Bollettino_Salesiano_195411


Bollettino_Salesiano_195411



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BOLLETTINO SALESIANO
Anno LXXVIII
1° GIUGNO 1954
Numero 1 1

1.2 Page 2

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In copertina: SAN PIO X
◄----
Opere su DOMENICO SAVIO e PIO X
'IR00-ità
BIANCHINI G.
SAN DOMENICO· SAVIO. Pag. 48 con illustrazioni L. 100
CASTANO L.
SAN DOMENICO SAVIO allievo di Don Bosco. Pag. 184 con
illustrazioni fuori testo
L. 350
San G1ovANNI Bosco.
SAN DOMENICO SAVIO, alunno dell'Oratorio di San Fran-
cesco di Sales. Con annotazioni.e appenàici di D. E. Ceria, salesiano.
Pag. 270 con illustrazioni di C. Chessa
L. 750
BROCARDO~ GAMBARO - GmAurn - CERIA - TrNIVELLA ~ CASOTTI - PERA.
DOMENICO SAVIO. Studi e conferenze. Biblioteca del Salesianum.
Pag. 102
L. 300
GARRO E.
IL GIGLIO DELL'ORATORIO (Domenico Savio). Pag. 96 L. 125
GIORDANI I.
PIO X. Un prete di campagna. Pag. ,v~240, con illustrazioni L. 600
It
lfffr Per ordinazioni rivolgersi alla Sede Centrale della SocrnT,\\ EDITRICE INTERNAZIONALE,
Corso Regina Margherita, 176 - ToH.tNO (725) - C(nto Corrente Postale 2/171
Per le spese di
~pedizione aggiungere ai
prezzi segnati il
ro 1
\\,

1.3 Page 3

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A. LXXVIII • N. 11
1° GIUGNO 1954
BOilettino Salesiano
SAN PIO X E DON BOSCO
lii duE
I Salesiani gioiscono, come tutti i cattolici, per pleta del Servo di Dio. Il Card. Sarto fu tra i
la suprema glorificazione del grande Pontefice
Pio X; ma alla gioia comune essi sentono il bi-
sogno di unirsi con un sentimento di allegrezza
speciale perchè nel nuovo Santo ravvisano il più
ilhistre dei Cooperatori salesiani e un estimatore
più pronti a manifestare l'ardente .desiderio che
non· si tardasse a far conoscere nel miglior modo
possibile l'Uomo inviato alla Chiesa dalla Prov-
videnza in tempi particolarmente difficili e ol-
tremodo bisognosi di chi trovasse nuove forme
insigne del loro Fondatore e dell'Opera sua.
di apostolato giovanile.
Di sì alta considerazio-
ne Egli diede prova du-
rante gli anni del suo sa-
J. A<.' !.
cerdozio, nel tempo del
suo episcopato e cardi-
nalato e dopo che fu as-
sunto al governo della
Chiesa universale. Trop-
po lungo sarebbe spigo-
lare in tutto·questo cam-
po; il nostro Bollettino
si limiterà a riprodurre
qui due documenti ge-
losamente conservati nel-
1'archivio della Congre-
gazione. Sono due lettere
che Egli scrisse di suo
pugno, quando era Pa-
triarca di Venezia, e nelle
quali rivela il suo intimo
pensiero.
La prima reca la da-
ta del 12 agosto 1896.
Portato in quell'anno
fdicemente a termine il
Processo diocesano infor-
mativo sulla fama di
santità e sulle virtù di
Don Bosco, eminenti per-
sonaggi indirizzarono al-
] immediato successore di
lui, Don Michele Rua,
calorose lettere; con cui .Il ao.N.,Y- ---& ..~
sollecitavano la pubblica-
zione di una Vita com-
a,._- :I?, .. A , ' ~ ·
J-r~·.,,_J J""'-.,.,M J..,' .17~·
ZOI
~~

1.4 Page 4

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Due anni dopo, una speciale circostanza por-
geva al Patriarca di Venezia una seconda occa-
sione di esprimere i suoi sentimenti sull'Apo-
stolo del secolo XIX e sulle sue istituzioni. Ri-
correndo nel 1898 il decimo anniversario della
morte di Don Bosco, i Castelnovesi avevano de-
liberato di erigere un monumento al loro più
illustre concittadino nella sua patria. Il monu-
mento era già prnnto per il mese di settembre
e ne venne fissata l'inaugurazione solenne per
il giorno 18. La stampa ne diffuse largamente
la notizia; ma la direzione del Bollettino ne diede
comunicazione personale agli esponenti più co-
spicui del mondo ecclesiastico in Italia. Allora il
Card. Sarto non si tenne pago di un'adesione
telegrafica, ma volle inviare al Direttore del
periodico questa bella lettera:
Elevato al trono pontificio, il Patriarca di
Venezia continuò a guardare con occhio pa-
terno l'Opera di Don Bosco, incoraggiandone
e promovendone i progressi. Basti ricordare
le parole da lui pronunciate nella prima visita
di omaggio fattagli da Don Rua il 3 novem-
bre 1903. Il Successore di Don Bosco condu-
ceva seco all'udienza parecchi superiori salesiani
e la Madre Generale delle Figlie di ·Maria
_Ausiliatrice con. alcune visitatrici d'Europa e
d'America.
Come Don Rua ebbe fatto le presentazioni,
il Santo Padre disse: «Sono ben lieto di tro-•
varmi in mezzo ai figli di Don Bosco ed ora di
Don Rua. Vi ringrazio del bene che fate alla
Chiesa. Si vede che il vostro Istituto è un'opera
di Dio e che un Angelo vi assiste dal Cielo,
perchè lo svilup-
po della vostra
Opera e il bene
che fate non s1
può spiegare urna•
namente. Se un
Angelo non vi as
sistesse dal CieÌo,
non si spieghereb-
bero i prodigi che
voi fate)).
~-~,"'7- <_JI~ vv~ JL_ '-" V,... A.1'v
""""'tf"'o7'f4,,
Quell'Angelo tu-
telare, menzionato
ripetutamente, do-
veva essere nella
mente del nuovo
Papa lo stesso Don
Bosco, allora già
incamminato verso
quella glorificazio-
ne, alla quale oggi
è assurto anche il
Pontefice santo del
nostro secolo.
.f?vv~ ./V't.,v,X,,. '--'
~~.,/4,-, ••....,~
~ 202
« Domenico Savio è il vero modello per la gioventù dei nostri tempi. Un adòlescente,
che porta nella tomba l'innocenza battesimale, e che durànte i brevi anni di sua
vita non rivela mai alcun diletto, è veramente un Santo ».
SAN PIO x.

1.5 Page 5

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ID O IMI IE INI Il CO SAVII O
dono assoluto e intatto a Dio r
di N. PADELLARO
Direttore Generale della Scuola Popolare
in Italia.
Circa una ventina d'anni fa scrivevo in un mio
libro queste parole: <( Padre di marasma spi-
rituale, almeno nel campo educativo, è certa-
debolezze. La violenza e l'ostinazione saranno
le uniche manifestazioni di una volontà debole;
e per giunta le vedrete sempre praticate a ro-
mente Rousseau. Noi italiani gli opponiamo Don vescio>>.
Bosco; . Egli è il maestro formatosi alla scuola
La pietà e la lucidità di queste parole, che val-
della verità eterna: la scuola del Cristianesimo>>. gono molti trattati, ci mostrano quanto siamo
A queste parole facevo seguire un esame com- crudeli favorendo quel culto della sensibilità, e
parativo tra il protagonista dell'opera rousseiana, quanto siamo ottenebrati nelle nostre farneti-
l'Emilio, e Domenico Savio, il giovinetto che in cazioni, anche se si ammantano di dottrina.
tre lustri di vita conquistò quella vetta che, per
essere raggiunta, deve affissarsi con occhio che
*
non trema.
Ma questa analisi contristante si dilegua,
A conclusione di quello scritto, aggiungevo: quando vediamo sorgere dinanzi a noi una fi-
<: Emilio, se per nostra disavventura dovesse ve- gura in cui tutti i doni mattutini dell'adolescenza
stire umana carne, sa-
sono serbati intatti, co-
rebbe un vero flagello >>, e
me una offerta che nè
vedevo invece in Dome-
uomini nè demoni osano
nico, per dono di Dio,
Dono di Dio e della Vergine Immacolata
toccare, perchè già de-
colui che avrebbe con
la sua vita immacolata
potuto svelare ai giova-
*
IL 13 GIUGNO 1954
posta nelle mani di Dio,
con un'impazienza tre-
pidante che solo l'amore
ni un itinerario segreto,
attraverso il quale si può
sarà canonizzato
conosce.
Quel che infatti· col-
giungere a Dio, senza
lasciar alcun' orma nel
DOMENICO SAVIO
pisce in Domenico Savio
è l'ardenza del suo cuo-
·fango.
capolavoro dell'educazione salesiana
re. La tenerezza protet-
Quanto fossi nel vero
allora, ce lo conferma
modello alla gioventù moderna
tiva per il' padre e la ma-
dre stupisce in un bam-
questo nostro tempo, in
di ~ETÀ, PUREZZA.APOSTOLATO
bino di pochi anni. L'at-
cui gli Emilii di carne
tesa del padre che torna
ed ossa destano in noi
dal lavoro è trepidante.
raccapriccio, per delitti
Appena lo vede gli corre
che li dimostrano avidi, sensuali, crudeli, pronti incontro, lo copre di carezze, gli si attacca al
a macchiarsi le mani, ancora adolescenti, di san- collo con un'effusione di amabilità che non sa
gue, se la passione che li trascina trova un osta- più come prodigarsi. Ma già in queste manife-
colo. La curva di tale deviazione era· stata già stazioni infantili traluce un senno di matura ri-
indicata, con cuore angosciato, da Don Bosco: flessione: << Voi lavorate tanto per me... pregherò
(( Ingannato dalla propria stoltezza, l'infelice gio- il buon Dio che doni a voi la salute... >>, sono le
vane si dispera... La sua coscienzà è un mare in parole che si intrecciano alla festosa allegria con
burrasca sconvolto a vicenda dalle correnti più cui accoglie l'uomo stanco che, dopo una gior-
contrarie... Schiavo del proprio umore, il disgra- nata di lavoro, torna a casa. Vorrebbe il piccino
ziato vede ogni cosa attraverso la passione che risparmiare al padre la grande fatica, e non po-
lo domina in quell'istante... Interroga l'oracolo: tendo farlo, lo solleva da quella minima, la sola
la sua sciocca sensibilità... Capace degli slanci che può compiere, offrendogli uno scranno per-
più generosi è, invece, soggetto alle più strane chè si riposi.
·
~ 203

1.6 Page 6

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venturano nelle pm sconvol-
genti ipotesi. Nel piccino che
noi veneriamo, quella tenerezza
per il padre si riversa con
eguale getto sulla madre, tanto
limpido da farvi pensare ad
una vena che non ha mai
avuto corso sotterraneo, ma ci
è pervenuta attraverso un ca-
nale di cristallo.
Più tardi, questo umano af-
fetto proromperà per gli amici
e per i maestri, tanto più in-
tenso quanto più vicini a Dio
sono gli uni e gli altri, in-
tensissimo per il maestro dei
maestri: Don Bosco.
*
Il processo di trasformazione
della sensibilità in amore, pos-
siamo osservarlo agevolmente
Un episodio comune certo, ma che ci fa ve- in lui per i caratteri unici di visibilità con cui
dere una sensibilità, la cui linea di trasfigura- si manifesta. La sensibilità del fanciullo e poi
zione è. l'amore.
dell'adolescente, infatti, è per così dire ancora
Gli studiosi di psicanalisi rovistano le prime liquida, quindi mobile, tendente ad espandersi
memorie dell'infanzia, e se trovano attaccamento e ad occupare tutto di sè.
del figlio alla madre o della figlia al padre, s'av-
La sensibilità di Domenico si annuncia subito
come empito di cuore gene-
roso che non s'incurva su se
stesso, ma vola qual saetta per
r2.ggiungere il Sommo Amore.
Tutco ciò che in questo tra-
gitto può essere deviante, viene
evitato con terrore. E poichè
per intuizione nativa di una
coscienza morale precocissima
e già perfetta nel suo primo
annunciarsi, sa che il peccato
è inversione diabolica del moto
dell'anima verso il bene, il pic-
colo e grande eroe, lancia una
sfida mortale. Se l'ultimo ri-
fugio contro il peccato dovesse
essere la morte, ad essa cor-
rerà senza tremare.
Qualcuno potrà pensare che
l'adolescente nel prei;:idere un
così solenne impegno con se
stesso, immaginasse la morte
come una benevola visitatrice,
priva di quei tratti che han
fatto tremare i cuori più saldi.
Non è così. Penso anzi che
La statua di Domenico Savio domina sulle case di MONDONIO (Asti),
la terra donde la sua bell'anima spiccò il volo per il Paradiso.
(in alto) In questa casa nacque e vjsse Domenico Savio.
agli occhi di Domenico la
morte fosse la terribile ignota
che viene a spegnere una
fiamma tanto più preziosa ed
204 -

1.7 Page 7

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amabile, quanto p1u pura. I viziosi possono
invocare e darsi la morte, perchè hanno sconsa-
crato la vita, ma Ì puri non riescono nemmeno
a comprendere come il filo di essa, uscito dalle
mani di Dio, possa spezzarsi. In una lettera del
Savio all'amico Massaglia c'è una frase che può
apparire scherzosa: quella in cui parla della sua
«carcassa ►>. Ma a guardar più a fondo la cosa,
in quella parola c'è l'orrore per il disfacimento,
eluso e superato nella giravolta dello scherzo.
Così han fatto sempre gli spiriti veramente forti.
E tuttavia ben più temibile della morte, pur
terribile, è il peccato. Con decisione eroica, la
scelta è fatta. La sensibilità si è trasformata in
amore, e l'amore ha vinto la paura, onde la morte
e aspettata senza illusioni, e ad essa lungi dallo
sbarrare il passo, apre la porta.
Il mondo conosce mille sotterfugi per allon-
tanarsi dalla santità, per deformarne il signifi-
cato, per alterarne il concetto. E ogni epoca ha
il suo stupido armamentario per collocare i Santi
in prospettive caricaturali. Congiungere, ad esem-
pio, santità, misticismo e follia fu il luogo co-
mune di certa psicologia, mèntre a taluni spiriti
cosidetti spregiudicati piace calunniare la santità
rappresentandola come ossessiva pratica di de-
vozioni, nelle quali animule inette ad affrontare
la vita, a sostenerne con virile coraggio le prove,
a domarla, ad accettarne le ferite, corrono a ri-
fugiarsi. Che se poi ci si invita a, piegar le gi-
nocchia di fronte a figure in cui l'età ha ancora
tL1tti i suoi colori nuovi e teneri, come quelli
di un bocciuolo, allora il sarcasmo si fa compas-
sione, mista di irrisione, per queste insipide
larve umane, che non conoscendo il prezzo della
vita, la barattano per una fuggitiva accensione di
fantasia malata.
Evidentemente siffatti denigratori disegnano
il cuore umano su carta quadrettata o su un
~egistro anagrafico, ed ignorano che l'uomo può
restare sempre infantile, e come l'infante, egoista
e crudele, credulo e pauroso, preda di ira, d'in-
vidia, di << libido ►>, durante tutto {l corso anche
di una lunghissima vita. E per contro, appena
l'età della ragione si dischiude, prima che l'espe-
rienza del vizio appanni lo sguardo, dirittura,
fermezza, coraggio possono essere conquistati c
difesi con intransigenza eroica.
Quante volte comparando due coscienze mo-
rali, quella di un giovane e quella di un vecchio,
dobbiamo constatare che il retto giudizio ap-
partiene al primo, mentre l'altro bamboleggia con
BASILICA D1 MARIA AUSILIATRICE
Trasmissione della Messa pontifìcale del
24 maggio - ore 10 -
sul programma nazionale
della RAI.
sofismi, con_ cinismo, con ironie. Quante volte
l'adulto batte per codardia in ritirata, mentre il
giovane mette ii suo onore a difendere la sua
trincea. Tra il prezzo della vita e l'ideale, il gio-
vane non accetta mercanteggiamenti; l'adulto
spesso, sì. La coerenza per il giovane è un re-
spiro dell'anima, per l'adulto talvolta essa è. fa-
stidiosa come l'asma. Pienamente comprensibile
quindi il fatto di un adolescentè, di un giovane
che avendo esperimentato Dio nel. cuore, a Lui
rimanga attaccato con l'insofferenza, la dedizione,
l'esclusivismo del primo amore. Tutto sta nel
vedere chi arriva prima a prender possesso del-
1'anima, se la virti.1 o il vizio, se Dio o Satana.
Quando Don Bosco ci narra che il suo eletto
discepolo alla Comunione « faceva seguire un rin-
graziamento senza limite e che s~ non era chia-
MONDONIO - A questo fonte Battesimale
fu rigenerato alla grazia Domenico Savio.
- 205

