Bollettino_Salesiano_196512


Bollettino_Salesiano_196512



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Noi non. ci fermia mo ma.i;
vi è sempre cosa che incalza oosa....
Dal momento che noi ci fermassimo,
la nostra Oper a
comince rebbe a deperire
DON BOSCO
BOLLETTINO
SALESIANO
I
.-
ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANI
A. L XXXIX . N. 12. 15 GIUGNO 1965. DIREZIONE GENERALE: TORINO 712. VIA MARIA AUSILIATRICE, 32. TELEF. 48.29.24
Il Papa ci ha detto: ·· Progredire 1··
L'edizione ordinaria del BollettiM di luglio ripor-
terà integralmente il discorso che il Santo Padre
Paolo VI ha rivolto ai membri del XIX Capitolo
Generale della Società Salesiana nell'affettuosa
Udienza che Egli diede al nuovo Rettor Maggiore
e a tutti i Capitolari il 21 maggio scorso.
Un discorso che ci commuove e ci confonde. Ci
commuove per la ineffabile bontà paterna del Vi-
cario di Cristo; e ci confonde per la stima che ci
dimost ra e per la fiducia che il Papa pone nella
nostra Congregazione. « I Salesiani - Egli ha
detto - rappresentano uno dei fatti più notevoli,
più benèfici, più esemplari, più promettenti del cat-
tolicesimo nel secolo scorso e nel nostro: e voglia l ddio
che così sia in quelli fnturi ». Ha pure rilevato le
alte finalità a cui ci siamo consacrati: <e Potrebb!,?rO
essere più nobili, più moderne, più urgenti, più con-
formi al programma apostoli.ca dell11 Chiesa, oggi?
Avete scelto bene. La Chiesa ve ne conferma La cer-
tezza ed il merito ». Ci ha inoltre incoraggiati a per-
severare, indicando i criteri di un sano aggiorna-
mento, distinguendo « le forme essenziali, da q1ielle
contingenti, le forme interiori, da quelle esteriori, le
forme valide sempre, da quelle che le mutate condizioni
dei tempi renderebbero stanche ed inefficaci » . E ha
concluso esortandoci a « progredirn ».
I Drrigenti della Pia Unione, facendosi eco delle
esortazioni del Santo Padre e delle direttive del
VI Successore di Don Bosco e del Capitolo Gene-
.raie, susciteranno nei Cooperatori e nelle Coopera-
trici la più cordiale adesione e la più fervida colla-
borazione, soprattutto se faranno ben comprendere
ohe la « cooperazione salesiana» all'apostolato,
nello spirito del Santo fondatore, è proprio un va-
lido concorso allo sforzo che sta facendo la Chiesa
col Concilio Ecumenico Vaticano Il: « sforzo verso
la sempre migliore fedeltà agli insegnamenti del Divino
Maestro; sforzo verso -j,[ rinvigorime,~to del suo spi-
rito e delle sue forme; sforzo verso l'autenticità e la
santità della vita cristiana; sforzo verso ,ma mag-
giore comprensione della storia della salvezza ed mia
più fraterna ed apostolica capacità di avvicinare
l'uomo moderno, i suoi problemi, le sue debolezze,
le .sue risorse, le sue aspirazioni ».
Noi dobbiamo infatti concorrere a chiarire le idee
e ad attuare il programma di bonifica spirituale e
sociale che Don Bosco concepi, con mirabile pre-
veggenza, ad ampio respiro per l'adattamento alle
norme della Chiesa e alle esigenze dei tempi.
{< Clii interprelasse il Concilio - dichiar ò il Santo
Padre nel suo mirabile Discorso - come un rilassa-
mento degli impegni i1ùeriori della Chiesa verso la
su.a fede, la sua lradizione, la sua ascetica, la sua
carità, il suo spirito di sacrificio e la sua adesi.one
t1.lla Croce di Cristo, e come un'indulgente acquie-
scenza alla fragile e volubile mentalità relativista
del mondo senza principii e sen:i:a fini trascendenti,
come un cristianesimo più comodo e meno esigent.e,
sbaglierebbe. n Concilio tende, sì, a più saggia di-
sciplina e a più moderrw maniera per la Chiesa di
venire a conlalto con l'anima umana e con la societlÌ
odierna, ma non a scapito, si bene a co1tforto della
sua intima fedeltà a Cristo e della sua generosa te-
stimonianza».
L'esperienza di questi anni di adeguamento della
Pia Unione ai suoi impegni di servizio nella Chiesa,
secondo il genuino spirito di Don Bosco, ci ha
dato il conforto di un amore alla fedel tà e di un
fervore di apostolato nei Cooperatori e nelle Cc10-
peratrici di tutti i Centri organizzati, da renderci
possibile la risposta alle aspettative della Chiesa e
del Santo Padie.
In realtà, noi non avremo che da « progredire »,
come ci ba detto il Papa. Sia adunque questa la
nostra parola d'or dine, il cenno divino per il nuovo
cammino.
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ACQUA
VIVA
Vocazioni
Un piano di azione
Una missione
difficile e magni-fica
Ci pare di poter ajfe,-mare che, nella storia della nostra
Congregazione, questo Copùolo riveste 1m particolare
sign~ficato.
