Bollettino_Salesiano_194712


Bollettino_Salesiano_194712



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BOLLETTINO ANNO 1,XXI
N U 1\\1 EU O I 2
SALESIANO
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI D1 S. GIO. BOSCO
PER REVERENDISSIMI DIRETTORI DIOCESANI E DECURIONI
Direzione Genera l e Torino (109). Via CotColengo , 32 Telefono 22-117
15 GIUGNO 1947
Note e corrispondenze: Brn!;1lc, Bolivia, SpiJgna,
r ranc1c1 -::: t-cs l\\? di S. Giovanni Bosco: Sil laveug\\1,
t\\lirobcllo M<>nforrato, Lodi, Tries1c = Un vero
amico dei lavoratori.
La messe è molta, ma gli operai son pochi...
Ricordiamo ai nostri Dire/tori Dioasani e Dernrioni t'Opera dà <, Figli di 1\\/aria A11si-
lialrice >> pn· le vocazioni degli adulti allo staio ecclesiastico. Istituita da S. Giovanni Bosco,
apprm•ata dalla Santa S<'de ed arricchita di celesti fm,o. i dal Santo Padre Pio l .\\" nel I 876,
ro11tinu11 a .fìorirr in quasi ftt/le le nostre lspettorie, accoglie11do giO'vaui che, nonostante l'età
ùwll:ala, desiderano consacrarsi alla sah·ezza d1,l!e anime. Alcuni h'Jìellori !tanno ancora 11110
casa appositamente destinata alla cm·a di queste p:-eziose vocazioui rlw ci !ranno dato eroici
apostoli anche per le Missioni fra i lebbrosi. Altri raggruppano gli aspiranti in collegi adalli
con orario e trattamento adt'gualo, portandoli, in corsi accelerati, al raggi11ngi111e11lo della mrta
deside1 ala.
La Di7;·i,w Provi,ide-n:::a suscita oggi forse più clii• in altri tempi di queste ·rncazioni. Tanti
,i;irnw1i, che !tanno provato le delusioni dr·lla sd,ia'l'illÌ dtd 1111mdo coi ser1•i::;i oh/,ligalori a11d1r•
più violenti ed avvilenti; tanti alt, i che negli uffici, nelle Jabhric/1e t' nelle offiri11<' pnn.•ano _f!,IOl'-
11ah11e11te la lira1111ide e la brutalità degli m1pi, sanno quanto ci sia da fare per riportare
il mondo dulia barbarie alla cii•illà e rompre11do110 il valore di una vita consacrala alla
gloria di Dio ed al bene de[/{, anime. Don Bosco apre loro le porle. J\\'011 abbiano ti-
more dell'età avanzata. SP potrmmo fare gli studi necessari, raggiungeranno il sacerdozio e
presteranno il sacro ministero in patria o all'estero; se no potra11110, come coadiutori, coope-
rare direttamente coi sacerdoti nella cura r nella educnziouè della gioventu, sopratt11tlu nel/r,
nostre Srnole Prnfessionali, o 11e/l'apostulato missionario nelle lontane terre di missione.
I Direttori Diocesani ed i Demriu11i, ro11statando11e la rettitudine di i11tenzio11e e la b11011a
volontà, li indirizzino o al Rettor illaggiure od ai .,'ingoli Ispettori, nell'lspettoria più vicina.
Ne diamo l'elenco P gli indirizzi:
lspett0ria Centrale, Piazza Maria Ausiliatrice, +, T o1u:so 109 - lspt:ttoria Subalpina,
r'ia Cotlule11go, 32, TORINO 109 - l spcttoria Adriatica, i stituto Salesiano, MACERATA -
lspettoria Ligure-Toscana, Via C. Rolando, 15, G ENOVA-SAl\\rPTF.RDAltE!'IA - Jspettoria
L--imbardo-Emiliana, f'ia Copernico, 9, MtLANO r29 - Ispettori.a ::'-Japoletan:,, l'ia A. Scar-
latti, 29 al \\'omero, Ì\\APOL I 185 - lspettoria Novarese, Baluardo La111armora, 14, NOVARA
- Ispettori.a Romana, r·,a Jlarsala, 42, Ro:--1A 121 - Ispcttoria 8 icula, I'ia Cifali, 7, CA-
TANIA 116 - lspcttoria \\'t:neta, i·ia A. Provo/o, 16, VERONA.