1.8 Page 8

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mato dimenticava la colazione, la ricreazione e
talvolta fino la scuola, standosi in orazione o
meglio in contemplazione della divina bontà», con-
~tatiamo che il fanciullo ha una coerenza d'af-
fetto che a tanti adulti manca, giacchè quegli
crede ed ama: crede nelh1 presenza reale di Gesù
nell'Eucarestia e non sa perciò staccarsi dall'al-
tare, come dovrebbe avvenire a tutti quelli che
dicono di credere in quel Sacramento, e poi se
qualche volta si avvicinano al tabernacolo, il
loro cuore è muto, la loro mente inerte, la loro
bocca biascica fredde formule, indifferenti di
fronte a Cristo, come di fronte allà tomba di uno
sconosciuto.
Un filosofo francese, morto di recente, par-
lando dei Santi diceva: << Il Santo va sempre fino
all'assoluto di se stesso>>. Sì, l'assoluto che ignora
i patteggiamenti, le riserve, i compromessi, il
trito delle abitudini, e la spirale caduca degli
eccessi; l'assoluto che spinge a sorpàssare i li-
miti stessi della natura, aflìnchè essa possa at-
tingere lo scopo vero cui tende. Di sentimenti
familiari a tutti, il Santo vuol fare l'uso più straor-
dinario, e per dare ad essi tutta la loro potenza,
li accende al fuoco della verità cui crede. Questo
è il messaggio del nostro intrepido giovinetto a
tutti i cristiani, siano fanciulli o adulti o vecchi:
giungere, nella fede professata, fino all'assoluto
di se stessi, fino al dono totale.
Parlo di messaggio, in un tempo in cui mes-
saggi falsi o parziali ci provengono da tutte le
parti, persino dagli astri, se è vero che oggi ci
sono astrologi che pur farneticando sono ascoltati.
In tutte le lingue, ogni giorno, si scrive e si
discute di problematica dell'infanzia, dell'età evo-
lutiva, della giovinezza. Migliaia e migliaia di
volumi su questi argomenti escon dal cervello
di dotti, esperti, specialisti. È uno sforzo certa-
mente meritorio codesto, se alimentato dall'in-
teresse scientifico e dall'amore per le età che
portano promesse. Ma ~ e mi si conceda una
confessione personale ~ dopo che, per dovere
professionale, mi son dato a scorrere le migliaia
di pagine che le cosidette novità mi portan sul
tavolo, dopo aver girato nella giostra delle opi-
nioni, se chiedo a me stesso che cosa so di certo
sul problema dell'educazione, mi accorgo che,
tra dubbi, incertezze, critiche, repulsioni, ribel-
lioni, il più è messo in questione e vacilla. L'ansia
stessa della ricerca talvolta mi si fa pena. La
paura di sbagliare mi inceppa. E se voglio ritrovar
la certezza che la responsabilità esige, riprendo
in mano ciò che Don Bosco ha scritto sui gio-
vani, rileggo quella vita di Domenico Savio, e
allora mi si discopre dinanzi agli occhi una co-
stellazione di Santi giovinetti, e in essa una stella
più intensa per palpiti e per luce, provvido orien-
tamento per coloro che devono aprire la strada
ai piccoli. È la costellazione che vorrei chiamare
« Don Bosco ».
N. PADELLARO.
Ricevimento del Rettor Maggiore all'Orfano-
trofio delle Figlie di Maria Ausiliatrice di JETTE
(Bruxelles). Dialogo... coscienziosamente recitato.
206 -
UN GIUDIZIO
di Benedetto XV su Domenico Savio
" ... Sua Santità girando l'occhio d'attorno, pose la
n:ano sopra un libro stupendamente legalo. - Sa di chi
~ questo caro volume) Di Mons. Salotti, e per onorare
uno di quei santi che fanno per il nostro tempo. È la
Vita di Savio Domenico, vostro dilettissimo discepolo.
Tornerà questa Vita più accetta che quella di S. Luigi:
lui soave con tutti, lui giovanetto amico della ricreazione
e quasi quasi chiassosa. Il secolo non si figura più i
Santi tanto penitenti e rigorosi. E Savio Domenico pia-
cerà ai giovanetti che vedranno in lui un giovane proprio
come loro.
" lo era ammiralo di tanta bontà e ripeteva Ira me
e me: - Mi pare di sentire D. Bosco quando ce ne par-
lava cinquanta e più anni fa ".
(Da una lettera medita di D. Francesia
al Rettor Magg10re D. Albera - Roma, 16 agosto 1915).

1.9 Page 9

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''Ci sta bene Domenico sulf.,altare .,.,
Caro Bollettino Salesiano,
vengo a chiederti un po' di ospitalità per dirti
anche la mia sopra Domenico Savio. Sarei con-
tento che tra tanti" e tanto illustri consensi, non
mancasse la voce di un ragazzo, anche se non
vanta altri meriti che quello di avere press'a poco
l'età del nuovo santo. È questo che mi ha messo
in movimento il sangue e ha dato impulso alla
penna, già così restia quando si tratta di fìssare
qualche idea per il terna di italiano.
Cosa non si deve dire di un santo che è gio-
vane come me, morto con le mie voglie, con le
mie difficoltà, con il cuore libero da affari com-
plicati, le gambe solo stanche di gioco e le mani
macchiate· d'inchiostro! E nonostante tanta po-
vertà di mezzi, nonostante tanta semplicità di pro-
cedimento, lui, sopra ogni altro del suo tempo e
di tutti i tempi, è riuscito a dar la scalata agli
altari, mettendosi di diritto in quella nicchia,
dove ci si trovava già per via del Maestro e in vista
di qualche cosa di meno vago che un semplice
presentimento.
Ti dico, caro Bollettino, che a pensare queste
cose mi si gonfìa il petto come per un'impresa.
Non che io mi senta chiamato in causa in questo
affare, ma per il fatto che fìnalmente si avrà uno
in cielo col quale si può parlare col berretto in
testa e incaricarlo di affari ai quali, a quanto di-
cono, solo qualche anno di più toglierebbe ogni
importanza. Vorrei perciò che tu queste cose le
dicessi a tutti, perchè c'è più di uno in giro che
ha idee tutt'altro che precise sulla santità, ma che
di fronte a un esempio simile si sentirebbe ten-
tato a farne la prova: io per il primo. E sai che mi
ci metterò sul_ serio? Tanto più che io ho da di-
fendere una posizione che mi dà una qualche
responsabilità, alla quale oramai non mi pòsso
più sottrarre, essendo io aspirante alla vita sale-
siana con tutte le conseguenze del caso.
Ora mi conforta appunto il pensiero che mi
trovo sulla strada già percorsa a suo tempo da
Domenico, al quale mancò solo il filo per com-
piere il ricamo, posto che a quello possa parago-
narsi la vita salesiana professata. Nel mio caso
poi si tratta di una via non soltanto ideale, ma di
una vera via di sasso e di creta, trovandomi ap-
punto su quelle strade che il fanciullo Domenico
percorse ai suoi giorni, prima per soddisfare le
esigenze della sua età e dei suoi doveri, quando
abitava ·a quattro passi da qui nella frazione di
Murialdo, e poi, quando venne da Mondonio, per
mettersi neHe mani del sarto che ne avrebbe tratto
un bell'abito per il Signore. Alla resa dei conti
risultò poi solo un abito da Bambin Gesù, tanto
picèolo mi dicono che fosse Domenico, ma un
abito ad ogni modo, e un abito da festa, come ci
dice appunto in questi giorni la Chiesa.
Non ti nascondo che quest'affare dell'abito mi
è piaciuto fìn dalla prima volta che ne ho sentito
parlare; ora poi che anch'-io sono cascato nelle
mani del medesimo sarto, la cosa m'interessa di-
rettamente e mi piace ancora di più. Non sarà
la stessa stoffa, ma se, tessuto a parte, ha da riu-
scire un abito, credo che neppure esso dispiacerà
al Signore. Basta che io non venga meno. Dico
questo perchè con tutto quello che si sente e si
fa qua dentro, con l'aria che vi si respira, se do-
vessi cadere a metà strada, la colpa sarebbe solo
e tutta mia. Dici bene tu che basta volere, ma
chi ce lo dà il volere se non il Signore? Ci sta
dunque bene Domenico sull'altare; e io ai suoi
piedi per tirarlo dalla miii.
Tanto volevo dirti, caro Bollettino, per assicu.-
rarti che se non c'è nessuno che sia estraneo alla
gioia di questa esaltazione, tanto meno lo siamo
noi giovani e quasi eredi delle sue fortune. C'è
solo da augurarsi che adesso molti, dopo averlo
seguito nelle sue aspirazioni, lo seguano poi anche
nella santità, ciò che sarebbe la prova del nove
del sistema ora canonizzato dalla Chiesa insieme
con il migliore dei suoi prodotti. lo te l'ho scritto,
ma 400 l'abbiamo detto e chissà quanti l'avranno
pensato. Tu con le preghiere dei buoni, ai quali
ci raccomanderai, fa' che sia così. Grazie.
Un aspirante salesiano di " Colle Don Bosco ".
e VOLETE FARE UNA COSA BUONA?
EDU{)ATE LA GIOVENTU
e VOLETE FARE UNA COSA SANTA?
EDU{).1.TE LA GIOVENTU
e VOLETE FARE UNA COSA SANTISSIMA?
EDUOATE LA GIOVENTU
Don Bosco nella prima conferenza ai Cooperatori salesiani (1878).
- 207

