Bollettino_Salesiano_198616


Bollettino_Salesiano_198616



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UN ANNO
CON DON BOSCO
IN ITALIA

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3 NOTE SPIRITUALI
don Viganò ci parla
4 BREVISSIME
8 REPORTAGE
Un cuore oratoriano per la gente di Akure
di Giuseppe Costa
La prima delle presenze salesiane visitate nel re-
cente viaggio in Nigeria è quella di Akure, capo-
luogo dell'Ondo State. Ve la presentiamo.
35 PASTORALE GIOVANILE
Un «raggio verde"
per l'associazionismo culturale
di Pier Dante Giordano
Fra le tante iniziative che sl sono svolte in estate
animate dai salesiani singolare appare certamen-
te quella che ha visto un nutrito gruppo di giovani
alla Mostra del Cinema di Venezia.
In copertina:
Un anno con don Bosco
in Italia
1 NOVEMBRE 1986
ANNO 110
NUMERO 16
38 PROTAGONISTI
Da suddito degli Asburgo a cittadino del mondo
di Giovanni Fedrigotli
Ricordiamo don Albino Fedrigotti recentemente
scomparso. Fu un autentico figlio di Don Bosco e
in lunghi anni di responsabilità che lo portarono ad
essere anche Prefetto generale della Congrega-
zione dimostrò di amarla intensamente.
RUBRICHE
Pigy di Del Vaglio, 6 - La lettera di Nino Barraco, 7
. I nostri santi, 40 I nostri morti, 41 Solidarietà,
42-43 .
CALENDARIO SALESIANO 1987
Il calendario del 1987 - atteso dal lettori della rivi-
sta con sempre più simpatia - ha scelto di pre-
sentare nel corso dei dodici mesi, quasi una
carrellata cinematografica, le presenze salesiane
in Italia. Le immagini delle opere vengono poi ac-
compagnate da immagini di volti giovanili quasi a
sottolineare l'indissolubile vincolo esistente fra il
mondo giovanile e quello salesiano. Questo ad un
anno dal centenario della morte di san Giovanni
Bosco la cui vita fu interamente donata ai giovani.
IL BOLLETTINO SALESIANO
Rivista fondata da san Giovanni Bosco
nel 1877
Quindicinale di informazione e cultura
religiosa edito dalla Congregazione
Salesiana di San Giovanni Bosco.
INDIRIZZO
Via della Pisana 1111 - Casella post. 9092
• 00163 Roma-Aurelio - Tel. 06/69.31.341.
Conto corr. post. n. 46.20.02 Intestato a
Direzione Generale Opere Don Bosco,
Roma.
DIRETTORE RESPONSABILE
GIUSEPPE COSTA
Redazione: Giuliana Accornero Marco
Bongloannl - Eugenio Fizzotti - Gaetano Na-
netti . Angelo Paoluzl • Cosimo Semeraro.
Archivio: Guido Cantoni
Diffusione: Arnaldo Montecchio
Fotocomposizione, impaginazione è stam•
pa: Stabilimento Grafico SEI Torino
Registrazione: Tribunale di Torino n. 403
del 16.2.1949
IL BOLLETTINO SALESIANO SI PUBBLICA
* Il primo di ogni mese (undici numeri,
eccetto agosto} per tutti.
Il 15 del mese per i Cooperatori Sale-
siani.
Collaborazione: La Direzione invita a man-
dare notizie e toto riguardanti la Famiglia
Salesiana, e s'Impegna a pubblicarle secon-
do il loro interesse generale e la disponibllì·
tà di spazio.
Edizione di metà mese. A cura dell'Ufficio
Nazionale Cooperatori (Alfano, Rlnaldin~ .
Via Marsala 42 - 00185 Roma Tel. (06)
49.50.185.
IL BOLLETTINO SALESIANO NEL MONDO
Il BS esce nel mondo In 39 edizioni naziona-
li e 18 lingue diverse (tiratura annua oltre 1O
milioni di copie) In: Antille (a Santo Domin-
go) - Ar9entlna Australia Austria - Bel-
gio (in fiammingo) - Bolivia - Brasile Ca•
nada - Centro America (in Guatemala) - Cl-
le Cina (a Hong Kong) - Colombla - Ecua-
dor - Filippine Francia • Germania • Glap•
pone India (in inglese, malayalam, tamil e
telugu} • Irlanda e Gran Bretagna Italia -
Jugoslavia (in croato e in sloveno} - Korea
del Sud • Lituania (edito a Roma) • Malta
Messico - Olanda - Paraguay Perù - Po•
Ionia Portogallo • Spagna - Stati Uniti
Thallandla Uruguay Venezuela • Zaire
DIFFUSIONE
ti BS è dono-omaggio di Don Bosco a chi
lo richiede.
Copie arretrate o di propaganda: a richie-
sta, nel limiti del possibile.
Cambio di Indirizzo: comunicare anche l'In-
dirizzo vecchio.

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- - - - - - - - - -s11-
I NOVEMBRE 1986 3
Infatti:
l'area sociale dei giovani bisognosi e le esigenze del-
la fede popolare abbisognano di molte competenze
laicali;
la promozione integrale include la dedizione a par-
IL LAICO
ticolari settori deU 'ordine temporale, in c ui opera il
laico;
NEL PROGETTO
il primato del Vangelo nelle svariate attività promo-
zionali impegna, da una parte, le possibilità di servi-
OPERATIVO
zio del prete fino all'esaurimento, e richiede, dall'al-
tra, indispensabili interventi di professionalità
DI DON BOSCO
umana;
il Movimento di persone deve essere vasto appunto
perché, come diceva Don Bosco, ci sono troppe cose
importanti e concrete che i preti e i chierici non posso-
no fare; d'altra parte lui voleva che fosse « un modo
pratico per giovare al buon costume ed alla civile so-
cietà»;
LI laico è un cattolico convinto:
infine, lo spiri10 salesiano permeato di realismo, di
spinge la storia dell'uomo verso le esigenze del Regno; semplicità, di buon senso, di comunione familiare, di
costruisce una sintesi viva tra sacro e profano;
duttilità e adattamento alle situazioni, è particolar-
testimonia la propria spiritualità in intima armonia mente atto a dare una sua fisionomia attraente alla
con quella del prete;
spiritualità giovanile e popolare.
conosce il segreto cristiano che trasforma il tempo e Nel Progetto operativo di Don Bosco il laico si sen-
l'amore;
te proiettato in avanti, chiamato a impegnarsi nena
gioisce nel sentirsi chiamato dal Padre alla santità. costruzione del futuro, a fare storia nei fatti (anche
Sono, queste, delle asserzioni affascinanti, su cui senza l'esibizionismo della pubblicità), a fare da pro-
abbiamo rineuuto durante l'anno (cfr. Bollettino Sa- tagonista nell'area più feconda della speranza umana.
lesiano nei numeri anteriori - 1986).
ln questo Movimento salesiano il laico riceve e dà:
È in vista di una vocazione così magnifica che Don riceve luce di Vangelo, energia di grazia, senso di vita,
Bosco, nella sua vita e azione, privilegiò il ruolo del partecipazione a un programma di bene, comunione
laico e ne ricercò la collaborazione.
d'affetto e di ideali; dà amore, fa fruttificare le sue
li Progetto operativo da lui proposto comportava: doti e competenze, esercita la sua professionalità, per-
una ben definita scelta di campo, a favore dei gio- feziona l'incisività salvifica della Chiesa e testimonia
vani e dei ceti popolari marcati dalla povertà sociale e il primato di dignità e di missione portato dal Batte-
dalla trascuratezza religiosa;
simo.
un programma organico di promozione integrale Per Don Bosco il laico deve anche possedere una
per educare simultaneamente «l'onesto cittadino e il buona dose di coraggio. «Per fare un po' di bene -
buon cristiano));
diceva - è necessario aver coraggio»; «non temerei
il primato spirituale dei valori della salvezza inse- Dio è con la Chiesa in tutti i giorni fino alla fine dei
rendo nella concretezza del quotidiano il fermento del secoli: tocca ai cattivi di tremare dinanzi ai buoni e
Vangelo;
non ai buoni di tremare dinanzi ai cattivi».
l'animazione di un vasto Movimento di operatori Con il Concilio è suonata l'ora di un nuovo comin-
per convogliare verso i problemi di tanti destinatari ciamento della missione della Chiesa nel mondo: in
tutti gli apporti e le competenze possibili;
prima fila è collocata la vocazione del laico, cristiana-
uno spirito evangelico ricco di umanesimo, di sensi- mente impegnato e intrepido.
bilità pedagogica e di creatività sociale.
Anche tu, sentiti interpellato!
Un simile Progetto sarebbe apparso utopico se non
avesse implicato una massiccia presenza di laici.
do n Egidio Viganò

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4 · I NOVEMBRE 1986
ARGENTINA
U n francobollo per Zefitino
L a Repubblica
Argentina ha voluto
ricordare con
l'emissione di un francobollo
l'anno centenario della
nascita del venerabile
Zefirino Namuncrnà, figlio
dell'ultimo Gran Cacico
delle Pampe Argentine.
Nato il 26 agosto 1886
Zefirino Namuncurà
conobbe i Salesiani in
Patagonia rimanendone
«preso». Chiese a suo padre
cli andare a studiare a
Buenos Aires. Qui trascorse
cinque anni nel Collegio
S. Carlo.
Ammalatosi di mbercolosi
polmonare a 17 anni tornò
in Patagonia da dove il
Cardinale Cagliero lo fece
andare in Italia per
continuare gli studi e al
tempo stesso curarsi. Si
spense I' 11 maggio 1905.
Le sue spoglie mortali
vennero rimpatriate a Fortin
Maercedes nel 1924 e da
quell'anno vedono sfilare
ogni anno migliaia di devoti.
La sua costituisce ormai una
autentica devozione popolare
di massa.
La causa di beatificazione,
iniziata nel 1945, si è
conclusa con il Decreto di
eroicità delle virtù.
Recentemente le Conferenze
Episcopali del Cile e
deU'Argentina hanno chiesto
che il Papa lo proclami
Beato nel suo prossimo
viaggio primaverile nelle due
Repubbliche.
EQU A D O R
Si è svolto il Congresso
Latino-Americano degli EX
D al 13 al 17 settembre
1986 si è svolto a
Quito in Equador il
7° Congresso Latino-
Americano degli Exallievi
Salesiani.
Tema del Convegno è stato:
«Gli exallievi moltiplicatori
dell'opera educativa di Don
80SC0l).
Il convegno, aperto dallo
stesso Rettor Maggiore don
Egidio Viganò presenti anche
don Sergio Cuevas Leon,
consigliere generale per la
Famiglia Salesiana e le
Comunicazioni Sociali, il
presidente confederale dott.
Giuseppe Castelli con il
segretario dote. Tommaso
Natale ed il tesoriere
Giuseppe De Michelis, il
delegato don Cbarles Cini, si
è articolato in una serie di
sottoterni che hanno visto i
250 delegati presenti
impegnati a riflettere
soprattutto sui riflessi sociali
dell'educazione ed in
particolare su quanto
possono fare gli exallievi. La
relazione principale è stata
svolta dal presidente della
Federazione Equadoriaoa
dott. Espinosa Zevallos il
quale ha evidenziato
soprattutto il fatto che
l'America Latina è un
continente di giovani.
È chiaro - ha detto fra
l'altro - che la crisi
economica dell'America
Latina si ripercuote
I Nelle foto:
Immagini del 7°
Congresso Latino-
Americano
essenzialmente sui giovani e
ciò impone una svolta io
campo educativo. Vari e
molteplici sono stati i
suggerimenti per questa
«svolta».
li convegno ha avuto diversi
momenti di fraternità ed
allegria. Un particolare
cenno meritano la Messa di
apertura nella sfolgorante di
luci Chfosa dei Gesuiti ed il
pranzo offerto dal presidente
della Repubblica exallievo
log. Leon Febres Cordero.
EL SALVADOR
La consacrazio ne episcopale
di mo nsignor Di Pietro
A Imeno 50 mila
cristiani provenienti
da tutto il Paese e
da quelli vicini hanno
partecipato a Sonsonate in
El Salvador alla cerimonia di
ordi.naziooe episcopale di
Monsignor Carmine Di
Pietro, già ispettore
salesiano in Centro America.
La cerimonia presieduta dal
Cardinale salesiano Obando
y Bravo, arcivescovo di
Managua si è svolta allo
stadio ((Ana Mercedes
Campos».
Monsignor Di Pietro è il
primo vescovo della Diocesi
di Sansonate.
JUGOSLAVIA
XV Colloquio internazio nale
sulla vi ta salesiana
D aJ 22 al 29 agosto
1986 si è svolto a
Maribor in
Jugoslavia il XV colloquio
internazionale sulla vita
salesiana. n tema di
quest'anno ha visto riuniti
circa 40 esperti dibattere su:
« I giovani e la Famiglia
salesiana di fronte alla
religiosità popolare».
Questo Convegno è stato
preparato da un direttivo di
esperti composto da don
C. Semeraro, don
R. AJberdi, don A. Druart,
don R. Helbing, don A. Van
Luyo e Sr. E. Rosanna; lo

