Bollettino_Salesiano_196811


Bollettino_Salesiano_196811



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IN QUESTO NUPIIEIIO
Il Rettor Maggiore apre il Centenario
Inaugurata la Mostra D868
Cooperatori d'Italia pellegrini a Valdocco
Strane luci in una catacomba di cemento armato
Un monumento che vive
Il nostro... "odio"
Papa Giovanni nei ricordi di un suo collaboratore
Orientiamo i giovani a una scelta per Dio
L'Ausilia,trice in Giappone
CO ERTINA
Maria Ausiliatrice nel grande quadro della Basi -
lica. Don Bosco cosi la descrive: " La Vergine
campeggia in un mare dì luce e di maestà, sopra
un trono di nubi. È circondata da una schiera di
angeli, I quali, facendole corona. le porgono
ossequio come a loro Regina. Con la destra
tiene lo scemo, che è simbolo della sua potenza.
con la sinistra tiene il Bambino che ha le braccia
aperte, otfrendo cosi le sue ~raz,e e la sua mi•
sericordia a chi ha ricorso all augus1a sua Geni-
trice. In capo ha il diadema con cu, è proclamata
Regina del cialo e della terra. Attorno e in basso
sono i santi Apostoli e gli (vangehst,.•:·
Torino-Valdocco Pellegrinaggio Nazionale
del 25 aprile scorso. Un lato della Basilica di
Maria Ausiliatrice. gremita di Cooperatori pro-
venienti da tutte le regioni d"ltalia

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IL RE I I OR MAGGIORE
APRE IL CENTENARIO
Il 24 aprile scorso
il Rettor Maggiore
apriva solennemente
le celebrazioni centenarie
della Basilica
di Maria Ausiliatrice
concelebrando la santa Messa
con cinquanta Superiori
pr()Vetlienti
dai cinque continenti
e rappresentanti
la famiglia salesiana
sparsa nel mondo.
In quella storica circostanza
tenne l'omelia
che qui riportiamo.
M olte cose sono senza dubbio accadute in quel lon-
tano 1868, ma poche ebbero una risonanza sto-
rica come quella che ci accingiamo a commemorare.
Cento anni fa Don Bosco vedeva coronato il sogno
di questa Basilica, alla quale avevano posto mano
cielo e terra.
E a noi è toccato il privilegio di celebrare la ri-
correnza secolare di un fatto che si pone tra i più
cari e gloriosi non solo di Torino ma di tutto il
mondo salesiano.
Nella nostra voce quindi, e più ancora nel nostro
cuore, debbono oggi trovare dolce risonanza le mille
e mille voci che da ogni parte del mondo si levano
in lode filiale alla Vergine Santissima, che ha voluto
fare di questo angolo della terra una fonte inesausta
di grazie spirituali e materiali, a sollievo e a sprone
di tante generazioni.
«QUI LA MIA CASA
DI QUI LA MIA GLORIA»
AJ sommo della cupola minore che sovrasta questo
presbiterio spiccano le parole fatidiche che Don Bo-
sco aveva ascoltato in sogno nel 1844: «Hic domus
mea, inde gloria mea: Qui è la mia casa, di qui la
mia gloria ».
A Torino come a Lourdes, a Fatima, a Guada-
lupe, a Cestochowa la Madonna è di casa come lo
fu a Nazareth. Qui come a Nazareth Ella nutre una
sola; sconfinata speranza di madre: la gloria, il
trionfo di suo Figlio. Disse infatti a Don Bosco in
un sogno del 1845 : «In questo luogo io voglio che
Dio sia onorato in modo specialissimo 1>.
Da Torino, come da tanti altri celebri santuari
mariani, si è dilatata smisuratamente la gloria della
Vergine, e con quella della Vergine la gloria di Dio.
Dovunque i salesiani sono arrivati, hanno insegnato
una preghiera, modulato un inno, eretto una chiesa,
e soprattutto rinnovato i cuori attorno alla cara im-
magine di Maria SS. Ausiliatrice. Non c'è oratorio,
non c'è collegio, non c'è missione salesiana che non
dedichi o un santuario o una cappella o un altare
alla Vergine Ausiliatrice.

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IL RETTOR MAGGIORE
APRE IL CENTENARIO
È quasi un secolo che da questa Basilica partono
gruppi di missionari salesiani con due fiamme ac-
cese nel cuore: quella dell'Eucaristia e quella della
Madonna. Ne sono un invito plastico le due magni-
fiche statue che ornano l'Altare del nostro buon
Padre e reggono i simboli delle devozioni soprad-
dette.
Le feste, gli studi, gli atti devozionali in onore
dell'Ausiliatrice ormai non si contano più in tutto
il mondo salesiano. Dovunque c'è un'opera di Don
Bosco si guarda a questa Basilica come alla Chiesa
Madre, a un angolo di cielo dove è sempre possibile
raccogliersi idealmente in ogni ora del giorno e della
notte per pregare, per dialogare con la Mamma Ce-
leste, la cui figura campeggia regalmente buona nel
quadro ideato da Don Bosco, e ogni salesiano si
porta gelosamente scolpita nel cuore fin nelle più
remote contrade della terra.
Espressione visibile di questa gloria universale di
Maria Ausiliatrice sono i Superiori salesiani qui con-
celebranti: essi sono convenuti qui oggi dai cinque
continenti per aprire le feste centenarie della nostra
Basilica e per ringraziare, implorare, professare alla
Vergine Ausiliatrice tutti i loro sentimenti filiali e
devoti.
NOSTRA AUSILIATRICE
NEL CONSERVARE LA FEDE
Don Bosco confidava nel 1862 a don Cagliero,
futuro pioniere delle missioni salesiane, un caro se-
greto: <1 La Madanna - diceva - vuole che la ono-
riamo sotto il titolo di Maria Ausi.liatrice: i tempi
corrono così tristi che abbiamo bisogno che la Vergine
Santissima ci aiuti a con.servare e difendere la fede
cristiana •>.
A distanza di un secolo e mezzo dall'istituzione
della festa di Maria Ausiliatrice e di un secolo dal-
l'erezione di questa Basilica, può sembrare superfluo
sottolineare il motivo di questo titolo glorioso: Au-
siliatrice.
Eppure mai, forse, come in questo momento
questo titolo sembrò di attualità; mai come in questo
momento i salesiani sentirono viva la gioia di aver
ricevuto in eredità questo 6tolo mariano. Perchè mai
come in questo momento tale titolo ha ricevuto un
crisma ufficiale dalla Chiesa. Il Concilio stesso in-
fatti, per mezzo del Santo Padre, ha consacrato alla
2 Madonna il nuovo appellativo di <• Madre della
Chiesa>>. Ora, esaminando i motivi che hanno in-
dotto la Suprema Autorità Ecclesiastica a create
questo nuovo titolo, si scopre che essi sono in gran
parte gli stessi che hanno spinto Don Bosco a lan-
ciare quello di Maria Ausiliatrice.
Anche per noi <• i tempi corrono tristi >); anche noi
<< abbiamo bisogno che la Vergine Santissima ci aiuti
a conservare e a difendere la fede cristiana >>.
Il mondo corre a ritmo sempre più serrato e la
fede dell'uomo ha bisogno non solo di tenervi lo
stesso passo, ma di precedere, se è possibile, con un
supplemento di anima. L'avventura umana è oggi
più che mai sull'orlo di una sperequazione di valori
terrestri. Occorre il senso del limite. E questo non
può venire che da una fede sentita fino alle estreme
conseguenze di umiltà.
In questa direzione vorremmo che si movesse
tutta la nostra iniziativa centenaria. Vorremmo cioè
implorare dalla Vergine Santissima che continui a
essere l'aiuto della Chiesa in marcia verso le difficili
mete conciliari, l'aiuto delle nazioni anelanti alla
pace, delle famiglie sempre meno sensibili alla spi-
ritualità di Nazareth, della gioventù posta di fronte
a scelte sempre più drammatiche fra il mondo della
speranza e della fiducia e quello della protesta e
della distruzione.
Vorremmo inoltre affidar.e alla Vergine le nostre
piccole, personali cose quotidiane, quelle dello spi-
rito e quelle della materia.
Quando i lavori della Basilica erano appena ini-
ziati Don Bosco disse: << Qui verranno molti a invo-
care la potenza di Maria >>. E nel giorno memora-
bile della consacrazione potè con profonda commo-
zione affermare: << Ogni pietra, ogni ornamento se-
gnala qui dentro una sua grazia>>.
Se questo è vero, e ne fa fede la lunga serie di
grazie della Madonna che sono affidate alla storio-
grafia salesiana, non ci rimane che allargare il cuore
alla speranza e continuare la via aperta da Don Bosco,
quella cioè che porta direttamente al cuore dell'Au-
siliatrice.
TRE AMORI:
LA VERGINE, LA CHIESA, LA GIOVENTÙ
E con la implorazione i propositi. È difficile for-
mularli in forma più evidente ed eloquente di quanto
ammiriamo commossi nella cupola maggiore di
questa Basilica. Lassù infatti sono affrescati i tre

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ideali che brillarono di luce inconfondibile sul cam-
mino di Don Bosco: la Madonna, la Chiesa raffi-
gurata nella sua Gerarchia, e le due Congregazioni
sale_siane con il loro apostolato giovanile e missio-
nano.
Ecco dunque i tre amori proposti al nostro cuore,
oggi particolarmente giubilante.
Alimentare un'autentica, sentita devozione alla
Vergine, interessandola filialmente ai bisogni della
nostra anima e della nostra vita.
Accrescere sempre più il nostro attaccamento
alla Chiesa, alla luce delle grandi verità che il Con-
cilio ha fatto brillare sul cammino terreno della
medesima.
Fare nostre, in spirito di testimonianza e di ser-
' vizio, le esigenze di un apostolato efficiente in mezzo
al mondo moderno, con particolare preferenza per
quelle della gioventù e per quelle delle zone meno
provviste sia spiritualmente che materialmente.
Così la via che per volontà di Don Bosco si diparte
da questa Basilica per inondare di luce e di forza il
mondo intero, si punteggerà di nuovi eroismi e di
nuove conquiste.
Le trombe del Colle Don Bosco hanno accompagnato alcune
esecuzioni musicali tanto all'apenura del centenario (Scuola di Cumian~).
quanto alla Messa del Pellegrinaggio Nazionale dei Cooperatori
(Scuola del Colle Don Bosco)
IL NOSTRO GRAZIE A LEI
Terminiamo con un ringraziamento doveroso alla
Vergine per tutto ciò che Ella è stata, è e sarà sempre
nella vita di ciascuno di noi.
Senza la Madonna Don Bosco non sarebbe Don
Bosco, e i Salesiani non sarebbero i Salesiani.
La presenza di 50 rappresentanti così qualificati
di gran parte del mondo salesiano qui stasera ai piedi
della Vergine dice in forma tangibile quale propor-
zione assume il nostro grazie a Lei.
Ognuno di noi ha la sua storia intima, ogni opera
da noi rappresentata nei cinque continenti ha il suo
meraviglioso segreto da deporre ai piedi della Ma-
donna.
Ognuno di noi, come Don Bosco in quel lontano
9 giugno 1868, potrebbe ripetere qui con un'onda
di commozione profonda: << E il Signore, è Maria SS.
che si deg11aro110 servirsi d'uv povero prete per co,npz:ere
tali opere. Di mio non c'è proprio nulla>>.
Con questi i;entimenti tutta la famiglia di Don
Bosco raccolta stasera in questa Basilica, vero "cuore"
della cittadella salesiana, canta il suo grazie alla
Regina del Cielo, che riconosciamo Autrice della
Storia Salesiana.
Basilica di Maria Ausiliatrice. Il Rettor Maggiore apre il centenario
concelebrando con 50 Ispettori salesiani convenuti dai cinque continenti

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INAUGURATA
LA
MOSTRA
L'inaugurazione della Mostra del Centenario, che oc-
cupa la vasta area sottostante la Basilica di Maria Ausi-
liatrice, ha aperto ufficialmente le celebrazioni cente-
narie. La breve cerimonia si è svolta sul sagrato della
Basilica la sera del 23 aprile.
Col Rettor Maggiore e col suo Consiglio erano pre-
senti gli Ispettori salesiani di tutte le Jspettorie d'Eu-
ropa, dell'America settentrionale, dell'Africa, del Medio
Oriente e dell'Australia. Onorarono la cerimonia il mi-
nistro Pastore, il vescovo ausiliare mons. Sammartino,
il prefetto dott. Caso, il presidente della provincia
avv. Oberto, il sindaco prof. Grosso, l'on. E. Savio e
altre personalità.
Autornà e pe1&011J1 1b a 1,iau9uraz1one dc, a M~ • del Centenano
Alle note festive della banda giovanile dell'Oratorio
S. Agostino, annesso all'Istituto Richelmy, segul la pre-
sentazione della Mostra fatta da don Luigi Fiora, con-
sigliere generale per gli apostolati sociali. Egli rilevò
anzitutto l'importanza storica del centenario della Ba-
silica, che oltre rappresentare un grande miracolo della
fede di Don Bosco, è diventata il cuore e il centro d'ir-
radiazione della Congregazione in tutti i paesi. 11 Se mi
è lecito un riferimento storico, - disse - come Monte-
cassino e Assisi sono stati i centri da cui si è irradiato
nel mondo il movimento benedettino e francescano, cosl
da questa Basilica e da questa terra di Valdocco ha preso
vita e impulso il movimento apostolico che ha portato
i figli di Don Bosco ai confini del mondo. Il centenario
del tempio fa quindi sentire più chiara la coscienza
della missione che Dio ha affidato a Don Bosco e ai suoi
figli. Per questo si è voluto rendere sensibile e quasi
dare espressione al lavoro compiuto in questi cento anni
allestendo la Mostra Don Bosco 68, che presenta quanto
Maria Ausiliatrice ha fatto attraverso la Famiglia Sa-
lesiana in questo primo secolo di vita.
La Mostra è stata ideata dal nostro don Mouillard e
realizzata dalla ditta Rosso-Destefanis, con la collabo-
razione di molti Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice.
Il ministro Pastore ha tagliato il nastro e le autorità
sono scese a visitare la Mostra. I nostri lettori la tro-
veranno illustrata nelle pagine che seguono.
La Mostra, mentre è una testimonianza delle realiz-
zazioni passate, è insieme un affascinante invito a dare
un'anima cristiana al mondo di oggi e di domani; e
Don Bosco, per suo mezzo, lancia ancora alla società
il suo messaggio giovanile.
4

1.7 Page 7

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PELLEGRINI
A
VALDOCCO
Proveoivano da tutti i Centri d'Italia: J'amore a
Don Bosco e a Maria Ausiliatrice li aveva spinti ai
piedi della Vergine nel grandioso pellegrinaggio del
25 aprile.
Dalla piazza di Maria Ausiliatrice, dove si erano rac-
colti, preceduti dallo stendardo dei Cooperatori, hanno
lentamente sfilato al canto del Magnificat verso l'entrata
della Basilica. Un posto distinto era stato riservato ai
·genitori dei salesiani e delle Figlie di M. A. e ai Con-
siglieri nazionali e ispettoriali.
AJle ore 1O, accompagnato dal suono delle trombe e
dal canto d'ingresso Rallegrati Gerusalemme, saliva l'al-
tare il Rettor Maggiore per concelebrare la Messa in
onore di Maria Ausiliatrice con i Delegati ispettoriali e
regionali. La Schola cantorum del Colle Don Bosco al-
ternava i canti con l'assemblea. E la partecipazione della
massa fu cosl viva che in alcuni momenti la celebrazione
toccò punte di estrema grandiosità e commozione: si
sentiva vibrare l'anima dell'assemblea all'unisono con il
Successore di Don Bosco e con i concelebranti, mentre
dal grande quadro illuminato la Madonna Ausiliatrice
sembrava fosse scesa tra i suoi figli, convenuti in quella
che Ella stessa aveva definito ~ la sua casa ~.
AJ Vangelo il Rettor Maggiore tenne una paterna
omelia. «Questa Basilica - diceva - è anche vostra.
Don Bosco l'ha costruita cento anni fa con i mezzi dei
vostri predecessori, i primi Cooperatori. L'immagine
della nostra Basilica è divenuta ormai familiare al vostro
sguardo e al vostro cuore. Da anni entra nelle vostre
case e vi ricorda che qui è il cuore dell'azione e della
cooperazione salesiana. Rilevava quindi che la presenza
dei Cooperatori significava ringraziamento alla Madonna
per quello che è nella loro vita personale e familiare, ma
anche per quello che è nella V1ta della Chiesa. Il Con-
cilio l'ha proclamata Madre della Chiesa per assicurare
tutti i cristiani che lottano per la fede, che non saranno
mai soli. Questa è l'idea che Don Bosco ha voluto al
centro di tutta la devozione mariana che, come fiume
regale, sarebbe scaturita da questo Tempio. E questo
è anche il tema di fondo del quadro che domina la
Basilica.
Il Concilio inoltre - notava il Rettor Maggiore -
ha rilanciato la figura del laico perchè sotto l'impulso
del suo sacerdozio battesimale si sentisse parte viva e
cooperante nell'avvento del regno di Dio, nel trionfo
finale della Chiesa. «Voi, cari Cooperatori - disse
don Ricceri - avete ricevuto da Don Bosco una con-
segna: essere nelle prime file di questo pacifico schiera-
mento laicale che avanza verso le mete che Dio prepara
per la sua Chiesa. E la Madonna è con voi a doppio
titolo: come Madre della Chiesa e come Madre della
Famiglia Salesiana.
Il·Rettor Maggiore aggiungeva che Maria Ausiliatrice
aveva convocato nel suo Tempio i Cooperatori a11che per
ringraziarli, perchè portatori nel mondo di una spiritua-
lità che attinge dalla duplice fonte dell'Eucaristia e della
Vergine l'abbondanza di acqua viva da effondere nei
solchi riarsi della vita cristiana oggi
Don Ricceri invitava quindi i Cooperatori a guardare
alla Vergine come al pruno autentico modello di coo-
perazione. Ella infatti aiutò Gesù a crescere in sapienza,
età e grazia dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini. In se-
. guito lo accompagnò nel suo triennio evangelico con
quella discrezione che non intende sostituirsi all'opera
del Figlio, ma solo appoggiarla, interpretarla, coadiu-
varla. Non mancò neppure all'ultimo appuntamento con
il Figlio: quello della Croce, ai piedi della quale condi-
vise l'ultimo grande anelito di redenzione. «È questa la 5

1.8 Page 8

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Il Rettor Maggiore ringrazia i Cons,gl,eri nazionali
ed ispenoriali dei Cooperatori del lavoro che svolgono,
specialmente per la salveua dei giovani
I rappresentanti dei Cooperatori di tutte le lspellorie
offrono doni al Rettor Maggiore
per le più svariate necessità
Incontro familiare con i genitori di Salesiani e di Figile di M. A.:
La Congrega2ione - ha detto loro don Ricceri -
deve a voi tulio, perchè io date gli uomini...•
consegna - concluse il Rettor Maggiore - che vi dà
oggi la Vergine, la prima vera Cooperatrice di Gesù.
Una triplice missione: missione educativa, missione
evangelizzatrice, missione di immolazione ».
All'offertorio i rappresentanti dei Cooperatori di tutte
le Ispettorie si avanzarono all'altare per offrire al Rettor
Maggiore doni per le più svaria•te necessità: dalle Mis-
sioni agli studenti poveri. Tra i doni, il più prezioso:
la sofferenza che anime elette di Cooperatori e di Coo-
peratrici hanno offerto accompagnandola con espres-
sioni sublimi.
Per la santa Comunione dodici sacerdoti - che ri-
chiamavano i dodici apostoli del miracolo dei pani -
parvero insufficienti a sfamare col Pane Eucaristico la
massa che affluiva alle balaustre.
Terminata la Messa, in omaggio alle direttive del
Papa per l'anno della fede, i Cooperatori rinnovarono la
loro professione di fede col canto del Credo in latino,
quali rappresentanti di tutti i Cooperatori del mondo.
La consacrazione a Maria Ausiliatrice recitata in coro
e la benedizione di Maria Ausiliatrice impartita dal
Rettor Maggiore chiusero l'incontro liturgico.
Prima che i vari gruppi si dividessero, i Cooperatori
vollero rendere omaggio al Rettor Maggiore nel cortile
interno. Seguì l'incontro più intimo con i genitori dei
Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice: << La Con-
gregazione - ha detto loro don Ricceri - deve a voi
tutto, perchè non sono i muri, non sono i soldi, ma sono
gli uomini che fanno la Congregazione. E voi date questi
uomini a Don Bosco. Dunque, grazie! Ma il grazie più
bello ve lo dice Don Bosco, nostro Padre comune perchè
voi siete della nostra famiglia)).
Non meno cordiale fu l'incontro con i membri del
Consiglio Nazionale e con i Consiglieri ispettoriali. Il
Rettor Maggiore colse l'occasione per ringraziarli del
lavoro svolto, e aggiunse: «Siamo qui tutti per lavorare,
per donarci, per essere a servizio di Dio e delle anime.
Questo nostro incontro serva a convincerci sempre più
della necessità di un'azione continua, specialmente per
salvare i giovani: è la nostra missione. Dobbiamo venire
incontro ai giovani di oggi, che se presentano delle devia-
zioni, offrono anche magnifiche possibilità di apostolato.
Chiuse la giornata un incontro festoso al Colle Don
Bosco con il Rettor Maggiore emerito don Renato Zig-
giotti. Al benvenuto e al canto dei ragazzi dell'I stituto
segui il saluto di don Fiora, che invitò i Cooperatori a
capire Don Bosco, la sua dolcezza, il suo ottimismo, la
sua carica di umanità, gustando la dolcezza di quei colli,
sui quali il Santo aveva trascorso la sua fanciullezza.
L'avv. Quaglia del Consiglio mondiale dei Coopera-
tori rivolse quindi un fervido saluto a don Ziggiotti, che
dopo aver governato la Famiglia Salesiana e averla visi-
tata in ogni continente, era tornato alle origini, quale
espressione concreta di fedeltà a Don Bosco. Invitò
quindi i Cooperatori ad ammirare ancora una volta la
Provvidenza, che quando vuol creare opere destinate a
durare nei secoli, le fa sorgere dal nulla: la casetta natia
resta a testimoniare l'origine divina del movimento sa-
lesiano nel mondo.
Quando don Ziggiotti si affacciò al microfono, fu ac-
colto con la calda simpatia cbe si tiene in serbo per un
amico d'antica data. E parlò con quella sua semplicità
venata di buon umore che lasciò in tutti la più gradita
impressione. <• Pcc mezzo vostro - disse - si rinno-
vano nel mondo i m iracoli: essi si moltiplicheranno col
crescere dello spirito di Don Bosco in ciascuno di voi ~-
Quando le decine di pullman scendevano dal Colle,
era il tramonto: un tramonto dolce e luminoso come il
sorriso di Don Bosco.