Nell'Enciclica « Ecclesiam siiam », il papa Paolo VI
ha così definito l'opera del Concilio: « Noi pensiam-0
che oggi è un dovere per la Chiesa approfondire la
coscienza che essa deve avere di se stessa e della Mis-
sione che deve esercitare nel mondo ».
Analogo ~ anche il compito fondamentale del nostro
Capitolo: aiutare la Congregazione, in questa svolta
decisiva della storia della Chiesa, a prendere una
coscienza più profonda di se stessa, della sua origina-
lità, della sua vocazione nell'insieme della missione
della Chiesa.
La nostra volont1ì più ferma è di conoscere la volontà
di Dio sulla nostra. Congregazione oggi: e di compierla
con fedeltà.
Per raggiungcre questo fine cerchiamo prima di tutt.o
di risalire alle autentiche nostre origini: allo spirito,
alle intenzfoni, al carisma proprio di Don Bosco,
il Santo così chiaramente suscitato cla Dio.
Avendo coscienza che la volontà di Dio si manifesta
attraverso avven:imenti provvidennali, noi procla•
miamo la nostra ferma, pronta e generosa adesione
alle decisioni del Concilio Ecumenico Vaticano TI
e al rinnova.mento apostolico a cui esso ha dato im-
plilso.
Come Don Bosco, vogliamo rinvigorire in noi stessi
il senso della Chiesa e dure il nostro apporto a.l suo
sforzo immenso in questo 1nomento storico.
In particolare, la Chiesa in Concilio 1ia ripreso co-
scienza di essere « fa Chiesa dei poveri». Per questo
noi proclamiamo miche lei nostra volontà di dedicarci
a tutta la gioventù di oggi, rrw particoliirmente alla
« giovemù povera e abbandonata» e insieme alle
classi popolari, per le quali sono chiama.ti i figli di
Don Bosco.
Intendiamo conoscere meglio la gioventù e il popolo
di oggi, amarli nelh, realuì delle loro vere sitiwzi.oni
e rispondere ai loro bisogni e ai loro appelli più
11rge11ti...
Una missione diffiàle e magnifu:a ci attende nella
Chiesa, del nostro tempo. Ringra.ziamo Dio che ci
ha fa.tto l'immenso onore di impegnarci per Essa nella
Congregazione Salesiana. S'iamo generosi nel compierla,
per non deludere le mol~itudini di anime che ci nt-
tendo110.
Dal H Mess uggio » d~i Membri del XIX Capitok, Generale
allo Famiglia 10/,;,siana
P er essere collaboratori di Dio nell'apostolato Vo-
cazioni, è necessario predisporre un « piano d'a-
zione».
Zelatori e Zelatrici coJJahorano con il Salesiano De-
lt>gato della zona, segnalando nomi e .indirizzi.
l\\icglio ancora se lo fanno usando una « scheda-
inchiesta » sull'orientamento dei giovani. Su questa
il ragazzo esprime le sue preferenze; e tra queste
può indicare anche una inclinazione alla vita reli-
giosa e al Sacerdozio. Sono in uso vari tipi dj schede.
Raccoglie1:e questa indicazione non è tulto. Occor-
rerà ancora accertare se a questa inclinazione alla
vita religiosa o aJ Sacerdozio corrispondano le doti
naturali e spirituali; o se - per caso - non esi-
stano controindicazioni: impedimenti e difficoltà
nella famiglia del giovane.
Interverrà per questo il Sal esiano a sentire il Par-
roco, l'insegnante, la famiglia... Altrettanto farà
la Suora di Don Bosco per qualche giovanetta in-
cline a con.sacrarsi a Dio.
Sarà poi necessario mantenere i contatti con i gio-
vanetti « segnalati » con qualche copia del perio-
dico La Vetta; con qualche libriccino sull'Ausilia-
trice, Don Bosco, Domenico Savio; con qualche
pieghevole sulle Missioni ed Opere di Don Bosco,
che Zelatori e Zelatrici Vocazioni J)OSSono richiedere
al Salesiano incaricato della zona.
Se la situazione locale e certe circostanze lo sugge•
riscono, Zelatori e Zelatrici potrebbero tentare di
organizzare qualche raduno - 9-10 ragazzi - di
giovani già orientati, anche da località vicine, riu-
niti in chili « Don Bosco », o « Domenico Savio »...
per passare qualche ora con il Salesiano, proiettare
qu.alchc filmina, visitare qualche mostra, ascoltare
un missionario, festeggiare un sacerdote novello...
Particolare utilità assume:rà in. primavera la cc gior-
nata salesiana», organizzata per i ragazzi già orien-
tati, invitati dalle parrocchie e raccolti in una gior-
nata festiva di aprile o maggio nell'A!lpirantato Sa-
lesiano.
Si ritiene poi necessario, speclalrnente in ques-ti
tempi di iueJigiosità e malcostume, o'rganfazare in
luglio-agosto un« soggiorno» in montagna di 2-3 set•
timaue, gratuito o quasi, per accoglic:rvi quei gio-
\\.anl già orientati, che si accingono nel settembre
successivo a entrare nell'Aspirantato o in Seminario.
Il soggiomo opererà già una prima selezione da farsi
in tempo utile -per da:i:e alla famiglia la possibilità
di provvedere alla iscrizione presso un'altra scuola
se il giudizio sul figliuolo risultasse negativo.