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- - - - - - - - - - -~ -
Al Convegno hanno
partecipato anche
rappresentanti del
Dipartimento per la
Cooperazione allo Svihq,po
del Ministero degli Ester 1
noncllé alcuni Responsabili
di Organismi di volon1aria10.
I NOVEJ.4BRE 1986 5
riposo dell'anima mia... La
mia tomba sia semplice...
una croce di pietra. .. Se si
può si scriva o si scolpisca in
cinese "Si offerse vittima
per le vocazioni dei
cinesi"». Moriva il 29
sellembre 1943: aveva 28
anni. Da sei era Salesiano.
Una via dedicata ad un
giovane salesiano
CINA
I Nella foto:
Sala
dell'Arcivescovado di
Maribor, sede del
Co lloq uio•
stesso direttivo si è assunto il
compito cli organizzare il
«colloquio>) dell'anno
prossimo che si terrà a
Lisbona in Portogallo.
I risultati di questi
«colloqui» vengono raccollj
dall'Editrice ElleDiCi di
Leumann (Torino) in
ahrettanti volumi:
recentemente è uscito il 12°
dal titolo «Disoccupazione
giovanile in Europa.
Problemj educativi e
tentativi di soluzione>l,
curato da Mario Midali e da
Cosimo Semeraro.
ITALIA
È nato un organismo
salesiano di volontariato
internazionale
e on un convegno su
«Sviluppo e
solidarietà: chiavi
della pace», l'Associazione
Volontariato Internazionale
per lo Sviluppo (VIS) si e
presentata pubblicamente a
Torino il 5 ottobre 1986.
Promosso dal Centro
Nazionale Opere Salesiane il
VlS ha sede a Torino presso
l'lstituto Rebaudengo.
Essa è nata come esigenza di
risposta salesiana alla sempre
più cliffusa domanda
giovanHe di inserirsi nelle
structure salesiane con
esperienze di volontariato
internalionale. li VIS si è
presentato ai giovani d'Italia
come una realtà cli laicato
volontario con modalità
salesiane ispirando la sua
azione di pace, di sviluppo e
solidarietà allo spirito e al
metodo tipici di Don Bosco.
Durante il convegno del 5
onobre sono intervenuti il
Rettor Maggiore don Egidio
Viganò, il donor Gianfranco
cauai che ha parlato
dell'azione degli organismi
non governativi cli
volontariato nella
Cooperazione allo Sviluppo.
Con l'occasione la nuova
associazione ha presentato i
suoi dirigenti nelle persone
del presidente Prof. Silvano
DalJa Torre, del suo vice
Ing. Enrico Sacchi e del
coordinatore DOlt. Sergio
Sgambetterra.
L a Giunta comunale cli
Castello di S.
Giovanni llarione in
provincia di Verona ha
voluto dedicare una strada
del paese al ricordo di un
chierico salesiano morto
missionario in Cina:
Severino Rigodanzo.
La cerimonia si è svolta il 7
sellembre 1986 alla presenza
delle Autorità religiose e
civili della cittadina.
Prima dell'inaugurazione il
direttore dell'Istituto Don
Bosco di Verona don Luigi
Boscaini ha ricordato la
figura di questo giovane
salesiano.
Severino era nato a Castello
di S. Giovanni llarione il
28.8. 1915.
A 16 anni partiva per Ivrea
per frequentare il Ginnasio.
A 21 anni (1936) lasciava
l'Italia per le missioni
Salesiane della Cina. In Cina
completa gli studi di liceo e
si fa salesiano. Nel 1941 è a
Macao nell'orfanotrofio
affidato ai Salesiani. Qui il
suo lavoro di assistente e la
consumazione del suo
sacrificio prima ancora di
iniziare gli studi di teologia.
Anche nella colonia
portoghese di Macao le
conseguenze della seconda
guerra mondiale si fanno
sentire. Severino si ammala.
Prima di morire scrive il suo
lestamento e lo consegna al
suo direttore: (<Dopo morto
desidero che non si facciano
sprechi: una veste tra le più
vecchie, una cotta fra le più
usate, ed un crocefisso sul
petto... In chiesa la S.
Messa.. . possibilmente
cantata con comuniont
Dopo la Messa desidererei
che il mio cadavere
rimanesse in chiesa ed i
giovani, specie i più piccoli
passassero a pregare per il
Vive a Kunming il salesiano
che salvò tre ragazzi
D urante l'occupazione
giapponese ad Hong
Kong la scuola
salesiana «Aberdee School>l
linl in mano alle truppe di
occupazione nonostante che
nella stessa scuola fossero
rimasti alcuni ragazzi orfani.
Tre di loro si resero
«colpevoli» d'aver sporcata
l'acqua usata per bere dalla
truppa. Vennero condannati
a morte. li salesiano don
Francesco Wong appena
seppe la cosa si precipitò dal
comandante e senza
esitazione offri la sua vita al
posto di quei poveri ragazzi.
La generosità di don
Francesco impressionò quel
comandante che lini con il
«perdonare» tutti.
L'episodio è stato raccontalo
a don Giovanni Tang,
direttore del Bollettino
Salesiano cinese da un
teSLimone alJora ragazzo Mr.
Lee She-shing.
Don Francesco Wong vive a
Kunming in Cina e
nonostante che abbia
superato i settant'anni è
ancora un attivo sacerdote e
salesiano.
Nella foto:
Don Francesco Wong

1.6 Page 6

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6 I NOVEMBRE 198o
EQUADOR
«Luz del domingo» ba 25
«Lanni
uz del domingo», il
foglietto domenicale
fondato da don
Giuseppe Ruaro per la
partecipazione e
l'animazione liturgica dei
fedeli dell'Equador ha 25
anni. Il foglio infatti iniziò
le pubblicazioni il 7 ottobre
1962 in coincidenza con
l'apertura del Concilio
Vaticano 2°, Luz del
domingo raggiunge tutte le
parrocchie dell'Equador e
viene stampato
settimanalmente in
duecentomila copie. Altra
iniziativa editoriale legata a
Luz del domingo e animata
da don Giuseppe Ruaro è il
mensile «Familia Nueva»
che viene pubblicato in
32.000 copie.
A queste due iniziative
editoriali curate dai salesiani
equadoriani va aggiunto
anche il mensile per
catechisti «Anunciarn che
viene pubblicato in settemila
copie.
dei 40 che quest'anno sono
partiti o partiranno per le
missioni, era composta da
sedici salesiani, da dodici
Figlie di Maria Ausiliatrice,
da una suora Oblata del S.
Cuore, da due laici
volontari, la signorina
. Sometti Maria ed il signor
, Marconi Daniele.
~~'" J quaranta missionari - che
'; \\:
:~ , :.,. "'!. ~
__
provengono da più nazioni
- sono deslinati in massima
parte ali'Africa con alcune
eccezioni per l'Asia
-~~ (Giappone, Indonesia,
'' Corea) e per l'America
' Latina (Brasile, Messico e
Bolivia).
Convegno sul volontariato a
Catania
JUGOSLAVIA
Messori tradotto in sloveno
I libri di Vittorio Messori
in Jugoslavia, come
altrove del resto, banno
successo. Proprio nelle
settimane scorse è stato
pubblicato in sloveno
«Scommessa sulla morte»
dopo che con buon successo
era stato prima pubblicato
« [potesi su Gesù».
A fare questo lavoro di
traduzione nel primo come
nel secondo caso è stato il
salesiano don S1anis Kahne
O)))
]~~
o
INella foto:
La copertina in
sloveno.di
Scommessa sulla
morte•, edito in Italia
dalla SEI di Torino
ed altri salesiani
dell'lspettoria di Lubiana
che nonostante le difficoltà
poste loro dal Governo e
nonostante la stessa povertà
del mercato librario sono
riusciti a fare di questi
volumi varie ristampe.
ITALIA
Consegnato il Crocifisso
a 40 missioruiri
L a Basilica di Maria
Ausiliatrice ha
rinnovato domenica 5
ottobre 1986, il tradizionale
rito di consegna del
Crocifisso ai missionari
salesiani che fanno parte
della 116ma spedizione
missionaria.
Il suggestivo rito è stato
presieduto da don Egidio
Viganò alla presenza di
numerosi altri Superiori
Salesiani, di alcune Madri
del Consiglio Generalizio
delle FMA, di Ispettori e
Ispettrici, di molli paremi ed
amici dell'Opera Salesiana.
n gruppo che ha ricevuto il
Crocifisso, in rappresentanza
D a1 24 al 27 agosto si
è svolto al lido D.
Bosco di Catania il
Xli convegno del
Movimento Giovanile
Salesiano di Sicilia sul tema:
VOLONTARJATO, UNA
RISPOSTA GIOVANE.
Gli oltre 500 partecipanti,
provenienti da tutta l'isola
ed espressione dei vari
ambienti e settori apostolici
della Famiglia Salesiana,
hanno avuto modo di fare
sia un'approfondita
riflessione teorica che
un'esperienza di confronto
con operatori impegnati in
alcuni dei tanti organismi in
cui si esprime il volontariato
odierno.
Un'esperienza intensa e
«travolgente» che ha avuto
inizio con una relazione
introduttiva del Delegato per
la Pastorale Giovanile D.
Luigi Perrelli che utilizzando
tecniche di dinamica di
gruppo ha consentito ad una
massa cosi notevole un
contatto ,eon i termini
essenziali del Volontariato.
Un artistico recital del
Gruppo CGS Life di
Biancavilla, diretto da A.
Bellocchi, ha poi condensato
in gesti, musiche e canti il
significato profondo del
volontariato come gratuità
trovandone le sorgenti nel
dono di sé.
l nuclei tematici centrali del
Convegno sono stati
presentati nelle relazioni