1.9 Page 9

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STRANEWO
IN UNACATA.ffiMBA
DICEMENID
A 15 anni Giovanni Bosco è circondato da mille voci, da mille ri-
chiami. Sono come fili che giungono da ogni parte, per spingerlo ma
anche per imprigionarlo, per lanciarlo ma anche per frenarlo. Giovanni
Bosco sceglie i giovani lavoratori emigranti, gli orfani, i prigionieri,
gli analfabeti... - Nella catacomba che si apre sotto la centenaria
Basilica di Maria Ausiliatrice, hanno scritto la vita di Don Bosco
e della sua opera con cubi di plastica e chilometri di filo lucente.
S i può scrivere la vita di un santo con cubi di pla-
stica e chilometri di filo di ferro ?
Un uomo ci ha provato. Sotto il pavimento della
Basilica di Maria Ausiliatrice c'era un magazzino grigio,
enorme, una somma di androni bui e di budelli ciechi.
Sette mesi fa quell'uomo percorse quella catacomba
di cemento armato a passi lenti, mordendosi la punta
delle dita, e facendo rapidi calcoli. Alla fine alzò allegra•
mente le spalle e disse: << Proviamo >>.
Quell'enorme chiesa che gli stava sulla testa era stata
iniziata con otto soldi, venuti fuori dal borsellino di
Don Bosco come un filo d'acqua da una fontana inaci'..
dita. Ma poi La Madonna ci aveva pensato, e una cupolil
svettante aveva fatto rimanere a bocca aperta i torinesi.
Perchè la Madonna non avrebbe dovuto pensarci
anche adesso, che di soldi non ce n'erano nemmeno
otto?
210 giorni di lavoro febbrile, minuzioso, logorante:
imbianchini arrampicati su scale impossibili e suorine
vestite di nero a spazzolare freneticamente pavimenti;
elettricisti che sgrovigliavano matasse gridando: ~ Per
amor di Dio, non metteteci le mani! » e tecnici sapienti
a studiare montaggi di gigantografie, a tendere fili
lucenti, ad appilare cubi di plastica bianca.
L'inaugurazione doveva scattare il giorno 23, con
l'inizio del Centenario della Basilica, e 24 ore prima
vagando nei box s'incontravano persone che continua-
vano a urlare che così non andava, che quello bisognava
farlo al gran galoppo, che quella sincronizzazione era
un disastro e bisognava rifare tutto.
Ventiquattro ore dopo, esattamente, tutto era a
puntino: anche l'ultima lastra era stata tirata a lucido,
anche l'ultimo micro-televisore che non voleva saperne
di funzionare stava tranquillamente proiettando la sua
immagine a colori.
Ora quel magazzino grigio, quegli androni bui,
quei budelli ciechi, sono diventate 37 pagine limpide e
fosforescenti su cui mille visitatori ogni giorno leggono
la vita di Don Bosco, la storia della Congregazione, i
fermenti del mondo attuale a cui i Salesiani e le Figlie
di Maria Ausiliatrice si sforzano di dare un contributo
concreto e dinamico.
Napoleone a cavallo
e un ragazzino che soffia sulla brace
Tre parti compongono questa modernissima mostra:
Don Bosco r868: Vita e opere - D on Bosco 1968:
L'opera Salesiana - Don Bosco 2068: Nel mondo di
domani.
Un'autentica acquaforte ingrandita a dimensioni gi-
ganti: Napoleone sul cavallo imbizzarrito volge lo
sguardo allarmato ai generali che l'attorniano. È il
1815, l'anno di Waterloo. Accanto, un piccolo focolare
rustico, un ragazzino che soffia sulla brace. È Giovannino
Bosco, in una casetta povera come una grotta di Be-
tlemme. Suo padre è morto. Il Signore gli fa provare
sul vivo l'abbandono, la solitudine, l'insicurezza dei
giovani del suo tempo e del tempo che verrà, anche
perchè i preti non si occupano dei ragazzi.
Ora Giovanni Bosco, a 15 anni, con gli occhi grandi,
sgranati sul futuro, e i poveri pantaloni a mezzasta che
mamma Margherita ha rammendato cento volte, è
circondato di mille voci, di mille richiami. Sono come
fili che giungono da ogni parte, per spingerlo ma anche
per imprigionarlo, per lanciarlo ma anche per frenarlo.
Potrebbe fermarsi ai Becchi a lavorare la terra, circon-
dato da una famiglia tranquilla; potrebbe tentare l'av-
ventura a T orino, nella capitale, dove la politica, la
milizia, la diplomazia stanno nascendo come forze pro-
rompenti. Ma Giovanni vede i malati, i giovani lavora-
tori emigranti, gli orfani, i prigionieri, gli analfabeti, i
poveri, i senzatetto, i senzafede... Sono questi i messaggi
che gli occhi grandi, sgranati sul futuro di Giovanni 7

1.10 Page 10

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Bosco, captano con decisione, senza incertezze nè
lente nnamenti.
Dio gli squarcia i veli del futuro in un sogno che lo
turba ma gli addita la strada. E Giovanni risponde ai
stgt1i di Dio. Sarà prete, e lungo la strada verso la sua
ordinazione, la Provvidenza lo guiderà come un radar
tra le tempeste.
In una società dove i privilegiati
si facevano servire,
fu U'1 sorr' -r,n n,:, ten1r. ri •nluzinn ,
Le mani di Don Bosco. C'è un'intera parete, formi-
dabile, occupata dalle mani del prete Giovanni Bosco.
Mani unte dall'olio consacrato, mani congiunte in pre-
ghlera davanti alla Vergine, ma specialmente mani attive,
operose, consumate, strette attorno alla penna che vola
sui fogli bianchi, chiuse vigorosamente nella decisione
di chi va contro corrente in una società ricca che ha
dimenticato i poveri seduti sul gradino di casa, mani
che sanno maneggiare l'ago e la pialla, mani che assol-
vono dai peccati nel confessionale e maneggiano il
mestolo della polenta nella cucina povera dei suoi gio-
vani.
Egli fu al servizio. E in una società dove i privilegiati
si facevano servire, fu un sorridente ma tenace rivolu-
zionario. Fece scalpore, destò scandalo, lo scandalo dei
farisei decisi a non lasciar disturbare le loro abitudini
tranquille. Come Gesù fu chiamato pazzo. Cristo fu
vestito della veste bianca dei folli, Don Bosco cercarono
di mandarlo al manicomio. Cristo fu flagellato e appeso
alla croce; Don Bosco fu bastonato a sangue, assalito da
malviventi, preso di mira dalla canna di un fucile.
Ma l'attività enorme, frenetica di Don Bosco, sarebbe
stato un turbine vano, se non avesse respirato profon-
damente l'aria di Dio. Su un piccolo leggio c'è il suo
breviario, un libro piccolo, senza dorature nè eleganze.
Con quel libro era le mani, Don Bosco parlò ogni giorno,
a lungo, con calma, col suo Dio. Sul leggio accanto è
aperta la Bibbia che appartenne a lui. In quelle pagine,
sfogliate spesso a notte alta mentre tutti i suoi dormi-
vano, Don Bosco cercava la risposta dj Dio ai suoi
problemi, la serena voce di Dio che sovrasta i tumulti
umani e apre gli orizzonti della speranza.
25 novembre 1856. La data è scolpita su una lapide
funerea. Quel giorno Don Bosco perse la persona più
cara, la sua dolce e forte mamma. Ma c'è una statuina
al di di una vetrata scintillante; una povera statuina
di carta pesta davanti a cui Don Bosco s'inginocchiò
dopo aver chiuso gli occhi a sua madre. Quel giorno,
col cuore straziato ma traboccante di fede, Don Bosco
Amaverso
un'adol111cenza
d,ff,o,le, che lo maue
rnuellma annoecgegsiasirlei l'ago
e la pialla
Giovanni Bosco
giunge al .acardoz o,
pronto a lavorare
al servìzlo degH uomini
del mondo Intero
· dlciw
·det
·det
-~
det
Don Boaco ormai
era pronto a Intendere
a accogllera gli appelli
del suo tempo:
glovenl lavoratorl,
orfani, poveri.
tenzatetto_
SI notino I blocchi:
espressione
dalla miseria
che schiaccio ruomo

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Un"oasi di pace:
la cappella. Formatevi
a meditare:
scoprirete il segreto
della santità
di Don Bosco e della
sua pedagogia
Giovanni Bosco.
a 15 anni, risponde
alle chiomate di Dio
(fili dall"alto)
e ai richiami
del suo tempo
(fili in ogni direzione)
chiese alla Madonna di prendere il posto di mamma
Margherita presso di lui e presso i suoi giovani.
Persone che non sanno che cos'è la moda,
una gita al mare, un week-end
Sei fotografie, e sotto ognuna un microfono a vostra
disposizione. Non sono persone morte, quel missionario
con la rituale barba bianca, quel volto vietnamita dai
lineamenti tiratissimi, quelle suore velate: sono sei
persone vive, appartenenti ai 40.000 uomini e donne
che oggi, in tutto il mondo, sono al servizio dei fratelli
con lo spirito e il cuore di Don Bosco.
Alzate quel microfono e accostatelo all'orecchio. Con
parole semplici, sussurrate alla buona, ognuno di essi
vi dirà il segreto della sua vocazione, la molla del suo
ideale, che potrebbe divenire il vostro ideale.
Questa seconda parte della mostra, si allarga sui meri-
diani e i paralleli del mondo, per darvi in uno sguardo
sintetico l'opera salesiana nel mondo. Don Bosco è
stato un albero, un tronco dalle salde radici che ha get-
tato nel cielo della Chiesa rami rigogliosi e verdeggianti:
Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Cooperatori,
Istituti secolari, Confederazione Mondiale Exallievi.
Abbiamo letto e visto cronache raccapriccianti della
guerra in Vietnam. Lo sapete che alla periferia di Saigon
i Salesiani ospitano, istruiscono, nutrono mille orfani
dell'atroce guerra ? I giornali ci hanno recato non molto
tempo fa le immagini terrificanti della guerra arabo-
is.raelita nel Medio Oriente. Lo sapete che in quelle
zone arate dalle bombe i figli d:i Don Bosco con-
tinuano a far scuola, nutrire ragazzi abbandonati, curare
ammalati?
Sono le nostre Missioni di Frontiera. Ma quante altre
ce ne sono: guardatevi attorno: questi uomini e queste
donne che non sanno cos'è la moda, cos'è una gita al
mare, un week-end, queste persone dimenticate negli
angoli più remoti del mondo, sono il Corpo della Pace
che Don Bosco ha mandato ai quattro angoli del mondo,
dando in mano un libretto di assegni con tre soli foglietti:
sul primo c'è scritto PANE, sul secondo LAVORO,
sul terzo PARADISO.
Avevo fame e non mi hai dato da mangiare
C'è un angolo silenzioso e tranquillo davanti a voi:
entrate I C'è un tabernacolo, un altare, W1'immagine
della Vergine. Inginocchiatevi, o sedetevi se siete stanchi.
La musica serena vi aiuterà a parlare con Dio, con la 9

2.2 Page 12

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Don Bosco. prete con tuni e per tutti. Quauro quadri di vita :
(sopra) a colloquio con la Marchesa Barolo -
durante il colera del 1854;
(sotto} Don Bosco stipula un contratto di lavoro
per un suo fagazzo - passeggiata con i corrigendi della Generala
Sensibilizziamoci ai problemi missionari!
Dopo la prima esperienza fatta l'anno passato in
visita alle Missioni dell'India (esperienza valutata
positivamente sotto tutti gli aspetti dai Vescovi e
Missionari visitati), i Cooperatori Salesiani orga-
nizzano per la prossima estate il
SECONDO "VIAGGI O APOSTOLI CO"
NELLE MISSIONI
La mèta scelta è il Nord e il Nord-Est del Brasile,
la zona dove più acuti sono i problemi del co-
siddetto terzo mondo.
L'itinerario prevede di raggiungere le seguenti
località: Recif e (Pernambuco), Belém (Para),
M anaus (Amazonas), con visita ad alcune resi-
denze missionarie interne dell'Amazonia. Motivi
logistici consentiranno di visitare San Paolo e
Rio de Janeiro, città dai grandi interrogativi
socio-economici.
Durata: 20 giorni: viaggio in aereo, pullman e
battello.
Periodo: novembre prossimo.
L'invito è rivolto particolarmente a coloro che
sono aperti ai nuovi orizz-0nti apostolici e più
sensibili al problema missionario, in particolare ai
giovani, agli insegnanti, ai medici, a coloro che
zelano le vocazioni e si interessano di problemi
missionari.
Per informazioni: rivolgersi all'Ufficio Nazionale Cooperatori
Viale dei Salesiani, 9 • 00175 ROMA
10
Vergine. Aiuterà anche voi a trovare la sorgente della
vita, della forza, della speranza che animarono Don Bo-
sco e che animano oggi i suoi figli.
Ma l'uscita da questa oasi di pace è violenta, aggres-
siva: da foto giganti vi balza incontro un ragazzo mo-
rente di fame, una mamma disperata, un grumo di barac-
che umilianti dove vivono e muoiono nostri fratelli.
Tu che hai trovato Cristo nel tabernacolo, ora devi
rispondere al suo messaggio: << Non chi dice Signore
Signore entrerà nel Regno dei Cieli, ma chi fa la volontà
del Padre~ - << L a volontà del Padre è questa, che vi
amiate tra di voi» - <r Avevo fame e non mi hai dato da
mangiare, ero nudo e non mi hai vestito, ero senza casa
e non mi hai accettato in casa tua, ero malato e non
ti sei interessato di me.. . )).
Queste sono le conseguenze disturbanti, scomo-
danti, fastidiose del Vangelo. Don Bosco non le ha mai
rifiutate, attenuate, sfumate. Le ha accettate fino in
fondo, fino a consumarsi come una candela accesa ad
entrambe le estremità. Ed è per tirare inesorabilmente
q ueste conseguenze, per curare, istruire, educare, aiutare,
amare il Cristo nei suoi fratelli e nelle sue sorelle ch e
uomini e donne si sono messi e si mettono al seguito di
Don Bosco.
I fermenti che agitano e lievitano il mondo
D omani. In 4 ore si andrà da Roma a New York,
uomini sbarcheranno sulla Luna. La scoperta dell'infi-
nitamente piccolo e dell' infinitamente grande rivolu-
zioneranno la nostra vita.
Ma c'è un altro aspetto del domani, esaltante e pau-
roso, sublime e inquietante, che deve attanagliare la
nostra responsabilità. Il lavoratore cerca la dignità del
suo lavoro. Due miliardi di uomini vogliono rompere
il cerchio della miseria. America ed Africa sono in
fiamme per la parità d i diritti per ogni razza. I popoli
cercano di costrui re la comunità mondiale per superare
i disastri paurosi delle guerre. La rivoluzione invade
l'Asia e l'America Latina, come ultimo disperato ten-
tativo verso uno sviluppo finalmente umano. I giovani
vogliono scuole più numerose e più in funzione della
vita. Le nuove generazioni cercano con angoscia il
senso della vita. Le scienze chimiche e psicologiche
permettono all'uomo di esplorare in profondità il suo
essere.
G iovanni Bosco, questo prete ultrasensibile ai bisogni
della sua epoca, nella vecchia Torino del XIX secolo
che vedete campeggiare sulla parete bianchissima, ci
invita alle soglie del mondo dell'anno 2000 ad ascoltare
gli appelli profondi della nostra epoca, a portare il nostro
cont ributo ai fermenti che agitano e lievitano il mondo.
Ci saranno uomini e donne pronte a_spendere la vita
per dare un'anima al mondo affascinante del domani?
Pe r l'anno 2000 Don Bosco chiam_a i giovani d'oggi.
Egli dice al ragazzo che osserva affascinato lo sfrecciare
del jet nel cielo azzurro: «l o non ti metterò nelle mani
le leve d i comando del gigantesco Concorde che vedi
elevare il muso possente verso gli spazi immensi, ma
ti affiderò la costruzione d i un mondo più giusto, più
bello, più degno di essere la casa dei Figli di D io i>.