Tutte queste iniziative si possono applicare anche
all'apostolato Vocazioni per le giovanette.
Per tulte queste attività il Salesiano incaricato
·u. dell'apostola Lo Vocazioni deve poter contare su
Zelatori e Zelatrici Vocazioni e sui Centri P.
continua al prossimo numero
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Organizziamoci!
Silenzio colpevole
Consiglio e Consiglieri
N ecessità dei Con siglieri
Un centro della Pia Unfone che dispone di un Con•
siglio locale ossia di alcuni Zelatori scelti che affian-
cano direttamente l'opera del Delegalo, può veramente
fare il purtto e lavorare con successo.
[ Consiglieri vanno dunque scelti tra gli Zelatori o
le Zelatrici più iruraprenderui e più aperti alla colla-
borazio,ie. Il loro numero può variare da tre a otto,
secondo il 1mmero delle forme di apostolato già or-
ganizzate dal centro stesso e già f1mzionanti. Come
ogni forma di apostolato esige un gruppo sicuro di
Coopera.tori che ne abbraccino le iniziative e u.n
congruo numero di Zelatori o Zelatrici che ne assicu-
rino la, realizzazione, così dovrà avere la persona qna,•
lijicata che accentri q1iella forma specifim di aposto-
lato e la rappresenti. Se im centro ad esempio ha già
costit1iito i suoi Zelatori per l'istntzione catechistica,
per le vocazioni, p er la stampa, per l'a.9sist1m::a gio-
vanile, per le Nfissioni, dovrà stringere le file e avere
rin rappresentante di ognrma di tali cinque .forme
specifiche di apostolato, ossia cinque Consiglieri.
La figura del C onsigliere
Il Consigliere (o Z elatore scelto) dovrebbe essere un
autentico apostolo laico, non in via di .formazione
n ma già maturo, per quanto non ci sia 1m limite di
mawra:ione rie/le opera:ioni dello spirito. suo
fervore apostolico lo farà distinguere dagli altri con·
fratelli Zelatori e ancor p"iù la sua tenace intrapren-
denza per og1zi iniziativa programmata con il Delegato
nel suo settore. Tale f ervore e tale operosità si alimenta
e si accresce con l' assidua lettura del Bollettino Sa·
lesiano e del Bollettino Dirigenti (oltre la lettura
periodica e meditata del Manuale Dirigenti, che è
il suo « Vade mecum »).
Di non minore importanza dovranno essere per la
formazione e per l'i11forma.zio11e del Consigliere tutti
i documenti della Gerarchia ecclesiastica che riguar•
dano l'apostolato dei laici, soprattutto i. discorsi del
Papa. Contribuirà pure moltissimo a quest.a conoscenza
crmorosa della Pia Unione e del proprio apostolato
l'imeruento ai va.ri Convegrli generali e speciali indetti
dal Delegato lspettoriale o dalla Direzfone Gmerale.
~li Esercizi spirituali mmuali, che sono consigliati a
tutti i Cooperalori , per gli Zelatori s0110 necessari e
per i Consiglieri... indispensabili.
Il Manuale Dirigenti dice espréssam ènte che i Consi-
glieri vengono scelti tra gli Zelatori e le Zelatrici
più. ferventi e più qualificati. Ed è s11lla. loro qualifi-
cazione che e-i indugeremo nel prossimo articolo: ora
ci basti sottolineare il fatto che deuo110 essere i piìi
f erventi.
Nel numero precedente riportavamo le parole del
Segretariato Centrale della Moralità: « È necessa,rio
protestare e reagire, cosia.ntemente e implaca.bilmente,
contro i t'uri aspetti del m(ilcostume ».
Occorre farlo anche per eYitare il pericolo che J'in•
siuuarsi di sfrontate manifestazioni del costume,
sempre più audaci, provochi un indebolimento delta
sensibilità morale anche nei buoni, indotti da un
clima gen.erale a concessioni rassegnate.
Le difficoltà ch e trovano in questi giorni i deputati
democristiani alla Camera nel dibattito sugli articoli
della legge per il cinema, derivano anche dal fatto
che le mancate proteste da parte della pubblica opi·
nione n on hanno reso evidente quale è veramente
iJ « comune se11tiniento » in fatto di buon costume.
Invitiamo quindi i nostri Dirigen ti a intensificare
la campagna per la moralità, specfalmc ute in r ela-
zione alla fa1.niglia, la cui opera educativa viene fa.
talmente neutralizzata dall'immoralità della stampa,
del cinema, delle trasmissioni rad.io-televisive, dal
l'adescamento al vizio che domina per le strade
con lllla pubblicità insopportabile.
Ogni silenzio in questo campo è colpevole: bisogna
protestare contro una immoralità che « corl sfrontnta
e crescente aggressività sta sconsacrando le coscienze
e minaccia di tra.volgere le tTadizioni religiose e civili
della nostra Patria, stabilendo un triste primato del
nostro Paese nel mondo ».
Queste ultime parole le abbiamo tolto da una delle
tante schede di protesta contro L'inimoralità cl1e da
molti Vescovi e organizzazioni cattoliche sono dif-
fuse e arricchite di firme di genitori e benpensanl i
di ogni ordine sociale, per provocare dalle autorità
responsabili l' istituzione cli strumenti legislativi
idonei a garantire e difendere la pubblica moralità.
