Bollettino_Salesiano_194611


Bollettino_Salesiano_194611



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BOLLETTINO ANNO LXX
NUMERO li
ESIANO
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DI S. GIO. BOSCO
PER I COOPERATORI E LE COOPERATRICI SALESIANE
Oirea:ione Generale - Torino (109) - Via Collolengo, 32 - Telefono 22-1r7
1° LUGLI O I 9 4 6
I Figli di Maria - Sotto la cupola del!' Au-
siliatrice - In famiglia: Italia, Dai campi di
prigionia, Polonia, Centro America, Cile,
Palestina - Apostolato ed eroismi di caritd
sotto la bufera - Per gli "sciusciii" - Dalle
nostre Missioni: Brasile Nord, Rio Negro,
Cina, Siam - Culto e grazie di Maria Au-
siliatrice - Tesoro spirituale - Necrologio.
Crociata missionaria.
fQ l N GRAZ I AMO sentitamente tutti i nostri Direttori Diocesani,
Decurioni, Cooperatori e Coop~ratrici che c1 hanno precisato il loro indirizzo.
Chi non lo avesse ancora potuto fare, aubia la bontà di scriverci subito in-
dicandoci chiaramente quali indirizzi dobbiamo sospendere, quali mo-
dificare e come modificare, quali continuare a ritenere come sono.
Il mezzo migliore è quello di ritagliare l'indirizzo di copertina e rimandarci
il ritaglio specificandoci se va bene o come lo dobbiamo variare.
Ci giungono molti elenchi di nuovi Coòperatori e di nuove Cooperatrici.
Il nostro ufficio spedizione fa di tutto per sollecitare l'invio del Diploma di
iscrizione e del Bollettmo. Ma purtroppo non disponiamo ancora di sufficiente
quantità di carta. Preghiamo quindi i nuovi iscritti ad avere un po' di pazienza.
Un grazie vivissimo ai sigg. Agenti pos~ali che si fanno premura di rimandarci i
Bollettini che non riescono a recapitare per variazioni di residenza dei titolari.

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BOLLETTINO SA~ESIANO
1° LU GLI O I 9 4 6
I FIGLI DI MARIA
UN PO ' DI STORIA
Vogliamn rinfrescare la memoria dell'Opera di Don Bosco, che va sotto questa denominazione.
Veramente il titolo ufficiale sarebbe Opera di Maria Au!>iliatrice; 111a nel linguaggio comune sot-
tentrò quell'altro e ne prese per sempre il posto.
L'idea di tral/ame ci è venuta ultimamente da una notizia comparsa sui giornali. La noli.zia
è questa. Negli Stati Uniti più di 200 ex combatte11ti ha11110 chiesto di essere ammessi nella So-
cietà delle Missioni Estere di Marylwoll. Vi si decisero per gli esempi di sacrificio da loro osservali
nei Nlissionari, dappertutto dove Li aveva portati la guerra. Noi dicevamo: - Chi sa quanti bra•vi
giovaJtOtti, temp rati dalle sofferenze della vita militare e disillusi di ciò che forse prima li aveva
affasci11ati, provano ùi se aspirazioni 1move verso il sacerdozio, ma 11011 sa11no come secondarie, a
motivo della loro età? Se qualcuno dicesse loro che 11011 devono disperare, perchè c'è modo di ap-
pagare tali desideri, 11011 farebbe loro toccare il cielo col dito? - Giovani adulti che orientino la
propria vita verso il santuario, verrebbero provvidenzialmente a colmare i vuoti prodotti oggi da
tante cause nelle file sacerdotali. A questo per l'app11nto mirava Don Bosco nell'istituire l'Opera
dei Figli di l\\tlaria. Anche allora le vocazioni ecclesiastiche per le condizioni dei tempi i11comincim.J01w
a scarseggiare, e i Vescovi n'era110 allarmati. Che sarebbe stato della vigna del Signore~
Intanto dalle famiglie borghesi, per molte cagioni, c'era poco da sperare; onde il Santo anda•va
ripetendo che bisognava or111ai cercare sacri leviti in mezzo a quelli che maneggiavano la zappa e
il martello. Ma anche qui si affacciava 1111 guaio. Troppi giovani, 1101wstm1te le solerti cure, si per-
deva,io per utrada. Gli pareva necessario attaccarsi ai grandi.
Prime esperienze.
U11 disegno matttrò nella mente di lui attraverso varie esprienze. La prima fu ben curiosa. Stu-
dente di ginnasio a Chieri, ave.z;a i11 duomo stretto relazione con il sagrestano maggiore, certo Carlo
Palazzolo, uomo di ottima pasta, che, non spaventato dai suoi 35 anni, anelava o dii:enir prelE.
Bosco, pregato da lui, si accinse a dargli lezione ogni giorno gratuitamente, sicchè in due anni lo
preparò all'esame per la vestizio11e chierica/e. L'esame 11011 andò male. Il Palazzolo entrò nel s1•mi-
11ario e sempre aiutato dal chierico Bosco e poi da Don Bosco, compiè i s11oi studi e fu buon preft'.
Sistemato il corso ginnasiale nell'Oratorio, l'incoraggiante esito di quel lontano tentativo gliene
fece intraprendere 1m altro di maggior portata. Ammise a frequentare Le classi gi71nasiali co11 i gio-
vanetti anche individui d'età avan::ata, che mostrassero buona volontà e sufficienti disposizioni a en-
trare nella carriPra ecclesiastica. Potè così constatare come tali individui avessero applicazione, piet<i
e sante aspirazioni. Jl.1a così mescolati con i piccoli stavano a disagio e andava110 troppo a rilento. Non
sarebbe stato il caso di formarne una sezione a parte, assegnar loro u11 programma speciale e colti-
i•arli differentemente dagli altri?
Lum i dall'alto.
l\\1mtre ruminava tra e questo pensiero, ecco ml principio del , 875 baleuargli 1111'illu-
strazio11e improvvisa, che gli schiuse dinanzi un orizzonte più ampio. Di quello che gli accadde fece
101

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1111 racro11/II p,1rtico/nre1;~ialo ai mrmbri del C<1pitolo Superiore, due dei quali lo fìlisno subito
/tddmmlt III scritlo. /)011 Bosco parf,i msi:
l..'11 s11b111" a sera mi trùt:a~·o a «J1,jrsmre iu sa,:rest,a ed u11 Jùt,tltto. AnJm•11 pe11sandt1 alla scarrità
dei preti a Jdle ,:oc=io11i td al modo tli arrrescerne ,f 111,mero. ftli ,·rdet·IJ dm:ant, tn.lffi gim•ani rl,r ,,, 11w<m(J
o confessarsi, buoni giOfJ011i ed i11noce111i, mr, dice.va fra rm•: - Chi w r111r111ti t1011 riuuirn11110 e t/1ta11to tempr>
1111com ci ,·11ole Ji11chè lo si<mo coloro e/re ptrsevererm1110? Ed il bisog110 della Chies(l <' pressa11te.
S1<111clo 1110/10 dis1ro1w III lfllUto p..,mao, p11r rontimumdo a ronfessnre, 1111 u111bro trow1rmi ;., ,ma ea-
mern "' tc11•11l111u e1 mi wr, ;,,[,t11 l01:ur,1r, ed ,:t·et·o 11 rrl'1<tro tr<1 """'" Ji tutti eo/,,ro cl,e ua,w III nua. E
,fu:cu, fra 111e: - Cum, t'tl questo 1 Sn110 qui che co11{rs.<0 i11 saertJtia, l' sono iu rnmtra al tm,llli110. Che io
s11gni? l\\'u; lf/lCSIO è prllf>rÌrl il regi.trri de, ,:irn•a11i, q11,sto ,. il miu tm·11li110 a mi s111111 solito lm·1,rt111•. - l11-
ta11lo senili ""a voce dietro di me che 1111 d1S.~e: - V11m sapere il 11111do di accrescere e presto il 1111111ero dei
h1to11i preti'I Ossen:a q11tl registro, dt1 tsso ricaverai quanto ; dt1 far<i.
lo 1Jssan1i, poi d1m: Qu1wi s<11111 i regiJtri de, git11·a11i d, lfllest'am10 e de1tli 1111111 a11te"tlot11, e non
'°" r',' altro. - Stm·o 11111(tn pcmieroso, lrl(Jolt'f'II 11omi, ,xnsm:u, guardm·a wtto e sopra, se trt1t·1111a altro, 111a mtflo.
A 11nm ,1,.m lrn mf': ,'-,',,~no i" 11
desio I Pure so110 q,11 rt·t1l111e11/e al lm.:11frno, q11ellt1 f'IK/! clu! ho
udito ,, t•m·r t·em. - Ed i11 1111 trotto mi 1.•,11/1 lll:::arc p,•r ••edere chi fosse Colei d11· mi m:eva parl,110, e mi
a!z:ai realmente. f Ki01•ani dtf n c,mfe,iat•a,m a me d'i11tornn, 1·ede11cln rhe 1111 a/:;;m•a cn.<1 u, frella e ,pm·e11/oto,
si cred.-tr,·m eh,· mi rc11i1,r 11tttfe; mi s11rrt·s<ero; ed iu rm,irnra11,J,,[i d,c aa 1111l!t1, <1ml1111wi a ro,,jrswre.
Fin1/t' lr rn11JemtJrti r , e1111to i11 111i11 ct1mera, gw,r.1111 sul mtu t11t·<1lirt<J e t·i ~ra rct1/111ellfe il ur:utro dei
nomi di tulli rnforo che sotw III casa, ma 110n tr0t•ai altro. Ew111i11ai quel re11irtro, ma 11011 c<Jnobbi comr 1/11 quello
f>Messi nawflrt il 111otl1J d, nt•tre prtll, militi pre/1 11 presto. Vis,1t1i altri r1•i:i1tr1 d,e m•ev11 i11 cnmera
/)tJr 1•Nlr1t· u da 1/Ul'ili />ritessi riwt·11r 111111/,·l,e cpsa, 11111 da essi dappri'.ma 11011 ricavai eostrutto di sorta. Dr,-
111,mdai filtri regirtri a D. Ghitmrello; "'" /111/0 fu i111t11/r. Conti111ia11tl11 u f>tt1sare srmpre su questo e Jacc111/ri
p,usare 1 ,e1o1istri artttdu per obbedire 11l co111m11lo Ji '/lltlla t•oce mistuivsa, ossen•a, cl,e d, tanti g1<1va11i che
s 111/raprt:111/0,ro ,:li 11,uli ttt!I 11ustri collegi p, r ,lmn poi oli~, rarnem eccJeswstica, appe11<1 1 su 100, r,oJ, ntppure
2 su 10 mrn•n110 n m~ttnr l'abito ude.r1ast11·0, allo111a11,111 ,hJ Sa1111wrio da afl,,rt ,li f<1111iglrts, drurl, esami
fireufi, dal m111<1mc11to 1!, t•ufolllà cl,e so,·e111e accade 11el/'011110 di rettorica. l11rere di rolm·o chi' i·,11i:0110 già
adulti, q1111.<i /111/i, cioi>. 8 su 10, mettano l'<1hito ecc/1•si11.I/Jco e a ciò 1·icsro110 con 11111mr tempo e Jmirhe.
Dis.1i m/11111/11e: - Di rmtnro sonn pi,ì ticuro e praso,m fure pitì presto; è ei,j che urctri:a. Hi,01merù d,~
mi occupi molto III modo speriale J, lllm r che apra dei wllt11i espres<1m1e11te per loro, e rhe cerchi la 111am·era
di coltit·11rli i11 modo sprrwlr. - Uw l'rffrttll farà p,,i ,·triere se q1mnto tn"I arne è 1111 s1>g110 od 111111 rcaltù.
Inizi dell'Opera.
Da quel .rtùmw l'idl'lt di aprire c1ue, 11rlle quali ,:ìcn:arwtti anche 11011 più di prima pelo, rhùmwti
alla staio rulesiastico, trm•11ssera 1m CIJrsa di studi accelera/Q e ,idalio a /rJm, prese corpo, mu-
t1111do.i a poro a poco i11 f1•rmo proposito. Grai,issimi IJStacoli gli si lri•aro110 contro, quali 11011 m,,rebbe
11wi potuto 1111magi11are; ma volle l'Opera, e l'Opi·rtr fu. Opera di i\\laria ,,Jusi/ìatrice Ili bnt!t-zzò,
111111 callt-gio o istituto. Ni·l mo ro11att11 dm·et,a essrre 1111'istitu:::ùme sorntta dal concorw dei fe-
ddi; gi11ccl1è prev:cd,mdo c/11• il masm110 crmti11gl't1tc l'mm!/,be rer/utalo i11 fami!!,lir 11011 ahh1111/1, ua
m-ressar,11 llssirnrame l'm-i·wìre appoggumdola " 1111'associa::;icmr, i rui mfmbri si obbligasst"ro a f()ll-
tnbuirc 1111 tanto og11i tmno per il 11umtmime11to deglt alu1111i e le sJ,ese occorrr11tr nel corso dei loro
studi.
Sei febbrt1ÙJ, andato " Roma, prospellr) la co.w a Pio I X, c/11• ebbe la bontà d'i11trattn11·rsi con
lui a lim_,:o su[l'argomrnlo. li Papa c,,trò a pit-,w 11c//e sue t:l'dute, siccl,è gli t•spresse /'111tm:::io11e
J, com1111·11dare sole1ww1rrrte l'Opera; solo gli dmr d, portarla primll a co11oset:n:::a di a/w11i f 'ocm:i
pa tn11·mr !'tJpprm:azùme, e allora ili 1111 apposito Breve avrebbe pigliato di li le masse. J/ Papa
i•olle spingersi pilÌ oltrl!: desiderò a11ch1• sapere t'Olltt' gli f ossc tllllo quel proposilo. D011 Bosco tutto
!(li espose, 1mchr il caso occorsogli quel sabato d,mmte le co11fessio11i. Il Santo JJadre gl'ingitmse p<,i
dr npl'lcrnr 1/ racconto m Superior, dtllll Co11grcgazio11e; al che Do11 Bosco obbedi 11e[ 11100<> acct'll-
11<1/o sopra.
Primo Regolamento.
A11i111atu dalla p11mla di'! i ·icario di Gesù Cristo, ruppe gl'i11d11gi, risoluta di sor111011tare qualsiasi
difficoltà. ( 'u111i11ciò pt-rta11/o a formulare t: "far stampare w, bnn: Rego/nmo,tu, che i11titofo Opera
e.li :\\!aria :\\us1liatric~ per le voca:r.wni allo stato ecclesiastico. Sl'g11i11a il 110/0 motto t"l.'<Wl!elico
sull'abbo11da11-:::a dRlla messe e la srnrs11,, dti mietitori (Luc., X, 2). li co11te1111to, dopo 1111 111od1sto,
1/W effiraci- preambolo i11Lamo alle mg1011i dell'Op,•ra, si JiviciNm Ì1i quattro parti: Accettazione
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(et1ì dai 16 ai 30 anni, e modalità); Mezzi materiali (carità dei fedeli); Osservazione (spiega::ione
del titolo e risposta a chi ne temesse danno a opere già esistenti); Vantaggi spirituali (per allora,
generici, ma in attesa di grazie speciali dalla Santa Sede).
I Vescovi.
Di questo Regolamento spedì copia a una diecina di Vescovi e dopo qualche tempo vi diedi, pub-
blicità per mezzo della stampa e con circolari ai parroci. Tra il 12 e il 18 aprile ricevè selle com-
111e11datizir dai Vescot•i di Afhengtt, V(i:evano, Acqui, Alessandria, Torlona, Casale, Genm•a, e senza
indugio le spedì a Roma, donde gli pervenne una be11edi::io11e accordatagli dal Papa «co' massimo
piacere e di tutto cuore>>.
Il Vescovo di Vigevano vi scorger,.;a <• improntato Io spirito del signor Don Bosro 1>, 11d quale q:fi
ammirava <• sempre {'1101110 di Dio>). Secondo il Vescovo di Acqui, tale Opl'Ta ai•rebbe pravv~duto
« ad 1111 sentito bisogno>>. li Vfscovo di Alessandria <• di buon grado 11 co111111e11dm•a il disegno, pre-
gando Dio, che con la sua gra::ia venisse in aiuto per 11tt11arlo. Il Vescovo di Tortona <• pttr n·tf-
11rndò opporl/1110 ed utile assai raccogliere per tempo i teneri giovanetti nell'asilo del Seminario per
a..•viarfi con maggior sicurez:::a al ministero ecclesiastico», tuttai,ia giudicava <•innegabili,,, che me-
diante l'Opera di J\\laria Ausiliatrice vi si sarebbe aggiunto << 1m co11ti11gente considere·oole e purtroppo
nl'Cessario » a quei giomi «di giovani adulti con maggior attitudhti' a divenir buoni sacadoti ». Af dire
del Vescovo di Casale << quell'uomo di Dio che era il sacerdote Do11 Bosco» aveva compilllto 1111 pro-
gramma dell'Opera <• assai beni' co11cepito e tale da potersme sperare preziosissimo frutto». L'Arcii1e-
swvo di Genova se ne ripromettrva «grande utilità alla Chiesa•>, dato il già tanto scarseggiare del
clero. E così su per giù i due altri Vescovi.
Primi esperimenti.
Il primo esperimento Don Bosco avrebbe desideratr, f arto solfo i propri occhi, in 1111 locale apposilo
nel fato sinistro de/fu chiesa di Alaria .411siliatrice: ma ,u• fu impedito. Allora, concertatosi con l'Ar-
ri~•eswvo di Genova, decise di principiare l'Opera a Sampierdarena, dove esistern già l'Ospizio di
S. Vincenzo dl" Paoli.
TuttmJia, benchè il primo micleo ufficiale dei Figli di /\\/aria fosse ospitato in q11Plla casa, una
schiera abbastanza numerosa continuava ad aver sta11:::a nell'Oratorio, 11011 però rome .famiglit1 a sè,
ma in compagnia dei ragazzi. Ad ogiri modo nel mar::o del 1876, riuniti queffi rhe erano già pili a-
vanti, ne formò una scuola disti11ta, a base di latino e d'italiano, 11elf"i11/e11to di accelerare /1er essi
la fine del corso e prepararli afta vestizione chirrirnle nel prossimo nm>embre. Quefla cfassr straor-
dùiaria, per l'ardore e la celeritr;, con cui vi si procede'Da negli studi, fu de11omirwt11 npf gergo della
ca,·a scuola di fuoco.
La notizia di queste agevolazioni richiamava t1ll'Oratorio e a Sampierdarena a11che adulti, che,
a d,,11a di Don Bosco, potevano considerarsi come veri santi e che era110 ben istruiti 11elfe cose di
religione. Costoro in pochi anni erano pronti per ricevere gli ordini sacri.
Ora fermiamoci soltanto all'anno scolastico 1875-76. Ecco if rimftalo totale di quest'amw.
Totale degli allievi . . . . .
N. 100
Terminavano il ginnasio . . .
35
Di questi aspi1'ava110 allv stato religioso
8
Alle J\\Iissioni estere , . . . .
•>
6
Si ascrissero al clero delle proprie diocesi
21
Don Bosco disse u11 giorno: - lo credo che d'ora in avanti quest'Opera sarà la risorsa
più grande che i T'escavi possano averi!, per formarsi preti che 11011 siano loro rubali dalfa leva
militare. - Da poco tempo la vita di caserma era stata imposta anche agli af111111i dei semi-
11ari.
Per ora ci J<>r111it11110 qui. Ci basta m•er narrato quanto soprc,, a.Dine/il>, chi hgge, 11bbia
ancora il tempo di tenerne conto per il prossimo a11110 scolustico. Forse ritorneremo i11 autunno
nelf' argome,zto.
NB. - Per informazioni, programmi e do111ande di acreltazio11e, rivolgersi al Re/tor l\\1aggiore dei
Sa/esia11i, Via Cottole11go 32, Torino 109, oppure agli Ispettori Salesia11i delle dfrerse Ispettorie, od al
D1rl'l/1Jre de/l'Istituto lvlaclo1111a dei Laghi, Avigliana (Torino).

