Bollettino_Salesiano_199711


Bollettino_Salesiano_199711



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Ef:.f Mensile · Anno CXXI · nr. 10
,!;l;,:'•2 _,_ 'Jll/ Clegge 662/ 96
Spedizione nr. 10/ 1997
Autarizz. Diru. Prov. P.T. 35100 Paclow, c.M.P.
RIVISTA •ONDATA
DA S. GIOVANNI BOSCO
NIL 1877
I
I UNICI

1.2 Page 2

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SU DAN. A Khartoum il
battesimo tra i rifugiati si
dà a piccoli gruppi, sudd i-
visi per età e preparazio-
ne. Qui don Rodrfguez
battezza 25 bambini , figli
di rifugiati crist iani prove-
nienti dal sud. Il problema
dell'evangelizzazione nella
musulmana Khartoum a
volte si fa problematico,
perché alcun i cristi an i, for-
zati dalle circostanze , cam-
biano religione.
STATI UNITI. Nel l'ambito
del centenario della pre -
senza salesiana , ricordia -
mo questa banda musicale
dei giovanissimi della Mary
Help Of Christians di Tam -
pa. La foto è degli anni cin -
quanta. Al cen tro il fonda-
tore, musicista e composi -
tore , don Innocente Cle-
menti. Nel 1962 questa
banda è risultata prima
assoluta in una gara nazio-
nale tra bande cattoliche .
MOZAMBICO. Erano una
ventin a, ora sono un centi-
naio i " ragazzi della stra-
da » accolti a Maputo dalle
FMA. Esse si occupano del
loro ricupero negli stud i,
dell 'avviamento al lavoro .
All 'inizio sono liberi di an-
dare e veni re, poi lenta-
mente trovano tra le suo re
una famiglia. Molti sono or-
fani a causa della lunga
guerra. Nella foto , suor Pe-
tra Esteban e alcuni di loro.
EL SALVADO R. Padre Jo-
Moratalla dirige il Poli-
gono Industriai Don Bosco
in un quartiere della capi-
tale San Salvador. Accan-
to alla delinquenza e alla
prostituzione , la disoccu-
pazione g iovan il e è un a
delle maggiori piaghe del
posto. Per promuovere i
giovani e l'ambiente, padre
Moratalla sta creando per
loro cooperative di produ -
zione propria.
MALI. Fu una sorpresa per
i salesiani scoprire che in
questa nazione molte per-
sone portavano il nome
" Giovanni Bosco » (per lo
più i nati il 31 gennaio), che
anche alcune scuo le erano
intitolate a Don Bo sco e
una ch iesa della cap ita le
era dedicata a Maria Ausi -
liatrice . Nella foto , cappe ll a
" Don Bosco » in una zona
poverissima di Bamako.
NOVEMBRE 1997 IJS
SIBERIA. La presenza dei
cristiani in Russia non è da
grandi numeri , ma qualco-
sa si muove. Nella foto ,
prima comunione di una
donna a Yakutsk. Una de-
cina d'ann i fa aveva rice-
vuto il battesimo ortodos-
so , poi si era messa seria-
mente all a ricerca di " ri -
sposte » alle sue domande
sul la fede. Di qui la deci-
sione di farsi cattolica.

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IL NOSTRO CALENDARIO
don Juan E. Vecchi*
ROMA CHIAMA
Il Calendario 1998 ci presenta Roma.
La città sarà al centro del Giubileo del 2000.
O gni città ha un suo volto significati . E come i vescovi , numerosi pellegrini. Qui
originale. Quando non le vollero recarsi molti santi carismatici « a vedere Pie-
conosci sembrano solo nomi di- tro », in segno di comunione con Gesù Cristo e con la
stribuiti sulla carta geografica. sua Chiesa: san Francesco d'Assisi , san Domenico ,
Dopo che le hai visitate, ti ri- sant'lgnazio di Loyola.
mane un'immagine inconfondi-
bile, fatta di spazi , gente , ca- Pure Don Bosco venne venti volte a Roma , sem-
polavori , storie, ricordi , parole, pre per « vedere Pietro » e pregò con commossa devo-
incontri personali e soprattut- zione nei luoghi della fede. Venne per questioni impor-
to sentimenti . Per alcune si è tanti : la presentazione della congregazione che stava
coniata un'espressione che fondando, la provvista di vescovi per le sedi vacanti ,
evoca l'immagine : città luce, città lagu- per l'approvazione delle Costituzioni , per recare « una
nare, città santa, città fantasma, città giardino ...
voce del cielo al Pastore dei pastori », per tenere un di-
Ogni città è quasi una stazione dove l'uomo , nel suo scorso sulla Passione di Gesù all'Accademia dell'Arca-
viaggio attraverso il tempo , lascia i segni della sua ri- dia della quale era membro, per informare sulle missio-
cerca, del suo sforzo e aspirazioni , delle sue vicende . ni, per la costruzione del Tempio al Sacro Cuore che gli
Perciò è anche un luogo dove si vedono le tracce di era stata affidata dal Papa. L'ultima volta fu nel 1887
Dio e si scorge la sua presenza salvatrice.
per la consacrazione del Tempio. Presentiva già la fine.
Il 16 maggio celebrò la messa
Roma è chiamata « città
nella quale « quindici volte stette
eterna». E non riguarda la dura-
piangendo senza poter prosegui-
ta. Ci sono parecchie città più
re ». Vedeva con un solo sguar-
antiche e non c'è nessuna ga-
do lo sviluppo della sua opera e
ranzia particolare sulla sua per-
capiva quel « a suo tempo tutto
manenza definitiva. Eterna per-
comprenderai » ascoltato nel pri-
ché in essa si trova il segno del-
mo sogno . Oggi ci vive ancora
l'avvenimento definitivo per l'u-
nell 'affetto di molte persone , in
manità: l'incarnazione del Figlio
alcuni luoghi che ricordano il suo
di Dio . Il segno è la Chiesa, e
passaggio e nelle opere sale-
Roma ospita il riferimento visibile
siane. Ma ci sta in un posto che
per la sua unità e fedeltà.
gli è particolarmente caro : la ba-
Roma ricorda i duemila anni che
silica di San Pietro. Don Bosco
ci collegano a Cristo attraverso
si vede in alto, al di sopra della
la vita della Chiesa. Le case do-
statua del primo successore di
ve le prime comunità cristiane
Cristo . L'aveva sognato : gli era
celebravano l'Eucaristia quasi
parso, raccontò , « di trovarsi
come in un cenacolo, i luoghi
dentro la grande nicchia che si
dove i martiri offrirono la vita per
apre sotto il cornicione , a destra
la fede, le catacombe dove essi
della navata centrale perpendi -
venivano deposti e venerati , le
colarmente alla statua del Princi-
prime grandi chiese costruite , le
pe degli Apostoli ».
opere d'arte sono come un al-
bum che racconta e documenta
Il giubileo si celebra in, ogni
la vita della comunità cristiana
chiesa e in ogni cuore. E l'in-
distesa nel tempo .
vito ad accogliere la presenza di
Non è però, una storia antica, già
Dio nella propria vita e a riconci-
compiuta . E un 'avventura che si Roma. Il campanile della basilica
liarsi con lui. Da Roma vengono
svolge ancora oggi. Qui venne
del Sacro Cuore.
le grandi attese legate a questo
san Pietro e vi rimase fino alla
ritorno : il risveglio della fede ,
morte. Per cui il vescovo di Roma , suo successore , l'unità dei cristiani , la pace tra i popoli, la solidarietà e
presiede e orienta la fedeltà della Chiesa all 'insegna- la giustizia in particolare verso i poveri . Una voce che
mento e alla missione di Cristo.
chiama e attende la nostra risposta .
Qui vengono i vescovi di tutto il mondo a « vedere Pie-
tro », secondo un'espressione di san Paolo, densa di * Rettor maggiore dei salesiani.
BS NOVEMBRE 1997

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........ . BS domanda ·········i LA LIBERTÀ DELLA gridare: cercate di non chiu-
SCUOLA . « A bbi am o obbe- derv i in vo i stess i , andate con
I NTERNET. «Adesso anche
i sacerdo!i e i religiosi si so-
110 aperti al/' infor111 a1ica.
Nella 110s1ra pa,.,.occhia si 1•a
dicendo che il 110s/ro prele
passa le 11011i al compllla. ili
l111eme1 si 1w1•a anche /' i11 -
for111a:io11e religiosa, il \\/an-
gelo e lo .1·1esso Bolleuino Sa-
dico an ch' io generalm ente la
mia serata ali ' informatica. Lo
facc io perché quel lo che so
l ' ho im parato finora eia solo.
e elevo conti nuare a leggere
molto per essere ca pace cli
mett ere a disposizione deg li
altri questi nuov i strum enti
tecnici. Penso che il suo par-
d ito al mini stro che ha in v ita-
to a ce lebrare i sess ant ' anni
della morte cli Antonio Gram-
sc i. Scorrendo le pagine dei
suoi scritti , c i siamo imbattuti
in questo giudi zio sull a scuo-
la: " N o i soc iali sti dobbi am o
es sere propu gnatori della scuo-
la li bera , dell a scuola lasc iata
altre persone, insistete nel cer-
ca re amici , abbi ate fiduci a in
Dio e in vo i stess i. Siete sicu-
ram ente pi eni di qualità che
fo rse dovete ancora scoprire o
sottovalutate. Quando siete con
g li altri , non sentitevi a di sa-
g io, ma siate v oi stess i, senza
aver paura cli sbagliare e quin -
lesiano. Tullo è imeressanle. roco sia sull a mi a stessa bar-
all ' ini z iativ a privata e ai co- di di non essere accettati ».
n,a mi domando se q11 es10 ca: du rante il giorn o ha il suo
fa ccia rispar111iare 1e111po. e lavoro in parrocc hia. e pro-
muni. L a libertà dell a scuo la
è poss ibil e so lo se la sc uola è
Le{lera.firma!a , Poirino
sopra11u110 se sia da1 ,1•ero
uii/e per /' eva11gelizza: ione,
da l 111 om e111 0 ch e eva n -
gelizzare è 1es1i111011iare. cioè
i11co111rarsi, parlarsi, l'il'ere
insieme e 11011 co111 u11icare
per 111ezzo di 111w macchina »
(Corrado Ponte, Mil ano) .
Ri s po nd e Pa ul Le un g*
« Non solo le parrocch ie e i
reli g i os i si so no aperti al-
l ' in fo rmat ica , ma anche le
babilmente quand'era sem i-
nari sta non è stato preparato
ali ' in formati ca e deve impa-
ra re adesso a entrare in que-
sto nuovo mondo. A lle vo lte,
come ca pita a me, per ri sol-
ve re un probl emino perderà
molto tempo. Se in parroc-
chia ci fossero dei tecni ci
che potessero el argii una ma-
no, forse il suo parroco po-
trebbe dormire un po' cl i pili.
indipendente dal controllo del-
lo stato! " . Siamo d ' acco rcio
co n Gramsci ».
Le11era.fir111ata, Pordenone
Co ndiFidiamo. Lo staio 11011
può aFere il monopolio del-
/' educa:ione . La concorre11za
tra metodi ed e.ffi'cien:a co-
stri11gerà le 1•arie scuole a mi-
gliorare .
« WELFARE ». « Sono vi ssu-
ta all 'es tero e quas i in ogni
paese ho tro vato sa les iani e
sa les iane. Ri co rdo i loro no-
mi , ho coll aborato con loro .
Anche il papà e il nonno han-
no frequ entato l ' istituto Don
Bosco. Sul numero di giugno
ho letto l ' art ico lo sullo stato
soc iale. Nell 'arti colo non si
dioces i, il Vati ca no e, se vo- D Quanto all 'eva ngeli zza-
parl a dei di sabili. [n quest i
gliamo, il Papa stesso. li ve-
sc ov o A ntoni o Ribolcli ha
appena aperto un « sito » e ha
ri cev uto in poco tempo oltre
500 cont atti. A qual c un o
questo pu ò apparire oggi un
po' co me un a mani a, o un a
zione, la si pu ò fare in mille
modi. N on tutto ci porta a
Dio allo stesso live llo, alme-
no umanamente parland o,
ma nella Chi esa ogni mem-
bro fa la sua parte per co-
struire il Regno di Dio. L a
NON SOTTOVALUTARTI.
« Ho 14 anni e vog lio ri spon-
dere alla lettera cli \\/iky , pub-
bli cata nel numero di lug lio/
agos to. A tutti quelli che si
sentono soli , vo rrei dire, anzi
anni tutti , ma proprio tutti ,
hanno dato una mano a un
potere co rrotto. E qual cuno si
è infilato anche tra i cr istiani ,
usando il v an gelo per i suoi
affari. O ra, sicco m e i cos ti so-
moda pa sseggera , quasi un stessa cosa va le per le tecn i-
di ve rtimento per adulti. Ed è che: ci sono giornali , radi o,
vero che qual cuno potrebbe tv cattoliche e tanti libri per
esagera re, co me in tutt e le
cose. M a io penso che orm ai
il computer facc ia parte della
nostra ci viltà e non possiamo
far conoscere il cri sti anes imo.
Adesso c'è anche lo strumen-
to in fo rmatico: perché non
dovremmo usarl o? Attra ver-
$ \\LESIANI
di Don Bosco /SDB/
farne a meno. Si tratta delle so il nostro «s ito sales iano »
« pagine gialle» che mettono (www .sdh. org) , che ognuno
a contatto co n tutt o il può trovare tramite vari «mo-
mondo. Con osco alcuni tec- tori cli ricerca», ho ri cev uto
ni c i profess ioni sti che per tanti messaggi: c'è chi do-
ri solvere i loro problemi per manda aiuto per il discerni-
prima cosa aprono i « motori mento della sua vocaz ione,
cli ri cerca » cli Internet. L ' ho chi ce rca informazioni per di-
fatto person almente an ch' io ventare volontario catto lico,
tante vo lte, consult:mclo que- chi vuole libri cli santi , indi-
sti «siti ».
ri zzi ciel le varie congregazio-
D Come il suo parroco, de- ni rel igiose, e cose simili .
D Con il computer possiamo
fare la spesa e comprare fa -
cilmente le cose pili varie. In
Internet si trova cli tutto. M a-
gari quando il suo parroco è
già a letto o sta lavorand o al
•l a Vergine Maria ha lnd1c.ito a Don Bosco il 1u
campo di atione Ira I g iovani e l'ha cost1ntcime
9uida10 e so~tenulo. Crediamo the Maria
è pte1ente tia no i e cont inua la sua miniane
di Madre dell• Ch.ew e A~1lìatrice de, C,in i•ni•
computer alla era tardi , qual-
cuno cli un altro co ntinente si
co llega e vi sita il suo «s ito» .
. D on B osco in the Wo r1d * reiigioso salesiano, sacerdote
................................e..in.f.o.rm..a.ti.c.o....................
Questo dépliant presenta in un doppio quadro per immagi~i , la
congregazione salesiana nella sua espansione mondiale. E un
efficace strumento che può essere richiesto alla Direzione Ge-
nerale - casella postale 18333 - 00163 Roma Bravetta - Tel.
06/656.12.658 - Fax 06/656.12.556 - rmg@sdb.org. Per grandi
quantitativi verrà richiesto un contributo spese .
NOVEMBRE 1997 BS

