Bollettino_Salesiano_193910


Bollettino_Salesiano_193910



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edlz10M rida la &eeondo le i,rNC:rlzlonl rnlnl reri;,11
Bollettino
,ano
Anno lXIII - numero IO
1° O~TOBRE 1939-XVIII
Spedlz. In abbona:nellto posl~le

1.2 Page 2

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PER10D1CO MEN-
SILE PER I COO-
J>.ERATOnJ DELLE
OPEREE MISSIONI
DI S. CIO. BOSCO
BOttET~fl~IO
SJ\\tESI J\\N O
Anno LXUT - N. 10
OTTOBRE
r939 - XVIII
Spedi-iionc in
abbonamento posl•le
SOMMARIO: La giornata mJsslonarla. - Tesoro s pirit u a le. - L 'a ppello d el Santo P adre per la p ace. ,- Una
Me.su q uotid iana a U'allare di S. Giovanni Bosco per la pace. - lo Camlglla: Italia, Colombia - Convegno di
De<:UJ'ionl Salesiani Jn Pie.monte - Ad o nore d ell a Beata M a:tzarello. - Leu era d i Don Giu li,•o ai giovani. -
Da lle nostre Mission i: Equatore, Assam, Khrbnagar. - Crocia ta m i55ionaria. • Necrologio.
La
giornata
IDISSI On élf lél
Terza Domenica di Ottobre: giomata mis-
sia11aria mondiale. La Chiesa stende la mano a
tutti i moi figli perchè vogliano aiutarla con
ogni mP:n:o e specialmente con l'obolo della ca-
rità a diff011dere il regno di Gesrì Cristo tra i po-
poli pagani. I Cooperatori Salesiani, fedeli alle
direllive di San Giova1111i Bosco, non hanno bi-
sogno di raccoma11dazio11i p.er assecondcire la
Chiesa, nostra madre, 11ella crociata di pre-
ghiere, di sacrifizi e di offerte che ella indice in
guel giomo a Javore delle l\\lissioni Catto-
lidte.
Ma qualche rifl,.ssio11e Siti grande problema
missionano gioverà ad infervorarli anche più
nella cooperazione al santo apostolato.
Il problema missionario.
,. Il problrma missio11an·o è di quelli che più
sta11110 a c1tore alla Chiesa; ed è uno dei più gravi
ed ttrgenti perchè alla sua solu:::ione è legata la
salvezza eterna dt miliardi di anime.
Se diamo u110 sguardo ai 1Ylissio11ari, strm-
tia,no a rÌlltracciarli i11 mezzo ai popoli immme-
rwoli rome le arene del mare tra cui sono di-
spersi. L'autorefJole Rivista dell'Unione Mis-
sùmaria del Clero ci ojfre i segue11ti dati: sopra
1111'estensio11e di 64.000.000 di Kmq. e tra una
popolazione di -1.229.000.000 di infeaeli Lavo-
rano appena 16.050 sacerdoti; vale a dire, 1m
sacerdote per ogni 75.000 pagatti! In alcune
pt1iti dove la popola...-ione è più numerosa, come
11ell'Indù,1 e nella Cina, si giunge a sproporzioni
addinttura fantastiche: un sacerdote og11i 200.000
abitanti (1).
lita la statistica più dolorosa è quella della
percentuale dei cattolici in co11fro11to della po-
polazione non cattolica. Dato il progresso de-
mo.~rafico dei popoli pt1ga11i, i'/ nwnero dei cri-
stiani, pure a~meutaudo ogni 011110, 11011 riesce
neppure a 111m1te11.ere la percentuale acquisita ri-
gua;do al numero dei pagatii; sicchJ, 11onosta11te
tutti gli sforzi della Chiesa e l'eroismo dei mu-
sionari, la proporziò11e tra cattolici e non cat-
tolici nelle terre di missione, invece di aumentare,
diminuisce progressivamente.
La sit.mzione è davvero sconfortante. In Ita-
lia vi so,io più di 60.000 sacerdoti per +4 milioni
di abitanti; in media, 1mo per 730 anime. Nelle
]\\fissioni invece abbiamo w1 saCPrdotc per 75.000.
q1umdo non per 200.000 a71ime.
Ora, pensiamo: i11 Italia, ove il popolo è cat
tolico e le famiglie, le leggi, le consuetudini ci-
vili e l'ambiente favoriscono la fede e la morale
cattolica, un sacerdote i11 media 11011 ha che 730
01,ime da acc11dire; epp1ire non si è controti, i
Vescovi wizi sono preoccupati per la scarsità di
sacerdoti difronte ai bisogni delle Diocesi. E giu-
stamente, perchè 730 a,TLime sono 730 picroli
mondi affidati ad 1ma persona, che sola possiede
i mezzi effrcaci per assic11rame l'edttcazio11e alla
vita soprannaturale, dar loro la pace che è pi,zì
necessaria del pane, e avviarli verso la felicità
eterna.
(1) Rivista dell'Unione Missionaria del Clero -
Marzo-Aprile 1938 - p. ;;2.

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Ni:lle 111i.$sio11i invece - ove tutto è pagano,
e percil, stesso indiffermte, se pur mm ostile al
cristicmesimo; QVe manca lo stimolo del buon
esempio, e la vita dei sensi vizia persino I'atmo-
sfera - ogni sarerdote i,1 media deve attendere
a ce,1tùuiia di fedeli Pd a c(mvertire più di 75.000
pagani.
Grave condi:.ù,1w: pen:hè la religione catto-
lica 11011 è 1tlla rPligibne di mass<'. Essa deve for-
ma,·e o riformare individuo per ù1divitluo, per-
chè si radica nella coscie11:::a pu·srmale di cia-
sdu:dwzo. l' 11011 11elle cerimonie o parate delle
collNtit>ittì. Le conversioni, anche quando interi
villaggi si f am10 cristiani in massa, dt'V01l0 ri-
S(Jhlf>rsi in op'.•rrl individtiale, perchè fede e sa-
cra11u-1tli sotto cose strettamente perso1tali:
Come è ad1111que possibile d,e siano adegttala-
me11te accuditi i cristùwi, pochi di numero, ma
troppo numerosi per i pochissimi Afissumari,
.,parsi i11 re,(fiQni estese, le cui disttmr:tl' divm-
tano addirittura f a•valose per ht numca,,:;a di
mf>::rzi modemi di lucomo::.ione, bisognosi di cure
c,mtùme percM bambini nella f edr rd esposti a
mille pericoli? E come trurnre il trmpo e le forze
per andar in cerca dei pagani, O'ù'Vici11arli,
intavolare conversa.."'ioni, dissipare pregiudi::;i,
istmirli, batte:;;:;;arli e poi aiut,1rli a mante,w·si
saldi 11ella fede ?
Vocazioni missionarie.
Evid1•ntrmn1te la prima e pùi tttgntte twcnsità
è q1Jel!a di a1t111c11ltll'e il 11111nero dei Jl,Jissio11ari,
sen::ra di eh~ l'opera del/'f.'1.•m,gc•li;;:;;azio,w n·-
marrebbe stazionaria. Perciò rorcomandimnf> vi-
vamcute ai nostri Cooperatori che si prcnda110
a crwre la cura delle vocacioni mùsionarie.
Uno dei mezzi più facili e più rfficaci è qllello
di mettere in mano ai fanciulli dn periodici che
trattino di J\\lissio11i, far leggere dei racconti
missionari, narrar loro ciò che il Bolle_tlino Sa-
lesiano, Gioventù Missionaria ed altri perio-
dici riportano dalle mi,çsioni. Gli eroismi dei
Jl,Jissio11ari, lu'!Ci dallo spaventm·e le mu'me dei
Jantiu/li, esercitano su di esse un fascino irre-
sistibile e costit11i,sro110 il miglior fatto,, di vo-
cm:ioni m1".ssio11arie.
I nostri Direttori diocesani poi, Deatrùmi,
membri del Clero, Religiosi, qutmdo scm-gmzo
de/I.e voca-.:ioni sact>rdotali o religiose che 1110-
s-trano prope1isio11P pt>T li' Missioni, le i11dirir::zù10
agli appositi Istituti Missionari OVJe quelle te-
11ere tmime possono awre tutto l'agio di mi.mrare
le proprie Jor::e, accresCl,rfe co-ri una convmùmte
cdru:tJZi01U' missionaru1 e formarsi apostoli dPi
loro fratelli clic tlOTL conoscono ancora il ?Jero Dio.
E se quàlclie lettore del Bollettino Salesiano
smtisse sorgere nel sito c1wre il desiderio di of-
frire la propria persona per lavorare nelle '/1-:fis-
sioni a pm' d!'gli infedeli, accolga qllf!sta frpi-
rq.:;ùme come un'eco dti gemiti di tanti milioni
di i11Jelici e come tm invito col quale il Padroue
della messe lo chiama a lavorare nella porzione
più eletta della sua •aigna ( 1 ),
(1) A.i C,ooperotori rhe zel,mo l'Opera delle Voca-
zioni mi.ssio11arie .rolcsùme ricordin1110 gli indirizzi
de,:li lstiti,ti aperti per la foruur.:iont! degli apostoli
dd domani:
A) PER ARPIRANTI AL SACERDOZIO (CoRSo
G1NNAS!At.ll),
I - B,\\GNOI..O PIEMONTll (Cuneo). lr:tili,to Jl,fons. Vtr-
ri1:lia e D011 Cnrav,irio, accetta allievi fino ai 1 5
anni d'età. Bagnolo è sulln linea Tormo-Pinc-
rolo-Barge.
2 - ÙAETA ( Littoria). Istituto ll,/issionn, io S. Gio-
vanni Bosro, accetta gli allievi ddl'lralia Meri-
<lionale e isole adiacenti. Domina il Golfo di
Gaeta. È ~ull,1 lincn dirctri~sima Roma-Napoli.
Si scende o Formia.
3 - J1mF.A (Aosta). lstitutn Il[issiomuio C,"d· Ca-
g/icro, accetta allirvi anche an:.ia11i non oli.re i 2 1
anni.
4 - PENANGO J\\.fo:s:FllRRATO (Asti). Istituto Missio-
1utrio S. Pio V, accettn allievi fino 17 anni
d'etò. Si trova sullo linea Asti-Casule.
s - CAS'l'Jll.NUOVO Dor,: Bosco (Asti), accetta allievi
per on corso pl.'epar:itorio ol Ginnasio.
B) PER ASPTRA."JTJ MISSIONARI (COADIU-
TORI).
1 - To1ttNO (Pia.,...--::a cqnti R,-bo11.d1mgo, 22). - Isti-
tuto P1nfessiom1le Co11ti R,·ba1ult:11ga, per alli1:vi
snrti, calzol,1i, folewinmi, fabhri meccanici. Si
richiede che nbhìano almeno 12 anni e com-
piuto il corso dementa.re.
2 - R1v10 1)1 Cu-.11ANA (Torino). Sruo!tl Agrirola
A-fissio,i11ria, per allievi ngricoltori. Si richiede
che abbiano almeno 12 anni e compiuto il corso
elementare.
3 - CASTELN110VO D. Bo,;co - f'RAZJO:,,;E BECCII(
(Asti). Istituto ll/issio11ar10 per i Ca.teclnsti. Si
preparano gli allievi ad aiuture li l\\fissionario"in
tutti i lavori di primo necessità: cumpai:tna, casa,
vita domestica e ,;opratlUtW nell'in~e_gnamento
<lei Catechi-.mo. Si ricevono dopo i 16 anni e
non oltre i 30.
4 M :1RABELLO .w10NFERllATO. Istituto },,I,ssio11ario
per le Case salesiane dell'Jspcrtoria 0ri"1ltale.
s - ~TONTAU:NClIE (Aosta). Istituto ,Uissionar,o per
Ca1eehisti.
A.1.1.'EsTERo altri Istituti preparono operai crnngelici:
-in Fra11cia n Coat-an-Doc'h e a La Perdlc;
in Spog11a ad Astudillo (Palencia); in lng}l//-
terra a Shdi:tley-Park.
NB. - Per infor-maziom· e domm1de di accettaz1011e
ri,/Qlr:eui ai Diretto,i dei singoli Istituti.

