Bollettino_Salesiano_197412


Bollettino_Salesiano_197412



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BOLLETTINO SALESIANO
EDIZIONE PER
I DIRIGENTI DEI COOPERATORI
Spedizione in abbonamento postale
Gruppo 2° (70) - 2• quindicina
Vogliamo portare I Cooperatori Salesiani a diventare collaboratori coscienti,
Integrai/, a fianco di noi, non sotto di noi: non solo, quindi, fedeli e docili esecutori,
ma capaci di responsabilità apostoliche, pur sempre d'accordo e In sintonia col Sacerdote.
DON LUIGI RICCERI
A. XCVIII. N. 12-14 • GIUGNO- LUGLIO 1974 • DIREZIONE GENERALE 10100 TORINO VIA M. AUSILIATRICE, 32 • TEL. 48.29.24
LA Più BELLA
PAGINA
DEL NUOVO
REGOLAMENTO
« Con senso di umile gratitu-
dine crediamo » che i Coopera-
tori « sono sorti non da solo
progetto umano, ma per inizia-
tiva di Dio (4) ».
Lo Spirito Santo, con l'inter-
vento materno di Maria, suscitò
Don Bosco e gli diede cuore di
padre e maestro, capace di donarsi
per la promozione e la salvezza
dei giovani, sr.ecialmente poveri
e abbaodonat , e delle persone
umili ed emarginate.
Per prolungare questa missione,
lo Spirito Santo lo guidò a dar vita,
tra le altre forze apostoliche, ai
COOPERATORI SALESIANI (5).
La Chiesa approvando e fo..
dando più volte la nostra Asso-
ciazione, vi ha riconosciuto l'azio-
ne di Dio. Questa presenza dello
Spirito è il sostegno della nostra
speranza e l'energia per il nostro
impegno apostolico e per la no-
stra fedeltà.
Il Capitolo Generale Speciale
dei Salesiani ha cosi definito la
nostra identità: « Secondo il pen-
siero... di Don Bosco, il Coopera-
tore è un vero Salesiano nel
mondo, cioè, un cristiano, laico
o sacerdote, che - senza vincoli
di voti religiosi - realizza la
propria vocazione alla santità in
una missione giovanile e popolare
secondo lo spirito di Don Bosco,
a servizio della Cliiesa locale, e
in particolare comunione con la
Congregazione Salesiana ».
(4-5): Costituzioni Salesiane, ed. 1972
In questo numero, tra l'altro:
Il programma 1974-75 .. Rassegna delle Giornate sulla Famiglia Salesiana.
I giovani CC. ai Convegni di Como e di Messina.
49

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STUDIARE
ED ESPERIMENTARE
IL NUOVO
RFGOLAMENTO
vuol dire
es,ere consapevoli
che l'associazione
sta maturando e si avvia
verso stagioni migliori
<< ... 11 giovane consigliere Franco Naso presenta il
nuovo Regolamento Cooperatori, ne illustra le due
parti, soffermandosi sulla figura del Cooperatore alla
luce del Concilio Vat. II, e tratta brevemente delle
strutture organizzative. Invita poi i presenti ad appro-
fondire la conoscenza mediante la lettura personale,
per poter in una prossima giornata di studio, com-
pletarne la conoscenza attraverso la discussione fra-
terna. Il Delegato ispettoriale don Ceresa consegna ad
ogni consigliere una copia del Nuovo Regolamento.
Per i Centri, invece, la consegna ufficiale del Re-
golamento avverrà nel mese di settembre, in occasione
di un'Assemblea straordinaria, durante la quale il
Regolamento verrà presentato e spiegato nelle sue
linee essenziali, mentre ci si impegnerà, durante tutto
il pro~simo anno, nello studio particolareggiato del
medesrmo.
Il nostro Consiglio ispettoriale recentemente eletto e
arricchito di nuovi elementi, a norma dell'art. 26,
par. 4_. procede alla elezione del proprio Segretario
CoordLnatore.
Votanti n. 8
Franco Naso
Luisa Rigon
voti 2
)) 6
~isul~ così eletta Segr~tario Coordinatore la sig.na
~rnsa R1gon del Centro di Bologna, che accetta l'inca-
r.ico >>.
(dal verbale del Consiglio ispectorfale emiliano. 20 maggio 1974)
~ ..: l'acc~glie1_1Za al Nuovo Regolamento dei Coope-
ratori è lusmgh1era e promette bene nella nostra ispet-
toria novarese. Il sig. Ispettore durante la Concelebra-
zione della 'Giornata dell'l spettoria' tenutasi a Ver-
celli il 18 maggio 1974, fece solenne presentazione e
consegna del Nuovo Regolamento ai Direttori e De-
legati dei Centri Salesiani. Il Delegato dell'lspettoria
presentò e consegnò alle Direttrici e Delegate dell'Ispet-
toria Alessandrina radunata per gli esercizi a San
Salvatore il giorno 20 maggio 1974, lo stesso. Pre-
sentò e consegnò inoltre il Regolamento ai Consiglieri
ispettoriali durante una giornata di Assemblea con-
giunta Pastorale Adulti, in Vercelli, il 23 maggio 1974.
La stessa co!"lse~a. farà il giorno 5 giugno 1974 a Rop-
polo alle D1tcttnc1 della Vercellese, raccolte per gli
esercizi. Così pure alla prossima occasione per l'ispettoria
novarese delle FMA. I Centri sono ormai sensibiliz-
zati dalla Delegata...
A livello ispettoriale, nella suddetta Assemblea con-
giunta ma in separata sede, àbbiamo nominato il Se-
gretario-Coo_rdinatore, rivedendo e aggiornando la strut-
tu.ra alle esigenze del Nuovo Regolamento. Ai singoli
Centri verrà consigliato di fare la nomina del Segre-
tario Coordinatore entro ottobre prossimo... >►.
(Don C. Marino. delegato ispottoriale per la, Novarese»)
Ve~celll (18 Aprile 1974) · L'lapettore della "Novarese" consegna Il Nuovo Regolamento ai Direttori e ai Dalegati locali in occasiona dell
"Giornata della Famiglia lspettoriale".
a
50
I