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BURKINA FASO. Dall 'Africa occidentale, un saluto dal missio-
nario camilliano frate! Giovanni Grigoletto. Dice di ricevere
puntualmente e di leggere il Bollettino Salesiano. Un augurio
per la sua presenza in una delle terre d'Africa più povere
(Centre Medicai St. Camille - 01 BP 364 Ouagadougou 01 -
BURKINA FASO).
rati e assassinali più della
metà hanno 16-18 anni. Molti
di loro, purtroppo, già censu-
rati , avviati all a droga e allo
spacc io. Ciò non giustifica gli
atti commessi contro di loro,
ma modifica un poco l' aspet-
to dei numeri e la questione
dei " bambini ucc isi". A 16-18
anni i ragazzi delle fasce più
povere sono già sposati . Se
non ufficialmente, almeno di
fatto. Comunque, qualcosa an-
drà fatto per questi ragazzi e
giovani ».
no troppo alti , i politi ci hanno
dec iso di limitare il numero
deg li ass istiti. li riquadro del
BS sullo stato sociale parl a di
cifre, ma si sa che le cifre non
mangiano, non respirano, non
soffrono. Io sono stata co-
stretta a subire un intervento
sperimentale al cuore e sono
rimas ta inv alida. Per oltre 30
anni è stata ignorata la mi a
documentazione. Oggi i di sa-
bili di ogni tipo sono un silen-
zioso esercito di dolore e di
tri stezza, gente lasc iata so la ».
Lettera /innata , Verona
Ch iediamo scusa se non pub-
blichiamo il suo nome e se ri-
portiamo solo in parre, e fo rse
con qualche svista, la lettera.
La sua pur elegante calligrafia
non è sempre comprensibile.
MENINOS DE RUA . « Ho
letto il doss ier sui meninos de
rua del Brasile. Nell ' insieme
mi è apparso valido. Sappia-
mo che è un fenomeno mon-
diale, anche se nel doss ier si
fa solo riferimento alle grandi
città brasiliane, soprattutto Rio
e Sao Paulo. Non è così in
tutto il Brasile. Ve l'ass icuro!
La mia città ha 200mila abi-
tanti e, anche se es iste il pro-
blema, non arri va a essere di
così grandi proporzioni. Un
altro errore è usare i dati del-
1' Unicef, protestati form al-
mente dal governo brasiliano,
soprattutto per il numero del-
le prostitute al di sotto dei 17
anni. L 'Unicef ha dovuto spie-
gare che i dati furon o fatti in
form a pi•ogettuale: se nella
città di Manaus, usata come
campione, che ha "x" abiwn-
ti , ci sono "y" prostitute, il
Brasile che ha I30milioni- di
abitanti " mnì" 500m i!a pro -
stitute al di sotro dei 17 anni.
In rea ltà, considerando che la
prostitu zione incomincia ve r-
so gli undici-dodici anni , il
Brasil e, in questa fasc ia di
età, sarebbe quasi tutto for-
mato da prostitute. L ' Unicef
ha ri conosc iuto l'errore e ri-
fatto il sondagg io, ma i gior-
nali sti preferi scono ri fe rire i
soliti dati. Un 'a ltra retti fica si
dovrebbe fa re: tra i 5.644
bambini e adolescenti tor!u-
ARTISTA. È incredibile la
vitalità del salesiano laico di
84 anni Juan Manzana , di
lbi , Alicante (Spagna) . Ha
scolpito questa bella statua
di Maria Ausiliatrice dal pe-
so di 700 kg , che è stata in-
viata a Bamako , nel Mali
(Africa), dove c'è un centro
profession ale. Nella foto , i
giovani la stanno sisteman-
do . Per ora c'è il traliccio di
metallo, che verrà rivestito in
pietra.
José Antenor Ve/h o, Roma
APRIAMO LE CHIESE.
« Ho pensato di inviare a vo i
la mi a proposta per tanti mo-
tivi. Anzitutto uno : senza al-
cun dubbio vo i sales iani siete
i più aperti alle innovazioni
che si innescano nelle tradi-
zioni più conso lidate per la
loro effi cac ia. Sono mosso da
un sentimento e fo rse anche
da un rammarico. Quante vo l-
te passando di fronte a una
chiesa e trovandola chiusa mi
sono di spi ac iuto. Si può pre-
gare dov unque, certo, ma il
raccoglimento che si può ave-
re nella casa di Dio è uni co.
Così mi son detto: perché in
una grande città non si po-
trebbe trovare aperta almeno
« una» chiesa, sia pure a tur-
no, aperta 24 ore su 24 , per
consentire a una persona di
raccogliersi in preghiera? Sen-
to già il coro contestatario :
una marea di barboni che si
addormenterebbero in chiesa,
l' impegno dei sacerdoti e così
via. Ma a tutto c rimedio!
Non sottovaluterei l' apertura
serale e notturna, alternativa
per qualcuno alla stessa disco-
teca. Forse all ' inizio non sa-
rebbero troppi , ma col tempo
aumenterebbero sicuramente» .
Alberto Savini, Roma
La sua è una proposta genia-
le, di quelle che possono la-
sciare il segno. Ricorderà che
Giovanni Paolo Il ha invitato
i parroci di Roma ad aprire
le chiese. Non possiamo ri-
durci a ritrovarci solo per i sa-
cramenti : f iniremmo come i
protestanri.
OGNI MESE
CON
DON BOSCO
ACASA TUA
Il Bollettino
Salesiano viene
inviato gratuitamente
a chi ne fa richiesta.
Dal 1877 è un dono
di Don Bosco a chi
segue con simpatia
il lavoro salesiano tra
i giovani e le missioni.
Diffondetelo tra i
parenti e gli amici.
Comunicate subi-
to il cambio di in-
dirizzo (mandan-
do sempre la vec-
chia etichetta).
Per la vostra corrispon-
denza:
IL BOLLETTINO
SALESIANO
Casella post. 18333
00163 ROMA Bravetta
fax 06/656 .12.556
E-mail: biesse@sdb.org
/JS NOVEMBRE 1997

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IN ITALIA&NEL MONDO
VALLE D'AOSTA
LA CAPPELLA PIÙ
ALTA D'EUROPA
li 5 agosto, fes ta della Madon-
na dell a Neve, gli amanti del-
la montagna si sono dati ap-
puntamento all a cappell a più
alta d ' Europa, tra i ghi acci ai
del Monte Rosa , presso la Ca-
panna Gninfe tti (mt 3647) . La
cappe lla è sorta 30 anni fa, a
ri cordo di don Ari stide Yesco
ed è stata dedicata alla « Ma-
donn a dei Ghiacciai ». Da al-
lora, ogni anno l' incontro del
5 agosto si è ripetuto, asso-
ciando in un uni co ri cordo tut-
ti i caduti dell a montagna. La
celebrazione eucaristica si è
tenuta a mezzogiorno ed è sta-
ta animata dal coro del CAI
di Mac ugnaga .
I Alla « Madonna
dei Ghiacciai » (Capanna
Gninfetti, mt 3647).
SPAGNA
VII «CAMPOBOSCO »
Anche quest'anno sono stati
oltre 500 i giovani spag noli
che hann o sce lto di « fa r par-
lare le pietre » di Valdocco,
Colle Don Bosco e Mornese.
L'esperi enza, che si ripete or-
mai con successo ogni tre an-
ni , è una proposta di form a-
zione itinerante orm ai co ll au-
data, che partendo dall ' incon-
tro con luoghi signifi cati vi, in
grado di trasmettere messaggi
fo rti , propone momenti di ri -
fl ess ione e di condivisione. I
partecipanti , giovani sempre
nuovi (poiché l'esperienza si
può fa r una so la vo lta), al loro
rito rno in Spagna, dovranno
poi occuparsi dell ' animazione
dei loro giovani compagni .
I Torino. Giovani
del « Campobosco »
nei cortili di Valdocco.
DOTTORE DELLA CHIE-
SA. La proclamazione è
avvenuta il 19 ottobr e
scorso : Teresa di Lisieu x è
il 32° « dottore della Chie-
sa ,,, terza donna a riceve-
re questo riconoscimento ,
dopo Caterina da Siena e
Teresa d'Avila, entrambe
dichiarate dottore della
Chiesa da Paolo VI nel
1970. Giovanni Paolo Il ne
aveva dato l'annuncio a
Parigi , durante la Giornata
della Gioventù . Nella foto,
la giovane Térèse Martin
prima di entrare nel Car-
melo di Lisieux. Nel 191 O
san Pio X disse che Tere -
sa era « la più grande san -
ta dei tempi moderni E il
cardinal Martini , ricordan-
do che il 1997 è l'anno cen-
tenario della sua morte ,
parlando ai catecumeni nel
duomo di Milano , ha detto:
« Grazie alla sua Autobio-
grafia, milioni di uom ini e
di donne di tutto il mondo
hanno potuto conoscerla e
apprenderne il messaggio.
Teresa ci dice : la santità è
possib ile , non è soltanto
per grandi uomini . L'impor-
tante è lasciarsi voler bene
dal Signore , lasciare che
Dio ci sia amico e ci porti
sulle sue braccia ,,.
NOVEMBRE 1997 BS
BURKINA FASO.
Nel vi llaggio di Goun-
di è nata una bella
amicizia tra la picco-
la Eboubié (a sinistra
nella foto) e l'intra-
prendente Emanuel.
I due sono di etnie
diverse , ma passano
insieme tutto il tem-
po possibile . Ebou-
bié ha la nonna cie-
ca, e le fa strada ac-
compagnandola con
una canna. Emanuel
è uno dei dieci figli di
Michel, che è il cuo-
co della missione.