1.7 Page 7

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- - - - - - - - - - -# -
molto apprezzate di Pietro giovanile.
Gesù. Ha poi consegnato ai
Cipriani, vicepresidente
Non secondario è stato
giovani una medaglia ricordo
nazionale del Movimento di l'apporto di numerosi
quasi impegnando i giovani,
Volontariato Italiano e di P. giovani convegnisti sul loro in vista del centenario della
Alfio Fisicheila, sociologo. li «spicciolo» volontariato
morte del grande Padre e
primo ha trattato il
soprattutto nell'ambito
maestro dei giovani, D.
significato e le motivazioni educativo come animatori di Bosco, a farsi portatori di
del Volontariato oggi. Esso è vari ambienti e situazioni di un messaggio di vita e di un
uno stile globale di vita i cui accoglienza e formazione di concreto impegno di amore
cardini sono la condivisione, ragazzi e giovani.
tra i tanti coetanei che
la gratuità, il disinteresse, il E concreta manifestazione di vivono il vuoto e lo
primato dell'essere; una
una volontà orientata ad
smarrimento del senso della
scelta utopica ed insieme con agire più che a parlare è
vita.
L. PerreIJi
profonde interazioni col
stata la donazione di sangue
sociale e col politico; una
ali'A VlS da parte di molti
sorgente di vera
giovani e la cospicua offerta
autoeducazione dei giovani per le missioni delle diocesi Premio «S. Andrea
alla solidarietà-fraternità-
siciliane consegnate a P.
d'argento)> a Paolo del
giustizia-non violenza-
Pemicone, segretario del
Vaglio
partecipazione; un fenomeno Centro Missionario
che si confronta con
l'attività sociale. A questo
aspetto si è collegata la
Regionale.
Un tocco ulteriore di
concretezza, rapportato alle
I I nostro collaboratore
professor Paolo del
Vaglio con le due
profonda relazione di P.
gravi problematiche della
vignette qui pubblicate ha
Fisichella che ha messo in
disoccupazione giovanile, è vinto a Vercelli il «S.
evidenza le connessioni che stato l'offerta di un servizio Andrea d'argento», premio
esistono tra le sfide del
del centro S. Chiara di
prestigioso assegnato
territorio e le risposte del
Palermo per informare i
nell'ambito della sesta
volontariato. Solo una
giovani sulle possibilità
biennale di Vercelli che in
previa ed approfondita
offerte dalla legge varata
questa edizione ha avuto
analisi delle trasformazioni come «progetto giovani sud» come tema «l'arte
sociali, culturali e politiche,
soprattutto attinenti alle
nuove emarginazioni
incombenti sul mondo
giovanile, può portare ad
per formare deUe
cooperative, di cui è stato
anche presentato un
esempio.
Infine, ma in realtà cuore
w
offrire le giuste risposte. I pulsante del Convegno, è
passaggi che vanno
srato notevole il clima di
dall'analisi all'intervento
fede e di preghiera pur in
nella concreta realtà sono
un'esperienza aperta a tutti e
stati ampiamente
in cui più <Ji un giovane, con
approfonditi dai gruppi di intensa commozione, ha
studio.
detto di aver riscoperto un
Molto vivace è stato poi il Dio vivo. Momenti culmine
confronto coi «testimonb> di questa coinvolgente
del Volontariato. Una
espedenza spirituale sono
carrellata stimolante
stati la celebrazione della
rappresentata dal CO.PE, da Parol11, della Riconciliazione
operatori in situazione di
e della Eucaristia, la
grave marginalità sociale,
consegna del Nuovo
dall'unica ragazza che ha
Regolamento ai Cooperatori
aperto in Sicilia il fronte del Salesiani per mano
Volontariato femminile e dai dell'Ispettore D. Calogero
molti giovani che pur tra le Montanti e del Delegato
tante difficoltà escogitate dal Mondiale D. Mario
competente ministero vivono Cogliandro e la Celebrazione
nello spirito del volontariato conclusiva presieduta da sua
il servizio civile alternativo Ecc. R.ma Mons. Luigi
come obiettori di coscienza. Bonmarito, Vescovo di
Molto incisiva la
Agrigento e responsabile
testimonianza di Laici e
della Cooperazione delle
religiosi impegnati nel terzo Chiese di Sicilia.
mondo (Ciad,
Un vero afflato di simpatia
Madagascar...), ed alcune ha coinvolto i giovani e
esperienze di frontiera
!'«accattivante)> pastore che
avviate in Europa dai
salesiani nell'ambito della
ha magistralmente tracciato
le linee ponaoti di un
VtDEOMANiA
devianza ed emarginazione volontariato ispirato a Cristo
1 NOVEMBRE 1986 7
dell'umorismo nel mondo».
Al nostro Pigy vadano Je più
vive congratulazioni del
Bollettino Salesiano e dei
suoi lettori.
A Prato c'è una nuova
scuola dedicata a Don Bosco
e on l'inizio dell'anno
scolastico 86/87 la
«Tredicesima Scuola
Media» di Prato è uscita
dall'anonimato numerico per
assumere una precisa
connotazione, perché è stata
intitolata a San Giovanni
Bosco, il santo dei giovani.
Si deve all'intere.ssamento,
ma soprattutto all'amore per
Don Bosco del prof. Pietro
Coppa, preside della scuola e
affezionato cxallievo
salesiano, la scelta di questo
nome, quasi a voler rendere
così tangibile la presenza del
santo in mezzo ai ragazzi del
popoloso quartiere deUa
laboriosa città toscana.

1.8 Page 8

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_ REPORTAGE_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
8 I NOVEMBRE 1986
Nigeria
UN CUORE
ORATORIANO
PER LA GENTE
DIAKURE
Da Lagos all'Onda State. Tra
slogans e colori. Una provincia
nigeriana. La presenza dei
salesiani.
Muoversi nelle città e
all'interno della Nigeria non è im-
possibile anche se nel momento in
cui caricate i vostri bagagli su uno
dei numerosi e onnipresenti La.Xi
gialli a strisce nere bisogna ricordar-
si di aggiungere anche una buona
dose di spirito d'avventura.
I taxi in Nigeria fanno indubbia-
mente anche folklore: su di essi in-
fatti, a mo' di slogans ed a caratteri
più o meno cubitali, fanno spicco,
quasi messaggi di saggezza antica,
le espressioni più originali. Eccone
un campionario.
« Vivi e lascia vivere» (Live and
let live), «II Signore sia con voi fino
al prossimo incontro » (God be with
you tilt we meet again), « L'ignoran-
za è una malattia» (Ignorancc is a
disease), « Ignoranza è felicità»
(Jgnorance is bliss), « La precarietà
è permanente» (No condition is per-
manenc).
Da Lagos all'Ondo State - è qui
che si trovano le due prime presenze
salesiane nel Paese - si può arriva-
re facilmente in taxi oppure, è la no-
stra proposta, facendosi accompa-
gnare da qualcuno degli oltre due-
mila italiani che vi lavorano.
Si giunge in poco più di tre ore
prendendo l'autostrada per Benin,
la città dei bronzi, e uscendo dopo
duecentocinquanta chilometri circa.
Man mano che ci si allontana dalla
capitale il paesaggio, sempre carat-
terizzato da alte palme, si fa più ri-
posante e meno caotico fino ad im-
mergersi definitivamente nella pace
di un territorio eminentemente ru-
raie come l'Ondo State i cui centri
più grossi sono Akure e Ondo. La
prima città, circa centocinquanta-
mila abitanti, ne è il capoluogo ed
Akure d'una piccola capitale ha tut-
ta l'aria.
Essa si sviluppa, senza un appa-
rente piano regolatore, lungo l'asse
di un corso principale - l'Oba
Adesida Road - che porta alla zo-
na residenziale della città e al Palaz-
zo del Governatore; si disperde
quindi in un labirinto di vicoli con
ai lati ammassi di costruzioni nuove

1.9 Page 9

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- - - - - - -5'1-
in cemento non troppo alte o di ba-
racche in legno.
Non vi mancano i negozi anche se
soltanto al mercato è possibile tro-
vare di tutto: dalla salsa De Rica al-
le pile Leclanchè. La città è anche
sede diocesana con una cattedrale in
stile neocoloniale irlandese dedicata
al Sacro Cuore.
Ne è vescovo monsignor Francis
Alonge che, grazie anche alla sua
pronta disponibilità è riuscito ad as-
sicurarsi le due presenze salesiane.
Non è poco considerato che la Dio-
cesi popolata da un milione e sette-
centocinquantamila abitanti ha me-
no di ottantamila cattolici. I preti
locali sono ono. Non vi mancano
altre presenze di religiosi e di reli-
giose le quali pur non riuscendo a
coprire i bisogni spirituali e mate-
riali della Diocesi 1uuavia con la
guida del Vescovo, le danno una
certa vivacità e consistenza organiz-
zativa.
Anche ad Akure come nel resto
deU'Africa nera le ore sono scandite
dagli inviti alla preghiera del muez-
zin mentre dappertutto vi sorgono
chiese e insegne di nuove religioni.
«Qui - mi ha dichiarato il Ve-
scovo Alonge - la maggioranza
non è cauolica però tutti ci rispetta-
no. Di fatto poi l'ampia libertà e
tolleranza consentita dalla nostra
Costituzione favorisce il sorgere di
nuove religioni. Non è tuttavia da
escludere l'aspetto affaristico e po-
litico del fenomeno».
Nell'insieme Akure è dunque
l'immagine di una città che vive e
che cresce: scuole, banche, negozi e
perfino un pizzico di eleganza nel-
l'arredo urbano ed in non pochi
suoi abitanti.
Problemi?
«Per i ragazzi che studiano - mi
ha risposto il Vescovo - c'è soltan-
to lo spettro della disoccupazione e
della fame mentre la mancanza di
scuole professionali adeguate alle
esigenze del territorio provoca il pa-
radosso che qui spesso importiamo
manodopera specializzata fore-
stiera».
I Salesiani ad Akure si trovano in
Araromi Street al centro di uno spa-
zio verde una volta foresta dove an-
La domenica sul prato della
parrocchia
I NOVEMBRE 198<, 9
cora nel buio della sera è possibile
scorgervi le lucciole e dove al primo
sorgere del sole, lucertoloni, gechi e
farfalle si rincorrono in un gioco
screziato e splendente.
Tutto è incominciato nel novem-
bre 1982 allorché, inviati e assistiti
dall'lspettoria Subalpina di Torino,
vi sono giunti don Vincenzo Marro-
ne e don Riccardo CasteUino.
«Qui - si dissero subito i due -
bisogna fondare un oratorio attor-
no al quale far ruotare cuuo il re-
sto». E così è stato.
Se andate ad Akure non perdetevi
lo spettacolo della messa domeni-
cale.
li grande prato verde al centro del
quale si trova la chiesa - una brut-
ta e cadente costruzione che entro il
1988 verrà sostituita da un grande
tempio in stile yoruba dedicato a
Maria Ausiliatrice - si anima pre-
sto di bambini, giovani e adulti.
Sembra il sagrato d'un antico paese
medioevale con la differenza che
qui non c'è selciato, ma erba verde
né dame e cavalieri ma giovani si-
gnore con il kele in testa ed il bam-
bino alla schiena.