1.10 Page 10

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a-- "61 mio divertimento più
bello è l'adempimento
dei 1'niei doveri.
Noi qui facciamo consistere
la santità nello stare molto
allegri. Procuriamo soltanto
di evitare il peccato, come
un gi·an neinico che ci ntba
la grazia di Dio e la pace
del cuore.
Se io potessi guadagnare a
Dio tutti i miei compagni,
quanto sarei felice l
Gli occhi sono due finestre.
Per le finestre passa ciò che
si fa passare. E noi per
AJ[ttola ~a un raiauo
que.~te finestre possiamo far.
passare un angelo, oppure
il demonio con le sue corna
e condurre l'uno o l'altro ad
essere v.adrone del nostro
cuore.
Quando
1ni
son
fatta
una
legge di volere assoluta-
meiite dominare i miei
occhi, incontrai non pocn
fatica; e talvolta ebbi a pa-
tire gran nial di capo. ·
Ma·ria, io voglio essere sem-
pre vostro figliuolo: ottene-
tenii di morire prima che io
collimetta un peccato con-
trario alla vfrtù della mo-
destia.
Mi sento un desiderio e un
bi.~ogno di farmi santo. lo
non pensavo di poterllti far
santo con tanta facilità; ma
ora che ho capito potersi ciò
effettuare anche stando al-
legro, io voglio assoluta-
11-iente e ho assolutaniente
bisogno di farmi sa.nto.
208 -
l'ETERNAMENTE
~~~~~~-.,.-,..~wv-,,.,.-,..~w-~~
ll 9 marzo I857 l'ala della morte, posandosi sul gracile corpo
del. quindicenne Domenico Savio, ne liberava l'anima bella, de-
siderosa di spiccare il volo verso la patria, ma lo conservava
e lo consacrava eternamente giovane alla commossa ammirazione
dei contemporanei e alla fervida devozione dei posteri.
Può ben dirsi che Egli era destinato ad essere il primo pro-
fumato fiore annunziante una rigogliosa primavera. Il padre
suo fu costretto dalle dure necessità della vita a trasferire la fa-
miglia da un paese ali'altro in cerca di lavoro e di pane. Il pic-
colo Domenico, nel'età in cui altri bambini sogliono essere causa
di disturbo e di cruccio, fu prodigo di tenerezza e di conforto
per il suo genitore, cui andava incontro, quando tornava stanco
dal lavoro, per alleggerirlo degli arnesi e invitarlo dolcemente
al riposo. Uno scambio di baci era il loro abituale saluto. Quella
stessa tenerezza che lo faceva così amabile con papà e mamma
lo rivelava appassionato col suo Signore.
A quattro anni prega, mattino e sera, senza che nessuno lo
spinga; a cinque è visto più volle dal cappellano di ]Vluriafdo
in ginocchio, col capo chino e con le innocenti manine giunte,
alla porta della chiesa, in attesa che si apra; a sei ser·ve la Messa
e, per quanto piccolo di statura, si leva sulla punta dei piedi,
tende quanto può le braccia e fa ogni sforzo per giungere al leggìo
e trasportare il pesante messale.
A sette anni, con anticipo di cinque sugli altri, domanda ed
ottiene di incontrarsi con l'amico del suo cuore, Gesù, nel Sa-
cramento dell'Eucarestia, stipulanio con Lui un trattato di
amicizia, in quattro punti, di cui l'ultimo ha il tono solenne di
un giuramento e quasi di profezia.
1. Mi confesserò sovente e farò la Comunione tutte le volte
che il confessore me ne darà licenza.
z. Voglio santificare i giorni festivi.
3. I miei amici saranno Gesù e Maria.
4. La morte ma non peccati.
Per proseguire gli studi sostenne, a dieci anni, la dura fa tica
di percorrere, tra andata e ritorno, circa I2 km. di strada gior-
nalieri, affrontando vittoriosamente il vento molesto, il sole co-
cente, il fango e la pioggia, e qualche volta sventando l'insidia
di compagni vagabondi e corrotti.
Primeggiò nello studio, nel profitto e nella pietà, che gli per-
misero di dar prova della sua forza d'animo in occasione di una
calunnia che lo accusava responsabile di una grave mancanza
scolastica.
Il profumo di questo fiore, spuntato quasi per generazione
spontanea sui fertili campi di Castelnuovo, giungeva misteriosa-
mente al santo giardiniere che, incontratolo sulle colline di Mu-
rialdo, lo trapiantò nella serra dell'Oratorio di Valdocco. Fa-
tidico quel ottobre I854, alla vigilia del grande avvenimento

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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GIOVANE
1Jt0,r/i,l,o.
della proclamazione del dogma dell'Immacolata, che
legò per circa tre anni sull<,l, terra e poi per l'eter-
nità, il piccolo gigante della santità giovanile col
Padre della gioventù moderna.
Domenico Savio dodicenne era un buon abbozzo,
ma era riservato a Don Bosco, artista sublime, il
provvidenziale compito di farne un capolavoro.
L'avventurato giovanetto è un dono da Dio fatto
a Don Bosco agli albori del suo apostolato, ma è
anche il frutto naturale del suo sistema che si rive-
lava, con questa incarnazione storica, formatore di
santi. Gli ordinamenti disciplinari, scolastici, l' at
mosfera di gioia e di pietà dominanti all'Oratorio,
cttrassero le simpatie di Domenico che vi diede una
interpretazione pratica quale Don Bosco voleva che
DOMENICO SAVIO DIVENTATO... CINESE.
l giovani cinesi, tra i primi nel culto di Domenico, ha:-ino
un soJo rammarico: che non sia nato in Cina!
fosse.
Scrupoloso nel!'adempimento del suo dovere, divenne attivo
propagandista di un sistema di vita, fondata sulla gioia del-
l'anima, difesa dai pericoli della strada, dei discorsi, delle com-
Mamma Margherita a Don Bosco:
pagnie, del!' ozio, delle letture pervertitrici e alimentata alle
fonti perenni della grazia sacramentale.
"Caro Don Giovanni, tu hai
Docile alle ispirazioni dello Spirito si lasciò conquistare e
tanti giovani buoni, ma nessuno
divorare dalla brama di <<farsi santo >>. E supplicò il suo Diret-
tore spirituale di aiutarlo a qualunque costo a raggiungere tale
supera la bellezza del cuore e
mèta. Dal momento di questa decisione eroica Don Bosco dovette
dell'anima del Savio".
piuttosto frenare l'impeto di quest'anima posseduta oramai dal-
!'amore divino. E dovette vietargli d'autorità le penjtenze supe-
riori alla sua età e alla sua salute, ma lo assecondò nello slancio
verso i tre amori che ebbe supremi: l'Eucarestia, la Vergine,
l'Apostolato delle anime.
Questo giovanetto di quindici anni inaugurò l'èra della Comu-
nione frequente, che è il grande segreto della spiritualità e della
Don Bosco ai suoi giovani:
santità. Su quella strada, cinquant'anni dopo, il divino istinto
" Non avrei nessuna difficoltà,
di un Papa santo s'incontrò coli'attesa dell'adolescenza, affa-
mata di Dio. La divozione alla Vergine lo fa, a quindici anni,
se
Papa, a dichiarare
fondatore della Compagnia dell'Immacolata, per la quale dettò
SANTO Domenico Savio"
uno statuto, in cui non si sa se più ammirare la fiamma di
apostolato che lo pervade o il senno Grganizzativo superiore
all'età.
Il Savio ebbe coscienza del tesoro di purezza che la fa miglia, l'educazione, la 'l'olontà, la Grazia con-
tribuirono a conservare; ma lo difese non sotterrandolo, P1r paura di perderlo come il talento de( Vangelo,
ma lo trafficò con una rete di amicizie sante e santificatrici, con l'esercizio del!' apostolato tra i compagni,
con la tensione, sino a consumarsi, verso l'ideale della santità.
La morte non lo colse all'Oratorio, ma al suo paesello e, a parere nostro, non senza motivo. Ragioni
contingenti potranno essere portate per spiegare co.'lle Don Bosco si sia lasciato indurre a farsi sfuggire
dall'Oratorio il suo prediletto. Ma così pensando non si coglierebbe il significato più profondo della ve-
n:tta e della dipartita di Domenico Savio dall'Oratorio.
Don Bosco non lo lasciò partire; ma lo consegnò alla famiglia, da cui l'aveva ricevuto, dopo averlo
aiutato a farsi santo. In tal modo lo affidava, per così dire, alla società moderna perchè lo facesse suo
e lo ponesse in testa a tutta la gioventù, chiamata alla santità, non solo ordinaria ma anche eroica.
- 209

2.2 Page 12

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" IODIO MI VUOLE SANTO... "
Dallo storico colloquio di Dome-
nico Savio con Don Bosco.
Ha fatto
piangere
Don Bosco
Il brioso catechista dell'Oratorio di Valdocco
dal sempre caro e popolarissimo nome di Don
Stefano Trione, entra un giorno di sorpres'l
nella camera di Don Bosco e lo. coglie con la
penna in mano e grosse lacrime agli occhi. Don
Trione, con quel candore che nessuno di quanti
lo conobbero potrà mai dimenticare, chiede al
buon padre la ragione di quell'insolita commo-
zione. Ma prima ancora che Don Bosco parli,
ne scopre la causa in quel mazzo di bozze di
stampa che il Santo ha tra mano per preparare
la terza e.dizione della Vita di Domenico Sav~·o.
Sempre così ogni volta che s'incontrava in
quel suo ragazzo! Non pianto senile, ·effetto di
reminiscenze lontane, ma commozione d'uomo
nella maturità piena della sua grandezza e nel
suo perfetto discernimento, che si sente tocco
dalla magnificenza di quel santino in miniatura
che egli tenta per la terza volta di presentare
al piccolo mondo dei suoi lettori, e non ad essi
soltanto, così come gli passa sullo schermo dei
ricordi personali e storici in quel momento.
Teme forse di .non averlo compreso tutto nel
proprio sguardo e nella lunga e paziente sua in-
dagine; forse gli si affaccia nuovamente il timore
di essere ritenuto un po' carico nelle tinte. E sì
che Don Bosco se n'era visti passare dinanzi,·
da Luigi Comollo in poi, di figure radiose, di
stampi meravigliosi sui quali egli stesso si era
modellato! Gli è che le affinità tra lui e il ma•
gnifico soggetto che aveva trattato sì a lungo e
da vicino, toccavano talmente la sua personalità,
da vedersela innanzi come in un cristallo ter-
sissimo. Ci si ritrovava in pieno e il suo mmi-
stero di sacerdote e di maestro vi splendeva
come il più fulgido ideale.
Don B·osco si sentiva di fronte al suo capola-
voro: ecco spiegato l'enigma. Quanti poeti e
quanti artisti hanno pianto nel rivedersi nelle
proprie creature! Quel Domenichino di quattro
palmi di statura sprigionava da sè un'esuberanza
210 -

2.3 Page 13

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di vita incontenibile. Quel corpicciuolo tenuto
in piedi da un ingegno precoce, da una forza
di valere cento volte superiore alla portatà, da
un'anima incandescente di amore e di purezza,
quell'argento vivo che dava lampi di genialità per
cui dovunque passasse conquideva, era proprio lui
a far stillare laci-imoni dalle ciglia di Don Bosco.
Fino allora e parecchio dopo, pur serbando
tutto il rispetto alla persona così qualificata del-
1'Autore, s'era diffusa una strana disposizione
d'animo a credere che Don Bosco avesse inteso
di romanticare il suo Domenico Savio, tenendo
più fisso il pensiero ad un ideale che al soggetto
reale. Spiegabile debolezza del giudizio umano,
ma non offesa della verità in un uomo, il quale
tornava a fissarsi non per la terza, ma per l'en-
nesima volta, sul suo soggetto e se ne ritraeva
più ammirato e commosso di tutte le precedenti.
Non c'e che dire, la storia e la Chiesa gli hanno
dato piena ragione: si trovava a contemplare un
reale capolavoro di natura e di grazia.
Dal giornale " The Universe "
di Londra del 30 aprile 1954.
<< I ragazzi al Iievi del l'Istituto Sale-
siano di Pechino, piangendo e gri-
dando, formarono per due ore uno
stretto cerchio tra la poliz'ia e il loro
Superiore, Sac. Paolo Fong, uno dei
74 preti e laici arrestati lo scorso
mese per essersi opposti alla così
detta "chiesa cattolica indipenden-
te". Finalmente il Padre Fong riuscì
a calmare i ragazzi, i quali cantarono
un inno, mentre egli si svincolava
e raggiungeva i suoi arrestatori >>.
Dunque Don Bosco ha veduto bene perche
ha potuto guardare il Savio con un apparec-
chio di cui noi non disponiamo, quello della
santità. E l'ha, per conseguenza, misurato esat-
tamente, cioe dal punto di vista di Dio e della
sua Chiesa. Ora un santino di poco più di quat-
tordici anni che si leva nei Cieli della gloria dei
Santi senza agitare come Maria Goretti, per dire
della più vicina a lui, la palma del martirio, e un
fatto più unico che raro nella Chiesa. E noi che,
quali membri della terza famiglia di Don Bosco,
lo stiamo contemplando nella gloria accanto al
nostro patrono, il Santo dei cooperatori, Pio X,
dobbiamo giocondamente concludere che Don Bo-
sco e il santo Pontefice hanno realmente aperta
o allargata la scia luminosa delle Masse candide,
dei Santi cioe che essi hanno portati a fiorire in-
torno al tabernacolo di Gesù eucaristico.
Un Cooperatore salesianq.
Giornalisti e giornalai
Tanta gli uni che gli altri nel problema
della Buona Stampa hanno la loro parte di
responsabilità. Perciò tutt'e due le categorie
sentono il bisogno di un celeste protettore. 1
giornalisti hanno San Francesco di Sales.
Tocca ai giornalai la scelta del loro. Quelli
di PAVIA, su proposta di S. E. il Vescovo .
Mons. Carlo Allorio, hanno eletto Don Bosco.
Al convegno del 28 febbraio u. s. parteci,
parono i giornalai di 27 edicole (la città ne
conta 32). In detto convegno Mons. Allorio
·benedisse i quadretti del nuovo Patrono da
esporre nelle edicole come pegno di coscienzio,
sità cristiana.
~ 2II

2.4 Page 14

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È noto che la Chiesa
Il primo miracolo.
non procede alla 1l Maglie, comune dell'archidiocesi di Otranto, la signora
Maria Porcelli in Gianfrada, dal febbraio del 1950 co-.
minciò ad avvertire un disturbo interno accompagnato da un
senso di malessere generale. Il prolungarsi di tale incomodo la
canonizzazione di· indusse a farsi visitare da un medico, che dinanzi a sintomi
non abbastanza chiari si riservò il giudizio, prescrivendole
intanto assoluto riposo a letto. Finalmente la sera del
23 marzo si manifestò l'urgenza di un consulto.
un Beato se non
La paziente si presentava pallidissima, con polso molle
e piccolo, estremità fredde e diffcoltà di respiro, nè si riu-
sciva a misurarle la pressione del sangue. Ed ecco precipitare
all'improvviso le condizioni già gravi. Il polso non si perce-
dopo l'esame di piva più, nonostante cardiotonici e fleboclisi. Allora si fece
venire un chirurgo, il quale, confermando la diagnosi del
medico curante trattarsi di anemia acuita da emorragia
interna, propose l'intervento immediato, naturalmente con
due nuovi miracoli. prognosi riservatissima. I familiari si opposero. Data la gra-
vità del caso, e.rana convinti che l'ammalata sarebbe dece-
duta dopo pochi istanti, ed avevano già provvisto a chiamare
in tutta fretta un sacerdote per gli estremi sacramenti.
Riportiamo qui i
Allora il medico curante, tocco da pietà al pensiero di una
madre che stava per . lasciare orfani sei figliuoli, ne potendo
più fare assegnamento sulla scienza, rivolse con viva fede