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BENEFATTORE DEI GIO-
VANI E DELL'ARTE. Era
presidente internazionale dei
cooperatori salesiani i/ con-
te Eugenio Rebaudengo,
senatore del Regno d'Italia,
fondatore di una grande
scuola professionale nella
periferia di Torino. L'impo-
nente istituto Rebaudengo,
così si chiamò in suo ono-
re la nuova opera, ebbe
come primo scopo dichia-
rato quello " missionario ».
Don Filippo Rinaldi infatti,
terzo successore di Don
Bosco , aveva bandito una
crociata a favore dell'e-
vangelizzazione , e inten-
deva preparare salesiani
laici " coadiutori » perché
fossero maestri d'arte
ovunque nel mondo. E nel nuovo istituto Rebaudengo si
prepararono a centinaia, a partire da quel 1O aprile 1934
~fa quando Valdocco, guidati da don Antonio Toìgo , parti-
rono I pnm1 per prendere possesso di quella nuova opera.
A questa casa di formazione per salesiani laici si aggiunse
un famoso studentato filosofico e poi la facoltà di filosofia,
pedagogia e psicologia e infine il magistero professionale
per il perfezionamento culturale e tecnico dei salesiani
laici. Oggi il " Reba » è una vasta e complessa opera, con
parrocchia e oratorio, centro di formazione professionale
per meccanici, elettromeccanici ed elettronici , istituto tec-
nico industriale serale per giovani operai che vogliono arri-
vare al diploma; ma anche centro di consulenza psicolo-
gica e sede centrale di una radio a servizio della diocesi.
La munificenza del conte Rebaudengo non si è spenta
con la sua morte, ma trova oggi continuità nella iniziativa
" Guarene Arte », che si propone di spianare la strada a
nuovi talenti artistici . Non avendo infatti discendenti diretti
il conte_ lasciò il suo cognome e la proprietà del suo pa'.
lazzo d1 Guarene (Alba) al figlioccio Eugenio Re. E i di-
scendenti attuali hanno destinato parte del palazzo a zo-
na _di esposizione di arte contemporanea per giovani ar-
t1st1 con meno d1 30 anni e di diverse nazionalità. L'iniziati-
va fa parte di un gruppo di altre significative promozioni
culturali.
L'inaugurazione di « Guarene Arte » è avvenuta alla
fine di settembre. Il palazzo è aperto fino al 9 novem-
bre il sabato, la domenica e su appuntamento.
Nella foto sotto, il « Reba » oggi.
UN RICHIAMO DI CIVILTÀ. La foto ritrae il presidente
Oscar Luigi Scalfaro all 'inaugurazione della Moschea di
Roma . Si sa che il presidente ha avuto sempre una gran-
de considerazione per ogni religione. A Istanbul si era fat-
to accompagnare alla moschea dove era rimasto in pre-
ghiera a piedi scalzi come tutti. Ma in Arabia nel luglio
scorso non gli era stato permesso di partecipare alla mes-
sa neanche in forma privata. E Scalfaro non ha esitato a
manifestare al re Fahd il suo disappunto. E con i giornali-
sti ha protestato per l'intolleranza religiosa dei paesi arabi.
SUBIACO
«LECTIO DIVINA »
CON L'ICONA
A San Bi ag io di Subiaco è
stato inaugurato un nuovo pa-
di glione per la « lectio divina »
per immagini. Chi partecipa è
invitato a fa re un camm ino
per entrare nel mi stero di Dio
attraverso la lettura e la ripro-
duzione di un ' icona orientale.
È suor M ari a Pia Giudici, che
vent'anni fa ha fo ndato que-
sta casa di preghi era e di ac-
cog lienza, che ha introdotto
questa originale metodo logia
spirituale che attinge alle sor-
genti più anti che dell a Chiesa .
N el laboratorio ci sono colori
sparsi qua e là, con preva len-
za degli ori , tavo le di legno
abbozzate e altre già portate a
termine, belli ss ime, che testi -
moniano un cammino compiu-
to. A prima vista il laborato-
ri o si presenta come lo studio
di un maestro di pittura ed è
mandato avanti da suor Rena-
ta Bozzetto, che spiega: «L ' im-
magine non nasce da uno
scatto di creatività o di genia-
lità: ci si accosta all'i cona per
percorrere un cammino spiri -
tual e. L a si " legge" per entra-
re nell a teo log ia dell a chiesa,
ma in modo fac ile e immedia-
to per incontrare co lui che è il
Verbo, il Mi stero. I giovani
che vengono qui mentre ap-
prendono la tecni ca per ripro-
durla compiono davvero un
processo di liberazione inte-
riore, una presa di cosc ienza
dei loro problemi. L ' icona è
come una pagina biblica che
ti pone di fronte all a verità di
te stesso e ti impone un pas-
saggio di conversione».
IJS NO VEMBRE 199 7

1.8 Page 8

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«Qui comando io!». I bambini viziati tiranneggiano genitori e
FIGLI UNICI
E PREPOTENTI
di Elvira Bianco
L'autoritarismo vecchia
maniera è stato
sostituito da quello
dei figli, sempre più
esigenti e prepotenti.
Quali cittadini avremo
da questa generaz ione?
P iero, 4 anni , è diventato un
pi cco lo d ittatore e contro ll a i
suo i genitori a tal pun to c he
no n possono usci re se no n q uando
vuo le lu i. A nto nino, 9 ann i, no n è
meno tira nnico: parla al padre co n
superiorità e iro ni a, e la mad re è in
trattamento dallo psico logo a causa
de l fig lio. Lui gi e Mari sa, d ue geni-
tori moderni , no n sanno più che co-
NOVEMBRE 1997 BS
sa fa re. Hanno pe rso il controll o
de ll a loro fa mi gli a e v ivono ne ll a
paura. I loro fig li li insultano, con-
tro ll ano le loro usc ite, li comanda no
e sono vio le nti. De ll ' argome nto ha
parl ato tem po fa la ri v ista spagno la
« CAMBI01 6 ». Il tema co in volge
m ili o ni d i geni tori e uro pe i. «Tutti
gli esperti sono d ' accordo », si legge
ne ll'am pio servizio: « l'aume nto de l
I I genitori oggi non riescono più
a dire dei no ai loro figli. E quando
ci provano è troppo tardi.
numero de i fig li-ti ranni è dov uto al-
l' incapacità educati va dei genito ri .
Non riesco no a limi ta re i loro primi
capri cc i, a di re qualche no, e qu an-
do cercano di contro ll are la situa-
zione , è tro ppo tardi ».

1.9 Page 9

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si trovano a disagio in classe. E arrivano persi no alla violenza .
UNA FAMIGLIA
SEMPRE PIÙ PICCOLA
U n tempo le famigli e num erose
rendevano impossibili certe situ a-
zio ni , perché i fig li si educavano
l'un l' altro. Ogg i invece il fi g li o uni -
co è un caso qu as i no rm ale, mentre
i geni to ri si occ upano sempre me no
dell a fa mi g li a e v ivono spesso fu o ri
casa. « Mo lto di pende dal tempo c he
i genito ri dedi cano ai loro fi gli »,
commenta una pedagogista. « In rea l-
stanno molto poco con ess i.
Qu alcuno no n più di tre nta minu ti
a ll a settim ana. Pe r sgra varsi la co-
sc ie nza, mo lti di lo ro concedono
tutto ai lo ro fig li e li acconte nta no
sempre ». Ness un dubbi o c he in
q uesto la te lev isione abbia fatto
sc uo la. Un bambino passa davanti
a ll a telev isione tre ore e mezza al
g io rno. Ne l mese d i dicembre qu al-
c uno s i è accorto che ne ll e o re dedi -
cate ai ragazzi sono passati oltre tre-
mil a spot sui g iocattoli . È c hi aro
che i giocatto li fa nn o gol a ai bambi-
ni , che fa ranno di tutto pe r ottenerli .
E il 43 pe r cento de i genito ri con-
fessa d i compe rare tu tto ciò c he i
fi gli c hiedono. Beatri ce , 16 anni , ci
ha messo un an no a co nv in cere i ge-
nito ri , di cendo ogni g io rn o « vog li o
la mo to », e all a fin e ha vinto lei.
Carl o, 8 anni , usa un altro s istema:
impl o ra fi no all e lacrime pe r ottene-
re un a cosa. Do po un po' i geni to ri ,
comm oss i o esasperati , cedono. So-
no d iventati i re de ll a casa. Sanno
che possono ottenere ciò c he vogli o-
no suo nando la cord a de ll e e moz io-
ni. E a fo rza d i dire d i , si fini sce
pe r diventare ogni g io rno di più loro
schi av i. « Un eccesso d i auto ri
c reere bbe meno dann o che qu esta
mancanza di au to ri », osse rva Ma-
ri a Teresa Frail e, che si c ura dei ge-
ni to ri in un centro spec ia li zzato.
SENZA RIFERIMENTI
II verdetto di professo ri e ps ico lo-
g i è un anime: i co lpevoli sono i ge-
nito ri che vogli o no ev itare ogni fru-
strazio ne al bambino. La vera edu-
caz io ne consiste ne ll ' a iutare a supe-
rare le fru strazio ni e le di ffico ltà, non
ne ll 'e limin arle . « Ogni bam bin o ne
I Cristina Parodi, 32 anni ,
con la piccola Benedetta. D'intesa
con il marito, Giorgio Gori ,
ha voluto presto un secondo figlio.
ha bi sogno pe r crescere. A ltrime nti
di venta no agg ress ivi o ri spondo no
con le min acce o ri fi uta ndo di am ar-
«(}tlJ'"fdto e,r-a «lf r.le,S';ota a oa.s'a, /ffa a J'oMfa e,r-a M ba/ffbfl(O /ffofto ti/ffirlo.
/Voi( r-iM0111-a/ffo a1"t,te,;wt/J'"!'o lfdfa ofaJ'J'e,,
IJ'MtjMttor-il(ol( o/c,r-{!,(le/)-alfo. lf oa.s'a ottMwa latte,l(z/ol(e, col( fa 1)-io&l(za,·
aJ'oMfa col( fa rleio&zza. Cofte,11r;o !'o oa;i/ff11ro1
!'o tr-atta/ff/ffO OM/id J'e,1)-e,l'"ftà e, f«i/fftj,fior-ò da 1"tr oa.s'a oh,e, a J'oMfa".
II \\
IJS NOVEMBRE 1997

