Bollettino_Salesiano_196310


Bollettino_Salesiano_196310



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Noi non ci fermiamo mai; vi è sempre cosa. ohe
incalza cosa... Dal momento che noi ci fermas-
simo, la. nostra. Opera. comincerebbe a deperire
J>ON BOSCO
li MAGGIO 1963
ANNO LXXXVIJ•N.10
EDIZIONE PER I DIRIGENJI DEI COOPERATORI SALESIANI
DIREZIONE GENERALE: TORINO 712 • VIA MARIA AUSILIATBICE, 82 • TELEF. 48-41-17
Per far vivere la santità della Chiesa
Una delle « iniziative pratiche» caldeggiate
dai Delegati lspettoriali della P. U. nel con•
vegno ili Muzzauo per far vivc1·e ai nostri Coo-
peraLori la santità della Chiesa, fu così espressa:
« lnLensilìcare la campagna degli Eserci.:si Spi-
riwali come mezzo di sanLificazione ».
Siamo tutti convinti che ogni apostolato,
perchè sia veramente attivo e fecondo per chi
lo esercita e per chi ne è l'oggetto. deve avere
un'anima. L'apostolato fatto solo di azione
esleriore e che non promani da una profonda
vita interiore è vana agitazione, danno~a a chi
la esercita e poco proficua a chi dovrebbe go-
derne i benefici effetti.
Contro questo pericolo ha premunilo i no•
stri Cooperatori Pio Xll nello storico discorso
del 1952: « ll pericolo vostro è - ha detto il
Papa - che l'azione spenga la fiamma dell'ora-
zio11e. e, mancando questa, l'a:.ione se11za anima
sia esposta ai capricci de1/e passioni e al pro-
cesso di dissofoime11to. Pensate pertanto, diletti
figli. come l'"rgenza stessa del i;ostro molteplice
lauoro, oggi, diremmo quasi, angosciosamente ri-
chilt$to dalla Chiesa, vi obbliga alla pii,, gelosa
cura della vostra vita interiore; di quella vita,
cioè, a cui ben provvide la sapienza del Santo
dell'azione, dettando a voi, non meno che alla
sua duplice famiglia dei Sallt$iani e delle Figlie
di Maria Ausiliatrice, u11a regola di vita spiri-
tuale, ordinata a formarvi, pur senza la vita
comune, alla religiosità interna ed esterna di chi
seriamente fa sua, nel suo mondo familiare e so-
ciale, l'opera, di tulte la pitì. eccelsa, della perfe-
zione cristiana-».
In queste parole del grande Papa riecheg-
giano quelle di Don Bosco, che non esita a de-
finire « scopo fondamentale dei Cooperatori Sale-
siani » quello cli « fare del bene a se stessi con
un tenore di vita, per qua./lto si può, simile a
quello che si tiene nella vita comune», vale a dire
sirniJe a quello delle ani.me consacrale a Dio.
Una pratica fondamentale per (<caricare»
s piritualmente l'anima apostolica del Coopera-
tore sono cerlamente gli Esercizi Spirituali
chiusi. Per questo Don Bosco invita i Coope-
ratori ogni anno al grande ritiro. Quei tre o
quatlro giorni quanto sono prezioai per i sin-
goli, per i Centri! Questi non avranno mai
veri apostoli che si coruacrino generosamente
e proficuameuLe al lavoro per le anime, se non
potranno contare su di un nucleo di Cooperatori
che ogni anno partecipano agli E sercizi Spirituali.
Ecco perchè non ci stancheremo di ripetere
ai nostri Dirigenti: fate ogni sforzo, ogni sa-
crificio, anche pecuniario, y,er ottenere che nu-
merosi Cooperatori e Cooperatrici del vostro
Centro prendano parte a uno dei corsi di Eser-
cizi organizzati per loro. Il Bolletifoo di marzo
ne ha pubblicato l'elenco e ogni mese richia-
miamo l'attenzione sui corsi più prossimi. So-
prattulto persuadete i Cooperatori più generosi
e attivi, quali sono i Consiglieri e gli Zelatori,
ad essere presenti agli Esercizi.
Ci sono tanli corsi che vengono incontro alle
più svariate esigenze, al nord e al sud, d'eslate
e d'autunno, ai monti e al mare: si è voluto
dare a tutti la massima comodità di rispondere
all'invito paterno del santo Fondatore, che non
ba esitato di affermare: « La parte fondamentale
delle pratiche di pietà, quella che in certo qual
modo le abbraccia tulte, consiste nel fare ogni
anno gli Esercizi Spìrituali ».
I IMPEGNO
Far vivere ai Cooperatori del proprio Centro la santità della
DEL MESE Chiesa intensificando la campagna degli Esercizi Spirituali
33

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{
I
ACQUA!
VIVA )
\\
"Monstra Te esse matrem"
Sua Santità Giovamù XXIII il l maggio ha tenuto ai mol-
tlsaiml lavoratori cattolici convenuti a Roma. da varie na-
zioni una fervida. Allocuzione sul cammino e la missione
della Chiesa nel mondo. Qui offriamo alla meditazione
dnì nostri Dirigenti e Collaboratori •oltanto la parte che
riguarda la missione della Madonna. « Sono pensieri ed
affetti - ha detto lo stesso Santo Padre - cho urgono
neJ/a Nostra mente e nel cuore •·
I
La glorificazione di 1lfaria, guale brilla di
luce soave nell~ ,:elebrazioni di questo mese,
non ÌJ ohe il riohia1110 ùe"Ua s1m missione,
di tutto il disegno cM Dw ebbe su di Lei.
J1iiuione di misericordia e di salvezza, ohe
si incentra nel/'aU-issimo privi"legio della 1ita-
ternità divina; disegno di perd<n1{) 11 d'i ri--
aomiliazione, poiehè il Padre Oeleste, i?~-
!
v,ia,ndo il Figlio s·uo per la Redenzione del
mon,lo, s<Jelse Maria co-me pri1na collabora-
'i trice dell.a sua volontà sal1Jifica. l •n lei il \\
ciclo si unisce alla terra; e per mezzo suo è
offerto al/.'1tmanità. il Divin Sawatore.
QuaU arn o 1ù1 di pietà e di c01nmozione 616·
scita. il canto della Salve Regina,, anlif<ma tra
le più a111iclle e care, clte celebra nei cQ11jidente
sospiro questa niaterna 1nù1sio11e di Maria!