1.4 Page 4

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Esempi eroici.
Intanto i Jl.fissionari, senza aspettare l'invio
di rinfor:::i che 11e accresca110 col numero l'effi-
cienza, tentano ogni 11wz:::;o per bastare al
bisogno, e moltiplica110 le cnergie messe al
servizio delle anime, sacrifìcandosi sino ali'e-
roismo.
Cominciano col sopprimere parte del riposo
11ott11rno: così a11111ento110 le ore di lavoro. Di
giorno si d,1dica110 al ministero, alle udim.:::e dei
catechisti, allo so/u.zione dt·lle ù1ter111i11obili lit,
che scnw mw malattia endemico di 1110/tp re-
gioni, alla pri·paro:::;ione dei rat1•cu111<11i r alll'
infi11ite co11tingmze proprif' ilella sillwzirme 11011
ancor ben di.ji.11ita delle Residf!11-:xe missio11arie.
Di 11otte prepara110 le prediche, recitano il bre-
t•iario, sbrigano la co1·risp1mdem:a rd t•scogi-
la110 srmpre 1111ove industrie di propagtuufa. S01w
migliaiq, deri,w di migliaia di le!Ure, di circo-
lari, di foglietti, che, mese per mese, debbono far
giu11grre (li bl'11efallori se 110n vogliono morir
d'illedia, pri1.1i co111e sono dei me::::;i più indi-
spmsabili per il proprio soste11tame11to, e per la
mra dei catechisti e dei maestri. Vi so110 dei
mi.rsionari che, periodicamente, all'una, alle due
del matti110 .tono ancora mrvi sul tav:olo, a scri-
vere illdiri:::r::::i, o sbrigare questa corrispondenza
che è questione di 'i'Ìta. Eppure alle cinque, o,
al più tardi, a/111 sei del mattino debbono essere
in piedi per le conf,ssio11i.
Q1mto di notte. Di giomo poi l'sigrmo dal
corpo il massimo re1'uiime11to: 11e spremono ad-
dirittura le for::::e per estorure httla quello che
pub dare. Spi!(oliamo da/11• cro11aclte d11lle 110-
strt Missioni qualche semplice episodio.
AIC11ni anni fa ci fu ajJidato nel Sud-India
1m Distretto .lli.sri-011an:o, ceduto da 1111 altro Isti-
tuto per scarsità di personale. Fu suddhùo tra
tiari Salesiani, i quali organi::::::aro110 subito un
primo v1iaggio di ricog11faio11e per a'il'i.lici~tare i
rristumi che da mmi 11011 erano più stati visi-
tati, e per co11oscPTe il campo di lav:oro. Era
primirvera inoltrata: nel Sud-I11dia in quella
stagione 11essu11ù t•iaggia dalle 9 alle 16, eu-
ropei, indiani, perchè la temperatura oscillo
tra i 40° e 1 45°, "• per u11a q11indiri110 di giorni,
anche dai 48° ai 50°; gli stessi bufali si acco-
vacciano all'ombra dri grandi alberi, perchè il
st>le è i11tollerahile e /'(Ifa toglie il respiro. Eb-
bene, ttno dei 11ostri Confrau/li ebbe il coraggio
di percorrere l'i11tiero distretto a piedi, perch~
tl(m tr(]'l;Ò 11essu110 che volesse condurlo: vagò ci,,,_
que mesi per quelle terre fmu:iate, i11 cerca di
anime, fra la gioia dei cristiani e lo stt1pore dei
pagani, e alla fi11e rientrò nella sua residen::a
disfatto dalle pn'vazioni e dalle fa.t.iche, ma colla
consolazione del pastore che ha potuto rintrac-
ciare ctntinaia di pecorelle abbandonate.
Un giomo uno dei nostri cadde battendo il
petto contro 1111 grosso S(ISSO: 11011 se ne prf!iJCCltfJ<>
e c011tùmò ,ud suu ordinario lai·oro di ministero;
ma il dolort', 11011chè cessare, si fece sempre più
vivo. Dopo due giorni si rassegnò a 111a11dar pel
medico, che ca,1statò due fratt11Tt' alle costole e
gli prescrisse di rimanere a letto. Era ancora in
C(ISa il dottore, quando giunse 1111 uomo in cerca
del m-issionariu per a111mi11ùlrare tli ultimi Sa-
crammti ad 111u1 povera moribonda: si tratta•va
di 1111a disgra-::iata che av.1cva tentato di smci-
darsi. Jm1ece del sorerdote si presmtò all'in-
'i.liato il medico: - Buon uomn, andate a cer-
care 1111 altro sacerdote; Padre Gùn.:m111i 11011
puà muo~•ersi. - Quella dmma ha dett~ che
11011 si vmol confessare se 11011 dal Padl'I Giotia1ini:
o lui o 1resst1t10. - Ebbe-ne, dite a quella drm11a
ché .ti' rssa è moribonda, Padre Giovanni è beli'e
morto. -Egli d1iuu la porta i11 faccia. 111a al
lllis.~io11ario 11011 resse il cuore di lasciar morire
quella pQ"l1erùu1 senza Sacramenti: appma il me-
dico se 11e fu andaJo, si al:::ò, fece a ca1.1a/fo ima
ve11tina di chilometri - co11 che stmto e tra
quali do/on, è fari/e immaginare - tt fece i,i
tempo ad am111ù1istrare gli 11/timi Sacrammli alla
moribonda.
Mortificazioni.
Per moltiplicare la propria atti'lJilà i Alisrio-
nari si appi[Jlia110 r,m riso/uft'::::::11 a11clze ad un
altro me:::;fJ, proprio delle 011ime grondi, col
q11ule riesumo a poteri-dare le Nu11giP dt'llo $pi-
rito: riducono al minimo Il' esigm:::e del corpo:
all'occorrrn:::a gli sottraggono tutto q11ello che
11011 è stri'll,a11umte necessario, anzi qualche i•olta
lesùwliO persino l'indispemahile. È' la teoria dfi
Santi: se si mortifica il corpo, si rim:~r;orisce lo
spirito. È la dottri11a di Cristo clre mette la mor-
tificaz.io,w, spi11tu fino ali'almegazi011e di sè
stesso, come rondù::ione essenziale pn la diff1i-
sio11e della ,,ita sopra1111at11rale: se il grano di
frumento 11011 muore, non si avra,mo 11è spine,
1tè gra11i.
Q1umdo i Alissùman· preparano l'occorrente
pei, viaggi apostolic,, clze alfe volte det•ono dl'-
rare dei mesi, dicono che pcnsa110 a tutto: t111
tutto abbastanza lir().itato perrhè sta comoda-
111e11te mtro due cestoni o i11 qualche grossa Vfk-
ligia. Ma in quel tutto rare volte è compreso
un po' di alimento; sovente 11011 cipensano a.ffatto:
troveranno sempre presso i cristiani un po' di
riso bollito, sia pure se11za sai~; se lzan110 p6co
da mangiare, i1i.compn1su avra,i maggior tempo
per dedicarsi al lavoro apostolico.
2 93

1.5 Page 5

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Il vi110 è bandito dalla loro mensa; il pane
11011 si usa in lviissione; l'acqua è quella dei
pozzi, se ve ,ie son.o; se no, qt1ella degli stagni
o magari delle pozzanghere. Confessano ore ed
ore, mentre le zamrare succhiano il sa,1giie ed
inoculano malaHie; celebrano due, tre fl.Iesse,
predicano e amministrano i Sacramenti, digiuni,
alle volte dopo viaggi lunghi e faticosi, i,, 11n
rlima estent1a11te che u11de il digitmo estrema-
mente pesante. Sprezzanti dei bisogni del pro-
prio co1po, p1ms,mo solo alle anime, dietro alle
quali corrono senza badare a fatica. Obbligarli
al riposo è co11da,marli ad tm sttpplizio. La ma-
laria li strugge; sanno che col cambio di clima,
col riposo, e con le wre mediche potrebbero gua-
rire; ma si e<mtmta,w di buttarsi ml letto quando
la febbre raggiunge i +o0, e, passato l'accesso,
tonumo al IO'lJoro senza pensard più. Quando
si offr!' loro il modo di wrarsi, subito rispondono:
e chi avrà cura della Missio11e?
È tm Je110-me110, meglio, w10 stato psicologico
che ha riscontro nelle vite dei Santi, ma che
ti?II si spiega umanamenti. In mezzo a un mare
sconjì1iato di popoli pagani, tra pochi cri,stiani
dispersi a grandi distauze, i ll.Jissionari sentono
il vuoto accasciante del deserto spirituale, e,
come i Santi, ne basiscono. Nla al tempo stesso,
sono talmente i11fervorati dalle aspirazioni del
loro cuore apostolico da divenire insensibili a
tutto il resto: 110n vedono che a:nime, 11011 sen-
tono che la brama infiriita di salvar/,e.
Quando il 13olletti11o paru, di couversio11i, di
battesimi, di scuole, di oratori festivi e di altre
attività apostoliche, diet}o quei consolantissimi
risti/lati si intravvede la figura spesso palli.da
ed emaciata del Nlissio11ario, cons111nato dagli
slt!t1li:, d.;.lle veglie, e dalle quotidiane fatiche
alle quali si sottomette. A quella letlrtra, il cuore
è pervaso da smsi dì devota ammirazione per
animt• cos> privilegiate, e di gioia al vedere che
nella Chiesa non si è ancora esti11ta la genera-
zione dei Santi.
L a parte nostra.
Jvla le sublimi lezioni non devono esaunrsi
11ell'ammirazio11e e 1lella commozio11e.
Di fronte ai mhlimi esempi dello zelo dei Mis-
sionari, tutti ed in particolare i nostri Coope-
ratori debbono sentirsi stimolati a concorrere al-
i'opera divina della redenzione di tmite anime
co11 le loro preghiere, colle soffere11::::c e, soprat-
tutto, con quei sacrifici che possono mltterli in
grado di soccorrere efficacemente /,e Nl,issioni.
Preghiere, offerte, sacrifici, grandi o piccoli
non importa: ecco la parte nostra, tanto più
utile, quanto più costante e periodic!l. Tutti ab-
biamo il dovere di porgere la mano ai fratelli
qua:ndo è in gioco la loro eterna salvezza. È pre-
cetto del Signore: " Date ai poveri ciò che vi
sopravvanza n. E non son tra i più poveri gli
infedeli?
Fiori di musione: I giovani alunni della Scuol a salcsl.ana della MJ.ssione d.l Bao_pooit (Thailand.la).
2 94

1.6 Page 6

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La sala prlnclpaJe dell'Esposizione missionaria salesiana Inaugurata quest'anno nel nostro J,.litu10
di Bologna da S. Em. il Card. Arcivescovo G. B. Nas:illl Rocca.
Ma si può e si dree fare di più. Dobbiamo
111oltiplicare gli apostoli che concorrono alla sal-
vez::o degli infedeli pur rimanendo nella pro-
pria patria e in seno alle prupl'U.' f amigfie. Ba-
sta a tal fine far conoscere alle anime sensibili
e delicate di ati abbo11da110 le nostre famiglie
cattoliclze, gli stenti e gli immmerevoli tormen-
tosi bisogni dei Missionari. Cooperatori, Coope-
ratrici, racco11tate ai vostri figliuoli, agli amici,
ai conoscenti, a quanti ha:nno 1m po' di buon
more ciò che voi sapete delle missioni; commo-
veteli con la visione, sia pur solo attraverso la
parola, delle sofferenze di persone che appar-
fr11gono alla vostra famiglia, perchè fratelli i11
Gesù Cristo; mggerite dei piccoli sacrifici per
soccorrere i Missionari e le loro cristianità. Un
confetto di mmo è 1m soldino di più nel sah;ada-
11aio d.•lle Missiom; 1111 omame11to di meno, u!L
abito più modesto, son parecchie lire che si pos-
sono devol-vere per chi ha fame; un film sop-
presso dal programma dei divertimenti, una
scatola di sigarette rnparmiata non re11dono in-
sopportabile la vita, e dàmio agio ai. Missionari
di attirare q11alche pagmio alla nostra religione,
di accogliere in u,1 orfa11otrofio ,m bimbo biso-
g11oso di tutto.
Aiutate ed invitate ad aiutare i Missionari:
sentirete il nobile orgoglio di partecipare alla
loro vita piena di abn?ga,;;ione; le gfoie intime
che accompagnauo ogni opera carittì temp11-
reraiuw le lacrime di questa valle di pia11lo, e
si compiranno i11 voi le promesse compendiate
nella frase che Dou Bosco ,ipetn•a s01Je11te ai
moi Cooperatori: v In fin di vita si ,-acc()glie il
fmtto delle opere buone
TESORO SPIRITOALE
I Cooperatori che, confessati e ro,mmimti, ,i~i-
tano w,a chiesa n pubblica cappella (i tleli2iosi e
le Religiose, In loro Ci!ppella pri\\'ata) e quivi pregano
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice possono
acquistar11,
L'l~'DULGENZA Pl.ENARIA
0G"II MESE:
1) In un giorno del mese a loro ~celta.
2) li !!',orno io cui fanno l'Eserc-izio di Br•orm 1\\Jorle.
3) li giorno io cui partecipano alla Conferen::m
mensile salesia11a.
NEL MF.Sl! DI ÙTTOBRE A1-iCIIE:
r) Il giorno 7: Festa dd Santo Rosario.
2) li giorno u: Maternità di !'viaria SS.
3) Il giorno 16. Purità di Maria SS.
2 95

