;sinari ci ha già rega-
zione di quadri a colori che illustrano fatti sto- lato buone produzioni del genere (S. Cristo-
rici interessanti la Religione; colla Storia Ec- f Ol"O - Nelle Catacombe - La prima le::ione di
clesiastica di D. Tassinari e L'Angelo delle fa- catachismo di D. Bosco - L'Amico dei fallciulli
miglie (settimanale con la spiegazione del cate- ecc.), che fanno parte della nostra collana dram-
chismo), ecc. Non mancarono a Tokyo e in matica. Ci mancano però ancora troppe cose:
missione gare di cate;chismo a premio anche locali adatti, libri e materiale didattico, e, più
fra i pagani; chi non lo studia per imparare la che tutto, ottimi catechisti; ma si cerca di met-
religione, lo studia come esercizio di memoria terci a giorno.
o come materia di studio; ma qualche cosa resta. In un paese come il Giappone, in cui il
Riconosciamo alle volte ex-allievi pagani dei problema dell'istruzione e<l educazione del po-
nostri oratori o dal segno di croce che fanno polo è considerato ili primo ordine, ed attuato
vedendoci o dalla parola Amtn, conclusione con tutte le risorse dell'attrezzamento scola-
d<!Ue preghiere cattoliche, o da qualche melodia stico moderno, è naturale che, se si vuol con-
cludere con maggiori risultati, anche l'insegna-
mento della religione deve essere presentato
convenientem ,nte ad intelligenze che già si
valgono delle più moderne facilitazioni didat-
tiche. Siamo già su questa strada; ma a tutti
i missionari ed alle numerose istituzioni reli-
giose maschili e femminili che li coadiuvano,
resta mollo da fare. D'altra parte bisogna met-
tersi nei panni di nn pagano giapponese, di
un pagano che viva tra lo sfoggio della civiltà
moderna e del progresso, e che sa di esserci,
e di esserci con un certo grado di istruzione.
Attratto più dal concreto che dall'astratto, piì1
dalla morale che dal dogma, senza veri impulsi
che lo spingano alla ricerca della verità, come
vuole che senta la necessità di una vera filosofia
Conce.-10 dJ propaganda ltalo-glapponcse.
Ten. Sb.lrnada e Mons. Cimati1.
della vita? Teme le conseguenze: inclinato al
relativismo nella fede e nella morale, preferisce
357

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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mento èimpossibile con•
cepire in Giappone un
movimento di masse
verso l'insegnamento re•
ligioso; più che confe-
renze in grande stile,
servono conversazioni
singole o dispute fami•
liari, buona stampa
per chi sa leggere, e,
più ancora, la vita san•
ta del missionario, che
dimostri coi fatti i suoi
insegnamenti. Lavoro
lungo, paziente, che pc·
rò si può sbozzare un
po' più in estensione
Una professione religiosa salesiana ln Giappone.
che in profondità coi
nostri cari giovani.
UJ1 ecclettismo che gli pennetta di salvare a Amatissimo padre, non potranno certo i
modo suo capra e cavoli, e non lo inquieti nostri entrare in gara coi cari allievi del mondo
troppo nei suoi problemi religiosi.
cattolico; m:i. si assicuri che noi tutti vogliamo
Bisogna però confessare che l'anima giappo• effettivamente partecipare del nostro meglio a
nese è attratta dalla sublime morale della reli• questa santa crociata. Se poi la sua ~rità e
gione cattolica e vi trova tanti clementi che quella dei nostri cari benefattori ci volesse ve-
già sono real à per lei: vivo swso dell'autorità, nire in aiuto per quel tanto che ci manca, sa-
il si~tema familiare, l'amore ai fanciulli, rehbe certo anche a noi facilitato il gran com-
l'eroismo patrio e il sacrificio della vita quoti• pito. Preghi e faccia pregare, aflìnchè possiamo
diana, il senso e il gusto del bello neU'arte, davvero, per noi e per i nostri, dallo studio e
nelle cerimonie, nell'urbanità. Ecco quindi in dall'insegnamento del catechismo trarre nuovo
molti il desiderio di parlare col missionario, di slancio di fede, di zelo nell'apostolato.
udir parlare della religione cattolica, di visi•
Suo aff.mo in G. C.
tire la chiesa ed avere spiegazione sui num-::rosi
oggetti che vi vedono: la lampada sempre ac•
ccr~, la Via Cmcis, specialmente. Gesù dolo•
rante anche per loro colpisce fortemente il
Miya::aln, 31 luglio 1939.