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SOTTO LA CUPOLA
DELL ' AUSILIATRIC E
La cronaca del mese di maggio è quasi
tutta assorbita dal fervore della divozione a
Maria Ausiliatrice che, come a suo luogo de-
scriviamo, ha raggiunto manifestazioni impo-
nenti.
Il 22, giunse dalla Libia il Vicario Apo-
stolico cli Dcrna, S. E. Mons. Lucato, che
si trattenne con noi per tutto il periodo delle
feste.
TI 30, abbiamo avuto la cara sorpresa della
visita di S. E. Mous. Marcelli110 Olaechea
Loizaga, già vescovo cli Pamplona ed ora pro-
mosso Arcivescovo di Valenza nella Spagna.
L'illustre figlio cli Don Bosco, pur avendo
pochissimo tempo, tra la visita al Santo Pa-
dre e la presa ùi possesso della sua nuova
Archidiocesi, volle venire a prendere \\a be-
nedizione di Maria SS. Ausiliatrice. Accolto
con vivissima gioia, ci regalò il sermoncino
tiella << buona notte)) e, l'indomani, celebrò
all'altare della Madonna. Poi, accompagnato
dal Rettor Maggiore, visitò l'Istituto « Rebau-
dengo » cd il Colle <• Don Bosco ~. donde pro-
seguì senz'altro per Roma ove l'attendeva
l'aereo per la Spagna.
Il mattino del 30, l'Unione Insegnanti
Don Bosco, ebbe la sua funzione tradizionale
nella cappella delle camerette del Santo, ce-
lebrata dal sig. D. Ziggiotti, e poi assistette
alla conferenza del nostro D. Sinistrero.
Il 31, abbiamo festeggiato il Giubileo sacer•
dotale del rev.mo tcol. D. Elia Baldassare,
che con tanto affetto ha prodigato e continua
a prodigare le sue cure alla nostra Cappella
delle Reliquie. Egli celebrò la sua Messa ®'oro
all'altare dell'Ausiliatrice, che in quel giorno
vedeva pure per la prima volta immolare la
Vittima divina vari nostri novelli sacerdoti.
E noi ci siamo stretti tutti attorno a lui, in-
sieme alle rappresentanze dell'Istituto della
Marchesa Barolo, ad implorargli dal Signore
copia di grazie e di benedizioni.
IN FAMIGLIA
rituale, aperse al culto la nuova cappella del
nostro Oratorio-Convitto << Don Bosco 1>, dedi-
candola a Maria SS. Ausiliatrice. Oratoriani,
convittori e fe::dcli fecero al venerando Pastore
le più· festose accoglienze, Rrotestandogli la
loro riconoscenza ed il loro affetto. Nel pcme-
riggio, la filodrammatica dell'Oratorio inaugurò
il nuovo salone-teatro che, sorto ccme un
prodigio in pochi mesi, corona il venticinque-
simo di apostolato dell'infaticabile Don Al-
fredo Marcoz. Presiedette la festa l'Ispettore
Don Gioffredi, portando la benedizione del
Rettor Maggiore.
P o r t o R e e a n a t i - Consacrazione de lla
chiesa salesiana.
l l 27 aprile u. s. la bella chiesa eretta cen-
t'anni or sono dal Card. Franzoni al culto del
Preziosissimo Sangue, a noi affidata con la
donazione del conte Lucangcli nel t924 cd
eretta in parrocchia nel 1939, riceveva la so-
l::nne consacrazione dalle mani di S. E. Mons.
Salvatore Rotolo, Ausiliare di Velletri, che
aveva preparato la popolazione al sacro rito
con un triduo di predicazione. Il giorno se-
guente, lo stesso Vescovo salesiano vi ce-
lebrava il solenne Pontificale, impartiva la
Cresima e benediceva lo stendardo dell'Ora-
torio ed il vessillo dell'Associazione maschile
di A. C.
Lo zelante parroco Don Bondi distribuiva
la prima Comunione ad una cinquantina di
bimbi, e tutta la popolazione offriva un
consolante spettacolo della sua pietà e d i-
vozione.
Dai campi di prigionia.
Il nostro Don Piechutta, con lettera del
16 febbraio u. s. ci ha descritto la festa di
Don Bosco celebrata nel campo png10n1cn
<i Edwards Mass>> degli Stati Uniti. Un bel
coro di cantori esegui la Messa <• Regina Pacis ~
con accompagnamento di orchestra. Egli spera
di poter presto coi suoi compagni di prigionia
ritornare in patria. Intanto presta il servizio
religioso ai cattolici celebrando ogni domenica
due Messe.
ITALIA - A s t i - Inaugurazione della
Cappella e del salone " Don Bosco ".
Proprio il giorno di Pasqua, ricordando la
Pasqua del r846, S. E. Mons. Umbcrt'l Rossi
Vescovo di Asti, con la solenne benediziine
POLONIA - Il direttore della nostra casa
di Przemysl (Polonia), con lettera datata al
18 dicembre 1945 e giunta a Torino agli ultimi
di marzo, fatti gli auguri natalizi, scriveva:
<• Siamo diminuiti nella nostra Ispettoria di 34:
104

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cioè 22 sacerdoti, 7 chierici e 5 coadiuto(i. von rn Germania, riuscirono ad ottenere -un
Nell'Ispettoria del nord, è più o meno lo stesso. breve permesso e a raggiungere, dopo difficoltà
Fiat volu11tas Dei! Vuol dire che abbiamo nuovi e avventure non facili a descriversi, la più
protettori in Cielo. Mesi fa abbiamo avuto vicina Casa di confine dell'Ispettoria Germa-
brevi sue notizie e ne esultammo. Preghiamo nica, ove ebbero la grazia dei santi Sacramenti
molto e speriamo che il Signore mandi la pace dopo un anno di sentitissima privazione, e la
al povero mondo, e spunti finalmente un'era gioia di pronunciare i loro Voti Perpetui, a
nuova di vera vita e di santità, dopo questo suggello di vocazioni eroicamente sostenute
diluvio di lacrime, di sangue, di distruzione. · e difese nel quotidiano e ignorato mar-
Ci benedica, caro Padre, e ci raccomandi a tirio.
Maria Santissima Ausiliatrice ed al nostro All'indomani, posata la rosea corona e l'abito
Santo)).
religioso, dovettero disperdersi nuovamente,
La visitatrice in Polonia, Madre Laura, con riprendendo nell'esilio la vita di duro lavoro,
lettera del 26 novembre, dopo il lungo silenzio che continuava da tre armi.
di tre anni, ha potuto mandare alcune no-
tizie.
Le mutate vicende politiche del territorio CENTRO AMERICA - Don Carlo Niel-
appartenent_e già alla Lituania, costrinsero il sen, direttore a Santa Tecla, El Salvador,
personale polacco ad abbandonare le due an- Centro America, in data 13 marzo 1946 scri-
tiche Case di Wilno e di Laurow. La prima veva che, con tre preti, due chierici e un coa-
si dovette chiudere; e nell'altra rimasero sol- diutore, incaricato della iibrcria, riesce a tenere
tanto le Suore lituane, più per l'impossibilità in collegio 280 allievi delle scuole elementari e
di uscire dalla loro patria che per la speranza medie, ed a far funzionare la scuola popolare
di potervi continuare le op.ere esistenti. Fu una con altri 275 ragazzi. L'Oratorio ha dai 350
vera emigrazione, chè con Madre Laura e quasi ai 500 ragazzi. La scarsezza del personale è
l'intero personale delle due Case, partiron assai sentita ; ma fanno quel che possono. L'Isti-
pure nel novembre scorso i 106 fanciulli po- tuto era in attesa del ritorno dell'antico diret-
lacchi ricoverati a Lauro,v. La comitiva, guidata tore Don Pietro Arnoldo Aparicio, trasferito
dal nostro Ispettore, occupò dicci vagoni del direttore a Panama, ed eletto Vescovo Ausiliare
convoglio che trasportava nella parte occiden- di S. Salvador. Fervevano i preparativi per la
tale della Polonia 1243 polacchi. Dopo il primo festosa accoglienza.
tratto del percorso, i carrozzoni dei nostri,
rimasti gli unici nella direzion_e della Poznania,
vennero agganciati a treni merci di carbone, CILE - L'Ispettore Don Gaudenzio Ma-
gesso e barbabietole, con quale strapazzo dei nachino, scriveva, il 5 febbraio u. s.: Il (< ...
poveri viaggiatori si può ben immaginare! Solo tempio nazionale a Don Bosco in Cisterna
verso il termine - per provvido intervento (Santiago, Cile) di giorno in giorno appare più
della Direzione generale ferroviaria - poterono grandioso: metri 72 per 26. Vi si spesero già
compiere direttamente l'ultima parte <lei tra- tre milioni di pesos cileni, in gran parte elemo-
gitto, impi1::gan<lo sedici giorni continui in un sine; finora non un centesimo di debiti. Don
viaggio che avrebbe potuto farsi normalmente Bosco s'incarica di costruirselo. Ciò che più
e in poco più di una giornata. Malgrado però consola è che Don Bosco in Cile sempre più
anche le intemperie invernali, nessuno ebbe a conosciuto cd amato. Abbiamo vivo desiderio
soffrirne in salute; giunsero sani e salvi a di poter ricevere presto e regolarmente, come
Pmv/owice, dove i fanciulli vennero accolti a in altri tempi, la posta da Torino. I nostri
festa in un antico e grandioso palazzo messo aspiranti" sono u 8; i novizi cileni sono 209.
a disposizione dal Governo. E qui, per ora, Ci benedica ~-
venne anche a stabilirsi il nuovo ceRtro della
Visitatoria.
Le altre Case delle Figlie di Maria Ausilia- PALESTI~A - Il Direttore della nostra
trice sono tutte riaperte, e nuove fondazioni casa di Betlemme in data 6 febbraio u. s. scri-
si prospettano, specialmente di Orfanotrofi e veva che, nonostante lo scarseggiare dei mezzi,
Scuole, tanti sono i fanciulli rimasti da anni l'Orfanotrofio aveva aperto le porte ad altri
nell'abbandono.
orfanelli. L'Oratorio festivo, frequentato da
Il fervore delle vocazioni non è scemato 250 ragazzi, ha inaugurato un reparto di esplo-
durante la guerra. Basti ,·icor<lare che, il 5 ago- ratori di Don Bosco. Spera di poter portare
sto 1944, due suore polacche deportate ai la- presto gli oratoriani a 500.
105