Dall'avvinrsi della preghùJra: Salve, o Regina,
Madre ùi mi,erioordia, al 8'UO trnolgersi è t1itto
-il po&11w. detta m11anUà sconi·olta da,l peccato,
soggetta al pianto, al dolore e alla morte, chr,,
1UY1wstanle tttlto, guarda a Lei, vita, dolcezza,
spero.nza nostra, e l'invoca 11el suprerrw ane-
lito, che ~ palpito di fede invitt11 e l,uminosa:
et Iesum, benedietum fructum ventris tui
nobis post hoo exilium ostende: mostraci
CJelfÌf, il frutto benedetto del tuo seno, o cle-
111e11te, o pia, o dolce Vergine ,'Ilaria.
;/.'utto converge a Ge1rìi: la storia dei secoli e
le mcende dei ouo1·i; tutto deve portare a GIJ.8Ù.
L'intercessione di .Maria per il Ooncilio ri-
vela al mondo pii'!, splendide il volto del Re-
dentore, lo rivel11 a chi lo conosce solo imper-
fettamente, e a ohi non lo conosce ancora.
È questa la missione della Vergfoe Jladro,
di recare ai m.on.do la w.ce, come canta 8a11-
l'Efrem. Siro, cori voce di i8Piralo poeta;
« Nel suo grembo dimora il Fuoco, - sul
suo petto un protìigio grande!• (Inno IV, 3).
E lascia./,1JOi fare una 1tlteriore conB'ideraiione,
diletti figli. È l'ideale 1nissfonario che si im-
pone, Q/llCOra mia volta e mo11endosi dal Oe-
nacolo percorre le ampie vie del mondo. Ed è
sem.pr11 Jfaria a m{}strare Geeù, come a Betle,n,
a/tirando le anime a Liii. Per questo conti-
n1,eremo a pregarla perohè Essa awalori le
preghiere del 81wce11sore di Pietro e dei, V e-
scovi, e <I-i tutto iZ popolo cristiano, perseve-
rantes unanimiter in oratione cum... l\\faria,
l',latre lesu (.A.et., I, 14). Oosì si rimu,ve,rà
il prodigù1 corncJ di un.a 1wv11lia Pentecoste.
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Aspetti
Gesù. dopo l'ultima cena, in uno dei mo•
monti più solenni della sua vita, prima elci suo
doloroso sacrificio, quasi divino offertorio, ha
pregato il Padre nou i.,olo per gli Apostoli, ma
anche per coloro che avrebbero creduto alla
loro parola: « Affincl,è lui/i siano una cosa sola
come t1t, Padre, sei in me ed io in te, uffinchi!
anch'essi siaru, una cosa sola in noi, così il
mondo creda che tu mi hai mandato. Erl io ho
dato loro la gloria che tu mi hai rlato, a.Dinchè
essi siano una cosa sola come noi siamo uno:
io in loro e tu in me, affinchè siano perfetti nel•
l'unità. e il mondo riconosca che 11, mi hai man•
dato e li hai amati come hai amato me» (Gio.
17, 20-23).
D Miracolo dell'unità della Chiesa
Che la preghiera di Gesù sia stata divina-
mente efficace, nonostante le debolezze e le
miserie umane, è un fatto che tutta la storia
della Chiesa è U a dimostrare, è un miracolo
che supera le leggi dclla storia e ne dimostra
la origine divina.
Nei primordi della Clliesa, quando i sine-
driti indispettiti del suo rapido sviluppo, sta•
vano per stroncare la tenera pianticella, prima
ancora che mettesse salde radici, il saggio
Gamaliele li aveva ammoniti dicendo: « Lasciate
in pace questi uomini e non occupatevene più.
La ragione è questa: nel caso che questa teoria
e questa prassi sia di origine umana essa si
dissofrerà; se invece è da Dio, non sarete voi a
distruggerla » (Atti, -5, 38-39).
Venti secoli di storia dimostrano l'assenna-
tezza e la fondala lungimiranza del suo amlllo•
nimento: se la Chiesa fosse stata solo opera cli
un. uomo, le umane passioni sobillate e rese
efficaci dalla potenza cli Satana, avrebbero già
avuto ragione di essa, tanti e cosi gravi attacchi
vennero sferrati da ogni dove contro la sua mo-
nolitica compattezza, contro la sua indefetti•
hile unità.
E tali assalti non vennero tutti dall'estemo,
dai persecutori: per lo più le persecuzioni sono
state solo un fuoco purificatore, una potaIura
che ha fatto rifluire con più abbondanza la
vita divina nella Chiesa. Gli attacchi più sub-
doli, più micidiali contro la sua integrità son
venuti dall'interno: nel campo delle idee (eresie),
ucJ campo delle volontà (scismi), nel campo
clella disciplina e dei costumi (dissolutezza, cu•
pidigia di denaro, ricerca cli gloria mondana):
talvolta il male fu tanto grave, la cancrena così
diffusa da giungere fino alla cattedra di Pietro.
Orbene, la Chlesa, contro ogni umana previ•
$ione, invece di crollare sotto i colpi iuesora•
bili del male, ne seppe ogni volta trarre van•

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PENSIERI PER LA CONFERENZA MENSILE DI GIUGNO
dell'unità della Chiesa
taggio: perseguitata, si rinnovò nel fervore e
nella ~antità; at1:accata nella fede, chia.rl e ap•
profondi il divino messaggio che Cri.sto le aveva
affidato; attaccata dalle volontà ribelli e dalle
passioni scatenate, elaborò nel corso dei se-
coli un corpo di lcgislaz.ione cosl saggio, una
organizzazione cosl efficiente che correggesse
gli errori, disciplinasse le iniziaLive, prevenisse
gli abusi; legislazione ed organizzazione che
ancor oggi formano l'ammirazione del mondo
intero. E oggi, dopo 20 secoli, non è per nulla
invecchiata. la sclerosi non l'ha intaccata, mentre
sono morti i suoi persecuto_ri e sono invecchiati
gli errori: ne sia dimostrazione la celebrazione
di questo Concilio che la vede salda e com·
patta come non mai, vibrante di perenne gio•
vinezza, protendersi con slancio verso il fu-
turo, verso le nuove mete che lo Spirito Santo
le addjta.
Di fronte a questo fatto imponente che la
storfa ci presenta, ogni uomo retto non può
che scorgere in tutto ciò il dito di Dio, non
può che esclamare « dal Signore è stato fatto
questo ed è meraviglioso ai nostri occhi ».