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Note e Corrispondenze
BRASILE - li 30 novembre u. s. S. E.
:'vfons. Costa, eletto Prelato di Porto Velho,
ha ricevuto la cons·~crazionc episcopale dalle
mani ddl'Em.mo Cardinale Arcivescovo cli
San Paulo Carlo Carmelo <le VasconcellM
Mota, nel nostro Santuario del Sacro Cuore
<li Gesì1. Conconsacrnnti fumno i Vescovi mis-
sionari salesiani Ecc.mi Mon~. Selva e Mons.
Massa. Vi assistette anche l'Arcivescovo di
Cuiabà S. E. Mons. D'Aquino Correa. Alla
solenne funzione parteciparono numerosi c:x
allievi e cooperatori che diedero al nuovo Ve-
scovo le più calorose dimostrazioni.
Nel 131° anniversario della nascita di Don
Bosco, il nostro lstituto Teologico di San
Paulo ha avuto la gioia della visita del-
l'Em.mo Carcl. Arcivescovo Carlo Carmelo
<le Vasconccllos Mota, il quale celebrò la
Messa tiella comunità e sostò per una affet-
tuosa accademia di omaggio, che coronò con
la sua paterna parola esaltando l'attualità del-
l'Opera salesiana.
BOLIVIA - L'Istituto salesiano di La Paz
ha celebrato ndlo scorso anno il suo giu-
bileo d'oro con solenne Pontificale in cat-
u:drale dell'Ecc.mo Arcivescovo Mons. Abele
Antezana e discorso del 1·ev.mo P. Urbina,
superiore della i, Recoleta ». Prestarono servizio
all'altare gli alunni del Seminario. La scuola di
canto <lei nostro collegio svolse brillantemente
il programma corale. D opo il canto cld Te
De11111, lo stesso Ecc.mo Arcivescovo proce-
dette all'inaugurazione del tempio di Maria
Ausiliatrice di cui daremo la descrizione quando
ci perverranno i dati e le fotografie.
SPAG::"JA - Madrid - Pel Papa. -
Gli antichi allievi delle nostre Scuole Pro-
fessionali della Ronda de Atocha scelsero il
r6 marzo per un solenne omaggio di devo-
zione a1 Santo Patlre. Vi intervenne lo stesso
Ecc.mo Nunzio Apostolico che assistette alla
Mess:i, celebrata dal nostro Ispettore delle
Missioni dell'India Don Carrei'\\o, e concluse
la brillante accademia della sera con la sua
paterna parola, ricordando la sua prim:i visita
all'Istituto trent'anni addietro, i suoi rapporti
coi Salesiani in Bolivia, nel Perù ed in Austria,
e formulando i più fervidi voti per la pro-
sperità della cattolica Spagna.
e A Salamanca si completata la organizza-
zione della Pia Unione dei Cooperatori, del-
l'Arciconfraternita dei Divoti di Maria Ausi-
liatricc e dcli' Unione cx allievi, duplicando
il numero di copie del Bo1/1•tti110 Safesù1110.
l\\·r l'annuale Conferenza s i è inaugurato il
nuovo salone-teatro del Colkgio. Il Vescovo
diocesano ha celebrato la Messa della Comu-
nione generale cd ha hcnc<lctto la bandiera dd-
l'A~sociazione interna di A. C.
A Valenza la festa di ~- Giovanni Bosco
fu ..llietata dalla presenza <lel suo più degno
tiglio, l'Ecc.mo Arcivescovo Mons . Marcclino
O laechea il q uale impartì la benedizione pon-
t iJìcale e poi benedisse il nuovo salone-teatro,
tra vibranti manifestazioni.
A Santa Cruz de Tenerife ha concorso alla
riuscita della festa del nostro Santo F onda-
tore anche la radio con una trasmissione del
<< Radio Club ►\\ che ha poi-rato il nome di Don
Bosco finr, ai più remoti quartieri dell'isola.