2.3 Page 13

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U MONUMENTO
CEVIVE
Negli oratori, elle scuole,
nei pensionati, nelle opere sociali,
nei centri di issione,
le Figlie di M ria Ausiliatrice
sono presenti
con inconfond bile timbro
di freschezza ovanile e di gioia,
che le rende c aci di dialogare
con le ragazze e coi tempi
N ei sogni di Don Bosco protago-
nisti sono solitamente i giovani.
Quasi sempre in forte tensione dram-
matica, insidiati dalle forze infernali
e sospinti da quelle celesti, i ragazzi
popolano le notti del loro Padre e
Maestro.
E i sogni sono percorsi da mes-
saggi, quasi filtri carismatici dell'aiuto
di Maria alla missione salvifica di
Don Bosco.
Un giorno però il Santo narrò un
sogno d iverso dai soliti. Disse d'es-
sersi trovato fra una moltitudine di
ragazze schiamazzanti in una piazza
di Torino. Ad ogni éosto volevano
ch'egli si interessasse a loro. Don Bo-
sco però non se ne dava per inteso, e
tirava .vi~ veloce, pensando ai suoi
ragazzi.
Fu allora che comparve una «no-
bile signora, splendente nel viso ».
Con voce ferma e soave a un tempo,
additandogli le giovani, Ella disse:
<i Abbine cura, sono mie figlie! 1>.
Il sogno si ripetè, e D on Bosco non
tardò a credere che la Madonna vo-
lesse manifestargli la volontà del Si-
gnore. Bisognava ch'egli s'interes-
sasse delle ragazze, diventasse "pe-
scatore" anche delle loro anime. .l\\fa
in che modo?
La mente di Don Bosco era una
fucina d'idee. Ne forgiò una che sot-
topose al papa Pio IX. Si trattava di
fondare un Istituto femminile che fa-
cesse per le ragazze quello che i Sale-
siani venivano operando per i giovani.
L'approvazione del Pontefice rati-
ficò la manifestazione carismatica del
sogno, e Don Bosco, parlandone coi
Salesiani, disse: «La rivoluzione si
servì delle donne per fare un gran
male, e noi, per mezzo loro, faremo
un gran bene ».
11

2.4 Page 14

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Intuizione anche questa dei tempi
nuovi in cui la donna, rivalutata in
tutto il suo essere, si vede aperte me-
ravigliose possibilità d'impegno uma-
no, cristiano e apostolico.
Ma Don Bosco usci in un'altra
frase che arde di splendido amore alla
Vergine e brilla di genialità: «Di
questo nuovo Istituto - disse - voglio
/are un monummto vivente di ricono-
scenza a Maria Ausiliatrice 1/.
Erano gli anni nei quali pen-
sava alla costruzione della Basilica di
cui - dirà più tardi - ogni mattone
esalta il materno intervento della
Vergine.
Si trattava dunque di due costru-
zioni che lo impegnavano a fondo.
Per ognuna il Santo ancorò la sua si-
curezza di riuscita nella Madonna.
Era Lei il vero committente-architetto
che dispensava grazie a favore di chi
cooperava all'erezione della Basilica;
era Lei che sceglieva e radunava le
pietre di robusta solidità evangelica
per l'Istituto-monumento vivente.
La pietra angolare
Fin dal 1862 Don Bosco dichiarò
esplicitamente alla marchesa Barolo
ch'egli avrebbe dovuto occuparsi
anche delle ragazze.
Si guardava attorno, osservava,
12 cercava.
Lui, che aveva larghe conoscenze
di persone valenti non solo a Torino
ma un po' dovunque, posò gli occhi
su una giovane contadina di Mornese,
un paesetto del Monferrato dove, con
la vite ogni anno prosperosa di grap-
poli, allignava una fede antica e forte,
di cui era nota caratteristica la pietà
mariana.
La Madonna stessa guidava Don
Bosco nella scelta. Così Maria Dome-
nica Mazzarello divenne la pietra an-
golare del monumento vivente in
onore di Maria Ausiliatrice.
La giovane di Mornese, infatti, non
solo spiccava tra le compagne della
Pia Unione dell'Immacolata per sag-
gezza evangelica e ardore apostolico,
ma portava nella sua stessa vita evi-
denti contrassegni di elezione da parte
della SS. Vergine.
·
Il titolo mariano di ~Ausiliatrice>>
era ancor poco diffuso; eppure, pro-
prio a Mornese, chissà per quali mi-
steriosi fili della Provvidenza, la de-
vozione a quella che tutti poi chia-
meranno la Madonna di Don Bosco
era d'antica data.
La Mazzarello nasce proprio in
maggio, il mese di Maria, poco lon-
tano da una erigenda cappella dedi-
cata ali'Ausiliatrice. Più tardi, quando,
dopo gli anni trascorsi alla Valpo-
nasca, i suoi si trasferiscono in paese,
eccola abitare di fronte a un af-
fresco murale che raffigura la Ma-
donna con la scritta «Auxilium Chri-
stianorum ~-
Per chi ba il senso di quelle che
Pio XI soleva chiamare «le eleganze
della Provvidenza >>, non possono
sembrare insignificanti certe coinci-
denze.
Eccone altre. Proprio per la festa
dell'Assunta del 1860, Maria Maz-
zarello è colpita dal tifo. Lo aveva
contratto durante un'eroica dedizione
di carità, ma la malattia era passata
attraverso le mani della Madonna per
dare un orientamento nuovo alla sua
vita.
Infatti, per la festa del Rosario dello
stesso anno risana prodigiosamente;
ma costretta a lasciare i vigneti dove
le forze non l'aiutano a sufficienza,
apre un laboratorio, un oratorio fe-
stivo, un piccolo ospizio.
Ecco: la pietra angolare è là, pre-
parata dalla Madonna allo stesso apo-
stolato di Don Bosco. Non c'è che
da prenderla in consegna dalle sue
maru.
È ciò che Don Bosco realizza fin
dal 1862, quando, prima ancora di
conoscerla personalmente, tramite don
Pestarino (zelante apostolo di Mor-
nese fattosi poi salesiano) manda alla
Mazzarello una medaglia della SS.
Vergine. Vi è effigiata la stessa Ma-
donna che il 25 aprile 1865 scenderà

2.5 Page 15

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(a sinistta) Opere delle Agile
di Maria Ausiliatrice nel mondo.
Alla morte del Fondatore (1888)
le case erano 55; oggi sono 1485
(al centro) La oioventù
cristianamente formata,
lavora a sua volta per formare
mediante incontri, circoli,
attività sociali, gruppi d'azione
(s destra) Le 397 Figlie
di Maria Ausiliatrice del 1888
sono oggi circa 18.000
e lavorano In 66 nazioni
dei cinque continenti
(sotto) L'Istituto prepara
le apostole laiche
alla loro missione evangelizzatrice.
Qui un'exallieva la catechismo
in Villa Itali {Argentina)
LJMIWll
IN 56
NAZIN
fiJJ(AE _
__, ---,
nelle fondamenta della sua Basilica
insieme alla prima pietra.
Maria Mazzarello, la pietra d'an-
golo del monumento vivente, affonda
nell'umiltà, proprio come affonda
nella terra la prima pietra su cui deve
erigersi tutto l'edificio.
La sua è l'umiltà di Maria: silen-
ziosa nel Fiat di tutte le ore, dispo-
nibile e pronta nel servizio d'ognuno.
<< La vera superiora non sono io
- affermava Maria Mazzarello - è
la Madonna ~- E con gesto semplice,
ma carico di significato, ogni sera la
prima Figlia cLi Maria Ausiliatrice,
eletta con voto unanime guida e madre
del giovane Istituto, depone ai piedi
di Lei le chiavi della casa.
In nome di Maria e nel suo spirito,
Madre Mazzarello formerà le suore
come "ausiliatrici" delle giovani,
tutte dedite alla loro salvezza.
Poi, bruciata in fretta la vita nel-
l'amor di Dio e delle anime, com'era
nata di maggio, così se ne andrà in
cielo nello stesso mese mariano, can-
tando a Maria.
Le vestizioni e le professioni reli-
giose, presiedute dal Santo, avevano
diffuso un'aria festiva tra le mura del-
l'antico convento francescano rin-
giovanito dalla gioia delle nuove
abitanti.
Fu in quel giorno che avvenne un
fatto singolare.
Don Bosco, a funzioni ultimate,
esce in queste parole: «La Madonna
vi vuole molto, molto bene. Ecco, è
qui in mezzo a voi,).
Don Bonetti, il fedele salesiano che
l'accompagna, cerca di interpretarne
il pensiero: «Don Bosco vuol dire
che la Madonna è qui col suo aiuto,
con la sua protezione >>. Ma il Santo
interrompe il troppo zelante inter-
prete e per tre volte, percorso da un
fremito di sempre più viva commo-
zione, afferma: «No, no, la Madonna
è proprio qui in mezzo a voi, io la ved-0,
passeggia in questa casa e la copre col
suo manto 1>.
Questa maniera di stare con le
sue figlie, che quel giorno si rivelò
perfino carismatica, è lo stile di
Maria Ausiliatrice nei riguardi del
Uno stnle
Il 23 agosto 1885 Don Bosco, af-
franto dagli anni e dalle fatiche, si
recò a Nizza Monferrato dov'era
stata trasportata la Casa Generalizia
delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

2.6 Page 16

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suo monumento vivo: dalla na-
scita al suo progressivo crescere ed
espandersi.
Fu L ei a segnare le tappe della sua
erezione.
La prima comunità d'intrepide re-
ligiose che, sfidando difficoltà, in-
comprensioni e calunnie, s'era rac-
colta attorno a Madre Mazzarello,
proprio nella festa di Maria Ausilia-
trice andò a stabilirsi in qu.e l col-
legio di Mornese in cui la Pro--.vi-
denza, a dispetto di tutto, le aveva
volute.
IL 5 agosto, festa della Madonna
della Neve, la Vergine Santa realizzò
Le prime vestizioni e professioni. Era
l'anno 1872 e il nuovo Istituto na-
sceva così nello stesso stile mariano
di quel primo seme dell'opera sale-
siana che fu... l'incontro di Don Bosco
con 13artolomeo Garelli, avvenuto in
una festa dell'Immacolata.
Luce d'irnmacolatezza e materno
soccorso: queste le prerogative lu-
meggiate dalla Madonna stessa nei
suoi interventi presso Don Bosco;
questi gli aspetti di una devozione che
il Santo evidenziò con tenerezza fi-
liale, lasciandola in eredità d'amore ai
Salesiani e alle Figlie di Maria Au-
siliatrice.
Sarebbe lungo parlare qui di quel
che la Madonna operò e opera per iJ
suo "monumento vivente".
Tra le fondazioni ricordiamo quella
di Spagna, che nel 1886 avvenne die-
tro sue precise indicazioni. A Don
Bosco la Madonna stessa mostrò la
casa che le prin1e Figlie di Maria
Ausiliatrice, venute nella terra di
S. Ignazio e di S . Teresa, avrebbero
dovuto abitare.
Ma soprattutto la storia delle Mis-
sioni si confonde addirittura con
quella degli interventi di Maria.
~ Propagate la devozione a Maria
Ausiliatrice e vedrete che cosa sono
i miracoli », aveva detto Don Bosco
alle prime missionarie.
E Madre Mazzarello, quasi facend~
eco al Padre, aveva raccomandato:
«Abbiate grande confidenza nella
Madonna: vi aiuterà in tutto\\).
Maria Ausiliatrice confermò cm
fatti la fiducia dei suoi santi.
Sbattute dalle onde dei mari au-
strali lungo le coste della Patagonia e
della Terra del Fuoco, più d'una
volta le suore, a bordo di fragili im-
barcazioni, sono sbalzate a riva, mi-
racolosamente salve.
Tra i Bororo del Mato G rosso, an-
cora selvaggi e minacciosi, l'Ausilia-
trice stende visibilmente un manto
sulla Missione e gli indi abbandonano
le frecce avvelenate, accostandosi do-
cili alle suore.
Nell'Oriente Equatoriano la Ma-
donna difende da un feroce assalto di
IGvari le fanciulle e le vedove rico-
verate presso le Figlie di Maria Au-
siliatrice.
Altre volte, al grido di «Maria,
Auxilium Christia,wrum », serpenti già
allettati dalla preda verso cui proten-
dono la lingua biforcuta, si dànno a
re):>entina fuga.
In Cina, durante l'ultima guerra,
è una turba di soldati avvinaz2ati che,
presa d'assalto un'abitazione delle Fi-
glie di Maria Ausiliatrice, vorrebbero
impadronirsi delle suore.
La soldataglia s'aggira nei vari am-
bienti; già le ombre minacciose ap-
paiono al di dei vetri. Eppure, nella
stanzetta dove le suore se ne stanno
a grappolo rinchiuse in preghiera,
nessuno entra, anzi nessuno adocchia
la porta d'ingresso nè la finestrella
malchiusa.
È sempre Lei, la Madonna, che si
rivela ausilio e difesa del suo monu-
mento vivente, in Occidente come in
Oriente, durante le difficili fondazioni
e, più tardi; quando le opere crescono
e s'espandono.
Ma le Figlie di Maria Ausiliatrice
sanno qual è il loro impegno di rico-
noscenza nei confronti di questa
dolce Madre: «rappresentarla al vivo
in mezzo al mondo», come ogni
giorno chiedono di poter realiz2are
con una preghiera di consacrazione.
Negli oratori, nelle scuole, nei pen-
sionati, nelle opere sociali, nei centri
di missione, le suore di Don Bosco
sono presenti con inconfondibile tim-
bro di freschezza giovanile e di gioia,
che le _rende capaci di dialogare con le
ragazze e coi tempi.
Ma chi cercasse quel che sta al di
là della loro giocondità, forse ne sco-
prirebbe il segreto. Perchè è nell'es-
sere contemporaneamente vergini e
madri, con Maria lanciate fuori del-
!'egoismo, sulla breccia del lavoro
per le anime, la ragione della Loro au-
tentica modernità, del loro restare
sempre giovani in Cristo.
Il Bollettino Salesiano presenta, in occasione del Centenario
della Basilica di Maria Ausiliatrice, un Numero Unico che, in
ricca veste tipografica, commemora il grandioso awenimento
e s'intitola Un sogno che dura cent'anni.
Questa pubblicazione, mentre richiama con particolari illustra-
zioni il lavoro compiuto da Don Bosco sotto l' ì$pirazione e la
guida della Madonna, espone i motivi per cui il Santo volle
innalzare alla Madre di Dio, col titolo di «Ausiliatrice dei Cri-
stiani», un tempio che fosse il centro spirituale della Congre-
gazione Salesiana, e un grande Santuario mariano del mondo.
Il Numero Unico può essere utile e gradito omaggio a quanti
apprezzano e amano l'opera di Don Bosco, della quale lo stesso
santo Fondatore ha dichiarato che Maria Ausiliatrice è la Ispi-
ratrice e la Fondatrice.
14

2.7 Page 17

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IL NOSTRO...
0 0 1 0 11
11
J1 nostro articolo Fronte tJnico
contro la pornografia del man,:o
scorso ci ha procurato molti calorosi
consensi, dei quali siamo particolar-
mente lieli, perchè è lecito sperare
che non siano platonici, ma chiaro
segno della volontà di agire nel senso
.._indicato.
Ci ha procurato anche!, come è
nella logica delle cose, qualche dis-
senso da parte di coloro che si dilet-
tano delle pubblicazioni che abbiamo
deplorato. Uno di costoro ha mani-
festato il suo malumore a Kent ••
che sotto il titolo la scuola dell'odio
(nientemeno I) ci dedica addirittura
due pagine e mezzo del numero di
aprile.
Il Bolleuù10 Salesia110 non ha
spazio disponibile per la polemica
che, del resto, è aliena dal suo stile.
Ci limitiamo quindi a precisare
alcuni punti sui quali pare che• Kent
non abbia idee chiare, oppure le
ha chiarissime, ma le ingarbuglia
ad usum dei suoi lettori.
La... cartella clinica
del nostro interlocutore
Anzitutto, per capire da chi siamo
stati attaccati, è opportuno ricordare
che Kent è un mensile sequestrato
fin dal primo numero (marzo 1967)
dalla Procura di Firenze, perchè
ritenuto offensivo del buon costume.
Nel 1967 ha pubblicato 1-0 numeri ,
di cui ben sette sono stati colpiti
da sequestro, e un Calendario 1968 »,
che ha subìto la stessa sorte per gli
stessi motivi. E ancora per gli stessi
il Direttore di Keot è stato con-
dannato nel dicembre dal Tribunale
di Monza. Nel 1968 pare che il
mensile voglia continuare a racco-
gliere le stesse... benemerenze, per-
chè tutti e quattro i numeri sono
stati sequestrati dalla Procura di
Roma.
Questi "precedenti" mostrano qua-
le valore abbia l'affermazione del
periodico: «a,uhe noi siamo contrari
e lontani dalla pornografia». È que-
stione di intendersi; noi, a buon
conto, stiamo con il giudizio della
Magistratura, che ha sequestrato e
condannato.
La sovranità dello Stato
italiano... in pericolo I 11
Ma il nostro articolo, secondo
«Kenu, è "inquietante", perchè
mostra un abito mentale che non
tiene conto che l'Italia è w10 Stato
sovrano e 110n u110 Stato della Chiesa,.
e percbè insegna l'arte della dela...-io-
,ie ·
Il mensile, che ci accusa, riporta
testualmente (e gli,me diamo atto)
gran parte del nostro articolo, ma
lascia la prima, dove, facendo il
punto sulla situazione, parlavamo
della reazione dei Procuratori della
Repubblica (italiana evidentemente),
di condanne inflitte dai Tribunali
(italiani) di Roma, Milano e Monza,
di prese di posizione di parlamentari
(italiani), della Corte di Cassazione, 15

2.8 Page 18

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di alcune Corti di Appello e del-
1'«Ordine dei Giornalisti>>. Non vede
che siamo aggiornatissimi e che par-
liamo dell'Italia proprio come di
uno «Stato sovrano » ? e che con-
tiamo sulle sue istituzioni libere e
indipendenti da influenze... stra-
niere? Si inquieta a freddo il Diret-
tore di «Kent >> o, meglio, si inquieta
per motivi diversi da quelli che vuol
far credere ai suoi lettori.
E abbiamo suggerito ai Coopera-
tori Salesiani di servirsi per le noti-
zie sui sequestri de «L'Osservatore
Romano», non perchè sia il giornale
della Città del Vaticano, ma per la
semplicissima ragione che è l'unico
quotidiano cattolico, che pubblica sol-
lecitamente (senza... complessi cli
solidarietà giornalistica) le notizie dei
sequestri, ed è l'unico che giunge
in tutte le diocesi d'Italia.
Si tranquiÌlizzi ~ Kent »I Non ci
sono fra noi nostalgici del potere
temporale. Se mai, sono altri che
minano - anche col malcostume -
la sovranità della Repubblica Ita-
liana; quelli che vorrebbero darcene
un'altra sul cliché delle cosiddette
"repubbliche popolari", che proprio
in questi giorni si stanno dibattendo
fra l'anelito alla libertà e le costri-
zioni della dittatura.
L"arte della delazione"
Quanto all'accusa di insegnare l'arte
della delazione, ci permetta di...
insegnargli che delatore è colui che
riferisce alla giustizia l'autore di un
fatto o il fatto stesso per vendetta,
per lucro o per altri ignobili scopi.
Fra questi non sembra proprio po-
tersi comprendere l'impegno diretto
a difendere un bene sociale fonda-
mentale quale il buon costume.
Chi segnala ali' Autorità Giudiziaria
probabili reati di ordine pubblico
(e chi oserà negare che lo siano, se
sono... pubblicati ?) offre alla giu-
stizia una collaborazione tanto legit-
tima, che è suggerita dalla legge
stessa. <1 Kent >> non conosce il det-
tato dell'articolo 7 del codice di
Procedura Penale ?
Il mensile ci propone il quesito:
«E se cinquanta, cento a Itri cittadini
i11dirizzassero al Magistrato altret-
tante lettere (non denunce) per dirgli
che secondo loro quel tal giornale e
16 i111Zocuo, lecito, legittimo?».
Semplicissimo: il Magistrato non
avrebbe che da vagliare cosi quelle
lettere come quelle denunce e giu-
dicare, come sempre, «secondo la
sua intelligenza e la sua coscienza ».
E non facendo il conto dei "sì" e
dei "no" e adottando il giudizio della
maggioranza, chè il lecito e l'ìllecito
non si definiscono col sistema... de-
mocratico, ma adottando piuttosto
un criterio di "qualità" che di
"quantità". 11 11 comune sentimento
- insegna l'insigne magistrato pro-
fessor Venditti (e a questo criterio
si ispira talora la giurisprudenza) -
non è il sentimento medio della
collettività, ma il sentimento del-
l'uomo medio, cioè dell'uomo nor-
male, il quale ha vivo e profondo il
senso di riserbo e di ombratilità per
tutto ciò che tocca la sfera privatis-
sima delle cose del sesso •>.
Chi cerca, piuttosto, di influenzare
il Magistrato con una ben orche-
strata manovra è chi fa intervenire
ai processi contro la pornografia
(stampata o proiettata o rappresen-
tata) una équipe cli scrittori, di artisti
o di registi più o meno celebri, per
suffragare con il prestigio del loro
nome - o della loro... nomea -
le tesi delJa difesa.
E come è lecitissima la denuncia
all'Autorità Giudiziaria, così è altret-
tanto lecita la collaborazione a chi
deve eseguire i sequestri (e non
perchè li ha pubblicati <e L'Osserva-
tore Romano », ma perchè li ha ordi-
nati il Magistrato italiano). Lo sti-
molare a far questo può definirsi
«scuola di odio» ?
O che i sequestri sono fatti per...
reclamizzare le pubblicazioni col-
pite? Non si direbbe, se da qualche
tempo le Questure non solo li ese-
guiscono, ma diramano alla stampa
comunicati nei quali ci tengono a
precisare, in numero o a peso, il
materiale ritirato dalle rivendite.
Un nostro quesito
Presentiamo anche noi un quesito:
Chi rispetta maggiormente la legge
del proprio Paese ed è benemerito
dell'esercizio della Giustizia ?
Chi offre disinteressatamente al
Magistrato e alle Forze di Polizia
la propria collaborazione, perchè la
legge non resti lettera morta e gli
ordini dell'Autorità Gil!cliziaàa siano
eseguiti ? Oppure chi conta - non
altrettanto disinteressatamente - sul
ritardo delle denunce, sul ritardo nel-
1'esecuziòne dei sequestri, sulla dolosa
sottrazione delle pubblicazioni col-
pite alla vista degli Agenti di P. S.,
sulla vendita sottobanco delle stesse
e su altri... accorgimenti, per eludere
la legge e renderne vane le sanzioni ?
Chi delinque ? Chi è immorale?
«Kent >l è dispensato dal risolvere
il quesito.
MONS. FERDINANDO PROSPERINI
Erano già composte queste note,
quando siamo stati informati che il
nostro articolo del marzo aveva
dato sui nervi anche a «Men ».
Nessuna meraviglia I «Men i> è un
settimanale che nel 1967 è stato
sequestrato 29 volte su 52 numeri e
quest'anno (alla data 21 aprile) ben
12 volte. Non potendosela pigliare
con il Magistrato, se la piglia con
noi e con il Bollettino, che, per
sua norma, non è "venduto", ma
inviato gratuitamente ai Cooperatori
Salesiani ed ai benefattori delJe innu-
merevoli opere salesiane sparse per
tutto il mondo. Crolla quindi il
castello di "carta", costruito proba-
bilmente con poca convinzione, sul-
l'ipotesi che si tratti di quella stampa
periodica, del cui finanziamento si
occupa il penultimo comma dell'arti-
colo 21 della Costituzione.
Di solito (ecco come c'entra "il
solito") i "mercanti di nudo" citano
il primo comma dello stesso articolo,
che sancisce la libertà di manifesta-
zione del pensiero «con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffu-
sio111! ». A parte che si potrebbe con-
testare che la pornografia sia mani-
festazione 11 del pensiero», la libertà
di stampa trova i suoi limiti nel-
l'ultimo comma dello stesso art. 21 ,
che detta: «Sono vietate le pubblica-
zioni a stampa, gli spettacoli e tutte
le oltre manifestazioni contrarie al
buon costume. La legge stabilisce prov-
vedimenti adeguati a prevenire e a
reprimere le violazwni
Chiaro ? Chiarissimo; ed è per
questo che i suddetti mercanti,
l'ultimo comma non lo citano mai.
Tutto il resto: Goebbels, Torque-
mada, ecc. sono miseri ripieghi pole-
mici di chi ha spazio da sprecare,
mentre è a corto di argomenti.