Il Mistero dell'unità della Chiesa
Però quello che noi abbiamo finora descritto,
non è che un aJJpetto esterno della unità deila
Chiesa: aspetto importante, fornendo un valido
argomento alla nostra fede sulla sua origine
divina, ma non è l'aspetto esclusivo. Le parole
di Gesù nella solenne preghiera sacerdotale, non
sono soltanto divinamente efficaci, ma sono
pure divinamente rivelatrici della misteriosa
unità della Chiesa.
Per ben due volte Gesù afferma che l'unità
profonda che unisce tra loro i singoli membri
della Chiesa in Cristo è « come » quella che mi-
steriosamente unisce in Dio le divine persone:
i1 mistero della Chiesa si perde nel mistero
s te1,so di Oio, della cui vita intima essa è una
reale e una vivente manifestazione.
È perciò che la rivelazione che Cri~to ci ha
fatto della vita trinitaria, la vita di più per-
sone ugnali e rustinte, fuse dall'amore e per
amore in una identica realtà, ci dà modo cli
comprendere qualcosa della natura profonda
della Chiesa.
L'unità della Chiesa, con1e l'unità di Dio,
non è uniformità. 11 Dio unico si è rivelato in
Gesù non unipcrsonale, ma tripersonale. Così
l'unità della Chiesa non è una unità indiffe-
renziata. amorfa, ma è il frutto d'una respon-
sabile unione di persone in Cristo, d'una co-
sciente fusione di spiriti per Jo Spirito Santo.
Se vogliamo trovare tma similitudine che si
avvicini a tale misteriosa :realtà, possiamo dire
con San Paolo che l'unità della Chiesa è come
l'unità di un corpo, del corpo Mistico di Cristo,
« Poichè a quel modo che il corpo è mw, seb-
bene abbia molte membra, e c/uJ tutte le membra
del corpo, pur essendo molte, formano un solo
corpo, così pure è il Cristo. E infatti, in un solo
Spirito noi t1ttti... fummo battezzati per formare
un sol wrpo (J Cor., 12, 12-13).
Quella del corpo, è vero, è solo una immagine
e quindi una rappresentazione imperfetta della
real tà: le membra d'un corpo fisico non hanno
alcuna am,sistenza autonoma nè alcun fine Jo:ro
proprio ed esclusivo, ment:Te ogni membro della
Chiesa, in quanto persona, ha una sua autono-
mia e un suo fine, ch'è il possesso e il godimento
eterno di Dio. Però a somiglianza del corpo
fisico ogni membro non. ha un Ene s uo proprio
che sia separabile dal fine di tutti, non ha so•
prannaturalmente un principio a11imato_re di-
verso poichè « è il medesimo Dio che opera ogni
cosa in tutti » ( I Cor., 12, 6).
Possiamo perciò, alla luce di questa imma•
ginc, cerca.re di penetrare nella realtà della
Chiesa, spiegandoci pure quanto c'è di impli•
cito nelle parole di Paolo.
Come le membra del corpo, le membra della
Chiesa sono:
a) Differenziate: « Il nostro corpo non è com-
posto di un membro solo, ma di molte membra...
se l'intero corpo fosse ,ulito, dove sarebbe l'odo-
rato? ora invece Iddio ha disposto le membra
del corpo, e ciascuna di esse, come volle » (ibid,
v. 14, 17, 18). Come in Dio una persona non è
l'altra, ma sono adeguatamente distinte, pm:
formando tutte un'unica realtà; come nel corpo
e in qualsiasi organismo c'è necessariamente
una un.ità differenziata, così nella Chiesa par·
tecipe e rivelalrice deila vita divina, Corpo
mistico di Cristo, un membro non è l'altro,
poichè ogni persona che la compone si distingue
nettamente dalle altre nella sna irriducibile sin•
gola.rità. Ognuna di esse è una parola irripeti-
bile di Dio, è un riflesso inconfondibile della
sua infiniLa perfezione; ognuna di esse ha da
Dio la « sua » vocazione nella comune voca-
zione a riprodurre l'immagine del Figlio suo.
L'unità della Chiesa quindi, sotto questo
aspetto, è ben lungi dall'essere una unità livel-
latrice, spersonalizzante: è una unità cattolica.
Le differenze tra clero e fedeli, tra diverse fa.
miglie religiose in seno alla Chiesa, tra popolo
e popolo, tra individuo e individuo, non solo
non sono un ostacolo alla unità deila stessa
Chiesa, ma son volute da Dio, sono una rie•
cl1ezza, un indice della sua divina fecondità.
b) Complementari,: Tali clilierenzc di vocazioni
e missioni, subordinale le une alle altre, rischic-
cebhero di trasformarsi in contrasti e di com-

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promettere seriamente l'unità della Chiesa se
non fossero viste in funzione del tutto, se non
fossero considerate complementari.
Come nel corpo ogni membro ha bensì la sua
funzione specifica. ma solo in vista dell'armo-
nioso sviluppo del tutto, cosi nella Chiesa « a
ciascuno la ma.i1ife1uazio11e dello Spirito è data
in. vista della utilità comune» (I Cor., 12, 7).
Come in Dio, cosi nella Chiesa ogni persona,
pur essendo qualcosa di singolare e di irripe-
tibile, non è qualcosa di assoluLo, ma cli rela-
tivo. Nessuno è autosufficiente, ciascuno ha
bisogno degli altri: « l'occhio non può dire
alla mano: lo non ho bisogno di te; o la testa
dire a sua volta ai pietli: Non ho bisogno di voi!
Anzi quelle membra del corpo che riteniamo le piìt
deboli, sono molto più necessarie» (Cor.. 12, 21-22).
e) Uguali: Quanto abbiamo det:Lo sop.ra, ci
fa intuire questa conseguenza. La distinzione
e la differenziazione delle persone non con-
trasta con la loro profonda uguaglian~a: come
in Dio le persone sono ad un tempo uguali e
distinte, così nella Chiesa, Corpo Mistico di
Cristo, i diversi membri, perchè complementari,
son profondamente uguali: hanno bensì fun-
zioni e compiti distinti, ma sono uguali come
persone, perchè tutti fratelli, tutti figli dell'uni-
co Padre. Non ritorniamo qui su un punto già
richiamato nelle conferenze passate: la superio-
rità, alla luce di Cristo, si.a superiorità gerarchica,
che di censo o di saggezza, è un servizio reso ai
fratelli, è un compi Lo da svolgere; non è una
fonte di interesse, un cespite da cui riscuotere
lode servile, fama, denaro, privilegi.
