Bollettino_Salesiano_196510


Bollettino_Salesiano_196510



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Noi non ci fermia mo mai;
vi è sempre cosa che incalza oosa•..
Dal momento ohe noi ci fermassimo,
la nostra Opera
comincerebbe a deperire
DON BOSCO
~
-- ---
BOLLETTINO
SALESIANO
ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANI
A. LXXXIX, N , 10. 15 MAGGIO 1965. DIREZIONE GENERALE: TORINO 712. VIA MARI A AUSILIATRICE, 32, TELEF. 48.29.24
IL DIRETTORE GENERALE DEI COOPERATORI
eletto Rettor Maggiore
Vivissima è stala la gioia della triplice Famiglia
Salesiana nel salutare nella versona del Rev.mo
don Luigi Riccerj il sesto Successore di Don Bosco;
ma la nostra 1.e:rza Famiglia, che lo ebbe per 12 anni
solerte, dio.amico, intelligente organizzato.re, all'esul-
tanza comune associa un suo particola.re sentimento
dilegittimo orgoglio nel vedere elevato alla dignità
di Rettor Maggiore il suo Direttore Generale.
Ed è lieta che si presenti presto, nel prossimo Con•
gresso Euca.:riatico Nazionale, l'occasione di rendergli
il primo omaggio solenne dopo la sua elezione. A Pisa
i Cooperatori avranno modo di tli.rgli il loro 'grazie'
per il lavoro compiuto in seno alla Pia Unione.
Qui ci limitiamo a sottolineare la realizzazione
delle parole che il Rev.mo don Ricceri, appena
eletto Direttore Generale dei Cooperatori, rivolgeva
ai Dirigenti sul nostro Bollettino. Dopo ave.r definito
quello dei Cooperatori « un incarico che entusiasma
per le grauili possibilità di azione salesiana che
esso offre », chiedeva la collaborazione di tutti i
Dirigenti « per il .recl utamento sempre più largo
e saggiamcnle selezionato dei Cooperatori, per la
loro formazione più profondamente cristiana e sa-
lesiana, per una organizzazione e un apostolato
modernamente adeguati».
Quello che nel 1952 era u.n ideale e un programma
·di lavoro, è oggi ltna felice realtà. Pe.r lo zelo illu-
minato e intraprendente di Colui che ora veneriamo
oome Successore di Don Bosco, il reclutamento
dei Cooperatoci è divenuto ogni anno « più largo e
saggiamente selezionalo »; la loro formazione, so-
prattutto per l'incremento dato alla pratica mensile
dell'Esercizio della Buona Morte e degli. Esercizi
Spirituali, si è fatta « più profondamente cristiana
e salesiana»; l'organizzazione ha avuto un impulso
tale da meritare il più ampio riconoscimento del
XVIII Capitolo Gen erale (anno 1958), e tanto
più - pensiamo - avrà quello del Capitolo Ge-
nerale in corso, che meglio può valutare gli svi-
luppi e i progressi della P. U. in questi ultimi anni;
anche l'apostolato si è adegu ato ai tem pi, special-
mente nei settori delJ'istruz:ione religiosa, della
s tampa, della moralità e delle vocazioni.
Nel citato XVIII Capitolo Generale si è fatto
giustamente notare che « anche in passato i Supe•
riori e i Capitoli Generali hanno ripetutamente
affermato idee e dato norme direttive per l'organiz-
zazione e la cura spi.rituale elci Cooperatori; ma è
mancata l'attuazione deDe medesime, limitando
sempre più ad una funzione economica il compito
del Cooperatore, compito che venne così svilito
c limitato ».
Bastino questi rapidi cenni per dare un'idea
delle ecceITTOn.!l-li beneI!lei:en.zs acquisite c;laJ Rev.mo
don Ricceri nei 12 anni di direzione della nostra
P. U. davanti alla CongregazioM c alla Chiesa stessa.
Il se1rto Successore di Don Bosco è stato eletto
il 27 aprile, giorno centenario della posa della pietra
angolare del Santuario di Maria Ausiliatrice in Val-
docco. È Don Bosco che ha collocato nell'edificio
della sua Congregazione questa nuova pietra an-
golare. La coincidenza è di lieto a uspicio per il fio-
rire della Congregazione in ques to n u ovo secolo,
ta,nto più che a sostegno di questa novella pietra
angolare della grandiosa costruzione salesiana,
c'è anche la base solida della commovente um:iltà
del sempre v enerato Rettoi: Maggior e emerito,
l'amatissimo don Renato Ziggiotti, per il quaJe
anche la nostra terza Famiglia conserva una rico-
noscenza imperitura.
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ACQUA
VIVA
Vocazioni
I migliori collaboratori
Il VI successore di Don Bosco
parla dei Coope'rafo'ri
Abbiamo seguito con pQ,rticolare interesse la trattQ,•
ziorie del Concilio Vaticano sui « Laici nella Chiesa»,
e più ancora fo parte riguardante i loro impegni
apostolici, integrai.ivi di quelli sacerdotali.
Conosciamo al. riguardo il pensiero e l'ansia del
Santo Padre Paolo VI, sintetizzati nelle sue acco•
rate parole: « È l'ora dei laici ». « Anche ·voi laici
venite ad aiutare l'opera della Chiesa, venite a con•
Jòrtare questo Clero dive,mto scarso e insufficiente.
È ora di operare! Bisogna operare oggi... bisogna
agire subito! ».