1.10 Page 10

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ti », continua la Fraile. Che agg iun-
ge: «I genitori hann o il compito di
offrire delle norme cl i comporta-
mento ai loro figli . Ma i genitori cli
ogg i non trasmettono nulla ». Alla
sc uola de lla televisione e se nza il
sostegno di alcuni ori entamenti , i
fi gli crescono demotivati e scialbi ,
concepiscono la Iibertà come la
mancanza di norme e divi eti. Un
momento criti co è quando un ragaz-
zo così si inseri sce nell a scuola. Di-
ventato « uno dei tanti », non abitua-
to a norme, a riposare o a mangiare
a ora ri stabiliti , non ce la fa . Cerca
di atti rare su cli l' attenzione con
og ni mezzo, anche «comprand o » i
compagni .
Del resto a scuola gli insegnanti si
considerano ugualmente vittime. Non
si sentono obbed iti , apprezza-
ti . Ogni anno di più si incontrano
con alliev i più agg ress ivi, capri cc io-
si, ego isti. Vio lenti , a imitazione dei
film ati te lev isivi . Ma quell o dell a
violenza meriterebbe un di scorso a
parte. Qualcuno arriva a « ucc idere »
IL PICCOLO DITTATORE
Ha tra i 3 e i 18 anni
• Fam1gl1a di livello medio-alto
• Molto intelligente , superbo
• Egocentrico, egoista, intollerante ,
capriccioso
• Ottiene ciò che vuole
• Non chiede , pretende
.
• La sua frase preferita:
«Allora non ti voglio più bene
• A casa comanda lui
• Vuole diventare ricco
«Lo voglio perché »; -
«Lo voglio subito! »
-
• Minaccia : «Se non lo fai ... »;
«Se non mi dai ... »;
«... mi butto dalla finestra »;
«Non venirmi più vicino ... ».
i suoi genitori. Di uno cli ess i, un ra-
gazzo spagnolo di I5 anni , ho visto
la fo tografia. Seguiva con un mazzo
di fiori e la faccia tri ste del « povero
orfa no » il fere tro ciel padre, che
aveva ucc iso due giorn i prima. La
violenza nei nostri paes i comunque
non pare avere ragg iunto i li velli di
«/f/1() fa.tei'~, 9 a.1w; è, aJr c/e,Hl{J/(f{J
e, a'o/1/t'ira. tatta. fa /a/1/tj,ff'a.. Pico/4ia. fa /I/a/li/Ila. e, fa zia..
;t,lro;a.rin ~ e{}l(,rirle-t"a. al( e-dt"a.!ft!,{J,
ù 1'ir.ralta. rlieMa'o: f«ei'~ li I({}!( /111 t{J(}e/4r,I,,.
\\.._
, I I /,
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~"
I
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V'2-...,. • ,
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-/
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~
~
\\ - -- ~
,;
j
o
:a:i,
<"i
j
quell a giapponese, dove il compor-
tamento dei fi gli verso i genitori è
diventata la principale causa di vio-
lenza in famig li a. Si tratta di ragazzi
tranquilli e obbedienti e con buoni
vot i sco las ti ci, ma che all e soglie
del! ' adolescenza si trasformano in
tiratrni nei confronti dei loro genito-
ri . E un a violenza che si manifesta
in casa, nei confronti di mobili , ge-
nitori, nonni , co n grid a, calci, pu-
gni. Sono l'altra facc ia dei ragazzi
modell o che vivono le dure compe-
ti zioni scolasti che e sono sottoposti
a un a esagerata press ione familiare.
Gli esperti a sicurano che i ragaz-
zini vi ziat i del Duemila non daran-
no null a in cambio. Hanno perso il
ri spetto per i loro genitori , che si ri-
ducono a esse re «quelli che pagano
i conti ». Mancano di ob iettivi e tro-
veranno difficil e entrare nel mondo
del lavoro. No n pochi finiranno
nell a droga o nell a delinquenza. Ma
la ri_cetta_ si direbb~ chiara e sempli-
ce: 1 genitori sappiano bene e accet-
tino il loro ruolo e co noscano per-
fetta mente anche quell o dei loro fi-
gli . Sia chi aro: chi co manda è il pa-
dre, non il fi gli o.
Elvira Bianco
d
NOVEMBRE 1997 8S

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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SEGUIRE
GESÙ POVERO
di madre
ANTONIA COLOMBO
Don Bosco e santa Maria
Domenica hanno
ricevuto un dono
particolare dello Spirito
ordinato al nascere e allo
svilupparsi di una
specifica missione
educativa nella Chiesa.
Questo dono oggi
è affidato a noi. Non
importa se, in qualche
parte del mondo, dovremo
lasciare case e opere.
Siamo responsabili
di trovare le condizioni
in cui il carisma possa
esprimere la sua forza
nell'educazione
evangelizzatrice dei
giovani che hanno minori
opportunità di divenire
cittadini responsabili
e cristiani consapevoli.
L a Chiesa ricorda con forza a
tutti i re li giosi che« l'opzione
per i poveri è insita ne ll a di-
nami ca stessa dell 'amore viss uto se-
condo Cri sto. C comporta per ogni
istituto, secondo lo spec ifico ca ri -
sma, l' adozione di uno stile cli vita
sia person ale che comunitario, umi-
le e austero. Forti di questa testimo-
nianza viss uta, le persone consacra-
te potranno, ne i modi consoni all a
loro scelta di vita e rimanendo libe-
re ne i confronti delle ideologie poli-
ti che, denunciare le ing iu stizie che
vengono compiute verso tanti figli e
figli e di Dio, e impegnarsi per la
promozione della g iusti zia nell 'am-
biente sociale in cui operano » (Vita
Consacrata, 82). Soffermiamoci dun-
que a penetrare un poco insieme il
mistero della povertà di Gesù, a rico-
noscere alcuni luoghi dove Gesù og-
gi è in agonia e a considerare alcu-
ne condizioni di una cultura solidale.
IL MISTER O ,
,
DELLA POVERT A DI GESU
« Le vo lpi hanno le loro tane e gli
uccelli de l cielo i loro nidi , ma il F i-
glio de l! ' uomo non ha dove posare
il capo» (Matteo 8,20). So lo una
La Madre generale delle FMA
suor Antonia Colombo.
volta Ges ù accenna alla sua es isten-
za povera, itinerante, senza una casa
propria, senza garanzie umane. Lo
fa quando risponde a chi chi ede di
seguirlo più da vicino mosso forse
da un facile entusiasmo. Chi scegli e
di mettere i piedi sulle orme del
Maestro , non può attardarsi in altri
interessi; il suo tempo e la sua vita
sono completamente consegnati al
disegno del Padre. C una relazio-
ne stretta, quindi , tra la povertà di
Gesù e dei suoi e la dedizione all 'o-
pera redentiv a. M a se il Maestro ac-
cenna so lo un a volta e in modo d i-
screto al suo essere povero, i Vange-
li , invece, raccontano la sua nasc ita
in una grotta, la vita semplice di Na-
IJS NOVEMBRE 1997

2.2 Page 12

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zaret, dove si guadagna il pane la-
vorando, la precarietà del suo anda-
re predicando di villaggio in villag-
gio, la sua amicizia e attenzione ver-
o i più poveri e co loro che erano ri-
tenuti esc lusi dalla salvezza.
Gesù , comu nque, rimane signore
de lla sua povertà; non drammatizza
e non prende mai atteggiamenti trop-
po austeri, che lo allontanerebbero
dalla gente. L'essenzialità di vita non
gli toglie il gusto di una cena con gli
amici o di un banchetto di nozze, il
desiderio di distendersi un poco
ne lla confortevole casa di Betania,
la condiscendenza a lasc iarsi profu-
mare con un unguento prezioso.
Il Nuovo Testamento è ricco di al-
lu sioni a Gesù povero. In particolare
Paolo, Luca e Matteo rivelano que-
sto mistero di un Dio che si è an-
nientato per amore, con espress ioni
diventate incancell abi li per la tradi-
zione cristiana: « .. .da ricco che era
si è fa tto povero per voi , perché voi
diventaste ricchi per la sua povertà »
(2 Corinti 8,9). Luca insiste sull a
vita di nascond imento del Signore e
su ll a presenza cont inu a dei poveri
attorno a lui. Delinea inoltre la logi-
ca di Dio che si realizza nel Cristo:
sceglie gli umili e li innalza, rivela i
suo i segreti ai piccoli, abbassa i su-
perbi e va incontro ai poveri e ai
peccatori . Matteo ha tra le sue pagi-
ne più belle quell a del gi udi zio fina-
le dove saremo interrogati su guanto
abbiamo fatto concretamente per gli
ultimi, che addirittura vengono iden-
tificati con Gesù. In sintesi, la po-
vertà del Maestro non viene ci rco-
scritta nell 'ambito economico e so-
ciale, ma viene inserita nel mistero
del Figlio di Dio che, in obbedienza
totale al Padre, svolge la sua mi ssio-
ne salvifica e solidale con l' uomo po-
vero e peccatore.
L'essere povero, per il Maestro e
per quelli che lo vogliono seguire,
non è mai fine a se stesso, ma con-
di zione e conseguenza del discepo-
lato. Il cetera tol!e è condizione e
conseguenza del da mihi an imas. Ed
è certo che Gesù scegli e i suoi tra
quelli che sanno condividere. L'at-
taccamento ai beni genera indivi-
dualismo e questo preclude la con-
templazione, la gio ia, la reciprocità.
DOVEçESÙ
OGGI E IN AGONIA
«Lo avete fatto a me» (Matteo
25,40): il grande scenario del giudi-
zio finale si presenta nella luce di
una giustizia espressa non tanto in
formule legali, ma in gesti concreti
di attenzione e cura. I salvati sono
coloro che hanno riconosciuto il Si-
gnore nei più poveri , quelli che
hanno praticato il Vangelo delle cin-
que dita, come diceva fa miliarmen-
te madre Teresa di Calcutta alluden-
do alle parole sopra citate.
Venerdì santo 1997 in Vaticano.
NeJla Basilica di San Pietro, pien a
di gente di tutte le razze e culture, il
predicatore della casa pontificia, pa-
dre Raniero Cantal amessa, s' intro-
duce con un tema che assorbe l'at-
tenzione dell ' uditorio: «Dove sof-
fre, dove è in agonia oggi Gesù? In
tantissimi luoghi e situazioni. Ma fis-
siamo l'attenzione su una sola di
esse, per non perderci nel vago e
nell a molteplicità: la povertà! Cristo
è inchi odato alla croce nei poveri ».
La meditazione chiara e concreta sul-
la passione del Signore continua nel
Gesù rivela al poveri
le sue meraviglie.
NO VEMBRE 1997 JJS