una preghiera a Domenico Savio, del quale la sera prima
due bellissimi op- aveva letto la vita in un opuscoletto edito a Valdocco dalla
Libreria della Dottrina Cristiana. In pari tempo cercò di ele-
vare a Dio nello stesso modo le menti dei familiari, giacchè
non restava proprio più alcuna speranza in altro se non in
provati per la ca- un miracolo del Cielo. E la fede ottenne il miracolo. La notte
seguente l'inferma prese a migliorare sino al punto che la
mattina del 24 veniva giudicata clinicamente fuori pericolo.
nonizzazione
Tuttavia un chirurgo di chiara fama, chiamato a visitarla,
di consigliò il ricovero nell'ospedale per praticare lo svuotamento
dei grumi sanguigni; ma non ve ne fu bisogno, perchè la
guarigione si rivelò completa, con il pieno reintegramento
organico; infatti la signora dopo circa quattro anni continua
DOMENICO SAVIO a vivere sana e robusta.
Aggiungeremo che il cl.etto medico curante, dottor Marino
Rizzelli, come depose sotto giuramento nel processo, d'al-
lora in poi ha l'abitudine di raccomandarsi a Domenico Savio
nei casi difficili a diagnosticar;;i e gli pare di riceverne ogni
volta lume alla mente sì da poter formulare con precisione
certe diagnosi che prima resistevano all'esame.
~ 212

2.5 Page 15

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lll primo miracolo, avvenuto in Il secondo miracolo penicillinica per iniezioni, quella
provincia di Lecce, era an-
marconiterapica e l'ultima di pe-
dato innanzi quello presentato
nicillina per aerosot facevano
a Roma per secondo, verifi-
solo peggiorare lo stato della
catosi nella città stessa di Lecce. La signora An- donna. Inefficace la penicillina contro la febbre,
tonietta Nicelli in Miglietta nel settembre 1949 impossibile la respirazione nasale, nessun bene-
fu colta all'improvviso da forte dolore alla ma- ficio neppur passeggero della .privina e della ri-
scella superiore destra, dolore che, fattosi atro- nasina, inutili i suffumigi di alcool ment0lato.
cissimo, s'irradiò alla fronte e a tutti gli organi Il medico specialista cominciava a parlare di
della testa. . Lo strazio, durato dì e notte per operazione. Le condizioni generali preoccupavan0
dieci giorni senza mai un istante di tregua, di- seriamente tutti quei di casa, poiche vedcvan0
minuì e scomparve per effetto delle iniezioni di che il male non cessava di progredire. Febbre
penicillina.
in aumento, respirazione nasale completamente
Ma verso la metà di dicembre dello stesso ostruita, un dimagrire impressionante. La buona
anno si manifestò un fenomeno di origine ine- signora non aveva più forza nemmeno per pre-
splicabile. Un odore sgradevole emanava dalla gare.
parte già inferma, notato prima di rado, poi L'8 marzo 1950 il dottore riparlò dell'opera-
resosi sempre più frequente, tanto che nel gen- zione. I familiari si rassegnarono. Per prepararYi
naio 1950 la signora si decise a recarsi da uno la parte, si procedette all'estrazione del primo
specialista. Dalla diagnosi risultò trattarsi di una molare superiore destro a fine di poter raggiu'l-
brutta sinusite mascellare e frontale destra, ac- gere così attraverso all'alveolo dentario il sen 1
certata anche mediante la radioscopia. La cura e praticare siringate di penicillina. Erano ~ià
NUOVO MONUMENTALE TEMPIO A SAN GIOVANNI BOSCO IN PANAMA (Centro America).
Durante
la
/
novena
e
soprattutto
nel
giorno
della
festa,
si
ebbe
un
concorso
tale
di
gente quale non si vide
mai
nella città di Panamà. Si può affermare che la divozione a Don Bosco è la divozione del popolo panamense.
- 213

2.6 Page 16

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pronti i medicinali e i disinfettanti a t~l uopo. È
facile immaginare la preoccupazione della soffe-
rente per quello che avrebbe dovuto subire il
giorno dopo.
Suo marito, non reggendo pm a veder la
moglie in preda a strazianti dolori, quella sera
uscì di casa. Al ritorno aveva in mano un gior-
nale illustrato, <i Il Tempo>>, che le spiegò di-
nanzi col desiderio vivissimo di distrarla. Con- ·
vien notare che in casa non entravano mai gior-
nali illustrati a motivo dei figliuoli.
La signora per fare cosa grata al marito aprì la
prima pagina, pur sentendo che non avrebbe
potuto andare oltre, e fu colpita dalla figura di
un giovanetto: Domenico Savio, al quale aveva
raccomandato spesso i suoi figli, leggendone la
vita scritta da S. Giovanni Bosco.
La simpatica figura del Savio scosse la donna
_come da un torpore. Con tutta l'anima e con
viva fede lo pregò, come poteva pregarlo una
madre di quattro fanciulli. Recitando mental-
mente dei Gloria Patri alla SS. Trinità per la
sua santificazione, cadde in un sonno profondo,
mentre da oltre venti giorni non aveva potuto mai
chiudere occhio. Il marito, lieto di vederla dor-
mire, per tema di destarla non toccò il giornale,
lasciandolo là aperto alla prima pagina sul guan-
ciale.
All'alba seguente, 9 marzo. 1950, Il!, svegliò un
fortissimo batticuore. Si sedette sul letto: soffo-
cava, non respirava più. Fu un attimo, e in quel-
1'attimo avvertì che un corpo solido, fermo tra
naso e gola, la strozzava. Un urto contro i denti,
e giù sulla piega del lenzuòlo un grosso pezzo
cretaceo della compattezza e del colore dell'ar-
gilla naturale. Era guarita, guarita definitiva-
mente, e ripigliò sonno.
La mattina, si sentì così piena di salute, che
ritornò alla sua attività e riprese le solite occupa-
zioni, sicura che in breve avrebbe guadagnato il
tempo perduto.
Si pranzò tutti allegramente in famiglia e alla
fine del pranzo essa volle aprire il giornale per
leggere che cosa fosse stato scritto intorno al
santo giovanetto. Leggeva ad alta voce, tornata
chiara e normale, e quando giunse al punto della
morte, in cui si diceva: << Era l'alba del 9 mar-
zo 1857 >>, tutti quanti guardarono il calendario:
segnava 9 marzo. Non credevano ai loro occhi;
ma la realtà era così grande e la grazia così evi-
dente, che tutti acclamarono al miracolo.
Nel pomeriggio venne il medico per eseguire
l'operazione. Ma ferri e medicinali non furono
toccati se non per portarli via. Il medico ripetè
varie volte, allora e nei giorni seguenti, le più
diligenti osservazion·i, finendo egli pure col dire
alla signora: << Questa sua, sì, è stata una grazia
di prim'ordine! >>.
Un giglio sulle culle
Quando le ca1npane di S. Pietro squil-
leranno annunziando al mondo che Dome-
nico è SANTO, tutte le mamme guarde-
ranno con commozione a questo piccolo
che potrebbe essere toro figlio, e che si è
fatto delicato patrono delle culle..
La miracolosa storia inizia il 12 settem-
bre 1856.
Quella mattina Domenico si presentò a
Don Bosco e gli chiese un giorno di per-
messo.
- Dove vuoi andare?
- A casa mia, perchè mia madre è
molto malata, e la Madonna vuol guarirla.
- Chi te l'ha detto?
- Nessuno mi ha detto nulla, ma lo so
ugualmente!
Don Bosco, che altre volte si era trovato
di fronte ad ·un intervento soprannaturale
nel caro alunno, credette opportuno com-
piacerlo.
Al primo apparire di Domenico, meraviglia
da parte di tutti. Nessuno l'aveva chiamato.
Egli, troncando ogni indugio, salì dalla
mamma. Questa, appena lo scorse, lo sa-
lutò affettuosamente: quindi lo invitò a
uscire. Non era quello il momento per
intrattenere un ragazzo. Delicatezza delle
nostre sante mamme!
Ma Domenico non si dà per vinto. Salta
rapido sul letto, abbraccia fortemente la
mamma, le stampa un bacione grosso come
il suo cuore e poi dice:
- Aduso vado via contento!
E partì davvero per Torino.
Ma il meraviglioso inc·omincia qui. Ap-
pena· egli ebbe abbracciato la mamma,
questa si sentì meglio: e quando venne il
dottore, non fece che constatare il benessere
generale dell'ammalata.
A Torino si presentò subito a Don Bosco
e gli disse raggiante:
- Mia madre è bell',è guarita. L'ha gua-
rita la Madonna che io le ho messo al collo.
Nell'abbracciarla infatti egli le aveva in-
filato un nastrino verde, a cui era attaccato
un pezzo di seta piegata a forma di abitino.
Quando la mamma se ne ·accorse, non
volle più levarselo.
·
Dopo la morte di lei, quell'abitino mi-
racoloso passò a sollevare altre mamme che
la Provvidenza chiamava ad offrire il tri-
buto di dolore al mistero della vita.
Ci è caro pensare così il piccolo Dome-
nico: un angelo tutto bianco vegliante e
benedicente sul candore di tante culle,
giglio intatto posto a guardia di altri gigli
in sboccio nella feconda intimità del fo-
colare.
Mistero ineffabile delle vie di Dio!
Mamme nostre! Forse bisogna ripercor-
rere la strada di Mondonio dietro a Dome-
nico per scoprire una volta di più a quale
nitore di Sorgente attinge il commosso se-
greto della vostra donazione, della vostra
inesausta fecondità.

2.7 Page 17

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A MOLFETTA (Bari) è stato
varato il motopeschereccio Don Bosco.
- È il primo intitolato al grande Pe-
scatore di anime. Il proprietario,
sig. Paolo Cormio, ha voluto che si
intronizzassero i ·quadri di Maria
Ausiliatrice e di Don Bosco nella
cabina del comando.
L'Unione Editori Cattolici Ita-
liani (UECI) ha istituito dei premi
annui a favore di autori .o di opere
dell'ingegno, che con pieno rispetto
ai postulati della morale cattolica,
nei vari campi dello scibile e della
cultura religiosa o profana appaiono,
in seguito a regolare concorso, par-
ticolarmente meritevoli di essere se-
gnalati al pubblico. I premi saranno
assegnati in ROMA, il 3 1 gennaio,
festività di S. Giovanni Bosco, pa-
trono degli editori.
1 Salesiani dell'Oratorio S. Fi-
lippo Neri di CAl'ANIA hanno pro-
mosso la Peregrinatio Mariae presso
le famiglie degli alunni. Cinque
quadri della Madonnina delle la-
crime sono stati benedetti dall'.Prci-
vescovo Mons. Bentivoglio; un al-
liev~ porta a casa, per un giorno,
il quadro della Madonna invitando
famiglia e vicinato a renderle onore.
La celebre violinista giappo-
nese Toshiya Eto di TOKYO ha
convertito al Cattolicesimo tutta la
sua famiglia. Ella si era convertita
frequentando le Figlie di Maria
Ausiliatrice, delle quali fu allieva.
funzione assai commovente. Dopo
lunga preparazione del nostro Don
Gasbarri, le parecchie centinaia di
carcerati si strinsero attorno ad un
altare di Maria Ausiliatrice, prepa-
rato con amore e ornato di fiori e
di ceri da loro stessi, per compiere
la propria consacrazione a Maria Au-
siliatrice. Se _ne possono arguire i
frutti se si pensa che per la Pasqua
confessarono ivi contemporaneamente
e a lungo dieci sacerdoti salesiani.
*
S. E. Mons. Danio Bolognini,
parlando a 6000 donne e giovani cat-
toliche nel celebre Santuario di CA-
RAVAGGIO, rievocò il presago so-
gno delle due colonne, nel quale
Don Bosco aveva visto adombrata
la salvezza della Chiesa, e affermò:
« L'Eucaristia e la Madonna sono le
due forze che aiutano il cristiano
nel difficile mare della vita. Oggi
la bufera è quanto mai grossa e mi-
nacciosa, ma la speranza e la fi-
ducia restano legittime e imbatti-
bili se il popolo cristiano sa anco-
rarsi a Cristo e alla sua Madre »
1 60 anni di vita dell'Istituto
salesiano di CAVAGLIÀ Biellese
sono stati commemorati con cele-
brazioni presiedute dalle autorità
provinciali, da illustri parlamentari
e dal catechista generale della Con-
gregazione, Rev.mo DJn Giovanni
Anta!, ex allievo dell'Istituto. Oggi
l'opera, oltre le elementari, conta la
scuola media e quella agricola con
cirea zoo alunni interni e cento
esterni.
La Ferriera « Prosider >> di LA
SPEZIA ha inaugurato un nuovo
complesso industriale con moder-
nissimi impianti di laminazione. I
dirigenti, nostri affezionati Coope-
ratori appartenenti alla famiglia
Malco, hanno voluto che dominasse
nei nuovi padiglioni la statua di Don
_Bosco, quale impareggiabile forma-
tore di operai cristiani. Il parroco
salesiano Don Sangalli la benedisse,
presenti maestranze, impiegati e
operai con i più noti industriali di
La Spezia.
Con l'intervento delle più alte
autorità religiose e civiìi deJ:a pro-
vincia si sono celebrate a OTTO-
BIANO (Pavia) le feste cinquante-
narie dell'Oratorio e dell'Asilo delle
Figlie di Maria Ausiliatrice. Il ca-
pitano Battista Valeggiani, ex al-
lievo dell'Asilo, commemorò la data
e S. E. Mons. Luigi Barbero, Ve-
scovo di Vigevano, alla presenza di
un'eccezionale folla osannante, be-
nedisse un magnifico monumento a
Maria Ausiliatrice, in marmo di
Carrara.
A TORINO, nel salone del Col-
legio S. Giuseppe, per iniziativa
della «Dante Alighieri•> l'Avv. Dino
Andreis ha tenuto la commemora-
zione di Don Cojazzi alle scuole to-
rinesi, presenti il Sindaco Avv.
Peyron, il Provveditore agli Studi
prof. Luigi Pescetti e il rappresen-
tante del Rettor Maggiore.
Il Conte Eugenio Rebaudengo,
Presidente internazionale dei Coo-
peratori salesiani, nella ricorrenza
del decennio della sua scomparsa, è
stato rievocato a TORINO con una
cerimÒnia commemorativa nell' Isti-
tuto che ne porta il nome e con un
solenne ufficio funebre nel Santuario
di Maria Ausiliatrice.
Tra i carcerati di LIMA (Perù)
il Martedì Santo u. s. si svolse una
Le autorità governative della
THAILANDIA, ammirate dei suc-
cessi educativi ottenuti alla ~ Don
Bosco Technical School >>, hanno invi-
tato i Salesiani a tenere alla radio
nazionale una serie di interviste di
15 minuti, nelle quali sono intro-
dotti anche gli allievi a dire le lodi
del sistema educativo di Don Bosoo.
È da notare che si tratta di un
paese pr~ttamente buddista, e che
per la prima volta un sacerdote vi
parla alla radio.
Un violento ciclone si è abbat-
tuto sulla Missione salesiana d,
DIBRUGARH (India-Assam) e ha
distrutto completamente la vecchia
scuola tenuta dalle Suore Indigene
Catechiste Missionarie. S. E. Mons.
Marengo è ora molto preoccupato
perchè si vede costretto a rimpiaz-
zare il vecchio fabbricato di bambil
con una costruzio'ne in muratura.
Le spese arrunonteranno a cinqu~
milioni di lire italiane. I lavori sono
già in corso perchè urge ultimare l'e-
dificio prima dell'arrivo dei monsoni.

2.8 Page 18

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Mamma ha già recato in tavola la
zuppiera fumante, e ha dato il solito
segno vocale' di adunata attorno al la
mensa frugale. Arriva papà, dai campi,
e, distratto da qualche preoccupazione,
prende posto e siede, acc·1ngendosi a
prender cibo.
- Papà!
squilla la vocetta del
piccolo Domenico
non abbiamo
ancora detto la preghiera!
- Hai ragione! - L'uomo si alza,
intona I' A VE, e poi siede, accarezzando
l'angioletto con un "bravo!" che gli
esce proprio dal cuore.
Q uesta volta c'è a tavola un ospite:
un uomo che è conosc'1uto "solo da
papà. È entrato quando la famigliola è
già seduta alla mensa. Quel forestiero,
