e oa~anze
0 Salviamoli dai molti veleni
Quando Marziale parlando delle scuole che s1
chiudono e degli scolari che vanno io vacanza, -usciva
nelle note espressioni: • Le tristi bacchette, scettro
dei maestri, riposino flno a ottobre; d'estate i fanciulli,
se godono buona salute, imparano anche troppo I t
diceva per tutti i tempi una verità.
Per il poeta pagano vacanze che ristorino il corpo sono
il più bell'imparare che ci sia, e nessuno oserà dargli torto.
Un altro pagano suo contemporaneo, ma più onesto
di 1-ui, si augura, con frase piena di sapienza umana e cri·
stiana, che ~ sano il corpo, sia anche sana la mente ~-
Le vacanze devono portare a quella sanità fisica, di cui
quella dell'anima dovrebbe essere felice complemento.
Il paganesimo, idolatra del corpo, si fermava a
questo. E non poteva fare di più.
Il cristianesimo, che dà più peso all'anima che al corpo,
non può davvero ignorare il grave problema morale,
che è connesso col periodo delle ferie scolastiche.
Mettete un ragazzo che passi quattro mesi senza
alcuna occupazione, padrone di sè, libero di andare
con chi vuole, in una stagione in cui i costumi e le
mode del vestire si fanno di estrema libertà, per non
dire audacia, e poi mi saprete dire che cosa resta in
quell'animo, a ferie terminate, di bontà, di onestà,
di purezza.
Si potrà obiettare che certe volte la scuola (e più ancora
l'officina, la quale non ammette ferie lunghe) obbliga
i giovani a situazioni penosissime, per cui le vacanze
dovrebbero essere una liberazione più che un pericolo.
In certi casi è cosl. Ma non s i può negare che, in ge·
nere , il tempo estivo per i nostri flgliuoli conserva il rarat-
tere di tempo di emergenza, che non crea certo sonni
tranquilli ai genitori e agli educatori. I quali perciò:
1. Vegliano sulle letture e sugli spettacoli. Viviamo
in tempi in cui in nome di una libertà di stampa alta-
mente biasimevole, è lecito agli affaristi del peccato
mettere in circolazione veleno, che minaccia di ro-
vinarci irreparabilmente l'intera generazione giovanile.
z. Vegliano sulle compagnie ed evitano le pro-
miscue, che possono compromettere per sempre l'edu·
cazione cristiana e umana dei figli.
;. li nudismo procace al mare e ai monti e un
po' dovunque è segno di moralità scaduta. 1 genitori
esigano quindi dai loro flgli un modo di vestirsi da
cristiano e non permettano che ess i. non vigilati,
vadano a bagnarsi là dove la moralità è in pericolo.
Don Bosco, anche miracolosamente, colpiva i suoi
giovani che si fossero abbandonati a tali immodestie.
4. Qua lora I fìgliuoli venissero messi in collegi o
colonie, al monte o al mare, ci si informi sui principi
educa.tivi che li reggono, e come la vigilanza vi sia
esercitata. Altrimenti si corre rischio che vengano a
trovarsi in mezzo al vizio organizzato e trionfante.
11 risparmio finanziario non sia l'unico criterio di scelta.
5. E poi genitori e figli usino la preghiera e gli aiuti
spirituali suggeriti da Don Bosco. La vita dello spi-
rito senza questi mezzi non si regge.
Ciò facendo, i genitori attueranno quanto prudenza
umana e divina suggerisce per il bene fìsico e morale
dei loro flgliuoli. Li affidino a San Giovanni Bosco
e a San Domenico Savio, perchè veglino amorevol·
mente sulle loro vacanze cristiane.
Conclusione
I genitori cristiani degni di questo nome dovrebbero
avere il batticuoretutte le volte che non sanno dove sono
i tlgli, che cosa fanno, che cosa leggono o con chi vanno.
« Padri e madri! - esclama Don Bosco - non il-
ludiamoci. I: certo che voi dovrete rendere al tribu·
nale di Dio un conto rigorosissimo dell'educazione data
ai vostri figliuoli! È certo che molti flglì si dannano per
essere stati malamente educati; ed è ugualmente certo
che molti padri e molte madri vanno all'eterna clan·
nazione per la mala educazione data ai loro flgliuoli t.
Parole gravi che sembrano scritte per quei genitori
che quando il flglio o la figlia si fanno una .scalflt-
tura a un dito, si affannano perchè temono un'infe-
zione, e poi non si preoccupano affatto quando l'anima
del flglio o della figlia resta non solo scalflta, ma ferita
mortalmente in una sala da ballo o in un cinema.
Don Bosco, invitato prima per lettera e poi per
telegramma a benedire una bimba gravemente malata,
si rifiutò dicendo: ~ I: meglio che la bambina muoia:
la mamma non saprebbe educarla •·
Noi invece auguriamo a tutti i Cooperatori e Coo-
peratrici che hanno la responsabilità dell'ed-ucazione
dei flgli, la più ampia benedizione del nostro caro
Padre, specialmente durante le vacanze.
maginabile e insospettata, interiore, dìsse
due parole, cordlalì e sincere, a don
Rlccerl e a noi. « Ilo pregato, ho pre-
gato molto per questo. Anche questa
noHe ho più volte rivolto al Signore la
richiesta cU un btavo successor-e. L~avete
trovalo subilo. ti il segno della vostra
maturità. Faccio una raccomanda.zione
·sola a don Ricceri. Non si strapazzi la
salute. Don Ricceri è un uomo che non
si risparmia. (Poi rivolto a don Riccerl)
E adesso ti benedico proprio volentierh►•
Era proprio una scena da Congrega-
zione prim.ltiva e autentica...
Credo di avere filmalo qualcosa. Ma tra
la com.mozione. i battimani, e il silenzio
di e.strema sospensione, non ricordo
bene quali punti ho fissato sulla pel-
licola.
Dopo di ciò è avvenuto il finimondo.
Sono partiti dall'ullima fila ]:!li indiani
(ispeuori e delegati) con ghirlande, Lo
banno incoronato mentre dalla porta
della saJa a tenuta ermetica piombavano
in sala quattro o cinque coadiutori con
dei giardini di fiori in mano.
Intanto i capitolari uscivano dai loro
seggi per dare l'abbraccio al nuovo Re11or
Maggiore.
~ stato questo uno del momenti ph)
fami11lia della mla vila in Congreg-a-
zlone. Quel poverello di Rellor Mag-
giore era schiacciato tra il tavolo della
presidenza e la lavagna. In un budello
di un metro passavano i confratelU am..
muccbiali, di tutte le stazze, e in lacri.Q,.e
abbracciavano e seppclllvano di baci il
nuovo, fine, affettuoso Rettor Maggiore.
La [unzione dl filiale incontro con U
nuovo padre della Congregazione è du-
rata almeno mezz'ora. J.ntanto al centro
della sala per tutto il tempo della fun•
zione un co-ro di scalmanati salesiani
(vecch.i e giovani assìeme) cantavano
1u1ti gli inni dc.I repertorio sales.iano
internazionale: « Giù dai colli, Ausllla-
tricè, Christus vincit, Di Don Bosco... ».
t stata un'ora di s1orrn salci;lana che
rimane In Condo all'anjma di chl l'ha
vissuta.
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