L'argomento è di vitale importanza per la Chiesa di
oggi e di domani, ed è ovvio che interessa cla vicino
anche noi, e sotto tanti a-spetti. Basterebbe ad esempio
pensare al bisogno urgente che dappertutto in Congre•
gu:ziorie si sente di collaboratori che debitamente for•
mati e preparati consentano ai nostri sacerdòti di
alleggerirsi da occupazioni non strettamente sacerdo-
tali per declica.rsi - nell'àmbito dell'u.bbidienz<, e
dell'attività salesiana - a compiti più squisitamente
sacerdota.Li.
Non è u11a forzatura l'affermare che Don Bosco vide
chiarame11te la funzione autentica dei laici rie/la
Chiesa e la loro complemmtarietà apostolica ac-
ca-nto al sacerdoti/, Si pensi che egli associa i Coope•
rotori all'apostolato dei Salesiani a.ssegnando ad essi
- sono le parole di Don Bosco 11.el regolamento della
P. U. - << la stessa messe dei Salesiani », chiamandoli
'Confratelli' e addirittura invitando i Salesiani a
« loro i,idiri;;zarsi ogni volta che l'opera di essi pu.ò
gio·vare alla maggior gloria di Dio e a vantaggio
delle anime. Con la medesima libertà, essendone il
caso, i Cooperatori si rivolgeranno ai membri dello
Congregazi.o,ie Salesiarz.ci >> (Re.g. Coop.).
Abbiamo ben motivo di rallegrarci che i.l Concilio
abbia gettato le grandi premesse per la valorizzazione
delle forze dei fedeli impegnali nell'apostolato, « nei
quali - secondo la parola del Santo Padre - dob-
biamo vedere i più fedeli, i più cari, i più avveduti,
i più intrepidi collaboratori, gli amici delle ore in-
time e tristi, i fratelli, come diceva San Paolo ai Filip•
pesi, carissimi ed affezionatissi,mi, gaudio e coro11a
dell'apostolato evangelico ».
Orbene, nella Pia Unione dei Cooperawri salesiani
m, Don Bosco ha inteso dare alla Chiesa. e<l alla Con-
gregazione
potente stru..mento pet l'utilizzazione
di tante magniji.che energie ili semplici .fedeli ed iri
pari tempo per la preparazione cosciente e per la
jòrmazione profondamente cristiana e salesiana di
questi fedeli...
Per accompagnare un giovane sulla strada della
vita religiosa o del sacerdozi.o. occorre accettare
alcune verità. intorno ai problemi de!Ja vocazione
dei giovani, allo scopo di uscire da un certo atteg·
giamento di 'attesa', per assumere decisamente
la menLalità e la sensibilità della 'iniziativa'.
10 Dio manifesta Ja sua volontà di chiamare un
giovane al Sacerdozio suscitando in hri quella in-
clinazione, assicurandogli le qualità necessaàe
(fisiche, intellettuali, spirituali...), mettendolo in
condfaioni adatte (famiglia, associazione, scuola
cauolica...).
2° Un giovane ha bisogno di essere aiutato ad accer-
tare i 'segni' della vocazione; a difendere e a rin-
forzare i 'germi' cli una pianta che dovrà crescere,
fiome e fruttificare.
3° Perciò Dio, dopo aver seminato il 'germe' della
vocazione nell'anima dei giovani, sollecita l'oper a
nostra per coltivarlo e portarlo a maturazione.
Chi deve cooperare? in quale modo?
Il sacerdote, i :religiosi e le religiose hanno una
speciale preparazione e sensibilità per questo apo•
stolato; ma hanno bisogno di collaboratori, spe-
cialmente per operare in località, ambienti o situa-
zioni in cui la gioventù può trovare dissipazione,
se non addirittura irreligiosità o immoralità.
TI parroco sviluppa la sua pastorale, anche in vista
dell'orientamento della gioventù; e darà il suo giu-
dizio, necessario anche quando si tratta di avviare
alla vita religiosa in un Ordine o in una Congrega·
zione.
l\\lla in più di un caso sarà l'insegnantò a lrovars1
nelle condizioni migliori per scoprire e seguire lo
sbocoiare di qualclle hella vocazione.
Altre vol te sarà uno Zelatore o una Zelatrice voca•
:tioni - preparato e sostenuto neJl'amhito del Con-
siglio locale dei Cooperatori - a preclisporre ttn
pian.o di azione per scoprire e seguire lo svolgersi
di qualche vocazione, per segualarla al Parroco o
a un Promotore delle Vocazioni (sacerdote incari·
cato dai propri Superiori).
Ci sarà da seguire attentamente alcuni casi che si
prospettano, inviare nominativi e indirizzi, perchè
l'incaricato possa procedere con concretezza e si-
curezza, incontrare il giovanetto, parlarne in fa.
miglia, lrallare le modalità per farlo entrare in
Seminario o in una Casa di formazione, previo il
giudizio del par.roco.
Nei Consigli locali, nei Ritiri m1rumi, in Convegni
riservati a Zelatori e Zelatrici vocazioni, i nostri
Dirigenti li preparino all'azione.
Segue: Un piano di azione
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Organizziamoci!
Silenzio colpevole
Elementi che non devono mancare
Elementi giovani
La Pia Unione P 11r1U famiglia e rie11 detta appunto
'la Ter;a Famiglia" di Don Bosco. Orn si sa e/re l'av-
venire di una famiglia ~ legalo al coefficie11te dei suoi
membri più gio11a11i. E questo è vero anche per le
famiglie di ordine spiri11urle: il nrunero degli a,spi-
rnriti e tlei giovani novizi ne segna l'indice di vita-
lità o di decadenza. Per le rmove isai::ioni bisogna
quindi insist-ere sugli elmumti giovani: 110n per nulla
reti, sillridi.ra per trtltl' le famiglie religiose (e anche
per fa Terza Famiglia di. Don Bosco) ini::ia con i
i;ediei anni.