1.7 Page 7

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Apostolato ed eroismi di carità
sotto la bufera.
(Cont1nu:1.zionc:
~iugno, pa.J. 88).
Le Figlie di Maria Ausiliatrice
in Toscana.
Altrove il Signore dispose che le Figlie di
Maria Ausiliatrice divenissero strumenti di
salvezza dell'intera popolazione.
A I'l'sCÙl (Pistoia) il 4 settembre 1944, per
l'avvenuta uccisione <li due soldati tedeschi,
fu decretato l'incendio della cittadina, mentre
venivano impiccati sci detenuti nelle carceri,
e catturati altri 40 uomini come ostaggi. Alle
otto del mattino il venerando Vescovo ango-
sciato mandò al Monastero della Visitazione
l'avviso <li tenersi pronte per uscire dalla clau-
sura nell'imminente pericolo dell'incendio, poi
corse al comando tedesco per implorare la
grazia; ma non venne ricevuto.
Ripeti: il tentativo verso le dieci, accompa-
gnato dal parroco dcli'Annunziata, nei cui pressi
era avvenuta l'uccisione dei due tedeschi; e
lungo la via s'incontrò col salesiano Don Si-
mona, il quale alla sua viva preoccupazione
per non poter trovare chi gli' facesse da inter-
prete, sugg.:rl di valersi della propria sorella
Figlia di Maria Ausiliatrice, Direttrice del
<• Cons1::rvatorio S. l\\'lichde •>. Chiamata subito,
questa si uni a S. Eccellenza, e andò insieme
dal comando tedesco, ottenendo che il Vescovo
venisse ricevuto. Espose quindi calorosamente
il motivo ddla visita, implorando e supplicando
che venisse rispanniata alla città tanta rovina,
e al suo vecchio Pastore tanto strazio.
Il comandante, circondato da alti ufficiali,
ascoltò attentamente, e infine per telefono tra-
smise la stessa perorazione al comando supe-
riore di Lucca. Avutane la risposta, disse alla
Suora: «Potete dire al Vescovo che non daremo
fuoco a Pescia S. Eccellenza rincorato fece
ringraziare e chiedere che fossero liberati i 40
ostaggi incarcerati al mattino; a cui il coman-
dante rispose che, appena rivedute le cane,
sarebbero stati rimcssi in libertà, e che anche
nella Parrocchia cieli'Annunziata non vi sareb-
bero state rappresaglie.
Al pon· eriggio dello stesso giorno S. Eccel-
lenza chiese nuovamente l'aiuto della Diret-
trice, e ritornò insieme con lei al comando
tedesco domandando due soldati per staccare
e seppellire i corpi degli impiccati del mattino,
il permesso di tenere presso di sè quattro vigili
106
del fuoco, e la liberazione degli ultimi 9 uomini
trattenuti ancora in carcere. Ottenne ancora
tutto. Il giorno seguente, però, seguivano altri
dolori, poichè il comando centrale di Pietra-
buona - sempre come rappresaglia per i due
soldati uccisi - ordinò altre catture nei din-
torni della città, e la condanna a morte di
nuovi ostaggi.
Le famiglie in pianto si recarono dal Ve-
scovo, e questi chiese ancora l'aiuto della
Direttrice, che dopo vani tentatiyi a Pescia,
s'avviò frettolosamente a mezzogiorno sotto il
rombo del cannone al comando di Pietrabuona.
Purtroppo, però mentre le si dava l'assicura-
zione che gli ostaggi sarebbero stati trattenuti
prigionieri fino alla ritirata tedesca da Pescia,
dodici di essi, tolti dal carcere, venivano impic-
cati in città, e gli altri due fucilati a Collecchio.
Un altro fatto tragico avv(;nnc a Castelnuovo
dei Sabbioni (Arezzo). La mattina del 4 luglio
1944 le sei Suore dell'asilo <( Gioannini », cac-
ciate con le armi in pugno dagli S. S. nazisti,
lasciarono all'istante la casa, minacciate di
morte insieme a 80 donne e 80 bambini del
luogo. Si rifugiarono prima, tra le continue
raffiche di mitraglia, sotto la pioggia torren-
ziale, in una c,1ppella del Cimitero, e poi tra
i boschi, col resto <ldla popolazione, mentre
s'iniziava il saccheggio e l'incendio del paese.
Avuto più tardi il permesso di rientrare bre-
Yemcnte in casa, per prendere qualche cos:1
del piL1 indispensabile, una delle Suore, tro-
vatasi divisa dalle altre due compagne, venne
a passare accanto al luogo dove stavano rac-
colti e piantonati i 70 uomini presi in ostaggi<),
insieme a un seminarista sedicenne e al Priore
Don Ferrante Bagiardi.
Questi le fc-ce cenno di avvicinarsi, per dirle
di andare in Parroccl1-ia e nella cappella del-
l'asilo a ritirare e consumare il SS. Sacramento,
onde sottrarlo a facili profanazioni.
La Suora corse subito nella parrocchia ai.}..
bandonata, trovi> la chiave elci tabernacolo e
l'aprì; ma poi - certo per un'ispirazione
divina - invece di consumare le Sacre Specie,
ponò via la pisside ancor chiusa. Cosi fece
pure nella cappellina di casa; quindi riprese
frettolosa la strada poco prima percorsa.
Appena il Priore la rivide, le chiese ansiosa-
mente se avesse fatto quanto le aveva detto; e,

1.8 Page 8

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sentito che portava con sè la pisside intatta,
se la fece dare. Rivolto quin<li ai compagni <li
prigionia disse: <• Se qualcuno vuol fare la
S. Comunione... >>. Segui un silenzio di tomb?.,
rotto dalla voce angosciata <l'un giovane uffi-
ciale: «l\\lla, signor Priore, si <leve morin· ?...
che cosa abbiamo fatto?... siamo innocenti... ».
<< Figlio mio, rispose il sacerdote, chi sa q,ual
sorte ci toccherà; ad ogni modo se dovremo
morire, moriremo con Gesù nel cuore; se no,
lo sottrarremo cosl alle profanazioni di questa
gente...>>. Volgendosi quindi ali'ufficiale te<lesc0,
chiese se poteva distribuire la S. Comu1ùone, e si
senti rispondere freddamente: «Sì». Ma subito
segui l'ordine, indicando la parete della cas~:
<• Tutti al muro... ~-
U<lito questo, con un brivido <l' angosc;a,
la Suora domandò al Priore di portar via con
la pisside piccola, e ottenutone il permes~o
cercò d'allontanarsi, non senza difficoltà, per-
chè l'ufficiale nazista, faceva Ji tutto pLr
tagliarle il passo. Riuscita alla fine, se ne anùo
in fretta: mentre il buon Priore preparava alla
morte i suoi uomini... Uili ancora la recita a
voce alta del <• Confit.:or », l'assoluzione e le
parole <li rito: Ecce Agnus Dei... E prima ancora
che la Suora avesse raggiunto la piccola comu-
nità accampata fra i boschi, echeggiavano i
sinistri colpi delle prime scariche <li mitraglia.
Uno solo riuscì a sfuggire all'eccidio; tutti
gli altri, compreso il Priore, incontrarono la
morte, confortati <lai S. Viatico.
Nascoste nella boscaglia, facendo ogni giorno
la minestra per tutti, le Suore vi restarono
fino al mczzoili dell'8 luglio, in cui, sorprese
ua raffiche di mitraglia, dovettero fuggire,
Scendendo in basso, senza saper dove dirigersi.
si imbatterono in una buona vecchietta che,
tutta spaventata, stava pregando con la propria
figliuola presso l'uscio di strada, e furono da
lei pregate di accettare l'ospitalità in casa sua,
dove - non senza commozione - vi trovarono
un bellissimo quadro di Maria Ausiliatrice.
All'indomani - 9 luglio - ebbero la visita
di S. E. il Vescovo di Fiesole, che, accorso a
piedi per recar conforto alle devastate regioni
<lei \\'aldarno, giungeva a Castelnuovo dei
Sabbioni quando le povere vittime ancora
insepolte venivano <late alle fiamme. Egli stesso
potè in seguito narrare l'accaduto, con l'epi-
sodio di quell'ultima Comunione, pubblicato
sul Q11otidia110 del 15 ottobre 1944.
Altri I o uomini del paese furono uccisi due
giorni dopo, mentre la linea di fuoco s'andava
avvicinando sempre più.
Il 19, visto che anche la provvisoria dimora,
sotto il cannoneggiamento inglese, diveniva
malsicura, le Suore pensarono di raggiungere
la loro casa di Castel nuovo; e, trovatala ancora
salva, vi rientrarono con un buon numero <li
persone, rimastevi poi per una settimana, fino a
quando, sorpassato il fronte, il pericolo fu scom-
pars'l. Sotto l'imperversare della battaglia, la
casa, pur miracolosamente preservata dalla ro-
vina, fu più volte raggiunta dalle granate; e due
delk persone rifugiate rimasero colpite.
Alla fine, il 26 luglio, dopo ventidue giorni
di terrore, le Suore ebbero il conforto di
ascoltare la S. Messa, celebrata in casa <la
un cappellano inglese, e innalzarono a Dio e
a Maria Ausiliatrice l'inno ùcl ringraziamento.
Un'altra opera dell'ora affatto straordinaria
fu quella svolta nell'immediato dopoguerra dalle
Suore di Livorno a favore dei prigionieri poli-
tici internati nel vicino campo <li concentra-
mento <li Coltano. S'iniziò in modo del tutto
occasionale per rispondere allt: vi..vc preghiere
di una mamma che chiedeva l'aiuto delle Suore
nelle ricerche del proprio figliuolo. Messcsi così
in relazione col comandante del campo, si
videro aprirsi impensatamente la via per un'a-
zione di carità, divenuta sempre più vasta.
Seguendo il filo che la Provvidenza avcv.1
messo tra mano, le Suore ottennero ai prigio-
nieri il conforto della 8 . Messa festiva e del
10 Vencrdl del mese, e, dopo una eccezionalis-
sima visita al Campo stesso, la riconsegna alle
rispettive famiglie di alcuni ragazzi dai 13 ai
15 anni, che accomunati ad altri detenuti, veni-
vano a trovarsi in pericolose condizioni morali.
Jn hreve le Suore divennero il tramite con
le autorità <lei Campo per tutte le svariate
pratiche riguardanti i prigionieri. Anche S. E.
l'Arcivescovo di Pisa si rivolse a loro per essere
ricevuto dal comandante, ottenendo quanto
dtsiùerava, ossia: di vinitare pt:r:iooalmcntc i
Campi e <li celebrarvi la S. Messa; di potervi
mandare ogni giorno un cappellano, e di avere
l'elenco di tutti i prigionit:ri.
L'opera andò poi prendendo proporzioni
sempre più vaste: l'Istituto << 8. Spirito» si
vide assediato da una folla pietosa di famiglie
in pianto, alle quali, con l'aiuto invocato, si
potè anche offrire la benefica parola di fede,
e di conforto cristiano. Due Suore vi attesero
dalla mattina alla sera senza interruzione, men-
tre l'ufficio, che si era andato organizzando
per seguire le numerose pratiche, richiese un
lavoro intenso, continuatO spesso fin <li notte.
Un gran numero di lettere giunte da tutte
le parti d'Italia attestarono e attestano la viva
riconoscenza delle famiglie, che per la c~u;t:l-
tevole e delicata azione delle Suore furono
consolate nel loro dolore.
(Co111i11ua) .
107

1.9 Page 9

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Per
I i g
"
SCIUSCia
"
(Continuazione r0 giugno, pag. 89).
Nel mezzogiorno.
Anche a Napnli i nostri confratelli poterono
prestO aprire una scuola gratuita per gli scu-
gnizzi, con un po' di refezione giornaliera.
Un bel gruppetto si preparò per Pasqua alla
prima Comunione.
In attesa di avere locali adatti ed a sufficienza
per provvedere ad una più organica e durevole
rieducazione, con internati ed esternati ade-
guati, cominciarono ad accogliere scugnizzi i
nostri oratori festivi del Vomcro, di Tarsia e
di Via Nuova del Campo.
Dal Vomero poi una animosa squadra di
chierici si prese, ogni giorno, l'incarico di
andare al << Petraio >>, il quartiere più squallido
e desolante della nostra parrocchia, a radunare
i ragazzi della strada cd a condurli, in frotte,
alla casa salesiana.
In Sicilia lo zelo dei Salesiani si è propagato
anche fra i giovani dei nostri istituti, suscitando
gare commoventi di apostolato.
I ragazzi di terza ginnasio del << Sampolo >>
di Palermo, andando a passeggio incontrarono
un giorno un ragazzo cencioso e lurido. In-
tuendo la sua povera _condizione di <1 ragazzo
della strada» senz'altro gli si fecero attorno
regalandogli dolci e cibi avuti poco prima in
dono dai parenti, e uno di essi gli mise in
mano addirittura un biglietto da cento che,
in occasione della Santa Cresima, aveva rice-
vuto quel giorno stesso.
A Catania è bastata una limitatissima pro-
paganda per vedere affollato oltre ogni aspet-
tativa _il cortile e la cappella-teatro. In pochi
giorni i ragazzi della strada salirono a 500,
di cui almeno trecento veramente abbandonati
e bisognosi di tutto.
Le autorità cittadine sul principio fecero i
sordi agli appelli Jella carità; ma poi si
piegarono a beneficare anche quest'opera.
L'UNRRA fini per assegnarle 657 razioni. La
Sezione Provinciale di Alimentazione, per inte-
ressamento dcli'Alto Commissario, s'indusse
ad assegnare 700 razioni per tre pasti al giorno
al prezzo di ammasso, riconoscendo l'opera
come una convivenza ospedaliera. Il guaio
è ancora la mancanza di locali. La casa è
ro8
troppo piccola per tanta folla che urge alla
porta....
Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice a
Catania, ogni domenica, vedono ormai di buon
mattino lo sciame di circa seicento bimbe che
dai tuguri più miseri accorrono alla Casa della
Madonna, attirate, da una pagnottella fornita
dalle opere assistenziali, alle funzioni ed al
catechismo.
Ex allieve e Cooperatrici, prese dal fascino
del sacrificio, si sono assunte l'impegno di
assistere i fanciulli della strada durante la
messa domenicale, celebrata per loro, di fare
il catechismo ai sinistrati, di aiutare le suore
nella cucina economica dell'Istituto, che di-
stribuisce quotidianamente trecento minestre,
di curare la confezione di vestiti e biancheria
per le bambine più bisognose, con indumenti
offerti dalle alunne esterne, e di assistere le
bambine dei sinistrati nel laboratorio loro
affidato dalla Pontificia Commissione Profughi.
Mani pietose di patronesse si protesero per
coadiuvare le ex allieve nella organizzazione
del pranzo di Natale, nell'Ufficio di colloca-
mento, nelle distribuzioni pasquali di viveri
aHe famiglie assistite.
Il Comitato Dame Patronesse di Catania ha
pure organizzato dei concerti per raccogliere
i fondi necessari alla costruzione di un ora-
torio per i ragazzi della strada, che sorgerà
presso la chiesa della Madonna della Sa-
lette, dove l'Arcivescovo Mons. Patanè ha
concesso il locale accanto alla parrocchia.
E prese ancora l'iniziativa di emissione di
«Buoni & da venticinque e cinquanta lire, per
procurare refezioni ai ragazzi della strada accolti
all'Oratorio salesiano. In pochi giorni raccolse
oltre cento mila lire, che, con i soccorsi della
UNRRA, permise di dare la refezione gior-
naliera a più di cento ragazzi.
Lavorano con uguali intendimenti e con
zelo non minore le Patronesse di Palermo,
di Caltagirone e di altri centri minori del-
l'isola.
A Taranto, per interessamento deH'Ammi-
raglio, si ottenne la derequisizione dell'Istituto
salesiano, per accogliere tosto cento orfani
della Regia Marina.