Mons. VrNCENZO CrMATTt,
Prefetto Apostolico.
loro sentimento. Alle volte finisce purtroppo
tutto qui: a quel po' di curiosità di chi vuol
sapere. Ma altre volte vi è chi studia poi dav•
vero, e diventa catecum~no e, corrispondendo
alla grazia divina, giunge in porto. È bello stu•
diare la psicologia della conversione di certe
anime, specialmente se fornite di w1 certo grado
di i~truzione; è utile conoscerle per orientare
l'iilscgnamento catechistico e le conseguenti
riflessioni, orazioni ed esercizi di pietà.
Molte anime accettano senza discussione il
dono di Dio ed in simplicit<,te cordi-$ si fanno o
si lasciano fare cristiane; ma in molte si va
originando un vero senso di tedio dello stato
in cui sentono di trovarsi (schiavitù spirituale)
ed un corrispettivo desiderio di elevazione;
alle volte la parola e l'esempio eccitatore di un
amico, un libro, un'avversità acuiscono l'or•
gasmo. Si delinea chiara una lotta spirituale,
rinuncia o accettazione; se la si impegna, trionfa
nella gioia della libertà dei figli di Dio. Al mo- Mons. Cimatll cresima u.n malato a Moriè (Glnpponc).
358

3.2 Page 22

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NECROLOGIO
Sales i an i defu n ti :
COMETTI D. ANTONIO, sac. da Villate (To-
rino), t a Piossasco (Torino) il 16-x-1939 a 76 anni
di età.
Accolto nella Società Salesiana da S. Giovanni
Bosco, crebbe alla scuola d el Santo formandosi a
quello spirito di pietà e di osservan1,a religiosa che
resero poi particolarmente preziosa la sua attività
nella direzione di vari nostri Istituti di Spagna
e nella formazione del giovane personale salesiano.
~itornato in ltalia, finchè le fon:c glido permisero,
resse ancora i santuari di Piova e di Ulzio; poi
trascorse gli ultimi anni alla Casa-madre esercìtnndo
il sacro ministero delle confessioni.
BRUSASCA D. NATALE, sac. da Fontanctto
Po (Vercelli), t a Piossasco (Torino) il 16--rx-1939 11
75 anni di età.
Caro a D. Bosco per la sua candida semplicità e
serenità di spirito, fu dal Santo formato alla vita sale-
siana ch'egli abbracciò e vis.~e fedelmente nel pro-
posito di amare e servire il Signore come e quanto
volevn Don Bosco •· Fervente religioso e piissimo
sacerdote, fu un vero apostolo per le anime special-
mente negli 0Latori f~tivi e ncll'~ercizio del sacro
rrumstero cui attese sempre con ammirabile zelo e
con eruico spirito di sacdficio.
PEDRAZZIVT D. GJOVAN'J,,7, sac. da lnt:r'.1
(Novara), t a Hong Kong (Cina) il zo-v1r-r939 a
56 anni di età.
Cominciò il suo apostolato sulesiano, ancor chie-
rico, in Portogallo dove fu sorpreso dalla rivoluzione.
Tornato in Jc.alia e ordinot<> sacerdote, parti per Ja
Cina che doveva essere il campo del suo più fecondo
lavoro. Ardore missionario, genialità di riso~e e spi-
rito di sacrifizio resero più cara e simpatica l'opera
sua fra cristiani e pagani di rune le classi sociali e
gli cattivarono immenso affetto. Più volte sorpreso
dai pirati, fra peripezie romanzesche, non perdette
mai il suo buon umore ed il fervore del suo zelo.