2.9 Page 19

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L'autore di queste memorie, monsignor
Giovanni Marchesi, Vescovo missionario
nel Rio Negro (Brasile), è stato allievo,
commilitone, collaboratore di don An-
gelo Ronca/li nella Casa dello Studente
a Bergamo. Nei quarant'anni di se-
parazione monsignor Ronca/li non di-
menticò l'amico del cuore e, divenuto
Papa Giovanni XXIII, lo nominò Ve-
scovo all'età di 72 anni. Nella sem-
plicità dei ricordi personali si rivela
la bontà e la grandezza d'animo che il
mondo ha ammirato in Papa Ronca/li.
PAPA
GIOVANNI
nei ricordi
di un suo
collaboratore
V idi don Angelo Roncalli la prima volta nel 1904: lui
segretario del grande vescovo di Bergamo mons. Ra-
dini Tedeschi, io piccolo seminarista. Durante i ponti-
ficali in duomo c'impressionava la pietà raccolta di
don Angelo. Poi quando accompagnavamo il Vescovo
in episcopio, ci passava accanto il segretario tutto sorri-
dente e ci diceva «Bravi! >> per L'esecuzione musicale e
le cerimonie. Era in tutti noi un gran desiderio di avvi-
cinarlo, sentire una parola e godere del suo sorriso.
Quando passammo al seminario maggiore, i nostri
contatti con don Angelo divennero più frequenti perchè
era professore di apologetica nel corso filosofico e di
storia ecclesiastica nel corso teologico.
Quando entrava in aula, aveva un aspetto raccolto e
concentrato e le sue labbra si movevano a preghiera.
Il nostro silenzio diveniva più profondo, poi il suo volto
si apriva a un sorriso sereno e amabile, che ci faceva de-
siderare la sua lezione. Non ricordo che abbia dovuto
richiamare qualche allievo al dovere.
A quei tempi i testi di apologetica erano spesso domi-
nati da uno spirito polemico, che al nostro professore
non piaceva. Lui, anzi, era sempre ottimista, e neppure
a noi permetteva parole irrispettose contro gli avversari.
Una. volta portò in classe la Morale Cattolica del Man-
zoni e ci lesse vari passi dell'introduzione sottolineando
«l'urbanità nobilissima» che Alessandro Manzoni usa
parlando di chi professa idee contrarie alla verità.
Nelle lezioni di storia ecclesiastica, quando illustrava
epoche difficili per la Chiesa, dopo l'oggettiva esposi-
zione dei fatti, commentava: << E noi ci lamentiamo dei
nostri tempi! Vedete che la Chiesa ha superato periodi
ben più difficili del nostro ».
Nel maggio del 1915, quando l'Italia entrò nella prima
grande guerra mondiale, molti sacerdoti religiosi e seco-
lari vennero concentrati nella caserma di S. Vincenzo
in Milano.
Al mattino, per tempissirno, si andava a celebrare
nella vicina S. Ambrogio o in altre chiese; ma qualcuno, 17

2.10 Page 20

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con tutta la buona volontà, giungeva tardj in caserma.
In punizione un giorno ci sj volle togliere anche questo
conforto. L'aiutante maggiore radunò tutti noi sacerdoti
e ci proibl ili uscire dalla caserma senza permesso. La
messa, se volevamo, la ilicessimo alla sera nella libera
uscita. È noto che allora non si poteva affatto celebrare
nel pomeriggio. Fu quindi una ilarità generale. Don An-
gelo conservò la sua ilignitosa serietà. Poi ci chiamò, ci
fece promettere che saremmo rientrati puntuali in ca-
serma. Al resto ci avrebbe pensato lui. Difatti il suo in-
tervento andò oltre la nostra aspettativa. Attraverso
l'opera del servo di Dio cardinale Ferrari, ottenne che
i sacerdoti fossero distribuiti nei vari ospedali contuma-
ciali che si allestivano a Milano, a Bergamo, a Brescia
e in altre città lombarde. Per noi bergamaschj chiese e
ottenne che fossimo tutti destinati agli ospedali ili Ber-
gamo. Il sergente Angelo Roncalli apriva la lunga lista.
Cappellano militare
Benchè il quadro dei cappellani fosse completo, un
giorno il Vescovo castrense nominò don Angelo Roncalli
cappellano. Fu una festa per tutti. Ne gioi anche lui
per le granili possibilità di. lavoro pastorale che gli si
aprivano. D'accordo con le autorità militari fece una
sapiente distribuzione dei sacerdoti nei vari ospedali e
cominciò a realizzare con loro il suo programma di apo-
stolato: messe domenicali nelle cappelle degli ospedali
e nei reparti dei più gravi e promozione di comuni.ani
generali tutte le domeniche, perciò ogni sabato sera nelle
corsie confessioni senza fine, passando dj letto in letto
fino a notte alta. Il primo era sempre don Angelo.
Appena cominciarono ad affluire dal fronte feriti e ma•
lati, apparvero le signorine della Croce Rossa. Ma fu
una delusione: la loro presenza non fu moralmente be-
nefica, anche perchè diffondevano tra i soldati Libri e ri•
viste non buone. Don Angelo provvide a preparare le
Donne Cattoliche a sostituire le prime assistenti.
Ormai le caserme erano piene di soldati che attende-
vano il loro turno sulle tradotte dirette al fronte. Don
Roncalli stabili nelle parrocchie più centrali la ~ Messa
del soldato 1> e ottenne dalle autorità militari il permesso
ai soldati di uscire per soddjsfare il precetto festivo. E
lw con i suoi sacerdoti si prodigava nel preilicare, con-
fessare, commentare le messe. Così le chiese si riempi-
vano ili militari e don Angelo ne godeva e trasfondeva
in noi la sua gioia sacerdotale.
Padrino alla mia prima Messa
Tra i sacerdoti militari ce n'erano anche di quelli che
erano solo alla vigilia del loro sacerdozio. Don Roncalli
ottenne da Roma il permesso di ordinarli e dalle auto-
rità militari la licenza per gli esercizi spirituali in prepa-
razione al grande giorno.
Prima di partire per il ri:tiro c:ton Angelo mi chiamò
a sè, mi suggeri patemi consigli e mi promise che mi
avrebbe accompagnato al paese per farmi da padrino
alla prima Messa.
Dopo cìnquant'anru, mi pare di vedermelo ancora vi-
18 cino per tutto quel giorno, ili udire la sua parola durante
la Messa e all'agape con i familiari. Eravamo felici, ep•
pure un velo ili mestizia si era steso sui nostri volti.
Anche le parole ili don Angelo quel giorno furono ve-
nate di tristezza: era la domenica ili Passione e le mamme
vi:vevano la loro passione pensando ai loro figli sul campo
di battaglia. Da quel giorno don Angelo ilivenne uno
dei nostri, crebbe la mia intimità con lui e decisi in cuor
mio di vivere il mio sacerdozio come lo viveva lui.
Nel giorno seguente fuj mandato con quattro altri sol-
dati bergamaschi all'Ospedale da Campo 156. Prima di
partire, corsi da don Angelo, che mi confortò parlandomi
del gran bene che avremmo potuto fare nel nuovo campo,
e concluse: «Ma, mio caro, molta bontà sempre e con tutti,
anche con i birbanti».
Una famiglia
con a cap o don Angelo
Don Angelo Roncalli, più anziano, .venne congedato
al principio del 1918 e fu subito eletto ilirettore spiri-
tuale del seminario. Per me il congedo venne solo il
29 luglio de] 1919. Appena tornato, c'incontrammo nel
seminario. Mi parlò del ministero che aveva potuto svol-
gere durante la guerra, volle conoscere il lavoro che
avevo fatto nell'Ospedale da Campo e poi nell'Ospedale
militare di Trento.
<e E ora - concluse - una cosa molto importante per
te. Il Rettore desidera che tu venga ad aiutarmi in
un'opera che sto allestendo a S. Salvatore, per il bene
degli studenti della provincia. Ad agosto avremo i primi
ragazzi per le ripetizioni. Tu adesso fa bene gli Esercizi
Spirituali a Martinengo, poi con tuo comodo verrai e ci
aiuteremo a vicenda; formeremo la nostra famiglia e
vedrai quanto bene potremo fare >>.
Alla fine di agosto andai a stabilirmi definitivamente
con lui. Mi accolse paternamente, mi accompagnò in
una bella stanza e non finiva di osservare per assicurarsi
che in essa non mancasse nulla. Quella sera ]a piccola
famjglia si riunl la prima volta. Eravamo tre: il terzo era
il mio condiscepolo don Tengattini, anch'esso ex mili-
tare. Don Roncalli assegnò a ciascuno il suo lavoro: al
mio collega affidò la parte disciplinare, a me 1a parte
spirituale.
Cominciarono a entrare gli studenti. Venivano dalle
valli bergamasche per frequentare le scuole statali, che
erano a pochi passi dalla Cas,i dello Studente. Non
erano tutti Domenico Savio, ma l'aria ili famiglia, la
bontà, la semplicità che vi si respiravano :finirono per
migliorarli. Don Roncalli tutti i giorni parlava loro come
un buon papà, insinuando pian piano nei loro cuori
l'amore allo studio, alla pietà, alla disciplina.
"Va' con Don Bosco
e sarai felice»
Verso la fine di novembre del 1919 mimandò a] paese
per le elezioni politiche. Quella sera, prima di partire,
volli aprirgli la mia anima e confidargli un desiderio che
diveniva sempre più bruciante. Durante gli anni di
guerra l'incontro di ottimi religiosi aspiranti alla vita
missionaria aveva acuito in me l'ideale missionario. Ma

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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IL SAC. Don. ANGELO RONCALLI
OIIMTTIINIIC\\,~.t.Cll... o,ffil ffVNlfn
--
S. SALYAT01itt - -~
I• . . .,._ •--;J
4 O.
,
._-
l 'l ;-(I. +
-
UN AUTOGRAFO
DI GIOVANNI XXIII
Abbiamo rintraccia10 nei nostri archivi
l"autografo dell'allora don Angelo Ron-
calli, col quale nel 1919 presentava a
don Trìone, e per mezzo suo al Rettor
Maggiore dei Salesiani. il sacerdote
Giovanni Marchesi, desideroso di farsi
salesiano. Per facilitarne la lettura uniamo
la trascrizione.
Rev.mo Don Ttiont:. Chi le sctive e il se-
g1etar,o di mgr. Radmi Tedeschi di v. m.
che nell'aptile del 1914 venne costi col '
suo venerato Vescovo per la commemo-
tazione di Domenico Savio.
Ora mi permetto presentarle e raccoman-
datle vivamente un ottimo sace,dote Be,-
gamasco che da molto tempo sentiva in-
clinazione per la Congregazione Sale-
siana. ed ora. col pe,messo di S. E.
mgr. Vescovo. si deciderebbe al gtan
passo. Ella lo voglia accogliere bene, e
fargli con fiducia la migliore presenta-
zione presso il rev.mo Don Albera. Sup.
Generale. Credo che pei Salesiani don
Giov. Marchesi sarà un acquisto prezioso,
come
di lui
peer
la Chiesa di
argomento
Betgamo la perdita
di vivo dispiacere.
Se il Signore. come credo, lo chiama alla
scuola e all'apostolato del ven. Don
Bosco. io sarò lieto di aver cooper8to in
qualche modo ai buoni successi di lui.
Rev.mo Don Trìone. preghi per me e per
le modeste opere mie che vorrei tutte
penetrare di schietto spirito Salesiano.
le sono di cuore dev.mo
d. Ang. Roncalli
c'erano gravi difficoltà: avrei dovuto lasciare i genitori
vecchi e con famiglia numerosa, avrei dovuto deludere
una sorella che negli anni di guerra con le sue economie
aveva provveduto tutto il corredo e il mobilio per quando
fossi stato in cura d'anime, e soprattutto avrei dovuto
dire a don Angelo: vi abbandono e me ne vado dopo
aver ricevuto tante prove di amore e di fiducia patema.
Tuttavia quella sera mi feci coraggio e gli aprii il mio
cuore. E lui con tutta calma mi disse: «Caro don Gio-
vanni, tu sai quanto ti voglio bene e quanto mi sei caro
in questa modesta opera che abbiamo tra mano. Tu sei
sacerdote, hai ormai 3 r anni, quindi la tua non è una
velleità, ma una risposta alla volontà del Signore, alla
quale io non voglio oppormi in modo alcuno. Per me
vederti partire è un grosso sacrificio, ma Dio penserà a
questa nostra piccola famiglia'>-
Il problema era risolto. Restava a decidere in quale
famiglia religiosa entrare. Don Angelo mi disse: <• Va'
in una Congregazione in cui ci sia grande possibilità di
lavoro>). <1 Vorrei andare tra i Salesiani>>, dissi timida-
mente. E lui pronto: «Bravo ! va' con Dori Bosco e sarai
felice. Invierò a don Trione una lettera per il Rettor
Maggiore, in cui dirò che faccio un sacrificio a lasciarti
partire, ma lo faccio per Don Bosco >>.
(Abbiamo rintracciato la Lettera e la pubblichiamo a
parte).
Queste parole mi procurarono un conforto che mi ha
accompagnato durante tutta la mia vita salesiana e mis-
sionaria. Anche i miei familiari, quando seppero che la
decisione era stata presa d'accordo con don Roncalli,
che tanto stimavano, non si opposero alla mia partenza.
Rimasi con lui fino a Natale. Ci separammo con molto
dolore. Non ci saremmo più visti che nel r932, quando
con lui, già vescovo e delegato apostolico della Bulgaria,
potei passare due giorni rivivendo i nostri ricordi del se-
minario, della guerra e della Casa dello Studente.
Tornato dal. Brasile nel 1958, gli scrissi a Venezia
manifestandogli il mio desiderio di rivederlo. Mi rispose
che ne era contentis"simo e che desiderava sapere il
giorno dell'arrivo e quanti saremmo stati per preparare
tutto per bene. Il giorno stabilito giunsi in patriarcato
con altri quattro miei compagni, pure suoi allievi. Fu
felice di rivederci, s'intrattenne a lungo facendoci rivivere
tanti ricordi della nostra Bergamo. Le ore passarono ra- 19

3.2 Page 22

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r
Papa Giovanni
è mons. Marchesi.
«Ebbene - disse
il Papa - adesso
faccjemo insieme
una bella fotografia
che ci ricordi
il nostro incontro»
pidamente. Il Patriarca avrebbe voluto che ci fermassimo
due giorni con lui, ma dovemmo accomiatarci. Ci diede
la sua benedizione,.. ci abbracciò e ci baciò, lasciando m
noi la gioia di quel felicissimo incontro.
Un udien~a di 67 mlnur·
Quando la notizia del prossimo conclave giunse nella
nostra Missione del Rio Negro, io stavo per uscire in
viaggio di missione ai villaggi indigeni dell'alto Uaupès.
In quei giorni non potei saper nulla del grande avveni-
mento, ma in cuor mio pensavo: al cardinale Roncalli
accadrà come a San Pio X, non tornerà più alla sua Ve-
nezia, sarà eletto Papa.
Finalmente arrivo alla mia Missione ansioso di notizie
e vedo schierata nel porto tutta la famiglia della Missione:
superiori, alunni e popolo. Prima ancora che io scenda,
mi chiedono: «Sa chi è il nuovo Papa? •l. E io senza
esitare: t È il cardinale Roncalli I ». E fu una esplosione
di evviva a Papa Giovanni XXIII.
Il primo a presentare gli omaggi della Missione al
n~ovo Papa fu il Vescovo coadiutore del Rio Negro, che
c1 portò una benedizione specialissima di Papa Giovanni.
Venne poi la volta del nostro Vescovo, il venerando
mons. Pietro Massa. Poichè nel frattempo il Vescavo
coadiutore era stato promosso alla nuova Prelazia di
Umaytà, chiese al Papa un nuovo coadiutore. E Papa
Giovanni pronto: ~ Il vostro coadiutore è già presso di
voi e lavora nella Prelazia da più di 40 anni l )). << Santità,
sono certo che don Marchesi non accetterà neppure
questa volta, come ha fatto vent' anni fa*· «Questa
volta accetterà, - disse ilPapa, - perchè lo voglio io•>.
Quando giunsi a Roma per essere consacrato, presso
la Procura dei Salesiani trovai un anello e una croce
pettorale per il nuovo Vescovo del Rio Negro: erano
doni di Papa Giovanni.
Consacrato Vescovo, mi affrettai a chiedere umilmente
di essere ammesso a un'udienza privata dal Santo Padre.
20 Due giorni dopo ricevevo la risposta affermativa. Sul bi-
glietto d'invito c'era una nota con la quale mi si invi-
tava a partecipare anche all'udienza generale.
Quando entrai nella sala, mi fecero sedere su di una
poltrona che era proprio vicino al seggio del Papa.
Quando apparve Giovanni XXIII, appena mi vide, mi
sorrise paternamente; io mi prostrai al bacio dell'anello,
ma lui mi alzò e mi fece sedere accanto a sè. Poi sotto-
voce mi disse: «Bravo I sono contento che sei venuto.
Poi parleremo a nostro agio ». Si può immaginare la mia
confusione sentendo su di me gli occhi di tutti.
Più tardi fui introdotto dal Papa, che mi abbracciò
paternamente e si mostrò amabile come prima di essere
Papa. S'interessò della mia missione e delle difficoltà
che incontravo. Poi mi parlò lungamente dell'origine
dell'idea del Concilio, quindi passò a rievocare tutto il
nostro passato con una ricchezza di particolari da farmi
rivivere il seminario, la guerra, la nostra vita di famiglia
nella Casa dello Studente e il dolore rec,proco provato
alla mia partenza per farmi salesiano.
Intanto il tempo passava: «Santità, - mi permisi di
dire, - fuori ci sono tante personalità che attendono... •>·
«Ebbene, - disse, - adesso facciamo insieme una bella
fotografia che ci ricordi il nostro incontro ~- Posammo
per la foto, poi mi abbracciò e baciò con effusione.
Erano trascorsi 67 minuti.
Voi due non ci vedremo più.. »
Nel secondo anno del Concilio io esitavo a chiedere
un'udienza privata perchè lo sapevo sofferente. Ma non
potei fame a meno. Mi fu accordata dopo tre giorni.
Entrai. Mi accolse con la stessa amabilità, ma quanta
pena mi fece la sua espressione sofferente! Solo il sorriso
era sempre vivo e pieno d'incanto. «Vedi - cominciò -
mi dicono tante cose di questo mio disturbo, ma se mi
occupo, quasi non lo sento. Solo quando mi cibo, sento
subito disturbi interni dolorosi. Ma sono preparato, sai,
sono nelle mani del Signore. Se mi dicessero che tra
pochi istanti devo morire, continuerei a parlare con te i>.
Poi si abbandonò ai ricordi nostalgici del passato...
Il tempo passava inesorabile. Fuori c'erano cardinali e
vescovi che aspettavano. ~ Santo Padre, - dissi, - non
voglio abusare di Vostra Santità». «Sta' tranquillo,
- rispose, - quelli li vedrò ancora, ma noi due non ci
vedre71W più 1>. Poi si alzò, mi benedisse, mi baciò pater-
namente, e uscì triste per quelle parole <• noi due non ci
vedremo più!». Erano passati 75 minuti.
In quell'ora finivano i miei contatti personali con
Papa Giovanni. L'avevo sempre amato come uno dei
miei di famiglia, e ho continuato ad amarlo seguendolo
nel suo lungo e doloroso martirio, -fino alla morte, che
è stata per me tra i dolori più acuti della mia vita.
Quando tornai gli altri due anni per il Concilio, che
impressione di vuoto! La piazza San Pietro, la Basi-
lica in cui non risonava più la sua voce, la finestra del
suo appartamento da cui non appariva più quella sua
faccia buona, avevano perduto il loro incanto. L'unico
conforto che giornalmente mi prendevo, era quello di
prostrarmi sulla sua tomba e parlare familiarmente con
lui come nei nostri incontri di un tempo felice.
MONS. GIOVANNI MARCHESI
Vescovo missionario nel Rio Negro (Brasile)

