~gc che la gravitò e l'urgenza
del problema è messa in evidenza:
a) dai Papi; b) dalle cifre (stalistiche).
I mezzi per ri.soh,ere La.le problem.n,
che è il problema della sopravvivenza
stessa della Chiesa, sono: la pregl,iera.
il aacrificio, l'a.iiont in tutte le forme
che la Chiesa e la Congregazione of-
frono.
Segue u.nn discus;,ionc pratica e in-
lerèlisante, conclusa dal sig. don Ric-
c~ri che dire: t< Da cenLO anni i Coo-
peratoci hrumo questo impegno spe-
cifico indfoato nel Regolamento. È
una attività che non banno bisogno
di mutuare da altre i~Lituzioni. ) n
ogni C'..orunglio vi sia nn Con,.iglierc
cl1e si dedichi espressamente a questa
attività e ne tenga informato il Con,
s.iglio. La per,,onn più idonea n qnei<to
ufficio è un insegnante. L'in,egnonte
è nelle cond.Woni pi() felici per e,;er•
citarc questo importante e delicata
missione. Allo scopo di pote111,iare
maggiormente il luvoro in questo set•
tore, si &ta fflrendo un censimen10 di
t1111; i CQ<Jpcralori Ì"6cgr1an1i. Vengono
distribuiti elci moduli, che dovr11nno
pervenire compilati all'Ufficio l•pet-
torfole entro il mese di maggio. ]~
questa unu buom, occasione per in-
o
a Vercelli
1 Consiglieri locali, gli Zi,lntori e
le Zelatrici della Ispettoria Novarese,
fotta eccey~ione di quelli dena Sviz-
zera. convennero a Verccrn. Ad essi
~1 unirono anche molte Zelatrici dei
Centri presso le Figlie di Maria Au-
siliatrice.
Erano prllSenti il rev.mo Ispettore
don C!'1;are Aracri, don Favini, il
Delegato i!!pcllori11Ic don De Maria,
molti Direttori delle case salesiane
e tre Comiglieri Tupeuoriali ddlu
P. U. [I numero degli intervenuti
superò i cento.
ll signor Ispettore .tj compiacque
Mn i presenti, chG ruppresenta\\'ono
dognomente i Centri Cooperatori deUn
lspeuorin. e a;;!!.Ìcurò c.he qnello sa-
rebbe stato il primo tli una serie di
conngni che sarebbero seguiti.
Il Se{!retsrio Generale dei Coopera-
tori don Fa,,juj tratti) della struttura
dellu P. U. rilevandone le analogie
con lo Oongregnzione Salesiana e l'or-
ganizzazione sapiente. Tn pn.rticolm·e
si fermò sui compiti specifici dei Con-
eiglicri locali, che debbono e.ssere i
vnlidi aiuti del Delegato, nella tri-
Organizzare la 2• Conrerenza annuale,,
scegliendo il giorno e l'ora più opportuni e dan-
done tempestiva e capillare comunicazione per
avere la più larga partecipazione di Cooperatori
tensificare l'isc.ridone tra i Coopera-
tori degli im,egnanti che posseggono
le doti richieste.
I Cooperatori-insegnami saranno
seguiti in modo particolare cd aiutoti
nelln esplicazione dei loro compiti.
Snrauno tenuti per e~,i ronvCf,'fli
su piano nozim1ole, Tegionole e 20•
nale per creare degli specializzati ».
JJ Delegato T11pe11orialc svolse quin-
dil'argomento degli Eserci,;iSpirituali.
JJ signor don Ricceri •ottolineò
che si tro.Lta cli un elemento di fon-
damentale importao:lll. Og1,>i tantP
organizzazioni li fanno e cia~cuna vi
dà la propria impronta. Da noi si
tengono con un criterio ~ules..iano~
nello spirito cli Don Bosco.
SaI tema Stampa rifeci il dott.. Cer-
roti, che ln,·ora in•t.oncnhilmente per
la diJfmùonc di Meridiano 12.
U signor don Ricccri, a commento,
in.tjstelle sulln « carità delle idee ».
Si chinFe con :iltre noti.licaziorri,
tra cui la più interes;autc fu q uelln
del proni.mo Pellegrinaggio a Lourdes.
38
plice forma di corumlenza. cli rappre-
seutnnzu e &Oprnttntto di collabora•
zion" <rualificntn nei vari settori del-
l'apootolnto lll!Sequalo da Don Bosco
alla P. U.