2.3 Page 13

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" Ciò che fate ai poveri l'avete fatto a me », dice Gesù.
cuore della Chiesa universale, sof-
fermandosi sui doppi vetri dell 'in-
differenza che fanno da filtro alla
realtà di miseria presente nelle gran-
di metropoli o nei piccoli villaggi.
L'invasione degli emigranti, degli
emarginati è talmente massiccia che
fa scattare meccanismi di difesa. La
più grande colpa nei confronti dei
poveri è l' indifferenza, il nasconder-
si dietro alcune frasi di comodo co-
me: « Non possiamo fare tutto noi ».
In tutti i conti nenti sono nate delle
nostre presenze per i ragazzi e le ra-
gazze della strada, per la promozio-
ne della donna, per la valorizzazio-
ne degli indigeni , per la formazione
dei drop -out. La riorganizzazione
delle opere tradizionali ha puntato
sulla qualità culturale, sull'alfabe-
tizzazione, sull'uso intelligente del
tempo libero, sulla sensibilizzazione
di un volontariato giovanile che col-
labori a moltiplicare il servizio ai
più bisognosi .
C'è una relazione fortissima tra
ch i è nella necessità e Gesù stesso.
Il Vangelo del giudizio finale non
ammette scappatoie. «Lo avete fatto
a me », dice Gesù ai discepoli incre-
duli e a coloro che nella vita non
hanno saputo riconoscerlo nei panni
di un emigrato, nella fame di un
bambino dei paesi in guerra, nella
disperazione di una giovane insidia-
ta, nell'ignoranza di un campesino ,
nella disoccupazione dei giovani
metropolitani. « Il povero è Gesù che
gira ancora in incognito nel mondo
- ha detto ancora Raniero Can-
talamessa il Venerdì santo-. Un po '
come quando dopo la ri surrezione,
appariva sotto altre sembianze - a
Maria come giardiniere, ai discepoli
di Emmaus come un pellegrino, agli
apostoli sul lago come un passante
in piedi sulla riva - , aspettando che
"i loro occhi si aprissero". Il primo
che in questi casi}o riconosceva gri-
dava agli altri: "E il Signore! ". Oh,
se alla vista di un povero uscisse
anche a noi di bocca, una volta,__ lo
stesso grido di riconoscimento: "E il
Signore! È Gesù! "». È un augurio
che facciamo anche a noi, quello
non solo di riconoscere il Maestro,
ma di aiutarlo concretamente nel
povero in cui si nasconde.
Ultimamente ci siamo incontrate
con alcuni membri della comunità
di Sant'Egidio, un gruppo laicale
che ha la sua sede centrale in Roma,
ma che opera in varie parti del mon-
do. A una nostra domanda sui criteri
dell a loro regola di vita, che appare
così semplice eppure radicale, è
stato risposto: «Noi ci proponiamo
di rimanere vulnerabili , cioè di la-
sciarci ferire dalle sofferenze dei più
poveri e quindi cercare strade di re-
ciprocità nei loro confronti» . Gli ul-
timi , infatti , non si limitano a rice-
vere da noi , ma ci regalano la sa-
pienza del dolore e la pazienza del-
!'abbandono. La loro vita dura è un
continuo esercizio di resistenza che
fa scuola ai nostri bisogni talvolta
esagerati, all a richiesta di rispetto
dei nostri diritti.
In un recente incontro con un grup-
po di missionarie, quasi tutte vetera-
ne degli avamposti della povertà e
del sacrificio in varie parti del mon-
do, sono rimasta affascinata dalla
loro giovinezza di spirito e dalla lo-
ro gioia. Non hanno parlato di po-
vertà, di stenti, di fatica, ma soltanto
della passione di seguire Gesù e della
felicità di incontrarlo nei più poveri .
VERSO UN'ECONOMIA
SOLIDALE
« Vai a vendere tutto quello che
possiedi e i soldi che prendi dalli ai
poveri. Allora avrai un tesoro presso
Dio. Poi vieni e seguimi! » (Marco
10,2 1). Questa la ri sposta del Mae-
stro al giovane che vuole stare con
lui e che si sente guardato con sim-
patia. L' invito di Gesù a chi lo vuo-
le seguire va le oggi come ieri, ma è
necessaria una rilettura del voto di
BS NOVEMBRE 1997

2.4 Page 14

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Gesù povero manifesta
con i miracoli la potenza di Dio.
pove rtà pe r dargli concretezza in un
quotidiano che cambia continua-
mente. O ggi anc he molti non cre-
de nti vedono ne ll a de limitaz io ne dei
bisogni e ne ll a conseguente scelta di
povertà una via positiva che favori-
sce la cresci ta della persona e pro-
muove la. pace. La nostra vita di
consacrati , se condotta con essen-
zialità, va oltre la denuncia dell ' in-
giustizia e proclama l ' inte rdipende n-
za di tutte le creature de ll ' u-
ni verso, la destinazio ne uni-
versale de i beni , il retto rap-
porto con le cose, ri spettate
perché chi amate a partecipare
alla redenzio ne (cf Roman i
8, 19-23).
È opportuno però prendere
cosc ien za che alc une v ie di
solidarietà, oggi percorse da
laici impegn ati a favo re de ll a
vita e promotori di ini ziative
qua li le banche etiche e il
mercato soli da le, sono cam-
mini g conosciuti e attuati
da noi e da altri . Forse dob-
biamo ass um ere in prima per-
sona il senso profo ndo di a l-
c une scelte di povertà tradi-
zion ali , la novità della comu-
nione dei beni che esprime
appunto una politica evan-
geli ca. Purtroppo neJla nostra
formazione diamo poco spa-
zio a considerare in profon-
dità argomenti che a torto so-
no rite nuti di esclus iva com -
petenza delle econome. Ap-
profondire il senso ciel voto
di povertà ogg i, con le sue
implicanze socio-economi-
c he, ci aiuterebbe a maturare
la conoscenza del rapporto
stretto che es iste tra Eucare-
sti a e aiuto ai bisognos i, tra
economia e pastora le g iov a-
nil e, tra il donare e l'essere
ne lla g ioi a.
Le donne, in parti colare,
stanno operando per trasfor-
mare i modelli di sv iluppo a
partire dalle es igenze della so-
1idarietà. Avendo una partico-
lare esperie nza clell 'eco no mia
spi cc io la de ll a casa, dove si
cerca cli armoni zzare l' uso de i
be ni a favore cli c hi ha mag-
gior bisogno, avanzano la pro-
posta di introd urre la stessa
log ica della micro-eco nom ia
quotidiana nell a mac ro-economi a.
Anche noi , che ab bi amo il compi-
to di essere ed ucatori , dov remm o
riu scire a medi are tali proposte at-
trave rso il contatto con i giovani ,
con i laic i, negli organi sm i soc iali
dove lavori amo. Po tre bbe in questo
modo a llargars i il cerchi o cli so lida-
rietà con tro l'economi a del neo libe-
rali smo selvaggio , centrato sui biso-
g ni individu ali stici delle multinazio-
na li . Forse pe nsiamo troppo poco
a lle conseguenze e tiche dei gesti
quotidiani in questo campo. La no-
stra povertà, per essere viva , e non
solo g iustifi cata canoni came nte, de-
ve dive ntare un a via pedagog ica cli
solidarietà per no i e pe r gli altri .
Ogg i la povertà cresce con l' aumen-
to dei mezzi e i poveri sono sempre
più incapac i di divenire agenti del
loro futuro. Dobb iamo qua lificare il
nostro servi zio aiutando i bi sognos i
da poveri , non però con un povero
servizio , ma con un servi zio pen sato
e attuato in gra nde, secondo la log i-
ca evange lica c he sa di servire in
loro il Signore. Per svolgere questi
compiti bisogna essere ne ll a stori a
con profondo discernimento e quin-
di essere attrezzati cu ltu ra lmente ri-
qu alificando la propria competenza
profess ionale, uscendo da schemi
fi ssi, per offrire a i destinatari queg li
strume nti concettuali e ling ui sti ci,
quei saperi um ani sti ci e tecnologici
che li abi Iitano a essere protagonisti
del propri o domani. Di fronte alle
povertà di conoscenze, la scelta del-
la pove rtà evange li ca sarà profetica
se rived rà il servi zio investendo nel-
le nuove conoscenze, inna lzando la
sco lari zzaz ione dei poveri a favore
de ll a loro genuin a c resc ita.
Essere poveri no n sig nifica so l-
tanto avere l'attegg iame nto del ri-
sparmio, ma soprattutto allargare i
confini verso chi è nel bisogno, ave-
re lo stesso sguardo di Gesù verso la
folla affamata.
Ne ll a storia della C hi esa i poveri
volontari so no co loro che colgono
con maggio r prontezza, efficacia e
creati vità i poveri in vo lo ntari e li
soccorron o, inn alzando li in di gnità
e autonomia so prattutto offrendo lo-
ro il dono de l Vangelo. li pa noram a
che c i vi e ne proposto è ampio e s i
identifi ca con il senso de lla frater-
nità e dell a g iusti zia soc iale secondo
l' in segname nto della Chiesa. Si trat-
ta non so lta nto di gesti one del dena-
ro , ma di mettere a dispos iz io ne an-
che il propri o tempo, le doti e le ca-
pac ità personali. Infine, la povertà
no n è un bene eia quantificare, ma
soprattutto un a realtà da qualifi care
ogni giorno secondo la log ica evan-
ge li ca. Ri c hiede amo re e vigilanza.
Vive ndo così la povertà, aiutiamo il
mo ndo a no n trasfo rmars i in un im-
me nso campo di battag li a dove è in
g ioco la sopravv ivenza di tutti.
Il Dio de lla vita c he s i è rivelato
in Gesù è il Dio della pie nezza della
gioia (cfGiovann i 17, 13) .
Madre Antonia Colombo
NOVEMBRE 1997 8S

2.5 Page 15

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A SCUOLA
Giuseppina Cudemo
S cuoia come disagio. A
volte succede . La vita
è fatta di emozioni e di re-
lazioni , di conoscenze e di
socializzazione, fondamen -
tali per la formazione del-
l'uomo. Ma possono tramu-
tarsi in disagio se non oc-
cupano il loro giusto posto.
de rilievo nella preadole-
scenza, età nella quale
l'area scolastica sembra
essere il luogo nel quale i
problemi scolastici ed extra-
scolastici possono venire e-
spressi con minor dolore e
contenere una domanda di
aiuto .
Sono passati 30 anni
L'affetto per gli inse-
dalla riforma della scuola
gnanti sembra giocare un
media e si può tenere un
ruolo importante per quei
bilancio . I preadolescenti
ragazzi che non possono
con buone attitudini teori-
apprendere se non pen-
che pratiche e intellettuali
sando che l'insegnante sia
si sentono non pienamente
solo per loro, che l'organiz-
valorizzati. Ma non è il ca-
zazione scolastica sia co-
so di ipotizzare programmi
struita solo su loro misura,
più vasti, mentre la didat-
pensata e realizzata cioè
tica dovrebbe essere più Focalizzare il disagio,
dall'amore preferenziale del-
flessibile. Se è vero che la
può servire a spiegare e aiutare a crescere.
l'adulto nei loro confronti.
cultura impartita non deve
Essi richiamano quindi il
essere erudizione soltanto,
ma preparazione al lavoro
SCUOLA E
bisogno che la scuola ripro-
ponga un'intimità totale sul
della vita, diventa primario
fare scoprire ai ragazzini le
loro capacità psicologiche,
DISAGIO
modello di quella familiare ,
con tanto maggiore inten-
sità quanto più quest'ultima
intellettuali , espressive e
sia stata scarsa, difettosa,
sociali. L'educazione poi è Da una parte i preadolescenti: con le loro episodica in grado cioè di
una relazione e in essa cia-
scuno interagisce sull 'altro
e in qualche modo lo modi-
potenzialità, la mancanza di identità,
l'insuccesso e la fobia della scuola.
richiamare la nostalgia di
un bisogno mai pienamente
soddisfatto . Questi ragazzi
fica. In questo senso men-
tre figli e alunni crescono ,
"crescono" anche i genitori
Dall'altra gl'insegnanti, spiazzati
dall'insofferenza dei ragazzi;
allargano le attese nei con-
fronti degli insegnanti e,
nella misura in cui vengono
e gl 'insegnanti. Crescere
ma che non si danno per vinti.
deluse, aumentano il dolore
insieme ai figli non significa
di una ferita mai ben cica-
fagocitarli , scegliere per loro , controllarli ossessiva- trizzata e mostrano una grande vulnerabilità alle vi-
mente . Da questo infatti nascono spesso ribellioni, cissitudini delle loro relazioni con gli insegnanti.
rifiuti e lontananza. I preadolescenti aspirano a uno
spazio personale all 'interno della famiglia e aiutarli in Essi hanno una difficoltà primaria a imparare. In
questo è saggio.
certi casi il dato di apprendimento è così fuso con
l'esperienza affettiva da portare all 'azzeramento di
La parola scuola evoca nell'adulto un universo di tante conoscenze sulla base dell'affetto che le informa.
affetti e di ricordi, talune volte piacevoli, talune altre Alcune di esse possono anche essere non tollerate , o
spiacevoli per certi insuccessi , su qualche scontro finito collocate ai margini della mente pronte per essere
male. La scuola infatti si pone costituzionalmente come espulse quando si accompagnano o procurano un'emo-
spazio mentale e fisico segnato dalla competizione , zione dolorosa. A nessuno sfugge come la scuola si
dalla valutazione , dal giudizio ed è per questo luogo di proponga come luogo allettante e piacevole, ma anche
esperienze complesse di difficile organizzazione e come la sede di tante paure : paura di ricevere disap-
controllo. I ragazzi arrivano alla scuola come a un ap- provazione, paura di conoscere la propria incapacità,
puntamento. Per convenzione si pensa che essi siano paura di mettere in funzione la propria mente . Tutte
fatti tutti allo stesso modo e che tutti possano essere queste paure hanno in comune il fatto che si basano
sui livelli di quello che fornisce le migliori performances, su un confronto con gli altri compagni e con l'adulto
tanto da organizzare la classe in modo che i differenti che può verbalizzare questo confronto . Non dobbiamo
livelli siano equamente distribuiti .
dimenticare che la scuola fornisce ai ragazzi una serie
di specchi rappresentati dai compagni nei quali essi
Ma quale ruolo ha l'esperienza scolastica sulla vedono amplificati i loro stessi problemi e si confron-
formazione della personalità dei ragazzi? Si può for- tano sui traguardi raggiunti. Talvolta un buon inizio di
se dire che la scuola rappresenta un luogo privilegiato scuola serve a fugare queste paure e permette ai
per le tante facce che assumono gli apprendimenti e il ragazzi di affrontare l'impatto di nuove situazioni con
ruolo che essi rivestono . Tutto questo assume un gran- sufficiente disponibilità e piacere.
O
/JS NOVEMBRE 1997