1 centri che sorgo1io ucranto a mt Istituto o a un Ora•
torio hanno la fortu11a di avere u11 vivaio a portat<&
di mano. Ne sanno profittare?
Elementi qualificati
Altro coefficiente di 1•it11litrì, non meno importante
def7'apporto di forze nuove e jTesrlte, 1) q1ief/o thlla
qualifica. fo un'epoca in cni l'orga11izzm.io11e è alla
base di ogni movime11ro sociale e di ogni iniziativa
pubblica e prÌ'cata. il difetto di el.enumti qualificati
per i vari settori di 11posu,lato sarebb11 fatule. Oggi
non e'~ ossociazione rhe non curi per prima cosa
lo preparnzione dei futuri dirigenti, non badando a
sacrijil'i. L'iscrizione perciò di una persona, quali-
ficata ussicura ima prospettiva di apost1Jlato rhe su-
pera quella di mi"i1t1era lista di elPmenti com1mi.
Sappiamo clte la vitn1i1t\\ di un centro della Pia Unio,rn
dipende eia/ numero e dalla qualità dri suoi Zelatori
e del/I' sue Zelatrici, e/re /ranno appufllo un"uttività
quali/irata secondo il sl'ltore di apustolato che as•
sorbe e potenzia il loro ::elo. Se lo Zelatore per le vo-
cazioni. per esempio, ~ un insegnante. lru delle possi-
/Jilittl di iniziative che ,ion potrebbe cwere un impie-
gaw o 111i operaio.
Occhio clinico
Don Bosco si rivelava un mago di psicoloeia ,çopral•
wtto nella scelta dei suoi collaboratori e nell'assegnare
ad og1111rio proprio q1,el seltoTe di auiviuì che era fatto
su misura per lui. Era proverbiale l'occhio clinico
di Don Bosco nel t"Olorizzare le doti peTsona/.i dei
suoi aiutanti. fl Delegato locale di 11n Centro della
Pia Unione deve imitare Don Bosco an::i.tutto nella
scelta dei propri collaboratori abituali, gli Zelatori,
a.ssegnando a ciascmto un ben determinato campo cli
a::iono per fanie rin elemento specializzato in quel
settore. P, così che avrà poi a disposizione una rosu
di membri qualificali Ira cui scegliere a colpo sicuro
i Con!iglieri locali.
« appiamo lulli quanto abbia bisogno la vita
odierna di essere richiamata, nel costume e nel
t·oncctto stesso fondamentale, a maggiore dignità.
umana e cristianu. i,peoialmen1r quando gli spetta-
coli e le manifestazioni pubbliche del divertimento
e del costume s1•mhrauo voler degradare la v:ita
ùeU'uomo, la sua dignità e la suo. purezza ».
Questo richiamo del Santo Padre diventa ogni ~forno
più all uale. Si pc11si per esempio a quanto si legge, a
sulla Relazione del Segretariato CentTale per la Ai/o-
ralità del 15 febbraio 1965: « La Corte d'Appello
(li Barl, con sentenza 11 novembre 1964, ha assoilo,
'porchè il fatto non costitlÙSce reato', il produt-
tore regista dr! film Scandali 1111di, che il tribunale
di Bari aveva condannato come rcspoIU!abile delle
immagini e delle sct>.nc offensi,•e del pudore larp.-
mente offerte agli spettaiori della proiezione. Jn-
vece la r.orte d'Appello non ha rav,.,j_sato in c~se
gli estremi dell'offesa al pudore, motivando l'as-
soluzione con la cortsiderazione che sconcezze del
genere 'non differiscono iu nulla da quellr che
solitamente appaiono in tulle le riviste e gli spet•
tacoli del genert>, che sono rappresentate senza
protesta alc u11a nei pubblici speuacoli' . Cioè, in
sostanza, la sentt•nza giustifica un male in quanto
ne esiste un allro molto J.iffu~o.
» Ma l'inseguaml'nto che ci preme cogliere è un
altro: è, purtrOpJ>O, la conforma di ciò che il egre•
tariato va prc•dicanclo da molti anni: il nostro si-
lenzio di fronlc a certe lic«.'Hziosità rappresenta il
'presuppo~to' di un sempre ulteriore decadimento;
perlanlo ~ necessario protestare e reagire, costnnte•
mente e implacabilmente, contro i vari aspetti del
malcostume ».
Raccogliamo l'autorevole in,ito. Davanti a questo
tristissim.o fenomen o dell'immoralità che dilaga in
una Italia cattolica. governata da uomini di ispi-
razione cattolica, non dobbiamo stancarci di pro•
testare.
Gli esempi non mancano. Riuscitissima, tra le
altre, la gra11diosa protesta contro Ili spettacoli im-
morali organiz:iala dal Vescovo d, Verona. mo11s.
Carraro, nomo affezionato Ex allievo della casa
madre e Cooperatore. Quarantamila fedeli hanno
Rfiloto in processione dietro il cscovo e le autorità
e si sono raccolli in piazza del Duomo e nelle vie
adiacenti per ascoltare la sua n.rùente parola.
Così i cattolici di Mondovì (Cuneo) seguendo l'ispi-
razione deir Areivescovo mon-,. i\\!accari, hanno rac-
colto e prlU!entato al Prefetto circa 10.000 firme di
protesta contro gli spettacoli immorali.