A Barcellona-Sarria il Vescovo diocesano
ebbe la consolazione di benedire, nella ricor-
renza della festa cli Don Bosco, un nuovo padi-
glione per la scuola di elettromeccanica, eretto
con la dotazione del legato della compianta
piissima signora Rosa Terradas. Lo zelante
Pastoie volle:: pure lascian, una duplice offerta
per l'acquist<, di una nuova macchina e per i
pre mi della gara catechistica.
FRANCIA - L'aspimntato missionario di
Coat an Doc'h in dicci anni ha visto fiorire
le vocazioni a tal segno da dover sollecitare
la costrnzione del secondo braccio di fabb1·ì-
cat0 per ospitare 1R5 aspiranti al sacerdozio e
15 aspiranti coadiutori che si pigiano negli an-
gusti locali. li 17 novembre u. s. il fior fiore
della città convenne a festeggiare il cinquante-
simo di vita religiosa del direttore D on Pasto!
al quale il Gen. F louriot appose la croce di
g uerra con stella di bronzo conferitogli dalla
Repubblica Francese per la magnifica opera
svolta a favore della resistenza. Presiedette la
festa il \\'escovo di St.-Brianc, S. E. Mons.
Serrand.
Anche l'Oratorio di Parigi-Menilmontant
ha festeggiato il giubileo d'oro sacerdotale
del suo antico direttore Don Dhuit, che lo
resse, attraverso le fortunose vicende della
-- persecuzione religiosa, per 45 anni.
Feste di S. Giovanni Bosco.
Domenica 11 maggio, a S ILLAVEKGA,
dopo una proce!.sione devota e solenne, fu
collocata in un nuovo altare marmoreo della
chiesa parrocchiale una belle statua in legno
di S. Giovanni Bosco.
L'artistica statua riproducente l'Apostolo
1'2Q

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della gioventù in atto cli benedire tlue giova-
nt:tti, un bianco ed un indio, era stata acqui-
stata nel 1940 dal bt•nemerito fig. Giuseppe
:vlcrcal!i, ex allievo tldl'Oratnrio ùi Valdocco,
il quale, avendo sognato Don Bosco in quel-
l'atteggiamento e sull'altare di una beUa cap-
p:lla a lui dedicata nella chiesa pan·occhiale,
aùerl prontamente al desiderio e all'invito che
credette venirgli dal Santo con quel sogno.
La guerra ritardò il compimento del voto;
ma il ritardo non smorzò il fervore.
Il rev. parroco don Francesco Manzini e il
rev. don Pietro Fornara, decurione saJesiano
ed cx allievo, stabilirono e comunicarono ai
fedeli che la festa si sarebbe fatta al termine
della guerra come ringraziamento al Santo per
gli scampati pericoli e per il ritorno dei reduci
dai vari fronti e dai campi di concentramento.
Intanto furono allestiti l'altare e la cappella
sulla cui volta campeggiano Maria Ausilia-
trice e il suo Apostolo.
La lunga attesa ebbe felice compimento la
seconda domenica di maggio. Precedette un
triduo predicato dal nostro don Antonio Fasulo
il quale fece il fervorino alla Messa della
comunione, il panegirico alla messa cantata e,
il pomeriggio, dopo i vespri, benedisse la
nuova statua la quale, collocata su un carro
trionfale su cui presè posto, ai piedi del Santo,
un grazioso gruppo d1 paggetti, fu accompa-
gnata da tutto il paese dalla chiesa di S. Gio-
vanni alla parrocchia di S. Maria.
Venne per la circostanza la banda musicale
dell'Istituto Sale:,_i:rno di Novara con una rap-
presentanz:i di superiori.
Parteciparono alh festa e alla processione
sacerdoti e devoti delle parrocchie vicine.
L'eccezionale corteo, avvivato dagli inni dei
fedeli, dal suono giulivo dei mci-i bronzi e
dalle marce della hanùa, passii per le v ie co-
spari:e di fiori e le case addobbate a festa.
fl servizio di onore attorno al carro fu
di,impcgnato dai reduci.