Fu direttore del nostro collegio di Macao e parroco
delJn nostra parrocchia S. Antonio di Hong Konit.
Gli strapazzi sciuparono la sua fibra anzi _tempo
quando ancor tanto s'attendeva dalla sua preziosa
auività.
ASSELIN D. ANDREA, sac. da Orleans (Fran-
cio), t a Ciel (F rancia) il 7-x-1939 a 31 anni di t>tà.
Giovane sacerdote, di eletto ingegno e di vero
spirito s:ùesiano, era stato chiamuto e Torino ad as-
sumere la rt.-dazione del Bolll'llù10 Stdewmo fran-
cese, cui attendeva con molta cura. Rimpatriato nl-
l'inizio della guerra, venne sorpreso da una violenta
ma.latria che in pochi giorni ne stroncò l'esistenza.
C ooperat ori d e funti:
D'ALESSIO EPIFANIA. t a Monterubiaglio
(Orvieto) il 13-x u. s. ad 82. anni. Mamma del nostro
D. Lamberto, trascorse tutta la sua vita nelle pre-
ghiera e nel lavoro curando cristiru1amente la sua
fa.miglia e facendo del bene.
DOTT. ALBERTO PASQUINI, chimico-farma-
cista. t a Calliano (Asti) ad 85 anni.
Professionista esimio, cittadino esemplare, catto-
lico fervente, sposo affettuosissimo, trascorse la sua
terrena giornata nell'umiltà, irradiando dall'anima,
piena di Dio, luce di bontà e fervore di bene, con
speciale predilezione per le Opere salesiane.
GUSBER1'1 GTOVANNA J\\.!ARIA in MARIA-
NI t a Milano il 1-x u. s. a 54 anni. Visse di pietà,
di lavoro e di sacrificio, felice di offrire alla Società
Salesiana l'unico suo figlio.
MONTECCTIIO BASIUO t a Padova il 24-ix
u. s. a 55 anni.
Una mnno assassina, a scopo di rapina, stroncò
crudelmente la vita t.li questo buon padre di famiglia
che, alla luce della fede e nel fervore ddla pietà Cri-
stiana e del lavorn, uvcvn educalo i suoi sette figli,
bern•detto da Dio colla vocazione di due figliole al-
l'Istituto delle Fig.lie di Maria Ausiliatrice.
Altri Cooperatori defunti:
Accardi Vincenzo, Butera (Caltanissetta) - Avalle
Ago~tina ved. Allocco, Carigrmno (Torino) - BaliJe
Giuseppa, Monlicchio (Aquila) - Bllima Luigi, Noie
(Torino) - Barbè Rosa, Garlasco {Pavia) - Bertucci
D. Stanislao, Amto (Frosinone) - Binda Giuseppe,
Corteiw,:a (Como) - Brero !Vfnddalena, Vl't"dw10
(Cuneo) - Broll Marfa, Pof.lo (Tren1;0) - .Busia Fran-
cesco, Uras (Cap;lfori) - Cantalamessa Maria, Civi-
tm,eahia (Roma) - Carpanesio Amonio, Caselle (Ge-
nova) - Colombo Luca, Ro:ncate (l\\Iilano) - Conto
Gincomo, Cuceglio (Aosta) - Coppo Giuseppina,
Cel/m11011te (AJess.) - Comitini :\\llarianninn ved. Vin-
centi, Catania - D'Agostini Filomena, Ftdetta110
(Udine) - Degl'Incerti Carolina, PrOf!a:::zano (Parma)
- Degl'Incerti D. Riccardo, PrO'l•azzatto (Parma) -