La collaborazione dei nostri Dirigenti con il Segre-
tariato p er la Moralità, che tante volte abbiamo cal-
deggiato, offrirà direttive, orientamenti, s ussidi per
realizzare qualcos a di concreto, come purtroppo
concreti sono i mali che s.i lamentano.
Ogni nostro Centro quindi: I ) si faccia un dovere di
dare una testimouianza cristiana collettiva a tu.tela
della moralità della nostra gioventù; 2) caldeg~i
ogni sottoscrizione di protesta contro l'ù:nmoralita:
S) promuova preghiere e l'offerta cli sacrifici per ot•
tenere la grazia del ravvedimento ai fratelli respon-
sabili.
Quanto sopra sarà un modesto contributo alla rea-
lizzàzione dell'accorata esortazione del Papa: « Dob-
biamo tor,ificarc la. coscienza delle p ersone rette, dei
respons_abili 1el bene pitb~lic~, dei ~aestri e dei g_enitori.
della gioventu stessa, nei rigriardi della pubbhca mo•
ralitrì ogni giomo doppimnente offesa da miserabili
scandali cli mal costume e da compiacente pubblicità
che li divulga e ne fa pascolo di divertita curiosità;
come pure nei riguardi di certi spettacoli palesemente
im.111,orali che disonorano l'arte, corrompono il popolc.
disconoscono il carattere sacro della vita e, quel d,e
è più, offendon-0 la legge di Dio».
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Introduzione
li tempo libero è Sl'mpre esistito, ma in tempi
lontani non era ancora un problema • come lo è:
oggi in questa nostra società industriale.
Don Bosco fu tra i primi a intuirlo questo pro·
blema: la sua opera nasce dalla preoccuì)azione che
egli ebbe per tanti giovani attirati e rovinati dolla
città, nelle ore libere dal lavoro.
I modi di occupazione del tempo libero dei gio·
vani, oggi, risentono degli interessi che rivestono
per gli adulti. Anzi bisogna aggiungere che la famiglia,
nella attuale società, per esigenza di lavoro e diminuito
senso di responsabilità, affida i figli alle cure delle
istituzioni assistenziali o integrative. Molti genitori
poi pensano che le ore di riposo o di svago non
abbiano nessun bisogno di essere controllate e orga-
nizzate. Ci sono padri e madri che imparano il latino
per aiutare i figli nello studio, ma non pensano affatto
doversi occupare delle loro ricreazioni.
Da questa situazione deriva ai genitori la grave
responsabilità di occuparsi del tempo libero dalla
scuola in modo tale che esso serva a stimolare, svilup·
pare l'intelligenza, i valori morali, sociali della per·
sona umana, lo spirito d'iniziativa, la capacità inven-
tiva; e divenga della Scuola formativa un necessario
complemento.
J!,a, fsh,e9(ie-ta, del ilafl,(l,
PER LE FAMIGLIE RELIGIOSE E NATURALI
Il 16 maggio Paolo VI si è affacciato a mezzogiorno alla
finestra del suo studio privato e prima di recitare Il Regina
Coe/1 e Impartire la benedizione atte varie migliaia di fedeli
raccolti in Piazza San Pietro, ha pronunciato le seguenti
parole:
~ Il nostro pensiero, il nostro augurio spirituale sarlt. oggi
rivolto alle famiglie; alle famiglie religiose dapprima, a quelle
specialmente che in questi giorni celebrano a Roma I loro
Capito/I generali; sono grandi famiglie, quelle maschi/I,
come I Gesuiti, I Salesiani, e tante a/Ire, e quelle femmlnlll,
anch'esse estese dappertutto e alcune con migliaia di membri
e tutte con una immensa rete di Case. di opere, di altivitA.
Vogliamo pregare per queste e per tutte le famiglie religiose,
afflnchè siano fedeli allo spirito del Vangelo e siano per la
Chiesa e per Il mondo una scuola, un esempio di santità.
Pregheremo anche per le famlg/le naturali, per quelle cri•
stiane, per quelle nuove specialmente. Abbiamo Incontrato
nelle udienze di questi giorni tante coppie di sposi nove/li;
a questi nuovi e non nuovi focolari benedetti dal Signore,
invocheremo la felicità dell'amore crfsliano, de/la pace, della
concordia, e la coscienza del servizio a/la vita e alla società
che ogni famiglia deve dare nella bontà della fede e del co-
stume; e Maria abbia per le une - le famiglie rellglose -
e per le altre - quelle naturali - la dolcezza pia e folte
della sua protezione ».
[I] Concetto cristiano del tempo libero
La voce autorevole dei Papi è esplicita nell'affer-
mare l'obbligo di affrontare oggi il problema del
divertimento.
li necessario dirigere e vigilare f educazione del-
/'adolescente in qualsiasi ambiente venga a trovarsi,
rlmovendo le cattive occasioni, procurandogli delle
buone ricreazioni• (Encliclica Della cristiana edu·
cazione della gioventù •• Pio Xl, 1929).
Sulle anime ha da operare la Chiesa entrando in
lotta contro I pericoli del mal costume, combattendo
in tutti I campi a viso aperto, nel campo dello sport,
dei divertimenti• (Pio X Il, Discorso Dignitil e grazia
della donna italiana ~, 1941 ).