1.3 Page 3

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13-16 novembre lspettorie Lombarda-Centrale-Pie-
montese-Novarese-Vercellese
Triuggio (Ml)
13-16 dicembre - lspettorie Meridionale-Romane -
Napoletana - Lanzo di Martina
Franca (TA)
2-5 gennaio
Sicilia - Cas-tanea delle Furie
(Colle S. Riz:z:o) (ME)
(I convegni inlzler11nno alle 17,30 del primo giorno Indicato Cl •I
concluderanno alla 14 dall'ultimo. Quello di Montaortona, par
ecceziona, lnizlarl alle ora 9 del 28. È bene pert} raggiungere la
s•de fin dalla sere precadent•J.
PROGRAMMA
1974-75
(elaborato
dal Consiglio Nazionale
e approvato
dagli ispettori
per la loro parte)
TEMA ANNUALE DI STUDIO: "LA VITA SPIRI-
TUALE DEL COOPERATORE». Dieci incontri mensili.
Conferenze annua/I sui temi :
Missioni, problema della Chiesa;
- Le Missioni salesiane (centenario).
NUOVO REGOLAMENTO
È fortemente sentita /'esigenza di conoscerlo in
profondità e di esperimentarlo con coraggio, senza
indulgere a comprensibili titubanze o a false Inter-
pretazioni. Per questo:
a livello di centri;
- diffondere, studiare, SPERIMENTARE il Nuovo
Regolamento iniziando dal 1 ° ottobre c. a.
Si terranno dei Convegni straordinari interispetto-
rialj per delegati, delegate locali e assistenti, secondo
questo calendario:
Delegati e assistenti:
6-9 novembre - Piemonte- Liguria - Muzzano (VC)
28-30
>}
- Veneto-Lombardia - Monteortone
(PD)
20-23
- Italia Centrale-Emilia-Toscana -
Bologna
24-27
l>
- lspettoria meridionale Castel-
lammare (NA)
1-4 dicembre - Sicilia - Zafferana (CT)
Delegate loca/I:
2-6 settembre - Veneto-Emilia-Toscana - Costa-
bissara (VC)
11-14 ottobre lspettorie Monferrina-Alessandri-
na-Ligure - Va/madonna (Al)
FEDELTÀ Al VESCOVI E AL PAPA
"Più la Santa Sede sarà bersagl/ata, più dal Coo-
peratori sarà esaltata... 11 (Don Bosco).
SI avverte nella nostra società uno spirito di critica
Irrispettosa e demolitrice diretta verso lo stesso Pon-
tefice e l'episcopato. Perché i CC. siano sensibilizzati
ad una fedeltà a tutta prova al Papa e al Vescovi, ogni
Consiglio ispettor/ale studierà l'attuazione di una
GIORNATA DELLA FEDELTÀ AL PAPA E Al VESCOVI,
a livello locale o ispettoriale.
RADIOGRAFIA
Ne/l'associazione sembra mancare una conveniente
circolazione di informazioni su quanto si sta facendo
per attuare la nostra missione, specialmente In alcun/
settori privlleglati. Cl si chiede ad esempio: I CC.
si offrono per la Catechesi e fino a che punto7 e nel
settore della stampa In che misura sono presenti7
L'impegno per I Corsi di Esercizi è forse diminuito?
Pertanto, per una esatta conoscenza del nostro la-
voro, ogni regione avvierà una
INDAGINE o RADIOGRAFIA del suo impegno apo-
stolico nella Chiesa e nella società che sia strumento
di lavoro per i prossimi anni.
PRESENZA NELLA SCUOLA
La nuova legge sullo stato giuridico degli inse-
gnanti offre al CC. ampie posslb;/ità d'intervenire
sotto un duplice aspetto: collaborazione e preven-
zione. L'associazione quindi prende un
IMPEGNO PARTICOLARE PER PARTECIPARE, at-
traverso i genitori più qualificati e i suoi insegnanti,
agli ORGANI PREVISTI PER LA GESTIONE DELLA
SCUOLA.
RACCOMANDAZIONI particolari:
- Almeno una volta l'anno il RITIRO MENSILE
abbia la durata di una GIORNATA INTERA.
- Si Incrementi il numero del CC., puntando di
preferenza verso i coniugi di età 30-40 (settore nu-
mericamente il più debole nella Associazione).
- Si ripeta (o si svolga per la prima volta, dove
non la si è potuta fare quest'anno), la GIORNATA
DELLA FAMIGLIA SALESIANA a livello locale.
INCONTRI ASSOCIATIVI
GIOVANI COOPERATORI - CONVEGNO NAZIONALE
Grottaferrata (Roma) 1 -4 novembre.
PELLEGRINAGGIO NAZIONALE A ROMA
PER L' ANNO SANTO: 10-11 maggio.
CONSIGLIO NAZIONALE
Roma, 25 aprile (pom.) 27 seg. (ore 14)
51

1.4 Page 4

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I temi previsti, suscetti.bili di qual-
che piccola variante, sono:
giorno: Sguardo retrospettivo
sulla genesi e la storia dell'Associazione
cc.
r. La nascita dell'Associazione CC
nel mondo del secolo XIX.
2. La cooperazione salesiana dopo
i Congressi internazionali di Bologna,
Torino e Santiago del Cile.
3. La mia esperienza di Coope-
ratore Salesiano.
4. Il Cooperatore Salesiano del
secolo XX alla ricerca della sua
identità.
COLLOQUIO INTERNAZIONALE
SULLA VITA SALESIANA
Friburgo (Svizzera) 25-30 Agosto 1974
:2° gi9rno: Missione del Coope:a-
tore nella Chiesa e nella Società
contemporanea.
5. L'azione cristiana nel mondo
d'oggi.
6. Come io comprendo la mis-
sione del Cooperatore Salesiano.
7. Riflessioni sociologiche sulla
<i secolarizzazione >> della religione.
8. La missione del Cooperatore
nella Chiesa e nell_a società contem-
poranea.
TEMA:
"IL COOPERATORE
NELLA SOCIETÀ
CONTEMPORANEA"
Il prossimo centenario dell'Asso-
ciazione (1976) e la natura dei pro-
blemi attuali della Famiglia Sale-
siana hanno spinto gli organizzatori
dei Colloqui sulla vita saless·ana ad
approfondire questo tema che oc-
cupa un posto centrale nel progetto
apostolico di Don Bosco.
Scopo del Colloquio è precisare,
nel mondo contemporaneo, l'identità
del Cooperatore, di specificare la sua
vocazione, di determinare la missione
e di definire l'organizzazione dove
già esiste e le linee generali della S\\la
52 spiritualità. Riunisce persone (SDB,
FMA, CC, VDB) competenti o sul
piano teorico (di ordine storico,
sociologico, giuridico, teologico o
spirituale) o su quello pratico, con
un metodo di lavoro scientifico. Il
Colloquio non e un Congresso, ma
un tempo di riflessione comune ap-
profondita.
La
sione
beassetatcaonacsrseictauradtia
questa rifles-
con risposte
a un questionario inviato a ciascu-
no dei partecipanti e con comunica-
zioni di esperienze di vita fornite
durante il colloquio dai Cooperatori
stessi.
giorno: Orga11izzazione dei Coo-
peratori nella Chiesa d'oggi.
9. Il posto attuale dei Cooperatori
nella Famiglia Salesiana e nella
Chiesa locale.
10. L'Associazione dei Coopera-
tori nella Chiesa post-conciliare.
11 . I giovani Cooperatori e le
loro prospettive.
4° giorno: Vita spirituale del Coo-
peratore contemporaneo.
12. La vocazione del Cooperatore
Salesiano implica esigenze evangeliche
particolari ?
13. Il punto di vista delle Figlie
di M .A. e delle Volontarie di D.B.
sulla vocazione del Cooperatore Sa-
lesiano.
14. La vita spirituale del Coopera-
tore nel mondo contemporaneo.
I Cooperatori italiani saranno
presenti con una delegazione di sei
elementi. A due di loro è stata af-
fidata la trattazione degli argo-
menti 3 e 11.