1.7 Page 7

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L'APPELLO DEL SANTO PADRE PER LA PACE
Ca.<td Gandolfo, 24 nqosto , 939.
Un'ora grave suana nutn1amente per la gran.de
f a111iglia umana; ora di tremende deliberazioni,
delle quali non può disi,iteressarsi il Nostro cuore,
11011 deve disinteressarsi la Nostra .Autorità spi-
n'tual.e, che da Dio Ci viene, pl!1' condurre gli
a11imi sulle vie della giustizia e della pace.
Ed cccoCi con voi tutti, che in questo momt'71to
portate il peso di Umta responsabilità, perchè a
traverso la Nostra ascoltiate la voce di quel
Cristo da cui il mo11.do ebbe alta scuola di i,ita e
nel quale milioni e milioni di anime ripongono la
foro fid11ci.a in 1m frangente i11 c,ti solo la .ma pa-
rola piw signoreggiare tutti i rmnori della tPrra.
EccoCi con Voi, umdotti.e,i di popoli, uomi11i
dtlla politica e delle armi, scrittori, oratori della
radio e della tribu110, f quanti altri avete ®ù>-
rità sul pensiero e l'a-::ione dnfraHli, responsa-
bilità delle foro sorti.
Noi non d'altro armati che <hl/a parola di
i'erità, al disopra delle pu.bbliche co111peti;::io11i
1• pass·iom, vi parliamo nel nome di Dio, da cui
ogni paP?rnità in cielo ed in terra prende nome
(Eph., 3, 15), - di Gesù C irto, Siguore Nostro,
che tutti gti 11qmifli ha i·olllto f ratel!i; - bilo
Spirito Santo, dono di Dio altùsimo, fonte
itursausta di amore nri cucm.
Oggi che, 11onosta11te le Nostre rip. tute esor-
ta.."'ioni e il Nostro particolare interPssa111"11to,
ptiì assillanti si famw i timori di un sanguinoso
conjlitto internazionale; oggi che la te11siu1tf' d,-gfi
spiriti se111!»-a gnmta a tal segno dtl far gùtdù:are
ù11111inentP lo scat •,1arsi del tn:mmdo turbine della
.t:1term, rivolgiamo con am:mo patenw un nuovo
,, più caldo appello ai Governanti e ai popoli:
r1 q11efli, percftè, d,,poste le acmse, le minacce,
le ctluse della reci.prota diffidenza, tl ntino di 1'Ì-
mlnrr le attuali divergenze culf'u11ico 111ez:.o a
ciò adatto, cioè con comuni e leali i11tese; a
questi, perc/zi,, nella calma e nella serenità,
-~, n.r:::a incomposte agitazioni, incoraggino i tenta-
tfrJi pacifzci di chi li go'l•ema.
t cun la forza d.flla ragione, non C()1t quplfa
delle armi, che la Giustizia si fa strada. E gl'im-
peri :non fondati sulla Giustizia non sono bene-
d,•tti da Dio. La politica emancipata dalla morale
t .·adisce quelli stessi che così fa ,,oglioM.
lmmi11e11te è il pen·colo, ma è ancora tempo.
Nulla è perd1,to con la pace. Tutto può esseri.o
con la guerra. Ritornina gli uomini a compren-
dersi. Riprendano a trattari'. Trattando con
buona volontà e con ri.spetto dei reciproci diritti
si accorgeranno clze ai si11eeri e fattivi negoziati
non è mai precluso un onorevole srtct:t>sso.
E si sentiranno grandi - della vera f(rm1-
296
de:::za - se impo,u.mdtJ sile,r.zù, alle voci della
passione, sia collettiva eh.e privata, e /4scia11do
alla ragione il mo imp~ro, avranno 1-isparmiato
il sangue <Ùi fratelli e alla patria rovine.
Faccia l'Onnipotente che fa v,roce di questn
Padre dellafamiglia cri.1twia, di (JJ/esto Se,·v.'O dei
servi, che di Gesù Cristo porta, i,ulegnament··
sì, ma realmente tra gli uomini, la persona, la
parola, l'a:r,torittì, trot•i nelle me11ti e nei mori
pronta e volenterosa accoglie-11.za. Ci ascoltino i
forti, pir non divetztar deboli nella ingiu.stfr,ia.
Ci ascoltino i pot nti, se vogliono clze la foro po-
tellZll Iia no11 distmziom, ma sostww per i po-
poli e tut~la a trn11q,1t'flità 11ell'o:-di11t e 111'I lavoro.
Nai li supplichiamo per il sangtte di Cristo,
la cui forza t>incitrice del mondo fu la mansue-
tudine 11!'/fa i·ita e ,ulla morte. E supplira11doli_
sappia11w e senti<m,o di aver con Noi tutti i retti
di cuorP; t:ttti quelli che hanno fame e sete di
GiusLi-::ia; tutti qudli che so.ffru110 già, per
i 11wfi della t·ita, ogni dolore. Abbiamo con Noi
il cuore dellr madri, ch0 blltte col Nostro; i padri,
che dO'lJrt>hbcro abbandonare le loro famiglie; gli
umili, che fw.:o:-ano "non sa11110; gli ÙtJWretili su
cui p esa fa tremmda minaccia; i giO'l,•a11i, cm•a-
furi gmerosi d-i più piri e 11obili ideali Ed è
con l\\'oi l'anima di questa •vecchia Europa, che
fu opera rklfo fede e del gtmio cristiano. Cun Noi
f'1mumità i11tera, che a.petta giustizia, pan",
libe1-tà, non ferro eh.e 11ccide e distrugge. Con Noi
quel Cristo, che dell'amore fraterrw ha fatto il
SUO comandamento, fo:ndanumtale, solenn!!; la
sostan:::a delfn sua Rdigione, la p;w11essa della
salute per gli fodi'l-idm' e pM le Na::iom:.
J'.'lemori infine che le umane i11d11striP a md/a
valgono senJ:a il divù10 ai:1fo, invitiamo t1.1tti a
vòlgere lo sguardo in Alto ed a chie<hre con
fervide preci al Signore che la sua grazia di-
scenda abbondante szi questo mondo sconvolto,
plachi le in, ricQtu·ilii gli anim:i e faccia risplen-
dere l'alba di un più sereno avvenire. In qursftl
attesa e con questa speran::::a impartiamo a tutti
di cuore la Nostra paterna Belli'dizione.
UNA MESSA QUOTIDIANA
all'altare d i S. Giov . Bosco p er la p ace.
Per corrispondere alle sollecitudini del Santo
Padre un gruppo di pie Signore ha preso l'ini-
ziativa di far celebrare ogni giorno per un anno
intero la Santa Mes<>a all'altare d i S. Giovanni
Bosco per ottenere da Dio la pace alla trava-
gliata Europa.
La Messa si celebra ogni mattina alle 8,30.

1.8 Page 8

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TRA L E NOSTRE MOSTRE PR OFESS I ONAL I
.I (a m a no tncau,ta dal
1-j laYoro vale quanto
qve((a d, un Re
tp
ALESSANDRIA D'EGITTO
La Mostra professionale della nostra Scuola Don B osco, inaugurata dal Ministro <l'Italia S. E. il
Conte Ma~zolini e visitata anche da d ue Ciambellani di Corte, è riuscit a una delle migliori mostre
dell'anno professionale decorso, come lo documentano anche le foto;irafie che riprodut:iamo.
297

1.9 Page 9

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I N F A M I G L I A Purtroppo il 1.LSastro non fu dovuto a un
caso fortuito, ma lo si deve attribuire all'odio
antireligioso, acuito dallo stesso bene che la
ITALIA - Torino. - L'E:m.m.o Cardinale Casa in tante forme andava svolgendo.
Tedeschini alla Casa-madre.
U 23 agosto u. s. l'Oratorio ebbe l'onore della
visita di S. Eminenza Rev.nu il Sig. Cardi-
nale Federico Tedeschini, Arciprete della Ba-
silica Vaticana. I giovani alunni erano ancora
in vacanza e non hanno potuto offrire a Sua
Eminenza quelle festose dimostrazioni che
sono una simpatica tradizione della Casa-ma-
dre. Era assente anche il Rettor Maggiore;
ma Superiori e Confratelli gli fecero tanta af-
fettuosa accoglienza da indurlo a passare con
noi anche tutto il giorno appresso. Cosl potè
visitare con agio la Casa-madre, celebrare al-
l'altare di Maria Ausiliatrice ed a quello di
San Giovanni Bosco, e spingersi sino ai Bec-
chi, alla casetta natia del Santo.
La sera del 24, ascoltò con noi alla radio
l'accorato appello del Santo Paùre Pio XII
per la pace di Europa; e, il 25, partl per Mi-
lano, lasciando nei nostri cuori indelebile il
ricordo della sua bontà e della sua pietà.
Proprio allora, infatti, avern contribuito
efficacemente, fra l'altro, alla consolantissima
riuscita d'una straordinaria missione in par-
rocchia, e nello stesso giorno s'ernno avut~
ottanta prime Comunioni, molte di adultt
preparati dalle Suore.
La presenza in paese di gente venuta di
fuori, e l'aggirarsi nelle adiacenze della cap-
pella di alcuni sconosciuti con fare sospetto,
aveva destato qualche apprensione, per cui
s'erano assicurate più del consueto porte e
finestre, temendo la possibilità di un furto:
Invece doveva trattarsi di ben altro; e lo s1
vide di Il a poche ore, nel cuore della notte,
quando il crepitio delle altissime fiamme, ac-
cese in sei punti diversi dell'edificio, ne diede
lo spaventoso allarme.
F u una gra7.ia del Signore se le trecento
fanciulle interne cosi accerchiate dal fuoco
poterono esser messe prontamente in salvo;
tuttavia, purtroppo, doveva esservi anche una
vittima, scelta tra le migliori per innocenza e
bontà. Una piccolina di otto anni, che nello
COLOMBIA - Guadalupe. -
cendio.
Dopo l'in-
stesso giorno s'era accostata ai santi sacramenti,
nel mom'!nto del maggior trambusto, quando
già si tro,·ava con le altre fuori del pericolo,
Abbiamo ricevuto molto tarùi le notizie pensando forse di salvare qualche sua cosetta,
dell'incendio che l'anno scorso in settembre rientrò non vista nella casa in fìamm<', senza
ha colpito la Casa delle Figlie di Maria Ausi- poterv{ più uscir:... E con imme?so dolore _fu
ratrice in Guadalupe.
rinvenuta solo più tardi fra Je rovine fumanti...
Tutta la popolazione,
destata dai bagliori ùel-
l'incenclio, accorse su-
bito, e si dovette a
tale pronto e gene10s0
aiuto se il fuoco potè
essere circoscrino al-
meno in parte, e se
1,otè ~alvare qualche co-
sa degli arredi della
cappella e di alcuni lo-
cali del pianterreno.
Non meno generale
e commovente fu poi,
dopo l'incendio, alla
sera dell'indomani1 la
sollecitudine <lella gente
del paese nel portare i
primi soccorsi ir1 de-
naro o in genc..ri; per-
fino i poveri recarono la
lo,o offerta, magari solo
Torino. - S. l?m. il Card. Tedeschini in vil'iira alla Casa..mad.re.
di pochi centesimi.