1.10 Page 10

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10 · t NOVEMBRE t986
All'ingresso dell'edificio quattro
«cburch wordens» (ndr.: specie cli
ufficiali di picchetto), con la fascia
dai colori liturgici a tracolla vigila-
no perché si entri ordinatamente
mentre assegnano i posti, vendono
il settimanale cattolico Indipendent
- è stampato ad fbadan - e sorve-
gliano sull'immancabile e puntiglio-
sa «church collection» del dopo
predica.
Intanto incominciano a racco-
gliersi i componenti del coro; porta-
no una casacca blu mare ed un toc-
co in testa.
Quando la gente ha preso posto e
sul verde sagrato i chierichetti ac-
cendono le candele, allora, fra l'at-
tenzione generale, drurnmers (tam-
buri), seckeere (specie cli recipiente
con ceci e semi dentro), e agogo
(campanelli) incominciano a ritma-
re mentre i coristi accompagnandosi
con eleganti movenze ritmiche into-
nano con entusiasmo e in lingua yo-
ruba: «Manda Signore la tua luce».
A quel punto anche tu, bianco
dalla fede razionale e secolare, senti
il bisogno cli segnarti per immergerti
nella fede semplice e profonda di
questa gente.
La messa durerà quasi due ore;
qui tempo ed eternità, umano e di-
vino si uniscono con estrema faci-
lità.
Più tardi a pranzo qualcuno ti fa-
anche giungere un piatto di
«pounded yam», il caratteristico ci-
bo locale a base di farina, carne e
salse piccanti. È il segno che in quel-
la messa è nata un'amicizia e che
l'ospite da queste parti è ancora sa-
cro.
Ad Akure ci sono quattro salesia-
ni che lavorano su un triplice fron-
te: la parrocchia, l'oratorio, le sta-
zioni missionarie.
I quattro formano un tutt'uno
composito. Per il parroco don Vin-
cenzo Marrone non ci sono dubbi.
«Ad Akure, dice citando le Costi-
tuzioni salesiane, vogliamo realizza-
re la stessa esperienza pastorale di
Don Bosco che a Torino Valdocco
seppe creare un oratorio che fu per
i giovani casa che accoglie, parroc-
chia che evangelizza, scuola che av-
via alla vita e cortile per incontrarvi
amici e vivere in allegria».
«Qui - prosegue don Riccardo
Castellino, suo vice ed incaricato
dell'oratorio - cli spazio e di lavoro
per i giovani ce n'è tanto e del resto
la stragrande maggioranza della po-
polazione è giovane. A noi è sem-
brato che l'oratorio potesse essere
un buon approccio. Intanto oltre al-
la flessibilità delle sue strutture, c'è
il contatto personale... ».
«E poi - si inserisce don Matteo
Sa!la, il più giovane del gruppo ed
ultimo arrivato - abbiamo inten-
zione di creare dei mini-laboratori
in grado di addestrare e avviare al
lavoro questi ragazzi. Abbiamo in-
cominciato con l'apertura cli un
centrostampa offset che oltre ad ad-
destrare ragazzi ci servirà per stam-
pare sussidi catechistici per la dioce-
si priva di simili iniziative».
Un discorso a parte meritano le
dodici out-stations affidate alle cure
di don Pietro Urbinis. Si tratta cli
villaggi rurali, spesso posti in luoghi
quasi irraggiungibili, affidati alle
cure del missionario che a turno li
visita somministrando per l'occa-
sione i sacramenti dopo cli aver veri-
ficato la catechesi svolta sul posto
dal catechista locale.
La povertà di questi villaggi pone
seri problemi di solidarietà umana
oltre che di impegno evangelizza-
tore.
Certo poco più di quattro anni
non bastano per fare il bilancio d'u-
na presenza ancora in costruzione.
Di sicuro c'è che ad Akure ci si
muove con gradualità, insieme aUa
chiesa locale affettuosamente vicina
a questi figli di Don Bosco, e pro-
grammando precise mete nella con-
vinzione che la conoscenza di un
popolo, cosa sempre ardua, è il pre-
supposto d'ogni autentica evange-
lizzazione e di ogni educazione.
Giuseppe Costa
2. Continua
(LI precedente articolo è apparso
nel fascicolo di setlembre)

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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# _ _ PASTORALE GIOVANILE_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
I CGS a Venezia cinema
1 NOVEMBRE 1986 · 35
UN ccRAGGIO VERDE>>
PER l!ASSOCIAZIONISMO
CULTURALE
Un gruppo di giovani aderenti
ai circoli giovanili socio-culturali
ha partecipato attivamente alla
Mostra veneziana.
Ecco il significato della loro
presenza.
Da tempo si sono ab-
bassate le luci che per dodici giorni
hanno illuminato la 43" Mostra del
Cinema di Venezia. Il clangòre che
dal Palazzo del Cinema del Lido ba
lanciato richiami in tutta Italia ed
oltre, quasi a dimostrare la risor-
gente vitalità della settima arte, ha
spento i suoi accenti di entusiasmo.
All'ingresso di peregrinj cinema di
qualche grande città, viene riesuma-
to un titolo o un'immagine sfilati
sulla passerella del.La Biennale; ma
ormru i toni sono smorzati. La
grande festa è finita: si apre il tem-
po dei ricordi e delle considerazioni.
Non possiamo rimanerne estranei;
l'argomento ci interessa. Prima di
tutto per l'inconsueta immagine
del.La nostra epoca che i film presen-
tati tratteggiano. Si dice che il cine-
ma è anche arte e proprio dagli ani-
sti del cinema presenti a Venezia,
nel gioco sottile ili suoru e immagi-
ni, è stata dipinta l'aruma del nostro
tempo. Umori sommersi, sensazioni
spesso indefinite, dimensioni sfug-
genti della società contemporanea
hanno trovato corposità visiva sugli
schermi del Lido. Un aspetto ricor-
rente e quasi ossessivo dei film in
rassegna è stato il senso dell'insod-
disfazione radicale dell'uomo, le
sue irriducibili incertezze, gli sgo-
menti che troppo spesso producono
l'esito ingiustificato della morte o
del suicidio e, comunque, un'in-
quietudine tormentata che agita la
coscienza individuale e spesso la
collettività e trova unico sbocco nel-
la fine violenta o disperata. Non a
caso, forse per spontanea reazione,
pubblico e Giuria hanno prerruato
quel «Raggio verde» di Rohmer (il
film vincitore della Mostra) che at-
traversa l'incubo di tante incertezze
e salva la dimensione della speran-

2.2 Page 12

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36 · I NOVEMBRE 1986
za. È quanto confenna Massimo
Mazzucco, regista trentaduenne,
che ha riscosso un imprevedibile
successo di pubblico con il film
«Romance». «Nel mio film, alla fi-
ne, c'è speranza, perchi è ciò che io
credo, ciò che volevo raccontare:
una speranza ci deve sempre esse-
re». Sono battute raccolte nel corso
di una imervista che il regista tori-
nese ha rilasciato ad un gruppo di
animatori CGS presenti a Venezia
per un «laboratorio» di cinema. Ed
è questa presenza del CGS un se-
condo motivo di <<speranza» con-
nesso con la Biennale del cinema.
Può sembrare presuntuosa l'affer-
mazione, anche perché, chl non è il-
luminato dalle telecamere o ingran-
dito sulle prime pagine dei giornali
sembra non avere esistenza. Eppu-
re, come giustamente annotava il
quotidiano «Avvenire» (sabato 6
settembre 1986) « ... Ci sono anche i
cattolici in platea che continuano a
lavorare in silenzio. Guardano,
ascoltano, prendono nota di quanto
vedono intorno a loro. Sono in mol-
ti». Ed erano in molti i rappresen-
tanti dell'Associazione CGS (Cine-
circoli Giovanili Socioculturali)
provenienti da tutt'ltalia per vivere,
collegata con la Biennale, un'espe-
rienza culturale ed educativa di al-
tissimo livello. Perfezionando una
prassi di lavoro già sperimentata in
anni precedenti, anche quest'anno
quasi 100 giovani animatori CGS si
sono susseguiti in due intensi «labo-
ratori» per cogliere i massimi van-
taggi culturali dalla Biennale-
cinema e gli stimoli formativi di un
campo-scuola. Tra i tami possibili
modi di essere presenti alle grandi
manifestazioni culturali, ci è sem-
brata esemplare la scelta CGS di al-
lestire, con grande inveslimento di
persone e di risorse, una proposta
educativa che favorisse l'attitudine
critica e insieme creativa dei giovani
all'interno di una Mostra che, pur
accentuando gli aspetti culturali, ri-
schia di avallare l'abitudine al con-
sumo acritico e passivo dei prodotti
dell'industria culturale. Nel conte-
sto di altre similari iniziative estive
di promozione culturale dei giovani
nell'ambito dei media e dello spetta-
colo, il CGS, promosso dai Salesia-
ni e dalle FMA, anche a Venezia ha
collocato una sua proposta dj for-
IUno dei tre gruppi di animatori
CGS che hanno partecipato al
campi scuola CGS di Venezia
1986
(Foto Fantonl)
mazione rivolta a giovani che già
operano come animatori culturali in
gruppi presenti nelle opere sale-
siane.
ll progetto si è tradotto in due
Campi-scuola che, utilizzando i ma-
teriali di grande attualità presentati
dalla Biennale, hanno o ffcrto ai
partecipanti l'occasione per appro-
fondire aspeui culturali, linguistici
ed estetici dei prodotti fùmici, con-
nessi con indicazioni metodologiche
utili ad una efficace animazione dei
gruppi giovanili interessati allo spe-
ci fìco dell'attività cinematografica.
LI «laboratorio», strettamente inte-
grato nel piano formativo del Cam-
po, fornjva l'opportunità di speri-
mentare una adeguata metodologia
per produrre sussidi e materiali cri-
tici indispensabili per attività di ci-
neforum, di cinema d'essai o di al-
tre attività educative e didattiche
inerenti ai prodotti audiovisivi.
Con le sigle «Venezia I » e « Ve-
nezia sono stati ritagliati due
momenti formativi per destinatari
diversificati che, nell'arco di tempo
decorrente dal 25 agosto al IO set-
tembre, banno fatto propri gli
obiettivi indicati. Tra panini divora-
ti in una manciata di minuti e tazze
di caffè ingurgitate per sopravvivere
alla spossatezza, le lezioni teoriche
si innestavano tra implacabili chilo-
metriche proiezionj di film, a detta-
re La giusta cifra di lettura del mon-
do dell'immagine. Le successive
esercitazioni pratiche del «laborato-
rio», impostate su una precisa gri-
glia di lavoro, aiutavano i giovani
animatori COS nella rielaborazione
critica dei prodotti presentali e nella
produzione di schede e di articoli.
Ogni giorno, suddivisi in cinque
gruppi, ognuno dei quali era seguito
da due esperti animatori, i parteci-
panti al corso dipanavano, tra mon-
tagne di giornali, macchine da scri-
vere e registratori, la complicata
matassa delle mille comunicazioni
poetiche, emotive, ideologiche che
gli schermi del Lido e il mondo cul-
turale che lo circondava proponeva-
no a ritmo incalzante. li lavoro di
«laboratorio» prevedeva, infatti, la
rielaborazione critica immediata di
quanto giorno per giorno interessa-
va la Biennale. Entro la fine della
giornata ogni gruppo di lavoro pre-
sentava ai coordinatori del Campo
la scheda critica del fùm visionato o
l'articolo con l'intervista a registi o
personalità del cinema o la recensio-
ne e iJ confronto critico di tutti i
mm quotidiani circa un selezionato.
La generosità el'impegno dei giova-
ni ha consentito loro di poter segui-
re più dì quaranta film della Bien-
nale, dei quali una ventina sono sta-
ti passati al setaccio di una attenta
crjtica che, riassunta in apposite
schede, vedranno una prossima
pubblicazione utile agli operatori
del settore. Il materiale critico pro-
dotto è anche arricchito da una serie
di interviste che i giovani animatori,