1.10 Page 10

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Anche quello di Bari, appena derequisito,
potè accogliere gran numero di ragazzi della
strada e orfani di guerra.
L'Istituto agrario di Corigliano d'Otranto
aperse le sue porte alla nuova opera;. quello
di Brindisi organizzò scuole elementari per la
numerosa schiera di bimbi e bambine che
formicolano in 56 baracche che ospitano
127 famiglie.
Fiori di bene.
A Roma le iniziative rampollarono generose.
Ditte e fabbriche hanno assunto per un onesto
lavoro oltre 180 sciuscià del << Sacro Cuore.
Al Testaccio si organizzarono per loro corsi
speciali di scuole serali. Alcuni esploratori si
portano, tutte le feste, tra i ragazzi del Tra-
stevere: l'Oratorio si fa in strada. Ancora nei
giorni festivi, un salesiano avvia cinquanta
ragazzi della strada al Centro Paolino di San
Saba, e gli effettivi di A. C. lanciano la pro-
posta che i soci che ne abbiano la possibilità
si conducano ogni domenica uno sciuscià a
pranzo nella propria famiglia. Speciali cure a
quelli che devono ancor fare la prima Comu-
nione e la Cresima. Si organizzarono Missioni
ed Esercizi adatti ai ragazzi della strada.
Attività varie.
L'Oratorio del «Sacro Cuore » istituì un
doposcuola per i figli degli sfollati dimoranti
ndla parrocchia con classi elementari medie e
ginnasial i.
Gruppi di oratoriani tutti i giorni raccolgono
offerte di pane e di cibarie che i giovani interni
cd esterni dell'Istituto sottraggono al loro
pranzo e le portano personalmente nelle fami-
glie più bisognose che hanno bambini. La
raccolta viene completata con vestiti, scarpe,
medicine e oggetti vari di cancelleria.
Al Mandrione i ragazzi giunsero presto a
250. La prima domenica, c'era la pasta asciutta
per tutti. Ma, mancando piatti e posate, si
invitarono i commensali ad andare alle loro
case per procurarsele. Tutti ritornarono, poco
dopo, col rispettivo piatto e forchetta che
brandivano fieramente senza rispetto umano,
nell'attraversare le vie del quartiere.
Non pochi erano accompagnati dalla mamma
o dal babbo, che volevano sincerarsi coi loro
occhi sul... miracolo della pasta asciutta.
Il miracolo più grande però era la graduale
trasformazione di quei ragazzi che, pochi
giorni prima, in torme minacciose e ribelli
affrontavano l'oratorio a sassate. li miracolo
dello spirito di D. Bosco.
~ Tanti hanno cercato de portacce via con
loro - diceva un giorno uno sciuscià - ma rnièa
cc so riusciti: solo voi... l'avete spuntata! •>.
In aprile le bande erano disorganizzate; i
volti dei giovani, rasserenati. Al lancio delle
pietre era subentrato l'accorrere festoso per il
saluto. La bestemmia cedeva il passo al: << Sia
lodato Gesù Cristo! »..
TRASFORMAZIOO
Come i Salesiani e le Figlie di Maria Ausi-
liatrice si misero in Roma, ..i. disposizione
degli scirtscià: gli istituti di Don Orione in
cinque centri popolari; la Compagnia di San
Paolo a San Saba con l'oratorio, fiorente ormai
di 250 ragazzi, cd altri; a Napoli i Gesuiti, i
Giuseppini, i Guanclliani, organizzazioni dio-
cesane, ecc.
Per coordinare coll'apostolato i soccorsi na-
turali il Santo Padre dispose un regolare e
proficuo contatto con la Pontificia Commis-
sione di Assistenza, la quale, fra le varie
opere caritatevolj del Vaticano, assunse anche
la protezione e l'aiuto di tutti i generosi vo-
tati alla cura della fanciullezza abbandonata.
Raccolti, verso la metà di aprile, per espresso
desiderio del Santo Padre, i rappresentanti
degli Istituti religiosi interessati, la P. C. A.,
d'accordo con le autorità scolastiche e le isti-
tuzioni assistenziali governative, impegnò il suo
concorso, distinguendo i ragazzi della strada
in tre categorie:
1) fanciulli completamente abbandonati,
bisognosi di assistenza totale mediante collo-
camento presso internati (ospizi, collegi) o di
assistenza parziale mediante collocamento pres-
so ditte, officine, ecc. assicurando ad essi con
il lavoro, il vitto e l'alloggio (pensionato);
2) fanciulli trascurati, bisognosi di assi-
stenza materiale e morale con refezioni, dopo
scuola, opere ricreative, ecc., giorrRliere o
pomeridiane;
3) fanciulli liberi, con casa e famiglia
propria, ma abbandonati a sè stessi per m.ces-
sità di famiglia e di lavoro, bisognosi quindi
solo di assistenza ricreativa.
La P. C. A., pur essendo impegnata in
tante altre colossali organizzazioni di assistenza
ai reduci, ai deportati e detenuti in campi di
concentramef\\tO o di prigionia, ha previsto lo
stanziamento di almeno 5.000.000 al mese per
gli scittscià d'Italia.
(Co11timi.a).
109

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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Dalle nostre Missioni
BRASILE N ORD
L'Ispettore Don Borra in una lettera del
7 febbraio u. s. scriveva fra l'altro: ~ ... dal
fehbraio all'ottobre 1945 coll'aiuto della Le-
gazione llrazileira Assistencia abbiamo co-
struito a Bahia il nuovo edificio delle scuole
professionali, a tre piani, che ci permette di
accogliere 1 50 artigiani interni, oltre i 200 stu-
denti. L'Oratorio festivo aLtiguo è fiorente; il
Santuario pure è assai frequentato... A Recife
il numero degli alunni è di 900. Centro pro-
pulsore della vita religiosa, il santuario. Gli
cx allievi vi hanno una bella sede; l'Oratorio
festivo è sempre fiorente... A Porto Velho, nel
territorio del Rio Madeira, il nostro cnllegio è
pieno; quest'anno s'inizierà il ginnasio. La
città cresce assai; i lavori per la cattedrale e
pcl collegio delle Suore procedono bene: la
~cuoia normale delle ·Suore è assai stimata.
AJ Jlumaità pure le opere si sviluppano. L e
Suore, oltre ad attendere al collegio, seguono
anche gli ammalati del nuovo e moderno ospe-
dale ed hanno un bell'Oratorio festivo.
•> Nel RIO NEGRO, a Barcel/os (Amazonia),
i due collegi sono gremiti; vi si sta rifacendo
una S. Casa per gli ammalati. A S. babel, la
più recente stazione missionaria, con quattro
baracconi, ha già un intc::rnato con 50 alunni
indi. Possiede terre coltivate. È in programma
la costruzione in mattoni. A S. Gahriel, centro
llclla missione, fioriscono ancora i collegi per
gli indi, in gnu1de stile: é il miglior campo
sperimentale di queste missioni. I l missionario
itinerante visita il Rio Negro fino a Cucui;
s'incontra alle volte con Don Bonvecchio a
S. Carlos (Orinoco, Venezuela). La missione
risenti anch'essa nel 1945 della mancanza di
fa1·ina, alimento base. A lauaretè, la missione
più numerosa, gli indi interni del collegio sonc1
165; il collegio delle Suore ha oltre 100 indie.
La chiesa è vasta; nelle domeniche e feste è
sempre piena. Si lavora per organizzare i Coo-
peratori: le distanze enormi e l'incertezza della
posta sono sempre di ostacolo; ma si spera ùi
superarli.
» Altrettanto si fa per gli ex allievi, specie
presso le unioni di Recife, di Aracajù, di
Bclém, Manaus e Bahia.
>J Gli Oratori festivi migliorano l'organizza-
zione e l'attrezzatura.
11 Un vero passo avanti si è fatto nelle Scuole
agricole e professionali, specie a Recife ed a
llahia ... ».
CINA - SHANGHAI
Amatissimo Padre,
approfitto éli una rara occasione per inviarle
nostre notizie. La guerra è finita; ma non c'è
pace: disor4ini ovunque, ribellioni, dissensioni
senza fine. Grazie a Dio, ci andiamo organiz-
zando. Ho potuto mandare a I[ong Kong
quattro Confratelli dei quali due italiani. Altri
spero cli mandarne presto. I prezzi qui hanno
raggiunto cifre spaventose; ma la Provvidenza
non ci dimentica.
Viviamo quasi tutti con gli avanzi delle navi
americane che sono in porto: i nostri ragazzi
hanno guadagnato le loro simpatie colla cor-
dialità e semplicità del loro carattere, con la
banda, la ginnastica e con la scuola di canto.
I Confratelli lavorano e si sacrificano con
generosità instancabile.
Credo che avrà avuto notizie dei nostri
Confratelli martiri: Don Lareno, e Don Mun-
da e Don Matkovitz nella nostra Missione,
Don Francesco Dupont nei pressi di Hanoi.
Fu martirizzato da briganti annamiti.
Aveva fatto tanto del bene all'Indocina, fa-
cendo conoscere cd amare Don Bosco e la
Congregazione, col suo zelo instancabile e col
suo spirito di sacrificio.
Arriveranno rinforzi? Qui il lavoro cresce a
vista d'occhio. Tra le antiche case e le nuova
abbiamo da occupare almeno cento nuovi
Salesiani. Abbiamo bisogno di Confratelli che
parlino bene la Lingua inglese, per lo straordi-
nario sviluppo che essa prt'nde da queste parti.
Confidiamo nella sua paterna bontà.
Mi spiace che debbo troncare questa mia
perchè il latore parte per l'Italia.
Ci benedica, Padre amatissimo. L'assicu-
riamo che facciamo di tutto per camminare
sempre con D. Bosco. Ossequii filiali a tutti i
Superiori. Suo aff.mo ed obbl.mo in G. C.
Sac. CARLO BRAC,\\, lspellore.
SIAM
In una lettera del 12 aprile u. s. l'Ispettore
Don Casetta scriveva fra l'altro: << Qui, a Bang-
kok, il lavoro aumenta. È uscito ora uno dei
cappellani dell'armata inglese. Come prima
avevamo il servizio religioso presso i prigionieri
europei ed americani, così oggi lo prestiamo
ai giapponesi. La casa di Don Bosco è la ca.sa
di tutti. Abbiamo celebrato la festa di S. Giu-
seppe nel campo giapponese, con Messa can-
tata cd abbiamo avuto la consolazione di ve-
dere aumentare cattolici e catecumeni. Po-
chi, ma molto fervorosi ed ardenti di spirito
di apostolato ... •>.
I IO

2.2 Page 12

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CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE
TORINO - Basilica di Maria Ausiliatrice.
li Mese della Madonna.
Il mese di Maria Ausiliatrice - cominciato
il 23 aprile con la triplice predicazione quo-
tidiana tenuta dai nostri Don Dcricci e Don
Zçrbino e dal Teol. Paglia, Curato ùdla Par-
rocchia della Gran Madre di Dio, in T orino -
ha attirato alla basilica numerosi devoti.
La domenica 5, afl1uirono alla basilica mi-
gliaia di giovani effettivi di Azione Cattolica
pel convegno di plaga. Dopo il discorso di
Don Pollarolo, ric;!vcttero Ja benedizione dal-
1'Em.mo Cardinale Arcivescovo.
li 12, si anticipò la solennità esterna della
festa della Beala Mazzarello. Le Figlie di
i\\lla.ria Ausiliatrice condussero anche le loro
alunne alla Messa della Comunione generale
ed alle funzioni solenni pontificate da S. E.
l\\fons. Mazzini.
Lo stesso giorno convennero a Valdocco
alcune migliaia di Aspiranti della Gioventù
di Azione Cattolica, che ebbero pure la gioia
di ascoltare la parola e ricevere la benedizione
dcl.l'Em.mo Cardinale Arcivescovo.
La novena della Madonna ~egnò un cre-
scente concorso di fedeli alle sacre funzioni.
Si succedettero per la Benedizione EucaristiCà
Canonici e Parroci della città col successore
di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, rev.mo
Can. Chiesa.
Per le esecuzioni musicali, la Scuola di canto
dell'Oratorio, che ha svolto un magnifico pro-
gramma, ha ceduto il posto, nelle domeniche
5, 12, 19 maggio, alle scuole del nostro Isti-
tuto Rebaudcngo e dei nostri Oratori Michele
Rua e S. Paolo. La scuola delle Figlie di Ma-
ria Ausiliatrice ha dato un ottimo contributo
durante la festa <lella Beata Mazzarello ed
all'Ora Santa del 23 maggio. La scuola Ce-
ciliana, fondata dal nostro indimenticabile M0
Don Grosso e diretta dalle Figlie di Maria
Ausiliatrice, ha prestato servizio a tutte le
funzioni serali della novena.
la Ics/a.
Ila superato anche le più fervide aspettative.
Poichè, nonostante l'inclemenza dd tempo
e la scarsità dei mezzi di trasporto, è affluita
alla basilica tal folla di fedeli e con tali senti-
menti di pietà che, dal mattino della vigilia
a mezzogiorno del 24, si sono distribuite oltre
ventimila Comunioni.
Pontificò i prim:i \\'t:spn S. b.. l\\lons. Lu-
cato, Vicario Apostolico tli Dema, il quale
si altt:rnò con S. E. Mons. Coppo alle fun-
zioni della festa. A notte, la piazza si gremì
di gente che, non trovan<lo più modo di cn •
trare in chiesa, segui la predicazione trasmessa
<lagli altoparlanti, mentre si go<leva la graziosa
illuminazione, ridotta, ma bellissima nel clifegno
e nella varietàdelle luci. La veglia santa si svolse
secondo il programma tradizionale. Dopo l'Ora
di adorazione predicata da D. Fogliasso, il
Parroco diresse la visita ai sette altari e la
consacrazione alla Madonna. Alle ore 0,30
iniziò la sant'l Messa, seguita <la pii'.1 di cento
altre, ai vari altari, fino a mezzogiorno.
A1lc 6,30 celebrò il Rettor Maggiore. Tenne
il solenne Pontificale l'Em.mo Card. Fossati,
Arcivescovo di Torino. La nostra scuola di
canto esegui la Messa I V ùcl nostro M0 Don
De Ronis. Disse il panegirico il Teo!. Paglia.
Dopo pranzo, il cielo si rasserenò rapida-
mente il sole inon<lb la magnifica proces-
sione che sfilò per un'ora e mezzo, allietata
dalle bande degli Oratori: <• E. Agnelli », << Re-
baudcngo i>, <• S. Paolo•> e <, Michele Rua »
dcli'Istituto «Rebaudengo 1> e della Ca~a-ma-
drc. L'aprivano, come vent'anni or sono, i Gio-
vani Esploratori Cattolici. Seguivano Oratori,
Istituti ed Associazioni femminili e maschili,
secondo l'orùine consueto. L'Azione Catto-
lica sventolava una settantina di tricolori. Chiu-
deva la folta schiera del clero, il Collegio <lei
Parroci urbani. I Vescovi salesiani con S. E.
Mons. Pinardi precedevano l'Em.mo Arci-
vescovo in porpora, assi~tito dai rev.mi Ca-
nonici Garneri e Passera ed accompagnato
dal segretario Mons. Barale e dal Gentiluomo
avv. Peyron . Scrosci di appla\\1si salutavano la
!;tatua della :\\fadonna sul suo trono di luci c
I Il

