Bollettino_Salesiano_193710


Bollettino_Salesiano_193710



1 Pages 1-10

▲back to top


1.1 Page 1

▲back to top


ANNO LXI - NUMERO IO
1° Ottobre
1937 XVI
SPEOIZIONE IN ABBO·
NAMENTO POSTALE

1.2 Page 2

▲back to top


BOLLETTINO PERIODICO MEN-
Anno LXI - N. 10
SILE PER 1 COO-
OTTOBRE
S A L E S I A N O PERATORI DELLE
OPERE E MISSIONI
1937 - XVI
S~onc in
DI S. GIO. BOSCO
abbonamonto p0stnle
SOMMARIO: Don B0500: l'uomo, lo Spìrlto, l'opera• • Sotto la cupola dell'Ausiliairlce. • In famiglia: ltalia, Ar·
gentlnn, Brasllc, Egl110•• Dalle noscre Mls.slonl: Siam, Congo Belga, Mato Grosso, Assam. Guglielmo MaroonL
Grazie attribuite all'intercessione cli Mari" Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco. Lettera di D. Giulivo. • Necrologlo.
DON BOSCO
L'uomo .. Lo spirito
L'opera. 0'
L'uomo Don Bosco, nella composta unità
delle sue linee grandiose costituzionali, nella
versatilità del temperamento può essere pa-
ragonato a quegli strumenti delicatissimi che
vibrano, senz'essere sfiorati, a tutti i fremiti
di onde sonore che si sprigionano da altri
strumenti. Il paragone è del card. Newman a
proposito di S. Paolo; ma si adatta senza sfor.1.0
a Don Bosco. Non ci fu aspirazione del tempo
suo che non trovasse rispondenze nel suo spi-
rito attento e vigile. La vita di lui a tutti gli
svolti si descrive su qualche sogno. Nella quiete
notturna Dio gli parla, come parlava ai pa-
triarchi destinati ad essere gli anelli e le ver-
tebre della storia religiosa del mondo. Eppure
non ci fu sognatore tanto realista come Don
Bosco. Vide e creò la realtà veduta. Fanciullo,
sotto il tranquillo orizzonte dei colli astigiani,
festonati di vitigni, nel mite solitario splendore
della campagna buona, nella visione georgica
della natura temprò la congenita vanità del-
l'animo ottimista, a cui l'ingegno sveglio po-
tenziò il cuore dell'apostolo: il triplice aspetto
del suo spirito squisitamente unitario. Dalle
labbra materne colà apprese il senso di Dio,
il senso della vita e il senso della morte. Sto
per di.-e che lo sfondo idillico non mancò mai
alla sua natura: anche pigiato tra la folla dei
frugoli mequieti alla periferia di Torino,
finchè potè, mantenne una striscia di coltivo,
un'aiuola di orto e la madre. Cresciuto durante
(1) Dalla conforc.n2a salesiana tenuta da Monìr. Giò•
vanni Cavigioli nella nostra chiesa di Sant'Agostino in
Milano il 21 aprile u. s.
·
una rivoluzione delle coscienze, di CIJ-Ì i rivol-
gimenti politici erano appena le increspature
superficiali, quando le luci parevano spegnersi
in alto e gli ideali sciogliersi come bolle di
sapone per lasciar il posto alla materia, pro-
clamata signora e maestra, là a Torino - dive-
nuto il crocivio d'Italia nella faticata vigilia
dell'indipendenza - Don Bosco fa rifolgorare
nel visibile reticolato delle sue iniziative l'in-
visibile realtà del regno di Cristo. Senza pro-
grammi politici, infonde al lievitare del Risor-
gimento i fermenti preparatorii della riconci-
liazione dell'Italia con Dio destinata a com-
piersi nel concordato lateranense. Al centro
delle iniziative vi è un'idea-madre che è un'idea
forza per un progressivo sviluppo radiale. Pre-
disporre l'artigianato e la piccola borghesia in
un primo momento come l'humus per le future
coltivazioni: integrare col la,·oro la scuola e
colla scuola il lavoro: far della stampa e del-
l'arte le due potenti leve dello spirito, due reo-
fori dell'apostolato. Saldatosi in Italia, balzare
in un secondo momento alla conquista spiri-
tuale di continenti su cui il Vangelo è scono-
sciuto affatto o conosciuto appena, per fugaci
bagliori. Svolgere tutto questo programma su
sviluppi sempre nuovi ma su una linea costante.
E così egli diventa il polo magnetico di un
movimento che tende al mondo. Quale i.Jn-
perialismo può paragonarsi coll'imperialismo
di Don Bosco ?
Per questa universalità ùi missione, che è ln
cifra della sua personalità inconfondibile, egli
guida, come. l'astro principe cli una costella-
zione, Io stuolo dei santi moderni. Le vocazioni
~
217

1.3 Page 3

▲back to top


divine nei secoli sono ricche di varietà. Dio,
l'Eterno Poeta, non si ripete e crea e molti-
plica tipi sempre nuovi di santità, io cui le
mutue affinità e le mutue divergenze accostano
e staccano i diversi profili. Ma ogni età ha la
sua figura-sintesi che la caratterizza. Sotto la
luce delle proporzioni gigantesche della sua
opera Don Bosco è la sintesi della santità con-
temporanea. Tanto più che dalla creazione
salesiana bisogna necessariamente scartare ogni
impulso di ordine umano e bisogna ridurre
al grado di fattori accessorii le risorse terrene
che possono averne agevolato il compimento.
Le leggi e le formule dell'operare umano non
saprebbero spiegarci nè l'uomo oè l'opera.
Quanùo nel 1929, in una magnifica giornata
primaverile, un corteo, che rigava come un
nastro palpitante lo scacchiere delle vie di
Torino regale, accompagnava la salma del
trionfatore reduce a Maria Ausiliatrice, un
coro cristallino di decine di migliaia di petti
caldi e casti alzò questo ritornello:
Don Bosco ritoma
Tra i giovani ancor.
Chi as'\\istè alla memoranda scena, potè
comprendere, nella suprema cattolicità di
quell'ora, che solo i santi ritornano. Gli splen-
dori umani tramontano come fiamme di cimi-
teri. La gloria dei santi non ha crepuscoli: la
loro morte è affermazione di vita.
Che se noi ci avviciniamo a scrutare, come
attraverso aù una lente, gli elementi in cui si
risolve la figura di Don Bosco, ci si offre l'ovvia
suddivisione dei fattori naturali e dei fattori
sovrannaturali della sua grandezza: doni di
natura e doni di grazia. DiV1sione, ma non
antitesi, perchè la grazia, secondo la dottrina
di S. Tommaso, non cancella, non sopprime la
natura: la potenzia, la forbisce, la integra, la
perfeziona. La natura viene an('h'essa da Dio;
quindi non è uno zero, e tanto meno un dato
negativo da eliotinarc: anzi è un dato positivo
che nella indefinita sfrangiatura dei singoli
elementi psicologici offre lo sfondo ed i vivagni
su cui lagtazia intesse il suo ricamo. Un vecchio
paragone viene in acconcio: la corrente elettrica
convogliata anche in un frammento di carbone
ne fa una sorgente di luce: cosi è la grazia nel
rapporto colla natura. Ebbene, Don Bosco
conferì anzitutto alla grazia l'apporto di un
sereno temperamento ottimista che si direbbe
impastato coi colori della tavolozza manzo-
niana. Neppure il pennello chiaroveggente del
RoUini è riuscito a fissare sulla tela la traspa-
renza interiore del sorriso di Don Bosco. Quel
sorriso potè ave.e delle velature nelle ore tristi
deUa vita, ma non si è spento mai. Ed era,
notiamola, la dolcezza deJla forza, perchè, a
scanso d'equivoci, il metallo di cui era plasmato
Don Bosco fu acciaro resistente di prima qua-
lità. Fu sua la più luminosa e la più fiduciosa
delle intuizioni della pe,lagogia moderna: il
metodo preventivo: la libertà educata al posto
della libertà incatenata. Idealista era egli; ma
sorretto da un attuoso positivismo: tanto da
riuscire un giorno a convincere Ja Direzione
generale delle case di pena a lasciar uscire
còn lui a passeggio i corrigendi, ossia i rottami
di tutte le demolizioni sociali, convogliati, am-
mucchiati alla rinfusa nelle tetre mura di un
riformatorio.
L'episodio si perde quasi nelle grandi ltnee
della vita del santo; eppure ha il suo alto valore
di simbolo per la felice vittoria suUa onesta,
ma gretta e pedante burocrazia piemontese.
Un altro elemento principe dello spirito di
Don Bosco fu l'equilibrio tanto stabile da non
permettergli mai il menomo strappo alla san-
tità dei suoi principi in un'età di forti scosse,
di lotte che non erano sempre faziose perché
talvolta esprimevano rispettabili crisi di pen-
siero e di orientamenti. Nei molti contatti
avuti con porpore e con corone, con statisti e
cogli uomini più rappresentativi del suo secolo,
fece a tutti amabile la verità intrepida della
sua parola e la santità fascinatrice del suo con-
tegno. Una terza catatteristica spiccata del
santo fu quella sua condotta unilincare che
fendeva le spire della ostilii:à tortuosa da cui
era insidiato. Vissuto in un'epoca in cui le
offese settarie esigevano misure cautelatrici
ùi dffesa, egli non si annò di corazze, ma scese
come Davide coll'umile provvista delle sue
risorse. Un proverbio inglese dice: Tien gli
occhi rivolti al sole e le ombre ti saranno dietro
I.e spalle. Colla schiettezza serena della sua
indole dissipò ogni intrigo. Il fascino di sim-
patia gli conquistò milioni di cuori. Fu l'uomo
più amato del suo tempo. La limpidezza di
vedute e di metodi spiega la polarizzazione
delle coscienze attorno a lui.
Ora che abbiamo veduta la materia prima,
ci è facile incolonnare l'altra partita, il cui
primo capitolo gravita attorno alla fede che
fu la sola sua ispiratrice, la sola sua forza, il
suo supremo obbiettivo. Si proclamava che
fosse morta la fede e i vespilloni si avanzavano
a fame il funerale di prima classe. La migliore
delle apologie fu intessuta da Don Bosco di-
mostrando che da un pensiero chesi pretendeva
ridotto aJ lumicino non avrebbe potuto sfa-
villare tanta vita. Quando si poneva la prima
pietra della Basilica destinata ad essere il suo
218
:::::::.

1.4 Page 4

▲back to top


Torino. I lavori di ampliamento della Basilica di Maria AusiUntrice, :!.I 1.• scncmbre.
mausoleo, Don Bosco aveva per fondo dispo-
ni!-,ile di cassa quaranta centesimi: col farne
il primo acconto all'impresario collaudò la
sua fede. La quale doveva essere ben sicura,
se egli all'indomani delle leggi eversive delle fa-
miglie religiose, si slancia a crearne una nuova,
più agile ancora e più audace di quelle che si
voleva110 spente. E quando le navi solcano
l'Atlantico cogli emigranti in cerca di lavoro,
la fede gli fa dare il « via n ad una nuova cor-
rente migratoria per nuove conquiste spiri-
tuali. Nelle grandi città tentacolari dell'Ame-
rica del Sud egli issa la croce accanto al trico-
lore a richiamo delle folle amorfe ed anonime,
perche serl->ino fede all'una e all'altro: i primi
segretariati di assistenza sorsero pe1 la genia-
lità dei Salesiani. Gli esploratori doppiano
lo stretto di Magellano e là egli accorre a tra-
verso i suoi figi.i a creare nel grigiore delle
Pampas un nuovo popolo cristiai10 coi relitti
dispersi tielle :::chiatte indigene per farlo assi-
dere al banchetto dell:i vita civile. Dove altri
fiuta filoni di metalli, o cerca foreste da sfruttare,
egli Ca incetta di anime. Non imposta bilanci
colla tecnica del capitalismo, ma sa di essere
al coperto da ogni bancarotta. Don Bosco fu
la traduzione ._,;vcnte di quello squarcio del
sermone del monte dove Cristo adrlita il Padre
che veste i gigli del campo e provvede il bec-
chime agli uccelli dell'aria. Da que;,ta sorgiva
di fede è sgorgata la sua sailtità nella tri11lice
espressione della preghiera, dell'obbedienza,
dell'immolazione. Sottolineo la santità della
immolazione, pcrcbè non gli è mancata la tem-
pera autentica della santità: cioè l'incompren-
sione da parte di coloro che pure erano con
lui nelle supreme <lirettive del suo apo:.tolato.
Queste sono le ore dei santi. Don Bo:.co seppe
piegare a tutte le esigenze della rinuncia; perciò
vinse gli ostacoli. Cosl la vittoria finale rngli
uragani è riportata soltanto dalle piante vigo-
rose che nella fle:isibilità dei rami afforzano
l'elasticità della resistenza.
L'uomo spiega l'opera salesiana da lui creata
e a cui nessuna gloria è ignota. Non la gloria
della santità, pcrchè dall'aiuola di Don Bosco
spira l'olezzo di un Domenico Savio, di un
Andrea Beltrami, di un Michele Rua, di Suor
Maria Mazzarcllo. Non la gloria della scienza,
pcrchè i salesiani mietono opimi raccolti su
ogni campo dello scibile. Non la gloria pur-
purea del ma1tirio, perchè è tuttora fresca la
palma co,rusca del sai1gue di Mons. Versiglia.
--- Ma passiamo in rassegna, se pur ci riesce,
::::::
219