1.5 Page 5

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FAMIGLIA SALESIANA:
GIORNATE
DI STUDIO
EDI ESPERIENZA
Una rassegna viva
e dimostrativa
della necessità di incontrarsi
per conoscersi e collaborare
... SI tratta veramente di •ris co-
prire' il progetto originario di Don
Bosco. Abituati a guardare I singoli
Gruppi, abbiamo forse perduto di
vista Il disegno completo, cosi come
lo pensi> Il nostro Fondatore. A cen-
t 'anni di distanza dal giorno In cui
furono approvate le Regole dei Sa-
les/ani, clsembra ancorpiù doveroso
rifarci ad esse, scoprendone quella
originalità che Don Bosco non poti
esprimere al suol tempi. È stato
detto Infatti che furono proprio gli
angoli più originai/ ad essere smus-
sati. Oggi Invece, liberi da quel con-
dizionamento storico, l'Idea torna
a s plendere nella sua originalità.
Ma una volta che questa riscoperta
viene fatta a I/vello mentale, deve
poter scendere sul plano operativo.
Questo passaggio iJ più dlff/cl/e, ma
non meno necessario. Dobbiamo
lavorare insieme I E cli> non tanto
perché spinti dalla necessità, quan-
to Invece perchi lo esige la fedeltà
a Don Bosco. Egli ba Istituito una
Famiglia e noi slamo chiamati a
pensare e ad operare come membri
di questa vasta Famiglia... (Don
P. Liberatore, Ispettore della « Me-
ridionale» - dal «Notiziario» - Pa-
squa 1974).
VENETO OCCIDENTALE
(Verona)
« La conclusione operativa di
questo incontro iJ questo co-
stituire la famiglia saleslanaj
locale... Quanto qui si iJ detto
si faccia alla periferia... ».
Questo è il incontro dei gruppi
della Famiglia Salesiana del Veneto
occidentale. (TI primo incontro è av-
venuto nel marzo dell'anno scorso e
fu in certo modo l'atto non di co-
struzione della Famiglia ma della
presa di coscienza di questa realtà).
Esso ha avuto il taglio particolare
dato dal tema, il cui studio era anche
lo scopo delle due giornate: La Fa-
miglia Salesiana riscopre l'attualità del
s#tema preventivo di Don Bosco.
Quindi é stato un incontro di pre-
ghiera e di convivenza della intera
nostra Famiglia. Sede delle due gior-
nate fu l'istituto Don Bosco delle
FMA Padova, ospitale al punto che
in esso ci sentivamo di casa.
Partecipanti, più di duecento
persone. Al tavolo della presidenza
sedevano l'ispettore don A. Marti-
nelli, l'ispettrice suor M. Mazza, il
relatore don Paolo Natali, il dott.
L. Sarcheletti, consigliere nazio-
nale dei Cooperatori, la signora
I. Zago, presidente ispettoriale delle
exallieve e l'avv. Sartori presidente
ispettoriale dell'unione exallievi. Di-
rigeva l'assemblea il vicario ispet-
toriale don Zanella.
• Il tema fu così presentato dal
relatore:
n sistema prevemivo di Don Bo-
sco: una Spiritualità a servizio dei
giovani, e fu svolto in due relazioni:
Ragione, religione ed amorevolezza di
Don Bosco per i suoi giooani; Ragio11e,
religione, amorevolezza nell'incontro e-
ducativo salesiano con i giovani degli
anni '70.
I momenti di preghiera, la cele-
brazione eucaristica animata dai gio-
vani CC. di Rovereto, la consegna
della tessera a sei ex:allievi dello
Zaire e dell'attestato di appartenenza
alla famiglia salesiana a tre coope-
ratrici, il dopocena rallegrato dallo
spettacolo offerto dalle ragazze del-
l'istituto, tutto contribul a fare del-
l'incontro una esperienza di fainig!ia
oltre che Giornate di studio. Ma la
ricchezza dell'incontro è venuta ov-
viamente dalle relazioni meditate e
ricche di contenuto, e dalle relazioni
dei quattro gruppi di studio. Questi
lavorarono attorno a questi argo-
menti: Il sistema preventivo e la
Famiglia, la Scuola, la Parrocchia e
il Centro giovanile.
Ecco alcune indicazioni emerse
dalle relazioni dei gruppi: «... Bi-
sogna maturare maggiormente a li-
vello di Famiglia Salesiana lo spi-
rito e la responsabilità di ognuno
perché questi poi agisca all'interno
della propria famiglia e qi conseguenza
nell'ambiente in cui vive. - Le fami-
glie auspicano un maggior aiuto da
parte dei Salesiani per riscoprire il pri-
matoeducativo della famiglia nei con-
fronti di altri organismi. - Si chiede
la collaborazione di tutta la famiglia
per aiutare i genitori nel compito
oggi cosi arduo della educazione dei
figli... >> (.ZO gruppo).
2" gruppo. «... Per la realizzazione
concreta della legge 477 si propone:
l'organizzazione di una scuola per
genitori, la preparazione degli in-
segnanti laici delle nostre scuole,
non exallievi o cooperatori, dal punto
di vista del sistema preventivo. -
Dal gruppo è stato pure sottolineato
che l'amorevolezza si attua in modo
particolare in uno Spirito di famiglia,
componente non trascurabile dello
spirito salesiano I
È stata espressa una lamentela da
parte di qualche persona presente,
che riguardava l'atteggiamento del
salesiano nei confronti di coloro che
frequentano i nostri ambienti sopra-
tutto e cioè esiste una specie di 53

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2
64
NELLE FOTO:
ALCUNI MOMENTI
OELLE VAJIIE
GIORNATE
SULLA FAMIGLIA
SALESIANA
f•Z, • Muuano Biellese
(Vercelll)
23-24 mano 1974,
per le lapettorl•
not1•,.n, •l••••ndrln•
t1•rceli..•.
3-4, a Caatellammare
di Stabia (Napoll)
17•1' mano 1974 per
le lapettorle m•rldlon•la
napo,.tan•.