2.3 Page 13

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di fiori, scortata dai Carabinieri e seguita dallo
stuolo degli Universitari.
Quando la processione rientrò nella basi-
lica di Maria Ausiliatrice, la piazza rigurgitava.
Le acclamazioni coprivano il suono delle cam-
pane, e le note dell'organo stentavano ad ac-
compagnare l'immensa massa che levava i
suoi canti al cielo. L'Em.mo impartl la Bene-
dizione Eucaristica dall'altare e dalla porta
del tempio. Alle 21, si chiuse la giornata con
la quarta Benedizione Eucaristica preceduta
da predicazione. La chiesa, la piazza e i corti.li
erano ancora gremiti di folla che sembrava
non si potesse saziare della parola di Dio e del
conforto della Religione.
Il 25, le autorità consolari e la Colonia
Argentina convennero alla basilica per la com-
memorazione della loro festa nazionale. Don
Rodolfo Fierro celebrò la S. Messa e tenne
un elevato discorso. Assisteva S. E. Mons.
Lucato, col sig. D. Scrié.
II 26, chiusura del mese, tenne pontificale
S. E. Mons. Lucato, che impartì pure la Be-
nedizione eucaristica dopo la conferenza sa-
lesiana.
Pellegrinaggi.
Nonostante le ancor gravi difficoltà di tra-
sporti, il mese ha visto affluire alla basilica
molti, numcrcsi e devoti pellegrinaggi. Ricor-
deremo quello dell'Oratorio delle Figlie di Ma-
ria Ausiliatrice di Luino col rev.mo Prevosto
ed il Coadiutore che celebrarono in rito ambro-
siano all'altare della Madonna e di D. Bosco;
quello di Casale Monferrato guidato dalle
Figlie di Maria Ausiliatrice. Il 14, festa li-
turgica della Beata Mazzarello, tutta la Scuola
Magistrale dell'Istituto delle Figlie di Maria
Ausiliatrice. Il 15, le Dame Patronesse del
Comitato Centrale con la presidente marchesa
Carmen Compans di Brichanteau Challant.
rt 17, le Dame Patronesse dell'Oratorio di
Borgo S. Paolo; il 19 quelle dell'Oratorio
,, E. Agnelli~ e la Parrocchia << Maria Ausilia-
trice»; il 21, le Patronesse dell'Oratorio èella
Crocetta; il 22, quelle dell'Oratorio<< Rebau-
dengo •> e Michele Rua; il 23, Pellegrinaggio
Diocesano delle Donne di Azione Cattolica.
Il 24 abbiamo potuto contare quelli di Ca-
stelnuovo D. Bosco, Chieri, Foglizzo, Bel-
linzago Novarese, Coassolo, S. Benigno; il
25 quelli di Bagnatica (Bergamo) e Grugliasco;
il 26, di Lodi, Novara, Cervere di Bra, S. Ste-
fano di Cervasca (Cuneo) e della Parrocchia
delle Stimmate di Torino; il 27, <la Tortona;
il 28, da S. Raffaele ('l'orino); il 30, da Fos-
sano, Caraglio (Cuneo), Bagnolo Piemonte,
Osasco. Particolarmente gradito quello del
nostro Oratorio S. Luigi della città, che si pre-
para a celebrare il centenario della sua fon-
dazione (1847).
Il 28, duemila tra fanciulli e fanciulle assi-
stettero alla Messa celebrata da S. E. Mons.
Lucato e si accostarono alla santa Comunione
per celebrare il XXV di fondazione del Gruppo
di Azione <• Comunione Eucaristica dei fan-
ciulli ,. Cogli alunni delle Scuole elementari
«E. De Amicis >} erano folte rappresentanze
di tutte le scuole elmentari della città.
Un villaggio indiano intitolato a Maria
Ausiliatrice.
Togliamo dall'Osservatore Romano del 13-
v-1946:
Tuticorin (India).
Per la festa della Madonna del Carmine,
16 luglio 1945, 300 poveri IJ. Paria i>, i famosi
intoccabili, sono entrati in massa nella Chiesa
Cattolica: ci son volute diverse ore e sei sacer-
doti per battC'tzarli tutti. Il giorno seguente,
nel luogo stesso dove quei neofiti e i loro pa-
dri per generazioni avevano offerto sacrifici
pagani alla dea Kali, il Vescovo di Tuticorin,
S. E. Mons. Roche, S. I., celebrava la santa
Messa, sovra un altare dedicato a Maria SS.
Aiuto dei Cristiani, ed i novelli cristiani rice-
vevano gioiosamente il sacramento della Cre-
sima e la prima Comunione. A severa prova
è stata posta la fe<lc cristiana di questi poveri
paria: le loro capanne vennero incendiate da
indigeni che avversavano la loro conversione:
alcuni hanno subito maltrattamenti e tutti delle
vessazioni. Ciononostante essi sono rimasti
fedeli cd hanno sopportato ogni persecuzione
con pazienza e coraggio davvero ammirevoli,
tanto che lo stesso Vescovo si è rallegrato della
loro costanza e fedeltà.
S. E. Mons. Roche ha voluto cambiare il
nome del villaggio di questi paria, chiamato
Sanka-ralin-gap.uram, in quello cristiano di
Saha-yama-dapuram, che significa: Villaggio
della Madonna Aiuto dei Cristiani. (Ag. Fides).
UN FIORETTO A MARIA SANTISSIMA - Recitiamo divofamenfe lo Salve Regina,
promeffendo a Maria di fuggire con ogni prudenza le occasioni del peccafo.
II2

2.4 Page 14

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1n~......,.__,.__,.__,..__,~-------~
~ Grazie attribuite all'intercessione di ~
) MARIA AUSILIATRICE e di S. GIOV. BOSCO (
ffi.--..--..--..--..--..--..--..................--.......--......~
Rarcomandiamo vivamt.nU ai graziati, nei casi di guariRiori~.
d-i specijirort srn,pre btr~ la malatt1'a t: le ci.rcosrm,ze più impor~
tanti, t. di segnare chiaramente la propria firma. Sarà btne, po~
tendolo, agxitmgt!rt un ctrtijicoto m6dico.
Non .si p11bblicano i111tgTalmtmtt le re/a~ioni di gr<uit anonime
o finuatt collt samplici ,'-ni::-iali.
Una fuga disastrosa.
Il giorno 1:i gennaio 1944, d'improvviso, rice-
vemmo ordine di sfollare Vallcluce, e la mattina
stessa alle ore 8,30 a. m. si dovette abbandonare il
paese, la casa e'tutti i relativi beni, perfino la bian-
cheria. Tutto ciò perehè ~i approssimava la linea del
combattimento in quella zona (no,d-est di Cassino).
Intanto mia moglie ch'era in difficili condizioni
di salute, dovette sopportare anche lei gli stessi
sacrifici che sopportammo noi tutti, focerdo molti
km. a piedi. La sera al tramonro giungemmo a
circa 15 km. dal paesello di Valleluce, sempre in
montagna. Mia moglie non potè più proseguire il
cammino essendole cominciati forti dolori, rer c'..li,
fu opportuno rifugiarsi in una capanna, e ada-
giarla sopra un po' di paglia, per terra. Passammo
colà tre giorrti e tre notti di continue sofferenze;
mancava il medico, mancavano le medicine e le cose
più necessarie. lo mi misi a pregare l\\lfaria Aus.
e S. Giov. Bosco che me la conservassero in vita
e ci facessero giungere a salvamento.
Dopo la terza notte mia moglie era così esaurita che
non poteva affatto stare in piedi. Eppure dovevamo
allontanarci di Il, perchè la zona dov'eravamo e
la stessa capanna che ci serviva di abitazione, fu
obbiettivo delle artiglierie nemiche, le quali non
lasciavano un palmo di terreno senza colpire
con proiettili. Resistemmo ancora due giorni, ma
poi fu deciso spostarci più oltre. Mia moglie però
non si sentiva assolutamente di camminare. Mi
rivolsi allora nuovamente alla Vergine SS.ma Au-
siliatrice e a S. Giov. Bosco perchè ci dessero forza
e la facessero guarire al più presto. Difatti camminò
circa 4 km. più oltre, e poi facemmo la seconda
sosta. Ma anche Il giungevano i pPoiettili e allora
fu necessario spostarci per Roma, lasciando mia
madre con altre persone di famiglia, e solo il 23
febbraio gìungemma a Roma, finalmente salvi.
Promisi di confessarmi e di comunicarmi e di
rimettere per le Missioni Salesiane un'offerta. A-
dempio perciò la promessa.
Roma, 20-rv-1944
D1 Cieco DoMEN1CANToN10.
450 chilometri tra la neve.
Il 26 giugno 1942 mi trovavo militare a Verona,
quando ebbi un ordine improvviso di partire imme-
diatamente per il fronte.
Arrivai in linea il 2 agosto; il viaggio andò
bene e sotto la protezi;,ne di Maria Ausiliatrice e
di Don Bosco, cui m'ero raccomandato, nulla mi
spaventò. La sera del santo Natale aeroplani ne-
mici sganciavano bombe senza colpirmi. Solo re-
stai per un po' di ore nascosto sotto la terra, m:1
senza una ferita. li r3-r-'43 fummo tutti circondati
dai nemici. Non avevamo armi adatte per difen-
derci; dopo un combattimento durato molte ore,
potemmo aprirci un varco e conducemmo a tennine
il compito assegnatoci dai nostri superiori, riu-
scendo a salvare molti compal(ni. Non ho mai
mancato di pregare i miei celesti protettori pcrchè
mi aiutassero, e fui esaudito.
Percorsi 450 km., in mezzo a neve, ghiaccio e
tormenta, e soltanto ebbi il con'(elamcnto <li 2•
grado ai piedi. Il 19 marzo potei riabbracciare i
miei cari. Assieme a mia moglie. mando un'offerta
di ringraziamento per le Opere salesiane.
Vig1111le.
RINA e Ecw10 Cozzi.
Sei ore abbandonato alle onde.
Al marinaio Massci Gesualdo di Montagrati
(Lucca) avevo mandato una immagine con reliquia
di S. Giov. Bosco, perchè lo proteggesse nei gravi
pericoli della guerra.
Mentre nel compimento del suo dovere (era ad-
detto al trasporto dei feriti) veniva silurata la nave
e colata a picco in pochi minuti, perendo con essa
quasi tutto l'equipaggio, eg'ti, invocato Don Bosco,
si trovò, incolume in acqua. LI però dovette stare
per sei ore, al freddo, stremato di forze, senza quasi
conoscenza, ma con fiducia in Dio e nel suo inter-
cessore presso di Lui, finchè, alle quattro del mat-
tino venne avvistato e portato in salvo.
Riconoscente, prega che sia pubblicata la grazia.
Lucca.
PIA MARITI.
Ebbi un impiego m igliore.
Mi trovavo senza lavoro. Tre anni fa, finite le
scuole, da sei mesi ero a casa e nessun impiego
ero capace di trovare perchè ancora troppo giovane.
Non sapevo come fare; mi consigliarono a fare una
novena a San Gìov. Bosco, protettore <lei giovani.
Incominciai la novena, e dopo tre giorni trovai
subito lavoro. Rimasi occupato due anni e mezzo
ma, causa una bomba nemica, la ditta cui lavoravo
venne distrutta e furono costretti a licenziarmi.
Di nuovo mi trovai in difficoltà per trovare un
altro impiego; una seconda volta invocai l'aiuto
del grande Santo con la promessa d'inviare un'of-
ferta. Anche questa volta, dopo il terzo giorno
della novena, ebbi un nuovo impiego e migliore <li
quel di prima di modo chè venni immediatamente
assunto.
Al primo stipendio mantenni la promessa ed in-
mai la modesta offerta. Ringrazio di vero cuore il
Santo cui ho tanta fiducia.
Udine, 30-1v-1946.
1:-ms CA:-1C1AN1.