1.5 Page 5

▲back to top


le singole facce del poliedro salesiano. Una
particolarità caratteristica della famiglia di Don
Bosco è che ogni casa riproduce in miniatura
l'Opera intera salesiana. Il santo con uno di
quei tratti che sarebbe una smorzatura il de-
finire soltanto geniali, perchè riflettono la luce
centrale, solare del genio, ha disposto attorno
ad ogni casa un reticolato di cooperatori. I
quali contribuiscono, è vero, ma sempre su
minor raggio di quanto ricevono, dato che
l'essere cooperatori impone il programma in-
tegrale di realizzazione del regno di Cristo,
e perciò garantisce un flusso proporzionato di
ausilii divini. 11 cooperatore cosciente sa di
tice giocondo di un cortile di collegio, e nei
silenzi di una missione sperduta tra l'interco-
lunnio di una foresta vergine: pronto a trac-
ciare strade fra le liane e ad alzar g ioielli di
architettura: a inquadrare, ad arginare la stra-
ripante ragazzaglia dei suburbii e a selezionare
le tempre chiamate alle responsabilità di go-
verno. È un apostolato senza sordine e senza
riserve: da cui deriva quella cifra di versatilità
propria dei salesiani, non mai irrigiditi nè
inge.~sati nelle pastoie e ne~li stampi di uno
schema.
Ma vi è una quota di opere salesiane che
merita la più intensa attenzione da parte dei
0111tori fiorenti: l'Oratorio Festivo di Bar-I.
essere sul rettifilo della santità: sa di dover
purificarsi, elevarsi, santificarsi, per purificare,
elevare, santificare l'ambiente. Si determina
quindi una cotale circolazione e trasformazione
di valori per cui l'apporto materiale del coo-
peratore ritorna a lui spiritualizzato. Tendiamo
ora l'orecchio a tutta la sinfonia delle opere
salesiane: educative, culturali, professionali,
assistenziali, editoriali, missionarie: sei corde
di un'arpa. Niuna deve trovarsi al di dell'an-
golo visuale del cooperatore. Non vi è infatti
zona di bene in cui non vi sia un salesiano:
dai lebbrosari di Agua de Dios, dove Don
Unia si spegne lentamente in una lancinante
agonia di amore, alle cattedre universitarie
dove troverete un salesiano intento a cesellare
capolavori di alta critica. I salesiani non chie-
dono nulla: cetera tolle; ma le anime sl. Il sa-
lesiano di ogni combustibile fa un rogo: pre-
vede, prepara, attrezza in funzione di aposto-
lato; non ha preferenze: non per le grandi
città piuttosto che pei piccoli centri: canto sulle
vie congestionate pèr chiamare a raccolta i
perduti e gli sbandati, quanto nel soleggiato
angolo quieto di una colonia agricola: nel vor-
cooperatori. L'oggetto principe, che oggi è
all'ordine del giorno, sono le missioni.
Udite.
Dal primo drappello partito nel 1875 per
l'America del Sud, guidato dal futuro Cardinal
Cagliero, sono passati 62 anni. L'avanzata
compiuta in dodici lustri appena fa sl che la
conqwsta spirituale dei salesiani sia in un certo
senso più vasta dell'impero coloniale britan-
nico. Dove li trovatevoi? In tutti i centri delle
due Americhe: dalla Terra del Fuoco ai for-
micai umani di New York, dal Rio della Plata
ai laghi settentrionali. );tclle regioni d'Africa
dove i cartografi scrivevano: Hic sunt leones:
qtti stamzo di casa i leoni, oggi sono segnate le
stazioni di Maria Ausiliatrice. Ncll'Asia, da
Smirne a Betlemme, se volete discendere al-
l'India, fate prima una sosta in Egitto: passate
poi all'Indocirra, per risa.lire, attraverso lo
stretto di Malacca, in direzione di Shangai e
di qui a ritroso delle grandi arterie fluviali.
Alle due sponde ùcl mare cinese suona la
campana di Don Bosco, perchè al Giappone
i salesiani sono ormai da ùieei anni e vi hanno
già reclutar<; vocazioni. Voltate all'Oceano
:::::.: 220 :::::.:

1.6 Page 6

▲back to top


disseminato di isole; ritroverete in Australia
i salesiani nei centri civili e negli spazi immensi
dove si appiattano gli ultimi aborigeni.
Dappertutto i salesiani portano il loro me-
todo: croce ed aratro, croce e casa, croce e
famiglia, croce e civiltà. I! Cardinale Cagliero
ha civilizzato i patagoni; e Mons. Mala.ii i
bororos. lo chiedo quali esploratori, quali co-
lonialisti abbiano saputo in così breve tempo
permeare della cultura cristiana un popolo
barbaro, mutarlo nel breve giro di una gene-
razione. Io fui testimone nel r898 di un piccolo
episodio av,·enuto alla sezione delle Missioni
dell'esposizione nazioaale di Torino. Allo
stand dei sat~iani erano due alti giovinottoni
bororos, squadrati, dall'occhio mobile, vestiti
all'europea. Ho poi saputo che da quaJchè
mese appena erano stati rastrellati dalla carità
dei salesiani e condotti in Europa. Fumavano
sigarette e non parevano interessarsi delle do-
mande che loro rivolgeva una vifitatrice cu-
riosa dall'aspetto di una sperduta provinciale.
Mi rivolgo io a lei e le dico: «È inutile che li
interroghi: sono ancora un po' selvaggi >•. La
buona donna inarcò le ciglia e coll'accento
più ingenuo del mondo domandò ai due:
« Siete selvaggi? ,,. A trentanove anni di di-
stanza le risponderebhcro: t( Siamo cristiani:
abbiamo pedino le raffinatezze della vostra
millenaria arte: la musica n.
Don Bo~co, tra parentesi, ha amato la mu-
sica: perchè la musica è un'alt:.1 parola supe-
riore: una inarticolata affermazione dello spirito.
Signori, siamo in un gtan<le svolto storico.
L'ora dell'avanzata front,ùe per la evangeliz-
zazione del mondo è suonata in tutti i lidi:
Usqtte ad exlre11111111 terrae è l'ultima parola <lei
messaggio di Cristo. et Vecchi mondi religiosi
si sfasciano: saranno del primo occupante 11
(Scmeria). li rimescolio delle razze, durante
la guerra, ha accelerato il processo diffusivo
della civiltà europea. Oggi corrono strade
asfaltate, linee di navigazione, aviolinee in
tutti i punti del globo. Guai a noi se il patri-
monio tecnico della nostra civiltà arrivasse
senza l'anima cristiana I I popoli non assimi-
lerebbero un principio di vita. Sarebbe l'ino-
culazione della morte. Il progresso senza
Cristo sarebbe il bolscevismo, ossia un conso-
lidamento del paganesimo. Tocca a noi viventi
attorno al centro propulsore della cattolicità
l'imbeverci ùi un'anima missionaria, fian-
cheggiar~, aiutare colla preghiera e coll'opera
i mi$$ionari di Cristo. La guerra si vince quando
la retrovia aiuta la trincea. Noi siam.o alle
retrovie: ma anche a noi Cristo ha insegnato
l'ad'l)eniat regnum tttum, invocazione che di-
venta una ipocrisia in bocca di chi non sente
il dovere missionario. La mistica nave di
Cristo si protende colle vele gonfie: corriamo
a tagliare gli ormeggi. Oggi l'Opera salesiana
vi presenta questo settore ampio come il
mondo: dovunque il missionario sente lo stil-
licidio del suo sacrificio serrando al petto
l'immagine di Maria Ausiliatrice e di S. Gio-
va.Jlni Bosco...
Mons. G1ovANNl CAVIGIOLI.
SOTTO LA ,CUPOLA
DELL'AUSILIATRICE
Continuo afHusso di pellegrini tutto il me5e
di agosto e gran fervore nei lavori per l'amplia-
mento della basilica di Maria Ausiliatrice.
11 agosto, visita di S. E. Mons. Vescovo
di Urgei (Spagna) e degli alunni <lelle classi
ginnasiali superiori della Pia Società S. Paolo
di Alba. I! 3, un gruppo ùi bambine da Cos-
sombrato (Asti). Il 7, i Semicnaristi Cecoslo-
vacchi del Collegio Nepomuceno di Roma
accompagnati dal Direttore Mons. Ferdinando
Roveda. Si tratt<!noero due giorni a Torino,
nostri graditi ospiti. I sacerdoti si susseguiron'>
all'altare del nostro Santo e dell'Ausiliatrice
per la celebrazione della S. Messa; gli alunni
ebbero la messa di comunità un giorno in
basilica e, l'altro, nelle camerette di Don Bosco.
li 9, an-ivo di S. E. Mons. Dalla), arcive-
scovo dei Siri cattolici di l\\10.,sul, il quale
celebrò l'indomani in basilica in rito siro. TI ro,
un centinaio di pellegrini da Pontelambro
(Como) col loro parroco, cd un gruppetto di
pellegrini austriaci. L' 11, pellegrini da Busto
Arsizio e dal Belgio. Nei giorni seguenti,
pellegrini dalla Borgogna (Francia), da Civello
(Como), da Scannabue (Crema), da Biella, ecc.,
li 22, visita di S. E. l'Ambasciatore d'Italia
a Berlino B. Attolico. 11 28, vi~ita del Ve-
scovo di Andria S. E. Mons. Rostagno.
Spedizioni missionarie.
Dovendo anticipare la loro partenza, due
gruppi della spedizione missionaria di que-
st'anno ricevettero il Crocifisso in due funzioni
distinte: il 17, quelli destinati alt'Equ.itore e
alla Colombia, dalle mani del sig. Don Serie;
il 21, quelli destinati agli Stati lTniti, dallo
stesso Rettor Maggiore.
La prima domenica di ottobre: funzione
ufficiale per la gran massa dei missionari
nella basilica di Maria Ausiliatrice alle
ore 16,30.
::::::: 221 :::::::

1.7 Page 7

▲back to top


IN FAMIGLIA
ITALIA - Roma. - Convegni di Decu-
rioni salesiani nell'lspettoria Romana.
I conveqni svoltisi lo scorso maggio ncll'lspettoria
Romana ebbero carattere regionale. Il primo, per
la Sardegna, si tenne nell'lstituto Salesiano di Ca-
gliari, il 4 magl(io; il secondo, il 13, nell'Istituto
S. Cuore di Roma per il Lazio; il teno nel Convitto
Comunale Umberto I di Terni, il 18 mal(gio, per
l'Umbria; e il quarto, il 20 maggio, nell,' Istituto
Salesiano di l\\lncerata, per le l\\llarche.
Vi partecipò, in rappresentan7.a del Rcttor Mag-
giore, l'Ispettore don Evaristo J\\'larcoaldi.
Li diresse il no:stro impareggiabile don Fa~ulo.
Ai convegni di Roma e di Macerata abbiamo già
àcce)\\naro nel dare il resoconto delle feste cinquan-
tenarie della bnsil1ca del S. Cuo1e di Gesù e dell'inau-
gurazione della chit>s.a di $. Giovanni Bosco.
A Cagliari il convegno aperse i festeggiamenti in-
detti per ricordare il p1imo venticinquennio clrl-
l'Tstituto salesiano. Fu presieduto dall'Ecc.mo
Arch•csC()vO, l\\Ions. Ernesto Pio,·ella. Vi interven-
nero una cinquantina di decurioni. Numerose le
adesioni fra cui rileviamo quelle dei Vescovi di
Sardegna: gli Ecc.mi Monsignori :Mazzotti, Del Rio,
Emmanuelli, D'Errìco, l\\lorera, Cogoni, Frazioli,
Pirastru, Scrci e Basoli.
Si rese interp1etc della riconoscenza salesiana
verso l'episcopato e il cle10 di Sardegna il direttore
d<'ll'lstituto, don Arturo Caria. Primo relatore fu
il benemerito direllorc diocel&ano, l\\1ons. Mario
Piu, il quale, illustrò i primi 25 anni di vita dell'Isti-
tuto salesiano di Cagliari: ricordò le umili origini,
la prima 01Te1ta di L. 5 per un metro quadrato dèl
terreno da acquisrere, la sceha del terreno fatta da
Mons. Giovanni Caq-liero, la prima pietra posta
dal Ca1d, Maffi, lo sviluppo e le benemerenze del
l'opera. Ebbe pa,ole di calda riconoscenza per i
salesiani che vi consacrarono le loro energie e pt>.r
i generosi benefattori che la sostenne,-o mornlmcnre
e materialmente.
Unanime il voto dei presenti per l'ampliamento
dei locali richiesto dall'act1.1ale espansione dell'ope.rn.
S<'condo relatore fu Don Fasulo che. illustrò
gli scopi e i caratteri deUn cooperazione salesiann.
TI parroco e decurione salesiano di ~uraminis,
dott. don Attilio Spiga, riferendo sul terno tema
dell'O. d. g. 1 Cinquantenario della morte di S. Gio-
vanni Bosco ,, raccomandò efficacemente il culto
del Santo e la partecipa~one alle feste che si svol-
geranno l'anno venturo n Torino.
Tutti approvarono lo propOllta di p,on,uovere
un pelJegrinal{_gÌO'ISOrdo a Valdocco nel 1938.
Chiuse S. E. Mons. Piovella incoraggiando, bene-
dicendo i propositi fatti e formulando fervidi voti
pc, la loro attuazione. Il Signore - disse l'Ecc.mo
A,civescovo - per intercessione di l\\tfa,ia Ausi-
liatrice e cli S. C. Dosco, mi conceda la grazia di
pv1er \\·edere, prima di morire, rcalinal'i i progetti
delineatisi per lo sviluppo dell'Opera salesiana in
Cagliari e in Snrdegna t-
:::::: 222 ::::::
Il convegno di Terni fu promosSQ e incoraggiato
dall'Ecc.mo Vescovo Mons. Cesare D9ccol.!ri, 11
quale aveva accettato di esserne anche relnrore.
Impedito a parteciparvi da una indisposizione, fu
sostituito dal Vescovo di Todi, S . E. l\\lons. Alfonso
M. De Snnctis. Inviarono cordiali adesioni gli Ecc.mi
Arcivescovi di Perugia, di Spoleto e di Chieti; gli
Ecc.mi Vescovi di Amelia, di Assisi, di Città della
Pieve, di Città di Castello, di GuRldo e Nocem
Umbra, di Gubbio, di Norcia.
Il direttore del Convitto, prof. don Enrico Pinci
rivol$C il saJuto e il ringrazinm?nto salesiano ai
convenuti e agli ade,·enti.
Dell'or~niz7.azionc e dell'azione dei cooperatori
salesiani parlò con calore e praticità il direttore dio-
cesano di Temi, dotr. don Jvo Benedetti.
TI rev.mo Mons. Angelo Di Tommaso, priore
di Amelia, lesse una dQttn relnzione sul culto di
S. G. Bosco.
La partecipazione alle feste per il cinqul\\Jltcnario
della morte di S. G Bosco oggetto di discussione
coronata dal voto unanime di promuovere un pelle-
g1 inag!-(io umbro a Vuldocco nell'anno prossimo.
Il convegno fu anche indetto per commemorare
il primo decennale dell'O.,ertt salesiana in Terni.
Ne rie,·ocò i primordi il prof. don Giovanni Simo-
netti il quale ricordò particolarmente la preziosa
azione spiegata da due bi-nemeriti: il Vescovo
Mons. Boccoleri e l'on. Conte Elia Rossi Passavanti.
Conferenze salesiane.
Attendendo, lo scorso maggio, ai comc11:ni dei
decurioni salesiani ncll'Ispettoria Romana, don
Fasulo tenne conferenze con proiezioni luminose
su la figura, le opere, la gloria di S. G. Bosco: a
Guspini, in Sardegna, il giorno 6, nel eìnemat,)grnfo;
il 7 a Cagliari nel teatro del Dopolavoro Manifattura
Tabacchi; 1'8, a Mussolinia nel teatro del Dopola-
voro; il 9 a Sanluri nel salone dell'Asilo; il 12 a
Roma nell'Istituto :Vlagistruli delle Figlie di l\\fa,ia
Ausiliatrice in Via Dalmazia, il 18 a Terni nel Tearro
Verdi; il 20 a Gualdo Tadino, nel teatro dell'Ota-
torio salesiano; il 21 maggio nel nuovo ampio teatro
del l' Istituto Salesiano
·Trapani. - Omaggio di gratitudine.
11 12 luglio u. s., alln presen~.a degli alunni e di
una folla di cx-allievi e cooperatori, l'Istituto sale-
siano di Trapani inauJ?urÒ una lupide ad onore del
Senatore Giuseppe d'Ali'. Presiedette la cerimonia
S. E. l'Arcivescovo Mons. Ricca, e S. E. ]Vlons. Co-
gnata, salesiano, vescovo di Bova, tenne il discorso
ufficiale, rievocando In ' storia dell'Opera salesiana e
la generosità dei suoi munifici benefattori, la Prin-
cipessa Sofia di Resuttanu che, animata dalla sua
buona sorella l\\farchcsa Antonietta Platamonc, ce-
dette lo stabilimento ereditato dal padre Senatore
Giuseppe d'Ali', su cui sorgono l'attuale istituto
S. Giovanni Boseo e l'annessa chiesa p\\trrocchinle
di Maria Ausiliatrice. Scope,ta la lapide, S. E.
J\\!Ions. A,cfrescovo si compiacque coi Salesiani p~i
nobili sensi di gratitudine manifcstnti, facendo voti
per la prosperità e l'incremento dell'opera.