~ Non siamo insensibili ai grandi avvenimenti agonistici,
artistici e di folclore che attraggono le folle dei giovani
(Giovanni XXIII, •Discorsi •• voi. 2° , pag. 11 8).
Nella visione cristiana della vita tutto il tempo, e
non solo quello dedicato al compimento del dovere,
è un valore affidato da Dio alla libertà dell'uomo,
afllnchè lo utilizzi a sua gloria e al perfezionam;mtc>
della sua personalità.
Le ricreazioni non sono congedo alla morale. Anz,
l'occupazione del tempo libero è l'espressione della
nostra libertà di • flgli di Dio •.
Oggi ì tlgli si trovano di fronte ad una scelta nuova
e impegnativa: a loro disposizione hanno larghi sup-
plementi di tempo che possono liberamente utlliz
zare o per Innalzare o per abbassare la loro dignità.
La scelta sarà dipendente dalle loro aspi-razioni, dili
loro g,usti, dal Livello della loro cultura, ma soprat
tutto dalla loro coscienza morale.
La motivazione principale di certi atteggiamenti
del gusto dei giovani è rappresentata dalla suggc·
stione di massa, dal fatto cioè che gli altri fanno
così e che quindi bisogna fare cosl per essere accet·
tati dagli altri.
Per questo motivo la maggior parte dei giovani,
anche di quelli che frequentano scuole cattoliche,
subisce il divertimento, ma non sceglie.
Da un referendum: «Come occupi il tempo libero
è apparso evidente questo atteggiamento di massa
Fanno tutti e.osi è il principio motivante della
scelta. Eppure i giovani amano affermare la loro
originalità e indipendenza.
Conduciamo dunque i nostri figli a questa con
vinzione: il tempo libero è per i giovani che vogliono
usare della loro libertà.
[Ij Educare al valore del tempo libero
È innegabile che oggi iJ comodo ha preso piede
piìt o meno dappertutto. Si {anno insostituibili, nella
vita dei giovani, elementi superflui che sembrano
condizionare la felicità: dal televisore al giradischi,
all'automobile. E poichè il denaro procura tali svaghi,
nasce in molti giovani la convinzione che il denaro
sia indispensabile per occupare il tempo libero.

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PENSIERI
PER LA CONFERENZA
MENSILE
Da ciò la necessità di creare una mentalità esatta
sul valore del tempo libero.
Perciò prima di e,ffrire svaghi, il compito del geni-
tori è quello di rendere i flgliuoli capaci di scegliere
dosare e flnalizzare le proprie scelte di divertimento.
Ecco quindi le idee germma·tive che bisogna deporre
nei figli perchè la Grazia le sviluppi.
1. Le migliori ricreazioni vanne, cercate In famiglia,
cl1e dev'essere la sede della ,rioia, della serenità. Dio
cosi la volle
2.. ll valore delle ricreazioni non è dato daJ loro
costo, dallo stimolo sfrenato al piacere, alla novità;
ma dalla disposi1lone interiore con cui sono vissute
e per la letizia che scaturisce nel familiarizzare digni-
tosamente con persone Irradiate dai medesimi ideali
cristiani.
osservava che tale scomposta eccitazione dura anche
dopo, al punto che I giovani, i quali dovrebbero con-
centrarsi nello studio, non riescono più a fermare
la loro attenzione (M. B., Vll, 82.Z).
L'assistenza vigile e amorosa è la condizione
essenziale ed elevatrice di ogni divertimento (M. B..
X, 1020; XIV, 840; XVII, 108; llJ, 126).
Conclusione
Questi 1 principi da attuare. Da essi i genitori pos·
sono dedurre che il programma cristiano si apre a
tutte le forze sane di divertimento, realizzato con
preparazione e valorizzato nel suo contenuto edu·
cativo.
Ecco dunque i flni educativi da realizzue:
1. la nostra libertà fìgU di Dio nella scelta;
z. senso della presenza di Dio in ogni svago;
:;. incontro sereno, affabile, disinteressato col pros-
simo.
Naturalmente per raggiungere risultati positivi,
occorre il lavoro preventivo dei genitori:
1. Formare !I g-ludizio sicuro, il gusto dei valori, la
libertà di scelto dei tìgli, il senso delJa responsabilità.
2.. Educare i flgli a conservare il dominio del pro·
prio giudizio contro tutto ciò che tende a spersonali2•
zarli, e guidarli a sagge, cristiane valutazioni soprat·
lutto a proposito delle letture, del cinema e della TV
Don Bosco su ciò ci ha dato saggi consls-li:
Non chiamate divertimento una giornata che
lasci rimorsi e paura dei giudizi di Dio (M. B.. Il, :; 1).
Guardate che le- spasso che vi prendete non sia
oziosità e tempo inutilmente perduto. Il divertimento
spesso può essere occupazione• (M. B., X l Il, 432).
, Amava che gli alunni si divertissero allegramente
e si esercitassero nella ginnastica, dicendo che le
ricreazioni erano un'opera meritoria al cospetto del
Signore. Cercava però d'impedire quei giochi che
esigono troppa attenzione e lo stare fermi, come
pure quelli che avrebbero potuto danneggiare la
salute fisica (M. B., lii, ;86).
A proposito della g'innastica e delle gare che oggi
diremo sportive, le Memorie Biografiche ricordano
come Don Bosco invitasse all'Oratorio un ufficiale
dell'esercito per allenare i suol giovani.