1.10 Page 10

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Questa gara di carità,
cou la quale la Provvi-
denza diede subito un
pegno del suo immanca-
bile aiuto, trovò più larga
eco p1esso le autorità ec-
clesiastiche e C'Ìvili, p::r-
mettendo di por mano
assai presto ai lavori ùi
ricostruzione.
La cappella fu h prima
a venir rialzata dalle ro-
vine. 11 ritorno d1 Gesù
Sacramentato nelle mura
ancor fredùe e spoglie
segnò una f~ta per luuo
il paese. La bella pro-
tessionc, preceduta dalla
lunga fila djlle fanciulle
bianco\\•t!Stite con can-
didi fiori in mano, ac-
compag!uta e seguita dal
clero e dalle persone del
luogo, .issunFe un car.1t-
tcrc di speciale solennità,
poichè in tutti i cuori
r isponùe,·a a un .;enti-
men to di ripa1azion1:.
Anche il re~to dell'edi-
:fìcio va ora man mano
rialzandosi; e fra non
molti mesi le povere fi-
glie dei lehhrosi avranno
nuovamente la loro casa,
santificata dal martirio e
vegliata da tjUtlla divin.1
C3rità che non teme con-
t raddizioni.
Convegno di De-
curioni Salesiani
in Piemonte
Nella cronaca del lar-
go e fervido movimento
catechistico in prepara-
zione al centenario del-
l'Opera salesiana siamo
l ieti di aggiungere altri
sette convegni svoltisi fe-
licemente, io Piemonte.
Il primo si tenne, il
giugno, nella Scuola
Agricola Salesiana di
Da/l'hltn in /,auo: Decurioni intervenuti al convegni dl
Avigliana, Castalouovo Don Bo.sco, Lombriasco.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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nJl'11meno Istituto S;1cro
Cuore di :\\fonte Oliveto,
per la diocesi <li Pm -
rolo, pre..ente l'Ecc.mo \\'c-
SCO\\"O diocC'>ano, :\\ Ionsi-
gnor Gautlenzio Bina,,chi.
Parteciparono ai due
convegni il Rev.mo signor
don Giorgio Scrié dd Ct-
pitolo Superiore, in rap-
prcscnta.nza del R,•uor
:\\lagg1orc, e l'Ispettore
salesiano prof. don Ro-
berto Fanara.
Il terzo convegno s1
tenne, il 15 giugno, nel-
l'Istituto Salesiano ùi Ca-
stelnuovo Don Bosco,
per la plaga, coll'inter-
, enlo di S. E. :\\Ion~ignor
Cop1,o, dell'Ispettore don
Giov;inni Zolin e di circa
80 parroci dell'archidio-
ce•i di Torino e delle dio-
lkcurlonl 1n1cn,c,nuu aJ con. .1no di Nizza Monkrnuo.
cesi limitrofe di A<iti e di
Call31c.
Lombriasco, per la d:ocesi di Saluz7.o e la
plaga d1 Lomhriasco, coll'intervento dd Ve-
scovo di Saluzzo, S. E. Monsignor Giovanni
Oberti, e di una s~sanlìna di d,~curioni.
Il qua n o si tenne, il 30 giugno, a Nizza
Monferrato, nell' Istituto l\\Iadonna ddlc G ra-
zie, per le diocesi cli Acqui e di Alba. V'in-
terwnncro S. E. Mons. R iccardo Pittini, Ar-
Il secondo si tenne, il 13 giugno, a Pinerolo, civescovo cli $:mto D omingo e Primate delle
Tnd1e, S. E. l\\lons. Nicola
E..andi, Vescovo di V1ed-
ma, salesiani, il Prefetto
Gencrnlc della Società 8:l-
lesiana, Rcv.mo signor don
Pietro Bcrruti, l'Ispettore
don Antonio Man:ero e
circa un centinaio di de-
curioni. I ùuc Ecc.mi Vc-
sco, i diocesani erano rap-
presentati dai due Vicari
Generali l\\lons. Giuseppe
Lanzavecchia e Mons. Pa-
squale Gianolio.
Decurioni lnrer.-eaull aJ convc1no di Lanzo Torlnt•.e.
300
Il quinto convegno, te-
nuto ad Asti, il 5 luglio,
nell'Oratorio S. Giovanni
Bosco, presenti l'Ecc.mo
Vescovo Mons. Umberto
Ros-;i, l'Ispettore don l\\Ia-
nicro, e più di cento sa-
cerdoti, fu incoraggiato
dall' 11\\tervento personale
del Rettor Maggiore.

2.2 Page 12

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A,;ti. - Occurionj salesiani attorno a S. E. Mon,. Vescovo e al Rcttor Maggiore.
Il sesto si tenne a Lanzo, nel Collegio San
Filippo Neri, il 20 luglio, per le valli e la plaga
<li Lanzo, da cui convennero circa cinquanta sa-
cerdoti, coll'intervento di S. E. Mons. Coppo,
del Prefetto Generale don Bcrruti e dell'Ispet-
tore <lon Fanarn. S. E. Mons. Coppo e l'I-
spettore don Fanara presero anche parte, con
S. E. Mons. Umberto Uglicngo Vescovo di
Susa, al settimo convegno svoltosi, il 3 ago-
sto, per la diocesi di Susa e la plaga <li Avi-
g liana nel santuario della Madonna dei Laghi.
Di tutti fu regolatore il nostro don Fasulo.
I tre temi posti all'ordine del giorno:
La necessità del catechismo;
i fulgidi esempi di S. G. Bosco nell'a-
postolato catechistico;
la partecipazione dei Decurioni e dei
Cooperatori salesiani alla crociata catechistica,
suscitarono ovunque nuovo fervore di aposto-
lato.
Pinerolo. - I nostri Ascritti fan corona all'Ecc.mo Mons. Vescovo cd al Decurioni salesiant
3cr

2.3 Page 13

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Dolenti di non potere entrare in dettagli
per la tirannia dello. spazio, diamo i nomi degli
applauditi relatori.
Essi furono:
a Lombriasco il can. Silvio Marino, diret-
tore diocesano dei Cooperatori salesiani di Sa-
luzzo, il teol. Giovanni Vergnano prevosto di
Casalgrasso e il teol. dott. Gabriele Loren-
zatti, vicario di Villafr:inca sabauda;
a Pinerolo lo stesso Ecc.mo Vescovo Mon-i.
Gaudenzio Binaschi, mons. Oreste Baronetto,
direttore diocesano dei Cooperatori, e il par-
roco di Baudenasca, don Giuseppe Caffaro;
n CastelnuoYo Don Bosco 11 parroco di Ca-
priglio, don Riccardo Fassonc, il nostro don
Girolamo Luzi e il parroco di Cerreto, don
Agostino l\\Jarocco;
a Nizza :vlonforrato mons. Francesco Chiesa
direttore diocesano di Alba, il can. prof. Gioia
e il parroco di Cassine, can. Giuseppe Ra-
petti;
ad Asti mons. Enrico Scherano e il rev.
don Ettore Valmizza;
a Lanzo il teol. Giuseppe Raìneri di Ger-
magnano, il parroco di Cafasse, don Dionigi
Bolatto, e il teol. Sebastiano Bosio, parroco
di Coassolo S. Pietro;
acL Avigliana, l'Ecc.mo Vescov-0 di Susa,
Mons. Umberto Ugliengo, il prof. don An-
gelo Piscitello e il teol. Oreste Cammello
priore di Villardor-a.
Diedero il benvenuto ai graditi ospiti i
Direttori delle Case salesiane e, a nome dei
convenuti, furono spediti, volta a volta, te-
legrnmmi di devoto omaggio al Sommo Pon-
tefice invocando benedizioni pèr !a crociata
missionaria.
L'autorevole parola, la Yiva partecipazione
degli Ecc.mi Yescoyi, il largo intervento del
clero, la calda atmosfera in cui si sono svolti
i convegni hanno mostrato quanto sia se,
guita e sentita la santa crociata.
TI suo contenuto, i suoi scopi, i suoi ca-
ratteri furono magistralmente illustrati dal
Rettor Maggiore nel convegno di Asti.
U Successore di Don Bosco, premessa
l'impostazione dell'importante problema ca-
techistico, si diffuse a specificare il contri-
buto che alla sua soluzione sono impegnate
a dare le famigHe salesiane nel nome e collo
spirito del nostro Santo che in una collina del-
)'Astigiano ricevette dall'Ausiliatrice il man-
dato dell'apostolato catechistico e lo inizib in
Torino con, una lezione ad un giovane,tto di
Asti, Bartolomeo Garellì.
Il sig. don Ricaldone espose il programma
del vasto, graduale lavoro che si sta svol-
gendo in preparazione alle celebrazioni del
1941 e, approvando, con S. E. Mon,. Rossi,
la proposta di tenere l'anno venturo ad _Asti
un convegno catechistico diocesano, ne se-
gnò le direttive e le lince di esemplare pra-
ticità.
11 consolante movimento si va sviluppando
ed estendendo ad alLre Ispettorie salesiane e
ad altre regioni. Noi continueremo a seguirlo
e a dame il resoconto nelle pagine dd nostro
Bollettino.
Ad onore della Beata Mazzarello.
ITALL\\
A Civitavecchia nella nostra Parrocchia
della S. Famiglia predicò il 'triduo di prepa-
razione 8. E. Mons. J ,uigi 0livares, vescovo
di Sutri e Nepi, salesiano. I fedeli accorsero
da tutti i rioni della città. Le Scuole delle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice, che attendono da
circa 40 anni all'educazione della gioventù,
l'Oratorio salesiano, le Associazioni parroc-
chiali parteciparono in massa e si divisero il
prngramma musicale.
La festa si svolse nella Cattedrale, addob-
bata cd illuminata sfarzosamente come nelle
più solenni circostanze. Intervenne il clero
locale e tutti gli Istituti Religiosi della città.
Pontificò S. Ecc. Mons. Luigi Drago, Ve-
scovo Diocesano che in una elevata omelia
esaltò le virtù della Beata incitando a seguime
gli esempi. S. E. Mons. 0li,•ares disse il pa-
negirico, la sera, alla funzione di chiusura che
l\\llons. Vescovo diocesano coronò col canto
del Te Deum e la benedizione eucaristica.
A Lugo di Romagna, il Clero offerse la
magnifica Collegiata, tutte le Autorità appog-
giarono e parteciparono alle diverse manife-
stazioni, le cx-allieve fecero tale propaganda
che le feste ad onore della Beata Mazzarcllo
riuscirono un trionfo. Predicò il triduo il
prof. don T ommaso Stile, Direttore del nostro
Collegio S. Oirlo di Ferrara.
Il vcnerdl, 27 gennaio, al politeama Ventu-
rini, messo gentilmente a disposizione dal rev.
don Venturini, I'Avv. Grand'Uff. Giuseppe
Cavazzana di Milano, tenne la commemora-
zione civile prima della proiezione del film
Don Borco e l'opera sua, che attr'.ISSe oltre
3000 persone.
302