1.8 Page 8

▲back to top


Cairo. • lnauguraz•ione deUa ••Mos tra" della nostra Scuola professionale di meccanica.. Premiazione deg'II alunni. •
Il palco delle Autorità. Al centro il Mìnistro della Pubblica l•truzione, S. E. Mono. Glrard ed il R. Console d'Italia.
::::::: 223 :::::::

1.9 Page 9

▲back to top


ARGENTINA - Buenos Aires. - S. E. Fe- BRASILE - Nat.al. - Sviluppo dell'Opera
der zoni al Collegio Salesiano S. Carlo. salesiana.
L'u luglio u. s. S. E. Luigi Fedenoni, che nel
suo viaggio nell'America Latina, aveva già raccolto
l'omaggio di altri istituti salesiani, fece visita uffi-
ciale al nostro collegio • San Carlo t ed ali'annessa
chiesa monumentale. Pur mantenendo la caratte-
ristica della cordiale familiarità salesiana, l'acco-
glienza fu improntata ad imponente solennità.
Nella simpatica divisa di Esploratori , Don Bosco
un migliaio dei nostri alunni, allo sventolio di ban-
diere argentine ed italiane, inquadrati nelle rispet-
tive compagnie, con dieci fanfare, attendevano il
Presidente del Senoto italiano in via Victoria, fa-
cendo cordone alla folla degli e.'C-allievi e dei coope-
ratori. All'arrivo di S. E. la banda del collegio
attaccb la Marcia Reale ed uno scroscio di applausi
disse tutto l'entusiasmo del pubblico.
S. E. colla Signora, Donna Gina Federzoni, era
accompagnato dall'Ambasciatore d'Italia, dall'Aiu-
tante militare argentino, da Donna Paz Guariglia,
dal Consigliere d'Ambasciotn barone Ottavio Sereno
di Lapigio e Signora, da altri fum.ionari dell'am-
basciata e dal Segretario di zona. All'ingresso del
Tempio, l'Ispettore salesiano Dnn Rayneri diede
il benvenuto ulle LL. EE. e le introdusse nella ma-
gnifica chiesa per l'assistenza ulla santa Messa,
celebrata dal parroco D. Farinati. La • scuola sale-
s:ana ; del nostro istituto di Bemal commentò il
di,•ino Sacrificio con ottime esecuzioni.
Terminata la funzione, superiori, giovani e pub-
bJjco si raccolsero nel gran cortile del! 'istituto e,
dopo il suono dell'Inno Nazionale Argentino e
della Marcia Reale, j! salesiano D. Antonio Zitta
pronunciò un elevato discorso di omaggio esaltando
in una rapida sintesi l'opera dei primi salesiani
mandati da Don Bosco in Argentina e la pot.enrza
dell'Altissimo che si è u oluta ma11ifestare Per mezzo
della rigogliom vitalità italiana dei .suoi apostoli, che
ne informò i metodi e Jr, foro di validissimo sostegno
Per trionfare degli foe-vitabili c011tras1i. Italia11Q ui-
talit.à - disse l'oratore - nell'inseg1um1mto dtlla
sciettz(l e del lm;oro; italiana vitalità nell'QSsister,za
agli e,;ugrati ed ai wro figli; italiana vitalità nella
diff11sio11e della lingua d'Italia che si insegna in umi
7nostri collegi; italiana vitalità 11el rispetto e nell'am-
mira:;io11e a Sua ,l,/aestà il Re Imperatore ed al Sili)
Dtice glorioso; italiana vitalità, infine, per dijfo12dwe
0,1,mqu.e ttltte le vere grandezze d'Italia, madre itre-
sauri'bile e feconda di civiltà eterna... t . Al discorso
applauditissimo, segul il saluto di un alunno, quindi
S. E. Federzoni ringraziò dell'accoglienza, tribu-
blodo a sua volta il più fervido omaggio all'Opera
di Don Bosco, che tanto conosceva e tanto ammi-
ra\\'a, lieto che la visita al Collegio San Cado avesse
pienamente confermato l'antica stima e venerazione
ch'egli nutre pel nostro santo Fondatore, mirabile
esempio di virttì cristiane e patriottiche •· Entusiastici
applausi coronarono le pa.role del Presidente del
Senato d'Italia che, passati in rivista gli Esploratori
Don Bosco •, si congedb dal collegio fra le più
fervide acclamazioni.
Grazie alla beneficenza di Donna Ines Barreto,
la città di Natal, capitale dello Stato di Rio Grande
del Nord, ha ornai un fiorente Oratorio salesiano
che accoglie centinaia di giovani, tutti i giorni festivi.
L'Oratorio si è già arricchito di aule moderne per
le scuole serali, e l'Opera salesiana sta per sistemarsi
completamente colle scuole professionali a vantaggio
soprattutto della gioventù delle classi medie.
EGITTO. - Autorità italiane e d egiziane
ai nostri istituti.
La chiusura dell'anno scolastico profes.~ionale
1936-37 ha dato occasione a solenru cerimonie in
tutti i nostri istituti di Egitto e Palestina. La pre-
miazione degli alunni fu onorata dalla presenza dei
Consoli e di altre personalità italiane ed egiziane.
Ad Alessandria d'Egi tto intervennero, con S. E.
il Ministro d'Italia Pellegrino Ghigi, ed il Console
Generale comm. Silyjo Camerani, il Maestro del
cerimoniale del Palazzo Reale, S. E. Yeghen Bey, e
il secondo Ciambellano, S. E. Jsrruiil TeYJTiur Bey.
Agli illustri personaggi fecero corona il comm. dott.
Rufini, Segretario di zona dei Fasci, il cav. An-
gelo Perugia e il dott. Dolci, per il Direttorio del
Fascio, il Barone Falqui-Cao, il comm. Pomi, il
comm. Dassetto, il comm. dott. Latis Bey e··altri
notabili e amici dell'Opera salesiana.
Al Cairo. Presiedette personalmente S. E. Aly
Zaki el Orobi pascià, Ministro dell'Istruzione Pub-
blica, accon1pa,;nato dal controllore dell'insegna-
mento industriale l'vlahmud Ibrahim el Nurussi
bey. Col 1\\-linistro erano inoltre S. E. Rev.m.3 Mon-
signor Giulio Girard, Vicario Apostolico del De.Ira
del Nilo, il R. Console d'Italia cav. uff. dott. Loffredo
l\\lorganti, il Segretario del Fascio cav. Tozzi Con-
divi, i Direttori dc.Ile Scuole Industriali Egiziane,
numerose personalità del clero e del laicato.
Il Direttore, don Odello, nel discorso ufficiale
mise in rilievo soprattutto l'efficienza della Scuola
di meccanica. Iniziata con 19 alunni, nel 1931, ha.
raggiunto nell'anno decorso il numero di 120. Nove
alunni hanno terminato il corso completo teorico-
pratico, conseguendo 11 diploma di compiuto tiro-
cinio con esito lusinghiero. Altri hanno già ottenuto
il certificato di abilitazione in meccanica puramente
pratica.
Data la media dei promossi, tanto della scuola d.i
meccanica, come delle Scuole elementari, 67% , il
Direcrore ba esposto anche il progrnmm_o di bene-
ficenza svolto
L'istituto non ha patrimonio, nè redditi di sorta.
Nessun ente si obbliga a quote determinate, ed
essendo i suoi principali me=i di sussistenza le pcn-
sjoni degli allievi, non può largheggiare in benefi-
cenza in quella misura che forma l'ideale dei Sale-
siani e e' , corrisponde ancbe alle tristi condizioni
dei tempi.
224
::::

1.10 Page 10

▲back to top


Tuttavia è riuscito a prodigarvi oltre 490 lire egi-
ziane - vale a dire un 49.000 lire italiane - rap-
presentanti il rna$simo sforzo consentito alle p95si-
bilità dell'Opera salesiana del Cairo senza mancare
nè alla fiducia nella Provvidenza di Dio, nè ai det-
tami di una sana prudenza.
Compiuta la premiazione, mentre la banda delle
O.G.I.E. intratteneva il pubblico con un interessante
concerto, le Autorità procedettero alla inaugurazione
della Mostra professiònale di meccanica. S. E. il
Ministro, tagliato il simbolioo nastro dai colori egi-
ziani ed italiani, entrò per primo nel salone del
teatro completamente trasformato per la circosranza.
Bandiere italiane ed egiziane leggiadramente
disposte davano un gaio aspetto alla sala. Grandi
fotografie riproducenti alcuni earlltterisrici aspetti
delle Scuole professionali salesiane d'Italia orna-
vano le pareti, ed una serie di quad1 i con delle
opportune iscrizioni rioorda,'llno In marcia ascen-
dente della Scuola di meccanica dal 1931- al 1937.
Completavano il reparto della documentazione i
programmi particolarel{g:ati di tutte le materie d'in-
segnamento e i libri di testo adottati nella Scu()(a.
Con fine senso artistico, sui vari ta\\·òli erano
disposti i lavori de_qh allievi. Prima i compiti scola-
stici: saggi. mensili, disegni, quaderni delle eserci-
tazioni scritte per le varie materie: matematica, al-
gebn1, trigonometria, fisica e chimica industriale,
meccanica, elettrqtecnica, saldatura autog-cna. re-
sistenza materiali, tecnologia, ecc.; poi i la,·ori d'offi-
cina: tutto disposto gradualmente per dare ai visi-
tatori l'idea del metodo in uso nella scuola.
Per più di mezz'ora le Autorità si trattennero nella
Mostra soffermandosi con schietta ammirazione
dinanzi ai lavori esposti: esercizi progressivi di li-
matura, serie svariate di incastri, applicazioni pra-
tiche di utensili per officina e di pezzi di macchine,
piccole macchine costruite per conto di Ditte della
città, campioni di mobili moderni in tubo d'acciaio
cromato, saggi di saldatw-a au_rogena, di boJlittlra
e di forgiatura, oggetti artistici e ninnoli, esercita-
zioni pratiche di elettrotecnica, ecc. I n modo parti-
colare attirarono l'attenzione delle Autorità egiziane
diversi lavori in ferro battuto di ottima esecuzione
e una pic;,cola macchina a vapore azionante una pial-
latrice, lavoro di un alunno del oq_rso di perfezio-
namento.
S. E. il Ministro si congedò con frasi di entusia-
stico compiacimento per i risultati pratici ottenuti
dalla scuola e per la bontà del metodo, augurando
ulteriori sviluppi dell'attività culturale della Scuola
che non si limita all'insegnamento pratico, ma sag-
giamente vi abbina in notevole misura quello teorico
per dare ai futuri artieri una formazione tecnica
soda e completa.
Dopo la partenza ddle Autorita la sula della ì\\lostm
è rima.~tn aperta a.I pubblico che vi accorse numeroso
ammirando e plaudendo
Cairo. - Scuola professionale salesi ana. Saggi di mobilio in tubi d'acciaio cromato.
::::::
225
:::::::;