Tocca a tutti i cattolici, ma specialmente ai Coo-
peratori, che Don Bosco ha fondato « per giovare
al buon cosLume », imerirsi decisamente nel coro
generale di protesle che i;i alza da ogni parte
d'Italia, per dife11dersi da qursta marea ili fango
che minaccia di sommergere la nostra gioventù.
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PENSIERI PER LA CONFERENZA MENSILE
/-_amiglia
Introduzione
Per un efficace proseguimento della nostra cam-
pagna Famiglia Educatrice • anche durante le pros-
sime vacanze estive, presentiamo alcuni pensieri, in
prevalenza di Don Bosco, che potranno servire ai
nostri Dirigenti per preparare i genitori a prevenire
i molti e gravi pericoli che i loro figliuoli possono
incontrare du_rante le vacanze. Sono pensieri che i
Conferenzieri dovranno sviluppare e commentare
«su misura~ ai Cooperatori del loro Centro.
[I) Salviamo i nostri figli dall'ozio
Nelle vacanze estive certi giovani studenti, senten-
dosi liberati dai doveri scolastici, si gettano a corpo
perduto nel dolce far niente. Se questo far niente
fosse soltanto dolce, non sarebbe un gran male, per-
chè rappresenterebbe un riposo meritato dopo il
lavoro. Ma, purtroppo, questo far niente diventa
amaro e avvelenato, quando viene considerato dai
giovani come occasione per una duplice evasione: dal
controllo della famiglia e dalle pratiche religiose.
Quo11do monca il controllo dl!llo famiglia il giovane,
per istinto, prende quasi sempre la direzione opposta
a quella In cui era tenuto durante l'anno scolastico.
Di qui il capriccio del dormire troppo e di oziare sul
letto, in quelle ore che l'esperienza dimostra essere
pericolosamente tentatrici. Don Bosco combattè sem·
pre questo secondo sonno pomeridiano. Di qui un
secondo capriccio: mangiare di tutto, ogni momento,
rompendo quel ritmo dei pasti che è garanzia di sa·
nità rtSica e di controllo. Di qui, infine, la ricerca dei
compagni non buoni, fatta sotto la spinta di quelle
passioni che si scatenano in un giovane e trovano
pascolo e giustiAi:-azione falsa nei viziosi.
L'evasione dalle pratiche religiòse è peggiore della
prima, perchè il giovane che durante l'anno scola-
stico era solito pregare al mattino e alla sera e fre-
quentare la chiesa per la Messa e i Sacramenti, lan-
ciato in quell'ozio che è il padre dei vizi, proprio
quando si trova nel massimi pericoli, abbandona
quelle armi che soltanto la religione somministra
per far fronte al male.
Perciò il triste spettacolo di giovani che, dopo un anno
di l\\1essa quotidiana, tralasciano anche quella festiva
per i soliti pretesti del sonno, delle gite, dei convegni ecc.
Perciò il consentire ai discorsi dei coetanei che
sparlano della religione, del Papa, dei Sacerdoti, delle
cose di Chiesa ecc. Perciò, ancora, l'abbandonarsi
alla lettura di quei molti settimanali illustrati che
sono fatti apposta per sovvertire i valori morali, met-
tendo spesse volte un articolo religioso a Annco di un
articolo corruttore.
Dopo questo quadro realistico e non pessimistico,
si comprende come Don Bosco chiamasse le vacanze
vendemmie del diavolo.
Egli però, da sapiente maestro, non si limitava a
denunciare i mali; ma ne suggeriva anche i rimedi.
Se fosse vivo il buon Padre, direbbe ai genitori di oggi:
1) Tenetevi vicini I flgliuoli, più ch e potete, anche
con sacrillcio di tempo e di danaro, secondo il detto
di un grande amico di Don Bosco, il conte De Mai-
stre: • lo prendo I divertimenti coi miei flgli, per
Impedire che essi si divertano contro di me •· Questa
sal)iente norma è come l'eco di un'altra ancor più
sapiente di Don Bosco: bisogna che i genitori e gli
educatori amino ciò che piace ai figli e agli allievi,
affinchè questi amino ciò che piace al genitori e ai
maestri.
lo questi ultimi tempi, si sono aperte molte colonie
alpine e marine, volute e favorite in ogni modo dalla
paterna sollecitudin e del Papa, mediante la Ponti-
flcia Commissione di Assistenza.
I genitori cristiani affidino i loro flgli a tali colonie,
e anche a quelle case di villeggiatura che I Salesiani
hanno aperte e organizzate In ogni regione d'Italia.
Il Bollettino di giugno le elenca.
2) Non lasciate nell'ozio i figli con la scusa che
sono stati promossi, ma d ate loro la posslbilnà di
ampliare e completare le nozioni apprese nella scuola.
Per certi ragazzi, l'aver qualche materia da riparare,
è una provvidenza morale, anche se reca noie e spese.
;) Vigliate sulle pratiche religiose dei flgli, norr di
cendo: andate a pregare; o: onda/e in chiesa; ma di·
cendo: andiamo a pregare; o: andiamo In chiesa.
UN TESTIMONIO OCULARE PARLA DELLA ELEZIONE DEL NUOVO RETTOR MAGGIORE
... Quando si ragJrlunge la ma11•ior.11ua
assoluta, l'usemble3 è In piedi: un bat-
timani a non finire, cnldisslmo. Don
Zlggiotti lnscia il suo seggio e si avvi•
clna a don Riccerl. Lo strappa dnlla se-
dia: don Riccerl vuole lnglnoccbJars-i,
don Zieglottl .n.on permette. Lo lrasci-
113JlO al centro. lo piango e filmo. Parrà
strano che un capll.olarc posSa pll1ng.-n,:
ma piangevano tutti•..