Il Visibilità dell'unità della Chiesa
L'unione dei singoli memhri della Chiesa
che Dio realizza per mezzo dello Spirito in
Cristo, non è solo (anche se principalmente},
unione di spiriti che si limita all'intimo delle
coscienze; siccome è unione di uomini, è pure
necessariamen·te una u11ione visibile.
Dio ha posto nella sua Chies:a degli organi,
il Papa e i Vllscovi. che fungessero da centro
di visibile unità delle menti e delle volontà,
quella stessa tLnità che è realizzata nell'in-
terno delle menti e delle volontà dallo Spirito,
anima del mistico Corpo di Cristo.
Attraverso agli atti del magistero visibile
vien garantita la unità della fede; attraverso
agli atti degli organi competenti vien garantita
l'unità delle volontà. Parlando del potere apo-
stolico abbiamo già spiegato la funzione di talè
potere nel campo della dottrina e del governo
della Chiesa. Sia sufficiente ora sottolineare
che il rifiuto cosciente cli comunione con la
gerarchia, porta nece11sariamente con il di-
stacco non solo dal corpo della Chiesa, ma anche
da Cristo, che ne è iJ capo e che, come tale,
per mezzo della gerarchia continua ad ammae-
strarla e a governarla. Come il pulsare clella
viLa in un membro e il suo armonioso sviluppo
è conclizionato dalla sua connessione col resto
del corpo, e dalla sua subordinazione a quegli
organi che son preposti alla coordinazione dei
membri delrintero organismo, così l'essere e
il crescere della vita e della verità divina i11
ogni singolo membro dcJJa Chiesa è cood.izio-
nato alla sua connessione e intima subordina-
zione al capo Cristo, e a coloro che tale capo
v:isibihnente rappresentano.
Conclusione
Ahbìamo delineato alcuni aspe1 ti della unità
1lella Chiesa: unità ch'è un prodigio perenne che
manifesta io essa la presenza cli Dio; unità che
è misteriosa partecipazione nll'uomo della inef-
fabile vita di Dio che in essa pulsa, unità che
è visibile esterna manifestazione di tale vita
nascm;ta, vita di più persone distinte, comple-
mentari, profondamente uguali, fuse nel reci-
proco dono, nell'amore scam.hievole. Neasuna
altra esortazione potrebbe essere più efficace di
quella che Paolo rivolgeva alla comunità di
Efeso:
<< Vi scongiuro... che vi portiaJe in ma,iiera
degna della vocazione co11 cui siete stati chia-
mati: con tutta umiltà e mansuetudine. co,i fon•
ganimità, sopportandovi cnritatevolmente gli uni
gli altri, stndiandoi·i di conservare l'unitn dello
spirito nel vincolo della pace. Un corpo solo e
uno spiriro solo, come una sola è la speranza
a cui. siete stati e/riamati per la vostra 1•ocaziorru.
Un solo Signore, uria sofo fede, uri solo batta•
simo; un solo Dio e Padre di tutti, che è sopra
tutti, opera in tr.llti ecl è in. tutti » (Ef, 4, 1-6).
SCHEMA DELLA CONFERENZA MENSILE
lntroduzlone: La preghiua di Gesù.
A$snln datl'e$ttrno: le pers.ccuzìoni
Miracolo dell'unità
Crl!SÌC
Ass:nlti dall'inur1Jo: scismi
) s:co.stumatez::za
La Chies3 uiuo,it,sn su cutti.
11. Mistero dell'unltà
Unità catcma, ma. ~opranutto ,nrer11a
Paragone corpo I,
membnt complemcrJtari
membra difffr8nziall
m~mbra Hguoh'.
Ul. Visibilità deU'unltà
Unit:li visibile attraveno gli atti degli orgn111 compe1em1
Connessione di ogni m,mbro col Capo - Cris10 - attra\\'ttSO coloro che lo rappresentano.
Conclusione: Mirabile &intesi di quest11 don:riru, fatta dli San Paolo ui Cristiani dj F.f..o.
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Convegni di Consiglieri, Zelatori e Zelatrici
a Firenze
Si tenue nell'htituto delle J/iglie
di Merin Ausilinlrice. Furono presenti
62 persone. Lo pre•i~detle il tignor
l!ipettort don Pietro Ciccerelli rol
Delegato l,pettoriale don G. D. Boeri.
Ln primo Relnzionc fu tenuta da
don Enrico Da Uold sul temt1: La
figura morale e rr/i~io•a dello Zelator<'
e della 7-tlatrict. Il rdatore prtnde
lo spunto dnl di•cor.o cli Pio "\\.Il
per illustrare anzitutto In pietà, es-
sem:ielc per i Cooperatori e pili tm•
corn per p:lj Zelatori. La pietà dello
Zelatore dev'e$sere, come quella di
Don Bo•co. tele che ne permei tutta
l'atth ità. Tn.!.istette toprettutto •ullu
necessità della Mtdita~ione, 11u,,le
mezzo polente e, ~i pub clire, in~o,ti-
tuibile per possedere uru, sodn , ile
interiore. Don Da Rold consigliil Cri-
11iane,imo 11i••u10 drl Pollien per ra••
sodare In rede, e J/ buon unu,rr del
Curtois pu tener vh·n la &peronzn.
Finita la relaz.ione, il Delegato ptt•
i,eote il Direttore Dioceeano di i-
renze, Moo•. Viuorio Ba:rtnl~~i. e
iosedin nl tllvofo ecntrnle i membri
del Con•iglio rl'ttiouale rinnovato.
S'ini2.in quindj In di,cu•sioM •ulla
prima rela-iiooe. Per In formn1.ionc
dello Zelatore viene Auggeritn 111 let-
ture dello vita di Oon Bosco e del
Bolle11ino Salt•iano; inoltre l'n.-iduiti\\
alla Conferenze men,ilc e ali'E•er•
cizio dello Buono Mor te. Gli inttr-
veoti sottolinearono In oece•sitb the
gli Zelatori e le Zelatrici si facciuoo
e-ssi ~te-.i apostoli della fttquenzn
nlln Conrerenza men•ile e all'E,.u-
cizio dello Buona Morte e S(lprallutto
della partecipeuone np;li Esercizi c;pi-
rituali.
n secondo relatore don Boeri tratti,
il tema: Zrlatori all'opera. Furono ti-
tnti i Rep:olumenti. dove è detto d,e
il fine principale della P. l . è la
tita allit·a neU'e3r-,,i:io dtlla ror,tà
.-erso il prouimo e &pedo/mente vrr,o
la giovenllÌ pcri,:o/ante. S. S. Giovan-
ni XXIII ho proclamato i Coopera-
r. tori • Coopuatort$ mintsUrii nollri ».