2.3 Page 13

▲back to top


-----------5'1-
in veste di provetti giornalisti, han-
no raccolto sfidando le preziosità e
le riserve di tanti personaggi del ci-
nema confluiti al Lido. Agli abbor-
daggi dei «cigiessini» non sono riu-
sciti a sfuggire notorietà della deci-
ma musa quali Pupi Avati (che ha
raccolto premi e larghi apprezza-
menti per il suo «Regalo di Nata-
le»), Tonino Guerra (poeta e scrit-
tore, da trent'anni il più prestigioso
sceneggiatore del cinema nostrano),
Mario Verdone (docente di storia e
critica del film all'università di Ro-
ma), Massimo Marzucco (regista di
«Romance», uno dei film più ap-
plauditi della Mostra), Beppe Cino
(promettente giovane autore) ed al-
tri ancora.
Il direttore della Biennale, Gian
Luigi Rondi, con il quale abbiamo
avuto la possibilità di scambiare
brevi parole, ha molto apprezzato il
lavoro che l'Associazione CGS sta
svolgendo in concomitanza con la
Mostra del cinema ed è grazie al suo
apprezzamento e al suo personale
interessamento se quest'anno il
CGS ha potuto usufruire di partico-
lari attenzioni. Garantire un centi-
naio di accrediti presso una Mostra
che è letteralmente presa d'assalto e
I Tonino Guerra scrittore e
sceneggiatore Intervistato da
uno dei gruppi CGS del campo
scuola di Venezia
(Foto Fantoni)
che riserva spazi sempre più ridotti
perfino alle associazioni di catego-
ria, è stato un riconoscimento della
positività che l'injziativa CGS da
qualche anno sta garantendo. Per
1NOVEMBRE 1986 37
questa ragione, l'Associazione si sta
impegnando io un ulteriore propo-
sito di serietà e qualità per non delu-
dere le crescenti aspettative dei gio-
vani e del contesto culturale del
Paese, per il quale i CGS stanno of-
frendo un meno modesto contribu-
to. Mentre le infuocate giornate di
Venezia hanno lasciato al ricordo i
ritmi vorticosi dell'attività, un lavo-
ro non meno intenso sta occupando
un bel gruppo di animatori, «so-
pravvissuti» alla Biennale e che ora
proseguono il loro impegno di atti-
vità culturale applicando nel pro-
prio gruppo le indicazioni di meto-
do apprese nei Campi-scuola di Ve-
nezia o lavorando a ricomporre in
modo più ordinato il risultato dei
«laboratori» per dare alla stampa il
prodotto finito. Sarà un ulteriore
contributo d,ei giovani a servizio di
quanti operano nell'ambito del ci-
nema, della televisione e dell'area
culturale relativa ai mezzi di comu-
nicazione sociale. Non sfugge,
quindi, la duplice direzione degli
esiti positivi che l'esperienza vene-
ziana assume: qualificare i giovani
animatori CGS, rendendoli compe-
tenti e capaci di attività produttiva
nell'ambito del cinema culturale e
abilitarli ad un servizio qualificato
che si riflette all'interno della stessa
Associazione CGS per allargare la
propria area di influenza promozio-
nale per i giovani, interessandoli ai
fenomeni della cultura espressa e
veicolata dai grandi mezzi della co-
municazione sociale.
Pierdaote Giordano

2.4 Page 14

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_ PROTAGONISTI_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __
38 · r NOVEMBRE 1!196
DA SUDDITO DEGLI ASBURGO
A CITTADINO DEL MONDO
Si è spento don
Albino Fedrigotti,
per vent'anni
Vicario Generale
dei Salesiani.
Con una solenne cele-
brazione nella Basilica di Maria Au-
siliatrice di Torino, la Famiglia Sa-
lesiana ha dato l'addio, lo scorso 27
agosto, a don Albino Fedrigotli.
Era nato a Tiarno di Sotto nel
1902. Sfollato in Boemia nell'ago-
sto del 1915, come tutti i Ledrcnsi,
venne successivamente accolto a
Vienna in un ospizio per profughi,
in cui operavano tre magnifici sale-
sjani tedeschi, che, parlando otti-
mamente l'italiano, rassicuravano i
loro giovani allievi dal _pericolo di
una temuta «germanizzazione».
Tale incontro risultò così positivo
che Albino, assieme al fratello Bor-
tolo ed al cugino Giuseppe Risalti,
decise di abbracciare la vita religio-
sa nella Congregazione fondata da
don Bosco.
Terminato il noviziato in Slove-
nia, Albino viene in Italia per gli
studi filosofici ed ha Ja fortuna di
incontrare fra i suoi insegnanti don
Antonio Cojazzi, che lo avvia alla
filosofia, e don Vincenzo Cimatti,
ora avviato alla gloria degli altari,
che lo introduce nel mondo della
musica, che, in modi diversi, Albi-
I

2.5 Page 15

▲back to top


-----------sB-
I NOVEMBRE 1986 39
no coltiverà per tutta la vita.
A 19 anni, con una chiamata del-
l'ultimo momento, parte, assieme al
fratello Bortolo, per gli Stati Uniti
dove inizia la sua esperienza salesia-
na a servizio dei ragazzi americani.
Rientrato in llalia per la teologia,
viene ordinato sacerdote il 9 luglio
del 1928.
Rientrato negli Stati Uniti, diven-
ta direttore di Tampa (Florida) New
Rochelle (New York), Newton
(New Jersey) e quindi Ispettore (co-
sì si chiama presso i Salesiani il Su-
periore Provinciale) della Califor-
nia e, quattro anni dopo, del Messi-
co e delle Antille.
Nel 1948 viene chiamato dal Su-
periore Generale don Pietro Rical-
done a far parte del Consiglio Supe-
riore della Congregazione Salesia-
na, come Consigliere per la stampa
e la Propaganda. Nel 1952 viene
eletto Rettor Maggiore don Renato
Ziggiotti e don Albino gli succede
nella carica di Prefetto Generale,
che ricopre, attraverso successive
elezioni, fino al 1971.
In tale veste collaborò con don
Renato Ziggiotti nell'impresa gi-
gantesca di visitare tutti i salesiani
del mondo, nell'intento di restituire
alla Congregazione Salesiana quella
unità, che era stata messa in perico-
lo dalle molte divisioni e frontiere,
sorte a seguito della seconda guerra
mondiale. A tale compito si dedicò
senza badare a rischi e pericoli,
spingendosi fino ai luoghi più lonta-
ni ed impervi, dove ci fosse un figlio
di don Bosco, cui portare una paro-
la di comunione e di speranza.
Il colloquio coi suoi confratelli
era cordiale ed immediato, agevola-
to dalla sua non ordinaria capacità
linguistica, che gli permetteva di
maneggiare con disinvoltura sei o
sette lingue, che era venuto appren-
dendo attraverso le numerose pere-
grinazioni, che egli aveva affronta-
to per necessità storica e per obbe-
dienza e che lo avevano portato dal-
l'Impero Asburgico alle lontane
Americhe.
Tracciandone il profilo durante
la messa esequiale, don Luigi Fiora,
Procuratore Generale dei Salesiani,
ha sottolineato le dimensioni spiri-
tuali di don Albino, che erano il
motore di tutto.
AJ centro stava un cuore profon-
damente sacerdotale: don Albino si
sentì sempre e dappertutto «per
grazia di Dio sacerdote salesiano»
(come scrive in apertura del suo te-
stamento). Di qui veniva la tenacia
e la fedeltà nel servizio; l'attacca-
mento al ministero delle confessio-
ni, da cui lo staccò solo la morte; la
passione per la Chiesa, che egli ve-
niva scoprendo, poco a poco, neJJa
immensità delle sue dimensioni e dei
suoi problemi.
E tale sacerdozio acquistava una
tonalità sua propria per l'attacca-
mento geloso alla tradizione salesia-
na più genuina, per il gusto di an-
nunciare il Vangelo ai giovani e di
orientarb al Signore (quanti debbo-
no a lui, se così si può dire, la loro
vocazione?), per la felicità di abita-
re nei «luoghi santi» salesiani (Val-
docco e Becchi) di cui era custode
ed eloquente guida.
La qualità della sua vita i:nteriore
trovò il suo banco di prova nella
cessazione dall'ufficio, prima, e,
negli anni più recenti, nel doloroso
e sereno declino dovuto all'età ed
alla malattia.
Dal suo posto prestigioso e fati-
coso si staccò con la semplicità di
un fanciullo, senza crisi e rimpianti,
felice del suo perdurante ministero
sacerdotale, di poter insegnare lin-
gue ai ragazzini delle medie, e di af-
fiancare i confratelli della casa nei
più semplici lavori manuali.
Anche i lunghi anni di malattia,
che l'andarono minando poco a po-
co distruggendone il fisico, non riu-
scirono ad intaccare la sua tempra
spirituale. Era sempre sereno, pron-
to a dare pace più che a chiederne,
disposto ad offrire i sacrifici che gli
erano progressivamente richiesti
con quella stessa calma, che aveva
caratterizzato i suoi giorni migliori.
I cappelli che Ignazio Fedrigotti
aveva offerto a don Bosco (si con-
serva ancora la lettera di risposta
del Santo), i biglietti delle sue lotte-
rie che la zia Margherita aveva ven-
duto ai tiarnesi, il Bollettino salesia-
no che, vivente don Bosco, già cor-
reva per la Val di Ledro avevano
gettato il buon seme. La messe non
poteva mancare.
Ora don Albino si è ricongiunto
con gli amici di Vienna: con il fra-
tello Bortolo, morto come Ispettore
in Australia; col cugino Giuseppe
Risatti, morto in Medio Oriente,
dopo un lunghissimo servizio mis-
sionario.
Si spegne una generazione che
vuole lasciarci un messaggio: quello
di custodire ed accrescere il patri-
monio di Fede, che viene dalla no-
stra storia.
Giovanni Fedrigotti
Ispettore Salesiano del Trentino
e del Veneto Occidentale.