Altre feste in onore cli S. Giovanni Bosco,
precedute da tridui con pre<lie?zione di don
Farnlo e coronale d I solenni processioni,
furono tenute: a Lodi, la domenica 27 aprile;
a 1Uirab1:/lo Nlonferrnto, la domenica 4 maggio.
A LODI colle onoranze a S. C. Bosco,
promosse fervidamente dal gruppo dei Coo-
peratori Salesiani con a capo il Direttore Dio-
cesano mons. Luigi Savarè, si volle comme-
morare il centenario dell'Oratorio di Valdocco.
Fu predicato un duplice triduo: al mattino,
infra 111issm11, nel tempio di S. France~co dei
PP. Barnuhiti; la sera, nel santuario di
Maria Amilìatrice.
Diedero lustro alla solen11i1à i chierici del
ven. Seminario i quali prestarono servizio
aU'altare ed eseguirono scelta musica alla messa
cantat::i e ai Vespri.
TRIESTE - Per la festa di Don Bosco,
quest'anno la stazione Radio di Trieste ha tra-
smesso una bella sintetica commemorazione del
nostro Santo. Vi intervenne anche S. E. Mons.
Vescovo che celebrò la Messa della Comunione
generale e presiedette la prem_iazione dei
150 giovani più meritevoli. Cantò la Messa
solenne Mons. Galvani, ed impartì la Bene-
dizione Eucaristica il Direttore d<.!i Coopcrntori
Mons. Grcgo.
UN VERO AMICO DEI LAVORATORI
Fu nel 1853 che, mendicando, si può dire,
di porta in porta, Don Bosco riusci ad edifi-
care e ad allestire laboratori e scuole al posto
della primitiva tettoia.
li primo volume degli Annali della Socù,tà
Salesiana ci rivela il criterio e le tappe di
as1>estamento.
Tncominci<'> dal poco, con scarsi mezzi rd
attn:zzi rudimentali; ma subito col proposito
di portarsi all'avanguardia, come disse più
tardi al futuro Pio XI nell'accompagnarlo a
visitare la tipografia dell'Oratorio. Pel primo
esperimento, non bastando egli stesso a tutto
colle cognizioni apprese da giovane, assunse
capi esterni coll'autorità di padroni di bottegci
l'ohhlign di corrispondere un piccolo sa-
lario ai giovani. Ma, i capi badavano piuttosto
a guadagnare; sicchè, invece di educa.re i
giovani ed attrezzarli all'arte, li sfruttavano
quanto potevano. Allora Don Bosco si addossò
tutta la responsabilità morale ed amministra-
tiva, lasciando ai capi unicamente l'incarico
d'insegnare. I capi però finivano col trascu-
rare i giovani migliori per timore che, rag-
giunta l'abilità necessaria, dessero loro lo sgam-
betto. Questo decise il Santo al terzo e più
audace e più geniale esperimento, di far fuoco
colla propria legna. Tra i giovani più adulti
e più affezionati cominciò a far correre l'in-
vito a<l una collaborazione diretta. Formati al
senso religioso della vita, atl una soda pietà
e sicura moralità, mentre li incaricava tlell'as-

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sistcnza disciplinare dei più piccolì e divideva
con l•iro anche altre mansioni, prcst· ad clc-
\\ ,11 li al suhlimc ideale: di rinunziare alla pro-
spettiva cli 11na lucrosa posizione sociale, per
consacrare lUtta la loro esistenza, con lui.
alla cura ed alla sal\\'l:zz.a della povera gioYentù.
Creò cosl il tipo nuovo tlel rclig-ioso-laico: il
Sult1sìano t1.Jadiutore, che, senza murnr ahiti,
legandosi a Dio coi rnti cli povertà, castità cd
obbedienza. mette titoli, :1hilità, forze ed in-
gcgno gratuitamente a servigio della nussioni.:
educatrice della gio\\·entù opaaia. Bisogna dirlo,
ad onor del vero: Don Bosco trovò tanta com-
prensione e tanta corrispondenza negli umili
figli del popolo, che poti: rapidamente cmanci-
parsi dai capi esterni cd affidare i suoi labo-
ratori a capi d'arte salesiani. Con pcrsonak
di famiglia, votato come lui e col suo spirito.
per amor di Dio, grntuitamcntc, alla formazione
tecnica degli artigiani, egli ~ssicurò il prestigio
educativo e la potenza di sviluppo, ùi affer-
mazione e di prob,ressivo aggiornamento <lclk·
Scuole Professionali Salesiane.