1.7 Page 7

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55

1.8 Page 8

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Incontro a Castellammare di Stabia (Napoli), il 17 e 18 marzo 1974, per le ispa ttorie meridionale e napoletana.
A Firenze, Il 24 marzo, per la Tollcana.
56

1.9 Page 9

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'razzismo' di acceptio parsonarum
che urta e crea separatismi. - Creare
tra di noi una reale comunione. La
Famiglia Salesiana ha significato
quando i componenti si trovano in-
sieme per studiare un piano di azione,
cercando poi di tradurlo in pratica 1>
(20 gruppo).
ISPETTORI E ALESSANDRINA,
NOVARESE, VERCELLESE
« ..• a prima vista un gruppo
eterogeneo, ma :se ti soffermi
a osservare meglio... ».
Muzzano Biellese (Vercelli), 23 mar-
zo, ore -i7.
«La sala di soggiorno è gremita
da un folto gruppo di persone. A
prima vista si direbbe un gruppo
eterogeneo: vi sono sacerdoti, gio-
vani, signorine, suore, persone ma-
ture. Però se ti soffermi ad osser-
vare i loro atteggiamenti ti accorgi
subito che fra loro esiste una certa
affinità, insomma, che sono mem-
bri di un'unica famiglia, quella di
Don Bosco.
Verso le 18,30 l'ispettore salesiano,
don G. Lucetti, saluta l'assemblea e
presenta il lavoro e le finalità della
giornata della Famiglia Salesiana che
inizia subito con la celebrazione della
Parola. Dopo la cena, consumata in-
sieme, e la ricreazione, semplice e
festosa, la "buona notte". L'ispettore
ricorda un episodio: Don Bosco
riesce a mettere la pace fra il lu-
strascarpe e lo spazzacamino che si
contendevano il suo affetto. "Ve-
dete la mia mano ?... e il mio dito
pollice e l'indice? A quale dei due
voglio più bene ? - A tutti e due
- rispondono. - Così io voglio
bene a voi due; siete come due
dita delJa mia mano". Anche noi,
commenta l'ispettore, pur nelle di-
verse forme di appartenenza alla Fa-
miglia Salesiana, siamo le dita della
mano di Don Bosco. Tutte gli sono
particolarmente care, tutte sono da
lui ugualmente amate,
Viene poi proiettato il film del
Centenario dell'Istituto delle Figlie
di M. A. (1972).
24 Marzo
La giornata inizia con Lodi. Alle
9 un panel che mette in evidenza
i diversi aspetti dell'unico spirito.
Dà il via un Salesiano, don N. Ber-
nardi e parla della paternità, caratte-
ristica dello spirito salesiano. Le sue
calde parole danno il tono alla gior-
nata. È stato come un improvviso
comparire del Padre in mezzo ai fi-
gli. Abbiamo capito che quando
sappiamo essere padri o madri della
gioventù rendiamo presente Don Bo-
sco. Ora parla un Coadiutore, il sig.
P. Marcante. In breve tempo mette
l'accento sull'operosità, altra carat-
teristica del nostro spirito: "L'asce-
tismo salesiano si chiama disponibi-
lità". Prende la parola una Figlia
di MA, suor M. Sonaglia. "La spi-
ritualità della Figlia di MA è quel-
l'affiato che, nella nostra vita, nelle
nostre case, non è avvertito se non
come sostegno all'azione", e l'azione
è "lavoro lievitato dalla presenza di
Dio, perciò, in certo senso, contem-
plazione". Il sig. Augusto Cavallero,
ci ricorda che il Cooperatore lavora
con lo spirito salesiano nell'ambiente
in cui si trova e si nutre di preghiera
semplice, a tu per tu con Dio. La
sig.na Maria Antonini ci parla delle
Volontarie di Don Bosco le quali
"cercano il Regno di Dio attraverso
le cose secolari, adattandole ai piani
di Dio". Sono ora al microfono due
exallievi, il sig. Daffora e la signorina
Piccolroz, fidanzati, prossinù alle
nozze. Ammettono di sentire uno
spirito particolare quello salesiano
che hanno ricevuto nelle case di
Don Bosco. Seguono alcuni inter-
venti, tra cui quello di don C. Mo-
rino, l'organizzatore di questa gior-
nata, e quello commovente di un
exallievo di 84 anni che ha conosciuto
Don Rua e Don Rinaldi ed è cre-
sciuto a Valdocco.
L'Assemblea si scioglie dopo aver
preso l'impegno di essere dei "molti-
plicatori" della ricchezza spirituale
di cui ci siamo caricati e di compor-
tarci in modo che ogni ragazzo possa
dire: "Qui con voi mi trovo bene!"
Quindi gruppo fotografico e Concele-
brazione. E il momento solenne in
cui l'intimità familiare si fa esperienza
di un incontro con l'amore del Pa-
dre. Gli allievi della scuola, annessa
alla casa, eseguono canti· carichi di
giovanile entusiasmo. Ci troviamo
poi radunati, per l'agape .fraterna.
Non manca l'allegria; a tenerla de-
sta pensa don Morino col suo reper-
torio di barzellette.
La Giornata si conclude con lo
scambio dei doni: ognuno ne dà
e ne riceve, quasi un ricordo di que-
sto originale incontro fraterno. Quin-
di assistiamo a due numeri folclori-
stici presentati dalle alunne delle
Fi~lie di MA di Tortona. Facciamo
qumdi ritorno alle nostre case por-
tando con noi una ricchezza nuova ed
un cuore aperto a tutti».
LAZIO
« La nostra 4t una gran bella
famiglia 11.
L'invito diceva: ~ I Salesiani, le
Figlie di M. Ausiliatrice, i Coopera-
tori, gli exallievi, le Volontarie di
D B, nella gioia di riconoscersi Fa-
miglia Salesiana, si riuniscono per
una giornata di spiritualità, di pre-
ghiera e di studio sulla propria vo-
cazione con lo spirito del comune
Fondatore Maestro e Padre Don
Bosco».
Preparata dai Cooperatori del Con-
siglio ispettoriale, con la collabor a-
zione dei delegati e delegate, si è
svolta la giornata della Famiglia Sa-
lesiana il 31 marzo, a Roma, presso
l'istituto S. Cuore. I partecipanti fu-
rono r8o.
Secondo il programma stabilito si
è dato inizio all'incontro nel salone-
cinema. Un giovane cooperatore ha
proposto all'assemblea dei Salmi e
dei canti intonati all'Anno Santo.
Quindi il dott. L. Capuzzo, presi-
dente ispettoriale exallievi, ha sug-
gerito ai partecipanti alcune interes-
santi riflessioni sul tema: ~ Riconci-
liazione con Dio e con gli uomini,
nella prospettiva dei momenti di
interesse della gioventù come im-
pegno speciale della Famiglia Sale.,
siana >>. Segui il saluto dei rappre-
sentanti dei 30 tra Centri e Unioni.
Un giovane cooperatore, Matteo Biz-
zarri, ha comunicato l'impegno della
Commissione Centrale dell'Anno San-
to, della quale fa parte, per sensibi-
lizzare ai problemi dei giovani du-
rante il giubileo.
La Messa è stata preceduta da una
raccolta liturgia penitenziale comu-
nitaria. L'Ispettore, don S. De 130-
nis, ha invitato nell'omelia a realiz-·
zare più che mai oggi l'ideale ci
Don Bosco: «I tempi sono difficili ...
uniamoci per fare il bene... tutti in-
sieme. Così sono nati i Cooperatori,
così deve vivere tutta la Famiglia
Salesiana: nell'unione e nella carità.
Dio ci ha messo al mondo per gli
altri! ».
L'agape fraterna ha raccolto nel
refettorio tutti i partecipanti nell'al-
legria e in un vero clima salesiano.
Al pomeriggio si sono alternati, per
comunicare le loro esperienze, i di-
versi rappresentanti della Famiglia.
Ha iniziato la sig.na Clara Bargi
delle Volontarie di Don Bosco, pre-
sentando simpaticamente l'ideale del-
la laica consacrata in una prospettiva
apostolica quanto mai interessante.
Si sono poi susseguiti gli exallievi 57