" Favoriva i giochi in cui ha parte la destrezza
della persona e bandiva quegli altri che portano a
strette di mano, a baci, carezze e simili• (M. B..
XIII, 247).
lo vi concedo volentieri e in gran numero tutti
quei divertimenti nei quali non vi è peccato. Tuttavia
non posso non raccomandarvi quel trastulli che,
mentre servono di ricreazione cagionandovi diletto,
possono recarvi qualche utilità. Tali sono lo studio
delJa stona, delle arti liberali, il canto, il suono, il
disegno, e altri lavori domestici... (M. B., 111, 176)
L'anima deve dominare il gioco. Don Bosco
non voleva eccessiva tensione, l'eccitamento. Egli
ISTANTANEE
dnl Dinrio di un leslimonio oculare, membro del XIX Capilolo Genmle
Quello che non fu stampato
Il Papa si dimostrò davvero affettuoso. E per Papa Paolo
ciò è maggiormente significativo.
Il discorso stampato non ha riportato le frasi più fam:llari
con cui il Papa postillava qua e Il suo discorso scritto.
Per esempio: "Chi non vuol bene ai salesiani?" - "A voi
non manca il coraggio. Come potrebbe mancare il coraggio
ai {}gli d, Don Bosco?...".
E Il Papa del prossimo secolo'?
Il giorno dell'Udienza, il Rettor Maggiore alla' buona notte
riassumeva per tutti: " Credo che anche voi abbia lo avuto
le stesse rearionl di gioia ineffabile, di essere salesiani, e
un senso di riconoscenza per quei salesiani che hanno
costruito nel cuore del Papa questo elogio. A noi tocca
continuare. Guai se dovessimo cadere in una lllusio;,el...
È l'ora di un esame di coscienza per Impegnarci ad un
rilancio.
Il Papa del prossimo secolo potrà dire le stesse cose che
disse Paolo VI? Le lodi di allora dipenderanno da noi.
Anche dal nostro lavoro di ora. La Congregazione siamo
noi. La costruiremo giorno per giorno ··.
Più grande quando dlsoonda così
L'altro giorno è venuto a pranzo da noi l'on. Scalfare,amico
di Don Rlcceri. Dopo pranzo è stato invitato a dirci due
parole: un discorso divertentissimo. All'inizio è parlito li
colpo più impegnalo. Vi riferisco il pensiero.
" DI tutto ciò che farete al Capitolo, la cosa che a noi
ha fatto più impressione sono state le d missioni di
Don Zlggiotti. È una lezione nuova, estremamente Impor-
tante per molti nel la vita e sopratlutlo nella v,ta della
Chiesa. Siamo troppo ~bituall ad ammirare quelli che rnl-
gono le scale: questo è Il caso di dire che un uomo è assai
p.ù grande quando le discende cosi. lo mi inginocch,o ·
Colse In pieno Il bersaglio. Cosi Interpretava con preci-
sione una cosa che sentiamo tutti.
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I ESEMPI I
I Cooperatori nelfUmbria
StralCJamo qualche notizia tia uno relazione dtl
Delegato regionalt don Arturo Carla:
lio visitato parecchie volte I Centri dell' Umbna
In questi incontri con i Delegati e con alcuni Consi·
glieri e Zelatori, abbiamo costituito I Consigli locali e
studiato il calendario di lavoro rispondente ad ogni
Centro; sono stati fissati bene I compiti dei Consl·
glieri e Zelatori impegnati in rami specifici; rlor·
dinati e resi efficienti gli archivi; sczlti i Decurioni;
si sono studiate le possibilità e le modalità per isti·
tuire gruppi giovanili, maschili e femminili, affian·
candolì agli anziani (tre sono già Istituiti con un
numero complessivo di 7z Cooperatori); vagliate le
possibiLltà di Istituire gruppi qualiflcati della scuoio;
impostato il piano di lavoro; attivate le relazioni,
anche scritte, tra il Centro regionale e i Centri lo·
cali, sia per direttive che per relazioni e coordi·
namento di lavoro. Inoltre, fattane ampia ricerca, sono
stati distribuiti i diplomi ai Cooperatori che ancora
non li avevano avuti.
È stata tenuta in ogni Centro la prima Conferenza.
Ne è stata curata la preparazione, e sono state osser·
vate le modal,ti, tradizionali (canto di apertura, saluto,
notizie di famiglia ecc.); sono stati distribuiti foglielll
di propaganda, regolam1!nti, quadri o 1mmagin1 d,
Don Bosco da collocare nelle famiglie, il foglietto·
calendario di lavoro. Sono riuscite bene per numero
di parteci-panti come per lo svolgimento.
f1 14 febbraio, o Perugia, presente il Delegato 1spet·
torìale, si tenne li primo convegno dei Consiglieri
locali... •·
Segue la relazione sui singoli Centri del'Umbria
Anche da essa riportiamo qualche dato.
Cencro di Perugia. Ai 45 Cooperatori se ne sono
aggiunti: 18 provenienti dall'Unione Exallievi; 46 pro·
venienti da vecchie liste; 1J provenienti dai genitori
degli alunni.
Centri di Gualdo Tadino e di Terni. Sono In
ottività, guidati da Delegati salesiani.