La P.
fa parte dell'Apo,toluto
dci Loid e lo Cl1ie•a e le Oioce>i
bonno diritto di atteoder,i molto da
loro. Ora ~li Zelatori ,ono come In
nervatura di questo corpo di atti-
vil;ti del beue ». In concreto 5i porlù
dei vari ~eltori di attività proposti
da Don Bo•co n.i Cooperatori: stampo.
t•oc:o..-ioni, moralitd. 1,iot·entù abbando-
nata ecc. "ÌOI' il irn•curìl ntppure
l'ottiviln tanto un,ilP n,a necessario
dcU'a11gioma111ento degli i,,Jirinti.
Si pnlò poi dello Compagna an-
nuale sulla Chissa, dei Laboratori e
dd Pel.legrinnJ!frio regionale a Loreto
per il 18-19 moggio.
Il siguor Jspeltore chiude j lavori
del mattino, e dà al Dir~ttore Din-
t't,ano di Firenze l'incorico di por-
tare l'oma,..i:ìo filiale dei presenti al-
l'ArcivCJ1co\\"O. assi<rurnndo Sua Eccel-
lMo.n che il cnmpìto dei Cooperatori
f di essere ~t'lnpre nJ hCnizio ddlo
Chie-a. .\\fon•. Bartalffi •i d.ice lieto
1lj fur.; interprete pres•o Suo Eccel-
len,a dei l!t'ntirnenti dell'ns,emblen e
nu•pica cho Doo Bosco trovi •emprt
i Cooperatori 6ormtini degni dello
,ua predilezione patema.
Dopo jJ prnnio, suvito con ~iguo-
rilitò dalle Figlie di Moria Aus:iliu-
trire. i convej[D.Ì•ti non dimentica•
rooo di e,i-.c-re nella città ddl'arte e
di elevare uno preghiera olio Ver-
p:inc- per i frutti del convegno ndln
Ba,ilico drlln S~. Annunziata. Quindi,
nell'Istituto S,tlciano, O$Si&tettero
nllu proiezione, ....__"Ili apprezzata, di
Ire documentari salei.iani; poi ripre-
sero i lavori, ~ni quali, o divino sug-
1!:Cllo, scese In Bmedirionc F.ucarist.icn.
a Pordenone (Udino)
\\ Pordeoonr ru presieduto dal Di-
rt·llore gtnrrole dei Cooperatori. rn-r·
rrndiaaimo don Luigi Riuui, che ce-
leb ri> le. Santo Messo per i 62 Cnn-
"i)?lieri, Zelotori e Zelatrici e li invitò
od un'azione concorde a •rr,·iz.io della
Cbit•a. « Tuuo ciò - di-•e - che
int~ressa la ChifSU e le onime, inte-
re•sa pure i Cooperatori Salesiani.
Secondo la mente e le direttiH di
Don Bosco, e•,i oiotano le Opere
Sule.iene io qumto sono opere delln
Cl,ieso ». In@istette quindi sullo nl'-
rrnità di unir•i per fore il bene.
\\pertoei il eoo, rgno. don Giovanni
.B1m1to tratto il temo: /,a fiy;..ro d~I
n Con•iglierc dello P. U. e lt, funzione
dtl Consiglio locale. relatore ripro•
pone quanto è contenuto nrl \\lonuale
I>irigtnti e nei numeri •t)?uenli del
80/lr11ino Diril(tuli:
011obre 1959 • pop;. 427: Con•igli locali:
p~. 429: iltthilà di apostolato.
Mtmo 1962 • pag. ~:?: TI Consiglio
locale pre311pl'o.io indi•prnsabi/e per
un Centro , ernrnenLe Op~ronte.
Gi11(110 1961 • png. 47: . enza i Cou-
•ii;lì non c'è molto da sperare.
:\\./aggio l 96I. • pag. 37: l Centri più
Attivi ece.
Nomnbr, 1960 - png. 481: Compiti
b~n definiti.
C,nnaio 1962 par;. 5: Compiti spe-
cifici. oltre ol lnvoro di t·oordioa-
1ntnto~ con~ulcn7,o, aiuto.
Dirrmbrr 1961 • pag. 100 e Novem-
brt 1962 • pag. 93: Data 6'-a per
la riunione del Con!'iglio • Ordine
dfl giorno - Vcrbnlr.
Mar:o 1961 • png. 21: Un •ngp:io di
alli,ità specifico: Esl'rcizj Spiri-
tuali.
Febbraio 1962 • pa~. 12: Coridusioni
e direuive con<"rcte.
li ,iguor don Ric,·eri !IOttolinea e
commtnta: e Sento organizza1iooe,
8\\rremo retorica, DJC54a in JICCna..•
Del re•to: esiste at\\ività st-rio cho non
t sia ori:nninata? possibile realitzare
OE!~i quoJchc co..a "'C.DL3 orgonù_i.a•
rione?».
L'u"emhlea all'unnnimità ri,poude:
,,No!».
li Odegato hpettoriale don \\ n-
Lonio Del .\\laso, prima cli dare il ,ia
agli in lcrventi, ricordo il penaioro di
Don Do~co: alle immancnhili diflì-
coltà proporre soluzioni piutto•to che
sopravalutarne la portate.
Ci pare ntile rorcoglicre le seguenti
idee tltl Direttore genèr alc, inframez-
zate ai numerosi interventi. Dob-
biamo nvere in mano un esercito
organizzato cli opo,toli di tutte le
età, altrimenti e:i corre rischio cli gio•
care a gettarsi polvere negli occhi...
I Cooperatori hanno compiti specifici
nella Chie•a. Non -.ono 110 doppione.
B~gna atti,izzarli, aspetti for aiu-
tare; mo ci vuole ~empre un buon
pilota, il cervello drll'organizzazionc.