invitato, siede e incomincia a mangiare
senza neppur farsi un segno di croce.
Il piccolo Domenico, che lo ha guar-
dato con occhi paurosi, si alza e, preso
i! suo pane, va a sbocconcellarselo, ta-
citurno, in un angolo della cucina.
Allo sguardo interrogativo della mam-
ma, ri ;ponde sottovoce:
lo non
voglio star vicino a chi si mette a tavola
senza pregare!
,........•.........
[i(Eij(O(f
••••••••••••••••••
E ntrato nell'Oratorio di Valdocco, 1'8 di-
cembre 1854, anno memorando del la defi-
nizione dell'Immacolata, il giovinetto, inginoc-
chiato davanti alla statua della Vergine, ripete,
coi cuore sulle labbra, le promesse vergate
nel giorno della prima Comunione. È il
E' la sera di un gran giorno. Quello
della prima Comunione. Domenico
ha appena sette anni, ma sa già scrivere,
e sul foglio che sta vergando lenta-
mente, ma con sicurezza, appaiono pa-
role più grandi di lui:
I miei amici saranno Gesù e Maria.
La morte ma non peccati.
È il primo documento scr'1tto della
sua santità.
A Ila scuola elementare di Mondonio,
Domenico è stato accusato dai com-
pagni, come autore di un brutto scherzo
gi uocato al maestro. Questi stenta a
crederlo capace di simile mancanza, ma
il giovinetto tace, tutto rosso e mor-
tificato sotto le dure espressioni del
maestro sacerdote. Il giorno dopo, la
verità: viene a galla e Sav·10 è di nuovo
interrogato dal maestro, tutto afflitto
per aver punito un innocente.
Ma perchè hai taciuto la verità?
Perchè anche Gesù ha taciuto, da-
vanti alle calunnie di chi gli voleva male!
21.6
FRANCIA. Fioritura di giovinez~
suo programma di santità che egli affida alla
protezione di Maria.
- D omani - dice una sera Don Bosco, pa~-
lando ai ragazzi - ognuno di voi mi
scriva su un biglietto ciò che desidera avere, Vi

2.9 Page 19

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.r.i.i.&...1...r.:..1..m...,
do parola che se mi sarà possibile, acconten-
terò tutti.
Tra tanta varietà di ... desideri, c'è un bigliet-
tino che si differenzia da tutti gli altri:
, Domando che mi salvi l'anima, e mi faccia santo,,.
Firmato: Domenico Savio.
Com'è interessante, nel carnevale, la
- via che ogni giorno è solito percor-
rere Savio con i compagni, per andare a
scuola da Don Piccò ! Gioco Iieri, indo-
vini, dolcieri, hanno eretto dei barac-
coni vistosi, ai quali corrono, estasiati,
gli sguardi dei ragazzi.
Belli, no 1 - dice- uno a Savio:
- Non lo so. Non li ho veduti.
- Che te ne fai degli occhi, se non li
adoperi a guardare? Tanto vale esser cieco!
- Li riserbo per vedere, la faccia
della Madonna, quando, con l'aiuto di
Dio, andrò in Paradiso!
- G uarda come hai conciato i tuoi
calzoni! - gli dice un compagno,
indicandogli una larga chiazza di fango
alle ginocchia.
Cos'è stato? Ti
sei messo in ginocchio in mezzo al
fango?
- Sì: è passato il Viatico!
- lo penso che il Signore non ci
obblighi a rovinare così i nostri cal-
zoni!
- Non sono forse anch'essi pro-
prietà del Signore, come le. nostre gi-
nocchia? Devono quindi servire a ren-
dergli onore, non ti pare?
- Q ui ci vuole un salasso! -- sen-
tenzia il dottore di Mondonio,
dopo la visita fatta al malati no, tornato
il giorno prima dall'Oratorio.
- Volta in là la faccia, per non im-
pressionarti a vedere il sangue!
- Che impressione vuole che mi
faccia una piccola puntura, se penso e.i
chiodi piantati nelle mani e nei piedi
di Gesù?
E con questa fermezza, subì ben dieci
salassi!
tarno al Successore di Don Bosco.
- P erchè fai così? Vuoi morire di freddo? -
gli fu chiesto da chi lo aveva sorpreso, in
pieno inverno, raggomitolato nel suo lettuccio,
con una sola copert<1.
- Non morirò di freddo. Ges:i sulla pagli:l di
Betlemme, e sulla Croce del Cahario era me.,o
coperto di me.
- Addio, papà, addio! - disse risve-
gliandosi dal torpore dell'agonia. E
tosto i suoi occhi si illuminarono, aperti
a uno spettacolo misterioso.
- Che bella cosa io vedo, papà!
che bel la cosa!
_Sorrise, congiunse le mani sul petto,
e spirò senza il minimo segno di soffe-
renza.
Vivere in modo da poter morire sor-
ridendo! .Ecco la grande saggezza rea-
lizzata da questo fanciullo, glorificato da
Di,, perchè sia maestro di tale sag-
gezza a tutti i suoi coetanei.
2.17

2.10 Page 20

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Gli Amici dell'Università Cat-
tolica di FRIBURGO (Sviz-
zera) hanno ormai guadagnato
alla loro causa il Rettor Mag-
giore: si fonderà il Pensionato
Universitario.
Con
Don Ziggiotti
nelle
Case d'Europa
48 giorni di entusiasmo net cantieri del lavoro sale-
siano al passaggio del V 0 Successore di Don Bosco
Il viaggio del Rettor Maggiore attraverso la
Svizzera, Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra e
Irlanda durò dal 26 febbraio al 14 aprile. Qua-
rantotto giorni che, raccolti in un film documen-
tario, sarebbero davvero di un interesse unico,
per la varietà dei panorami, dei personaggi in-
contrati, delle case e delle loro attività, dei ri-
cevimenti e manifestazioni, familiari ma sempre
carattenstic1, senza ripetizioni pur nell'iden-
tità dei sentimenti di veµerazione e di affetto
verso il V Successore di Don Bosco.
Il 26 febbraio entra nella SVIZZERA in clima
invernale, con pioggia e neve. Ma la .Svizzera
è sempre bella e gradevole allo sguardo del tu-
rista a tutte le stagioni; e i nostri cooperatori
e amici, che vogliono iniziare a Friburgo, ac-
canto all'Università Cattolica, un Pensionato
Universitario salesiano per giovani dell'America
Latina, sanno presentare al Rettor Maggiore
l' Jniversità e la città nei loro aspetti più attraenti.
Sono il Magnifico Rettore, lo stesso Ministro
dell'Educazione e vari professori e amici che
fanno corona a Don Ziggiotti.
L'indomani fa una corsa a Morges, nel nostro
grazioso Istituto de la Longeraie, sul lago di Gi-
nevra, in faccia alla ·città di Tonone, campo di
apostolato del nostro santo titolare S. Francesco
di Sales.
Nella terra
prediletta da Don Bosco.
Entrato in FRANCIA, sosta a Lione, dove
s'intra:ttiene con i direttori salesiani del Sud e
con i superiori e teologi dello studentato di
Fontanière, che hanno preparato per l'occasione
una brillante Accademia Mariana. Quindi visita
l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e
parte per Parigi la mattina del marzo. Alla
st izione è accolto dai direttori della capitale e
da una rappresentanza di cooperatori e di ex al-
lievi. Il giorno stesso è ad Andrésy, la nuova
bellissima sede degli studenti di filosofia, sulle
218 -

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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rive della Senna. Il Rettor Maggiore vi s'indugia
due giorni interi per incontrarsi pure con tutti
i direttori della Francia d~l Nord, raccoltisi per
salutarlo e trattare i loro problemi.
Nella mattinata del 4 marzo è a Loury, presso
Orléans, che da tre anni ospita un piccolo se-
minario di vocazioni ucraine, affidate ai Salesiani
ucraini, provvidenzialmente preparati nelle nostre
case da circa 20 anni e ora divenuti strumento
prezioso per l'educazione del clero futuro di
quella sventurata nazione. Il ricevimento vien
fatto da tre giovani in costume nazionale, che
offrono all'ospite insigne pane e sale. Commo-
vente sentire dalle labbra dei giovani canti e in-
dirizzi in lingua italiana, francese e latina; e an-
cora più commovente vedere il buon Padre che,
ricordando di essere in una casa di esiliati, va
dispiegando tutte le delicatezze del suo cuore per
convincerli che sono veramente dei membri pri-
Rosario e rose.
La sera del 7 marzo, a Parigi i giovani pensio-
nanti operai della ·casa ispetteriale di rue Crillon
danno al Rettor Maggiore un saggio di brio pa-
rigino con musiche e dialoghi, e di schietta pietà
alla santa Messa.
La corsa verso occidente lo porta, in auto, al
celebre santuario di Lisieux, uno dei più popo-
lari centri religiosi della Francia. Di là Don Zig-
giotti, manda un saluto a mezzo mondo salesiano:
sono tante cartoline che partono verso i quattro
punti cardinali, e a distanze vertiginose, fino
alla Terra del Fuoco, dirette a Vescovi, Ispet-
tori, Cooperatori insigni, case di formazione, ex
allievi e amici. Durante il lungo viaggio era ri-
masto raccolto nello scorrere la corona, che quel
giorno parve interminabile. All'Ispettore che ama-
bilmente l'aveva interrogato, aveva risposto:<< Cerco
Alla stazione di PARIGI " Gare de
Lyon " l'arri-vo del Rettor Mag-
giore è festeggiato da confratelli,
cooperatori ed ex allievi.
~
(Sotto)
Accoglienza del Rettor Maggiore
aLOURY. Quanto sono cari questi
poveri giovani profughi ucraini
nei loro costumi nazionali!
vilegiati del Corpo Mistico della Chiesa e quindi
anche della Famiglia salesiana.
Il tempio votivo della Marna, che ricorda i
caduti della famosa battaglia del 1918, si drizza
in pietra viva sul colle di Dormans: l'ufficiatura
ne è affidata ai Salesiani, che raccolgono i loro
novizi del Nord in una bella villetta sottostante.
Coltiveranno così nel loro cuore l'amore a Dio,
a Don Bosco e alla Patria, preparandosi a dive-
nire abili e pazienti educatori della gioventù.
Un altro monumento celebre, quello al Papa
della prima Crociata Urbano Il, domina il cielo
della Marna a Port-a-Binson, ove l'antico con-
vento benedettino ospita ora i nostri duecento
allievi.
L'incontro con la massa degli studenti e arti-
giani di Saint Dizier dà al Rettor Maggiore la
dolce impressione di trovarsi nella casa madre
di Valdocco, affollata di gioventù festante, mentre
a Maretz si compiace di sapere che la casa ha
donato, in soli vent'anni, più di trecento sacer-
doti al clero secolare e alle famiglie religios~.
- 219

3.2 Page 22

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di ricordare ciascuna delle cartoline nelle
quali ho promesso un'intenzione speciale)>. E
quando potè inginocchiarsi all'Urna venerata,
vi si fermò venti •minuti, la testa fra le mani,
in comunicazione con la Santa delle Rose.
L'avvenire della Congregaz_ione.
Ripartì quindi per Caen, nel campo di bat-
taglia della Normandia, ove i trecento allievi
della .fiorente Scuola professionale attendono an-
cora la ricostruzione della loro casa. Parlando ai
confratelli, il Rettor Maggiore' dichiarò: << L'avve-
nire della Congregazione e nelle Scuole professio-
nali. Tra il I950 e il 2000 bisogna che i nostri
~forzi puntino specialmente sulle Scuole professio-
nali)).
A Giel, imponente Scuola agricola-professio-
mle, è accolto dai 350 allievi, aperti al sorriso
ddla loro campagna e del primo sole primave-
rile, il giorno 9 marzo, sacro al loro grande amico
e protettore, Domenico Savio.
L'ultima casa bretone è Coat-an-Doch, per
gli aspiranti salesiani, quasi duecento, lieti della
loro vocazione, educati mirabilmente ad esecu-
zioni di canto, di suono e di teatro, in una terra
benedetta da Dio, ricca di fede e di prosperità.
Il ritorno alla capitale fa toccare rapidamente
Rennes e la mirabile cattedrale di Chartres.
Tornato a Parigi, ebbe un colloquio con l'Ar-
civescovo Card. Feltin, che fu con lui non sol-
tanto cortese e accogliente, ma amabile, sorri-
dente, arguto.
L' 11 marzo si chiude nella capitale il breve giro
con le visite alle altre case salesiane e delle Figlie
ALLA CACCIA DI AUTOGRAFI.
Il povero Rettor Maggiore assalito da cooperatori e ammiratori che reclamano una firma sotto la sua foto.
{Dite «
ai. vostri genitori, quando li vedrete o scriverete, che invio loro una benedizione
tutta speciale per ringraziarli del grande regalo che hanno fatto a Don Bosco _donan~
dovi alla Congregazione. I genit~ri dei Salesiani sono i nostri più grandi benefattori ».
~ 220
II Rettor Maggiore, ripetutamente, nell'ultimo suo v:aggio attraverso l'Europa occidentale.

3.3 Page 23

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di Maria Ausiliatrice, al Patronage
St-Pierre, l'unico superstite dell'in-
cameramento del 1903, e alla bella
Parrocchia di S. Giovanni Bosco,
ove il Rettor - Maggiore vede racco-
gliersi al mattino tutta la gioventù
delle scuole parrocchiali e alla sera
i cooperatori ed amici, cui può ri-
volgere la ,sua parola di compiaci-
mento, di ringraziamento e di sti-
molo a collaborare nell'opera santa
dell'educazione della gioventù.
In 12 giorni il signor Don Zig-
giotti aveva visitato tutta l'Ispettoria
salesiana del Nord della Francia.
Un bel numero di chilometri s'era
imposto. di percorrere, in treno e in
auto, per portare alle tre famiglie
salesiane - confratelli, suore, coo-
peratori - la gioia della sua pre- BELGIO • 11 Reìtor Maggiore saluta affettuosamente alcuni confratelli militari.
senza e l'incoraggiamento della sua
parola. Ci sarebbe stato da esaurire
la salute più robusta; ma la consolazione di av- colloqui, nella preghiera. E l'indomani sarà pure la
vicinare tanta giovinezza e tanti incomparabili volta del Pensionato universitario di Heverlée,
amici dell'Opera nostra gli fece dimenticare i in Lovanio, la. famosa città degli studi cattolici,
disagi inseparabili da sì lunghe, rapide e inin- ove i nostri Salesiarii frequentano le varie facoltà,
terrotte peregrinazioni.
provenienti da nazioni diverse: dall'Italia, dall:1
Spagna· e persino dalla Cina. Onorano il signor
Don Ziggiotti con la loro presenza il Borgomastro
Nel paese della fede e del lavoro. (sindaco) e il Rettor Magnifico dell'Università,
le cui parole sono un plauso a Don Bosco e
Il 12 marzo varca la frontiera belga. La prima all'opera sua nel Belgio e nel mondo intero.
impressione entrando nel BELGIO è di un suc- Liegi ha la casa salesiana più antica del Belgio,
cedersi continuo di paesi e città, con officine e voluta d·1 S. Giovanni Bosco in seguito ad ùna
stabilimenti ad ogni passo, lavoro e commercio, ispirazione celeste negli ultimi mesi della sua
benessere generale, larga ospitalità e
cortesia. È una nazione che ha già
rimarginato le ferite subite nelle
guerre e che apre le porte all' emi-
grazione di operai e profughi, cui dà
lavoro, pane e buona cera, con senso
veramente cristiano.
Il Rettor Maggiore entra a Bru-
xelles sul mezzogiorno del 12 marzu.
Lo accoglie la Casa Ispettoriale di
Woluwé con la massa dei suoi allievi
interni ed esterni, salutandolo in
italiano, in fiammingo e in francese.
Sono pure presenti un primo gruppo
di Figlie di Maria Ausiliatrice, alcuni
ex allievi e cooperatori. Ma l'in-
contro ufficiale con Bruxelles è tra-
mandato alla conclusione del giro
per le altre case e perciò in serata
è portato a visitare i nostri studenti
di Teologia, alle porte di Lovanio,
ia amena sede raccolta e circondat'l
" Chiesa del Silenzio " e i suoi martiri 'Vi'L1enti.