2.5 Page 15

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TORINO (Ist. Rcbnudengo) - AT.l,'UT,Tl:\\10
GIORiVO DELL,·1 NOFEN.l ... L'undici novem-
bre u. s. lasciai in famiglia il papà gravemente indi-
sposto a cagione della passata influcn:,;a ed angina.
Ern quasi privo di voce. li dottore affermava essere
un residuo della malattia e che al primo tepore
prima,•crilc sarebbe migliorato. Ma intanto, vedendo
che l'afonia non accennava a scomparire, decise di
consultare uno specialista dt malnttat• gutturali, il
quale, constatato il caso allarmank e la gravità del
male, gli ordinò unu cura intensiva e particolare.
A nulla valse. L'infermo continuò sempre a peg-
giorare, finchè durante la novena del santo Natale
dovctt<: rimettersi a letto. Lo stesso professore,
dopo al'erlo nuovamente visitato, dichiarò inutile
ogni curo, poichè si trattava di paralisi ncn•osa che
in breve si sarebbe tr;:ismcssa alla trachea e al cuore.
li caro ammalato era dw,que ridotto agli estremi.
Col cuore oppresso dal malaugurato pronostico, la
mamma non si scoraggiò punto.
Piena di fiduciu ne-Ila \\'alida protezione della cele-
ste Aus1l1atrice. incoraggiò la famiglia intera atl
1ncorninc1~rc una novena in onore del suo Servo
fedele S. Giovanni Bosco, con la promessa di pub-
bi icarc la grazia ricevuta.
A metà no,·enu il paziente era ancora allo stesso
punto: nessun indizio di miglioramento. All'ult,mo
giorno in\\'ecc, e precisamente a Capodanno, em
1wrfcttamcnte guarito.
Oh! Jn bontà grande e la potenza di Maria SS.
Ausiliatrice e di S. G. Bosco, nell'aver voluto con-
servare il sostegno e l'affetto paterno n nove figlioletti I
Lo stesso pomeriggio il nostro caro infem\\O si
nlzò da solo, e con tutta la famiglia si recò in chiesa
a ringraziare con vi,·o affetto la cdeste Protettrice.
Col cuore pieno di riconoscenl\\a in\\'io la relazione
della grazia ottenuta, implorando da l'vfaria 8S. pro-
tezione e grazia all'amato mio papà e famiglia tutta.
28-V-1944.
ANTONIO CASAROITO.
TORINO - ERAf'AMO S.-'ILi-I! T1 giorno 2
giugno 1944 mio marito venne operato d'ulcera
duodenale giò avanzata, operazione difficile e lunga.
Ottenuto il buon esito della suddetta, dopo nem-
meno 48 ore <la tale operazione, mentr'io mi trovavo
presso il suo letto, venne un bombardamento ter-
roristico su Torino, che colpi e semidistrussc la
clinica dov'egli si trovava ricoverato. Mio marito fu
portato in rifugio quando gi~ le bombe cadevano
sull'ed1ficio, ma, per grazia di Maria Aus. e di
S. Gio,. Bosco, ai quali in quel momento mi rac-
comandai, In bomba che avrebbe tlovuto far crol-
lare anche il rifugio non. scoppiò; dopo molte peri-
pezie fummo condotti a casa con i nostri figli.
Eravamo così salvi. Sempre in seguito a tale spa-
vento ed umidità presa nel rifugio a mio marito
sopmvvcm1c w1a bronco-polmonite che ci tenne in
ansia parecchi giorni, ma ora, grazie a Maria Aus. e
a S. G. Bosco, è già in convalescenza e, come da
promessa fatta, inviamo un'offerta con la speranza
chc vorram10 continuare la loro protc:,;ione anche
sui miei cari lontani.
M.,\\RCIIEITI Lmta e TERESA.
Timma Tr,rrielli Rm•a (Moirano d'Acqui) - Rin-
grazio l\\fana ~S. Ausiliatrice e !:ì. Giov. Bosco per
la protezione sulla mia famiglia e su me durante
questi tristi tempi e numtlo, secondo promessa,
offerta per le Opere Salesi:mc.
Ermi11io Hoflemttin (Novara) - ]V[j sono rivolta
a San Giovanni Bosco per due grallie particolari.
Sono stata esaudita ed ora voglio esprimergli la mi,1
riconoscenzu. Col vivo desiderio di vedere estendersi
sempre più la cerchia dei suoi fedeli, continuo ad
innalzargli la mia fidente preghiera.
Fossati Domenica (Ivrea) - La mia piccolR Laura
soffriva forti disturbi ùi salute. Mi raccomandai "
S. Giovanni Bosco e fui esaudita. Ln piccola sta
bene e non ha mai più avuto disturbo alcuno.
Hiconoscente compio la promessa.
Giorce/li Alherlina (Torino) - Riconoscente a
Maria SS. Ausiliatrice per guarigione ottenuta,
invio offerta.
Parolari Ferrero (Chiarano) - Guarito pc.r mira-
colo da un'infezione tetanica alla mano e braccio
destro per intercessione <li Maria SS. Ausiliatrice
e di S. Giovanni Bosco, riconoscente desidero che
sia pubblicata la grazia.
Elsa Peroni i11 Ricciardi - Ln min bimha, Mana
Teresn, nel novembre scorso fu colpita da perito-
nite. Sconfortata mi rivolsi con fode a S. Giovanni
Bosco promettendo di for pubblicare In grazia e di
inviare offerta per le Opere salesiane.
Con grande mc1aviglia dd professore curant,·,
la bimba s uperò mollo bene il male e guarì in tempo
assai minore Ji quello preventivato. Riconoscente
adempio In promessa e prego volermi onenert',
con la preghiera, la continua prorczion1: di S. Gio-
v~nni Bo~co su ln mia famigliola.
A/liod Carlotla (Aosta) -Allioù Luigi era stato colto
diversi anni fa da un male che diversi profossor,
avevano dichiarato inguaribile. Ora questo gio,~dnc
si trova compleUJ.mentc libero da ogni manifesta-
zione di t'lle mal<:, e in modo cosi totale che anche
il medico curante attribuisce tale &"t.larigione ad una
grazia del Cielo. Il giovane Alliod Luigi lo ottrihuiste
totalmente all'intercessione di l\\llar,a Ausiliatrice,
di cui è sempre stato filialmente divoto.
Prego di pubblicare questa grazia per assolver.:
ad un debito di riconoscen:,;a.
Giuseppina Zmi (Ar,:1gnano - Vicenza) - Pnva
di notizie di mio marito prigionino ù, gucrm, co-
minciai una novena a Maria Aus. e al terzo giorno
ricevetti una cartolina ili sua mano in cui mi assi-
curava d'essere in ottima salute e prossimo al ri-
torno. Sia ringr-.iziata Maria SS.ma!
Dolce (Genova) - Ringra:,;io lVIaria SS. e S. Gio-
vanni Bosco per avermi ottenuta In grazia della
guarigione senza inier\\'ento chirurgico.
Maria De Pauli., (Nomi - T,m,i) - Ringrar,io
ì\\,faria Aus. e !:ì. Giov. Bosco per aver salvato in
ripetuti bombardamenti nemici mio figlio e mio
fratello, trovatisi esposti ad inevitabili pericoli.
Ode/ln G. Bnttista (Ccva Poggi S . Siro) man<fa
offerta per brnzia ottenuta da San G. Bosco.
Il4