3.3 Page 23

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'
SCELTA
PER DIO
I giovani sono sempre aJ centro
dei problemi del presente e del-
l'avvenire del mondo. Lo hanno dimo-
strato anche le cronache degli ultimi
mesi, in Italia e all'estero.
In Italia il Capo del Governo, ai
primi di aprile, ha insediato la Com-
missione per lo studio dei problemi
dei giovani.
L'avvenire è il massimo problema
dei ragazzi: diventare adulti capaci
di inserirsi nella società, utilizzare W1
titolo di studio o di addestramento
e qualificazione al Lavoro, per eserci-
tare una professione che dia un con-
tributo di competenza e di onestà
al progresso umano.
Il Ministero della Pubblica Istru-
zione distribuisce in Italia agli adole-
scenti il fascicolo << Tu, domani•>. È
di piena attualità in questo scorcio
dell'anno scolastico, specialmente per
gli allievi di terza media.
Nella presentazione il Ministro
dice: un opuscolo a tua disposizione
per aiutarti in rma delle scelte più
importanti della tua vita. Hai un
grande tesoro da valorizzare, come il
talento evangelico: il tuo avvenire...
V aie la pena di pensarci seriamente:
per il tuo bene personale e per quello
della società umana di cuifai parte...''.
E nella conclusione: "Quello che
sceglierai per l'avvenire non servirà
solo a te, ma serv,:rà alla società, ti
renderà utile a tutti: sarà il servizio
che tu, uomo, renderai al tuo prossimo,
a tutta l'umanità".
QUALE SERVIZIO
ALL'UMANITÀ?
Sentire la responsabilità di pre-
pararsi a prestare un "servizio" al-
l'umanità, è già riconoscere e accet-
tare la vita come "vocazione", come
una risposta alla Provvidenza divina,
che chiama ciascW\\o di noi a miglio-
rare anche moralmente e spiritual-
mente la vita umana nel mondo
secondo le attitudini, le tendenze, le
possibilità personali, le esigenze so-
ciali e le circostanze provvidenziali.
Basta, dunque, guidare i ragazzi
a prepararsi al loro avvenire, facendo
soltanto delle previsioni sui. risultati
scolastici, studiando delle scelte per
una professione sicura, redditizia,
onorata?
21

3.4 Page 24

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Per Don Bosco il g,oco ha forza educativa:
pot~nzia la vita associata,
la confldenta con gU educatori, la formazione
del carattere e il Hnso di responsabilità
L'allt19ria si fa canto nelle voci
e nelle chitarre di QUBltl giovani espiranti salesiani
d o Pueno Rico
l\\tolti ragazzi, molte ragazze, ri-
spondono di no; alcuni di essi, per il
senso religioso della loro vita, per
i valori personali e l'apertura sociale
a cui sono stati educati, sono con-
dotti a voler impegnarsi in un «ser-
vizio speciale t in mezzo al Popolo
di Dio, nell'apostolato laicale, nella
..-ita religiosa, nel ministero sacer-
dotale.
Una inchiesta fatta alcuni mesi or
sono tra 2000 adolescenti, ragazzi
e ragazze di Roma, centro e peri-
feria, ha rilevato che quasi il 30°'o di
essi pensano ancora, o hanno pen-
sato con serietà a realizzare una voca-
zione sacra, nel sacerdozio, nella vita
religiosa.
Chi aiuterà questi adolescenti a
riconoscere l'autenticità di quei segni,
a coltivare i germi di una vocazione
sacra, perchè fiorisca e maturi al
sole della grazia di Dio?
*EDUCARE
PER ORIENTARE
La gioventù ha bisogno, e perciò
diritto, a un aiuto speciale per
l'orientamento alla vita; e gli educa-
tori hanno la possihilità e iJ dovere
cli assicurare questo aiuto, fino in
fondo; senza credere di dover fer-
marsi davanti a qualcuno di questi
ragazzi o ragazze, che dimostrano
capacità e tendenza alla consacra-
zione totale a Dio.
Niente di definitivo e di decisivo,
senz'altro, fino almeno alla conclu-
sione dell'adolescenza; ma quanta
assistenza è necessaria fino a quel
momento I
Appunto per questo gli educatori
cristiani devono sentirsi impegnati
a guidare i giovani con amorosa dili-
genza o personalmente, o·in collabo-
razione con le organizzazioni adatte
ad aiutarli a realizzare la loro voca-
zione, come 11ono le nostre Scuole
di Orientamento, gli Aspirantati, le
Scuole Apostoliche e, oggi, gli stessi
Seminari Minori.
Percllè questo è ilpunto di parte,rza:
q14a/ora l'idea della wca,.,-ione, 11el
smso detto, quale tema di f o,rdo di
tutta l'opera educati:va, che dovrebbe
mirare come a mo fine a trarre da ogni
uomo La capacità di dire "sì" al
Padre, 'IUJII pennn llltta l'azwne educa-
tiva nella misura e nei m-Od.i adatti e
mm ne investa ogni tappa, invano ci
sarà da sperare cl~ il problema <hl-
/'orientamento vocazionale possa essere
impostato e risolto & (prof. Giuseppe
Lazzati, al Convegno dell'Orientamen-
to Vocazionale, febbraio 1967, Roma).
*TUTTI IN AZIONE
PER LE VOCAZIONI
Genitori, insegnanti, educatori, di-
rigenti di associazioni, orientatori
psicologi, assistenti sociali... tutti
sono indicati dai documenti ponti-
fici e conciliari, dai teorici e dagli
organizzatori della pastorale delle
vocazioni, come indispensabili col-
laboratori in questo, che è stato defi-
nito l'apostolato più urgente del
post-Concilio.
I Cooperatori Sale.siani da anni
stanno approfondendo il problema;
affiancano e sostengono iniziative di
incontri e di corsi di orientamento,
con la preghiera, con la paroJa, con
l'opera di sensibilizzazione tra gli
educatori e con la solidarietà nel-
l'azione salesiana per i giovani.
Don Bosco lo chiede nel Regola-
mento, al cap. II: Coloro che ne
saramw ÙI grado prenderanno cura
speciale di quei giovanetti ed anche
degli adulti, chefomiti delle necessarie
qualità morali e di attitudini allo
studio, dessero indizio di essere chia-
mati [ad ,ma vocazione sacra] t .
Parole che sono tornate frequenti
in una campagna annuale apposita,
in corsi di Esercizi spirituali e Ritiri,
in convegni di Consiglieri e Zelatori,
in interessanti e appassionate discus-
sioni dei Consigli ispettoriali e locali;
ma specialmente in realizzazioni pro-
mettenti, esemplari, presso i Centri
più vivi e più efficienti d'Italia.
Don Gù,seppe Clementel, Delegato
nazionale per le vocazioni, presenta
l'argomento dell'orientamento dei gio-
vani, specialmente da questo punto
di vista, e nei suoi aspetti più educa-
tivi e pastorali, in uno dei Quadtrni
per I'apcstolato dei laici.
GIUSEPPE CLEMENTEL
ORIENTIAMO I GIOVANI
Ed12ion1 Cooperatori Sales,ant • L 800
Viale dei Salesiani, 9 00175 ROMA

3.5 Page 25

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GOIIBOIO ll'l·BBIIZIOJIIILB
DI ISPBTTOBI SILBSIIII I 00■0
D al 16 al 23 aprile scorso a Como
presso il << Salesianum )), centro di
studi e spiritualità dcill'Ispettoria
Lombarda, si è tenuta un'impor-
tante riunione, presieduta dal Rettor
Maggiore don Luigi Ricceri. Ad
essa hanno partecipato vari membri
del Consiglio Superiore e gli Ispettori
salesiani d'Europa, Medio Oriente,
Nord America, Australia, Africa, e
rappresentanze d'oltre cortina. Erano
pure presenti salesiani esperti di pro-
blemi giovanili, pedagogici, sociali e
religiosi dì vari paesi d'Europa e
d'oltre oceano.
La riunione dì Como è stata pre-
ceduta da un'analoga assemblea riu-
nitasi a Bangalore in India nello
scorso febbraio e fu seguita da una
terza riunione dì Ispettori dell'Ame-
rica Latina a Caracas (Venezuela).
Queste riunioni si svolgono a tre
anni di distanza dall'ultimo Capitolo
Generale, che aveva avviato la Con-
gregazione verso un poderoso sforzo
di adeguamento allo spirito della
Chiesa -post-conciliare e una cono-
scenza approfondita dello spirito del
fondatore e delle sue opere, in rela-
zione ai nuovi contesti sociali ed
ecclesiastici del nostro tempo.
In questo senso erano state deli-
berate nuove strutture nella vita della
Congregazione, era stata promossa
una vasta azione di ridimensiona-
mento delle sfere in corrispondenza
allé esigenze dei tempi e dei luoghi,
era stata incoraggiata una attività più
aderente alle necessità dei giovani,
soprattutto dei lavoratori e dei più
bisognosi di assistenza materiale e
morale, era stata creata una imposta-
zione unitaria e articolata insieme dì
tutta la vita della Congregazione.
Secondo gli orientamenti e le
direttive del Capitolo Generale, si
sono iniziate sperimentazioni, studi,
tentativi di pratiche soluzioni in
tutti i paesi in cui è sparsa la Congre-
gazione e secondo le particolari
richieste delle situazioni locali.
Le riunioni di Bangalore, Como e
Caracas hanno lo scopo di fare il
punto sui primi risultati di queste
attuazioni, analizzarne dati e valuta-
zioni, impostare nuove attività e
nuovi programmi per i tre anni che
separano dal prossimo Capitolo Gene-
rale, coordinare il lavoro di tutte le
opere salesiane per W1 loro efficiente
e globale rendimento apostolico.
In tutti i Convegni l'interesse
prevalente si rivolge, com'è naturale
per la Famiglia Salesiana, alle nuove
realtà giovanili che si esprimono
in tutto il mondo con inquietudini
e tensioni preoccupanti, ma anche
con iniziative interessanti, programmi
rinnovatori, prospettive ricche di
speranza. Come Don Bosco ba ri-
sposto alle attese dei giovani del suo
tempo studiandone le varie condi-
zioni di vita e le possibilità concrete di
miglioramento sotto tutti gli aspetti,
da quello sociale a quello religioso,
da quello professionale a quello
morale, cosi oggi i Superiori sale-
siani studiano le situazioni e gli
orientamenti concreti che deve assu-
mere una Congregazione, che ha
nell'apostolato giovanile il suo primo
scopo.
Il quadro d'interessi giovanili che
si è presentato ai Superiori nei tre
convegni è stato ricco e completo,
perchè ad esso sono confluite le
esperienze fatte sul vivo e in con-
tatto diretto coi giovani in tutti i
paesi del mondo.
Ispettori salesiani d"Europa. Medio Oriente. Nord America.
Australia. Africa. convenuti a Como per fare Il punto
sul primi risultati dello attuazibni del Capitolo Generale XIX

3.6 Page 26

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Un grandioso mosaico
sul Tempio di Don Bosco a Mendoza
La facciata del Tempio di San Giovanni Bosco a
Mendoza (Argentina) dall'inizio di quest'anno pre-
senta un grandioso mosaico che vuol essere un
omaggio dell'Opera Salesiana di Cuyo al Padre e
Fondatore Don Bosco.
Misura 93 metri quadrati ed è opera dell'artista Sal-
vino Spinnato. Tutta la composizione si svolge in-
torno alla Croce, simbolo della Redenzione di Cristo.
A sinistra, nella parte superiore si vede la scena del
primo sogno di Giovannino Bosco, nel quale Gesù
e la Vergine gli indicano la sua futura missione.
Nella parte inferiore il Patrono S. Francesco di
Sales e Don Bosco, circondato dai primi frutti della
santità salesiana. Da sinistra: Don Rua, Don Ri-
~ naldi, San Domenico Savio, Zeffirino Namuncurà
con il suo maestro il cardinal Cagliero, civilizzatore
della Patagonia. Segue la scena dell'attività missio-
naria dei salesiani, simboleggiata nel battesimo di
un indio Xavante.
A destra dalla Croce è rappresentata l'opera missio-
naria delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Quindi la
Confondatrice S. Maria Mazzarello con la giovane
Laura Vicuna, Suor Teresa Valsé Pantellini, Madre
Maddalena Morano, e Donna Dorotea de Chopitea,
tutte avviate agli onori dell'altare. Chiude le scene
del primo piano la Casa di Mornese, culla dell'Isti-
tuto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
La parte superiore del mosaico è dominata dalla
rappresentazione del "Sogno" delle due colonne
col trionfo della Chiesa, simboleggiata dalla nave
guidata dal Papa.
Pili in alto, quasi compendio della grandiosa com-
posizione, il motto dì Don Bosco: tr Da mihi animas,
cetera tolle 11.
Nel suo insieme l'opera invita a entrare nella casa
del Signore e a pregare.
I giovani prendono l'i iziativa
Primo incontro di giovani Cooperatori della Campania I giovani Cooperatori salesiani di quindici Centri della Campania
si sono Incontrati a S. Agnello, nella ridente penisola Sorrentina, il 3 marzo 1968, per una pausa spirituale nella carità
di Cristo, nella gioia di Don Bosco.
Erano presenti oltre una settantina di giovani Cooperatori, alcuni dei quali venivano anche da zone lontanissime. La
giornata si è svolta in un'atmosfera di serenità e di famiglia.
Scopo della Giornata: riscoprire Crìsto, risentirlo vivo, presente, in un incontro personale con Lui, mediante scambio
di esperienze. Tutti i giovani presenti erano protagonisti e si erano preparati con uno studio personale su tre tipi di
indicazioni: Giovani alla ricerca di Cristo - Giovani in preghiera con Cristo - Giovani in azione con Cristo.
Ognuno potè esprimere la propria esperienza e ascoltare l'altrui. I tre gruppi di studio videro impegnati per tutta la
mattinata i giovani in animate e serene discussioni, che si conclusero nel pomeriggio con tre interessanti relazioni.
Due giovani Cooperatori di Roma, reduci dal Viaggio Apostolico in India, presentarono la loro esperienza come una
realtà viva, palpitante, ricca d'interesse.

3.7 Page 27

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Incontro familiare con
il Patriarca Buddista della Thailandia
Il Patriarca Buddista della Thailandia, di passaggio ~
a Haad Yai per la benedizione della prima pietra di
una nuova pagoda, ha concesso gentilmente una
udienza ai due salesiani don Sanom e don Colom-
bini, in presenza del suo alto seguito. Ha detto che
è tanto contento che Paolo VI gli abbia mandato
l'importantissimo Messaggio sulla Pace e ha ag-
giunto che egli personalmente farà di tutto affinché
tutti i buddisti della Thailandia seguano quel Mes-
saggio divino e umano per fabbricarvi sopra la pace
universale, da tutti auspicata. Li ha esortati a coo-
perare di comune accordo senza guardare il colore,
la lingua, la razza dell'uno o dell'altro: « Amiamoci
veramente - ha detto - aiutiamoci da fratelli, sop-
portiamoci a vicenda per rendere più lievi che sia
possibile le tristi vicende di questa vita mortale;
aiutiamo l'umanità a rag.giungere il proprio fine».
La foto rappresenta il Patriarca seduto sul pavimento
davanti ai due salesiani, con la mano destra levata
in alto in segno di richiamo all'unione e alla fratel-
lanza. Tutti i presenti sorridono di gioia per le com-
moventi parole indirizzate ai due figli di Don Bosco,
che in quel momento rappresentavano Cristo e il
suo Vicario.
Un salesiano membro del Consiglio
Superiore di Ginevra
per la Commissione Cattolica
della Emigrazione
Don Pietro Cosentino dell'Istituto Don Bosco del ~
Cairo, da anni ha una particolare cura degli emi-
granti e di quanti cercano di espatriare in cerca di
lavoro e di sistemazione nei vari continenti. Il suo
lavoro ormai si estende a un livello internazionale,
interconfessionale ed ecumenico. Nel suo Ufficio,
che è legato alla Sede Centrale di Ginevra della
Commissione Cattolica Internazionale per le Mi-
grazioni, si può dire che durante il corso di un anno
passano circa settemila persone, di ogni razza, reli-
gione e rito. Favorito dalla conoscenza di parecchie
lingue, accoglie tutti e cerca di sistemare tutti in
collaborazione con vari Enti Internazionali. Tanti
cosi awicinano per la prima volta il sacerdote cat-
tolico e fanno esperienza di una fede che apre le
porte dell'aiuto a tutti senza discriminazioni. Oggi
don Cosentino fa parte del Consiglio Superiore i:li
Ginevra per la Commissione Cattolica della Emi-
grazione. Nella foto: don Pietro Cosentino a col-
loquio col Principe Sadruddin, erede dell'Aga Kan,
Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Il primo Vescovo salesiano
d" na7ionalità equatoriana
È S. E. Mons. Ernesto Alvarez A/varez. La sua no- ~
mina a Vescovo ausiliare di Guayaquil ha suscitato
vivi consensi negli ambienti ecclesiastici e civili, che
hanno visto in questa nomina un indice della ma-
turità apostolica raggiunta dai Salesiani nell'Ecuador.
Il 31 marzo il nuovo Vescovo tenne nella cattedrale
di Cuenca un solenne pontificale con assistenza
degli Arcivescovi di Cuenca e di Guayaquil, in oc-
casione delle celebrazioni centenarie della nascita
di San Francesco di Sales. Nella foto: il novello Ve-
scovo arriva a Cuenca accolto dall'Ispettore sale-
siano don Angelo Botta (a destra), dal direttore
don Felice Roggia e dalla gioventù delle Figlie di
M. A. e dei Salesiani.