Jl Con•ip:lio de,·I' riunirsi non meno
di uno ,·olla nJ mc,c. Immettere in
r:1so elementi giovani: integrarr l't,pe•
rieuza cl~gli anziani con la dinomiciLil
delle nuove levt. Attenti a non tra•
•formare la Pia l'nioue in confroter•
nita! E lo s,,lo Conferenza mensile
fovomce il travi•amento dello figura
de.l Cooperatore.
Don Luigi Bocco,ni tratte quindj
il temo· Le voca:1011i ecclt•i.tutirhe
alla fore dr/ Concilio. Po~ta una chiarii
base teologico al co11cello di e voca-
zione », e di sace-rdo:tio collolico, trat•
tegcio ~Jj elementi che possono osta-
colare le vocazioni nei po.ani dd
nostro tempo: a) atci.'lmo teorico e
pratko; b) edoni•nw (egoi,mo ra111i-
liare, stampa. cin~mo, TV); r) 011-
m,nto di popolazione e diminudone
di socrr1loti: d) manra11;a ,ii td11ea•
,i.o,.., morale e religiosa.
:J7

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~gc che la gravitò e l'urgenza
del problema è messa in evidenza:
a) dai Papi; b) dalle cifre (stalistiche).
I mezzi per ri.soh,ere La.le problem.n,
che è il problema della sopravvivenza
stessa della Chiesa, sono: la pregl,iera.
il aacrificio, l'a.iiont in tutte le forme
che la Chiesa e la Congregazione of-
frono.
Segue u.nn discus;,ionc pratica e in-
lerèlisante, conclusa dal sig. don Ric-
c~ri che dire: t< Da cenLO anni i Coo-
peratoci hrumo questo impegno spe-
cifico indfoato nel Regolamento. È
una attività che non banno bisogno
di mutuare da altre i~Lituzioni. ) n
ogni C'..orunglio vi sia nn Con,.iglierc
cl1e si dedichi espressamente a questa
attività e ne tenga informato il Con,
s.iglio. La per,,onn più idonea n qnei<to
ufficio è un insegnante. L'in,egnonte
è nelle cond.Woni pi() felici per e,;er•
citarc questo importante e delicata
missione. Allo scopo di pote111,iare
maggiormente il luvoro in questo set•
tore, si &ta fflrendo un censimen10 di
t1111; i CQ<Jpcralori Ì"6cgr1an1i. Vengono
distribuiti elci moduli, che dovr11nno
pervenire compilati all'Ufficio l•pet-
torfole entro il mese di maggio. ]~
questa unu buom, occasione per in-
o
a Vercelli
1 Consiglieri locali, gli Zi,lntori e
le Zelatrici della Ispettoria Novarese,
fotta eccey~ione di quelli dena Sviz-
zera. convennero a Verccrn. Ad essi
~1 unirono anche molte Zelatrici dei
Centri presso le Figlie di Maria Au-
siliatrice.
Erano prllSenti il rev.mo Ispettore
don C!'1;are Aracri, don Favini, il
Delegato i!!pcllori11Ic don De Maria,
molti Direttori delle case salesiane
e tre Comiglieri Tupeuoriali ddlu
P. U. [I numero degli intervenuti
superò i cento.
ll signor Ispettore .tj compiacque
Mn i presenti, chG ruppresenta\\'ono
dognomente i Centri Cooperatori deUn
lspeuorin. e a;;!!.Ìcurò c.he qnello sa-
rebbe stato il primo tli una serie di
conngni che sarebbero seguiti.
Il Se{!retsrio Generale dei Coopera-
tori don Fa,,juj tratti) della struttura
dellu P. U. rilevandone le analogie
con lo Oongregnzione Salesiana e l'or-
ganizzazione sapiente. Tn pn.rticolm·e
si fermò sui compiti specifici dei Con-
eiglicri locali, che debbono e.ssere i
vnlidi aiuti del Delegato, nella tri-
Organizzare la 2• Conrerenza annuale,,
scegliendo il giorno e l'ora più opportuni e dan-
done tempestiva e capillare comunicazione per
avere la più larga partecipazione di Cooperatori
tensificare l'isc.ridone tra i Coopera-
tori degli im,egnanti che posseggono
le doti richieste.
I Cooperatori-insegnami saranno
seguiti in modo particolare cd aiutoti
nelln esplicazione dei loro compiti.
Snrauno tenuti per e~,i ronvCf,'fli
su piano nozim1ole, Tegionole e 20•
nale per creare degli specializzati ».
JJ Delegato T11pe11orialc svolse quin-
dil'argomento degli Eserci,;iSpirituali.
JJ signor don Ricceri •ottolineò
che si tro.Lta cli un elemento di fon-
damentale importao:lll. Og1,>i tantP
organizzazioni li fanno e cia~cuna vi
la propria impronta. Da noi si
tengono con un criterio ~ules..iano~
nello spirito cli Don Bosco.
SaI tema Stampa rifeci il dott.. Cer-
roti, che ln,·ora in•t.oncnhilmente per
la diJfmùonc di Meridiano 12.
U signor don Ricccri, a commento,
in.tjstelle sulln « carità delle idee ».
Si chinFe con :iltre noti.licaziorri,
tra cui la più interes;autc fu q uelln
del proni.mo Pellegrinaggio a Lourdes.
38
plice forma di corumlenza. cli rappre-
seutnnzu e &Oprnttntto di collabora•
zion" <rualificntn nei vari settori del-
l'apootolnto lll!Sequalo da Don Bosco
alla P. U.
Numerosi ~li interventi. che servi-
rono a chiarite dolJl,i, appianare dif-
ficoltà e conoscere esperienze. Il De-
legntlJ Jspettorialc non man~ò di ri-
cordare a Iuui i prehcnti, e per me1.zo
loro ancilie agli as~enti, lo neces&itò
di prender porte ad un corso di Escr•
cizi Spirituali per arricchire il pro-
prio spirito delle energi<' indispensa-
bili per un apostolato che perseveri
anche in mezzo ni sacrifici e nlle
dillìcoltò più dure.
Il pronto ofl'uto dnl •ignor Ispet-
tore servi ad accrescere l'alnntamenlo
reciproco e con i Superiori.
a Catania
A Catania fu pre;.ietlntll doll'Ecc.mo
A rcit•«scovo M on•. Guido Bcntiroglio,
,·ho ni 152 Consiglieri, Zelatori e
Zelatrici pre,;enti. appartenenti a
trenta Centri, rivolse la mo patcmn
parola sulla necessità di DDa nutrita
vita di grazia, alimentata sop«-attutto
dalla frequenze ai Sncrnmenti, dai
<j11nli si attinge l'acqua viva e vivifi.
caute che fecondo lo santità perso•
nnle e l'apostolato tra ì fratelli.