Demara Francesco, Nuragus (Nuoro) - Ferroni
Sante, Cannara (Perugia) - Filippi di Baldisscro
C.ssa l\\Ialvina, Piossasco (Torino) - Fontana Amcri-
china, Torre Bonm"da (Cuneo) - Gal,zza Francesco,
Gal/11crio (Napoli) - Grenzi Adalgisa, Cmmob/,io (No-
vara) - Grillo Carolina, Palma di M(J'llterhforo (AJrr.i-
gento) - Gualzetti Longoni Teresa, Sondn·u - Locar-
nini Celestina, 1',,fo11tt1 Corasso (Svizz1<rn-Ticino) -
Longoni Alfredo, Monza Milano) - Man~\\Jtti An-
gela, Pavia di Udine (Udine) - Mastalli l\\,lichele,
Saromw (Varese) - Mellini Clt:mentìllJI, PeglJ[fllnga
Mantova) - Nori~ Elisa ved. Cuerrini, ri()l'm10 al
SerÙ> (Bergamo) - Oddenino Giovanni, Pralormo
Torino) - Papern Bacci Raffaele, Li.u:ca - Parodi Er-
silia, Ge111Yva-Sam:pierdaret1a - Pellerino Emilia, Cor-
temilia (Cuneo) - Pistolesi Gaetano, Mog/ia110 ll!ar-
che (l\\lacerala) - Puddu Antonio, Roma - Qual(lia
Maigberita, Magli.ano Alpi (Cuneo) - Rebora D. Gio.
Battista, Campomorone (Genova) - Semeria D. Gio.
Battista, Bestagno (Imperia) - Soh:ris D. Pietro, Vi-
gnate Manf. (Aless.) - Stuardi Traverso Maria, To-
rino - Tiraboschi Pietro, Oltre il Colle (Bergamo) -
Torrcgrossa Luigi, Valguamera (Enna) - Torresi
Mattei Erminia, Caraglio (Cuneo) - Tosello Eleo-
nora, Este (Padova) - Veneselli D . Guido, Cerrè
Marabino (Reggio Emilia) - Vernetci Eurosia, To-
rino - Zanetti Teresa, Maniago (Udine).
359

3.3 Page 23

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Indice generale dell'annata 1939 I
1~ F,\\\\IIC,Ll \\
Puno, 322 • 1{011111 (S. C.), ,of> - no,ario, J9 • S m
S,·,·<·1·inn :.tar.·h•·• J•1. SJ,·ona, ;~ • :-.c111.ui. 317 • S,•.
nù<lc, 263 - Sn\\lrn<", 1.µ - 1·11nir:i, 42 - Tezrur, 171
- Tuni~i (S. <.:.), 142 - \\':ù;!u:u, :;z:> - \\'dktri, 101> •
\\'rrona, 37.
Il I\\' Su«essorc cL S, G. ri,,:;co ai Coopcrntori
S,llc ,i,mi
1, (,6
Pe.- 1'...1ro~Iof.1I0 c.1.1ech1it1c11
33, 10..t, 2~5
("nnfcrt·n>~ 1111lc,rnne .
35
11 con,·t'i:110 ùcll-.:- l>:u~u.~ pairurn:!'l~t: • •
• • 3h
li ce111<·1wrao dcli.i nll.SCltA d1 1)011 Giownni Bont·lti 36
!11 "1fm,m',rr,r. • Pupa l'io Xl •
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La C.wa J1 bt-:.tifk:n:ann,• Jd Scn·o di D,o Ui,n An-
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M!SSIO:--'t
('/1/l((J: 323.
C'11111 1 ,H•~1·Jcen, 4R, ~o~ - Hon11l<on11, 8J e 267 - li \\ ,.....,.
n•ll•• ...\\pn:.i;toli1:o udL, turment.- ddh1 1,.~crm, 8.o l : •s
• Yunnanfu, 8.1 • Due wini di !(Uct, ,, 17S • Shiu (.;~.o",
26; e 331 - Tru le 1-iglac di ;.\\bria ,\\usiliatri.:e, 331.