2.6 Page 16

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Ringraziano ancora delta loro intercessione
Moria SS. Ausiliatrice e S. G iovanni Bosco:
r~nn,,,,,. Gi11s,/1ftutn (Turinu) per l.1 liti:ncelnti,- 1ima ur:11ia
riel"'- uta.
Gu,,rn .-lt1ita (\\.t-rghcrcrnl ~cr lo m1r.1'-olosa .:uariaion~ dtl
fi~ho c,tlpito ,I" morhilln cnn cornphc•.-ioni di ndnte.
F'a,,,. Alpiei111w (~fn.r~urlt■) pcr l1 •r('cica.lt: pru1r:donc ui:cor•
1l11u " due fi1.,.;H rnilit;tn Jur.inte le durl' bnttu,qlic., d•i\\frkfl
.,J <i. (Torino) pt•r .nr,·cnut:t ricon<'ih,iri,mt" con rwnwn:a c:ar-.t•
.,tartini ,\\fw~l,nita (Cunr.o) per la ••""-('l'nu.:1 1,?rw.z1., ricc,ut•~
F. I. fl"orinu) rcr uc-r ru:~,,.Ho. doP1> lunga -itt("l'I, noti1:1c
d1 un CJ&ro r,n.wwnwro di i:uura.
c·ut,.,, Giat•m1111 (~~ttjmo 1'orincsc) Jtl•r L~Strc pc.•rfct1nnu:n,..-
~t.H1r1to m brcn• l<"mpo d't1ni1 J,,.'1"3\\'t' ac-u\\llltUrn Wl.a fac·cia cun
prricoto per la ,.,,..Il!.,
B,,Htbardini G,mt1nn,tbl (llrì1:n.1no J"AJJ.:a.) colpita 1.b. ~nl\\C'"
infcnmt.à con c.lolnri alro('1 r riJ,>lta m ,:Tine ,.,ato tn.lri ~utu
J1« tnh•rf'cs~innt· th J\\t.1. ri.;a J\\u"ili..atrHt l' di Dun Hot.coR:mto,
Afmm" Gùtt mmo (Torirlo) rt:rchi• ti fhdio Jisrn:11 uputo tro,·ò
Ùl\\rltn.
Sp,,i,)lltt> Clrriu .\\lana rrr<",illd rolpua d:a ~r.a,r malanno
,- non potendo c.- rh· opc:nn_. ..1 affidò ulh1 proh:i1oot J~lb ;\\I■
d 111t.e ,h Oon Hoott·o e riarquii.lù 1., rnm,~rn wih11c.
.,11,ti,·ltlal,:ì,rn ((Juinto Vcu:d)c:,,t') ru.-r la ~uuci,don.,; dtl marito,
1-'u,,m~n/fi .tra,·ia ('.\\fon.t:1) i,a l.1 J,!r:11:1.a eone~" al fi~ho.
.'•toHun· G,uupf\\f f J'rior.a l rtr L, guancionc ddl..t mano d~tn.
Hvm,o,1Jn1'•·/a(()ia) r,crl.l mirocul~a:u•ri~ìm1t.. d(')l.a numma.
H,it1 l~o.lonu, fft,,.,molo P.) Jl(:r la l(Uan.:wnc dd rl1pc,te G10M
,, mninn dr J ,u111 1 rhe ,uthh ,1 Ji ron\\ ul"lioni .
.'\\[,Jffr, F.rmimo (Tc,-rrno) f"lt"r U\\'cr ricc\\U[1,; n1,;11t:,de Jcl fiul10
pril! mm~ro d1 .:uHrn
l{utu Ginranm (ftarr.irò\\ ~,u- l'untt1Ul3 C'thlri.ini r.e del fiJ,.!ho
J\\ 1ai ·h-1 the K\\<:\\'1 rip,ort;tto t., fnn1un ddl:1 Mlltf.Jh 1,;ranica.
.UtJmOrtb .\\!11rm (l"Rtllhno) r,1:1 (."Sscn: •tnt.:1 lihet:1111 ll11 un fot11.'
mnI di ~ola.
Cotu, tt 1mr,nM , :lur,wd (\\ l"conc 111 "l"onc) rt-1 r1!umo in
Unmt1111 dd fu:ho llllvito dof'O dur ~nm d, cun· .al :,,;.anatonn.
R1tlt,11, Prtu•., ,J, (t ~rt: J, 'n!nir) r.-r I■ prtxl1gl11,-■ a,:rn1ris.:lonr
J,-t n11"'>h.• Gu-.\\·.mn1 «oflt=n:ntc rç-r .artnh·.
U1ol/i A!nr11hrrit,1 (Pcdc:mQflto lit \\'nl poli,r-Jla) pc1 D\\ c.r avu!U
11 um(rsrlo, il a,?ioruo 11 auoNtU d~l u1411 d1 ri,c1frrc 11 fip.1,o
RJnlano. 11fu1.?~ito nuracoltr.1mt-nte ai I ·rnh1H homh.anbmcmi
I, (li .1llc;ati contro 1~ ..:1ttà d1 A01hun,..•o uJ~,tta a un mucch10
J nt\\'Hlt.:l
811•:,, Loro1-:m (Samuonu Ji S. Lorrn,-o al l\\ford r,e:r m1ra-
-.t,l,;110 rn1~lior~1t\\U1IO ùlh.'mllo!
Fu,., (Ji111:ar,ni (S. l\\t..rtirw J1 LuppJ.ri) rt·r :.1\\·crttu\\',1J,IOl•ffort>.
Lup, .\\fnr.\\ c;iu1f"f'f)1n<l f\\':1ra:ncl pt r la gu.au1e10nt! dcli.a
l·.i·nl,111.a ~b.ri.a :,.,1f!t·1t·nh.: pu un ma1...- J1 ~o.i..
\\lunt11,t'lino l...utio (I\\lurii;utJ,:o) p-~r l1t 'fU.D.rit<l(•n-=- dt una nl•
,•(1tln.3 d1 J ,U\\tll ,
Shutlutr l.u,:4mu (Tonno) fH:1 :.-=.)o!cn: ~li&t• mir,1';-oloum~ntr
'-u1n1.- Wfl un c.a.•o J:1"".l\\<' J.i J.ru•rnc- e pt'r h""S!"nalati-Ultht.: J?r.Uit·
rr c..·,·uu• unitanu:rut· •• ue.nnon m pcnou cnCOllil.u1;r.t'! causatt
dalla l!Ucrnt.
, ·,,tti,m Git1.wpp1t111 (lluuh.:lit·rn tl'A!-ili} p~r rortenutn ,:rut1ri..
1,.!Ìonc J1 d 1lc1h~1l'rn'I n1r-.u1111n culp,t.a J_, n1urbdlu '►-'Oll com-
pl:arinni J, brune.. o r,olmnmtc
•\\111ttt"ptn11J Ant,:m,r, Ji G,u,f"pf'c (C.:ann;u:nob) r<•r ottem11.1
uu..,na1onr e ,n 11Ut· ~ di ahr,, dc.id<-nh:i-"1me ,;:no:u
.\\'.un.J,i .'1rlunw es. Dànìc-'r _dd Friultl p\\·r ,n~r p.Htuto a.n:rr
Muurn• ,Jd fi11lio 11111, priuwn11·n, 1n Allll.J.
Srurr, S,nnallr1 Hl-r,1 (l-Jomm,) pcl ntomo J.a.!l:l ltunia drl
lrJtdl, \\ntldo Jupo Juc 4'nni ~ ntto mn-1 d1 _..,lcru10.
Jla..::aon ('nrnftl;I (S. G1or-.:10 dclk P\\"MlLht:) r.-t h:hc(j;lj,ÌTI\\U
r.torno Jrl mnrito dt1po due 1n,u d1 r~nto111:\\ rrialiom1 in llc.·rhno.
1Jnl1"·t11 l.uiJ,!i ( !'rin(") \\'1:n·dlt.· ,e!) per lo sci.lmpato ncric.olu
di n11,r1tc a,·vck11.ito1
1~,HIN JJ,.1"1N11t,, (Som Giotlo'Ml (..l&.D.;,l\\t-k") Jh.T l'ottruuta lih~•
n:.t1òne propria <" ,h Jull! fl.Jll1t.1.,
Gltlgnt,t1r Bwfo;omro (R1,a •h ("burri) 1""r euf:rc -.citm~to
a tanti pcriroli tl.,ll'l\\-(':-U.H.l ,uno .ti IL·rnunc tlcll,1 ,.mrr~1
Fumi,tlm Dr ,.,·,,,,1111111uu (Hr.1) r11urrJ.ZÌJ ~1 ari:J. ss ,\\051lla.-
1rict s: l)on Uo- , 1 S:anto n·r 1c► g:u.zu nc.·c,·utt e 11romeuc-
ctcrna ricoOO! c:1ua
TESOl~O 5P IRITUALE
I CoorC'nlon cltc- "";Jfr·sar, r ,,,,'"'m·rnti.,Wt:ano un.a c.hiMa
o puhhha raripdl.. h H.digjrJiSt e !e Hrh~10,e-. la hro Cf"IP'f'lt..
pn,-.11;1) ,. qui,, f1fl't"Mno 'll!o:undu Pintt·nnoru:► del Sommo l-lc;o-
tdicc Jlnnru,o oc:,1u11..1.irc:
l.'1:--l>lJ LGE-"';/,.\\ PLE:>,'AIUA
0C'.':t ME.'lF~
,,,.,,,r. r) In un a:lc,.rno d'°'J m1·-.e :a loro &eelta.
z) Il JCi11rni> in t.·ui f•uno l"J:uru:ù, .tt'/lo Ru,mo
J} li ~1orno in c111 Jl:tnc..·ctp:rnn 1ill..1 <:ur1fart1:t1 mrm,lt tiotl~~i;nlu.
!\\;CL 1\\11'.SJ 1H AGO!Hf) ASt;flt:::
lt ,::,orno 6 - TrJ1th,:ur.ziunL -.h ~- ~. r;,.,.11 Cnsto.
ll 1:1omu 1 ~ - Auumcinnc: Ji .\\tana SS. al C....tdu.
11 1,.."1urno t t1 • S. Rect:o.
NECROLOGIO
Salesiani defunti:
,7. Sar (;RESINO GIAC0\\10, t a \\'1raz,,e (~.-ona) il
l\\'•lf)-4t, .l ~7 IUUH
S:&lt•11nno scrondo il cuort" ,Il Don HuNcn, cht' 1:li prt'di..""t
e SCJ.1.UÌ I.a ,ua \\·04,;;.11ume fino 11j priroi ant1t di &att'rtlo)!iu, !ltput'
tum, I• 'litta vita n-..•WmseJ,l'numtnto e ntll"c·1c:rci.zin d·d &Acro u,i...
w-.t.::ro, rttl!t=1un~t:01!0 fl(l,tc\\oh:· ram.a nd <11mpo ddlt ~1e112e
cun l,11 ,u11 cuhun lcuc-r.nl.l ~ •tn.ordm.1ru1 c-nultth>Oc bot.iou,-a
e c.-.111t1\\·andosi t•amn11mzic1m· ,: la \\tnt IN.tu.me rutti con I.i
1,ua , ·ìrtU, la 5UU J>.iMdonc r,d t,,vnru, fo 1u.1 r,1ttJ t•rl 11 a.uo zelo
sacc.n.lotulc.
Sa, BOLOG.V I l'/SCJ:'.VZO, ti. l'an2nN (Tnraml,
f ;1 Trl",·odio iJ 1b•IIJ u. s. h-t ann.
D1n:t1orc '."lucc0,;i\\·1m1ent~ do no1iar1 htitul1 1.h (. .tltagfront·,
Catt1 IHJ, Trevi.idio (' Holounn, IMciò (~V\\.tnt1uc l'i mprunrn cfrll.-
15\\1.t. Ju-norrnhta t~mpr:ita ::ad au...h·ro sp1r,w ,h disc1pl111,, rclil.!11.,.,;_\\
e d; ._.,'- nf.c:10, t·a1t1\\ •nJ,r:.s1 lanr■ ~tinu çc;,l uo mU-CliJ'l o la .u11
cuhur• r la ;'.<"n•,.rn--11,, dd 11iuu cuot1.·.
StU. RROW!\\'JI/IJ<; l)CJ,\\f/!Nff·(), t u \\.\\'nrn·n,tn1<n !11-
landn) il Q·lll·J•l4<1•
l\\:l'I ministero t"\\llrrl-lC'chialt' i: nel!;} ,l,r-..·1.iont' dcll:1 n~tr•
C'"a:,a di fomuzmtu: Jt <.:owlr) l,i~ì.ò caro ricordo dd 1uo l'opirllt1
uJetiilno ~ dd 5uo l'c-lo At.thluulc. 50J'r.aft\\Jtto per 1'•J)Olitol.un
,voltn m uno dc.1 111\\t f)Opolati qua11i~n mJustriah Jd ,ud J1
Londu 1l r-.nort dt·11r m:u.u• or,traic.
Snr, r·nJV,VOR (;/AC0\\/0, t • l)uhllno (lrla11<1.1) ,1 05•
l\\'-19-t,o a 77 anm.
\\ ·cnnç (la noi Lna act·rdo:c:o, r p,nnò allr ro•,.lfc c....tt" Jt HuN."3 ~h
e d1 Ha1t("n.e-4 1u110 d ftr.-ou• dtlla i,ua ru.-cà" dc.:1 Mm re-lo~..
l'crd111_.1, i\\"OlJtenJo u n prc.•1.t0Ml Of)t..~rnhth\\ a fo.\\"on· ddlc ,·o-
cazu,m1.
S,u ( .-ISG/ (,Il st.·1,pr-:, I. <:a<tfl• ,, IS•H•~I>. ì.l1nm,
Suoc,imf"O prt:t:hh·tto fu l"Oralorio IC'-h\\o cui c0ru,1cro tutto ti
1uo :1f'l("H\\tulato tc:mprantlo 4.:,·nt,naHt d1 wim ani nlln ,·11:11 l"ri1i,tHrn11..
St>,· l'OGHf'/1 I (,'l(Jl'.-INNI, t II Hnm•c~. 1'. J. (U, S,
.A.) 11 ,,,.11-r1,.p; 11 71.. 3nnt.
Bemdc-no da l)oo t-kK.co. 11\\"ol•c 11 5uo 11111n,te.ro -.u.-rJot.1ilc
nel \\ <'nc2udm e: n,•.:11 S1.au l nn.i d·.-\\mrnc-.., u.·w~cndo pt·r
.: 1 ■oru come p.ur-o n 13 nofl.tn chic-,..it ddln Tnt,hJ1ur,1z1on.:
111 ~l"\\\\ York.
r,,,,,J. uoss, l'lf:Tl?O. t • S;oluuo ct·uneo) il -'-l•IV•lQ-f(I
~ 77 .ann,
Cooperatori defunti:
S. Em. Rev.ma Il s lg. CARD. ENRICO GASPARRI,
t :a Huena 1I zo-\\· u ~- .ti. 7S .-nru.
I\\,potc Jel crlc►hr.. S"" f"l•Uno Ji Stato ,. Q011tro l'rott:Unrc
Em.mo Card. 1-'l\\tro. t:li!Ui, i.tm\\!IO~ tre tJote, Ju th1 ntll<'
Dcle$Za7:IOnt Afl(>K"tnht-hc dd P'-·1\\11 dr.Ila H0Jin3 e dc11'Fqu.a..
tare, c::n11w sue.> ,-c~HL·l .i.riu p11t111::u1urr:; iu►H·~·c 11oi i ,ari grnd1
<lc:Ua 1.:..ur1un diplontllllca. a L1~lmnil. ;1 Hruxcllu, a. \\1..uJrtd,
Rm J,rnClTO fino 11111 'unziw.u1na ..!dia l'oluml1u. r: dd Unt..,11....
f-:le,·111ro alU Sàc.ra r-,rpona n~J lfJ:15, rirnrna\\2 :a Rorn.i Jm;('
nc.·1 19_1, ,1Humc!\\'B fo Prcfcuur• Jcl ::;.uprcmo Trihun~tt· Jdfa
Segrn1t11 r1L cd Ofll '1V1I pe-r la !lltde \\ occw1lr :,;u1Jur1nraria eh
\\'dletn, In tante tldu:atf• man~iuni l'l·'.111inl'm~i1110 pr4..~tb
~11'1 LhH·U r,rcz.iu..i "t·n i~ ln lt~hll &J Q)l'4:,-tcro. '.\\.o, nun Ji-
mcntlchu('mo nl.31 I• ,u.a prNtk11onc lk'r l"Opcn ,h U<1n Ho-
·o c.· Il" nume:n~t' 1r-.timonu.n1,· da I t'f\\1.:\\·111\\-n.7--il d:111." •llc.· no,t.tt'
case fH I tnr.i;o cfrllt- tiitH; nu~a1U1\\ 1 Jiplumat11.hc. L..:li \\'CJJJc scc-
,:11c.rc 0.111.-·hc l'Au•uh.-rc Jcl111 ,i;ua D1m::c'1 odio fn1111wlui 1'nlc..
...._n,:1 e fu ianto ln~tu J, putcr cun•acr.u-~ 5•~:~n.aJnwntt· 11 n,1..
tro Eccmu ~101,,. Rotolo. :\\e ...crbiamo l'tn..nro 1J pili ,rnu,
mcmon • l" nc-com•ndinno c.,hlamentc l':uum" dcu •• ,--,p,0,1
ufirn.1-d ,lt·i nMtri l'oopc-ruwn.
r.r. UJ/ (',i,\\J)/1)() 1'1111-'IITI, t 11 'l'orino, 11 1Q•\\' u. ••
~ 6o :10ui.
On.mo d1 p,1Jr1.•. '3tfromo ~•;1 1tOtn. 1110,·1n-tt10 le du.rC"Uc
ddJ.,. \\ 11, •o,.t~rn-nclo IA fomwli~i e- .r.ouriun~t«·ndo con t:1 p.1:•-
1,innc dd l,l\\·oro qu<'ll'nhilit.1 tl"'('ntl.'11 e qutl •rn,o pratico che ~li
r,c.r m1~t•rn cJ , &pecinl r1-t.DlliÌ n cll'mthunnu fmn ~ ueare un'nì'1~nd;1
nu.nlclln. Ccav11.li1.•rt• :li mc.•rito ,Id l..a\\'orc>. rimu~1.• finn ,tll.4 nmrtt
la,·oraton:-. 1tl!n&1l•ile • tutti I rn~Llc.-mi ddl~ , b-...<" 11••1 r.,1.:1. c;-ui
pro\\.·,·,dc- 1;cncroun11·orr, c:on un. J,·tle piu pc-rf!'tre 01J,:.amZ.l'.1-
J"Ìoni J, 1,u•te~ e C'on una ,·orJ1ahtà d, I ratM , l um~'flt~ u1-
11otian11. l'n qtie,:,tu culi cl;he un c·o111pu1110 11 1,h,rJm,uio cJ un.i
din 10~( 1;1:t110flt' frionh,li• n.i (unL·r.111.
L 'amnut '1ion.... per Don Hosn, l' flt•r l'C>r1.:r.. ~1,l,-,ian.a 1o
lci;ò ali.i. n 5tra f111m11'lt.1 frn 1 ,.,,,u atfaionah coopc:-rat«-,n.
.·lt . u/L"SEl'l't-: IJRAZ/01.I, t a llol~lU il 4-1 u. 1. ad
S.:. anrn.
Ex ~llk•vo d t Don Bu2'co, i:od\\'lti: del Rnnto le P•t('rnc rrc·di•
ez.ioni cJ informo al ..uo ,r,i.rttu Lt.. \\'Ìta l'.-11:mplue. d1l 5l't.::,t:
tutta a alon• di 010. al bèn1' dcli• (omi~I • ad c.lilÌ<•11on,c ed
\\~nu,ocm Jd rro1.,m10, prt"J.Urnilo all'Orcru f.:ilt.":'\\1..11.a Li più
fau lYa l'tKll)t.'nlZIOl'Jc.
IT S