3.8 Page 28

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L'AUSILIATRICE
IN
GIAPPONE
U n giorno tiepido e assolato della
prima metà del febbraio r926,
Nagasaki, la città celebre per i suoi
martiri e per la sua fede invitta, vede
arrivare un drappelJo di stranieri. Sono
quasi tutti barbuti e la maggioranza
sono uomini fatti e pieni di esperienza,
soprattutto il capo.PerNagasaki non è
una novità, perchè nella sua storia ne
ha visti di stranieri; ma per il vecchio
Vescovo di Nagasaki sono una novità
consolantissima, perchè questo grup-
po di nove missionari saranno un aiuto
straordinario per la sua vasta diocesi,
tanto scarsa di braccia apostoliche.
Questi apostoli sono i primi sale-
siani inviati dal servo di Dio don Ri-
naldi, quarto successore di Don Bo-
sco. Don Vincenzo Cimatti è il capo
di questo primo contingente di mis-
si9nari, che per parecchi anni si rin-
noverà per rinforzare questo esercito
pacifico di Cristo, apportatore al no-
bile popolo giapponese di quella fede
che cosl generosamente i suoi avi ave-
vano abbracciato e per la quale ave-
vano offerto la vita.
I nove salesiani sono accolti con
giubilo dal Vescovo diocesano mons.
Combaz, che li trattiene con sè per
una settimana prima di inviarli a
26 Miyazaki. Hanno così agio di visitare
la città piena del ricordo dei suoi glo-
riosi martiri e di avere il primo con-
tatto col popolo che devono evange-
lizzare.
Per loro tutto è nuovo, tutto inte-
ressa. Anche se di giapponese non
comprendono nulla, la fede e il desi-
derio grande che hanno di lavorare,
fa loro comprendere quello che la pa-
rola non può ancora. Ammirano la
bella chiesa dedicata ai ventisei mar-
tiri giapponesi, i primi eroi della lunga
serie di coloro che per Cristo hanno
offerto con gioia la vita. È la chiesa
della scoperta dei cristiani, avvenuta
il 17 marzo 1865.
Il Padre Petitjean, il 19 febbraio
1865, aveva aperto la bella chiesa ai
cristiani che in realtà non esistevano,
cosl almeno si credeva; si era infatti
ancora nel clima della persecuzione.
Ma un mese dopo, il 17 marzo, un
gruppo d'una dozzina di kirishitan,
cioè di discendenti dei vecchi cristiani
di Urakami, villaggio nelle vicinanze
di Nagasaki, entrano timorosi nella
chiesa dei ventisei martiri, si inginoc-
chiano davanti al Padre Petitjean e
con voce sommessa uno di essi dice:
«ll cuore di noi tutti è come il tuo.
Noi veniamo da Urakami: là quasi
tutti hanno il cuore come noi >). E
chiede: <( Dov'è la statua di Santa
Maria?•>.
Da questa domanda il Padre Petit-
jean con immensa gioia potè costa-
tare che si trovava davanti a un gruppo
di cristianj discendenti dagli antichi
martiri. Aveva fatto una scoperta me-
ravigliosa. Nel 1867, divenuto primo
Vescovo di Nagasaki, fece erigere nel
piazzale della chiesa una statua della
Madonna, come monumento di gra-
titudine per la scoperta dei cristiani.
Si apriva così un nuovo periodo nella
storia della Chiesa in Giappone.
I nostri missionari, prima di lasciare
Nagasaki, nella chiesa dei ventisei
martiri si prostrano davanti all'altare
della Vergine per chiedere il suo aiuto
per il loro lavoro missionario; e hanno
una gradita sorpresa: sul piedestallo
della statua della Vergine che domina
il piazzale della chiesa, al centro sono
scolpite queste parole: «Nippori no
Seibo », cioè «la Vergine del Giap-
pone>> e ai lati << Regina dei Martiri»
e «Aiuto dei CristiaJZi •>.
L'Ausiliatrice dunque li aveva pre-
ceduti. Che cosa potevano temere ?
Anche nel Giappone, nella terra dei
loro sogni, la Madonna li aveva ac-
compagnati e non li avrebbe mai ab-
bandonati. Col suo aiuto avrebbero

3.9 Page 29

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Nagasaki-Oura.
la chiesa
dei ventisei martiri.
Davanti è vìsibile
la S1atua della Vergine
eretta a ricordo
della scoperta
del cristiani
L.Ausiliatrice
sul Fujiyama.
Eletta a quota 1600,
benedice le centinaia
d, migliaia
d i pellegrini che ogni
anno salgono
la montagna sacra
portato la salvezza a tante anime m1ss10nari, apostoli infaticabili del- la prima ad essere da noi pubblica-
anche nell'Impero del Sol Levante. l'amore alla Vergine sotto il titolo di mente onorata fosse la nostra Mamma
Era di Lieto auspicio anche una fe- <1 Ausiliatrice dei cristiani ».
Ausiliatrice i>.
lice coincidenza: quella statua era Ebbero fegato quei nostri pionieri. Don Bosco ai suoi primi missio-
stata benedetta proprio nello stesso Arrivati in febbraio, già in maggio nari suggeriva: ~ Raccomando costan-
•anno 1867, nel quale in Torino ve- decidono di onorare l'Ausiliatrice leg- temente la devozione a Maria Ausi-
niva benedetta la statua dell'Ausilia- gendo la predica in giapponese da- liatrice e a Gesù Sacramentato)). I
trice sulla cupola della nuova Basilica. vanti alla folta assemblea dei fedeli. nostri missionari interpretarono alla
Un proposito pazzesco se si pensa lettera la raccomandazione del santo
Mandano avant· l'Ausiliatrice
alla difficilissima lingua giapponese,
ma l'amore verso la Madre di Dio ha
Fondatore, perchè sapevano che quan-
do trionfano Gesù Eucaristico e l'Au-
La devozione mariana in Giappone il sopravvento e dà il coraggio neces- siliatrice, tutte le difficoltà si sciol-
ha le sue radici profonde nell'evange- sario per riuscire nell'impresa. A que- gono e le opere prosperano a mera-
lizzazione di San Francesco Saverio e sto proposito mons. Cimatti scrisse: viglia. Proprio come è avvenuto a
dei suoi continuatori nel lavoro apo- << Ogni sera della novena di Maria Au- Don Bosco.
stolico. È proverbiale l'amore a Maria siliatrice abbiamo voluto onorare per I fedeli giapponesi, come gli an-
dei primi cristiani giapponesi. Essi turno la nostra Madre celeste con un tichi kirishita11, hanno una devozione
avevano compreso in modo mirabile breve fervorino, letto ai _nostri cri- profonda e convinta per il Rosario.
l'importanza della devozione mariana stiani, che affollavano la chiesa. Quan- I salesiani, seguendo gli insegnamenti
nella vita cristiana e nell'amore a to ci costasse la composizione della di Don Bosco, si sono fatti apostoli
Cristo. Essi veneravano in Maria la paginetta, lo sa il Signore e la nostra instancabili di questa devozione. Fio-
!VJ.adre di Dio e la Madre loro, ed è povera testa. Nella loro abituale gen- riscono nelle nostre parrocchie asso-
certo per questa devozione che, fatto tilezza, all'uscita, i cristiani ci.compli- ciazioni del Rosario che sono come il
unico nella storia della Chiesa, una mentavano con frasi per noi incom- combustibile che alimenta il fuoco
cristianità priva di vescovi e di sacer- prensibili, e andavano dicendo tra della fede. Così in quasi tutte le no-
doti potè sopravvivere attraverso una loro (ce lo dissero più tardi): "Strano! stre chiese è canonicamente eretta
lunghissima e feroce persecuzione di Questi missionari salesiani ci parlano l'Arciconlraternita dei Divoti di Ma-
quasi trecento anni e mantenere in- così bene in chiesa, e non sanno spic- ria Ausiliatrice e dove è possibile,
tatto il deposito sacro della fede.
cicare quattro parole fuori in conver- t rovandoci in un paese non cristiano,
Manco a dirlo, don Cimatti e tutti sa:iione ". Sfido! ne sapevamo noi fiorisce la Compagnia dell'Immaco-
i suoi collaboratori si trovarono nel qualche cosa. Ma così si ruppe il lata, fondata da San Domenico Savio
loro clima e furono, come gli antichi ghiaccio, e fu esaudito il desiderio che con l'approvazione di Don Bosco. 27

3.10 Page 30

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Tokyo-Shimoigusa.
la parrocchia
dl Merla Ausiliatrice,
una delle quattro
parrocchie salesiane
della capitale
La processione
di Maria Ausilìatrica
a Tokyo, nel dona
di Akabana, dovo
le Suore
di Oon Bosco
hanno la grande
scuola
"Seibi-Gakuen"
Anche la ~ Legione di Maria » è
fiorente nelle parrocchie di Beppu e
di Oita nell'isola del Kyushu, a
Osaka e in tutte e quattro le parroc-
chie della capitale; anzi la parrocchia
di Maria Ausiliatrice di Tokyo-Shi-
moigusa è la seconda della capitale,
in ordine di tempo.
Una parrocchia tra duecento
templi buddisti
Ma i salesiani in Giappone avevano
nel cuore un desiderio grande: ono-
rare e far conoscere la gran Madre di
Dio come Ausiliatrice del popolo cri-
stiano con l'erezione di chiese in suo
onore. Sorsero cosi belle chiese, che
come fari di salvezza si elevano nelle
sterminate città giapponesi, formico-
lanti di uomini e di case.
Incominciando dal sud incontriamo
a Beppu, nell'isola del Kyushu, l'ele-
gante chiesa di Maria Ausiliatrice.
Questa chiesa, sorta per lo zelo di
don Liviabella e dei suoi collaboratori
don Castiglioni e don Acerbi, si eleva
solenne e candida sopra una grande
estensione di tetti neri, che si susse-
guono così vicini gli uni agli altri da
dare l'impressione di un immenso e
unico tetto di una vecchia e colossale
costruzione. Beppu, città termale e
dalla moralità non troppo elevata, ha
dunque il suo parafulmine in questa
chiesa, ove il fervore cristiano è in
contrasto con la circostante vita pa-
gana.
Risalendo verso nord incontriamo
il grande centro industriale e com-
merciale di Osaka nell'isola princi-
28 pale Honshu. I salesiani vi lavorano
da quasi venti anni con una grande
scuola che supera il migliaio di al-
lievi; è la <r Seiko Gakuen 1>, molto co-
nosciuta e stimata. A questa scuola è
annessa la parrocchia di Maria Ausi-
liatrice, letteralmente circondata da
ciminiere e soprattutto da templi bud-
disti e shintoisti. Nel suo territorio
questa parrocchia conta quasi due-
cento templi dominati dal famoso
tempio buddista di Tonnoji, che sorge
a pochi minuti e che il nome al
quartiere. La chiesa di Maria Ausi-
liatrice è perciò il simbolo cristiano
di questo quartiere prettamente bud-
dista, ed è come il lievito che a poco
a poco fa fermentare la gran massa
che lo circonda.
Ed eccoci più a nord, nella stermi-
nata giungla d'asfalto della capitale.
Un agglomerato immenso di case, di
casupole, di modernissimi palazzi, di
viuzze medioevali e di strade sopra-
elevate che aiutano a smistare l'inter-
minabile rosario di automobili, di
corriere, di camion, di motorette, di
utilitarie che appestano l'aria di fumo
e di gas, e che rendono e~tremamente
complicato e insicuro il traffico cit-
tadino.
Tokyo coi suoi undici milioni di
abitanti non solo è la metropoli più
vasta del mondo, ma è anche la città
più disordinata e caotica che forse
esista, e ha un primato poco invidia-
bile: è la Babilonia dell'Oriente e forse
di tutto -il mondo. Tokyo, centro del
commercio del Giappone, centro po-
litico· e culturale indiscutibile, è pure
la città della vita sfrenata, la città in
cui si possono trovare tutti i diverti-
menti possibili e immaginabili.
Un tri ngo o di ch1es..
In questa immensa Babilonia Cri-
sto è conosciuto e amato? Dobbiamo
con tristezza rispondere: ben poco.
Nella sua immensa estensione e nel
suo alveare di uomini possiamo con-
tare solo quarantasette parrocchie con
una cifra globale di quarantamila fe-
deli circa: un fiore nel deserto. I sa-
lesiani hanno in Tokyo quattro par-
rocchie, di cui due sono dedicate alla
Vergine. Una è la chiesa di «Santa
Maria di Edo~- Edo è l'antico nome
della capitale shogunale, che poi di-
venne la capitale imperiale Tokyo.
In questa chiesa si conserva la copia
del prezioso quadretto, detto ap-
punto << Edo no Santa Maria », il
cui originale - l'Addolorata - at-
tribuito al Dolci (1616-1686) è cu-
stodito nella pinacoteca nazionale di
Ueno-Tokyo.
Questo quadretto di cm. 30 X 25
su rame fu portato in Giappone,
mentre infieriva violenta la persecu-
zione, dal Padre Sidotti nel 1708.
Padre Sidotti fu l' ultimo dei missio-
nari a penetrare in Giappone e mori
martire a Edo il 16 novembre 17151
nella famosa prigione Kirishitan ya-
shiki. Il quadretto dell'Addolorata è
descritto minutamente dal letterato
Arai Hakuseki che fu giudice di
Padre Sidotti e che fece una petizione
allo Shogun perchè mettesse in libertà
ed espellesse dal Giappone il missio-
nario italiano. Durante le feste della
consacrazione della chiesa di Megurò
l'intendenza della pinacoteca di Ueno
con gentile senso di comprensione
permise di esporre per alcuni giorni

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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il prezioso quadro nella suddetta
chiesa.
Nella zona occidentale di Tokyo,
e precisamente nella località Shimoi-
gusa, sorge una bella e slanciata
chiesa parrocchiale dedicata a Maria
Ausiliatrice. Nella medesima località
ha sede l'Istituto Tecnico Superiore
Don Bosco e fu anche la sede primi-
tiva dello Studentato e Noviziato tra-
sportati ora a Chofu, una delle città
satelliti della capitale. NeJ 1945, l'al-
lora Ispettore mons. Vincenzo Ci-
matti, per impetrare su quest'opera,
tanto esposta ai bombardamenti aerei,
la protezione potente dell'Aiuto dei
Cristiani, aveva fatto voto di erigere
una chiesa a Lei dedicata.
Il momento della Provvidenza ven-
ne quando la chiesetta dedicata a
Don Bosco fu distrutta con il fab-
bricato centrale della scuola Don Bo-
sco da un voracissimo incendio. 11
21 marzo 1955, in occasione della vi-
sita straordinaria del quinto succes-
sore di Don Bosco, don Renato Zig-
giotti, fu benedetta la prima pietra
della chiesa dell'Ausiliatrice e il 21 ot-
tobre dell'anno seguente veniva so-
lennemente consacrata dall'Arcive-
scovo di Tokyo, il cardinale Pietro
T. Doi. Lo scrivente ebbe la fortwia
di collaborare con i confratelli della
Scuola ProfessionaJe Don Bosco a
realizzare il sogno di mons. Cimatti
nell'erezione di questa chiesa che
vuole essere il "grazie" dei salesiani
alla Madonna per il suo costante e
meraviglioso patrocinio sulle nostre
opere durante la guerra.
A Tokyo c'è ancora un'altra chiesa
dedicata ali'Ausiliatrice: gliel'hanno
eretta le Figlie di Maria Ausiliatrice
nella zona nord-orientale, nel rione
di Akabane. Sorge nel centro della
grande scuola «Seibi Gakuen », come
a proteggere tutta l'opera e la popo-
lazione di circa 2500 anime, che im-
parano a conoscere e ad amare la
Madre di Gesù e la Madre degli
uomini.
Dando uno sguardo alla carta to-
pografica di Tokyo, ci si accorge che
le tre chiese edificate dai salesiani alla
Madonna stanno proprio agli angoli
di un grande triangolo che abbraccia
la capitale: è come se la Madonna vo-
lesse coprire con il suo manto questa
immensa metropoli. Maria Santissima
senza dubbio lavora incessantemente
per questa nobile terra giapponese;
nelle sue chiese c'è realmente un
grande fervore di fede, indice sicuro
della sua invisibile, ma fattiva pre-
senza.
Le tre chiese mariane costruite
dalla famiglia salesiana a Tokyo vo-
gliono essere come il simbolo del-
l'amore dei fedeli giapponesi verso
l'Aiuto del popolo cristiano e richia-
mano gli stessi titoli scolpiti sul pie-
destallo della statua della Madonna a
Nagasaki, davanti alla chiesa dei ven-
tisei martiri giapponesi : «Madonna
del Giappone », << Regina dei Martiri >>,
«Aiuto dei Cristiani ».
l'Ausiliatrice
sull'« Alta Mo tagna »
Maria Ausiliatrice, per un disegno
ammirabile della Divina Provvidenza,
ha preso possesso del monte sacro
del Giappone, il Fujiyama. La sua
bellissima e delicata statua in bianco
marmo di Carrara, dono dei Superiori
di Torino, ha raggiunto quota 1600
e, quale Regina della pace, benedice
non solo le centinaia di migliaia di
pellegrini che ogni anno . salgono la
montagna sacra; ma dal suo incante-
vole trono benedice tutto il Giappone
e impetra dal suo divin Figlio la fede
degli antichi kirishita11 per tutto il
numeroso popolo giapponese. Non a
caso Don Bosco, nel grande sogno
profetico delle Missioni, notò in modo
particolare l'"Afta Montagna".
Il salesiano don Luigi Del Col, con
lodevole iniziativa, si è fatto propa-
gatore dell'immagine della« Madonna
del Fuji >>, com'è chiamata la statua
dell'Ausiliatrice sul monte Fuji, dif-
fondendo in tutto il Giappone decine
di migliaia di bellissinte cartoline e
immagini ddla Madonna.
Grande parte del merito del col-
locamento della statua della Vergine
Ausiliatrice sul Monte sacro va alle
Figlie di Maria Ausiliatrice, che
con filiale premura pensano alla ma-
nutenzione e preservazione della
statua.
La Madonna del Fuji va sempre
più guadagnando di popolarità e dal-
1'8 ottobre 19641 giorno dell'inau-
gurazione, i pellegrini della Ma-
donna vanno aumentando di anno
in anno.
Le Figlie di Maria Ausiliatrice, at-
traverso le loro fiorenti opere e scuole,
concorrono con ardore a diffondere la
devozione alla Madonna di Don
Bosco.
Le Suore della Carità di Miyazaki,
fondate dal salesiano don Antonio
Cavoli, imbevute dello spirito sale-
siano, sono anch'esse instancabili apo-
stole della devozione all'Ausiliatrice
e pubblicano un giornalino dal titolo
«La Voce della Madonna ~. che dif-
fuso nelle famiglie cristiane, fomenta
la devozione alla Vergine, soprat-
tutto sotto il titolo di «Aiuto del po-
polo cristiano $.
L'Editrice «Don Bosco Sha » con
non minor slancio e in un raggio
molto più vasto, lavora per la diffu-
sione di libri mariani, tra cui l'ultimo
uscito è la traduzione del libro L'Au-
siliatrice del compianto don Ricaldone,
Rettor Maggiore dei Salesiani.
Questi rapidi cenni fanno intrave-
dere quanto la Famiglia Salesiana la-
vori per dilatare il Regno di Cristo,
attraverso la devozione mariana, nella
Terra del Sol levante.
Una giovane cristiana, poco tempo
fa, mi ringraziava per un articolo sulla
devozione del Rosario, pubblicato
nella nostra rivista «Vita Cattolica •>;
tra l'altro mi diceva: «Padre, la rin-
grazio del bene che ha fatto alla mia
anima. Avevo sottovalutato la neces-
sità della devozione del Rosario, ma
ora mi metto sempre il rosario alla
cintura, così sovente toccandolo mi fa
ricordare il dovere di amare la Madre
di Gesù e mia~- Se tutti i nostri fe-
deli giapponesi avranno i sentimenti
di questa giovane, la conversione del
Giappone a Cristo sarà una conso-
lante e non lontana realtà.
DON GIOVANNI MANTEGAZZA
Parroco salesiano II Tokyo 29