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e,·;r,ppr,m~: 50, l l.f1 tMo, i;3. Jl~ ... 136.
lt1di11 ,lrl Nord: 45, q5, ~+o, 275 " J2•l • Je!•M~, 280 -
}~mhnnaar. ~,.o " ,101, - l'ìhill,m~ (D. H,,.sco), •17 •
f czpul'", 171, [ uru, 30H,
Il nu,>\\'o l'•f'll l'io Xli
9;
tn sutr:ai,10 dcll'amn111 Jd comri:mto :,ommo l'on-
tè(u:c l'•!"' l'io Xl • • • • • , •
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li ,;,,kmw Tr D111m per l'd...,.io11.- dr! nuo,·o l'aJ"I
l'io X 11 . • • • . . • . .
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lnl,a dr/ S11:J: \\'cli""'• 85.
11,ai/,m li,, (ei< Smm): 147, 214 e 32 I
1,1-:'l-rcmE DI 1)0:S: Gll;l.l\\'(J \\I GlO\\',\\);l
Pçdu~ogi.a ,11 f)un llul'c,l in uzìnnc
Lchhrn•·• pd lehhrnsa . . .
10; 27, 57, llf, 120, 15.1, 1~5. :uq, 145, ~S.1, JOS, JjS e .lf'l•
1 1li
La p: inm omelia dd l,a11tn l'uJ, e
D.J.b Sra11na hl,,·rat.> • • •
, 3·1
136
FIGUIU: 1)1·:G:-SE DI \\1I:.,1utU..\\
("1}:,
li di ,aJtro1n 1,·ncmo10 d<I Cile
13s Cutc,rina ~a2cnt,a
16S
5nn Glo\\'Jlllni Bosco e il l'npa .
161
FotOSt" a.u:o~l1~nu a..i l<.l",·.1111 .\\rcn. ;\\Jon"-. '.\\J,ulu:i!t
Pl'lt I.'..\\ \\lPl.l,\\\\ti:::,;•ro ()El, s \\'.\\°TU .\\RIO l>I
e ;\\1011•. 'I 'nn Il~ • . .
• • . 164
La trul.izaot1<· ddla snlma del \\"c11. Oon1en,co ~.1\\ 10 1()4
:\\l,\\IU.\\ .U;SILl.\\'l'llll:I;
Il ccntconr,o dcll\\ m•>rtr ~I, l.uii:1 Comnllu
164 IJI, 167, JQ6, 2J 1, 25•1, 2')0, 311 \\' 3J'i,
San1i111.:ht~n,o l';,llc:ari.i., ha f ,,·n-:tz-.o;~,: ç 1l <ln·l·lll•
n-u;nto . • . . . .
•.
193
Il n1-►!\\,tro ,nunn> C:ud,nnt Ptoh-ttOtc • • •
19;
I.a 11c(>i:n121011, dclli lilllrn.1 del N:l\\'O di f),o l>on
;\\l,chcl.- Hua
••• . .•. . •
C.ROCl,\\T,\\ M!SSIO~".\\RI.\\
,s,, lJor~c m1'31onaric: i6. Jts, 92-. , ;u. 13.2, 1S.5, 21S, ~50,
311, 3H e :i.1.
\\ a,;i10 ,Id {'~ d. Prckll•• ,klla S. C. di • l'wra-
ga.11d,1 J-'iJ., •
19? ,\\D O'\\ORE m -;Lt.,\\ BEATA i\\l.\\ltl,\\ :\\1 \\.ZZAREt.t.t>
OrtUUtri:ti 1u 11n'.,t1l Vcsl.ovi
200
S. I;. R<!\\',ma :'\\fon,. Lui11i 1.urn\\'oir t\\lon:ow nsctt,·o
detto J1 1,n~lmaR.a.r . •
201
Con,·l'1lni d1 l>ccur-1oni r.:1.ln.1,ni
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Olreuore rcspon,abll~: O. G U I O O FA V I N I • Via Conolcn110, 32 • Torino 109