Ma phmgo anche per un'altra ragione.
Don Zlalotti ba dato uru, provu di
sant.ltà. La sua serenità mi lascia de.ci·
samcnlc con·vinto che c'è una vlrtU
Le prime parole di don Rlccerl sono:
« Uno dl voi pass:indoml aCC1nto ml ba
detto: coragglo I Ce ne vuole del corag-
itlo•.. Coraggio sopruttutto per sopportare
quello che mi è venuto addosso. Ognuno
di voi potl"à Immaginare qualcO>\\ll di
quello che lo sto provando In ques,10
momento... soprattutto è U senso della
mla llmilllZlonc c_hc ml opprime. Non
vi voglio wnlJlare con l'elenco del miei
Umili e delle mie fn,,ufflcienze, ma mai
come ora le h<> provate. Sento n ello nesso
tempo che qualCOll3 più 1n là di me ml
spinge ad asswn.,re l'ubbidi= che mi
viene affidata d:1 tutti voi. t la mia
chiedo solo un (avore. "o•llo che don
Zlggioui (gli cr.i U a fianco a destra;
don Rlccerl aveva la voce scossa,
l'nula era «colla») ml benedica qui
davanti a voi, Benedica tulle le mie
lmufficienz.e. Ml passi le sue virtù. In
qu.,.ta b4'nedl:tlone bene.dica anche la mia
volontà, che ~ solo qu.eUa di e$$Crc a ser-
vl:tlo dei mlel confratelli. Solo quella 11.
Eru bianco come un cencio; si Inginoc-
chiò senza 1tunrdarc e senza attendere
un c = di don Zlggiolll. SI vedeva che
la voleva sul sufo, la benedlzlonc.
Don Zl,uilottl, con una tranquillità
c:he devo ancora scoprire: l'umiltà.
ubbitllenza. Per Care qu.,,.ta ubbldlema enorme, che rifletteva una calma ìnim-
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e oa~anze
0 Salviamoli dai molti veleni
Quando Marziale parlando delle scuole che s1
chiudono e degli scolari che vanno io vacanza, -usciva
nelle note espressioni: Le tristi bacchette, scettro
dei maestri, riposino flno a ottobre; d'estate i fanciulli,
se godono buona salute, imparano anche troppo I t
diceva per tutti i tempi una verità.
Per il poeta pagano vacanze che ristorino il corpo sono
il più bell'imparare che ci sia, e nessuno oserà dargli torto.
Un altro pagano suo contemporaneo, ma più onesto
di 1-ui, si augura, con frase piena di sapienza umana e cri·
stiana, che ~ sano il corpo, sia anche sana la mente ~-
Le vacanze devono portare a quella sanità fisica, di cui
quella dell'anima dovrebbe essere felice complemento.
Il paganesimo, idolatra del corpo, si fermava a
questo. E non poteva fare di più.
Il cristianesimo, che dà più peso all'anima che al corpo,
non può davvero ignorare il grave problema morale,
che è connesso col periodo delle ferie scolastiche.
Mettete un ragazzo che passi quattro mesi senza
alcuna occupazione, padrone di sè, libero di andare
con chi vuole, in una stagione in cui i costumi e le
mode del vestire si fanno di estrema libertà, per non
dire audacia, e poi mi saprete dire che cosa resta in
quell'animo, a ferie terminate, di bontà, di onestà,
di purezza.
Si potrà obiettare che certe volte la scuola (e più ancora
l'officina, la quale non ammette ferie lunghe) obbliga
i giovani a situazioni penosissime, per cui le vacanze
dovrebbero essere una liberazione più che un pericolo.
In certi casi è cosl. Ma non s i può negare che, in ge·
nere , il tempo estivo per i nostri flgliuoli conserva il rarat-
tere di tempo di emergenza, che non crea certo sonni
tranquilli ai genitori e agli educatori. I quali perciò:
1. Vegliano sulle letture e sugli spettacoli. Viviamo
in tempi in cui in nome di una libertà di stampa alta-
mente biasimevole, è lecito agli affaristi del peccato
mettere in circolazione veleno, che minaccia di ro-
vinarci irreparabilmente l'intera generazione giovanile.
z. Vegliano sulle compagnie ed evitano le pro-
miscue, che possono compromettere per sempre l'edu·
cazione cristiana e umana dei figli.
;. li nudismo procace al mare e ai monti e un
po' dovunque è segno di moralità scaduta. 1 genitori
esigano quindi dai loro flgli un modo di vestirsi da
cristiano e non permettano che ess i. non vigilati,
vadano a bagnarsi dove la moralità è in pericolo.
Don Bosco, anche miracolosamente, colpiva i suoi
giovani che si fossero abbandonati a tali immodestie.
4. Qua lora I fìgliuoli venissero messi in collegi o
colonie, al monte o al mare, ci si informi sui principi
educa.tivi che li reggono, e come la vigilanza vi sia
esercitata. Altrimenti si corre rischio che vengano a
trovarsi in mezzo al vizio organizzato e trionfante.
11 risparmio finanziario non sia l'unico criterio di scelta.
5. E poi genitori e figli usino la preghiera e gli aiuti
spirituali suggeriti da Don Bosco. La vita dello spi-
rito senza questi mezzi non si regge.
Ciò facendo, i genitori attueranno quanto prudenza
umana e divina suggerisce per il bene fìsico e morale
dei loro flgliuoli. Li affidino a San Giovanni Bosco
e a San Domenico Savio, perchè veglino amorevol·
mente sulle loro vacanze cristiane.