2.4 Page 14

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Tutta la giornata di venerdì e sabato fu un Nel pomeriggio il fior fiore della cittadi-
continuo pellegrinaggio ad offrire preghiere, nanza si riunl nel salone dell'Asilo per assi-
canti, voti, candele e fiori. L'Istituto delle Fi- stere ad una bella accademia preparata dai
glie di .Maria Ausiliatrice e l'Istituto Salesiano Bimbi, dalle alunne e dalle oratoriane, e chius:i
gareggiarono nell'onorare la novella Beata.
con un applaudito discorso del Comm. Clau-
La domenica 29, Mons. Paolino Tribbioli dio Villasanta.
Vescavo diocesano, celebrò la Messa per la
Comunione generale degli ascritti ai Ter.4'0r-
dini, Istituti cittadini, Associazioni di A. C.,
Cooperatori e Cooperatrici e Uomini e Gio-
vani cattolici, ex-allievi salesiani ed ex-al-
lieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che
per ben due ore consecutive sfilarono a sti-
pare le balaustre al Banchetto Euca,ristico. La
folla dei fedeli s'accostò in tal numero ai sanli
Sacramenti che dall'apertura della chiesa a
mezzogiorno fu quasi una conLinua di3tribu-
zione della Santa Comunione.
Tenne solenne Pontificale S. E. Mons. J>io
Guizzardi, Ausiliare di S. Em. il Cardinale
La stessa domenica 14 maggio, anche Mon-
serrato celebrò la festa della Beata nella
chiesa parrocchiale. Predicò il triduo P. Gam-
bella $. J., il quale, alla sera della vigilia,
tenne pure una speciale conferenza agli uo-
mini per prepararli ai Santi Sacramenti, cui
si accostarono in gran numero.
S. E. Rev.ma l'Arcivescovo di Cagliari
Mons. Piovclla si ùegnò, nel giorno della
festa, di assistere pontificalmente alla Santa
Messa, celebrata dal rev. Parroco e cantata
dalla Sclzola Cantorum dell'Istituto Salesiano
di Cagliari.
Arcivescovo di Bologna. La Schola C011torwn Anche Santulussurg iu scelse il 14 mag-
dell'insigne Collegiata in unione con quella del- gio per festeggiare la Beata. Predicò il triduo
l'Tstituto Don Bosco, con accompagnaJl).ento nella chiesa parrocchiale di S. Pietro il Dottor
d'organo e d'archi, esegul la Messa a tre voci
dispari Jubilaris del Vittadini. Dopo i Vespri
lo stesso Ecc.mo Vescovo Mons. Pio Guiz-
zardi disse il panegirico, e $. E. ;\\fons. Pao-
Don Luigi Cocco, parroco di Flussio. Grande,
il concorso dei Cooperatori e delle Coopera-
trici, delle Associazioni religiose e di A. C.,
della giovcnlù e dei fodeli.
-
lino Tribbioli imparti la benedizione eucari- S. E. Rev.ma Mons. ~icolò Frazioli, Ve-
stica.
scovo di Bosa, assistette pontificalmente alla
In SAROECNA. - Le feste in onore della
Beata riuscirono quanto mai solenni in tutta
la Sardegna. Aprì la serie G uspini con un
fervoroso triduo nella chiesa parrocchiale,
concluso la domenica 7 maggio u. s. con
straordinaria affluenza di popolo. La Messa
solenne, cantata dalle Oratoriane delle Figlie
Messa solenne, cantata dalla Schofa Cnnto-
rnm del Collegio salesiano, e tenne il panegi-
rico della Beata.
Nel pomeriggio le feste si chiusero con una
imponente processione; e, a sera, con un gran-
dioso spettacolo pirotecnico sul colle S. Giu-
seppe.
di M. A., venne celebrata dal Rev.mo Monsi-
gnor Cabitza, il quale, nel pomeriggio, dopo
il panegirico tenuto dal Rev. Teol. Casu, im-
partì la Benedizione eucaristica. La domenica
seguente, Accademia musico-letteraria nell'O-
ratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Nel11 Ui\\11JRtA. - A Perugia le feste, pre-
parate dalla stampa cittadina e da una larga
djffusione di biografie della Beata, nonchè dalla
valida collaborazione delle Dame Patronesse,
delle Cooperatrici e dei Cooperatori. delle ex-
allieve ed cx-allieYi salesiani, si svolsero dal 4
Sanluri, che· si gloria della prima fon- al 7 maggio, nella magnifica Chiesa del Gesù,
cla~one sarda delle Figlie di Maria Ausi- gentilmente concessa dai RR. PP. Barnabiti.
liatrice, festeggiò la Beata il 14 maggio. Oratore del triduo e della festa fu il Prof. Don
Il triduo di preparazione fu predicato nella Caria, Direttore dell'Istituto salesiano. ln
chiesa parrocchiale affollatissima dal nostro tutti i tre giorni, mattino e sera, la chiesa fu
D. Piemontese, parroco di Mussolinia. Tenne sempre gremita. Numerosissime le sante Co-
Pontificale, il giorno della festa, Mons. l\\Ia- munioni. Alla vigilia celebrò Mons. Italiani,
rio Piu, parroco di S. Anna in Cagliari, as- Rettore del Seminario, e nel giorno della fe-
sistito dal Vicario Foraneo Don Fois e dalla sta, Mon:i. Baratta, Vicario Generale dell'Ar-
Comunità dei RR. PP. Cappuccini. Lo stesso chidiocesi. Alla sera, poi, imparti la benedi-
Mons. Piu disse il panegirico. La parte mu- zione eucaristica lo stesso Ecc.mo Arcivescovo
sicale venne eseguita dalla Scuola di Canto Mons. Giovanni Battista Rosa. Durante il
dell'Oratorio Festivo delle Figlie di Maria triduo la parte m~icale fu eseguita dalle
Ausiliatrice.
alunne dei due Istituti delle Figlie di Maria

2.5 Page 15

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;\\usiliatrice della città; e, il giorno della fe- come Confondatrice dell'I stituto delle Figlie
sta, dall'ottima Schola Cantomm del Semina- di Maria Ausiliatrice.
rio.
I l programma musicale fu eseguito ,lai gio-
A Cannara i l 24 maggio u. s. si abbinò la
fosta in onore della Beata con quella di ,!\\,laria
Ausiliatrice.
vani del Convitto salesiano e clilettp tutto l'u-
ditorio. A tutti i convenuti fu distribuita l'Im-
magin e della Beata.
Tutti i giorni del triduo, la chiesa parroc- Essen Borbeck. I festeggiamenti s'inizia-
chiale fu gremita di popolo. Nel giomo della rono il 20 aprile u. s. con un triduo predicato
festa si contarono centinaia e centinaia di sante nella nostra chiesa dal nostro D on Fenneman.
Comunioni.
Grande affluenza di fedeli a tutte le funzioni.
S. Ecc. Mons. Vescovo, impedito di assi- Sull'altar maggiore campeggiava il q_uadro
stervi personalmente, vi partecipò col cuore, d!lla Beata, artisticam:nte ornato di luci e di
inviando la sua pastorale benedizione.
fiori. La Scho/a Cantorum dei Figli d i Maria
Alla solenne processione intervennero tutte eseguì egregiamente il canto di pii mottetti e
le Arciconfraternite, Associazioni religiose e di laudi sacre.
civili, la banda del paese e nwnerosissimo Il 23 aprile, fu una giornata di pietà e di en-
stuolo di devoti. La proce~sione sostò sulla tusiasmo. Alle ore 7, Messa con Comunione
piazza, dove il Can. Don Luigi Racani, Ar- generale delle oratoriane, circoline, ex-allieve
ciprete del luogo, parlò con vivo entusiasmo e di molti feddi. Durante la Messa solenne, il
della Beata e delle Opere salesiane. L a festa nostro Don Giuseppe Metzger fece il panegi-
si chiuse con la benedizione eucaristica.
rico illustrando la ~ pietà salesiana i, caratte-
GERMANIA
ristica della Beata l\\lazzarello.
Chiuse la festa, nel salone-teatro salesiano,
..
Berlino. La città di Berlino aprì il ciclo dei una graziosa accademia cui intervennero molti
festeggiamenti, preparando i fedeli con un Cooperatori e Cooperatrici con numeroso pub-
triduo alla storica giornata della Beatifica- blico. Le alunne delle Figlie di Maria Ausilia-
zione. Sicchè, il 20 novembre u. s., m•!ntre trice svolsero con brio il bozzetto: Le vergini
nella Basilica di S. Pietro in Roma, Maria prudenti e le vergini stolte.
1\\fazzarello veniva elevata agli onori degli al-
tari, una folla di popolo, prostrata nella chiesa
di S. Edvige, offerse alla Beata le primizie della
venerazione. Per la circostanza, le Suore cli
Essen Borbek, avevano inviato un bel quadro
della Beata che venne collocato in alto sul-
1'altar maggiore artisticamente ornato cli luci
e fiori. Un sacerdote salesiano fece il panegi-
rico, esaltandone le virtù, ed illustrandone le
opere, durante il canto della Messa solenne.
A Monaco i festeggiamenti s'iniziarono il
18 maggio con un solenne triduo predicato nella
chiesa cli S. Wolfsgang. Unn moltitudine di
fodeli grcml letteralmente il vasto tempio.
L'immagine della nuova Beata, dipinta su
tda dal nostro Don Holtzer, spiccava tra una
festa di luci e di fiori. S. Em. Rev.ma il Cardi-
nal Faulhaber, che tanto cordialmente aveva
aderito ad intervenire personalmente per " dare
- come disse - una testimonianza di stima
Regensburg celebrò la festa il 14 dicembre e di affetto a S. Giovanni Bosco, ai suoi Figli
u. s. nella chiesa di S. Croce, delle Suore Do- e alle sue Figlie >>, fu impedito da motivi di
menicane. Vi parteciparono numerosi fedeli, salute; ma si fece rappresentare da Mons. An-
fra cui diverse rappresentanze di Ordini re- tonio Scharnagl. La Sello/a Cantorum del Col-
l igiosi e molti Cooperatori e Cooperatrici Sa- legio salesiano esegul tutta là parte musicale.
k:siane. Il nostro Don Rohr celebrò la Messa Il triduo si chiuse il 21 maggio con la Messa
solenne e le Suore Domenicane eseguirono Pontificale. Al termine della funzione vennero
la parte corale. Al Vangelo il celebrante fece distribuite a ricordo più di quattro mila im-
il panegirico della Beata, presentando come magini della Beata.
in un quadro la sua vita edificante.
Nel pomeriggio la chiesa si greml nuova- CUBA
mente per le funzioni di chiusura, coronate Nella Repubblica Cubana le feste per la
dalla benedizione eucaristica.
Beatificazione di 1\\1. Mazzarello furono pre-
La sera, nel salone-teatro salesiano, alla parate con larga diffusione della biografia della
presenza di molte personalità ecclesiastiche e Ileata nelle famiglie, con articoli pubblicati su
rappresentanze di Ordini religiosi, Coopera- giornali e riviste, in occasione della grandiosa
tori e Cooperatrici, lo stesso Don Rohr tenne giornata del 20 novembre, distinta in tutte le
la commemorazione civile e presentò la Beata Case dell'Isola dal canto del Te Dmm e da

2.6 Page 16

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trattenimenti e accademie e con affi~i espooti
alle porte delle Parrocchie, chiese, Istituti, ecc.
.\\ll'Avana le quattro nostre Case della ca-
pitale organizzarono un triduo solenne nella
nostra chiesa di l\\1aria Ausiliatrice.
Kel primo giorno la Beata riceYctte parti-
colarmente l'omaggio delle alunne dei collegi
della Provincia. Grande l'affluenza; straordi-
nario il numero delle sante Comunioni. Ce-
lebrò la santa Messa cantata Mons. Liberato
Tosti, Auditore della Nunziatura Apostolica
in Cuba; tenne il panegirico il Re\\'. P. Calvo
Hemandez s. g.
l1 secondo giorno fu riservato alle ex-allieve
ed oratoriane che inten·ennero in gran nu-
mero e s'accostarono devotamente alla santa
Comunione. Celebrò la Messa solenne Mons.
Arteaga Betancourt, Provisore e Vicario Ge-
ner-alc della Sede Arcivescovile, e tenne il di-
scorso P. Lorenzo Guerra, Superiore dei Re-
dentoristi.
11 terzo giorno, fu la volta delle allieve delle
Scuole serali e dei Catechismi parrocchiali,
accorse in gran numero e non senza sacrificio
anche alla santa Comunione. Cantò la Messa
solenne l'Ispettore delle Antille Don Savani;
tenne iI panegirico P. Serafino Ajuria O. F. :VL
Tmpcmentissima la festa. Oltre alle numero~e
rappresentanze di Collegi ed Istituti religio~i,
intervenne una folla di fedeJi, che si stipavano
fin sulla porta della chiesa e sulla i.traùa.
Dalle prime Messe fu un continuo ousse-
guirsi di sante Comunioni. Tenne solenne
pontificale S. E. Mons. Martin y Villaverdc,
Vescovo dioce;,ano di Matanzas; le Sc!iclae
Cantorom dei nostri quattro collegi della città
eseguirono, con bellissimo effetto, la Messa
a tre voci del Ravanello. Pel panegirico, sostituì
l\\llons. Arcivescovo, colpito da grave malore,
P. Llaguno.
Chiuse i festeggiamenti, nel Collegio fcm-
m.ioile S. G. Bosco, un'accademia musico-
letteraria rallegrata dalla banda dell'Istituto
Salesiano «Inclan >►•
Lettera di D. Giulivo a1 giovani.
Carissimi,
la lettera itt cinese che vi riproduco è d'un
giovane alunno del nostro Istituto di 11,facao,
battez::;ato l'anno scorso dal rappresenta11.te del
Retlor Jl.Iaggiore in visita alle Case s(l/esiane
della Cina. Vi traduco soltanto i primi periodi
perchè possono servire meglio d'ogni mia esor-
tazùme ad ispirarvi lllflo il contrilmto eh:> vi è
possibile alla II gionrata missionaria che cele-
breremo !a ter:::a do111 •11i::a di questo mese.
« Ricordo ancora - scrive il giovane Lon
Kivai nin - il giorno in cui ho ricevu,o il
Santo Battesimo e mi sembra che Gesù stesso
me l'abbia conferito per farmi felice e con-
tento. E vedendo che ancora vi sono molti
Jl~ll111. , ~ ._
Cines;ni che non go<lono questa felicità penso:
non potrebbe forse lei fare qualche cosa per
aiutare la nostra gioventù cinese? Molto tempo
addietro, San Gio,·anni Bosco predisse che la
Congregazione Sale:,iana doveva avere un
grande sviluppo in Cina. Ebbene, io ardente-
mente confido che !a profezia di Don Bosco
presto si avveri... ••.
.iHil'i. cari: non 1:i co111m1wve il se1tso della gra-
zia del Santo Battesimo che conserv.•a questo
bravo cùwsi11.o e l'ardore di apostolato du g'i
arde in petto? Chissà quanti altri gùr.;inetti ai-
stiani 11.elle terre infedeli sospirano così la st.essa
felicità pei foro fratelli. Non potrestefar q11alcl1t·
cosa anche vui per aiutarli? Ascoltate ìJ vostr/l
/mori cttwe. Siate missirmari anche da lontano
prestando il vostro aiuto alla propaganda mis-
sionaria, e, se il Signore vi chiama a dive11-
tarfo davvero, rispondete generosamente. Cosi
coopererete alla salvezza delle anime che è
l'opera più divina.
Vostro afLmo
Don GIULIVO.