di verde. Tra essi trascorre le ore
più belle, nell'intimità familiare, nei
Incontro del Rettor Maggiore col Vescovo russo Mons. Moletieff, vittima
della Siberia per 8 anni ed ora ospite della nostra casa di WOLUWÉ
ST-PIERRE (Belgio).
- 221

3.4 Page 24

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vita. Ivi il Rettor Maggiore trova tutti i caratteri
delle case salesiane con studenti e artigiani,
Il trionfo delle Scuole professionali.
maestri d'arte, ex allievi, cooperatori affeziona-
tissimi, e gode nel sentire che il vanto della Casa
è di aver dato alla Chiesa oltre trecentocinquanta
vocazioni ecclesiastiche e religiose.
Alle porte di Anversa, emporio commerciale
e industriale, da pochi anni è sorta ad Oboken
una magnifica Scuola professionale per esterni,
con una chiesa pubblica frequentatissima. Quale
àureola di benevolenza circondi colà i figli di
La " Vergine dei Poveri".
Dopo breve sosta al Santuario di Banneux, il
Don Bosco lo attestò l'afflusso di cooperatori
e di amici, di patronesse e di fedeli, che accor-
sero in speciali riunioni, presiedute da alte auto-
rità ecclesiastiche, civili e politiche.
paesello fortunato ove la Madonna si degnò di Dobbiamo dire che nel Belgio trionfano le
apparire nel 1932 a una fanciulla di 12 anni, Scuole professionali. Il Rettor Maggiore ne
sotto il titolo di Vergine dei Poveri e con aspetto trova ancora di bellissime ad Halle, a St-Denis
molto simile all'Immacolata di Lourdes, il Rettor Westrem presso Gand, e a Tournai, ove gli
Maggiore arriva a Grand Halleux, in una villa è dato di assistere alla benedizione di nuovi
donata da generosi benefattori, i conti Orban de imponenti locali, solennemente impartita da
Xivery, e che ora accoglie i nostri chierici stu- Sua Eccellenza il Vescovo.
denti di Filosofia con un bel gruppo di allievi
agricoltori. La cappella votiva è un piccolo
gioiello e comil}enta il motto nobiliare: (( De tout
mon coeur et quand méme •>, che significa: (( ge-
nerosità ad oltranza>>.
Villaggio salesiano.
Visitate le case di Remouchamps e di Wel- Un vero villaggio salesiano incontrò a Cour-
kenraedt, tocca Verviers, grande Scuola profes- trai. I Salesiani dal 1927 vi coltivano bellamente
sionale per 450 esterni, vivaio di attività e pro- insieme un gruppo di studenti e un centinaio
messa di un ancor più vasto campo di lavoro. di vocazioni tardive, che si preparano al sacer-
Benedetti i locali dei nuovi laboratori a St-Geor- dozio con mirabile impegno. Oh, la devota e
ges-sur-Meuse, rientra a Bruxelles e fa visita
al nuovo Nunzio Apostolico, S. E. Mons. Forni,
la cui conversazione si protrae piacevolissima
nelle reminiscenze della sua lunga dimora in
preziosa cappella ove quei cari giovani innalzano
i loro canti e le loro ferventi preghiere, ove la
liturgia e il piccolo clero sono l'anima delle
funzioni!
Equatore, ove frequentemente aveva visto i Sa- Sulla medesima via e in largo spazio di cor-
lesiani al lavoro.
tili e fabbricati, le Figlie di Maria Ausiliatrice
L'indomani, visitati i novizi fiamminghi di
Grand Bigard, potè pure essere ricevuto da
Sua Eminenza il Card. Van Roey, Arcivescovo
di Malines, la più grande diocesi del Belgio e
tra le più ricche di clero di tutto il mondo cat-
tolico.
hanno sviluppato varie opere assistenziali per
centinaia e centinaia di fanciulli e fanciulle, ai
quali con l'insegnamento esse prodigano pure
l'assistenza medica, assecondate e aiutate dalle
autorità e dai benefattori. Degno di nota il fatto
che durante l'ultima guerra questo sobborgo, pur
essendo in continuazione della città
di Courtrai, desolata dai bom-
bardamenti, fu miracolosamente
risparmiato, quasi che la Madonna
abbia steso ·su di esso il suo manto
protettore.
Annessa e sostenuta dalla casa
di Tournai, in un sobborgo detto
« La Marmitte », il Rettor Mag-
giore vide pure una modesta ca-
setta che ospita i giovani profughi
delle nazioni slave d'oltre cortina,
i quali, assistiti da sacerdoti sa-
lesiani loro connazionali, frequen-
tano assiduamente le Scuole pro-
Il signor Don Ziggiotti al solenne ricevimento delle
Figlie di Maria Ausiliatrice a GRANO BIGARO (Belgio).
Questo bambino ha recitato con tanta grazia che merita la medaglia.
fessionali, abilitandosi nei vari me-
stieri e dando esempio di appli-
cazione e di vita cristiana.
~ 222

3.5 Page 25

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Televisione, fiori e luci.
La conclusione della VISita del Successore di
Don Bosco nel Belgio fu solenne e grandiosa a
Bruxelles, nel grande teatro del nostro Istituto di
Woluwé, alla presenza di S. E. il Vescovo, di
un Ministro e di rappresentanze di vari Ordini
e Congregazioni religiose, ex allievi e coopera-
tori. Fu interessata anche la Radio e la Televi-
sione, sicchè migliaia e migliaia di cooperatori
belgi poterono udire e vedere il Rettor Maggiore.
Anche le Figlie di Maria Ausiliatrice vollero
per sè la giornata di venerdì, 23, per porgere
al Rettor Maggiore il loro festosissimo omaggio
a Grand Bigard, tra la folla dei piccoli e delle
varie categorie d'allieve raccolte con le suore di
varie Case vicine. In quell'occasione ebbero il
delicato pensiero di offrirgli due borse missio-
narie, intitolandole a due persone care al cuore
del Superiore: la mamma e la sorella defunta.
L'ultima casa incontrata al confine del Belgio
con l'Olanda fu Hechtel, una delle più antiche,
fondata dal venerabile Don Rua. Arrivò verso
notte ed ebbe la sorpresa di dover salire in auto
scoperta per attraversare tutto il paese in lungo
corteo di giovani e di amici, mentre tutte le case
erano vestite a festa, i balconi e i negozi illumi-
nati e infiorati con al centro quadri e statue di
Maria Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco.
In Francia come nel Belgio, le varie ca-
tegorie di persone che avvicinò sotto una forma
o sotto un'altra, espressero il medesimo senti-
mento: la visita del Successore di Don Bosco
fu una grazia del Cielo, perchè lasciò tutti
migliori di quanto li avesse trovati, offrendo
loro nella persona del Superiore una sintesi dei
lineamenti che ciascuno, leggendo la vita di
Don Bosco, aveva riscontrato nella fisionomia del
Padre: la bella semplicità che si dona a tutti,
l'ottimismo che stimola al lavoro, il sorriso per-
manente che attira e conquista e il richiamo co-
stante alle sorgenti cristiane della Grazia.
Partendo da Torino il nostro Rettor Maggiore
non era senza qualche apprensione per la qualità
del francese che avrebbe parlato, in·· pubblico
soprattutto. Ma se ne districò ottimamente, con-
fidando nell'aiuto del Padre che, settant'anni prima,
a Parigi aveva affrontato il più esigente degli udi-
torii parlando nella chiesa della Maddalena. E
come Don Bosco, egli raggiunse le anime dei
suoi ascoltatori, che non guardavano che ad un1
cosa: al cuore che era sulle sue labbra.
(continua).
Per COOPERATORI
Per COOPERATRICI
Eeco l'elenco dei
corsi di ESERCIZI
SPIRITUALI per
Cooperatori e Coo-
peratrici, dei quali
abbiamo avuto no-
tizia fino ad oggi,
PIEMONTE
S. Mauro Torinese, Villa Santa Croce,
dal 26 al 29 giugno.
S. Mauro Torinese, Villa Santa Croce,
dal 12 al r 5 agosto.
Iscrizioni presso Don Zorzi Francesco -
Via Maria Ausiliatrice, 32 - TORINO.
LOMBARDIA-EMILIA
Caravate (Varese), dal 5 al 9 agosto.
Castelnovo Fogliani (Piacenza), dal 16 al
20 agosto.
Iscrizioni presso D. G. B. Magistrelli •
Via Copernico 9 - MILANO.
VENETO
Selva di Cadore (Belluno), a m. 1400,
dal 2 al 5 settembre.
Iscrizioni presso D. G. Busato - Via Pro-
volo, 16 - Salesiani - VERONA.
ITALIA MERIDIONALE
Cisternino (Brindisi), dal al 5 agosto.
Resina (Napoli), dall'8 al 12 agosto.
Soverato (Catanzaro), dal al 5 set-
tembre.
Iscrizioni presso D. Arcadio Vacalebre
Salesiani - NAPOLI-VOMERO.
PIEMONTE
Acqui - Istituto Santo Spirito, dal
30 giugno al 4 luglio.
Novara - Istituto • Immacolata•>, dal-
!' 11 al 15 agosto.
Nizza Monf. - Madonna delle Grazie,
dal 18 al 22 agosto.
Varallo Sesia Sacro Monte, dal 2 al
6 settembre. Rivolgersi alla Madre
Ispettrice di VERCELLI, Corso Italia, 4.
Giaveno - Oratorio M. Ausiliatrice, dal
1s al 19 settembre.
Iscrizioni presso la rispettiva Direttrice
delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
LOMBARDIA-EMILIA
Triuggio (Milano), dal 5 al 9 giugno.
Castelnovo Fogliani (Piacenza), dal
3 al 7 luglio.
Iscrizioni presso D. G. B. Magistrelli -
Via Copernico 9 • MILANO.
VENETO
Cesuna - ·dal 12 al 16 luglio.
Iscrizioni presso il Delegato Ispettoriale
n'. Busato - Salesiani • VERONA.
ITALIA MERIDIONALE
Napoli-Capano, dal 18 al 22 agosto.
Iscrizioni in Via Paladino, zo - NAPOLI.
- 223

3.6 Page 26

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A tu per tu con 1Xavantes
Un passo decisivo nell'evangelizza-
zione ·dei Xavantes è la fondazione di
una residenza fissa in posizione avanzata
sul Rio das Mortes. - Primo contatto
continuato con i temuti selvaggi. - lnte-
re~santi notizie sui loro usi e costumi.
Scrivo da Santa Teresina, incipiente residenza
tra i Xavantes sul Rio das Mortes, proprio
nel luogo dove vent'anni fa i missionari Don
Fuchs e Don Sacilotti avevano abitato per oltre
un anno, prima di essere trucidati.
Don Colbacchini ha descritto i primi contatti
con i Xavantes; ma e più difficile esprimere con
colori veridici le impressioni della prima convi-
venza con questi selvaggi.
Il 23 dicembre scorso, due missionari salesiani,
Don Pietro Sbardellotto e il sottoscritto, scende-
vano soletti le acque del Rio das Mortes. Pas-
sata la notte in una delle poetiche isole del fiume,
arrivammo a Santa Teresina il 24 dicembre,
verso le 5 pomeridiane. Xavantes e civilizzati
corsero ad abbracciarci e a darci il benvenuto:
Preparato l'altarino e disposte alla meglio le
cose, celebrammo la Messa di mezzanotte. Che
spettacolo vedere Xavantes e civilizzati in co-
mune fratellanza assistere alla santa Messa ed
elevare cantici a Gesù Bambino, per la prima
volta in queste lontane terre!
Gesù si sarà compiaciuto nel contemplare
questo gruppo di selvaggi, ancora incapaci di
pregare, ma raccolti e divoti, quasi in atto d'im-
petrare la grazia della loro redenzione.
Don Igino Fasso col " D01nenico Savio " dei Xavante.i
224 -
"M'ramdì! Ho fame!".
Sono già tre mesi che questo gruppo di Xa-
vantes vive accanto alle poche casucce dei civi-
lizzati. Le piccole risorse di queste famiglie fu-
rono consumate in fraterna comunanza. Le nuove
provvigioni sono ancora lontane e il tempo e
sempre piovoso e quindi sfavorevole per la caccia
e per la pesca. I Xavantes visitano a gruppetti
altre famiglie dei dintorni, ma dopo pochi giorni,
fanno ritorno fra noi. Riso e granoturco non ne
e abbiamo; la mandioca poca e bisogna razio-
narla; la caccia h.IBcia dei giorni scoperti; ma
gli Indi non si lamentano, ricevon0 con allegria
quel poco che si dà e attendono rassegnati miglior
f01:tuna per il dì seguente.

3.7 Page 27

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I Xavantes si alimentano anche di frutta sil-
vestre ed è interessante vedere le donne giun-
gere a sera con i loro cesti ripieni di cocco, piclzì,
palmitos, ecc. Però quante volte si fermano sulla
nostra porta o a quella della cucina e dicono:
<< M'ramdì! M'ramdì! = ho fame! ho fame!>>.
Nella piantagione passata non si erano cal-
colate tante bocche in più. Ma la stagione
del riso si avvicina e i Xavantes si dispongono
al lavoro della roça per continuare a vivere vi-
cino ai Missionari. Avvicinandosi aprile noi dob-
biamo pensare al lavoro dei campi affinchè
l'estate non ci sorprenda sprovvisti del necessario.
Ma non basta il vitto, ci vuole anche il ve-
stito. Come paga dei loro lavori, essi domandano
vestiti e calzature. Come accontentarli ?
L'uomo e la capanna.
L'a/dea dei Xavantes è costituita da capanne
disposte a semicerchio, fatte a forma di cono
con la cima arrotondata. Hanno due entrate che
si corrispondono attraverso un corridoio; !'in--
terno viene suddiviso in quattro compartimenti,
ognuno dei quali ha una finestrina rasente terra,
che permette di osservare al di fuori, stando
sdraiati sulle stuoie. Il fuoco si fa in mezzo alla
capanna e serve alle quattro famiglie ivi allog-
giate. Non hanno utensili da cucina: tutto vien
arrostito su graticole fatte di pali verdi. Rice-
vono volentieri pentolini ed altri arnesi da cu--
cina, ma sono pochi quelli che li usano. Vestiti
non ne hanno, ·ornamenti pochissimi.
Tra i Xavantes è in vigore la poligamia, pos-
sono avere più donne che, generalmente, sono
le sorelle minori della moglie. Sarà questa una
legge generale della tribù ? Il tempo ce lo dirà.
I figli restan0 sotto la responsabilità della
madre; essa deve pensare al loro vitto e all' edu-
cazione. Le figlie restano sotto la tutela della
madre fino al matrimonio. Per i figli questo
sarà solo fino all'età di otto o nove anni. A quest'età
il ragazzo passa ad abitare la << casa-scuola>>, come
possiamo chiamarla, ed entra nel periodo della
formazione virile. Prende parte agli esercizi di
canto e danza, alle cacce, agli sport, al maneggio
dell'arco, delle frecce e della mazza. Non ha re-
lazioni nè di parole nè di giochi con le donne
e ragazze, che non lo guardano, nè entrano nella
sua capanna. La stessa madre se vuol dare qualche
cosa al figlio, Io chiama fuori della << casa-scuola>>.
Quando incontra persone di altro sesso, il giovane
abbassa gli occhi. Raggiunta l'età conveniente,
riceve il foro alle orecchie con l'ornamento, e gli
è designata una sposa.
" Buza Domenico Savio ".
Tale l'ambiente dei nostri Xavantes. Ora as-
sistono già con piacere alle nostre funzioni, piace
IL FIGLIO DEL GRAN CACICO APUENA.
Agli occhi dei giovani Xavantes, venuti a contatto con i
Missionari salesiani, è brillata una luce nuova ...
loro il canto e si sforzano di pronunziare qualche
parola dell'Ave /}Jaria e del Pater noster. Amano
molto i nostri costumi e vorrebbero imitarci in
tutto. Frequentano con interesse la scuola e
tentano i primi sghiribizzi. I giovani amano
anche il lavoro, si affezionano con facilità ai loro
benefattori e mostrano gratitudine. Ma conser-
vano tutta l'alterigia della loro razza, che si ri-
vela subito in caso di una negativa o, peggio,
di uno sgarbo.
Questa missione è incipiente e irta di difficoltà;
ha quindi bisogno di molte preghiere. I Xavantes
sono sparsi su di una zona immensa e occorre-
ranno altri centri per irradiare a tutti la luce del
Vangelo. Rilevo ancora due ·circostanze partico-
lari: il Beato Domenico Savio è un nostro pro-
tettore speciale. Infatti l'anno scorso accogliemmo
il primo Xavantino interno proprio il 9 marzo,
e ricevette il nome di << Buza Domenico Savio >>.