Numerosi ~li interventi. che servi-
rono a chiarite dolJl,i, appianare dif-
ficoltà e conoscere esperienze. Il De-
legntlJ Jspettorialc non man~ò di ri-
cordare a Iuui i prehcnti, e per me1.zo
loro ancilie agli as~enti, lo neces&itò
di prender porte ad un corso di Escr•
cizi Spirituali per arricchire il pro-
prio spirito delle energi<' indispensa-
bili per un apostolato che perseveri
anche in mezzo ni sacrifici e nlle
dillìcoltò più dure.
Il pronto ofl'uto dnl •ignor Ispet-
tore servi ad accrescere l'alnntamenlo
reciproco e con i Superiori.
a Catania
A Catania fu pre;.ietlntll doll'Ecc.mo
A rcit•«scovo M on•. Guido Bcntiroglio,
,·ho ni 152 Consiglieri, Zelatori e
Zelatrici pre,;enti. appartenenti a
trenta Centri, rivolse la mo patcmn
parola sulla necessità di DDa nutrita
vita di grazia, alimentata sop«-attutto
dalla frequenze ai Sncrnmenti, dai
<j11nli si attinge l'acqua viva e vivifi.
caute che fecondo lo santità perso•
nnle e l'apostolato tra ì fratelli.
Succesliivamente don Li Pira trattò
il tema: Vi,,ere la Chiesa. 11 momento
storico che viviamo impegun tutti
i cnttolici, ma specialmente gli apo-
,Loli allo studio dei problemi che
vengouo trattoti nel Concilio e spe-
cialmente di quello dell'apostolato
dei laici, nel quale i Cooperatori Sa-
lesiani debbono cs5erc nll'avangum·dia
"" vogliono ~secondare Don Bosco,
clie Iu tra i primissimi a mettere i
laici al servizi.o della Gernrchin. I
laici apoatoli sono per la Chiesa
una vel'a ricchezza e sono com.n la
sua /or,ga ma11U$ che arriva anche là
dove non arriva la gcrarchin.
Jj Delegoto [epcrtorialc, che più
volte aveva già preso la parola, Ju.
tervcnne qui per una applico,.ione
pratica: lo Chlesn docente si eon•
creta nella gerarchin: di qui il ri-
spetto e J'amore ai Vescovi e ai
sacerdoti. in cui i Cooperatori deh•
bono precedtte tutti gli nitri.
Segoirono interventi assru nnme-
msi e ,pe,iso nuche inter1IBJ1anti. che
servirono nd aprire orizzonti nuo,<i
nll'apostolnto degli Zelatori e aù illu-
111inarli su.Ile attività che già svolgo110.
Quindi il senatore Di Gruzio,
,uembro del Consiglio Ispettorlale
dei Cooperatori, •volse largamente
il tema, La jig1tra del ConJ1igliel-e
alla l,u:e d,l Regolamento. Presup-
posti teoretici: conoscenza del svo
ufficio e dello letteroturo so!esiaua,
collaborazione col Dclegato, col Con-
siglio e con i soci. La mis'!ione deJ
Consigliere - ed anche dello Zela-
tore e della Zelatrice - è quella di
portare nel mondo e nella società In
parola, lo spirito, In santità di Don
Bo•co.
Alla fine della brilln,ne conversa-
zione del se.n. Di Grazia, l'assemblea
ne hn chiesto llllnnime la puhblica-
ziouo. il che sarà fatto per offrire
nn preiioso aiuLo agli Zelatori.
Al termine tle:µi intetventi, trn
cui pnrticolarmeutr importanti quelli
del segretario del convegno, avv. Sal-
vatore Pirmne, dou Rosà presentò
una Ilanornmica dell'attività 1961-
1962 o nn eleDCo delle iniziative
dell'unno in corso: pcllr-11rinag~i, Eser-
ci«i Sniritouli, le duo Conreren7.e
annuali, Laboratori di Coope..atrici,
cliffnsione di 1\\.frridiano 12, Appreo-
<li•ti, 13oroe cli •tudio per voca,,ioru
salesiane e diocuane, ~li<sioni ccc.
:'fon si ,iareùlie potuto desiderare
un esito migliore: tutti iufaLti pnrli•
rono dnl Cunve~no con idee chiare e
rou volont/1 decisa di lavorare eou
zelo nel -vroprio settore tli ùpoatolotn