2.7 Page 17

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DALLE NOSTRE MISSIONI
Mende.:. - Gruppo iiencrale dopo la messa cam_pale celebrala da Mons. Comin.
EQUATORE
Dalla missione di Mendez.
Rev.mo e amat.mo Patire,
questa m' a doveva essere già in viaggio per
recarle il saluto e gli auguri di tutti i confra-
telli di questa Missione. Il lavoro di queste
ultime settimane mi ha impedito di compiere
a suo lempo il m:o dovere; d'altra parte il ri-
tardo mi porge occasione di darle notizie, che
certo le arrecheranno piacere. Aobiamo tra-
scorso con molto fervore il mese mariano.
Macas. - La cappella del la M issJone "SevJUa D. Bosco••.
PIET.i.J. EDIFICANTE. - Tutta la co-
lonia si diede il turno, in tutto il mese,
giomo per giorno, a gruppi di famiglie, per
onorare la nostra Madre Celeste. La solen-
nità, celebrata il giorno 28, riuscì quanto mai
divota. La sera deJla vigilia, dopo i primi
vespri, si tenne un'accademia musico-lette-
raria d'li nostri alunni della scuola colonica,
e una conferenza a proiezioni sulla vita della
Madre di Dio. Il giorno della festa, abbiamo
offerto a Maria Ausiliatrice un bel mazzo di
cuori vi,·cnti, palpitanti di amore per Lei,
colla fondazione dell'A.rciconfraternita di Ma-
ria Ausiliatrice. Cinquanta persone si iscris-
sero e fecero la solenne consac1azione.
Con entusiasmo di figli accogliemmo l'in-
Yito del S. Padre alla crociata di preghiere
per la pace. Alunni cd alunne della colonia
ogni giorno dedicarono a questo scopo una vi-
sita a Gesù Sacramentato ed a Maria SS.
Kon vollero essere secondi in questo i nostri
Kivaretti dell'Orfanotrofio della Missione, i
quali uniti ai confratelli e lavoratori costrus-
sero nell'orto della Missione una modesta e
devota grotta e davanti all'Immacolata ogni
sera si raccolsero a pregare secondo l'inten-
zione del Papa. Un'altra bella consolazione

2.8 Page 18

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avemmo il giorno del Corpus Domi,ii e nei
cinque giorni precedenti. Circa un centinaio
di Kivari convennero alla :Missione pel ritiro
annuale in preparazione aUa Comunione pa-
squale.
Ammirevole fu il loro contegno nell'ascol-
tare con attenzione due meditazioni e due istru-
zioni al giorno, che fruttarono una bella Co-
munione generale. Ci fu anche ùn bel nu-
mero di prime Comunioni, vari battesimi e
si benedisse un matrimonio cristiano.
VISITA DEL MINISTRO DELLA DI-
FESA NAZIONALE. - Il giorno 16 giu-
gno, la Coloni.a ricevette la visita del Mi-
n'stro della difesa nazionale (ministro della
guerra) sig. Gaio Plaza Lasso (figlio dell'ex-
presidente della Repubblica, generale Plaza);
del colonnello Joaquin Sarnaniego, capo del
IV dipartimento, membro dello Stato mag-
giore e incaricato speciale di questa regione e
nostro buon amico e protettore; del colon-
nello Miguel Angel I turralde, direttore del
corpo di sanità m.lit.are e membro dello Stato
Maggiore; e del sig. Antonio Padilla redattore
corresponsabile del giornale Comercio di Quito.
Furono ricevuti fra gli entusiastici evviva dei
nostri Kivaretti ed ospitarono alla Missione.
R:masero profondamr.:nte ammirati e com-
mossi quando udirono le voci bianche di que-
sti poveri figli della foresta c.antare a perfe-
zione l'inno della patria e un Kivaretto leg-
gere un componimentino per ringraziarli della
loro visita. Il giorno seguente, durante il
pranzo, gli nessi Kivaretti rallegrarono tutti
coi loro canti in lingua kivara, spagnola ed
italiana. Al pomeriggio gli illustri Ospiti di-
scesero a visitare la popolazione civile. Dal
paese mossero loro incontro, in corteo, le au-
torità e le più distinte personalità del luogo e
le nostre scuole femminili e maschili, tutte
nella loro uniforme bianca. L'incontro del Mi-
nistro, accompagnato dai 1\\iissionari e <lai Ki-
varetti in uniforme, con quelli del paese fu
una esplosione di evviva e di acclamazioni. Il
corteo, al canto dcgl'inni patriottici, entrò in
paese ed il battaglione della guarnigione mi-
litare ricevette il Ministro con gli onori do-
vuti. Frattanto i nostri alunni si posero in
bell'ordine intorno al tricolore nazionale, is-
sato davanti alla scuola e, dopo il canto del-
l'inno della patria, una bambina salutò il
Ministro con una poesia, facendogli omaggio
di un mazzo di fiori. In seguito un ragazzo
lesse un indirizzo di saluto al Ministro,
augurando che il suo arrivo segni un nuovo
balzo nel progresso della colonia. Entrati poi
nel nostro cortile, i ragazzi diedero un bel
saggio ginnastico strappando gli applausi al
Ministro ed ai militari che l'accompagnavano.
Prima di lasciare il paese per ritornare alla
Missione e di Il riprendere, il giorno seguente,
il viaggio di ritorno alla capitale, il Ministro
e il colonnello Samaniego fecero ancora una
visita alla nostra scuola, dove si era preparata
una piccola esposizione di lavori manuali dei
no~tri alunni e delle nortre alunne, ed ebbero
parole di sommo elogio per i l.vlissionari. Nel
libro delle visite il Ministro lasciò scritto:
,, Al dejar esta hospit.alaria Casa dejo constan-
Mendez. - S. E. Il Ministro Gaio Lasso coi personaggi del seguilo u-a I Kivarctli interni dello nos<ra !>Usslone.

2.9 Page 19

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eia de mi admiraci6n por la enorme labor ci-
vilizadora lograda por la Misi6n Salesiana,
gracias a la admirable abnegaci6n y enorme
esfuerzo de todos y cada uno de los hijos de
D. Bosco~- Gaio Plaza Lasso.
Il Ministro della Difesa nazionale lasciò
scritto: « Mi mas grande admiracion por la
admirable y apostolica labor dc la Mision
Salesiana, la verdadera colonizadora dc nues-
tro Oriente 11. Migud Angcl Iturralde. Coro-
ne! Director <le Sanidad militar.
Se ci sono <l, conforto queste dichiarazioni,
non lo sono meno gli aiuti materiali che ci
hanno otferto, ed il loro appoggio morale non
solo, ma della loro autorirà in aiuto alla Mis-
sione nelln protezione agl'indi kivari.
Oh! ritornino presto i bravi chierici, che
si preparano al sacerdozio, e si slancino, si
internino, si mettano a contatto dei selvaggi,
come padri amorosi, per dare a questi figli
della foresta tutto lo spirito della ci\\'iltà cri-
stiana! Fa tanto pena vedere queste anime,
vittime non solo della superstizione, ma spesse
volte di una civiltà corrotta cd inumana. Volga,
o Padre, il suo cuore pieno di zelo e di carità
a questi poveri figli e venga in nostro aiuto.
lllendez, 21-,·r-1939. Suo aff.mo
Sac. TELESF'ORO CoRBRLLINI,
llisrio,u,rio ,S'afesiono.
·tura. - Un lebbroso Garo.
INDIA - Assam
Tra i lebbrosi.
Amatissimo Padre,
ritorno ora dal.la solita visita al lebbrosario
di Tura e non so ùirle ciò che sento in cuore:
è un misto di dolore e di gioia che non so
esprimere.
Questa volta ho portato con me il gram-
mofono e per più di un'ora sono riuscito a
tenere allegri i poveri l<::bbrosi che mi s1 strin-
sero attorno pieni di curiosità. Che sguardi di
meraviglia si scambiavano tra loro! e con che
sonore risate chiudevano i commenti! Il suc-
cesso maggiore l'ottenevano sempre i « duetti »
rhe essi interpretayano come bisticl·i tra un
uomo bianco e ul\\a donna b:anca; ridevano a
più non posso. Fui ben contento di aver po-
tuto far loro dimenticare per qualche istante
la loro infelicità e distrarli anche dai morsi
della malattia che continuam-ente corrode loro
le carni fino alla purulenza cd alla consun-
zione.
Giovani e vecchi, uom:ni e donnt: vivono rac-
colti in un piccolo villaggio, con poco ord:ne
e meno riguardi alla separazione. I più sono
raggruppati in famiglie in una piccola capanna;
sicchè, se anche qualche membro non è ancora
infetto non tarderà a seguirne le sorti. Quello
che maggiormente commuove e il trovare non
poche persone ancor sane che, per amore ai
loro parenti,-o forse con indifferenza, si sacrifi-
cano al servizio dei loro ammalati e contrag-
gono presto o tardi la stessa malattia. Per
lo più si tratta di giovani donne o fanciulli.
li lazzaretto contiene attualmente 120 ammalati,
il che rappre:;enta una minima parte dei leb-
brosi che si incontrano in tutta la regione dei
(1 Caro Hills ». Le autorità mediche hanno
fatto diversi studi senza riuscire ancora ad
appurare la causa della diffusione della lebbra
che - strano! - si nota solo in questa tribù.
Poichè, tolto qualche caso sporadico. nessun'al-
tro popolo dcll'Assam si mostra affetto dalla
lebbra. Però abbiamo constatato che diversi
pazienti, ricoverati ora al lazzaretto, non ap-
partenenti alla tribù dei Garos. hanno contratto
la malattia dopo molti anni di vita su queste
colline. La maggior parte degli ammalati pur-
troppo non si man'festa ai medici che periodi-
camente passano dai villaggi, e tanto meno
de3idcra essere ricoverala al lazzaretto. Nati
e vissuti al.la libertà della foresta vogliono vi-
vere in libertà e vi riescono malauguratamente
per diversi anni finchè divengono fastidiosi e
p.,ericolosi non solo alla famiglia, ma anche alla