2 Pages 11-20

▲back to top


2.1 Page 11

▲back to top


D A LLE -NOSTRE MISSIONI
Bang Nok Khuck (Siam). - Maestre e glovanl dl A. C. che hanno par1cclpa10 agli Esercizi spir!1u_a•1
SIAM
Buo ne no t iz ie.
Amatissimo Padre,
ESCURSIONE APOSTOLICA. - H o
qui gli appunti della cronaca e mi affretto a
darle alcune notizie degli avvenimenti più
importanti di questi ultimi mesi.
Vorrei descriverle dettagliatamente il lungo
viaggio fatto agli estremi confini <lei sud del
Siam, alla graziosa cittadina di Bepong, ove
i cristiani mi offersero la cara sorpresa di una
be1la cappella e di una modesta casetta, sorte
come per incanto in pochi mesi per ospitare
il Signore ed il missionario. Fu un miracolo di
fede e <li amore compiuto dai 250 fede li che
vi hanno concorso con ammirabile gara. La
benedissi e la dedicai a San Pietro, proprio
il giorno in cui il Santo Padre compiva il suo
ottantesimo anno. Speriamo di poter presto
aggiungervi l'Oratorio e le scuole. Nel ritorno
sostai a Haa<lyai e a Thung Lung, celebrando
la santa Messa ed amministrando i Sacramenti
ai cari fedeli che mi fecero un mondo di feste.
Son quasi tutti oriundi Cinesi e mantengono
ìl fervore della fede con slancio esemplare.
PRJMT FRUTTI. - i\\Ia permetta che mi
-rifaccia ad una data storica pt:r la nostra mis-
226 ::::::
sione e che le dia una delle più care notizie.
Il 19 marzo u. s a Bang Nok Khuek abbiamo
offerto al Signore i primi frutti delle nostre
migliori fatiche: t4 Ascritti - sette cnierici e
due coadiutorì siamesi; gli altri, alunni dei
nostri Istituti missionari d'Europa - hanno
emesso i santi voti, con una cerimonia che ha
riempito d'emozione tutti gli astanti e pervaso
di santo orgoglio le famiglie fortunate di questa
terra che hanno permesso ai loro figli di se-
guire la divina vocazione. Per la prima volt~
sotto questo cielo è risuonata la formula dei
nostri voti nella lingua nazionale, suscitando
le più sante impressioni. Fuori di chiesa,
battimani ed evviva, ed abbracci fraterni. Il
Signore moltiplichi 11 piccolo gregge, ranto
generoso!
PREMIAZIONE ALL'ORATORIO.
Un'altra bella festa fu quella della premiazione
dei nostri giovani oratoriani di Rajaburi. V'in-
tervenne il Governatore, il Comandante mili-
tare della piazza, l'Ispettore scolastico. Il
nostro Don Kimtbai spiegò ai presenti lo scopo
degli Oratori salesiani, poi un alunno lesse un
devoto indirizzo di omaggio offrendo un mazzo
di fiori al Governatore. E questi rispose con
cordiali espressioni di ammirazione e di plauso,
dicendo fra l'altro: « Ho capito oggi perchè i

2.2 Page 12

▲back to top


Salesiani amino vivere coi giovani e giocare
con essi nel campo vicino a casa nùa, incuranti
della fatica e dei disagi, sacrificandosi nelle
scuole serali... Essi compiono un'eccellente
opera di educazione ed io son lieto di espri-
mere la mia più ampia soddisfazione e sincera
gratitudine >>.
La cerimonia terminò al canto dell'inno
nazionale, mentre i più assidui godevano dei
premi ricevuti e la folla plaudiva ai premiati.
Peccato che non abbiamo ancora un cortile
e una casetta nostra, che ci consenta di svol-
gere tutto il nostro programma!
ESERCIZI SPIRITUALI. - Ne abbiamo
tenuti due corsi: uno a Ban Pong per maestn
e giovani di Azi,one Cattolica dal 25 al 29
aprile: 46 presenti; l'altro contemporanea-
mente a Bang Nok Khuek, per maestre e gio-
vanette. Furono un successo. Al termine dei
corsi inviarono aJ Santo Padre un'affettuosa
lettera che diceva fra l'altro:
• Noi maestn e giovani di A. C. della mis-
sione di Rajaburi, riuniti a Bang Pong per gli
esercizi spirituali, prostrati davanti alla Santità
Vostra, Capo della Chiesa, domandiamo di
esprimervi i nostri sentimenti di figli verso il
Padre amato. Domani, 28, tutti faremo la
santa comunione secondo le vostre intenzioni,
seguendo l'esempio dei giovani cattolici che
sono più vicini alla Santità Vostra. Noi tutti,
poi, inginocchiati davanti a Voi, imploriamo
la santa benedizione, affinchè gli spirituali
esercizi producano quella pienezza di frutti
nella nostra vita che ci permetta di corrispon-
dere alle cure dei nostri missionari, aiutan-
doli a propagare la nostra santa religione con
tutta la nostra capacità, secondo gli insegna-
menti di S. Giovanni Bosco che noi amiamo
tanto. Le saremmo tanto riconoscenti, se vo-
lesse leggere i nostri nomi, qui sotto firmati,
che è come leggere i nostri cuori... ».
Il Papa delle Missioni fece rispondere per
mezzo di S. E. il Card. Pacelli, che: « I sen-
timenti nobili e pii espressi nel riverente mes-
saggio erano stati al Santo Padre evidente
prova dell'ardore che anima codesta diletta
gioventù nel praticare e diffondere gli ideali
del Vangelo ».
Pei maestri si tenne pure una seduta peda-
gogica trattando dei fini della scuola e del si-
stema preventivo, secondo Io spirito di Don
Bosco.
L'attenzione con cui seguirono le conferenze,
era il segno migliore del grande interes.o::e eh"'
dest.ano questi argomenti, la cui attuazione è
vitale, in questo momento in cui il Siam sta
provvedendo ai giovani con affetto di precli-
Iezione, ed ammira le nostre scuole ed addita
a modello il nostro umile lavoro, tra una popo-
lazione scolastica che supera i duemila allievi.
llajaburl (Slam). - D Gover112rore presiede la premiazione del nostri oralorlanl.
:::::-.
:::::-.

2.3 Page 13

▲back to top


IL GIUBILEO D'ARGENTO
DELLE MISSIONI SALESIANE
DEL CONGO BELGA
--:::::
Da si11istrll, dtJ/l'alto ;,, !,;uso: Scuola di legatoria a L~ Kafubu. Ll Croce lnaugw
villaggi. • 1 primJ sei Salesiani che apersero la missione, 1uul viventi. b

2.4 Page 14

▲back to top


a una nuova residenza. - L,i sede centrale ad Elisabclh ville. • Catechesi ambulante nei
a,. banda di Ellsabetb· ville. - La cura dei lebbrosi. - La rigenerazione alla vitn.
- 229

2.5 Page 15

▲back to top


B10n Pong, - Il sjg, D. Berruli e 11 slg. D. Candela tra i confratelli, dopo una muta di Eserc.1.xi,
VISITA STRAOIWINARIA. - Le ho
già scritto dell'immenso conforto che abbiamo
provato nell'avere in mez1,0 a noi il signor
Don Candela, nostro Visitatore straordinario,
ed il signor Don Ilerruti, arrivato alla fine
della visila per dettarci gli Esercizi spirituali
e presiedere col Visitatore le nostre adu-
nanze. Ora rinnovo a lei ed a loro il nostro
grazie filiale, per il gran bene che ci hanno
fatto, per i suggerirmmti dati, per le mete
additateci, per il paterno interesse di noi e
delle cose nostre. Abbiamo vissuto giornate
memorande, in cui il pensiero ed il cuore,
erano a Torino, alla Casa Madre.
Ci benedica, amato Padre, pcrchè possiamo
sempre più degnamente corrispondere a tante
grazie. Per tutti
suo aff.mo
Mons. GAETANO PASorrr,
Prefetto Apostolico.
CONGO BELGA.
Giubileo d'argento delle nostre Missioni.
Le nostre missioni del Congo Belga cele-
brano quest'anno il loro giubileo d'argento:
venticinque anni di fecondo lavoro e di ottimi
risultati. E con un primato forse assoluto: i
pòmi sei Salesiani partiti nel novembre 19n,
tutti vegeti sul campo, collo stesso spirito e la
-stessa ardente passione missionaria. Bisog11a
..__ 230 ::::::
sentirli narrare le vicende della mjssione! Ar-
rivarono al Katanga senza neppur sapere con
precisione quale sarebbe stata la loro destina-
zione. Si era loro parlato vagamente di Bun-
keya come probabile centro ili missione, e
tutta la roba era stata indirizzata a Bunkeya.
Ma, giunti ad Elisabcthv-ille, ecco una lettera
da Bruxelles che li destinava all'insegnamento
in due scuole nella stessa città: una scuola
elementare e media pei bianchi ed una scuola
professionale per gli indigeni Cercarono la
casa e la scuola; ma erano ancor da fare. Allora
i sei confratelli coll'attuale Prefetto Apostolico
Mons. Sak, adattandosi alla meglio, si misero
alacremente al lavoro: le scuole furono presto
un fatto compiuto.
Ma essi sognavano !e missioni: e nel r9I4
furono ben lieti di poter inaugurare quella di
Kiniama, cui tenne dietro, nel 1921, quella di
La Kafubu, finchè nel 1925 la Santa Sede _
affidò loro il territorio del sud del Katanga
erigendolo in prefettura apostolic.-a. Poterono
allora slanciarsi con tutto l'ardore all'attjvità
missionaria ed aprire nuovi centri: a Sakania,
nello stesso anno, 1925; a Kakyelo e Tsh.in-
senda, nel 1927; a Kipushya nel 1928; aggiun-
gendo il lebbrosario di Ngaye nel 1930 e la
residenza di Musoshi nel 1936. E fu dovunque
una decisa sistemazione, che in breve fece
scomparire le miserabili capanne di terra e di
paglia, sostituendo, attorno a graziose chiesette,
scuole e abitazioni moderne che imprimono
alla vita il ritmo della civiltà cristiana. La sta-

2.6 Page 16

▲back to top


tistica ufficiale pubblicata nel gennaio di que- in proposito, finchè venne l'ora della santa
st'anno dà i seguenti risultati: al giugno 1936, Messa durante la quale raccomandai tanto al
la Prefettura Apostolica contava 7.235 cri- Signore il buon esho della spedizione. Verso
stiani, 16.rn catecumeni; i missionari visi- le nove e mezzo, la comitiva era in marcia.
tavano 351 viUaggi, con 77 scuole e 3.21 e Col sottoscritto v'era un Bororo e tre civiliz-
alunni. Distribuite, nei vari centri, nel corso zati che, nell'ansia di giungere presto sul luogo,
dell'anno, 179.757 comunioni. Otto dispensari, non rispannìavano lo sprone ai cavalli che si
di cui quattro retti da infermieri diplomati, affaticavano nel terreno fortemente sabbioso
hanno curato nell'anno 1935-36 ben 53.165 · ricoperto della spessa vegetazione propria
malati d'ogni genere.
della savana. Finalmente si apd avanti ai
Accanto ai Salesiani lavorano le Figlie di nostri occhi una vasta prateria e, nel fondo
Maria Ausiliatrice a Sakania, a La Kafubu e della valle, all'incontro di due ruscelletti, ap-
a Musoshi Saint-Amand, con scuole per fan- parvero gli steccati; un velo di fumo si sten-
ciulle indigene, catechesi ed opere varie. A deva a poca altezza dal suolo. Eravamo in vista
Kakyclo sono le Suore della Carità <li Gand del luogo del disastro: in fila indiana, proce-
che hanno pure la cura del lebbrol¼lrio di demmo guardinghi senza parlare ed, appena
Ngaye e stanno costruendo w1 ospedale per raggiunto il posto, senza scendere da cavallo,
accogliere i malati sparsi nei villaggi, mentre facemmo una visita {!Cnerale osservando bene
si finisce la residenza di Kipushya che attende le capanne che non erano state incendiate ed i
anch'essa la loro valida cooperazione. li giu- vari scompartimenti dei grandi steccati. Tutto
bileo d'argento apre quindi il cuore aJle mi- era silenzio e tristezza; nel mezzo fumavano
gliori srcranze.
i resti della casa del padrone. Scendemmo eia
A...
cavallo e cominciammo una visita minuziosa.
Subito trovammo alcuni dei nodo:;i bastoni
1'"1.ATO GROSSO (Brasile).
che questi indi usano lasciare sul posto del-
l'assalto: poi trovammo parecchie frecce, delle
Un altro delitto dei Chavantes.
Amatissimo Padre,
quali una ben insanguinata. Dalla loro dire-
zioue si capi che avevano circondato tutta la
parte dello steccato che racchiudeva un orto
U 29 giugno p. p. speravamo di passarlo al- e la casa del padrone dalla quale tentarono
legro nella commemorazione del Papa e del- invano di fuggire i due poveri impiegati, d:e
1'ooomastico di lei, amato Padre; invece una si trovarono invece in mezzo ai feroci sel-
triste notizja venne a porci io aUarme. Stava vaggi. Proseguendo nelle ricerche, notammo
preparandomi per la celebrazione della messa sullo steccato grandi tracce di sangue e in
solenne, quando mi si presentarono due uo- terra, due altre frecce insanguinate, ma spez-
mini dicendomi:
zate. La vittima non doveva essere distante
- Padre, sa quello che hanno fatto i Cha- e, difatti, la si trovò non incito lungi, in
vantes?
me'/..ZO al bosco. Completamente spoglia e
- No, che cosa è accaduto?
sconciamente mutilata, giaceva supina in
- Ieri mattino assalirono e incendiarono parte nelle acque del ruscello con la testa
La « fazenda n del nostro vicino. Siamo andati orribilmente spaccata da un colpo di bastone
a vedere; crediamo vi siano vittime perche i che raccogliemmo lì preSso.
due impiegati che custodh·ano la casa in as- Una freccia gli trapassava la gola; aveva
senza del padrone con la famiglia sono scom- due ferite nel braccio ed una nel polpaccio;
parsi. Essendo noi due soli, non ci arrischiammo in questa, come nella gola, vi erano ancora
in ricerche. Ritornammo alle nostre case, e infisse le punte delle frecce che il poverino
ci disponemmo per ritirarci con le nostre fa- aveva spezzato nella fuga. Era un giovanotto
miglie. Abbiamo viaggiato tutta la notte, e sui 18 anni. Scavammo subito con pali ap-
~iamo arrivati or ora per chiedere un rifugio puntiti una fossa e vi componemmo la vi_t-
e compagni per una visita alla « fazenda n tima. Recitammo una breve orazione, il De
assaltata dai terribili selvaggi.
p-,oJ,mdis, e tristi ci avviammo alle nostre ca-
Pt:nsai un momento, poi risposi: " Rifugio valcature.
per le famiglie è presto trovato; per una vi- Il sole stava calando ed era prudenza al-
sita al luogo elci disastro, son pronto. Essendo lontanarci. Ma tutti i nostri sensi stavano
giorno cli festa, vengano a Messa, poi parti- sempre tesi per raccogliere ogni indizio, e fu
remo subito n.
così che nel ritornare alle nostre cavalcature,
Senza de.~tare allarmi, diedi gli ordini
- notai alcun che di particolare in un cespuglio
231
:::::