È il figlio del cacic-0 Jururàn, sempre servizievole
ed affezionato, e soprattutto amato e stimato
dagli stessi Xavantes. L'altra è che il nostro
amato Vescovo Mons. Giuseppe Selva ha voluto
suggellare gli auspici celesti dell'Anno Mariano
creando questa Parrocchia di Maria Immacolata.
Il Cielo fecondi sì cari auspici con un'abbon-
dante messe di bene in questo campo inesplorato.
Sac. IGINO FAsso, direttore.
- 225

3.8 Page 28

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Questi nostri allievi della nuova Scuola di
Arun (Thailandia) seguono con entusiasmo la
loro bandiera rosso-gialla col sole che spunta,
mentre un altro sole sta sorgendo nel loro
cuore, quello della Grazia.
Fede operosa
,,
. Da una lettera di Mons. P. Carretto
al Rettor Maggiore.
Approfittando della stagione secca, feci il mio
giro di missione che mi tenne fuori sino a
ieri. Come Lei sa, la missione di Ratburi è lunga
1400 chilometri, e naturalmente per andare da
un capo all'altro ci vuole il suo tempo.
Questo nuovo anno ha visto i festeggiamenti
del primo XXV0 di lavoro salesiano in Thailandia.
Alle giornate di Bang Nok Khuek si è voluto
dare carattere prevalentemente religioso e dire il
nostro grazie al Signore per quanto ci ha aiutato
a fare in questi venticinque anni.
Il primo giorno del triduo venne solenniz-
zato con un centinaio dì prime Comunioni e
74 cresime. Il secondo giorno vide arrivare le
rappresentanze giovanili da tutte le chiese e re-
sidenze del Vicariato. Una nota vibrante di gio-
vinezza la portarono i nostri cari Aspiranti di
Hua Hin e il compatto gruppo di oltre cento
artigiani della Scuola professionale << Don Bosco >>
di Bangkok.
Coppa e gagliardetto.
Gennaio per no, e già estate inoltrata, quindi
il dover ospitare centinaia di giovani è un pro-
hlema abbastanza facile. Per letto bastano le
assi del pavimento; il ·materasso naturalmente
è cosa superflua. Anche il problema del cibo è
relativamente facile: ognuno prende la sua sco-
della di riso e .si adagia sulla stuoia attorno ai
piattini di carrì piccante e di verdura e pesce
salato, che sono in comune.
Buona parte della mattinata del sabato fu oc-
cupata nella gara catechistica. Otto residenze pre-
sentarono il loro campione per ottenere la coppa
e il gagliardetto catechistico offerto dal Vicario
Apostolico, mentre sette presentarono la fan-
ciulla meglio preparata per disputarsi la coppa
offerta dalla Rev.ma Madre Ispettrice. La gara
fu seguita con entusiasmo da tutti i fedeli.
La processione con la statua e reliquia di
Don Bosco, a detta di tutti, fu la più bella che
finora abbia visto Bang Nok Khuek: non c'era
mai stato tanto concorso di pagani a far ala al
passaggio di Don Bosco sorridente.
L'« Aurora >► di Arun.
Altro bel numero delle feste giubilari fu la
benedizione della nuova scuola Arun Withaya o
Aurora, sorta .come per incanto a Thung Seng
Arun, dove quattro anni fa dominava in pieno
la foresta vergine. La scuola è lunga 50 metri,
tutta in muratura, capace di 250 allievi. Dise-
gnata dal nostro Don Jellici, venne condotta a
termine dal caro Don Bainotti, che insieme con
un sacerdote indigeno, Don Kraisi, conobbe tutta
la durezza degl'inizi eroici. Il Governatore della
Provincia, ex allievo della Scuola cattolica del-
!'Assunzione di Bangkok, nel discorso d'inaugu-
razione, ebbe parole di encomio per il già fatto
e si rallegl_"Ò che le belle tradizioni cattoliche nel
campo scolastico abbiano avuto un'altra afferma-
zione a vantaggio dei giovani più poveri e biso-
gnosi. I forti giovani della foresta diedero un
saggio della loro valentia, che strappò applausi
a tutti i convenuti.
226 -

3.9 Page 29

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La chiesa, ancora di fortuna, è dedicata alla
Madonna di Fatima. Diedi la cresima al primo
gruppetto, tra cui spiccavano due giovani madri,
primi frutti di quella plaga.
" Il benessere dei poveri ".
Per l'assistenza sociale dei nostri colonizzatori
di Thung Seng Arun siamo riusciti a organizzare
una cooperativa o società con un modesto capi-
tale sottoscritto dai più facoltosi cristiani di Ban6
Nok Khuek. Abbiamo comperato un trattore per
i lavori di sboscamento e aratura e un camion
per il trasporto del materi~le. Inoltre sti~mo. co-
struendo una piccola fabbnca per la macmaz10ne
della tapioca. La cooperativa s'impegna a prov~
vedere a prezzo di costo gli articoli più necessari
alla vita e a comperare .al più alto prezzo tutk
le derrate che i nostri producono. La coopera-
tiva ha il nome di << Aiuto dell'agricoltore>> e per
motto << Il benessere dei poveri>>. È commovente
il vedere due dei più influenti cristiani di Bang
Nok Khuek, responsabili della cooperativa, ri-
nunciare ai loro privati commerci e interessi per
venire in aiuto della comunità. La Madonna li
ripaghi ampiamente!
E l'avvenire? Il caro Don Crespi, succeduto
a Don Bainotti, non sogna che di poter realiz-
zare anche un orfanotrofio con scuola agricola
dove poter mettere a servizio dei giovani le espe-
rienze agricole acquistate in 25 anni di missione:
sta tempestando di suppliche Maria Ausiliatrice
perchè gli mandi gli aiuti necessari in personale
e in denaro per cominciare quest'opera di asso-
luta necessità in questa Missione.
Fede cristallina.
La domenica seguente, 2 I febbraio, mi trovavo
ad Haad Yai, dove ebbi un'altra consolazione:
12 battesimi di adulti, in maggioranza scolari
nostri e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, 17 prime
Comunioni e 19 cresime. Per chi conosce la dif-
ficoltà delle conversioni dei buddisti, non può
non gioire di tale messe.
Riporto due battute della conversazione avuu
con i nuovi battezzati:
- Che cosa dicono i tuoi genitoi:i ? - chiedo
al giovane Pietro Phin sui vent'anni.
- Essi non vogliono assolutamente, ma io non
ho paura e ho detto loro che li amerò di più e
li aiuterò in tutto. Ma anche se dovessi essere
cacciato di casa, non temo: ormai sono con Gesù.
- E tu che nome prendi ? - domando a un
ragazzotto sui I 5 anni che mi guarda sorridente.
- Domenico Savio! - risponde con sicurezza.
- E perchè?
- Perchè anch'io ho detto a Gesù che ormai
voglio morire piuttosto che offenderlo. La morte,
ma non peccati!
- Bravo Pietro! e bravo Domenico! vi bene-
dico pe~chè siate veramente degni del nome che
avete scelto e sono sicuro che anche i vostri amici
pregheranno per voi affìnchè siate fedeli ali~
vostre promesse battesimali in mezzo ai pericoli
del paganesimo.
Ad Haad Yai trovai la direttrice delle Figlie
di Maria Ausiliatrice raggiante di gioia. Dopo
tanto sudare - non solo figurato ma reale ---
era riuscita ad acquistare un grande terreno per
sviluppare l'opera quanto ·mai promettente. In
quattro anni di lavoro le buone suore ~ann? Or-
gimizzato una scuola con 400 alunne, di_ cm una
cinquantina interne, su un terreno d1 neppur
2000 metri quadrati.
Ci benedica tutti, amato Padre, affìnchè ·il
XXV0 del nostro lavoro in Thailandia ci sproni
a lavorare sempre meglio nello spirito di Don
Bosco per la salvezza di questa gioventù. Quanto
si è realizzato in questi anni in gran parte è me-
rito dei nostri Cooperatori, ai quali il Signore
darà ampia ricompensa. Si confortino a questo
pensiero e continuino a sostenerci per maggiori
realizzazioni religioso-socìali.
s. PIETRO CARRETTO,
D. B.
Vicario Apostolico di Ratburi.
ARUN {Thai!~dia) - Dove dominava la foresta vergine è sorta la nuova Scuola "Aurora", capace di 250 allievi.
~ 227

3.10 Page 30

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Quando la scienza si dichiara impotente.
- Vari consulti medici e due laboriose opera~ioni
non avevano liberato mia figlia da un grave ma-
lanno, la cui causa era stato impossibile diagno-
sticare. La povera inferma poteva resistere ai
dolori terribili che la travagliavano, solo a forza
di- morfina.· Lo stesso suo marito, medico chi-
rurgo, non dava più speranza alcuna. Più volte
si aggravò tanto che parve giunta al punto di
lasciarci.
Vista l'impotenza della scienza, ci rivolgemmo
alla fonte di ogni grazia, Maria Ausiliatrice.
}Jerciò corsi dai Salesiani, pregai davanti alla_
SS. Vergine, feci celebrare una messa, acquistai
Il notissimo indirizzo del Centro delle Opere Salesiane
17 /A COTTOLENGO, 32
ha ceduto il posto al nuovo ed eloquente:
VIA MARIA AUSILIATRICE, 32
medaglia e novena, e ci unimmo tutti m fervida
preghiera. Al settimo giorno della novena l'am-
malata si sentì guarita e potè levarsi da letto.
Lo specialista, accorso a visitarla, con la più
alta meraviglia dichiarò che era assolutamente
guarita. Al nono giorno· poteva assistere in piedi
col suo bimbo di due anni in braccio alla pro-
cessione di Maria Ausiliatrice, gettando fiori. al
suo passaggio. Ho rimandato per molti mesi
questa relazione per dichiarare che la guarigione
fu completa e duratura.
Barcellona (Spagna).
GIUSEPPE GARNIER.
*
Si alzò gridando: "Sono guarita! ". -- Con
cuore ·pieno di gioia annuncio una grande grazia
ricevuta nella mia famiglia per intercessione del
nostro padre Don Bosco.
Mia sorella Elena, da oltre 18 mesi era affetta
da cifòsi dorsale con febbre e dolori fortissimi.
Vane erano state le cure dei medici specialisti.
Il giorno 30 gennaio con viva fede mise sulla
parte dolente la reliquia del grande Santo. Do-
menica 31, festa di Don Bosco, verso le 7,15,
dopo una notte passata insonne, si alzò dal suo
letto di dolore gridando: <, Sono guarita, Don
Bosco m'ha guarita!:>. I dolori e la febbre erano
spariti e poteva piegarsi su se stessa e cammi-
nare senza corsetto gessato. Era veramente guarita.
ALESSANDRO COLOMBO GIARDINELLI
ex allievo salesiano.
Treviglio (Bergamo).
*
In poche ore il male spari. - Alcuni mesi
addietro fui colpita da edema cd arterite ai piedi
con principio di cancrena all'alluce destro. Im-
pressionata, poichè ad un mio fratello, per i me-
desimi mali, era stato amputato un dito del
piede destro, consultai parecchi medici e tutti
furono concordi nel dichiarare il mio caso molto
grave e necessaria l'amputazione dell'alluce e
forse del piede. Essendo il solo sostegno della
flmiglia, mi rivolsi angosciata, ma piena di fede,
alla Santa Vergine Ausiliatrice e a Don Bosco,
ai quali ho donato un figlio sacerdote. In poche
228 -

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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ore l'edema sparì, si cicatrizzò la cancrena e
l'arterite non mi diede più nessun disturbo, tanto
che ora posso camminare speditamente e conti-
nuare il mio lavoro.
DINA V1v1ANI CLERITI, Insegnante.
Presina di Piazzola sul Brenta (Padova).
*
La realtà segue immediatamente il sogno.
- Mi si era sviluppata una cisti alla tiroide, che
mi procurava vari gravissimi disturbi. Avrei do-
vuto sottopormi ad un'operazione alquanto dif-
ficile per il posto delicato. Una notte che sof-
frivo più del solito, pregai lungamente e con
fede S. G. Bosco, promettendo di pubblicare la
sospirata grazia. Stanca, mi addormentai fidu-
ciosa. Ed ecco che in sogno mi appare S. Gio-
vanni Bosco, che sfiora con la sua mano bene-
detta il rigonfio del mio collo.
Mi svegliai di soprassalto. Tutti i dolori erano
scamparsi e non c'era più neppure la cisti, che
era già diventata grossa quanto un uovo. Don
Bosco mi aveva concesso la grazia come la desi-
deravo, senza intervento chirurgico, e per di più
con una rapidità prodigiosa che la rese più bella.
e più cara.
(Firma di difficile lettura).
San Marco dei Cavoti (Benevento).
Guarisce mentre ha principio l'Anno Ma-
riano. - Nostra madre, di anni 83, cadde gra-
vemente ammalata di broncopolmon•ite, arterio-
sclerosi, trombosi e cuore.
Il giorno 7 dicembre 1953 si aggravò e alle
'ore 23 le condizioni precipitarono tanto che te-
mevamo di non vederla arrivare all'afoa dell'S.
Alle 24, nell'imminenza dell'inizio dell'Anno Ma-
riano, l'affidammo con fede a Maria -Santissima
invocando l'intercessione di S. Giovanni Bosco,
promettendo anche un viaggio a Lourdes.
Come d'incanto, la nostra adorata mamma si
_addormentò, e al mattino il medico curante la
trovò assai migliorata. C'era ancora da risolvere
il problema del nutrimento, poichè da tempo
nulla poteva ingerire, ma anche questo fu risolto,
grazie all'aiuto potente della Vergine Ausiliatrice
e del suo grande Apostolo.
Conte Ing. MARIO GIACOMO
BRACK DEL PREVER DI TEMESVÀR.
Dalla residenza privata di Corio (Torino).
*
Don Bosco ridona la g101a del vivere a
una giovane mamma. - Madre di tre figli
ancora in tenera età, malata di fegato e di esau-
rimento nervoso che mi rendeva insopportabile
ogni occupazione: ecco la mia situazione di due
anni fa.
Un giorno, mentre triste e sfiduciata attendevo
con fatica ad un lavoro, mi capitò tra m'lno una
immagine di Don Bosco con la sua preziosa
reliquia. Un'onda di tenerezza mi pervase il
cuore, e mi sentii calma, serena e fiduciosa che
non l'avrei pregato invano; Feci subito alcune
promesse e continuai a pregare. Da quel giorno
cominciò in me un miglioramento che mi diede
l'impressione di rinascere. Un quarto angioletto
venne felicemente ad allietare la mia casa ed ora
posso continuare a compiere con gioia le mie
occupazioni giornaliere. Non so esprimere la mia
!';conoscenza a Maria Ausiliatrice e a S. G. Bosco.
Ossola (Novara).
RITA MANINI.
Jl 3 aprile a Castelnuovo
Don Bosco, i quattro fra-
telli litaani, Teichertas, allievi
dell'lstituto Salesiano, ebbero
·1a gioia di abiurare il pro-
testantesimo e di entrare nella
Chiesa Cattolica.
Compì il solenne rito S. Ecc.
Mons. Arduino, al fonte bat-
tesimale dove ricevettero il
battesimo S. Giovanni Bosco,
S. Giuseppe Cafasso e altri
illustri castelnovesi.
Vi assistette commossa la
mamma, Venuta appositamente
da Diepholz (Germania), dove
vive profuga con ali ri tre
bambini.

4.2 Page 32

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Firmina Colomba (Torino) ringrazia M. A. e S. G. B.
per l'ottenuta guarigione.
Emilia Sala (Muggio) ottenne da M. A. la guarigione
del marito da grave malattia che ne minacciava la vita.
Lorenzo Baglietto (Varazze), trovandosi impigliato in una
causa che si trascinava da mesi, anzichè affidarsi a mezzi
umani, si affidò a S. G. B. e la giustizia trionfò.
Famiglia Petrella (Cazzanise) con la novena a S. G. B.
ottenne la guarigione del piccolo Luigino, colpito da an-
gina e· poi da setticemia.
Emilia Merenda (Messina) è grata a M. A. e a S. G. B.
per il buon esito scolastico dei figli e per la costante prote-
zione sulla famiglia.
C. Francioli (Pallanza) si raccomandò a M. A. e a S. G. B.
e ottenne il desiderato impiego per il figlio.
Venera Casella (S. Alfio di Catania) rende grazie a M. A.