2.6 Page 16

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È stato il festival musicale della gioia e dell'amicizia, che ha
GOSPEL Muslc Ospiti d'onore
quest'anno ~o"f!-o stati
zl cantante lzrzco
«LUMEN 97»
Peter Dvorsky
e il gruppo USA E. T. W.
Ben 26 i complessi
di Emil Mucha
presenti. Per annunciare
il Vangelo in musica.
Per il quinto anno insieme ai
giov ani abbi amo organi zzato
il fes tival dell a musica mo-
derna cristian a « Gospel mu sic Lu -
men 97 », che si è tenuto a magg io
nel palazzo dello sport « Siavia » di
Tm ava. L' anno scorso era stato
ospite d 'onore l'inglese Dav id Fitz-
gera ld, quest' anno un noto cantante
lirico slovacco, Peter Dvorsky, che
si è lasci ato coinvol gere con entu-
siasmo, dialogando con i parteci-
panti , invitando tutti a proseguire nel-
!' ini ziati va. Con la sua spl endida
voce ha eseguito brani dal suo re-
pertorio classico, accompagnato da
cori di voci bianche. Ospiti stranie-
ri , gli E.T.W. dagli USA, un gruppo
che è riuscito a coinvolgere ed emo-
zionare le migliaia di giovani pre-
senti con un rap-testimoni anza su
temi esplicitamente reli gios i. Ma i
gruppi che si sono es ibiti sono stati
ben 26 (Ko.n .go, ZR. B.F.O. , Rado-
st', Adriel. .. , per citarne alcuni) e
provenivano da tutta la Slovacchia e
dalla Repubblica Ceca.
Per eventu ali contatti:
Emil Safai· - Mil eticova 7
82 108 B rati slava - Slovacchia /
MUSICA E VANGELO
Sono stati trecento gli organi zza-
tori , oltre cinquemil a i giovani che
hanno partecipato , creando un am-
bi ente di gioia esplosiva e di felicità
personale. L'organizzazione è nelle
mani di una comunità giovanile, dei
salesiani e de i ges uiti dell ' università
di Tmava. Ma sono ormai molti che
offrono la loro collaborazione in
vari a fonna. Vorrei ricordare che
« Gospel » significa Vangelo e il no-
stro sta diventando un modo nuovo
di annunciarlo , così come ha fatto
Don Bosco, che si è messo in mez-
zo ai giovani , condividendo il loro
mondo. La mu sica poi è una tradi-
zione tutta salesiana: « Un oratorio
NOVEMBRE 1997 BS
senza musica è come un corpo
senz' anima », diceva Don Bosco.
Mentre abbiamo già registrato uno
speciale video, sti amo 01m ai pensan-
do alla pross im a edizione, che si
svolgerà ai primi di maggio del 1998.
La videocassetta
VHS PAL (40 min., versione inglese).

2.7 Page 17

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coinvolto centinaia di giovani nell'organizzazione e migliaia di spettatori.
I Trnava (Slovacchia). Il gruppo E.T.W. dagli USA.
La loro presenza ha dato un tocco di magia,
creando tra i giovani curiosità e simpatia,
sia prima che durante le esibizioni.
Trnava (Slovacchia).
Peter Dvorsky e le voci bianche.
- Gli ATLANTA.
BS NOVEMBRE 1997

2.8 Page 18

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Jacques Fesch, condannato alla ghigliottina nel 1957. Forse sarà
DALLA GHIGLIOTTINA
AGLI ALTARI
a cura di Bruno Ferrere
I giornali hanno accolto
con scetticismo
la proposta del cardinale
di Parigi Lustiger
di canonizzare Jacques
Fesch. Nel Braccio della
morte, il giovane cinico
e ateo ha incontrato Dio.
Presentiamo alcuni passi
del diario che
Jacques Fesch scrisse
per la figlia.
L a pistola era nel cassetto de ll a
scri vani a dove d i so lito mio
padre la teneva. Era carica,
perc iò estrassi i proie tti Ii e me Ii f ic-
ca i in tasca. Fec i scattare il grill etto
a vuo to, du e o tre volte. Il clic de l
pe rc ussore, unito al contatto fred do
de l ca lcio de ll a ri vo lte ll a ne ll a m ia
m ano, mi serrò pe r un attim o lo sto-
(
maco, ma orm ai era ta rdi pe r ri pen-
sarci. M i senti vo come un ucce ll o
affascinato dal serpente che sta per
assa lirl o e no n può più mu overs i.
Avevo deciso d i rap inare A lexa nd re
S ilbe rste in e no n potevo più to rna re
indi etro.
UN GIOVANOTTO ALTO,
ELEGANTE
S ilberstein gestiva un 'agenz ia di
cambi o in rue Vi vienne 9. La matti-
na de l 25 febbraio e ntra i ne l suo ne-
goz io con Re né, un ragazzo de ll a
mala che avevo conosciu to in un
bar ed aveva accettato di aiuta.im i. Mi
pre entai come un orefice venuto dal-
NOVEMBRE 1997 BS

2.9 Page 19

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proclamato santo questo francese giovane e viziato che si trasformò in killer.
la provincia per comprare dell'oro e
chi esi a Silberstein di procurarmene
un a certa qu antità. Non avevo certo
l'aria di un g ioi elli ere di provincia.
Forse avevo solo l'aria di quello che
ero stato per 24 anni: un giovanotto
alto, e legante, con la facc ia da bor-
ghese vizi ato. Comunque Silberstein
accettò e fis sammo l'appuntamento
per la sera stessa. Alle sei rue Vi-
vienne ribolli va di traffico , molte
insegne erano g accese e disegna-
vano effetti grotteschi sulle facce
dei passanti infreddoliti . Entrai da
Silberstein, mentre René rim aneva
sull 'auto con il motore acceso. Sil"
berste in mi accolse con il suo sguar-
do acquoso. « Ne ho trovato so lo
una pi ccola parte , mi di spiace », dis-
se, posando una borsa nera sul ban-
co. Scrollai le spalle e fin si di cerca-
re il libretto degli assegni in tasca.
Afferrai la pi stol a per la canna e la
calai sull a testa del vecchio con
tutta la mi a forza. Sbarrò gli occhi
per la sorpresa, mentre il sangue
spri zzava abbondantemente. Non
crollò, si afferrò al banco e url ò di-
speratamente, orribilmente, con il
sangue che gli scendeva sul volto .
Afferrai la borsa e usc ii , mentre la
gente accorreva verso il negozio.
Non pensa i a René e svoltai in rue
Sa int-Mare , co rrendo con tutte le
mie fo rze. « Prendetelo! Fermate lo! »,
gridava la gente dietro di me . Rag-
giunsi Boulevard des ltaliens , vidi
un portone aperto e l' infil ai. Salii
una sca la fino al q uinto piano e mi
fermai sul pianerottolo. Stringevo
ancora la pi sto la e mi sen tivo come
pazzo. Le tempie mi pul savano fu-
ri osamente. Tentai di elimin are al-
cune macc hie di sangue dall a g iac-
ca, resp irai profondamente una de-
cina di volte e cominc iai a scendere
lentamente le sca le . Giun si ne l cor-
tile interno, ma vidi subito che la
porta carraia era stata sprangata.
Ne l co rtile si ag itava un grup po di
persone intorno a un agente di poli-
z ia: guardavano in su, tesi, ecc itati
come cani da cacc ia. Cerca i di cam-
min are con passo norm ale per usc i-
re, ma sapevo di
avere un as petto
torvo e stravol-
to. «È lui! »,
gridò qualcuno.
La giovane moglie Pierrette e la figlia Véronique.
La foto che Jacques aveva con sé in carcere.
L' agente mi intimò l' alt. Mi vo ltai e
gli sparai. Sepp i in seguito che il
co lpo lo aveva raggiunto al cuore
uccidendo lo all'istante. Manovrai la
se rratu ra del battente, aprii il porto-
ne e mi precipitai ne l viale. Sentivo
un ronz io ossessionante ne ll e orec-
chi e e dei gemiti im provv isi mi
sq uassavano il petto. Un tale cercò
di bloccarmi e g li sparai da meno di
tre metri. Imboccai la scala del
metro della stazione Richelieu. Un
poliz iotto si buttò su di me e sparai
ancora, senza più mirare. Un colpo
mi trapassò un dito. Non sentii as-
so lutamente niente. Mi arriv arono
addosso gridando «assass ino» e mi
riempirono di calc i e pugni . Mi è ri-
masta l'impress ione di tante bocche
vom itanti insulti , immerse in un a
nebbia rosso sangue. Mi lasciai an-
dare singhiozzando: « Che ho· fat to?
Che ho fatto?». Quando rinvenni
ero all a Santé, in cella d ' isolamento.
UN BATTELLO
COME DROGA
Al processo mi fecero rivedere,
come in un film, tutta la mia vita.
La voltarono e la rivoltarono come
/JS NOVEMBRE 1997