Ancor o~gi, la generosa corrispondenza dei
migliori fra gli alunni delle nnstrc Scuole Pro-
fessionali alla vocazione salesiana ci consente
di svolgere il programma tecnico, teorico c
pratico, con personale, quasi dovunque, esclu-
sivamente di famigli.1.
Dico personale <li famiglia, perchè Don Ro-
seo ndla Società ~alesiana ha affratellato cri-
stianamente Coadiutori e foccrdoti in tutti i
diritti e doveri della vita co1m10e.
La graduale espricnza del Santo \\'enne ullì-
cialmcnte fi~-;ata nel Programma dellt' Srnoh
Proft'ssionalì Salrsianr compilato dal Quarto
Capitolo Gcncralc, nel 18861 in cui lcg_~iamo:
i, Il fine che si propone la Società Salesiana
nell'accogliere cd educare i giovanetti artigiani
si è di allevarli in modo che, uscendo dalle
nostre case dopo avcr compiuto il loro tiro-
cinio, abbia111.J apprno 1111 meslÙ're onde g11(idr1-
g11arsi rmoratamenlt! il paur della •vita, siano
btm• istruiti 11e/la religione, ed abbiano le cog11i-
zio11i srie11tijiche opporl1111e al loro staio. Ne se-
gue che triplice dev'essere l'indirizim da dar~i
alla loro cducazionc: reli~ioso-morale, intel-
lettuale e professionale ,1.
Ci possiamo limitare atl. alcuni rilievi.
Don Bosco ha tenuto:
1) a fart· al lavoro il posto che merita nel
campo dell'educazione e nella stima sociale.
)/on un g io~o umiliante, n/; un di,·ersivo od
un passatempo; ma \\tn sacro dovere, un no-
bihi ideale, un potente fattore di benessere
materiale e morale, individuale, familiare, so-
cialt:, fonte cli gioia e cli ineffahili sodisfazioni;
z) a formare operai 1:rn~cicnti e complt•t·i:
moralmente, intellettualmente e tet·ni1:;tmt·ntt
attrezzati ,dia loro missione;
3) ,i<l eliminarc il contrasto lrn In studi,, cd
il lavoro; tra la classe studentesca e la classe
arti,::iana.
Per questo ha fuso le duc sezioni, nei suoi
maggiori istituti, collo stesso vincolo <li fo-
miglia, con ugual trattamento, le stesse prn-
tieht· di pietà, lo stesso sistema educativo,
gli stessi stimoli e gli stessi premi, in un'at-
mosfera di fraternità: dal mattino, quando ini-
ziano la giornata nella stessa chiesa, alla sera,
quando tutti si raccolgono attorno allo stesso
superiore e padre per la buona notte• ( 1 ).
Qual contri buto egli ahhia, cosl, portato
all'armonia di dassc ed alla funzione sociall'
del sistema educativo, non è difficile valu-
tare. Egli che, colle sue istituzioni, desta\\ a
la cosdenza dei ricchi al dovere della com-
prensione, dell'aiuto e dell'amore dei po-
veri, suscitando prodigi <li carità, ne sentiva
tutto l'assillu. Il 30 settembre 1877 scrivev,1 al
Presidente delle Conferenze di San Vincenzo
di Buenos Aires: « Raccomando l'ospizio dei
poveri fanciulli per arti e mestieri. L'espe-
rienza ci fa persuasi che questo è l'unico mezzo
per sostenere la civile società: aver cura dd
poveri fanciulli. Raccogliendo ragazzi abban-
donati, coloro che sarebbero per sempre il
flagello della società civile, diventano buoni
cristiani, onesti cittadini. gloria dei paesi ove
dimorano, decoro della fam iglia a cui appar-
tengono, guadagnandosi col sudore e col la-
,·oro one:>t:11ncnte il pane della \\'Ìta )>.