Succesliivamente don Li Pira trattò
il tema: Vi,,ere la Chiesa. 11 momento
storico che viviamo impegun tutti
i cnttolici, ma specialmente gli apo-
,Loli allo studio dei problemi che
vengouo trattoti nel Concilio e spe-
cialmente di quello dell'apostolato
dei laici, nel quale i Cooperatori Sa-
lesiani debbono cs5erc nll'avangum·dia
"" vogliono ~secondare Don Bosco,
clie Iu tra i primissimi a mettere i
laici al servizi.o della Gernrchin. I
laici apoatoli sono per la Chiesa
una vel'a ricchezza e sono com.n la
sua /or,ga ma11U$ che arriva anche
dove non arriva la gcrarchin.
Jj Delegoto [epcrtorialc, che più
volte aveva già preso la parola, Ju.
tervcnne qui per una applico,.ione
pratica: lo Chlesn docente si eon•
creta nella gerarchin: di qui il ri-
spetto e J'amore ai Vescovi e ai
sacerdoti. in cui i Cooperatori deh•
bono precedtte tutti gli nitri.
Segoirono interventi assru nnme-
msi e ,pe,iso nuche inter1IBJ1anti. che
servirono nd aprire orizzonti nuo,<i
nll'apostolnto degli Zelatori e aù illu-
111inarli su.Ile attività che già svolgo110.
Quindi il senatore Di Gruzio,
,uembro del Consiglio Ispettorlale
dei Cooperatori, •volse largamente
il tema, La jig1tra del ConJ1igliel-e
alla l,u:e d,l Regolamento. Presup-
posti teoretici: conoscenza del svo
ufficio e dello letteroturo so!esiaua,
collaborazione col Dclegato, col Con-
siglio e con i soci. La mis'!ione deJ
Consigliere - ed anche dello Zela-
tore e della Zelatrice - è quella di
portare nel mondo e nella società In
parola, lo spirito, In santità di Don
Bo•co.
Alla fine della brilln,ne conversa-
zione del se.n. Di Grazia, l'assemblea
ne hn chiesto llllnnime la puhblica-
ziouo. il che sarà fatto per offrire
nn preiioso aiuLo agli Zelatori.
Al termine tle:µi intetventi, trn
cui pnrticolarmeutr importanti quelli
del segretario del convegno, avv. Sal-
vatore Pirmne, dou Rosà presentò
una Ilanornmica dell'attività 1961-
1962 o nn eleDCo delle iniziative
dell'unno in corso: pcllr-11rinag~i, Eser-
ci«i Sniritouli, le duo Conreren7.e
annuali, Laboratori di Coope..atrici,
cliffnsione di 1\\.frridiano 12, Appreo-
<li•ti, 13oroe cli •tudio per voca,,ioru
salesiane e diocuane, ~li<sioni ccc.
:'fon si ,iareùlie potuto desiderare
un esito migliore: tutti iufaLti pnrli•
rono dnl Cunve~no con idee chiare e
rou volont/1 decisa di lavorare eou
zelo nel -vroprio settore tli ùpoatolotn

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,----BIBLIOGRAFIA-
PER LA BIBLIOTEC H I N A D EL COO P ERAT ORE
c:(r, B. O. gennaio, febbraio, m,rzo
Sulla Vergine
ALEXIS CARREL , Viaggio a Lourdes
Frammenti di Diario. Medicazioni
Mòrcelliana, BrMciu • L. 500
t Il notissimo volumcuo del celebre sclenu,uo, l'lutorc,
dl cc L'uomo. Qucs10 econoscJuto n.
A~CELO BRAMtNt - Un secolo di at,J>ari~ioni
mtmane. Mese mariano
An or.i, :\\1ilano • L. 900
Le parole della MladOl\\Dll nelle .-ue varie app:lrlZlonl vi
oono genialmente commcnt.,te alla luce della dottrina
cauolica, con o.qolslto acMo di pietà mariana, con plcnn
aderenza alle esl11cm.c dcli:, pietà moderna.
s. LUIGI CRIGNION DE MONFORT • Le, t•era
decozione alla Vergine
SEI, Torino - L. 400
L'open non ha bb,011110 di prcs-cntlldone: la lcuura di
- ~ scml)Nl efflcac!Alma,
FO.~SECA - Le meraviglie di Fatima
F:dizioni Paoline
~ tra le mlgllorl or,crc tullocelebri apparizionidellaVcr11lnc,
CABRlELE ROSCHtNl • li capolavoro di Dio
Murittti, Torinn I •. 700
t un trattalo breve m:i •olldo e completo della dottrina
c,auollca Incorno a MQrla SS. 'B frullo delfll oiudl ap-
paitstonatl ru,I ulebre marloloito,
M. ESCOBAR - Donna del Paradiso
Testimonianze letterarie a cura di Mario
Escobar.
SEI, Torino L. 2000
Una nuova nntololfln ,ull11 Madonna, dalle orl1h\\l fino
11I cempl moderni, 011 nutorl preS<:eW provrn11ono da
tulle le più svariato profes;,loni: accuuo ol 100(011,( ol
sono gU storici, I oronllll, 1opn,11uu o I poeti o penino
novelllecl e romam:lcrl...
GIUSEPPE SCHRYVl!RS - La madre mia
Marietti, Tonno - l.. 350
" ~ solfasr di un •' 1c-ntt0 mistlcl'lltto da rcnderlr
drgne d'uno del m1111on Padri dlllla Chiesa » (L'OUe.r·
\\'ll(Ott Romano),
Sull'Ausiliatrice
Auxilium Christianorum
L'Ausiliarrice della Chiesa e del Papa
SEI, Torino • L. 1500
Relazioni cornmemorauve per Il Cinquancenarlo dcl-
l'lncal'0Da%1one di Maria te Aw<llium Chrlstlanorum "•
nella sua Basilica di Torino (x903-17 maulo 1953).
L'Immacolata Ausìliatrice
SEl, Torino - L. , 700
RclllZ.lonl c:ommemon11lvo de-ll'Anno Mariano.