2.10 Page 20

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comunità del villaggio. Allora vengono conse-
gnati alle autorità che generalmente si vedono
obbligate a ricoverare tutta la famiglia perchè
g:à intaccata dal morbo che non perdona. Altri
invece riescono a fuggire e a penetrare in altri
villaggi finchè i segni esterni della malattia si
manifestano a tutti e vengono sfu!?giti e scac-
ciati. Ma in questo caso la vita diventa loro
un inferno. Corrnsi dalla malattia e privi di
aiuto e di medicamenti si abbandonano al pii'1
lurido stato e molti muoiono di stenti e di fame
prima ancora che la malattia abbia finito il
i.uo corso.
I p111 ragionevoli, invece, specialmente
quando il medico pensa a far ricoverare tutta la
fam'glia, si portano al lazzaretto di Tura e
qui, pur prolungando il loro purgatorio in
krra, possono almeno vivere finche il male
non li uccide.
Attualmente il Governo passa giomalmente
ad ogni ammalato una m·sura di riso e un po'
di condimento in natura lasciando ai singoli
di provvedere a cuocerlo individualmente op-
µure a gruppi, od in famiglia. Questo crea la
necessità di avere qualche aiutante per quegli
ammalati che, per lo stadio avanzato della ma-
lattia, per la perdita della vista o delle dita
delle mani o dei piedi, non possono provvedersi
personalm-::nte acqua e combustibile dalla vi-
cina foresta, lavare i miseri stracci, e far cucina.
Ah, se noi potessimo raccogliere rutti questi
miseri cd altri ancora in un lazzaretto Lutto
nostro, sotto la cura delle nostre eroiche suore,
quanto bene ~i farebbe!
Le Suore volonterose, pronte a sacrificarsi
pei poveri lebbrosi non mancano; ma mancano
i mezzi, amato Padre; ci manca il denaro per
costniire una casa che serva di ricovero alle
Suore in Tura, e que~ta nostra povertà ci farà
ritardare chissà quanto i nostri bei progetti.
La somm,1 necessaria non ~arebbe poi straor-
d"nariamente esorbitante... Preghi, amato Pa-
dre, perchè possiamo trovare persone carita-
te\\'Oli che ci permettano di soccorrere questi
poveri infelici. Abb:amo già avuto una bella
consolazione a Pasqua: benchè per qualche
tempo si contasse un solo cattolico, nel l:tz-
zaretto, pure abbiamo potuto conferire il bat-
tesimo ad un giovanotto. Il nui:n_cro dei cate-
cumeni è salito ad untlicì; e son già diversi
gli anziani che frequentano le nostre istruzioni.
Ci raccomandi :1I Signore, e mi creda
suo aff.mo in G. C.
Tura, 3-v1-1939.
Sac. GrosRPl'B DAL BROI,
J\\,!issionario Sa/esimio.
INDIA - Khrisnagar.
La redenzione degli schiavi.
Rev.mo Patire,
mi trovo ormai nel mio nuovo campo di
lavoro in India ed ho preso contatto colle po-
polazioni del distretto. Una delle cose cl)e più
mi ha addolorato è la misera condizione degli
schiavi della gleba, dei poveri paria contadini
che lavorano nelle grandi tenute alla dipendenza
di fattori (Zem;ndar) disonesti e tiranni. L'un-
pressione più recente l'ho avuta g iorni or sono
a Lahakri.
Labakri è un villaggio che dista circa 25
m:glia dalla città di Saharanp 11r ove ha sede
la nostra Missione. Affiancato all'arteria stra-
dale proveniente dal Punjab e dalle frontiere
dcli' India del nord, avrà certo visto passare
gli eserciti mussulmani degli Imperatori con-
quistatori, come lo attestano alcune antiche
moschee e qualche minareto diroccato, mute
vestigia di una gloria che fu. La strada impe-
riale è ora ridotta allo stato di un tracciato
trascurato e polveroso, solcato giQrnalrncntc
da qualche auto-corriera che solleva nugoli
<li polvere mentre sbanda e si sprofonda qua
e nelle buche della strada.
Al posto delle orde mussulmane e dei carri
reali passano ora invece le lente man<lre di
bufali, le carovane di cammeJli e gruppi di
viandanti affaticati dardeggiati dal solleone
indi'ano.
Tra gli altri mi si presentò alla -Missione un
individuo t1al capo ravvolto in un grande tur-
bante a colori. Lo accompagnavano una doz-
zina di uonui\\i tutti armati ùi un bastone di
bamoù, come usano in paese tutti coloro che
formo viaggio. È una precauzione necessaria in
una località ove al pericolo delle belve si ag-
giWlge quello dei ladroni o « D acait ll. Il pol-
verone che li ricopriva da capo a piedi mi
fece capire che venivano da lontano; la loro
fisionomia, che appartenevano alla schiatta dei
Paria; cd il loro atteggiamento, che si trat-
tava di una ambasciata importante.
(< Salam Hazur! (Salve Altezza!) n. Cosi mi
salutarono in coro appe1\\a furono alla mia
presenza; e contemporaneamente si inchina-
rono devotamente toccandosi la fronte con la
palma della mano destra distesa in segno di
saluto.
(t Di dove venite e che cosa volete, brava
gente? i, « Veniamo da Labakri e siamo qui
per vedere la tua faccia e per porgerti i nostri
sentiti Salam I ».

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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Da queste frasi, chi non fosse al corrente
degli usi indiani potrebbe immaginarsi dav-
vero che tutta quella brava gente si sia preso
il gusto della lunga passeggiata al sole e tra
il polverone unicamente per bearsi della vista
della mia faccia e farmi tanti saluti. Invece
in questi complimenti, come in tante altre
cose, l'India ed il suo popolo riservano sempre
qualche sorpresa.
li loro galateo stereotipato e tradizionale
non permette mai di dire apertamente il vero
motivo di una visita, i.pccie se a pcn;ona ri-
spettabile. Lo lasciano all'interpretazione del-
l'interessato. Ci vuol però pOC(t ad accor-
gersi.
Ebbene, se è cosl, tu, o Ciauduri (Capo)
raccontami che cosa
cosa vi posso aiutare
i,.viAèllocraapiiltaCtaopoe,dchine
che
non
attendeva che questo, volse in giro uno sguardo
di mutua comprensione sui suoi uomini accoc-
colatt in circolo a terra ed incominciò la sua
narrazione, nel fiorito stile indiano ricco di
colore e di immagini, aiutandosi con gesti
espressivi, monologhi e frasi, alle quali i com-
pagni assenti\\'ano di tanto in tanto in coro
nei punti più salienti.
In sostanza il Capo mi raccontò che nel
loro villaggio erano sistematicamente mal-
tra!tati dagli « Zemindar » (fattori) i quali Ji
facevano lavorare nei loro campi da mane a
sera e poi, im·ece di retribuirli colla mercede
pattuita, non ne tla,ano che Wla minima parte
e talvolta neppure quella. 8e poi protestavano
un po' vivamente, erano bastonate che si pren-
dewno dai «Sipahi ,1, corpo di guardiani al
servizio degli Zemintlar, che se ne servono
per tutte le preporcnze.
Siarno al disotto dei cani - pro~~iva -
cd a che vale rimanere nella religione llindù
che non ci ha mai dato alcun benessere e ci
ha resi schiavi di questa gente che ci considera
come una schiatta maledetta da trattarsi col
bastone?•·
Questa è davvero una delle ragioni che de-
terminano l'avvicinamento attuale degli in-
toccabili Paria al missionario cattolico. La
Chiesa che ha redento gli schiavi dell'Impero
romano, delle Americhe e dell'Africa, con-
tinua tuttora la sua opera liberatrice a pro dei
70 milioni di intoccabili dell'India, i quali,
se pur non hanno le catene ai polsi, giacciono
tuttavia in una schiavitù cd in un avvilimento
ancor più deplorevole.
L'ora della redenzione è suonata ancbe per
i poveri Paria!
Come Labokri cosi tanti altri villaggi chic•
dono di essere istruiti nella reiigiooe cattolica;
in questa fede che ci fa tutti fratelli in Cristo
senza distinzioM di casta e di colore, in questa
Fede che è cattolica, di tutto il rnondo, e che
abbraccia tutte le creature. Gli Hindù tendono
sensibilmente al Vangelo.
La messe è biondeggiante e sta a noi il far
trionfare la grazia di Dio. I po,·eri Paria ci
stendono le mani ed implorano il nostro aiuto
fraterno. Quanto mai sarebbero felici questi
fanciulli se potessero sedere qualche ora del
giorno in una capanna aù imparare a leggere
cd a scrivere, ad apprendere i rudimenti ddla
Religione! l\\Ja per educare al fervore della
\\'1ta cristiana tutte queste nuove reclute è as-
solutamente necessario fondare delle scuolettc
nei centri principali e disporre di buoni cate-
chisti indigeni. Ci raccomandi quindi alla ca-
drà dei buoni affinchè po:;s1amo avere i mezzi
per iniziare la scuola almeno nei tre villaggi
principali.
ld<lio retribuirà am-
piamente chi darà il suo
contributo per la reden-
zione dei Paria, perchè
per t'SSi Gesù Cri:.Lo ci
dice: Ciò che avrete
fatto per uno di q11csti
miei piccoli l'avete fatto
a me».
Con affettuoso osse-
quio
suo in G. C.
Sahara11pur, 4 - \\"I - 1939.
310
Saharunpur. - Piccoli porla aJ sole.
Sac. U. l\\lAROCCl-flNO,
Altssionario Sal,•sitmo.