Centro di Cannara. Si presenta con 47 Coopera·
tori e 110 Cooperatrici. Vi sono buoni elementi
che svolgono varie attività di apostolato parrocchiale
Il Parroco del luogo è devotissimo di Don Bosco e
collabora attiva mente con le Figlie di Maria Aus1·
!latrice. C'è un gruppo giovanile femminile di Zf Coo•
peratrici. È anche progettato il gruppo di Coope·
ratori giovani.
Centro di Gubbio. Vi sono iscritti anche dieci Sa·
cerdoti, che nutrono sentimenti di ammirazione per
l'opera delle Suore e apprezzano lo spirito salesiano.
li gruppo giovanile femminile, che sarà religiosamente
prepdrato, potrà essere un ottimo fattore di ripresa
e di lavoro per tutto il Centro. Sono a tutt'oggi 18
Centro di Gualdo Cattaneo. Dopo la crisi causata
dalla partenza delle Figlie di Maria Ausiliatrice che
vi lavoravano flno a due anni fa, oggi per la buona
collaborazione del Parroco si è r icostituito, ha rad-
doppiato gli iscritti ed è in marcia. Anche qui si è
costituito un gruppo giovanile, con z9 iscritti.
Altri Centri. Si pensa a fare qualcosa anche a C1Hà
di Castello, Città della Pieve, Marsciano. So/omeo
Sigillo.
Convegni Diocesani Sacerdotali
A ROMA si tenne presso I' lstitut:> di via Marsala.
Il convegno ebbe inizio con un'ora sacerdotale into-
nata alla riforma liturgica, la cui parte centrale fu
una santa Messa concelebrata. Seguì un'Ora pedo·
gogica su di un tema quanto mal attuale: ~ L'Insegna-
mento relfrloso e la nuova dltlaffica con conferenza
di don Germano Proverbio del nostro Istituto Supe·
riore di Pedagogia.
Si concluse il convegno con una visita in pullman
a lla nuova sede del Pontlflc,o Ateneo Salesiano. Si
rinnovò a tutti l'invito al corso di Esercizi Spirituali
per il C lero Diocesano, che quest'anno si terra nella
suggestivo zona di Sorrento, presso la nuova Casa
Salesiana per Esercizi di Pacognano di Vico Equense.
dal Io al Zf settembre
A CHIAVAR!. Sotto la benevola guida e con la
paterna presenza del Vescovo, S. E. mons. Marche·
sani, il C lero della d iocesi venne convocato a una
mattinata di aggiornamento pastorale.
Iniziò mons. Vescovo con la meditazione, nella
quale invitò a ricopiare il luminoso modello sacer-
dotale che presentano in s~ i Santi, specialmente
la loro fede viva e viviflcante, la pietà illuminata e
calda, la carità illimitata e paziente.
Tennero le due relazioni il Segretarlo generale
della P. U. don Favini sul tema: Lo gioventù oggi
nella luce della pedagogia di Don Bosco,, e il solesiano
don Pierino Scotti dell'Università di Genova, sul
tema: La famiflia nella santifìca;:Jane dei q1orni fe·
#ivi... e lo nuova liturgia •.
Segu,rono animate, interessanti conversazioni. Portò
una nota di incantevole intere.gse mons. Trofello di
Sestri Levante, che narrò il suo incontro giovonile
con Don Bosco.
Si chiuse con la proierlone del documentario
Papa G iovanni XXIII , e con l'agape fraterna of-
ferta da mons. Marchesanl.
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MUZZANO (Vercelli) - 4a Giornata di
spiritualità per industriali, imprenditori,
dirigenti, organizzata dal Centro Coope-
ratori di Borgomanero
Oltre cinquanta industriali, imprenditori e dirigenti,
provenienti soprattutto dalle province di Novara e
Vercelli, sono convenuti sabato 24 aprile a Muzzano
per l'annuale Giornata della spiritualità.
li programma ha avuto inizio sabato sera con
una conferenza di don Corrado Casalegno, profes-
sore al Collegio Valsalice di Torino, sul tema:~ Don Bo·
sco: da Torino al mondo~-
Domenica mattina, il dott. Achille Gattuso, Diret·
tore Amministrativo e Segretario Generale delle
Acciaierie e ferriere Lombarde Fatk, ha parlato ai
convenuti sul tema: «La famiglia dell'impresa•>. Par-
latore convincente e caldo, il dott. Gattuso ha illu-
strato il compito dell'imprenditore cattolico, i suoi
doveri, i suoi rapporti con i collaboratori, con i col-
leghi, con quanti operano nel mondo del lavoro.
È necessario, ha detto, portare nella propria sfer11
di attività gli impegni che provengono dalla fede
cristiana, lo spirito che anima i cattolici, in modo
che la visuale del proprio mondo, il campo in cui si
opera siano inquadrati nei principi e nei dettami di
un messaggio che ha duemila anni. Le parole del
dott. Gattuso sono state spesso interrotte da vivi
applausi. Al termine, dopo un ringraziamento del
Delegato di Borgomanero don Paolo Temporini, i
convenuti hanno assistito alla Messa. Dopo il pranzo
i partecipanti hanno compiuto una visita al Santuario
di Graglia e alla tomba di Pier Giorgio frassati.
MILANO - Le Cooperatrici per
la "dignità e bellezza" del culto
Nello sviluppo della vita liturgica i colori, nel loro
eJJlcace ruolo di simboli, trasmettono un'idea, una
carica interiore. Sono energie silenziose.