L'Ausiliatrice nel domma e nel culto
SEI, Torino • L. 6oo
R"'1ulonl al Congresso di Marloloala lntern.izlonale.
Atti dell 'Accdclemia Salesiana.
SEI, 'l'orino L. 1200
L'Immacolata e San Giovanni Bosco
SEl, Torino L. 700
Scudlo atorlc,o-t~lo_glc:o di don Bercc:110 sulla prese11Z2
di Maria lmmacolata AuslJl.ltrlce nella vllà, nelle opere
e nc:ll'ap091ola10 educativo dl San Clovannl Bosco.
Sul Cinema
MARCO BONC10ANNt - Cinema c,t~o di co-
scienza
Elledici, Via :'Ilaria Ausiliatrice, Tonno • L. 350
SuJIJa scorta •lcura delle DOl'fflè e del doeum~II e delle
nOJ'me dell'Aucorlti Ecc:lesbsllca l'uutore prende in
ccnsldcrulone la domanda dl tanti: po»o ~'edere
qu:aWHI Olm 1 e conduce Il lellore a trov.ire la sola rl•
sposta che può t:ncJlare la cnsclcJU:t crl~clana.
ANOELO SOLMI Tre maestri del cinema
K. T. Dreyer, René Clair, Charlie Chaplin
Viro e Pcn•itro, Milano • L. 2000
Se Il clnnma Il W> fonom~o tlplco dt-lla nonra epoca
che l'uomo moderno ha accettato nel •uo .chema di vlllll,
è neceu:irla la prep:anzione a wlutlllre Il film nel suol
aspc11I 1plrl1uall ed esreùd. Il critico clnem:uografi<:o
di " 011111 ,., Ancelo Solml, olfn qui una aulda per il
pubblico h.iliano.
Autori vari Cinema e cattolici
Edizioni Licc, Padova • L. 1 300
Porcb/l I eimollci Ogurano numerosi Cm Il mondo che
va al cinema Il non era quello che fa Il cinema? Ci llOno
o non cl sono In llalla rcg.1s11 e nitori ca11ollcl ? E se ci
sono, perch& non si manifestano ?
Sulla Scuola
v1r-;cENLO s1N1STRF.RO Ltr scuola cattolica
diritti e cifre
SEI, Torino L. 700
l dntl, lo cHro unlclllli, e la dourina del co,1111uzlonallst1,
da cui rlfultano l'Infondatezza o 1ovente la falsil1\\ deitU
allllcclll contro lu scuola autollca.
N. CAMlLLERl s.o.B. Principi di pedagogia
Cristiana
:\\larieui, Tonno
Fondo In efficace slntHI panoramica I principi e l'lspJ.
razione pratica dcll'oducwone crl'lfan.1, c:b" dev'essere
l'ldc,;,lc anlmntorc o orlentatorc dclln missione 11(:()(alillca
di tuul I docenti cauollèl in lsplrlto di uoa cosciente ed
operanrn •olldarlou'I. UUUsslmo al Coo1,crotorl educatori.
•t1101UZZAZJO>ll OU. llUllUl,AU 01 roAINO IN IMTA 16 HIIBIIAIO 1040, NU:w:RO 40J, - CO.'; U'PKOV4llll:-lf l'OCl.o'..Sl\\,rtC:4 ;,o
OlaliTTORE USPON\\AlltU:: MC. OOTT. PIE:nlO ZERBINO, VIA \\tAJIIA AtnlLL\\TRJC8, )> • roa1so (7,:) - OFFlè!Sf l~••• !:ltr ,.,.I
"'

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Spedlzlone in abbonamento postale - Gruppo 2° - 2• quindicina
Pubblicazioni dell'Accademia Mariana Salesiana
BERTETTO - BROCARDO - CÀSTANO
LEONCIO DA SILVA-GNOLFO-FIORA
L'Ausiliatrice nel domma e nel culto
Relazlonl al Congresso di Mariologia Internazionale. Pag. 160
L. 600
BERTETTO DOMENICO
Auxilium Christianorum
L'Ausiliatrice della Chiesa e del Papa
Relazioni commemorative per 11 Cinquantenario dell'Incoronazione di Maria
Aux/1/um Chrlsl/anorum, nella sua Basilica di Torino (1003-17 magglo-1953).
Volume ln-8 di pag. 294 con un centinalo d Illustrazioni In nero e a colori
L. 1500
L'Immacolata Ausiliatrice
Relaztonl commemorative dell'Anno Mariano. Volume ln-8 di pag. 435 con
lllusIrazlonl
L 1700
L'Immacolata e San Giovanni Bosco
Studio storlco-teologlco di Don Bertetto suIla presenza di Merla Immaco-
lata Ausiliatrice nella vita, nelle opere e nell'apostolato duoativo di San Gio-
vanni Bosco, prefazione di Don Eugenio Cerl"a. Pag. Vlll-117
L. 700
QUADRIO GIUSEPPE
Maria e la Chiesa
La Mediazione sociale di Maria SS.ma nell'Insegnamento del Papi da Gre-
gorio XVI a Pio Xli. Pagine 291
L 1700
Atti dell'Accademia Mariana Salesiana
Pagine 207
L. 1200
p e r ordinazioni r iv olge rsi ella
SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE CORSO REGINA MARGHERITA, 176 . TORINO
C. C. POSTALE 2/171
BOLLETTINO SALESIANO
PERIODICO QUINDICINALE DELLE OPERE E MISSIONI DI SAN GIOVANNI BOSCO
Direzione : via Maria Ausiliatrice, 32 - Torino Telefono 48- 41-17
Al del mese: per I Cooperatori e le Cooperatrici Salesiana
Al 15 del mese: per I Dirigenti delle Pie Unione
SI Invia gratuitamente.
*facciamo noto ei benemeriti Cooperatori e elle benemerite Cooperatrici
che le Opere Selesiene hanno il Conto Corrente Postele con il numero 2-1355 (Torino)
sollo le denominazione: Direzione Genere/e Opere di Don Bosco - Torino 712
Ognuno può valeuene con risparmio di spesa, nell'lnvlare le proprie offerte,
ricorrendo all'uf~clo postale locale per Il modulo ,elall~o
*IMPORTANTE - Per correzioni d'indirizzo si prega d'Inviare anche l'Indirizzo vecchio.
I rinu
I SI Aoentl usi Il e e re In no. on la notlfl i d'uso. i ollettlnl a n recaol ti.