PROTAGONISTI DEL CENTENARIO DELLE MISSIONI
SAN
ARA
COA IUTORE SALESIANO
Uno fra i tanti
che hanno capito Don Bosco
• SanLi Mantarro è un coadiu-
tore salesiano, missionario nel-
1'1 ndia. E' un uomo coniato sullo
stampo di Don Bosco. Ancorato
in mo, s'impegna nel lavoro fino
al sacrificio con una versatilità
che stupisce. Lo chiamano il
• muratore di Dio " perché tutte
le belJìssime chiese dell'India sa-
lesiana sono uscite dal suo cuo-
re di missionario più che dalle
sue mani incallite di lavoratore.
E così i collegi, e così gli ospe-
dali, e tante strade, tanti acque-
dotti e tanti ponti...
Santi ManLarro prima di esse-
re coadiutore faceva il contadi-
no. Fece anche il soldato e fu
spedito in Africa perché c'era la
Guerra Libica. Poi cominciò la
prima Guerra Mondiale e andò
a sprofondare i piedi sulle bian-
che distese delle nevi alpine. San•
ti Mantarro non si scoraggiò mai.
E mai lasciò di suonare Ja trom-
ba, cosa che rallegra moltissimo
giovani e vecchi.
Lui, « il muratore di Dio » è
- laggiù a Shillong - anche la
« mano soave di Dio» per i po-
veri e gli ammalati. Ed è « la vo-
ce e l'immagine paterna di Dio ,.
per migliaia di giovani oratoria-
ni, che sono la pupilla dei suoi
occhi. Mantarro, anche se ormai
non è più giovane, è un uomo
in gamba. I suoi ragazzi - un nu-
golo! - gli vogliono un bene
matto. Ha tanta e tanta bontà!
E poi conobbe, tanti anni fa, i
loro genitori quando i genHori
erano ancora bambini! E poi vi-
ve e respira per loro e i ragazzi
S? ne accorgono: i giochi, le re-
cite, le gare, le sfide e... il ca-
techismo non mancano mai. San-
ti Mantarro si preoccupa di tan-
te cose, ma non lascia mai il
catechismo: è il suo forte!
E così, nei quarantadue anni
di vita indiana s'è costituito in
un vero simbolo dell'autentico
missionario.
• Ci fa piacere il fatto di sco-
prire nei bonari atteggiamenti di
6 questo coadiutore gli stessi linca-
(381
menti di Don Bosco. Figlio del
popolo come lui, contadino co-
me lui, padre dei giovani e di-
fensore degli umili, ha la stessa
ampiezza di visione. Tutta la vi-
ta di Don Bosco, infatti, è intes-
suta di sogni. Qualcuno intentò
accomunare Don Bosco coi pazzi
per questo motivo. Così fecero
due solleciti canonici di Torino,
che poi finirono nel manicomio.
Ma la pazzia di Don Bosco e di
chi lo capisce è una sola; è quel-
la di cui parla San Paolo: amare
Dio facendo tutto il bene possi-
bile agli uomini. Gli uomini sono
figli di Dio. Sono, per questo,
« terra e ciclo ». Nessuno, se ci
vede chiaro, nega questa realtà.
Don Bosco ci vedeva chiaro e,
quando parlava del cielo, mai stac-
cava i piedi dalla terra. Mai per-
metteva però che si parlasse so-
lamente della terra senza parla-
re del cielo, come se Dio non
esistesse e non ci fosse l'anima da
salvare.
Su tutte le iniziative di Don
Bosco si vede risplendere questa
sapienza. La vita di quaggiù in-
teressa a Don Bosco in ognuno
dei suoi aspetti. Non dict> mai :
« Disprezziamo le cose della ter-
ra! " Anzi I La Storia, la Scienza,
l'Arte, la Letteratura, la stessa Po-
litica, il Progresso, il Lavoro. il
benessere e la gioia umana lo in-
teressano moltissimo. Don Bosco
pensa, progetta, costruisce, orga•
nizza ed ha iniziative originali ri-
guardanti il progresso, il lavoro,
il risparmio, il cooperativismo.
Mai però lascia di pensare a Dio
e di pregare, mai cade nella gros-
solana pretensione di escludere
Dio e la religione dalla cultura
umana. Don Bosco « sogna •· Ve-
de, in sogno, tante e tante cose.
Curiosamente. tutto quello che ve-
de si verifica a suo tempo. Ci so-
no sogni... scientifici. Per esem-
pio: sogna che sull'altipiano del
Goyaz, nell'incrocio del parallelo
numero tanto col meridiano nu-
mero tanto. sorgerà la « nuova »
capitale di quel meraviglioso pae-
se che si chiama Brasile. Oggi,
proprio in quel posto esatto, la
capitale c'è. Sogna che nella Pa-
tagonia, definita dal rinomatissi-
mo scienziato Darwin « terra ma-
ledetta», ci saranno grandi città;
e oggi nella Patagonia le città ci
sono. Dietro a Don Bosco, che è
« Santo», ma che pure è« uomo»
innamorato di tutte le cose belle
della terra, si schierano i Sale-
siani. Anche loro inondano la vi-
La con quei due fasci di luce:
l'amore al cielo e l'amore alla
terra».
• «Salesiano» vuol dire amba-
sciatore di Dio, ma anche porta-
tore del progresso, del benessere,
del lavoro intelligente, gioioso,
costrutlivo. Sentite il nome di al-
cuni nostri missionari d'America:
Cagliero e Costamagna, i più gran-
di musici apparsi in Sudamerica
fino ai loro tempi; Fagnano e La-
sagna, iniziatori della viticultura,
zootecnia ovina, costruttori dei
primi ossen•atori Meteorologici;
Stefenelli, scopritore dei pozzi pe-
troliferi argentini. idraulico, inge-
gnere di fama mondiale; Tonelli,
biologo di rinomanza: è lo scien-
ziato che ha fatto lo studio più
accurato sui serpenti brasiliani;
Vespignani, uno degli architetti
più quotali nel Sudamerica; De
Agostini esploratore, scrittore,
scienziato; Colbacchini, Del Cur-
to, Pancheri, Milanesio: pionieri,
costruttori di strade, di acque-
dotti, di ponti, ospedali, musei,
studiosi di lingue indigene; Raba-
gliati, Crippa, Unia, Variara: i pri-
mi studiosi e organizzatori dei
lebbrosari.
• Se ci rechiamo in Asia i nomi
abbondano ugualmente. Ricordate
Pasotti, Mcderlet, Mathias, Gua-
rona, Olive, Vendrame, Cimatti,
Orfeo Mantovani e tanti altri. An-
che i nostri Missionari del Medio
Oriente e i sacrificatissimi sale-
siani « africani • ci fanno medi-
tare sulle sapienti strutture del
sistema missionario di Don Bo-
sco e sulla fedeltà mai smentita
dei Salesiani al Motto del Fon-
datore: « Lavoro e· Preghiera "·
Eccovi allora il più grande elo-
gio che si può fare del nostro
Santi Mantarro. Nella sua umil-
tà di uomo semplice, ma intelli-
gentissimo e, soprattutto, inna-
morato dell'Ideale Salesiano, que-
sto caro Coadiutore fu capace di
« capire Don Bosco».
Sac. Ettore Fracassi
MrSSlONARIO SALESIANO