1.10 Page 10

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cooperatori dott. G. MarchiteUi, sig.
A. Coressi e l'ing. Scalisi, dimo-
strando che nella propria profes-
sione l'educazione salesiana e lo spi-
rito di Don Bosco li hanno sempre
aiutati ad essere coerenti e aperti
ad ogni bene.
Il dott. Bernardi, presidente degli
exallievi, ha lanciato un appello per-
ché i cooperatori aprano le loro case
per un'ospitalità fraterna ai fratelli
più bisognosi che dall'estero ver-
ranno a Roma per l'Anno Santo.
Don Aldo Fasoiato, ha trasmesso
all'assemblea l'entusiasmo per la vo-
cazione salesiana fatta di amore verso
i giovani, e verso la Madonna. È
stata poi la volta di una Figlia di
M. Ausiliatrice, missionaria in In-
dia, unitamente ad una giovanissima
suora indiana. Tutte e due hanno
affermato la bellezza della loro voca-
zione e hanno fatto una constatazione:
fu la gioia che videro brillare nelle
consorelle che le fece decidere ad
abbracciare la vita salesiana. Ha con-
cluso l'ispettore riferendosi alla pa-
noramica delle opere salesiane del
Lazio, e tra l'altro ha detto: ~ La
nostra è una gran bella famiglia; si
lavora con zelo e con entusiasmo.
Andiamo avanti nel nome del Si-
gnore, nello spirito di Don Bosco >>.
I Cooperatori Salesiani, presenti an-
che alcuni giovani, cosi si espressero:
.• non conosciamo abbastanza Don
Bosco; non ci conosciamo tra noi;
non ci accogliamo da fratelli.
Perciò pensavano di doversi impe-
gnare:
a leggere e a riflettere sulla vita
di Don Bosco; a ricevere e a leggere
il Bollettino Salesiano; a chiedere e
a realizzare una specifica formazione
e salesiana; a moltiplicare i contatti
con i Salesiani perché questa già
formazione.
Inoltre intendevano muoversi per
costruire una vasta comunione di
vita:
con incontri tra loro (incontri fa-
miliari o gruppo con gruppo) e con
gli altri membri della Famiglia Sa-
lesiana; con la loro presenza, quando
il momento lo richiede, nella ela-
borazione di certe decisioni mel
Consiglio della casa, cosi come si
esprimono gli ACGS; con le infor-
mazioni sulle attività e le iniziative.
e Ricordando poi che la vocazione
salesiana anche vocazione popolare,
intendevano essere più presenti nelle
strutture parrocdùali a servizio della
Chiesa locale, specialmente per la ca-
techesi giovanile.
LIGURIA
«L'accoglienza squisita... l'In-
teresse per la novità... ».
Presso le FMA di Genova (corso
Sardegna) si è svolta la Giornata di
studio sulla Famiglia Salesiana, l'n
febbraio. L'accoglienza e la cura squi-
sita di ogni servizio offerta dalle
suore crearono il clima nel quale si
svolsero i lavori. L'interesse per la
novità fu mostrato già dalla nume-
rosa e qualificata partecipazione: un
centinaio di persone, tra cui l'ispet-
tore e l'ispettrice delle FMA, i di-
rettori e le direttrici; i delegati e le
delegate dei CC e exallievi, dirigenti
e rappresentanze dei vari gruppi
della famiglia di Don Bosco. La re-
lazione-base, tenuta da don Gio-
vanni Favaro, fu sul tema «I valori
della Famiglia Salesiana». Su di essa
fecero una riflessione i gruppi di
studio, alla ricerca dei modi e delle
iniziative concrete per vivere la co-
munione tra le varie componenti
58 dell'unica famiglia.
ISPETTORIE MERIDIONALI
« Slamo partiti da una costa-
tazione fatta In tutta umiltà:
mancava tra noi la coscienza
della Famiglia Salesiana... A
fine Incontro un solo ramma-
rico: é stato troppo breve, e
dobbiamo separarci dopo es-
serci conosciuti... H.
Ecco il programma: Castellammare
(Napoli), pomeriggio del 17 marzo
e tutto il seguente 18. I partecipanti
complessivamente 125 (10 dalla Ca-
labria, 52 dalle Puglie e 57 dalla
Campania). Due le relazioni di base:
« La famiglia salesiana oggi » (don
A. L'Arco); una tavola rotonda su
<< La Famiglia Salesiana nell'Italia
meridionale~, e gruppi di studio sia
misti che per categoria. Liturgia,
ora di fraternità, un clima che avrebbe
fatto dire a Don Bosco: «Qui con
voi mi trovo bene! ».
Le testimonianze di chi ne fu
protagonista sono eloquenti, i voti
e le proposte che mettono in luce
l'aspetto pratico.
Testimonianze
U11 salesia110: La presenza ha su-
perato le previsioni. La partecipa-
ezione ai lavori dei gruppi di studio
stata totalitaria e attiva. La riunione
del gruppo dei salesiani religiosi dopo
la relazione di don Ruocco su (< La
Famiglia Salesiana, una realtà in cam-
mino>>, ha rilevato vivo interesse e
profonda simpatia verso la Famiglia
Salesiana. Si è anzitutto riconosciuta
la necessità di curare una profonda
mentalizzazione sia tra i religiosi sa-
lesiani, sia tra i membri dei vari
gruppi. Alcuni dubbi circa la sen-
sibilità dei giovani confratelli in me-
rito a questa ((riscoperta» sono stati
fugati dagli interventi di alcuni di
essi. I lavori dei gruppi misti sem-
brano aver confermato la sensazione
del vivo interesse di ogni gruppo
alla scoperta della propria identità
vocazionale e allo studio dei modi
validi per la realizzazione di una ar-
ticolata e unitaria azione apostolica.
Un giovane cooperatore: Questa
esperienza di vita d'insieme mi ha
fatto sentire per la prima volta << più
salesiano », cioè più vivamente inse-
rito nell'intera Famiglia. Sono stato
reso cosciente della comune origine
e dell'identica missione dei vari grup-
pi, per attuare un'azione più concorde
e quindi più efficace nei destinatari
della stessa missione. Mi pare giu-
sta perciò l'esigenza di un cambio
di« mentalità ►> per abolire certi<< com-
partimenti stagni >>, pur mantenendo
ogni gruppo la propria individua-
lità e caratteristica... Si potrebbe
parlare di un ecumenismo interno
nella Famiglia Salesiana... Da questa
esperienza deve scaturire perciò spon-
taneo questo mio impegno: comin-
ciare io per primo ad abbattere gli
<• steccati » che mi separano dal <• cu-
gino!... 1> e fratello salesiano.
Una FMA: Il progetto e chiaro
e, le prospettive sono meravigliose.
Bisogna prenderne coscienza a tutti
i livelli e passare subito all'azione.
Un cooperatore: È stato un incon-
tro veramente qualificante. Altre vol-
te ci eravamo incontrati: con parecchi
ci conoscevamo anche prima. Ma
questa volta ci siamo conosciuti più
intensamente, non tanto a livello di
persone, quanto e soprattutto a li-
vello di impegno apostolico di gruppi.
Siamo usciti con nuove idee: ci sen-
tivamo veramente più arricchiti. Se
questa esperienza si riuscirà a por-
tare a livello locale, ci pare vedere
aperte davanti a noi nuove vie per
una più incisa e concreta presenza
salesiana nella Chiesa locale.