2.10 Page 20

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- Jacques al momento dell 'arresto .
si fa con un vecchio pastra no. Non
d ime nticarono null a. M io padre, lo
defini ro no cini co e debole, era un
d irettore d i ba nca, ricchi ss imo, au-
toritari o e insopporta bil e. Non s i era
mai occ upato d i me, se non per d i-
struggere le q ualità mi g liori c he
possedevo: la confi denza, l' ottimi -
smo, la fede. S i era separato da m ia
mad re e io ri mas i con lei. Divenni
oz ioso e mill antatore. M i di verti vo
a fa r soffrire gli animali ed ero re-
go lannente l' ultimo della classe. Non
avevo assolutamente interessi. A
ve nt 'anni sposai Pi e rette, l' unica
persona c he m i ab bia veramente
amato. Io però, all ora, ero incapace
di amare e, una sera, abbando nai
P ie rette e Véronique, nostra fig li a.
Vo levo fo nd are un a soc ietà per il
tras porto del carbone e mi a madre
mi antic ipò un mili one d i fra nchi ,
ma ne spreca i metà per acq ui stam1i
un 'auto di lu sso. Fu all ora c he vid i
il battell o. Era a vela, pi cco lo, ma in
grado di affrontare il mare ape rto.
Vo levo partire, andanne ne lontano,
sui mari , via da que ll a v ita monoto-
na e senza senso. Costava due mi -
li oni e duecentomil a fra nc hi , ma
quando li chies i a mi o pad re, m i rise
in facc ia. Q ue l batte ll o era d ive ntato
la m ia droga . Non facevo c he so-
gnarl o, non pensavo ad altro . Per
questo progetta i la rap in a di rue Vi-
vienne . Ma non in quel g iorno sono
NOVEMBRE 1997 IJS
d ivenuto un crim inale: è stato mo lto
tempo prim a. No n ho fat to che met-
tere in prati ca quell o ch 'era in me
all o stato late nte, e pe rché se n
presentata l' occas ione. E ra inev ita-
bil e che, un anno o l'a ltro, av re i fi-
ni to con lo sv iarmi , a me no che ne l
frattempo avess i trovato un idea le.
Non che il fu rto m i p iacesse; ma
avevo rea lmente bi sogno d i un o
scopo di verso da qu ello c he si com-
pend iava in as pirazioni da vegetale.
Un nie nte avrebbe potuto sa lvarmi ...
E DIO ENTRÒ
ALLA SANTÉ
Com inciò il ca rcere in attesa de l
prim o processo, ne ll a so li tudine pi Lt
asso lu ta. La prim a vo lta che il cap-
pell ano de l carcere entrò nell a mi a
ce ll a, lo congedai q uas i subito, pe r-
c hé non avevo la fede. A casa no-
stra c'era tanta re li g ione qu a nta in
un a sc ude ri a, ma, dopo mes i di de-
te nzione, spro nato se nza sosta dal
mi o avvocato, ho cercato di c redere .
A poco a poco, sono stato condotto
a ri vede re le mi e concez ioni : non
avevo pi ù la certezza de l! ' ines isten-
za di D io, di ventavo ricett ivo senza
tuttavia possedere la fede . Tentavo
d i credere con la ragione, senza pre-
gare. Poi, all a fi ne di un anno d i de-
te nzione, bruscame nte, in poc he ore,
ho posseduto la fede, una ce rtezza
assolu ta . Ho creduto e non capi vo
pilì come facevo prima a non crede -
re. Tutto è di ventato chiaro in pochi
istanti . Era una g io ia se ns ibile fo r-
tiss ima che fo rse ho tro ppa te ndenza
a ri cercare ora, q uando I'essenziale
non è la comm ozione, ma la fede.
Il sangue d isseccato fum ava anco-
ra sull a mi a facc ia e pregavo Di o d i
vivere sempre in me e di da rmi la
forza di accetta re le sofferenze che
la sua mi sericordi a aveva vo luto
mand armi pe r la mia nasc ita nella
luce, a me c he avevo contribuito ad
affondare i chi od i nelle sue mani . E
venne la lotta, sile nziosame nte tra-
g ica, fra ciò che ero stato e c che
stavo d ivenendo, perché la creatu ra
nu ova che e ra stata innestata in me
impl orava da me un a ri sposta all a
quale e ro libero d i ri fi uta rm i. Il mi o
modo di vedere e ra camb iato, ma le
mi e abitudini di pe nsiero e di com-
portamento non erano cambi ate. Di o
le aveva lasc iate come e rano; biso-
gnav a che io abbattess i, adattass i,
ri costrui ss i, e non potevo essere in
pace che accettando questa guerra.
Ma Di o era . In lui trovavo la fo rza
di scorgere e attu are ciò che dovevo
di ventare pe r esse re a sua immag i-
ne. M i riconcili a i con mi a moglie e
cominciai a essere verame nte padre
pe r mi a fi g li a, anche se potevo ve-
de rle so lo un a volta al mese e pe r
pochiss im o te mpo. Dopo tre anni di
carcere preve nti vo, fu fi ssata la data
de l 3 apri le 1957 per il processo de-
finiti vo. Non avevo più alcuna fidu -
cia in qu ella specie di rappresenta-
zione teatrale, in cui deg li uomini ,
senza alcun ri schio, g iocavano la
mi a vita e menti vano sc ie nteme nte
per ottene re ciò c he il loro orgoglio
personale e il loro inte resse es igeva-
no. Come se la verità non fosse ab-
bastanza trag ica. Era vo lontà del Si-
gnore e cominciai a salire il mi o
Ca lv ari o . li processo te rminò con la
condann a a morte, da eseguirsi il I0
ottobre. Domani mattin a.
LA NOTTE
DELLA GHIGLIOTTINA
Sono così g iunto al termine dell a
mi a vita. Vita assa i breve , assai
vuota, con molto male, lacrime, san-
gue. ~on posso essere fiero di gran
che ! E vero che il Si gnore ama sce-
glie re ciò che è de bole e respinto, al
fin e di mostrare eh 'è attraverso la
sua grazia, operante ne lla debolez-
za, che noi siamo salvati. L'esec u-
zione av rà luogo domani verso le
quattro del mattino. Sarò come il
buon ladrone del Ca lvario e Gesù
mi ripete rà: « Ogg i stesso tu sarai
con me in Paradi so». Atte ndo nell a
notte e ne ll a pace. Fra c inque ore
vedrò Gesù. Ho baciato un a picco la
ciocca di capelli biondi. Sono di
Véronique, mi a fi g lia. Possa il mio
sangue, che sta per scoJTere, essere
accettato da Di o come un sacrific io
totale. C he ogni gocci a serva a can-
ce ll are un peccato mortale . Voi c he
leggerete queste ri ghe, ricordate vi
di me. Sento de i pass i nel corridoio.
Ve ngono a prende rmi. Sono fe li-
ce ... Add io !

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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I NOSTRI MORTI
BRAGGION Mario , salesiano,
t Pordenone il 23 maggio 1997 a 81 anni.
Ha amato e servito Don Bosco nei ragazzi
poveri dell'oratorio: 30 anni a Belluno, e 25
a Pordenone. Il cortile era la sua scuola:
buon organizzatore e saggio educatore , ani-
mava le molteplici attività. Onnipresente e
vigile nell 'assistenza. La sacrestia era il suo
pulpito: ha preparato centinaia di chieri-
chetti per il servizio all'altare. Infondeva lo-
ro entusiasmo ed emulazione con i vari con-
corsi di frequenza. Animava la catechesi
parrocchiale . Un vero « cuore oratoriano " .
MARIN sac. Egidio , salesiano ,
t Agordo (Belluno) il 18 luglio 1997 a 32 anni.
« Il Signore dà , il Signore toglie ... " . A 32
anni muore per incidente stradale. Un solo
anno dall'ordinazione sacerdotale! Era il
« domani " del Centro professionale di Me-
stre con quella laurea in ingegneria elettro-
tecnica e con quell 'entusiasmo salesiano
di vivere con e per i giovani di " ambienti
popolari che si avviano al lavoro " (Cast.
27) . Animatore ed educatore di gruppi gio-
vanili delle parrocchie vicine, era sempre a
disposizione con sacrificata generosità.
RUDZKA suor Bronislawa,
Fig lia di Maria Ausiliatrice ,
t Pogrzebien (Polonia) il 4/4/1997 a 88 anni .
Rimasta orfana dopo la prima guerra mon-
diale , fu accolta, insieme alla sorella mino-
re , nella prima casa che le FMA aprirono in
Polonia . Conobbe la serva di Dio suor
Laura Meozzi . Dopo la professione rimase
vicino a madre Meozzi fino alla morte di
questa. Per questo motivo suor Bronislawa
era la testimone più credibile della eroicità
delle virtù della serva di Dio . Costituì sem-
pre per le giovani in formazione un esem-
pio di grande fedeltà al Signore e di memo-
ria dei primi tempi dell 'istituto in terra
polacca.
MARCOLIN suor Angelina,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t San José di Costa Rica
1'1/2/1997 a 79 anni.
Era nata a Bassano del Grappa (Vicenza)
e a 20 anni , fatta la professione religiosa ,
fu destinata all 'Argentina, prima a Buenos
Aires , poi in Patagonia. Dopo una breve
visita in Italia, ritornò in America Latina. In-
segnante alla scuola primaria , era molto
attenta alla problematica giovanile , rico-
prendo anche incarichi di responsabilità.
Ebbe particolare cura delle famiglie pove-
re , per le quali si prodigava con generosità.
Era conosciuta e amata da tutti per la sua
semplicità, bontà e serenità.
PERICOLOSI sac. Silvino , salesiano ,
t il 14 luglio 1997 a Negrar (Verona)
a 76 anni.
Dopo una vita spesa con generosità nell'in-
segnamento e nell'assunzione di responsa-
bilità, nella diffusione della buona stampa
(ha scritto diversi volumetti per la formazio-
ne degli adolescenti) , ha dovuto ridurre la
sua attività per una non riuscita operazione
agli occhi. Negli ultimi anni ha esercitato
con sapienza e profondità sacerdotale il
ministero della confessione, riempiendo i
momenti liberi della giornata con l'ado-
razione eucaristica e la preghiera mariana.
BANDIERA Giuseppe, salesiano ,
t Pietrasanta (Lucca) il 7/4/1997 a 88 anni.
Da militare fece la Campagna greco-alba-
nese e venne internato in Germania fino al
1945. Fu attratto da Don Bosco ed entrò
nel noviziato di Varazze. Divenne salesia-
no nel 1952 , a 44 anni. Per il suo senso
pratico ed esperienza ebbe sempre l'incari-
co di provveditore prima a Strada Casenti-
no e poi a Pietrasanta dal '58 fino alla mor-
te. Di lui si deve ricordare la vita semplice
e povera, la fedeltà allo spirito salesiano , la
pietà profonda , la disponibilità sempre
pronta e cordiale.
TRAVERSA suor Angelica ,
Figlia di Maria Ausiliatrice ,
t Roppolo Castello (Vercelli)
il 16/2/1997 a 99 anni.
A 9 anni aveva incontrato madre Eulalia
Bosco, nipote del Santo, che le aveva pre-
detto il suo futuro come FMA. Tale predi-
zione fu rafforzata da una frase del beato
Filippo Rinaldi: « Sii buona, prega sempre ,
lavorerai tanto con la gioventù " · Figlia di
Maria Ausiliatrice a soli 19 anni , suor An-
gelica lavorò a lungo fra i bambini della
scuola materna. Fu apprezzata soprattutto
dalle autorità scolastiche che , potendo ,
inviavano a lei le giovani tirocinanti. Tem -
peramento allegro, aveva acquisito un tale
dominio di da essere sempre serena e
dignitosa al punto da accogliere con natu-
ralezza e gioia anche il decadere delle for-
ze fisiche fino alla consumazione.
PER SOSTENERE
LE OPERE SALESIANE
A quanti han no chiesto
informaz ioni , annunciamo che
LA DIREZIONE GENERALE
OPERE DON BOSCO con sede
in ROMA , ri conosc iuta
giuridicamente con D.P. del
2-9-197 1 n. 959, e L'fSTIT UTO
SALES IANO PER LE
MISSIONI con sede in TORINO,
avente personalità giuridi ca per
Decreto 13- 1-1924 n. 22 , possono
lega lmente ricevere Legati ed
Eredità.
Formule va lide sono:
- se si tratta d' un legato:
« ... lascio all a Dire:io11e Generale
Opere Don Bosco, co11 sede in
Roma (oppure all 'Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) a titolo di legato
la somma di lire... , (oppure)
l' immobile sito in ... per gli scopi
perseguiti dal l'Ente,
e particolarmente per l'esercizio
del culto, per la formaz ione del
Clero e dei Religiosi, per scopi
mi ss ionari e per l'educazione
cristiana.
- se si tratta invece di
nominare erede cli ogni sostanza
l' uno o l'altro dei due Enti su
indi cati :
« . .. an nullo ogni mia
precedente di sposizione
testamentaria. Nomino mio
erede universa le la Direzione
Ge11erale Opere Don Bosco con
sede in Roma (oppure l' Istituto
Salesiano per le Missioni con
sede in Torino) lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsias i
titolo, per gli scopi perseguiti
clali ' Ente, e particolarmente
per l'esercizio ciel cul to, per la
fo rn1azione ciel Clero e dei
Religiosi, per scopi mi ss ionari
e per l'educazione cristiana.
(luogo e data)
(firma per disteso)
NB . li testamento deve essere scrit-
to per intero cli mano propria
dal testatore.
BS NOVEMBRE 1997