2.7 Page 17

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VALLJ MARIA in GATTI, t a Cemutco 1ul Na<iglio,
il 2. 1•Il u. •· ()5 ■nni.
Umile donn• dtl 1><>polo, visse di fed~. col pcn11ero al figlio
sacerdote r:h,ella aveva offerto generoe.nm~nte allo nosue mis-
sioni dell'India.
ANTONJNI LUJGI, t I Castigliano 0101'11, il 1-11 u. •·
a 75 -.nni.
Uomo d1 fede e di pietà sentita, dc,·oti,.ìmo della Madonna e
d, S. G. Booco, fu llcto di dona~ un fiJllio nc<'rdot• alla Società
Salcsi>n1 e una fiahaall'lsuruto delle F11:hc di Maria \\ uoiluatru:c.
Altri Cooperatori d efunti:
Acquittar,:acc Eh~, Cono Stazimu (Sondrio} • Amoretti
Antomo, Fo11anu (C'unc.-o) • An1on1nì Lu,ai, Co1t1l(linttt Olona
(Vsre1c) .. ,.\\onzo lr1Jc. Sat·ono - Archlnu C:orbNtl. !llon::a
(l\\.1Jluno) - Arana.m Atene, Famza (Ravc-nn:.) • Armtne Rosùua,
S. //ano Jomro (Reggio Calabria) - Arnbil<> n~. G,u,cppc,
Sculi ( ROKUSI) - Artuffo Eugenio, Ca.r1a11nolr Lan~,(i\\sti)-
1\\ vern1, M1chtlc,Pioz~a Arorerina ( l~nnA) - /up.noc.uv. Giuseppe,
To, ,'rro Oascm11co Pic1ru, Torino - Baio ALtOIIÌno, Ca101tnuou11
(Como)- Hui1a Giu1eppe, Sa/xareda (TrevallQ) • llantta G iovanni
Cast,/m,01"' ('a/,ra (A.ti) - llarb<>fil l\\<111•11 Giu\\'~lllli, P,atrit~ra
(V~rcclla) - lluoh Sana Giovanna, O>lm (Su..ri) - UanagLia
Amadio, l',llum~ior< di Scnlt-t (lkrgamo) • lklh,mo Maria,
Chmwo (\\cnu•l - Btn<dure on. Gillkt>P•· Ro11tn - llc,..otti
La,rtnil, Homa Ben• Gio~~. Battista. ChiMfat<tclrW (Imperia)
- Ben1 Anntb1.lt, Solirro (Apua.ru:a) - U111nd11 Tamam C:ue.nna,
Cortn,,n (Urnc,a) - Bta.nco Clementina, (."mtt(/ranto l'ffl.t"to
(Tre,·iso) - Uoccarda Francesca, PiMsasro (Tcmno) lloll~ B:ar-
tolome<>, l'ara~:, (Sa,·o1'a) - Bollono Lu,111, l(nJJ, (Cunto)
llorelli i\\nlOmclll\\, C'ar(>QJio ([mpcri>) - Uo,.,.•ram An1rclo,
Omt (Br..,,.cl•l llor>•U• Rosi, ctu..1 (Udtno) • Bosco Paolina,
CoJtt/,won, Calrto t\\sti) ... Bonicchio O. (iln\\"i;anni. <~fraaie
( 'ill'nto (S;al~rno) - 8lc11.Kino Baltista, 1rr11ccl11 (Cuneo) - 13rnncu
Orlond('t, 811/rr,Jò .. Urc:Ssanclli Ca1(rin:1, Fort1ltJ Spario (Ber-
"~mo) - llraN• LuiNi, l'm,cchio (l'url i) Uror.,a I>. Z<cfirino.
V/llcifrnr1ra J.1miq1a110 (Apuania) - Tlurrl<0e Camilla, Rra (Cu-
neo) • C;.lcal(no Gitu,rppina., Cwunrta (Pulcrmo) - <.:1t.mpagnari
Tereu, Bur, (Verona) - Càppom t;,uJao, C1J/ilur,./a (:\\-lacenu)
. Capna ,\\ONC'la, Lu ,\\fon/. (Ales,.) - Capu,"°th hrna.ri, Caro-
lina, Cast,/nu,,.,. C'o/ua (.\\,u) - Corbona 1-.m~••• 8oN,m (Pta-
ccnu) - (;arJorclh Gina, Cn:itan,>t,i Jr/ Sann111 (l"ampnb:iuo)
• Ca.rdinaH D. Co~tan1ino. S. •\\ta,,,n,> l'al,110~:«Ja (P,uma)
- Cardli Carolina, Ccut~lnum·o Caluo (,\\.11l - <.:a.n11n Lorenzo,
Qua.,anti (.\\sii) • C.:iut.ro,·ici ~,ilJc:, Fra•:attO (\\lc:,~ina) -
Lav•licrc O, Luu(l. Friola (Vicenza) C..-rr1 O. Ferdinando,
Mcu,u,rl/<l (f'ar•nzc) - Cem ì\\.larieua, Cond,a /,om. (Pov,,)
Chdt1 Vlnccnzt,. Procrno (Vitcrho) - t.'hii1nHnont1 1\\.-larisa
J\\Jalutfltd (Vtrnru,) - Chiocciorn Cuwlìclmo1 l~wr111u?IO (L~ucca)
• <.;,pollone Felice, Aquila - C.:olledona (;,ncnmo, Fard" (Udu,c)
- C(Jll 1a;rJ An~elic1, /ln,re Bard (AOl-lh1) - Comprnoa Noemi,
f,;,:11ant1 (Mal•no) - C-01\\Soni Rnffa•lc, ll,pai,an,r,11, (Ascoli
J'.l Corona 1-"r.mc;es.co, L'~lion (.'•,n<".,,C' f\\.briM Pu,, Pat...,·a
- Cri.rofori Fnn('e,.,co, [An,go (Viccnxa) • 1).-wna G1u~tr,p~.
rantlnuot"IJ ('aluo (,\\§ti) - Daniele 131•1110, T,,,.,,, S . G,o.-gio
(Cuneo) Ua,·atc Amlll, Firmu - O• t:apataru U . Francesco,
Briouo (:'1>11lanol • O• Capitani Gu1.11, Rrt,.<co (Md:anol - Dc
}"a\\'cri (iu1do, ( ~,unito (Tre,•i.!o) - Ot:I Oa,cc:o dolt. Gennaro.
S. M.,,.,,,.,, e; (A~clhno) - Della Ga11• l.'nn<ctt,na, Ma~/u
(Ltt«) - Delle Rose Edmondo, Coltri Frt11taN" (Chieti) -
Oenn
Mo•f.
C'lnunt,
(Al, 10,)
Bon,,a
(~uoro)
Pie1ro Ug
o,
Deuna l'ttnrt,
/.a,u11•ao (Hoan•)
S. Sofrata,-t
- Dovo Leo-
nnrdo, Giu,tt11i,,. (S,wonn) -- Dufour Lorcnio. Gtnot•a - F■boni
Snh'atore, f\\.fortionisr (Caserta) - Fnntt.:du O l mto, Pont~ss-r"tt:~
( f"ln·mt) - Fl\\Hno (;iovanni, C/ilui(To~ìno) F1Mcel111 Pa~qutll~,
Bucr11w (Su.lctuu) .. Fn\\.TCllo Albina, JJ1om11a (Venezia) - Fcr-
ra1oh Carlo. 1',m,wn11' (Salerno) Ftrn1re1c Antemio, IJn,r,-;ghe
(R.o,•ia:o) • Ftrr~ro Anwmo, Casu/,mr,,v ("a/un (lu.u) - fer-
rero Cesare, r·,u,o .\\ltmtrootu (Sa,·on.J) • Fc:rrtro Domcntco,
C'DJttlnuot 11 Cnlua (A"ri) - Ferrer-o '.\\tana. l'uHrlnurn <) Calaa
(A,it.i) .. f\\·nom proL Cutcomo, Roma• Filipra \\"tr1un1oa., T,arno
StJpta (Trento) • Fini AuJ<USto, Montrrnb,at/10 fl'cmi) - Fo-
n.io Gi0\\•nn1 Cardano, Gal/,at, (:\\ovara) - For-n11 c-av. G10\\
&ui,to, 80IW1na - Franc.luru \\1011IJc, R.,/ba,o fl'rcnto) -
Fre·cfa dou . ,\\nmhalc cd Enulu11 C11lubr111,, (A\\'t~lhno) - Frisin.
11helh Oomcmc•. um<ima (Trcruo) - (i•hrllin, l,ua.a, Catto-
lita (Forl1) • C.i..1h·1utno Antonietta, Giardini (McninJ). Gamerro
010\\"Ann,. c;,,R,1a1co (i'iO\\.llnl) - Gnrhoi:tn, Hc,iU,, :..,·,11ratt! (Mt-
fanu) • Gnriulio (.'nte.rin.t, rillmux·Q ,I' l.111 .. (;:.1rronc Prof.
M1chdc, J\\fodira ,lita (H.al,rusa) Ghezzi (1io\\·unn_i, Ro11co11t
(Tremo) • Ln1c-0111U7.7.1 Annn, Ziorw (Trento) .. (;1urtlano Rosa,
CaJt,/t1uo10 ('11/rtfl (Asli) - Giori:i Lconordo, <:ano/i (Aqwb)
... Giovuu,ini t.iiu1t:ppc* Cmabio11ra (Tnrmo) - Uirodo Ccci1in,
Rub,una (1'onno) - Gruso G10, ~nm, CaJttlm1<1t•fl Colua (.\\st:i)
- Gu•meri S«ondilla, Ro«uo d'Otlio (Cr•mona) - Gu,osta-
macc.hia Giacchmo, Ruvo (Bftri) - Gu~tlmo F"ortunau ~, Po-
i"na l'lfllAJ[1ou (V1cenz;i) - Gunetti Como Ma.raheHra. Mmn-
b<l/o (Torino) lnaudi llobotti G,onrun•, Vrrctlli Landozzi
Chen,bino vcd. Pc,cntori, Volttrro (l',u) - L•zz•m Antonino,
Vìcari (Pklcm,o) - Liboà Antonio, Mornuo (Cuneo) - Li-
p.n.ndl èatcrina vtd.. Balbis, A/ire S11pe1,'ort (Torino) • Livcl-
lara Mara,111, S. Su{a110 d'Au<to {Gcno,·1) - 1.ocatelli Bellona
Angeli, Turano (Milano) - LocateUi Marianno, Cnatriiola (Ber-
gamo)- Lo Jacono Rosario,.Mc,nrtl..,,,,(Palermo). Ltn, ,'"1unto,
M<1~tl.,,.O,fl(ttJrr al .\\1<1auro (Pesaro) - Macchaa,·cllo Boero Co-
lomba, Rapallo (Genova) • M:llll>ru '-=om Antonia, Rjgo,a
(Berpmo) • '\\lancnti Adelaide. Zwt/lo (l'arma) • Marchi Lina,
Arco (Trento) • \\1ariant At-duino Tcrt..,na, ,lqui/a - Marino
Oomcnaco. CaltQRTr<>n• (Calltnfal - Marmori O. Umberto,
C,rnol,bi,, (Como) ~bronjliu t"u·. D. Cìiov. BallLSU, Bono
(Sa.nari) M1r-rt E:ugcnio, Bor;rmmtcn ((;t'novaf • ~111._rtignoni
Alfonae, Ao1111 - 11,la,c•rino P•ola, Ca,1t/11r,a,,n Calrrn (Mli) -
l\\lorclwrp• l"urlo Milano - Mnt<eohno G1ut•1>pe, P'ranrofonr,
(Sinicwa) - Mui Agostino, Cmmt.Rntuw (lloloKtlQ) .. t\\1ath(;oud
Alcuio, 'f>rnRrllltl) Cl'ori no) - M•li• Mario, U11a.rsai (Nuoro)
- Mclzan, S•ntana. .'/, Eufrniia dr/la l'onu (llrcacia) - Michela
l\\h1'11horit1, ,t,/iJ (Torino)· :\\lìno~iì Mana, !111111110 (Btrllllmo)
- Mmol ì\\.l■rio, B,r1amo - Moio Vl■r~hrrill, Torino - Moli-
.un Ro,,. nll l'izxarello, Satv111a - \\lonc•lvo \\'1.ar,iherit,
Cmtrlnu.,.." ('oJua (.\\•ti) - Manu Em,ha, OrlJOt'<lUo (N'o,·ana)
- Monan Lu1J11, I ·;a,igi (A.Mi) • Muna Teni Gaov. An1onio.
Lula (:";uoro) .. ;\\ll.Ha.f"TII ca\\.'. Franc~o. S. Sal,-otMt d, F;-
tol,a (\\1.,..,na) - t'-,annt '\\la1iltle, \\lonttrofunfo (P.,..ro) - Nar-
donc Annun.s.u.t.a, Bmo,w (C.ampob••-.so) • X..1.40ni D. Lottnzo.
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1\\n,Rell\\.-a, Vtllrja {Piacenza) - Olccsc. auur (.:at~nna, Grnot•a
Oliva O. I.udo, ,1ti Cat,na (Catania) - 01\\Ct.lt.la Addu,a, Ca-
l(liari- l'an~•llo Marco, Roccafort• del Gr,co (ltcgijio ul.) -
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S. Jforco Jr/la Cl,l'rOJta (Cuneo) rahcr1111 O. SC!Condo, Dor110
(Pa\\ria) • Pcdnmi t'an. Pt1Qlo, 8rrsrla l'd1nolu Ciuseppinn,
('andia /..,,,., (Pavia) - Pcnnisi di S. Mo<Khtrii. D.••• Grazrn,
Acirt'nlt (Ca11nia) P~nno Lo~nz•>. RU'aha (Torino - Pernti
O. Fntnccaco, Pat·m,_, Con. rrarmo) • P1a11 G,o,..--.nna, S. Tm11-
ma1n (Ddluno) Piu:U Costa Lui~ila, P11i,rl>lo (Torino) - P,c-
coli AurinJa, V,~.:att., ITrcnto) - l'1c1rc,lucn Antoruo e Annun.
za,t•, L<onma (Ritta) - PintUI Ida, /1/mus (l.' a11la,.ri) - PoglJo
t.tu,imin.a, Cmr.clnrwt,o CaJ.aa (1h11) • Pohn1 ~uor lt.-t. Sera•
fin.a. CU.lfl<l ~ erul{ia) - Ponzo .\\t&-nuua, Cntt,l1m11t o Calc.rt.t
(At.11) - Pun.io Giu!Seppc, Casttl,mm a t •,,tuo (,\\"'11) - Pomo l\\1ar•
Rhcrlf•. r-asulnurwo Calua (Atih) • Priori Giovanni!, Pin~
l'orlo Mornn, (Pan•) - Puddu Gau••~P•, Cnl{lrari - Rnbolla
Eu~tn101 ('urtlmw al Compu (Vnrc~c) - l~·"dlo P1~tro Paolo,
Bi,llo (Vcr«lli) - Healdi Morio, S. Gwr11io Ca11. (Torino) -
Repoui (.'Qrohna. Sonmio (P~wiu) - R1r.CI F·nancesco, Trrn
(P•ru~1.1) - Rigomi Enrico, Row,r (M1l•no) - . Ro. . Gìuseppe,
/l/ot1trlun111> (Apuania) - Rubbi Hulo, Mo,urfiauonr (Viterbo)
- Ru..o \\'mcrn,.o, Cmgno/a (1'011~,.) • Sala Leopoldo, L<n110
(:l.libno) - Sats<«> Gìu•c1>p<, Ca11t/11u01-o Colera (A.ti) - ~•-
ract'h ?\\1:1m·11, Galltca,10 nd LA~io (Roma) • ~arJo \\·itot Ca3ti•
,Rlimtt di S1<diu (Y1.ani.1) - Se:aghune l>un\\Cn1ca, Co1t~lnum'(J
Culua (A\\li) • Scatoua Eziltle, l'o,n, (l'uc:.rra) - Schifano i\\n-
r,r,, tonin.o. ;,t"umn~/1 (Cu.h3nis.sena) • SiccarJi ( ."atttina. Ra«.oni(,
(Clfrwu) - ~11non Pnmo. S.
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Sirtori Lu1J,ti.1, U,t.·olto d'~-ldda {Creino,u) - SMio D. Gerw.:lio,
l'nlf•'"'O (Sondrio) - Spmcll, O. (;uida>, ('umf'"lltalli (Areno)
- St1u1llar1 'l'crc... ('u,u/nuC>t10 Calm, (i\\"I) - 'l'ubuso M,chdc,
Su, •R""'"' (Cuoco) • Tupporo D. 1\\n1on10, Aliu Costtl/o (Ver-
ct.•lli) • To11.1 Ltmherto, Rorghnt<> S. Sr,1r11t1 (Savonn) .. Tc.nz-
1.nnn Fiorì /\\ni:clolinai Cen'h (lmr,t.•rh,) • Ttrricrl fcmam.to,
,'1,,rt,zz,wfo (l\\1t>dèna) - Tcrrin.oni Hem.•dt.•tlo, Fiuggi (Fros..i-
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(Pavia) - Tomo.selli Fnaoctaco. l'DlrrrrlJ (Catam•>
,t, - Tun1a,..c11i An1,1clo, To/fa (!\\omo) • Toanci Vinccn;,o, S
<;r,,:orin San.ola (Roma) - Tomrno f't'lictna, S. Giacom'1
(\\'ucclhl - T0&0 D. Celeste, N,n-,,n (Trc.,,ol - Tnamon12,u
Centa \\n~cl•. P~ffabro (Udine) • Tral>c-rtJ Anncna. Ca11dnu"'"'
l'alaa (A,&i) .. Tnnchirri ~l•ri11, S. l'uo RmnanfJ (Roma) -
l..'l>cr1an1 ll,rtul<>meo, Caun1/10 d'Al{,,..flO (1',ovara) - Va11n,
Lui11i, Giomi1d (Perugia) - \\'alcnte :-licolA, LotiantJ (Brindi")
- \\'•hnu,on, Oe l\\lan:o Franc,oica, D1JmtRJ(t (llclluno) Van-
tforo 'T'crun, Jllo111ultiaro d'A.ui Vcnrzit,ni \\1'i.iri:t, S. Paolo
(P,accni.t) • Vittle Canova G1usrm11nu, Tormo Vioai avv.
CA\\'. FranctJco., Vttto,·n - Vt11nn D. (i1ovunni, Gonrngo (A-s1i}
- Vico Muriu, Mor1u,boP1e (Asti) - Vaoro lcrt•, J,at•is (Tremo)
• Vinco Ca,~rln■• (Jt!l(nano (l\\,,hlono) .. Voceri Crhnrnll1 Com~s-
,nggio (l\\lanto,a) - Zacconc Domenico, i°J/ll't'Ono (Pavia) -
Z:1n1 1~ui.rì. }\\1art1Ì(11ono Po (Crcmon.a) .. Zanni i"..erri l\\1ari.t,
Sat·lfllO (Uologna).
LETTURE
CATTOLICHE
JnJ1riz-zare ah 1hbon.amcnti (Iu.lia, •nnuo l... Joo: r.c:me1tnl~ L 150 - f-J.1,e-ro, a.nnun L. 400;
sernennle L . l.oo) ■Il'Amministnzìonr dl'llc Lt'ttuu CattoHrhe•• S. J::.. I. • Corto ltt1(1n..t ;\\la.r-
1thcr1lll, 170 • Tonno (109) - <.:onio <.:orrente l'ost~lc 2- 171
" DON BOSCO " l'./ e u di L ug I i o: E M I L t o G A Il R o , Q u a d d f o g 1i o Rne e o n ti .
Pubblko,JMM 11utori1z,1to N• P. So A. l'. O.
Con uppr,:,vaziono Ecclesiastica.
Olf. vraf, dcllu Socicu\\ l::dttr. l nicrnnionolc Direttore responsabile: D. GUIDO F'AV!Nl, vi• Co1tol•nil'<>, J• - Torino (1ou).
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