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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U11a VDB: La cordialità, lo spi-
rito di famiglia e lo scambio di idee
hanno reso quest'incontro veramente
ricco c costruttivo. Un solo ramma-
rico: è stato troppo breve e ci dob-
biamo separare dopo esserci cono-
sciuti.
U.zz exalHevo: Le giornate le ho
sentite come una esperienza viva
della Famiglia ,Salesiana, che final-
mente si trova insieme e sente i pro-
blemi non solo a livello di sentimento,
ma come impegno per affrontarli io
modo comunitario. Mi dispiacerebbe
se questo meraviglioso avvio restasse
solamente un caro ricordo di una
felice esperienza. Mi auguro che possa
concretizzarsi con incontri di pre-
ghiera, di studio e di fraternità a
livello locale, per esprimersi, in un
altro momento, nuovamente a livello
ispettoriale, per verificarne tutta la
validità.
Una cooperatrice: Ci siamo cono-
sciuti. Che bella cosa!
Un giovane salesiano: In questo in-
contro abbiamo scoperto quanto siano
validi questi movimenti di laici sale-
siani. Ci dispiace di non averne preso
prima e di non averli perciò re-
sponsabilizzati.
Proposte e voti
Si costituisca una Consulta della
Famiglia Salesiana a livello ispetto-
riale.
L'esperienza dell'(< Incontro» a li-
vello ispettoriale si rinnovi a livello
locale.
Si preveda nel periodo estivo l'or-
ganizzazione di un corso di Esercizi
spirituali o di una settimana (o tre
gionzi) di spiritualità per i membri
della Famiglia Salesiana.
Sia curato il coordinamento dei
gruppi a livello locale mediante un
responsabile.
TOSCANA
H Un Incontro da tempo desi-
derato e atteso... 11.
Il 24 marzo, presso l'Istituto Sa-
lesiano di Firenze, si è svolta la
«Giornata della Famiglia Salesiana »
a cui hanno partecipato rappresen-
tanti di tutti i gruppi che la compon-
gono, giunti dalla Toscana e dalla
Liguria. Si è così realizzato un in-
contro da tempo desiderato ed atteso
come momento di riflessione e di
comunione, volto a riscoprire nello
spirito del Fondatore i vincoli di
unità, pur nella diversità, dei mem-
bri della famiglia: Salesiani, Figlie
di M. Ausiliatrice, Cooperatori, Vo-
lontarie di Don Bosco, exallieve ed
exallievi.
La giornata si è aperta con la re-
cita di Lodi. Dopo un saluto vera-
mente familiare de!J'Ispettore don
Giuseppe Sangalli, don Giovanni
Favaro ha svolto una approfondita
analisi della situazione attuale della
Famiglia Salesiana ed ha indicato la
necessità di un ripensamento, solle-
citato dallo Spirito Santo, operante
nello spirito del Vaticano II, che sia
rivolto alla riscoperta dello spirito
delle origini, come risposta al cam-
biamento dei tempi, attraverso l'ap-
porto di tutti i membri della Famiglia.
E ribadita l'esigenza di una concor-
danza <e articolata>> per il servizio ai
giovani, soprattutto poveri ed abban-
donati, nell'ambito delle Chiese lo-
cali, come vincolo comune deJla vo-
cazione salesiana, secondo quanto
emerso anche nel Capitolo Generale
speciale salesiano. Accanto alla ur-
genza di attingere al carisma del Fon-
datore, è stata rilevata anche la ne-
cessità di una analisi del mondo gio-
vaniJe di oggi, diverso da quello in cui
operò Don Bosco. Dal discorso è
emerso un richiamo a tutti i membri
della Famiglia, religiosi e laici, a vi-
vere in unità, ciascuno secondo il suo
ruolo, il comune carismadella missione
giovanile ed una sollecitazione a pro-
porre strutture che consentano una
maggiore comunione.
Negli interventi che sono seguiti
è stata puntualizzata la differenza
tra Cooperatori ed exallievi, avendo
i primi maturato una scelta voca-
zionale a cui i secondi non sempre
giungono, anche se nella pratica la
diversità è spesso più formale che
sostanziale.
La Concelebrazione ha offerto a
tutti il momento più prezioso di
comunione. Ha fatto seguito la pausa
animata e festosa del pranzo; i gruppi
si sono riuniti separatamente per
una revisione del proprio ruolo e
dei propri problemi e hanno poi
riportato nel!'Assemblea plenaria i ri-
sultati attraverso la voce dei loro
rappresentanti. È cosi emersa l'esi-
genza di un impegno sia di forma-
zione spirituale che di programma-
zione per ]'apostolato giovanile, por-
tato avanti attraverso contatti tra i
vari componenti della famiglia.
La giornata si è conclusa con il
saluto della madre Ispettrice suor
Maria Biondi.
VENETO ORIENTALE
A Cison di Valmarino (Treviso),
nei giorni 9-10 febbraio u. s., si è
ten~to un particolare Consiglio ispet-
toriale dei cooperatori, aperto alla
presenza degli exallievi e delle VDB
e con finalità particolari: approfon-
dire la vocazione del cooperatore e
gettare le basi per una intesa tra i
vari gruppi della Famiglia Salesiana.
La relazione di base «È attuale la
vocazione del Cooperatore ?»la svolse
don Giovanni Raineri, Consigliere
superiore salesiano che cura il nostro
settore. Seguì una tavola rotonda su
<< Famiglia salesiana una e distinta »
e i gruppi di studio.
ISPETTORIA ADRIATICA
" Preparare a distanza per una
riuscita sicura,,.
Una comm1ss1one ristretta di rap-
presentanti dei vari rami della Fa-
miglia Salesiana operanti nell'ambito
dell'Ispettoria, riunitasi ad Ancona
il 31 marzo scorso, ha studiato i
modi per attuare la Tre giorni della
Famiglia Salesiana che si svolgerà
dall'u al 14 settembre c. a., a Lo-
reto.
Temi: Un'unica Famiglia; la no-
stra missione salesiana; lo spirito
che anima la Famiglia; il nostro stile
di preghiera.
L'incontro, che si prevede interes-
sante anche per la durata, vedrà riu-
nì ti circa 70 partecipanti dei vari
gruppi della Famiglia.
Per sensibilizzare all'avvenimento
le singole comunità e per consentire
ai partecipanti un'adeguata prepara-
zione, sono state previste delle ini-
ziative, che man mano dal Centro
ispettoriale verranno portate a co-
noscenza.
59