2.7 Page 17

▲back to top


non molto lontano. Avvisai i compagni che, per a-;sl.i bene e ritornarono magnificando la spe-
l'ora tarda, non giudicarono prudente indu- ciale protezione del Signon: su coloro che li
giarsi più oltre. Urgeva rinviare all'indomani avevano preceduti. Avevano viE>to i nascon-
la ricerca dell'altra vittima, che fu trovata digli dei Chavantes cd uno, proprio nel cespu-
giorni appresso.
glio da me notato; verificarono le insidie tese.
Sull'imbrunire eravamo alle capanne deUe 1'clla notte erano arri\\'ati a poca distanza da
famiglie che si erano rifugiate a Sangradouro. n'>i... I Bororos erano impressionath,simi e mi
Dopo breve respiro, si mangib qualche cosa dicevano: , Iloc rngnddu Deus pagui m.igera
getture acnbo " ossia:
«Davvero che Dio No-
stro Signore stava con
te- n.
Era il pnmo \\'enerdl
del mese e la funzione
serale fu di speciale rin-
graziamento al S. Cuore
e di propiziazione pei
pO\\'eri Chavantes che
continuano a spargere
terrore e sangue in que-
sta zona promeuente, che
solo ora comincia a po-
polarsi. Per causa di que-
sti feroci rnzzintori, varie
famiglie si ritirarono tem-
poraneamente qui alla
.'.\\Iisc;ione: altri fazen-
<lciros , , issero in grande
allarme. l\\la noi confi-
diamo nell'aiuto del Si-
gnore.
S.m11radouro (Maato C:to<..o). - I B.>roro, """ D. A 1;,l-.etli c~mlncino I randl'lll
e le l'tteee usate dal Cha,·antc nell'ultimo mùfauo.
Anche i Bororos, dopo
un primo momento cli
timore, si tranquillizza-
che avevamo portato con noi; si recitb il Ro- rono e la vita riprese il suo ritmo regolare.
s:irio e poi, seduLi su alcuni tronchi, a fuochi Am::\\to Padre, la sua paterna benedizione ci
spenti, prendemmo a commentare i casi della sia caparra di quella cli D on Bosco Santo.
giornata. Era com·inzione di tutl1 che i Chavan-
tcs non dO\\·e,·ano es,;ere lontani e for;;e non ci
ave\\'ano assaliLi pen•ando che a,·remmo pasrnto
la notte nelle capanne appositamente rispar-
miate per tendere insic,lie. Ma, non ci avrebbero
Sa11grado11ro, 18 luglio 1937.
Sempre de,·.mo in C. J.
Sar. ,\\.LBt:-F.TTI Cr.s \\RE
J1,fissio11ario Salesi"110.
in'leguito? Grida selvagge elevau:si proprio
in direzione della ,, fazenda ~ distmua, ci tol-
sero ogni dubhio. 11 sonno e la stanchcna di-
ASSAM (India).
span·cro ed ognuno si pose sull'attenti.
Successe in,ece un profondo silenzio che
durò tutta la notte rotto solo dal grido di
La m issione tra i " Garo " .
Amatùsimo Ptldre,
qualche animale o dnl canto di qualche uc-
La vallata del Il,·ama1>Utra in As'<am è chiusa
cello. Però, cosa strana, a quell'ora cantavano al nord dai contrafforti dcll'I limalaia e, al
anche uccelli che non erano notturni. Solo in sud, da una catena di montagne abitate dai
cinque, gli animali stanchi e noi pitì ancora, l\\agas, :\\likur, Khassi e Garo.
si abbandonò l'idea dt ritornare alla• fazenda»
La Missione cattolica si è s, iluppata molto
e si prese il cammino di casa ove si arrivò, al centro fra i K hassi, perche furono i primi
ansiosamente attesi, verso sera.
a godere dei vantaggi delJa civiltà moderna.
Jl giorno seguente, primo di luglio, parti Ad ovest delle colline Khm;si s'inna12ano
un'altra spedizione più numerosa. Tutto andò
- - 232
le Caro b.ills, lo sperone più occidentale di

2.8 Page 18

▲back to top


tutta la catena degradante verso il piano del
Bengala dove il Bramaputra si volge brusca-
mente al sud per confondere le sue acque con
quelle del Gange.
I Garo sono separati dai Khassi da foreste
quasi impenetrabili; parlano una lingua com-
pletamente differente e la loro popolazione si
fa ascendere a 220.000 abitanti, di cui 25.000
sono cristiani.
Dal nostro arrivo in Assam nel 1922, i
Caro attrassero l'attenzione dei Missionari
perchè costituiscono un popolo buono e sem-
plice, bisognoso di aiuto spirituale e mate-
riale. Ma solo nel luglio 1933 si potè affittare
una casetta in Tura, capoluogo del Distretto e
fissarvi la residenza. Nell'ottobre di quelJ'anno
Mons. Mathias scriveva: 1< Ho avuto la con-
solazione di vedere le cose bene avviate e l'av-
venire ripieno di grandi speranze. L'avere
assistito a 18 battesimi e tra i battezzati aver
veduto persone che hanno influenza in Tura, mi
ha riempito il cuore di consolazione. Gesù vuole
il suo trionfo anche fra questi buoni popoli ».
Si acquistarono in seguito due colline che
dominano il pittoresco villaggio di Tura e
nel febbraio 1936 s'iniziarono i lavori per
costruire la casa dei Missionari e la Cappella.
L'rI aprileu.s. ebbi la consolazione di benedirle.
Un Ufficiale governativo mi diceva: « I Caro
hanno manifesta simpatia per voi, ma, diffidenti
per natura, volevano vedere qualche cosa di con-
creto. Ora che la chiesa è sorta su, bella, ver-
ranno numerosi a voi. Sappiatene approfittare».
Abbiamo messo questa Missione sotto la
protezione di Maria Ausiliatrice. La nuova
missione è molto difficile per la scarsezza delle
comunicazioni. Tura dista dal centro della
Diocesi 200 chilometri in linea d'aria; e neIJa
stagione delle piogge quattro o cinque giorni
non sono sufficienti a colmare tale distanza.
Nella stagione asciutta vi sono piste su cui
si può avventurare l'automobile.
Io percorsi circa 800 Km. per visitare al-
cune cristianità. Passo sotto silenzio le avven-
ture poco piacevoli, gli incidenti pericolosi,
specie nell'attraversare i malfenni ponti di
bambù I Po'"ero ·automobile e poveri noiI Il
missionario che mi accompagnava sorridendo
osservava: 1< Noi dobbiamo percorrere queste
strade a piedi o in bicicletta; sono lunghi ed
estenuanti giorni di marce continue per visi-
tare le comunità sparse su di un'area sconfi-
nata». La regione è coperta da immense fo-
reste, la fauna è molto ricca ed i primi assaggi
di esplorazione del sottosuolo hanno rilevato
l'esistenza di ricche miniere di carbone, di
petrolio ed altri minerali.
Il prodotto principale è il cotone, coltivato
senza metodo razionale.
La popolazione, specie nell'interno, è ancora
poco civilizzata: i vestiti sono ridotti ai minimi
termini. Non siamo più in India, ma in un
mondo completamente diverso. La lingua è
interessante per un glottologo. Il nostro caro
Don Pianazzi con amoroso studio l'ha impa-
rata molto bene. Abbiamo già pubblicato il
Catechismo, il libro delle preghiere e dei
canti, e si stampa un giornaletto bimensile.
Non ostante tutte le difficoltà e il lavoro di
pionieri, i nostri Missionari si trovano bene
fra i Garo perchè sono un popolo espansivo,
allegro e generoso.
In una delle mie visite mi ero spinto nel-
l'interno verso un piccolo villaggio seguendo
le tortuosità di un fiumicello. Più di venti
volte mi trasportarono a spalla da sponda a
sponda; ammirai il fervore di quella piccola
comunità e domandai al Capo che cosa desi-
derassero come regalo dal Vescovo. La rispo-
sta fu commovente: « Niente: ci aiuti solo
a salvare l'anima nostra».
Tura, amato Padre, non è una Residenza:
è una :Missione a sè, che domanda una com-
pleta organizzazione missionaria per 220.000
anime che hanno una vita sociale propria. È
fra questi popoli che si formeranno nuclei
cristiani forti dove la nostra religione potrà
trionfare e stabilire il regno di Gesti.
L'opera più urgente è quella delle Suore
con dispensario, cura dei lebbrosi e una scuola
per ragazze. Ancora nell'ultimo mio viaggio,
alcuni lebbrosi sfigurati dal male vennero da
me e mi dissero: «Da tanto tempo ci avete
promesso le S4ore e ancora non sono arrivate.
Abbiate pietà di noi ,,.
Noi ci raccomandiamo alla carità dei Coo-
peratori affinchè ci aiutino a costruire il leb-
brosario. Dopo l'incendio di Shillong tutte
le nostre risorse sono esaurite. Non vi è opera
certamente più bella che formare un'oasi
completamente cristiana fra questi indiani.
Ci mandi, amato Padre, quanti più sacer-
doti potrà; la messe è abbondante, ma il per-
sonale ed i mezzi sono scarsi assai.
26 aprile 1937. ffi STEFANO FERRANDO
VescO'IJO di Shillong.
24 ottobre: Giornata missionaria.
Tutto il mondo infedele attende il
nostro concorso. - Rispondiamo ge-
nerosamente all'appello di "Propa-
ganda Fide".
:::::::. 2 33 :::::::.

2.9 Page 19

▲back to top


SIAM. Ban Pong. • Maestri e giovani di A. C. dopo gli Esercizi spirituali.
Rajaburl. • Alunni della scuola s"rale. • Gruppo degli Ora1orfani.
::::::::
2 34
::::::::

2.10 Page 20

▲back to top


S. E. Guglielmo Mnrnonl colla Sl&nora alla n ostra cblcsa dJ San F r ancisco di California.
GUGLIELMO MARCONI
tt,,,,,. •. Co11 mpitlo H1lo. il .lfo,:o dr/lo spt1::io, il dm111-
11n/(JU dt!f
mperati xlt spazi, sq11nraato l'ttn-e,
lta lmrùito 111 tura rd è. tornalo a Dfo,
Calmf>, coi(lc11te, <cren,, anrlit d, Jroflte all'imPo•
t, 11~11 ,lr/111 srirn::o, rlu· 11()11 ri11rrit•a a umtrastare
l'i111pr111'1 i.1<1 mnlore, pere/tè, s1:1f111,rc ,/dia srien::ra,
11011 idolatrn, 11~ tf>mflrt•nde,m i bniiri 1·, ri:1p1tta11do i
sel!rtli di Dio, mlorm·a la Prat't·idrn~a del/'Altissimo
rii,· l"tto dtsf><me nel creato c,m ordme, mimra e
peso (:-.ap. Xl, 21). S,ru10 m1r/1i, di Jro11u alla
proipntwn dd 111111/i::10 dn·i110, prrdtè gr11io e t•ita,
r tutt, le ,i.sr,rrt della run rit,1 prc::it>r,1 - i11uti111abili
dvni di /ho - m·n·a con r,11,1uJ111,· rr,s/mtU, co11
11111ilui di spirit,, ,. )lenn-ontà di mori, 111, uo o dispo-
sizìo11r dr/In ri,.-dtà cristiana pd trirmfo ddl'amon di
Crùto 1u{lt, 11mfIu1 compre11si111tr degli 110111i11i e dei
popoli, per la paa e prosprrù«Ì 1111it•crsa/e,
Q11nta /11 i11/alli la mprema mpim::ùmt dtl s110
cuort. rarmlta dfll Papa e lru~musa al 1111,11</o alf'inau-
gur(l::1011r del mwt'Q sn.·i::io radio (I 111itroo111lt tra
la Ci111i d<l 1·,11ica110 e Castel Cmtdo/jo. q11a11do il
Crrmdt' 111,.Jt<tamenu dnlJll J'i,rtlin::::o di omaggio
al f'iwrio d, Cristo co11 J'ardt11I<' nw:wfo: Possa
anche 111 mm pucola opera, tutr.1 da1;1 .1 fllc11itare le
co1m;nicu1.inni fra le genti, conmhuirc ,1I rU't,gìun-
it•mènto dcllu ,·cru pace cristiana fro tutti i popoli •·
Era l',l11110 Saulo, }(lX Ce111e11arfri dr/111 Reden::rio11e.
P(J/rt•a qw11di 1:1mrd11rt s,·r,11a111t11tt, oltrt i t'di dr/
umpfl. lo spettro della ,rmrll', e, chiudendo !(li otd11
a/In /uu del montfo, fissare il l(tnin in Difl, rolla ur-
tr~::a d'inco11lrare il Padrr.•'1r>rì cosi d,Jatti, con/or•
tato dni mnti Sacrn111r11ti, reeitmulo il Puter.
Il Putcr I l'ultima S1411 t•ott, tltre111f/ palpito del su?
gran morti Nel lutto della srit-11~t1 ~ d~lla di-iltà 111011-
diaft t•ilm, prr /'é/ere, eredi/li ,li f1•de ai secoli jf<Wri!...
I? noi lo rauogliamo co11 t•r11er,1::ione, mtmfre la
,1ricm:a c1111tim.u1 l'asusa, rol/e nwq,,isu di .llarro11i,
portando i gt11ì a Di"a. Perrl,i' 11dln ifo/lforio del suo
gu1io, il raggto più bdlo /11 imfubbi,mrrntc il r,1ggio
dt'llu /rrl< drl più grande srit11::iato df'l mondo. Una
fedi' smrl!ra, ragio11n·olt, (>ro/01tdm11mu rattolirt1,
cordiali!. Basta ricordamele più r«ritli 11umifestazio111
li 12 /el,hraù, 1930, qtlll11tla il Santa Padre ,·1,n-11
prr ùw11.rt11rare col su o pc,/er110 mcsmwio rit•olto n
tult.' le ~enti e ad ogni crcaturn • /11 Stm::ionc Radi,1
Va11ra11a, J/arconi ,ie delfr l'mtmmzio d1iude11do
co11 qu.,.stt parole: Con l'.,,ulo d1 Dio che ttlnt~
mi&tcrio'IC forze della nnrur., mette 11 disposizione
ddl'umanità, bo poruru pnpalùr<" questo strumi,nto
che pr<>Curcrà ui fedeli d1 rutto il n,ondo la c,m,ola-
zion.,. di udire la Yoce dd Santo P;1dre •· E lo sUsso
g1ornI1 offrit·a <1 Vlilustriu:1onc \\'ntìcana in 1111 mu-
!tll/1/IO tlll/O!(rafo w1 documtlllO a11cl1t· pill ampio ddltt
- catlulicitli della ma fede: L,.1 St11i;ione Radio -
2 35
:::::::.