Ad esse dànno an generoso contributo le nostre
Cooperatrici nei loro Laboratori per paramenti sacri.
Sono gruppi di brave mamme e di signorine, che
offrono settimanalmente alcune ore di lavoro dili-
gente, come una elevazione a Dio, in fraterna
amicizia sostanziata di preghiera e di cordiali indirizzi
formativi.
In Lombardia ve ne sono a Varese, Sondrio, Lecco,
Chiari, Treviglio e in altri Centri, come a Milano
in via Boovesin, e in via Copernico, dove il Laboratorio
ha ormai una tradizione, grazie alla paziente organiz-
zazione di don Magistrelli e di don Vignate.
· A Milano, in via Copernico, le nostre Coopera·
trici preparano ogni anno 1; paramenti completi
per la celebrazione della S. Messa, nelle tre serie
dei colori liturgici richiesti, del valore complessivo
di un milione circa: fratto della loro nobile fatica e
del generoso contributo di alcune Ditte e di ottimi
amici che aiuiano a sostenere le spese del laboratorio.
I paramenti, egregiamente confezionati, vengono
offerti, in parti uguali, a S. Emin. il Cardinale Arei-
vescovo di Milano, in occasione della festa di Don Bo-
sco, per le chiese delJ' Archidiocesi; al nostro Rettor
Maggiore per le missioni; e al sig. Ispettore per k
chiese dell'lspettoria.
L'attività di questi Laboratori è un autentico « la-
voro-preghiera ~. che sostiene lo spirito liturgico,
collaborando - pur modestamente - al decoro
del culto in quelle espressioni dì dignità e bellezza »
che sono raccomandate dalla Costituzione sulla Sacra
Liturgia (Cost. 122); ed è un «mezzo molto pratico
di apostolato e saJesianamente formativo & (Manuale
dei Dirigenti).
ROMA (Via Marghera) • Attività varie
del Laboratorio Cooperatrici
Anche quest'anno le nostre buone Cooperatrici,
fedeli alla tradizione, si sono radunate volenterose
tutti i pomeriggi di ogni mercoledì nell'Istituto Maria
Ausiliatrice a confezionare lavori di loro iniziativa.
Grazie alla loro ganerosità, serenamente squisita,
il Centro ha potuto realizzare parecchi indumenti
in lana offerti agli Ecc.mi Vescovi Missionari, ospiti
durante le Sessioni Conciliari, presso l'Istituto Sale-
siano f Gerini ~- Inoltre hanno confezionato bian-
cheria e arredi sacri, nonchè graziose vestine io
rosso e cotte per il piccolo clero. ll tutto fu inviato
al Rev.mo Rettor Maggiore a Torino, quale omaggio
riconoscente.
ROMA (Via Dalmazia)
Un laboratorio esemplarmente attiv o
Quest'anno le Cooperatrici che hanno partecipato
al Laboratorio, nel Centro di via Dalmazia, hanno
raggiunto il numero di 30.
L'aumento delle partecipanti è dovuto all'arrivo
dei Cooperatori profughi dall'Egitto. Le Cooperatrici,
continuando le buone abitudini di vita salesiana, fe_r-
vida nel centro Cooperatori di Alessandria d'Egitto,
hanno immesso un'onda di vivace attività neJ già
prosperoso Centro romano.
I lavori sono stati 1.>seguiti sotto l'amorevole guida
della Consigliera signora Ersilia Storari. All'acquisto
del materiale hanno contribuito tutti i Cooperatori,
che hanno versato un'offerta per comprare lana e
stoffa di lino.
Il Laboratorio ha funzionato regolarmente tutti 1
giovedì dalle ore 16 alle 18, con l'assistenza della
suora Delegata e di un'altra suora maestra di lavoro.
Alle 17, 15 le Cooperatrici hanno recitato il santo
Rosario e preghiere di occasione a richiesta delle
presenti. È seguita spesso l'ascoltazione di un bel
disco, la proiezione di una fllmina catechistica e
una lettura formativa.
Gli oggetti confezionati furono molti, ma quello
che non si può registrare e che è ben prezioso, è tutto
il bene che si è operato nel laboratorio: parole di
conforto e di fede; aiuto dato alle Delegate nel
disbrigo della corrispondenza; organizzazion.e di pel-
legrinaggi e di escursioni che hanno cementato i rap-
porti di santa amicizia...
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è il tempo della presenza del Cristo risorto. Cristo vi agisce
per mezzo dello Spirito Santo. È il tempo In cui la potenza
satanica, già ferita a morte, lotta disperatamente contro Dio,
utilizzando gll ausiliari umani (le due bestie). La lotta com-
porta delle battute d'arresto, delle grandi pause prima dell'as•
salto finalecontro la Chiesa, assalto c:he sarà schiantato da D io
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Direzione e amministrazione:
via Maria Ausiliatrice 32, Torino . Telefono 48.29.24
Direttore responsabile Don Pietro Zerbino
Autorinazlone del Trib. di Torino n. 403 del 18 febbraio 1949
Per inviare offerte servirsi del conto corrente postale
n. 2-1355 lnt&stato a:
Direzione Generale Opere Don Bosco• Torino
Par cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente
Officine Grafiche SEI Torino