2.2 Page 12

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I CONVEGNI
INTERREGIONALI
GIOVANI
COOPERATORI
SUL TEMA:
CONVERSIONE
E LIBERAZIONE
COMO, 20-21 APRILE 1974
L'incontro aveva per tema quello generale na-
zionale: « Conversione e liberazione - una revi-
sione per un' impegno più deciso >>, e lo ha svilup-
pato nei quattro aspetti seguenti:
• liberazione nei settori e problemi in cui si trova
più condizionata ed oppressa della 'gioventù' di
oggi
• l'impegno nella 'catechesi'
• liberazione nella •dimensione' missionaria della
Chiesa
• operare per la •giustizia nel mondo', nelle forme
politicamente e socialmente più opportune.
Vi erano state tre tappe preparatorie: 3 febbraio
a Milano e 7 marzo a Verona, con i Delegati isp.li
interessati; 19 marzo a Como, con 17 giovani rap-
presentanti le 7 ispettorie. Gli aspetti del tema
generale erano stati studiati in precedenza da grup-
petti di Torino, Bologna, Rovereto-Verona, Mi-
lano-Lecco. Il gruppo Rovereto-Verona ha anche
preparato i testi liturgici, e poi - durante il con-
vegno - ha ottimatnente animato la liturgia e
l'ora dell'amicizia.
Ha fatto da moderatore il Dr. Carlo Brusa, di
Varese.
Hanno partecipato ai convegni 146 giovani e 27
fra Delegati e qualche adulto. I giovani prove-
nivano: 20 dalla ispettoria centrale; II dalla su-
balpina; 4 dalla Liguria; 59 dalla lombardo-emi-
liana; 18 dalla Novarese; 23 dalla veneta-est; II
dalla veneta-ovest.
COSÌ IL CONVEGNO
20 aprile, ore 18: Introduzione dell'ispettore
della lombardo-emiliana, Don Bertolli, imposta-
60

2.3 Page 13

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zione del moderatore, e quindi 'momento di
preghiera' sul tema: « Convertirsi in Cristo per
liberare i fratelli ». Sono stati presentati i quattro
aspetti del tema generale, e quindi ci siamo di-
stribuiti in altrettanti gruppi di studio, lavorando
fino a cena.
Domenica 21 aprile
Concelebrazione presieduta dall'ispettore della
veneta-ovest, Don A. Martinelli.
Dopo l'Omelia, la cerimonia dell'impegno: nove
giovani hanno espresso la loro volontà di appar-
tenere alla Famiglia Salesiana come Cooperatori,
e ne hanno ricevuto l'attestato. I lavori della matti-
nata si sono poi svolti cosi: relazione del prof.
Bruno Orsini di Genova, alla qua1e sono seguiti
diversi interventi con risposte chiarificatrici; grup-
pi di studi; assemblea generale con lettura e di-
scussione delle mozioni conclusive (quattro de-
rivavano dai sottotemi; una quinta riguardava
aspetti organizzativi in prospettiva).
Sembra assai interessante riportare per esteso
le mozioni, sia per far conoscere l'aspetto più con-
creto del Convegno, e sia perché non si ebbero
altre mozioni de[ genere a Roma e a Messina.
MOZIONI
Prima mozione sulla « liberazione nei settori
e problemi in cui si trova più condizionata ed
oppressa la gioventù di oggi ».
« È necessaria, anzitutto, una costante opera di
conversione personale e di gruppo, allo scopo di
potere proseguire la propria liberazione personale
e quella degli altri.
Occorre costruire ed alimentare una autentica
...
Al Conngno di Como (20-21 aprile)
unità spirituale ed una concordia realizzatrice,
secondo le esigenze dei singoli gruppi.
A ·questo scopo riteniamo assai importante il
sostegno dei Salesiani e delle FMA, soprattutto
per una nostra crescita spirituale e come aiuto
nella soluzione dei problemi pratici o personali.
Può darsi, però, che - per vari motivi - questo
aiuto non sia sufficiente o manchi del tutto: ciò
non dovrebbe costituire motivo scusante che ci
esima dal perseguire i nostri impegni nella mis-
sione salesiana.
Avremo le nostre preferenze per la gioventù
più povera e più carente di educazione e di for-
mazione.
Le attività concrete possono essere varie, secondo
i luoghi ed i momenti, nei seguenti settori: scuola,
operosità assistenziali e ricreative; liturgia; mis-
sioni; impegno sociale, con particolare rife.rimento 61