3 Pages 21-30

▲back to top


3.1 Page 21

▲back to top


srrissc - della Città del Vaticano, voluta da S. S.
Pio Xl, fa sentire oggi, per la prima volta, la sua
voce nci mistesiosi regni degli spazi. Il Cattolicesimo
che prima della Radio, ha superato le dure barriere
delle distanze, instaurando l'universale Società degli
uomini nella verità del Vangelo. trova oggi, in questo
materiale strumento, un nuovo provviden,iiale mezzo
per il quale l'Augusto Capo della Chjesa di Roma
fa sentire la Sua voce di Past0re a tutti i fedeli di
tutte le terre. Veloce e sottile come il pensiero,
l'onda della parola inc:;1lza l'onda dello spirito che
si dilata oon la forz:i. ed il calore della verità. U pic-
colo Stnto territoriale del Pontefice di Roma oggi
comunica direttamente sia con i grondi centri della
nostra industre e tormentata civiltà, come con le
più lomane ed umili province del Cristianesimo,
dove i legionari della verità evangelica combattono
le quotidiane e dure. lolte della fede. La voce della
Radio che nl ruwfraizo serve per invoc.-ire soccorso,
e che ngli uomfoi dei ts0ciali oom.merci accelera il
ritmo delle industri opere, è oggi utilizzata dal Na-
vigatore che ba superato le burrasche della storia,
che porro i soccorsi della verità e che cura gli inte-
ressi di tutti i citmdrni dellu spirito. La romanità
della Chiesa, che è cattolicitli evangdica, si riafferma
una nuova volta. nel)u trnsmissione della parola del
Papa che della Verità Divina è il Maestro e che
ddl'Wl.iversalc mondo dello spirito <l il Sovrano.
La Rodio, che, trn le conquiste della scienza, sembra
toccare più da vicino i regni dell'ìmmatcriahtà, è
oi.gi esultata da questo serYizio che rende agli in-
teressi più puri e più universali della spiritualità
dd Can:()licesimo •·
Di qi,osto e def!li altri preziosi servigi il Papa seppe
graro a 1\\Iarconi ro11 1111 affetto ineffabile. Glielo di-
mosu·ò col ro11(erirf!li altissime onorifice11Ze e rol n1>-
mi1urrlo Vice Preside11te tiella Pontificia Accademia
delle S rien:::.e; glieln dimmlrò nelle frequcnli 1tdie11::e
e soprattutto nell'ultima, ro11cessàgli d11e gi&mi prima
rhe ,mn-isse; glielo dimostrò, con w1 gesto squisito, te/es
fo11r111do perscmalmer,t;i da Castelga11dolfo, alla m;i::za-
r.ottc del 19 luglio, tre ore prima che spirasse, per
at1trt1 me notfoie dai salii/ari clu l'assistroa110 e per
fargli giungere d1rettw11e11te lo pi,i affeit,v:isa delle
benedizioni papa/i...
lii 1m'altra grand'ora della nostra storia, Marconi.
ftre 1m'1'ndime11tirabile professio11I! di fede, q,wndo
scrisse: Kell'indagine delle forze misteriose che
ci avvolgono, la Provvidenza divina ci assiste, quclla
stessa Provvidl!llz:i che ha fotto d,ell'Ttalia la culla
di ogni arte e di ogni scienza, quella stessa Provvi-
denza che oggi a.%iste l'!mlia, il suo Re, il suo Go-
,·emo, guidando il nostro Paese verso i suoi maggiori
e prù alti destini •·
Nla noi, figli di Do11 Bosco, ricordiamo ancora la
S1VJ fede in atto, q11011do assistette alla lunga fw1zio11e
della ca11oni::zazirme del nostro Fondatore e Padre,
11dln Bmilita di Sw, Pietro, ed alla sua esalt.a::i01u
in Campidoglw. Qrw11do, passando, 11el s,v:, viaggio
attrat•erso il mondo, peì nostri Istituti di America e
per le nostre 111issicmi del Giappo11e e della Cino, ci
commosse col palpito de/.la mo pietà cristiana. Quando
a Sa11 Francisco di Califonu·a, la festa dei Santi del
r933, s'accostò ai Sarram,mti, colla ma Signora, nella
nostra chiesa parror:rhiale di Sa11 Pietro e Paolo.
Mentre ci 1libra110 ,mcora al cuore le nobili parole
prommciate ili ouasio11e del suo 6o0 compiemmo, il
25 aprile 1934, quando il 11ostro Ispettore di Caliform·o,
il compianto cav. do11 Oreste Trinchieri, ebbe l'onore
di presf7ltargli in w1'artistica pergame11a, a 11ome del
Sindaco di Sm, Fra11cisco, 011. Angelo J. Rossi, il
diploma che gli co11feri,.,a la cittoài11011z(l a11or(IT'ia di
San Fra11cisro, decreta/O/fii dal Consiglio Comunale
nell'ouo/;re dell'mmo precede11u ;,, occasio11e della sua
visha. La cerimtmia, w rdialissima 11ell'i11timìlà, si
svolse nella sede dtlla RM/11 Aceademia d'Italia di
c:"i Marroni era Preside11te. Vi i11terue1111l!ro colla
Sig11oro marrliesa Cristina Maria Bezzi-Srah e i
familiari, il mgino Do11 Urbano dei Prill(:i.pi Ba,ln-
1'im, l'Ambasciatore degli Stati U11iti Afrs. Long, fo
Principessa Orsenigo, gli Accademici d'ltalù, Forn1id1i
Pira,ulè/lo, Paribtmi, B,=a11i, Be11ù1i, Patetl<J,
Petta:.:011i, Riceohom, kfori11Q, ed altri; il prof. Jl,far-
picati, Vicest-gretario del P. N. F. e Car1ct1llierr del-
l'Aceademia, il Segretario particolare di S. E., gior-
nalisti italiani ed americani ee,:..
Rfrpo11à1mdo a//'i,1diri~o di omaggio di D. 'l'rin-
chieri, S. E. diss11 fra l'altro: • ... Ricorderò s~mpre
la nostra visita al Collegio salesiano di San Fran-
cisco di California, e quanto hanno fatto e stanno
facendo i ~alesiani por la Religione, la coltura e
l'italianità de.i gio,•ani.
• Per l'italianità, vugli!l dire, anche non solo l'ita-
lianità storica, ma l'italianità d, oggi, l'italianitn di
Mussolini, l'italianità del Cuncordato.
• A San Francisco, ho persmo sentito suonare
• Giovinezza • dalle campane della loro chiesa.
E que..~t'opern di insegnamento e di amore per i
giovani, non è limitn.ta per quanto riguarda i Sale-
siani, a San Francisco, o alla California, perchè
l'abbiamo veduta ovunque nel nostro viaggio attra-
verso il mondo, in altre parti dell'America, nel
Giappone, nella Cina, ed è perciò che mi è som-
mamente gmt<.>, a pochi giorni dalle feste per la
santificazione di Don Bosco, di esprimere la n\\ill
incondizioru1ta ammirazione e tutt<l il mio plau$O
per l'opera nltamente relig:osa, sociale e plltriotlica,
svolta ovunque dai Salesiani, e che sarà cermmente
coronata. da sempre più lusinghieri succèssi per la
fede e per la civiltà •·
Si racconta che, ili un giorno amai lontano, Guglielmo
Marconi, gr,arda11do dall'alto della mo11tag11a di Oropa
la regione biellese, abbia pe,i~ato alla possibilità di
• trO\\'llre nello spazio nuove risorse e nuovi mezzi
di comunicazione •• partecipa11do poi al poeta Dea-
bt,te, s,,o rompagno di l!$Ntrsione, C'Ju, una portentosa
idea gli aveva attraversato la mente ,. (Il Biellese
- Luglio-Agosto 1937).
Ancoro 1<11a volto la Vergirre Otlrebbe ad,mque
ispirato il genio che s'eter11ò pilÌ tordi mormomndo
il Pater.
E ronforto la 11ost1-a spera11~a 11ella 0011là di Dio
che, come volle 11el genio di ]'l;[arco11i del crea.tor
suo spirto, pù> vasta orma stampar •, cosl .Mrà pi,)
largo all'anima s,ia di quella beatifico visione che è
l'anelito mpremo di tutti i figli di Dio.
:::::::.
:::::::.

3.2 Page 22

▲back to top


GRAZIE
attribuite all'intercessione di
MARIA SANTISSIMA AUSILIATRICE
e di San Giovanni Bosco.
Rnrromandìamo v1t•a111attt ai l{TO:nati, 11(i rnsi di
guari111cme, d, specifica-re st:mprr bene la malnll,a e le
rirtostm1::,c più importm,tì, , , di segnar1• chittrammtt
la propria firma.
Ncm si pubblirmin ì111egra/111ente le rt/111:,oni di
xra:11e m1omttu! o firmatt r11llr. scrrrplici ini:ìa/i.
Sro1q•cur1J w1'opera:.1011e. ln 1,eguìto a compli-
J.,, ca1.ioni morbo,;,,, il noatro p1ccolo Alberto eva
essurè ~ottoposto <l'urgcn?.11 ud un nito opcrotorio.
I.a parola dei sanitari c:i riempi l'anim<> di s11omento.
Fu nllom che ricorremmo con la più vi,.t hdudn al
nostro Santo Don :Bosco, affinchè fos-.e scongiurato
il pcricc1lo. Fummo esauditi Pieni di riconoscenza
adcmpi,uno la prnmt"S~a fotta.
Fim,u, 6-Vll-rn37-Xv.
Coniugi C:,N·m.r,
G1wrrta da as,1111 rri,11ìca.
Ero gnivt•, molt<>
gru,·c: asma cronica ""n rutre complicn:i,it>ni. Da
due: kllÌm;me poi ave,-o tali dolori .,Ilo Mom11co
che non potevo più nutrirmi. Il dnttoie curnntc
non dua alcuna spt,ran1..1; fuorchè tentando un 'ope-
n1~1onc. Cosi disscro anche I dotton che ,ennero
con~lllto. Ma con clw risultato? NC!SSuno osàva
pronunriarsi TI ca.'<O l'TO dispe1nto, ,·d ,o soffrivo
IDnt<J!
-.,.1 Allora con fedc
s'incommciò una noveoa
a 8. Gin. Bosco. Oh, prodigio I I dolori scompar..ero
comi, per intamo: noo più operazione, vrnne l'appe,-
1110, i,d, n con.soluz1one della mia amata fam,i:ilia,
non vn7.a meraviidin dr, dottori. miulìorni anche
di tutti gli altri disturbi. Con profondll riCtlno~<:-enza.
f,'/arida (Stati Uniti), ro-Vl-1937.
ROSALIA SCI-URO.
U11a gra~1a 1rgmJa11mn111. - Il 18 fflllr20 1936
dovetti subire un'npcruzìone difficilis.s1ma: l't1sp<ir-
tauQ11e dtl rrol! d~tr/J. Dopo 22 /llomi di degenza
nlln clinica, ritornai in famiglia, con In HJ')Cmnza
che In foritu si rimnrgtnasse presto, Invece dopo
8 mesi di soffercn21• per le continue mcdicnzioni,
fui tra.~portat:i nuo,·,untntc d'ur2enza alla clìniai,
pèrchè dalla ferita u.sch.11 il cibo tro.,formato in
chimo. Si era apena una ferita al duodeno... Sop-
por·t11re un'altra 01wrn1-innc cm impo,;sihilt•, e in
quello stato non potevo p1t1 vivere... lo rnntinuavo a
mccomandnnni al mio Sa1110 Protettor,·, S. G. Bo~co,
rw:rchè mi ottenesse da Dio la guari~rtone o la ,as-
sci:nazit>nc a morire. Un m111tino, ll1 2 ° 1,'Ìorno della
nmcna all'lmmacofau. mi s,eghaì con un vivo
desideri<> di bere 1'11cqun mìrnculo,-,'l di I.ourdc~. E
co~• h·ci per tutta la novena, chiedendo II S. G.
llosco la $UO potente intn<'t-ssione pr.•11,,0 la llinnca
\\'ergine de' Pirenei ur!ìnchè mì ottenc.,<c- da Dio
un s,·gnal" di miR"lior,tm<'ntO proprio il giorno ddla
Bordl11bera - L 'allll.l'C, ili San Giovanni OO!k:O
n<'lla nost.ra chiC!la i,arrocci>lalc al Torriouc.
lng. Arrh, Lauro Bonomi. - Pitto,~· Gt-rnl"mo r olnni.
SUA ft-s1a. Ed Ella ncll.t •~u,1 1nlìnitn 1.>ont.iì ~audi I.a
mia pr~b,e.ra. Dumnrc I,, notte della vil(Ìha la sc-
cn:zionc incominciò II diminuire repentinamente,
tnnto è vero che dunml<' la medicazione: 11 pro-
fessore curante disse: • Noi faccinmu, ma ad un
certo punto inten iene la Divina Prn\\ \\·idcnzn •·
E il miglioramento continub fino a tanto che la
ferita nl duodeno 5j chiuse e poi in brc\\'e tempo
si nmiuwnò anche la fonta dcll'oper-.izionc. Il J
mngJ{io dd corrente anno feci ritorno tra i mid
scolar im che tanto ovc,-ano pregato S. G10. Bosco
per me. Ed orn ringrnzio S. G. Bosco e la nostra
Moc.lrc Celeste, e adempio al mio \\'OIO pregando
di pubhlicnre In 111nzia segnalntist-ima, mentre in-
vio la mia umile offert,1 per le ÙJX'rC 1ak-,,111ne con
animo profondamente grnt<>-
Vo/(Mdo, 9-Vll-1937.
'!'I.I.ASCHI ROVERAr-.0 C.:El.t.,-TK,
e:o;-allicra di Niz::a Alarrf.ro
Strmbilc rnteroenro Di1 tanti anni esperimento
la immen~a bontà di S . Gio,-anni Bu:1c-o, cho si
dt,t:inb di accond,scendcri, f Ile mie preghiere di
mamma ottenendomi dal Signore par~-cchie 'frll7'ie I
Orn iento il bisogno e il dovere di fomc nota,
pcrchi: ~,a pubblicar,,, una <l'gn,iluhssimo ricevuto
da mio figlio chirur~<) po~hi giorni fa
In si:-guito a<l una pir1•olissima f.,rita o un dito
nporMta in un'opcmiionc, A'li si S\\'iluppò un11 mì-
- nacdosi;;.simn infc.>ziune con febbre, che m poche
::::::. 2 37

