2. PROBLEMI TEOLOGICI
Nascono su questo itinerario,
complessi ed ardui problemi di na-
tura teologica, morale, etico-politica
che vanno affrontati con matura
prudenza senza complessi di inferio-
rità e senza improvvisazioni. La
stessa tradizione di cui la Chiesa è
portatrice si incontra con istanza di
interpretazioni che vanno conside-
rate con apertura e rigore. Tra le ri-
chieste di nuovi significati c.b.e sale,
a volte con sofferta e tormentata ur-
genza, dal mondo in cui viviamo, e i
contenuti dogmatici e morali del
messaggio cristiano non vi è sempre
convergenza e talvolta la diversità è
rilevante.
In termini più comprensibili: da
una parte si invoca un mondo più
giusto, senza violenza, con più
«amore» e dall'altra parte si rifiuta
o si stenta a vivere con coerenza il
messaggio evanr;elico, il solo capace
di. darci una cultura di pace.
Da una parte si denunciano mali
morali, squilibri sociali, incoerenze
nella pratica cristiana, dall'altra
parte si vive costruendosi una « leg-
ge» morale e religiosa a proprio pia-
cimento. È in conclusione il predo-
minio della cultura laica su quella
permeata dai valori del Vangelo.
3. LINGUAGGIO E LITURGIA
Vi è anche un'altro aspetto del
volto con cui la Chiesa si presenta
all'appuntamento con la realtà ita-
liana, un aspetto non tanto stret-
tamente culturale o dottrinale, ma
di concreto esercizio di esperienza
religiosa, un'esperienza che giunge
fino al linguaggio del rito, al gesto li-
turgico. Questo è un ambito di rile-
vante significato, poiché può favo-
rire un incontro attraverso una sim-
patia di linguaggi, una partecipazio-
ne gestuale e simbolica oggi ampia-
mente sentita come esigenza di coin-
volgimento, come via d'accesso a ciò
che trascende.
Accanto a persistenti forme di re-
ligiosità tradizionale, si vanno deli-
neando nella Chiesa italiana, in ma-
niera sempre più larga, altri espe-
rimenti di spiritualità. Il costume
religioso oggi, anche se in proporzio-
ni limitate, si configura in forme che
cercano nella più antica tradizione i
modi, i gesti, i simboli di ciò che vie-
ne sempre più qualificandosi nella
sensibilità odierna come autentica
religiosità. Tutto ciò non si esauri-
sce nella ricerca di una novità for-
male, ma coinvolge il senso più pro-
fondo del sentimento religioso.
Dobbiamo al Concilio un mutato
stile di convenire liturgico. Si pensi
al modo di ritrovarsi nelle assemblee
cristiane. Prendiamo atto che la ri-
forma liturgica ci ha ridonato tutta
intera la Santa Scrittura. Se il con-
venire liturgico è in gran parte mu-
tato, e molto potrà ancora mutare
in una crescita di coscienza globale,
mutato è anche il convenire nella
partecipazione ecclesiale tutta. Laici
e chierici andiamo imparando a per-
correre le stesse vie della lode e del-
l'apprendimento, della sensibilità
ministeriale e della formazione spi-
rituale. Si guardi alla crescente do-
manda di formazione e promozione
teologica o alla crescente coscienza
circa la propria identità ministeria-
le, allo stare di ogni cristiano nella
chiesa e nel mondo, sotto il segno
della profezia, della lode, della cor-
responsabilità regale.
Non a caso l'appuntamento del
Sinodo ordinario riguarda il laicato.
Bisogna riconoscere che nelle
chiese d'Italia la componente laicale
del popolo di Dio muove verso l'e-
mancipazione che le compete a par-
tire dalla esatta coscienza della ini-
ziazione cristiana. Nè si tratta di
emergenza, una supplenza dei laici
per il venir meno dei chierici. È in-
vece maturazione del fatto che in
una comunità si dà ragione della
speranza, si traduce vigorosamente
la fede e si autentica la carità se
ognuno è pienamente consapevole
della propria identità.
4. LA NOSTRA RISPOSTA:
LA FORZA
DELLA RICONCILIAZIONJ
La Chiesa italiana si presenta alla
società italiana con l'impegno re-
dentivo di sempre, ma forse resa più
attenta alle consonanze e dissonan-
ze con la realtà sociale, culturale,
politica, nella quale compie il suo
pellegrinaggio storico, alle soglie del
secondo millennio. Il dialogo, la ri-
conciliazione, sono oggi forse più
sentiti, più esigiti di ieri. Gli uomini
sono meno sicuri delle proprie con-
vinzioni e più incerto è il futuro:
sono quindi più disponibili all'incon-
tro purché fatto con sincerità e con
umiltà.
Soggettività ed egemonia, eman-
cipazione ed emarginazione, com-
petitività e contestazione sono vari
aspetti della «crisi del paese», di cui
segnale traumatico e patologico è la
nascita del terrorismo e lo sviluppo
della delinquenza organizzata. La
complessità provoca la comunità de-
gli uomini in Italia, e la comunità
ecclesiale in essa, ad un discerni-
mento, che aiuti a relazionarsi con
la complessità stessa ed a vivere l'e-
sperienza della riconciliazione al suo
interno.
Lo stile della «compagni.a». E: la
risposta concreta della chiesa italia-
na agli uomini d'oggi. Uomini nuovi
per un mondo in cui far calare il
« Vangelo». Quando infatti ci si ùn-
merge nella realtà del quotidiano, si
è detto, emergono dei problemi, ten-
sioni; emarginazione, senso di soli-
tudine, divisioni, confusione di va-
lori morali e religiosi. E in questo
mondo di ogni giorno che il laico è
missionario! Ai fratelli si presenta
con lo stile della «compagnia» e del-
la disponibilità, esempio visibile di
come la fede può trasformare il cuo-
re e l'agire umano. Vive accanto al
fratello per tenergli «compagnia»
cercando ciò che unisce e non ciò che
divide.
PER LA RIFLESSIONE
IN GRUPPO
Leggere e meditare la «magna
charta» della vita cristiana: Rm
12,3-21.
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