Conclusione
I genitori cristiani degni di questo nome dovrebbero
avere il batticuoretutte le volte che non sanno dove sono
i tlgli, che cosa fanno, che cosa leggono o con chi vanno.
« Padri e madri! - esclama Don Bosco - non il-
ludiamoci. I: certo che voi dovrete rendere al tribu·
nale di Dio un conto rigorosissimo dell'educazione data
ai vostri figliuoli! È certo che molti flglì si dannano per
essere stati malamente educati; ed è ugualmente certo
che molti padri e molte madri vanno all'eterna clan·
nazione per la mala educazione data ai loro flgliuoli t.
Parole gravi che sembrano scritte per quei genitori
che quando il flglio o la figlia si fanno una .scalflt-
tura a un dito, si affannano perchè temono un'infe-
zione, e poi non si preoccupano affatto quando l'anima
del flglio o della figlia resta non solo scalflta, ma ferita
mortalmente in una sala da ballo o in un cinema.
Don Bosco, invitato prima per lettera e poi per
telegramma a benedire una bimba gravemente malata,
si rifiutò dicendo: ~ I: meglio che la bambina muoia:
la mamma non saprebbe educarla •·
Noi invece auguriamo a tutti i Cooperatori e Coo-
peratrici che hanno la responsabilità dell'ed-ucazione
dei flgli, la più ampia benedizione del nostro caro
Padre, specialmente durante le vacanze.
maginabile e insospettata, interiore, dìsse
due parole, cordlalì e sincere, a don
Rlccerl e a noi. « Ilo pregato, ho pre-
gato molto per questo. Anche questa
noHe ho più volte rivolto al Signore la
richiesta cU un btavo successor-e. L~avete
trovalo subilo. ti il segno della vostra
maturità. Faccio una raccomanda.zione
·sola a don Ricceri. Non si strapazzi la
salute. Don Ricceri è un uomo che non
si risparmia. (Poi rivolto a don Riccerl)
E adesso ti benedico proprio volentierh►•
Era proprio una scena da Congrega-
zione prim.ltiva e autentica...
Credo di avere filmalo qualcosa. Ma tra
la com.mozione. i battimani, e il silenzio
di e.strema sospensione, non ricordo
bene quali punti ho fissato sulla pel-
licola.
Dopo di ciò è avvenuto il finimondo.
Sono partiti dall'ullima fila ]:!li indiani
(ispeuori e delegati) con ghirlande, Lo
banno incoronato mentre dalla porta
della saJa a tenuta ermetica piombavano
in sala quattro o cinque coadiutori con
dei giardini di fiori in mano.
Intanto i capitolari uscivano dai loro
seggi per dare l'abbraccio al nuovo Re11or
Maggiore.
~ stato questo uno del momenti ph)
fami11lia della mla vila in Congreg-a-
zlone. Quel poverello di Rellor Mag-
giore era schiacciato tra il tavolo della
presidenza e la lavagna. In un budello
di un metro passavano i confratelU am..
muccbiali, di tutte le stazze, e in lacri.Q,.e
abbracciavano e seppclllvano di baci il
nuovo, fine, affettuoso Rettor Maggiore.
La [unzione dl filiale incontro con U
nuovo padre della Congregazione è du-
rata almeno mezz'ora. J.ntanto al centro
della sala per tutto il tempo della fun•
zione un co-ro di scalmanati salesiani
(vecch.i e giovani assìeme) cantavano
1u1ti gli inni dc.I repertorio sales.iano
internazionale: « Giù dai colli, Ausllla-
tricè, Christus vincit, Di Don Bosco... ».
t stata un'ora di s1orrn salci;lana che
rimane In Condo all'anjma di chl l'ha
vissuta.
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I ESEMPI I
Iniziative per la Campagna 'Famiglia Educatrice'
PUERTO REAL (Spagna)
Organizzato dal Consìglio locale dei Cooperatori, ha
avuto successo un ciclo di conferenze sulla Famiglia,
tenute da conferenzieri qualificati. Si svolsero i seguenti
temi: l genitori sono i primi educatori dei figli - La fami-
glia e la vocazione dei figli - La famiglia nei giorni fe-
stivi. festoso e graditissimo contorno alle conferenze
furono la musica e i canti della ~ Rondalla salesiana •
di Rota e la proiezione di interessanti documentari.
RUVO DI PUGLIA (Bari) Tavola rotonda
sul tema « Mio figlio adolescente »
L'iniziativa dei Cooperatori locali ha destato no-
tevole interesse. La tavola rotonda si è svolta presso
l' Istitu.to delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Alla discussione hanno partecipato: prof. Dome-
nico Campanale, ordinario di fllosofìa teoretica presso
l'Università di Bari , prof. don Gino Corallo, ordinario
di pedagogia presso l'Università di Bari, prof. Rocco
Mazzone, medico chirurgo, dott. Leonardo Antonio
Scelsi, consigliere di Corte d'Appello, prof. Laura
Caputi Catalano, sig. Maria Serafino Cantatore.
Dal dihattito è emerso evidente come l'adolescenza
sia un periodo di rapida crescenza, che rivoluziona
l'organismo e la psiche del ragazzo. Questi, dopo
aver risolto il problema della , befana », vuol risolvere
quello delJa ~ cicogna •; si orienta, cioè, decisamente,
verso la netta caratterizzazione sessuale, verso l'af-
fermazione della propria personalità. Si tratta di un
periodo delicatissimo di maturazione fisica, paragona-
bile a una nuova nascita, un perfodo decisivo per la
formazione dell'uomo completo.