3.3 Page 23

▲back to top


ore s'impadronl di lui. Gli si fecero le iniezioni
del caso; ma, lungi dal seguirne gli effetti deside-
rati, con indicibile angoscia gli vedevo crescere la
febbre e il male. Piena di fiducia nel nostro gran
Santo, io allora gli posi sul braccio un'imaginc
di D. Bosco con reliquia, invocando il suo aiuto...
Ebbene, dopo 2 ore la febbre e i dolori cedevano:
In notte era sfebbrato e completamente guarito!
La difficoltà della guarigione e la sua rapidìtà
dimostrano l'intervento soprannaturale di Colui
che, come in vita, cosi ancor oggi continua a distri-
buire grazie e benedizioni a chi lo invoca 1
Lieta di poter segnalare questa grande grazia
rinnovo l'esprcss'.onc deJla mm più sentita grati-
tudine.
Pad,nm, 9-Vll-1937.
l\\JARIA CANTELE GR/\\DllNIGO.
Un v;ero prodigio. - l-'l mattina del 7 dicembre
1936 mi accinge,·o a ret-armi al lavoro alla Fint
quando fui sorpreso da acuti dolori al ventre. Preoc-
cupato del lavoro, Ta!\\giunsi ugualmente il mio posto,
ma poco dopo i dolori si fecero cosi violenti che fui
dovuto accompagnare a c:asa. Chiamato il dott.
Gazzani, mi diede qualche rimedio e l'indomani
tomb col prof, Antonioli per un consulto. l\\.li ri-
scontrarono un cumulo di mali: nppendicite, calcoli
renali, ulcera duodenale e peritonite con segni evi-
denti d'iniziata sctt:cem:a. Fui trasportato d 'ur-
genza in una clinico per tentare un'opera7.ione; ma
non fu possibile. 11 male precipitava, srraziàodomi
con vomiti spaventosi. lo capii d'essere alla fine e,
mentre le suore telefonavano ai miei parenti, con-
fidavo a m:o genero le mie •ultime volontà. Coi pa-
renti venne a vedermi anche una pia signora, la
quale, sentendo che non c'era più niente da fare
e che si affrettava il mio trasporto in famiglia per-
chè potessi morire in casa, mi consiglib di racco-
manda,,ni n S. Giovanni Dosco e fece pregare con
me tutti gli astanti. L'indomani mattina, il cop-
pellano mi amministrò i santi Sacramenti e, mcn-
trt si finivano i preparativi per trusportarmi a casa,
tornò la signora con una reliquia del Santo. La
diede a baciare a tutti, anche al dottore, poi me
la fece passare su tutte le parti doloranti, insi-
stendo perchè tutti preiassimo e confidassimo.
La Croce Verde mi trasportò quindi a casa. Appena
giunto, la signora mi fece applicare ai reni e al
~•entre un impiastro di seme di lino caldissimo,
poi andò a cru;a sua per attendere alla sua famiglia.
In giomatu tornb e mi trovb più sollevato, J\\li fece
coraggio ed insistette coi presenti percbè tutti
pregassero e promettess~rn di far poi tutti la co-
munione in ringraziamento al santuario di Maria
Ausiliatrice. C'e.rtlno nella camera --ari amici che
da 20, 2.5 anni non s.i accostavano più ai Sacramenti
ed erano accorsi al mjo letto persuasi di vedermi
morire. In sernta mi visitnrono nncora il dottore
ed il professore, ma nessuna speranza umana tra-
spariva sul loro volto. lo invece sentivo quasi la
certezza della guarigione. Verso mezmnotte in-
fatti ebbi il beneficio che tutte le ali.re cure non
-erano riuscite a danni, e il mattino seguente, mi
:::::::
avviavo alla guarigione con grande stupore dei me-
dici, dei parenti e degli amici. Ln guarigione segul
rapida e decisiva. Appena mi potei alzare, andai
subito a ringraziar(' Don Bosco ed a fare la santa
Comunione nel santuario di Maria Ausiliatrice.
Ero tanto debole che temevo di non riuscire a tor-
nare a casa, Ma le forze mi rivennero rurte, ed
oggi è passàto un mese da che ho ripreso iJ mio la-
voro alla Fiat. I compagni mi chiamano iJ morto
risuscitato e tutti mi chiedono reliquie di Don Bosco,
desjderosi di mettersi sotto la sua protezione. Io
le distribuisco man mano che la pia signora me le
porta. Gli amici che avevano promesso la santa
Cqmunione hanno mantenuto la parola; e cosi
invece di una grazia sola, furono parecchie.
Non finirò mai di ringraziare il Signore ed li mio
caro patrono S. Giovanni Bosco. In fede
Torino, 12. maggio r937
Guarita da rì:;ipola. - Mi faccio un dovere di
segonlare, sin pure con un po' di r.itardo, una grande
grazia ottenuta per intercessione di S. Gio. Bosco.
li 23 marzo 1936, io seguito ad infezione strepto-
eoccica, comrassi una risipola nella schiena, con
temperatura oltre i 40 gradi e pericolo imminente
di vita. Tutto tentarono i sanitari locali; ma senza
alcon giovamento. La domen'.c;i delle Palme, il mio
caso apparve ai dottori disperato. Compresa la gra-
vità della situazione!, mi feci dare una reliquia di
S. Giovanni Bosco, che ebbi a Ginvcno, mia patria,
quando vi frequenta\\"O le scuole delle Figlie di 1\\-foria
Ausiliatrice. La reliquia è autenticata dalla firma
nutografa dj Doo !\\lichcle Rua. La feci appoggiare
sulla parte malata e con viva fede dissi: ~ O S. Gio-
vànni Bosco, ottenetemi la gra2in di guarire; e ,·oi
D. Rua, che mi avete benedetta da ragazza, aggiun-
gete la YOStra intercessione e fate che -per Pasqua
io sia fuori di pericolo •·
Nel pomeriggio dello stesso giorno, un consulto
di dottori constatò con srupore un miglioramento
inesplicabile. Due giorni dopo, ero senza febbre, e,
la vigilia di Pasqua, potei lasciare per un 'ora il letto.
Guarii e non ricaddi più. Con gratitudine filiale.
Hmsei11 Dei, 1-7-1937.
MARCltl!RtTA ROCCA.
Si fa w, po' so.f'Pirnre, 11111 la grazia viene. - l\\1ia
moglie, appena divenuta mamm,'l per l'ottava volta,
fu sorpresa da una violent:a emorragia che minac-
ciava d! farla morire.
Invocato l'aiuto di l\\foria Ausiliatrice e di San
Giovnnni Bosco, l'inferma improvvisamente si
rjebbe; ma, sei mesi <loJ,>O, le si riscontrò un tumore
al ventre. Ricoverata all'ospedale di Bassano del
Grappa, fu sottoposta, dal prof. Velo, all'operazione
chirurgica èhe durò beo tre ore, senza aprirci alcuna
speranza di salvezza.
Ricorremmo alloro all'intercessione di Don Bosco
Santo e iniziammo una novena. Venti giorni dopo
l'operazione, la radioscopia rivelò che il male s'era
sviluppato in modo impressionante, l medici non
le davano più di due mesi di vita. Anzichè smnr-
rirci, aumentammo la nostra fede e le nostre pre-

3.4 Page 24

▲back to top


ghiere all'Aiuto dei Cristiani e a Don Bosco Santo,
perchè avessero pietà degli otto figli che sarebbero
rimasti senza madre I Applicammo all'inferma le
imagini di :ivlaria Ausiliatrice e di Don Bosco: si
promise di pubblicare la grazia e fare un'offerta
per le missioni salesiane. Oh bontà infinita dei
nostri Intercessori! Dopo sole :1.4 ore, mia moglie
si sentì completamente libera da ogni malanno ed
ora dopo due anni, sta bene, lavora, si nutre e può
attendere alle sue mansioni di casa.
Casoni di Mri.ssoletrte, 22-V- 1937.
SAR!l'ITA Pnrrno.
Gru:irita da bronchite. - Mi ero appena rimessa
da una grave bronchite complicata da debolezza
cardfaca che mi a"Veva colpito lo scorso autunno,
quando feci una ricaduta, e le mie condizfoni diven-
nero cosl gravi che il medico dava poche speranze
ai familiari.
Feci una n()vena a S. Giovanni Bosco, ed al ter-
mine di essa cominciai a sentire un miglioramento
seguito presto da completa guarigione.
Torre Pellire, 30 Luglio 1937.
Vn-rORI A MONDON.
Ringraziano ancora della loro interces-
sione Maria SS. Ausiliatrice e S. Gio-
van.n.i Bosco:
Gm1dolfi Melwio RIMa (!selle) perchè il marito p01è
t'.Ssère preservato da gravi coJ1$eguenze in un inves1 imento
automobilistico.
C. E. P. (Tirano) p<"r la protezione accordata al fil(lio
Giuseppe nell'oceuiune di un di83.Srra todili:t.io e pel felice
coito di una peric<llosa opcrazi1me chirurgica.
fapo1i10 A11to11io (Magdalcna dd Mar) per favori spi-
riruali e rempontli concessi Allo famiglia.
Toti Tuia (Cordoso di StllZzcma] per la prodigiosa
~nriizionc. dcl niPote Giorgio che ,n sei;iu,to n grave ca-
dura dalla biciclen11 era ateto dichiarato in fin di vita.
Paglio111i A11g~li11a (Barbariga di Vigoni,a) perchè,
affcna do calcoli renali, potè gua.rire senza SQttoporsi 11d
operazione e alcuru giorni prima d, essert mam.m1l per
lo secondo volta.
Prestia Salrutorr di Str/0110 (Sirucusa) perché, colpito
da sinovite :il ginocchio sinisrro, ottenne completa ia:ua-
rigione e potè abbreviare dì un anno il corso <lugli studi.
U1111 ti«ota di Don Bosco Sm,r,, (Campobasso) pcrchè
durante una grave lite famìliare ouenne pronta t: pawma
assistenza e il ritorno della pace.
F11miglia Righi11i (Tomba di Meretto) pel completo
ristabilimentu in salute del capo di casa.
Jl,/aJ.tiolo Bre1111tan ;\\!aria (Vma d'Adige) per l'ottenu·a
gua.rigione. da ·un grave m-al.onno, evitando nnche una
pericolosa operazione chirurgica.
Morelli Giulia (Pavone dd Mella) per la guarigione
di un bimbo che cominciò a migliorare ìl term giorno di
una fervorosa novena.
Om1go Jl,laria (Pigna) per varie e segnalatissime grazie
riCC\\.-Ute.
Poggio Jl1addale11n t•ed. Borr.alotte {Lu Monf.) pèr la
izuarigionc della figlia Giuseppina colpita da paralisi.
'/',,foggio O,um,o (Torino) per esaere stnto Liberato da
gr&\\'e infermità.
Gioda Almumno ,Waria (TsolabeUa) per una segnala-
tissima graziu temporale ricevuta in modo del tut10 jnn-
spenato.
ClomeT Palma (Mngrns) per l'ottenuta guarigione dell11
sorella Suor l\\taria Agos~na che, colpita da una grnve
malattia polmonare:, rimase a let,to immobile con febbre
e sudore: ctmtinuo per ben 5 mesi nel 1931 e si riebbe
eaanam•nte il dl 24- maggio restando fuor di leno alcune
ore e ricup~rando rapidamente perfetta salute.
Sr'!cci1wou i'e11wina (Acireale) pel risrabìlimento in
salute d~I padre colpito da una fiera bronco-polmonite.
Lolura Gio,xmni t Gi11.seppi11a (Mondovl Piazza) per
la segnalatissima grazia rice,'Uta.
.Morelli Teresa (Torino) perchè il ff'tltc:llo fu assunto
al lavCITO al tcm,ine di una fiduciosa novena.
Famiglia Gcrma110 (Scrralun1,,a d'Alba) per l'ottenurn
gunrigione della mamma.
Mnn:i,11i Emma (Gèno,-a) per il rÌB'tabilimcnto in salure
di una bambina colpita da convulsioni.
Gio,,anetto Luisa (Verrès) per l'ottenuta guarigione
del marito.
Famiglia Fiorilo (Genola) per la segnnlatis.<timll gra,;ia
e assistenza rieevura.
Crupi T. f")r le insigni grazie ricevute.
Abbò Marero (Prnlormo) pel felice: esito di gmviASima
operazione chirurgica.
A::aro A/ire (Bargone Ligure) per la guarigione della
rna.n1ma..
Ricci ,Wan·a (~lomione di Arezzo) pe! miglioramento
in S11lure del fiidio Luii;, colpito da tifo.
Mam1ero ilfario (Cuneo) per 11 folicissimo esito degli
esami.
Goitre Giuuppi11a ptr grazia ricevuta.
Giordam1 C. (Torino) pel buon esito d1 eeami di con-
corno.
Vogliotti Jf. (Vcrolengo) per l'otténura guarigione.
Mnttacehi11i Notàli11a (M<n:zomerico) ringrnzia ì1 Sorvo
di Dio D. Michele Run nlla cui intercessione attribuisce
il suo ris1&bilimento in salute dopo un anno di sofferènze.
L. S. (Soglio d'Asti) per guarigione dn tich nervo•o.
M. V. (Vcrolengo) per l'ottenuta guarigione di una
pen;onn eam.
B•r~o Emilia (Romn) pei conforti ricevuti e per l'ottc:-
nura sistemazione del proprio stato.
Va/preda Fra11,o (Torino) pè.r la riconquistata salute.
Cesrorr Vit.·a11 Ida (Cumpomolin<> di Gaiarine) per la
guarigione della piccola Anna Maria.
Ahbo Ri,,a (P=nlo Vallo Uzzo.o<>) peJ miglior11mcmo
in AAlute di un bimbo colpito d~ broncopolmonirc doppia.
Corli Lidi.a (Tresivio) per l'ottenuro mi,:iliornmcnlo
in salute della mnmrnn.
Ra11do1U1 Catwùm ved. Molinari (Garessio) pcrchè
persona cara, caduta da un sallo di 10 metri in un tor-
rente, ebbe salva la virn.
Cm:oglid l\\laTRherita (Te.~tona) pel fc:lice ritorno dal-
l'A. O. l ., del gio,·ane Benolino Carlo.
DQro11x Giuseppe (:\\louticr) perchè, colpito alla testa
da un mattone caduto dall'alto,non ne risenti consegucnu
alcuna.
Perroue Giuseppi11a (Torino) per In vàlidjssilllJl aui-
stèl1za avutll in un grave infortunio che avrebbe poiuro
essere mortale.
Furori Franchino (Romn) per la i;uarigione di una
bnmhina colpiro da enterocolite acuhl.
Rit•n Amalia perchè il marito polè ritornare dall'A. O. I.
sano e salvo dopo 21 mesi di lnv<>ro e di fatiche.
Berra Rita per la straordinaria guarigione del figlio
Ccsorino.
Rimi Gioromo (Genova) p.,r la ~•rieione di un nipote
colpito da unn fiera polmonite complicata con nitri malanni.
Bwoldo Emma (Crocefieschi) per il ristabilimento in
•alule del marito CQlpito da gravissimo malore.
Dall'Jlr:a ,Haria (CodoMTiè) pel felice esito di esame
di c<mcorso magistrale.
Ga!f!Jero Giuseppe e Angela (Ceoovn-BolzlUleto) p<:r
la guarigione del li~lio Pier St<:fnno che, colpilo da ap-
peodicit~ c:vitò w, intervento chirurgico.
Gobbi Sofia per la particolare assistenza e pei dolci
conforti riccvuù in una penosa situazione.
Enrietti Jt,faria [Bosconuro) perchè ebbe ~ah·a la villi
in un incidente automobilistico e per l'ottenuta guarig:ione
da grave infiammazione di fegato.
Sello Ammtn (Monte di l\\,1alo) pel felice esito ùi ope-
ra,<ionc di calcoli biliari e appendicite.
Pi01J0110 A1111ttl.a (Madonna della Scala) per l'otte-
nuto ristabilin1ento in salute.
N. N. pel felicissimo ~ito di un'operazione chirurgica.
N. N. (CQnegliano Veneto) pel conseguito impiego.
A. T. (Vinchio d'Asti) per una segnalaTissima grazia
ricevuta.
Vana Biagio eh. (Foglizzo) per l'ottenuta guarigione
da gTave malore.
-
2 39
::::::::.