A I,innl', il r5 ottobre 1883, mwtrc chie-
deva soccorsi proprio pei giovani artigiani,
ammoniva l'aristocrazia franccse con quc~tl'.
gravi parole: <e Sapete voi dow stia la salvezz:i
della società? La salvezza della società n !;i-
e gnori, nelle ,•ostre tasche! Questi fanciulli
raccolti dal " Patrnnagc ·• e quelli mantenuti
dal!"' CEuvrc des Ateliers" attendono i vostri
soccorsi. Se voi adesso vi tirate indietro, se
lasciate che questi ragazzi diventino viniml·
delle teorie comunistiche, i benefizi che oggi
rifiutate loro, verrn.nno a domandan•eli un
(1) ~ tradfaione squisitamente ~oll'siuna: o~ui 1c..ra, dopn
la rec ita delle prc-a:h.iere, il superiore ri,~olge owh 11lum11 un
brc,·e urmoncino con pattr~ esoruziun, di pra11c:n indirii,7ct
morale, e lo chiude aUi\\l.rlndo loro l• buona nulle. l !l'tO\\·a,u
rt!;p0ndono , gn7.l<' e si U"\\·iuno in ,iìlenz:io, con cns11ano roc;-
coglimcnto, al rirmso.
AGOSTI e Cu1.l.Z.OLIN1, nd volumt cita.to, no ba.,nno colta
runa l'dlicacio cducati,-a e l'meffubtlc PoeSia: ,\\ll1 fine dcli•
P••• ••r•. giornarn. MUdtnt1 4.! artigiani ,, tro\\:.ilno ad escoltarC!' la buons
none • dcl Pndrt•, nelln
delln
, I riiovonelli che hnn oolcnta la fronte dal pensiero e ~li
:utiaìani con lt! mani aniJ\\•idite ascolt•no u.l.i 5teA11 p:ne.rni r1•
chiami. In qua-tu momento •i celebna inaiieme: l'unità~ cuori
e il primato dt qudle di\\'tne ccrtex.zc che stanno tn vett.a nt
cam1runo dell• ,·i1■ e I• illum1rumo ((>n11. 5z3},
111

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giorno, non pii1 col cappello in mano, ma met-
tendovi il coltello all:1 gola, e forse con la roba
vostra vorranno pure la vostra vita» (1\\11,morÙ!
Biografiche, voi. XVI, p. 66).
Tre anni dopo, aprile 1886, ripeteva lo
stesso monito in Barcellona, alla nobiltà spa-
gnola, rispondendo all'indirizzo di omaggio
della Società Cattolica che gli conferiva una
medaglia d'oro: << Come città industriale, Bar-
cdlona ha più interesse di ogni altra a prolcg-
gere 1 "Talleres" s:1lesiani. Da simili case
escono annualmente molti giovani uùli alla
società, i quali vanno nelle officine e nei la-
boratori a diffondere le buone massime; così
i1tanno lontani dalle carceri e dalle galere e si
cambiano in esempi viventi di salutari prin-
cipi. Il giovane che cresce per le vostre strade,
vi chiederà dapprima una limosina, poi la pre-
tenderà ed infine se la farà dare con la rivol-
tella in pugno >>.
Misurando la gravità della questione sociale
in tutta la sua ampiezza, col senso del presente
e coll'occhio all'avvenire, Don Bosco, coll'edu-
care sotto lo stesso tetto, collo stesso tr:;itta-
mento di famiglia, studenti cd artigiani, co-
minciò a richiamare anche la classe studen-
tesca alla valutazione di quelle arti e mestieri
di cui anch'essa vive ed ha assoluto bisogno,
interessandola direttamente fino a toccarne
con mano i benefici. Esaltando quindi il la-
voro al posto d'onore nelle scuole artigiane,
ne fece comprendere anche agli studenti la
nobiltà ed il valore. E, mentre proibiva che
si passassero alla sezione artigiana studenti
scadenti di condotta, favoriva lo scambio delle
due classi quando si trattava di orientare i
giovani alla posizione sociale per cui dimostra-
vano speciali attitudini. Così non si sentivano
mortificare gli studenti nel diventar arùgiani;
nè gli artigiani si insuperbivano nel passar
studenti e nell'avviarsi persino al sacerdozio.