Spetta esclusivamente ai genitori, e solo in via d i
surrogazione ad altri, intervenire al momento giusto
con la serenità, l'esemplarità e la delicatezza in questo
difficilissimo compito educativo.
Il padre, per il fìglio, e la madre, per la Aglia1 de-
vono cercare di essere gli amici, i confidenti e i col-
laboratori vigill e rispettosi, i più informati sulle
amicizie, le letture e i divertimenti dei flgli adolescenti.
G. Favini • ALLE FONTI DELLA VITA SALESIANA , SEI L. 1000
t una miniera di documentl, scelti con cura dn don Favlnl,
per far conoscere Ja Co·nt;regazione nella sua storia. ne:Ue s ue
costitw;ionl e nel suoi impegni di vita religiosa e dJ ap ostolato.
Rende un ottimo servizio a chi dovrà parlare al Salesiani,
alle Figlie di Maria Ausiliatrice e ai n ostri Cooperntorl sul
credici temi elencati nell'indice.
Gioverà a tutti I predicatori cli Esercizi Spirituali e anche al
Direttori delle Case Sàlesiane per le confereru:e mensili a i
confratelli. La SEI prese.nia ll volume in ottirna edizione e
oon un p rezzo dl dlvu.J.gazlone.
1 genitori inoltre devono preoccuparsi di tenerli quo-
tidianamente impegnati in att ività varie. Occorre che i
genitori inter vengano prima che la strada deformi iJ
carattere del ragazzo.
Don Renato Nitti, delegato ispettoriale, ha chiuso
il dibattito richiamandosi al grande ponteflce Pio Xli,
che deflnl l'adolescente i una promettente speranza
per la famiglia, la società e la Chiesa t. Se il compito
dell'educatore è delicato, difficile ma affascinante,
occorre tendere all'ideale alt issimo, posto da Dio
all'umanità, e guardare all'avvenire con gioia.
ROMA Corso per fidanzati
Anche quest'anno il Centro ispettoriale Cooperatori
di Roma, incoraggiato dal successo degli anni pre-
cedenti, ha promosso un corso di preparazione al
matrimonio. Cento giovani - cinquanta coppie -
l'hanno frequentato con serietà e assiduità. Per sei
sabati consecutivi esperti in materia hanno tenuto
una lezione-conversazione sui seguenti temi: Fidan -
zati: perchè? come? (architetto franco Franceschetti) -
Le dimensioni dell'amore umano e cristiano (don Giu -
seppe Groppo) - Fidanzamento: prepararsi a educare
(don Giovenale Dho) - Problemi medici Ife/ fidanza-
mento e del matrimonio (dott. Andrea Salvati, del C.l.S.) -
La vita in due (dott.ssa Maria T. Criconia) - Aspetti della
morale del matrimonio (P. Bernard liiiring C. SS. R.).
Ogni problema venne esaminato e discusso con
grande franchezza, sia dal punto di vista pratico che da
quello religioso ed etico. L'interesse fu grande in tutti.
Il corso si chiuse con un ritiro spirituale di mezza
giornata, che servi a flssare propositi e a raccogliere i
frutti della provvidenziale iniziativa.
BORGOMAN ERO (Novara) Per un matri-
monio çristiaf'!o
I: il titolo di una iniziativa anal oga alla precedente,
voluta e organizzata in collaborazione dal Segretariato
Diocesano « Attività familiari e dal Centro Coope-
ratori Salesiani della città.
Ecco i titoli delle conversazioni: // sacramento del
Matrimonio (can. A. Minetti, parroco) - Morale e
Ascetica matrimoniale (don L. Nida, Delegato vesco-
vile) - La comunità familiare (on. avv. L. ' scalfaro) -
Vivere insieme la fede (don V. Minghelli, salesiano) -
Carne e spirito (prof. C. franchini) - Sviluppo fami-
liare riel/a carità (mons. E. L upo, parroco).
A coloro che banno frequentato regolarmente i
corsi, venne rilasciata una dichiarazione - valida per
volontà de.I Vescovo in tutte le parrocchie della dio-
cesi - che li esimerà dall'esame canonico sulla pre-
parazione religiosa al matrimonio.
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Incontri di studio per Cooperatori Insegnanti sul tema 'Vocazioni'
Dall'Aula Conciliare, dove i Vescovi di tutti i con-
tinenti hanno riforito le loro molteplici e spesso do-
lorose esperienze, la Chiesa ha detto al mondo i suoi
ploblemi, le sue ansie, le sue attese. Fra i più gravi
e complessi, sono i problemi di un'umanità che a
rapidi passi si avvicina al traguardo dei sei miliardi
di anime, previsti per il Duemila, un'umanità che
sarà per Cristo e per i valori che Egli rappresenta
solo a patto che i Cristiani si distinguano per un im-
pegno totale a servizio di quei valori: diversamente,
sarà contro Cristo.
In questa prospettiva il problema vocazionale, in-
teso nei suoi termini più ampi, ha il rilievo e l'ur-
genza che ben si comprende: mai come ai nostri giorni,
di fronte alla molta messe~, pesano sui responsabili
le parole di Cristo: t gli operai son pochi~- Gli in-
contri di stud i per Insegnanti mirano a favorire la
ricerca e la cura dei vocati.
A ROMA Si tenne presso il Tempio di San Gio·
vanni Bosco, grande suscitatore di vocazioni. Vi con-
vennero Insegnanti Cooperatori, Ex alllevi e Amici.