2.4 Page 14

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ai malati, ai disadattati, emarginati, iso1ati o rac-
colti in istituti di rieducazione e in comunità di
recupero ».
Seconda mozione sull'impegno nella catechesi.
« Per 'catechesi' intendiamo un modo efficace
che conduca noi e gli altri alla libertà di Cristo.
È ovvio che il 'catechista' deve essere un mo-
dello di identificazione, ispirato alle realtà perma-
nenti e fondamentali, come la fede in Dio e nella
sua presenza nella storia dell'uomo, la certezza
circa la immortalità dell'anima ed il giudizio fi-
nale, ecc.
È necessario che egli persegua una formazione
permanente ed una verifica periodica in continuità,
specchiandosi nel Vangelo e nutrendosi alla Eu-
carestia.
Quanto alla metodologia, il giovane cooperatore
studi 1e problematiche e le istanze locali delle per-
sone alle quali si indirizza, evitando - comun-
que - le forme cattedratiche.
Dobbiamo essere coscienti del fatto che noi
esercitiamo la nostra missione di catechesi in
forza della nostra formazione battesimale, e non
- invece - per una semplice supplenza o per un
abuso di esercizio, che in altri tempi si credeva ri-
servato al sacerdote o alla suora.
Il nostro impegno come giovani Cooperatori
deve scaturire dalla responsabilità che abbiamo,
di trasmettere i valori evangelici mediante la
catechesi, sia spicciola che organizzata: ciò pre-
suppone che questi stessi valori diventino per cia-
scuno di noi, una norma di vita, in chiave di con-
versione e di liberazione ».
Terza mozione dimensione missionaria.
<< Premettiamo il discorso della 'vocazione di
laici salesiani', la quale ci deriva dal Battesimo e
ci riporta al modello di Cristo che troviamo nel
Vangelo; di qui l'impegno di attingere al Vangelo,
di conoscere i Documenti del Magistero della
Chiesa, e la nostra conseguente disponibilità nel
rispondere alle istanze della Chiesa locale, con par-
ticolare riferimento all'educazione della gioventù.
Costatando la crisi quantitativa e qualitativa delle
vocazioni sacerdotali e religiose, riteniamo, anzi-
tutto, veramente valida la nostra vocazione di
salesiani laici, come compartecipi della missio-
narietà della Chiesa, anche in virtù della rivaluta-
zione che dei laici ha fatto il Concilio.
Di conseguenza, con la testimonianza del nostro
impegno coerente fra i giovani, abbiamo fiducia
di potere aiutare altri giovani a scoprire e ad at-
tualizzare la loro vocazione di laici impegnati
- o anche di laici salesiani - di liberare il terreno
dai pregiudizi nei confronti della vocazione sa-
cerdotale e religiosa e di predisporre qualche gio-
vane anche a queste stesse vocazioni.
Riteniamo senz'altro valida la prospettiva del
laicato missionario ; p ensiamo che essa, però,
debba essere preceduta da un impegno apostolico
concreto nella Chiesa locate e da una sensibiliz-
zazione al problema missionario nelle Chiese lon-
tane».
Quarta mozione - operare per la giustizia.
« Siamo anzitutto convinti che la giustizia di-
62 penda da ognuno di noi, e che - di conseguenza -
ognuno si debba impegnare ad attuare la giustizia
nel proprio settore di vita, nello studio, nell'eser-
cizio della professione, ecc.
Riteniamo valide le opere caritative o assisten-
ziali; ma sarebbe un errore se ci si limitasse esclu-
sivamente ad esse.
Occorre calarci nella realtà e ricercare le cause
delle situazioni, senza timore degli ostacoli; aprirci
alla collaborazione con le altre associazioni di
analoghi impegni. È opportuno, anche, essere di-
sponibili per operare all'interno delle forze poli-
tiche laiche, come sono i Comitati di quartiere, le
Amministrazioni comunali, ecc.
Siccome, p erò, non dobbiamo illuderci di atten-
dere soluzioni immediate dall'alto, riteniamo cosa
più concreta il dover operare per una educazione-
maturazione partendo dalla base, indirizzando
quindi le nostre attività ai bambini ed ai ragazzi
nel settore scolastico, oratoriano, e mediante la
catechesi, i campi di lavoro, ecc.
Troviamo nell'art. 10 del Nuovo Regolamento
per i Cooperatori Salesiani un'ottima linea per
bene operare alla edificazione della giustizia >►•
Quinta mozione « Riteniamo valido un incontro
annuale delle stesse dimensioni di questo, ma di
maggiore durata, che deve risultare di due giorni
di effettivo lavoro » (approvata).
MESSINA
28 aprile, ore 17: « S. Luigi». - I Convegnisti
sono stati circa 250 (154 ragazzi e 96 r agazze), dei
quali quasi la metà già Cooperatori, gli altri orien-
tati a diventarlo. All' inizio Celebrazione della Pa-
rola, guidata da don L. Montanti, che ha tenuto

2.5 Page 15

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anche l'omelia. Nel salone-teatro il prof. S. Mo-
bilia ha porto il benvenuto a nome dei giovani
della Sicilia e l'ispettore don A. Verdecchia quello
dell'ispettoria ospitante. Ha preso poi la parola il
relatore dott. Nino Barraco, del Consiglio ispetto-
riale, trattando il tema: « Conversione e Libera-
zione », che ottenne il pieno consenso di tutta
l'assemblea. Presenti, oltre l'ispettore, don M. Co-
gliandro, segretario generale, don A. Buttarelli,
l'ispettrice delle FMA di Messina Sr. E. Coccio,
don Zulian di « Terra Nuova », i Delegati e le De-
legate ispettoriali delle Zone interessate al Con-
vegno, numerosi Delegati e Delegate locali, il
consiglio ispettoriale della Sicilia. Dopo cena in-
contro di amicizia con canti e scenette.
Domenica 28: Concelebrazione presieduta dal-
l'ispettore, il quale ha consegnato l'attestato e il
Nuovo Regolamento a 15 giovani che entrarono
a far parte della Famiglia Salesiana, dopo aver
espresso le motivazioni per cui avevano deciso di
diventare Cooperatori. Dopo colazione l'avv. Ma-
gnano, presidente ispett.le degli exaUievi di Sicilia,
ha porto il saluto degli exallìevi stessi. Quindi il
Dr. Barraco ha fatto la sintesi della relazione e si
è aperta la discussione. Questa è stata la parte più
interessante del Convegno per il contributo dato
da numerosi giovani che portavano il calore del
loro ideale, il frutto delle loro esperienze, e l'an-
goscia del non poter essere all'altezza del compito.
È stato affrontato anche il problema dell'impegno
politico, e ci si è chiesto come, a livello di gruppo,
possiamo e dobbiamo ins~rirci nella società per
renderla più giusta e più umana. È stato detto che
no.o bisogna restare a livello di parole, ma che
è necessario impegnarsi a fondo con i fatti.
La conclusione dei lavori è stata fatta da don
Cogliandro, il quale ha riassunto i propositi del-
!'assemblea, riconsegnandoli poi all'azione e alla
volontà di tutti, onde metterli in pratica una volta
tornati alle proprie sedi.
63

2.6 Page 16

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Spediz. in abbon. postale - Gruppo 2° (70) - 1• quindicina
BOLLETTINO SALESIANO
SI pubbllcB Il 1del mese per i Cooper11tori Safes/11n/; Il 15
del mese per l Dirigenti del Cooperatori
S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Bene-
meriti e amici delle Opere di Don Bosco
Direzione e amministrazione: via Maria Au-
siliatrice, 32 - 10100 Torino Tel. 48.29.24
Direttore responsabile: Teresio Bosco
Redattore: Armando Buttarelli
Autorlzz. del Trib. di Torino n. 403 dal 16 febbraio 1949
C. C. Postale n. 2-1355 intestato e: Direzione Generala
Opera Don Bosco - Torino
C.C.P. 1-5115 intest. a Dir. Gan. Opera D. Bosco• Roma
Percambio d'IndirizzoInviare enchal'lndlrizzopracadenta
ESTATE IN PELLEGRINAGGIO
Nella foto: Cooperatori Salesiani della Campania In pellegrinaggio al santuario Mariano
di Monteverglne (Avallino) per l'acquisto dell' indulgenza giubilare - 21 aprila s cors o.
I PELLEGRINAGGI, SE OPPORTUNAMENTE PREPARATI E BEN CONDOTTI,
ARRECANO VERI VANTAGGI ALLO SPIRITO, ALLA CULTURA,
ALL'AVVICINAMENTO DELLE POPOLAZIONI.
NELeANNO SANTO IN CORSO LA META PIÙ RICERCATA È IL SANTUARIO
DESIGNATO ALL'ACQUISTO DELL' INDULGENZA GIUBILARE.
PER IL PROSSIMO 1975 TUTTI I COOPERATORI SONO INVITATI
A PARTECIPARE AL SOLENNE PELLEGRINAGGIO NAZIONALE
ORGANIZZATO PER LORO DALL'ASSOCIAZIONE
(ROMA, 10-11 MAGGIO)
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