3.2 Page 22

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Crociata missionaria
Borse complete.
Borsa M.-IRIA .•IUXfLIUJl'f Cl/RlSTIANORUl'.l
ORA PRO j\\tJE, 11 cunl di Ferruru Margherita.
Borsa M,1RIA rlUSIU1lf'RICE (26") - Somma
pr.:c.: 19089,30 - Devoto Lujs.:,, 50 - 1\\ilaria
Min.atelli, 30 - Pardo Prof. Michele, 15? -
!\\Iorei Angelo, 5 - l. G., 100 - 1. M. l., 3-; -
Lupi M. Cesarina, 50 - 0Jdone Giovanna,
Cuneo, a compimeoto, 495,70 -Tot. I,. 2?.ooo.
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Giovanna, 109,10 - Cusè Virginia, offerte varie
raccolte, , 164 Tr,t. L. 1.273, 10.
Bmsa MARTA AUSILIATRICE E SAN CIO-
VANNI BOSCO (6~) - Somma prec.. 162,37 -
Cnrliru Nicola, ro - l\\lnestre BaJùizzonc, 50 -
Can. Raffaele Basti, 25 - Pluto Antonio, 10 -
~fo17,0 Francesca. 100 - Zannon1 Aurom, 25 -
Tot. L. 16457.
Borsa MARI.-1 AUSILIATRICE E S. GTO-
VAJ\\'Nl BOSCO, a cura di G. M. D . in memo-
ria e sutfra~io di mamma e babbo - versa-
mtmtO L. 15.000.
Borsa JIAMMrJ .\\1,-IRGHERITA (3•) - Sommo
prec.: 1815,75 - Una mamma, 20 - Tot. L.
1835,75.
Borsa M.-1RC01TI STEFA.1\\"1.-I ED ELEN✓l
TURRIL, a .:uru di Angiolina Ferroglio De Gio-
\\-anni - Somma pre.:.: 1086o - Ricavo dj una
vendita, 2000 - Tot. L. 12860.
Borsa MADONNA DI LOURDES - Sommu
prec.: 1471,55 - Cun. Raffaele Abbotanaelo,
100 - Tot. L. 1571,55.
Borsa MADONN✓l DEI., CARA/INE - Som-
ma pn.-c.: 227,5,:, - G. C. C lusòne, 15 - Tot.
L. 242,50.
Bo,sa ME1\\ill VJAN, a cura della parrocchia <li
S. A11ostino in Milano - Somma prec.: 7300 -
L. F. S. Rozi-,ano, 2700 - Tot. L. 10.000.
Borsa PEDUSSIA DON LUTGI - Somma prec.:
4563,35 - Raccolte fra i Cooperatori e le Coope-
1àtrici della diocesi di Volterra, 1000 - Tot.
I,. 5563,35.
Borsa PEIURDI CAV. LUIGI, CAPITANO
DEGLI ALPINI - Som1113 prec.: 2700 - B.
G. D. ro - Tot. L. 2710.
Borsa REGINA DT .MONDOVl (2°) - Somma
prec.: 4380,70 - N. N. in memoria di Danni
Cwvanni, 100 - Tot. L. 4480,70.
Borni RICALDONE DON PIETRO (4°) - Somnu,
prec.: 2667,30 - Laura Fivizzoli, 10 - Teresa
Barberis, zo - Deni, in memoria di Don Paolo
Ubaldi, 50 - Tot. L. 2747,30.
Borsa SAVIO DO/ltIENJCO (4•) - Somma p.rec.:
1r 562,3? - Perru.céi Cosimo, 697
Caratti
Giuseppina, 10 - Gay Giacomo, 20 - Tot.
L. 1:u89,30.
Borsa SOLARO DO/I: GAET.1NO. n cur3 di
alcuni parrocchfani cl, Airuno - Somma prcc.:
2990 - Panzeri Cru-la, 350 - 701 L. 33➔0.
Borsa S. GIOVANNI BOSCO (sa) - Sornm.1
prec.: r205 - Unn mrunmn, 110 - Giuffrid.1
Gioacchino, 5 - Loclnti Luisa, 50 - Coniuiti
Albnno, 50 - Rina c. Giulio Rigole~to. 20
Virginia Del Prato, 10 - Tot. L. 1450.
.Borsa S. GIOV.-lNNI BOSCO, a curo di C. I.
- Somrm1 prec.: 9000 - Nuovo ,·ersamc-nu.>,
1000 - TQt. L. 10.000.
Bors!I S. FRANCESCO DI SALES (2•) - ~ornma
prec.: 10064 - Lami Anir.1. 200 - Tot. L. 102.64.
Borsa S. CUORE DI GESl' CONFIDO IN T'OI
(~) - Somma prcc.: 8761 ~Cattt!O<la Andrea,
10 - Crossi Clemcnnna. 50
Zani Pietro
6 - Raimondi '.\\luria, 5 - 1iJt. L 8832
Borsa S. GIUD1I T,lDDEO - Somma prec.
7313 - Rocco l,uciruw, 50 - ;\\lalvina Gona
s - Tot. I.. 7368.
llon.-a S. GIUSEPPE (3•, - Sommo prec.: 1731i2
- Pala P,:ppirut, 20 - Swnan Giuseppe, 20 -
Bevilacqua Pietro. 10 - Tot. L. 176.µ.
Borsa S. GIUSEPPE BENEDETTO COTTU-
1,E,VGO - Sonuna prec.: 125 - Leonàtti Em,-
lio, 10 - T ot. L. 135.
Borsa S. VALERIO - Somma prec.: 3+10 -
Condcr:.1 Alessandrina, 10 - Tot. L. 342,0.
BurStt VERSTGLIA. E C.-1.RAVARIO - SomrnJ
prec.: 11613,50 - Piconc A1ma, 10 - T,,1
L. n 6.113,50.
(Si-gue).
NECROLOGIO
Sal es iani d efunt i:
VOSTI D. SAMU.El-E, sac. da Gerra Ver2.a-
sca (S, iz7.era - C. Ticino'. t a Torioo il I z-vm-
1939 a 6~ anni di et.li.
A 24 anni senrl la vocazione salesiana e, <lcposfd
la caricu di Sindaco del paesello naùo cw I·a,·e, J
eletto In stima dei compaesani, ordinate le sue cose,
entrò come aspirante nel nostro lstiruto di Valsa-
lice. Ricevuto l'abito ecclesiastico dal Servo da .D
D Michele Rua, fu dal o stesso Succcso,orr di S. Gio-
vanni Bosco chiamato ancor chierico alla Segrete-
òa del Capitolo Superiore nella Casa Madre OH·
rimase dal 1902 fino alla morte, succedendo n Don
Lagp nella direzione della Segreteria stessa e te-
nendo contemporaneamente l'Amministrazione ciel
Bollettino Salesiano e l'ufficio di propagl;lJlda. Or-
dinato sacerdote nel 1908, trovarn conforto alle fa.
tiche dcdl'umile quotidiano lavoro ncll'eserci7.io del
sacro ministero e nell'apostolato fra i gionmi del
primo OraLOrio festivo che l'a"evano acclamato an-
cor chierico primo Assistente Ecclesiastico del Cir-
colo Auxilium, alla fonda2ione. Pei gio,11ni degli
Oratori fondò e sostenne per parecchi anni la pub-
blicazione dt!i graziosi foglietti settimnnoli Per la

3.3 Page 23

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Guwe11t1ì. Nel 1918 fondò nel Circolo Au."ilium •,
la sezione • Charitns • pe1 l'assistenza ai soci d~I
Circolo cd ai giovani oratoriani bisognosi. Zdan-
tissimo delfo opere miss.ionaric fondò la Pia Asso-
ciazione • Gioventù l\\Iission.a.ria • ottenendole l'ere-
zione canonica e preziose induli:ccnze. Viveva di pietà
eucaristica, di mortificazione, di abnegazione, di la-
voro, di apostolato. Aveva !'atte di compiere i più
duri sncrifui sen7.a falli apparire. La S. Messa, la
1\\ladonna, D. Bosco, l'Oratorio e i poverelli furono
i suoi Arnndi amori. Sempre umile, sempre con-
tento, tutto rapito in Dio nella preghiera e nel la-
voro, con ammirabile taS$egnazione cd abbandono
in Dio accettò il lento processo dcll 'cnct:falit<i che
lo condusse alla tomha e che g!i ca~ionò negli ul-
ti1ru giorni, com'egli ebbe a dire ad un confrntcllo:
• una soff.:rcnza che non ~i può (.-Sprimt-re e eh.i solo
In fode e l'amore a Gesi1 Crocifisso rende rollera-
hile •.
MOTTER BE.Vlrl.vlll\\·n, coad. da Tenna
\\Trento), f a Villa Colon (Uru~uay) il 15-,·1-193<)
,1 80 anni ùi età.
In età matura sentl la vocazione sat.:,siunn e, pnr-
rito per le t\\fissioni con :\\lons. Costarru1gna, vi
spese I<' sue migliori cnt,r~ie con i:rrnnde spirito
di sacrilicio.
l~A,\\'OlI D. ENRICO, sac. dn \\'aldqmino c.!1
Luino (Varese), t a J\\lessina (Istituto S. Lui1d)
il 2+-rn-1939 a 64 anni tli età.
Alla mort" dd padre poti! seguire la suu voca-
zkme 1-,na~mcnte contrastata e rn~giunR-,re il sa-
cerdozio per prodi~are alle anim! tutto il suo zdo
nella cura pastorale.
S,•/XLER n. M,ITTJA, sac. dll Darscheiù (Ger-
t m'loia), a Santa Rosa (R. Argentina) iJ 25-Y-1939
a 6+ anni di etlt.
Cominciò il suo ministero sacerdotale fra i co-
loni di llni.,'lla tcdescu della Pampa ArRer1rina e
I<> continuò con zelo nclla direzione ddla Casa di
.1\\1 issione ·di S. ]osé e nella pnrrocchm di Santn
Hosa.
'.l'UJ\\,l..JSSJ .FRA.i.\\JCESCO, coad. da Palestrina
(Rom.a), t a Cori~li=o d'Otranto (Lecce) il 25-vn-
193() a 59 anni di età.
V. INZO DOJIENICO, eh. da Solagna (Vi-
cenza), t a Piossasco (Torino) il 31-,·-1939 a 22
a:ini di età.
Cooperatori defunti:
CAJV. ADOLFO LENCI t a Marlia (Luccn)
il 18-vr u. s.
Pio e zelante sacerdote, era fervido ammiratore e
cooperatore delle Opere Salesiane e nutriva una
grànde divozione a S. Gio,anni Bosco.
NOBILDONNA GIUSEPPINA DE CASTRO
dei Conti di Lemos.
Anima eletta, sensibile ad ogni opera buona, esten-
deva la sua carità aUe Opere salesiane e viveva lo
spmto di S. Giovanni Do~co m:lla pi~tà, nella cura
della famiglia, nell'eserci?.io dell'apostolato.
LOSS ALBfNO t a lmer (Trento) il 19-v1 u. s.
Fervente cristiano e laborioso opernio, educò la
famiglia all:t pietà cucai istica e fu lieto di offrire due
figlioli alla Società Salesian.a.
ZAl.fPESE LUCI.A t a S~-sto al R.eghena (Udine)
l'IJ-VI u. s.
Devotissima di Marin Ausiliatrice e di S. Gio-
vanni Bosco, seppe educare cristiannmente tutt.J la
hmiglin, e fu hencdttm dal Signore colla voca-
zione di un fictlio ::rlla Societi\\ Snle~iana.
Z.-JVETTJ CELESTINA t•ed. SURslCit a B..1-
golino (Brescia) il 27-vn u. s. ,1 5R anni.
Donna profondamente cristiana, madre esem-
plare, fu ben lieta d1 offrire un hqlio allu So-
cietà Salesiana.
Altri Cooperatori defunti:
Allora Angelina, Casta,:nilo (Cuneo) - Barone
C:ammu V. Lucchesi, S. Remo (lmpc1ia} • B:.-mc-
nuti ::\\!uria, Con!!!flitmo !Trenso) - Sernasconi Bat-
tista, Lrgmmr, (l\\lilano) - Bntta Agm•sc, Cos1tm~r111n
(Vercelli) - Cappello Prancesco, .--lsnm:a (Como) -
Ca.,-tella ;1,lurgh~ita, Dimw 1t.I/!u1 (Cunoo) - Ca-
vallo Giovanni, Isolo d',lst, (.\\sti) - Chcccncci Luigi,
Prntrwuchio (An:~.m) - Cittaùini Pietro, Cormi (Bre-
scia) - D~filippi Moria, S. Gù~<fo rau. (Aosta) -
D~ll:l Sala Umberto, Te,ni Diana Onofrio, Di
Ciano Tn~. Rt'1'ere (l\\lnntova) - Diene Eleonorn,
Frt111r,willt1 {J\\11!SSÌn3) - Fabris \\'ittoria, Ct11wle
S. Bovo (Trento} • Fcu.i Lcopolùo, Fossa Amelia,
J\\,1m11.ecrl1io Mt1•:r:iore (Vic-enz.'l) - Franco Chiaro,
Vegui (A1ess11ndria) - Galdi Not. C:w. Pietro -
Gallt> Margherita, Riell(i (Vercelli) - Ghigliotti D.
Nicolò, Sena R,rrò (Genova) - Gamba i\\lartino,
Cafo/::Jiororte ffi.:11::amo) - Gianombello Mons. Gio.
Battista, At1ìg/ia11a (Torino) - Locatelli Giuseppe,
Selino (B~1~runo) - Loss Albino, Imcr (Trento) -
Luise Ermenegildo, Salboro (Padova)- Mnddalena
Francesca, Alta111wa (Bari) l\\Lmilzzn Rosa, Cassol-
11QtlO .illoli110 (Pnvin) - J\\.lantovani Ev:1ri$tO, Stu_ffiorie
(Modena) - Marengo Prof. Giacinro, Edolo (Bre-
scia) - Neri Clotilde, Barbia110 (Ravenna) - Palme-
rin.i Noemi, Assisi (Perue;ia) - Patta Teresa, Ortu~n·
(Cagliari) - Piazza D. Celestino, Rin, sul Garda
(Tremo) - Pi:w,za Mnrghedtn, Noveuta di Pirrve (Ve-
.ne:,..ia) - Pinto Lucia - Pistone Umberto, Ba',o
(Aosta) - Rodinò Salvatore, Oioiosa Jonù-a (Reggio
Cal.) - Rosari .l\\1aria veci. Maitilasso, Troia (Foggia)
- Sncnone Domenico, Trino (\\'ercelli) - Scavino Cn-
terina, Diano d'~Uba (Cuneo) - Scopelliti ::-Jot. An-
tonino, Caro11a (Reggio Ca].) - Sgargi Cuglielmino,
Bt1'rù::etla <Bologna) - Stoppa Antonia, S. Potirr,
(Ravenna) - Tapparo Giuseppe, S. Gmsto Cmw-
vl!se (Aosta) - Tricarico O. Vincenzo, Troia (Fog-
gia) - Zavarise Rosa, Jll/011selice (Padova) - Zecch.i-
Mto Angelina, Salboro (PadoH).
3 12
Con permesso dell'AutorJt.à ccclesirunlca. - Tip. S.E.I., Corso Regina Margherita, 176
Dire11ore responsabile: D. G U I O O f' A V IN I , Via Cottolengo, 32 • Torino 109