Don Bosco ha fatto un posto d'onore al
lavoro: pcrchè egli ha mirato alla scuola del
ltl'l:oro. Ma, appunto perchè ha inteso di por-
tare il lavoro alla dignità di scuola, oltre al
programma strettamente professionale, che
comprende ordinariamente un quinquennio,
colla possibilità di ulteriore perfezionamento
triennale, vi ha coordinato un programma di
cultura generale e di specializzazione, che ha
prevenuto, e si è poi uniformato ai programmi
governativi proposti nelle varie nazioni.
Don Bosco ha avuto una duplice preoccu-
pazione nella fondazione delle Scuole Profes-
sionali: interdire la speculazione che finisce
per sopraffare la scuola; cd educare gli alunni
al giusto rendimento.
Per questo egli ha dichiarato espressamente
chi: i laboratori non devono aver scopo di lu-
cro; ma devono essere vere scuole professio-
nali, che mirino al massimo progresso tecnico
degli allievi, perchè questi rend;ino progressi-
vamente quel tanto che è compatibile coll'età
e soprattutto si formino la coscienza della
loro capacità fino a sentire il bisogno, il dovere
e la gioia della produzione e del concorso
alla vita sociale.
Per questo, trattando dell'indirizzo profes-
sionale, specificava: << Non basta che l'alunno
artigiano conosca bene la sua professione; ma
perchè la possa esercitare con profitto b isogna
che abbia fatta l'abitudine ai diversi lavori e
li compia con prestezza.
<• Ad ottenere la prima cosa - soggiungeva -
gioverà:
•> 1) sccondare possibilmente l'inclinazione
dei giovani nella scelta dell'arte o mestiere
(01'ie11tan1enlo);
•> 2) provvedere abiti ed onesti maestri
d'arte anche con sacrificio pecuniario, affinchè
nei nostri laboratori si possano compiere i
vari lavori con perfezione >>.
Quindi ai Superiori e Capi d'arte ingiungeva
<< di dividere o considerar come divisa la serie
progressiva dei lavori, che cosùtuiscono il com-
plesso dell'arte, in tanti corsi o gradi, pei quali
far passare gradatamente l'alunno, così che que-
sti, dopo il suo tirocinio, conosca t: possieda
completamente l'esercizio del suo mestiere».
Don Bosco aveva troppo orrore e troppa paura
di far degli spostati. Ne aveva misurato tutta
l'abiezione fin dagli inizi del suo apostolato.
Ma non aveva meno orrore della meterializza-
zione dei paria dell'industria, meccanicizzati nei
lavori a serie. Colle sue Scuole Professionali
egli ha voluto preparare generazioni di operai
competenti, degni della loro giusta posizione
sociale e capaci di conquistarsela. Non si è
sgomentato agli inizi per la scarsezza di mezzi
e di personale, per le incomprensioni, pei con-
trasti e per le lotte che non gli sono mancate:
concepito il programma, l'ha pt:rseguito corag-
giosamente fino al perfetto sviluppo.
A mantenere poi iJ senso della responsa-
bilità, Don Bosco ha chiamato in aiuto il
cliente. L'alunno artigiano sa, così, ch'egli non
deve solo soddisfare ad un dovere scolastico;
ma deve rendere per la vita e conquistarsi il di-
ritto alla sua posizione sociale col prestigio del-
l'applicazione e col progresso nella competenza.
(C011ti,iua).
PubbJica.:t:ione auto.rizzata N" P. So A. P. B.
Con a.pprovaz:ione Ecclesiastica.
O/f. Graf.dcllu Sociotil Editr. lnt•mozionole - O,rcnure reapon,abile: D. CUIDO FAVINI, via Cot1olen110, 32 - 'T'orino (ro9).
IJ:t