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I NOSTRI SANTI
a cura di Pasquale Liberatore postulatore generale
BOLIVIA . La Figlia di Ma-
ria Ausiliatrice spagnola
suor Amaya Razquin è
stata inserita dal giornale
« Prensa libre ,, di Sucre
nella rosa dei migliori cit-
tadini per la sua opera di
promozione giovanile. Ha
infatti realizzato una casa
di accoglienza per giova-
ni campesine e sta ulti-
mando una scuola pro-
fessionale accanto a fab-
briche di mosaico e cera-
Il quadro aggiorna la si -
tuazione delle «Cause ,,
dei nostri santi al mo-
mento attuale. L'elenco
si limita a coloro di. cui
noi curiamo la Causa .
Altri , che pur apparten-
gono alla nostra famiglia
- come gli exallievi Sal-
vo D'Acquisto e Alber-
to Marvelli - dipendono
dalle rispettive diocesi.
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mi ca per preparare al
lavoro i giovani del posto . D. BOSCO
MAZZARELLO
BOSE. Anche quest'an-
no tra giugno e luglio nel
noto monastero fondato
SAVIO
RUA
da Enzo Bianchi , sono VERSIGLIA E CARAVARIO
state organizzate tre « set-
timane bibliche ,, per 120
« under 14 ,, : bambini e
VICUNA
RINALDI
ragazzi rispettivamente di MORANO
8-1 O anni (Vangelo di
Marco) , 10-12 anni (Eso-
do) , 12-14 anni (prima
BELTRAMI
NAMUNCURÀ
lettera ai Corinti) . Per CZARTORYSKI
l'occasione i monaci si
dedicano interamente ai
ragazzi , dimostrando che
VALSÉ-PANTELLINI
CHOPITEA
è un luogo comune che CIMATTI
la Bibbia non possa es-
sere presentata ai giova-
nissimi. Naturalmente
VARIARA
SRUGI
organizziamo tutto a loro KOMOREK
misura, anche con mo-
menti di ricreazione e di
gioco. Ma l'interesse dei
ALESSANDRINA
ZATTI
ragazzi è alto.
PALOMINO
TIMOR EST. Le armi che
la Gran Bretagna e altri
OLIVARES
MARTIRI SP.
paesi occidentali offrono TRONCATTI
all 'Indonesia sono alla
base delle sofferenze di
Timor Est. Senza armi
QUADRIO
ROMERO
l'Indonesia non potrebbe MERTENS
continuare a lungo un 'oc-
cupazione che _dura or-
mai dal 1975. E quanto
MEOZZI
GIORDANI
ha detto il premio Nobel HLOND
per la Pace mons. Belo MAMMA MARGHERITA
rivolgendosi a Londra al-
le autorità britanniche . Il
STUCHLY
vescovo è stato anche ne- ORTIZ
gli Stati Uniti e ha incon- LUSTOSA
trato il segretario d e l-
l'ONU. In un giro di con-
ferenze ha poi chiesto
ARRIBAT
COMINI
l'appoggio dei cattolici SALEM
USA per la causa della
pace nell'isola.
CONVERTINI
FERRANDO
-
FAMIGLIA SALESIANA
FAMIGLIA DI SANTI
di Teresia Bosco
Profili dei Santi , Beati ,
Venerabili e Servi di Dio della
Famiglia Salesiana
Editrice ELLE DI Cl
pp. 256 , lire 18.000
Spiritualità salesiana vissuta
alla scuola di san Giovanni
Bosco .
Dopo aver raccontato per i let-
tori del Bollettino Salesiano le
biografie affascinanti di questi
testimoni di santità, Teresio Bo-
sco le ha raccolte in un unico
eccezionale volume, destinato
a tutti gli amici di Don Bosco.
NOVEMBRE 1997 BS

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Gabriella Eramo.
Nata a Padova 45 anni fa ,
è stata eletta ad ag osto presidente
confederale delle exallieve/i
delle Figli e di Maria Au siliatrice .
Lavora presso un laboratorio
di fisica nucleare a Padova, dove
è pre sidente del la Con sulta delle
aggregazioni laicali della diocesi.
Che cosa ti ha spinta a impegnarti da sempre cosl a fondo nel-
/' associazione exallieveli?
Il mi o nuovo impegno è fr utto di un lento cammino di maturaz io-
ne nella spiritualità sales iana. Di questa due certezze mi guidano
nell e scelte di vita quotidiana: l' istintiva accog li enza de i g iov ani
per que ll o che sono e la sicurezza che in ogni perso na che incontro
c'è un " punto access ibile al bene".
Quali sono i compiti di un'associazione?
Nel corso della II Assembl ea mondi ale, svo ltasi a Roma dal 25 al
3 1 agosto, si è detto che l'Associazione deve rendersi più visibile,
offrendo all a Chiesa e all a Famiglia Salesiana la propri a spec ificità.
Vogli amo come exa llieve essere sempre più una presenza laica, re-
sponsabile e competente.
Quali saranno le lin ee direttive de l nuovo consiglio eletto per
prossimi sei anni?
Ci sentiamo come associazione proiettati verso il f uturo, con la
responsabilità di indicare nuove strade a favore dell a donna, del-
1' infanz ia, dei giov ani , soprattutto i più poveri e dell a Chiesa. Sia-
mo coscienti della nostra forza e, di conseguenza, del diritto/dovere
di proporci al mondo come donne impegnate e solidali . Prediligere-
mo la formazione, approfondendo l 'aspetto spirituale, lo studio co-
stante dei documenti della Chiesa e della spiritualità salesiana, in
particolare di Madre Mazzarello, ed educandoci al di alogo interre-
li gioso. Il primo ambjto di attività resta comunque la preferen za
per il mondo giov anil e.
Di quali l'isoJ"se dispone l'A ssociazione per J"ealizzare questi pro-
grammi?
Siamo tante, sparse nel mondo e sotto tutti i cieli.L'Associazione
ha chiesto al Pontificio Consiglio dei Laici di essere riconosciuta
come realtà "ec umenica", per cui se ntiamo anche la bellezza di po-
terci arricchire di tutta la spiritualità dei paes i orientali . Lavorere-
mo insieme con impegno e ottimismo , inserendoci là dove verremo
richi esti dall e parti colari situazioni di vita che ogni exallieva ed
exalli evo vive. Una fo rza rea le è la possibilità di stringe re ret i di
co ll aborazione con altre assoc iaz ioni e istituzioni che operano a fa-
vore e in difesa dell a vita e de lla donna.
IL BOLLETTINO SALESIANO
Mensile di informazione
e cultura religiosa edito
dalla Congregazione Salesiana
di San Giovanni Bosco
Nove mbre 1997
Anno CXX I
Numero IO
DIRETTORE RESPONSABILE:
UMBERTO DE VANNA
Redazione: Maria Antonia Chine llo - Giancarlo
De Nicolò - Franco Lever - Francesco Motto
Collaboratori: Teresio Bosco - Angelo Botta - Ernesto
Gattoni - Giuseppina Cudemo - Graziella Curti -
Margherita Dal Lago - Serdu - Bruno Ferrere -
Sergio Giordani - Antonio Mélida - Jean-François Meurs
Pietro Moschetto • Angelo Montonati - Giuseppe Morante
Gaetano Nanetti - Angelo Paoluzi Alessandro Risso -
Silvano Stracca
Fotoreporter: Clpriano De Marie - Franco Marzi -
Carla Morselli - Guerrino Pera - Pietro Scalabrlno
Progetto grafico e impaginazione:
Ufficio Grafico SEI
Diffusione : Arnaldo Montecchio (Torino)
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo in oltre 45 edizioni nazionali e
19 lingue diverse (tiratura annua oltre 10 milioni di copie)
in: Antille (a Santo Domingo) - Argentina - Australia -
Austria - Belgio (in fiammingo) - Boemia - Bolivia -
Brasile - Canada - Cen tro America (in Guatemala) - Cile -
Cina (a Hong Kong) - Colombia - Croazia - Ecuador -
Filippine - Francia - Germania - Giappone • India
(in inglese. malayalam, tamil e lelugù) - Irlanda - Gran
Bretagna - Italia - Korea del Sud - Lituania - Malta -
Messico - Olanda - Paraguay - Perù Polonia -
Portogallo - Slovacchia - Slovenia - Spagna - Sri Lanka -
Stati Unili - Thailandia - Ungheria - Uruguay -
Venezuela - Zaire.
Edizione Cooperatori. A cura dell'Ufficio Nazionale
(Mariano Girardi) Via Marsala 42 - 00185 Roma -
Tel. (06) 44.60.945.
Registrazione: Tribunale d1 Torino n. 403 del 16.2.1949
Fotocomposizione: EDIBIT - Torino
Stampa: MEDIAGRAF s.p.a. - Padova
Don Bosco in the W orld
È possibile leggere in anticipo
parte del prossimo numero.
Basta colleg arsi via Internet
a questo indirizzo: www.sdb.org
Associato alla
Union e Sta mpa
Periodica It a liana
INDIRIZZO
Via della Pisana 1111 - 00163 Roma
Tel. 06/656.12.1 - Fax 06/656.12.556
Conto corr. post. n. 46.20.02
intestato a Direzione Generale
Opere Don Bosco, Roma.
BS NOVEMBRE 1997

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TAXE PERçUE
TASSA RISCOSSA
PADOVA C.M.P.
NEL PROSSIMO NUMERO
I
IL NATALE DI TONINO BELLO
Il Natale di un vescovo .
«Andiamo a Betlemme » è l'augurio di Natale
che monsignor Tonino Bello , vescovo di Molfetta,
indirizzò ai fedeli della sua diocesi .
PER LE PARI OPPORTUNITÀ
di Maria Antonia Chine/lo
Intervista esclusiva a suor Marcella Farina, nominata membro
della Commissione Nazionale per le pari opportunità tra uomo
e donna. La nomina di una suora alla «pari opportunità»
apre a dialoghi nuovi e collaborazioni più feconde làJdove
si decidono le politiche e le azioni sociali in difesa della donna.
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TENUE È LA NOSTRA LUCE MA ILLUMINA...
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di Giancarlo Manieri
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La comunità dei giovani di Verona-Albaré
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festeggia i venticinque anni dalla fondazione.
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Una lunga storia di presenza tra i tossicodipendenti .
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IN OMAGGIO
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Un inserto eccezionale da conservare:
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«LA MOSTRA DEL CENTENARIO» a Valdocco.
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