4.2 Page 32

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Evita un secondo intervento
Cl HANNO PURE SEGNALATO GRAZIE
Le cure fatte in casa non avevano
eliminato forti dolori alle gambe.
Trasportata all'ospedale di Chieri,
i dolori divennero insopportabili.
Alla clinica chirurgica dell'Università
di Torino, gli esami diedero risultati
aJlarmanti. Il mio chirurgo dichiarò
necessari due interventi, senza pro-
nunciarsi sull'esito. 1\\1.i affidai a
Maria Ausiliatrice, a San Giovanni
Bosco e a San Domenico Savi.o,
che mi diedero tanta forza per sop-
portare il lungo e pericoloso inter-
vento. A poco a poco migliorai e
cominciai ad alzarmi. Ma ecco che
un embolo mi portò in fin di vita.
Per quattro ore i medici mi soccorsero
con ogni mezzo. Finalmente mi
ripresi e tornai a casa per prepararmi
al secondo intervento. Ma alla visita
di controllo il chirurgo mi trovò
guarita, cosa che non poteva essere
senza una grazia.
Riva di Chim (Torino)
CATERINA PENNAZIO
Si stacca il volante
e l'auto si rovescia
Il 24 settembre 1967 viaggiavamo
in auto verso la capitale, che dista
80 km. da Naamacha. Per un improv-
viso guasto il volante non ubbidiva
più alla guida, finendo per staccarsi.
D'un tratto l'auto si rovesciò, rima-
nendo completamente capovolta, con
le ruote in alto. In quel momento si
udì un solo grido: ~ Maria Ausilia-
trice, salvateci! ». Eravamo sette suore
e l'autista; e tutti riuscimmo a uscire
dalla vettura, chi passando dai fine-
strini, i cui vetri erano andati in
frantumi, e chi dalla porta in fondo
del bagagliaio, spalancatasi all'urto
di due pesanti valigie. Quando ci
trovammo tutti illesi, riconoscemmo
evidente l'intervento di Maria Ausi-
liatrice. E lo costatarono quanti,
viaggiando sulla stessa strada e fer-
matisi per soccorre(ci, nel vedere
noi completamente incolumi e l'auto
30 ridotta in uno stato irriconoscibile,
Abba Andrea - Airaudo Maria - Alato Sebastiana -
Albane$C Cocetto • Albini Dina • Al-i Mario •
Allini Carmela - Algisi Caterina ved. Zinesì -
Almiei Enrichetta• Amitrano Concettino • Angelini
Anrta - Antogna Concetta - Arena Carmelo •
Ariagno Giuseppina - Armenia suor Nunziatina
• Arnuzzo Tere11a • Avellino Mariannina • Dade-
mer Martinello Ginn • Baiocch,i Lina - Bnlbo
Antonio - Barba.ni Angela Caterina - ll:1rberi•
Maria ... Ilarberis Remigio - Darlascini Gualtiero -
J3aron6a Mariaa - Be,:çati Pina - Bellia ina. MariA
Grazia - Beltrame Filippini Luìgina - Benincau
Ca!diero Lucia - ll,,rganzoni Adelma - Bertolino
Mnrgherita • Betiato Aldo - Bettili Castognedi
Liru, - Bicler GiWleppe - Bianchi Luiso - Blasi
Elisabetta - Bo Clara - Boari Alma - Bo:u,so
'Francesco - Bonanno Maria - Donazzi Elma -
Bònis Lw:ja - Bol1!1ll'O Veronica ed Emilia - Bone>-
lussi Ofelia - Bosanin Maria ved. Boscain • Brag-
11ion Ascerudo • Bragioli F. • Brandino Giuseppina
- Bria Augusta - Bruno Maria - Brusati Carolina •
Brustio Francesca - Dru.zzone Rina - Buonomo
Adele - Burlino don Mario - Caltabiano Maria -
Camnunta Antonina • Cantarclli, Maria • Ca•
pecelù Piero - Coppa Maria - Capra llianca -
Capurto Maria Nicola • Careggio Giovonni -
Caroli Gina - Cnrtasegna Dina - Cosalegno Ales-
sandrina • Cassino Angela - Castelli Giuseppina -
Castello Luigia - Cavallero Emma • Cavallo Dome-
nica • Cena Matilde - Ceraulo Luoche.ra Concetta
- Cerinc Paola Tito • Cesario Astori Caterina •
Ciccione Remigio ed Emma .. Cimino G-iovnnn.i ..
Cinotto Angela ved. Ferro Cirillo Olga . Cir!n-
cione Concettina • Colletti Maria Antonia - Co-
Jombani M.aria - Cambi Lìno - Coppo Ludano •
Corvisieri Maria - Costa Gregoria - Cowu,tini
Sal'll - Corta Vincenziru, • Dalma9S!) Musso Léa •
Damiani EJedis - D'Angelo Bellina - D'Aniello
Maddalena - Dapoz Lidia • Darbesio Mario •
Oarni Vittoria e Giacomo- - D'Atri Antonia -
Dc Cieco Modesta • De Fabo Domenico • Del
Giudice Lucrezio - Dellacasa l'\\'1argherito - Del-
larolle Pier Carla Delle Baite Lucia - Dell'Oca
Amabile • Del Sordo Lina - Demonte Placido •
Oeaidello Emma e Mario - De Vito Angela •
Di J3iasio Giovanna - Di Gloria Lia - Di Manil'll
Antonietta • Di Paola Cannela • Donadoni Caro-
lina - Elea Stefano - Enrico Riruo • Facchinetti fnm.
• Facelli Ferdinando - Folciooe Pietro - Fanrini
Adele • F■roppa Angola • Fan-onato Renzo -
Fasano Emilia - Fauda Carlo - Ferretti Giovanni -
Ferrara Cateriru, - Ferrante Concettina - Femrri
Lidia .. Ferrero Enrico .. Ferrino Enrico - Ferro
Iolanda • Filisetti Giorgio - Filisetti Giuseppina -
J.1ore Giovanna Maria • Floriano Norma - Fan-
tana Giuseppe - Fontana Rita - FQSS'ati Maria -
Fra11Dle Antonina • Franco Salvatore • Fre.zza
Marcelfa • Frigcrio AmbrogjllJl - Frosscl'Q Virginia
- FWJone Emilio • Oobotto lméld• - Gallarcto
Riccabone - Galli Renato - G1lllian Caterina -
Gambcrucci GiuliàllJl e Guic\\o - Gamb0&0 Rosa
- Gandolfo Carerinn ved. Dtirberis • Garetti Costa
Ernesta - Gaspa,rdo Elena - Ùasperi l...,orcnzin:J -
Gelmi Giovanna ved. Guazzclli - Geltrudiru fam. -
Gemmelaro Maria Genova F.111ncc:sca • Ghi.111•
delh don Antonio • Gianello Elena - Gianfilippi
affermavano che si trattava di un
vero miracolo. Grazie alla bontà
dei passanti, potemmo proseguire
su altre macchine, raggiungendo in
tempo l'aeroporto, in modo eh.e le
due suore che dovevano prendere
l'aereo poterono continuare il viag-
Innocente Ginotto Caterina - Giordano Nina -
Giraudo Stefano • Grudenigo Chi11tina - Grande
Maria - Gra...gliata Anna - Gnwani Bruna •
Gcioni Mariuccia - Grismondi Lina - Guenzani
.Ester • Guzzetti Marco e Maria Gruìa - llerin
Giova11na - Jnama Pia - LeoM Vinccru-J1 - l,epor,i
notoria • Locatelli Giovanni - Lombard Angelo -
Lorio Ritn - Lovati .Bianca - M_aganz-ani Imelde ...
Màg\\li Flor:a - Maina Maria • Maiaon Elisa -
Malandronc Franca ... Malaverda Teresa - Mana-
velia Luoio - Manoni Simona - Manzont Lina -
Manzoni h'f!tte • Maquignaz Maria • Maruru:ana
Gino - Marchelli Giuseppina - Marchi<:a Gerlando
- Margiotta Pizzillo Giuseppa - Marino Carmela •
Mnrongiù Giovarmà - Martin Caterina - Marti-
netto Ceeili• - Mascherin Rosmo • Massiçnan
l\\1.aria - Massone Renato - Maurj hola • Mez.
zucchdli Antonfo.na - M(Teu AiSsunta - Me·rini
Antonio - Merlo Z"-1• Domenica - Merlo Giuseppe
- Michelotti Teresa • Mina Piera - Mola Modesto
- MQ!ineddu Giuseppe - Montanari aorcllè -
Monti Giovanni • Mozzi Maria Ved. Sarchi -
MWiso Rossetti Luigina - Nicolussi Maria - Noli
Cosimo - Norgja Adele - Nosenzo Letizia • Ollino
Piero e Carla - Olivetti Lojocono Romilda •
Orito Giuseppa - Orscllo Giu,;eppe - Orsini Augu-
stò - Palombi M11riotti Maria - Panarotto Tueso
- Peracchi Ançiolina - Paroli Angiolina e Luigi -
Pasino Lino • Pavone Cttnnela - Peccarisi Muio
- Pedrizetti Giuliana • Pelìzxari Luìgi - Peretro
Caterina • Pcrinl Maria - Pemigotti Lucia - Per-
ruchon Vittoàa .. Persone Cristina - Pesce Luigina
- Piamu Mnrca Carmen - Pign 1'.miliano - Pintn-
v•lli Fl1lllèa - Pitta GiWicPP• • Piva Eu11enia -
Pizzi Fortunatina - Podano Antonietta - Ponzo
Luciana • Potenza Luita • P~l• Antonio - Pro-
fili Port..-llì Titina • Quintarui Maria - Roimondi
Chiadn• - Rambaldi Anna - Ravera Giuseppe -
Razzano Luigina - Razzoli Giustina - Rebora Pia -
Re;uadore E.rminia - Ri,golti Agradi Marie - Riva
Colombina - Rognoni Bice - Romani Giuseppe -
Rance Innocenza - Roncaglio Angela - Roncl)etti
Mada - Ronco Francesco - Rosacè Aqgelina -
Rossi Gabdella - Rossi Rosa • Rosso Allario
5"ralina • Rozzooigo Anna • Snbat!no Carmelino
- Socche110 Capra Tereso - Saguto M. Teresa -
Sa.la Riggio Anna - Salo Vittoria - Solvo Bottiglia
Giuseppina • S.,rdo Raimonda • Sbar.eella Geltrude
- S<mntliuzzi Bertilln - Scelsi Rosaria - Schìlirò
Vincenzo - Scribantc Maria - Scudo Conta
Carmelina - Secchi GiusePfin& • Simeone Lucia
• Sir-agusa Scba«ian11 - Smide.de Giovanna -
$ottura Luìglna • Spl)l'noli Francesca - Spited
Chadie - Spraga Vito • Stelln Maria - Taglint1
Maria - Termini Giusepp/ru, - Tesauro Olivieri
• TèStera Ernesta Thea Stefano - Thiebor
Barbara ved. Revib • Ticoz~elli Ambrogio •
Timossi G. ll. - Tqffanetto Moria e Diru, - Trotta
Giuseppina • Uglia.no Anna • Vannini Bernardina
Valsecchj Lucia - Varesi Maria - Varotto Maria
- Vasti Antonietta - Ve(\\triu Ciccjari Gfovann• -
Vemcngo Dotto Ida - Veroru, Virgirtia - Villa
Maria vcd. Bonalumi - Viola Candida - Xallc
Rosina • Zaneni Francesca • Zerbo Giuseppina
• Zilio Mnrìo • Zucehclli Lina • Zucchini
l'v1urioa.
gio, come se nulla fosse accaduto.
Desideòamo quindi attestare pub-
blicamente la nostra riconoscenza a
Maria Ausiliatrice.
Naamacha (Moz$mbico)
SUOR ANCJLA MODESTO
Direttrice .Figlie di Maria A.

4.3 Page 33

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-------------------,-.------------------------------- -
Pensavano
di amputargli la mano
Mio marito era intento a far fun-
zionare il torchio elettrico quando,
per una manovra errata, il suo braccio
destro fu preso in un ingranaggio
che gli spappolò l'avambraccio. All'o-
spedale i dottori si provarono a sutu-
rare la ferita, ma era talmente brutta
che pensavano di am_putargli la
mano. Con grande fede iniziai la
novena a Maria Ausiliatrice consi-
gliata da Don Bosco, con la promessa
di far pubblicare la grazia. Al quarto
giorno i dottori dichiararono che il
pericolo dell'amputazione era scom-
parso. Alla distanza di tre mesi,
unita a mio marito, ringrazio Maria
Ausiliatrice e San Giovanni Bosco per
averci concesso una grazia cosigrande.
San Man::tmo Oliveto (Asti)
MARGHERITA CARELLl 1N BERSANO
Non le avevano dato
che sei mesi di vita
Una mia parente aveva dovuto
essere ricoverata in ospedale. Visite,
esami e radiografie costatarono una
massa eterogenea sotto il fegato, che
a giudizio dei medici, rivelava un
brutto male. Consigliarono q uindi
i parenti a farla operare, asserendo
che senza operazione, non avrebbe
avuto più di sei mesi di vita. Men-
tre i medici la curavano per prepa-
rarla all'intervento, feci un voto a
San Giovanni Bosco, feci celebrare
una santa Messa dai salesiani, inviai
un'offerta e promisi di pubblicare la
guarigione se fosse avvenuta senza
op~razione. Durante la novena l'am-
malata si senti bene e decise di non
farsi più operare. Dopo qualche gior-
no potè tornare in famiglia, cominciò
a nutrirsi e a fare i lavori di casa.
Un mese dopo, per compiacere il
professore, si presentò a una visita
di controllo e subì una nuova radio-
grafia, che confermò la scomparsa
totale del male. Al professore non
restò che rallegrarsi per l'inspiegabile
guarigione,
Piaumra
PIETRO SCHIAVI
A Valdocco un secolo fa
« 10 giugno 1868. Entra una paralitica portata sopra un carretto tirato da
un asino. Il conduttore aveva un bel gridare per avvicinarsi a Don Bosco. la
gente non voleva lasciarlo passare; spingeva indietro l'asino, e quasi veniva
a pugni col conduttore. l"inferma che da tanto tempo non poteva muoversi,
impaziente di quell'indugio e vedendo essere impossibile !"avanzarsi del carro,
senza avvedersene salta giù dal carro per farsi avanti, si avvicina a Don Bosco
tra la folla, e solo quando è al suo cospetto si avvede di essere guarita. Il suo
grido di meraviglia è ripetuto dagli altri. I parenti, piangendo per la commo-
zione, vogliono condurla via:
- Sono guarita I sono guarita I - continuava essa a ripetere.
- lo vediamo, - essi rispondevano. - Vieni a casa I
- No, - replicava la figlia, - prima voglio andare a ringraziare la Ma-
donna. - Ed entrava in chiesa... » (Memorie Biogr., IX, pag. 257).
*
« 11 giugno 1868. Un'infelice giovanetta in sui vent"enni veniva là con-
dotta con la speranza di guarire da una paralisi, per cui aveva come morta
metà del corpo e il braccio. Da un fratello e dalla genitrice fu trasportata in
una camera vicina, dove si mise a invocare con la voce e col pianto l'aiuto
di Colei che la santa Chiesa proclama come Aiuto dei Cristiani. Si fecero pa-
recchie preghiere con gli astanti, Don Bosco le diede la benedizione, quindi
si rinnovarono le preghiere. Mentre tutti, pieni di fede, invocano grazia e mi-
sericordia, la paralitica comincia a muovere la mano, di poi il braccio. Ella ne
rimase talmente commossa che, gridando: '"lo sono guarita I"', cadde svenuta.
la madre e il fratello la sostennero, le fecero animo, le porsero una bibita.
la paralitica riacquistò l"uso dei sensi e rimase perfettamente guarita dal male
che da quattro 1mni la rendeva immobile. Ognuno può immaginarsi le voci di
ammirazione e di ringraziamento che s'innalzavano da tutte parti.
Senza più nulla dire, i parenti della malata andarono in chiesa e dopo al-
quante preghiere uscirono; la fortunata giovane montò allegramente da sè
sulla carrozzella, e coi suoi parenti riparti.
In quel momento si aumentò la confusione: da tutte parti si dimandava
a Don Bosco una speciale benedizione, mentre altri gli volevano raccontare
cose loro avvenute e fare offerte per grazie ricevute» (Memorie Biografiche,,
IX, pag. 260).
Guarito da cirrosi epatica
Mani benefiche
Nel dicembre del '66 a· papà inco-
minciò a gonfiare l'addome in un
modo spaventoso. Dopò visite e un
consulto, si costatò che era una <t cir-
rosi epatica» ed era grave. Incomin-
ciai subito la novena a Maria Ausi-
liatrice i nterponendo l'intercessione
di San Giovanni Bosco e di San Do-
menico Savio. Dopo alcuni giorni
si notò un miglioramento. Ora, dopo
un anno, papà è tornato al normale,
anche se continua una piccola cura.
Mantengo la promessa di pubblicare
la grazia e riconoscente invio una
piccola offerta.
Trapani
FMNCA BENENATJ
Da alcuni mesi ero afflitta da
forti dolori alle mani. Secondo lo
specialista sarebbe stato necessario
un intervento operatorio. Feci ri-
corso a Don Bosco, dicendogli confi-
denzialmente che se gradiva quel
poco che faccio per le sue Missioni
dell'India, mi ottenesse da Maria
Ausiliatrice la grazia di poter lavo-
rare. In brevissimo tempo le mani
sono migliorate e oggi posso lavorare.
I n ringraziamento ho fatto un'of-
ferta alle Missioni.
Pieve ili Cento (Bologna)
ANGIOLINA .MELLONI 31