3.5 Page 25

▲back to top


Lettera di Don Giulivo ai giovani.
Cooperatori defunti:
Carissimi,
ho letto, tempo addietro, in PrimaùJ Educativo ,,
rma desçrizio11e de:ttaglìata della Sctwla Eleme11tare
M. Bianchi di Roma, che accoglie mia massa di
tremila alun11i ogni 011110 i11 arde modernissime e /14-
minose. E mi sano indugiato con piacue sul criterio
teimui nella derorazio11e delle varie aule. Ispirata a
nobilissimi temi, questa ambienta, per cosi dire, og,ù
011/a ad w,o spirito particolare che armo11izza mirabil-
mente nel/'apera complessa del/a edruazione giovanile.
UIIO delle ,mie è dedicata a S. Giovanni Bosco. Vi
invito a visitarla: la decorazione è domin((la da 11110
grande riprod14'Jio11e arlìstira del Santo, ed ~ svilrip-
pata da qtl(idri della sua unna Jcmciulle;s:::a, della
beatificazione e della ra11011i-:tzazio11e, di JV/aria .Ari.si-
liatrice. Per motto ha q,ume belle parole del Santo,
ohe /011110 per gli alwmi e per gli inseguanti: TI Paradiso
non è fano pei poltroni - :Kcssuna educazione
senza affezione - Nessuna affezione senzn oonfi-
dcnw. lo r1011 .10 se nelle aule delle smole che voi fre-
qrie11tate si segua già lo stesso criterio di derorazio11e a
scopo didattico. Mi pare però che uoi vi potreste am-
bie11tare s-piritrmlme11te in q,«1/,mq1,e arda, co11u1 se
foste 11ell'md" Do11 Bosro della M. Bianchi •·
Basto che la fi11ura del &oslro grande Amico e celeste
Patrono domini la t'Ostra mente col Su// jasri110 trduca-
tit•o, col ricordo degli esempi della ST,a _frmcilllle:.rzà e
della sua divo:::io,1e alla Madonna. Al t•ostro orecchio
gi11r1gercbbe .rpor1ta11eame11te il s,10110 della mo voce
rol mollo soprascritto, i11uito11dovi ad ocrupare sm1-
polosam,e,1te il tempo pel be,,e delf'ar1imo ••ostro, e ad
aver co11jiden:::a coi t:osrri maestri e professori per
lasciarvi edrU'are come si det•e. Provatevi "" poco
fi11 doll'illizio d, çuesto m,ooo mmo sco/asrico.
Sarete rutti i primi della daue, e... primi a11che 11ello
uita, q11ali 'llÌ deridera il vostro aff.mo
Don G 1uuvo.
S. E. Rev.ma M,;ms. BRUNO OCCHIUTO Vescovo
di Cusano Jonio t il 28 giugno u. s. n 53 anni di età.
E levaro all'episcopato il 2 luglio 1921, profuse nellB
diocesi tesori di bontà e di zelo pastorale, edificando
clero e popolo colla sua pietà eucaristica e colla sua ine-
sauribile carità. Cooperatore salesiano, ebbe per le nostre
opere 1uuc li:: sollecirudini ed una grande Vt'ner112ion1:
per S. Giovanni !losco.
LUIGIA BUONA URO ved. DEI:, FORNO t a Mon-
dragone il 30 luglio u. s. ad 81 anno di età.
Donna di alti e profondi sentimenti cristiani, cari-
tatevole coj poveri, generos-a col prossjmo e tenerissima
coi figli, visse amara e stin:mru da nmi per l'inesauribile
bontà dell'animo, la m.'lturità del c-Onsiglio e l11 finezzll
dej modi. Cooperatrice salesinna, nutriva una fervida
divozione a Maria SS. Ausili)ltrice ed a S. Giovanni
Bosco, zclandone il culto e sostenendone le op.:n: con
offerte e preghiere.
CELINA ROBUFFO VJGNOLO, t n ~lzza Mon-
ferrato il 19 luglio u. s. a 71 anni di età.
Fi~lia di un gentiluomo ilaliano e di una nobildonlln
aTgentina, nacque in S. Antonio de A.reco (Argentina) e,
perduta la m.ndre in tenerissinl1l età, c r-escil.ata frn le amo-
rose cure di una zia materna, venne a vent'anni in 1talia
ed andò sposa a li' Avv. Dott. C lemente Robuffo, portando
and,e un prezioso corredo dj virtù rcli~oiose e domestiche.
Semplice fra le ricch~zzc, cnsalinir1 fra gli allettamenti
della brillnnt e società, ,unava il silenzio evangelico anorno
al bene che sparse con generosa profusione e con grande
umiltiì e n,odestia. A tutti coloro cl)e " lei ricorrevano
dnva largamente, con l'austero sen~ di responsabilità
del ricco che si sente depositario delle divine provvidenze,
e collo spirito di S. Francesco di Snlcs il quale esortava
e fare il bene con grande umiltà •·
Fu insigne benefattrice delle Figlie di M. A.
n DEFILfPPI PIETRO t a Barone Canavese il 23
agosto u. s. a anni di età. Di animo mite e buono,
illuminaro da una fede viva, consacrò tt11 1a lo sua esi-
stenza al lavoro, alla preghiera e alla crisr iana educazione
della num~rosa sua famì1:lia, !(odendo di poter vedere
due dei suoi figli elevati nl sacerdozio nella Società Sa-
lesinnn.
IDA FER Ved. CORDIE' t Torino il 15 ai,ro~to 1937.
Madre esemplare, eduçatrice modello, generosa nel brno:,
era eroica nd compimento del dovere secondo lo spirito
salesiano. Donò la primogcni a ali'!stiruto di Maria Au-
siliatrice, e la seconda alla Coniue~ione di San Vincenzo.
Da anni fervente cooperatrice, nutriva la più. tenera
divozione a S. Gioçnnnj Bosco.
N E C R O L ,0 G I O
Altri Cooperatori defunti:
Aldrovandi Manfredo, Villa Fontana (Bologna) -
Salesiani defunti:
Altieri Antonia, Ro11ciglione (Viterbo) - Arnione Luigi,
Vìsrhe (Aos·a) • 13acca l\\Tnria, Voghl'l'.n (Pavia) - llncchi-
kVTONlOL Dot.t. GIOVANNI BATTISTA, sa!l. lega, Lugo (Ravenna) • Basurto Giuseppe, Lecce - Broll
lspertore delle Case salesiane della Liguria e Toscana, Giuseppe, Put•o {Trento) - Bugnano Mons. Franc"'!co,
t a Passo del Bocco (Genova) il 28 agosto u. s. a 6r anno Villnfra11ca (Asd) - Ctmhone Pedro, S. Jo,I do Pictl
di età.
(Brasile) - Capèllo Margherita, Canti/i (As• i) - Cavallero
Ordinato s..1cerdote nel 1900, e rniscorsi nl9t1ni anni M11rin, Vesime (AleAflandria) - Cawllini Elisa, L11go (Ra-
come ins~/{nanu, al Liceo di Valsalice, fu DirettOTe del venna) - Chiarlcrtl D. S efnno, !t11mgra11do (VerceIJi) -
nostro Tsriruro di Sunt'Amhrogio in ;\\;Iilano, quindi Ispet- Chiarparini Mnrin. Codroipo (Udine) - Crémona Dome-
tore delle Case della Lombnrdin e dell'Emilia, e, suc- nic.-11, Tomn,o (Novara) - Cremonuù Clotilde, Imola (Uo-
ces~ivumcntt,, di quelle della Liuurin e Toscann.
log11a) - De AnRelis Meria, l\\apoli - Del Bondio Teresa,
Ingegno eletto, pietà sentita, t<.tto squisito gli catti- Torino - Facchi Pierro, Crema (Cremona) - Febbraro
,
\\·arono ovunque le fiducia dei Confratelli e la stima dei Carolina, Castelnuof:O Don Bosco (,\\sti) - Ferro Cresc,m-
Cooperatori, ne.eli siti uffici che as•unse con ,·ero spirito tino, Tori110 Fruochia Marghcriia, Asti - Lancini Bar-
salesiallo prodigandovi 1 suoi bei doni di mente e di cuore. bara, Adro (Uresoia) • Lega Cav. Michele, Ley11I ('forino)
Un'emorrngin cerebral<! stroncò in pochl giorni la sua - Longhln Angela, Vnlmtmmo (Treviso) - l\\Tal{ri Cav.
preziosa esunenzo.
l)on Pietro, Oropa (Vercelli) - l\\,fancini Anna, Gt11za110
.PEUGNETEDOARDO, cond. da New York (S.U.A.), (Roma) - Ma.rcon Giacomo, Ro,d (Vicen~a) - Moltcni
t u Waumnville (Callfornia) il 17-JV-1937 a 65 anni di Lauro, Siror<e (Como) - Pedrotti Lwgi, C1n·rdir1t(Trento),
crà.
Pèrlo Bernardo, Carmag110/a (Todno) - Rosli Alessandro,
NOJE R. D. LUIGJ, sac. da Honmtl (Germania), t Monza (Milano) - Sa.racco Achille, Cmiel/i (,\\$ti) - Sognri
a .Sucre (Bolivia) il 17-V-1937 a 41 anni di età.
Dou. Luigi, Sesta G6dm1() (La Spezia) - Terni Francc:sco,
PIETA SIMONE, coad. da Brntucice (Polonia), t a Mo11tiullo (Grossèto) - Zeliottò Guido, Vt1,ezia - Zunino
Cracovia (Polonia) il 12-VI-1937 a 63 anni di età.
Sac. Paolo, S. Lazzàro Real~ (Imperia).
Con perm~qo dell'Autorità Ecclesiasrica. - Dlretror c responsabile: O. GUIDO FA V I N I
T otlno Tlpogralla della Società EdJtrke Internazionale, Corso Rcgin:, M are.herita, 176.