e a S. G. B. che l'aiutarono a conseguire l'abilitazione ma-
gistrale, preparata in due soli anni.
Ilario Roseo (Acqui) è riconoscente a M. A. e a S. G. B.
per una grazia ricevuta.
Luigi Mirarchi (Ogliastro Cilento), vivamente commosso,
rende noto che toccò con mano la protezione di M. A. e
di S. G. B. in due difficoltà, il cui superamento ha del pro-
digio.
Angela M. Orsi di Romeo (Molare) ringrazia di cuore
S. G. B. che le ottenne la guarigione di persona cara.
Angela Assalini Legrenzi (Ospitaletto) dichiara che il
marito, a letto da sei mesi e spedito da! medici, guarì con
la novena a M. A. e a S. G. Bosco.
Emilia Fantoni (Sangiano) è riconoscente a M. A. e a
S. G. B. per due segnalate grazie.
Luigi Fatano (Roma) ringrazia M. A. e S. G. B. per la
loro intercessione in una grazia che gli ha ridonato la fi-
ducia nella vita.
Maria Parenti (Codogno) in una grave malattia del marito
ottenne la tangibile assistenza di M. A. e di S, G. B., ai
quali è riconosce-ntissima.
Famiglia Eugenio Beatrici (Guetta S. Angelo), avendo
bisogno di una importantissima grazia, si rivolse a M. A.
e a S. G. B. e fu esaudita.
Rina Taio (Pinerolo) ringrazia M. A. per i! felice esito
degli esami della figlia.
Maria Crosetto (Cinzano Torinese) avendo la figlia molt9
amtnalata, ricorse a M. A. e la vide guarire.
Teresa Fruttero (Scarnafigi) ottenne da M. A. e da S. G. B.
di essere liberata da un persistente e grave malessere che
1~ impediva di compiere i suoi doveri.
Luisa Gavarino Marino (Lequio Berria), colpita all'occhio
sinistro, in pericolo di rimanere cieca ricorse a S. G. B.,
che la guarì.
Rosa Vachino in Brunero (Settimo Rottaro) ringrazia M.
A. e S. G. B. per la guarigione della figlia da ulcera all'occhio
sinistro, senza operazione.
Maria Ghirardi (Salsasio-Carmagnola) eleva il suo fer-
vido ringraziamento a M. A. e a S. G. B. per aver ottenuto
Il grazia da anni implorata di avere la pensione d'invalidità.
Marianna Magra ved. Grosso (Pinerolo)• ringrazia M. A.
e S. G. B. per la promozione del figlio in un difficile esame.
Linda Toscani dichiara di aver ottenuto da M. A. e da
S. G. B. un impiego al figlio e un'altra grande grazia.
Maria Ameri Denegri (Isola del Cantone) rende grazie
a M. A. e a S. G. B. per segnalati favori ottenuti.
Alberto Novo (Chieri) adempie la promessa fatta a M. A.
e a S. G. B. nel chiedere una grazia che ottenne.
Maria Gallea, malata di artrite che da mesi la costringeva
a letto, invocò M. A. e S. G. B. ottenendone la guarigione.
Famiglia Cerri (Dogliani) rende pubbliche grazie a M. A.
e a S. G. B. per la loro assistenza nella malattia del pad~e
e per la liberazione dalla grandine.
Silvia Foffano Stampini ringrazia il S. Cuore di Gesù,
M. A. e S. G. B. per la protezione accordata alla famiglia
e chiede preghiere per ottenere unJaltra grazia.
Margherita Magliano chiese e ottenne la guarigione da
dolori che le impedivano di recarsi al lavoro.
Felice Quaranta (Torino) ringrazia Don Bosco implocand-0
la risoluzione definitiva di una dolorosa e difficile situazione
familiare.
Elena Borio Saracco con l'animo riboccante di riconoscenza
rende grazie a M. A. e a S. G. B. per essere stata esaudita
nella sua preghiera.
Candida Paoli fu Silvio (Mezzolombardo) ottenne da M.
A. e da S. G. B. una serie di grazie che le hanno dimostrato
quanto sia bello e utile affidarsi alla loro intercessione.
Caterina Bertorello in Bovero (Luserna), colpita da male
ad un piede, supplicò M. A. e S. G. B. che la rimettessero
in grado di poter lavorare e fu pienamente esaudita.
Odilla Oberi (Quart-Aosta) in un momento difficile ha
invocato M. A. e S. G. B. e tutto si è appianato.
Maria Basili (Morrano di Orvieto) vedendo che nessuna
cura sei:-viva a lenire le sue sofferenze, si raccomandò a M.
A. e a S. G. B., di cui fu sempre divota, e ne ottenne la gua-
rigione.
Nino Rosso e Famiglia (Torino), angosciati per la sorte
toccata ai due amici sul Cervino, 1i raccomandarono a M.
A. e a S. G. B. e furono esauditi.
Ci hanno segnalato grazie
ottenute per l'intercessione di Maria Ausiliatrice e di S. Gio-
vanni Bosco, di S. Maria Mazzarello, del Beato Domenico
Savio e degli altri Servi di Dio - afcuni hanno anche in-
1.:iato offerte ed elemosine per sante Messe di ringraziamento -
i seguenti:
Actis L., Adorni A., Adriani, Aime M., Aimo R., Amedei
L., Anni D., Audino R., Baglioni M., Baleno L., Baracco A.,
Baratto A., Barbero L., Barnabà A., Bellerate M., Beltramo
M., Bertolo E., Bertolo M., Bezzato A.., Bicuti A., Bicuti I.,
Bigay G., Binello M., Boccalatte P., Bordone A., Boria E.,
Boschin C., Broda L., Calvo S., Canale C. M., Canale
Eug., Canale Ev., Canonica M., Cantanino L., Capella I.,
Capello M., Carapelli I., Carme! A., Carosso D., Caruso
A. M., Cataldo C., Cavalli B., Cavallo E., Caviglia L., Cena
E., Cerino N., Cerrato P., Cerutti C., Cerruti E., Chia•
botto N., Coalova L., Colombo P., Coltro G., Comotto-
Rubatto, Coniugi: Gavelli e Sorba, Corino A., Cornaglia D.,
Cravanzola C., Crosetto M., Damosso E., Da Oglio A ..
De Joannes F., Dallamula M., Della Valle E., De Maria L.,
Dcmatteis M., Dente L., Dente M., Famiglie: Campodo-
nico, Corti, Donzelli e Milano; Ferrati L., Fiori F., Forna-
sero F., Forno C .. Franchino L. M., Frascarolo S., Frut-
tero R., Gabri C., Gay D., Gaggianese A., Gamba E., Gan-
dolfo M., Garetto G., Garrone. C., Giaccone C., Giordano P.,
Giuglardo P., Granero P., Grella M .. Imarisio A., Lan-
franco G., Lecchi Don C., Luserna A., Magni M., Ma-
iolo R., Marna M .. Mariani R., Marietta C., Marocco G.,
Marocco M., Martinengo R., Marzio M., Masino E., Massi-
mello L., Matis L., Mecca A., Meinetto M., Menzio S.,
Milanesio V., Miletti R., Montagnino A., Orlandini I.,
Osella C., Ostorero G., Papino M., Pastorino C., P<"droli P.,
Pelazza C., Penzi I., Personeni V., Piacentini C., Piloto A.,
Piratto M., Podenon C., Pogliano S., Ponticelli P., Pu-
gnetti B., Quaranta M., Re D., Reale C., Reinaudo D.,
Riggi R., Rocchietti M., Ronco F., Rossotto Sacco V.,
Salvatori G., Sandti G., Schellino L., Seia F., Solimano A.,
· Sorelle: Contini e Cordero, Strumia P., Tappari O., Ugliani
N., Vai A., Valletti M., Vaudano A., Vertuani M. F .. Vi-
ganò A., Viglianco E., Zarettini S., Zerial I.
Raccumandiaino caldainente alle preghiere
ottenute per l'intercessione di lldaria Ausiliatrice e di S. Gio-
vanni Bosco, di S. Maria Maz.zarello, del B. Domenico Savio
e degli altri Servi di Dio - alcuni hanno anche inviato offerte
ed elemosine per sante Messe di ringraziamento - i seguenti:
Allasia L., Andrea G., Bailo V., Barbarini M., Barberis A.,
Baroero G.,. Bertazzo V., Betta C., Boggio E., Borghesia
Avv. G., Brani G., Brusin R., Busolino A., Cerponi M.,
Chiapusso A., Coda Zanna C., Colombo T., Cornetto O.,
Coniugi: Martina e Pini, Conti G., Cristina G., Del· Dot-
tore·M., Delfino, Demichelis C., Famiglie: Canale, Cappello,
Gallione, Mussano e Topazio; Fioretto P. L., Franco E.,
Garetto G., Ghiano C., Gubellini I., Lisa C., Lisdero G.,
Lorenzini M., Malino A., Mariani E. e M., Maritano T.,
Massagli A., Migliano M., Mottura A., Musso A., Olivero R.,
Operto M., Pasi I., Pautasso, Penerino S., Perla C., Ra-
vida M. L., Rigazio E., Rosso T., Sacchetto G., Sangui-
netti O., Sartoris E., Schaffer L., Seno T., Tengattini M.,
Trani B.. Vagnino P .. Vallana P., Vi(ando L., Voina O.
230 .

4.3 Page 33

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I+NOSTRI+MORTlt
SALESIANI DEFUNTI:
Sac. EMILIO NOGUES, t a Utrera (Spagna) il 26-xn-1953
a 83 anni.
Era il più anziano dei salesiani spagnoli. Conobbe il santo
Fondatore e conservò incancellabile ricordo della messa ser-
vitagli a Sarrià (Barcellona). Fu salesiano completo, reli-
gioso n1odello e sacerdote pio, amabile, di squisita delica-
tezza e tatto con le anime.
Sac. BERNARDO MAGISTER. t a Varese il 28-n-1954
a 78 anni.
Sac. GIACOMO LATINI, t a Umbertide (Perugia)
!'8-11- 1954 a 73 anni.
Sac. GIUSEPPE GONZALEZ, t a Pamplona (Spagna)
il 16-x11-1953 a 54 anni.
Coad. GEMINIANO FERRARI, t a Torino 1'11-111-1954
a 70 ann1.
Coad. GIOVANNI PODRGAIS, t a Podsused (Jugo-
·slavia) il 20-x1-1953 a 68 anni.
Coad. LUIGI FONCLAIR, t a La Navarre (Francia)
il 24-xn-1953 a 64 anni.
Coad. ANGELO MARAMANI, t a Bologna il 18-u-1954
a 61 anni.
COOPERATORI DEFUNTI:
VERONESI FLAMINIO, t a_ Pragatto di Crespellano
(Bologna) il 12-m-1954 a 80 anni.
Padre buono e laborioso, consacrò tutta la ·sua intelli-
gente attività al bene della famiglia. Generosamente diede
al Signore nella Congregazione Salesiana il figlio Don Fran-
cesco. Visse luminoso esempio di cristiano, amato e ricorda-
tissimo dai suoi conterranei.
1\\IIEZZOLI STEFANO, t a Longastrino (Ferrara) il
5-rv-1954 a 81 anni.
Integerrimo lavoratore, stimatissimo tra i suoi compae-
sani, diresse l'azione sindacale delle organizzazioni terriere,
notoriamente estr~miste. Consentì tuttavia al figlio D. Ivlario
di donarsi alla Congregazione Salesiana. Don Bosco lo premiò,
ottenendogli di chiudere la sua vita nel Signore.
GIOVANNINA MAZZONE, Fondatrice dell'Istituto di
t N. S. di Lourdes, a Casale Monf. il 9-1-1954, a 93 anni.
Predilesse la gioventù e la protesse con virile energia contro
le insidie del male. Precorse le forme moderne di apostolato
sociale fondando varie organizzazioni cattoliche a Casale e
più tardi pellegrinando ardente e instancabile a fondare
Circoli di Azione Cattolica. frinamorò dell'ideale apostolico
uno stuolo di giovani, che nel nome dell'Immacolata con-
tinuano il suo spirito e le sue opere: fondò cosl l'Istituto
di N. S. di Lourdes.
San Giovanni Bosco le aveva inviato personalmente il
diploma di Cooperatrice salesiana ed ella per tutta la vita
vo1le conserYare le più cordiali relazioni con l'Opera nostra.
MADDALENA DALLERA TACCHINI, t a Scalda-
sole (Pavia) il 19-m-1954.
A 76 anni raccolse il premio della sua umile e laboriosa
vita, trascorsa tra chiesa e casa. Pia e zelante, devotissim.:1
della Madonna e di San Giovanni Bosco, andava santa-
mente orgogliosa di avere Loro donato un figlio e una figlia.
Suor TERESA QUARANTA delle Serve di Maria Man-
t tellate, in gennaio nel monastero di ì\\1ontecchio (Reggio
Emilia).
Tenne il letto- tra indicibili sofferenze per 23 anni. Pregò
seinpre di non morire, ma di soffrire per la .conversione dei
peccatori. Offriva volentieri le sue sofferenze anche per la
Famiglia salesiana, del1a quale seguiva con interesse gli svi-
luppi attraverso il Bollettino.
GIACO.7\\11O CELLERINO, t in Valenza il 19-m-1954
a 87 anni.
A lui, giunto da pochi giorni all'Oratorio di Valdocco,
Don Bosco pred'isse che presto la mamma sarebbe andata
a prenderlo, ma che due dei suoi figli sarebbero stati edt.-
cat1 in istituti salesiani: il che sì avverò pienamente. Qualche
notte prima della morte, gli apparve in sogno S. G. Bosco,
che gli disse che l'aspettava. Perciò egli, benchè non affetto
da rnale grave, si preparò serenamente al trapasso.
FELICITA ZAVATTARO, t a Torino il 16- 1v- 1954
a 74 anni.
Il Signore permise che fosse provata come poche altre
mamme con la perdita di tre delle suè creature in breve
volgere di anni; eppure dalle sue labbra non uscirono che
parole di santa rassegnazione alla volontà di Dio. Immo-
bilizzata a letto per cinque anni, trovava conforto nella fede
e nel pensiero del bene compiuto dal figlio, direttore del-
l'Opera salesiana in Campo Grande (Brasile).
FELICTTA CANTORE, t a Mombarcaro (Cuneo) il
20-11-1953.
Con il sorriso sul labbro e la fede nel cuore educò la fa-
miglia al dovere e alla generosità. Offerse le sofferenze del-
l'ultima n1a]attia per la converswne dei peccatori e per ia
fecondità dell'apostolato dei figlio Carlo, missionario sale-
'3Ìano in Giappone.
MARIA BARACCO ved. BARDO, t a Chieri il 24-11-1954.
M an1ma cristiana, tutto cuore e mano per !e opere di
I)on Bosco, al quale offerse pure una sua figliuola donan-
dola all'Istituto delle figlie di Maria Ausiliatrice.
CATERINA GIACHERO ved. MIGNONE, coopera-
trice per oltre 50 anni, s'ispirò a Bon Bosco nell'educazione
dei sette figli, dei quali due salirono l'altare tra i Padri Ago-
stiniani.
ALTRI COOPERATORI DEFUNTI·
Allais D. Prudente - Aruga Lorenzo - Benvenuti Giovanni -
Bosi, Achille - Brunello Giuditta - Bruschetti Evelina -
Bruzzo Benedetta - Buffa Giovanni - Buzzi Augusta - Ca-
maglio Maria - Cannata Prof. D. Pietro - Capolo Angela -
Caporale Stella - Cauzzo D. Giov. Battista - Cecconi D.
Angelo - Civini Antonio - Colarossi Maria - Corti Martina -
Coser Modesta - Credenti Cesare - Dalfini Giovanni -
Delfrate D. Angelo - Di Luzzi Luigetta - Donnini Adelfa -
Emanuel Carlo - Facchi Gina - Fandelli Ampelio - Ferrari
Rosangela - Fiocchi Garlaschelli Rosa - Gassino Carlo -
Gebbiarossa Baronessa Trigona - Gentile Geltrude - Girol-
dini Giuseppe - Giudici Amalia - Laureati Marchesa Co-
stanza - Lilia Mons. Salvatore - Lombardi Giovanni - Lu-
cina Celeste - Lupi Giovanna - Maiocchi Giovanna - Man-
zone PetronilJa - Maringoni Pietro ·- Mariui Giustina -
Martinelli Giuseppe - Mattiussi Giov. Battista - Merluzzi
D. Gerardo - Mignone Caterina - Modica Salvatore - Nanni
Gaetana - Nanni Giuseppe - Nanni Pietro - Nizia D. Do-
menico - Obert Giustina - Orlandini Santina - Pace Vi-
tale - Pelosin Giuseppe - Peverello Caterina - Peverello
Filippo - Pizzoli Evaristo - Parelio Clotilde - Puma Maria -
Quaranta Suor Teresa - Rabino Luigia - Rossi Bernardo -
Ruggeri Giovanni - Silvestri Marianna - Tagliante Cate-
rina - Tiberi Rosina - Tinetti Antonio - Tobia Marianna -
Torelli Maria - Tribos D. Gerolamo - Valente Vito • Vi-
doni D. Pietro - Zamparo D. Giovanni - Zodo Emma.
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede
in TORINO, eretto in. Ente morale con decreto 13 gen-
naio 1924, n. 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità.
Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti
formule:
Se trattasi d'un Legato: (( ... lascio all'Istituto Salesiano
per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la som1na
di Lire... (oppure) l'immobile sito in ... "·
Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza
l'Istituto, la formula potrebbe esser questa: « ••• Annullo
ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomino mio
erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede
in Torino. lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi
titolo n.
(Luo((o e data)
!Firma per esteso).
- 231

4.4 Page 34

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l'anima mia e quella dei miei cari, a cura di N. N. (Torino)
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