Dopo la S. Messa e le efficaci parole delt' Ispettore
don Gaetano Scrivo, seguì la relazione di don G. Dho
del P.A.S. su La missione educatrice del'Insegnante
e l'aiuto che può dare ai suoi allievi per la scoperta
della missione specifica di ciascuno nel Regno di Dio,
con particolare riferimento alla vocazione ecclesia-
stica e religiosa.
Parlò anche la prof. Vetulia Italia, traendo felici
spunti dal libro: La Chiesa in stato di missione del
card. Suenens.
La giornata, già tanto ricca, ebbe il suo corona-
mento nella visita al Collegio S. Pietro A11ostolo,
, dove avvenne l'incontro dei convenuti con gli stu-
denti indigeni.
A MESSINA Come sede dell'incontro fa scelto
l'Oratorio San Domenico Savio. Lo diresse il Dele-
gato lspettoriale don Antonino Fallica.
Dopo la S. Messa celebrata da mons. ferlisi, la
relatrice, insegnante Carmelina Garufl, ha svolto il
tema: Criteri ed esperienze nell'apostolato delle Voca-
zioni. Tra l'altro ha rilevato che questo problema,
anche se molti insegnanti se lo sono posto, forse non
l'hanno messo io rapporto con. la loro professione.
Ed era proprio questo lo scopo dell'incontro: invitare
a meditare sulle infinite possibilità che l'insegnamento
offre a coloro che sentono la gravità e l'urgenza di
questo problema, definito non a torto «angoscioso ~
per la Chiesa. La verità predicata da Don Bosco che
in molti ragazzi Dio getta il seme della vocazione,
por ta la conseguenza che la famiglia e la scuola deb-
bono formare l'ambiente adatto aUo sviluppo di
questo germe.
E dopo di aver illustrato le forme più efficaci di
questa collaborazione, la sig.na Garufì concludeva
sottolineando la necessità di intensificare la propria
vita interiore se si vuole essere strumenti validi ed
efficaci di apostolato, perch:! nessuno può dare ciò
che non ha.
Anche la meditazione di don Igino Capitanio sui
perchè i giovani sono distolti dal pensare seriamente
alla vocazione sacerdotale e religiosa oggi, servì a
illuminare gli insegnanti sulla tattica da seguire nello
svolgimento di un lavoro ostacolato soprattutto dal-
l'aria satura di edonismo che respirano i ragazzi del
nostro tempo.
Analoghi convegni furono tenuti a CATANIA e a
CALTAGIRONE. In essi alla voce di esperti sa.lesiani
si unl quella di docenti ricchi dj sapienza pedagogica
e di spirito cristiano, tra cui il prof. Corrado Dallo,
presidente regionale degli Ex allievi, e la dott. Gio-
vanna Veronese, direttrice didattica.
VALENCIA (Spagna) Convegno lspetto-
riale dei Consiglieri locali
Lo presiedette il Rev.mo Ispettore don Giuseppe
M . Carbonell e furono due giorni di fervore, di en-
tusiasmo e soprattutto d'intenso lavoro formativo e
organizzativo.
Intervennero i Consiglieri d ei Centri dell' lspettoria,
anche dai più lontani. Particolare interesse suscitò la
lettura della lettera pr ogrammatica dell'attuale Rettor
Maggiore, Rev.mo don Luigi Ricceri.
La gioventù maschile e femminile fu presente per
in serirsi nel movimento Cooperatori e chiese la col-
laborazione degli anziani per facilitare il suo in gresso
in seno alla Pia Unione.
«Convegni come questo - ha scritto l'Ispettore
ù1 una Circolare ai Salesiani - ci fanno balzare avanti
d'un solo colpo di vari anni: aprono orizzonti t.
ALASSIO I Consigli locali della Liguria
a convegno
Fu presieduto dal Rev.mo don Luigi Riccerì, al-
lora Direttore Generale dei Cooperatori. Si svolse
nell' Istituto Salesiano di Alassio. Erano presenti
quasi al completo i Consigli locali dei Centri della
Liguria da Vallecrosia alla Spezia, in numero di 95.
Le tre relazioni della giornata furono tenute da
don Favini, don Colombara e don Archenti, sui temi:
L'anima del Consigliere nella Pia Unione dei Coope-
ratori - L'energia di apostolato del Consigliere - La
nuova liturgia vissuta e irradiata dal Consigliere.
Il signor don Ricceri puntualizzò a varie riprese le
idee madri. Anche la nitida messa a punto de.ll'Jspet-
tore don Ciccarelli aiutò lo slancio degli interlocutori.
Prima del banchetto venne proiettato un documen-
tario su Giovanni XXllL
A sera, nella cappella dell' Istituto, la commovente
chiusura dell'attuale Rettor Maggiore, che già al
mattino aveva celebrato il santo Sacrificio e tenuto
la omella.
Si lanciò anche la proposta di un corso di Esercizi
Spirituali per Coniugi Cooperatori e venne flssata
come data la metà di settembre, nell a Villa Ranixe
di Oneglia in una magnifica v isione sul mare.
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coli, seduzioni, errori d'ogni sorta, egli Incarnò la
Chiesa; degno Vicario di Cristo, por tò vita dove altri
portavano morte; e innalzò 11 Papato a un prestigio
quale mal s'era raggiunto.
Un giudizio:
"Se si pensa alle enormi responsabilità e diffl,
coltà gravanti sul Papato che per la prima volta
nella storia si trovava a dirigere la Chiesa nel
turbine di una guerra veramente mondiale, non si
può negare che Pio Xli ne sia uscito con grande
onore e abbia ben difeso la causa della fede e
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vfa Maria Auslllatrlce 32, Torino . Telefono '8.29.24
Direttore responsabile Don Pietro Zerbino
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