2.6 Page 16

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40 · I NOVEMBRE 1986
I NOSTRI
SANTI
NON POTEVA
AVERE FIGLI
M ia figlia Marialuisa - ex
allieva dell'Istituto Magi-
strale •Maria Ausiliatrice• di To-
rino - già madre di Luca di 4
anni, soffriva da tempo di fibro-
mi all'utero. Visitata da un cele-
bre ginecologo dell'Ospedale
S. Anna di Torino, le veniva pre-
scritto di non avere più figli, in
quanto un nuovo parto avrebbe
potuto cagionarle la morte. Il de-
siderio di avere una figlia, di cui
già era stato preannunziato il
nome Chiara, veniva cosl bru-
scamente interdetto In nome
della scienza umana, ma non di•
vina, in quanto mia figlia nel
marzo di quest'anno ci Informa-
va, dimentica di sé e di ogni al•
tra conseguenza di essere in•
cinta. Tutti noi ci preoccupam-
mo di prevenire a tempo una
evenienza cosi disastrosa. Ma-
rialuisa confidò unicamente nel-
l'aiuto soprannaturale e p_er 9
mesi pregò S. Domenico Savio,
fissando alla sua maglia l'abiti•
no del Santo, proprio quello che
Domenico diede a sua madre
che stava per morire di parto e
che operò Il miracolo.
La sua fiducia in S. Domenico
Savio fu incrollabile: partorl feli•
cemente la sua tanto attesa
Chiara Il 19/11/85. Mamma e fi.
glia stanno benissimo.
Ora chiedo per riconoscenza
che la grazia sia pubblicata sul
Bollettino.
Ernesto Ugazio Torino
PER INTERCESSIONE
DI ALESSANDRINA
D I solito accadeva ogni voi•
ta che ero influenzata
l'esplosione dell'asma. Attraver-
so l'Intercessione di Alessandri-
na ho chiesto al Signore la gra-
zi~ di non subire attacchi d'a-
sma un giorno che venni colpita
da un'influenza molto forte. Dis-
si ad Alessandrina che, se fossi
graziata lo avrei comunicato al
Bollettino Salesiano. Eccomi
qua per dire la mia allegria e
gratitudine.
Maria /sabei Maga/hàes
Ponta Delgada, Açores
Portogallo
Un mio fratello, in seguito a
ANNI DIFFICILI
E TRAVAGLIATI
varie circostanze, si trovava nel-
l'impossibilità di risolvere una
situazione finanziaria, per la
quale aveva speso tutti i suoi ri-
V ogllamo ringraziare pub- sparmi. Avendo famiglia e vi-
blicamente Maria Ausilia-
trice e San Giovanni Bosco per
vendo del solo stipendio, la si-
tuazione divenne insostenibile e
l'aiuto e la protezione concessa- umanamente senza via di uscita
cl tanto amorevolmente in que- quando le persone che credeva
sti ultimi anni, per noi spesso oneste e di cui si era fidato, gli
difficili e travagliati.
chiesero altri milioni per porre
Con grande riconoscenza termine a tutti gli ostacoli.
continuiamo fiduciosi ad Invo- Avuta ancora la conferma che
carli e a pregarli, per non perde-
re mai, grazie al loro aiuto, la se-
renità e la volontà necessarie al
umanamente non c'era nulla da
fare, mi rivolsi nuovamente a
Maria Ausiliatrice e a San Gio-
conseguimento di risultati sem- vanni Bosco, mediante la prodi-
pre migliori.
giosa Novena. L'ultimo giorno di
Maurizio e Silvia Genova
essa, telefonai ancora a mio fra-
tello, con l'intento di farmi senti•
re vicina in quelle ore di ango-
scia: ma fu grande la mia sor-
presa e commozione quando
RICONOSCENTE A
mia cognata mi comunicò subito
con gioia che, proprio la sera
MARIA AUSILIATRICE E A prima, quelle persone avevano
SAN GIOVANNI BOSCO telefonato comunicando che
non c'era più nessun ostacolo.
D esidero pubblicare, come
da promessa fatta, due
strepitose grazie ottenute da
San Giovanni Bosco, mediante
la recita della Novena a Maria
Ausiliatrice, da Lui raccoman-
È con animo profondamente
grato che ringrazio dl cuore Ma-
ria Ausiliatrice e San Giovanni
Bosco e Li prego di continuare
la Loro protezione su me e su
tutta la mia famiglia.
data.
Maria Antonietta Vitali in Serra
Alcuni anni fa un mio parente
Roma
aveva gettato me e tutta la fami-
glia in grande angoscia, perché
si era preso Il brutto vizio di be-
re. La sua salute, già minata per
un lieve Infarto cardiaco (natu-
ralmente sempre a causa del
bere) andava man mano peg-
RIMOZIONE
DI UN LIPOSARCOMA
giorando, tanto che i medici
1 stessi gli diagnosticarono uno o
due anni di vita. Essendo una
1 2 febbraio 1982 mi dovetti
sottoporre ad Intervento chi-
ex-allieva salesiana volli rivol- rurgico per la rimozione di un li·
germi a San Giovanni Bosco, posarcoma retro-peritoneale si-
pregandolo di Intervenire e di nistro, che mi minacciava il re-
porre fine all'angoscia di tutta la ne. L'operazione portò alla reci-
famiglia. In un momento dispe- sione totale del muscolo
rato Gli diedi il tempo: entro il «psoas• (dell'anca).
mese di maggio! È con commo- Dopo 28 giorni di degenza la-
zione che ricordo ora li momen- sciai l'ospedale su una sedia a
to in cui ebbi la notizia della gra- rotelle. 11 Chirurgo, che mi aveva
zia ottenuta e con quanta grati- operato, mi disse, alla presenza
tudine continuai a pregare San dei miei famigliari: •Abbiamo
Giovanni Bosco per tutte le ne- salvato Il rene, ma non potrà più
cessità della mia famiglia.
usare la gamba sinistra•. Rima-
Qualche mese fa ebbi nuova- si oltre un anno sulla sedia a ro-
mente l'occasione di sperimen- telle, poi mi servii di sostegni e
tare la Sua Intercessione, ed ora bastoni ortopedici. Ogni volta
in forma più Immediata:
che tentavo di usare la gamba,
questa, sempre insensibile dal-
l'inguine al ginocchio, si ripiega-
va sotto li corpo.
Avevo sempre una speranza.
Da ragazzo ero stato allievo dei
salesiani al •Mary Help of Chris-
tians School• di New York e par-
rocchiano della chiesa omoni•
ma. Là avevo incontrato Mons.
L. Versiglia che mi aveva dona-
to un piccolo crocifisso. Mi rlvol•
si dunque con fede al Beato per
ottenere la grazia di poter cam-
minare e posi quel crocifisso so-
pra l'arto debilitato. Notai dap-
prima un certo recupero di for-
ze, tanto che potei passare dalla
sedia a rotelle all'uso del basto-
ne ortopedico. Finché una notte
sentii una voce che mi invitava
ad alzarmi e camminare. La cre-
detti un'Illusione, ma Qualcuno
mi toccava e mi ripeteva: Alzati
e cammina. Madido di sudore
per l'emozione, tentai di alzarmi
e ci riuscii. Era la fine del 1985.
Ora (febbraio 1986) posso cam-
minare, guidare la macchina,
uscire da solo a fare la spesa,
cosa che mi sarebbe impossibi-
le senza l'intercessione del Bea-
to Luigi Versiglia da me, e dai
miei, fervorosamente invocato.
Daniele Orlando
Brunswick, Georgia (USA)
UNA SITUAZIONE
DISPERATA
D esidero ringraziare tutti i
Santi Salesiani e Maria
Ausiliatrice che hanno interce-
duto affinché, in una situazione
disperata come la mia, tutto an-
dasse per il meglio.
Lettera firmata
PROBLEMI ALLA VISTA
V orrei ringraziare Eusebia
Palomlno per aver ascol-
tato le mie preghiere e aver aiu-
tato mio genero che per un ab-
bassamento della vista avrebbe
dovuto affrontare un intervento
all'occhio con il laser. Le pre-
ghiere lo hanno guarito del tut-
to, naturalmente.
T. B. Turchia