4.4 Page 34

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PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
SALESIANI DEFUNTI
Don Gl1111Cppe Bokor t • Nitra (Slovacchia) a 71 annì.
Fu uno dei primi sacerdoti sales.janj che nel 1924 d a Perosa Argentina
(Torino) trapiantarono l'Opera di Don Bosco in Slovacchia. La stima
che godeva presso autorità e popolo e l"affetto eh.e per lui nutrivano
i coo.fnuelli e i giovani, persuasero i Superiori a eJesaerlo primo Ispet-
tore dei Salesiani in Slovacctùa . Cominciò cosi ìl suo calvario. Nel
J039 I• Slovacchia fu coinvolta nella seconda iiuerra mondiale. Don Bo-
kor consacrò la n.asce.nte lspettoria a Ma.ria Ausiliatrice, che lo aiutò in
Cornu sensibile, .tanto che potè fondare ogni anno una nuova casn. Pur-
troppo quel mirabile sviluppo dell'Opera Salesiana {u tralficamente
troncato d-aJJa dittatura sta.linir.na. Tutte Ie -treWci case furono nazionaliz-
zate e i confratelli - oltre 250 - chiusi nei ca mpi di concentramento.
Don Bokor fu portato per il primo in uno dei più duri. Con corag!lio
eroìco sopportò rutte le sofferenze fisiche e morali, offrendole per la
Chiesa del silenzio e per i confratelli suoi compagni di persecuzione.
Don Mario Mondelll t • Bresci11 a 65 anni.
La mone improvvisa, ha acuito col dolore per la sua scompara.a il
rimpianto per le 1uc virtù cosl squisitamente salesiane. Già sacerdote
telantissimo della diocesi di Lodi, si ora fatto ulesiano per portare il
Vangelo ne11' America Latina, dove fu un vero apostolo, pr:ima in Argen-
tina e poi nel P.raguay. Caratteristica di don Mondelli fu la sua atraor-
dìnaria giovialità, che moltiplic-ava. l'efficacia della sua parola e del suo
esempio, soprattutto nella direzione delle anime.
Don Giuseppe Deane t a Londra (Inghilterra) a 46 anni.
Figura mite e serena di sacerdote, dovunque lavorb - in India come
ulante miHionario e a Torino come segretario di un Superiore del
Consiglio generalizio - seppe conquistarsi stima e benevolenza.
Conservò h1. aua .1erenitA .anche nelle lunghe e doJo.ro&e degenze in vari
ospeda1i, edificando j 1anit1ri e quanti lo avvicinarono.
Don Glwleppe Spadav«cbia t ad AveUaneda (Argeatina) a 90 anni.
Don Costantino ZaJkowald t a ruo Grande (Brasile) a 89 anni.
Coad. Edelmlro Lbpes t a S. Cruz de Tene_rife (Spagna) a 7S anni,
Don cario Klus t a Civitavecchia a 64 anni.
Don Olovaftftl Efttr t a Callao (Perù) a 64 annì.
Don Glovaftftl Trussardl t a Boloiina a 63 annì.
Don GJuseppe Waltu- t a Wilrzburg (Germania) a 60 anni.
Coad. Ferdinando Schlappacasse t a Generai Piran (Ariientina)
a 58 anni.
Coad. Giuseppe Manio t • Caselette (Torino) • 57 anni.
Don Giuseppe D'HollaDder t • Brusoel (Belgio) a +7 anni.
Cb. Domenico Savio Rei• t a Puerto Madryn (ArgentinJ1) • 27 Rnni.
Ch. Dalmonlco Glacinco t a Taquarl (Brasile) a 21 anni.
COOPERATORI DEFUNTI
I.E. Mons. Enrico Petrllll t a Siene a 83 anni.
Devotiuimo di Don Bosco, quando si costitul 11 Ce-ntro Cooperatori
di Siena, fu_ il primo a dare iJ nome. Eletto Vescovo Ausiliare, con.tinub
a essere padre, consigliere ed esempio a tutti gli iscritti. I Cooperatori
di Siena ne conservano ìJ ricordo in benedizione.
Mons. Silvio Solero t a Torino a 79 anru.
Carattere aperto, sereno, ricco di sentimento. sU1citò ammiraxione e
simpatia oegli ambienti più vari, da quello dt!lla caserma come cappel-
lano militare capo, a quello del Seminariot dove tenne per lunghi anni
la cattedra di storia eccl~siaatica. Anche come oratore e scrittore, ebbe.
successo perehè incisivo e fortemente convinto di quonto predicava
e. scriveva. Per Don Bosca e per i salesiani nutri viva cordialitt: l'aveva
ereditata dal c,m. Fnnchino e da Mons. Angelo Bortolom"i.
Don Giovanni Colombo, Prevosto-Parroco della Baailica di S. Ste-
fano, in Milano, t ivi a SS anni.
COQperatote Sales.iano e ff"rvido amntiratore di Don Bosco fin dal...
l'adolescenza, nel giorno della sua Ordinazione sacerdotale Jli chiese:
efficacia di parola, bontà di cuore. con tutti e un grande amore ai gio.
,·ani. E Don Bosco, alla cui paterna effige, 11rande e bella, diede un posto
distinto nella Basilica a lui commess•1 gli comunicQ la sua p.redilez.ione
per gli Orarnri e un cuore magnanimo e buono, come !'attestano i
suoi affezionati parrocchiani e quanti lo avvicinarono.
Fausto Od t a Bre,,cia a 41 anni.
Era giunto 11 terzo anno di medicina quando, per una paralisi, vide
ar••i• l'inesorabile crollo di tutti i suoi soeni di fare dclla sua professione una
miaaione. Ma la
di Dio ne aublimò la sofferenza • dal letto del
suo dolore divennè apostolo di fede e di speranza oristian.a p.cr innume-
revoli ammalati, che •mmiravano i.o lui il v-uo in1i.t-atore di Cristo in
croce. Fausto Gei A passato come un piccolo 111110 che tutto avevo
donato a Dio nella più sorridente serenitit Come •ffczionato Cooperatore
aalcsiano, pregava e aoff'riva molto per la famiglia salesia.n.a.
M Pietro Ber<one t a Romano Canavese (Torino) a 74 anni.
:E: passato testimoniando una fede luminosa e forte. Presidente degli
Uomini Cattolici, Tesoriere de.ll' Asilo_. fu c.rinianame.nte impegnato
in ogni opera di bene. Favorito dal suo eccezionale talento musicale,
divenne apostolo della musica sacra: seminò il Canavese di organisti e
di cantorie che ridonassero alle fun.zioni di cWesa il senso di lode e di
gioia crìatia.na. Anche i,tr questo s.i sentiva in p.rofonda sintonia con lo
spirito del suo amato Don Bosco. Padre di otto figli, ebbe dal Signore
la conaolazione di un figlio, don Tarcisio, sacerdote nello Congrega-
zione Salesiana.
Luciano Mensa t a Torino a 46 anni.
ExaJ.lievo delle noatre Scuole Professionali di San Benigno Canavese,
seppe fare onort a Don Bosco e a.i suoi educatori, per i quali conservò
32 sempre una stima ■ffenuoea, che esprf"sse anche con ljopera sua intel•
ligente e premurosa nella preparazione tecnica del Bollt.-ttino Saltsi.dno.
La sua bonti d ' animo lo rese. caro a tutti.
Maglioni cav. Aldo t a Forll a 71 anni.
Ricco di energia e dì iniziativa, sostenne respon.s1bìlità direttive nel
campo dell'Azione Cattolica e fu Consigliere attiv:iuimo del Centro
Cooperatori Salesiani di ForU. Recentemente era stato nominato sindaco
deUa , ua citt• nativa, Ptemilcuorc. La.9cia vivo rimpianto ln quanti
ebbero modo di apprezza.me le virtù.
C:O.tantl.Do Garbarlno t a MirabeUo (Alessandria) a 76 anni.
Cristiano di una fede convinta e pratica, educò i suoi otto figli nel santo
timor di Dio e nell'amore a Don Bosco. Promosse. la divozione a Ma.tia
Ausiliatrice e diffuse lo spirito _aa..lesiano. Aiutò con offerte e e.on presta-
zioni personali gli lsriruti locali. Fu ii,ato a Dio quando, oltre le due
sore1le., chiamò anche uau figlia nell'Ultituto delle .Figlie di Ma.ria
AusiliatTice.
Comm. l'eUce Colombo t a 0.-oppello d'Adda (Milano) a 84 anru.
Uomo d'infaticabile laboriosità, di fede profonda o di grande carità,
trasmise alla suo. famiglia, composta di molti figli e di numerosi nipoti,
di cui era un vero patriarca, queste stesse doti che lo dis-tinse.ro per tutta
la vita. Fra le tante famis;lie religiose. che neUe più s va.riate forme be.ne•
ficò, c'è la nostra Cong.regazione e specialmente la casa di Treviglio,
di -cui era ex.allievo.
Francesco Balf.strerl t a Pietrapcn.ia (Enna) a 6 9 anni.
Cristiano di fede ar dente, la seppe incu]c.ere ai suoi fi,ili. Uomo semplice
e buono, lascia in quanti lo conobbero luminosi esempi di pietà e di cariti.
Serafino Gosullno t ad Av:i9lfana a 78 anni.
Fu accanto ai salesiani agli inìzi dell'Opem di San Paolo in Torino e
continuò poi a rendere ogni servizio possibile all'btituto di Avigliana.
Soffri con fedi, l'ultima malattia che lo afllisse in questi ultirrJ tempi.
Noble Dor:l.s t a Engadine (Australia) a .~8 anni.
Ebbe sempre un !orte d""iderio di essere Figlia di Maria Ausiliatrice.
Non potendolo perch~ la mamma, vedova e sol.a, aveva bisogno del
suo aiuto_, divenne la grande sostenitrice delle noatte. Opere in Bir-
mania. L'amore -a Gesù Eucaristico e a Maria AU8ili.attice le alimentava
un ardente zelo per la salvezza delle anime e la aplngeva a prodigarsi
acnn riserva nella ricerca di pecorelle smarrite, che sape.va con bontà
ricondurre all 1ovile. Mori in con cetto di santità in Australia.
Maria Vlberd naia Poggio t a Alba (Cuneo) a 8t anni.
Alla pieti, laboriositi e modestia con cui edificò la sua famiglia, uni
lo zelo missionario che caratterizza ogni buon Coope:ratore sale.siano
e che essa atti ngevt dalla lettura assidua del Bolldtin.o.
Pasqualina ColonibeW ved. Moll'lllldl t a Gemo (Ml) a 74 anni.
Cooperatrice salesiana fin dalla ,ua giovinezza e devotissima a Don
Bosco, veniva ogni anno a Torino a prega.rio per ottenere di e.uere una
nuow. mamma Margherita per il figlio sacerdote.
li.osa Leone Suppan t a Roma.
ÈNl Cooperatrice devotissima di Don Bosco, dell'Ausiliatrice e del Sacro
Cuore. IJ marito, in ricordo e &uffragio della cara estinta, dona a Don Bo-
seo una ge:ne.rosa offerta.
Agape Foglia t a Chiari (Brescia).
Laacia il ricordo di una vita di carità e di pietà tutta spesa per la cara
Mamma, per l"apostolato parrocchiale, specie della buona stampa.
per gli ammalati e per le Mì11ioni. Come Cooperatrice e Figlia di
Maria•• era particolarmc.ntc devota della Mado.nrua.
N. D. Anllll Busi B.ruscbetd Corvino t a Vare,,e a 86 anni.
Rimasta vedova in giovane età di un alto e valoros.o u:flìcialc, si diede
tutta all'educazione cristinna dei 6gli. Modesta quanto colta e riservata,
fu a tutti d..cseropio. Suo ristoro era la prcghier11, I• mu&ica, le a.acre
miniature, la carità. Zelante Cooperatrice, fu devotis.sima cli Maria
Ausiliatrice e di Don Bosco, il cui ritratto l'accompagnò nella tomba.
Maria La Cblaaa
Era e:ullieva dell'Oratorio delle Figlie di Moria Auailiatrice di Marsala,
Rimasta vedova dopo soli quattro mesi di matti monio, vi.ue tra chiesa
e casa e si prodigò con le sorelle nel Laboratorio annes.so all'istituto
Salesiano a vantaglfio degli orfani.
CamUla canesen1 veci. Borcmtto f • 86 anni.
Un salesiano le rende. questa testimonianza: • Per 16 anni mi os.pi.tò
nello suo ca.sa considerandomi più che un figlio. Mi .seg·ul passo pu.so e
sos pirava il giorno dcllt\\ mia ordinazione. Invece iJ Signore ha voluto
c.hè mi• -stesse vicina dal cielo. Don Bosco l'avnl accolta nel • giardino
ules-iano •, perchè ha aiutato un suo figlio a raggiungere il sacerdo:rio •·
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI
Ansclmi Ludovico • Aspet Frnncesco • Buanzini mons. Ettorè • Bor-
garo Paglioni Teresina • Buacemi Prov,•idenza • Casolo Ginelli Ida -
Catalano Paolo - Cecconì Tommasina • C<1lorubo Vittoria in Brivio -
Corda Emilio • Cuccbiara FiUppa - D'Anna Giuseppe - Di Bernardo
mons. Bernardo - Di Mco Dirce - Fabri• Margherita - Farina Andrea
• Fe.de:rico d. Francesco • Filardo Culiccbio Rosalia ... Fontana Fran•
cesca - Franci Faliero - Galfano dott. Rosario - Gallins d. Giu.oeppe -
Genn■ don Giacomo - Giardina -Pasquale - Guerrieri Giuseppina ...
La Vela d. Stefano - Li Pira d. Sante - Maria Giunppe - Mìcono
Ad•le • Migliorini Rina - Oneto comm. Tomuo - P aglia Micono
Adelaide - Pagliotti Borgaro Emilia - Pagliotti Luigia - Patti don Tom-
mu.o - Pellegrino Giuseppe - Pcrino Negro Enrichetta - Pugliese can, d.
Salvatore - RandaZ%o Giovino Maria - Rc!lina Vincenzo - Saldarini
Rosabianca ... Scarpirta Giuseppina ved. Dc Bartoli - Scavacda Giovan...
nina - SchiUaai Santo di Giuseppe - Scifo d. Calogero - Spata:zza
Calogero - Spirito Ghaeppe - Struppa Maria - Terranova Francesco
Paolo - Trione De 1\\1attejs Giacomina - Turri Antonio - Valperga Carlo
- Verna Caterina ved. Toccl - Vitellaro d. Ciu.oeppe.

4.5 Page 35

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TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000
Avvertiamo che la pubbllca.zlone di una Bona Incompleta si effettua
quando Il versamento Iniziale raggiunge la somma di L 25.000, ov vero
quando tale somma viene raggiunta con offerte succesalve
Non p otendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualslasl somma
a completare Borse già fondata
CROCIATA
MISSIONARIA
Borsa: Don Filippo R;naldl, /(I famiglia Ca-
brini di Perdriel-ilJ!e>1doza (Argentina), a
Do11 Filippo Rina/di, domandando be11edizio11i
.,opra tutti i moi componenti. L. 70.458.
Borsa: A Mada Ausiliatrice n el centenario
della sua Basilica, i11 ruffragio ricordo di
tutti i miei cari defu11ti e invoca,,do btnedi-
ziotti su tutti i miei familiari, a cura de.ll'«txal-
lievo Cioli Egidio (S. Mic~le Extra - Verona)
L. 100.000.
Borsa: Don Pietro lkrrutl, a cura dd dottor
Leonardo di Franèesco (Serradifalco - Cal-
tanissetta). L. 141.000.
Borsa: Mons. Luigi Malhlas, in ricordo e
, ,,ffragio, cura di Antonio Mussolin (Pa-
dova). L. 50.000.
Bor53: Maria Ausiliatrice, in su~Qragio e memoria
dei 11ostri cari defunti e a protezione della
nostra famiglia, a cura di Nicolussi Maria
(Sarentino - Bolzono). L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco , in suffragio e
memoria dei nostri ean· defunti a p·rotezùme
della nostra famiglia, a cura di Nicolussi Mario
(Sarentino - Bolzano). L. 50.000.
Borsa: San Domenico Savio, in suffragio dei
11ostri cari def11111i e a protezione de.Ila nostra
famiglia, a cura di Nicolussi Maria (Saren-
tino - Bolzano). L. 50.000.
Borsa: Sacro Cu ore di Gesù, in memoria dei
nostri cari defunti t a proleziont della 11ostra
famiglia, a cura di Nìcolussi Maria (Saren-
tino - Bolzano). L. 50.000.
Borsa: Maria Aus1llatrlce e Don Bosco, in
suffragio e memoria dei nostri cari defunti a
protezione della nostra famif(lia, o cura dì
Nico lussi Maria (Sarentino
L. 50.000.
Bolzano).
Borsa: Maria Ausllla1rlce e S. G. Bosco, in
ri11gra,.,...;amento e mpp/icando protezwne, a
curo dì Anna Colonnello Broell (Milano).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, invo-
cando protezione. e i11 suffragio dt!i noslri genitori,
a cura dei fratelli Garberoglio (Torino).
L. 50.000.
Borsa: La Madonna e Don Bosco guar iscano
la mia figlia, a cùra dì Nave Mario (Milano).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e
S. D. Savio, a cura di Viale Spirito (ViUa-
stellone - Torino). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, proleggi i missionari!
a curo di F. C. (Torino). L. 50.000.
Borsa: Don Bosco, a cura di P. P. (Torino).
L . 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e
Santi salesiani, proteggete la famiglia B.!
(Savona). L. 50.000.
Bo~: Linda TolJaloni Rossi, a cura della
figlia Mar!,!heritn Zanon Rossi (l'iovene Roc-
chette - Vicenza). L. 50.000.
Borsa: Simon e Srugi dJ Nazaret, p.g.r., o
cura di Rita Bottaro (Mjlano). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Filippo Rj.
naldi , a cura N . N. (Pavia). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, in
ri,;onoscenza, a cura di N . N. (Alessandria).
L. 50.ono.
Borsa: Don Bosco, p ro teggi la mia Laura I
a cura di N. N. (Pìacellza). I, . 50.000.
Borsa: Don Bosco, proteggi il mio Paolo I
a cura di N. N. (Piacenza). L. 50.000.
Borsa: Gesù Sacramentato e Maria Ausilia-
trice, confido itt Voi! a cura di N. N., Coope-
ratrice (Trento). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, o cura di Francesco
Muttì (Basilìcanova - Parma). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e Santi
Salesiani, in mffragio della sorella Sr. Felù:ita
e invocando protezione, a cura di Argenteri
Mignolli Mc.rcedes (Bussoleno - Torino).
L. 50.000.
Borsa: Don Bosco, a cura della Associazione
Cooperatori-Exallievì Salesiani di Foglizzo.
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e
S. Giuseppe, aiutatemi! a cura M . M.
(Cuneo). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, in
suffragio dei miei cari defunti, a protezione
delle mie figlie e di tutti i miei familiari, a cura
di N . N . (Lagonegro - Potenza). L. 50.000.
Borsa: Riva Paolo, in mffragio e memoria, a
cura della mamma e fratelli (Galbiare -
Como). L. 50.000.
Bori..,: Goisis Pierina, i11 ricordo e suffragio,
a cura della sorella Giuseppina (Verdello -
Bergamo). 50.000.
Borsa: Stefano Colò, COt1di1ttor• Salesiano, in
ri4ordo e mffragio, a cura della sorella Batti-
stina Colò ved. Cenere (Bassano del Grappa).
L. 50.000.
Borsa: Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice,
S. G. Bosco e Sant i Salesiani, p ,g.r. , a cura di
Pocini Anita (Tarquinia - Viterbo). L. 50.000.
Borsa: Gesù Eucaristia, Maria Ausiliatrice,
S. G . Bosco, Mam.ma Margherita, Sr. Mad-
dalena Morano, Sr. Clelia Genghlni, D. Pietro
Berrutl e Santi Salesiani, per le vocazio-,,i saur-
do tali e in aiuto dei miei parenti ttivi e de/rmti, a
cura di D. Paolo Giacomuzzi (Rieti). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Papa
Giovanni XXllJ, p .g.r., a cura di Rosy Pucci
(Alessandria). L. 50.000.
Borsa: San Giovanni Bosco, S. D. Savio e
Papa Giovanni XXIII, guarite Ada, a cura
della famiglia De Guglìelmi Giuseppe (One-
glìa - Imperio). L. 60.000.
Borsa: Marla Aus.illa,rice, S. G. Bosco e
Don M.ichele Rua, aiutate la mia Anna Maria, a
cura di Antonietta Balsamo (Napoli). L. 50.000.
Borsa: San G. Bosco, p.g.r., a cura di Carolina
Grnzzi (Bollnte - Mìlano). L. 50.000.
Borsa : Maria Auslllatrlce, San G. Bosco e
Don Ri=ldi, pregate per 11oi, a cura dì Ca-
robbio Camilla (Calzate - Bergamoj. L. 50.000.
Borsa: Mamma Margherita, pro1eggJ mio figlio,
o cura di uno mamma di Aquila. L. 50.000.
Borsa: San G. Bosco, in mffragio dei propri
defunti, a cura di N. N, (Salerno). L. 50.000.
Borsa: Maria SS. aiutateci!, i11 memoria e suf-
fragio di Fra,rzo Antonio nel 25• di sz,a morte,
o cura della moglie Franzo Carrera Fran-
cesca (Confienza - Pavia). L. 50.000.
Borsa: Maria SS. Ausiliatrice e San O. Bosco,
p.g.r., a cura di Guillaume Luigi Massi-
mino, Cooperatore Salesiano (Bardonecchia).
L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, San G. Bosco e
San Domenico Savio, ;,, s,.-jfragia di Giova1111i
Bambara, Cooperatore defunto, a cura della
sorella Mariannina e del fratello Antonino (Villa
Son Giovanni - R eggio Calabria). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausilìatrlce e San G. Bosco,
in suffragio di Follis Gaspare, a cura della
moglie Aìmino Orsolina (Reggio EmiUa).
L. 50.000.
Borsa: San G. Bosco e San Domenico Savio,
proteggote 11oi e i nostri figliuoli, a cura di
T. V. M. (Vercelli). L. 50.000.
Borsa: San G. Bosco, a cura di Ines Andreotti,
(Rivarolo - Genova). L. 50.000.
Borsa.: Don Bosco, in suffrugio delle anime del
Purgatorio, o cura di N. N . (Asti). L. 50.000.
Boesa: Maria Ausiliatrice e Don Bosco, ;,,.
vocando aiuto e protezione per il figlio, a cura
di Ferraro Carlo (Torino). l,. 50.000.
Borsa: Don Bosco, grazie! n cura di Maria
Fasolo (Rivoli - Torino). L. 50.000.
Borsa: San G. Bosco, San Domenico Savio,
Don Rlnaldi e Don Rua, p ..~.r., e i11voeando
protezione, a cura d1 Concettina Bruno (Patti
- Messina). L. 50.000.
Borsa: Maria Ausiliatrice, ex t·oto, a cura dei
fratelli Giovanni e Amalia Ribeca (Grotte
Castro - Viterbo). L. 50.000.
Borsa: San Giuseppe, o cura S . T. {Latina).
L. 200.000.
Borsa: Maria Auslliatrice e San G. Bosco,
a cura di Rina Ballesio, itt memoria di Lampo
Achille e per la protezione sulla famiglia (Ciriè
- Torino), L. 20.000; Cicottino Moria (Motta
dei Conti - Vercelli), L. 12.000; Cri$tOfari
Massimo (San Giovanni llorione - Ver ona),
L. 12.000; Bianchi Candida, p.g.r. (Asnago
- Como), L. 5000; Castro Antonino (Scicli
- Ragusa), L. 1000.
(co~=--v..)

4.6 Page 36

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Spedlz. in abbon. postate - Gruppo 2• - 1' quindicina
UNA ÉQUIPE
DI SPECIALISTI
SCRUTA GLI
INTERROGATIVI
DEL NOSTRO TEMPO
BOLLETTINO SALESIANO
Si pubblica:
il 1• del mese per I Cooperatori Salesiani
il 15delmese per I DirigentidelCoopetatori
S'invia gratuitamente ai Coo-
peratori, Benefattori e Amici
delle Opere Don Bosco
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10100 Torino Telef. 48.29.24
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n. 403 dal 16 febbraio 1949
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corrente pos tllla n. 2 -1355 intestato a:
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