2.7 Page 17

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I
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-·-
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...... -
I NOSTRI
MORTI
t NOVEMBRE 1986 41
LIPRANDI slg.re MARIA n . BOSIO,
cooperatrice e zelatrice t Bra a 90
anni
Con1adlna cuneese, forte, ricca di
enorme fiducia In Dio e nel futuro riu•
sci a superare con la preghiera e la
speranza tantissime difficoltà Resta
una figura emblematica una gena.
razlonè che ha sopponato •due
guerre mondiali• con tutte le consa.
guenze immaginabili.
Rimasta vedova nel 1937 con cin-
que figli minorenni a carico, mamma
Llprandl non si perdette d'animo. La
sua prima forza era la fiducia in Dio,
nel Dio della Bibbia che interviene
nella storia di ciascuno di noi e che fa
storia Insieme a noi. Il suo motto era·
•Nostro Signore cl aiuta• e intanto
non stava con le man! conserte: riu-
sci infattl a far molto per i suol figli e
per tutti coloro che avevano bisogno.
Diceva spesso; lo ho donato, subi-
to, e Dio la prlmogenìta Anna Maria,
morta piccina: a Gesù - tramite la
Madonna e don Bosco - Giovanna,
suora F.M.A. e alla patria due
artiglieri-alpini forti: Battista e Biagio.
La seconda guerra mondiale, infat-
ti, le portò vra i due figli maggiori. di•
venut, I sostenitori della famigha:
Battista del '19 e Biagio del '22 en-
trambi appanenenti al 4° Reggimen•
IO Artiglieria Alpina. Gruppo Mondo.
vi, 10• Batteria E di nuovo difficollà
economiche, ansie, attese, preoccu-
pazioni... Ma nemmeno stavolta
Mariella• si scoraggiò, anzi riusci
ad aprire la sua povera casa di cam-
pagna a molli soldati sbandati.
Quanti ne aiutò! I poveri vestiti del
suol figli dispersi sono stati indossati
da giovani che, se hanno poi potuto
raggiungere le loro fam,glie senza
essere deportati in Germania, lo da.
vono a lei •Anche In Russia - dica.
va spesso - cl sarà certamente una
mamma di cuore, che accoglierà
Battista e Biagio e nusclrà a nasoon•
darli e a curarli, perché possano un
giorno ritornare•
Non son più tornati, ma lei Il ha
sempre attesi e considerati vivi.
Mamma Llprandl era una donna di
gran fede: I nomi che maggiormente
pronunciava, oltle quello di Nostro
Signore. erano, Maria Ausiliatrice e
don Bosco Non mancava mai a nes-
sun appuntamento delle cooperatrici
e zelatrici. Conferenze, esercizi spin-
tuali, pellegrinaggi, gite diventavano
i momenti forti di ricarica nel suo
cammino dl lede.
La sua esistenza ha lasciato un sa.
gno ed è un esempio per i figli, per I
nipoti e per tutti coloro che ebbero la
fortuna di conoscerla.
MORA aac. GIOVANNI, salesiano t
Borgomanero (NO) a 73 anni
ste, di 35 anni, lìaccò la fibra del gJO-
vanotto che, sano e robusto, a 19 an.
nl aveva lasciato il paese; ora vi ritor-
nava, colpito dal mala, ma non do-
mo. Sofferente di diabete, che lo ren.
derè completamente cieco, e di un
vizio cardiaco che condiziona la sua
ettlvllà, non si arrese. Il 14 maggio
1986 ci ha lasciati.
Lo aveva battezzato lo :zio mons.
Giovanni Mora, missionario salesla•
no a Madras, dicendo: •Tu sarai ml&-
slonario in India•. Giovanni frequen-
tò le scuole elementari In paese, e si
affiancava al padre nel lavori campe-
stri. In un calendario, mandatogli dal-
lo zio, leggendo una relazione mls-
slonarla, apprende quanto grande
sia l'urgenza di seminatori della pa-
rola di Dio In India, e a 19 anni la la
scelta decisiva della sua vita: esser
m1ss1onano. Tre anni dl preparaz:kr
ne nell'lslttuto missionario dl Ivrea,
poi Si imbarca per l'India. Ora sl av-
vera la profezta dello zio monsigno.
re. Campo di lavoro del novello sa-
cerdote sarà la foresta. Vorrà ricalca•
re la orme tracciate quattrocento an-
ni prima da San Francesco Saverio
nelle foreste di Goa. VI si addentra
recando sulle spalle, dentro una sac-
ca, tutto Il suo copioso capitale: mez-
zo sacco di riso. Nel primo Incontro
con gli Indiani, minacciato. perché
uomo bianco, sì salverà gettando lo.
rode, dolci fatti col riso Che i setvagg,
gustano e sl rassicurano. La conqu\\.
sta è fatta Di senso eminentemente
prauco. comprende che la parola di
Dio non penetra l'animo di chi ha lo
stomaco vuoto. Allora si rimbocca le
maniche e, sfrunando le sue quahtè
contadine, con assiduo, tenace, dlu•
turno lavoro, trasforma la foresta In
fertile campagna che, con vari rac•
colli annui, darà abbondanle nutri-
mento alla popolazione. Cosi, Il pr\\.
mitfvo nucleo di misere capanne,
Valpol, d1ve,rà un grosso centro con
la chiesa, negozi, scuole, laboratori
d, falegnameria e di meccanica. e
con un grande ospedale.
Un lavoro massacrante, senza so-
CRUCCO sig.ra DOMENICA, coo-
peratrice salesiana t Castagnole
n Plemon1e a anni
Donna di lede profonda si prese
cure del nipoti che persero la mam-
me In giovane età.
Senza un lamento soppon.ò l'ulti-
ma malattia che le procurava dolori
lancinanti; le sue ultime parole turo.
no rivolte a Maria Ausiliatrice della
quale era devotissima, Il suo esem-
p,o di fedeltà aiuti tutti noi a compiere
i nostri doveri ìn letlzla e santità.
ACHILU sac. ANTONIO, salesiano
t Roma a 78 anni
Nato a VIiia S. SIivestro di Cascia
nel 1908, entra In seminarlo a Norcia
a 15 anni, poi passa a Spoleto. Deci-
de per la vita salesiana: viene Inviato
all'asplrantato di Torino Martinetto
nel t 929-30. Fatto Il noviziato a Chie-
ri Villa Moglie parte per Il Cile dove rt.
mane per 30 anm (1932-62).
È ordinato sacerdote a Santiago
nel 1946.
Dal t 966 al 1971 missionario tra i
Bororos a Cuiabà e a Corumbà: dal
1972 al 19n parroco a Totontepec
tra I Mixes.
Per motivi di salute ritorna per bra.
vi periodi in Italia.
Per vocazione missionario: spese
la sua vita animato dall'ideale di don
Bosco: da mihi anlma.s coetera tolle.
Le sofferenze, dovute a varie ma-
lattie e alle privazioni di una v,ta sa-
crificata nelle missioni lo hanno pra.
parato negli ulhml anni d, vile apren-
dogli le porte del Paradiso,
LUCIA slg .na BERTIN, cooperat ri-
ce salesiane t Monteortone (PD) a
67 anni
Una vita senza rumore, semplice,
nascosta, ma che sparse attorno a
profumo di bontà, riflesso dl quel•
la presenza di Cristo. che lei avverti-
va in sé. Cooperatrice ricca di pre-
senza diVlna, pronta a tutti l bisogni,
nel serv1z:10 al fratello sacerdote pri-
ma, e po, sempre disponibile alle ne-
cessità della Famlgfla Salesiana, con
lo spirito di don Bosco.
Incarnava In sé la presenza di Cri-
sto. Il suo volto si faceva triste alcune
volte: •Gesù oggi soffre molto per la
cattiveria degli uomini•. Altre volte
sorridendo esclamava: •Che bello!
Gesùoggi è contento•! Durante l'ultJ.
ma malaltla rispondeva con tutta
semplicità a chi le chiedeva come
stesse: •Sono contenta•! Era l'ultimo
sprazzo di quella luce diVina che
aveva illuminato tutta la sua vita.
BRIGHINA slg. FILIPPO, coopera.
tore t Piazza Armerlna (EN) il 4/3/86
Fervente exallievo salesiano com-
pi i suoi studl prima a Randazzo e poi
a Cetanta fino alle soglie dell'Univer-
sità dove si laureò in giurisprudenza,
avvocato di grido e cristiano autentl·
co, molto devoto di Maria Ausiliatrice
e di Don Bosco per cui nutriva gran-
de amore e devozione. Ogni anno
era sempre presente al triduo in pre-
parazione alla festa del Santo del
giovani e alla chiusura immancabi\\.
mente doveva fare la serenata dec:f1>
cataa Don Bosco con suonate, da lui
maglSlrelmente dirette con canti che
gli ricordavano gll anni della sua gio-
vinezza passali nelle Case Sala.
siane.
Come Cooperatore era presente
tutte le volle cha poteva, alla riunioni,
e cha occorrendo animava con la
sua parola saggia ed eloquente.
Mori baciando più volte l'Immagine
di Don Bosco, tanto da far chiedere
ai presenti se fosse un suo parente...
Slamo larghi di suffragi per l"anima
sua benedella, e preghiamo il Signo-
re che mandi alla sua Chiesa e all'o.
pera salesiana altri Cooperatori che
prendano il suo posto e lavorino effl•
cacemente per Il bene della Società.
A quanti hanno chiesto Informazioni, annunciamo che LA DIRE-
ZlONE GENERALE OPERE DON BOSCO con sede In ROMA, rlco.
nosclute giuridicamente con D.P. del 2·9-1971 n. 959, e L'ISTITUTO
SALESIANO PER LE MISSIONI con sede In TORINO, avente perso-
nalità glurld1ce per Decreto 13-1-1924 n. 22, possono legalmente ri•
cevere Legati ed Eredità.
Formule valide sono:
- se sl tratta d'un legato: ... lascio alla Direziona Generale ()pa-
re Don Bosco con sede in Roma (oppure all'Istituto Sales/ano per
le missioni con seda in Torino) e titolo di legato la somma di llre...,
(oppure} l'Immobile sito In... per gll scopi perseguiti dall'Ente, e parti•
colarmente per l'eserclzJo del culto, per la formazione del Clero e
del Religlos,, per scopi missionari e per l'educazione cristiana.
- se si tratta Invece di nominare erede di ogni sostanza l'uno
o l'altro dei due EnU su Indicati:
...annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria. Noml•
no mio erede universale la O/razione Genera/e Opere Don Bosco con
sede In Roma (oppure l'lsllluto Salesiano per /e Missioni con sede
In Torino) lasciando ad esso quanto ml appartiene a qualsiasi titolo,
per gli scopi persegultl dall'Ente, e partlcolarmente per l'esercizio del
culto, per la formazione del Clero e dei Religiosi, per scopi missiona-
ri e per l'educazione cristiana,
~uogo e daJa)
(firma per disteso)

2.8 Page 18

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42 I NOVEMBRE 1986
SOLIDARIETÀ
borae di studio
per giovani Mlulonart
pervenute
alla DIN!%1one
Opere Don Bosco
Borsa: In mamorla dal Or. France-
sco Rota, Prasldente della S.E.I.. a
cura del Consiglio Amministrativo
della S.E.I., Torino, L 5.000.000
Borsa: Maria AuslUatrice, per le
gra:zia rlca\\lllle, confidando nel suo
aiuto ed Intercessione, a cura di Pa•
via Or Vincenio. Ragusa,
L 1.500.000
Borsa: M■rla Auslllatrlce e S. Gio-
vanni Bosco, In suffragio del figi/o
Giancarlo C.. a cura di C. G.. Torino,
L. 1.000.000
Borsa: Marta Auslllatrlce e S. Gio-
vanni Bosco, In suffragio e memoria
delsalesiano Don G. Tedeschi, a CU•
ra della nipote, RC, L. 1.000.000
Borsa: Marta Ausiliatrice, S. Gio-
vanni Bosco, In suffragio di papà e
mamma, a cura di Secondina Vizia•
le, Torino, L 1.000.000
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco, Domenico Savio. in memorie e
suffragio di Grlsantl Salvatrice, a cu-
ra di Quagliane Rosaria,
L. 1.000.000
Borsa: Maria Auslllatrlce, Don Bo-
sco. In mamorla di Cagnonl Luigia, a
cura dl Cagnonl, Busto Arsìzlo, VA,
L. 600.000
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco, in memoria e suffragio
di Don G. Tadeschi, a cura della so•
reIla Giuseppina. Catania,
L. 600.000
Borsa: Marta AualUatrtce e Don Bo-
aco, In memoria e suffragio di m10
marito Savino e di Lucia Lambo, in•
vocando grazia per la mia salute, a
cura dl Maria O. Lembo, Maracalbo,
Vene:i:uela, L. 600.000
Bo,.a: Maria Auelllatrtee e S. Gio-
vanni Boeeo, In suffragio del miei
dafuntl e per ricevere grazie, a cura
di Favaro Bartolomeo, Poirino TO,
L 600.000
Borsa: Maria Ausmatrfce, s. Gio-
vanni Bosco, per ottenere grazie, a
cura di C. M., Torino, L 500.000
s. Boru: Marta Ausiliatrice, Glo•
vannl Bosco, per grazia ricevura e
per ottonere protezione, a cura di
A. O., Torino, L. 500.000
Borea: Maria Auslllatric,e, a cura di
Bianco Maria, Tonno, L. 500.000
Borsa: M. Mazzarello, a cura dì
N. N., Bresso Ml, L. 500.000
In memoria e suffragio dei defunti
delle famiglie Cantagal/1-R/cci Bitti, a
cure dI Centagalll Giuseppe, Lugo.
L, 500.000
Borsa: Maria AuslJlatrice, S. Gio- Borsa: SS. Cuori di Gesù e Maria, a
vanni Bosco, ringraziando e 8/ICOl'fl ricoldo e suffragio dei defunti e per
invocando protezione, a cura d1 continua protezione, a cura di N. N.,
L C. O., L 500.000
L. 200.000
Borsa: Maria Auslllalrlce e S. Gio- Borsa: S. Cuore di Gl9ù, Maria Au•
vanni Boaco, per ringraziamento e slllatrlce e Santi Salesiani, In suf-
protezione, a cura di Cristoforo Ra• fragio del miei defunti, a cura di Ful-
violo, L. 300.000
vio Jolanda, Roma, L. 200.000
Borsa: Maria Auslllatrlce e S. Gio- Borsa: Bealo Michele Rua, in suf-
vanni Bosco, per la protezione di
Ref/aella e A lessandra, a cura d1 Mo-
1a110 Maria, Vlllardora, TO,
fragio dei mieì defunti, a cura di No-
gara Sandra, L 200.000
L. 300.000
Borsa: Maria Ausillatrlee e Don Bo-
sco, per grande grBZJa ncavuta e in-
Borsa: S. Cuore dl Gesù, Maria Au•
alllatrlce, Santi Salesiani, In su/fra•
vocando ancora protezione, a cura di
N. N., L. 200.000
glo di Giovanni Cagllero, a cura della
moglie Maria, L. 300.000
Borsa: Don Bosco e Domenico Sa-
vio, continuate e proteggere I miei
In memorie e suffragio del papà Re- cari, a cura dl N. N., L. 200.000
possi Antonio e per protezione, a cu-
ra di R. R., L 300.000
Borsa: Maria Ausiliatrice, In memo-
ria del Sac. Don Rizzo, a cura della
In memoria del Sac. Sanro Ravenna, sorella Pasqualina, L 200.000
a cura delle nipoti Giuseppina e Rita,
L. 300.000
Borsa: Maria Auslllalrice e Don Bo-
sco, per rmgrsziamenro e chiedendo
Borea: Maria Ausiliatrice e Don Bo-
sco, In memoria del miei defunti, a
prorez,one, a cura dt Campari Giu-
seppina e Pier Luigi, PV, L. 200.000
cura di Tomasetti Luigi, S. Manino
St., SV, L. 300.000
Borsa: Divina Provvidenza, a cura
di Boglione Francesco, TO,
Borsa: Maria Auslllatrlce, S. Glo- L 200.000
vannl Bosco, per o//enere grazia, a
cura di R. M. Lissone Ml, L 250.000 Borsa: Maria Ausiliatrice e s. Gio-
Borsa: S. Giovanni Bosco, ,n rin-
vanni Bosco, proteggetec,, a cura dl
Musuraca B. Maria, RC, L. 200.000
graziamento e implorando ancora
protezione,
L. 250.000
a
cura
di
N N,
Borsa: Maria Ausiliatrice, a cura di
Fossa Marcello, Malo VI, L 200.000
Borsa: Maria Ausiliatrice, S. Gio-
vanni Bosco, Implorando protezio-
ne. a cura di Lina Bellavlta,
L. 250.000
Borsa: Maria Auslllatr'lce, S. Gio-
vanni Bosco. per ottonare grazia, a
cura della Famigha Lepon, Navi LJ.
gure AL, L 200.000
Boru: Maria Auslllatrlce, Don Bo-
eco, Domenico Savio, per ringrazia•
mento e Invocando protezione sulla
tamlg//a, a cura di G. G., Torino,
L. 200.000
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco, per grazie tanto desi-
derara e per protezione In vita e In
morte, a cura dì T A. , V1llarbasse,
TO, L 200.000
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bo-
sco, Domenico Savio, per ottenere
grazia, a cura di Daffare, Vercelli,
L. 200.000
Borsa: S. Giovanni Bosco, a cura di
Fossa Marcello, Malo VI, L. 200.000
Borsa: s. Domenico Savio, Invo-
cando protezione, a cura di Carosso
Caterina CN, L 200.000
Borsa: S. Domenico Savio. per
guarigione da grave ma/anta, a cura
di Mlgliavacca Gabriele, Milano,
L. 200.000
Borsa: Maria Ausiliatrice, Don Bo•
sco e Domenico Savio, per grazia
ncevuta, a cura di Morelli Bice, PI,
L 200.000
Boru! Mari■ Ausiliatrice e Don Bo-
sco, a suffragio del marito Pietro, a
cura di Gastaldello LIsetta. BS,
L. 200.000
Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
vanni Bosco, In rlngraziamenlD e
supplicando protezione, e cura di
Colonnello 8ro611 Anna, MIiano,
L 160.000
Borsa: Maria Aualllatrfca a Santi
Salealanl, m sulfrag,o di Giovanni
Roccia e Francesca Avagnigna, a
cura della figlia, L 150.000
Borsa: Maria Aualllatrlce e S. Gio-
vanni Bosco, per protezrone della
famiglia , 11 cura di Glndro Domenica,
Torino, L. 150.000
Borsa: Maria Ausiliatrice. a cura di
De lntlmls Teresa, PE, L 1so.000
Boru: Madonna di Lourdes e S.
Domenico Savio, per promessa faJ.
ta, a cura di Slella Antonia, Lodi Ml,
L 150.000
Borsa: Maria Ausiliatrice, invocan-
do protezione per la famiglia, a cura
di Delluca Marcella, Torino,
L. 120,000
Borsa: S. Cuore di Gesù, Maria Au-
siliatrice e Don Bosco. ringraziando
e Invocando protez/one, a cura di Pe-
ragallo FedericO, GE, L. 120.000
Borse Missionarie
da L. 100.000
Borsa: Maria Auslllatrlca e S. Gio-
vanni Bosco, In suffragio del mia/
defunti e per protezione e salvezza,
a cura di Malua Rosina, Ostunl BR
Borsa: Don Federico Capiaghl ml••
slonario In India, in suffra9io e invo-
cando una grazia, a cura di Mellonl
Elisa, Fino Mornasco CO
Borsa: Maria Ausiliatrice, Santi S■•
leslani, per grazia ricevuta e invo-
cando ancora protezione sulla fami-
glia, a cura di Cane M. Antonietta,
NO
Borsa: S. Domenico Savio, invo-
cando protezione, a cura di Cristofo-
ro Rav!Olo, Gamba Assunta e Otten-
ga Certo, In mamorla, a cura di Ot-
tenga Lucia, NO
Borsa: Maria Ausiliatrice, in rlngra•
ziamento e Invocando ancora prote-
zione, a cura di Bruno Panattonl
Borsa: Santi Salesiani, In memoria
di Suor Spertlna, a cura di N. N., Tl-
gllole, AT
Borsa: Maria Ausiliatrice, per gra-
Z/8 r/C8vuta e ,n memoria di Enr,co e
Lina. a cura dt Lualdi Giuseppe, To-
rino
In memoria di Antonio Sosso, a cura
di S. e M.

2.9 Page 19

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1 NOVEMBRE 1986 · 43
Borsa: Maria Ausiliatrice e Santi
Salesiani, invocando salute e prote•
zione per la famiglia, a cura di N. N.,
Alice Castello, ve
Borsa: S. Domenico Savio, per Il
battesimo di Maria, a cura di N. N.
Borsa: Spirito Santo, scendi sulla
famiglia di mio figlio, a cura di N. N.
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sco, a cura di Cima Angiolina, ve
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Landucci, Crassa. NO
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gio dei defunti della famiglia Bignar-
di, a cura di Bignardi Vanella, Torino
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sco e Domenico Savio, in ringrazia•
mento e invocando protezione sulla
famiglia, a cura della famiglia Croce,
Alba
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vanni Bosco, per grazia ricevuta e
per protezione. a cura di N. N., To-
rino
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vanni Bosco, invocando protezione
e grazie, a cura di R. M., Vercelli
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vanni Bosco, invocando protezione,
a cura di P. G., Caluso, TO
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do protezione, a cura di P, G.
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zione della famiglia, a cura di Rober-
to e Grazia, Torino
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trlce, per ottenere grazie, a cura del-
la famiglia Protto, Torino
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grazlamento e Invocando ancora
protezione sul nipotini, a cura di
F. F., Chieri, TO
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sco, in ringraziamento per il ritorno
dimio figlio da Bruxelles e invocando
protezione, a cura di Ricardl A.
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vanni Bosco, ringraziando e invo-
cando protezione per I miei cari, a
cura di Sartori Maria, Alessandria
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vanni Bosco, in ringraziamento, a
cura di Greco Mario, Torino
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cordando il battesimo di Anna, a cura
di Campari Giuseppina e Pier Luigi,
PV
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D'Impero Angela, Piedimonte Mate-
se, CE
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di Trevìsan Teresa, Breganze, VI
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ziando e invocando protezione, a cu-
ra di N. N.
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cura di Elia M. Teresa, Poirino, TO
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sante vocazioni, a cura di P.G.S. Ju-
nior, PA
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ria del vivi e dei defunti, a cura di
N. N., AT
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sco, a cura di una mamma perché
suo tiglio riesca negli studi
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un tuo exallievo, a cura di N. N.
relle e nipoti e invocando benedizioni
su figi/ e nipoti, a cura di Spagnolo
Borsa: Don Bosco, a cura di Salasi• Maria, VA
ni Maria, Casteggio, PV
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vannl Bosco, In memoria di mio ma•
rito e dei miei defunti, a cura di Bello-
vanni Bosco, in memoria dei genito-
ri Angela e Giuseppe, a cura delle fi•
glie
ne M.
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sco e Domenico Savio, per grazia
ricevuta e per protezione, a cura di Borsa: Maria Ausiliatrice e S. Gio-
Saba Cav. Angelo, Cagliari
vanni Bosco, ringraziando e implo•
randa protezione e grazie per me e la
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lesiani, per protezione, a cura di
Astesiano Secondina, Dego, SV
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vanni Bosco, in ringraziamento, a
Borsa: S. Domenico Savio, sal va i
nostri adolescenti, a cura di un exal•
lievo di Valdocco
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sco e Domenico Savio, Invocando
grazie, a cura di Migazzl Rosa,
Roma
cura di N. N.
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cando protezione per due nipotine, a
cura di Negroni Giacinta, Lodi. Ml
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vanni Bosco, implorando protezione
sulla famfglìa, a cura di G. e A.
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lesiani, per avere protezione In vita e
in morte, a cura di N. N.
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sco e Sr. Eusebia, In ringraziamen-
to, a cura di Roattino Angela, Torino
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vanni , in suffragio di Lodovico Fon-
tana, a cura della moglie e del figli,
PS
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lesiani, Implorando grazie, a cura di
A. A.
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sco e Domenico Savio, ricordando
il battesimo della nipotina Maria, a
cura di Campari Giuseppina e Pier
Luigi
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delle sorelle Regina e Carmela Ga-
lea, Fontana-Gozo, Malta
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vanni Bosco, In memoria dì Gatti LI•
liana, a cura di Gatti Anna, PV
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vanni Bosco, in ringraziamento, a
cura di Benino Rosetta, Vergnasco,
ve
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vanni Bosco, in ringraziamento e
implorando protezione, a cura di Dal
Degan Fausta, Verona
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e suffragio di Bacchetta Pierina, a
cura di Rovida Carla, Milano
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zio, a cura di N. N., Rovereto
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Ausiliatrice e Don Bosco, per rin-
graziamento e protezione, a cura di
C.M.T., Alba
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siliatrice e Santi Salesiani, per rin-
graziamento e protezione, a cura di
Rosa Corbo
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grazlamento e implorare protezione,
a cura di Franchi Enrica, Torino
In suffragio della nonna Angela, a cu-
ra di Sutera M. Gaetana, EN
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sco e Domenico Savio, perché pro-
reggano la mia famiglia, a cura di
Robba Susanna, Torino
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sco, in suffragio del marito Luigi, a
cura di Fais Anna, Assemin, CA
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sco, in suffragio del/a mamma, a cu-
ra di P. C.
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vanni Bosco, In ringraziamento, a
cura di Cusini Albina, SO
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sco, In suffragio dei defunti della fa-
miglia, a cura di N. N.
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ria di Angela e Giuseppe Vicario, a
cura di Vicario Piera, NO
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Salesiani , In ringraziamento. a cura
dl A. W.
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ziamento, a cura di Tonani Angelo,
Milano
In memoria e suffragio del defunto
Antonio, a cura della moglie, CL
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Salesiani, a cura di A.T.G.
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do aiuto e protezione per la mie fami•
glia, a cura di Bottazzi Margherita,
Genova
In memoria dei genitori, a cura di
A.C.M., Torino
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cura del fratelli Giorgio e Giuseppe
Galea, Fontana-Gozo, Malta
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ziando e invocando protezione, a CU;
ra di Stoppani Agnese
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morie e suffragio dei genitori Placido
e Lina, a cura della figlia Beatrice
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sco, per protezione e pace nelle no-
stre famiglie, a cura di N. N.
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leslanl. invocando grazie, a cura di
M.F.B.

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